Gregorio XVI: dall’immagine alla realtà

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21 GREGORIO XVI: DALL’IMMAGINE ALLA REALTÀ Roberto Regoli In questo lavoro si vogliono affrontare le diverse immagini di Gregorio XVI che sono presenti nel campo storiografico per cerca- re di raggiungere un’immagine il più vicino possibile alla realtà: si vuole quindi passare dalle immagini alla realtà. Di fatto si tratta di una ricerca storiografica ad ampio respiro. Non si presenterà una ri- cerca meramente cronologica (che sarebbe un ritratto meccanico ), ma tematica e cronologica allo stesso tempo. I giudizi su Gregorio XVI e il suo pontificato riguardano molti aspetti e, nella diversità d’espressione, arrivano a conclusioni non sempre collimanti, anzi. A livello esemplificativo se ne riportano alcuni. Giudizi sul pontefice Critica Apprezzamento uomo rigido, antiliberale missionario innovatore teologo antigiansenista, uomo decisionista e aperto privo di dimensioni storiche incolto nelle lingue «uomo intelligente», «colto» , «umanista» politicamente impreparato, sa prendere decisioni conservatore, antiliberale, coraggiose . Lui stesso è Levillain 00, p. . Boutry , pp. -. Loc. cit. Id. 000, p. . Martina 000, pp. -0. Id. 00, pp. -. Si segue il primo articolo, in quanto il secondo è sostanzialmente uguale al primo, addirittura nella biblio- grafia rimanda unicamente al precedente contributo. Ibid., p. 0. Aubert - Beckmann - Corish , p. . Cfr. Gadille - Zorn 00, p. . Ibid., p. 0.

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GreGorio XVi: dall’immaGine alla realtà

Roberto Regoli

In questo lavoro si vogliono affrontare le diverse immagini di Gregorio XVI che sono presenti nel campo storiografico per cerca-re di raggiungere un’immagine il più vicino possibile alla realtà: si vuole quindi passare dalle immagini alla realtà. Di fatto si tratta di una ricerca storiografica ad ampio respiro. Non si presenterà una ri-cerca meramente cronologica (che sarebbe un ritratto meccanico�), ma tematica e cronologica allo stesso tempo.

I giudizi su Gregorio XVI e il suo pontificato riguardano molti aspetti e, nella diversità d’espressione, arrivano a conclusioni non sempre collimanti, anzi. A livello esemplificativo se ne riportano alcuni.

Giudizi sul pontefice

Critica Apprezzamentouomo rigido, antiliberale� missionario innovatore�

teologo antigiansenista, uomo decisionista e aperto�

privo di dimensioni storiche�

incolto nelle lingue� «uomo intelligente», «colto»�, «umanista»�

politicamente impreparato, sa prendere decisioniconservatore, antiliberale, coraggiose�. Lui stesso è

� Levillain �00�, p. �.� Boutry ����, pp. ���-���.� Loc. cit.� Id. �000, p. ���.� Martina �000, pp. ���-��0. Id. �00�, pp. ���-���. Si segue il primo articolo,

in quanto il secondo è sostanzialmente uguale al primo, addirittura nella biblio-grafia rimanda unicamente al precedente contributo.

� Ibid., p. ��0.� Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �.� Cfr. Gadille - Zorn �00�, p. ���.� Ibid., p. ��0.

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chiuso alle istanze del momento�0 «coraggioso»��

«pagina bianca»�� «papa delle missioni»��, «el Papa de Hispanoamérica»��

«campione dell’oscurantismo e «più volte mostra un’inattesadell’oppressione antiliberale»��; apertura e una precisa comprensione dei tempi»��;«inesperto ed ingenuo in politica»��; «uomo di gabinetto»��;«poco ferrato in verità nelle «più pastore che sovrano»��;cose politiche»�0 «teologo rigido», «intransigente», «buona cultura teologica e«autoritario»��; canonistica»��, «dotto e pio»��;«rigido dottrinario»��. «vita semplice e schiva»��

Giudizi sul pontificatoCome si può constatare alcuni giudizi riguardano fatti evidenti

(incolto nelle lingue), altri l’interpretazione di fatti, eventi e dati (“chiuso”, innovatore”, “arretrato”).

Alcuni giudizi concordano, altri sono opposti. Il più delle vol-te Gregorio XVI è presentato in modo complemetare e apparente-mente opposto anche dal medesimo autore (ad esempio, lo storico Martina attribuisce, secondo diversi aspetti, a Gregorio XVI due ag-gettivi tra loro opposti, “aperto” e “chiuso”). In generale, gli autori mettono in giustapposizone, e non tanto in contrasto, degli elemen-ti caratteristici del papa (ad esempio, in modo ingenuo, l’origine monastica del pontefice e la discussione delle questioni mondane). Così l’immagine finale del papa non è più chiara, tanto che emerge

�0 Cfr. Martina �000, pp. ���-��0, in particolare p. ���.�� Leflon ����, p. ���.�� Ibid., p. ���.�� Hofmann ����, p. ���.�� Alvaro López �00�, p. ���.�� Lefevre ����a, p. ��0. L’autore riporta questo giudizio riferendosi all’imma-

gine che emerge da un’altra opera: Petruccelli della Gattina ����.�� Martina �000, p. ���.�� Bihlmeyer - Tuechle ����, p. ���.�� Vercesi ����, p. ����� Ibid., p. ���.�0 Ibid., p. ���.�� Aubert - Beckmann - Corish ����, pp. �-�; Gadille - Zorn �00�, p. ��.�� Bihlmeyer - Tuechle ����, pp. ���-���.�� Ghisalberti ����, p. ���.�� Leflon ����, p. ��0.�� Bihlmeyer - Tuechle ����, p. ���.

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una domanda: chi è veramente Gregorio XVI? Inoltre: come valuta-re correttamente il suo pontificato?

Per rispondere si passa all’analisi storiografica��.

Questione storiografica

In rapporto al pontificato gregoriano, nella storiografia, a par-tire dalla metà del XIX secolo, troviamo due tendenze: una di con-danna e una apologetica. Solo a partire dalla metà del XX secolo le contrapposizioni diminuiscono e le sfumature cominciano a entrare in entrambi i campi��. È proprio in occasione del centenario della morte che esce la Miscellanea su Gregorio XVI��, che, se pur di-chiara degli intenti apologetici (voler dare una “vera” immagine del pontefice e del suo pontificato, dissipando «errori e calunnie»), di fatto nella stesura degli articoli pubblicati li supera (autori come de Leturia e Ghisalberti non possono passare per apologeti)��. Dunque la commemorazione del centenario è un’occasione per superare l’apologetica�0.

La storiografia italiana è condizionata dal movimento politico risorgimentale. Secondo Paolo Dalla Torre, l’immagine di Grego-rio XVI giunge a noi malamente mediata da D’Azeglio, Farini e Bel-li��; manca, secondo l’autore (si è nel ����), una vera e propria biografia aggiornata del pontefice. Ancor oggi stiamo nella stessa situazione��.

