Proposta preliminare di articolazione in fasi per l'abitato di Kossyra

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BIBLIOTECA DI «SIC ILIA ANTIQVA»

c ollana diretta da ernesto de miro

1 .

UNIVERSITÀ DI PERUGIA

UNIVERSITÀ DELLA BASILICATA

scuola di specializzazione in arc heologia di matera

ENTE PARC O AGRIGENTO

SICILIA ellenistica,

CoNsuetudo italicaALLE ORIGINI DELL’ARCHITETTURA

ELLENISTICA D’OCCIDENTE

spoletoc omplesso monumentale di s . n ic olò

5-7 novembre 2004

a cura dimassimo osanna e mario torelli

ROMA

EDIZIONI DELL’ATENEO

2006

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Stampato in Italia · Printed in Italy

isbn 88-8476-104-2

SOMMARIO

Mario Torelli, Introduzione 11Lorenzo Campagna, L’architettura di età ellenistica in Sicilia: per una rilettura del quadro generale 15Massimo Osanna, Architettura pubblica e privata a Kossyra 35Pierfrancesco Vecchio, Proposta preliminare di articolazione in fasi per l’abitato di Kossyra, Acropoli di S. Marco (saggi ix-x) 51Thomas Schäfer, Decorazione architettonica e stucchi di Cossyra 57Ernesto De Miro, Agrigento in età ellenistica. Aspetti di architettura 69Gioacchino Francesco La Torre, Urbanistica e architettura ellenistica a Tindari, Eraclea Minoa e Finziade: nuovi dati e pro-

spettive di ricerca 83Umberto Spigo, Tindari. Considerazioni sull’impianto urbano e notizie preliminari sulle recenti campagne di scavo nel settore

occidentale 97M. Cecilia Parra, Note di architettura ellenistica a Segesta, intorno all’agorà 107Rossella Giglio, Pierfrancesco Vecchio, Nuovi dati su Lilibeo ellenistica 123Francesca Spatafora, Gilberto Montali, Palermo: nuovi scavi nell’area di Piazza della Vittoria 133Chiara Pilo, La villa di Capo Soprano a Gela 153Alessia Mancini, Architettura domestica a Morgantina 167Chiara Albanesi, Architettura ellenistica a Solunto: un caso singolare di teatro-tempio? 177Massimo Frasca, Centuripe ellenistica. Il quadro generale 193Rosario P. A. Patané, Centuripe ellenistica. Nuovi dati dalla città 201Enzo Lippolis, Ricostruzione e architettura a Taranto dopo Annibale 211Fabrizio Pesando, Il ‘secolo d’oro’ di Pompei. Aspetti dell’architettura pubblica e privata nel ii secolo a.C. 227Vassilis Tsiolis, Fregellae: il complesso termale e le origini degli edifici balneari urbani nel mondo romano 243Jacopo Bonetto, Persistenze e innovazioni nelle architetture della Sardegna ellenistica 257

L’a spetto più macroscopico dei resti archeologici dei saggi ix e x è dato dall’imponenza dei manufatti murari e dal

loro stato di conservazione. Questa caratteristica, che determi-na il monumentale impatto visivo delle strutture, è il risultato di una storia deposizionale e stratigrafica articolata, volta alla totale obliterazione degli edifici – nel corso di un lungo periodo di tempo – e alla conseguente costruzione di terrazze per fini agricoli, attività che sembra esaurirsi, probabilmente, solo alle soglie del xx secolo.

Lo spartiacque, nelle microstorie edilizie dei due saggi, è rappresentato certamente dal “bastione” difensivo aggettante, a pianta quadrangolare, che sporge dal profilo della collina di S. Marco nel settore occidentale. La sua presenza, il progetto costruttivo di cui fa parte, le trasformazioni che impone sugli edifici precedenti e gli adattamenti che lo utilizzano nelle fasi successive, sono l’oggetto di questo tentativo di sistematizzazio-ne degli scavi e degli interventi realizzati sull’acropoli di Pantel-leria tra il 2003 e il 2004.1

Fase i

Il momento costruttivo più antico, sull’intero fianco occidenta-le dell’acropoli, sembra coincidere con una struttura riferibile, probabilmente, ad una frequentazione di tipo residenziale ; in uno dei saggi sottoposti ad indagine è stato, infatti, messo in luce un muro che, almeno in questa fase, appare come precedente alla destinazione dell’area a scopi eminentemente difensivi.

