Pestalozza: Anahita e la Mitologia Mazdica

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Da "Antichi Dei Mediterranei" di E.O. James 1

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Da "Antichi Dei Mediterranei"

di E.O. James

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Nella civiltà preistorica delle pianure di Elam

abbondarono dunque, nel periodo proto-elamita e

nel primo periodo elamita (circa 2800 a.C) le

figurine femminili modellate in argilla, spesso

adornate di collane, braccialetti e orecchini. A Susa

la Dea era venerata col nome elamita di Kirisha, e

anche dopo la fine della potenza elamita nel 640 a.C,

il suo culto continuò a Nanaia fino al periodo dei

Parti (250 a.C - 299 d.C). La si può forse anche

riconoscere nella Dea Zoroastriana della fertilità e

dell'acqua, Anahita, che compare negli Yashit con

Mitra insieme ad Ahura Mazda.

Come Dea delle sorgenti e dei corsi d'acqua ella

assumeva le forme di Ishtar, raffigurata con le

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mammelle molto pronunciate, un'aurea corona di

stelle e vestita d'oro.

Era venerata come Dea della riproduzione e di tutta

la vita sessuale ed era accompagnata da uno stuolo

di Sacerdotesse che praticavano la prostituzione

sacra. Associato a lei era Mitra, il giovane Dio e

l'eroe vittorioso che aveva sacrificato il toro

primordiale per diventare fonte di vita per

l'umanità.

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Nella Valle dell'Indo, a Mohenjo-daro, le statuette

femminili di terracotta sono state ritrovate in ogni

strato, spesso mutilate, dipinte con uno strato di

pittura rossa, per aumentarne la potenza

vivificatrice come si faceva in Egitto, Mesopotamia e

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Malta.

Anahita, Ishtar, Astarte, Inanna...

Molteplici Nomi, la Stessa Essenza Femminile!

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La maggior parte sono nude, se si eccentua un

gonnellino attorno alle reni, e sulla testa hanno

un'ampia acconciatura a forma di ventaglio con

proiezioni laterali a guisa di paniere. Molte sono

adorne di collane e orecchini di perline, di collari

ornamentali, attorno alle braccia, ai polsi e alle

gambe. Alcune appaiono sedute con le mani

intrecciate attorno alle ginocchia, altre hanno

atteggiamenti che fanno pensare a una danza sacra.

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Da "Trattato di storia delle religione"

di

Mircea Eliade

Essendo soggette ai ritmi (pioggia, marea) ed essendo germinative, le acque vengono comandate dalla luna. ‘La luna è nelle acque’ e ‘dalla luna viene la pioggia’, sono questi i due motivi dominanti della speculazione indiana. Il nome "Apamnapat", ‘figlio dell'acqua’, era in origine quello di uno spirito della vegetazione; più tardi fu dato anche

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alla luna e al nettare lunare, il "soma". Ardvisura Anahita, Dea Iranica delle acque, era lunare nel suo stato celeste. Sin, dio babilonese della luna, dominava anche le acque. Un inno evoca la sua epifania feconda: ‘Quando tu voghi sulle acque, simile a barca... il puro fiume Eufrate si sazia d'acqua...’.

Nota di Lunaria: Venere e Yemanja dominano le acque, camminando su di esse, ben prima dell'odioso gesù...

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Un testo del "Langdom Epic" parla del luogo ‘donde colano le acque dalla loro matrice, dal serbatoio della luna’.Tutte le divinità lunari conservano, più o meno sensibilmente, attributi e funzioni acquatiche. Presso alcune popolazioni indiane d'America, la luna o la divinità lunare è contemporaneamente divinità delle acque; così nel Messico, presso gli Irochesi, eccetera. Una tribù del Brasile centrale chiama ‘Madre delle Acque’ la figlia del dio della Luna. A proposito di credenze degli antichi Messicani intorno alla luna, Hieronymo de Chaves dice che per loro ‘la luna fa crescere e moltiplicare ogni cosa...’ e che ‘tutte le umidità le sono soggette’.

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La relazione fra la luna e le maree, osservata dai Greci e dai Celti, è conosciuta anche dai Maori della Nuova Zelanda e dagli Eschimesi.

Le acque purificano e rigenerano perché annullano la ‘storia’, restaurano - sia pure per un momento - l'integrità aurorale.La divinità iranica delle acque, "Ardvi Sura Anahita", viene chiamata ‘la santa che moltiplica i greggi... i beni... la ricchezza... la terra.... che purifica il seme di tutti gli uomini... la matrice di tutte le donne... che dà loro il latte di cui hanno bisogno’, eccetera. Le abluzioni mondano dallacolpa, dalla nefasta presenza dei morti, dalla pazzia, annullando sia i peccati sia i processi di disintegrazione fisica o mentale. Le abluzioni precedevano i principali atti religiosi, preparando l'inserzione dell'uomo nell'economia delsacro. Si facevano abluzioni prima di entrare nei templi e prima dei sacrifici.

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Da "Nuovi saggi di religione mediterranea"

di Uberto Pestalozza

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Il culto di Mithra, signore della luce solare e custode della fede era, sin dall'età degli Achemenidi, largamente diffuso in Babilonia, ove fioriva accanto ai culti locali la cui libertà era pienamente garantita dalla politica religiosa dei re, e così si dica del culto di Ardvi Sura Anahita, "La Feconda, la Forte, la Senza macchia", la Dea delle acque irroranti e fecondanti le terre lavorate dall'uomo, a cui Artaxerxe Mnemone aveva eretto statue nei templi di Bactra, di Pasargade, di Persepoli, di Ecbatana, di Susa, di Babilonia, di Damasco, di Sardi.