Da parte della storiografia laica si trova un giudizio esemplare in Croce, punto di riferimento del pensiero liberale in Italia, il quale presenta un Papato gregoriano immobile e insulta in modo aspro gli ecclesiastici al governo��. La sua interpretazione liberale è criticata

�� Un tentativo di voler dare una “vera” immagine del pontefice e del suo pontificato, volendo dissipare «errori e calunnie»: Gregorio XVI ����. I medesi-mi curatori, però, devono confessare che l’opera di studio e approfondimento di tutti (o quasi tutti) gli aspetti del pontificato di Gregorio XVI non è riuscita, a causa dell’impossibilità di coinvolgere diversi studiosi («specialmente esteri», ibid., vol. �, p. �).

�� Si segue: Alvaro López �00�, pp. ��-��; Dalla Torre ����, p. ��.�� Gregorio XVI ����.�� Sul progresso storiografico dovuto alla Miscellanea: Fedalto 1948?, p. ��.�0 Anche se ovviamente questo genere perdura nel tempo, sotto una prospet-

tiva encomiastica: Federici ����; Possenti ����, pp. ���-���.�� Dalla Torre ����, p. ��.�� Cfr. Fedalto 1948?, pp. ��-��.�� «Nello stato della Chiesa, dove ai moti del ’�� era succeduto un lurido go-

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dagli storici cattolici��. Prima di lui altri storici italiani avevano dato il loro contributo, insistendo soprattutto sui fatti risorgimentali o per lo meno interpretabili in maniera funzionale al Risorgimento. Così la trattazione del Papato di Gregorio XVI è ridotta alla politica e alla questione nazionale della penisola italiana��. In campo internazio-nale questa problematica italiana è ben conosciuta. Lo storico non sa ben esprimere un giudizio, a causa di apologie troppo benevole e requisitorie troppo acremente partigiane: il giudizio degli storici del Risorgimento italiano è considerato come troppo severo��.

Va riconosciuto il fatto che dalla metà circa del XX secolo sono aumentati i lavori sul cattolicesimo e la Chiesa romana del tempo della Restaurazione (����-����)��. Si è passati in Italia da una storio-grafia risorgimentalista, antiromana e anticlericale (in cui la Chiesa e il Papato erano percepiti essenzialmente in una forma negativa)�� a una meno partigiana. Allo stesso tempo, c’è stato un nuovo orien-tamento di valutazione della storiografia religiosa, che ha abbando-nato la via apologetica, difensiva o vendicatrice��.

A questo punto comincia a realizzarsi il passaggio dall’immagi-ne (anzi dalle due immagini contrapposte) alla realtà.

A livello più generale, sono aumentati i lavori che hanno preso in esame il ruolo internazionale e l’attività diplomatica della Santa Sede nel periodo della Restaurazione. I lavori pubblicati si sono oc-cupati di: inventari degli archivi delle nunziature, pubblicazioni del-la corrispondenza dei nunzi, studi delle relazioni Santa Sede-Stati�0.

Stranamente la figura di papa Cappellari non ha suscitato molti

verno di cardinali legati che adoperavano assoldate bande di malfattori, tutto era immobile a segno che, dopo circa un quindicennio, i liberali potevano, per mezzo del Farini, adottare a propria richiesta, nel Memorando di Rimini del ’��, il memorando presentato dalle potenze, nel ’��, al cardinale Bernetti, e, quanto a progressi economici, famoso è rimasto il detto del papa, Gregorio XVI, che le ferrovie e la trazione a vapore fossero opera di Satana: che era, del resto, un detto [���] non privo, a suo modo, di acume e di logica coerenza»: Croce ����, pp. ���-���.

�� Vercesi ����, p. ��.�� Ad esempio: Rosi ����; Spellanzon ����. Interessante nei due testi è l’uso

delle parole; dove il primo chiama i ‘liberali’ con i termini di ‘novatori’ e ‘co-spiratori’, il secondo utilizza i termini ‘milizie nazionali’, ‘nazionali’. Le parole indicano prospettive diverse. Pregiudizi sul pontefice anche in: Raulich ����.

�� Cfr. Leflon ����, pp. �0�-�0�.�� Cfr. Boutry ����, p. �0�.�� Ibid., p. �0�.�� Ibid., p. �0�.�0 Ibid., p. ���.

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studi dopo la metà del XX secolo��, se non alla fine del medesimo periodo, in occasione dell’anniversario della morte del pontefice.

Nello specifico, l’approccio storiografico al pontificato di Gre-gorio XVI è stato già compiuto nel ���� da Giorgio Fedalto, nel convegno dedicato al papa nel ��0° anniversario della morte nel-la sua terra d’origine, il bellunese��. L’intervento aveva per titolo: Storiografia recente sulla figura e l’opera di Gregorio XVI. Fedalto, senza esprimere le motivazioni della sua scelta, limita di fatto il suo intervento alla storiografia manualistica e le altre specie di contri-buti sono sempre per lo più mediate dai manuali, a eccezione della presentazione della Miscellanea commemorativa del ����. Oltre a essere stato un intervento limitato cronologicamente, si è ristretto per lo più a un solo genere storiografico. Nel presente lavoro si vo-gliono superare i due precedenti limiti.

Nell’ultimo periodo del XX secolo sono apparsi diversi contri-buti su Gregorio XVI in alcuni Dizionari ed Enciclopedie interessati all’argomento, che aiutano a meglio fissare la problematica (risul-tato delle ricerche precedenti) e a dare nuovi stimoli (per la ricerca futura)��.

All’inizio del XXI secolo sono state compiute delle ricerche su alcuni aspetti del pontificato, le quali devono ancora passare in un circuito più ampio di studiosi��: la loro ricezione e il loro influsso si percepiranno nei prossimi anni.

Nella storiografia più generale il pontificato di Gregorio XVI è toccato di sfuggita��. Risulta marginale e viene interpretato presso-ché unicamente in relazione all’enciclica Mirari vos (����) riguardo

�� Ibid., p. ��0.�� Fedalto 1948?, pp. ��-��. Sull’opera di Fedalto è recentemente uscito un

elenco riguardante la sua produzione scientifica: Bibliografia �00�, pp. ���-���. Sempre in occasione del ��0° della morte del papa, è stato pubblicato un arti-colo (di tono apologetico): Gizzi ����, pp. ���-���.

�� Aubert anno???, coll. ����-����; Bryan ����, p. ���; Dyl 1993?, pp. ���-���; Schwaiger 1995?, coll. �0��-�0��; Southorn 1996?, pp. ���-���; Bautz ���0, coll. ���-��0. Come anche i già citati due articoli di Martina e quello di Boutry. Inoltre: Ballerini ����, pp. ���-�0�. In questo contesto di presentazione di dizionari ed enciclopedie, non si può non citare un articolo più “datato”: Amann ����, coll. ����-����.

�� Alvaro López �00�; Korten in corso di stampa. Quest’ultimo lavoro potrà gettare luce sugli anni precedenti l’elezione pontificia. Ha lavorato anche sul pontificato di Gregorio XVI lo storico francese Philippe Boutry nella sua tesi di dottorato, che deve ancora essere pubblicata. Una parte di essa (che presenta la prosopografia di Alberto Bartolomeo Mauro Cappellari) ha veduto la luce: Boutry �00� (per il Cappellari le pp. ���-���).

�� Cfr. Menozzi ����, pp. ���-�0�; Sykes ���0, pp. ��-���.

