Joseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di Udine con un aggiornamento su alcuni...

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COMUNE DI UDINE BOLLETTINO DELLE CIVICHE ISTITUZIONI CULTURALI Terza serie, numero 9 (2003 - 2004) UDINE 2OO5

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COMUNE DI UDINE

BOLLETTINODELLE CIVICHE ISTITUZIONI

CULTURALI

Terza serie, numero 9(2003 - 2004)

UDINE 2OO5

Joseph Heintz il giovane autore della Piantadella città di Udinecon un aggiornamento su alcuni dipintidella Galleria d'Arte Antica e in regione

l--1 Enrico Lucchese

I due volumi del catalogo della Pinacoteca dei Civici Musei di Udine so-no il recente risultato di un'investigazione critica completa che ha interes-sato un notevole patrimonio pittorico, databile dal XIV secolo al pieno Ot-tocento ('). Proprio sulla base di tale lavoro è possibile ora formulare nuo-ve riflessioni filologiche, su tutte la paternità della Pianta della città diUdine: la grande tela seicentesca che occupa a ragione un posto di rilievonel percorso espositivo del castello (fig. 1) (').

Segnalato da Vincenzo Joppi già nel 1860 in casa del conte Francesco diToppo con attribuzione a Jacques Callot (3), il dipinto fu donato dallo stes-so nobile friulano al Comune il4 maggio 1866, nove giorni prima I'inaugu-razione dell'istituzione museale che tuttora lo conserva (o).

Il riferilnento al celebre incisore francese (Nancy 1592 - 1635) è statoaccettato per quasi un secolo (s), finché Aldo Rizzi, dopo un iniziale accor-do (u), avanzò ppr la Pinnta il nome del primo vedutista del Settecento ve-

(') La Galleria d'Arte Antica dei Civici Musei di Udine,l, Dipinti dal XIV alla metò delXVII secolo,a cura di G. Bergamini,Vicenza2D2; La Galleria d'Arte Antica dei Civici Museidi Udine,ll, Dipinti dalla metò del XVII secolo al XIX secolo, a cura di G. Bergamini e T. Ri-bezzi,Yícetua2OO3.

('z) Inv.65.Tela,146x233 cm: cfr. G. Bergamini, Scheda,in La Galleria d'Arte Antica deiCivici Musei di Udine,ll, Dipinti dalla metà del XVII secolo al XIX secolo,cit.,pp.72-73.

(3) V. Joppi, Udine nei primi anni del secolo XVII. Quadro di Jacques Callot,in "RivistaFriulana", anno II,29, 15 luglio 1860, p.231: I'erudito friulano (su cui ora si veda VincenzoJoppi 1824-1900, atti del convegno di studi a cura di F.Tamburlini e R.Vecchiet, Udine 2004)datava il dipinto "ai primi del Seicento".

(') Bergamini, Scheda, cit., p. 72.(s) C. Someda De Marco, Il museo civico e le Gallerie d'Arte Antica e Moderna di Udi-

ne,Udine 1956, p. 176: "splendida veduta prospettica della città di Udine e dintorni, esegui-ta con minuzia di particolari, animata da figure e scenette che palesano I'arte del bulino delgrande incisore".

O A.R:r?zi,Il Fiore della Galleria d'Arte Antica di Udine,Udine 1961, pp. 16-18.

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T

l Joseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di Udine

+.... rrt.ta

Fig. l. Joseph Heintz il giovane, Pianta della cittò di udíne.tJdine, civici Musei' Galleria

d'Arte Antica.

neziano, Luca Carlevarijs (Udine 1663 -Venezia 1730),con datazione ver-

so il 1690 c).Uno studio di Maurizio Buora ha dimostrato che I'opera è stata invece

îealizzata"tra1644 e 1655 quindi in un anno ancora imprecisato' comunque

non troppo lontano dal 1650" ('): "dunque prima -che.il

Carlevarijs nasces-se

(1663).I.ion .o-pure infatti tutta una serie di edifici sorti o abbelliti nella

ì".oniu metà dei XVII secolo di cui I'autore, così attento e preciso nella

raffigurazione di chiese e palazzi nobiliari avrebbe dovuto tener conto'

Inofít" del superbo edificio del Monte di Pietà' costruito secondo un dise-

gno del capo;astro milanese Bartolomeo Rava approvato nell'agosto del

TOOO, C dipìnta soltanto la parte che dà su Mercatonuovo, quella costruita

aila íine dàl Cinquecento sú progetto di Francesco Floreani" ('). Nel l66Lla

(') A. Rizzi, Non è del Callot Ia pianta di Udine,in "Udine. Bollettino della Biblioteca e

dei Vtúsei Civici e delle Biennali d'Arte Antica", serie II, l,t962,pp' 5-t4'(') M. Buora, L'area della chiesa di S. Quiríno e una veduta di Ildine atÎríbuita a Luca Car-

Urorì1t,riLa Chiesa di S. Quirino 1661-199I,lJdine 1991,pp.59-63,1a citazione è a p' 61.

(',)'Bergamini,scheda,c\t.,p.72:viene proposta la datazione "intorno al 1650-1660". Cfr.

inottìé C. Éergamini, "Ildine rrdrto o voló d'uccello come era ai primi del Seicento",in Per

l'arte daveneiia all'Europa. Studi in onore di Giuseppe Maria Pilo,ll, Da Rubens al contem-

