Gli organi storici della Diocesi di Fano

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GIOVANNIMARIA PERRUCCI REGESTO DEGLI ORGANI ANTICHI DELLA DIOCESI DI FANO-FOSSOMBRONE-CAGLI-PERGOLA Con il presente contributo l’indagine sugli organi storici della Regione Marche, apparsa in distinti articoli su questa rivista, vede completare il territorio della Provincia di Pesaro e Urbino ( 1 ). Terza nella Regione per estensione, la diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola non coincide esattamente con i territori dei comuni della zona compresi nella rispettiva porzione amministrativa provinciale, per l’esclusione di Cantiano (appartenente alla diocesi di Gubbio) e di Mondolfo e Monteporzio (appartenenti a quella di Senigallia). Nel presente regesto sono state comunque inserite le schede relative al primo dei comuni esclusi, che altrimenti rimarrebbe fuori dall’ambito regionale, mentre quelle riferite agli altri due compariranno nel regesto organario della diocesi di Senigallia, di prossima pubblicazione ( 2 ). Il presente regesto fa quindi riferimento alle sei vicarie in cui è divisa la diocesi, più la parte dedicata a Cantiano, comprendendo così 22 comuni della Provincia di Pesaro Urbino (Apecchio, Barchi, Cagli, Cantiano, Cartoceto, Fano, Fossombrone, Fratterosa, Frontone, Mondavio, Montefelcino, Montemaggiore al Metauro, Orciano, Pergola, Piagge, Saltara, Serrungarina, San Costanzo, San Giorgio di Pesaro, San Lorenzo in Campo, Sant’Ippolito, Serra Sant’Abbondio), geograficamente appartenenti alle valli dei fiumi Cesano, Metauro e dell’affluente sud-occidentale di quest’ultimo, il Burano. A fronte di oltre 200 chiese presenti in questo territorio, il censimento ha portato alla individuazione di 64 organi storici (considerati in 63 schede, perché la nr. 5 ne contiene due), evidenziando una ricchezza cospicua ed una distribuzione piuttosto omogenea degli strumenti in rapporto al territorio medesimo ( 3 ); ciò si può forse spiegare con la precedente suddivisione dello stesso in quattro distinte diocesi (Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, appunto), al cui interno si è nel tempo operato per garantire la presenza, adeguatezza ed efficienza di così importanti strumenti per la liturgia ( 4 ). Abbastanza positiva risulta l’analisi dello stato di conservazione degli organi: infatti, circa il 40% di essi è funzionante, a seguito di interventi di restauro o di semplice manutenzione ordinaria. Solo quattro schede, testimoniando la presenza di pochi resti di manufatti organari, ne documentano l’irrimediabile perdita. Per 26 degli strumenti che versano in stato di abbandono si riscontrano, in massima parte, accettabili condizioni di conservazione del materiale ed integrità dello stesso, a garanzia di successo di auspicabili azioni future di recupero. Rari, infine, gli interventi lesivi della fisionomia originale, o comunque non autorizzati dalla competente Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Urbino. Dal punto di vista storico, le opere catalogate si riferiscono a un ampio periodo di tempo, il cui termine più basso è collegato all’organo della chiesa di S. Francesco in Cagli (sec. XVI/XVII, v. nr. 49), il più antico strumento superstite della diocesi e sicuramente tra i più antichi delle Marche ( 5 ). Considerando attendibili anche le datazioni attribuite agli strumenti anonimi, possiamo ascrivere alla seconda metà del sec. XVIII la maggior parte degli organi superstiti (oltre venti), che superano il numero di quelli della prima metà del sec. XIX (diciotto) e di quelli della seconda (dieci). Cinque strumenti appartengono alla prima parte del Settecento. Solo tre, infine, gli organi seicenteschi e gli strumenti costruiti tra 1900 e 1950. Come conseguenza di questa statistica, che non differisce in modo significativo da altri rilievi effettuati nella nostra Regione, si ha dunque il ripetersi di nomi di autori ormai noti. Il veneto Gaetano Callido è presente con sei strumenti, analogamente al grande organaro marchigiano Sebastiano Vici ( 6 ), del quale si segnala l’importante opus 10 (v. nr. 32 e App., scheda 4); quattro organi sono del locale don Angelo Cimarelli ( 7 ), tre degli umbri Fratelli Martinelli, altrettanti del bolognese Adriano Verati; molti gli autori attestati da due opere (Vincenzo Mascioni, Giuseppe Sarti, i Fratelli Ricci, Angelo Morettini, Odoardo Cioccolani). Tra i nomi che compaiono una sola volta, accanto ad alcuni ricorrenti in altri inventari marchigiani (come Giuseppe e Giovanni Fedeli,

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GIOVANNIMARIA PERRUCCI

REGESTO DEGLI ORGANI ANTICHI DELLA DIOCESI DI FANO-FOSSOMBRONE-CAGLI-PERGOLA

Con il presente contributo l’indagine sugli organi storici della Regione Marche, apparsa in distinti articoli su questa rivista, vede completare il territorio della Provincia di Pesaro e Urbino (1). Terza nella Regione per estensione, la diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola non coincide esattamente con i territori dei comuni della zona compresi nella rispettiva porzione amministrativa provinciale, per l’esclusione di Cantiano (appartenente alla diocesi di Gubbio) e di Mondolfo e Monteporzio (appartenenti a quella di Senigallia). Nel presente regesto sono state comunque inserite le schede relative al primo dei comuni esclusi, che altrimenti rimarrebbe fuori dall’ambito regionale, mentre quelle riferite agli altri due compariranno nel regesto organario della diocesi di Senigallia, di prossima pubblicazione (2). Il presente regesto fa quindi riferimento alle sei vicarie in cui è divisa la diocesi, più la parte dedicata a Cantiano, comprendendo così 22 comuni della Provincia di Pesaro Urbino (Apecchio, Barchi, Cagli, Cantiano, Cartoceto, Fano, Fossombrone, Fratterosa, Frontone, Mondavio, Montefelcino, Montemaggiore al Metauro, Orciano, Pergola, Piagge, Saltara, Serrungarina, San Costanzo, San Giorgio di Pesaro, San Lorenzo in Campo, Sant’Ippolito, Serra Sant’Abbondio), geograficamente appartenenti alle valli dei fiumi Cesano, Metauro e dell’affluente sud-occidentale di quest’ultimo, il Burano. A fronte di oltre 200 chiese presenti in questo territorio, il censimento ha portato alla individuazione di 64 organi storici (considerati in 63 schede, perché la nr. 5 ne contiene due), evidenziando una ricchezza cospicua ed una distribuzione piuttosto omogenea degli strumenti in rapporto al territorio medesimo (3); ciò si può forse spiegare con la precedente suddivisione dello stesso in quattro distinte diocesi (Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, appunto), al cui interno si è nel tempo operato per garantire la presenza, adeguatezza ed efficienza di così importanti strumenti per la liturgia (4). Abbastanza positiva risulta l’analisi dello stato di conservazione degli organi: infatti, circa il 40% di essi è funzionante, a seguito di interventi di restauro o di semplice manutenzione ordinaria. Solo quattro schede, testimoniando la presenza di pochi resti di manufatti organari, ne documentano l’irrimediabile perdita. Per 26 degli strumenti che versano in stato di abbandono si riscontrano, in massima parte, accettabili condizioni di conservazione del materiale ed integrità dello stesso, a garanzia di successo di auspicabili azioni future di recupero. Rari, infine, gli interventi lesivi della fisionomia originale, o comunque non autorizzati dalla competente Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Urbino. Dal punto di vista storico, le opere catalogate si riferiscono a un ampio periodo di tempo, il cui termine più basso è collegato all’organo della chiesa di S. Francesco in Cagli (sec. XVI/XVII, v. nr. 49), il più antico strumento superstite della diocesi e sicuramente tra i più antichi delle Marche (5). Considerando attendibili anche le datazioni attribuite agli strumenti anonimi, possiamo ascrivere alla seconda metà del sec. XVIII la maggior parte degli organi superstiti (oltre venti), che superano il numero di quelli della prima metà del sec. XIX (diciotto) e di quelli della seconda (dieci). Cinque strumenti appartengono alla prima parte del Settecento. Solo tre, infine, gli organi seicenteschi e gli strumenti costruiti tra 1900 e 1950. Come conseguenza di questa statistica, che non differisce in modo significativo da altri rilievi effettuati nella nostra Regione, si ha dunque il ripetersi di nomi di autori ormai noti. Il veneto Gaetano Callido è presente con sei strumenti, analogamente al grande organaro marchigiano Sebastiano Vici (6), del quale si segnala l’importante opus 10 (v. nr. 32 e App., scheda 4); quattro organi sono del locale don Angelo Cimarelli (7), tre degli umbri Fratelli Martinelli, altrettanti del bolognese Adriano Verati; molti gli autori attestati da due opere (Vincenzo Mascioni, Giuseppe Sarti, i Fratelli Ricci, Angelo Morettini, Odoardo Cioccolani). Tra i nomi che compaiono una sola volta, accanto ad alcuni ricorrenti in altri inventari marchigiani (come Giuseppe e Giovanni Fedeli,

Andrea Feligiotti, Carlo Carletti), spicca la presenza di importanti autori che, a diverso titolo, attribuiscono speciale valore al patrimonio organario di questa diocesi. Ci riferiamo a Vincenzo Polinori (8) (v. nr. 52), Giuseppe Greppi (v. nr. 61) e Giacinto Pescetti (v. nr. 5b e App., scheda 2b, nonché nr. 25), che hanno lasciato preziose testimonianze di una realtà antecedente al periodo di egemonia dell’organaria neoclassica veneta. Altrettanto importanti devono ritenersi cinque grandi strumenti costruiti tra XIX e XX secolo. Si tratta di organi a due tastiere a trasmissione pneumatica (in due casi successivamente modificata in elettrica), costruiti secondo gusti estetici e tecniche che esulano da quella tradizione veneto-marchigiana che maggiormente è andata radicandosi nei secoli nel nostro territorio. Al pregevolissimo organo di Nicola Morettini del duomo di Cagli (v. nr. 45 e App., scheda 6) si aggiungono i due strumenti di Vincenzo Mascioni costruiti per la città di Fano (v. nr. 1 e 8). Unici nel contesto marchigiano sono due singolari organi che qui segnaliamo anche in considerazione del loro precario stato di conservazione: il primo, costruito della ditta tedesca Walker e successivamente modificato da Giovanni Tamburini, è ubicato nella chiesa di S. Francesco a Pergola (v. nr. 51); il secondo, che reca la firma dei fratelli Gaspare e Michele Schimicci di Palermo (9), è collocato nella chiesa di Sant’Arcangelo a Fano (v. nr. 2) (10). VICARIA DI FANO 1 (CITTÀ) 1. FANO, chiesa cattedrale di S. Maria Assunta