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al tema della libertà, dei regimi politici e delle relazioni di questi ultimi con la Chiesa. Riguardo alla successione cronologica è schiac-ciato tra i pontificati di Pio VII (con la sua restaurazione innovativa) e Pio IX (con la problematica risorgimentale, la questione romana e le definizioni dogmatiche del Concilio Vaticano I). Normalmente ri-sulta un pontificato di passaggio (di transizione), poco interessante e quasi scontato nelle direzioni che percorre.

Manca ancora un momento di sintesi di tutto il lavoro storiogra-fico fin qui compiuto. Il presente lavoro vuole dare un contributo in questo senso.

Delimitazione dello studio

Nello specifico, per il pontificato di Gregorio XVI, basandosi sulla bibliografia dell’Archivum Historiae Pontificiae, la storiogra-fia si è occupata principalmente del liberalismo del periodo, delle rivoluzioni nello Stato Pontificio, delle relazioni diplomatiche, in modo assai considerevole del caso Lamennais e secondariamente dell’azione di Propaganda Fide.

Si vuole affrontare l’insieme della mole della letteratura scienti-fica per far emergere l’immagine storiografica di Gregorio XVI e del suo pontificato. Quest’ultimo è stato ovviamente studiato all’interno della problematica della Restaurazione, dei regni pre-unitari in Italia e della politica internazionale. In questa analisi si vuole prendere in considerazione solo ciò che specificatamente e dichiaratamente riguarda il pontefice e il pontificato. Inoltre, non si vogliono esa-minare i singoli studi, entrando in un’esamina precisa, ma si vuole andare subito alle immagini che in essi vengono date. Il momento analitico sarà seguito da quello sintetico e valutativo.

Non si vogliono e non si possono esaminare tutti gli studi esi-stenti per non cadere nella disperazione dell’impossibilità della ricerca. Infatti, le «tecniche moderne fanno disperare lo storico»��: le opere riguardanti Gregorio XVI censite nella rete dell’Unione Romana delle Biblioteche Scientifiche oltrepassano le cento occor-renze��. Considerando altre reti di biblioteche il fenomeno non dà più sollievo: nel Servizio Bibliotecario Nazionale (italiano) si hanno circa cinquanta occorrenze, nel portale The European Library si su-

�� Levillain �00�, p. ��.�� http://www-urbs.vatlib.it/urbs/index.asp?Language=ita.

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perano le cinquecento��. Pertanto non si potrà compiere che una «ricognizione aerea»��.

Un’ultima annotazione: da quando sono usciti i primi lavori storiografici su Gregorio XVI ad oggi, è cambiato il contesto della ricerca. Non solo attualmente si hanno più strumenti di lavoro e le tecniche di ricerca si sono affinate, ma c’è stata nel mezzo l’apertura degli archivi della Santa Sede, voluta dal papa Leone XIII e continuata dai suoi successori. Normalmente, una tale e nuova disponibilità di fondi archivistici porta a dei cambiamenti storiografici�0: per il pontificato di Gregorio XVI sembra che non sia avvenuto proprio così, se non lentamente e più per la volontà di singoli studiosi che per una volontà generale della comunità scientifica. Tanto è vero che gli ultimi documenti sistematicamente e autonomamente pubblicati risalgono all’inizio del Novecento��. Da questo si può anche capire il valore marginale che è stato dato al pontificato, in quanto poco studiato e per lo più (a livello di divulgazione culturale) limitato all’aspetto negativo (le condanne) e non propositivo (riforme curiali, riforme ecclesiali locali, missio-ni). Gli ultimi lavori, in senso cronologico, hanno maggiormente usufruito della mole dei documenti presenti negli archivi della Santa Sede.

La persona

A livello storiografico trova continuo spazio la presentazione della persona di Gregorio XVI. Generalmente, la scelta monastica del Cappellari diviene pre-comprensione del modo d’essere e d’agi-re del futuro pontefice��. A questa scelta vengono legate le virtù tipiche del “buon” monaco, che sono quelle di Gregorio XVI��: di-

�� http://www.theeuropeanlibrary.org/portal/index.htm.�� Levillain �00�, p. �.�0 Cfr. Esch �00�, pp. ��-��. �� Acta Gregorii Papae ��0�-��0�.�� Sylvain ����. L’autore è un sacerdote. Il testo è da considerare interessante

perché rientra ancora nella bibliografia citata e usata nel XX secolo nel mondo francofono, ad esempio in Leflon ����; Boutry ����, p. ��0. Ma anche nel mon-do tedesco: Schmidlin ���0, tradotto dall’originale tedesco del ����. Quest’ulti-ma opera segue il Sylvain sul giudizio di valore del pontificato e, in ogni caso, influenzerà moltissimo le successive produzioni. Per una descrizione “monasti-ca” del papa, anche: Vercesi ����, in particolare p. ���; R. Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �; Gadille �00�a, p. ��.

�� Cfr. Franzen - Bäumer ����, p. ���; Schmidlin ���0, p. �0�.

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screzione, semplicità, saggezza, prudenza. Bisogna fare attenzione a distinguere la realtà dal cliché.

Il papa è presentato come un uomo con forte carattere di fronte alle pressioni esterne (provenienti dalle corti), ma con una eccessiva accondiscendenza verso le influenze interne della Curia, particolarmente dei suoi collaboratori più stretti��. È considerato più un teorico che un pratico: attento alle problematiche dogma-tiche si perde in quelle politico-amministrative��. I più benevoli parlano della sua «vasta cultura teologica»�� e del suo essere uno «speculativo, preoccupato delle grandi questioni filosofiche e teo-logiche»��, ma in un senso riduzionista (non è altro che…). Così che come sovrano è criticato duramente, come capo religioso, in-vece, dopo una storiografia più critica, è ora in atto una rivaluta-zione��. Un vuoto ancora presente nella ricerca storica riguarda gli anni giovanili del Cappellari��.

La presentazione della sua personalità e dei suoi studi prepa-rano, se non addirittura condizionano, il prosieguo della narrazio-ne storica e dei giudizi dei singoli studi. Un uomo intransigente non può che comportarsi in una determinata maniera. Un uomo dalla formazione libresca non può essere in grado di capire le nuove esigenze dei tempi�0. Quest’ultima incapacità è comunque presente anche in coloro che riconosco nel Cappellari «una buona cultura teologica e canonista»��. In ogni caso alla presentazione dei pregi della persona viene fatta seguire quella dei limiti, che poi condizioneranno, secondo l’impostazione dei diversi autori, la politica generale ed ecclesiastica del pontefice. Gli studi più re-centi, però, riconoscono la qualità della sua formazione spirituale e intellettuale��.

Un’ultima parola sull’iniziale distinzione tra papa e suo en-tourage. Essa viene fatta risalire a giudizi dei suoi contemporanei,

�� Cfr. Leflon ����, pp. �0�-�0�; Aubert anno?, col. ����.�� Ad esempio: Vercesi ����, p. ���; Leflon ����, p. ���.�� Ibid., p. ���.�� Ibid., p. ���.�� Cfr. Martina �000, p. ���.�� Qualche tinta di tratteggio più significativa in: Aubert - Beckmann - Corish

����, p. �. Degli accenni vengono dati anche da Lopez, ma non c’è uno studio approfondito: Alvaro López �00�, pp. ��-��, ��-��. Si segnala anche: Federici ����.

�0 Aubert - Beckmann - Corish ����, pp. �-�; Bihlmeyer - Tuechle ����, pp. ���-���; Martina ����, p. ��.