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Musei, Galleria

Enrico Lucchese

citatacostruzionedelMontediPietàdovevaesserecompiuta(oalmenoilsuo progetto era rtuto^;;;;ó;ui*to..tt" detta architeitura appare quel-

l'anno nell'incision "Uà;'*à":ip' -i del.Friuti di Giacomo Ruffoni su in-

venzione e disegno diB;;;;;dinlGazoldi e di Giovanni Battista cosatino

(o Cosattini) ('').." -p"ó;i;'u qi".,.utti-o (ucune,doc.1641 - 1698) (") è da qualche tempo

assegnata in modo arfìi"tiì. iù""rr"io_rr" JeUa teti del museo friulano (''):

presente "nell'Oratotit "Ji-S-

nlippg I-"1 di Udine nel L64L' e autore di al-

'-e pietòdipinte *Jliùi;;;iÀiiio"r uonte di Pietà tra L658 e 1669" ("),

Giovanni Battista è il; u *ft" confuso con il fratello Giuseppe (Udine

1625 -16gg),it "anoni"o OiAquileia seguace del Padovanino' autore di due

ópet" n"i depositi del castello (to)' . : D^+îiarq r-ncq*ini rLe miniatur" .o.o*ùte dì'Giovanni Battista cosattini non rlescono

comunque u..p"r-"ì'r"""r-"ì" gt"Jilqg.si1uro sulla tecnica e sulla poetica di

questo tuttora r"orro."i"ìo ut"ti.tu;;(').Questa incertezza sulla qualità ese-

cutiva dell,udinese, oì .rri .ron è del resto accertata una produzione pittori-

ca di più larga scalal;t;;;;";1t19-ogeima nel confionto tra la tela del

museoelamenzionatastampadel166l(daconsiderareimportantetermi-

Doraneo'acuradiM.PiantonieL.DeRossi,MarianodelFriuli200l,p.426:,,inparticolareion compaiono U cf,i"ru'ai lu,' Orfir., "fr="f

f Otià"t"li,rntu.ut :o^p"ìto, la Cancelleria del

Municipio, iniziata *r rààà. r" .rri;;; à;ìi" Dimesse-fondíta nel 1679,il teatro Mantica eret-

to nel 1679, il puturro niàìini;li putriur.uto' to.u ..a"i"lla Provincia) rimodernato alla fi-

ne del secolo xv[; ronà'inu"."J."r"nti rl palazzo Bartolini - attuale sede della Biblioteca -

che fu costruito aur .upl.ii1..ii;i;;;;i;i"li;;;;; a partire dal 1641, il palazzo della

porta, per il quate, nel 16;iìJ;;;;;;-i'u."t it"uo s"ìi"i.-"d nava, insieme con i maestri del-

la val d,Intelvi cio su;ir; iuinJgiu ti vurri.neri) e Giovanni Battista Novo, futuro suocero

ot otò"ti%Pà:tit".r".,.,, rJdine metropori der Friuri.Acaytaprte in cinque fogti, udine 1994.

(,,) per un profilo''ài ó;;#;. #-i.i" c.r"iii"ii-ó. Éergamini,'^Cosanini (Cosatino)'

Giovanni Battista.i" s"ii itii"ú'inÀ xunrttert"xikon,xxl,Leipzig 1999' p.388-389'

(,,) Bergamini ."rírîi"ii,i,';';;i;;:;;;;;rt;;;;:; ";" ai primldet seicento",cit..p.427.

i',i neigamini , Scheda,cit- ,P.72.(,0)Cfr.T. XiV"rri,,1iùii"'.{nLlCott"riod'ArteAnticadeiCiviciMuseidiLldine,ll'Di-

pinti dalta metà det Xirt-;;;;ù";lnx i'ir"to._"i,., pp. 74-'15 8. Lucchese, Scheda,in Com'

mitîenza e Devozione. óiiàílri:ótiiaak di-saià'íiaria della Misericordia ai civici Musei

di r,dine, acura di r. niSrri. úài"" í6l.ii. sz si. p"i un profilo di Giovanni Giuseppe co-

sattini: G. Bergamini, è""*ir-i,-cli*wr,\it s"", eitiimeiies Kúnstlerlexikon,cit',p' 389; R'

De Feo in F. di Maniag o, storia delle belle Arti Triutine,ti acura di c. Furlan, L' cargnelutti'

A. Drigo, Udine L999, p- 3l-' .A GiuslpPi' " n111-óiutUuttista è stata inizialmente attribuita

la pianta della Vedutahi Uain"da d. Bergamini,-l Uusei del Castello di Udine' La Galleria'i'ir)te

Antica. La Pinacoteca, Udine I994'pp'77-78'(,,) Bersamini ,"u;;^";;rd;;7liu'àLrrrtii cotne eta ai primi del.seicento",cit-,p'4271

..miniature che in realtà sono veri e propri Oipinti, conOotti èon. fare largo' con pennellate

dense e riassuntive,..r-".ì"ri "urai - èoni" ri "b;;L;;

u oprt" {i-tgl ge19re - e anche suffi-

cientemente libere e vivaci nell'invenzione nonostante il téma obbligato"' Sulle opere certe

di Giovanni Battista dilil^c. B;;;ànt"i, n'filizzo del Monte li Pieta di 1ldine'Udine

1994, PP. 144-t47 '

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Joseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di Udine

ne ante quem): "ci sono non poche differenze, sia nell'impostazione dovutaal diverso punto di vista che sta alla base delle vedute che nella trattazionedei singoli edifici, più puntuale - anche se più fredda - nell'incisione rispet-to al dipinto (si vedano, ad esempio, nel primo le belle case porticate di con-tro alle stereotipate costruzioni del secondo)" ('u).Insomma le discrepanzedi composizione e di stile paiono distanziare in modo irriducibile gli onestie precisi, ma piatti dal punto di vista creativo, topografi udinesi dalbizzar-ro pittore ricolmo di fantasia barocca che non esita a stirare la città e lacampagna di Udine, con la Carnia in lontananza, fino a farle diventare pal-coscenico per una festa popolata da sciami di macchiette impegnate in infi-nite frenetiche attività, con il centro del dipinto occupato dalla zona del ca-stello e dell'arco Bollani (un'altra idea assente nella stampa): se la Udinequasi metafisica per difetto del trio Gazoldi Cosattini Ruffoni è protettadall'alto da santi rigidi come le nuvole che li veicolano, quella della pinaco-teca è cinta nella zona bassa da una sorta di assedio picaresco.

