PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLA MORTE O ...
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AZIENDA ASL ROMA 6
Borgo Garibaldi 12
00041 Albano Laziale Roma
Tel. 0639271- Fax 0693273866
PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLA MORTE O DISABILITÀ PERMANENTE IN NEONATO SANO DI
PESO >2500 GRAMMI NON CORRELATA A MALATTIA CONGENITA
U.O.C. RISK MANAGEMENT
Direttore Dott. M. Ferrante
2
TITOLO
PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLA MORTE O DISABILITÀ PERMANENTE IN NEONATO SANO
DI PESO >2500 GRAMMI (RACCOMANDAZIONE MINISTERIALE N.16)
DESTINATARI
Tutti gli operatori sanitari della ASL Roma 6 coinvolti nell’assistenza ai neonati in sala parto, pediatria,
neonatologia, nido, rooming in, fino alla dimissione ed alla prima visita post dimissione.
EMISSIONE/REVISIONI
UOC RISK MANAGEMENT
PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLA
MORTE O DISABILITÀ PERMANENTE IN NEONATO SANO DI PESO >2500 GRAMMI
PROCEDURA
ED 0 / REV 0
Pag. 18
4
INDICE
OBIETTIVO
Pag. 5
CAMPO DI APPLICAZIONE
Pag. 5
SIGLE E DEFINIZIONI
Pag. 6
INTRODUZIONE
Pag. 7
DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’
Pag. 8
FASE 1
Pag. 9
FASE 2
Pag. 10
FASE 3
Pag. 11
FASE 4
Pag. 12
GRIGLIA DI RESPONSABILITA’
Pag. 13
REGISTRAZIONE, DIFFUSIONE, ARCHIVIAZIONE
Pag. 14
DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Pag. 15
ALLEGATI
Pag. 16
5
OBIETTIVO
Definire un percorso che assicuri ai neonati l’assistenza più idonea al proprio quadro clinico in
linea con la raccomandazione N° 16 prodotta dal Ministero della Salute.
I risultati generali attesi sono:
Miglioramento dell’esito dell’assistenza erogata Migliore efficienza del processo organizzativo Minimizzare il rischio di morte o disabilità permanente in neonato sano di peso >2500 grammi
CAMPO DI APPLICAZIONE
A CHI Il documento e rivolto a tutti gli operatori sanitari della ASL Roma 6 coinvolti nell’assistenza ai neonati in sala parto, nido, rooming in, fino alla dimissione ed alla prima visita post dimissione. DOVE Il documento interessa tutti i reparti della ASL Roma 6 che erogano assistenza alle donne in gravidanza, in travaglio-parto e ai loro neonati PER CHI Il documento è a tutela di tutte le donne in gravidanza assistite per l’espletamento del parto e nel post-partum e dei loro neonati nelle fasi di accettazione, ricovero e dimissione della coppia madre-neonato
NB: Il documento rappresenta lo stato dell’arte delle conoscenze al momento della sua emissione e non esime gli operatori dalla necessità di un aggiornamento continuo sugli argomenti trattati.
Questo documento è strettamente correlato alla procedura elaborata dalla UOC Risk Management avente per oggetto: “PROCEDURA PER LA PREVENZIONE DELLA MORTE MATERNA CORRELATA AL TRAVAGLIO E/O PARTO” e pubblicata sul sito aziendale nella pagina dedicata al Risk Management all’interno della cartella procedure.
N PER LA
PREVENZIONE DELLA MORTE MATERNA
CORRELATA AL TRAVAGLIO E/O PARTO. N. 6
PER LAORRELATA AL TRAV
6
SIGLE E DEFINIZIONI
BCF: Battito Cardiaco Fetale.
CTG: Cardiotocografia.
FC: Frequenza cardiaca.
Morte materna: morte di una donna durante la gravidanza o entro 42 giorni dal termine della gravidanza per qualsiasi causa correlata o aggravata dalla gravidanza o dal suo trattamento.
Morte neonatale o disabilita permanente: morte neonatale o disabilita permanente non correlata a condizione congenita in neonato di peso superiore a 2.500 grammi.
PA: Pressione Arteriosa.
PCA: Percorso Clinico Assistenziale.
PP: Livello parte presentata.
PS: Pronto Soccorso.
TC: Taglio cesareo.
UOC: Unità operativa Complessa.
UOS: Unità Operativa semplice.