�� Bihlmeyer - Tuechle ����, pp. ���-���.�� Cfr. Boutry ����, p. ���.

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come Lamennais�� o il Lützow (rappresentante austriaco a Roma)��. Bisogna stare assai attenti a questa contrapposizione papa-collabo-ratori, tra un papa buono e un entourage cattivo (che lo condiziona nelle sue scelte):

Talvolta questa contrapposizione viene letta in maniera manichea, mentre, per lo più, il rapporto tra il papa e la Curia è realtà di subordinazione, collabo-razione, divisione di responsabilità. (…) Lo studio della Segreteria di Stato rap-presenta, oltre all’interesse dell’istituzione, un elemento necessario se si vuol far storia della Curia romana al di fuori delle dicotomie tra un papa, sempre piuttosto «angelico» per i fedeli, e un’amministrazione curiale su cui si gettano le ombre.��

Il governo pontificio

Un aspetto sotto cui valutare il pontificato gregoriano è quello dell’amministrazione temporale del patrimonio della Chiesa.

L’amministrazioneIl livello amministrativo del pontificato ha ricevuto molta at-

tenzione dagli storici. Alcuni riconoscono delle riforme compiute��: ripartizione della Segreteria di Stato, riforme giudiziarie, riforme fi-nanziarie. Altri ritengono che le misure prese dal papa siano state esagerate nella loro importanza «dagli apologisti della Santa Sede»��. La situazione economica, comunque, è da tutti giudicata «critica» e la politica economica deficiente��. Viene ugualmente criticata l’estrema lentezza nell’introduzione di miglioramenti amministrativi (come erano stati suggeriti dalle potenze estere)��. Le condizioni dello Sta-to sono giudicate «pessime»�0; manca l’industrializzazione e l’artigia-nato è primitivo��.

�� Cfr. Leflon ����, p. ���.�� Ibid., p. �0�. Questa presentazione dicotomica viene fatta risalire ai con-

temporanei del papa anche in: Ghisalberti ����, p. ���.�� Riccardi ����, pp. ���-���.�� Riforme che vengono considerate limitate ma sostanziali: Leflon ����,

pp. ���-�0�. Altri più che di riforme parlano di iniziative di riforme, che, però, poi cadono nell’immobilismo: Boutry ����, p. ���.

�� Aubert ����e, p. ��.�� Cfr. Ghisalberti ����, pp. ���.���; Leflon ����, p. �0�; Aubert ����e, p. ��;

Bihlmeyer - Tuechle ����, pp. ���-���.�� Cfr. Martina ����, p. ���. Su questo tema: Melano ����, pp. ���-���. Sul

tema delle riforme: Nada ����. Dello stesso autore: Id. ����.�0 Martina ����, p. ���. Anche: Id. �000, p. ���.�� Ibid., p. ���.

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Per quanto concerne lo studio dell’amministrazione pontificia, due lavori sono particolarmente significativi e necessariamente van-no menzionati: quello di Paolo Dalla Torre�� e quello di Domenico Demarco��.

Per gli aspetti economici, finanziari e sociali, gli studi non sono pochi, ma molto tecnici e il ruolo e l’intervento di Gregorio XVI si annebbiano��. Fritz presenta la crisi dello Stato non tanto come do-vuta a una problematica istituzionale (regime ierocratico in epoca moderna) o politica, dunque in un certo senso ideologica, quanto alla crisi economica��.

Per lo studio della Segreteria di Stato risulta imprescindibile il lavoro di Pásztor��: è il punto di riferimento di tutta la storiografia a lui successiva.

La cultura e le artiL’ambito della cultura e delle arti è al limite tra la gestione del

potere temporale e spirituale dei papi. Ancora oggi la Santa Sede svolge un ruolo di promozione e committenza della produzione culturale. Essendo un tema di confine lo si esamina nel contesto del governo pontificio, perché allora (XIX secolo) venne a realizzarsi in quell’ottica.

L’interesse storiografico intorno a questo settore non è con-tinuo, ma nel tempo prende sempre più spazio. Ne è testimone il nostro stesso convegno Gregorio XVI promotore delle arti e della cultura che fa di questa dimensione una caratteristica primaria del pontefice��. Già nella metà del XX secolo con la Miscellanea si era dato risalto all’aspetto culturale e artistico del pontificato, soprattut-

�� Dalla Torre ����, pp. ��-���.�� Demarco ����. La prima edizione del ���� è stata pubblicata da Giulio

Einaudi Editore.�� Ad esempio: Pinchera ����; Gabriele ����a; Id. ����; Id. ����; Negri

����.�� Friz ����, pp. �-�, �0�-���; Id. ���0, pp. ���-�0�.�� Pásztor ����, pp. ���-�0�; Id. ���0, pp. �0�-���; Id. ����, pp. ���-���; Id.

����, pp. ���-���. Fondamentale per la comprensione della struttura e del suo funzionamento: Id. ����. Sempre sulla tematica della Segreteria di Stato, all’in-terno del periodo della Restaurazione, ma in un tempo anticipato: Id. ����, pp. �0�-���.

�� Gregorio XVI promotore delle arti e della cultura (Roma, ��-�� marzo �00�). Convegno organizzato dal CISA Centro Interdipartimentale di Studi sull’Antichi-tà, Università degli studi di Siena). Organizzazione del Convegno: prof. Fabrizio Fabbrini, dott.ssa Francesca Longo e dott.ssa Claudia Zaccagnini.

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to in relazione all’archeologia e alla conservazione dei monumenti��. L’immagine che ne viene fuori è di un papa di cultura (più erudito che intellettuale), attento alle arti e alla loro custodia e conservazio-ne (musei)��. L’archeologia cristiana si ridesta grazie agli incoraggia-menti del papa�0. Da allora in poi il campo artistico-culturale suscita interesse negli studiosi��.

L’ambito della cultura e delle arti, passando la critica degli stu-diosi, trova unanime apprezzamento. Non ci sono giudizi contrari in merito. Eccezion fatta per il Martina che giudica negativamente l’erudizione e l’interesse archeologico, in quanto li considera come un ripiegamento del mondo culturale romano, disinteressato dei problemi civili e sociali��.

Il pontificato

Il pontificato gregoriano ha ricevuto interesse, all’interno della storia generale, per la conduzione della relazione da tenersi tra la Chiesa e il mondo. Questo aspetto diviene elemento qualificante per la comprensione dell’attività papale.

Il pensieroGregorio XVI è il papa che ha fissato la posizione di principio,

che rimarrà quella della Chiesa, di fronte al liberalismo. Ha condan-nato le posizioni di Lamennais, Bautain, Hermes��. I motivi delle condanne sono teologici e non politici��. La medesima Sollicitudo Ecclesiarum trova le sue giustificazioni «su una base esclusivamente dottrinale e spirituale»��. Gli storici riconoscono una varietà d’atteg-giamenti; a livello di rapporti con il liberalismo sia con Gregorio XVI sia con Pio IX, si ha un atteggiamento diverso relativamente

�� Bartoli ����, �-��; Josi ����, pp. �0�-���; Lefevre ����, pp. ���-���; Perali ����, pp. ���-�0�; Fausti ����, pp. �0�-���.