L affermazione, inoltre, che "solo un udinese, o una persona estrema-mente familiare con Udine potesse ricostruire - praticamente da zero - unadescrizione così ampia, minuziosa, impegnativa" (") non sembra essere con-divisibile, in quanto esistono famosi precedenti di'forestieri' capaci di do-nare delle inedite visioni di angoli del Friuli mai eguagliate dai maestri lo-cali contemporanei ('').

Il ritratto fantasmagorico di Udine a metà XVII secolo va quindi resti-tuito a Joseph Heintz il giovane (Augusta 1600 circa - Venezia 1678), voceoriginale della pittura veneziana del Seicento, specialista in vedute urbanecondite da gustosi particolari fatti da improwisate in costumi variopinti oda tranches de vie sature di realismo da bambocciante ("). Si tratta di un ar-tista conosciuto alla storia dell'arte nelle nostre terre: è del 1665 il Martirio

('o) Bergamini, "Udine veduta a volo d'uccello come era ai primi del Seicento",cit.,p.427.(") F. Tentori, Udine. Mille anni di sviluppo urbano, Udine 1982, p. 348.('*) A tale proposito si citano a raffronto, come esempi collocati prima e dopo I'esecu-

zione della Pianta diVeduta di Udine,la straordinaria immagine di Udine nel dipinto di Pal-ma il giovane del 1595 (cfr. G. Bergamini,Scheda,in La Galleria d'Arte Antica dei Civici Mu-sei di Udine,l, Dipinti dal XIV alla metà del XVII secolo, cit. pp. 164-165) e il particolare ci-vidalese della Visione di sant'Anna di Giambattista Tiepolo ora a Dresda (cfr. G. Bergamini,Scheda,in GiambattistaTiepolo. Forme e colori. La Pittura del Settecento in Friuli, catalogodella mostra di Udine a cura di G. Bergamini, Milano 1996, pp. l7O-172).

('o) Per un profilo, cfr. R. Pallucchini, La Pittura veneziana del Seicento, I, Milano 1981,pp. L52-155; P L. Fantelli, Heintz, Joseph il Giovane,in La pittura nel veneîo. Il Seicento,ll, acura di M. Lucco, Milano 2001, pp. 837-838; F. Pedrocco,,/oseph Heintz il Giovane,in Gaspa-re Vanvitelli e le origini del vedutismo, catalogo della mostra di Roma e Venezia, Roma 2002,p.275.Di grande importanza, anche per il presente contributo, è la tesi di laurea di D. D'An-za, L'opera pittorica di Heintz il giovane (relatore Giuseppe Pavanello), Università degli stu-di di Tiieste, A . A.2003-2004: questo studioso ha accolto la mia proposta di paternità a Heintzdel dipinto udinese (pp.51-52 della tesi), contribuendo in modo decisivo - come si leggerà sot-to - a raîforzarla.

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Fig. 2. Joseph Heintz il giovane, Festa del Bucintoro.Palermo, Galleria regionale della Sicilia,Palazzo Abatellis.

di Sant'Andrea nel duomo di Spilimbergo di cui si ignorano le vicende dicommittenza ('?0); risulta nota a livello documentario, ancora, una sua palad'altare per la chiesa di Sant'Anna a Capodistria (").

Già una volta il nome del giovane Carlevarijs fu fatto erroneamente perun dipinto di Heintz. Il corteo dogale in Canal Grande al ponte di Rialto del-la Galleria Estense di Modena si rivela opera del pittore di origini tedesche"nella resa delle architetture, nell'impostazione prospettica piuttosto scor-retta, ben diversa da quella utilizzata fin dagli esordi dal Carlevarijs, nelletipologie delle macchiette di stampo calottiano, nel colorismo e nella con-suetudine di accalcare in modo disordinato e assolutamente personale le fi-gure che invadono in gran numero le rive, le imbarcazioni, lo stesso ponte

('?') A. Rizzi, Scheda,in Mostra della pittura vdneta del Seicento in Friuli, catalogo dellamostra di Udine a cura di A. Rizzi, Udine 1968, pp. 76-77: A.R:izzi, Stori^a dell'arte in Friuli. ilSeicento, Udine 1969, p. 66. Cfr. inoltre: G. Bergamini - S. Thvano, Storia dell'Arte nel Friuli-Venezía Gíulia,Reana del Rojale 1984,p.435.

('') R. M. Cossàr, Di un dipinto di Giuseppe Henz a Capodistria,"Archivio Veneto", XII,1933, pp. 238-241: sono pubblicati documenti datati dal 77 marzo al20 ottobre 1662.

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I'

Fig. 3. Joseph Heintz il giovane, Píanta dellacittà di Udine. Udine, Civici Musei, Galleriad'Arte Antica (particolare).

Joseph Heintz il giovane autore della Pianto della cimù di L'dine

di Rialto, disperdendosi nel narra-re mille piccoli episodi" ("): defini-zioni che si possono adattare confacilità anche alla Pianta della cittàdi Udine. Del resto, Joseph Heintzil giovane nel corso della sua car-riera eclettica (") ebbe modo dimisurarsi con le vedute di città avolo d'uccello, genere a cui appar-tiene la tela di Udine: al museoCorrer è esposta luna grande Pian-ta prospettica di Venezia con la suafirma, replica con notevoli variantidell'incisione del 1500 di Jacopode' Barbari (to). Questo "ritrattoparticolareggiato di Venezia" ("),connotato nella porzione inferiore

della superficie dipinta dalla "vivace espressione delle macchiette che ani-mano le navi in festa per I'uscita del Bucintoro" (to) mentre sopra si sta-

gliano le prealpi, va inteso dunque come riferimento immediato per la raf-figurazione di Udine (").

Il dipinto del castello certo non rientra nell'attività più conosciuta delpittore di Augusta: a parte alcune pale d'altare, egli è ricordato soprattuttoper gli stralunati "stregozzi" di matrice boschiana o per le vedute venezia-

(r:) F. Pedrocco, Scheda,in Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo, cit., p. 284' Cfr.inoltre R. Pallucchini, La Pittura nelVeneto. Il Settecento,I, Milano 1994'p.179.

(',) Sull'argomento si veda D. D'Anza, Joseph Heintz il giovane pittore di più pennelli,"Arte in Friuli Arte a Tiieste", 23,2004,pp.13-26.