Nel saggio x, infatti, è stata messa in luce la cresta del muro usm 1774 (Fig. 1), visibile solo su due filari ed utilizzata come fondazione per il muro nordoccidentale dell’ambiente 6, usm 1080 : i blocchi sono di tecnica e dimensioni diverse, solo sboz-zati, nel più basso, squadrati di grandezza variabile, nell’altro.

L’orientamento, declinante verso est rispetto alle strutture superiori, e l’utilizzo originario del banco roccioso, lavorato ed adattato come linea di fondo a nord, segnalano un approccio co-struttivo che, anche nelle fasi successive, sarà intermediario tra l’orografia della collina e le rinnovate esigenze edilizie. Questo orientamento, in questa fase, è probabilmente il segno di una non ancora raggiunta organicità e sistematicità dell’impianto ; il muro 1744, infatti, sembra seguire la massima pendenza e l’andamento del banco roccioso adattandosi ad esso, espressione di una conce-zione precedente all’imposizione di una maglia urbanistica rego-lare, indipendente dalle condizioni del terreno, che invece appare svilupparsi, in modo monumentale, a partire dalla fase iv.

Fase ia

Nel saggio ix, inglobata all’interno del bastione, è attestata una struttura muraria2 – usm 946 – con doppio paramento di piccoli blocchi irregolarmente sbozzati a cuneo e riempimento

interno di sabbia argillosa, che conserva sulla faccia vista occi-dentale il rivestimento con intonaco biancastro ; l’orientamento è il medesimo del lato nord-ovest del bastione, usm 909, che gli si è appoggiato, conservandolo all’interno dell’emplecton (Fig. 2). Le dimensioni esigue del muro e la mancanza di qualunque connessione apparente con altri muri non possono chiarirne la funzione ; altri blocchi di reimpiego sono stati utilizzati per la co-struzione del bastione, tra questi anche uno con tracce evidenti di intonaco simile a quello che riveste usm 946.

Nel saggio x le strutture murarie usmm 1041 e 1043 presen-tano la medesima messa in opera di usm 946 inglobata dal ba-stione, con i blocchi lavorati a cuneo e inseriti con il lato sboz-zato nell’interno del muro con legante argilloso ; i due pilastri, usmm 1039 e 1901, posti su entrambi i lati di usm 1043, delimitano l’ambiente 4 (Fig. 1) e sembrerebbero includere queste strutture nell’ambito della tecnica di tradizione orientale “a telaio”, non attestata con frequenza, però, nei muri dell’acropoli e mai, nella casistica finora attestata, con una compiuta aderenza ai canoni fenicio-punici.

Se tale diversità sia il segno di una appartenenza alla facies più antica non è possibile affermarlo senza un’analisi esaustiva delle tecniche murarie messe in opera sull’acropoli e, tuttavia, l’aspetto “arcaizzante” della sequenza pilastro monolitico – para-mento – pilastro monolitico e il rapporto stratigrafico con le altre strutture sembrerebbe comunque assegnare tale sistema mura-rio a questa sottofase.

Fase ii

Nel saggio x, alla precedente struttura angolare dotata di pilastri con tecnica a telaio, vengono addossate, ad ovest, le usmm 1054 e 1051, a doppio paramento, più largo del precedente, con blocchi sbozzati di varie dimensioni ; sulla facciavista a nord compare un discendente esterno, us 1902, tagliato nel muro,3 a sezione rettangolare, aperto e rivestito di malta idraulica, decorato sui due lati da due rincalzi con sezione ad angolo acuto (Fig. 1). Il battuto pavimentale relativo a questa canalizzazione e al muro non è stato raggiunto durante questa indagine ; il livello che lo oblitera è pertinente alla fase iv.