�� Cfr. Leflon ����, p. �0�; Bihlmeyer - Tuechle ����, p. ���.�0 Fausti ����, pp. �0�-���; Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �; Aubert

����c, p. ���; Gadille �00�, pp. ���-���. Il gesuita Fausti usa il tono dell’apolo-geta.

�� In modo esemplificativo e non esaustivo: Misserville ����, pp. ��0-���; Pa-trignani ����; Delitalia ����, pp. ��-��; Tadolini ����, pp. ���-���; Pietrangeli ����, pp. �0�-��0; Maggioni ���0, pp. ��-��; Ippoliti ����, pp. ���-���.

�� Cfr. Martina �000, p. ���.�� Cfr. Schwedt ���0. La questione è di interesse soprattutto germanofono.�� Cfr. Leflon ����, p. ��0.�� Matos Ferreira �00�, p. ��0.

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a ciascun caso: condanna della legislazione liberale in Piemonte, tolleranza della medesima in Belgio, mentre la si apprezzava nei paesi a minoranza cattolica, come USA, Inghilterra e Olanda��. Nel caso del Belgio il posizionamento della Santa Sede è più dovuto all’abilità del futuro cardinale Sterckx che a una reale comprensione romana��.

Le sue condanne vanno quindi lette sul piano dei principi e non tanto dell’attuazione pratica: il papa vuole evitare la disatten-zione o riduzione del soprannaturale��. Inoltre, il pontefice vuole liberare la Chiesa dal dominio secolare��.

Il papa è nella condizione di potere e volere orientare il pen-siero teologico, tramite la censura delle ricerche dei teologi e dei filosofi cattolici, allorché fossero giudicate pericolose per la fede�0. Sotto il suo pontificato, l’ultramontanismo passa per una tappa de-cisiva verso il suo trionfo: a Roma trova incoraggiamenti espliciti��. Boutry utilizza come ermeneutica del pensiero del papa una sua presunta teologia politica ed ecclesiologia di ancien régime��: viene così presentato come un uomo (il pontefice) fuori posto nel nuo-vo mondo, nell’epoca della modernità. Anche altri autori tendono a presentarlo come uomo erudito del XVIII secolo, che deve, ciò nonostante, guidare la Chiesa nel bel mezzo del XIX secolo. La sua visione teologica viene legata a Il trionfo della S. Sede e della Chie-sa contro gli assalti dei novatori respinti e confutati dai loro stessi argomenti, pubblicato nel ������. Viene fissato il pensiero teologico del Cappellari a quell’anno, il ����, escludendo ogni cambiamento o sviluppo: sembra una visione piuttosto restrittiva e limitante, co-munque fissista. Ogni uomo cambia nel tempo, anche l’ecclesiastico e il curiale. In negativo, ciò corrisponderebbe, ad esempio, a limita-re Pio VII all’omelia di Natale del ����.

Un documento tipico del pensiero gregoriano è l’enciclica Mi-rari vos, che risponde alle posizioni di Lamennais. L’Aubert afferma

�� Cfr. Aubert ����b, p. ��.�� Cfr. Id. ����, p. ���.�� Cfr. Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �. Come nel caso Hermes: Martina

�000, p. ���.�� Cfr. Gadille �00�a, p. ��.�0 Cfr. Aubert ����, p. ���; Boutry ����, p. ���.�� Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �; Aubert ����, p. ���; Id. ����d,

p. ���. Anche: Gadille �00�a, p. ��. Sul rafforzamento del magistero romano: Boutry ����, p. ���.

�� Ibid., p. ���-���.�� Martina �000, p. ���.

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GreGorio XVi promotore delle arti e della cultutra

che il documento condannava razionalismo e gallicanesimo, se la prendeva con «estrema violenza» con il liberalismo nelle sue diverse forme: libertà di coscienza e di stampa, eccitazione alla rivolta con-tro i prìncipi, separazione tra Chiesa e Stato. «Su questi punti veniva riprovato qualsiasi compromesso»��. Interessante risulta l’interpreta-zione dell’autore:

Il fatto che a Roma non si sia considerata quest’enciclica come una condanna della costituzione belga dimostra che si voleva restare sul piano dei principi e che si accettava di tollerare il regime delle libertà moderne in certi casi eccezionali, a condizione che i diritti essenziali della chiesa fossero salvaguardati.��

Seppure con un linguaggio più deciso, Martina segue questa linea interpretativa dell’enciclica: affermati i princìpi, le attuazioni sono altra cosa. Così la condanna pontificia «tutto sommato, era meno assoluta di quanto potesse apparire dal tono e dalle formule usate, e lasciava aperta la possibilità di un ulteriore approfondi-mento»��. Questa linea interpretativa non è seguita dal manuale Sto-ria del Cristianesimo, secondo cui nella Mirari vos «non era facile distinguere tra l’ambito propriamente dogmatico e le questioni di “governo”»��. L’azione del papa è giudicata soprattutto secondo cri-teri politici, di governo degli uomini: Gregorio XVI «organizzò una sistematica repressione delle idee liberali nello stato pontificio e sostenne i sovrani italiani nei loro sforzi per combatterle. Egli diven-ne difensore inflessibile dei princìpi più reazionari in rapporto alle innovazioni della Rivoluzione francese»��.

Sull’interpretazione delle condanne di Gregorio XVI si vengono così ad avere delle differenze: dalla netta separazione tra cattolici e liberali nell’Ottocento, a una ricomposizione storiografica interpre-tativa sostanzialmente convergente nella seconda metà del XX seco-lo (che coincide con lo studio della mentalità della Restaurazione��), fino al più recente nuovo posizionamento degli autori di Storia del Cristianesimo.

�� Aubert ����a, p. ��. Anche: cfr. Martina �000, pp. ���-���.�� Aubert ����a, p. ��.�� Martina ����, p. �00. Anche più avanti, alla p. ���.�� Gadille �00�a, p. ��.�� Durand �00�, p. ��0.�� Per la mentalità romana: G. Martina �000, p. ���.

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GreGorio XVi: dall’immaGine alla realtà

La politica

A livello politico generale, Gregorio XVI viene per lo più pre-sentato come un uomo rigido�00, legato al conservatorismo e con-trapposto al liberalismo. Alcuni lo considerano «inesperto ed inge-nuo»�0�, non valutando affatto la sua carriera curiale. Inoltre, dando l’immagine di un «inesperto» è ovvio presentare un pontificato non adeguato alle esigenze della politica. Altri, pur partendo da altri presupposti, alla fine, giudicando tutto il pontificato, considerano che la sua «opera politica non può che essere rimproverata»�0�. Allo stesso tempo, però, viene presentato come un realista, a causa del-la pubblicazione della Sollicitudo Ecclesiarum (� agosto ����), in cui si ammettono per la Chiesa dei rapporti d’affari con i governi che di fatto detengono il potere: riconoscimento de facto e non de jure delle nuove realtà politiche, frutto proprio dell’azione liberale e nazionale�0�. Alcuni autori, però, indugiano su un giudizio di «opportunismo»�0� espresso da Lamennais. Per loro, la scelta reali-sta è più che altro opportunista, in quanto la Chiesa non avrebbe altro spazio d’azione. C’è anche chi ritiene il documento «poco cogente»�0� di fronte alle problematiche politiche europee (la le-gittimità). Tutti gli studi consultati per questa analisi presente non considerano l’azione diplomatica e politica generale della Santa Sede�0�: il principio di riconoscimento di chi effettivamente ha il potere (senza entrare in merito su perché e come lo abbia avuto) non è una novità del ����, ma è un’impostazione propria della Santa Sede, già applicata, ad esempio, nel concordato del ��0� tra Pio VII e Bonaparte. Alcuni, dimentichi del passato, guardano solo in avanti, alla classica distinzione ipotesi-tesi della seconda metà del XIX secolo�0�.