Organo di Vincenzo Mascioni, opera 286 del 1909. Interventi della ditta Mascioni e di Gaetano Baldelli. Restaurato nel 1998 dalla ditta

Dell’Orto & Lanzini. Suonabile, si lamentano imprecisioni nella trasmissione, pneumatica, della pedaliera. Bibl.: 3) pp. 25-26; 6) pp. 5-10; 15) p. 27 2. FANO, chiesa di S. Arcangelo

Organo della ditta F.lli Schimicci di Palermo, prima metà del sec. XX. Interessante documento di arte organaria del primo Novecento, di ispirazione francese. In

stato di totale abbandono. Bibl.: 17) p. 259

3. FANO, chiesa di S. Agostino

Organo attribuibile a Sebastiano Vici da Montecarotto, sec. XVIII-XIX. Presenta tutti i materiali originali, ad eccezione delle canne metalliche. In stato di totale

abbandono. 4. FANO, basilica di S. Paterniano

Organo di Gaetano Callido, opera 103 del 1775 (cf. App., scheda 1), collocato nella splendida cassa già costruita per l’organo di Gian Giacomo Calvi di Piacenza (1563).

Lo strumento, di notevole importanza storica, è attualmente in fase di restauro presso la ditta Francesco Zanin.

Bibl.: 7) pp. 10, 25, 59, 151, 197; 11) pp. 121, 136, 166; 15) pp. 19, 22-23; 18) p.144 5. FANO, chiesa comunale di S. Pietro in Valle

a) Organo di Gaetano Callido, opera 21 del 1765, costruito per la demolita chiesa fanese di S. Ignazio (PP. Gesuiti), collocato nella sede attuale da Silvio Carletti nel 1908-09 (cf. App., scheda 2a).

Interventi di Gaetano Baldelli (1950 ca.). Restaurato da Riccardo Lorenzini nel 2002, è perfettamente suonabile.

Bibl.: 4) p. 194; 7) pp. 37-38, 197; 11) pp. 120, 132, 133, 166; 14) pp. 138-140; 18) p. 144

b) Resti, assemblati insieme, di due organi già esistiti nella stessa chiesa, rispettivamente costruiti da Giovanni Battista Sormani nel 1629 e da Giacinto Pescetti nel 1711.

Sono presenti 27 canne di facciata dell’organo seicentesco, sulle quali è stato operato un restauro conservativo a cura di Riccardo Lorenzini nel 2002, e alcune parti della cassa lignea dell’organo settecentesco (cf. App., scheda 2b). Pur trattandosi di resti insuonabili, essi costituiscono testimonianze organarie materiali uniche nelle Marche.

Bibl.: 4) p. 194; 14) pp. 138-140; 15) pp.21-22 6. FANO, chiesa di S. Silvestro o di S. Maria di piazza

Resti smontati di un organo di autore anonimo, probabilmente di scuola marchigiana, seconda metà del sec. XVIII.

Lo strumento, verosimilmente proveniente da altra chiesa cittadina, è ora conservato in un locale al secondo piano dell’ex canonica e presenta buona parte del materiale fonico, il somiere e gran parte delle trasmissioni meccaniche. 7. fraz. FENILE (Fano), chiesa dei SS. Pietro e Andrea apostoli

Organo attribuibile a Sebastiano Vici da Montecarotto, sec. XVIII-XIX. Intervento di Carlo Burroni di Osimo del 1960. Lo strumento, proveniente dalla chiesa

parrocchiale di Sant’Andrea in Villis (ora convento delle suore carmelitane), è attualmente in deposito presso i locali della nuova canonica, smontato dalla ditta Riccardo Sabatini e in attesa di restauro. VICARIA DI FANO 2 (CIRCONDARIO) 8. fraz. BELLOCCHI (Fano), chiesa di S. Sebastiano

Organo di Vincenzo Mascioni, opera 495 del 1937, proveniente dalla chiesa annessa al Seminario Vescovile di Fano.

Collocato nell’attuale sede nel 1976 dalla ditta Mascioni, che ha apportato sostanziali modifiche allo strumento. In buono stato di efficienza. 9. fraz. CAMINATE (Fano), chiesa del Divino Amore

Organo positivo di autore anonimo, metà del sec. XVIII, proveniente da altra chiesa non meglio identificata di Fano.

Restaurato dalla ditta Alfredo Piccinelli nel 1995. Perfettamente suonabile. Bibl.: 18) p. 142 10. fraz. MAROTTA (Fano), chiesa di S. Giovanni apostolo

Organo di Giuseppe Sarti, costruito tra 1845 e 1850. Restaurato da Riccardo Sabatini nel 1996. Perfettamente suonabile.

Bibl.: 17) p. 146; 18) p. 146 11. fraz. ROSCIANO (Fano), chiesa di S. Maria

Organo di autore anonimo, probabilmente di scuola marchigiana, seconda metà del sec. XIX.

A seguito dei danni subiti durante l’ultima guerra, le parti dello strumento, smontato, sono conservate nella cantoria. Sono presenti buona parte del materiale fonico, i somieri, la tastiera e numerose parti delle trasmissioni meccaniche. Devastato, in completo stato di abbandono, aggravato dalla chiusura al culto della stessa chiesa. 12. loc. SAN CESAREO (Fano), chiesa di S. Cesareo

Organo dei fratelli Ricci di Verucchio, 1793. Proveniente dalla chiesa parrocchiale di Mondaino (Rn), fu impiantato in loco nel 1943.

Interventi di Clodomiro Farina di Parma (1946) e Carlo Burroni di Osimo (1964). Insuonabile, versa in completo stato di abbandono. 13. SAN COSTANZO, chiesa del Cimitero Resti di un organo di autore anonimo.

Nella cantoria, restano la cassa e alcune parti strutturali dello strumento, non ulteriormente ispezionabili a causa dell’impossibilità di accedere alla stessa cantoria. Bibl.: 17) p. 153 14. SAN COSTANZO, chiesa dei SS. Cristoforo e Costanzo Organo di autore anonimo, sec. XVIII-XIX.

Interventi di organari non documentati dei primi decenni del Novecento. Insuonabile, versa in stato di completo abbandono. Bibl.: 18) p.153 15. SAN COSTANZO, chiesa di S. Pietro o di S. Agostino

Organo di Gaetano Callido, opera 215 del 1785. In precarie condizioni di conservazione.

Bibl.: 7) p. 85; 11) pp.140, 166; 18) p. 153 16. fraz. CERASA (San Costanzo), chiesa di S. Lorenzo martire

Organo di Gaetano Callido, opera 204 del 1784. Proveniente dal monastero benedettino di S. Cristina in Senigallia (An), è stato impiantato in

loco tra il 1862 e il 1872. Interventi di Valentino Cucchi (1889). Restaurato nel 1998 dalla ditta Alfredo Piccinelli, è perfettamente suonabile.

Di particolare interesse storico per essere stato, a partire dal 1824, lo strumento su cui operò il compositore e celebre organista marchigiano Giovanni Morandi. Bibl.: 1); 3) pp. 78-82; 7) p. 79; 11) p. 139; 18) p. 143 VICARIA TERZA – VALLE DEL METAURO 17. BARCHI, chiesa della SS. Resurrezione Organo di Gaetano Callido, opera n. 228 del 1786.

Restaurato da Luciano Peroni nel 1985. In discrete condizioni di efficienza. Bibl.: 7) pp. 95-96; 10); 15) pp. 210-213; 18) p. 141 18. CARTOCETO, chiesa di S. Maria della Misericordia

Organo di Giovanni Pizzenardi, 1779. Interventi di Luciano Peroni (1980 ca.). Appena suonabile, in precarie condizioni di

efficienza. Bibl.: 11) p. 217; 17) p. 255; 18) p. 143 19. CARTOCETO, chiesa comunale di S. Maria del Soccorso

Organo di Sebastiano Vici da Montecarotto, 1800-1801. Lo strumento, già in condizioni di completo abbandono, è attualmente in fase di restauro

presso la ditta Riccardo Sabatini. Bibl.: 5) p.100; 18) p. 143 20. CARTOCETO, pieve dei SS. Pietro e Paolo

Organo di Giuseppe Fedeli, 1771 (cf. App., scheda 3), collocato in una pregevole cassa di epoca precedente, verosimilmente costruita per lo strumento di Romano Speranza (1682).

Interventi di Andrea Feligiotti (1802) e di anonimo (1865). Lo strumento, privo di quasi tutte le canne metalliche interne, versa in stato di completo abbandono. Necessita di un tempestivo restauro per il suo notevole valore storico. Bibl.: 5) p.66; 15) p. 20; 18) p. 143 21. MONDAVIO, chiesa comunale di S. Francesco

Organo costruito dai F.lli Martinelli, 1842. Interventi di Eutizio Spinaci (1926) e di Emilio Catellani (1955). Parzialmente suonabile, in

discreto stato di conservazione. Bibl.: 18) p. 143

22. MONDAVIO, chiesa collegiata dei SS. Pietro e Paterniano

Organo di autore anonimo, metà del sec. XVIII. Interventi di Eutizio Spinaci e della ditta Marciana (1963 ca.). Suonabile, in discreto stato di

conservazione. Bibl.: 18) p. 143 23. fraz. SANT’ANDREA DI SUASA (Mondavio), chiesa di S. Maria Assunta Organo di Giuseppe e Francesco Ricci di Verucchio, 1803.