('?.) F. Pedrocco, Scheda,in Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo, cit '' p.276.(']5) D'Anza, L'opera pittorica di Heintz il giovane, cit.' p' 57.

(,.) T. Pignatti, Ií Museo Coner diVenezia. Dipinti del XVII e XVIII secolo,Yenezia1960,p. 113.

(") Il dipinto del Museo Correr di Venezia è stato datato alla metà del Seicento da G. Lo-renzetti, Scheda,in Le feste e le maschere veneziane,catalogo della mostra di Venezia a cura

di G. Lorenzetti,Veneiia 1937,p.34: Pedrocco, Scheda,in GaspareVanvitelli e le origini delvedutismo,cit.,p.276 propone invece, per la presenza della chiesa della Salute, edificio "uti-lizzato per le funzioni pubbliche solo a partire da cinquant'anni dopo" I'inizio dei lavori di

costruzione (deliberati nel 1630), di posticipare I'esecuzione della Pianta prospettica diVene-

zia "all'incirca di un ventennio", ovvero verso la conclusione della carriera di Heintz. Tale

questione cronologica si rivela comunque accessoria per la determinazione della paternitàdell'opera di Udine, la quale appare comunque in uno stato di conservazione migliore della

tela vèneziana che, a una visione ravvicinata, sembra presentare parti ridipinte, forse degli

'aggiornamenti' topografici paragonabili a quelli presenti nella coeva Veduta della città di Ca-

pólistria del museò dèlla città istriana (cfr. A. Craievich, Scheda,in Istria. Città maggiori (Ca-'podistria,

Parenzo, Pirano, Pola). Opere d'arte dal Medioevo all'Ottocento, a cura di G. Pava-

nello e M. Walcher, Tiieste 1999, pp. 98-99).

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ne che anticipano i soggetti immor-talati successivamente dai vari Car-levarijs, Canaletto, Bellotto, Guar-di (^).A quest'ultimo genere pitto-rico va collegata la cosidetta Fesfadel Bucintoro della Galleria regio-nale della Sicilia dipalazzo Abatel-lis, a Palermo, finora senza attribu-zione (fig.2) (*),da considerare in-vece prova tipica di unaproduzione quasi seriale di Heintz:basti metterla vicino alla Regata sulCanal Grande della Galleria Palla-

Fig. 4. Jacques Callot, Il portastendardo, in-cisione.

vicini (3n) o allo stesso soggetto di collezione privata veneziana pubblicatoda Rodolfo Pallucchini ('').

Il catalogo heiniziano propone però altri interessanti raffronti per con-solidare la nuova attribuzione della Pianta della città di Udine. Collocati al-lo stesso periodo (la prima metà del sesto decennio del Seicento), il Pesci-vendolo di collezione privata romana (3'?) - firmato e datato 1.652 o 55 - el'Interno di cucina del museo Davia-Bargellini di Bologna (33) dimostranouna forte attenzione alla descrizione caricata della vita della gente comuned'allora, la medesima che frequenta la zona bassa dell'opera udinese. "Lacomposizione tutta portata in primo piano" (to), gli effetti di preziosismominiaturistico della pennellata, lo stesso punto di vista rialzato legano i pi-tocchi di questi dipinti con gli altri, diventati pellegrini, che animano il latosinistro di un'altra creazione di Heintz di metà secolo,la Traslazione dellaSanta Casa di Loreto (").

(^) Cfr. le riflessioni di Pallucchini, La Pittura veneziana del Seicento, cit., p. 155.(") Inv. 814,143 x216 cm. Provenienza: Corte dei Conti, 1830, n.187; recentemente, co-

me ora mi comunica il museo siciliano, la paternità heintziana è stata riconosciuta anche daLuca Peratoner, cfr. V.Abbate, scheda,in Magazzini siciliani, catalogo della mostra di Paler-mo, Palermo 2004 (in corso di stampa).

(10)F.Zeri, La galleria Pallavicini in Roma. Catalogo dei dipinti,Firenze7959,pp.145-146.(3') Pallucchini, La Pittura veneziana del Seicento,cit.,p.627.(tt) Su questa importante opera cfr. recentemente: S. Scarpa, Nuovi strigossi dell'Heintz,

in Per I'arte da Venezia all'Europa. Studi in onore di Giuseppe Maria Pilo, cit., p. 411; D'An-za, L'opera pittorica di Heinîz il giovane, cit., pp. 79-80.

('r) M. Lucco, Scheda, in Museo Civico Davia Bargellini, Bologna 1987, pp. 103-1M;D'Anza, L'opera pittorica di Heintz il giovane, cit., pp.78-79.

(') A. Craievich,Scheda,in Rame d'arte. Dalla preistoria al XX secolo, catalogo della mo-stra di Tiento a cura di U. Raffelli, Tiento 1998, p. 330.

(rs) L. Longo, La "Translatio" lauretana di Joseph Heintz il giovane ritrovata,"Arte Veneta",XXXVI, 1983, pp. 101-108;D. D'Anza, L'opera pittorica di Heintz il giovane,cit., pp.38-39. ho-prio questo studioso mi ha cortesemente segnalato gli innegabili rapporti di contiguità stilisticatra quest'opera, quella del museo Davia Bargellini di Bologna e la Pianta della città di Udine.

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Joseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di Udine

Fig. 5. Joseph Heintz il giovane, Piazza San Marco.Roma, Galleria Doria-Pamphilj (particolare).

Gli identici "filamenti di luce, di gusto callottiano" ('o) con cui sono co-struite, su un tono generale più basso,le infinite macchiette della Pianta sipongono quali ulteriore prova che questa tela spetta allo stesso autore cheha firmato e datato tra 1,648 e 1649la straordinaria serie di vedute venezia-ne provenienti dalla collezione Doria Pamphilj di Roma (").

