Il culto della fertilità dei campi in Osea

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In diversi passaggi della Bibbia (tutti i libri profetici) troviamo diversi indizi che ci descrivono, seppur sinteticamente, cos'erano, com'erano e dove avvenivano i riti politeisti. è divertente sapere che proprio partendo dal testo monoteista è possibile avere diverse informazioni e ricostruire l'eredità politeista... Prima di trattare a fondo Ezechiele, citerò brevemente i profeti minori, scegliendo in particolare Osea (2,4 e successivi); in questo libro troviamo la celebre metafora del Dio sposo di Israele (vista come una prostituta infedele); sorvolando sull'ovvia metafora sessuale (e sulla misoginia esplicita, visto che le caratteristiche negative sono affibiate alla città di Israele, qui simboleggiata da una donna che rifiuta il Dio Jahvè per darsi a tutti gli altri Dei...) è interessante vedere come proprio da questi versetti possiamo vedere 1

Transcript of Il culto della fertilità dei campi in Osea

In diversi passaggi della Bibbia (tutti i libri profetici) troviamo diversi indizi che ci descrivono, seppur sinteticamente, cos'erano, com'erano e dove avvenivano i riti politeisti. è divertente sapere che proprio partendo dal testo monoteista è possibile avere diverse informazioni e ricostruire l'eredità politeista...

Prima di trattare a fondo Ezechiele, citerò brevemente i profeti minori, scegliendo in particolare Osea (2,4 e successivi);

in questo libro troviamo la celebre metafora del Dio sposo di Israele (vista come una prostituta infedele); sorvolando sull'ovvia metafora sessuale (e sulla misoginia esplicita, visto che le caratteristiche negative sono affibiate alla città di Israele, qui simboleggiata da una donna che rifiuta il Dio Jahvè per darsi a tutti gli altri Dei...) è interessante vedere come proprio da questi versetti possiamo vedere

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traccia di un antico culto agricolo, dedicato all'uva.

Infatti:

"Accusate vostra madre, accusatela, perché essa non è più mia moglie e io non sono più suo marito! Si tolga dalla faccia i segni delle sue prostituzioni (*) e i segni del suo adulterio dal suo petto (**) [...] La loro madre si è prostituita [...] Essa ha detto: seguirò i miei amanti (***) che mi danno il mio pane e la mia acqua, la mia lana e il mio lino, il mio olio e le mie bevande"

(*) Probabilmente le Sacerdotesse si dipingevano il volto con qualche segno in modo da rendersi riconoscibili. Qui il profeta, per bocca di Jahvè, si sta scagliando proprio contro Israele che rappresenta la donna politeista che

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sceglieva le divinità cananee. Già in Isaia si trovava un lungo elenco di ornamenti indossati dalle "donne insuperbite" = Sacerdotesse.(**) E indossavano anche collane, o qualche segno, proprio sul petto. (***) Le Divinità Cananee. Qui sono associate al pane (nutrimento), acqua, lana e lino, olio e bevande: probabilmente i Cananei adoravano Dei e Dee chiedendo loro di concedere questi premi.

"Farò cessare tutte le sue gioie, le feste, i noviluni (*), i sabati, tutte le sue solennità. Devasterò le sue viti e i suoi fichi (**) di cui essa diceva "Ecco il dono che mi hanno dato i miei amanti" [...] Le farò scontare i giorni dei Baal (***) quando bruciava loro i profumi, si adornava di anelli e di collane (****) [...] mentre dimenticava me!"

(*) Altro indizio che ci dice che il culto a Baal si svolgeva nei noviluni.(**) Sul fico, vedi l'analisi che ne fa Jacques Brosse;

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"Portatore di frutti così suggestivi, dal senso osceno (il fico assomiglia allo scroto e semiaperto, a una vagina) il fico era

considerato un albero impuro. Sappiamo per esempio che se un fico spuntava per caso sul tempio della Dea Dia, antica divinità latina dei campi assimilata a Cerere/Demetra, bisognava non

soltanto estirpare l'albero ma anche distruggere il tempio diventato impuro.

