Il Codice Borghesiano 376: frammento di una fonte catastale dell'episcopato di Iesi della fine del...

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STUDIA PICENA LXXIII 2008 ANCONA

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STUDIA PICENA

LXXIII

2008

ANCONA

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MAELA CARLETTI

IL CODICE BORGHESIANO 376:FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

DELL’EPISCOPATO DI IESIALLA FINE DEL DUECENTO (*)

Il Borghesiano 376 della Biblioteca Apostolica Vaticana èun manoscritto mutilo della fine del XIII secolo che contieneuna ricognizione, promossa nel 1295 da Leonardo vescovo diIesi, relativa ai beni di pievi, chiese e monasteri, tenuti a corri-spondere all’episcopato una tassa su terre, selve, vigne, cannetie mulini e per i parrocchiani (1).

In questa sede non è mia intenzione offrire un quadro com-pleto delle chiese e delle fondazioni monastiche che, nell’ambi-to della diocesi iesina, avevano obblighi nei confronti dell’epi-scopato e neppure discutere sulle singole istituzioni, sulle quali

(*) Il contributo è stato edito come saggio da Eum, edizioni Università di Macerata2008. Ringrazio l’Università che ne ha permesso la pubblicazione anche in questa sede.

(1) Il manoscritto è stato recensito in Codices Burghesiani Bibliothecae Vaticanae,a cura di A. MAIER, Città del Vaticano 1952 (Studi e testi, 170), p. 428: « An. 1295,membr., mm. 450 × 320, ff. 8, col. 1. Liber, in quo continentur appassus et mensurapossessionum, summas (!) et extimationes parochianorum et allibrationes omniumecclesiarum quae in collectis et datiis Aesino <id est Aesinensi> episcopo responderetenentur extimando plovinam terrae quadraginta solidorum, plovinam vineae quatuorlibrarum, et pro quolibet parochiano quinque solidos, factus tempore venerabilis inChristo patris domini Leonardi episcopi civitatis Aesii (ita titulus miniatus). <Prolo-gus> inc. (f. 1r) NE per ignorantiam aliquos clericos nostre dictioni subiectos; des. adhec notarij cum dicto çampa specialiter deputati. Sub anno domini .Mille.CC.lxxxxv.Indictione .viii. Tempore domini Bonifatij pape .octavi. <Liber> inc. (ib.) MOnaste-rium Sancti Iohannis antignani Habet in fundo campi rotundi; des. (f. 8v) (de ecclesiasancti andree lauretelli) Habet xij parrochianos additis, in ima pagina, verbis: Summalibrarum istius quaterni M-iiijCentum-xxxj-libre. Titulus minio exscriptus, litterainitialis minio et subnigro, litterae maiores et magnae minio depictae. In marginibusadditiones valorum indicatorum in textu. In calce ultimae paginae manu librarii ad-ditum est verbum Plebs eo modo, quo in fine fasciculorum prima insequentis fasci-culi verba indicari solebant. Integumentum membranaceum ».

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mi riservo di tornare in altro momento, utilizzando anche al-tre fonti utili a ricostruirne la storia successiva a questo perio-do. Per ora, il mio obiettivo è richiamare l’attenzione su unafonte finora quasi ignorata, che appare invece di notevole im-portanza per la ricostruzione della struttura diocesana di Iesialla fine del XIII secolo. Di tale fonte si offre qui l’edizionecompleta (2).

Benché si tratti di un frammento, il documento presenta leproprietà di istituzioni ecclesiastiche di notevole interesse. Leregistrazioni riguardano il territorio a monte della città. Ladescrizione si sviluppa in senso orario. Mancano i dati relativialla città e al territorio a valle, comprendente le pievi di Mon-sano, San Marcello e Santa Maria delle Ripe (o in Serra). Fat-ta eccezione per le abbazie di San Giovanni di Antignano eSant’Apollinare, attribuite dagli storici alla pievania di Castel-bellino, ma che posseggono diversi terreni ubicati nella pieva-nia di Versiano e che, per questo, vengono descritte all’iniziodell’elenco, per il resto, il punto di riferimento dei redattoridell’appassus, è la circoscrizione plebale. Come è noto, nel XIIIsecolo la chiesa plebale, nonostante il fenomeno dell’incastel-lamento avesse determinato inevitabili cambiamenti, continuaad essere depositaria esclusiva del diritto battesimale e centrodi distrettuazione territoriale. Iniziando da est, sulla destra delfiume Esino, dopo San Giovanni di Antignano e Sant’Apolli-nare, il nostro estimo elenca 8 chiese della pieve di Versiano,altre 8 della pieve di Massaccio, 10 della pieve di Castelbellino

(2) L’estimo del 1295 ha destato l’interesse solo di alcuni studiosi di storialocale, don Costantino Urieli, Alvise Cherubini e Virginio Villani, per i quali siveda, in particolare: C. URIELI, La realtà jesina nell’età feudale, in Istituzioni esocietà nell’alto medioevo marchigiano. Atti del Convegno Ancona-Osimo-Jesi, 17-20ottobre 1981 (Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche,86/1981), 2 voll., Ancona 1983, pp. 551-568; ID., Jesi e il suo contado, I/2, Jesi1988, pp. 319, 359, 383-386; ID., Jesi e il suo contado, II, Jesi 1982, pp. 142, 146-150; ID., La chiesa di Jesi, Jesi 1993, in particolare alle pp. 43, 146-147, 156-158;A. CHERUBINI, Il sistema plebano nella Vallesina, in Nelle Marche Centrali. Territo-rio, economia, società tra Medioevo e Novecento: l’area esino-misena, 1, a cura diS. ANSELMI, Jesi 1979, pp. 389-427; ID., Le antiche pievi della diocesi di Jesi, in Lepievi nelle Marche, in « Studia Picena », 56 (1991), pp. 229-382; V. VILLANI, Inse-diamento, economia e società, in Maiolati Spontini. Vicende storiche di un castellodella Vallesina, a cura di V. VILLANI - C. VERNELLI - R. GIACOMINI, Maiolati Spon-tini 1999, pp. 11-266.

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e 12 della pieve di Montecarotto, la prima ubicata sulla spon-da sinistra del fiume (3).

Tale documento, comunemente detto « catasto », è quindiuna indagine relativa agli effettivi possedimenti delle istituzionidipendenti dall’episcopato, con finalità preminentemente fiscali,la cui redazione si collega a una tendenza in atto in queglianni. Anche i comuni di Iesi, Osimo, Macerata, Fano hannogià predisposto o predispongono la compilazione di catasti (4).

(3) In generale, sulla fisionomia delle pievi nelle Marche, si veda A. VASINA,Aspetti e problemi di storia plebana nelle Marche (secc. IX-XIV), in « Studia Picena »,45 (1978), pp. 1-50. Per la realtà iesina, si veda CHERUBINI, Il sistema plebano e ID.,Le antiche pievi.

(4) L’Archivio storico comunale di Iesi conserva numerosi frammenti di catasticompilati dal comune in epoche diverse. Aurelio Zonghi, che negli anni 1878-1880ha riordinato l’Archivio, li ha classificati come Catasti, voll. I-V, trovando non pochedifficoltà per l’individuazione dei luoghi e la datazione dei manoscritti, tutti privi diprecise indicazioni circa l’anno di compilazione. Recentemente, Alvise Cherubini haripreso i volumi e, grazie a una maggiore cognizione del territorio iesino e alla ac-cessibilità ad informazioni non disponibili allo studioso fabrianese alla fine del XIXsecolo, ha chiarito molti punti (si veda A. CHERUBINI, Osservazioni sugli antichi cata-sti jesini, Jesi 1980, testo dattiloscritto conservato presso la Biblioteca Planettiana diIesi: MARCHE, 2D178). I volumi I e II, nei quali vengono censiti i beni rustici degliabitanti di Iesi e di altri centri del contado, risultano omogenei per contenuto easpetto. Circa la datazione, il Cherubini propone la fine del XIII secolo, accettandola tesi del Menicucci che data il catasto iesino al 1294. Inoltre, anche se manca unaqualsiasi firma del redattore, la somiglianza dei caratteri grafici rende verosimile l’at-tribuzione della compilazione al notaio Angelo di Giacomo di Attone di Albertuccio,attestato a Iesi dal 1293 al 1304, e che nel 1295 redige l’estimo per il vescovoLeonardo (cf. nota 22). Si veda F. MENICUCCI, Memorie istoriche della terra di Mas-saccio dall’epoca del suo risorgimento da Cupra-Montana fino al tempo presente, Fer-mo 1793, p. 59. Per quanto riguarda i restanti volumi III-V, contengono frammentidatati o databili al XV secolo. Un ulteriore catasto del 1441 è conservato in copia inIESI, Archivio Storico Comunale (d’ora in avanti ASC), Collezione Pergamene, n. 337.Sull’argomento si veda anche G. ANNIBALDI, San Benedetto e l’Esio. Reminiscenzemonastiche, Jesi 1880, p. 129; URIELI, Jesi e il suo contado, I/2, p. 319; ID., Jesi e ilsuo contado, II, pp. 8-9, 256-257, 340; E. ARCHETTI, Ricchezza fondiaria e aspettisociali in un castello del contado di Jesi tra XIII e XIV secolo, in Scritti in onore diEnzo Piscitelli, a cura di R. PACI, Padova 1982, pp. 23-60 che prende in esame laparte del catasto relativa al castello di Massaccio, e i contributi di Renzo Paci Laproprietà comunale a Jesi nel Quattrocento e Proprietà terriera e società a Jesi nellaseconda metà del Quattrocento, in R. PACI, Cittadini e campagnoli nelle Marche di etàmoderna, Macerata 2002, pp. 49-122. In generale, sulle fonti catastali dell’Italia centra-le, si veda S. ANSELMI, Censimenti e catasti in età preindustriale: l’Italia centro-orientale (secoli XIII-XV), in « Proposte e ricerche », 3-4 (1979), pp. 71-78; Cata-sti marchigiani: fonti e metodi. Il seminario di San Leo (11 giugno 1981), a cura diB. G. ZENOBI, in « Proposte e ricerche », 8 (1982), pp. 5-134; Le fonti censuarie ecatastali tra tarda romanità e basso medioevo: Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Mar-

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In particolare, il catasto del comune di Iesi della fine del XIIIsecolo elenca i beni delle famiglie residenti in città e nei castel-li, generalmente distinte per parrocchie di appartenenza, a lorovolta raggruppate per distretti plebani. Anch’esso non è com-pleto, mancando i dati relativi alle pievi di Monsano, Monteca-rotto e Santa Maria delle Ripe. Da notare che, per quanto ri-guarda le pievi presenti in entrambe le fonti, non sempre c’èconcordanza nel numero delle chiese che appartengono a cia-scuna pieve. Secondo Villani il fatto che alcune chiese sianoelencate nel catasto comunale, mentre non figurano nell’estimodel 1295 è indice che queste non avevano beni e pertanto nonpagavano la decima (5).

Tuttavia, se da un lato è indubbia l’influenza esercitata dalleesperienze prodotte dalle istituzioni comunali, dapprima in To-scana, poi nel resto dell’Italia centrale e settentrionale, dall’altroè altrettanto evidente la peculiarità di questa fonte ascrivibile aquella congerie di « elenchi, di tipo catastale, dei beni fondiariposseduti, dei redditi e dei censi che vi erano assisi » prodottida vescovi e capitoli a partire dal Duecento (6).

che, San Marino, a cura di A. GROHMANN, Roma 1996, e A. GROHMANN, L’imposizio-ne diretta nei Comuni dell’Italia centrale nel XIII secolo. La Libra di Perugia del1285, Perugia 1986, in particolare alle pp. 1-18. Per il perduto catasto di Osimo, dicui si ha notizia da un documento del 1228 contenuto nel Libro rosso della città, eil successivo catasto risalente ai primi anni del 1300, si veda: F. PIRANI, Rilevazionefiscale e possesso immobiliare a Osimo tra XIII e XIV secolo, in Le fonti censuarie,pp. 98-114. Per il catasto di Macerata dell’anno 1268, si veda E. SARACCO PREVIDI,Per una ricerca sulla situazione economica e sociale in un catasto dell’anno 1268, in« Studi Maceratesi », 10 (1974), pp. 173-191; EAD., I possessi immobiliari in un cata-sto maceratese del 1268, in « Atti e memorie della Deputazione di Storia Patria perle Marche », s. VII, vol. IX (1975), pp. 169-189. Per i catasti di Fano, tra i quali ipiù antichi datati alla metà del XIII secolo, si veda A. M. GIRELLI, I catasti di Fanodal XIII al XVIII secolo, Verona 1971.

(5) VILLANI, Insediamento, p. 51 nota 70, in cui l’autore si riferisce, in particola-re alla chiesa di Santa Maria de Casellis che compare nel catasto comunale del 1294,ma non nell’estimo vescovile del 1295.

(6) P. CAMMAROSANO, Italia medievale. Struttura e geografia delle fonti scritte,Roma 2000, p. 227. Nonostante negli ultimi anni si registri un forte impulso allostudio della documentazione episcopale, si riscontrano ancora gravi carenze: si veda Iregistri vescovili dell’Italia settentrionale (secoli XII-XV). Atti del Convegno di Studi(Monselice, 24-25 novembre 2000), a cura di A. BARTOLI LANGELI e A. RIGON, Roma2003 (Italia Sacra. Studi e documenti di storia ecclesiastica, 72). Un tentativo diricostruzione di fonti catastali è stato fatto per la diocesi di Ascoli da M. CAMELI,Sulle tracce del « Liber catasti » della chiesa Ascolana: una ipotesi di ricostruzione, in

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A Iesi, tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, sisuccedono due grandi figure di presuli, seppur molto diversetra loro. Leonardo viene trasferito nel 1295 dalla sede di Alatri,dove ricopre l’ufficio dal 1290, e rimane a capo della diocesiiesina fino al 1313, anno della sua morte. A Iesi prende il po-sto di Giovanni, eletto nel 1289 e nel 1295 trasferito ad Osi-mo, sua patria. Leonardo, una volta trasferito da Alatri a Iesi,svolge tutta la propria attività all’interno della diocesi, interes-sandosi anche della vita del comune (7). Durante il suo episco-pato, infatti, si intensifica l’attrito tra vescovo, comune e vassal-

« Rivista di storia della Chiesa in Italia », 56 (2002), pp. 349-376, che ha cercato diindividuare in una serie di fascicoli più o meno compiuti di provenienza molto di-versa dell’Archivio capitolare, la presenza di un Liber catasti, concludendo che, per idati quantitativamente esigui, non si possa parlare per il XIII secolo di « una verapolitica documentaria della Chiesa ascolana » benché dallo studio del complesso ma-teriale potranno venire spunti per la ricostruzione della sua attività. Sempre nelleMarche, presso la curia vescovile di Senigallia, sono conservati numerosi codici pro-dotti dal vescovo della città tra XIV e XVI secolo; tra questi si segnalano, in parti-colare, i codici Iura episcopatus, Codex Elephantis, e l’ultima parte del Codex Papave-ris (risultante, come altri codici del fondo, dall’unione di fascicoli originariamenteappartenenti a manoscritti oggi perduti) che rappresentano una sorta di catasto deibeni del vescovo, contenendo una serie di elenchi, distinti per luogo, in cui figuranotutte le possessioni, terre, case e chiese sulle quali egli esercita la giurisdizione tra lafine del XIV e l’inizio del XV secolo. Diversamente dal caso iesino, tuttavia, neicodici di Senigallia non viene indicata la stima dei beni: si veda I codici della curiavescovile di Senigallia (secoli XIV XV), tesi di laurea di M. CARLETTI, Università diRoma « La Sapienza », Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari, a.a. 2006-2007.

(7) Per Leonardo, si veda F. UGHELLI, Italia sacra sive de episcopis Italiae etinsularum adiacentium, I, ed. aucta et emendata cura et studio N. COLETI, Venetiis1717 (ristampa: Forni 1972), coll. 282, 292 e C. EUBEL, Hierarchia catholica mediiaevi sive Summorum Pontificum, S.R.E. Cardinalium, Ecclesiarum Antistitum series abanno 1198 usque ad annum 1431 perducta, I, ed. altera, Monasterii 1913, pp. 75, 79.Per notizie più ampie, si veda almeno URIELI, Jesi e il suo contado, I/2, pp. 316-317,319, 323-326, 359-361, 365-366; ID., Jesi e il suo contado, II, pp. 126-127, 151-152;ID., La chiesa di Jesi, pp. 146-151, 176-177, 183-196. Diversamente da Leonardo, ilvescovo Giovanni viene spesso chiamato fuori della diocesi a risolvere particolarisituazioni su incarico del pontefice Nicolò IV, come nel 1288 quando va ad Ascoli,città natale del pontefice, a sedare le tensioni createsi tra opposte fazioni, oppure nel1290 quando viene inviato come inquisitore in Ungheria: si veda UGHELLI, Italiasacra, I, coll. 280, 502; EUBEL, Hierarchia catholica, I, pp. 75, 120. Per notizie piùampie, si veda almeno C. GRILLANTINI, Storia di Osimo, I, Pinerolo 1957, pp. 133-136; URIELI, Jesi e il suo contado, I/2, pp. 353-359 (l’autore data l’elezione al 1288);ID., La chiesa di Jesi, pp. 143-145. Nel Registro Vaticano n. 47 si leggono le letteredi Bonifacio VIII che comunica al vescovo Leonardo il trasferimento alla sede diIesi e al vescovo Giovanni il trasferimento alla sede di Osimo: si veda l’Appendice,docc. 2-3.

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li: da tempo il presule è pressato dall’insistente tentativo daparte del comune di annettere alla propria giurisdizione castellie ville di pertinenza vescovile e contestualmente si registra lavolontà dei vassalli di sciogliere i vincoli, soprattutto di caratte-re economico, che li legano al vescovo, tanto da risultare addi-rittura pericoloso, per il presule e i suoi rappresentanti andarein quei luoghi (8). Pertanto, Leonardo decide di chiedere al papaBonifacio VIII il consenso a vendere al comune di Iesi tutti idiritti feudali, non la proprietà, su un ampio territorio com-prendente Montecarotto, Poggio San Marcello, San Benedettodei Frondigliosi e le ville di Tassanare e Santa Mustiola, al prez-zo di 3000 libre. Il 9 settembre 1300 il rettore della MarcaNapoleone Orsini affida agli abati Corrado di Santa Maria diCastagnola e Angelo di Sant’Elena e a Giovanni priore secolaredella chiesa di San Benedetto dei Frondigliosi, cappellano dellostesso Napoleone, il compito di esaminare attentamente la que-stione e, quindi, accettare o meno la richiesta del vescovo. Nel-l’archivio storico del comune rimane oggi l’inchiesta eseguitanel 1301 dagli abati e dal priore, conservata in una serie dinove pergamene, un tempo cucite a formare un rotolo, nellequali vengono illustrati i momenti salienti della vertenza, comel’elezione di rappresentanti compiuta da tutte le parti in causae le dichiarazioni dei testimoni chiamati a rispondere circa ireali rapporti tra il vescovo e i suoi vassalli (9). Successivamente,

(8) Cecconi narra che nel 1301 Leonardo, assalito dagli abitanti di Poggio SanMarcello e Montecarotto, riesce a liberarsi solo grazie all’intervento di Rinaldo Simo-netti, nobile iesino a capo della fazione guelfa: si veda G. CECCONI, Cenni storico-genealogici della famiglia Simonetti, Osimo 1876, p. 3.