(") R. Pallucchini, La pittura veneziana del Seicento, cit., p. 154.(3') Sulle opere del gruppo ora a Venezia, Museo Civico Correr: Pignatti, Il Museo Cor'

rer diVenezia. Dipinti del XVII e XVIII secolo, cit., 110-113; F. Pedrocco, Schede,in GaspareVanvitelli e le origini del vedutismo,cit.,pp.277-283. Sull'intera serie: D. D'Anza, Pittori e me'cenati. Joseph Heintz il giovane artista dei Cornaro traVenezia e Roma,"Arte Veneta",61 (incorso di stampa).

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Nella Caccia dei tori in campoSan Polo compare, ad esempio, unbovino bianco condotto da uno stra-vagante giovane dalle calze ravviva-te da un leggero ma squillante colpodi pennello color lilla (3'): una cop-pia che potrebbe bene partecipare,per tematica ma anche per condottastilistica, alla bizzarra riunione divillici e soldataglia organizzata sottola città di Udine.

Inoltre, il soldato visto di schienache sbandiera in maniera vistosa unostendardo nella Pianta (fig. 3), lette-ralmente copiato da una splendidaacquaforte di Jacques Callot fattacirca trent'anni prima nei Capricciper Lorenzo dei Medici (fig. 4) ('),appare sigla caratteristica di Heintzil giovane: spetta a Daniele D'Anzaaver trovato un suo "parente stret-to" in fondo alla Piazza San MarcodelPalazzo Doria Pamphilj di Roma(fig.5) ("').

Nel drappo che sventola a Udine(fig. 3), infine, possiamo trovare lebasi per una futura indagine, relativa alla committenza di un'opera che lefonti non ricordano eseguita per alcun luogo pubblico friulano.La bandierareca infatti ben visibile uno stemma Contarini, uguale a quello illustrato nelBlasone veneto del padre Coronelli (fig. 6) o a quello riprodotto in un re-pertorio araldico di fine Cinquecento (o'). L'arme della famiglia patrizia ve-neziana compare più volte nel fregio del Parlamento del Friuli, nel salonedel castello di Udine:tra i luogotenenti lì elencati, spicca il nome di Piero chericoprì la carica, come si legge, nel 1653, una data non lontana da quella del-la realizzazione della Pianta. Ma la presenza dello stemma fuori dalla cintaurbana e la raffigurazione di un incontro tra il rappresentante di Yenezia

(") Cfr. Pedrocco, Scheda, in Gaspare Vanvitelli e le origini del vedutismo, cit., p.279.(') Cfr. G. Mariani, I Capricci,in Le incisioni di Jacques Callot nelle collezioni italiane,

catalogo della mostra di Roma Pisa e Napoli, Milano 1992,pp.153, 156, 163.(*') D'Anza, L'opera pittorica di Joseph Heintz il giova,?e, cit., p. 50.(o') Cfr. Le arme overo insegne di tuui li nobili della magnifica et illustrissima città di Ve-

netia...,Yenefia 1596, ad nomen;Y. Coronelli, Blasone Veneto o Gentilizie insegne delle fami-glie patrizie oggi esistenti in Venezia,Yenezia 1,706, p. 40.

Fig. 6. Stemma Contarini, in V. Coronelli,Blasone Veneto..., 1706.

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Joseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di Udine

Fig. 7 - Cerchia di Johann Carl Loth, Cleopatra. Udine, Civici Musei, Galleria d'Arte Antica.

"vestito del suo robone, che accoglie sotto I'arco Bollani tutta una serie dipersonalità che immaginiamo scese dalla teoria di cartozze in sosta nellapiazza e lungo via Mercatovecchio", mentre "il Patriarca con candida cotta,accoglie al portone del suo palazzo un più piccolo gruppo di persone" (o'),

fanno pensare a una visita udinese di un Contarini immortalata da un pit-

(or) M. Buora, t'area di S. Quirino e una veduta di Ildíne afiribuita a Luca Carlevariis,cit.,pp.60-61.

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tore awezzo al reportage cele-brativo (o').

Un'occasione del genere po-teva essere fornita forse dallamissione diplomatica che NicolòCornaro e Andrea Contarini(Venezia, 1601-1675) svolseronel 1660 per incontrare a Tiiesteil giovane Leopoldo I d'Austria:"un'ambasciata di cortesia, dun-que, e, anche, d'esibizione, ché idue salpano, il 25 settembre, dalLido su due galee superbamenteguarnite, con numeroso corteg-gio di patrizi, con una piccolafolla di paggi e staffieri, con unaprofusione lussuosa di vesti e ad-dobbi" (*). Thle corteo, soggettoideale per la tavolozza diHeinfz,potrebbe aver avuto un passag-gio a Udine, importante capo-luogo di un territorio al confinecon lo stato degli Asburgo. Forsea tale evento aveva partecipatoanche il figlio di Andrea, CarloContarini (Venezia, \631-1721),"maritatosi nel 1654 con Chiara di Federico Cornaro, figlio a sua volta deldoge Francesco del quale Heintz aveva dipinto il ritratto per la Sala delloScrutinio di Palazzo Ducale" (o'). Carlo diverrà in seguito luogotenente diUdine (1671-1672), segnalandosi per alcune azioni degne di nota (come ilcensimento) (oo) -a specialmente per aver scialacquato in quel biennio, consommo sdegno della comunità locale, i soldi paterni e cittadini in impresemagnificenti quali I'edificazione di un teatro sopra il palazzo pubblico (.').

(n') Si veda a tale proposito, di nuovo, la serie del 1648-1649 di Joseph Heinrz.({) G. Benzoni,Contarini,Andrea,in Dizionario Biografico degli Italiani,XXVIII. Roma

1983, p. 110.(05) D'Anza, L'opera pittorica di Joseph Heintz il giovane, cit., p.52. Per notizie su Carlo

Contarini: Benzoni, Contarini, Andrea,in Dizionario Biografico degli ltaliani, cit. p. 1l l.('") Cfr. G. Occioni-Bonaffons, Illustrazione del comune di lJdine, Udine 186ó. pp. 109-

110; F. Di Manzano,Aggiunta all'epocaVI degliAnnali del Friuli,IJdine 1879, p.209: G. Baiut-ti,Abusi feudali nella relazione del luogotenente Carlo Contarini (1671),*Metodi e ricerche".n.s., VI, 2, luglio-dicembre 1987, pp.19-24.