Si racconta che il famoso misantropo Timone di Atene si presentò all'assemblea e salì sulla tribuna degli oratori:

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"Io ho una piccola area fabbricabile, o cittadini ateniesi, ove è cresciuto un fico a cui molti abitanti di questa città si sono già

impiccati. Siccome sarebbe mia intenzione costruire in tale posto, desidererei preavvertirvi pubblicamente, affinché se

qualcuno di voi volesse impiccarvisi, lo faccia prima che il fico sia stato abbattuto"

Malgrado fosse per alcuni versi impuro e nefasto tuttavia il fico era ritenuto un albero oracolare. Un frammento di Esiodo,

citato da Strabone, mette in rapporto diretto la vita di Calcante, l'indovino della guerra di Troia, con un fico. A Roma erano

venerati molti fichi sacri. Plinio ne ricorda uno che si trovava davanti al tempio di Saturno.

Al fico si attribuiva un rapporto con il latte, per via del fatto che i fichi contengono un succo dall'aspetto latteo

(un tempo usato contro le verruche) e secondo Plinio sembra che un fico fosse stato piantato vicino al tempio di Rumina, Dea

dell'allattamento. Inoltre il fico era considerato un albero pseudofallico, e in tal caso, il "latte" sarebbe considerato

sperma, in questo caso, quello del Dio Marte, cui il fico era consacrato. C'è un'altra leggenda sul concepimento di Romolo e Remo, riferita da Plutarco: "Scaturì dal focolare di Tarchezio, re

di Albalonga una forma di membro virile e vi rimase parecchi giorni. Avendo consultato un oracolo sul significato di quel

fenomeno, Tarchezio si sentì rispondere che sua figlia, che era ancora da sposare (era vergine, essendo vestale) doveva subire

la compagnia di quel mostro perché ne sarebbe nato un figlio famoso per il suo valore, che avrebbe superato tutti per la

forza. Tarcheziò ordinò alla figlia di avvicinarsi al mostro ma essa si rifiutò e mandò al suo posto una delle sue ancelle.

Tarchezio si adirò, e le fece rinchiudere tutte e due per farle morire. Ma Vesta, Dea del focolare, apparve in sogno al re e gli

proibì di farlo. L'ancella partorì quindi due bei gemelli che Tarchezio consegnò a Terazio, per farli morire."

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Si potrebbe supporre che il "membro virile" senza corpo fosse fatto di legno di fico, e il fico quale albero di Marte sarebbe

quindi il padre di Romolo e Remo.Anticamente Marte era un Dio della natura in fiore, nato da

Giunone unitasi con un fiore (e non con Giove), di conseguenza presiedeva alla rinascita primaverile della vegetazione e alla

rinascita degli alberi. Oltre al fico, gli erano consacrati il corniolo, il lauro e la quercia, mentre i suoi animali erano il lupo e il

picchio che tra l'altro ebbero la funzione di nutrici dei gemelli divini.

Il fico era anche l'albero di Dioniso, il Dio della linfa e dei succhi, ed era anche rivendicato da Priapo, il Dio fallico per

eccellenza, e protettore dei giardini. Col legno di fico si scolpivano i falli portati in processione e il fico era collegato al

capro: a Roma il fico selvatico si chiamava "Caprificus" da "caper", capro.

Quando in occasione di una calamità pubblica si sacrificavano un uomo e una donna come capri espiatori, l'uomo portava una

collana di fichi neri, la donna una collana di fichi bianchi. Durante le Targelie, feste di Apollo e Artemide che si

celebravano ad Atene in maggio-giugno i profani venivano scacciati con rami di fico."

è comunque pianta fallica. L'uva era associata alla Dea, per esempio Tanit.

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Tutto lascia pensare che agli Dei si offrissero questi frutti o che gli Dei cananei concedessero questi frutti, come segno di prosperità.(***) Baal al plurale: i tanti Dei maschili della fertilità; Baal non è nome proprio di un Dio in sé, ma titolo con cui chiamare questo o quel Dio maschile e fallico. Infatti più avanti nel testo (2,19 si dice "Le toglierò dalla bocca i

