Libri francescani della Civica Biblioteca Aprosiana: alcune riflessioni per una storia del convento...

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Il Forte dell'Annunziata di Ventimiglia Dalla antica chiesadi San Lazzaro al Museo Civico Archeologico"GirolamoRossi" a cura di DANIELA GANDOLFI Ventimiglia 2015

Transcript of Libri francescani della Civica Biblioteca Aprosiana: alcune riflessioni per una storia del convento...

Il Forte dell'Annunziata di Ventimiglia

Dalla antica chiesa di San Lazzaro al Museo Civico Archeologico "Girolamo Rossi"

a cura di DANIELA GANDOLFI

Ventimiglia 2015

INDICE

10/11 Prefazioni

13 Per la storia di un monumento sospeso sul mare di D. GANDOLFI

17 A. CERIOLO VERRANDO

Nuovi documenti sul convento dell'ordine dei frati Minori Osservanti e sulla chiesa dell'Annunziata di Ventimiglia

31 L. SCAPPATICC I

Libri francescani della Civica Biblioteca Aprosiana Alcune riflessioni per una storia del convento dell 'Annunziata di Ventimiglia

47 S. VIALE

Il forte San Paolo e la ridotta dell'Annunziata Storia e architettura della fortificazione ottocentesca di Ventimiglia

85 A. PALMERO

Proposta di sovrapposizione della preesistenza del Convento Francescano del XVI secolo con la ridotta ottocentesca dell'Annunziata

91 P. G, C ORINO

Artiglieria da fortezza

97 E. V IOLA

L'irrequieto soggiorno del giovane luogotenente Camillo Cavour a Ventimiglia

109 R, ROCCIA

Di forte in forte: Camillo Cavour, luogotenente del Genio

123 F, PIUMA

Il forte dell'Annunziata: da ridotta militare a museo della città

175 D. G ANDOL FI

Il Museo Civico Archeologico "Girolamo Rossi" di Ventimiglia Una storia lunga e inquieta

223 0. V IALE

Il recupero del forte dell'Annunziata come sede del Museo Civico Archeologico "Girolamo Rossi"

235 F.A. PALMERO, R, PIACENTINI

I nuovi lavori di completamento e allestimento del Museo "Girolamo Rossi", 2004-2012

241 D, GANDOLFI

Il Museo Civico Archeologico "Girolamo Rossi" oggi. Esposizione, attività, progetti

LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA ALCUNE RIFLESSIONI PER UNA STORIA DEL CONVENTO DELL'ANNUNZIATA

DI VENTIMIGLIA

Leandra Scappaticci*

I percorsi della storia si fondano, si sno­

dano e si ancorano attorno nelle molteplici

testimonianze dirette a noi giunte, tra cui i

reperti archeologici, architettonici, docu­mentari e librari. Questi ultimi, spesso con­

siderati di secondo ordine, e oggi conserva­

ti in archivi e biblioteche di diversa natura

- ecclesiastica, statale e privata -, risultano

essere preziosi per comprendere e ricostrui­

re in maniera più ampia contesti storico­

culturali, rapporti istituzionali, economici e cultuali del nostro passato. La ricerca di

manoscritti e frammenti negli archivi e nel­

le biblioteche italiane rappresenta, al pari

di uno scavo archeologico, un'impresa frut­tuosa all'interno di una ricca miniera: ad

ogni strato corrisponde un fondo librario o archivistico all'interno del quale, sorpren­

dentemente, si possono ritrovare testimo­

nianze di una qualche importanza, ignora­

te per tanti secoli, inedite, mai identificate

o scientificamente valorizzate.

Uno 'scavo librario' recentemente intra­

preso da chi scrive nella Civica Biblioteca

Aprosiana di Ventimiglia permette ora di

approfondire una fase meno indagata della storia ecclesiastica della città, e in particola­

re del convento dell'Annunziata, la cui glo­

ria si alimentava finora su notizie storiche

• Ministero per i Beni e le Attività Culturali

31

desunte dalla sopravvivenza di reperti do­

cumentari, materiali e architettonici. Tali

notizie, riunite da Girolamo Rossi nella Storia della città di Ventimiglia, ci conduco­

no attraverso i primi secoli di attività del

convento, la cui fondazione si colloca il 7

febbraio del 1503, durante l'episcopato di

Domenico Vaccari, giunto a Ventimiglia

nel 1502, in seguito al trasferimento dalla sede savonese di Noli 1•

Istituito con il consenso di Luigi XII re di Francia, il convento dell'Annunziata dei Fra­ti Francescani Minori Osservanti venne edi­

ficato in località Cassine, nei pressi di Porta Nizza, "a un trar di balestra fuori della porta

occidentale della città, sopra una cresta sta­

gliata di monte, che mena a precipizio nel

mare"2 • Nel medesimo luogo si trovava la chiesa di San Lazzaro, con annesso ospedale

per la cura dei lebbrosi, che in precedenza era

stata ceduta "per uso e comodo del nuovo

convento da erigersi, mediante un convenu­

to compenso" dal capitolo della Cattedrale

alla nascente congregazione francescana: lo si apprende da una bolla di Leone X del 14

marzo 1517, oggi conservata presso l'Archi­

vio della Curia di Ventimiglia3•

La costruzione del convento fu suppor­

tata inizialmente dalla famiglia Orengo:

LEANDRA SCAPPATICCI

resta difatti traccia nell'iscrizione dell'alta­re maggiore posizionato originariamente all'interno della chiesa dedicata all'An­nunciazione; risalgono poi ai due secoli successivi la realizzazione, all'interno della chiesa, di una cappella dedicata alla Ma­donna del Carmine, di giuspatronato del­la famiglia Massa, e la costruzione, negli ultimi cinque anni del Seicento, di un or­gano e di un coro4•

L'introduzione dei Minori Osservanti a Ventimiglia si colloca in un periodo assai fervido per la diocesi locale che, grazie ai provvedimenti posti in essere dai vescovi succeduti dalla fine del Quattrocento fino al Cinquecento, vide la realizzazione di quattro sinodi (1471, 1503, 1564, 1565), la costruzione del Palazzo Episcopale (1564), la dotazione di un coro per i cano­nici della Cattedrale (1565) e l'ingresso di nuovi ordini religiosi, con la conseguente edificazione di conventi, tra cui quello de­gli Agostiniani nelle vicinanze di Tenda (1471-1484), dei Minori Osservanti a So­spello e San Dalmazzo (1471-1484), dei Francescani a Mentone e degli Agostiniani Scalzi in città, nel sito Bastita posto a orien­te del fiume Roia, poi dedicato alla Conso­lazione, ove già sorgeva la chiesa di S. Si­meone (1487)5.

La presenza francescana a Ventimiglia si era già affacciata all'incirca cinquanta anni dopo il riconoscimento ufficiale dell'Ordi­ne, avvenuto per volere di papa Innocenzo III nel 1209. Prodromi dell'avvenuto in­gresso dei Frati Minori Conventuali si col­locano nel 1258, a fronte della citazione documentaria di una ecclesia sancti Franci­

sci, supportata poi dalla presenza di una do-

32

mus ftatrum minorum, la cui sede si situa probabilmente nelle prossimità del forte San Paolo e in un secondo tempo, nel 1313, in ecclesia nova all'interno delle mu­

ra cittadine6. In pieno clima di riforma, nel vortice dei

dissidi e delle divisioni avvenute all'interno dello stesso Ordine, e spesso tenuti a bada mediante provvedimenti emessi dal papa che mirava a perseguire l'unità dei France­scani, si instaurò nel 1503 il secondo con­vento francescano dell'Annunziata, perti­nente ai Minori Osservanti.

La convivenza dei Conventuali e degli Osservanti era reduce da una lunga e sof­ferta parabola, i cui assi e precari equilibri erano in continua evoluzione7• Gli ultimi esiti derivavano dall'intervento di Paolo II, Cum sacer ordo del 28 febbraio 1467, con cui si venivano a fissare i risultati di un' am­pia consultazione avvenuta tra i maggiori responsabili di Conventuali e Osservanti . La lettera papale concedeva che gli Osser­vanti, ottenuta la licenza della sede dalla se­de apostolica, fossero liberi di costruire "nuove case" o di riceverne da "principi, si­gnori, comunità o altri" anche nelle locali­tà dove già esistesse un insediamento dei Conventuali 8• Le decisioni pontificie mira­vano poi, nei decenni successivi, ad argina­re i contrasti, con il fine di mantenere ille­si i rapporti tra Conventuali e Osservanti; ciò nonostante il baricentro era più volte sottoposto a cambiamenti, sovversioni e di­visioni all'interno dell'Ordine.

Nei primi decenni del XV secolo, conte­stualmente alla fondazione del convento dell'Annunziata, si registra un vero passag­gio della leadership istituzionale dai Con-

LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA

ventuali agli Osservanti, messo in atto poi

da Leone X nell 1te vos del 29 maggio 1517

e nell ' Omnipotens Deus del 12 giugno

1517. L'Ordine si sottoponeva così sotto

l'autorità dei ministri Osservanti che ga­rantivano l'intera rappresentanza istituzio­

nale: Nihil ibi actum est, nisi quod magiste­

rium ordinis, generalatus officium et regimen

traslatum est a conventualibus Minoritis ab

eos qui dicti sunt de Observantia, invitis et

recalcitrantibus et de praescriptione conten­

dentibus9.

I frati dell'Osservanza erano difatti rite­

nuti "veri e certi frati dell'Ordine del beato

Francesco" poiché avevano sempre rispetta­

to una stretta osservanza della Regola ed

una pratica rigorosa di povertà. La preva­

lenza Osservante viene dunque ad affer­

marsi a discapito dei Conventuali, ai quali

erano sottratte mansioni, poteri e responsa­

bilità di rilievo: è quanto mai significativo,

a tale proposito, il fatto che, durante le fun­

zioni e le processioni, i frati della "regolare

Osservanzà' dovessero sempre precedere i

Conventuali 1°.