La questione del dominio temporale pontificio è presente nei diversi lavori di sintesi�0�: di fatto è la pietra d’inciampo del ponti-

�00 Leflon ����, p. ��0.�0� Bihlmeyer - Tuechle ����, p. ���. Sulla stessa linea: Aubert - Beckmann

- Corish ����, p. �.�0� Leflon ����, p. ���.�0� Ibid., pp. ���-���; Gadille �00�a, p. ��. Sulla elasticità nelle applicazioni

pratiche di Gregorio XVI: Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �.�0� Leflon ����, p. ���.�0� Cfr. Boutry ����, p. ���.�0� Così purtroppo anche: Alvaro López �00�, pp. ���-�0�.�0� Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �. La stessa categoria è anche usata in:

Martina �000, p. ��0.�0� Sullo Stato Pontificio come soggetto politico: Reinerman ����-����.

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GreGorio XVi promotore delle arti e della cultutra

ficato. I moti del ���� vengono presentati anche in legame con la sfera spirituale: il potere politico è presidio di quello spirituale, l’at-tacco al potere politico crea insicurezza per quello spirituale. È una posizione chiaramente presente nell’iniziale storiografia cattolica, dove il valore politico degli eventi è contaminato da un giudizio spi-rituale (i due ambiti si mescolano)�0�. Nei lavori successivi si prende più distacco da questa impostazione, presentando più che altro il nudo problema politico e amministrativo, riducendo la concezione teologica a una «teologia politica d’ancien régiem»��0, che a sua volta viene ridotta a semplice preoccupazione canonica���.

Papa Cappellari è chiaramente presentato come un antilibera-le��� e tutte le concessioni fatte alla politica liberale di alcuni paesi sono interpretate come atti forzosi, cui non poteva sottrarsi���.

In rapporto alle motivazioni politiche dell’agire del papa, nel-la storiografia vengono presentate le sue esigenze di sovrano se-colare e i suoi interessi temporali, che lo portano a solidarizzare con le monarchie legittimiste���. Allo stesso tempo, però, alcuni storici vogliono superare questa eziologia della politica papale, mostrando che l’alleanza con la Restaurazione è dovuta anche a personali propensioni del papa, all’atmosfera regnante in Curia e alla sincera preoccupazione di salvaguardare lo spirituale���. La storiografia continua a ondeggiare tra una motivazione e l’altra delle scelte politiche del papa, a volte lo stesso autore afferma ora motivi d’ordine temporale, ora sottolinea l’indipendenza del papa da ogni interesse temporale (autonomia spirituale)���. Un caso po-litico in cui vengono sottolineate le ampie vedute di Gregorio XVI ha a che fare con l’America Latina, cioè con il riconoscimento dei nuovi stati: lì gli storici sono più generosi nell’elogiare la politica del papa���.

�0� Ad esempio: Vercesi ����, pp. ���-���.��0 Boutry ����, p. ���.��� Cfr. ibid. p. ���.��� Così secondo il giudizio di Vercesi ����, p. ���. Per la difesa del principio

di legittimità: Gadille �00�a, p. ��.��� Leflon ����, p. ��0.��� Cfr. Lefevre ����a, p. ���.��� Leflon ����, pp. ���-���; Martina ����, p. ��0. In una prospettiva spiritua-

le e teologica: il papa «como jefe de gobierno prefirió la moderación a la radica-lidad e hizo de la intransigencia un deber de fidelidad, más que una política de gobierno»: Alvaro López �00�, p. ��.

��� Cfr. Leflon ����, p. ��0.��� Ad esempio: Martina ����, p. ���.

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GreGorio XVi: dall’immaGine alla realtà

La politica ecclesiasticaNell’ambito della politica ecclesiastica, gli studi non partono

dalle stesse premesse. Alcuni considerano il Cappellari come uomo già pratico negli affari ecclesiastici (addirittura addentrato), a causa della sua esperienza curiale���. Altri, ritenendolo senza esperienza politica, lo considerano incapace di gestire gli affari nella loro va-lenza politica e conseguentemente ecclesiale���.

A livello di politica ecclesiastica, Gregorio XVI ha promosso la centralizzazione dell’autorità della Chiesa nel papa e nella Curia Romana, al fine di salvaguardare l’unità della stessa Chiesa��0.

In rapporto ai paesi extra-europei, significativa è la posizione del noto e competente studioso gesuita Pedro de Leturia, il quale, a seguito delle sue ricerche d’archivio, afferma del cardinale Cap-pellari:

(…) en vez del absolutista reaccionario pintado por tantos historiadores, surgía allí un espíritu abierto y comprensivo de la realidad hispanoamericana, digno sucesor del cardenal Consalvi en la convicción de que la indipendencia política del antiguo imperio español era un hecho definitivo, y aun más ra-dical que él en proponer como consultor y en ejecutar luego como Papa, los remedios eclesiásticos necessarios a la nueva situación político-religiosa���.

La politica Cappellari in America Latina è giudicata «política clarividente, previsora y progresiva»���.

In genere, questa politica papale viene riconosciuta chiara e lungimirante��� e da alcuni messa in contrapposizione con la poli-tica antiliberale in Europa���. In questo caso la politica ecclesiastica prende una dimensione nettamente missionaria���. Addirittura, Gre-gorio XVI è così aperto da essere considerato il primo personaggio della Curia ad aver assunto il caso latinoamericano in un’ottica lati-

��� Leflon ����, pp. ���-�0�; Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �; Plongeron �00�, pp. ���-���; Gadille �00�a, p. ��; Boutry ����, p. ��.

��� È un’immagine presente nei liberali e nella storiografia risorgimentale: ibid., p. ���. Ma anche, in maniera più attenuata: Bihlmeyer - Tuechle ����, p. ���.

��0 Alvaro López �00�, p. ���.��� de Leturia ����, p. ���.��� Ibid., p. ���.��� Martina ����, p. ���; Id. �000, p. ���; Alvaro López �00�, pp. �0-���, pas-

sim.��� Cfr. Plongeron �00�, p. ���; Gadille �00�a, p. ��.��� Cfr. Alvaro López �00�, p. ���.

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GreGorio XVi promotore delle arti e della cultutra

noamericana e missionaria���. La sua azione è vista in piena conti-nuità con quanto precedentemente pensato e realizzato da prefetto di Propaganda Fide���.

Un tema di politica ecclesiastica riguardante l’Europa e assai trattato dalla storiografia è quello dei matrimoni misti, campo cen-trale nella politica ecclesiastica di allora���. Nelle questioni ecclesia-stiche il papa non transige, ma reagisce fortemente là dove vede un sopruso alla libertà della Chiesa (come il caso della Prussia)���. Allo stesso tempo, però, quel campo diviene luogo d’incontro di interes-si papali e monarchici e lì si può anche trovare un accordo��0.