Nell’ambiente 4, sul paramento interno di usm 1054 è presente un altro discendente, però fittile, a sezione circolare, us 1904,4 e un incasso, quadrangolare e orizzontale,5 è presente nell’angolo con usm 1051 ; in questo angolo un rivestimento di malta idrau-lica indica la presenza di una vasca cui afferisce una canalizza-zione secondaria praticata all’interno di 1051, obliterata succes-sivamente, con ogni probabilità, dall’allestimento del balneum us 1060 nella fase via.

Fase iii

Nel saggio ix è testimoniato l’impianto del bastione difensivo – usmm 909 e 908 – che è articolato, nella parte messa in luce,6 su 1 Desidero ringraziare Sebastiano Tusa e Massimo Osanna, rispettivamente

direttore del Servizio per i Beni Archeologici della Soprintendenza bb. cc. aa. di Trapani e direttore dello scavo insieme a Thomas Schaefer, per la fiducia e la col-laborazione dimostratemi durante la conduzione del cantiere di scavo dell’acropoli di Pantelleria, fonte di molteplici problematiche “insulari”. Grazie agli allievi della Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera per il loro insostituibile impe-gno ; grazie, per tutto, a Barbara Serio, Salvatore De Vincenzo, Mariella Mastrogia-como responsabili di saggio, Martina Almonte, responsabile della survey e Marco Di Lieto, responsabile della grafica. 2 Campagna di scavo del 2003.

3 Dimensioni : m 0, 28 x 0, 20.4 Dimensioni : m 0, 14 x 0, 24 per un’altezza di m 0, 23.5 us 1907, dimensioni : m 0, 34 x 0, 17 x 0, 23.6 Rinvenuto nella campagna di scavo del 2003 ; usm 909, dimensioni : m 3, 40 x

1, 30, visibile per un’altezza massima di m 1, 80, pari a cinque filari di blocchi, usm 908, dimensioni : m 7, 60 x m 1, 20, visibile per un’altezza massima di m 3, pari a otto filari di blocchi.

Pierfrancesco Vecchio

PROPOSTA PRELIMINARE DI ARTICOLAZIONE IN FASI PER L’ABITATO DI KOSSYRA, ACROPOLI DI S. MARCO

(SAGGI IX-X)

52 pierfrancesco vecchio

un paramento esterno costituito da blocchi squadrati disposti in opera pseudo-isodoma, per testa e per taglio, spesso provvisti di bugna sulla faccia esterna, e allettati con un legante costituito da argilla sabbiosa giallastra, arricchito da frammenti minutissimi di tufo grigiastro. Un muro trasversale, usm 911, che attraver-sa tutta la larghezza del bastione, delimita uno spazio interno

di difficile interpretazione poiché la parte meridionale, posta sul limite della linea di quota, è stata dilavata dall’esposizione continua agli agenti atmosferici e modificata dagli interventi successivi, moderni, legati all’ampliamento delle terrazze di col-tivazione (Figg. 3-4).

La tecnica di costruzione del bastione è complessa perché pre-vede, all’interno del paramento in blocchi monumentali, un al-tro paramento realizzato con blocchetti quadrangolari di piccole dimensioni allettati a secco e posti per lo più di testa, conservati

Fig. 1. Il saggio x con le strutture e le installazioni.

Fig. 2. usm 946 inglobato dal bastione occidentale.

Fig. 3. Il bastione occidentale da nord.

53proposta preliminare di articolazione in fasi per l’abitato di kossyra

sia nella parte interna di usm 908 che in quella della struttura trasversale usm 911. Alcuni battuti pavimentali e strati costituiti da scaglie di lavorazione di tufo grigiastro rinvenuti all’interno di questo spazio – uss 923, 924, 925, 936 – potrebbero indicare livelli di cantiere relativi all’edificazione del bastione.

Fase iv

È questo il primo grande intervento edilizio residenziale atte-stato nell’area dei due saggi : uno schema modulare, orientato nord-est/sud-ovest, regolarizza il settore occidentale dell’acro-poli.