LA BIBLIOTECA E I LIBRI DEI FRANCESCANI

Le fondazioni degli Ordini Mendicanti e

in particolare quelle dei Francescani non

presuppongono più la coesistenza di veri e

propri scriptoria conventuali situati in spa­

zi definiti e organizzati, che tanto avevano

caratterizzato l'attività del monachesimo

medioévale occidentale e che ora appariva­

no totalmente anacronistici. Nell'orizzonte

ideologico dell'Ordine francescano - o dei

frati Minori - inizialmente il libro è consi-

33

derato , se letto, strumento di edificazione

e, se trascritto, opera manuale; altrimenti il libro stesso è visto con sospetto , sia perché

il voto di povertà ne teme il valore, sia per­

ché la predicazione dei Francescani è gui­

data non dalla dottrina ma dall'esempio 11 •

Dalla Regula Buffata di San Francesco e

dalle Costituzioni si desume che lo studio

non rappresenta il fine primario della vo­

cazione. I frati che non sanno il latino non

sono difatti costretti ad impararlo, ma de­

vono pregare e amare con cuore puro, gm­

dati dall'umiltà e dalla pazienza: et non cu­

rent nescientes litteras discere, sed attendant

quod super omnia desiderare debent habere

Spiritum Domini et sanctam eius operatio­

nem, orare semper ad eum puro corde et ha­

bere humilitatem, patientiam in persecu­

tione et infirmitate, et diligere eos qui nos

persequuntur et reprehendunt et arguunt,

quia dicit Dominus { .. }' 2•

Lo studio non costituisce pertanto il ful­

cro dell'esperienza conventuale, è semmai

strumento per l'attività di predicazione e

di preghiera nei diversi momenti della

giornata, durante le Ore dell'Ufficio come

nella celebrazione della Messa . Il libro è es­

senzialmente finalizzato all'esercizio spiri­

tuale e devozionale, non è veicolo di alfa­

betizzazione o di acquisizione dei primi

rudimenti della lingua per i frati nescientes

litteras: Propter hoc omnes fratres sive clerici

sive laici faciant divinum Officium, laudes

et orationes, secundum quod debent facere.

Clerici faciant Officium et dicant pro vivis et

pro mortuis secundum consuetudinem cleri­

corum. Et pro defectu et negligentia fratrum

dicant omni die Miserere mei Deus cum Pa­

ter noster; et pro fratris defonctis dicant De

LEANDRA SCAPPATICCI

profundis cum Pater noster. Et libros tantum

necessarios ad implendum eorum officium

possint habere. Et laicis etiam scientibus leg­

ere psalterium liceat eis habere illud Aliis ve­

ro nescientibus litteras librum habere non li­ceat13.

Le Sacre Scritture rivestivano pur sempre

un ruolo di primaria importanza e nelle suc­

cessive disposizioni, tra cui il Commento alla

Regola di Ugo Digne del 1252 e l'Epistola de tribus quaestionibus di Bonaventura da Ba­

gnoregio (1254), erano considerate testo ca­

pitale per lo studio. Luso legittimo dei libri

per gli uffici dell'Ordine era poi ribadito nel­

la bolla di papa Niccolò III, Exiit qui semi­

nat (1279), anche se la sola fruizione e non

la proprietà dei libri era concessa ai frati per

un periodo limitato 14•

Quando si pensi ai conventi dell'Ordine

francescano è dunque lecito chiedersi di qua­

li libri disponessero le biblioteche interne.

Certamente non mancavano i libri liturgici

di destinazione sia 'corale' con Bibbie, Mes­

sali, Antifonari, Graduali, Salteri, sia indivi­

duale con Breviari e volumi portatili, tra cui

le raccolte di prediche e scritti dei fondatori

e teologi rappresentanti dell'Ordine 15•

Ciò che resta oggi della Biblioteca del

convento dell'Annunziata dei Minori Os­

servanti è testimoniato da alcuni libri che ci

sono stati tramandati attraverso cinque se­

coli di storia, e che oggi sono conservati a

Ventimiglia, nella Civica Biblioteca Apro­

siana. La raccolta, seppur deturpata nel

corso dei secoli e della cui originaria entità

non siamo purtroppo informati da inven­

tari o da ulteriore documentazione, ci resti­

tuisce un quadro omogeneo, esclusivamen­

te di destinazione liturgica 16•

34

Per officiare la liturgia delle Ore nei va­

ri momenti della giornata e della notte i

Francescani utilizzavano un Antifonario in

pergamena, in cinque tomi di cui oggi ne

restano quattro, gli attuali manoscritti 33,

34, 35, 36 della Civica Biblioteca Aprosia­

na di Ventimiglia, attribuibili alla fine del

XIV e al XV secolo 17• Nei codici si rintrac­

cia la mano di un solo copista che verga il

testo in una lettera textualis di buona ese­

cuzione, ben allineata sul rigo, di modulo

medio-grande e regolare, piuttosto spezza­

ta e contrastata che presenta, tra i vari trat­

ti significativi, R sempre maiuscola in fine

parola o di periodo, in pochi casi anche al­

l'interno di parola, z in forma di e cedi­

gliata e in pochissimi casi eseguita a forma

di 7 con voluta inferiore (fig. 1) 18• Al me­

desimo copista è attribuibile la compila­

zione della musica con una notazione qua­

drata disposta su tetragrammi costituiti da

quattro linee rosse, con indicazione delle

chiavi musicali di do e fa e del custos a fine

rigo (fig. 2).

Nel momento della confezione dei quat­

tro libri di medio-grandi dimensioni un

miniatore si occupò poi, su indicazione di

letterine-guida apposte nel margine esterno

dal copista nel momento della compilazio­

ne dei testi (v. ad es. fig. 3, margine ester­

no), di realizzare lettere decorate tra cui si

distinguono, per importanza e raffinatezza

nel disegno, iniziali filigranate in rosso e

blu, con aggiunta di elementi zoomorfi co­

me teste di drago e di uccelli.