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E poiché tanto Mithra che Anahita erano divinità protettrici dei re, così è sommamente probabile che in Ctesifronte, città regia, sorgessero templi sacri all'uno e all'altra.Anche uno storico armeno del quarto secolo d.C, Agathangelos, che scrisse una "Storia del regno di Tiridate e della predicazione di san Gregorio l'Illuminatore" racconta come Gregorio arrivato in un luogo dove i re della Grande Armenia solevano celebrare i loro sacrifici, situato sulla cima del monte Karke, trovasse ancora in piedi un tempio con tre altari dedicati il primo a Vahaken (è la pronuncia armena del Verethraghna avestico), il terzo dedicato ad un'oscura Dea Astghig, il secondo ad una "Divina Madre d'Oro" quasi

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certamente Anahita, la più popolare delle divinità persiane.Anche Strabone menziona Anahita, in un passo relativo al culto dei Magi in Cappadocia.Anahita è celebrata nell'Avesta (ha 65) "Santa della santità Asa, che accende lo zelo, che fa prosperare gli armenti, la casa, la corte, le sostanze, la terra; che rende perfetto il seme a tutti gli uomini: che rende perfetti gli uteri a tutte le donne, che fa sì che tutte le donne partoriscano agevolmente. Che a tutte le donne comparte il latte rispondente alle condizioni e al tempo."E queste lodi alla Dea dei sani concepimenti, dei parti felici, le troviamo nello Yast V, l'ampio inno che la celebra nella forma di una bella adolescente, forte, alta, altocinta, slanciata, di nobile aspetto, indossante una preziosa sottoveste riccamente trapuntata, intessuta d'oro, con in mano il sacro fascio di fronde secondo la legge, che fa bella mostra di aurei pendenti quadrangolari.

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"Un monile porta la nobilissima Ardvi, la Possente, l'Immacolata, sopra il bel collo; si stringe, essa, in vita, perché i suoi seni appaiano ben torniti e turgidi. Sopra, un diadema ha cinto Ardvi, la possente, l'immacolata, adorno di cento stelle, aureo, a otto punte foggiato a ruota di carro, ornato di nastri, bello, con un cerchietto preminente, di perfetta fattura. Una veste di pelli di castoro (*) porta Ardvi, la Possente, l'Immacolata, di trecento castori che hanno figliato quattro piccoli, perché la femmina è più bella, essendo la sua pelliccia più folta."

(*) Il castoro è un animale acquatico. Volendo dare un'interpretazione moderna alla Dea, potremmo

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dire che il suo animale sacro che idealmente l'accompagna è il castoro, similmente alla civetta per Atena e Lilith, il cervo/daino per Diana, il serpente per Lilith/Mami Wata/Coatlicue, il cane per Ecate, il gatto per Bastet...

Anahita veniva invocata dai principi, dai cavalieri, dai sacerdoti, dalle fanciulle e dalle donne:

"A te chiedono le solerti fanciulle già mature per le nozze un nobile marito; te pregano le giovani spose nelle doglie del parto per un esito felice."

In effetti, la concezione mazdaica della vita promuoveva una visione molto gioiosa dell'esistenza: Ahura stesso rivela:

"In verità, dove il fedele Asavan ha edificato la sua casa, provvista di fuoco, latte, moglie, figli, begli armenti (...) e tutte le buone cose della vita"Contrariamente al dio cristiano, il Dio Ahura Mazda preferisce gli uomini sposati, con una casa e buon cibo.Nell'Avesta una tipica preghiera ad Ahura Mazda era:"Concedemi felicità, aiuto, vita: una ricca felicità, un ricco aiuto, una ricca vita; saggezza, santità, agile lingua, forza comprensiva dell'anima, la forza della memoria, virile prodezza"

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Analoga a Anahita è Asi Vanuhi, la Dea che largisce i più desiderabili beni ai fedeli. Così sono descritte le sue adoratrici: "le loro privilegiate donne siedono sul letto bello, sparso di cuscini, e sono adorne di braccialetti, e fanno sfoggio agli orecchi di pendenti quadrangolari e al collo di monili lavorati in oro."Seguono poi preghiere per ottenere l'amore.

(Nota di Lunaria: purtroppo Pestalozza non spiega perché gli orecchini fossero proprio quadrangolari, se ci fosse un motivo simbolico preciso. Chissà se qualcuno è riuscito a capirlo! Ad ogni modo, attualizzando il culto ad Anahita, le si possono offrire gioielli e indossare orecchini dalle forme quadrate)

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Anche il profeta Zarathustra celebra le lodi ad Asa Vanuhi, raffigurata sopra un carro di cui ella stessa guida i veloci cavalli. La Dea, colpita dalla voce bellissima del profeta, chiede chi egli sia. E Zarathustra si presenta come colui che per primo invocò Asa Vahista, colui che per primo innalzò la preghiera ad Ahura Mazda, come l'uomo di cui quando aprì gli occhi alla luce, le acque e le piante sentirono il benefico influsso, come l'uomo che apparendo nel mondo segnò la rovina dello Spirito del Male. La Dea lo invita allora ad avvicinarsi al suo carro e lo lusinga: "Bello sei tu Zarathustra, ben fatto, belle le tue gambe, lunghe le tue braccia: è data al tuo

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corpo la gloria e lunga felicità all'anima tua. In verità, io te lo dico."Esiste poi un frammento dove la Dea rivolge alcune "deplorazioni" piangendo sulla donna sterile, sull'adultera e sulle donne obbligate ad essere madri:"Il terzo pianto Asay la Buona, dall'Alta Statura, lo pianse così: questa è per me l'azione più infame, che uomini barbari compiono, quando cioè rapiscono a forza le fanciulle e le rendono madri, senza che esse siano sposati. Che fare di esse? Devo io andarmene in cielo? O volgermi ancora alla terra?"Sempre modernizzando il culto dovuto ad Anahita potremmo vederla come Dea che condanna lo stupro, e che è vicina alle donne forzate: che tale invocazione sia stata composta in un'epoca dove spesso le donne venivano rapite e stuprate (pensiamo solo alle vicende bibliche, i tanti stupri di massa compiuti "sulle vergini dei popoli politeisti" dai monoteisti ebrei) mi pare molto significativo.