La sequenza più riconoscibile, allo stato attuale delle indagini di scavo, è la serie degli ambienti che si dispongono lungo il me-desimo asse trasversale sud-est/nord-ovest a partire dal fianco nord-ovest del bastione : gli ambienti 9, 5 e 6 nel saggio x1 e gli ambienti 11 e 10 nel saggio ix2 (Fig. 5).

I tre spazi rettangolari, nella parte scavata del saggio x, afferiscono ad un corridoio, l’ambiente 2, su cui gli ambienti si aprono sul lato breve – almeno per questi tre – con il medesimo sistema ad accesso presso l’angolo, protetto da un’anta a nord-ovest.

La tecnica muraria alterna l’impiego di blocchi di forme di-verse e dimensioni variabili, lavorati con accuratezza e squa-drati, ad altri solo sbozzati ; entrambi gli ambienti modificano e sfruttano il banco roccioso, nell’ambiente 5 come banchina e nell’ambiente 6 come parte del pavimento.3 Non sono disponi-bili molti dati per l’ambiente 9, ancora sepolto sotto la sezione di scavo, e di cui è riconoscibile solo parte dell’accesso sul fronte sud-ovest.

Nel saggio ix l’indagine non ha ancora permesso di verificare anche la parte inferiore dell’alzato dei muri degli ambienti 11 e 10, ancora ingombri dai detriti dei riempimenti della fase vii dell’obliterazione ; tuttavia la struttura usm 9146, che delimita in senso nord-est/sud-ovest i due ambienti, appare come una sorta di muro di spina, poderoso, realizzato con blocchi regolari ma non accuratamente squadrati, dalle dimensioni medie e grandi, parallelo alla sequenza dei vani situati sulla terrazza inferiore.

Al muro usm 9146 si appoggia, a nord-est, l’ambiente 13 men-tre, a sud-est, è tangente all’angolo del bastione tra usm 909 e 908. A sud-ovest e a nord-est è inquadrato dalle strutture usmm 9157 e 9160, realizzate con tecnica muraria a doppio paramento : 9157 mostra una faccia vista irregolare, per la parte visibile sul fronte sud-ovest, con blocchi squadrati di dimensioni variabili disposti su due/tre filari con commessure larghe e poco accura-te ; 9160 è visibile solo sulla cresta, inglobato da strutture di fasi più tarde, con doppio paramento e riempimento interno compo-sto di sabbia argillosa.

Anche se questo settore dello scavo ha fornito solo dati pre-liminari, sembrerebbe comunque valida l’ipotesi della scelta di uno schema spaziale ripetitivo, che aggrega nuovi elementi a nord-est della corte tetrastila, avanzando nel corpo della collina e ritagliando i nuovi vani – specialmente il 5 e il 6 nel saggio x – nel banco roccioso, modificandolo e sfruttandolo per le nuove funzioni ; queste sono ancora incerte, ma legate, probabilmente, a processi di medio immagazzinamento e consumazione dei cibi, come attestano i ritrovamenti di suppellettili da cucina e da men-sa e i resti faunistici sui battuti pavimentali.4

Nel saggio x, il corridoio 2 sembra connotarsi come lo snodo

dei percorsi interni tra la serie degli ambienti a nord-ovest – 9, 5 e 6 – e la sequenza degli spazi a sud-ovest – 4, 3, 1 e corte tetra-stila ; se le due sequenze siano parte della stessa unità abitativa o se al contrario abbiano subito divisioni e partizioni, alterandone l’originaria coerenza spaziale anche nelle fasi successive, potrà essere chiarito solo dal prosieguo delle indagini.

Fase iva

Nel saggio x questa sottofase è caratterizzata da alcune modifiche nei percorsi interni e dall’aggiunta di nuove installazioni funzio-nali alla vita domestica (Figg. 1, 6) ; la soglia dell’ambiente 4 viene tamponata e sul lato verso il corridoio 2, gli viene appog-giata una piccola vasca5 posta sulla quota del piano di calpestio/battuto e costruita con blocchi sovrapposti a secco con una cana-letta, posta all’interno, nell’angolo sud-orientale, per l’eventuale deflusso dell’acqua.6

Nell’ambiente 6 viene realizzata un’istallazione quadrangola-re7 contro il muro 1077 ; la struttura ha un profilo irregolarmente scalare da sud-est a nord-ovest e l’interpretazione della sua fun-zione resta incerta.