Tasso di Mortalità Infantile (IMR): Tasso di mortalità calcolato per bambini di età inferiore ad un anno. Il numeratore è il numero delle morti verificatesi tra i bambini di età inferiore ad un anno in un certo periodo di tempo, il denominatore è invece il numero dei nati vivi durante lo stesso periodo. Tale tasso viene generalmente espresso per 1.000 nati vivi.). E’ un parametro che riveste estrema importanza in quanto, oltre ad essere un indicatore della salute del neonato e del bambino nel primo anno di vita, è considerato misura riassuntiva dello stato di salute di una intera popolazione. Rappresenta un parametro di valutazione delle condizioni socioeconomiche, ambientali, culturali e della qualità delle cure materno – infantili.
Tasso di mortalità neonatale: Tasso di mortalità calcolato per bambini di età inferiore a 28 giorni di vita. Il numeratore è il numero delle morti verificatesi tra i bambini dalla nascita ai 27 giorni di vita in un certo periodo di tempo, il denominatore è invece il numero dei nati vivi durante lo stesso periodo. Tale tasso viene generalmente espresso per 1.000 nati vivi. E’ maggiormente legata a specifici elementi quali: fattori biologici e andamento del parto. Questo indicatore misura la salute della madre e gli stili di vita in epoca prenatale (fumo, alcol, droghe, lavoro pesante), oltre che i fattori legati all’assistenza al parto e al dopo parto, con particolare riferimento alla qualità dei servizi sanitari.
Tasso di mortalità perinatale: Tasso di mortalità calcolato per i bambini di età inferiore a 8 giorni e per i feti dopo le 27 settimane di gestazione.
Tasso di mortalità postneonatale: Tasso di mortalità calcolato per bambini di età compresa tra i 28 giorni ed 1 anno di vita. Il numeratore è il numero delle morti verificatesi tra i bambini di tale età in un certo periodo di tempo, il denominatore è invece il numero dei nati vivi durante lo stesso periodo. Tale tasso viene generalmente espresso per 1.000 nati vivi. Stima la qualità dell’ambiente di vita (stato di nutrizione, infezioni etc.) ed è legata a fattori ambientali e sociali (educazione materna, reddito, ecc.).
Tasso di natalità: Numero di nati vivi ogni 1.000 residenti.
Tasso di mortalità, causa-specifico: Tasso di mortalità per una certa causa. Nel calcolo dei tassi di mortalità causa-specifici, il numeratore è il numero delle morti attribuite ad una determinata causa durante un certo intervallo di tempo in una popolazione, mentre il denominatore è il numero totale di individui presenti nella popolazione a metà dell'intervallo di tempo considerato.
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INTRODUZIONE
La promozione della salute riproduttiva, dalla fase che precede il concepimento fino all’espletamento
del parto e al puerperio, rappresenta un tema particolarmente sensibile sia per gli aspetti sanitari che
per quelli sociali. Nei paesi economicamente più avanzati, nonostante la mortalità e morbosità materna
correlate al travaglio e/o al parto e le morti o disabilità permanenti del neonato sano di peso superiore
ai 2500 grammi siano eventi sempre più rari, è possibile che una quota non trascurabile di tali eventi
potrebbe essere evitata migliorando gli standard assistenziali. Per questo motivo il Ministero della
Salute ha pubblicato due raccomandazioni specifiche sul tema, di seguito riportate:
Raccomandazione n.6 per la prevenzione della morte materna o malattia grave correlata al travaglio e/o parto (2007);
Raccomandazione n.16 per la prevenzione della morte o disabilità permanente in neonato sano di peso>2500 grammi non correlata a malattia congenita (2014).
Va ribadita la difficoltà legata alla necessità di sintetizzare in un documento l’estrema variabilità clinica
e le innumerevoli possibili deviazioni dal percorso fisiologico della gravidanza, del parto e del neonato.
In altri termini, se per la gravidanza fisiologica che si conclude con un parto eutocico e per il neonato
in buona salute è possibile ipotizzare un decorso prevedibile e uniforme, la deviazione dalla fisiologia
può riconoscere innumerevoli forme e modalità espressive e, di conseguenza, richiedere l’adozione di
altrettante tecniche operative e approcci terapeutici, patrimonio della competenza e dell’autonomia
degli operatori sanitari coinvolti nel processo.
Si sottolinea che la morte del neonato e la disabilità permanente che occorrono in modo inatteso non sempre
costituiscono eventi prevenibili; l’inquadramento diagnostico ed etiologico di tali eventi è spesso difficile per la
complessità dei fattori che li determinano, ad oggi non tutti riconoscibili e diagnosticabili.