Esistono anche, nella mitologia mazdaica, le Fravasis, sorta di valkirie cavalcanti gli spazi celesti, che difendono il paradiso di Ahura Mazda: "Le Buoni, le Forti, le Sante Fravasis dei cultori di Asa noi veneriamo, esse che formano una schiera numerosa, cinta di armi, con gli stendardi spiegati,

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Esse, le Risplendenti" Tra l'altro, le Fravasis collaborarono con Ahura Mazda alla creazione dei corpi umani: "Con l'opera loro magnifica e gloriosa, io, Ahura Mazda, o Zarathustra, formo negli uteri i figli concepiti, perché non muoiano sino all'avvento alla luce per tutti fissato; o, nel giorno della resa dei conti, di bel nuovo riunisco insieme le ossa, i peli, la carne, le interiora, i piedi, gli organi genitali"(Nota di Lunaria: esattamente come farà il dio cristiano, secondo i suoi seguaci... la resurrezione generale dei corpi non è certamente idea esclusiva di tale dio padre e di suo figlio gesù...)

Esistono poi inni in medio-iranico che venerano Dio e Gesù, in commistione con Mani, altro "inviato della luce", di origine persiana. Tra le litanie invocanti il dio manicheo/cristiano, che evito di riportare, tanto sono sempre le solite cose, esiste uno strano riferimento di difficile interpretazione alla "Vergine" appellata come "luminoso gemello" (sì, al maschile): "Noi veneriamo la gloriosa Vergine, il luminoso gemello che ti sta a fianco in ogni lotta". Può essere che un antico simbolismo vedesse tale "Vergine" come un'androgino (maschio e femmina in contemporanea, quindi autofecondatosi per generare Gesù) o una sorta di maschio partoriente Gesù: vedi anche le frasi sconcertanti di Gesù nel "Vangelo degli Egiziani":

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"Sono venuto a distruggere le opere della femmina", mentre nel "Vangelo di Tommaso" dichiarava: "Io la guiderò in modo da farne un maschio, cosicché anch'essa possa diventare uno spirito vivente che somigli a voi maschi. Infatti ogni donna che diventa maschio entrerà nel Regno dei Cieli"; può essere che qui si intendesse proprio "la Vergine Maria" trasformata in maschio, e quindi in gemello di Gesù. Pestalozza riporta un'altra interpretazione desunta da Henning: "la Vergine luminoso gemello" sarebbe At-Taum, uno dei Padri della Luce che portò a Mani la rivelazione religiosa.I Padri della Luce erano alcune "entità divine" che avrebbero elargito a Mani le rivelazioni spirituali.In Nabateo, dialetto aramaico, "At-Taum" significa "il compagno", (in Abraico si dice "Te'aum") o più esattamente, "compagno inseparabile", e anche in Arabo abbiamo un uso simile, nel Corano (Sura XLII), dove però "compagno inseparabile" è in riferimento a Satana ("A colui che cercherà di sottrarsi alle esortazioni dell'Altissimo, noi attaccheremo Satana con una catena: egli sarà il suo compagno inseparabile / che detestabile compagno è mai Satana!").Tra l'altro Mani si identificava come "incarnazione del Paracleto", ovvero incarnazione dello Spirito Santo, cosa tra l'altro errata, in quanto lo Spirito Santo sarebbe di genere femminile (vedi la setta medioevale dei Guglielmiti che lo venerava

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incarnato in Santa Guglielma!) come La Sapienza/Sophia/Shekinah, e vedi anche la tre Ere: quella del Padre (il feroce Antico Testamento), quella del Figlio (il più mite Nuovo Testamento) e quella della Madre (l'età futura), l'Era risolutiva.

Il vero "Spirito Santo": i suoi attributi (esempio: "consolatore") sono passati, nella fantasia

popolare, ad identificare Maria (che Dea non è) tanto che la si appella come "consolatrice degli

afflitti/rifugio dei peccatori" e via dicendo; tutte qualità che in realtà sarebbero proprie dello

Spirito Santo (tra cui, ovviamente, la Maternità Divina) e non certamente - ammesso che sia esistita, cosa comunque irrilevante - di una creatura umana, tale Maria, comunissima e

normalissima donna ebraica.

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Approfondimento: Sophia e "Spirito Santo"

"Sophia" è un concetto filosofico e religioso comune sia allo gnosticismo, di scuola alessandrina o di scuola siriana, sia all'Ebraismo, sia al Cristianesimo. Essa assume il significato, in base al sistema al quale si applica, di Sapienza Divina o Parte Femminile di Dio.

In senso cabalistico, Binah è la parte femminile, dopo Keter, nell'Albero delle Sephiroth. Hochmah è la Sapienza.