Tali lettere sono rivestite di particolare

significato e, ad una prima vista d'insieme,

consentono al lettore-cantore di compren­

dere che in quel punto inizia l'Ufficio di un

LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA

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35

Ventimiglia , Civica Biblioteca Apr osiana , ms. 33, c. 39r.

2 Ventimiglia , Civica Bibliote ca Aprosiana, ms. 34, cc . 24v-25r.

3 Ventimiglia , Civica Biblioteca Aprosiana, ms. 33, c. 35r.

LEANDRA SCAPPATICC I

4 6 Vent imig lia, Civica Biblioteca Aprosiana, ms. 34, c. 6/Jr. Ventimig lia, C ivica Biblioteca Ap rosiana, ms. 36, c. l 06r.

5 7 Vent imig lia, C ivica Biblioteca Ap rosiana, ms. 35, c. l v Ventimig lia, C ivica Bib lioteca Aprosiana, ms. 36, c. l lOr.

~ quom.1 -ronnn" fuf rrptr mc .---- ~ +--~----¼---·-- I '\, .~11rrt't bfl9~ ~

36

LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA

giorno liturgico importante. Esse si vengo­no difatti a stagliare, con il primo respon­sorio del primo Notturno, in corrispon­denza di tempi forti, come la Domenica delle Palme, la feria quinta del Giovedì Santo e la Pasqua (figg. 4-5) 19•

I quattro tomi dell'Antifonario conten­gono tutti i canti da eseguire durante la preghiera delle Ore di un intero anno litur­gico, con suddivisione ciclica del Tempora­le dall'Avvento al mese di novembre (mss. 33, 34, 35) e del Santorale di cui sopravvi­ve solo il Comune (ms. 36), poiché il Pro­prio era racchiuso nel volume purtroppo andato perduto.

La filiazione francescana dei quattro vo­lumi emerge oltre che dalle due annotazio­ni, l'una coeva e parzialmente illeggibile, Istud antiphonarium est fratrum minorum

<sancte Maria de> e Iste liber est conventus

fratrum minorum 20, l'altra posteriore e per­tinente al convento dell'Annunziata, Perti­

net ad locum Annunciationis virginis Marie

de ordine minorum regularis observantie An­

no Domini 1579 die 27 maii, e Est fratrum

minorum conventus Annunciate urbis Vinti­

millii anno Domini 15 79 die 2 7 maii2 1, dal contenuto del manoscritto 36 che nell'ul­tima parte reca le feste proprie dell'Ordine francescano, tra cui quelle dedicate a s. Antonio, s. Chiara (fig. 6) e alle stigmate di s. Francesco (fig. 7)22 •

I quattro codici pervennero all'Annun­ziata molto probabilmente il 27 maggio 1579, quando uno dei frati, forse colui che investiva mansioni di maggior respon­sabilità nella gestione patrimoniale, ne re­gistrò l'ingresso e l'avvenuto possesso. Da quel momento i libri furono utilizzati per

37

un ampio lasso di tempo, almeno fino al XVIII secolo: lo testimoniano le numero­se correzioni e integrazioni, tra cui l' ag­giunta del Credo genovese in canto fratto nelle ultime due carte del manoscritto 35 (fig. 8).

Il titolo attribuito al Credo, Genovese, ri­manda chiaramente alla regione ligure e si ricollega ad una tradizione ben documenta­ta in manoscritti musicali francescani del-1' area genovese. La melodia non rispetta più i canoni estetici del repertorio gregoria­no: si nota difatti l'utilizzo di una notazio­ne musicale con elementi ritmico-propor­zionali, e di alterazioni cromatiche; sulla base dell'incipit essa è riconducibile al Cre­

do Genovese B attestato nel manoscritto 92 del Centro studi francescani di Genova 23

(v. fig. 86).

Sa Ventimiglia , Civica Biblioteca Apr osiana, ms. 35, c. 130v.

8b Trascr izione musicale

del ms. 35, cc. l 30v-l 3 l r.

9 Ventimiglia , Civica

Biblioteca Aprosiana, ms. 37, c. l6r.

LEANDRA SCAPPATICCI

Credo Genovese-

l'ITT • Hl • JX' • t\'1\ • t~•ro. fai; • K'·H .' 111 \X~ • [1 ct

<.'1 m - ~-! - si - h1 li - um 1.:1 m u -num l)o - m1-num k-sum {7 1n-

!.ium. Fi - h - wn f.);_, - 1 u -m - ili-•'

cu-13 De-1un dc I~ - o. lu

Ge - 111 - t, ,r:11 Ili.Hl fa.:, - tum, CQII ~u l,-!;t11 n • 1, - a• k m P,i lit I)<.,. quc,r

38

l\<)-S(Wm ,a • lu · !cm ck • SC<.11 - 1.ht d,: CQC '" Et in- ~--r-

no • tos t' ~! dc S!Jt • ri - tu S:m cw e:.: 1-.ln - n - a \'ìr - g1 -

:~~~ ~ ~~~ ~~.L _"'--"=;-~--""-====!.~=-':'..=-=::'.<>=_--·~ h.;,, - mo fa.: Cn1 • Cl • fi · )(\J~

e - lH\lll f.'10 o,;1 - bis ~uh Pvn - ti - <' f>i - h,1 - lO pas

pul 1115 est f) re -sur-re ~1t urr-ti-a di - e se .