Nei Paesi sviluppati, nell’arco temporale di una generazione, sono stati compiuti enormi progressi nel campo
dell’ostetricia e della neonatologia, determinando un netto miglioramento della qualità dell’assistenza e degli
standard di cura e contribuendo al costante calo del tasso di mortalità perinatale, neonatale e post-natale. Nel
nostro Paese, la mortalità nel primo anno di vita è andata progressivamente riducendosi negli ultimi anni e l’Italia
si colloca nella media dei valori europei.
Obiettivo di questo documento è la prevenzione di eventi avversi gravi quali la morte o la disabilità permanente
in neonato sano di peso >2500 grammi non correlata a malattia congenita, fornendo indicazioni per migliorare
la sicurezza del neonato alla nascita e nel periodo post-natale.
Questo documento non entra nel merito clinico e tecnico delle attività sanitarie quanto piuttosto
delinea metodologicamente una successione di azioni.
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DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA’
In analogia alla procedura legata al travaglio e al parto, anche il percorso neonatale e stato suddiviso in fasi, al cui interno sono state individuate le attività di cui bisogna obbligatoriamente produrre evidenza nella documentazione sanitaria, in tutti i contesti organizzativi che erogano assistenza neonatale. Le fasi in cui e stato suddiviso il percorso neonatale sono le seguenti:
FASE 1
SALA PARTO
FASE 2
TRASFERIMENTO
AL NIDO/ROOMING
IN
FASE 3
DIMISSIONE
FASE 4
PRIMA VISITA
POST
DIMISSIONE
Per tutte le fasi del processo si raccomanda di adottare strategie organizzative per garantire una comunicazione efficace con la donna assistita che tenga conto degli aspetti sociali, culturali, religiosi e linguistici, anche per il tramite di mediatori culturali appositamente formati.
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FASE 1 DEL PERCORSO NEONATALE: SALA PARTO
In questa fase, oltre all’identificazione della coppia madre-neonato è necessaria la valutazione dei seguenti parametri, di cui andrà data opportuna evidenza nella documentazione sanitaria: Il pediatra neonatologo: a) Acquisisce informazioni cliniche e anamnestiche del caso acquisito dagli operatori che hanno seguito la donna durante il travaglio e il parto (Allegato 1) e dalla documentazione sanitaria. Le informazioni devono riguardare anche il periodo della gravidanza. b) Attribuisce il Punteggio Apgar. c) Verifica l’assenza di malformazioni evidenti. d) Effettua l’esame clinico del neonato. L’ostetrica valuta in questo periodo le condizioni cliniche materne.
Se tutti i parametri rientrano nella norma, è possibile proseguire con lo skin to skin in sala parto per
le successive due ore, durante le quali l’ostetrica sarà responsabile dell’assistenza al neonato e
compilerà l’allegato 2.
Nel caso in cui uno o più di questi parametri non siano nella norma, il team dovrà intraprendere le misure terapeutiche e assistenziali necessarie sulla base delle evidenze scientifiche, specificità cliniche e del setting assistenziale più idoneo.
FASE 1
SALA PARTO
La FASE 1 del percorso neonatale si conclude con il trasferimento del neonato al nido/rooming in e prevede che nella documentazione sanitaria di tutti i casi siano disponibili le seguenti evidenze: 1. Punteggio di Apgar 2. Frequenza respiratoria 3. Sintetica descrizione morfobiometrica del neonato 4. Scheda assistenziale neonato in sala parto (Allegato 1) 5. Diario assistenziale del neonato nel post partum a cura dell’ostetrica (Allegato 2) Indicatori minimi di processo suggeriti · Evidenze documentali in cartella clinica sulla rilevazione dei punti 1-2-3-4-5 previsti sopra
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FASE 2
TRASFERIMENTO AL
NIDO/ROOMING IN
FASE 2 DEL PERCORSO NEONATALE: TRASFERIMENTO AL NIDO/ROOMING IN
In questa fase, il neonato, terminate le due ore di skin to skin, dalla Sala Parto verrà trasferito al Nido
/ Rooming in.
Nel Nido/Rooming in sarà effettuato un esame obiettivo accurato e completo del neonato al fine di
valutare i parametri di seguito riportati e opportunamente evidenziati nella documentazione
sanitaria:
a) Nascita a termine (fra la 37ma e la 42ma settimana) con peso adeguato all’età gestazionale (superiore al decimo percentile secondo le curve SIN) b) Normale adattamento cardiorespiratorio alla vita extrauterina c) Stabilita termica d) Buone capacita nella suzione nutritiva e avvio efficace dell’alimentazione e) Ittero, se presente, a basso rischio f) Emissione registrata di meconio e urine g) Esecuzione/programmazione di screening metabolico, audiologico e oculistico (riflesso rosso) neonatale h) copia della scheda compilata dall’ostetrica (allegato 2) Se tutti i parametri rientrano nella norma, e possibile passare alla fase successiva.