Per gli gnostici cristiani, Sophia è un elemento centrale per la comprensione cosmologica

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dell'Universo. Sophia è la componente femminile di Dio, e coincide con lo Spirito Santo della Trinità. Ella è, pertanto, al tempo stesso Sorella e Sposa di Cristo poiché, così come Cristo, Ella viene da Dio.Nei codici di Nag Hammadi, Sophia è la sizigia di Gesù Cristo (essendo stata coemanata con lui, forma un'unità con Cristo), ed è identificata nello Spirito Santo della Trinità. Nel testo "Sull'Origine del Mondo", Sophia è dipinta come Colei che generò senza la sua controparte maschile. In questo modo venne originato il Demiurgo (Satana), ovvero il Dio ebraico Yahweh (anche noto come Yaldabaoth, Samael), creatore di tutto l'universo materiale e dio-minore malvagio, poiché appunto Sophia lo generò senza la sua sizigia Gesù Cristo.

E per quanto riguarda la confusione cattolica tra Maria/Sophia:

"Alcuni commentatori ritengono che Colei che viene identificata dai cattolici come la Vergine Maria sia in realtà Sophia. Il culto della Vergine Maria infatti è tale che ella viene venerata quasi quale Divinità ella stessa, ponendo la sua considerazione al pari di quella di Dio o identificando ella stessa con Dio. È però Sophia una figura femminile di assoluta origine divina, espressa in ogni creatura, nel mondo naturale e, per alcuni mistici, parte integrante del benessere

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spirituale dell'umanità e della Chiesa. Sophia intesa come Dea Madre, ovvero come la manifestazione materna di Dio. La Madre di Gesù invece, rimane una figura molto riduttiva rispetto a quella di Sophia, essendo al di fuori della Creazione e di origine pur sempre umana.

(Nota di Lunaria: infatti. Perché nel vangelo Maria vale meno che niente, e non ha alcun potere e viene persino rimproverata e rinnegata da Gesù stesso, per ben tre volte: dal Gesù bambino nel tempio, al banchetto di Cana e quando Gesù sceglie la folla, stendendo il braccio ad indicare la moltitudine di persone: "questa è mia madre" cacciando via Maria. Per questo motivo i Testimoni di Geova, i Protestanti più fanatici e tutti gli altri cristiani che sono fermi alla visione "dura e cruda" della Bibbia tutta, così come fu scritta, non sono idolatri di Maria!)

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Vediamo qualche aspetto di Sophia, un concetto gnostico, rappresentante la Sapienza e l'Aspetto Femminile.

Per prima cosa, la Gnosi è una sterminata filosofia, affascinante nei suoi molteplici aspetti.

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Dio è l'Anthropos, l'Androgino Archetipale nel cui seno hanno luogo processi conoscitivi ed evolutivi che si concretizzano nelle Ipostasi. Gli Eoni rappresentano momenti autosussistenti nell'espandersi dinamico della realtà divina (in effetti, la Contrazione cabalistica dello Tzim Tzum è un movimento... Dio, prima ancora di Creare, si Auto-Ritrae, per lasciare spazio alla Creazione).

Abbiamo quindi la Protennoia, che è la Dimensione Femminile (anche nella Cabala troviamo Sephiroth Femminili, Maschili e Sephiroth unificatrici). La Protennoia è il primo pensiero del Padre:

"Io sono Androgina, sono insieme una Madre e un Padre perché ho rapporti con me stessa."

In effetti, nella Genesi troviamo il famoso passo (spiegato, in modo poco credibile, come Dio che parla rivolto alla sua corte angelica...) "Facciamo l'uomo a Nostra Immagine e Somiglianza", che implica un "Noi", quindi una Dualità (Io e Te) oltre che una polarità (maschile e femminile); Per di più Elohim è genere plurale della parola ebraica "Dio". "Bereshit Bara' Elohim" sarebbe più corretto da tradurre come "All'inizio Gli Elohim Creò".

Ad ogni modo, un'altra controparte femminile è Madre Barbelo (Bè' Arba 'El) uno Spirito Virginale

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Immutabile; sarebbe stato logico concepire Madre Barbelo incarnata nella Madonna, ma questo avrebbe portato all'ammissione scandalosa di una Divinità Femminile, ergo...

Madre Barbelo venne ed è adorata in campo gnostico; si pensa che dal Padre e Madre Barbelo discendano emanazioni di quattro membri alla volta, le Sigizie, ovvero quaterne maschili alternate a quaterne femminili. (poteva una tale parità sessuale essere accettata dal cristianesimo di stampo paolino e poi scolastico? Ma certo che no! Ecco perché i poveri gnostici vengono dipinti come anticristi!)

Senza scendere nei particolari delle infinite sette gnostiche (tra le quali le più interessanti sono quelle degli Ofiti o dei Naasseni, che adoravano il Serpente, Nahash), diciamo sinteticamente che, ad un certo punto, Madre Barbelo si divide in una Triade: Pensiero - Voce - Parola: il pensiero vive in se stesso immerso nella Luce e nel Silenzio:

"Io sono una Voce essendo... nel Silenzio", esclama la Protennoia.

Dalla Voce, trae origine il Figlio (Logos; possiamo considerarlo anche il Cristo, se vogliamo).

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Riporto un brano di Tolomeo (della scuola Valentiniana) particolarmente suggestivo (come un po' tutto il linguaggio gnostico o i miti gnostici...) :

"Nelle altezze invisibili e incomprensibili, c'è un Eone perfetto pre-esistente: lo chiamano Pre-Principio e Pre-Padre e Abisso. Era Invisibile e Incomprensibile, Eterno e Ingenerato e stava in grande tranquillità e solitudine nei tempi infiniti. Stava insieme a Lui anche il Pensiero che chiamiamo Grazia e Silenzio. Una volta l'Abisso meditò di emanare da sé un Principio di tutte le cose e depose in guisa di Seme questa emanazione che meditò di emanare nel Silenzio che esisteva insieme con Lui come in una matrice. Da questo rapporto ha origine il Figlio o Nous."

L'Autofecondazione dell'Androgino Archetipale è rappresentata come contemplazione del principio maschile nello specchio femminile che costituisce la sua dimensione vitale ed emozionale.