(9) IESI, ASC, Collezione Pergamene, n. 186. Sulla questione si veda, in partico-lare, ANNIBALDI, San Benedetto e l’Esio, pp. 107-108; URIELI, Jesi e il suo contado,I/2, pp. 316-317. Il documento riporta inserta anche la lettera del rettore NapoleoneOrsini datata 9 settembre 1300. Queste le parole che introducono l’inchiesta: « Innomine Domini, amen. Hic est quaternus actorum factorum et habitorum coramreligiosis et providis viris donno Corrado de Castangnola Cisterciensis et donno An-gelo S(ancte) Elene Camandulensis Ordinum monasteriorum abbatibus, ac providoviro domino Iohanne priore secularis ecclesie S(ancti) B<e>n<e>dicti de Flondeliosis,cappellano venerabilis patris domini Neapoleonis S(ancti) Adriani diaconi cardinalisappostolice sedis legati ad infrascripta ab ipso domino legato specialiter deputatissuper compositionem seu commutationem faciendam per venerabilem patrem domi-num Leonardum Dei gratia Esinum episcopum cum co(mun)i Esino de hominibuset vassallis Podii S(ancti) Marcelli et Montis Arcerupte castrorum et S(ante) Mustiole

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il 14 settembre dello stesso 1301, il comune di Iesi elegge unsuo rappresentante con il compito di far rispettare il mandatodel legato Napoleone Orsini: annullare tutte le condanne cuifossero incorsi gli uomini dei castelli e delle ville oggetto dellacontroversia, sia da parte del comune che del vescovo, e nonrichiedere loro il pagamento di alcuna tassa per i prossimi dueanni in risarcimento delle 3000 libre di ravennati e anconetaniaggiudicati al vescovo (10).

Pare verosimile che Leonardo abbia utilizzato la somma ot-tenuta dal comune per l’acquisto di alcune terre e di una casa,come testimonierebbero cinque contratti stipulati tra il gennaioe l’agosto del 1302, mentre alcune quietanze di pagamenti fan-no presupporre che il denaro abbia permesso al vescovo opera-zioni di prestito relative a somme piuttosto ingenti (11). Del re-sto, Leonardo aveva già ricevuto dal comune 50 libre diravennati e anconetani quando il 24 giugno del 1300 aveva ven-duto un acquimen unius vallati quod per comune Esii possideturpositum infra Campi Rotundi iuxta vias, flumen Esii et acqui-men olim Boctatii domini Companioni et nunc comune predic-tum (12).

Quanto l’attività di Leonardo fosse incardinata nella vita cit-tadina, è testimoniato da un’importante azione promossa all’ini-zio del 1300: il vescovo, ormai spogliato di ogni potere feudale,è promotore di una tregua, seppur effimera, firmata tra le op-poste fazioni dei Baligani e dei Simonetti (13). Sulla scia di quan-

et S(ancti) Benedicti predicti villarum ad Esinum episcopatum spectantium, ac iuri-sdictionem quam idem episcopus pro ipso episcopatu habet in locis et hominibusantedictis ». Per Napoleone Orsini, si veda M. LEOPARDI, Series rectorum AnconitanaeMarchiae, Recanati 1824, p. 21; D. WALEY, The Papal State in the Thirtheenth Centu-ry, London 1961, p. 316 n. 29.

(10) Traggo la notizia da E. LOEVINSON, Sunti delle pergamene marchigiane con-servate nell’Archivio di Stato di Roma, in « Atti e Memorie della Deputazione distoria patria per le Marche », s. III, vol. II (1916-17), Ancona 1918, p. 272.

(11) IESI, ASC, Collezione Pergamene, nn. 189-193 (per i contratti di vendita) e194 (per le quietanze di pagamento).

(12) IESI, ASC, Collezione Pergamene, n. 182.(13) I giuramenti di pace sono conservati in due pergamene. Nella prima il notaio

Crescentius Accorrutii copia nel 1311 la tregua firmata nel 1302 « inter filios dominiBaligani ex una parte et filios domini Symonecti ex altera et suos conplices etsequaces »; un simile giuramento pronunciato da Putius Iuntoli il 10 gennaio dellostesso anno; la sentenza di scomunica emessa dal vescovo Leonardo su richiesta di

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to stava accadendo nel resto d’Europa, nel 1308 Clemente Vincarica i vescovi di Iesi e Fano di istituire un processo istrut-torio nei confronti dei membri dell’Ordine dei Templari nelleMarche. Non si hanno notizie circa lo sviluppo dell’indagineportata avanti da Leonardo, mentre il vescovo di Fano nel 1309assolve gli accusati, dopo aver ascoltato un membro dell’Ordinee vari testimoni (14). Nello stesso anno 1308, Clemente V inviauna seconda bolla ai due vescovi di Iesi e Fano con l’ordine direndere esecutive le sanzioni pronunciate dal rettore della Mar-ca contro alcune città, tra cui in particolare Ancona e Ascoli, econtro la persona di Poncello di Orso, romano, condannatiperché ribelli alla Chiesa e per aver attaccato Iesi (15).

Quando il 26 gennaio 1313 Leonardo muore, lascia al suosuccessore Francesco Alfani un episcopato ricco e florido, comeè testimoniato anche dal resoconto relativo alla tassa pro com-munibus servitiis pagata da Francesco al momento della presadi possesso dell’episcopato iesino, consistente in 300 fiorini (16).Leonardo figura anche nelle Rationes decimarum, testimonianzadi un’altra delle tante tasse che si era tenuti a pagare nelleterre dello Stato Pontificio, solamente per l’anno 1299: « ItemXXIII lib. et X sol. receperunt supradicti domini conlectores a

Putius, nel caso in cui in futuro avesse rotto i patti stipulati, promulgata il 10 giu-gno 1302 (cf. IESI, ASC, Collezione Pergamene, n. 187). La seconda pergamena con-tiene gli originali del solenne giuramento di 35 nobili provenienti dalle famiglie deiBaligani, Simonetti, Ghislieri, Colocci e Grizi, e la successiva sentenza di scomunicaemessa dal vescovo su loro richiesta, nel caso di rottura dei patti (cf. IESI, ASC,Collezione Pergamene, n. 188). Sull’argomento si veda URIELI, Jesi e il suo contado, I/2,pp. 324-326.

(14) IESI, ASC, Collezione Pergamene, n. 224, edito da G. BALDASSINI, MemorieIstoriche della Città di Jesi, Jesi 1765, App. pp. LIII-LVIII. Sull’argomento si veda URIELI,Jesi e il suo contado, II, pp. 199-201 e, più in generale, sul processo che travolsel’Ordine all’inizio del 1300, si veda B. FRALE, L’ultima battaglia dei Templari. Dalcodice ombra d’obbedienza militare alla costituzione del processo per eresia, Città diCastello 2001.

(15) IESI, ASC, Collezione Pergamene, n. 226, edito da BALDASSINI, Memorie Isto-riche, App. pp. LVIII-LXII. Si veda URIELI, Jesi e il suo contado, II, p. 127.

(16) Si veda H. HOBERG, Taxae pro communibus servitiis. Ex libris obligationumab anno 1295 usque ad annum 1455 confectis, Città del Vaticano [MCMXLIX] 1949,p. 52. Per Francesco, vescovo di Iesi dal 1313 al 1342, si veda UGHELLI, Italia sacra,I, coll. 282; EUBEL, Hierarchia catholica, I, p. 75. Per notizie più ampie, si vedaalmeno URIELI, Jesi e il suo contado, II, pp. 127-128; ID., La chiesa di Jesi, pp. 177-179.

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venerabili patre domino Leonardo Dei gratia episcopatus (sic)Esii solvente pro ipso episcopatu pro medietatis et conplimentodicte decime secundi anni » (17).

Nel 1295, quindi, appena assunto l’ufficio in qualità di ve-scovo, Leonardo decreta la compilazione dell’estimo relativo alleistituzioni del territorio con obblighi verso l’episcopato.

Il frammento di testo, come si è detto all’inizio, si trovanel Borghesiano 376, un codice che misura mm 450 × 320 epresenta una legatura moderna in cartone grigio rinforzato neldorso e nei quattro angoli con inserti di pergamena gialla.All’inizio e alla fine sono stati inseriti due fogli di carta bian-ca di restauro. La consistenza attuale è II + 8 + II. I fogli sonoin pergamena, disposti pelo-pelo, carne-carne; sono abbastanzaben conservati, presentando solamente alcune macchie di umi-dità e rosicature nella parte esterna inferiore, che tuttavia noninteressano mai la scrittura. Prima della moderna rilegatura sipresentava piegato a metà nel senso della lunghezza. Della ri-gatura a piombo rimangono ancora i fori nei margini, tutta-via, le linee di scrittura variano e così anche lo spazio tra unaregistrazione e l’altra. I margini sono ampi; lo specchio discrittura non è sempre regolare, spesso nel margine di destrala scrittura supera la rigatura verticale entro cui si dovrebbemantenere.

L’inchiostro è marrone scuro, leggermente evanito in diversipunti, tanto da dover rendere necessario l’utilizzo della lampa-da di Wood. Alcune parti o singole lettere sono scritte in ros-so: così le prime cinque righe del prologo, da In nomine Domi-ni a Leonardi episcopi civitatis Esii e le lettere iniziali dei singolitesti riguardanti le diverse chiese, lettere di varia grandezza chesono state anche oggetto di una certa ornamentazione. Degnadi particolare nota è la lettera N del prologo (Ne per ingnoran-tiam), inserta in un rettangolo istoriato di mm 75 × 55 circa.Qualche tocco di rosso anche nella I di Item e nella sommaindicata, per ogni chiesa, nel margine sinistro, soprattutto nellasumma summarum.

(17) Rationes decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV. Marchia, a cura di P. SEL-LA, Città del Vaticano 1950 (Studi e Testi, 148), n. 4943.

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La scrittura appartiene alla sola mano del notaio Angelo diGiacomo di Attone di Albertuccio, ad eccezione dell’annotazio-ne relativa alla somma totale dell’intero quaderno, inserita daaltra mano in calce al foglio 8v: « Summa summarum librarumistius quaterni: .M.IIIIc.XXXI. libr(e) ».

Nell’ultimo foglio è stato ritagliato un tassello di pergamenanel margine esterno inferiore (mm 92 × 45) senza raggiungere lascrittura.

Il codice è sicuramente incompleto. A questo quaderno nedoveva seguire almeno un altro come starebbe anche a testimo-niare l’indicazione che si trova nel margine inferiore destro delfoglio 8v, dove si scorge la figura stilizzata di un animale all’in-terno della quale è scritto Plebs, termine con il quale avevasicuramente inizio il testo del quaderno successivo. Inoltre, neldorso si osservano ancora resti di filo adoperato per la rilegatu-ra con altro o con altri quaderni che dovevano costituire ilmanufatto originario.

Il testo è introdotto da un lungo prologo nel quale il vesco-vo Leonardo dichiara i propri intenti e le motivazioni che lohanno spinto a redigere questo importante documento. Il codi-ce contiene l’estimo dell’episcopato iesino redatto nel 1295: elen-ca quindi le proprietà dei monasteri, delle pievi e delle parroc-chie tenuti a pagare al vescovo una tassa in relazione al valoredella proprietà. Tale valore, espresso in libre, soldi e denari, èstabilito in 40 soldi per ogni plovina di terra, 4 libre per cia-scuna plovina di vigna e 5 soldi per ogni famiglia della parroc-chia; a questi, anche se non espressamente detto nel prologo, siaggiunge il valore di 10 libre conferito a ciascun mulino (18).Nel manoscritto la stima parziale, relativa a ciascun bene, e tota-le, risultante dalla somma dei valori precedenti, viene inserita sulmargine sinistro, accanto all’elenco delle proprietà di ciascunachiesa (19). Da notare che, anche se nel catasto si trova l’indi-

(18) In un caso, relativo al monastero di San Giovanni di Antignano duo acqui-mina molendinorum vengono valutati 10 libre.

(19) Per motivi editoriali, nell’edizione del testo che si presenta in Appendice,doc. 1, la summa summarum si registra in calce all’elenco dei beni relativo a ciascu-na chiesa. La plovina è attestata a Iesi almeno dal 1233: cf. Il libro rosso del comunedi Iesi. Codice 2 dell’Archivio storico comunale di Iesi, a cura di G. AVARUCCI e

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cazione generica parrochiani, è verosimile che il computo sia sta-to fatto non per singole persone, ma per famiglie. In alcuni casi,la stima dei parrocchiani è accompagnata dall’annotazione sinedecima (anche decimo o redditu) episcopatus a significare che lefamiglie non pagano la decima al vescovo; in altri casi, al contra-rio, la stima non viene indicata affatto perchè i parrocchiani pa-gano solamente la decima all’episcopato e da loro la parrocchianon gode di alcun reddito: computantur in decima episcopatus.

La realizzazione delle due operazioni fondamentali, alla basedi ogni fonte catastale, rilevare cioè fisicamente l’entità delleproprietà e conferire loro un valore di stima, vale a dire diappassare ed extimare, viene affidata ai due canonici Bruno eTommaso e a Giacomo, rettore della chiesa di San Nicolò diIesi (20), sotto la supervisione del « fedelissimo » Zampa di Pie-tro esperto in tale materia, il quale collabora anche alla stesuradel documento (21). Della redazione dell’atto viene incaricato ilnotaio Angelo di Giacomo di Attone di Albertuccio, personaggiomolto noto anche all’interno dell’amministrazione comunale, cheoltre ad affidargli la redazione di numerosi atti in pergamenasciolta e di altri che confluiranno nel liber iurium della città, nel1301 lo costituisce rappresentante del comune proprio nella ver-tenza con il vescovo circa la cessione dei diritti feudali (22). Con

M. CARLETTI, Ancona 2000 (Fonti per la storia delle Marche, n.s., 4), rist. Spoleto 2007(Fonti documentarie della Marca medievale, 1), doc. 54. Si veda A. MENCHETTI, Sto-ria di un comune rurale della Marca Anconetana (Montalboddo oggi Ostra). La vitacastellana e l’organizzazione rurale in Montalboddo su gli Statuti del 1366, del 1454 edel 1493. 1o Il Comune, Macerata 1922, p. 226; ARCHETTI, Ricchezza fondiaria, p. 27nota 16; PACI, Cittadini e campagnoli, p. 59 nota 34; V. VILLANI, Per una storia dellametrologia agraria medievale. L’area umbro-marchigiana e la Marca d’Ancona, Serra de’Conti 1982, pp. 45-52. Per quanto concerne il valore della libra, nel XIII secoloequivale a 20 soldi, mentre 1 soldo equivale a 12 denari.

(20) La chiesa di San Nicolò, che si trova lungo il corso principale della città,fuori dalle mura medievali, presenta una struttura romanico-gotica, restituita alla suacostituzione originaria da un’imponente opera di ristrutturazione iniziata nel 1970: siveda A. CHERUBINI, Arte medievale nella Vallesina. Una nuova lettura, Ancona 2001,pp. 177-183 e relativa bibliografia.

(21) Zampa di Pietro figura anche come testimone nell’indagine promossa dalrettore della Marca Napoleone Orsini circa la cessione al comune da parte del ve-scovo dei suoi diritti feudali sui territori di sua pertinenza; si veda nota 9.

(22) L’attività del notaio Angelo di Giacomo di Attone di Albertuccio è attestatanella documentazione dell’Archivio del comune di Iesi dal 1293 al 1304: negli anni1293 e 1300 copia due documenti, datati rispettivamente 1227 e 1251 (si veda IESI,

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molta probabilità, inoltre, il notaio Angelo è incaricato anchedella compilazione di un contemporaneo catasto del comune diIesi, nel quale, anche se rimangono oggi ampi frammenti deltesto, manca una qualsiasi intestazione o firma del redattore. Iltesto del catasto dell’episcopato è tutto di mano del notaioAngelo di Giacomo di Attone di Albertuccio, che, con ductuspiù corsivo, scrive anche la somma che ciascuna chiesa devepagare, inserita sul margine sinistro, accanto all’elenco dei ri-spettivi beni. Come è stato detto, è invece di altra mano l’an-notazione relativa alla somma totale dell’intero quaderno, inseri-ta in calce al foglio 8v.

Gli appassatori iniziano le operazioni di misurazione e stimadai territori posti sulla destra del fiume Esino, a cominciare dalmonastero di San Giovanni di Antignano, del quale oggi nonrimane alcuna traccia. Originariamente l’abbazia era stata iden-tificata con San Giovanni di Arcignano, che sorge nel territoriodel comune di Belvedere. La testimonianza del Codice Borghe-siano e dei catasti compilati dal comune di Iesi alla fine delXIII secolo e nel XV secolo, ha permesso di ubicare il mona-stero nella pianura dell’attuale comune di Monteroberto, pressola contrada Passo Imperatore, vicino alla più potente abbaziadi Sant’Apollinare, tra il torrente Cesola e il fiume Esino, al-l’interno della circoscrizione plebale di Castelbellino (23). La pri-

ASC, Collezione Pergamene, nn. 7 rogito 1, 21), negli anni 1295, 1297 e 1300 sot-toscrive documenti rogati da altri notai (si veda IESI, ASC, Collezione Pergamene,nn. 85, 86, 89, 90, 93, 94, 101, 108, 133, 134, 157, 158, 174), negli anni 1300, 1303e 1304 roga egli stesso documenti in originale (si veda IESI, ASC, Collezione Perga-mene, nn. 183, 184, 196, 205). Angelo roga atti o funge da testimonio ripetutamenteanche in uno dei due libri iurium della città, il Libro rosso n. 1: nel 1294 redige unatto in originale e ne sottoscrive un altro; tra il 1292 e il 1294 scrive altri quattrodocumenti che costituiscono il XIII fascicolo del volume: si veda Il libro rosso delcomune di Iesi. Codice 1 dell’Archivio storico comunale di Iesi, a cura di M. CARLET-TI, Spoleto 2007 (Fonti documentarie della Marca medievale, 2), docc. 198-199, 202-205 (i documenti 204-205 sono introdotti da un prologo datato 1294, per il quale siveda p. 244).

(23) Si veda ANNIBALDI, San Benedetto e l’Esio, p. 21; G. M. FELTRINI, BelvedereOstrense. Ricerche storiche, Jesi 1932, pp. 9-13. Per l’esatta ubicazione dell’abbazia, siveda C. URIELI, Una nuova casa benedettina accanto a Sant’Apollinare?, in « Vocedella Vallesina », anno XXI, n. 42 (2 dicembre 1973), pp. 3-4 e A. CHERUBINI, L’ab-bazia di San Giovanni di Antignano e il problema della sua identificazione, in « Vocedella Vallesina », anno XXIX, n. 2 (18 gennaio 1981), p. 6. Per maggiori informazio-ni, si veda CHERUBINI, Le antiche pievi, pp. 292 nota 110, 294 nota 113, 296, 301-

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ma menzione dell’abbazia risale al 1180, quando l’abate Marti-no è presente all’atto di aggregazione del monastero di San-t’Elena alla Congregazione Camaldolese (24). Rimangono, quindi,poche altre testimonianze risalenti al XIII secolo. Nel 1239 al-cune proprietà del monastero risultano confinanti con un terre-no in località Gangalia, all’estremo lembo orientale dell’attualeterritorio del comune di San Paolo di Iesi (25). Nel 1272 il ve-scovo di Osimo vieta all’abate Accorrimbona di alienare i beniche l’abbazia possiede nella sua diocesi (26). In un periodo pre-cedente al 1284 il monastero deve aver subito un duro attaccoda parte del comune di Iesi, come si evince da un documentoche in quell’anno sancisce una composizione tra il comune e ilrettore della Marca, nel quale si legge: a quibus etiam quietatio-nibus [...] exceperunt omnia dapna data abati et monasterio San-cti Iohannis de Antignano et in eorum rebus et bonis, que ineisdem taxationibus et quietationibus contineri nullatenus volue-runt (27). Altre notizie riguardano il pagamento della decima: nel1290 l’abbazia versa 12 libre, nel 1291 l’abate Accorrimbonapaga 3 libre e 10 soldi, mentre nel 1292 l’abate Giovanni tra-mite l’abate del monastero di San Savino versa 20 soldi. Infine,nel 1299 l’abate Giovanni versa 50 soldi (28). Non si hanno te-stimonianze successive al XIII secolo, tanto che Urieli ipotizzache i monaci si siano ben presto aggregati al vicino monasterodi San’Apollinare e che « quando nel catasto del sec. XV siparla di Antignano è dubbio se si tratti di sola indicazione to-pografica » (29). Dal manoscritto risulta che l’abbazia possiede 87

302 nota 125, 343 nota 189; URIELI, Jesi e il suo contado, I/1, pp. 283, 292, 389-390; ID., Jesi e il suo contado, II, pp. 150, 152, 197-198, 201; ID., La chiesa di Jesi,pp. 71-72, 194-195.