Nel caso in cui uno o più di questi parametri non siano nella norma, il team dovrà intraprendere le misure terapeutiche e assistenziali necessarie sulla base delle evidenze scientifiche, specificità cliniche e del setting assistenziale più idoneo.
La FASE 2 del percorso neonatale si conclude con la dimissione e prevede che nella documentazione sanitaria di tutti i casi siano disponibili le seguenti evidenze: 1. Parametri vitali 2. Valori relativi all’andamento ponderale del neonato 3. Registrazione emissione di meconio e urine 4. Screening per malattie metaboliche dopo 48 ore dalla nascita
Indicatori minimi di processo suggeriti · Evidenze documentali in cartella clinica sulla rilevazione dei punti 1-2-3-4 previsti sopra
La FASE 2 del percorso neonatale si conclude con la dimissione e prevede che nella documentazione sanitaria di tutti i casi siano disponibili le seguenti evidenze: 1. Parametri vitali 2. Valori relativi all’andamento ponderale del neonato 3. Registrazione emissione di meconio e urine 4. Screening metabolico, audiologico ed oculistico dopo 48 ore dalla nascita
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FASE 3 DEL PERCORSO NEONATALE: DIMISSIONE
In questa fase, accertata la permanenza dei criteri indicati nella fase precedente, si dimette il neonato e contestualmente si programma la data per la prima visita ambulatoriale post-dimissione. E’ opportuno dare evidenza nella documentazione sanitaria delle seguenti attività:
a) Valutazione della bilirubina in occasione del prelievo di sangue effettuato per lo screening metabolico esteso e praticato in seconda-terza giornata b) Promozione dell’allattamento materno c) Istruzioni ai genitori sull’allattamento e l’igiene del neonato comprendenti un recapito telefonico per eventuali consultazioni nel periodo intercorrente fra la dimissione e la prima visita ambulatoriale post-dimissione. Se tutti i parametri rientrano nella norma, e possibile passare alla fase successiva.
Nel caso in cui uno o più di questi parametri non siano nella norma, il team dovrà intraprendere le misure terapeutiche e assistenziali necessarie sulla base delle evidenze scientifiche, specificità cliniche e del setting assistenziale più idoneo.
FASE 3
DIMISSIONE
La FASE 3 del percorso neonatale si conclude con la programmazione della prima visita ambulatoriale post-dimissione e prevede che nella documentazione sanitaria di tutti i casi siano disponibili le seguenti evidenze: 1. Informazione della madre sull’allattamento esclusivo, sulle raccomandazioni igienico sanitarie valide per la madre e il neonato e recapito telefonico per eventuali consultazioni con i sanitari 2. Lettera di dimissione
Indicatori minimi di processo suggeriti · Evidenze documentali in cartella clinica sulla rilevazione dei punti 1-2 previsti sopra
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FASE 4 DEL PERCORSO NEONATALE: PRIMA VISITA POSTDIMISSIONE
La prima visita post-dimissione verrà effettuata dagli operatori del reparto di dimissione. Nel caso in cui, per particolari esigenze organizzative, questo non sia possibile, la prima visita post-dimissione dovrà essere effettuata presso i servizi territoriali o il pediatra di libera scelta. In questa fase è necessaria la valutazione dei seguenti parametri, di cui andrà data opportuna evidenza nella cartella clinica: a) Rilievo dei dati biometrici b) Rilievo dell'incremento ponderale c) Rilievo delle condizioni generali del neonato: colorito, attività cardiaca, segni neurologici, stato dell’idratazione, oltre tutte le condizioni potenzialmente interferenti con la creazione di un normale rapporto fra la madre e il neonato. Se tutti i parametri rientrano nella norma, si conclude il percorso nascita.
Nel caso in cui uno o più di questi parametri non siano nella norma, il team dovrà intraprendere le misure terapeutiche e assistenziali necessarie sulla base delle evidenze scientifiche, specificità cliniche e del setting assistenziale più idoneo. In caso si rilevi la presenza di situazioni socio-familiari problematiche si dovranno allertare i servizi territoriali o i servizi sociali del comune di residenza.