In genere il pontificato gregoriano è presentato nel suo impe-gno di difesa della libertà della Chiesa���. Così si vengono ad avere due dinamiche interne alla Chiesa: difesa dal potere politico (so-prattutto Europa), intesa come indipendenza da indebite ingerenze, e propensione verso l’esterno con la missione e i nuovi rapporti in America Latina.

Le missioni

Quest’ambito ha ricevuto continuamente attenzione dalla sto-riografia, ancora all’inizio del XXI secolo. Se in diversi ambiti del suo pontificato Gregorio XVI riceve critiche dagli storici, in questo, invece, trova un plauso generale���.

A livello di missioni, a metà XX secolo, il profilo è tracciato nella Miscellanea. L’immagine che ne emerge è positiva: Cappellari prefetto «seppe imprimere un vigoroso impulso di riordinamento e

��� Ibid., p. ���.��� Ibid., p. ���.��� Questa tema è trattato soprattutto nel manuale diretto dallo Jedin in diverse

sue parti, anche nella presentazione ecclesiale dei singoli paesi. Nello specifico: Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �. Inoltre: Leflon ����, p. ���; Daniel-Rops, pp. ���-���.

��� Leflon ����, pp. ���-���; Aubert - Beckmann - Corish ����, p. �; Martina �000, p. ���.

��0 Cfr. Lill ����, pp. ��-��.��� Cfr. Lefevre ����a, p. ��0; Martina �000, p. ���; Alvaro López �00�,

p. ���.��� «On peut donc dire que pendant vingt ans les missions catholiques on été

l’oeuvre de prédilection de Grégoire XVI»: De Bertier de Sauvigny ����, p. ���. La visione delle missioni come punto centrale del pontificato: Schmidlin ����, pp. �0�-���.

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GreGorio XVi: dall’immaGine alla realtà

di ricostruzione alla vasta attività missionaria»���. Risulta un uomo aperto.

Il pontefice imprime sviluppo all’evangelizzazione���, a lui si deve la rinascita delle missioni���. Il suo lavoro è metodico, legato alla volontà di creare una nuova organizzazione missionaria trami-te la moltiplicazione delle circoscrizioni ecclesiastiche (prefetture e vicariati apostolici) e la provvisione dei quadri���. Viene presentato come un papa aperto, che guarda al futuro���, in contrapposizione con altre immagini date dai medesimi storici nei campi della politica e della teologia���.

L’apertura massima viene riscontrata nella soluzione della que-stione dei riti pagani (questione dei cattolici in Siam), distinguendo il piano civile da quello superstizioso���, come nella promozione della creazione di un clero indigeno (vescovi compresi)��0. Si antici-pano così sulla lettera questioni che poi verranno affrontate e risolte circa un secolo dopo. Nei lavori più recenti c’è anche la sottolineatu-ra della condanna da parte del papa del commercio e del trasporto delle popolazioni africane���. È un papa che sa guardare lontano. Addirittura, al tempo della sua prefettura a Propaganda Fide, lo si presenta aperto al mondo nel caso dell’Estremo Oriente e dell’Ame-rica Latina, senza limitarlo alla sola difesa della fede���.

Se nei primi lavori compare fortemente la figura di Grego-rio XVI (come anche il ruolo della Congregazione di Propaganda Fide), in quelli più recenti è appenna accennata e prendono più spazio le figure di singoli missionari, gli istituti missionari o le co-munità religiose���. È un cambiamento che indica i nuovi soggetti della storia, così come vengono intesi dagli storiografi, almeno nel contesto francese.

��� Costantini ����, p. �.��� Leflon ����, pp. �0�-�0�; Bihlmeyer - Tuechle ����, p. ���; Boutry ����,

p. ���.��� Leflon ����, p. �0�; Martina ����, p. ���.��� Leflon ����, pp. �0�-���; Bihlmeyer - Tuechle ����, p. ���; Gadille - Zorn

�00�a, pp. ���-���; Boutry ����, p. ���; Alvaro López �00�, pp. ���-���.��� Cfr. ibid., p. ���.��� Leflon ����, p. ���. Anche: Gadille - Zorn �00�a, pp. ���-���.��� Cfr. Costantini ����, p. �; Leflon ����, p. ���.��0 Ibid., pp. ���-���; Martina ���� p. ���; Gadille - Zorn �00�a, p. ���; Bou-

try ����, p. ���.��� Cfr. Gadille - Zorn �00�a, pp. ��0.���; Boutry ����, p. ���; Martina �000,

p. ���.��� Cfr. Alvaro López �00�, p. ���.��� Cfr. Gadille - Zorn �00�, pp. ��0-���.

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In genere, i diversi autori menzionano la rinascita missionaria sotto il pontificato gregoriano, ma in termini generali. L’interesse storiografico è interessato e dunque sbilanciato: manca, ad esem-pio, una storiografia sulle missioni africane. C’è un forte sbilancia-mento verso l’America Latina (di cui Gregorio XVI è considerato “il papa”).

La Curia

In modo particolare, non ci sono molti lavori riguardanti la Curia. Si ricordano quelli del Pásztor (che è un esperto del settore per il periodo dell’Ottocento)���, in modo specifico sulla Segreteria di Stato, ma non solo, e quello della Morelli limitato a un segretario di Stato, il cardinale Tommaso Bernetti���. Per la Congregazione di Propaganda Fide, di cui Cappellari è stato prefetto, è ancora pun-to di riferimento il lavoro di Metzler���. Solo recentemente è uscita una prosopografia (incompleta) sulla Curia romana���. Quest’ultima richiede ancora studio. Le affermazioni riportate nei manuali o di sfuggita negli articoli devono ancora essere suffragate da un serio studio analitico. Ciò detto, si può constatare che la Curia gregoriana viene presentata come «una paralizzante macchina burocratica»���, mancante di uomini competenti, divisa al suo interno���. Quest’ul-tima immagine è tipica di ogni descrizione curiale, in ogni tempo (per lo meno in epoca moderno-contemporanea). Bisogna realmen-te ancora entrare nei dinamismi interni alla Curia: cosa e chi è ve-ramente la Curia? Chi decide? Decide il papa o il segretario di Stato o il segretario del Sant’Uffizio? Questo campo di ricerca richiede ancora dello studio.

Allo stesso tempo bisogna ancora lumeggiare la politica delle promozioni cardinalizie, in quanto è «difficile cogliere una precisa linea in queste scelte»��0.

��� Al di là dei lavori già citati sulla Segreteria di Stato, si ricordano anche: Pásztor ����, pp. ���-���; Id. ����, pp. ���-���; Id. ���0, pp. �0�-���. Sempre all’interno della Restaurazione, ma prima del pontificato gregoriano: Id. ����, pp. ��-��.

��� Morelli ����.��� Metzler ����-����. Per il nostro periodo: vol. �, tomo �.��� Boutry �00�.��� Leflon ����, p. �0�.��� Morelli ����, p. ��-��.��0 Martina �000, p. ���.

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GreGorio XVi: dall’immaGine alla realtà

Storiografia: evoluzione e prospettive

Si possono intravedere alcuni sviluppi interni alla stessa ricerca storica, cioè i cambiamenti d’interesse, di studio e di domande all’in-terno della storiografia esaminata.