Cll!I - dum ,;,.,n - J1lll l.'.l (l - :;c~'ll - d,t m ~ !urn, s.c -

det ad de - Me-ram P:i - !rÌ $ Èl i-ltl-i1Jnl ven-Hl- nLS e'Sl cwn glo- n-

ti _iu-d1 - ,:a • re '•l • ,·01 .:t mor · 1!1 - os. W·JUS ~ · gn1 mm c-nt

L'impegno liturgico dei Francescani, al quale il fondatore aveva dato ogni priori­tà, si svolgeva, oltre che nei ritmi dell'Uf­

ficio, nella celebrazione della Messa. Se per la celebrazione dell'Ufficio era di sup­

porto l'Antifonario secolare, per la Messa

i Francescani intemeli utilizzavano un Graduale, l'attuale manoscritto Aprosiano

37 che, prodotto nella seconda metà del XV secolo e all'inizio del XVI secolo,

giunse al convento il 27 maggio 1579 in­sieme ai codici finora analizzati 24 (fìg. 9) . Nel recto della prima carta è difatti pre­

sente la nota Pertinet ad usum fratrum mi­norum regularis observantiae seu conventus Annunciate urbis Vintimillii anno domini 1579 die 27 maii, vergata dal medesimo scrivente dell'Antifonario.

Il Graduale Aprosiano 37 contiene i soli canti da eseguire durante la Messa: l' introi-

LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA

to nel momento dell'ingresso, il brano in­

terlezionale del graduale, costituito da un

responso e da un versetto, l'alleluia, le anti­

fone di offertorio e di communio che ac­

compagnano rispettivamente l'offerta dei

doni e il momento della comunione. Esso

racchiude tutte le Messe del Temporale ,

dalla prima Domenica di Avvento alla ven­

tiquattresima Domenica dopo Pentecoste.

Almeno un secolo dopo, nel momento

in cui furono realizzati , rispettivamente nel

1695 e nel 1698, un organo e un coro per

il convento 25, giunsero all'Annunziata libri

più recenti e cartacei: gli attuali manoscrit­

ti Aprosiani 38 e 39. In entrambi i casi si

tratta ancora di due codici musicali, l'uno

Antifonario della seconda metà e della fine

del XVII secolo con la serie degli Uffici sia

del Temporale - dal sabato che precede la

prima Domenica di Avvento alla ventiquat­

tresima Domenica dopo Pentecoste - , sia

del Santorale - che inizia con la festa di

sant 'Andrea e termina con Clemente e il

Comune dei santi -, l'altro Graduale-Ky­

riale riservato alla Messa.

Del Graduale 39 siamo sufficientemente

informati dalla sottoscrizione di mano del

copista che dichiara , nel recto della prima

carta , il nome , il luogo e la data in cui ter­

mina il suo lavoro , nel 1693: In nomine do­

mini amen anno ab eiusdem nativitate cur­

rente 1693 indictione prima die vero 4 maii

incipit proprium missarum de sanctis factum

a patre Ioanne Baptista Molinari a Spigno

ordinis fratrum minorum S. Francisci con­

ventualium provincie Genue nunc guardia­

nus conventus Terdone sedente in apostolico

throno Innocentio XII civitatis Neapolis co­

gnomento Pignatelli.

39

---- --. . .... ~---- -- --

Il copista Giovanni Battista Molinari di

Spigno è frate dei Minori Conventuali della

provincia di Genova, residente nel convento

di Tortona . Egli è copista laborioso, la cui

'firmà contraddistingue altri due codici fran­

cescani ritrovati da chi scrive nella Chiesa di

S. Francesco a Cassine e in Acqui nell'Archi­

vio Vescovile26 • È presumibile che egli sia sta­

to copista di professione e che scrivesse sia

per uso interno, sia per denaro su commis­

sione di conventi del medesimo Ordine, di­

slocati nei vari luoghi della 'provincià france­

scana. La sua seri ttura , una tarda textualis dal

tratto pesante, è ben riconoscibile in base al­

le seguenti lettere significative: d tonda con

tratto obliquo prolungato che termina ad

uncino; g in due forme: con occhiello infe­

riore angoloso a sinistra o a forma di 8 con

10 Ventimig lia , Civica Biblioteca Ap rosiana , ms. 39, c . l 05r.

11 Vent imiglia , Civica

Biblioteca Ap rosiana, Z 12 bis 28,

fron tespizio.

12 Ventimiglia , Civica

Biblioteca Ap rosiana, Z 12 bis 28, c. lr.

LEANDRA SCAPPATICC I

i!

PSALTERII ROMANI ~: Pars Primtt. •.

'; Dìurnales Horas Contincrts , Pfabnos(of:d.-r,&.Hymnm. ~ Qgi ad Primi. Ttnii,~xti.

& N 1:m5,.1c ad Vtfpa:J ,,'Si: Completorium w:ir.ui folcm. ' 0 1dzmsvc!UM1no:umHynmiAddl1mur in Fine.

IVXT.\. NORM7\M .BREV!ARll Ex Dcoet\1 S.itti)ìinéh C)C,Ji; TritkfltfniR.dbruci.

P J Qµrn,i l'òtdiu, Mn'.ÌJt\l luflù ,td11:1. 0.."hUOfVITiql!e0:mc-nu1 ,& Vri1amSummol'lltnPOltri.~tunll

-..u!tor,ucc rccogniti • J'l'.F./,~wCafon,d,Sp,Jia Gt'llllmfJrd . .,:W11tr.