FASE 4
PRIMA VISITA POST
DIMISSIONE
La FASE 4 del percorso neonatale si conclude con l’esecuzione della prima visita ambulatoriale post-dimissione e prevede che nella documentazione sanitaria di tutti i casi siano disponibili le seguenti evidenze: 1. Esame obiettivo completo del neonato 2. Esplicitazione presenza/assenza di condizioni problematiche nella relazione madre-neonato
Indicatori minimi di processo suggeriti · Evidenze documentali in cartella clinica sulla rilevazione dei punti 1-2 previsti sopra
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GRIGLIA DI RESPONSABILITA’
RESPONSABILITA’
FUNZIONE
ATTIVITA’
Ginecologo Ostetrica Pediatra Neonatologo
Anestesista Infermiere (se presente)
OSS Risk Manager
DS
Elaborazione scheda dati anamnestici materni (allegato 1)
C R I I
Identificazione coppia madre/neonato
C R C C I
Attribuzione Punteggio Apgar; verifica l’Assenza di malformazioni evidenti; esame clinico del neonato
C C R I
Misure terapeutiche ed assistenziali in caso di parametri vitali del neonato non nella norma
C C R C C
Assistenza e parametri skin to skin
I R I I
Trasferimento del neonato dalla sala parto al nido/rooming in
I R I I I
Esame obiettivo accurato e completo del neonato
R
Supporto e sostegno dell’allattamento al seno
C C R C C
Dimissione del neonato e I visita post- dimissione
I I R C I
Controllo corretta compilazione 15% delle CC
C C C C C R
Diffusione verifica e aggiornamento della procedura
I I I I I I R I
LEGENDA:
R: Responsabile
C: Coinvolto
I: Informato
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REGISTRAZIONE – ARCHIVIAZIONE- DIFFUSIONE
Il documento originale della procedura è archiviato presso l’U.O.C. Risk Management e reperibile sul
Portale Aziendale.
La diffusione della procedura verrà assicurata dalla UOC Risk Management mediante la trasmissione
alle Direzioni Sanitarie dei Presidi Ospedalieri, alle Direzioni dei Dipartimenti e da questi ai Coordinatori
dei Blocchi operatori, delle sale parto, dei reparti di ostetricia, di pediatria/neonatologia e nido che a
loro volta informeranno tutto il personale coinvolto nelle attività relative a questa procedura.
La procedura verrà illustrata agli operatori sanitari che afferiscono ai reparti suddetti e gli incontri
saranno organizzati dai Direttori UOC e coordinatori dei reparti di ostetricia, ginecologia, pediatria,
neonatologia e nido. Tale attività formativa sarà supportata anche dalla UOC Risk Management.
Il documento verrà trasmesso al Centro Regionale Rischio Clinico per la pubblicazione e condivisione
sulla piattaforma regionale dedicata al Risk Management e concorre ad integrare gli adempimenti
previsti dalla griglia LEA relativamente alla implementazione delle Raccomandazioni Ministeriali.
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DOCUMENTI DI RIFERIMENTO
Sistema Nazionale delle Linee Guida (SNLG), Documento 17 - Antibioticoprofilassi perioperatoria nell’adulto
(2008).
SNLG Documento n. 19 - Taglio cesareo: una scelta appropriata e consapevole - Prima parte (2010).
SNLG Documento n. 20 - Linee guida per la profilassi del tromboembolismo venoso nei pazienti ospedalizzati
(2011).
SNLG Linea Guida n. 20 - Gravidanza Fisiologica (2011).
SNLG 22 - Taglio cesareo: una scelta appropriata e consapevole - Seconda parte (2016)
Linee Guida Societa Italiana di Ginecologia e Ostetricia – SIGO (2010).
Raccomandazione SIGO, AOGOI, AGUI, Fondazione Confalonieri Ragonese: Il rischio tromboembolico in
gravidanza e puerperio (2014).
Royal College of Obstetrician & Gynaecologists: Reducing the Risk of Venous Tromboembolism during Pregnancy
and the Puerperium. Green-Top Guideline No. 37a (April 2015).
Dimissione del neonato. Documento della task force della Societa Italiana di Neonatologia (2017).
Percorso nascita: Parto e puerperio - Assistenza al travaglio - Assistenza al parto a basso rischio. Regione Emilia Romagna (2008)
Istruzioni per la compilazione del cartogramma. Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi – Firenze, Regione Toscana (2010).
Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali (ASSR) - Assistenza alla gravidanza e al parto fisiologico. Linee Guida Nazionali di riferimento, Ministero della Salute (2004).
UNICEF Italia - Standard per le buone pratiche per gli ospedali. Roma (2012).
D.M. 740 del 14/09/1994 – Regolamento concernente l’individuazione della figura e relativo profilo professionale
dell’ostetrica/o.
Direttiva 2005/36/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 07/09/2005 relativo al riconoscimento delle qualifiche professionali.
D.Lgs. 06/11/2007, n. 206 Attuazione della Direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche
professionali.
Codice deontologico Ostetrica (2010).
Codice deontologico Infermiere (2009).
Codice deontologico Medico (2014).
Ministero della Salute: Raccomandazione n. 6 per la prevenzione della morte materna o malattia grave
correlata
al travaglio e/o parto (2007).
Ministero della Salute: Raccomandazione n.16 per la prevenzione della morte o disabilità permanente in
neonato
sano di peso>2500 grammi non correlata a malattia congenita (2014).
Committee on Practice Bulletins-Gynecology, American College of Obstetricians and Gynecologists. ACOG Practice Bulletin No. 84: Prevention of deep vein thrombosis and pulmonary embolism. Obstet Gynecol 2007; 110: 429-40.
Geerts WH et al. American College of Chest Physicians. Prevention of Venous Thromboembolism. American College of Chest Physicians Evidence-Based Clinical Practice Guidelines (8th Edition). Chest 2008; 133: S381-454.
Royal College of Obstetricians and Gynecologists. Reducing the risk of thrombosis and embolism during pregnancy
and the puerperium. Green-Top Guidelines n. 37, 2009.
Lucas DN, Yentis SM et al.: Urgency of caesarean section: a new classification. J R Soc Med 2000;93:346-50.
WHO: Global Guidelines for the Prevention of Surgical Site Infection (2016).
Royal College of Obstetrician & Gynaecologists: Reducing the Risk of Venous Tromboembolism during Pregnancy
and the Puerperium. Green-Top Guideline No. 37a (April 2015).
Raccomandazione SIGO, AOGOI, AGUI, Fondazione Confalonieri Ragonese: Il rischio tromboembolico in
gravidanza e puerperio (2014).
Raccomandazione SIGO, AOGOI, AGUI, Fondazione Confalonieri Ragonese: Monitoraggio cardiotocografico in
travaglio (2018)
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ALLEGATI
Allegato 1: DATI ANAMNESTICI MATERNI PER IL NEONATOLOGO
Allegato 2: DIARIO ASSISTENZIALE del NEONATO nel POST PARTUM (2 ORE)
17
Allegato 1: Dati anamnestici materni per il Neonatologo
Cognome e nome della paziente
Data di nascita
(GG/MM/AAAA)
/ /
ESAME Data e
referto
Data e
referto
Data e
referto
Data e
referto
Età gestazionale
Ultima mestruazione
Gruppo sanguigno
Test di coombs
diretto
HbsAg
HCV
TORCH
VDRL
Tampone vaginale e
rettale
Antibiotico Data e dose Profilassi steroidea Data e dose
Abitudini:fumo,alcol,
stupefacenti
Farmaci assunti in
gravidanza
Esiti precedenti
gravidanze
Patologie materne Diabete Cardiopatia Ipertensione Malattie autoimmuni
Nefropatie Patol.tiroidee Patol.oncologica
DATA
(GG/MM/AAAA)
/ /
TIMBRO E FIRMA
OSTETRICA
18
Allegato 2: DIARIO ASSISTENZIALE del NEONATO nel POST PARTUM (2 ORE)
COGNOME E NOME DELLA MADRE ______________________________________________________
COGNOME E NOME DEL NEONATO ______________________________________________________
DATA di NASCITA _______________ ORA _______________ SESSO M/ F ____________
PARTO SPONTANEO
PARTO OPERATIVO
TAGLIO CESAREO
RILEVAZIONE 15 MIN 30 MIN 1 ORA 90 MIN 2 ORE SKIN TO SKIN
Respira bene?
Le vie aeree sono libere?
Colorito
E' vigoroso e attivo?
Si è attaccato al seno?
Temperatura cutanea
FC
Altro
SEGNALAZIONI
Legenda: rispondere SI/NO
DATA
(GG/MM/AAAA)
Orario trasferimento Nido/Rooming in
/ /
h .
TIMBRO E FIRMA
OSTETRICA
La presente scheda, a compilazione ostetrica, andrà allegata alla cartella clinica neonatale.