(24) Si veda G.B. MITTARELLI - A. COSTADONI, Annales Camaldulenses Ordinis San-cti Benedicti, IV, Venetiis 1759, App., n. LIX, coll. 94-96.

(25) Si veda Il libro rosso del comune di Iesi. Codice 2, doc. 8.(26) P. COMPAGNONI, Memorie istorico-critiche della chiesa e de’ vescovi di Osimo,

II, Roma 1782, p. 427.(27) Urieli ipotizza che l’abbazia sia stata assalita da una banda armata legata a

Guido da Montefeltro: URIELI, La chiesa di Jesi, p. 72. Per il documento del 1284, siveda Iesi, ASC, Collezione Pergamene, n. 41, edito in A. GIANANDREA, Carte diploma-tiche iesine, Ancona 1884 (Collezione di documenti storici antichi inediti ed editirari delle città e terre marchigiane, a cura di C. CIAVARINI, V), n. CCXIX, p. 267.

(28) Rationes decimarum, nn. 4702, 4827, 4866, 4956.(29) URIELI, La chiesa di Jesi, p. 72; ID., Jesi e il suo contado, I/2, p. 390.

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plovine e 547 canne di terra, cui si aggiungono due muliniubicati nel fondo Campo Rotondo e, nello stesso fondo, dueterreni coltivati a vigna, che si estendono per una plovina e210 canne, confinanti con i beni della chiesa di San Nicolòd’Arco, il vallato e il monastero (30). La proprietà più vasta siestende nel fondo San Giovanni, dove presumibilmente sorgeval’abbazia (31). Numerosi terreni posseduti dall’abbazia si trovanonei fondi Campo Rotondo, Cerreto, Frassineto e Perello, situatiin parte o per intero all’interno della pievania di Versiano. Nelfondo Perello il monastero possiede un castellare: « item habetin fundo de Perellis, iuxta viam a duobus lateribus et Cesulamet heredes Iacobi Actonis Albertuctii et Alevuctium Amici cumcastellari dicte ecclesie, .V. plovinas et .CC. cannas terre » (32).Da notare, la presenza di un medico e di un fornaio tra iconfinanti di due terreni ubicati nel fondo Cammortani. Oltreai fondi indicati, l’abbazia estende la sua giurisdizione su unterreno posto nel fondo Cillini. Le terre vengono stimate 180libre e 17 soldi, mentre i due mulini vengono valutati 10 libre,per un totale di 191 libre.

Proseguendo verso sud-ovest, sempre nel territorio della pie-ve di Castelbellino, che oggi si trova nel comune di Montero-berto, i compilatori dell’appassus continuano l’elenco con le pro-prietà dell’abbazia di Sant’Apollinare (33). Nonostante l’abbaziarisulti dalle fonti ben più ricca rispetto alla vicina San Giovan-ni di Antignano, le testimonianze relative alla sua storia sonoad oggi piuttosto scarse. La prima notizia risale al 1180 ed ècontenuta nel medesimo documento di aggregazione alla Con-

(30) La chiesa di San Nicolò d’Arco si trova nella pievania di Versiano.(31) Secondo Cherubini il fondo San Giovanni corrisponde al fondo di Antigna-

no che figura nei catasti comunali: CHERUBINI, Le antiche pievi, p. 301 nota 125.(32) Dal coevo catasto comunale risulta che Andrea di Giacomo di Attone di

Albertuccio e il fratello possiedono 2 plovine e 400 canne di terra « in fundo Anti-gnani, iuxta Cesulam, Iohannem Symonis Albertoni, Artenisium Andree, castellariumAntignani »: IESI, ASC, Catasti, I, c. 19r.

(33) Per le vicende legate all’abbazia di Sant’Apollinare, si veda URIELI, Jesi e ilsuo contado, I/1, pp. 378, 389-390; ID., Jesi e il suo contado, II, pp. 150, 178, 196-198, 201, 491; ID., La chiesa di Jesi, pp. 70-71, 161, 194-195, 465; CHERUBINI, Leantiche pievi, pp. 292 nota 110, 294 nota 113, 296, 301-302 nota 125, 342 nota 189;ID., Arte medievale, pp. 191-195. Nel 1961 viene elevata a parrocchia dal vescovoGiovanni Battista Pardini.

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gregazione Camaldolese dell’abbazia di Sant’Elena, nel quale, tragli altri, figurano come testimoni Martino, abate di San Gio-vanni di Antignano e Ufredo, abate di Sant’Apollinare (34). Al-tre notizie che riguardano direttamente l’attività dei monaci sonorestituite dalle Rationes decimarum, dalle quali risulta che neglianni 1290-1292 l’abate Simone assume l’incarico di raccoglierela decima destinata alle casse pontificie. Nell’anno 1292 i mo-naci Giovanni e Giacomo versano 25 soldi « pro eorum expens-sis quando missi fuerunt ad dominum episcopum in provintiaRomandiole ad sciendum si omnes clerici exempti et nonexempti deberent solvere decimam ». Infine, nell’anno 1299 ilmonaco Urbano paga 8 libre meno 12 denari (35). Nel 1302, lostesso abate Simone è presente alla registrazione di una quie-tanza di pagamento rilasciata dal vescovo Leonardo (36). I lavoridi restauro effettuati nel 1968 hanno evidenziato come l’edificioabbia subito alcune modifiche nei secoli XIV e XV, sintomo diuna qualche vitalità dei monaci, tuttavia nel 1539 il ponteficePaolo III trasferisce i beni dell’abbazia, tra cui figurano circa160 ettari di terreni, al collegio dei canonici della cattedrale diIesi (37). Secondo l’estimo del 1295 l’abbazia di Sant’Apollinarepossiede 115 plovine e 10 canne di terra, 8 plovine e 440 can-ne di vigna e 50 canne di canneto, pari a circa 120 ettari diterra, dislocati in numerosi fondi confinanti con le terre di pri-vati cittadini, il torrente Cesola o la selva del monastero. Anchel’abbazia di Sant’Apollinare, come il monastero di San Giovan-ni di Antignano, possiede numerosi terreni in fondi situati inparte o per intero all’interno della pievania di Versiano. Nelfondo Cammortani l’abbazia possiede 32 plovine di terra, cui siaggiungono 50 canne di canneto. Nel fondo de Ghirosis l’ap-pezzamento di terra misura 8 plovine e 500 canne, mentre nelfondo Molee 3 plovine e 200 canne. Nel fondo di Santa Mariadi Panicaglia (38) il monastero ha due terreni per un totale di 9

(34) Si veda nota 24.(35) Rationes decimarum, p. 401, nn. 4913, 4926.(36) IESI, ASC, Collezione Pergamene, n. 194.(37) ANNIBALDI, San Benedetto e l’Esio, p. 154.(38) È questa la prima menzione, indiretta, della chiesa di Santa Maria di Pani-

caglia, appartenente alla pieve di Castelbellino; sorgeva nel fondo omonimo e figura

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plovine. Nel fondo Quartenarii, il terreno ammonta a 4 plovi-ne di terra e 500 canne di vigneti. Numerosi gli appezzamentidislocati nel fondo Cuparum, che assommano a 3 plovine e 40canne coltivate a vigneto (in un caso è annesso un canneto) e2 plovine e 460 canne di terra. Nel fondo detto del Campodi Maggio figurano due terreni confinanti con il torrente Ce-sola e la selva del monastero, che misurano 2 plovine e 350canne. Nel fondo Perteluci, sempre vicino al torrente Cesola,l’abbazia possiede una plovina di terra, mentre nel fondo deTegnolis 6 plovine e nel fondo della Valle di Attone 14 plovi-ne e 500 canne. Ancora confinanti con il torrente Cesola iterreni ubicati nel fondo de la Cora, che ammontano a untotale di 25 plovine e 200 canne. Nel fondo Formule l’abbaziapossiede 2 plovine e 350 canne di terra. Nel fondo di Rovel-liano figurano 2 plovine e 400 canne coltivate a vigna e 100canne di terra. Anche nel fondo della Valle del Pastore risul-tano vigneti, in un caso associato a un canneto, per un totaledi 2 plovine e 100 canne, cui si aggiungono una plovina e350 canne di terra. Gli ultimi due terreni si trovano nei fondiIsola e Rivo Torto: nel primo, che confina con il torrente Ce-sola, il monastero controlla 350 canne di terra, mentre nelsecondo ne possiede 250, confinanti con le proprietà del no-bile iesino Filippuccio di Donazzano. La summa summarum ditali possessi ammonta a 266 libre.

Le otto chiese che seguono appartengono alla pieve di Ver-siano, la più piccola delle sette esistenti nella diocesi di Iesi, ilcui territorio è separato da quello della pieve di Montecarottodal torrente Cesola, che spesso figura come termine di confinedegli appezzamenti di proprietà delle chiese. All’interno dellapieve di Versiano si riscontrano gli abitati maggiori di San Paolo,che ben presto emerge sugli altri determinandone in alcunicasi il decadimento, Follonica, oggi contrada, Versiano eCampalliano, posti al confine con il castello di Staffolo, apparte-nente alla diocesi di Osimo (39). Da notare che nell’estimo, il nu-

nei successivi catasti comunali del XV secolo: CHERUBINI, Le antiche pievi, p. 298nota 124; VILLANI, Insediamento, p. 47.

(39) Per la pieve di Versiano e le notizie di seguito riportate relative alle chiese,si veda CHERUBINI, Il sistema plebano, pp. 405-406, 411, 417 e ID., Le antiche pievi,

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mero delle famiglie che fanno parte della parrocchia non è in-dicato per le chiese di Santo Stefano di Campalliano e SantaAnastasia, che pure era chiesa plebale, mentre in tutte le altreviene dato il numero dei parrocchiani, specificando che nonpagano la decima al vescovo.

La chiesa di Santo Stefano di Campalliano sorgeva in pros-simità del confine tra il comune di Iesi e il castello di Staffo-lo, e viene pertanto menzionata in due terminazioni datate1219 e 1294 (40). Nell’estimo vengono registrati due terreni infundo Campalliani, dei quali uno si trova in comitatu Auximi,mentre l’altro in comitatu Esii. Misurano nel complesso unaplovina e 35 canne di terra, per un valore di 3 libre. Cheru-bini classifica la chiesa come parrocchia rurale, escludendopossa essere identificata con la parrocchia del castellare (o vil-la) di Campalliano, dal momento che il catasto non indica ilnumero dei parrocchiani e non viene mai menzionata nelleRationes decimarum, dove invece figurano le chiese di SantaMaria e San Pietro di Campalliano, situate tuttavia nella dio-cesi di Osimo (41).

Segue quindi la chiesa plebale di Santa Anastasia di Versia-no, che possiede nel solo fondo omonimo, anche detto, altrove,di Santo Anastasio (42), tre terreni equivalenti a 4 plovine,per un valore di 8 libre. Anche in questo caso i compilatoriomettono l’indicazione del numero dei parrocchiani. Nel 1290

pp. 340-354. Per San Paolo, si veda CHERUBINI, Arte medievale, pp. 377-379. Per ilcastello di Follonica, si veda CHERUBINI, Arte medievale, pp. 292-293. In origine ilcastello apparteneva ai conti di Accola, che si sottomettono definitivamente al comu-ne di Iesi nel 1251; nel 1219 e nel 1294 viene nominato in due terminazioni diconfini tra Staffolo e Iesi: cf. Il libro rosso del comune di Iesi. Codice 1, docc. 138,148, 199. Nel 1251, in occasione della stipula di un patto di alleanza con il castellodi Staffolo, il comune di Iesi pone come condizione la restituzione degli uomini diVersiano e Campalliano che erano andati ad abitare a Staffolo: cf. ivi, docc. 153,204. Nel coevo catasto comunale non figurano le parrocchie della pieve di Versiano,in quanto gli abitanti sono registrati tra i Forestieri, sotto le voci De castro S. Pauli eDe castro Fellonice: cf. IESI, ASC, Catasti, I, cc. 109r-121v.

(40) Il libro rosso del comune di Iesi. Codice 1, docc. 138, 199.(41) Si veda Rationes decimarum, nn. 3848, 3991, 4172, 4238, 4447, 4502 per la

chiesa di Santa Maria e nn. 3912, 3989, 4176, 4588 per la chiesa di San Pietro.(42) Si veda IESI, ASC, Catasti, I, c. 118r. Il fondo di Sant’Anastasia, su cui

sorgeva la chiesa, era distinto dal fondo di Versiano, su cui si ergeva il castelloomonimo: CHERUBINI, Le antiche pievi, p. 344 nota 192.

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la chiesa viene registrata tra quelle del plebanatus Versiani chepagano la decima al pontefice, consistente in 25 soldi e 6 de-nari (43). La chiesa di Sant’Anastasia non figura in fonti succes-sive, né nei catasti compilati dal comune nel secolo XV, tantoche il Cherubini ipotizza fosse già in rovina o comunque sprov-vista di beni, forse sostituita nella cura d’anime dalla chiesa diSan Paolo, costruita all’interno dell’omonimo castello, che dallaseconda metà del XIV secolo estende la sua giurisdizione sututto il territorio della pievania.

Della chiesa di San Nicolò dell’Arco e del fondo omonimosu cui sorgeva, rimane oggi memoria nella contrada San Nico-lò, a nord di San Paolo. La prima menzione risale al 1290,quando è chiamata a versare la decima di 12 soldi e 3 denari,mentre nel 1299 è registrata tra coloro « qui non habent bonaunde possint solvere decimam » (44). Dall’estimo risulta possede-re 120 canne di terra, 3 plovine e 425 canne di vigneti cui siaggiunge un canneto, situati nel fondo dell’Arco, per un valoredi 9 libre e 4 soldi. Vengono segnalate 15 famiglie di parroc-chiani, la cui stima è calcolata in 3 libre, sine redditu episcopa-tus. La summa summarum ammonta perciò a 13 libre.

Poco lontano, a nord-est di San Paolo, sorge tuttora nellacontrada di Santa Maria dell’Arco, la omonima chiesa, anch’essanominata per la prima volta in occasione del saldo della decimadel 1290, quando paga 14 soldi, meno 2 denari (45). Nel 1295possiede una serie di terreni, di cui uno comunem cum filiisThodini, dislocati nei due fondi dell’Arco e Coroncino, oggi con-trada, corrispondenti a 3 plovine e 291 canne di terra, cui siaggiungono 250 canne di vigneti. Vengono registrate 6 famigliedi parrocchiani. Il valore della terra è stimato in 8 libre e 12soldi, mentre i parrocchiani, sine decimo episcopatus, vengonocomputati in 20 soldi, per un valore totale di 10 libre (46).

(43) Rationes decimarum, n. 4767.(44) Rationes decimarum, nn. 4687, 4963.(45) Rationes decimarum, n. 4688.(46) L’edificio attuale è stato ricostruito sulla antica chiesetta tra XV e XVI seco-

lo; agli inizi del XVI secolo viene affidata agli Eremitani di Sant’Agostino: G. ANNI-BALDI, Il centenario di S. Francesco e di S. Teresa e del Calendario Gregoriano. Remi-niscenze storiche della città e diocesi di Jesi, Jesi 1882, p. 41.

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Nel fondo Cerreto, oggi contrada Cerrete, ad est dell’abita-to di San Paolo, sorgevano due chiese: San Lorenzo e San Mi-chele. La prima figura solo nell’estimo dell’episcopato e nelcoevo catasto comunale (47). I possessi registrati dall’estimo sonotutti situati nel fondo Cerreto, e ammontano a 2 plovine e 380canne di terra e 300 canne di vigne, alle quali è assegnato unvalore di 7 libre e 5 soldi; nella parrocchia risultano 7 famigliestimate 20 soldi, sine decima episcopatus, per una somma totaledi 9 libre.

Più cospicui i possedimenti della chiesa di San Michele, perla quale il Cherubini avanza l’ipotesi di una identificazione conla chiesa di Sant’Angelo, data la frequente assimilazione degliagionimi San Michele e Sant’Angelo derivanti da San MicheleArcangelo. Inoltre, le due chiese sono registrate nelle Rationesdecimarum in momenti diversi, ma a reggerle risulta lo stessodompnus Angelus: nel 1290 « Annacondeus dompni Angeli recto-ris S. Angeli (segue una lacuna per la carta lacerata) solvit proipso domino Angelo XXXV sol. »; nel 1291 « frater Iohannesmonachus S. Savini solvit nomine dompni Angeli Versiani XIIIsol. et XI den. »; nel 1292 Simone abate di San’Apollinare « fuitconfessus habuisse infra terminum a rectore S. Michaelis pleba-natus Versiani VIIII sol. »; infine, nel 1299 « donpnus Angelusretor S. Michaelis Cerreti » dichiara di non avere la possibilitàdi pagare (48). Nel 1295 la chiesa possiede terreni nei fondi Cer-reto e Vallis Çomentarie, per un totale di 7 plovine e 570 can-ne di terra e una plovina e 30 canne di vigne, alle quali vieneassegnato il valore di 20 libre e 2 soldi. Anche questa parroc-chia risulta costituita da 7 famiglie, stimate 20 soldi, sine deci-mo episcopatus, per una somma totale di 22 libre.

All’interno del castello di San Paolo esiste la chiesa omonima,menzionata per la prima volta nel 1290, quando versa alle cas-se pontificie 15 soldi e 6 denari, mentre nel 1299 viene esenta-ta dal pagamento (49). Nel 1295 vengono registrate 553 canne diterra e 70 canne di vigneti suddivisi nei due fondi di San Paolo,

(47) I possessi della chiesa di San Lorenzo sono registrati tra i confini di terreniubicati nei fondi Cerreto e Versiano: si veda IESI, ASC, Catasti, I, cc. 110r, 112v.

(48) Rationes decimarum, nn. 4766, 4834, 4889, 4964.(49) Rationes decimarum, nn. 4685, 4965.

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su cui sorgeva il castello, e Funiliarum. Da notare il caso di unappezzamento di terreno che la chiesa ha in comproprietà conun certo Graziano Albriconi. Come è naturale, il numero deiparrocchiani è più elevato rispetto alle altre chiese della pieve,ammontando a 25 famiglie. I terreni vengono stimati 44 soldi,mentre ai parrocchiani, sine decima episcopatus, viene conferitoun valore pari a 5 libre e 10 soldi, per un totale di 8 libre.

L’ultima chiesa della pievania di Versiano ad essere inseritanell’elenco è la chiesa di Sant’Elena, che sorgeva non lontanodal castello di Follonica. Tra il 1292 e il 1299 a reggerla èGiovanni, che nel 1292 paga la decima di 3 soldi, mentre nel1299 viene esentato dal pagamento per non avere beni suffi-cienti (50). Dall’estimo risulta possedere piccoli appezzamenti diterreni sparsi in diversi fondi: nel fondo Fontis Perçannis ha350 canne di terra, suddivise in due porzioni, una delle qualiconfinante con un certo Diotifece giudice; nel fondo Pecçelon-ghe possiede altre 450 canne di terra; nel fondo Fossi Guardi200 canne di terra e nel fondo di Sant’Elena, dove verosimil-mente sorge l’edificio, 64 canne di terra. La chiesa possiede,quindi, in totale una plovina e 464 canne di terra, cui vienedato un valore di 3 libre e 12 soldi. In tre registrazioni, tra iconfinanti vengono annotati Giacobuccio da Pitino e Malpelosuo fratello originari del castello di Pitino, presso San Severi-no (51). Anche in questo caso, più elevato che altrove è il nu-mero delle famiglie della parrocchia, che risultano essere 24,per un valore di 5 libre e 5 soldi, anch’essi esentati dal paga-mento della decima al vescovo. La summa summarum è quindidi 9 libre.