Interventi di Vincenzo Di Pietro (1922) e Alvo Molinelli (1963). Insuonabile, in stato di totale abbandono. Bibl.: 17) p. 256; 18) p. 153 24. ORCIANO, chiesa di S. Silvestro Resti di un organo di autore anonimo, inizio del sec. XX.

Nella cantoria sono presenti numerose parti strutturali e foniche dello strumento. Devastato, in condizioni di totale abbandono. 25. PIAGGE, chiesa di S. Lucia

Resti di un organo di autore anonimo, forse identificabile con lo strumento già costruito da G. Pescetti per la chiesa di S. Pietro in Valle a Fano (v. nr. 5b).

Nei locali della canonica, sopravvivono 19 canne metalliche di fattura antica e piccole parti dei condotti lignei di alimentazione. Tali resti sono in precarie condizioni di conservazione. Bibl.: 14) p. 140 26. SALTARA, chiesa comunale del Gonfalone Organo di autore anonimo, probabilmente di scuola marchigiana, sec. XVII-XVIII.

Privo della tastiera, delle canne di facciata e della maggior parte del materiale fonico, lo strumento, di particolare interesse storico, versa purtroppo in condizioni di completo abbandono. Bibl.: 18) p. 152 27. SALTARA, santuario comunale della Madonna della Villa

Organo di autore anonimo di scuola marchigiana, seconda metà del sec. XVIII. Interventi di Antonio Pallocchini (1835) e Silvio Carletti. Restaurato nel 1998 dalla ditta

Inzoli, è perfettamente suonabile. Bibl.: 3) pp. 83-87; 18) p. 152 28. SAN GIORGIO, chiesa dello Spirito Santo Organo costruito da Adriano Verati, fine del sec. XIX.

Verosimilmente commissionato e montato da Eutizio Spinaci (v. nr. 44 e 63). Insuonabile, in condizioni di completo abbandono. 29. fraz. POZZULO (Serrungarina), chiesa di S. Paterniano

Organo di autore anonimo, sec. XVIII-XIX. Interventi di Eutizio Spinaci (1940 ca.). In condizioni di totale abbandono.

VICARIA QUARTA – FOSSOMBRONE 30. FOSSOMBRONE, chiesa Cattedrale Organo di Gaetano Callido, opera 216 del 1785.

Interventi di Francesco Burroni e figlio (1930). Restaurato nel 1996 dalla ditta Ruffatti, è in perfetta efficienza. Bibl.: 7) pp. 86-88; 11) pp. 140; 18) p. 145 31. FOSSOMBRONE, chiesa di S. Agostino Organo attribuibile a Sebastiano Vici da Montecarotto, inizio del sec. XIX.

Interventi dalla ditta Girotto (1980). In sostanziale buono stato di efficienza. Bibl.: 18) p. 145 32. FOSSOMBRONE, chiesa del Convento della SS. Annunziata al Cimitero

Organo di Sebastiano Vici da Montecarotto, opera 10 del 1781 (cf. App., scheda 4). Interventi di Vincenzo Di Pietro (1926). Lo strumento è in condizioni di totale abbandono e

insuonabile. Importante testimonianza del primo periodo di attività del Vici, meriterebbe un sollecito

restauro. 33. FOSSOMBRONE, chiesa comunale di S. Filippo Neri

Organo di Giuseppe Sarti, 1850. Lo strumento è stato costruito con riutilizzo di materiale precedente, su cui è riscontrabile un

intervento di Odoardo Cioccolani (1848). Restaurato nel 2000 dalla ditta Ruffatti, è in perfetto stato di efficienza.

34. FOSSOMBRONE, chiesa di S. Francesco

Organo di autore anonimo, metà del sec. XIX. Deprecabili interventi strutturali e fonici sono stati operati intorno al 1970. Parzialmente

suonabile, lo strumento versa in precario stato di conservazione. 35. fraz. ISOLA DI FANO (Fossombrone), chiesa dei SS. Giovanni Battista e Floriano

Organo di Angelo Cimarelli del 1830 (cf. App., scheda 5). Appena suonabile, in precarie condizioni di conservazione. Di particolare interesse storico è uno dei pochi documenti dell’attività dell’organaro,

originario del luogo. Bibl.: 18) p. 145 36. fraz. MONTALTO TARUGO (Fossombrone), chiesa di S. Vitale Organo di Angelo Cimarelli, 1832.

Lo strumento, insuonabile, è in condizioni di totale abbandono. Per il suo valore storico, meriterebbe un appropriato restauro.

37. fraz. SANTA MARIA DELLA VALLE (Fossombrone), chiesa di S. Maria della Valle

Organo di autore anonimo di scuola marchigiana, fine del sec. XVIII. Interventi di Vincenzo Di Pietro (1920). Insuonabile, versa in stato di totale abbandono.

38. FRATTEROSA, chiesa di S. Giorgio Organo di autore anonimo di scuola marchigiana, della prima metà del sec. XVIII. Interventi di Sebastiano Vici (1787), Odoardo e Alceste Cioccolani (1890), Silvio Carletti

(1908), Vincenzo Di Pietro (1920). Lo strumento è devastato, in condizioni di totale abbandono. Bibl.: 8) p.123; 18) p. 145 39. FRATTEROSA, chiesa di S. Maria in Castagneto

Organo di autore anonimo di scuola marchigiana, del 1744. Interventi di Odoardo e Alceste Cioccolani (1890), Vincenzo Di Pietro (1920) e di Gaetano

Baldelli (1966). Insuonabile, è in stato di completo abbandono. Bibl.: 8) p.123 40. fraz. TORRE SAN MARCO (Fratterosa), chiesa di S. Marco

Organo attribuibile a Sebastiano Vici da Montecarotto, seconda metà del sec. XVIII. Lo strumento proviene, probabilmente, da una non meglio individuata chiesa di Pergola.

Interventi Vincenzo Di Pietro (1929). Privo di alcuni registri e di un mantice, versa in precarie condizioni di conservazione.

Bibl.: 18) p. 154

41. fraz. MONTEMONTANARO (Montefelcino), chiesa di S. Marco Evangelista Organo di Adriano Verati, fine del sec. XIX. Lo strumento, verosimilmente commissionato e montato da Eutizio Spinaci di

Mombaroccio, è interessante perché documenta la collaborazione tra i due organari. Smontato nel 1975, è ora depositato in un locale della canonica e presenta i materiali pressoché completi, in discreto stato di conservazione. 42. loc. SAN SEVERO (Montefelcino), chiesa di S. Severo Organo di Angelo Cimarelli, 1827.

Interventi di Eutizio Spinaci. Inefficiente, versa in condizioni di totale abbandono. Bibl.: 18) p. 154 43. SANT’IPPOLITO, chiesa di S. Ippolito

Organo di Angelo Cimarelli, 1815. Interventi di Silvio Carletti (1920) e, non documentato, di Alvo Molinelli. Insuonabile, in

precarie condizioni di conservazione.

44. fraz. SORBOLONGO (Sant’Ippolito), chiesa di S. Michele Arcangelo Organo costruito dai F.lli Martinelli, 1850 ca. Interventi di Alvo Molinelli (1970 ca.). Di particolare interesse per la fonica dei registri da

concerto. Insuonabile, in precarie condizioni di conservazione, meriterebbe un appropriato restauro. Bibl.: 18) p. 153; 19) pp. 105, 117-118 VICARIA QUINTA – CAGLI 45. CAGLI, chiesa cattedrale

Organo di Nicola Morettini, 1889 (cf. App., scheda 6). Restaurato della ditta Pinchi nel 1997, ancora in attesa di collaudo, anche a seguito dei danni

riportati dalla chiesa con il terremoto del 1997. Strumento di particolare pregio ed interesse storico-estetico, per le analogie foniche e strutturali con gli strumenti costruiti dallo stesso Morettini per S. Giovanni in Laterano a Roma. Bibl.: 15) p. 27 46. CAGLI, chiesa di S. Angelo Minore

Organo di autore anonimo, sec. XVIII-XIX. Interventi dei F.lli Martinelli (da cui venne acquistato), e dei F.lli Burroni (1928).

Insuonabile, in discrete condizioni di conservazione. Bibl.: 18) p. 142

47. CAGLI, chiesa di S. Bartolomeo

Organo di autore anonimo, inizio del sec. XIX. Strumento insuonabile, in stato di completo abbandono.

48. CAGLI, chiesa di S. Domenico

Organo di Carlo Carletti, 1853. Privo di quasi tutto il materiale fonico e in precario stato di conservazione. Ovviamente,

insuonabile. 49. CAGLI, chiesa di S. Francesco

Organo di autore anonimo, sec. XVI-XVII. Restaurato della ditta Pinchi nel 1996. Attualmente smontato, depositato nei vicini locali di

Palazzo Tiranni, ad opera della ditta Riccardo Sabatini, per consentire lavori di restauro della chiesa. Notevole testimonianza dell’arte organaria nelle marche tra XVI e XVII secolo.

Bibl.: 9); 15) p. 19; 17) p. 254; 18) pp. 142, 156 50. CAGLI, chiesa di S. Giuseppe

Organo di autore anonimo, prima metà del sec. XIX. Interventi di Eutizio Spinaci. Sommariamente efficiente, ma con rilevanti modifiche alla

fisionomia originale. Bibl.: 18) p. 142 VICARIA SESTA – PERGOLA 51. PERGOLA, chiesa di S. Francesco

Organo della ditta Walker (Germania), 1895. Proveniente dalla Basilica di San Pietro in Vaticano, donato a Leone XIII in occasione

dell’anno santo 1900 dalla comunità dei cattolici tedeschi, è stato trasportato in loco nel 1961. Interventi di Giovanni Tamburini (1930 ca.). Solo in parte funzionante, lo strumento versa in stato di parziale abbandono. Si tratta di un eccezionale documento di organaria non italiana nelle Marche. 52. PERGOLA, chiesa di S. Marco Evangelista

Organo di Vincenzo Polinori, 1725. Interventi di Giovanni Fedeli (probabile, dopo il 1770), di Giacinto Colombati (1846 e 1852)

e Luigi Guiducci (1974-1975). Scarsamente funzionante, ma in discreto stato di conservazione. Se ne auspica il restauro. Bibl.: 12) pp. 12-13, 52-56, 96-98; 17) p. 255; 18) pp. 150, 157 53. PERGOLA, chiesa di S. Maria di Piazza Resti di un organo di autore anonimo. Restano la cassa, due mantici e alcune parti strutturali. A causa dei danni subiti dal terremoto del 1997, la chiesa è tuttora inagibile, e priva della scala di accesso alla cantoria. 54. fraz. MONTESECCO (Pergola), chiesa di S. Maria Assunta

Organo di Odoardo Cioccolani, opera 18 del 1864. Interventi di Luigi Guiducci (1969). Parzialmente funzionante, in buono stato di

conservazione. Bibl.: 8) p. 122; 18) p. 149 55. fraz. MONTEVECCHIO (Pergola), chiesa di S. Giuseppe

Organo di autore anonimo, seconda metà del sec. XVII. In stato di totale abbandono. Di particolare interesse storico.