Le questioni di carattere politico (come la trattazione delle re-lazioni papa-zar o le rivolte del ���� nello Stato Pontificio) sono inizialmente assai trattate���, anche se nel tempo ricevono meno attenzione; altre solo successivamente si impongono all’attenzione degli studiosi (questione missionaria). Ciò è dovuto al fatto che tra XIX e XX secolo predominava la storiografia liberale risorgimen-tale che si interessava per lo più di questioni politiche, così come la ricerca di matrice cattolica in risposta alla precedente. Verso la metà del XX secolo, soprattutto con la scuola francese della storia religiosa, si sposta l’attenzione dal dato politico a quello sociale e ultimamente missionario.

Alla fine della ricerca si notano più chiaramente dei vuoti di interesse storiografico o più semplicemente di assenza di lavori “definitivi”. È poco trattato il rapporto di Cappellari con il mondo degli ordini religiosi e delle congregazioni; ci sono diversi studi sulle fondazioni religiose del periodo, ma sono poco significati-vi per il ruolo del pontefice. Nonostante le ricerche di Pásztor e Boutry, c’è ancora bisogno di un approfondimento di studi sulle strutture della Curia, sugli uomini e sulle loro relazioni che dan-no il vero tono ai lavori curiali. Ancora si attende uno studio sul Cappellari prima del suo accesso al soglio petrino, non solo nel suo ufficio di cardinale, ma anche al tempo in cui era consultore, superiore nel suo ordine, semplice monaco e studente. Il lavoro di Lopez, nella logica interna alla sua ricerca, pone attenzione solo ai voti espressi nella Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straor-dinari negli anni ����-����, Bisognerebbe veramente studiare la vita di Gregorio XVI prima dell’accesso al pontificato, come è stato fatto per Pio VII���. In tal senso si è mosso Christopher Korten, ma il suo lavoro di dottorato non ha ancora visto la luce della stam-pa���; si è in attesa.

��� Simon �00�, p. ���; Durand �00�, pp. ���-��0.��� Leflon ����.��� Korten in corso di stampa.

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Conclusione

Le immagini di Gregorio XVI sono tante e diverse. Quale quella reale? Nella storiografia si trova in genere un apprezzamento per la politica ecclesiastica in America Latina, per l’impulso dato alle missioni e all’opera restauratrice della Chiesa nei paesi da evan-gelizzare, per l’impegno artistico culturale (anche se in quest’ulti-mo aspetto devono compiersi dei distinguo). Una critica unanime si trova nel campo amministrativo, legislativo ed economico dello Stato Pontificio. Gli studi più approfonditi sono quelli di carattere economico e possono dirsi in qualche modo definitivi, almeno nelle linee guida e nell’orizzonte valutativo. Il loro passaggio nel campo storico non è sempre ben riuscito: a volte i dati riportati dagli sto-riografi non coincidono���. Alcuni autori sottolineano anche l’incom-prensione per il movimento nazionale italiano, ma su questo dato si soffermano soprattutto (e ovviamente) gli italiani e pochi altri���. Su questi temi c’è una certa unanimità di giudizio. Valutazioni molto diverse appaiono in relazione alla condanna del liberalismo (e della libertà di coscienza) e della politica pontificia basata sulle direttive della Sollicitudo ecclesiarum (realismo o opportunismo?).

Per la condanna del liberalismo si potrebbe applicare la chia-ve ermeneutica presentata dal papa Benedetto XVI, il �� dicembre �00�, alla Curia romana: a situazioni contingenti, risposte contin-genti. Delle dichiarazioni pontificie bisogna prendere il nocciolo, cioè i princìpi più profondi. Realmente ciò non è sempre imme-diatamente comprensibile. Per la Mirari vos, ad esempio, il primo impatto fu più drammatico della realtà significata nel testo. Infatti, la condanna non fu sempre applicata: alcuni enunciati di princìpi e di intenti sono poi disattesi dalla stessa Sede Apostolica e dalla Chiesa. Alla fin fine i princìpi sono due: libertà (intesa come indipendenza) della Chiesa, primato di Dio nella coscienza.

La condanna del liberalismo si trova presente anche in altre chiese: anglicani con Newman (lotta al liberalismo come principio antidogmatico)���. Si percepisce allora il valore universale e profeti-co del pontificato. Si è sicuramente in una categoria teologica e non mondana, più metastorica che storica: il papa e la Chiesa nei loro giudizi devono portare un giudizio profetico, rifacendosi all’insegna-

��� Leflon ����, p. �0�; Boutry ����, p. ���; Martina �000, p. ���.��� Boutry in un senso ampio, come mentalità del romanticismo e non come

situazione propria italiana: Boutry ����, p. ���.��� Cfr. Sykes ���0, pp. �0�-�0�.

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mento di Gesù di Nazareth. Gregorio XVI condanna il liberalismo in quanto porta all’indifferentismo sociale e a quello che noi oggi chiameremmo Stato etico (che decide cosa è bene e cosa è male), che è strettamente legato allo Stato totalitario���. Questo indifferen-tismo porta all’individualismo, non solo socio-politico, ma anche ecclesiale. Allora la Chiesa di Roma si stava avviando verso un forte accentramento (ultramontanismo): il discorso liberale sarebbe stato teoreticamente d’ostacolo all’unione ecclesiale intorno a Roma e al suo magistero. La risposta pontificia antiliberale è dunque di natura filosofica, politica e teologica.

Non c’è ancora un’immagine chiara e reale di Gregorio XVI. Mancano ancora gli studi necessari. Gli archivi aperti non sono stati sfruttati. In un’epoca complessa, il pontificato stesso è stato com-plesso. Sicuramente è riduttivo parlare di pontificato di transizione, in quanto inserito in un’epoca di transizione (cioè il periodo della Restaurazione)���. Così il medesimo giudizio può essere solo arti-colato. I volti del papa sono diversi e non riusciremo a ricomporli in un unico aspetto definito e chiaro finché non si faranno nuovi studi legati alle fonti e a un approccio meno politico (ideologizzato in rapporto al liberalismo) al pontificato. Forse bisogna anche sem-plicemente accontentarsi di distinguere i diversi ambiti della sua azione, riportando giudizi diversi (critica della politica amministra-tiva pontificia, esaltazione dell’azione missionaria e di libertà della Chiesa), ma c’è il rischio di cadere in uno stato schizofrenico.

Il pontificato gregoriano alla fine può ricevere una sola im-magine reale: quella del paradosso. Paradosso a causa delle sue tensioni interne (politiche, ecclesiali, ideali e attuative), dei diversi percorsi intrapresi e dei giudizi riportati dai suoi studiosi.

Ma d’altra parte non è la stessa fede, di cui Gregorio è custode, a essere paradossale?

��� Cfr. Fedalto 1948?, pp. ��-��; Sykes ���0, pp. �0�-�0�.��� Tale chiave interpretativa a favore della transizione in: Vercesi ����, p. ���;

Boutry ����, pp. ���, ���, ���; Alvaro López �00�, p. �0�. Quest’ultimo autore intende la transizione come il passaggio da un’epoca all’altra, da un regime assolutista a uno democratico [!], dall’epoca moderna alla contemporanea (esat-tamente a p. ���). Ma anche il manuale Storia del Cristianesimo, edito sotto la direzione di J.-M. Mayeur, C. e L. Pietri, A. Vauchez, M. Venard, usa per la Restau-razione la categoria della transizione, anche se più legata al pontificato di Pio VII. Più recentemente sulla visione storiografica della ‘transizione’: Blix �00�, pp. ��-��.

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