Gli appassatori, proseguendo a misurare e stimare i terreniverso est, incontrano le otto chiese della pievania di Massaccio,particolarmente vitale per la presenza di numerosi castelli, ville,

(50) Rationes decimarum, nn. 4888, 4969.(51) Nel 1285 Corrado di Accola istituisce come suo erede Gentile di Rovellone

(per il quale si veda anche nota 67) e lascia il castello di Follonica a Giacobuccio eMalpelo, figli di Grimaldo da Pitino: IESI, ASC, Collezione Pergamene, n. 42, editoin GIANANDREA, Carte diplomatiche, nn. CCXX, CCXXI. Si veda ARCHETTI, Ricchezzafondiaria, p. 46; CHERUBINI, Arte medievale, pp. 290, 292. Alcuni terreni appartenentia Malpelo, detto di San Severino, confinano anche con i beni della chiesa di SantoStefano di Rovelliano, in fundo Rovelliani, nella pieve di Cupramontana.

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monasteri e chiese, come testimoniato, in particolare, dall’altonumero di parrocchiani associato a ciascuna chiesa (52). Tutte lechiese elencate nell’estimo, fatta eccezione per San Giovannidelle Cese, vengono registrate anche nel catasto comunale diIesi della fine del XIII secolo (53).

La chiesa plebale di Sant’Eleuterio sorgeva all’interno del-l’antica Cupra Montana, centro di origine romana distrutto daiLongobardi, a circa un chilometro dall’attuale Cupramontana,la città che la popolazione superstite ha ricostruito verso l’annoMille su di un vicino colle, che fino al 1861 è conosciuta conil toponimo Massaccio (54). Sant’Eleuterio viene ricordata per laprima volta in una bolla emanata nel 1199 dal pontefice Inno-cenzo III a favore dell’abbazia di Sant’Elena, che nel territorio,oltre alla chiesa plebale, controllava numerose altre chiese, ca-stelli e ville (55). Dall’estimo del 1295 risulta che le proprietàdella chiesa sono piuttosto consistenti: nel fondo Prelati, al con-fine con i beni della chiesa di San Giovanni Prelati, Sant’Eleu-terio possiede 2 plovine e 440 canne di terra; nel fondo Cupicontrolla 28 canne di terra e altre 49 ne possiede nel fondoMorelle; nel fondo di Alvareto, anche detto Casarini, la chiesaha 6 plovine e 100 canne di terra; infine, i terreni più estesi sitrovano nel fondo Casarini, anche detto delle Valli, al confinecon la chiesa di Santa Maria di Alvareto (56) e con le proprietà

(52) Per la pieve di Massaccio e le notizie relative alle chiese, si veda CHERUBINI,Il sistema plebano, pp. 403-404, 410-411, 417 e ID., Le antiche pievi, pp. 312-340.La testimonianza delle Rationes decimarum relativamente all’anno 1290 è compro-messa dalla lacerazione della carta che interessa proprio il Plebanatus castri Massatii:si veda Rationes decimarum, p. 405.

(53) IESI, ASC, Catasti, I, cc. 41v-81r. Oltre alle sette parrocchie dell’estimo, ilcatasto comunale registra le chiese di San Salvatore di Poggio Cupro, Santa Maria diAlvareto e Santa Maria di Serra. I dati contenuti nel catasto comunale sono statianalizzati da ARCHETTI, Ricchezza fondiaria.

(54) Per Cupramontana, si veda in particolare, F. MENICUCCI, Memorie istorichedel beato Angelo di Massaccio, Macerata 1787; ID., Memorie istoriche della terra.

(55) MITTARELLI - COSTADONI, Annales Camaldulenses, IV, App., n. CXXXVIII,coll. 219-223. Sull’argomento, si veda anche C. PIERUCCI, L’Abbazia di S. Elena del-l’Esino. Memorie storiche ed artistiche, Jesi 1981, pp. 18-19 e App. doc. n. 5; CHERU-BINI, Le antiche pievi, p. 317; VILLANI, Insediamento, pp. 35, 38.

(56) La prepositura monastica di Santa Maria di Alvareto, dipendente dall’abba-zia camaldolese di Sant’Elena, figura nel catasto comunale della fine del XIII secolo,dal quale risulta essere la parrocchia più popolosa della pieve con 146 famiglie: si

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di un Giovanni di Gozone maestro, dove vengono registrate 15plovine e 300 canne di terra e 450 canne di vigne con canneto.In totale risulta che la chiesa plebale ha 24 plovine e 317 can-ne di terra, cui si aggiungono 450 canne di vigne. Come ènaturale, il numero dei parrocchiani è il più elevato della pie-vania, arrivando a 73. I beni elencati vengono stimati in 63libre così distinte: 44 libre e 12 soldi per i terreni e 18 libre e5 soldi per i parrocchiani.

Segue, quindi, la chiesa di Santo Stefano, che sorgeva nel-l’attuale contrada di Rovelliano, a sinistra del torrente Cesola,dove si ergeva il castello omonimo, nominata nel 1199 tra leproprietà dell’abbazia di Sant’Elena (57). Cherubini presume siastata la chiesa parrocchiale del castello di Berempadria e che,insieme a questo, sia andata in rovina verso la fine del XIVsecolo. Nel 1295 possiede terreni dislocati nei tre fondi di Be-rempadria, Rovelliano e de Campanilis, per un totale di 4 plo-vine e 122 canne di terra, cui si aggiunge un terreno coltivatoa vigna che si estende per 300 canne (58). Tali possessi vengonostimati 10 libre e 8 soldi. La parrocchia raccoglie 25 famiglie,valutate 5 libre e 10 soldi, sine decima espiscopatus. Complessi-vamente, quindi, i beni vengono valutati 16 libre.

La chiesa di San Pietro di Rovelliano è uno dei primi edifi-ci della diocesi di cui si ha menzione, risalendo la notizia al907, quando l’ex regina Ageltrude dona pro anima sua e deisuoi cari, al monastero di Sant’Eutizio, una corte del territoriodi Iesi, locum qui dicitur Rubelliano, in cui sorgeva l’oratorio diSan Pietro (59). Nel 1295 vengono registrati terreni nel solo fon-do di Rovelliano, dove possiede 2 plovine e 50 canne di terra,confinanti con Sant’Apollinare, e 150 canne di vigna. Anchequi si segnala l’elevato numero di 37 parrocchiani. I beni ven-gono stimati in 14 libre: 5 libre e 3 soldi per i terreni e 8 libre

veda CHERUBINI, Le antiche pievi, pp. 315 nota 142, 317 nota 150, 318-319 nota 151,321, 323 nota 157, 325 nota 159; VILLANI, Insediamento, p. 35.

(57) Si veda nota 55. Nel 1211 gli uomini del castello di Rovelliano si sottomet-tono al comune di Iesi: Il libro rosso del comune di Iesi. Codice 2, doc. 22.

(58) Uno dei terreni posti nel fondo Rovelliano confina con le proprietà di Mal-pelo de Sancto Severino, per cui si veda quanto detto alla nota 51.

(59) MENICUCCI, Memorie istoriche del beato, pp. 8-10; ID., Memorie istoriche del-la terra, App., n. I, p. 223; VILLANI, Insediamento, pp. 27, 34.

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e 10 soldi per i parrocchiani. Anche questa chiesa pare siascomparsa alla metà del XIV secolo.

Tra le numerose chiese monastiche presenti nel territoriodella pieve di Massaccio, figura San Michele Iugoli, annessa almonastero omonimo, che sorgeva presso l’attuale contrada SanMichele. Nel 1186 il re Enrico VI concede al monastero, co-nosciuto anche come San Michele di Quadrigaria, de Iugo ede Serra, di costruire mulini lungo l’Esino. Nel 1199 la chiesafigura nella bolla emanata da Innocenzo III in favore dell’ab-bazia di Sant’Elena (60). Anche per San Michele, si verificaquanto accade per gli altri monasteri, spesso più ricchi dellechiese plebali. Dai dati che emergono dall’estimo risulta chepossedesse un totale di 150 canne di vigna e 8 plovine e 100canne di terra, per un valore di 17 libre, 6 soldi e 8 denari,tutti ubicati nel fondo su cui sorgeva la chiesa, tranne uno infundo Colonani (61). La parrocchia è composta da 24 famiglie,stimate 3 libre, per cui la summa summarum consiste in 21libre. San Michele figura anche negli elenchi delle Rationesdecimarum per il solo anno 1290, quando paga 38 soldi e 11denari (62).

Nella contrada ancora denominata Manciano si trovava lachiesa di San Pietro. La prima menzione risale al 1290, quandoGugliemo rettore « S. Petri Marzani » paga alle casse pontificie19 soldi (63). I possedimenti della chiesa, nel solo fondo Man-ciano, ammontano a 100 canne di vigna e 2 plovine e 182canne di terra, stimate 5 libre e 5 soldi (64). Esiguo il numerodei parrocchiani, solamente 7 famiglie, valutate 5 soldi, per unasumma totale di 6 libre.

(60) Si veda MENICUCCI, Memorie istoriche della terra, App., n. II, pp. 223-224.Per la bolla di Innocenzo III si veda nota 55.

(61) Un terreno posto in fundo Iugoli confina con le proprietà della chiesa diSanta Maria di Alvareto, per cui si veda nota 56.

(62) Rationes decimarum, n. 4764.(63) Rationes decimarum, n. 4680.(64) Uno dei terreni della chiesa di San Pietro confina con il monastero di

Santa Maria della Serra, ancora esistente, comunemente chiamato « del beato Ange-lo » perché la chiesa custodisce le spoglie del monaco camaldolese Angelo, uccisonel XV secolo dai Fraticelli: si veda MENICUCCI, Memorie istoriche del beato; CHE-RUBINI, Le antiche pievi, pp. 318, 320-321 nota 153, 325 nota 159; ID., Arte medie-vale, pp. 197-200.

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Verso sud, gli appassatori incontrano le due chiese di SanGiovanni delle Cese e Santa Maria o Marina di Posserra (65). Inentrambi i casi, le contrade hanno mantenuto la denominazioneantica: Cese e Posserra. Ad oggi, vengono nominate solamentenel catasto comunale e nell’estimo del 1295 (66). I possedimentidella chiesa di San Giovanni si trovano nel solo fondo Cese eammontano a 100 canne di vigna e 2 plovine e 400 canne diterra, confinanti con i beni di Gentile di Rovellone e con quellidella chiesa di Santa Maria della Serra (67). I terreni vengonovalutati 6 libre, mentre le 6 famiglie della parrocchia non ven-gono stimate perché non versano la tassa alla parrocchia, mapagano la sola decima al vescovo.

Più cospicue le proprietà della chiesa di Santa Maria, dislo-cate sui 4 fondi del Colle della Serra, Campuçuni, Cornialet-to (68) e Posserra, che misurano 360 canne di vigna e 6 plovinee 300 canne di terra, stimate 15 libre, 3 soldi e 8 denari. Tra iconfinanti, figurano le chiese di Santa Maria del Colle e SantaMaria della Serra (69). Anche in questo caso, per i 9 parrocchia-ni non viene indicato il valore di stima poichè computantur indecima episcopatus.

(65) Solo nel codice la chiesa è intitolata Sancta Marina.(66) Come detto, nel catasto non figura la parrocchia di San Giovanni delle

Cese, tuttavia, nelle indicazioni relative alla ubicazione dei terreni, vengono spessonominati sia il fondo che la chiesa: IESI, ASC, Catasti, I, cc. 68r-69v. Per SantaMaria di Posserra, si veda ivi, cc. 64v-66v.

(67) Dopo la morte di Gentile di Rovellone, avvenuta nel 1303, si scatena unconflitto tra Iesi e Fabriano per il possesso dell’eredità, fra cui erano i castelli diPrecicchie, Avoltore, Grotte, Castelletta e Rovellone, in posizione strategica per ilcontrollo della media valle dell’Esino. Nel 1305 i fabrianesi assalgono e saccheggia-no Colmontano e Moie, recando danni anche alle chiese di San Sisto di Talliano eSan Michele delle Moie della pieve di Castelbellino, per cui si veda più avanti;sulla vicenda, si veda I Rovellone e il loro feudo, in Abbazie e castelli della Comunitàmontana Alta valle dell’Esino, a cura di G. CASTAGNARI, Fabriano 1990, pp. 243-245;VILLANI, Insediamemto, pp. 43-44, 77-78; F. PIRANI, Fabriano in età comunale.Nascita e affermazione di una città manifatturiera, Firenze 2003, pp. 61-62. Per lachiesa di Santa Maria della Serra, si veda nota 64.

(68) Cornialetto è oggi una contrada; il toponimo, attestato dal sec. XIII, derivadalla presenza di piante di corniolo: VILLANI, Insediamento, p. 262.

(69) Per Santa Maria della Serra, si veda nota 64. Per Santa Maria del Colle,dipendente dal monastero di San Martino di Accola, si veda CHERUBINI, Le antichepievi, pp. 326, 328-329 nota 161.

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L’ultima chiesa della pieve di Massaccio ad essere censita èla parrocchia di San Fabiano di Scisciano, eretta all’interno didetto castello e tuttora esistente, anche se ricostruita (70). Nel1199 figura tra le pertinenze dell’abbazia di Sant’Elena insiemea parte del castello (71). Nel 1290 « dompnus Salvus prior S. Sistisolvit pro dompno Bevenuto rectore S. Fabiani X sol. », nel1291 la decima ammonta a 28 denari, mentre nel 1299 « donp-nus Actus retor ecclesie S. Faybani (così) Sossani excusavit seut supra » (72). Nel 1295 le vengono attribuite un totale di 499canne di terra e 180 canne di vigna con annesso un canneto,per un valore di 57 soldi, cui si aggiunge la stima di 6 libre e10 soldi per le 26 famiglie che compongono la parrocchia, perun totale di 10 libre (73). I terreni risultano distribuiti nei trefondi di Scisciano, Talliano, oggi contrada, e Cupi Sessiani.

Procedendo sempre verso est, gli appassatori registrano leproprietà dell’ultima pieve ubicata sulla sponda destra dell’Esi-no, che fa capo alla chiesa di San Biagio e Santa Lucia diMorro Panicale, castello che dal XIV secolo prende il nome diCastelghibellino, oggi Castelbellino (74). Le vicende della pievesono influenzate dal processo di affermazione dei tre castelliprincipali che sorgono all’interno del suo territorio: Castelbelli-no, Monteroberto e Maiolati. Già a partire dal XIV secolo, vacrescendo l’importanza delle ecclesiae castri di San Marco diCastelbellino, Santo Stefano di Maiolati e San Silvestro di Mon-teroberto sulla chiesa plebale (75). In generale, come già riscon-trato in altri contesti, le parrocchie rurali che fanno capo allapieve non sono particolarmente ricche nè popolose, a differen-za delle chiese monastiche. Si registra, inoltre, una limitata

(70) Scisciano è oggi frazione del comune di Maiolati Spontini: si veda CHERUBI-NI, Arte medievale, pp. 383-384.

(71) Si veda nota 55.(72) Rationes decimarum, nn. 4765, 4796, 4989.(73) VILLANI, Insediamento, pp. 72, 74, 118-119, 121 nota 25, 129, 131-132.(74) Per la pieve di Castelbellino e le notizie relative alle chiese, si veda CHERU-

BINI, Il sistema plebano, pp. 402-403; ID., Le antiche pievi, pp. 290-312. Il contempo-raneo catasto comunale registra 11 parrocchie, delle quali tre, San Pietro di Nova-glia, Santa Maria di Maiolati e Santa Maria delle Caselle, non figurano nell’estimodel 1295: IESI, ASC, Catasto, I, cc. 81v-104r.

(75) CHERUBINI, Le antiche pievi, pp. 308-312.

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82 MAELA CARLETTI

(76) Oltre ai dati elencati di seguito, si veda anche VILLANI, Insediamento, p. 113.(77) Per l’analisi dei dati contenuti nel coevo catasto comunale, si veda VILLANI,

Insediamento, pp. 50, 79, 118-121, 131-132 nota 29, 240. Per le vicende successive,si veda C. VERNELLI, Popolazione, istituzioni e vita quotidiana in età moderna, inMaiolati Spontini, in particolare alle pp. 296-298.

(78) Per l’esatta ubicazione della chiesa, si veda CHERUBINI, Le antiche pievi,pp. 296-297, con particolare riferimento a quanto detto nella nota 121. Si vedaanche VILLANI, Insediamento, pp. 46-47.

(79) Rationes decimarum, nn. 4678, 4990. Per le vicende della chiesa e l’analisidei dati contenuti nel catasto comunale del XIII secolo, si veda VILLANI, Insediamen-to, pp. 50-51, 74, 78, 118-119, 121, 129, 131-132.

estensione della coltivazione della vigna, mentre appare ancoradiffusa la selva (76).

La chiesa di Sant’Anna era ubicata nel fondo omonimo, oggicontrada in comune di Maiolati. Dopo il 1635 viene ricostruitavicino alle mura del castello, e dalla metà del secolo XVII èconosciuta anche con l’appellattivo di Madonna della Cancella-ta. Secondo l’estimo del 1295 possiede terreni nei fondi San-t’Anna, Loci Picçoni, Cupi Malasere e Casalini, per un totale diuna plovina e 539 canne, cui viene assegnato un valore di 4libre e 19 soldi. La parrocchia è costituita da 10 famiglie, allequali viene conferita la stima di 40 soldi, per una summa sum-marum di 7 libre (77).

Segue la chiesa plebale di Santa Lucia e San Biagio che« sorgeva presso la convergenza degli attuali territori comunalidi Castelbellino, Monteroberto e Maiolati, in corrispondenzadella contrada che ancora conserva il nome di Santa Lucia » (78).Nel 1295 possiede, nel solo fondo dicte ecclesie, 200 canne divigneti e 2 plovine e 150 canne di terra, stimate 5 libre, 16soldi e 8 denari, cui si aggiungono 5 libre e 10 soldi per le 22famiglie di parrocchiani. L’entità della tassa è quindi di 12 li-bre. Come detto, ben presto subentrano le chiese dei tre castel-li di Maiolati, Monteroberto e Castelbellino e nel XVI secolo èprobabilmente già annessa a San Marco di Castelbellino.

Santa Maria di Casalvicino compare per la prima volta nel1290, quando « dompnus Bentadmati rector ecclesie S. Martini,S. Marie Magnolati, S. Marie Casalvasini et S. Andree » paga ladecima di 45 soldi, mentre nel 1299 la chiesa, retta da Giaco-mo, è dispensata dal pagare perché non possiede beni a suffi-cienza (79). Tuttavia, nel 1295 le vengono attribuite una plovina

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e 62 canne di terra, 125 canne di vigneto con canneto ubicatinel fondo Casalvicino, stimati 3 libre e 8 denari. La parrocchiaè costituita da 19 famiglie, stimate 4 libre e 15 soldi, per unvalore totale di 8 libre.

Nell’attuale territorio del comune di Castelbellino sorgevala chiesa di San Giovanni Murri Panicalie, nominata la primavolta nel 1219, in un documento che elenca una serie di ter-reni di proprietà del comune di Iesi (80). Nel 1295 possiede 5plovine e 83 canne di terra, valutate 8 libre e 16 soldi, cui siaggiungono 20 soldi per le sole 7 famiglie della parrocchia,per una stima totale di 10 libre. Le terre sono distribuite neifondi di Morro, del Colle, Silve State e Carpineto, oggi con-trada.