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nomi dei Baal che non saranno più ricordati"; è divertente vedere come in realtà, per tutto il libro di Osea, Jahvè, identificandosi con il marito che ama la moglie infedele, assuma proprio le caratteristiche di un Baal della virilità geloso di un altro Baal che giudica meno virile di lui! La stessa metafora, quella dello sposo, è ripresa dall'odioso gesù - vedi nuovo testamento Matteo 9, 15 - Giovanni 3,29; dal momento che gesù si presenta come lo "sposo" questo enfatizza il suo ruolo virile e spermatico: lo sposo, il marito, è colui che fa sesso con la moglie e la feconda; in gesù poi la maschietà è ulteriormente enfatizzata per la credenza cattolica dell'ipostasi, la duplice natura: divina e umana - ma solo maschile)

L'idolatria fallica geovista: cristo re

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(****) Qui la gelosia del Dio Jahvè raggiunge il suo apice: Israele ha preferito adorare altri Baal e non lui, adornandosi di anelli e collane (probabilmente emblemi

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della casta sacerdotale femminile)

Osea 3,1: "Il Signore mi disse ancora: "va', ama una donna che è amata da un altro ed è adultera; come il Signore ama gli Israeliti ed essi si rivolgono ad altri Dei e (che) amano la schiacciata d'uva" (*)

Osea 3,12: "Il mio popolo consulta il suo pezzo di legno (**) e il suo bastone gli dà il responso, poichè uno spirito di prostituzione li svia, e si prostituiscono, allontanandosi dal loro Dio, sulla cima dei monti (***) fanno sacrifici e sui colli bruciano incensi, sotto la quercia (****), i pioppi e i terebinti, perché buona è la loro ombra."

(*) Un Dio dell'uva o da pregare per avere raccolti abbondanti? Un Baal dei vignaioli? Si tenga presente che anche il pestilenziale gesù riprende il tema della vigna e dei vignaioli. Ravasi commenta "è un rimprovero ad Israele per avere un atteggiamento religioso insensato, provocato dal desiderio di una buona raccolta di vino."(**) Pratiche divinatorie eseguite con oggetti di legno. Cosa potevano essere?(***) Gli Dei dei cananei, specialmente della fertilità, erano adorati sui monti. Vedi anche la stranissima storia della figlia di Iefte che prima di essere sacrificata "va sui monti a piangere la propria verginità": perché andare sui monti a "piangere" la verginità? Forse per offrirla a Baal, notoriamente adorato sulle alture?

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per leggere l'intera esegesi vedi:

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(****) Altro albero fallico, connesso anche agli Dei del tuono e del lampo. Prerogative dello stesso Jahvè e della sua versione coranica tra l'altro, visto che entrambi sono Dei che "governano la tempeste contro i miscredenti e gli infedeli" - vedi anche la storia di Giona 1,4: "Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta [...] Sono ebreo, e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra."; o ancora: "egli arma le mani di folgori e le scaglia contro il bersaglio; lo annunzia il suo fragore, riserva d'ira contro l'iniquità, udite udite il rumore della sua voce, il fragore che esce dalla sua bocca, il lampo si diffonde sotto tutto il cielo e il suo bagliore giunge ai lembi della terra, dietro di essi brontola il tuono, mugghia con il suo fragore maestoso e nulla arresta i fulmini..." (Giobbe, XXXVI, 32 - XXXVII,7)

per i riferimenti coranici vedi:

Sura LXIX, 5-6 "L'ora che sta per arrivare", Allah stermina i miscredenti con folgore vento...

Sura LI,1-4 "Venti che spargono": "Lo giuro per i venti che spargono/ e le per portatrici del peso, le nuvole/ e per quelle che agilmente vogano/ e per quelli che trasmettono ordini."

Sura XLVI,24 "Al-Ahqaf": "Si accorsero di una nuvola che si dirigeva verso le loro valli. Esclamarono: ecco una nuvola che passa: sta per piovere su di noi. Ma non era una nuvola:

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era quello di cui volevano affrettare la venuta: era un ciclone, pregnante di castigo doloroso."

Sura XLI,13 "Furono esposti chiaramente": "Si allontanano? annuncia loro: attenzione, io vi avverto che verrà un fulmine come venne agli Ad e ai Thamud!"

Sura XXXV,9 "Al Fatir, oppure il Creatore": "è Dio colui che scatena i venti che sollevano nubi, che poi sospingiamo (plurale maiestatis: Noi = Allah che parla di sé al plurale) verso una terra morta. Poi Noi ridoniamo la vita alla terra dopo la sua morte. Ecco, in tal modo ci sarà la resurrezione."

che lasciano intendere un "dio dei venti", dei fenomeni atmosferici. Esattamente come Adad/Teshub, armato di fulmine trifido!