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-· .1--IV!HNll.f . · ~ !.ANctr JtCl'llDi Martirù

:(ìnc prolif:lf.Jliucl.a verhera. -- qu:e 1wr.r:fuirumrJrI CONI uet = qFi ch2.rit:ite Jcrvid irs 1 rof;imrj{TJsJ._~~qligit._ _ cc1111dus:..u:a:.rmrp tt ::: ri d et mi n-àsq11 r principis - vi n.ctcisg;a~ 1,·rmans _rejeros _ u 6Lque c1/1çrstum preiw;d Iremit lyrannus: marprrm ~ mitreiis ad oras Al fin

Jidem 6wto Janquine _ Jig.narc. 1andem ph.ù11Lt. - -.:: .Ycmt, trn.unphars.trenue- .

morlem pt.o Cbnsto sustrnet sacra cruòre roscida U r6-.s Jù lg et inter ccJeras

Tunosa6afto rCJpt~c. et vota, qµc, percn n1.ter -

- -ti-6i .'P rrrn nter Jundtn~ns 6cni.c,nus u.sque-.raJC1pe

Ur 6 rn1 .... Po Tenf ey· rii l_ig e _ -- mol"UO.f repe Ile J ur a _Jo mes, ciolò,:e.s, 1:ird · -

-:--Onx.r focceJrnnt rxr6a~s

40

occhiello superiore sormontato al centro da segno a forma di gancio; tra le abbreviazioni: -m finale con segno a forma di 7 con voluta inferiore appena al di sotto del rigo; et espres­so da nota tironiana a forma di 7.

Della Biblioteca conventuale sopravvi­vono inoltre due volumi a stampa di grandi dimensioni, il Salterio-Innario Z 12 bis 28 e l'Innario Z 12 bis 29, en­

trambi stampati a Genova per il convento di S. Maria della Pace.

Il primo libro a stampa, realizzato nel 1656 per i frati Minori, Psalterii romani

pars prima diurna/es horas continens psalmos scilicet et hymnos qui ad Primam, Tertiam, Sextam et Nonam , ac ad vesperas et Comple­

torium recitari solent Ordinis vero Minorum

Hymni adduntur in fine. Iuxta normam bre­viarii ex decreto [ ... ] (fig. 11) contiene il salterio liturgico con salmi e inni distribui­ti nei vari giorni e nelle diverse ore e, per una annotazione posteriore, attesta gli usi locali della chiesa di Ventimiglia. Nell'ulti­ma carta aggiunta e sul contropiatto poste­

riore una mano presumibilmente ottocen­tesca verga il testo dell'inno e di una ora­zione da cantare e proclamare durante la fe­sta di Secondo 27 , il santo nominato uffi­cialmente patrono di Ventimiglia a partire dal 1579 (fig. 12)28 •

Nel secondo libro, l'attuale Innario Aprosiano Z 12 bis 29 stampato nel 1646, sono racchiuse all'interno due se­zioni distinte: Hymnarii novi pars prima, nocturnales hymnos continens propriosque Minorum Ordinum complectens a ftatre Io­

anne Augustino Casono de Spedia Genue Minorum ob re excusa atque ab ipso sum­ptibus sui Ioannis Baptiste Casoni ex anf'

LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA

fratris impressa 1646. Genuae in Convento

sanctae Mariae pacis (pp. I-CII); Hymna­rii novi pars seconda diurna/es hymnos con­

tinens propriosque minorum ordinum com­plectens a fratre Ioanne Augustino Casono de Spedia Genuensis minorum ob re excusa

atque ab ipso sumptibus sui Ioanne Baptiste Casonj ex Ant° fratris impressa. 1646. Ge­nuae in Convento sanctae Mariae Pacis

(pp. 1-96). Il libro contiene gli inni, composizioni

poetiche con strofe identiche nella loro struttura metrica, per cui la melodia, me­desima per l'intero brano, è presente solo sulla prima strofa, con adozione di notazio­ne musicale quadrata su tetragrammi. Esso, confezionato appositamente per la liturgia dei Frati Minori, comprende feste france­scane, tra cui quella dedicata alle stigmate di san Francesco (fig. 13).

Stando a quanto emerge dallo 'scavo' li­brario ora condotto nella Civica Bibliote­ca Aprosiana di Ventimiglia, la collezione libraria del convento dell'Annunziata è ri­

dotta ai soli strumenti indispensabili per la pratica liturgica e musicale. I libri non erano collocati in un locale adibito alla Bi­blioteca, ma nella sacrestia o nella stessa chiesa, pronti all'uso dei frati che pregava­no e cantavano durante le ore del giorno e della notte. Dalla sacrestia i libri, di di­mensioni medio-grandi, erano posti su un apposito leggio all'interno del coro, affin­ché l'intera comunità potesse leggere dal medesimo codice.

Quanto alla produzione libraria all'in­terno dello stesso convento non è ipotiz­zabile l'esistenza di uno scriptorium o l' at-

41

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tività di frati copisti dediti alla produzio­ne di libri. Con gli Ordini Mendicanti si assiste difatti ad "un vero e proprio rove­sciamento nel rapporto tra le diverse arti­colazioni della cultura scritta'' per cui nei conventi "contava leggere libri; di qui una biblioteca articolata in una sezione aperta alla pubblica consultazione e in un depo­sito finalizzato al prestito, ma in ogni ca­so incrementata da libri di diversa origine - acquistati, fatti copiare, scambiati solo se utili - e, ove prodotti all'interno dello stesso monastero, trascritti non in uno scriptorium definito come spazio e come struttura organizzata, ma per iniziativa individuale (anche se controllata) o, spes­so, ad opera di scriptores esterni" 29 .