A sud-est di Monteroberto sorgeva la chiesa di San Silve-stro de Curtis. Nel 1290, in occasione della decima alla Chiesa,è registrato il versamento del primo e del secondo termine daparte del rettore Benvenuto che paga 28 soldi per la primatornata e 25 per la seconda (81). Dall’estimo risulta possedere duesoli terreni nell’unico fondo su cui sorge la chiesa, costituiti da2 plovine e 400 canne di terra e 200 canne di vigna, che ven-gono stimati 6 libre, 13 soldi e 4 denari. La parrocchia è unadelle più popolose della pieve con 31 famiglie, cui viene asse-gnato un valore di 7 libre, per una summa totale di 14 libre.La chiesa risulta già distrutta nella seconda metà del XV secoloe sostituita con un altro edificio intitolato sempre a San Silve-stro, costruito nelle immediate vicinanze delle mura del castellodi Monteroberto (82).

Assai modeste le possessioni della chiesa di Sant’Andreadella Valle di Sant’Andrea, che assommano a una plovina e 296canne di terra, distribuite sui due fondi della Valle di Sant’An-drea e Corni de Pratis. A queste gli estimatori conferiscono unvalore di 3 libre, cui si aggiungono 30 soldi assegnati alle 6famiglie di parrocchiani, per una stima totale di 5 libre. Nel1290 è associata alle chiese di San Martino, Santa Maria diMaiolati e Santa Maria di Casalvicino nel pagamento della de-

(80) Il libro rosso del comune di Iesi. Codice 1, doc. 141.(81) Rationes decimarum, nn. 4676, 4768.(82) CHERUBINI, Le antiche pievi, p. 300 nota 125.

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cima, consistente in 45 soldi versati da Beneamato rettore diSan Martino (83).

Quella delle Rationes decimarum appena citata è anche laprima menzione relativa alla chiesa di San Martino, che dalCherubini viene ubicata in prossimità dell’attuale Colle Celestedi Maiolati. Nel 1291 Servo, rettore della chiesa di San Gio-vanni di Iesi, paga per Beneamato 4 soldi, mentre nel 1292 èlo stesso Beneamato a pagare 35 soldi (84). Nel 1295 le proprie-tà su cui la chiesa ha giurisdizione vengono valutate 10 libre,risultanti dalla somma di 4 libre e 12 soldi per le terre e 30soldi per le 20 famiglie che compongono la parrocchia. Le ter-re assommano a una plovina e 590 canne, distribuite sui trefondi di San Martino, Fonte Casspe e del Colle di San Martino;nel fondo su cui sorgeva la chiesa si estende anche la proprietàdi 100 canne di vigna. Le ultime notizie relative a San Martinorisalgono alla metà del Cinquecento, e sono contenute in duetestamenti e nelle relazioni delle visite pastorali di Mons. Ga-briele Del Monte, dove si dice che la chiesa è priva di porta eofficiata solo nel giorno della festa del santo (85).

Proseguendo nell’esame si incontrano due chiese monasti-che, San Sisto di Talliano e Santa Maria delle Moie. L’analisidei dati elencati prova quanto anticipato in precedenza, cioè, ingenerale, la maggior ricchezza delle istituzioni monastiche ri-spetto alle chiese rurali.

La parrocchia di San Sisto di Talliano, su cui nel 1199 van-tava diritti l’abbazia camaldolese di Sant’Elena (86), non appareparticolarmente popolosa, contando solamente 16 famiglie, madalle testimonianze dell’estimo del 1295, del contemporaneo ca-tasto comunale e delle Rationes decimarum, risulta una dellechiese più ricche della pieve. Nel 1290 Venutello di Michele, anome di Salvo rettore della chiesa di San Sisto, versa per la

(83) Rationes decimarum, n. 4678.(84) Rationes decimarum, nn. 4794, 4881.(85) VILLANI, Insediamento, pp. 49-50, 74, 79, 118-120, 129, 132-133, 240, analiz-

za le proprietà dei parrocchiani elencate, in particolare, nel catasto comunale dellafine del XIII secolo. Per le successive vicende, si veda C. ZENOBI, L’episcopato jesinodi Mons. Gabriele Del Monte (1554-1597), Jesi 1979, p. 17; VERNELLI, Popolazione,pp. 281, 296.

(86) Si veda nota 55.

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decima di quell’anno alle casse pontificie 3 libre, 14 soldi e 9denari; nello stesso anno, il medesimo Salvo paga 3 libre e 2soldi. Anche per il 1291 sono registrati due pagamenti: per laprima rata Merlino chierico paga 4 soldi, per la seconda uncerto Francesco, sempre a nome di Salvo priore, paga 35 soldimeno 1 denaro. Nel 1292 Merlino paga 15 soldi; infine, nel1299 Salvo priore paga 10 soldi (87). Nel 1295 la chiesa possie-de 40 plovine e 340 canne di terra e 4 plovine e 60 canne divigna, cui spesso sono affiancati canneti. Il valore conferito atali possedimenti è di 97 libre e 10 soldi. La chiesa, inoltre,possiede un mulino nel fondo Lupularie, al quale viene asse-gnato un valore di 10 libre. A questi si aggiunge la stima di 4libre per i parrocchiani, per una somma totale di 112 libre. Iterreni sono distribuiti nei fondi Caselle, Lupularie, San Sisto,Alvinisschi e Talliano. All’inizio del XIV secolo la chiesa subi-sce l’attacco dei fabrianesi, in guerra con il comune di Iesi peril possesso di alcune terre e castelli lasciati in eredità da Genti-le di Rovellone (88).

L’istituzione sicuramente più ricca della diocesi di Iesi èl’abbazia di Santa Maria delle Moie, oggi al centro dell’abita-to omonimo. Studi sull’architettura dell’edificio lo attribuisco-no agli inizi dell’XI secolo. Nel 1295 le terre sulle quali l’ab-bazia esercita la propria giurisdizione ammontano a 156plovine e 4 canne di terra, cui si aggiungono 14 plovine e490 canne di vigne, spesso adiacenti a canneti, e 4 mulini infundo Fontis Guerre. Le coltivazioni vengono stimate 369 libree 10 soldi, mentre ai mulini viene assegnato un valore di 40libre, cui si assommano 6 libre e 5 soldi per le 25 famigliedella parrocchia. Ne consegue che la stima totale dei benidell’abbazia equivale a 416 libre. Le proprietà dell’abbaziasono distribuite su numerosi fondi: San Pietro di Novaglia, sucui sorgeva la chiesa omonima non presente nell’estimo, Fun-darum de Sorbetis, del Colle Sanguinario, Collis Plebis, Borrel-li, Monte, Villanova, Monte Deserto, del Piano di Santa Ma-

(87) Si veda Rationes decimarum, nn. 4697, 4729, 4792, 4808, 4846, 4960. Per levicende della chiesa e l’analisi dei dati del catasto comunale, si veda VILLANI, Inse-diamento, pp. 35, 51-52, 72, 74, 78, 113, 118-119, 121, 129, 131-132, 149.

(88) Si veda nota 67.

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ria delle Moie (89). Il terreno più grande, costituito da 56 plo-vine di terra e 3 plovine di vigna con annesso un canneto, siestende sui due fondi di San Pietro di Novaglia e di SantaLucia, pieve di Morro Panicale, vicino al fiume Esino. L’unicamenzione certa contenuta nelle Rationes decimarum risale al1299, quando Angelo, monaco di Santa Maria plani Molearum,paga 9 libre e 19 soldi (90).

Poco lontano dall’abbazia, nell’attuale contrada del Pozzet-to, sorgeva la chiesa di San Michele delle Moie, piuttosto ric-ca pur non essendo una chiesa monastica e certamente la piùpopolosa della zona. La parrocchia è infatti costituita da 34famiglie, cui viene conferito un valore di 8 libre e 10 soldi.Le terre ammontano a 12 plovine e 11 canne di terra, 200canne di vigna e 10 canne di canneto, per un valore di 25libre, 8 soldi e 8 denari, distribuite nei fondi delle Moie, Fi-lelli, San Giovanni Traligi, de Cungnolis, del Piano delle Moieanche detto della Valle dei Fabbri, della Valle di San Marti-no (91). A questi si aggiunge la stima di 10 libre conferita almulino che la chiesa possiede in rota molendinorum Molearum.Nel 1299 il suo rettore Bertino paga la decima di 30 soldi (92).

(89) San Pietro di Novaglia è menzionata solo nel catasto comunale del XIIIsecolo (IESI, ASC, Catasti, I, cc. 85r-85v): si veda CHERUBINI, Le antiche pievi, p. 305nota 125; VILLANI, Insediamento, pp. 49, 51, 74, 118-120, 129. I fondi Funda-rum de Sorbetis e del Colle Sanguinario sono probabilmente da collegare con itoponimi Sorbeti e Sanguineti, derivanti rispettivamente dalla presenza di alberi disorbo e dal colore rossastro del terreno o della vegetazione, attestati nel coevocatasto comunale. Sul fondo Villanova sorgeva il centro abitato omonimo attestatodal 1279. Per quanto detto, si veda VILLANI, Insediamento, pp. 67, 79, 265-266.

(90) Rationes decimarum, n. 4940. In numerosi altri casi le Rationes parlano delmonastero Sancte Marie de Plano da identificare, tuttavia, con l’abbazia di SantaMaria del Piano che, essendo ubicata in città, non figura nel frammento superstitedel catasto del 1295: Rationes decimarum, nn. 4701, 4710, 4788, 4789, 4828, 4867.

(91) La chiesa di San Giovanni Traligi, alla quale è legata anche una scolamSancti Iohannis et Sancti Michaelis, figura nel catasto comunale del XV secolo: IESI,ASC, Catasti, IV, parte II, cc. 20v, 39v; si veda CHERUBINI, Le antiche pievi, p. 306nota 126. Il termine scola è stato variamente interpretato come scuola, corporazione,ma anche come cappella rurale o parrocchia: si veda Glossarium mediae et infimaelatinitatis, a cura di DU CANGE, Graz 1954, pp. 349-350; Glossario Latino Emiliano,a cura di P. SELLA, Città del Vaticano 1937 (Studi e Testi, 74), pp. 315-316; Glossa-rio Latino Italiano. Stato della chiesa, Veneto, Abruzzi, a cura di P. SELLA, Città delVaticano 1944 (Studi e Testi, 109), pp. 516-517.

(92) Rationes decimarum, n. 4936. Si veda anche VILLANI, Insediamento, pp. 67,71-72, 78, 84, 116.

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Della chiesa non si hanno più notizie dopo la metà del XVsecolo.

Lo studioso Villani pone l’abbazia di Santa Maria e la chiesadi San Michele delle Moie al di fuori della giurisdizione dellapieve di Castelbellino, affermando che la prima, come anche al-tre abbazie, era autonoma, mentre per la seconda ipotizza unadipendenza dal Capitolo della cattedrale di Iesi. Le due chieseinfatti, non figurano nei due codici superstiti del contemporaneocatasto comunale e, secondo lo studioso potevano essere conte-nute in un altro volume, oggi perduto, come suggerirebbe un’an-notazione inserita accanto ad una registrazione depennata « quiascripta fuit pro Moie et posita in dicto loco » (93).

Sulla sponda opposta del fiume Esino erano le circoscrizionidi altre tre pievi: Monsano, San Marcello e Montecarotto. L’uni-ca di cui rimane notizia nelle ultime carte del frammento è lapieve di Montecarotto che è anche la più estesa della diocesidi Iesi. Su gran parte del suo territorio, comprendente Monte-carotto, Poggio San Marcello, San Benedetto dei Frondigliosi ele ville di Tassanare e Santa Mustiola, il vescovo di Iesi vantavadiritti feudali fino all’inizio del 1300, quando Leonardo, comesi è detto, li cede al comune (94).

La chiesa plebana di Santa Maria di Montecarotto sorgeva apoca distanza dal castello. Nel 1290 Andrea plebano di Monte-carotto versa alle casse pontificie 42 soldi per la prima rata e31 per la seconda. L’anno successivo è sempre Andrea a pagarele due rate di 6 soldi e 28 soldi. Per il 1292 rimane la testimo-nianza di un solo pagamento consistente in 7 soldi, effettuatodallo stesso Andrea, mentre nel 1299 « item sol. XVIIII recepe-runt dicti conlectores ab Angelutio Gilii, dante et solvente no-mine et vice donpni Andree rectoris ecclesie S. Marie MontisArcarupte pro medietatis et conplimento dicte decime secundianni; iuratus in anima ipsius ut supra » (95). Nel 1295 la chiesa

(93) VILLANI, Insediamento, pp. 63, 71, 116.(94) Per la pieve di Montecarotto e le notizie relative alle chiese, si veda CHERU-

BINI, Il sistema plebano, pp. 401-402; ID., Le antiche pievi, pp. 265-289; C. URIELI,Montecarotto attraverso i secoli, Jesi 1988, pp. 42-45. Si ricorda che nel coevo catastocomunale sono andati perduti i dati relativi agli abitanti di Montecarotto.

(95) Rationes decimarum, nn. 4668, 4748, 4798, 4835, 4844, 4954.

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possiede 2 plovine e 208 canne di terra e 360 canne di vigna,nei fondi Colle Giovanni, Montecarotto, Planarum e del Piano,dove il terreno è in comune con gli eredi di Albricuccio. Alleterre viene assegnato un valore di 7 libre e 8 soldi. I parroc-chiani sono 25, stimati 6 libre e 5 soldi, per una somma totaledi 14 libre.

Nel luogo in cui sorgeva Santa Maria del Monte si trovaoggi una casa colonica, ricostruita nel Cinquecento, nella con-trada omonima, nel territorio di Poggio San Marcello. Nel 1199dipende dall’abbazia di Sant’Elena (96). Nel 1290 il rettore Ven-tura versa la decima di 19 soldi (97). Nel 1295 è la parrocchiapiù ricca della pieve, con 5 plovine e 70 canne di terra e 100canne di vigna, ma non certo la più popolosa, contando sola-mente 9 famiglie. La tassa è quantificata in 13 libre: 10 libre e18 soldi per i terreni e 30 soldi per i parrocchiani. I beni sitrovano nei fondi di Santa Maria del Monte, dove un terreno èin comune con Levo Bruni Raini, e di Colmontano.

I tre edifici che seguono sorgevano in prossimità del castel-lo di Rosora. San Pietro si trovava ancora nei primi anni delNovecento nella contrada Pretelli. Dall’estimo risulta possederedue terreni nei fondi Collis Criaci, uno dei quali in compro-prietà con Attuccio di Manfredo, e delle Busche, oggi contra-da, per un totale di una plovina e 450 canne di terra e 68canne di vigna, ai quali è assegnato il valore di 4 libre e 12denari. Si segnalano 20 famiglie nella parrocchia, stimate 5 li-bre, per una somma complessiva di 10 libre. Nel 1299 Matteomonaco paga 10 soldi pro decima dicti secundi anni (98).

San Michele, ricostruita più volte, è oggi parrocchia. Nel1290 un certo Vincenzo Capzati paga la decima di 17 soldi e 8denari per Angelo rettore « S. Michelis de Roserio, pro suobeneficio » (99). I due terreni su cui nel 1295 esercita la propriagiurisdizione hanno un’estensione piuttosto modesta, ammontan-do a 400 canne di terra, dislocati sui due fondi di Colle SanPietro e Villanova. Consistente, invece, il numero di 30 famiglie

(96) Si veda nota 55.(97) Rationes decimarum, n. 4669.(98) Rationes decimarum, n. 4999.(99) Rationes decimarum, n. 4672.

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di parrocchiani, forse dovuto al fatto che la chiesa si trovavaall’interno delle mura cittadine. La tassa si quantifica, perciò, in9 libre: 25 soldi e 8 denari per i terreni e 7 libre e 10 soldiper i parrocchiani. Entrambe le chiese nel 1199 dipendono dal-l’abbazia di Sant’Elena (100).

Di Santa Maria delle Piagge non resta traccia. La primamenzione risale al 1290 quando « dominus Iohannes de Cin-gulo canonicus S. Floriani et S. Martini, S. Sisti et S. Mariede Roserio » versa alle casse pontificie 25 soldi (101). Nel 1295non vengono registrati parrocchiani, mentre possiede due ter-reni nei fondi de Calcinariis e delle Busche, che si estendonoper una plovina e 400 canne di terra e ai quali è conferito ilvalore di 3 libre, 6 soldi e 8 denari, per cui la tassa ammontaa 4 libre.

Presso la villa di Santa Mustiola, nel territorio di PoggioSan Marcello, sorgeva la chiesa omonima, oggi scomparsa. Latestimonianza delle Rationes decimarum è relativa all’anno1290, quando il notaio Blasio paga 21 soldi « pro dompnoNicola S. Mustiole » per la prima rata, e lo stesso rettore Ni-cola versa 12 soldi per la seconda tornata, mentre nel 1299, lachiesa risulta senza beni sufficienti per sostenere il pagamen-to (102). Nel 1295 ha discreti possedimenti nei fondi della Villadi Santa Mustiola, di Santa Mustiola, delle Valli di Santa Mu-stiola e Cerqueto, che si estendono per 3 plovine e 2 cannedi terra, 270 canne di vigna e 4 canne di canneto, ai qualiviene assegnato un valore di 6 libre, 16 soldi e 8 denari. Aquesti si aggiungono 4 libre e 15 soldi per le 19 famiglie diparrocchiani. La tassa risulta così di 12 libre.

La chiesa di San Pietro Roveti possiede nel solo fondo dellachiesa 472 canne di terra e 93 canne di vigna, confinanti conle proprietà di un certo Ugolino barbiere, per una stima di 43soldi e 10 denari. La parrocchia è costituita da 10 famiglie, allequali è assegnato il valore di 40 soldi, per una summa summa-rum di 5 libre.

(100) Si veda nota 55.(101) Rationes decimarum, n. 4709.(102) Rationes decimarum, nn. 4671, 4750, 4993, dove la chiesa è denominata

S. Anbustiola.

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Delle due chiese che seguono oggi non resta traccia. SanMaurizio dei Marroni sorgeva verosimilmente in territorio diMontecarotto, mentre Santa Maria di Monticello in territorio diCastelplanio. La prima pare possa essere identificata con la chie-sa di San Maurizio, il cui rettore Griscius nel 1290 versa allecasse pontificie 15 soldi (103). Nel 1295 possiede, nel solo fondodi San Maurizio, una plovina e 200 canne di terra e 300 cannedi vigna, con annesso un canneto, del valore di 4 libre, 13soldi e 4 denari. La tassa dovuta per le 11 famiglie di parroc-chiani è pari a 40 soldi, per un totale di 7 libre.

Santa Maria di Monticello, come tante altre istituzioni nellazona è tra le dipendenze dell’abbazia di Sant’Elena elencate nelcitato diploma del 1199 (104). Nel 1290 Giacomo rettore « eccle-sie S. Andree et S. Marie Montiscelli » paga 20 soldi per deci-ma (105). I terreni posseduti nel 1295 si trovano nei tre fondiMonticelli, oggi contrada, Murorum e Traligi. In quest’ultimo,dove sorgeva la scomparsa chiesa di San Giovanni, aveva terre-ni anche la chiesa di San Michele delle Moie. Le proprietàammontano a una plovina e 500 canne di terra e 100 canne divigna e hanno un valore di 4 libre, 6 soldi e 8 denari. Laparrocchia è costituita da 12 famiglie, per le quali la tassa èpari a 50 soldi, per una summa summarum di 7 libre.