Dal Figlio vengono emessi 4 Eoni: Harmozel (dal quale sorse Adamo), Oroiael (dal quale sorse Seth, terzo figlio di Adamo e l'unico a sua immagine e somiglianza, a differenza di Caino e Abele...) Daveithe (le Anime dei Perfetti) ed Eleleth (Anime

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che conobbero la Perfezione).

Il Nous Androgino ha per compagna Aletheia (Verità), che costituisce con Abisso e Silenzio la Tetrade primordiale.

Da qui in poi, vengono emanati altri Eoni, fino a raggiungere i 30 Eoni.

Ora vediamo qualche aspetto legato a Sophia.

La Sophia Gnostica di stampo Sethiano e Valentiniano (due sette di gnostici) svolge la funzione di mediazione tra Dio e Materia; secondo l'apocrifo di Giovanni:

"Essa pensò senza la volontà dello Spirito... e si manifestò in lui un'opera incompiuta diversa per la sua forma, poichè essa l'aveva formata senza il suo compagno."

Il suo "peccato" è l'Hybris, la Superbia: Audacia di generare senza il contributo maschile: Sophia emette la sostanza, ma non la forma.

Abbiamo qualche stralcio attribuito a Sophia: che è nera, essendo primordiale, e come Iside tiene nascosta la sua gloria.

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"Sono io quella che è stata odiata, e che è stata amata ovunque. Sono io quella che viene chiamata Vita, e che voi avete chiamato morte. Sono io quella che viene chiamata Legge, e che voi chiamate priva di legge. Sono io quella che avete inseguito e sono io quella che avete rinchiuso."

In un testo gnostico (Protennoia Trimorfica) si legge:

"E io venni, per la seconda volta nelle fattezze di una donna: e parlai con loro. E io li istruirò sulla prossima fine del Regno. E io li istruirò sull'inizio del Regno che viene, che non sperimenta il cambiamento e dove il nostro aspetto cambierà. "

Abbiamo poi un altro testo, Bronte (il Tuono), che sotto forma di discorso di rivelazione pronunciato da un'entità femminile rappresenta il modo di affermare la presenza nel Cosmo del Principio Spirituale:

"Io sono stata inviata dalla potenza , e sono venuta a quelli che riflettono su di me, e sono stata trovata in mezzo a quelli che sono alla mia ricerca. Guardate a me, voi che riflettete su di me e voi che ascoltate, uditemi: voi che state aspettando, prendetemi con voi, e non allontanatemi dalla vostra vista. Fate in modo che né la vostra voce, né

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il vostro udito mi odano, non ignoratemi in alcun luogo o tempo. Non siate ignoranti nei miei confronti perché io sono la prima e l'ultima, io sono l'onorata e l'odiata, io sono la prostituta e la santa."

Ad ogni modo, Sophia si è manifestata alle tenebre informi, che contenevano in sé la sostanza di queste mondo. Sophia le ha illuminate, trasmettendo quella Dynamis, Principio Spirituale, che porta alla formazione della Materia Spirituale.

Nell'apocrifo di Giovanni troviamo: "Quando Sophia non potendo più contenere la passione che era in Lei concepì il Suo Pensiero, non potè rimanere inattiva e venne fuori il prodotto della Sua Opera, incompiuto, odioso nella forma perché essa lo aveva generato senza il suo compagno di coppia. Egli non aveva la forma della Madre, ma di Serpente e di Leone, e i suoi occhi gettavano una luce di fuoco."

Una creatura venerata dagli Gnostici è proprio l'Anguipede, una sorta di ibrido (testa di gallo, busto di leone -animali solari-, piedi a forma di serpente -animale notturno-),

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Dio della Guerra, armato di lancia, scudo e frusta; in alcuni amuleti, troviamo l'Anguipede, a cui sono stati aggiunti i nomi di Jahvè (Dio tutt'altro che pacifico...), mentre in altri amuleti di stampo ofita, troviamo il Serpente in trono, armato di lancia e con un globo nella mano; di fronte a lui, qualcosa di simile a un babbuino, inginocchiato e con il fallo in erezione. è interessante notare che il gallo non solo è citato nei Vangeli (gesù fu rinnegato tre volte prima del canto del gallo), ma è anche un animale fondamentale nel Voodoo.

Ad ogni modo, Sophia genera Ialdabaoth, il Primo Arconte che si costruisce un Eone di Fuoco, e poi unendosi a Aponoia (controparte negativa dell'Ennoia) genera 12 Angeli. A questi se ne aggiungono presto altri. A questo punto Ialdabaoth esclama "Io sono Dio e non ve ne è un'altro fuori di me" (che somiglianza con il Jahvè dell'Antico

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Testamento, eh?!) ma dall'Alto si ode una voce: "Esiste l'uomo e il figlio dell'uomo."

Segue poi la creazione del "nostro mondo" ad opera proprio degli Arconti capeggiati dal malvagio Ialdabaoth (ovvero Jahvè, per gli Gnostici) e di Adamo ed Eva, sul modello dell'Adamo Celeste.

Sorvolando su questa complicatissima genesi, dico solo che Ialdabaoth, per gli Gnostici, si unì a Eva, generando Caino e Abele. Quando fu Adamo ad unirsi ad Eva, generò a sua immagine e somiglianza, ovvero Seth. Secondo un'altra concezione, un Eone, Epinoia Zoe, entra in Eva, ed unendosi ad Adamo genera Seth e sua sorella Norea (che non credo sia citata nella Bibbia).