(") L episodio è descritto da A. Battistella, Il Castello di Udine,Udine 1929, p.57, ripren-dendo M. e L. Emiliani, Cronaca, Biblioteca Civica di Udine, ms.732 fondo principale.ad an-

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F

Joseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di Udine

Sia Andrea che il figlio Carlo appaiono quindi, allo stato attuale dellaricerca, i principali indiziati per la commissione della Pianta della cittò diUdine di Joseph Heintz il giovane: un artista che registrava tra i suoi mece-nati i Cornaro (o'), potenti parenti acquisiti dei due Contarini, famiglia al-trettanto cospicua, la cui biografia s'intreccia con le vicende di metà Sei-cento della nostra regione.

Il presente contributo offre, poi, l'occasione di tornare su alcuni dipintidel museo civico di Udine, consentendo di migliorare alcune ipotesi attri-butive e proponendo ampliamenti del catalogo dei maestri attivi nel passa-to nel nostro territorio.

L'esposizione L'esperienza sensibile. Immagini ed oggetti intorno ai cin-que sensi mi ha permesso di studiare con agio, nelle sale della pinacoteca,la Cleopatra del lascito Mauroner, da me schedata dubitativamente comeopera di scuola toscana (o'). Sviato dalla provenienza fiorentina dell'opera,da una collezione che meriterebbe da sola un volume o - meglio - una mo-stra (5"), sono incorso in un errore che voglio in questa sede correggere.

L'opera (fig.7) è infatti da rapportare al linguaggio artistico di JohannCarl Loth (1632-1698), bavarese attivo nella seconda metà del secolo a Ve-nezia, dove aprì una fiorente bottega (t').Le analogie con i modi di questopittore si notano nella resa della soda epidermide o dei ricchi tessuti, nel ca-ratteristico taglio della composizione a tre quarti concentrato su una sola fi-gura, in certi particolari capziosi quali le complesse acconciature dei capelliornati da giri di perle: cifre che apparentano la rappresentazione della mor-te della regina d'Egitto a lavori di Loth come Lot e le figlie del castello di Ro-senberg o il Giuseppe e la moglie di Putifarue di Graz ("). Ma di più di que-ste opere, testimonianza di un contatto con la cultura cortonesca awenuto

numl6'71:"non attese in tutto il suo Regimento ad altro che a darsi spasso, e procurò dal prin-cipio del suo ingresso fino alla fine di contaminare I'onore, e la riputazione, delle prime Casedi Udine, dove per maggiormente dar campo alle sue bestiali operazioni fece far un teatro so-pra il pubblico palazzio, ed ivi fece con grandissima spesa della Città recitar opera, comedia,feste pubbliche e private". Il reggimento udinese di Carlo aveva indebitato anche il padreAndrea: cfr. Benzoni, Contarini, Andrea,in Dizionario Biografico degli ltaliani, cit. p. 111.

(*) Cfr. D'Anza, Pittori e mecenati. Joseph Heintz il giovane artista dei Cornaro îra Vene-zia e Roma,cit.

(on) E. Lucchese, Scheda,in La Galleria d'Arte Antica dei Civici Musei di Udine,ll, Di-pinti dalla metà del XVII secolo al XIX secolo, cit., pp.88-89.

('u) Sulla collezione Giuliano Mauroner cfr. il saggio di T. Ribezzi, Un'ereditò di bellezzaper la cittò. Acquisizioni dei Civici Musei e formazione della pinacoteca, in La Galleria d'Ar-te Antica dei Civici Musei di Udine,ll, Dipinti dalla metà del XVII secolo al XIX secolo, cit.,pp.29-30,36.

(sr) Oltre ai profili di Pallucchini, La Pittura veneziana del Seicento,I, cit., pp. 259-264 eN. Roio, Loth, Johann Carl,in La pittura nel veneto. Il Seicento,Il, cit., pp 846-847, si rimandaalla monografia di G. Ewald, Johann Carl Loth 1632-1698,Amsterdam 1965.

(") Cfr. Pallucchini, La Pittura veneziana del Seicento,I, cit., p. 261;Ewald, Johann CarlLorh 1632-1698, cit., pp. 58,62.

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Enrico Lucchese

Fig. 9. Giuseppe Bernardino Bison, Za Madonnadona il rosario a san Domenico, collezione pri-vata.

Fig. 10. Giuseppe Bernardino Bison, ZaMadonna dona il rosario a san Dome-nico, Cià Londra, Colnaghi.

attraverso una pala d'altare del toscano per San Daniele aYenezia (1663-1664) ("),la Cleopatra sembra risentire della "ricerca di effusività patetica in-tonata su colori smaltei in una plastica risentita ed articolata con ritmo ba-rocco" (so) che informa I'attività di Loth a partire dalla morte di Giambatti-sta Langetti (1,676). Di tale momento è un dipinto del De Young MemorialMuseum di San Francisco, da intitolare Giacobbe discopre il pozzo invece diRebecca ed Eliezer al pozzo ("), il quale mostra molte tangenze con la tela diUdine, specie nel particolare dell'eroina biblica e in un generale raddolci-mento del chiaroscuro di marca tenebrosa degli anni precedenti. Un similemutamento di indirizzo si farà più rilevante già con la pala per san Silvestro,del 168L, percorsa da "un ritmo curvilineo che non ha tregua: un ritmo ba-

(") Cfr. S. Moschini Marconi, Gallerie dell'Accademia di Venezia. Opere d'arte dei secoliXVII, XVIII, XIX, Roma 1970,pp.138-139.

(v) Pallucchini, La Pittura veneziana del Seicento,l,cif.,p.267.(') Cfr. La pittura nel veneto. Il Seicento,I, a cura di M. Lucco, Milano 20ffi, fig.95; Pal-

lucchini, La Pittura veneziana del Seicento,I, cit., p. 261;Ewald, Johann Carl Loth 1632-1698,cit., p. 60.