Esiste ancora, seppur ricostruita tra Quattrocento e Cinque-cento, la chiesa di San Marcello del Poggio, sul colle che so-vrasta l’abitato. Numerose le testimonianze contenute nelle Ra-tiones decimarum: nel 1290 il rettore Atto paga 47 soldi nellaprima tornata, mentre nella seconda Ventura rettore della chie-sa di Santa Maria del Monte versa 50 soldi a nome di Atto.Nel 1291 lo stesso Atto paga 7 soldi per la prima rata, mentreper la seconda Benvenuto cappellano di Santa Maria del Pianopaga per lui 52 soldi e nell’anno successivo 10 soldi. Nel 1299un certo Angeluccio Gilii versa, sempre per Atto, 21 soldi (106).Nell’estimo del 1295 vengono elencati 7 appezzamenti di terra

(103) Rationes decimarum, n. 4666.(104) Si veda nota 55.(105) Rationes decimarum, n. 4667.(106) Rationes decimarum, nn. 4670, 4747, 4797, 4836, 4865, 4955. Si veda anche

CHERUBINI, Arte medievale, p. 196.

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dislocati su 7 fondi: Herbe Iuncule, San Marcello, Cerreto, dePlanis, Plaiarum [...], Moleole, Lupularie. In quest’ultimo ha ter-reni e un mulino anche la chiesa di San Michele delle Moie. Intotale le proprietà ammontano a 2 plovine e 471 canne di terrae 90 canne di vigna, stimate 43 soldi e 4 denari. Decisamentepopolosa la parrocchia, che conta ben 57 famiglie, alle quali èconferito il valore di 13 libre e 10 soldi, per cui la tassa dapagare è pari a 16 libre.

L’ultima chiesa della pieve è Sant’Andrea di Loretello, chepossiede un solo terreno nel fondo omonimo pari a una plovi-na e 500 canne di terra, stimate 3 libre, 13 soldi e 4 denari, acui si aggiungono 15 soldi per le 12 famiglie della parrocchia,per una somma totale di 6 libre.

In calce all’ultimo foglio 8v, una mano diversa da quella diAngelo di Giacomo di Attone di Albertuccio, il quale redige ilresto del documento, scrive la somma totale del quaderno, con-sistente in 1431 libre.

Nonostante la fonte sia frammentaria e ciò impedisca di trar-re conclusioni definitive sulla organizzazione della diocesi iesinaalla fine del XIII secolo, credo sia indubbio l’interesse dei datiesposti. Sicuramente, sarà possibile aggiungere qualche elemen-to in più quando si avrà a disposizione l’edizione del catastocomunale dello stesso periodo.

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92 MAELA CARLETTI

APPENDICE

1

1295

Catasto dei beni della diocesi di Iesi (*).

Biblioteca Apostolica Vaticana, Codice Borghesiano 376 [A].

In nomine Domini nostri Iesu Christi. Amen. Hic est liber inquo continentur appassus et mensura possessionum, summas et exti-mationes parrochianorum et allibrationes omnium ecclesiarum que incollectis et datii<s> Esino episcopo respondere tenentur; extimandoplovinam terre .XL. s(olidos), plovinam vinee .IIIIor. libras et proquolibet parrochiano .V. s(olidos). Factus t(em)pore venerabilis inChristo patris domini Leonardi episcopi civitatis Esii.

Ne per ingnorantiam aliquos clericos nostre dictioni subiectos ultraquam facere possint extorsionibus seu censibus adgravemur. Set potiuscongnita ecclesiarum suarum possibilitate in contingentibus, secundumiustitiam procedamus, ut unusquisque secundum quod de prebendasua emolumenta sentit, ita cum expedit debeat honera supportare. Id-circo nos Leonardus Esinus episscopus (a) cum dicti cleri deliberationesolle(m)pni possessiones et bona ac introhitus dictarum ecclesiarumappassari et extimari decrevimus et presenti libro singulariter adnotari,ponentes ad predicta perfitienda et ordinanda solle(m)pnes et sapien-tes viros dominos do(m)pnum Brunum et Thomam canonicos etdo(m)pnum Iacobum rectorem ecclesie Sancti Nicholay Esii. Qui etiamdeberent dicto operi superesse donec finis debiti reciperet supplemen-tum. Quibus preheminentibus factum est per fidelissimum virum Çam-pam Petri de dicto opere ac offitio diu providum et expertum proutin libro presenti patenti scriptura evidenter apparet manu AngelutiiIacobi Actonis Albertuctii ad hec notarii cum dicto Çampa spetialiterdeputati. Sub anno Domini millesimo .CCLXXXXV., indictione .VIII.,tempore domini Bonifatii pape octavi.

(a) così.

(*) Per motivi editoriali, la somma delle stime dei beni di ciascun istituto reli-gioso, che nel manoscritto è inserita nel margine sinistro, accanto alle rispettive pro-prietà, si registra in calce a ciascuna registrazione.

f. 1r

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93IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

Monasterium Sancti Iohannis Antignani

Habet in fundo Campi Rotundi, iuxta vias a duobus lateribus,ecclesiam Sancti Nicholay et Mucçarinum domini Amatoris, duas plo-vinas et .IIIc.XV. cannas terre et .IIIc. cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus, filiosActonis Mathei et vallatum, .Vc.X. cannas vinee et .IIIIc.XXV. cannasterre;

item habet in dicto fundo, iuxta dictum monasterium ab omni-bus lateribus, unam plovinam et .IIIIc.LXXXI. cannas terre;

item habet in fundo Sancti Iohannis predicti, iuxta vias et ipsummonasterium, .XVIII. plovinas terre;

item habet in fundo predicto, iuxta moleam dicti monasterii un-dique, unam plovinam et .IIIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias, moleam dicti monasterii etDeutaiute Mathei, .IIIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus,.Vc.LXXVI. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et Cesulam, .XIIII. plovi-nas et .IIIIc. cannas terre;

item habet in fundo de Ceretis, iuxta Amodeum Mathei, Salvuc-tium Alberti, Benedictum Çeppavigne et heredes Deutesalvi Trasei,tres plovinas et .IIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, Bevenutum Fantolini, Ac-currimbonam Adiudi et Benedictum Çeppavigne cum fratribus, tresplovinas et .IIIc. cannas terre;

item habet in fundo Frasseneti, iuxta heredes Accurrimbone Ac-cursi, Nuctium Redis, Albertuctium Albertuctii et Laurentium Deu-taiuti, .VI. plovinas et .L. cannas terre;

item habet in fundo de Perellis, iuxta viam a duobus lateribus etCesulam et heredes Iacobi Actonis Albertuctii et Alevuctium Amicicum castellari dicte ecclesie, .V. plovinas et .CC. cannas terre; ||

item habet in fundo Cillini, iuxta Cesulam et silvam dicti mona-sterii et viam, .X. plovinas et .CCL. cannas terre;

item habet dictum monasterium in fundo Cammortani, iuxta ma-gistrum Manfredum medicum, Ranalductium Virdiane, viam et silvamdicte ecclesie, duas plovinas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, Trellium fornaçarium etdictum magistrum Manfredum, .IIIIc. cannas terre;

item habet in fundo predicto, iuxta viam, Alevuctium Amici, fi-lios Iuntoli Simonis Bovis et moleam dicti monasterii, .XV. plovinaset .CCL. cannas terre;

f. 1v

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94 MAELA CARLETTI

item habet in Campo Rotundo duo acquimina molendinorum.Possessio: .CLXXX. lib(re), .XVII. s(olidi); duo acquimina molen-

dini: .X. lib(re). Summa summarum: .CLXXXXI. libr(e).

M[ona]ste[rium Sancti A]ppollenaris

Habet in fundo Cammortani, iuxta Mucçarinum domini Amato-ris, Tentum Clementis et viam, unam plovinam et .CL. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Tentum Clementis et Cesulam etdictum monasterium et vias, .XIIII. plovinas et .IIIIc. cannas terre et.L. cannas canneti;

item habet in dicto fundo, iuxta Tentum Clementis, AlbertuctiumAlbertuctii, viam et dictum monasterium, unam plovinam et .C. can-nas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus, .XV. plo-vinas terre;

item habet in fundo de Ghirosis, iuxta Deutaiutum Brune, fossa-tum et vias, .VIII. plovinas et .Vc. cannas terre;

item habet in fundo Molee, iuxta Simonectum Bartholini, Alber-tuctium Albertuctii, viam et moleam, tres plovinas et .CC. cannasterre;

item habet in fundo Sancte Marie Panicalie, iuxta Guilielmuc-tium domini Amatoris, Nicholuctium Co(m)pangnoni et DeutaiutumBruni, .IIIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, heredes Feltranuctii domi-mi Guidonis et Nicoluctium Co(m)pangnoni, .VIII. plovinas et .CC.cannas terre;

item habet in fundo Quartenarii, iuxta Bartholuctium Vivoli etvias, .IIIIor. plovinas terre et .Vc. cannas vinee;

item habet in fundo Cuparum, iuxta Petrum Bernacçoni et Bali-ganum domini Huguiçonelli et viam, .LXX. cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus, .IIIIc.cannas vinee cum canneto et .C. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Baliganum domini Huguiçonelli,viam, Petrum Bernacçoni et dictum monasterium, .IIIc. cannas vineeet .C. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Salvuctium Nichole, Baliganumpredictum, viam et dictum monasterium, .IIIIc. cannas vinee et .C.cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta heredes Thebaldini, Guilielmuc-tium domini Amatoris et vias, duas plovinas terre et .CC. cannasvinee; ||

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95IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

item habet in dicto fundo, iuxta heredes Thebaldini, viam, Gui-lielmuctium domini Amatoris et Iacomectum Albrici pro uxore,.IIIc.L. cannas vinee et .C. cannas terre;

item habet dictum monasterium Sancti Appollenaris in dicto fun-do, iuxta Nicholuctium Co(m)pangnoni, viam, dominum Guilielmuc-tium domini Amatoris et Iacomectum Albrici pro uxore, .CXX. can-nas vinee et .LX. cannas terre;

item habet in fundo Campimay, iuxta Cesulam, Alevuctium Ami-ci, filios Iacobi Actonis Albertuctii, Alevuctium Albertuctii et filiosAdiudi Bone, .Vc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Mucçarinum domini Amatoris,filios Adiudi Bone, Cesulam et silvam dicti monasterii, unam plovi-nam et .IIIIc.L. cannas terre;

item habet in fundo Perteluci, iuxta Cesulam et dictum monaste-rium, unam plovinam terre;

item habet in fundo de Tegnolis, iuxta Guilielmuctium et Mucça-rinum domini Amatoris et dictum monasterium, sex plovinas terre;

item habet in fundo Vallis Actonis, iuxta vias, Mucçarinum do-mini Amatoris, Cesulam, Simonem Corvi et Venutonum Raini et sil-vam dicti monasterii, .XIIII. plovinas et .Vc. cannas terre;

item habet in fundo de la Cora, iuxta Cesolam, viam et dictummonasterium, unam plovinam et .IIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Cesolam et dictum monaste-rium, tres plovinas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Cesolam et dictum monaste-rium, tres plovinas terre (b);

item habet in dicto fundo, iuxta vias et dictum monasterium,.XVII. plovinas et .Vc. cannas terre;

item habet in fundo Formule, iuxta viam et Guilielmuctium do-mini Amatoris, heredes Recentis, unam plovinam et .L. cannas terre;

item habet in fundo Rovelliani, iuxta vias a tribus lateribus etdictum monasterium, duas plovinas et .IIIIc. cannas vinee et .C. can-nas terre;

item habet in fundo Vallis Pastoris, iuxta vias a tribus lateribuset ipsum monasterium, unam plovinam et .IIIc. cannas vinee cumcanneto et unam plovinam et .IIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et Accor-rionum Grimaldi, .IIIIc. cannas vinee et .L. cannas terre;

item habet in fundo Formule, iuxta viam, Guilielmuctium dominiAmatoris et dictum monasterium, unam plovinam et .IIIc. cannas terre;

(b) probabile ripetizione della registrazione precedente.

f. 2r

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96 MAELA CARLETTI

item habet in fundo Ysule, iuxta Cesulam et dictum monaste-rium, .IIIc.L. cannas terre;

item habet in fundo Rivi Torti, iuxta Phylippuctium de Donacça-no et Compangnectum Martini Solomie, .CCL. cannas terre.

Possessio: .CCLXV. libr(e) et .X. s(olidi). Summa summarum:.CCLXVI. libr(e). ||

Ecclesia Sancti Stephani Campalliani

Habet in fundo Campalliani, in comitatu Auximi, iuxta vias atribus lateribus et Broccardum Nichole, .IIIc.X. cannas terre;

item habet in dicto fundo, in comitatu Esii, iuxta PalmerolumRanaldi, Broccardum Nichole et viam, .IIIc.XXV. cannas terre.

Possessio: .XLII. s(olidi). Summa summarum: .III. libr(e).

Plebs et ecclesia Sancte Anestasie Versiani

Habet in fundo dicte plebis, iuxta vias a duobus lateribus, fossa-tum et Iohannem Andree cum consortibus, duas plovinas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta fossatum et heredes Baruntii deLucceto, .CC. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta fossatum, Symonectum Bonomipro uxore, heredes Miliani Albrici, heredes Actonis Hermanuctii cumconsortibus et viam, unam plovinam et .C. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta heredes Martini de Guesis, he-redes Iohannis Nichole, heredes Ranaldi Hugolini et viam, .IIIc. can-nas terre.

Possessio: .VIII. libr(e). Summa summarum: .VIII. libr(e).

Ecclesia Sancti Nicholay Archi de Versiano

Habet in fundo Archi, iuxta Vitalem Marie cum consortibus,Damianum Mathei et Venutum Raini cum consortibus, .LX. cannasterre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus, Carne-grassam et Petrum Mangerium, .CCXXV. cannas vinee cum cannetoet .LX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus, Bevenu-tum Raini et Deutaiute Mathei, tres plovinas et .CC. cannas vinee;

item habet .XV. parrochianos.Possessio: .VIIII. libr(e), .IIIIor. s(olidi); parrochiani: .III. libr(e)

sine redditu episcopatus. Summa summarum: .XIII. libr(e).

f. 2v

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97IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

Ecclesia Sancte Marie Archi de Versiano

Habet in fundo Archi, iuxta Salvonum Corvoni, viam, Palmero-lum Ranaldi et fossatum, duas plovinas et .IIIc. cannas terre et .CCL.cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta heredes Hermannuctii et Ioha-nuctium domini Ghisilerii, .C. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Palmerolum Ranaldi cum con-sortibus et heredes Compagnoni Bono||mi, fossatum et heredes Venu-toni Bonomi, .IIIc.L. cannas terre;

item habet dicta ecclesia Sancte Marie Versiani in fundo Corunci-ni, iuxta filios Thodini et viam comunem cum ipsis filiis Thodini,eius pars est .XXX. cannas terre;

item habet in fundo Archi, iuxta Adiudonum Genteloni et filiosVenutoni Martoni, .LXXXVI. cannas terre;

item habet in fundo Coruncini, iuxta viam et Adiudectum Morici,.XXV. cannas terre;

item habet .VI. parrochianos.Possessio: .VIII. libr(e), .XII. s(olidi); parrochiani: .XX. s(olidi)

sine decimo episcopatus. Summa summarum: .X. libr(e).

Ecclesia Sancti Laurentii de Cerretis Versiani

Habet in fundo Cerreti, iuxta heredes Venutoni Bonomi, Ange-lectum Iacobi Mathei pro uxore, viam et ecclesiam Sancti MichaelisCerreti et fossatum, .IIIc.LXXXX. cannas terre et .IIIc. cannas vi-nee;

item habet in dicto fundo, iuxta Salvonum Corvoni, MartinumIovenis et heredes Albriconi Actonis, .CCLXXXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias et Bartholuctium PetructiiSimeonis, unam plovinam et .IIIc. cannas terre;

item habet .VII. parrochianos.Possessio: .VII. libr(e), .V. s(olidi); parrochiani: .XX. s(olidi) sine

decimo episcopatus. Summa summarum: .VIIII. libr(e).

Ecclesia Sancti Michaelis de Cerretis Versiani

Habet in fundo de Cerretis, iuxta fossatum, ecclesiam Sancti Lau-rentii et Salvonum Corvoni cum consortibus, unam plovinam et .C.cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus, .LXXX.cannas terre;

f. 3r

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98 MAELA CARLETTI

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus, Favorel-lum Iohannis et heredes Baruntii, tres plovinas terre et .CCLXX.cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et Bartholuctium Petructiiet Bartholuctium Rainuctii pro uxore, .CXX. cannas vinee cum can-neto et .IIIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, filios Virdiane de Staffuloet heredes Alberti Albertuctii, .Vc.XL. cannas terre et .CXX. cannasvinee;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus et Venu-tellum Actonis, .CXX. cannas vinee et .XXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus et here-des Co(m)pagnoni de Cavatoribus, .LX. cannas terre;

item habet in fundo Vallis Çomentarie, iuxta Simonectum et Ve-nutellum Actonis Martini a duobus lateribus et viam, unam plovinamet .L. cannas terre; ||

item dicta ecclesia Sancti Michaelis Versiani habet in dicto fun-do, iuxta Nicholectam Virdiane a duobus lateribus, .CLX. cannasterre;

item habet in dicto fundo, iuxta Andream Golate a tribus lateri-bus, .LXXXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Andream predictum et Hugoli-num do(m)pni Petri, .LX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Benedictum Massculi et Acto-nem Drude, .CC. cannas terre;

item habet .VII. parrochianos.Possessio: .XX. libr(e), .II. s(olidi); parrochiani: .XX. s(olidi) sine

decimo episcopatus. Summa summarum: .XXII. libr(e).

Ecclesia Sancti Pauli Versiani

Habet in fundo Sancti Pauli predicti, iuxta vias a tribus lateribuset Venutum Bone, .LXX. cannas vinee et .LXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, Iohangnonum Alberti etdo(m)pnum Francum Co(m)pangnoni, .CXLIIII. cannas terre;

item habet cum Gratiano Albriconi in fundo predicto, iuxta fos-satum et dictum Gratianum, eius pars est .XVIIII. cannas terre;

item habet in fundo Funiliarum, iuxta heredes Todinelli et fossa-tum, .IIIc. cannas terre;

item habet .XXV. parrochianos.Possessio: .XLIIII. s(olidi); parrochiani: .V. libr(e) et .X. s(olidi)

sine decima episcopatus. Summa summarum: .VIII. libr(e).

f. 3v

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99IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

Ecclesia Sancte Elene Versiani

Habet in fundo Fontis Perçannis, iuxta viam et dominum Deute-fecem iudicem, .CCX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Iacobutium de Pitino a tribuslateribus, .CXL. cannas terre;

item habet in fundo Pecçelonghe, iuxta vias et Actonem Drude,.IIIIc.L. cannas terre;

item habet in fundo Fossi Guardi, iuxta vias et Malpelum, .CC.cannas terre;

item habet in fundo dicte ecclesie, iuxta vias et dictum Malpe-lum, .LXIIII. cannas terre;

habet .XXIIII. parrochianos.Possessio: .III. libr(e), .XII. s(olidi); parrochiani: .V. libr(e), .V. s(olidi)

sine decima episcopatus. Summa summarum: .VIIII. libr(e). ||

Plebs et ecclesia Sancti Heluterii de Massactio

Habet in fundo Prelati, iuxta viam, fossatum et ecclesiam SanctiIohannis Prelati, .IIIc.LX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta dictam ecclesiam Sancti Iohanniset viam et Iohannem Mathei, unam plovinam et .CXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias et filium Ranaldi Amate,.Vc.LX. cannas terre;

item habet in fundo Cupi, iuxta viam, heredes Bonomi Petruçoniet Iohagnonum Petroni, .XXVIII. cannas terre;

item habet in fundo Morelle, iuxta heredes Iacobutii Mathei do-mini Actonis et Iohannonum Code, .XLVIIII. cannas terre;

item habet in fundo Alvareti, sive Casarini, iuxta vias a tribuslateribus, heredes Mathei domini Actonis et Martum Petructii, .VI.plovinas et .C. cannas terre;

item habet in fundo Casarini, sive Vallium, iuxta vias a duobuslateribus, ecclesiam Sancte Marie Alvareti, magistrum IohannemGoçonis et Iacomellum Actoli, .XV. plovinas et .IIIc. cannas terre et.IIIIc.L. cannas vinee cum canneto;

habet .LXXIII. parrochianos.Possessio: .XLIIII. libr(e), .XII. s(olidi); parrochiani: .XVIII.

libr(e), .V. s(olidi). Summa summarum: .LXIII. libr(e).