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Osea 4,14: "Essi stessi si appartano con le prostitute e con le prostitute sacre offrono sacrifici" = chiarissimo monito! Gli israeliani maschi ricorrono alle Sacerdotesse (le Ierodule - Si noti che all'inizio Jahvè ordina ad Osea di sposare una Ierodula - Gomer)

Osea 7,14: "Si fanno incisioni per il grano e per il mosto e intanto si ribellano contro di me (Jahvè)" = passaggio interessante: forse per propiziarsi questi Baal del raccolto e della prosperità del grano e del mosto ci si faceva incisioni sul corpo? O Tatuaggi? Scarificazioni su modello di quelle africane? Anche a 1 Re 18,28 e Geremia 16,6 - 41,5 si parla di lacerazioni rituali.

Sempre da Osea sappiamo poi che a Samaria si venerava il vitello

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e che "Hai praticato la prostituzioni, abbandonando il tuo Dio, hai amato il prezzo della prostituzione su tutte le aie da grano" (Osea 9,1): rito di festa agricola? Sembrerebbe che sulle aie da grano si festeggiasse qualcosa. C'è poi un'altra stranezza, a Osea 13,7-8 : Dio si paragona a diversi animali: un leone, un leopardo, un' "Orsa privata dei figli", una "leonessa (che divora)": l'orsa era associata alla Dea Artio e anche ad Artemide;

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ma sembra improbabile che gli Israeliti fossero a conoscenza di culti dedicati all'orsa, cosi' lontani da loro; tuttavia non è improbabile - anzi ne sono certa - che fossero a conoscenza della Dea Sekhmet, la Dea Leonessa egiziana:

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in fondo erano stati schiavi degli egiziani e difatti il riferimento appare anche in Osea 13,4: "Eppure io sono il Signore tuo Dio, fin dal paese d'Egitto, non devi conoscere altro Dio fuori di me": è singolare che qui il Dio degli ebrei, il supposto dio unico, si cuci addosso, per descriversi, la metafora della leonessa divorante: "Li divorerò come una leonessa". Sembra che invidi Sekhmet e voglia rubarle il look, no??

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Il libro di Osea si chiude con un versetto "Faranno rivivere il grano, coltiveranno le vigne", che lascerebbe intendere che la furia del Dio Jahvè sia nata proprio perché il suo popolo, invece di invocare lui come "Baal della prosperità dei campi", ha invocato qualcun altro. Ancora una volta la Bibbia è chiara: si impone ad Israele la monolatria (adorazione di un unico dio, scelto tra i tanti disponibili) e non del monoteismo (affermare che vi è un solo dio): del resto perché Jahvè se la sarebbe presa cosi', contro tutti quei Baal (che dovrebbero essere inesistenti!), se non fosse stato geloso di Dei che esistevano realmente? E soprattutto, se Jahvè fosse stato davvero un dio cosi' amabile perché mai il suo popolo ogni 2x3 andava a scegliersi altri Dei? Io la risposta ce l'ho...

FONTI: per quanto mi riguarda ho letto Osea (+ commento) sui libroni di Ravasi

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per la precisione il volume VIII. Comunque, per chi lo preferisce, Osea è leggibile su qualsiasi sito cristiano, basta che lo cercate; c'è ovviamente la versione dei geovisti (i nostri sono infaticabili stakanovisti, traducono la bibbia in tutti i dialetti del mondo!!!) disponibile in pdf (un bel volume di 1668 pagine + divertente capitolo finale anti-cattolicesimo - ah! gli Dei benedicano il lavoro anti-cattolicesimo che i geovisti fanno a beneficio di tutti!!!)

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Qui riporto gli stralci; il testo è simile alla versione cattolica curata da Ravasi, tranne in un passaggio:

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Nota: qui i geovisti traducono con il termine "leone" e non "leonessa", che invece si trova in Ravasi

Riferimenti atmosferici a Jahvè, visto come dio della pioggia:

e come dio che lancia la tempesta, il grande vento, sul

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mare:

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