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Joseph Heintz il giovane autore della pianta della città di lldine

Fig. 11. Giuseppe Bernardino Bison, Tem-pio antico e contadina, Già Salisburgo, Do-rotheum.

Fig. 12. Giuseppe Bemardino Bison, Doge,Trieste, collezione privata.

tgcqo-c!_9. s'imparenta col gusto cortonesco, e, si direbbe, con quello del Ba-ciccia" (*).va detto però che i lemmi dello stile maturo di Loth interessanoanche i notevoli artisti della sua scuola (.'), come Ambrogio Bon, Daniel Sei-ter, Peter Strudel, Hans Adam weisenkircher, Johann Nrlichael Rottmayr: alprimo dj questi è stato attribuito un san sebastiano,conservato p."rso í

"u-stello Sforzesco a Milano, che mostra affinità con la tela Mauroner (s8). pureil citato Seiter, nel giovanile Antioco e stratonice di roronto (16g0) i'1, pu."capace di realizzare. come a Milano e a udine, un'opera ricca di ,í-ufidi at_

(so) Pallucchini, La Pittura veneziana del seicento,I, cit., p. 263; cfr. Flwald, lohann CarlLoth 1632-1698, cit., pp. 94-95.

(:? 9f..Pallucchini, La piuura veneziana del Seicento,I, cit., pp. 264_265.

. O F Magani, scheda,in Museo d'Arte Antica der castello sJàrzrtro. pinacoteca,y,Mi-lano 2001, pp. 348-349. Su Ambrogio Bo^n- si veda il profilo di M. Lucco, B on, Ambrogio,in Lapinura nelVeneto. Il Seicento, II, cit., p. g02.

(") cfr. M. Kunze, Daniel seiter. 1647-1705. Die Gemiilde,Múnchen-Berlin 2000, p. 106.

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t.ine Enrico Lucchese

l'opera di Loth, declinati secondo un gusto più aggraziato, decorativo, sem-plificato nella composizione, in direzione tardo seicentesca. La Cleopatra sidimostra quindi un prodotto dalla cerchia del maestro bavarese, bisognosaora di una pulitura dalle dense vernici giallastre che ne abbassano il tonocromatico e ne appesantiscono la delineazione delle forme.

A parte questa doverosa errata corrige e lasciando, com'è giusto, ai ri-spettivi autori la discussione di nuove attribuzioni per il momento segnala-te solo oralmente (''), vale la pena almeno ritornare su un altro dipinto del-la pinacoteca, una Sacra famiglia con san Giovannino,per confermare il ri-ferimento alla scuola emiliana, ritardandone però I'esecuzione alla primametà del Seicento e precisando che si tratta di una derivazione da Bartolo-meo Schedoni (o'). Come spesso accade, ci si trova di fronte a un'opera cherivela un'ottima invenzione non supportata da un adeguato livello qualita-tivo. Un caso simile è offerto dalla Visitazione di Maria del Museo del Ter-ritorio di San Daniele del Friuli, tela pubblicata come d'ambito di GaspareDiziani (o') -a da considerare piuttosto traduzione pittorica semplificata diun'acquaforte di Carlo Maratta (fig.8) (").

Un'originale fantasia si scatena invece in due finora sconosciuti dipintidi Giuseppe Bernardino Bison (Palmanova 1762 - Milano 1,844), degnocorrispettivo finale all'estro pittorico di Heintz il giovane sfoggiato nellaPianta della città di Udine.

È stato venduto a Tiieste come opera di maestro ottocentesco la Ma-donna dona il rosario a san Domenico (fig.g) (*), opera certa e notevole delpalmarino che si collega da una parte a un disegno di analoga tematica,svolta però in un'ambientazione caratterizzata dall'elemento architettonico

Una migliore riproduzione fotografica dell'opera è in J. Varriano, The ftrst roman sojourn odDaniel Seiter, 1 682-1 688,"Paragone", XXXIX, 465, novembre 1988, p. 31.

("') A partire da quella formulata da Andrea De Marchi durante la presentazione del se-condo volume del catalogo del museo, riguardo I'Adorazione dei pastori del lascito Dorta(cfr. E. Lucchese, Scheda,in La Galleria d'Arte Antica dei Civici Musei di lJdine,l, Dipinti dalXIV alla metà del XVII secolo,cit.,pp.176-177): lo studioso, confermando I'estraneità del ra-me dal catalogo del Cerano, ha proposto di sciogliere la sigla leggibile nell'opera come la fir-ma di Giambattista Crescenzi (Roma 1577 - Madrid 1635).

('') Cfr. P Pastres, , Scheda,in La Galleria d'Arte Antica dei Civici Musei di L\dine,l, Di-pinti dal XIV alla metò del WII secolo, cit., p.208. Puntuale appare il confronto con I'analo-go soggetto edito da E. Sambo, Scheda,in La raccoha Molinari Pradelli, catalogo della mo-stra di Bologna a cura di C. Volpe, Firenze 1984, p. 98: cfr., inoltre, E. Negro - N. Roio, Bano-lomeo Schedoni 1578-1615, Modena 2000, pp. 1,17-ll2 e F. Dallasta - C. Cecchinelli,Batolomeo Schedoni a Parma (1607-1615). Pittura e controriforma alla corte di Ranuccio IFarnese, Colorno 2002, pp. 27 -28.

(u'?) D. Cecutti, Scheda,in L'Antico a Nuovo piccoli capolavori restaurati Ig3-2000,cata-logo della mostra di Udine a cura di G. Bergamini, Pasian di Prato 2001, pp. 164-165.

(63) L'opera incisa di Carlo Maratti,catalogo della mostra di Pavia a cura di P. Bellini, Pa-via 1977,pp.52-54.

(ú) Udine, collezione privata. Thvola, 37 x 29 cm; Stadion case d'Aste,,4ffa ri in Asta e og-gettistica Dipinti del Novecento e antiquariato. Libri e stampe antichi,l8 giugno 2664, p. 33 lot-

57

Joseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di lJdine

(fig. 10) (65), dall'altra - per quanto riguarda il gruppo di Maria e Gesù - aun bellissimo schizzo dell'album Scaramangà (tr).