Ecclesia Sancti Stephani de Rovelliano

Habet in fundo Benrempadrie, iuxta viam, Guilielmuctium do-mini Amatoris et Compangnectum Albertuctii, unam plovinam et.XXV. cannas terre;

f. 4r

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100 MAELA CARLETTI

item habet in fundo Rovelliani, iuxta vias undique, .IIIIc.L. can-nas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et Guilielmuctium dominiAmatoris, .XL. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta dictum Guilielmuctium a tribuslateribus et viam, .XXXII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et heredesAndree Rictii, .IIIc. cannas vinee cum canneto et .CCXXV. cannasterre;

item habet in dicto fundo, iuxta heredes Iohannuctii Thome, viamet Malpelum de Sancto Severino, unam plovinam et .IIIc. cannas terre;

item habet in fundo de Campanilis, iuxta viam, filiam NicholeAdmacçafusti et Francissconum Gualterii, .CCL. cannas terre;

habet .XXV. parrochianos.Possessio: .X. libr(e), .VIII. s(olidi); parrochiani: .V. libr(e), .X.

s(olidi) sine decima episcopatus. Summa summarum: .XVI. libr(e). ||

Ecclesia Sancti Petri de Rovelliano

Habet in fundo Rovelliani, iuxta vias a tribus lateribus, .CL. can-nas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et monasterium SanctiAppollenaris, .L. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, dictam ecclesiam, Guiliel-mum Panici et Deutaiute Mathei, duas plovinas terre;

habet .XXXVII. parrochianos.Possessio: .V. libr(e), .III. s(olidi), .IIII. d(enarii); parrochiani:

.VIII. libr(e), .X. s(olidi). Summa summarum: .XIIII. libr(e).

Ecclesia Sancti Michaelis Iugoli

Habet in fundo Iugoli, iuxta vias a tribus lateribus et filios Rigolidomini Iacomelli, unam plovinam et .CC. cannas terre et .CL. can-nas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus, Iacobu-tium do(m)pni Bonomi et heredes Petri Goçonis, tres plovinas et.IIIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam a tribus lateribus, eccle-siam Sancte Marie Alvareti et heredes Ranaldoni Amate, unam plovi-nam et .Vc. cannas terre;

item habet in fundo Colonani, iuxta viam, Albertonum Ranaldi,heredes Ugonis Venetici, Iohannem Hugoli et Goçarellum Bartholo-ni, unam plovinam et .CC. cannas terre;

f. 4v

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101IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

habet .XXIIII. parrochianos.Possessio: .XVII. libr(e), .VI. s(olidi) et .VIII. d(enarii); parro-

chiani: .III. libr(e). Summa summarum: .XXI. libr(e).

Ecclesia Sancti Petri Mançani

Habet in fundo Mançani, iuxta vias a duobus lateribus, heredesBerardoni Actonis tabellii, Iacomellum Actonis et Iohangnonum Ac-tonis Baroncelli, unam plovinam et .C. cannas terre et .C. cannasvinee;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, Iohannem Paganelli, Ma-theum Actonis Baroncelli, fossatum et silvam dicte ecclesie, .Vc.L.cannas terre;

item habet iuxta Iohangnonum Actonis Baroncelli et ecclesiamSancte Marie Serre, .LXXII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Goçonum Rainuctii, heredesMartini et fossatum, .LX. cannas terre;

habet .VII. parrochianos.Possessio: .V. libr(e), .V. s(olidi); parrochiani: .V. s(olidi). Summa

summarum: .VI. libr(e). ||

Ecclesia Sancti Iohannis de Cesis

Habet in fundo Cesis, iuxta viam, Bonaccursum Bonelli, eccle-siam Sancte Marie Serre et vias, .Vc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Gentilem de Rovellono, Petru-çonum Actonis Berte, Iacobutium Mathei Dominici et fossatum, .CC.cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus, heredesActonis Bonomi, heredes Venutoni Bonelli et ecclesiam Sancte MarieSerre, unam plovinam et .IIIc. cannas terre et .C. cannas vinee;

habet .VI. parrochianos.Possessio: .VI. libr(e); parrochiani co(m)putantur in decima epi-

scopatus. Summa summarum: .VI. libr(e).

Ecclesia Sancte Marine Posserre

Habet in fundo Collis Serre, iuxta viam a duobus lateribus, ec-clesiam Sancte Marie Collis et Taddeum Venuti, .Vc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Iohannem do(m)pni Bonomi,heredes Gentilis Iohagnini, ecclesiam Sancte Marie Serre et viam, .IIIc.cannas terre;

f. 5r

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102 MAELA CARLETTI

item habet in (c) fundo Ca(m)puçuni, iuxta Venutolum Phylippo-ni, Goçeptum Actonis et Nicholectam Martuctii, .CXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Iohannem do(m)pni Bonomi aduobus lateribus et vias ab aliis lateribus, .C. cannas terre;

item habet in fundo Corgnaleti, iuxta Nicholam Martuctii, eccle-siam Sancte Marie Serre et viam, unam plovinam et .X. cannas terre;

item habet in fundo Posserre, iuxta Actonem Marchecti et vias,.CC. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Iohannem do(m)pni Bonomi etviam et heredes Bonelli Ghirardoni, .CLX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Iohannem do(m)pni Bonomi etfossatum a duobus lateribus, .IIIc.LX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta dictum Iohannem et vias a tri-bus lateribus, .CL. cannas vinee et .Vc.L. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Martuctium Marie et viam aduobus lateribus, .Vc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, heredes Gentilis Iohangni-ni, .CL. cannas vinee et .Vc.LX. cannas terre;

habet .VIIII. parrochianos.Possessio: .XV. libr(e), .III. s(olidi), .VIII. d(enarii); parrochiani

co(m)putantur in decima episcopatus. Summa summarum: .XV. libr(e).

Ecclesia Sancti Flabiani Sessiani

Habet in fundo Sessiani, iuxta vias a duobus lateribus et domi-num Pulicem Buccenigre, .C. cannas terre et .LXX. cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta fossatum, dominum Pulicem pre-dictum et viam, .CXXIIII. cannas terre;

item habet in fundo Talliani, iuxta Salvonum Actonis Martini etviam, .CX. cannas vinee cum canneto;

item habet in fundo Cupi Sessiani, iuxta viam et Ragatium dePodio, .CCLXXV. cannas terre;

habet .XXVI. parrochianos.Possessio: .LVII. s(olidi); parrochiani: .VI. libr(e), .X. s(olidi).

Summa summarum: .X. libr(e). ||

Ecclesia Sancte Anne Magnoleti

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta Actonum Venuti et filiosBentevolii Iohannis, .LXXX. cannas terre;

(c) segue dicto espunto.

f. 5v

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103IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

item habet in dicto fundo, iuxta Angelonum Simonis, heredesBerarductii Bartholi et heredes Venuti Bernardi et Florectum Iuntoli,.LXXXV. cannas terre.

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus et Flo-rectum Iuntoli, .CXX. cannas terre;

item in fundo Loci Picçoni, iuxta Berardum Carvoni, NeronumUguceti et Albertactium Ranaldi, .IIIc.XX. cannas terre;

item habet in fundo Cupi Malasere, iuxta fossatum, BartholonumBarti, filios Martini Actonis Usi, .CXX. cannas terre;

item habet in fundo Sancte Anne predicte, iuxta Berardum Car-voni et viam, .LXXXX. cannas terre;

item habet in fundo Casalinam, iuxta Iacomellum Martini et viam,.IIIc.XX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et Actonem Venuti et viam,.IIII. cannas terre;

habet .X. parrochianos.Possessio: .IIIIor. libr(e), .XVIIII. s(olidi); parrochiani: .XL. s(olidi).

Summa summarum: .VII. libr(e).

Plebs et ecclesia Sancti Blasii et Sancte Lucie de Murro Panicalie

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta vias a duobus lateribus, filiosIacobi Miccecarnis et dominum Pulicem Buccenigre, .CL. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus et Cor-raductium domini Bartholuctii, duas plovinas terre et .CC. cannasvinee;

habet .XXII. parrochianos.Possessio: .V. libr(e), .XVI. s(olidi), .VIII. d(enarii); parrochiani:

.V. libr(e), .X. s(olidi). Summa summarum: .XII. libr(e).

Ecclesia Sancte Marie Casalvicini

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta viam a duobus lateribus etBerardum Carbonis, .CCXII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, Berardum Mathei, Berar-dum Carbonis et Ranaldum Albrici, .IIIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, Venutonum Albrici, Berar-dum Carbonis et Tentum Berte sive Ranaldi, .CXXV. cannas vineecum canneto et .L. cannas terre;

habet .XVIIII. parrochianos.Possessio: .III. libr(e), .VIII. d(enarii); parrochiani: .IIIIor. libr(e),

.XV. s(olidi). Summa summarum: .VIII. libr(e).

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104 MAELA CARLETTI

Ecclesia Sancti Iohannis Murri Panicalie

Habet in fundo Murri, iuxta viam a duobus lateribus, filiosBurri et Meglarinum Accorsecti, duas plovinas et .IIIIc. cannas ter-re; ||

item dicta ecclesia Sancti Iohannis Murri habet in dicto fundo,iuxta viam a duobus lateribus et Mucçarinum domini Amatoris,.IIIIc.XXV. cannas terre;

item habet in fundo Collis, iuxta Accurrionum Iohannis, Melliari-num Accorsecti cum consortibus et Cappam de Massactio, unam plo-vinam et .LIIII. cannas terre;

item habet in fundo Silve State, iuxta vias a duobus lateribus,Bevenutum Fantolini et Mucçarinum domini Amatoris, .CLXXX. can-nas terre;

item habet in fundo Carpeneti, iuxta Guil[ie]lmum Panici et fos-satum, .CCXXIIII. cannas terre;

habet .VII. parrochianos.Possessio: .VIII. libr(e) et .XVI. s(olidi); parrochiani: .XX. s(olidi).

Summa summarum: .X. libr(e).

Ecclesia Sancti Silvestri de Curtis

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta vias a duobus lateribus, Al-bertuctium Albertuctii et uxorem Feltranutii domini Guidonis, duasplovinas et .IIIIc. cannas terre et .CC. cannas vinee cum canneto;

habet .XXXI. parrochianos.Possessio: .VI. libr(e), .XIII. s(olidi), .IIII. d(enarii); parrochiani:

.VII. libr(e). Summa summarum: .XIIII. libr(e).

Ecclesia Sancti Andree Vallis Sancti Andree

Habet in fundo Vallis Sancti Andree, iuxta laorerium ActonisRanaldi, Corraductium domini Bartholuctii et Iacobuctium Rainuctii,.IIIc.L. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam a duobus lateribus et filiosAdami Iohannis, .CX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et Vegna-tonum Adami, .CLX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Salvonum Adami a tribus lateri-bus et viam, .X. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et Ranalductium Palmoli,.VI. cannas terre;

f. 6r

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105IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

item habet in fundo Corni de Pratis, iu[xta fo]ssatum, heredesRanaldi Urbani et Iacobum Goçonis Stavelutii, .CCLX. cannas terre;

habet .VI. parrochianos.Possessio: .III. libr(e); parrochiani: .XXX. s(olidi). Summa sum-

marum: .V. libr(e).

Ecclesia Sancti Martini Mangnolati

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta viam, heredes Actonis Çarac-ti et Martinum Simonis, unam plovinam et .CC. cannas terre et .C.cannas vinee;

item habet in fundo Fontis Casspe, iuxta viam, Iacomectum Rai-nuctii et Bevenutum de Merago, .L. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Salvonum Morici, SalvonumAdami cum consortibus et Bevenutum de Merago cum consortibus,.C. cannas terre;

item habet in fundo Collis Plebis, iuxta Recevutum Saccentis,Berardum Carvoni et viam, .CCXL. cannas terre;

habet .XX. parrochianos.Possessio: .IIIIor. libr(e), .XII. s(olidi); parrochiani: .V. libr(e). Sum-

ma summarum: .X. libr(e). ||

Ecclesia Sancti Sisti Talliani

Habet in fundo de Casellis, iuxta vias a duobus lateribus et Io-hangnonum Leonardi, .IIIIc.LXXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et filiosCo(m)pangnoni Leonardi, .Vc. cannas terre et .IIIc. cannas vinee;

item habet in fundo Lupularie, iuxta <vias> a duobus lateribus,Matheum Iohannis domini Ranaldi et filios Mathei Çaulini, unamplovinam terre et .C. cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta viam a tribus lateribus et Ma-theum Amate, unam plovinam et .X. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias undique, duas plovinas et.CC. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vallatum dicte ecclesie, flumenGini, Andriolum Andree Constantini et moleam dicte ecclesie, unamplovinam et .C. cannas terre;

item habet in fundo Sancti Sisti predicti, iuxta flumen Gini, filiosBonomi Ranaldi et vias, .XV. plovinas et .IIIIc. cannas terre;

item habet in fundo Alvinisschi, iuxta Martinum Iohannis, filiosMartini Petri et vias a duobus lateribus et dictam ecclesiam, tres

f. 6v

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106 MAELA CARLETTI

plovinas et .CC. cannas terre et unam plovinam et .IIIIc. cannas vi-nee cum canneto;

item habet in fundo Plani Sancti Angeli, iuxta vias a duobuslateribus et filios Petructii Actonis Alberti, quinque plovinas et .C.cannas terre et .Vc. cannas vinee cum canneto;

item habet in fundo Talliani, iuxta vias a tribus lateribus et Ma-theum Amate, novem plovinas et .CL. cannas terre et .Vc.LX. cannasvinee cum canneto;

item habet unum molendinum in fundo Lupularie, iuxta flumenEsinum, a duobus lateribus viam, Andriolum Andree et dictam ec-clesiam;

habet .XVI. parrochianos.Possessio: .LXXXXVII. libr(e) et .X. s(olidi); molendinum: .X.

libr(e); parrochiani: .IIIIor. libr(e). Summa summarum: .CXII. libr(e).

Monasterium Sancte Marie Plani de Moleis

Habet in fundo Sancti Petri Novalie, iuxta vias a duobus lateri-bus et heredes Actonis Martini, unam plovinam et .IIIc. cannas terreet .IIIc. cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta vias, heredes filii Nicholay etdictam ecclesiam, tres plovinas et .Vc. cannas terre et .IIc. cannasvinee;

item habet in fundo Fundarum de Sorbetis, iuxta vias a duobuslateribus et heredes Ranaldi Actonis Martini, .IIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Florentiam Actonis, viam et dic-tum monasterium, .C. cannas vinee et .L. cannas terre;

item habet in fundo Sancti Petri Novalie, iuxta vias a duobuslateribus et nepotes Actonis Martini et dictum monasterium, unamplovinam et .CL. cannas terre;

item habet in fundo Collis Sanguinarii, iuxta Ranaldectum Ugu-ceti, Petrum Rodulphi, Actonem Stephi et filios Ranalductii Bartholi,duas plovinas et .IIIIc.LXXV. cannas terre;

item habet in fundo Collis Plebis, iuxta viam, Bartholuctium Bo-nomi cum consortibus et Actironum Albe<r>ti, .LXXXXV. cannasterre; ||

item habet dictum monasterium Sancte Marie in fundo Novalieet plebis Murri Panicalie, iuxta flumen Gini, Albertuctium Albertuc-tii, filios Iacobi Micçacarnis cum consortibus, Mucçarinum dominiAmatoris, Floranum Goçonis, terram olim Veninbene Gratiani, sil-vam dicti monasterii, vias et heredes Actonis Çaracti, .LXV. plovinasterre et tres plovinas vinee cum canneto;

f. 7r

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107IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

item habet in fundo Novalie, iuxta viam, terram olim VeninbeneGratiani, Iacobuctium Virdiane et viam, .CCLXXX. cannas vinee et.CC. cannas terre;

item habet in fundo Plani dicte ecclesie, iuxta vias a tribus late-ribus et vallatum dicti monasterii, .XXXVI. plovinas terre et unamplovinam et .CCX. cannas vinee cum canneto;

item habet in fundo Borrelli, iuxta vallatum dicte ecclesie, mo-leam dicte ecclesie, canonicam Esinam et Salvuctium Alberti Fintecum consortibus, tres plovinas et .Vc. cannas terre;

item habet in fundo Montis, iuxta Salvuctium Alberti, heredesGentilis Nicholay et vias, .IIIIor. plovinas et .LXXX. cannas terre;

item habet in fundo Ville Nove, iuxta episcopatum Esii et vias aduobus lateribus, .IIIc.XXII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et UbaldumBarardi, .Vc. cannas terre et .IIIIc.XX. cannas vinee cum canneto;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, terram episcopatus et Tad-deum Tarductii, .IIIc.LXXXXII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus, .XI. plo-vinas et .CXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus, Salvuc-tium Alberti et silvam dicti monasterii, .IIIIor. plovinas et .IIIc. can-nas vinee et unam plovinam et .XX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et Salvuc-tium Alberti, unam plovinam et .CCLXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et Salvuctium Alberti aduobus lateribus, unam plovinam et .IIIIc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et dictummanasterium, tres plovinas et .IIIIc. cannas vinee cum canneto et.IIIIc.XXX. cannas terre;

item habet in fundo Montis Deserti, iuxta vias a duobus lateri-bus, .X. plovinas terre et .LXXX. cannas vinee;

item habet in fundo Novalis terram olim Veninbene Gratiani, iuxtaIacobum Virdiane, dictum monasterium et vias, .VI. plovinas terre;

item habet in dicto fundo de terra dicti Veninbene, duas plovi-nas et .IIIc. cannas terre;

item habet .IIIIor. molendina in fundo Fontis Guerre, iuxta flu-men et dictum monasterium;

habet .XXV. parrochianos.Possessio: .CCCLXVIIII. libr(e), .X. s(olidi); molendina: .XL.

libr(e); parrochiani: .VI. libr(e), .V. s(olidi). Summa summarum:.IIIIc.XVI. libr(e). ||

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108 MAELA CARLETTI

Ecclesia Sancti Michaelis de Moleis

Habet in fundo Molearum, iuxta fossatum a duobus lateribus etviam, .L. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta fossatum et viam, unam plovi-nam et .XL. cannas terre et .X. cannas canneti;

item habet in dicto fundo, iuxta fossatum et terram olim Malser-vecti, unam plovinam et .XXX. cannas terre;

item habet in fundo predicto, iuxta Tartarum et terram olim filiiCeche, .XXXVI. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Françonum domini Angeli aduobus lateribus et viam, .IIIIc.XXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a tribus lateribus et terramolim Malservecti, unam plovinam et .CCLXXX. cannas terre;

item habet in fundo Filelli, iuxta viam, fossatum et filios magistriAlberti, unam plovinam et .L. cannas terre;

item habet in fundo Sancti Iohannis Traligi, iuxta fossatum etvias a duobus lateribus, duas plovinas et .Vc. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et scolam Sancti Iohanniset Sancti Michaelis, .IIIc.LXXV. cannas terre;

item habet in fundo Traligi, iuxta viam et Matheum Corraductii,unam plovinam et .CX. cannas terre;

item habet in fundo de Cungnolis, iuxta fossatum et filios Ia-comelli Crutiani, .Vc. cannas terre;

item habet in fundo Plani Molearum seu Vallis Fabrorum, iuxtaviam et terram olim Maservecti a duobus lateribus, .CC. cannas vi-nee et .CC. cannas terre;

item habet in fundo Vallis Sancti Martini, iuxta viam et fossatum,.CLXXX. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias et Venutum, .L. cannasterre;

item habet in fundo predicto, iuxta viam et Taddeum Martinelli,.CLXXX. cannas terre;

item habet unum molendinum in rota molendinorum Molearum;item habet .XXXIIII. parrochianos.Possessio: .XXV. libr(e), .VIII. s(olidi), .VIII. d(enarii); molendi-

num: .X. libr(e); parrochiani: .VIII. libr(e), .X. s(olidi). Summa sum-marum: .XLIIII. libr(e).