Sophia si pente di quello che ha causato, e così Cristo Logos viene inviato come Soter, "Salvatore". Sophia viene anche identificata come Achamoth o come Spirito Santo. Si ritiene che Achamoth o Echamoth sia l'Aspetto di Sophia della Morte perché "Achamoth" potrebbe essere una corruzione linguistica di "Hokhmah", "Saggezza" (è una Sephira emanata da En Soph) e di "Moth", "Morte".

A livello storico, l'Incarnazione dello Spirito Santo 33

è avvenuta in Santa Guglielma, nel Medioevo,e i suoi devoti (Guglielmiti) vennero ovviamente sterminati dall'Inquisizione. La loro colpa? Aver affermato che dopo il Cristo, discese incarnata in forma femminile lo Spirito Santo (che pure, ha natura femminile; e non è un caso che proprio nel Medioevo "viene messo da parte", perché le riflessioni teologiche preferite dai teologi sono inerenti il Padre e il Figlio, oltre che la morale sessuale così come la conosciamo...)

Infine, in Alchimia, Rebis è la Pietra Filosofale Ermetica, il conseguimento dell'Androgino, la Riconciliazione degli Opposti (che troviamo anche in Hegel), l'Interezza, l'Illuminazione. Dopo aver subito la dissoluzione e la morte della Nigredo, il Sole e la Luna, il Maschio e la Femmina, il Re e la Regina, lo Zolfo e l'Argento Vivo (tutti elementi che troviamo anche nei Tarocchi...) risorgono come Petra Gentrix, la Perfezione dell'Ermafrodito.

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Approfondimento Teologico sullo

"Spirito Santo"

"Dio è Spirito" (Giovanni 4,24) ma questo versetto biblico che cosa ci dice di Dio?L'italiano utilizza almeno tre espressioni: "vento", "soffio" e "spirito", per tradurre un singolo sostantivo ebraico, Ruach.Questa importante parola ebraica ha una profondità di significato che è praticamente impossibile riprodurre con una sola parola italiana. Ruach, tradizionalmente tradotto semplicemente come "Spirito" (in latino, Spiritus, è maschile. Ruach, però in Ebraico, è femminile), è una parola avente una grande varietà di significati, ciascuno dei quali getta luce sulle complesse associazioni della concezione cristiana dello Spirito Santo.

Gli autori dell'Antico Testamento sono molto attenti a non identificare Dio con il vento, e quindi a non ridurre Dio a livello di una forza naturale. (*) Ciò nonostante viene tracciato un parallelo fra la potenza del vento e quella di Dio. [...] Questa immagine dello Spirito come potenza redentrice è forse espressa nella sua forma più significativa nel racconto dell'Esodo dall'Egitto, quando un potente vento divise il Mar Rosso (Esodo 14,21). In questo

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caso l'idea della Ruach veicola sia la potenza sia l'intento redentivo di Dio.

L'idea dello Spirito è collegata con la vita. Quando Dio creò Adamo, soffiò in lui un alito di vita; come risultato di quest'azione, Adamo divenne un essere vivente (Genesi 2,7).La differenza fondamentale fra un essere umano vivente e uno morto è che il primo respira ("soffia") e il secondo no.Questa osservazione condusse all'idea che la vita dipendesse dal respiro. Dio è colui che immette il soffio della vita in contenitori vuoti, e li chiama all'esistenza.Dio portò Adamo alla vita soffiando in lui.è quindi importante notare che la parola Ruach viene spesso collegata con l'opera creatrice di Dio (Genesi 1,2; Giobbe 26,12-13, 33,4; Salmo 104,27-31) benché la funzione propria dello Spirito non sia specificata. Esiste un evidente collegamento fra Spirito e il dono della vita mediante la creazione. Didimo il cieco (morto nel 398) fu uno dei molti autori che indicarono lo Spirito come responsabile della creazione, del rinnovamento e della santificazione delle creature di Dio. Questa tesi viene espressa con particolare chiarezza da Basilio di Cesarea:

"Allo Spirito si rivolge tutto ciò che ha bisogno di 38

santificazione; Lui (che poi è una LEI. Nota di Lunaria) desiderano ardentemente tutti quelli che vivono secondo virtù: dal suo soffio sono come rinvigoriti e aiutati a raggiungere il fine loro proprio anche seconda natura. Capace di perfezionare gli altri, egli per sé non vien meno in nessuno; vive senza bisogno di rifare le sue forze e anzi rifornisce la vita; le anime che portano lo Spirito (Pneumatofore) illuminate dallo Spirito diventano esse stesse spirituali e riversano la grazia sugli altri. Da qui provengono: la previsione degli avvenimenti futuri, la conoscenza dei misteri, la comprensione delle cose nascoste, la distribuzione dei doni di grazia, la cittadinanza celeste, un posto nel coro angelico, la gioia senza fine, la permanenza in Dio, la somiglianza con Dio, il più alto dei desideri: divenire Dio."

Lo Spirito come Carisma

Il termine tecnico "Carisma" fa riferimento al "riempire un individuo dello Spirito di Dio". Il dono della Sapienza viene spesso presentato come conseguenza del conferimento dello Spirito (Genesi 41,38-39; Esodo 28,3; 35,31; Deuteronomio 34,9) [...] Il dato più importante di questa caratteristica dello Spirito è collegato al problema della profezia.

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Il settore della Teologia che studia lo Spirito Santo è la Pneumatologia; uno dei contributi più significativi alla Pneumatologia fu dato da Agostino.Già Mario Vittorino aveva così celebrato lo Spirito:

"Aiutaci, Spirito Santo; legame di Padre e Figlio,quando riposi, sei il Padre; quando procedi, il Figlio; nel legare tutti in uno, sei lo Spirito Santo."