Nell’ambiente 5 viene rialzata la soglia con tre blocchi irrego-lari di tufo, usm 1778, allettati senza legante.

Fase v

Nel saggio ix l’ambiente 13 viene innalzato con nuove strutture murarie, usmm 9154 e 9161, e tutto il vano declina leggermente verso nord, creando su usm 9157, appartenente alla fase prece-dente, un’ampia risega (Figg. 7-9). In usm 9154, che a sud-est si appoggia allo spigolo del bastione, il paramento visibile è rea-lizzato con blocchi quadrangolari accuratamente squadrati con riempimento interno incoerente di scapoli e scaglie di tufo, in-globati in argilla sabbiosa giallastra, mentre usm 9161 è visibile su quattro filari di blocchetti di medie dimensioni allettati con commessure irregolari.

Sulla risega creata dalla sistemazione dell’ambiente 13 su usm 9157, viene impostato un nuovo ambiente, l’11, pavimentato in cocciopesto – usr 9156 –, come attestano i due esigui lacerti sulla risega stessa, e viene realizzato un altro vano sottostante all’11, ancora completamente obliterato dai riempimenti della fase vii ; sulla faccia vista di usm 9157, tra i due lacerti pavimentali, è pre-sente un incavo quadrangolare, us 9158, obliterato all’interno da detriti e macerie : tale “canalizzazione” poteva, forse, essere connessa ad un sistema idrico totalmente obliterato dalla costru-zione della cisterna us 969 nella fase successiva.

1 I muri che delimitano i due ambienti, rispettivamente 5 e 6, sono, da sud-est a nord-est, usmm 1017, 1059, 1042, 1072 e 1042, 1077, 1080, 1074 ; per il 9, usmm 1016 e 1017.

2 I due ambienti sono delimitati, rispettivamente 11 e 10, da sud-est a nord-est, da usmm 909, 9146, 9157 e 9146, 9172 – 9111, 9130 – 975 ; mancano in entrambi gli ambienti i limiti a sud-ovest, coperti dagli strati di obliterazione.

3 Rispettivamente us 1715 – dimensioni della struttura m 0, 62 x 2 x 0, 78 – e us 1780.

4 Dati in corso di studio.

5 La tamponatura è usm 1764, la vasca è usm 1763 e le sue dimensioni sono m 1, 30 x 0, 65.

6 Il riempimento all’interno della vasca non è stato interamente scavato.7 usm 1736, dimensioni : m 1, 01 x 0, 54 x 0, 50 realizzata con blocchi di varie

dimensioni allettati in malta d’argilla.

Fig. 4. usm 911 da ovest.

54 pierfrancesco vecchio

I due ambienti, divisi in altezza dal pavimento in cocciope-sto, sfruttavano sul lato sud-orientale tutta la mole del bastione che così delimitava spazi interni : in questo senso, è interessante notare come le commessure tra i blocchi monumentali e tra que-sti e usm 9157, siano accuratamente tamponate con un intonaco biancastro che ancora si conserva in situ. La destinazione dei due ambienti sovrapposti non è ancora ipotizzabile.

Fase vi

Nel saggio ix un nuovo ambiente, 13b, viene realizzato contem-poraneamente alla costruzione di una cisterna ellittica, usm 969,

1 usm 9152, dimensioni : m 3, 30 x 0, 60, visibile per un’altezza di m 0, 45, per quattro filari, usm 9153, m 1, 53, visibile per un’altezza di m 0, 80 per cinque filari ; usm 9165, conservato per una lunghezza di circa m 0, 85, presenta due filari.

inglobata nell’ambiente 13a ; da nord-ovest a sud-est, le usmm 9152, 9153 e 91651 sono costruite con tecnica accurata : paramento con filari in opera pseudo-isodoma di blocchetti accuratamente allettati e inquadrati da un pilastro quadrangolare su due blocchi di grandi dimensioni (nella parte visibile), per usm 9152 (Fig. 8) ; paramento con due “pannelli” composto da blocchetti in tecnica pseudo-isodoma divisi al centro da un pilastro costituito da due

Fig. 5. La pianta generale del settore occidentale dell’acropoli.