Bibl.: 18) pp. 149, 157 56. SAN LORENZO IN CAMPO, chiesa del SS. Crocefisso Organo dei F.lli Martinelli, 1844.

Proveniente dal duomo di Pergola, fu impiantato in loco nel 1970 dalla ditta Giustozzi di Foligno. Appena suonabile, versa in condizioni di abbandono. Bibl.: 18) p. 154 57. SAN LORENZO IN CAMPO, pieve di S. Biagio

Organo di Giovanni Fedeli, 1779. Restaurato da Leonardo Sebastianelli nel 2001. Perfettamente suonabile.

Bibl.: 13) p. 53, 126; 18) p. 154. 58. fraz. MONTALFOGLIO (San Lorenzo in Campo), chiesa di S. Martino

Organo di Giovanni Fedeli, 1768. Proveniente dalla chiesa di S. Andrea di Pergola, trasportato in loco nel 1970. Interventi di

Luigi Guiducci. Appena suonabile, separato della cassa (il cui prospetto è comunque collocato in chiesa), versa in stato di abbandono.

59. f raz. SAN VITO SUL CESANO (San Lorenzo in Campo), chiesa di S. Vito Martire

Organo di Odoardo Cioccolani, opera 26 del 1868 (cf. App., scheda 7).

Di particolare interesse per la quantità dei registri da concerto e degli accessori. Insuonabile, in precarie condizioni di conservazione. Se ne auspica il restauro.

Bibl.: 8) p. 122 60. SERRA SANT’ABBONDIO, chiesa monastica di S. Salvatore in Fonte Avellana

Organo di Angelo e Nicola Morettini, 1855. Restaurato dalla ditta Piccinelli Alfredo nel 1981. Perfettamente suonabile.

Bibl.: 16) p. 234-237; 19) pp. 104, 116 DIOCESI DI GUBBIO (PG) COMUNE DI CANTIANO (PU) 61. CANTIANO, chiesa di S. Giovanni Battista

Organo di Giuseppe Greppi (1672), con integrazioni di Andrea Feligiotti (1805). Restaurato dalla ditta Alfredo Piccinelli nel 1998. Perfettamente suonabile.

Bibl.: 15) p. 21; 17) p. 254; 18) pp. 142, 157 62. CANTIANO, chiesa di S. Nicolò

Organo di Angelo Morettini, opera 4 (ovvero prima), 1822. Restaurato dalla ditta Pinchi nel 1987. Perfettamente suonabile.

Bibl.: 2); 16) p. 214; 17) p. 257; 18) p. 142 63. CANTIANO, chiesa di S. Ubaldo

Organo di autore anonimo, prima metà del sec. XIX, con interventi e integrazioni di Adriano Verati e, probabilmente, di Eutizio Spinaci.

Smontato, privo di cassa e manticeria, lo strumento è accantonato nei locali della canonica.

NOTE AL TESTO (1) Cf. R. SABATINI, Regesto degli organi antichi delle diocesi di Pesaro e del Montefeltro, in «Studia Picena», LXIV-LXV (1999-2000), pp. 211-255; M. FERRANTE, Regesto degli organi antichi della diocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, in Ibid., LXVII (2002), pp.271-314. (2) Altre incongruenze sono state riscontrate. Dei casi relativi agli strumenti storici coinvolti, se ne dà qui notizia: le schede riferite alle chiese di S. Andrea Ap. in fraz. Loretello, di S. Sebastiano Martire in fraz. Nidastore, dei SS. Pietro e Stefano in fraz. Palazzo, comprese nel comune di Arcevia (AN), saranno inserite nel regesto della diocesi di Senigallia, analogamente a quella della chiesa di S. Giovanni Evangelista in fraz. Stacciola, che, pur compresa nel comune di San Costanzo (PU), appartiene – come le altre prima menzionate – alla diocesi di Senigallia; il territorio delle città di Acqualagna e Piobbico, storicamente e sino allo scorso decennio appartenente alla diocesi di Fano, è oggi compreso in quella di Urbino; si segnala inoltre che lo strumento al nr. 7, poiché proveniente da altra sede, coincide con quello descritto al nr. 28 del Regesto degli organi antichi della diocesi di Pesaro e del Montefeltro di cui alla nota precedente. (3) Solo tre dei comuni elencati sono privi di organi storici: Apecchio, Frontone e Montemaggiore al Metauro. Tale dato appare interessante anche in considerazione dell’elevato numero dei comuni e della limitata estensione di molti di questi. (4) Si segnala l’esistenza negli archivi locali di importanti documenti relativi agli organari Gian Giacomo Calvi da Piacenza, Giovanni Cipri, Paolo Ingegneri, Vincenzo Quemar (o Fulgenzi) e Giovanni Battista Sormani, solo per indicare le fonti più antiche. (5) Per questo strumento, qui ricondotto ad autore anonimo e datato tra XVI e XVII sec., va doverosamente riferita un’interessante attribuzione a Baldassarre Malamini, formulata dal Dott. Oscar Mischiati; cf. anche M. FERRANTE, Un sopravvissuto piuttosto originale, in «Arte Organaria e Organistica», V (1998), nr. 22 (marzo-aprile), pp. 34-37. (6) Ai due strumenti firmati dall’autore (nr. 19 e 32) se ne aggiungono altri quattro (nr. 3, 7, 31e 40) la cui attribuzione è da ritenersi più che attendibile. (7) Tra gli organari citati, don Angelo Cimarelli di Isola di Fano (oggi frazione del comune di Fossombrone) risulta essere l’unico nativo della nostra diocesi. (8) A questo autore è stato recentemente dedicato uno studio di Davide Marsano, che qui si ringrazia per il materiale gentilmente messo a disposizione (cf. D. MARSANO, L’antica dinastia dei Polinori ‘da Pesaro’, Pubblicazione dell’A.M.O. Associazione Marchigiana Organistica, Tip. Antonio Magri, Pesaro, 2002). Analogo sentito ringraziamento per l’aiuto prestato va a Orazio Barrilà, Diego Cannizzaro, Mauro Ferrante, don Marco Mascarucci, Paolo Peretti, mons. Lino Ricci e Riccardo Sabatini. (9) I fratelli Gaspare e Michele Schimicci, collegati agli organari siciliani Laudani e Giudici, furono attivi, soprattutto in Sicilia, nella prima metà del sec. XX. Di Michele è presente un altro strumento in territorio marchigiano, l’Op. 64 del 1938 nella chiesa di S. Vittore nell’omonima frazione del comune di Cingoli (cf. A. CARRADORI, Antichi organi di Cingoli, Cingoli 1985, pp. 167-168). (10) Gli ultimi due strumenti segnalati provengono entrambi da Roma: da S. Pietro in Vaticano il primo e da una non meglio identificata chiesa romana il secondo. A giustificare la presenza di simili strumenti, dai criteri estetici e costruttivi così diversi da quelli della tradizione più antica (peraltro riscontrabili in altri strumenti della Provincia pesarese), deve – a nostro avviso – essere tenuta presente l’istituzione a Pesaro, nel 1882, del Liceo Musicale Rossini che, sin dagli inizi, annoverò una classe di Organo, affidata al celebre organista e compositore cremasco Vincenzo Petrali.

APPENDICE

Schede descrittive di organi antichi della diocesi Nota: La scheda nr. 6 è stata redatta – prima del moderno restauro dello strumento – da Riccardo Sabatini, che si ringrazia per la collaborazione. 1. FANO, Basilica di San Paterniano (Convento Frati Minori Cappuccini, già dei Canonici Regolari del SS. Salvatore) Organo di Gaetano Callido del 1775, op. 103, posto in cantoria, nel transetto in cornu Evangelii. Cantoria in legno, costruita nel 1562 per lo strumento realizzato da Gian Giacomo Calvi (terminato nel 1563), retta da 6 mensoloni impostati su alti piedritti; parapetto rettilineo smussato agli angoli, suddiviso in 13 pannelli da paraste scanalate di stile dorico, con profili, cornici e decorazioni intagliate e dorate. Sette tele dipinte, collocate nella sezione centrale del prospetto della cantoria, raffigurano, da sinistra: Fede, Carità, Prudenza, S. Paterniano, Verità, Giustizia, Sapienza; la cimasa presenta nell’edicola il Padreterno, nelle volute angeli musicanti (interpretazione delle figure a cura di Oscar Mischiati; cf. C. RIPA, Iconologia, Venezia 1645). Prospetto della cassa delimitato da semicolonne rudentate di ordine corinzio, reggenti una ricca trabeazione coronata da cimasa formata da edicola centrale e volute laterali affiancate da un putto/angioletto scolpito, riccamente dorata nei profili, cornici e decorazioni ad intaglio. In origine sicuramente a più campate, il vano delle canne è attualmente ad arco e raccordato alla falegnameria cinquecentesca da segmenti di tavola dipinti, aggiunti nel 1775*. Facciata di 25 canne di Principale, a partire da Fa-1, disposte a cuspide con ali laterali; bocche allineate, labbro superiore a mitria; davanti, la fila dei Tromboncini; per i tasti da Fa-1 a Do1 risuonano assieme canne dell’ordine di 16’ e di 8’, quest’ultime distinte da quelle corrispondenti ai tasti Fa1-Do2, del Principale. Tastiera di 57 tasti (Do-1-Do5) scavezza, reale da Fa-1; diatonici ricoperti di bosso, cromatici in ebano. Pedaliera scavezza a leggio, di 17 tasti (Do1– Sol#2) più altro tasto per il tamburo. Registri azionati da 17 tiranti a pomello, disposti su 2 colonne; cartellini recenziori indicanti:

Principale Bassi (12’) Principale Soprani Ottava Quintadecima Decimanona Vigesimaseconda Vigesimasesta Vigesimanona Trigesimaterza (fino al Fa2) Trigesimasesta (fino al Do2) Contrabassi (P, 16’) [Ottava di Contrabassi]

Voce Umana (S, 8’) Flauto in VIII (reale dal Fa#1) Fauto in XII Cornetta (S, 1, 3/5’) Tromboncini Bassi (8’) Tromboncini Soprani

Divisione Bassi/Soprani tra La2 e Sib2. Ritornelli del Ripieno alla maniera veneta solita. Tiratutti del Ripieno a manovella e a doppio pedaletto; ultimo tasto della pedaliera per il Tamburo (aziona La, Si bemolle e Si dei Contrabassi più i 4 cromatici dell’Ottava di Contrabassi). Un mantice a lanterna alimentato da 2 pompe azionabili a stanga (attualmente mosse da motore elettrico), collocato a sinistra; altro mantice a cuneo con 3 pieghe, originale, collocato nel basamento della cassa, a destra. Somiere maestro a tiro, con 16 stecche così corrispondenti ai registri a partire dal davanti: 1. Tromboncini B; 2. Tromb. S; 3. Princ. B; 4. Princ. S; 5. Voce um.; 6. Ottava; 7. Fl. in VIII; 8. Fl. in XII; 9. Cornetta; 10. XV; 11. XIX; 12. XXII; 13. XXVI; 14.XXIX; 15. XXXIII; 16. XXXVI. Somiere di basseria collocato sul fondo, con 8 canne di legno dei Contrabassi e 12 dell’Ottava di Contrabassi. Crivello in legno con bocche soprastanti, tranne quelle della Voce Umana. Le prime 11 canne dell’Ottava sono di stagno; tutte le canne dei Flauti e Cornetta sono a cuspide. Iscrizioni: 1) sulla lapide posta nel muro sotto l’organo tra la seconda e terza mensola di sinistra: «D. VRBANVS. FERRARIE/ ABBAS. IIus. COMMUNI/ CANONICOR. SVOR./ AERE. ORGANVM. S./ PATERNIANI. FANEN./ FACIEN. CV. ANNO SALUTIS. M.D.LXII»; 2) sul fregio di base del parapetto: «D. VRBANVS/ FERRARIEN/ ABBAS II.US / COMMVNI/ CANONICOR/ SVOR AERE/ MVSICVM/

HOC OPVS/ FACIENDUM. CV.»; 3) dipinta sulla tavola sottostante la facciata: «D.us ALOY.us OROBONI AB.as FERRARIEN. RENOVANDUM CURAVIT A. D. M.DCCLXXV». Prima dello smontaggio, effettuato nel giugno 2002 (lo strumento è attualmente in fase di restauro presso la ditta Francesco Zanin di Codroipo), l’organo risultava sostanzialmente efficiente, pur evidenziando l’azione del tarlo in particolare nel somiere e nella tastiera. * Cassa e cantoria, nella fattura, presentano straordinaria somiglianza con quelle costruite da Giacomo e Girolamo Maffei nel 1548-1551 per la cattedrale di Gubbio: cf. F. MARINUCCI, Contributo alla storia dell’arte lignaria eugubina del XVI secolo: l’ornamentazione degli organi monumentali del duomo e di San Pietro in Gubbio, in L’arte del legno tra Umbria e Marche, dal Manierismo al Rococò, Atti del convegno del 2-3 giugno 2000, Città di Castello, Ed. 4M, 2001, pp. 95-110. 2. FANO, Chiesa di S. Pietro in Valle a) Organo di Gaetano Callido op. 21 del 1765, costruito per la chiesa di S. Ignazio già dei Gesuiti di Fano, chiusa al culto nel 1873 e demolita prima del 1908, posto in cantoria sul lato sinistro del transetto. Cantoria in muratura con rivestimento interno di legno, applicata alla parete e sorretta da figure a stucco in gesso raffiguranti angeli e putti dorati. Parapetto rettilineo a più lati, con angoli smussati, leggermente aggettante al centro; prospetto a specchiature incorniciate, con angeli, festoni e decorazioni dorate. Sovrastante il parapetto, festone intagliato e dorato. Lo strumento è incassato entro una nicchia ricavata sulla parete della cantoria. Vano delle canne centinato e incorniciato da ricche decorazioni a stucco con angeli e putti dorati e drappeggiatura che si collega ad antico tendaggio in tela a chiusura centrale. La parte inferiore è in legno, decorata a tempera con motivi architettonici. Facciata composta di 25 canne in stagno, disposte a cuspide con ali laterali ed appartenenti al Principale dal Do1. Labbro superiore a scudo e bocche allineate. Davanti i Tromboncini. Tastiera scavezza di 45 tasti (Do1-Do5) ricoperti in bosso ed ebano, con listello intarsiato di bosso per i cromatici e frontalino a chiocciola nei diatonici. Pedaliera a leggio di 18 pedali con ottava corta (Do1-Sol#2 + Tamburo). Tavola dei registri in noce a destra della tastiera: 16 tiranti a pomello in pero tornito posti su doppia colonna. Cartellini a stampa non originali.

Principale bassi (8’) Principale soprani Ottava Quintadecima Decima nona Vigesima seconda Vigesima sesta Vigesima nona Contrebassi (P, 16’) Ottave de’ Controbassi

Voce Umana (S, 8’) Flauto in ottava Flauto in XII Cornetta (S, 1, 3/5’) Tromboncini Bassi (8’) Tromboncini Soprani

Divisione Bassi/Soprani tra Do#3 e Re3. Ritornelli del Ripieno alla maniera veneta solita. Tiratutti a manovella. Raddoppio della prima ottava di Principale, sempre inserito. Unico mantice a lanterna (non originale), posto all’interno della cassa, azionato da 2 pompe sottostanti tramite stanga. Elettroventilatore. Pesi sui mantici in pietra scalpellata, verosimilmente appartenuti agli originali 2 mantici, cuneiformi a 5 pieghe, in origine posti su castello ed azionati a corde con carrucole dalla camera retrostante la cantoria. Meccanica sospesa per il manuale, di rimando per il pedale (adattata in occasione del collocamento nella nuova sede). Somiere maestro a tiro, in noce. Unica anta con pomello in ottone, fermata da 20 naselli. All’interno, 45 ventilabri più 8 controventilabri sul pavimento della secreta. Borsino in pelle con perlina in osso. Separatori nei canali. Numerazione ad inchiostro sul ventilabro, progressiva da destra. 14 stecche, così corrispondenti ai registri a partire dal davanti: 1. Tromb. B; 2. Tromb. S; 3. Princ. B; 4. Princ. S; 5. Voce um.; 6. Ottava; 7. Fl. in VIII; 8. Fl. in XII; 9. Cornetta; 10. XV; 11; XIX; 12. XXII; 13. XXVI; 14. XXIX. Somiere di basseria in larice, chiuso da 2 ante con 14 naselli ciascuna; all’interno 12 ventilabri. Crivello in abete rivestito in carta e numerazione ad inchiostro originale. Bocche delle canne sovrastanti, tranne la Voce Umana.

Posteriormente, le 8 canne lignee corrispondenti al raddoppio della prima ottava di Principale. Di queste le canne più gravi sono state piegate a gomito per consentirne l’adattamento in occasione del ribassamento del solaio che corrisponde ai locali sovrastanti della Biblioteca Federiciana (1960 ca.). Canne del Flauto in VIII, reale dal Do2, tappate a camino (raro esempio nelle Marche). Flauto in XII e Cornetta a cuspide. Principale interamente di stagno ad eccezione delle 17 canne più acute. Basseria di 20 canne in abete tinte di rosso, con bocca riquadrata in noce. Il recente lavoro di restauro, operato da Riccardo Lorenzini, ha ripristinato la manovella del Tiratutti e ricostruito alcune canne dei Tromboncini. In tale occasione si è anche provveduto al rifacimento del vano che ospita lo strumento, che ha così consentito il ripristino del passo d’uomo tra il somiere maestro e quello di basseria. Lo strumento era munito di legenda; ne rimaneva impronta sulla tavola che regge il leggio, oggi asportata. b) Nella cantoria di destra del transetto, contrapposta alla precedente, sono presenti resti lignei della cassa dello strumento costruito da Giacinto Pescetti nel 1711, completati con alcune canne di facciata, di epoca precedente,verosimilmente appartenute ad un organo costruito da Giovanni Battista Sormani nel 1629. Entrambi questi strumenti sono documentati come già esistenti nella chiesa di S. Pietro in Valle. Lo strumento di Pescetti era ospitato in un vano in muratura, oggi non più esistente, aggettante fuori del perimetro esterno delle mura della chiesa. Alla base dell’attuale mostra sta un asse ligneo dal profilo curvilineo, finemente intagliato e dorato, che serve da appoggio alla stessa facciata. Questa è composta da 27 canne del Principale, dal labbro superiore a mitria, oggi mute (perché non alimentate), disposte in unica campata a cuspide, su due zoccoli lignei convergenti al centro, che – rialzando le canne estreme – determinano un disegno delle bocche di andamento contrario alla sommità della cuspide. La canna maggiore è verosimilmente il Do1 di un Principale di 8’, forse quello che costituiva la facciata originariamente tripartita (come dimostrano sulle stesse canne eloquenti tracce di usura in corrispondenza di legature anteriori a due diverse quote di altezza) dell’organo secentesco di Sormani. Il profilo della facciata, così ridisposta, è piatto. Ai lati della mancante tastiera erano collocati, suddivisi in due colonne, i tiranti dei registri, oggi tutti mancanti. Restano i 20 fori rotondi (10 a destra e 10 a sinistra della finestra della tastiera) praticati nel legno. Sono presenti, scarsamente leggibili, le indicazioni dei registri, alcune su cartellini manoscritti ad inchiostro, altre recenziori, tracciate a matita direttamente sul legno. Un’interpretazione di queste iscrizioni potrebbe verosimilmente indicare la seguente disposizione fonica dell’organo Pescetti:

[VOCE UMANA] […………..] FLAUT[O IN 8]va TROM[BE BAS]SE [TROMBE SOPRANE] [FL]AUTO CORNET[TA] CORNETTTO A[CU]TO Flauto 8* [?] Fagotto*

PRINCIPA[LE BASSI]° [P]RINCI[PALE SOPRANI] OTTAVA DEC[IMAQUINTA] DECIMANO[NA] [VIG]E[SI]MA[SECONDA] [VI]GESIMAS[IMASESTA] [VIG]ESIMANO[NA] [TRIGESIMATERZA] TR[IGESIMASESTA]

° altra grafia, ad inchiostro * indicazioni a matita

Esternamente alla colonna di sinistra, è un foro a sezione rettangolare, forse per qualche accessorio. Alla destra dell’originale sede della pedaliera, due pedaletti per l’inserimento e il disinserimento del Pieno. 3. CARTOCETO, Pieve dei SS. Pietro e Paolo Organo di Giuseppe Fedeli della Rocchetta di Camerino del 1771. Posto sopra l’ingresso principale, in cantoria lignea poggiante sulla bussola d’ingresso e su due mensole. Prospetto rettilineo, suddiviso in tre parti, aggettante al centro e sormontato da grata lignea, decorato da 3+5+3 tavole dipinte raffiguranti immagini di santi dell’ordine francescano. Lateralmente alla parte centrale della grata sono 2 busti in legno decorato raffiguranti santi vescovi; il basamento è ornato da motivi floreali e putti in legno scolpito e dorato. La cantoria, come la cassa finemente decorata, risulta essere di epoca anteriore, costruita verosimilmente per lo strumento del 1682 di Romano Speranza, che precedette l’attuale nella stessa chiesa.

Cassa in legno addossata alla parete, con prospetto rettilineo. Vano delle canne ad arco, delimitato da due lesene reggenti l’architrave. Facciata di 27 canne di Principale disposte a cuspide con ali laterali. Canna maggiore il Sol1; bocche allineate, labbro superiore a mitria. Davanti le canne dei Tromboncini. Tastiera scavezza di 45 tasti (Do1-Do5) in noce. Diatonici ricoperti in bosso, con frontalini a chiocciola; cromatici in noce ricoperti in ebano, con intarsio centrale in bosso. Modiglioni laterali in noce, sagomati. Ai lati altra voluta in legno scolpito e dipinto. Pedaliera scavezza, a leggio, di 13 pedali (Do1-Mi2) più altro tasto per il Tamburo. A destra della tastiera, 16 tiranti dei registri con pomelli in legno di bosso tornito disposti su due colonne. Cartellini a stampa, verosimilmente recenziori, incollati su rettangoli di carta marmorizzata, indicanti:

Principale (8’) Ottava Decima quinta Decima nona Vigesima seconda Vigesima sesta Vigesima nona [Tiratutti]*

Tromboni (P, 8’) Voce Umana (S, 8’) Flauto in 8a. Flauto in XII Cornetta (S, 1, 3/5’) Tromboncini Soprani (8’) Tromboncini Bassi Controbassi (P, 16’, pomello mancante)

* cartellino mancante Divisione Bassi/Soprani e ritornelli non verificabili. Tiratutti a tirante a partire dall’Ottava. Due mantici cuneiformi a 4 pieghe, contrapposti e azionabili a stanga, sul lato destro della cassa. Meccanica dei registri e della pedaliera in legno. Somiere maestro a tiro, in noce, con 13 stecche, così corrispondenti (dal davanti) ai registri: 1. Tromboncini S; 2. Tromb. B; 3. Princ.; 4. Voce um.; 5. Ottava; 6. Fl. In VIII; 7. Fl. in XII; 8. Cornetta; 9. XV; 10. XIX; 11. XXII; 12. XXVI; 13. XXIX. Secreta chiusa da 3 ante per tre naselli ciascuna, foderata in pelle. All’interno 45 ventilabri; borsini in pelle a cappuccio, contropelle, un deviatore per canale. Non ispezionabile, il somiere di basseria è in noce, di analoga fattura, chiuso da 3 ante in abete; in origine predisposto per i soli Contrabbassi, presenta l’aggiunta di una stecca per i Tromboni. Crivello in legno. Del materiale fonico originale restano le 12 canne lignee dei Contrabbassi, alcune dei Tromboni (recenziori, con tuba in latta), 4 canne lignee del Principale e quelle di stagno in facciata, alcune canne dei Tromboncini (di foggia veneta) e alcune canne metalliche interne. Sul ventilabro corrispondente al tasto nr. 35 (Re4), manoscritto ad inchiostro: «Giuseppe Fedeli della Rocchetta di Camerino/ fece questa opera nel 1771». Sulla tavola inferiore del mantice: «1865 rist.». Sulla tavola del leggio è presente, manoscritto ad inchiostro, l’originale «Modo per registrare l’Organo», contenente anche le «Regole per sapere in che tono si deve sonare l’Organo». 4. FOSSOMBRONE, Chiesa della SS.Annunziata (ex convento degli Zoccolanti) annessa al Cimitero Organo di Sebastiano Vici da Montecarotto del 1781, posto sopra l’ingresso principale, in cantoria in legno e muratura, applicata alla parete e sorretta da 4 mensole. Parapetto mistilineo, suddiviso in più parti, con balconata centrale aggettante. Cassa in legno di abete lastronato in noce naturale nella parte superiore, decorato a finto marmo nella parte inferiore. Prospetto rettilineo. Vano delle canne ad arco, delimitato da due lesene reggenti l’architrave e il timpano arcuato. Sopra l’arco di prospetto, al di sotto dell’architrave, tavola lignea aggettante con la scritta a caratteri dorati: «LAUDATE DNM° IN/ CHORDIS & ORGANO». Facciata composta da 25 canne del registro di Principale, in stagno, disposte a cuspide con ali laterali, a partire dal Sol1; labbro superiore a scudo, profilo piatto, bocche allineate. Alla base era uno zoccolo di legno per l’alloggio di 45 canne ad ancia, probabilmente i Tromboncini, asportati con lo zoccolo. Tastiera di 45 tasti (Do1-Do5) con prima ottava corta. Diatonici ricoperti in bosso con frontalini a chiocciola, cromatici ricoperti in ebano con intarsio a punto esclamativo in bosso. Modiglioni laterali sagomati. Pedaliera scavezza a leggio di 12 tasti (Do1-Mib2) più altro per il Tamburo, costantemente unita al manuale.

Tavola dei registri alla destra della tastiera, in noce, con 16 fori. Restano11 tiranti con pomelli in legno tornito, disposti in unica colonna. Cartellini a stampa, recenziori, indicanti:

Principal 8p. Principal Ottava Quintadecima Decima nona Vigesima seconda Vigesima sesta Vigesima nona Flauto conico [foro privo di tirante] Cornetto S. [foro privo di tirante] Voce Umana [seguono altri tre fori privi di tirante]

Divisione Bassi/Soprani e ritornelli non verificabili. Tiratutti a manovella sopra la tavola dei registri, a partire dall’Ottava. Due mantici cuneiformi a 3 pieghe, contrapposti nel basamento della cassa e azionati da carrucole con funi sulla destra della cassa. Pesi originali in pietra. Trasmissioni meccaniche di solito tipo; catenacci in ferro, tiranti in ottone. La trasmissione di rimando della pedaliera, trova spazio al di sotto dei mantici. Somiere maestro a tiro, in noce, con 16 stecche (ne risultano attualmente collegate solo 11) nel seguente ordine dalla facciata (* registro mancante): 1. [Tromb. B]*; 2. [Tromb. S]*; 3. Princ. B; 4. Princ. S; 5. Fl. conico; 6. Ottava; 7. XV; 8. Cornetto S; 9. [?]*; 10. XIX; 11. XXII; 12. XXVI; 13. XXIX; 14. [?]*; 15. [?]*; 16. Voce Umana. Secreta chiusa da unica anta (apribile in origine con impugnatura in cuoio ora mancante) per 16 naselli, guarnita in pelle e armata in ottone. All’interno, 45 ventilabri con numerazione originale da sinistra a destra. Due deviatori per canale. Contropelle. Borsini in pelle con perlina in legno. Somiere di basseria in noce, di fattura analoga a quello maestro, chiuso da due ante per 16 naselli. Ventilabri numerati. Crivello in legno. Bocche soprastanti eccetto la Voce Umana. Ai lati del somiere maestro 3+3 canne di legno per le 4 note più gravi del Principale e le prime 2 dell’Ottava. Sul somiere di basseria 13+3 canne in legno disposte a doppia ala convergente al centro. Il Flauto conico, di 4’, è a cuspide; il Cornetto, in XVII, è cilindrico. Le canne di Voce Umana sono 24. Lo strumento è in stato di completo abbandono. È tuttavia presente tutto il materiale fonico e strutturale originale, ad eccezione delle file dei registri sopra già indicate. Sul listello frontale della tastiera, pregevole lavoro di ebanisteria, ripartita in due riquadri è la scritta: «OPVS X. SEBAST VICI EX MONT: CAROTTO FECIT./ MDCC LXXXI». Altra iscrizione manoscritta ad inchiostro su cartellino incollato sul fondo del crivello, nella parte centrale: «Dipietro Vincenzo di Teramo/ restaurò nel 1926 mise la/ voce umana con le canne della/ 12 ma lasciando l’organo […]». 5. FOSSOMBRONE, fraz. Isola di Fano, Chiesa dei SS. Giovanni Battista e Floriano Organo di Don Angelo Cimarelli del 1830. Posto sull’ingresso principale, in una cantoria lignea con parapetto rettilineo aggettante al centro, decorato con trofei di strumenti musicali dipinti nelle spechiature. Cassa lignea elegantemente dipinta a finto marmo, con prospetto a campata unica: due mensole laterali intagliate e dipinte sorreggono il timpano corniciato che sormonta la scritta «IN CHORDIS ET ORGANO/ PSAL. J50». Facciata di 25 canne, dal Re2 del Principale, disposte a cuspide con ali laterali; bocche allineate, labbro superiore a mitria; davanti i Tromboncini. Tastiera di 45 tasti (Do1-Do5) scavezza, diatonici ricoperti in bosso, cromatici in noce tinto. Frontalini a chiocciola. Pedaliera in legno, scavezza, di 13 tasti (Do1-Mib2) più altro tasto per il Tamburo. Recenziore, diritta, con leve di misura lunga. Tavola dei registri alla destra della tastiera. Tiranti con pomelli in legno disposti su due colonne. Cartellini recenziori, solo in parte leggibili, coprono gli originali:

PRINCIPALE BASSI (8’) PRINCIPALE SOPRANI OTTAVA QUINTADECI[MA] DECIM[ANONA] VIGESIMA SECONDA [VIG]ESIMA SESTA [VIGESI]MA NONA TRIGESIMA TER[ZA] TRIGESIMA SESTA [foro vuoto]

TROMBONCINI BASSI (8’) [TROMB]ONCINI [SOPRANI] [VOCE UMANA, S, 8’] F[LAUTO IN VIII] FLAUTO IN XII CORNETTA (S, 1, 3/5’) [T]RAVERSI[ERE] (S, 8’) VI[OLONCELLO] (B, 8’) VIOLINO [privo di tirante, S, 8’] [foro vuoto]

Divisione Bassi/Soprani tra Do#3 e Re3. Tiratutti del Ripieno a manovella, pedaletto per la Terza mano, dal Do#3. Un unico grosso mantice (non originale) alimentato da elettroventilatore, posto sul lato destro della cassa, sostituisce gli originali 2 mantici a cuneo (di 5 pieghe) azionabili per mezzo di carrucola e funi, collocati su proprio castello al lato sinistro della cassa. Piccolo mantice di compensazione a lanterna con 1 piega, posto all’interno della cassa al di sotto del somiere maestro. Trasmissione meccanica sospesa con catenacci in ferro battuto. Somiere maestro in noce, a tiro, con 19 stecche così corrispondenti ai registri dalla facciata: 1.Tromb. B; 2. Tromb. S; 3. Princ. B; 4. Princ. S; 5. Ottava; 6. Voce um.; 7. Fl. in VIII; 8. Fl. in XII; 9. Cornetta; 10. XV; 11. XIX; 12. XXII; 13. XXVI; 14. XXIX; 15. XXXIII; 16. XXXVI; 17. Traversiere; 18. Violino S; 19. Violoncello B (18 e 19 in cassa espressiva, in origine provvista di meccanismo per l’apertura a pedale). Secreta chiusa da unica anta per 12 naselli, armata in ottone; all’interno 45 ventilabri numerati sul fronte (per il tasto corrispondente) e sul lato (numerazione progressiva da destra a sinistra). Contropelle, borsini in pelle con perlina. Somiere di basseria in abete chiuso da unica anta per 18 naselli, con 12 canne in legno. Crivello di legno rivestito in carta, bocche sovrastanti. Per le prime note di Principale e Ottava sono 16 canne lignee disposte ai lati del somiere maestro. Voce um. crescente, Fl. in VIII (S), Fl. in XII e Cornetta (S) a cuspide; Traversiere (8’ S) cilindrico; Violino e Violoncello, ad ancia, poste su zoccolo in legno e chiuse in cassa espressiva predisposta per l’apertura remota del coperchio (non attivata); noce rettangolare, canaletto in ottone a sezione rettangolare, tuba a tronco di cono rovesciato (Violino) e di piramide rovesciato (Violoncello). Frammenti di cartiglio recante un originale «Consiglio di Registrazione» restano tra leggio e manovella del Tiratutti. Sul listello frontale della tastiera si legge: «D. ANGELI DE CIMARELLIS NOSTRATIS OPUS/ J830». Precarie le condizioni generali di conservazione. Gravi danni dovuti dall’azione del tarlo sul somiere; anche il materiale fonico non è in buono stato. 6. CAGLI, Cattedrale di S. Maria Assunta Organo di Nicola Morettini di Perugia del 1889. Posto in cantoria nel braccio destro del transetto (sopra la porta principale che conduce alla sagrestia e alla cappella invernale) in legno, con parapetto curvilineo aggettante al centro e sormontato da grata. Parapetto decorato con motivi floreali; al centro cartiglio ligneo con scritta: «Cantemus Dom Gloriose Enim Magnificatus Est/ Exod. CXV - Ver [...]». Cassa in parte lignea, addossata alla parete, e in parte ricavata nella muratura. Due portelli a destra e a sinistra della consolle per l’accesso al basamento. Botola sul soffitto del corridoio d’ingresso per l’accesso al vano della parte fonica. Vano delle canne arcuato sormontato da cartiglio ligneo con scritta «D.O.M.»; più sopra, timpano e conchiglia; il tutto delimitato da capitelli compositi, paraste con cascate floreali e rosette. Facciata di 23 canne di stagno, disposte in campata unica a cuspide con ali laterali, appartenenti al Flauto Armonico, dal Do1 al Sib1, e al Principale 16’ dal Mi2 al Mib3; profilo piatto, bocche allineate. Il labbro superiore (a scudo) e quello inferiore delle canne è riportato. Consolle alla francese (tipo Cavaillé-Coll) con 2 tastiere cromatiche di 56 tasti (Do1-Sol5). Diatonici in osso o avorio, cromatici in legno (ebano?). Frontalini lisci. Leve di primo genere, a bilancia. Pedaliera diritta parallela, di 27 pedali, cromatica (Do1-Re3). Unione tasto-pedale disinseribile. Registri ad azionamento tramite tiranti con pomelli in legno tornito, con comando a tiro e incastro. Sul fronte di ogni pomello, originale placca tonda in ceramica con l’indicazione del registro. Disposti a terrazze a destra

e a sinistra delle tastiere (la prima fila in alto per il positivo ed il pedale, la seconda per il grand’organo) i seguenti registri:

FLAUTO ARM./ 8

PRINCIPALE 16

VIOLA 8

PRINCIPALE 8

I TASTIERA GRAND’ORGANO

OTTAVA 4

PIENO2 I°

PIENO3 II°

TROMBA 8

*reale dal Do2 (1) registro meccanico (vedi sotto) (2) a 3 file (3) a 4 file Accessori: 5 pedaletti ad incastro posti sopra la pedaliera per: unione I-ped./ tutti i pedaletti/ “appel” grand’organo*/ “appel” pedale**/ terza mano g.o. (* prepara dall’Ottava 4 alla Tromba 8 comprese) (** prepara il Basso al pedale) Ritornelli del Ripieno non verificabili. Tenda con comando a manovella. Un grosso mantice a lanterna (tipo Cummins) posto fuori cassa in un vano retrostante l’organo, con pompe sottostanti per l’azionamento a doppio pedale alternato. Elettroventilatore. Struttura tradizionale. Passo d’uomo presente. Positivo collocato allo stesso livello del grand’organo e immediatamente dietro a questo. Macchina Barker posta all’interno, dietro la consolle. Trasmissioni a leva Barker per il grand’organo e meccanica per positivo, pedaliera, registri e accessori. Meccaniche per il comando delle note poste sul lato inferiore del somiere. Leve delle tastiere di primo genere, a bilancia. La maggior parte dei tiranti sono realizzati tramite asticelle di legno. Catenacci realizzati con tondino di ferro e blocchetto di legatura alla moderna. Somiere maestro in noce a pistoni (tipo Trice); ordine registri del grand’organo, dalla facciata: 1. Princ. 16; 2. Fl. arm. 8; 3. Princ. 8; 4. Viola 8; 5. Ottava; 6. Pieno I; 7. Pieno II; 8. Tromba 8. Ordine registri del positivo, dalla facciata: 1. Clarino 8; 2. Salicionale 8; 3. Ottavino 4; 4. Fl. dolce. Somiere del pedale a valvola con ventilabri, chiuso da anta con naselli. Crivello in legno, rivestito di carta sopra e sotto; bocche delle canne soprastanti. Canne interne in lega di stagno e piombo e di legno. Canne del Violone 16 al pedale aperte, alcune delle quali con valvole per i semitoni e freno armonico; Bassi ottenuti meccanicamente dal Violone 16 tramite catenacciatura (dal Do1 al Re2 è di 8’ per poi ritornellare, diventando quindi di 16’ dal Re#2 al Re3; effettivamente sul pomello relativo non c’è indicazione di altezza del registro). Il Flauto dolce ha la prima ottava di legno tappata a tampone; il resto è di canne metalliche tappate a calotta e con baffi laterali. Viola e Salicionale con freno armonico. Flauto armonico 8 e Ottavino 4 con doppio forellino nodale e canne di lunghezza doppia da metà registro in su. Clarino con tuba formata da corto cono rovesciato sormontato da cilindro e canaletto aperto; Tromba con tuba formata da cono rovesciato e canaletto con apertura a goccia, o a lacrima (il materiale è probabilmente di provenienza francese ovvero dal laboratorio dell’organaro parigino Paul Férat, sulla scia degli organi di S. Giovanni in Laterano a Roma). Sul piede della canna centrale di facciata è stampigliato: «MORETTINI PERUSINI/ A. D. MDCCCLXXXIX». Sopra la tastiera del positivo, placca lignea con intarsio presumibilmente in avorio recante indicazione patronimica e data di costruzione: «EQV. N. MORETTINI. PERUS./ MDCCCLXXXVIIII». 7. SAN LORENZO IN CAMPO, fraz. San Vito sul Cesano, Chiesa di S. Vito Martire (già dei SS. Biagio e Esuperanzio)

Organo di Odoardo Cioccolani, Op.26 del 1868. Collocato sopra l’ingresso principale, in cantoria lignea, poggiante sulla bussola d’ingresso. Parapetto segmentato in 9 specchiature, concavo e aggettante al centro. Cassa lignea addossata alla parete, di semplice fattura e ridipinta, con prospetto a campata unica. Vano delle canne rettangolare, delimitato da due paraste rudentate reggenti l’architrave, sormontato da anfore laterali e cimasa centrale con l’iscrizione: «ET GAUDENT AD SONITUM/ ORGANI/ JOB. 21-12».