13 Ventimiglia , Civica Biblioteca Aprosiana, Z 12 bis 29, Il sezione, p. 64.

LEANDRA SCAPPATICCI

Il convento dell'Annunziata, di fonda­

zione cinquecentesca, non poteva certa ­mente contare su una Biblioteca sedimen­tata, in cui fossero conservati i libri neces­

sari tanto alla celebrazione quotidiana del­la liturgia, quanto all'esecuzione dei canti .

I Francescani di Ventimiglia si procuraro­no altrove i "ferri del mestiere": l'Antifo­

nario in quattro tomi - attuali manoscrit­

ti 33, 34, 35, 36 -, in cui erano compresi tutti i canti da eseguire durante la pre­

ghiera delle Ore di un intero anno liturgi­co, il Graduale attuale codice Aprosiano 37 , l'Antifonario 38 e, infine, il Graduale­Kyriale con i brani del Proprio e dell 'Or­

dinario da eseguire durante la Messa, co­piato da Giovanni Battista Molinari .

All'interno della comunità francescana si

accumula il materiale necessario per la cele­brazione della liturgia. Il trascorrere dei se­coli è registrato dalle mani che continuano

a correggere e integrare i libri oggi soprav­vissuti, per cui convivono per lungo tempo

i volumi più antichi del XV secolo, i ma­noscritti della fine del 1600 e i libri stam­

pati nel 1646 e nel 1656. Tutte le testimo­nianze, valide nei contenuti , nella forma e

pur sempre leggibili, sono utilizzate almeno fino alla data di cessione definitiva del con­vento al governo, avvenuta nel 1831 con la

conseguente realizzazione del forte. La vita economica dei Francescani ruo­

ta attorno ad un traffico limitato di libri che sono concessi ad usum da altre comu­nità, molto probabilmente facenti capo al

capoluogo ligure. Secondo un uso consue­to, ben documentato all'interno delle co­munità dei Mendicanti , si tendeva a can­

cellare ogni nota di possesso anteriore al-

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l'ultima acquisizione; ciò a prova del fatto

che la maggior parte dei traffici economi­ci che vertevano intorno ai libri fosse 'ille­

gale'. La tendenza a cancellare gli ex libris

rinvia a una necessità di azzeramento del­la storia del codice che ha probabilmente

anche la funzione di eliminare le pezze d'appoggio per possibili e temute rivalse da parte del possessore precedente . Se i

codici sono, secondo la celebre definizio­ne, le armi dei frati, si direbbe che quelli

acquisiti legalmente circolano con il porto d'armi, gli altri con la matricola abrasa30 • I manoscritti Aprosiani 33, 34 , 35 e 36 mo­strano difatti come i frati avessero eraso accuratamente l'originaria annotazione di

possesso, di cui sono leggibili solo queste

parole: Istud antiphonarium est fratrum

minorum <sancte Marie de> e Iste liber est

conventus <de>31• La dedicazione mariana , faticosamente leggibile, permette con una ·

qualche prudenza di attribuire tali libri al Convento di Santa Maria della Pace , il

medesimo per il quale furono stampati

l'Innario Aprosiano Z 12bis 28 e il Salte­

rio Z 12 bis 29. Il complessivo bottino librario dei Fran­

cescani è dunque attinto dal capoluogo li­gure; della provincia è il frate conventuale Giovanni Battista Molinari che scrive il

Graduale ms. 39, come di origine genovese

e afferenti allo stesso convento mariano so­

no i due libri a stampa sopra citati. Echi di tale 'furto', molto probabilmente

autorizzato e forse messo in pratica dagli stes­si confratelli che da Genova si trasferirono

nell'estremo Ponente ligure, emergono in un altro libro conservato presso la Biblioteca

Clarence Bicknell dell'Istituto Internazionale

LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA

di Studi Liguri di Bordighera, Fondo antichi

e rari, II J 6. Sul frontespizio del volume Ra­gionamento di Odoardo Ganducio della con­versione de' Gentili e particolarmente de' Geno­vesi predetta da Esaia profeta, stampato a Ge­

nova da Giuseppe Pavoni nel 1626, si trova

la nota di possesso del frate Dionisio di Ge­

nova della Biblioteca di Santa Maria della Pa­

ce, Prater Dionysius a Genua Bibliothecae Sancta Maria Pacis Genue, seguita da quella

di Iacobi Viscardi Congregationis Terdonii Ge­nuae (fìg. 14).

Dalla disamina globale delle poche testi­

monianze a noi giunte si percepisce come il convento dell'Annunziata avesse aderito pie­

namente al programma originario delle pre­

scrizioni dell'Ordine: ai frati, che avevano

come fine essenziale la predicazione e l' apo­

stolato, non occorreva una biblioteca di let­

tura o di pubblica utilità che comprendesse

una molteplicità di autori, né tanto meno i

classici. Il libro è pur sempre considerato con

sospetto, desta curiosità nefaste e distoglie i

frati dagli interessi primari dell'Ordine; esso

è da intendere come strumento d'uso e mai

come oggetto di possesso o di accumulo.