Lo Spirito Santo qui è visto come "copula", il legame tra Padre e Figlio ("Patris et filii copula")

Questa è l'idea che Agostino riprenderà e svilupperà nel trattato "De Trinitate": lo Spirito è lo Spirito sia del Padre sia del Figlio, e li unisce in un legame d'amore.

"Da questo conosciamo che noi siamo in lui ed Egli è in noi, perchè ci ha dato del suo Spirito (I Giovanni 4,13) è dunque lo Spirito Santo, del quale Egli ci ha dato, che fa sì che noi restiamo in Dio e lui in noi: ora questo è opera dell'amore. è dunque lo Spirito Santo il Dio amore."

Per Agostino, lo Spirito è un dono, dato da Dio, che unisce i credenti sia a Dio sia agli altri credenti,

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quindi alla Chiesa. Lo Spirito crea legami d'unità tra i credenti, dai quali dipende l'unità della Chiesa, il tempio dello Spirito Santo, il luogo nel quale "egli" dimora.

Le funzioni dello Spirito Santo

La tradizione cristiana concentra l'azione dello Spirito Santo in tre aree: rivelazione, salvezza, vita cristiana.

Il ruolo centrale dello Spirito è quello di far conoscere Dio all'umanità. Ireneo scrisse: "Spirito Santo, tramite il quale i profeti profetizzarono" (si tenga presente che le donne, fin dai primordi, furono associate alla profezia, persino in quei popoli misogini, come i greci. Pensiamo alla figura della Pizia, o ancora, alla figura mitologica di Cassandra. Nota di Lunaria)La maggior parte dei teologi ha anche considerato la fede stessa come il risultato dell'azione dello Spirito Santo:

"Conoscenza [...] suggellata nel nostro cuore dallo Spirito Santo", la definisce Calvino.

Per quanto riguarda la dottrina della Salvezza, allo Spirito compete il ruolo di santificazione, che

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rende l'umanità come Dio, nella divinizzazione, e anche, come è stato detto da Agostino, il ruolo di "creatore di unità" all'interno della Chiesa:

"Lo Spirito di Dio [...] racchiude tutti nell'unità spirituale" (Cirillo di Alessandria)

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Ora, qualche stralcio tratto dal pdf "La Dea Bianca", sia per quanto riguarda il pensiero di Robert Graves, sia per quanto riguarda i miei commenti.

Per quanto invece riguarda gli attributi femminili a questo "Dio Padre", ce ne sono stati, ma furono ovviamente cancellati.Secondo la dottrina gnostica Gesù fu concepito nella mente dello Spirito Santo che in Ebraico era femminile, e "aleggiava sulle acque" in Genesi (tutte le Dee sono connesse alle acque: Mami Wata, Yemanja, Venere, per citarne qualcuna).Maria era solo il recipiente fisico; Lo Spirito Santo era la Saggezza, femminile (Sophia)."Spirito Santo" derivò dalla grammatica latina "Spiritus" - termine maschile - e dall'avversione dei cristiani per le divinità femminili. Tra l'altro solo nel cristianesimo si pensa che sia una divinità maschile a generare ("Generato dal Padre": si dice ancora oggi), perché per tutti i popoli pre-cristiani,

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il concepimento è sempre femminile. Fecero eccezione i Greci - altro popolo misogino, anche se non ai livelli dei cristiani - perché nel mito, Atena è "partorita" dalla testa di Zeus fracassata.

Gli Ebioniti, mistici esseni del I secolo d.C, credevano nello Spirito Santo Femminile, e quelli di loro che abbracciavano il cristianesimo e dai quali discendono gli gnostici clementini del II secolo, facevano della Vergine Maria il ricettacolo dello Spirito Santo che essi chiamavano Michael ("Chi è come Dio?").

Altre due curiosità:

"Adamo" a dispetto dell'interpretazione con la parola semitica "Edom" ("rosso") potrebbe derivare da Adamos, Adamas o Adamastos, "Invitto, Inesorabile", epiteto omerico di Ade, che derivò da sua madre, la Dea della Morte.

Nel testo etiopico "Leggende di Nostra Signora Maria", si parla di Maria come perla bianca e uccello bianco, perché la sua anima esisteva prima del tempo: "Gioacchino disse a sua moglie Anna: "Ho visto il cielo aprirsi e un uccello bianco discenderne e librarsi sopra il mio capo". Ora, questo uccello aveva avuto il suo essere nel tempo antico... Era lo Spirito della Vita in forma di un

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uccello bianco e si incarnò nel grembo di Anna quando la perla uscì dai lombi di Gioacchino e Anna la accolse, ed era il corpo di Nostra Signora Maria."La colomba, che è il simbolo dello Spirito Santo e discende su Gesù al momento del Battesimo, è un animale sacro alla Dea, ed era già attributo delle Sacerdotesse, molto prima dell'avvento del cristianesimo, così come la perla, che è connessa al mare e quindi alla Dea.

La Dea-Luna della Palestina asianica era associata alle colombe (Nota di Lunaria: che poi i cristiani hanno scippato, ovviamente, fallizzando la colomba per lo spirito santo) come le corrispondenti divinità di Tebe d'Egitto, Dodona, Ierapoli, Creta e Cipro. Ma era adorata anche come vacca dalle lunghe corna: Hathor, Iside, Astaroth Karnaim. Iside è una parola asiatica onomatopeica, Is-Is, "Colei che piange", perché si riteneva che la Luna spargesse la rugiada e perché Iside, originale precristiano della "mater dolorosa", piangeva Osiride ucciso da Set. Iside era identificata con Io, la vacca lunare bianca o dorata giunta in Egitto da Argo. La "O" di Io è un'Omega, comune variante di Alfa.