Come è stato detto, "le corde all'arco di Bison sono molteplici; ed è an-che in questa disponibilità che risiede l'interesse della sua peisonalità arti-stica" (ó?), la quale, nel trentennio di attività a Tiieste e territorio, ebbe mo-do di soddisfare pure committenze d'indirizzo religioso (ff).

All'ambito profano, quello più congeniale all'artista "nimico dell'ozio"sempre impegnato a creare "soggetti vari e capricciosi" (óe), appartiene infi-ne un'effigie di Doge (fig.12) ('o) realizzata con una tecnica (l'olio su car-toncino steso a rapidi colpi di pennello) per lui non insolita (?1). più che unritratto specifico, il piccolo ovale sembra una'testa di fantasia' nel ricordodelle invenzioni di riepolo ("): un omaggio alla civiltà pittorica di veneziaall'ora del suo tramonto.

to n.444: la tecnica pittorica dichiarata dal catalogo (olio su tela su tavola) non è corretta:come mi segnala I'attuale proprietario, dovrebbe trattarsi di una carta su tela a sua volta ri-portata su tavola.

f) Cfr. A. R:izzi, Disegni del Bison, Udine 1976, p. 40 cat. n. 187.(") Cfr. F. Magani - G. Pavanello,I disegni di Giuseppe Bemardino Bison dell,Album

Scaramangò di Tries te,Trieste 1996, pp. 38-39.(u?) G. Pavanello, Le arti nel "Porto-franco",in Neoclassico. Arte, architenura e cultura a

Trieste 1790-1840, catalogo della mostra diTiieste a cura di F. Caputo,VeneziaI990,p.l42.(*) Cfr. C. Piperata, Giuseppe Bernardino Bison (1762-1844),Padova 1940, pp. lO,rc;C.

Pavanello,Leartinel"Porto-franco",cit.,p.145.una EducazionedellaverginediBisonèsta-ta trovata a Comeno in Slovenia, sul Carso, da F. Serbelj, Barocno slikarstvo na Goriíkem,'Acta historiae artis slovenica", 5, 2000, pp. 727 -129.

^ (') G.Rossi, Giraeppe Bison,"Cosmorama pittorico",Xl,27,25 maggio 1845: nel passocitato vengono esaltate le qualità di Bison disegnatore, apprezzabili ad esempio in un diiegno(fig. 11) a penna e inchiostro acquarellato passato come opera di anonimoin un'asta Doro-theum a Salisburgo (21-23 novembre 2W2,lotto n. 367) raffigurante un Tempio antico e con-tadina,da awicinare a fogli certi del palmarino come quelli della collezione Miotti di Tiicesi-mo e del castello Sforzesco esposti nel 1962-63 (cfr. Cento disegni del Bison,catalogo dellamostra di udine a cura di A. Rizzi, Udine 1962, pp. 36 cat. 71,41. cat.23) o come altri del-I'Album Scaramangà (si veda a titolo d'esemplificazione Magani - Pavanello, I disegni diGiuseppe Bernardino Bison..., cit., pp. 58-59,92-95,136-t37,174-175,216-217).

(?0) Tiieste, collezione privata. Cartone, l7 x 14 cm.

, -- ('') Cfr. F. Magani, Scft eda,in Giuseppe Bernardino Bison pittore e disegnaîore,catalogodella mostra di Udine a cura di G. Bergamini, F. Magani, G. Pavanello, Milano 1997 , p. Zl8.

(72) Il Doge non rivela infatti alcuna somiglianza con i ritratti dogali noti. Lo siemmavisibile sulla veste sembra poi più un'opera di fantasia che la rappresentazione dello stemmaSagredo a cui pare assomigliare; tant'è che i tratti di Nicolò Sagredo, doge tra1675 e l676,ap-paiono del tutto diversi a quelli del piccolo dipinto triestino, il quale può essere d'altronde av-vicinato a molti volti generici di personaggi del palmarino come il Giuseppe della menziona-ta pala di Comeno (cfr. Serbelj, Barocno slíkarstvo na Goriíkem, cit., p. 128) o a quelli trattidalle stampe tiepolesche dove "Bison, pur dimostrandosi in linea con una delle più fecondesuggestioni, reinventa la tematica di genere della'testa idelale studiandone gli effetti di reci-proco adattamento in nome della poetica settecentesca della 'variazione"' (F, Magani, Giu-seppe Bernardino Bison pittore e disegnatore,in Giuseppe Bernardino Bison pittore e dise-gnatore, cit.,p. 47).

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IND I CE

Paolo CasadioProfilo di Gianfrancesco da Tolmezzo (1450 ca - 1511)

Elisabetta FrancescuttiPellegrino da San Daniele e I'altare ligneo di Aquileia

Enrico LuccheseJoseph Heintz il giovane autore della Pianta della città di Udinecon un aggiornamento su alcuni dipintidella Galleria d'Arte Antica e in regione

Matteo GardonioI Rimorsi di Caino di Vincenzo Luccardie le opere dello scultore presso i Musei Civici .

Daniela CecuttiLe armi islamiche della collezione Mauronernei civici musei di Udine

Elio Varuttill cramàr Morocutti da Zenodis,l'imprenditore fabbriledi Canal da Malborghetto ed altre storie di cramarìa

Lorenzo NassimbeniLa mia camicia rossa. Note biografiche sul musicistae patriota udinese Luigi Pantaleoni

Alessandro PesaroLa libra planimetrica di Giovanni Giacomo Marinoni.Il rilievo agrimensorio del XVIII secolo e la ricercadi una soluzione non calcolata per il computo dell'area

Marco StefaniA proposito delVillaggio di Chiavris di Marco Moro

Fabiola Beretta

Pag. 7

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Hans Tietze e la nascita della Kunstschutzgruppenei territori occupati dopo Caporetto ... ,, 199