Fig. 6. Gli ambienti 5 e 6 del saggio x. Fig. 7. La risega dell’ambiente 11 da sud ; a destra il bastione occidentale.

55proposta preliminare di articolazione in fasi per l’abitato di kossyra

Fig. 8. usm 9152 da est.

blocchi di medie dimensioni posti verticalmente, in usm 9153. Di usm 9165 si conserva solo una porzione che sembra possedere la medesima messa in opera. Nell’ambiente 13c si deve ipotizzare la costruzione della cisterna 9131, in parte obliterata dalla co-struzione dell’usm 9164 e dell’ambiente ad esso connesso, appar-tenenti alla fase successiva.

È possibile che la trasformazione in questo settore centrale dell’edificio abbia comportato anche la razionalizzazione o la modifica degli spazi posti a nord-est, ipotizzando per usm 975, che delimita il saggio di scavo lungo l’asse sud-est/nord-ovest, un primo impianto in questa fase ; 975 corre, infatti, parallelo ad usm 9161, relativo alla fase v, ed entrambi inquadrano un cor-ridoio, l’ambiente 12, che sembra connettere spazi diversi nel-l’unità residenziale.1

A questa fase viene assegnata anche la creazione dell’ambien-

Fig. 9. Il saggio ix.

1 Il corridoio 12 del saggio ix non è stato ancora liberato dagli strati di oblite-razione.

56 pierfrancesco vecchio

te 10, usmm 975, 9130, 9111, nel settore nord-ovest dell’edificio o, forse, una rinnovata delimitazione degli spazi interni ; il dato attuale può basarsi solo sulla parte visibile delle murature che spesso non raggiungono i cinque o sei filari fuori dai livelli di obliterazione non scavati. Sul lato breve a nord-est si apre una porta, us 9175, ampia m 0, 80, che doveva mettere in comuni-cazione l’ambiente 10 con spazi posti oltre il limite di scavo ; ad ovest dell’ambiente 10 viene aggiunto l’ambiente 14, provvisto di una grande cisterna ellittica, us 929.1

Fase via

Nel saggio ix, a sud-est, si innalzano i livelli pavimentali con la creazione del muro usm 9164, viene in parte obliterata la ci-sterna usm 9131 dell’ambiente 13c, viene costruita, probabilmen-te, un’altra cisterna, us 9155,2 appoggiata al fianco nord-est del bastione e il corridoio 12 subisce modifiche che ne cambiano la precedente, ipotetica, funzione : sono allestite, infatti, una breve scala, una piattaforma e una vaschetta, us 9162,3 che viene inca-strata nel senso della larghezza fra i due muri 975 e 9161. La va-schetta, ricavata in un unico blocco di tufo, ha il bacino interno a sezione trapezoidale, intonacato con malta idraulica ; tramite due canalette di adduzione e di smaltimento dell’acqua, praticate sui due lati brevi, è posta in connessione con uno spazio a nord-est, posto oltre la sezione del saggio di scavo, e a sud-ovest, con la cisterna us 969 (Fig. 9). Lo spazio privo di strutture, tra la vaschetta e il fondo del corridoio 12, non è stato scavato inte-ramente.

1 Le dimensioni della cisterna sono m 4, 8 x 1, 8 ; il riempimento all’interno non è stato scavato.

2 Della presunta cisterna è conservato solo un breve arco dell’estremità a nord-ovest.

3 La scala us 968 è composta da tre gradini costituiti da tre-quattro blocchi di tufo squadrati, per una lunghezza di circa m 1 e una larghezza di m 0, 80, mentre la piattaforma us 9168 è formata da una concentrazione di blocchi di varie dimensioni ; la vasca misura m 0, 98 x 0, 44 x 0, 20 e almeno uno dei fori sembra praticato solo dopo la realizzazione del rivestimento in malta.