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Riguardo al movimento "eretico" - sterminati dai cattolici - dei Guglielmiti, che consideravano lo Spirito Santo incarnato in Santa Guglielma, si può leggere il libro di Luisa Muraro; ne riporto qualche stralcio fondamentale:

L'associazione con lo Spirito Santo è più misteriosa da rintracciare nei suoi moventi biografici. Possiamo facilmente supporre che Guglielma fosse devota dello Spirito Santo, come la sorella Agnese che volle entrare in clausura delle Clarisse il giorno di Pentecoste. Pare, inoltre, che Guglielma fosse nata proprio il giorno di Pentecoste e questo dato biografico prese uno speciale significato agli occhi dei suoi seguaci. Ma più profondamente, Guglielma era una pensatrice dello Spirito Santo e una portatrice della sua sapienza la quale in lei doveva manifestarsi in una maniera che i cristiani del suo tempo potevano riconoscere e nominare. [...] Consolatore, in greco "Paraclito", è detto lo Spirito Santo. Nella teologia trinitaria questo titolo è pari a quello di Creatore per il Padre e di Salvatore per il Figlio. Il Paraclito, in greco, sarebbe più esattamente l'avvocato e il consigliere che difende la persona affidatagli in tribunale e insieme la rincuora per aiutarla a fare fronte alla prova con successo. Un tema, questo, che ritroveremo nel culto di Guglielma. [...] I due grandi inni medioevali

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dedicati allo Spirito Santo, il Veni Creator, del secolo IX e il Veni Sancte Spiritus degli inizi del secolo XIII, ci aiutano a capire che cosa potevano avere in mente i devoti di Guglielma quando la associavano allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo vi è chiamato consolatore, dolce ospite dell'anima, dolce refrigerio, riposo nella fatica, riparo nella calura, conforto nel pianto. Gli viene chiesto di accendere la luce dei sensi, d'infondere amore nei cuori, di rafforzare i nostri corpi deboli, di lavare ciò che è sudicio, d'irrigare ciò che è arido, di piegare ciò che è rigido, di scaldare ciò che è freddo, di raddrizzare le storture. L'idea è quella di una divina potenza che fonde in sé la capacità di ravvivare e di mitigare, invocata perchè corregga le mostruosità ordinarie di questo mondo, non però giudicandolo dall'alto ma calandosi in esso e così trasformandolo dal suo interno, senza forzature. [...] Il medico Giacomo, che conobbe personalmente Guglielma e l'assistette nei suoi ultimi giorni, credeva, come altri devoti, che lo Spirito Santo era presente incarnato in lei. [...] Questa straordinaria idea di un'incarnazione femminile di Dio, fondamento e principio di tutta l'eresia guglielmita, si diffuse quando Guglielma era ancora in vita.

E per quanto riguarda il Libero Spirito:

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"I fratelli e le sorelle del Libero Spirito disprezzavano il sapere che s'impara leggendo, che si studia nelle scuole. La vera scienza viene direttamente da Dio, per un'illuminazione dello Spirito Santo. Il movimento contava numerose e importanti presenze femminili. La sua vittima più illustre è una donna, Margherita detta Porete, una beghina, bruciata a Parigi nel 1310, autrice di un trattato "Lo specchio delle anime semplici", in volgare, che è un testo importante per conoscere la spiritualità del movimento. Il protagonismo femminile trovava nel Libero Spirito aspetti particolarmente favorevoli. Come la valorizzazione della mente femminile che per forza di cose non era libresca né scolastica, il superamento dei rapporti gerarchici tra esseri umani, l'ottimismo verso lo stato di natura. Che induceva i cristiani a una più tranquilla accettazione del sesso e quindi del corpo femminile, altrimenti fonte di angoscia e di vergogna.Non pare che il movimento fosse organizzato su larga scala. La sua tendenza era di costruire piccoli gruppi, raccolti ciascuno intorno a un personaggio eminente, il quale aveva quella posizione per la sua capacità di iniziare gli altri alla libertà dello Spirito, con un insegnamento che pare fosse di tipo esoterico. Se il personaggio eminente era una donna, prendeva il titolo di "Madre divina". I fratelli e le sorelle del Libero Spirito si sentivano

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parte della Chiesa Vera, la Chiesa Spirituale senza gerarchia e senza riti. Di essi si diceva che erano dediti a orge sessuali che per loro avrebbero avuto carattere di cerimonie sacre. La bolla papale "Sepe Sanctam Ecclesiam" secondo alcuni storici era diretta contro i fratelli del Libero Spirito."

(*) Per quanto riguarda l'antico culto del Vento:

Lo stretto legame tra Dea e venti è mostrato anche nella credenza che le cavalle (come si è detto, animale lunare) possano concepire solamente esponendo al vento il posteriore.Questa credenza è ripresa anche da Varrone, Plinio e Columella, mentre Tolomeo attribuisce al solo Zeus che regna sul Nord "i venti che recano la fertilità", e uno dei titoli di Zeus era Boreo.

Tracce di un culto palestinese del vento del Nord si trovano in Isaia XIV 13, Ezechiele I, 4, Salmi XLVIII, Giobbe XXXVII.Il cristiano Lattanzio alla fine del III secolo, vede nella fecondazione delle cavalle un'analogia col concepimento della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo.

Secondo l'Odissea, la sede dei venti, ossia il centro 48

del culto di Borea e dei suoi fratelli si trovava sull'isola Eolia; ma il culto di Borea oltre che al Nord di Atene, si diffuse anche a Ovest (si sa che era venerato anche presso i Turi Italici) ed è probabile che abbia raggiunto anche la Spagna. Nella tarda classicità l'isola Eolia di Omero fu identificata con Lipari, che era stata colonizzata dagli Eolici.

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