Plebs et ecclesia Sancte Marie Montis Arcarupte

Habet in fundo Collis Iohannis, iuxta vias a duobus lateribus etheredes Nichole, .CLXXVIIII. cannas terre;

f. 7v

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109IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

item habet in fundo Montis Arcarupte, iuxta viam, MatheumCorraductii et heredes Dominici (d), unam plovinam et .CLXX. can-nas terre et .CCLXX. cannas vinee;

item habet in fundo predicto, iuxta vias a duobus lateribus etheredes Nicole, .CXXII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam [et Ni]colutium de Pucçoa duobus lateribus, .CII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta foveum dicti castri et Yuanu-tium de Serra a duobus lateribus, .XX. cannas terre et .LXXXX.cannas vinee;

item habet in fundo Planarum, iuxta viam, filios Actonis Picciniciet heredes Corvoli, .CLXXV. cannas terre;

item habet in fundo Plani, iuxta viam a duobus lateribus et here-des Albricutii, comunem cum heredibus Albricutii, eius pars est .XL.cannarum terre;

habet .XXV. parrochianos.Possessio: .VII. libr(e), .VIII. s(olidi); parrochiani: .VI. libr(e), .V.

s(olidi). Summa summarum: .XIIII. libr(e).

Ecclesia Sancte Marie de Monte

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta viam, Iulum Iohannis et ter-ram episcopatus Esii, duas plovinas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus et filiosGuarcini, duas plovinas et .IIIIc.XXX. cannas terre;

item habet in fundo Colmontani, iuxta Bonaccursum Petri et viasa duobus lateribus, .CCXL. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta episcopatum, filios IohannisStructii et fossatum, comunem cum Levo Bruni (e) Raini, eius parsest .C. cannarum vinee;

habet .VIIII. parrochianos. ||Possessio: .X. libr(e) et .XVIII. s(olidi); parrochiani: .XXX.

s(olidi). Summa summarum: .XIII. libr(e).

Ecclesia Sancti Petri Rosorii

Habet in fundo Collis Criaci, iuxta vias a tribus lateribus et he-redes Ugolini Petri, unam plovinam et .IIIIc.L. cannas terre;

item habet in fundo Busscarum, iuxta viam, do(m)pnum Ange-lum Ricche, comunem cum Actuctio Manfredi, eius pars est .LXVIII.cannarum vinee;

(d) segue un depennato. (e) Bruni in sopralinea.

f. 8r

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110 MAELA CARLETTI

habet .XX. parrochianos.Possessio: .IIIIor. libr(e), .XII. d(enarii); parrochiani: .V. libr(e).

Summa summarum: .X. libr(e).

Ecclesia Sancti Michaelis Rosorii

Habet in fundo Collis Sancti Petri, iuxta vias a tribus lateribus etheredes Ranalductii, .C. cannas terre;

item habet in fundo Ville Nove, iuxta viam et fossatum, .IIIc.cannas terre;

habet .XXX. parrochianos.Possessio: .XXV. s(olidi), .VIII. d(enarii); parrochiani: .VII. libr(e),

.X. s(olidi). Summa summarum: .VIIII. libr(e).

Ecclesia Sancte Marie Plaiarum de Rosorio

Habet in fundo de Colcinariis, iuxta vallatum Concarum et here-des Gentilis, .IIIc.L. cannas terre;

item habet in fundo Busscarum, iuxta viam et Angelum dominiSuppolini, unam plovinam et .L. cannas terre.

Possessio: .III. libr(e), .VI. s(olidi), .VIII. d(enarii). Summa sum-marum: .IIIIor. libr(e).

Ecclesia Sancte Mustiole

Habet in fundo Ville dicte ecclesie, iuxta Ugolinum Gregorii,Tru(m)bolum et vias a duobus lateribus, .LXXXX. cannas terre;

item habet in fundo dicte ecclesie, iuxta vias a tribus lateribus,.CCLXX. cannas vinee;

item habet in dicto fundo, iuxta viam, Berardum Bartholi et epi-scopatum Esii, .XL. cannas terre et .IIIIor. cannas canneti;

item habet in fundo Vallium dicte ecclesie, iuxta Hugolinum Gre-gorii et vias a duobus lateribus, .CCL. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Hugolinum Gregorii, filios Brin-chi et viam et fossatum, unam plovinam et .CCX. cannas terre;

item habet in fundo Cerqueti, iuxta filios Brinchi, fossatum,viam et Nicholuctium de Pucço, unam plovinam et .XII. cannasterre;

habet .XVIIII. parrochianos.Possessio: .VI. libr(e), .XVI. s(olidi) et .VIII. d(enarii); parrochia-

ni: .IIIIor. libr(e), .XV. s(olidi). Summa summarum: .XII. libr(e).

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111IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

Ecclesia Sancti Petri Roveti

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta viam, Pauluctium Bartholi etÇucum cum consortibus, .LXVI. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta Çucum Sabbatini cum consorti-bus et Tentum Mathei, .CLXXIIII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta viam et filios Çufi et heredesKalendis, .LXXII. cannas terre;

item habet in dicto fundo, iuxta vias a duobus lateribus et Hu-golinum barberium et Tentum Mathei, .LXXXXIII. cannas vinee et.CLX. cannas terre;

habet .X. parrochianos.Possessio: .XLIII. s(olidi) et .X. d(enarii); parrochiani: .XL.

s(olidi). Summa summarum: .V. libr(e). ||

Ecclesia Sancti Moritii Marronum

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta viam a tribus lateribus, unamplovinam et .CC. cannas terre et .IIIc. cannas vinee cum canneto;

habet .XI. parrochianos.Possessio: .IIIIor. libr(e), .XIII. s(olidi) et .IIII. d(enarii); parro-

chiani: .XL. s(olidi). Summa summarum: .VII. libr(e).

Ecclesia Sancte Marie Monticelli

Habet in fundo Monticelli, iuxta viam, heredes Triccardi et Am-brosinum Simonis, unam plovinam et .C. cannas terre;

item habet in fundo Murorum, iuxta viam a duobus lateribus etHugolinum Iaconi et fossatum, .IIIIc. cannas terre;

item habet in fundo Traligi, iuxta Ambrosinum Symonis et Bla-sium Petri, .C. cannas vinee;

habet .XII. parrochianos.Possessio: .IIIIor. libr(e), .VI. s(olidi) et .VIII. d(enarii); parrochia-

ni: .L. s(olidi). Summa summarum: .VII. libr(e).

Ecclesia Sancti Marcelli Podii

Habet in fundo Herbe Iuncule, iuxta viam et Tentum Iacobi aduobus lateribus et Franconum Amici Martignoni, .CXLV. cannasterre;

item habet in fundo Sancti Marcelli, iuxta vias et Suppolum Al-brici, duas plovinas terre et .LXXXX. cannas vinee;

f. 8v

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112 MAELA CARLETTI

item habet in fundo de Cerretis, iuxta Iacomellum Berte et sil-vam dicte ecclesie, .CLXX. cannas terre;

item habet in fundo de Planis, iuxta Rainutium Martini cum fra-tre a duobus lateribus et viam, .LXX. cannas terre;

item habet in fundo Plaiarum [...], iuxta Nuctium Raini a duo-bus lateribus, .L. cannas terre;

item habet in fundo Moleole, iuxta viam et heredem ValentiniHugonis, .XX. cannas terre;

item habet in fundo Lupularie, iuxta viam et heredes MartiniThome, .XVI. cannas terre;

habet .LVII. parrochianos.Possessio: .XLIII. s(olidi) et .IIIIor. d(enarii); parrochiani: .XIII.

libr(e), .X. s(olidi). Summa summarum: .XVI. libr(e).

Ecclesia Sancti Andree Lauretelli

Habet in fundo dicte ecclesie, iuxta viam et Hugolinum Angelinia duobus lateribus, unam plovinam et .Vc. cannas terre;

habet .XII. parrochianos.Possessio: .III. libr(e), .XIII. s(olidi), .IIIIor. d(enarii); parrochiani:

.XV. s(olidi). Summa summarum: .VI. libr(e).

Summa summarum librarum istius quaterni: .M.IIIIc.XXXI. lib(re).

2

1295, marzo 24, Laterano

Il pontefice Bonifacio VIII, dopo aver trasferito dalla sede di Iesi aquella di Osimo il vescovo Giovanni, trasferisce dalla sede di Alatri aIesi Leonardo; contestualmente invita il capitolo, il clero, il popolo etutti i vassalli della chiesa iesina ad accogliere il vescovo umilmente eprestargli fedele ubbidienza.

Archivio Segreto Vaticano, Reg. Vat., 47, f. XVIr-v.Per Giovanni e Leonardo si veda quanto detto alla nota 7.

Venerabili fratri Leonardo episcopo Esino. In dispensatione mi-nisteriorum ecclesie Dei nobis credita potissimum consideratione nosexpedit te(m)pus, causam, personam et locum secundum que proemergentibus negotiis interdum nova sunt consilia capienda et prout

f. XVIr

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113IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

temporis necessitas vel cause deposcit utilitas nec per assun(m)ptionemnec per translationem providam a sede apostolica locorum sollicitudi-nes sunt i(m)ponende personis et locis personarum ministeria provi-denda ut ex personarum industria locorum crescat utilitas et ex opor-tunitate locorum fructificatio personarum. Nuper siquidem Esinaecclesia per translationem venerabilis fratris nostri Iohannis episcopiAuximani olim episcopi Esini ad ecclesiam Auximanam ex providen-tia sedis apostolice factam pastoris solatio destituta, nos attendentesquod tu qui ecclesie Alatrine regimini presidebas, considerata condi-tione status ipsius ecclesie ac civitatis Alatrine te commodius et uti-lius circa ipsius ecclesie Esine administrationem quam in predictoregimine poteris exercere, de fratrum nostrorum consilio et apostoli-ce plenitudine potestatis, te a vinculo quo tenebaris eidem Alatrineecclesie absolventes, ad prefatam Esinam ecclesiam transferimus etconcedimus te ipsi Esine ecclesie in episcopum et pastorem, liberamtibi dantes licentiam ad prefatam Esinam ecclesiam transeundi. Quo-circa fra(ternitati) t(ue) per apostolica scripta mandamus quatinus adeandem ecclesiam Esinam te conferens eius curam et administratio-nem prudenter exequi studeas et gregis dominici in illa tibi commissicustodiam prosequi diligenter, sollecite ac constanter, ita ut laudabili-ter de grege ipso reddita in die districti examinis ratione regnumpatris eterni ab orrigine (a) mundi paratum electis accipias letabundusin eterna Domini tabernacula intraturus. Dat(um) Laterani, .VIIII.kalendas aprilis, anno primo.

In eodem modo, dil(ectis) fi(liis) capitulo ecclesie Esine. In di-spensatione et c(etera), usque transeundi. Quocirca universitati vestreper apostolica scripta mandamus quatinus dicto episcopo ta(m)quampatri et pastori animarum vestrarum humiliter intendentes et exhi-bentes ei obedientiam debitam et devotam eius salubria monita etmandata suscipiatis devote ac efficaciter adimplere curetis, alioquinsententiam quam idem episcopus rite tulerit in rebelles ratam habe-bimus et faciemus auctore Domino usque ad satisfactionem condi-gnam inviolabiliter observari. Dat(um) ut supra.

In eodem modo, dil(ectis) fil(iis) clero ci(vitatis) et dioce(sis) Esi-ne et c(etera). Ut in proxima superiori.

In eodem modo, dilectis filiis populo civitatis et diocesis Esine.In dispensatione et c(etera), usque transeundi. Quocirca di(gnitati)vestre per apostolica scripta mandamus quatinus eundem episcopumta(m)quam patrem et pastorem animarum vestrarum suscipientes, de-

(a) così.

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114 MAELA CARLETTI

vote ac || debita honorificentia prosequentes ipsius monitis et manda-tis salubribus humiliter intendatis, ita quod ipse in vobis devotionisfilios et vos in eo patrem invenisse benivolum gaudeatis, nosque de-votionem vestram possimus proinde non immerito commendare.Dat(um) ut supra.

In eodem modo, universis vassallis ecclesie Esine. In dispensatio-ne et c(etera), usque transeundi. Quocirca universitati vestre per apo-stolica scripta mandamus quatinus predictum episcopum debita hono-rificentia prosequentes ei fidelitatem solitam necnon et consuetaservicia et iura sibi a vobis debita exhibere integre studeatis, alioquinsententiam sive penam quas idem episcopus rite tulerit seu statueritet c(etera), usque in finem. Dat(um) ut supra.

3

1295, marzo 28, Laterano

Il pontefice Bonifacio VIII trasferisce il vescovo Giovanni dalla sede diIesi a quella di Osimo, da tempo priva di un presule dopo la morte diMonaldo; contestualmente invita il capitolo, il clero, i vassalli e il po-polo osimano ad accogliere il vescovo umilmente e prestargli fedeleubbidienza.

Archivio Segreto Vaticano, Reg. Vat., 47, f. XVIIIIr-v.Per Giovanni e Leonardo, si veda quanto detto alla nota 7.Per Monaldo, eletto vescovo di Osimo il 31 gennaio 1289, si veda EUBEL,

Hierarchia catholica, I, p. 120; UGHELLI, Italia sacra, I, p. 502.Giovanni Buccamatius viene creato cardinale il 22 dicembre 1285 e promos-

so alla sede Tuscolana nello stesso mese, muore il 10 agosto 1309: si veda EUBEL,Hierarchia catholica, I, pp. 11, 39.

Venerabili fratri Iohanni episcopo Auximano. Dudum Auximanaecclesia per obitum bone memorie Monadi episcopi Auximani pasto-re vacante, vocatis omnibus qui voluerunt, potuerunt et debueruntcomode interesse, post diversas electiones de diversis personis et etiamdiversis te(m)poribus per canonicos ipsius ecclesie inibi in discordiacelebratas, que ad debitum non pervenerunt effectum, tandem qui-busdam ex eisdem canonicis Leopardum canonicum ipsius ecclesieeligentibus quibusdam vero te, tunc Esinum episcopum in prefateAuximane ecclesie episcopum postulantibus ac Morico et Benvenutoipsius ecclesie canonicis pro tue postulationis et eodem Leopardo

f. XVIv

f. XVIIIIr

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115IL CODICE BORGHESIANO 376: FRAMMENTO DI UNA FONTE CATASTALE

pro electionis sue prosecutione ad sedem apostolicam accedentibusdilectus filius frater Petrus de Murrone, tunc Celestinus papa an-tecessor noster, dum apostolatus officio fungeretur, venerabilem fra-trem nostrum I(ohannem) Tusculanum episcopum concessit in huiu-smodi negotio partibus auditorem venerabili eodem fratre Petrohuiusmodi apostolatus officio cui preerat cedente ac nobis ad illudpostmodum divina vocatione assumptis prefatus Leopardus ius quodsibi ex electione huiusmodi de se facta quesitum fuerat in nostrismanibus libere resignavit. Nos itaque huiusmodi resignatione recepta,nolentes predictam ecclesiam prolixioris vacationis dispendia deplora-re ac cupientes ut ipsa ecclesia utilis presidio suffulta pastoris Deopropitio relevetur a noxiis et optatis proficiat incrementis, ad perso-nam tuam, honestate morum, licterarum scientia, conversatione vitelaudabilis, spiritualium et te(m)poralium providentia et aliis virtutumdonis multipliciter decoratam nobis et apostolice sedi acceptam, ut-pote in ipsius sedis obsequiis multipliciter et utiliter co(m)probatam,apostolice diterimus considerationis intuitum ipsam fore perutilem adipsius ecclesie Auximane regimen arbitrantes, ad que etiam gratiosifructus ex tuis provenientes operibus, maxime quia ecclesiam Esi-nam, tuo commissam regimini, spiritualiter et temporaliter feliciteraugmentasti, multipliciter nos inducunt, hiis igitur digna meditationepensatis te olim Esinum episcopum et vinculo quo eidem ecclesieEsine tenebaris absolvimus teque ad Auximanam ecclesiam ex cuiusuberibus utpote olim ipsius archipresbiter nutritus fuisti transferimuset illi de fratrum nostrorum consilio et apostolice plenitudine pote-statis preficimus in episcopum et pastorem. Ideoque fraternitati tueper apostolica scripta mandamus quatinus pensatis provide quia quan-to tibi sollicitudo maior i(m)ponitur tanto potiari tibi apud Deumpremia co(m)parabis et patebit latius tuorum claritas meritorum ab-sque difficultatis ostaculo traslationem huiusmodi de te factam accep-tes sicque curam et administrationem eiusdem Auximane ecclesie pru-denter et utiliter exequeris quia ipsa tuo salubri misterio prosperedirigatur et in spiritualibus et te(m)poralibus optata suscipiet incre-menta tuque velud pastor || sollicitudine pervigil commissum in eatibi gregem gubernare studioso regimine co(m)proberis ac exindenostram et prefate sedis gratiam uberius merearis. Dat(um) Laterani,.V. kalendis aprilis, anno primo

In eodem modo, dil(ectis) fil(iis) capitulo ecclesie Auximane. Du-dum Auximana ecclesia et c(etera), usque et pastorem. Ideoque uni-versitati vestre per apostolica scripta mandamus quatinus eidem epi-scopo tamquam patri et pastori animarum vestrarum plene ac humiliterintendentes obedientiam debitam sibi exhibere curetis, alioquin sen-

f. XVIIIIv

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116 MAELA CARLETTI

tentiam quam ipse propter hoc rite tulerit in rebelles ratam habebi-mus et faciemus auctore Domino usque ad satisfactionem condignaminviolabiliter observari. Dat(um) ut supra.

In eodem modo, dil(ectis) fil(iis) clero civitatis et dioce(sis) Auxi-mane. Dudum Auximana ecclesia et c(etera), usque in finem. Dat(um)ut supra.

In eodem modo, dilectis filiis universis vassallis ecclesie Auxima-ne. Dudum Auximana ecclesia et c(etera), usque et pastorem. Quo-circa universitatem vestram ratione, modo et hordine attente per apo-stolica vobis scripta mandantes quatinus eundem episcopum devoterecipientes et honeste tractantes eius salubribus mandatis et monitishumiliter intendatis prestantes eidem episcopo fidelitatis solite iura-mentum, consueta exhibere servitia et de iuribus ac reditibus sibidebitis eidem respondere curetis ita quod ipse in vobis devotionisfilios reperisse letetur vosque in eo patrem habeatis assidue gratio-sum. Alioquin sententiam sive penam quam ipse spiritualiter ette(m)poraliter propter hoc rite tulerit et c(etera), usque in finem.Dat(um) ut supra.

In eodem modo, dilectis filiis populo Auximano. Dudum Auxi-mana ecclesia et c(etera), usque et pastorem. Quocirca universitatemvestram ratione, modo et hordine attente quatinus prefatum episco-pum devote recipientes et honeste tractantes eius salubribus manda-tis et monitis humiliter intendatis ita quod ipse in vobis devotionisfilios repe<r>isse letetur vosque in eo patrem habeatis assidue gratio-sum. Dat(um) ut supra.

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