I Francescani di Ventimiglia, difatti, ci

hanno tramandato solo i libri indispensa-

43

RAGIONAMENTO , D I OD OARDO GANDVCIO

DELLA . CO ,NVHRSIONE

DE' GENTILI P ARTICOLARMENTE:

DE~

GENOVESI · PR:EDE:TTADAESAIA

PROF E. T A, ·~

bili per la preghiera, reperti che oggi per­

mettono una maggiore conoscenza dei

modi e dei caratteri della liturgia praticata

e trascritta, e che consentono di compren­

dere, forse più coscientemente di prima ,

l'importanza di uno 'scavo librario' come

veicolo di storia.

14 Bordighera, Biblioteca Claren ce Bicknel l, IISL. Fondi antichi e rari, Il J 6.

LEANDRA SCAPPATICCI

NOTE

Rossi 1886, pp. 189-190, 338. 21 Sono riportate rispettivamente sul contropiat-

Rossi 1886, pp. 189-190. to anteriore del ms. 33 e, in forma abbreviata,

Copia della stessa è consultabile presso la Bi-nel margine inferiore della prima carta dei

blioteca Bicknell dell'Istituto Internaziona le di mss. 34 e 35.

Studi Liguri di Bordighera (Archivio IISL, Fondo 22 Nel manoscritto Aprosiano 36 si trovano nell'or-documenti e manoscritti). dine: In vigilia beati Antonii (cc. 81 v-93v); In fe-

Rossi 1886, pp. 338,481; v. anche Folli 1994, p. 18. sto sancte Clare (cc. l 06r- l l Or); In testo san-

Rossi 1886, pp. 187-198. ctorum stigmatum (cc. l 10r-l l 7v).

23 Baroffio 1998, pp, 69-78: 72, 77; sui vari Credo in 6 Belloni 1974, pp. 101-102; Balletto 1985, nn. 92, 398; Folli 1994, p. 14.

canto fratto v. anche Il canto fratto l'altro gre-goriano 2005. Quanto all'attività musicale dei

Per un quadro storico completo sull'evoluzione Francescani si rinvia anche a Owens 1986. dell'ordine si rimanda almeno a Merlo 2003; v. anche I Frati Minori 1986.

24 Per una descrizione più dettagliata si rimanda

Merlo 2003, p. 348. a Scappaticci 2008, pp. 37-40, 50-51.

25 Rossi 1886, p. 481. 9 Merlo 2003, pp. 378-379. 10

26 Sui due codici si rimanda a Scappaticci 2008, Idem, pp. 364-381. 11 Caval lo 1987, pp. 331-422: 400-411.

pp. 40-41. 27 Hymnus sancti Saecundi martir is. Quae pro-12 Regula bullata, X, 9-11. Si rimanda qu i all'ed izio-

ne presente in La letteratura francescana 2004, bra vine/a verbera que mors secundum con-

p.12 1. teret qui charitate fervidus profana lussa ne-gligit./Secundus /ras impii ridet minasque prin-

13 Regula non bullata, lii, 3-9: edizione in La lette - cipis vinctusque firmans ceteros ubique Chri-ratura francescana 2004, p. 11. stum predicat./Fremit tyrannus: martirem mit-

14 Per un ampio quadro su tale tematica si riman- tens ad oras Albii fidem beato sanguinem si-da a Libri, biblioteche e letture dei frati mendi- gnare tandem precipit./Venit triumphat stre-cant/2005. nue mortem pro Cristo sustinet sacro cruore

15 Sulle var ie tipologie testuali dei libri liturgici v. lo rose/da urbs fulget Inter ceteras./Tu nos ab al-

studio fondamentale di Baroffio 1990, pp. 143- to respice et vota que perenniter tibi precan-

192. tes fundimus benignus usque suscipe./Urbem

16 I codici sono stati per la prima vo lta esaminati potenter dirige morbos repelle iurgia fames

da un punto di vista codicologico e paleogra-dolores prelia oras laccessant barbaras (c. lr).

fico in Scappat icc i 2008. <Ora t io>. lesu Secondi premium da nos per ipsum firmiter eterne amore glorie caduca

17 Per la descrizione dei singoli codici si veda cuncta spernere amen ( contropiatto poste-Scappaticci 2008, pp. 34-35, 44-50; la datazione riore). erronea di Amiet 1983 è ridiscussa, su base pa-

28 Per un quadro sulla vita e la tradizione del san-leografìca, in Scappaticci 2008, pp. 35-36. 18 Per un'analisi più ampia vedi Scappaticci 2008,

to si rimanda almeno a Crovella 1968.

pp. 35-36. 29 Cavallo 1987, p. 402. 19 Si trovano nell'ordine nel ms. 34, cc. 60r, 75r e nel 30 Pellegrini 2004, pp. 187-214: 207-208.

ms. 35, c. lv. 31 Si tratta rispettivamente de lle annotazioni pre-20 Le due annotazioni a ttribuibili alla medes ima senti in Ventimiglia, Civica Biblioteca Aprosiana,

manò si trovano rispettivamen te ne l ms. 33 ms. 33, contropiatto posteriore e in ms. 36, c. (controp iatto posteriore) e nel ms. 36 (c. 93v). 93v: v. Scappat icci 2008, p. 43.

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LIBRI FRANCESCANI DELLA CIVICA BIBLIOTECA APROSIANA

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