A queste installazioni deve essere collegato anche un sistema di adduzione posto ad est, relativo alla raccolta dell’acqua pio-vana e costituito da due canalette, uss 9167 e 9166, tagliate sulla faccia superiore di tre blocchi, giustapposti fra loro a secco ad angolo retto. È possibile che la presenza di una o più cisterne, poste nel settore non scavato a nord-est oltre il limite del saggio, costituissero i bacini di immagazzinamento per l’acqua che ali-mentava anche la vaschetta 9162 nel corridoio 12.

Nell’ambiente 10 del saggio ix vengono ricavati due spazi mi-nori per un balneum, us 9132 (Figg. 9-10), e per un ambiente lega-to anche all’uso dell’acqua, come attesta un lacerto di pavimento di cocciopesto, us 9149, che, sul lato a nord-est, conserva il margi-ne di una vasca, solo identificata ma non interamente scavata.

Nel saggio x viene ricavato un altro balneum – us 1060 – nel-l’ambiente 3 (Fig. 1), forse adattando la nuova funzione ad uno spazio già destinato all’uso dell’acqua come attesterebbe la con-nessione, nella fase II, con l’altra vasca dell’ambiente 4, tramite la canalizzazione praticata nel muro 1051 ed obliterata proprio dall’installazione del bagno.

I due balnea all’interno sono completamente rivestiti di malta idraulica e presentano entrambi una depressione circolare sul fondo : in us 9132 la malta è allettata in modo da creare una pare-te nettamente digradante verso il fondo, sul lato breve a sud-est, mentre un rincalzo sul muro a nord-est indicherebbe l’imposta della copertura ; l’altro balneum nel saggio x presenta una dota-zione più accurata con l’inserimento di un basso sedile sul lato breve a nord-est.

Fase vii

L’obliterazione delle strutture dei due saggi, qui inclusa in una sola fase, presuppone però varie attività che hanno trasformato, in un lungo periodo di tempo che giunge fino all’età contempo-ranea, le emergenze del sito.

Un primo processo di obliterazione sistematica è stato accer-tato negli ambienti 5 e 6 del saggio x, dove è stato identificato un processo di colmatura accurato e continuo, con livelli sabbiosi ricchissimi di materiale ceramico, per lo più presente sotto forma di frammenti di pareti. Questa metodica attività sembra potersi collocare già in epoca antica, come attesterebbe la cronologia preliminare assegnata ai materiali, risalente come terminus post quem al i-ii secolo d. C.4

Altrettanto sistematica deve essere stata l’opera di distruzione dei manufatti, muri, cisterne e pavimenti, i cui lacerti e fram-menti sono stati rinvenuti in percentuali molto alte negli stra-ti che coprivano le strutture ; le rasature e le asportazioni sono difficilmente databili e comunque potranno essere inquadrate solo dopo un attento esame dei materiali presenti negli strati di riempimento delle terrazze.

È questo, infatti, uno dei fattori principali di distruzione ma anche di conservazione dei resti archeologici perché quasi tutte le terrazze moderne, realizzate per la coltivazione, sfruttano le linee di quota originarie o fondano i muri di contenimento sui muri e le strutture antiche. L’opera di spoliazione, infatti, è dovuta prin-cipalmente alla necessità di costruire i muri di terrazzamento con materiale rinvenuto sul sito : anche tale attività sembra essere ini-ziata già in epoca antica come testimonia la preliminare revisione dei materiali, presenti nelle obliterazioni e databili al medesimo periodo in cui vengono abbandonati gli ambienti.

Un altro fattore di distruzione è dovuto alle attività belliche della Seconda Guerra Mondiale con l’escavazione di trincee e bunker che hanno spesso trasformato ampi settori dell’abitato antico ; non meno distruttivo è stato un recente intervento per la messa in opera di un impianto di illuminazione superficiale, con trincea per la posa del cavo e tombini, che ha intercettato diverse strutture asportandone i blocchi.

Fig. 10. Il balneum 9132.

4 Dati preliminari provenienti dalla preclassificazione dei contesti ceramici.

composto, in carattere fournier monotype, impresso e rilegato in italia dalla accademia editoriale®, pisa · roma

*

Ottobre 2006

(cz2/fg13)

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