FLAUTO DOLCE 8

OTTAVINO 4

BASSO1 P

II TASTIERA POSITIVO

VIOLONE 16

SALICIONALE

8*

CLARINO 8

Su zoccolo ligneo sono poste 27 canne di facciata del Principale, in stagno, disposte a cuspide con ali laterali. Canna maggiore il Si1. Bocche allineate, labbro superiore a mitria. Davanti, su proprio zoccolo, 50 canne del registro di Bombardino bassi e Trombe soprani. Tastiera scavezza di 50 tasti (Do1-Fa5). Diatonici ricoperti in bosso, cromatici ricoperti in ebano. Frontalini a chiocciola. Modiglioni sagomati in legno chiaro. Pedaliera a leggio di 17 pedali (Do1-Sol#2) con prima ottava corta, sempre unita alla tastiera, più il pedale per il Tamburo (La) e altro pedale ad incastro (Sib), per la Terza mano. Tavola dei registri alla destra della tastiera: 20 tiranti con pomelli in legno tornito disposti su due colonne. Cartellini a stampa originali, così indicanti:

PRINCIPALI BASSI (8’) PRINCIPALI SOPRANI OTTAVA DECIMA QUINTA DECIMA NONA VIGESIMA SECONDA VIGESIMA SESTA (*) VIGESIMA NONA TRIGESIMA TERZA (**) TRIGESIMA SESTA

BOMBARDINO BASSI (***) TROMBE SOPRANE CORNO INGLESE VIOLA BASSI FLAUTO REALE FLAUTO IN VIIIA BASSI FLAUTO IN VIIIA SOPRANI OTTAVINO BOMBARDA BASSI ARMONICI

(8’) (8’) (8’) (4’) (S, 8’) (S, 2’) (P, 8’) (P, 8’)

(*) La XXVI e la XXIX entrano insieme e agiscono sulla medesima stecca del somiere

(**) La XXXIII e la XXXVI entrano insieme e agiscono sulla medesima stecca del somiere

(***) Cartellino sovrapposto ad altro originale, probabilmente Trombe Basse Divisione Bassi/Soprani e ritornelli del Ripieno non verificabili. Terza mano a partire dal Fa#3. Alla destra della pedaliera, pedaletto a molla per l’azionamento contemporaneo della Grancassa (mancante) e del Sistro, collocati all’interno della parete destra della cassa.. Due mantici cuneiformi a 2 pieghe, contrapposti sul basamento della cassa e azionabili tramite carrucole e funi dal lato destro della stessa. Pesi monolitici originali. Trasmissioni meccaniche solite: catenacciature in ferro, tiranti in ottone; la trasmissione della Terza mano (dalla riduzione basculante in discesa al tasto) utilizza pironi in legno. Somiere maestro in noce con 16 stecche, così corrispondenti ai registri dalla facciata: 1. Bombardino B; 2. Trombe S; 3. Princ. B; 4. Princ. S; 5. Viola B; 6. Corno Ingl.; 7. Ottavino; 8. Fl. in VIII B; 9. Fl. in VIII S; 10. Ottava; 11. Fl. reale; 12. XV; 13. XIX; 14. XXII; 15. XXVI/XXIX; 16. XXXIII/XXXVI. Secreta guarnita in pelle, chiusa da anta unica per 18 naselli e armata in ottone; all’interno 50 ventilabri numerati. Contropelle. Un deviatore per canale. Borsini in pelle con perlina in legno. Somiere di basseria in larice, chiuso da anta unica per 14 naselli; al centro dell’anta, pomello di ottone. Guarnizioni in pelle, armatura di ottone; all’interno 13 ventilabri, un deviatore per canale. Sulla coperta, stecca per la Bombarda. Crivello in legno, con presenza di numerazione originale. Bocche sovrastanti. Le prime 7 canne di Principale, in legno, sono poste (4+3) ai lati del somiere maestro; analogamente le prime 4 canne lignee dell’Ottava (2+2). Tutti i Flauti hanno corpo cilindrico; le canne più gravi del Flauto in VIII sono tappate con calotta metallica. Il Corno Ingl., entro propria scarpa metallica, ha noce rotonda in piombo, canaletto a sezione rettangolare, ancia (fermata con cuneo di legno) e slitta in ottone; tuba a tronco di cono rovesciato nella parte inferiore, cilindrica in quella superiore. Bombardino B e Tromba S hanno noci rettangolari in piombo, canaletto a sezione rettangolare, ancia (fermata come sopra) e slitta in ottone; le tube sono di stagno, a tronco di cono rovesciato, con svasatura più accentuata per le Trombe. Ognuna su proprio zoccolo ligneo, sono presenti 11 delle 12 originali canne della Bombarda; hanno canaletto rettangolare in ottone, doppia ancia (con cuneo di legno) e slitta in ottone, corta tuba metallica a tronco di piramide rovesciata, su cui è innestata altra lunga tuba, in legno verniciato, a tronco di piramide rovesciata. 11 canne lignee per la basseria, di cui 4 (Do, Re, Fa, Sol) dotate di valvola per il semitono cromatico. Sul frontalino della tastiera, entro teca chiusa da vetro, cartellino a stampa recante l’iscrizione a stampa e penna (qui in corsivo): «ODOARDO CIOCCOLANI/ IN CINGOLI/ N. 26»; analogo cartellino è posto all’interno della secreta: su di esso è anche indicata ad inchiostro la data «1868». Sulla parete destra della cassa, al di sotto dei fori per le funi di manticeria, si legge, a vernice: «1924» e, sotto, «G. A. 1969». Lo strumento, insuonabile, versa in totale stato di abbandono. Pur danneggiato, risulta presente pressoché tutto il materiale fonico e strutturale; gravi danni si riscontrano per le canne delle file più acute del Ripieno.

BIBLIOGRAFIA 1. Il Callido, la musica, la parrocchia. Concerto inaugurale dell’organo restaurato. Chiesa di San Lorenzo Martire in Cerasa 4 ottobre 1998, s. n. t. (Fano, Lit. Grapho 5) 2. Cantiano – Pesaro. Chiesa priorale di S. Nicolò. L’organo di Angelo e Nicola [sic] Morettini, Assisi, Edizioni Cappella Musicale «S. Rufino», 1987 3. Restauri 1998/1999, Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, Fano, Lit.Grapho 5, 2001 (Quaderni della Fondazione, 3) 4. F. BATTISTELLI, Musica Teatro Feste. Il «Grande stregone» Giacomo Torelli, in Fano nel Seicento, Fano, Ed. Cassa di risparmio di Fano, 1998 5. P. BELLINI, Cartoceto del contado di Fano, Urbino, A.G.E., 1977 6. L. FERRETTI, L’organo «Mascioni» nella Cattedrale di Fano, Fano, Istituto Musicale «Vivaldi», 1992 (I quaderni dell’Istituto Musicale «Vivaldi» di Fano, 2) 7. M. FERRANTE-F. QUARCHIONI, Gli organi di Gaetano Callido nelle Marche, Abbadia di Fiastra-Urbisaglia, Ed. Villa Maina, 1989 8. M. FERRANTE, Note sui Cioccolani maestri organari di Cingoli, «Quaderni Musicali Marchigiani», V (1998), pp. 111-153 9. M. FERRANTE, Un sopravvissuto piuttosto originale, «Arte Organaria e Organistica», anno V nr. 22 (marzo, aprile 1998), pp. 34-37 10. [M. FERRANTE-L. PERONI], L’antico organo Callido. Chiesa della Resurrezione – Barchi Op. 228 del 1786 [Barchi 1985], (Tip. Sograf) 11. R. LUNELLI, Studi e documenti di storia organara veneta, Firenze, Olschki, 1973 12. D.MARSANO, L’antica dinastia dei Polinori «da Pesaro», Pesaro, Associazione Marchigiana Organistica, 2002 (Tip. Antonio Magro) 13. P. PERETTI, Gli antichi organi del comune di Pieve Torina e la dinastia dei Fedeli della Rocchetta di Camerino, Pieve Torina-Camerino, Mierma 1987 14. P. PERETTI, Testimonianze di arte organaria nelle chiese filippine delle Marche, in La congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri nelle Marche del ’600. Atti del Convegno (Fano, 14-15 ottobre 1994), a c. di F. Emanuelli, Fiesole, Nardini Ed., 1996, pp. 135-157 15. P.PERETTI, Sintesi di storia dell’arte organaria nelle Marche dal Medioevo al primo Novecento, in Organi e organari nella Marca dal Potenza al Tronto, a c.di P.Peretti, Fermo, Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, 2000, pp. 15-28 16. Organi storici delle Marche, Gli strumenti restaurati (1974-1992), a c. di P. Peretti, Fiesole, Nardini Ed., 1995 17. F. QUARCHIONI, Menabò per una storia organaria marchigiana, in Organi storici delle Marche. Gli strumenti restaurati (1974-1992), a c. di P.Peretti, Fiesole, Nardini Ed., 1995 18. F. QUARCHIONI, Primo resoconto del censimento degli organi antichi delle Marche, «L’Organo», XXVI (1991-1992), pp. 139-161 19. P. PERETTI, La «tradizione organaria umbro-marchigiana» nei secoli XVIII e XIX. Note storiche e critiche, «Bollettino storico della città di Foligno», XIII (1989), pp. 83-120

INDICE DEGLI ORGANARI NOMINATI NEL REGESTO

I numeri si riferiscono alle schede (in coda, tra parentesi tonde, quelle dell’appendice) Baldelli Gaetano, 1, 5, 39

Barker (ditta), (6)

Burroni Carlo, 7, 12

Burroni Francesco, 30

Burroni (fratelli), 46

Callido Gaetano, 4, 5a, 15, 16, 17, 30, (1), (2a)

Calvi Gian Giacomo, 4, (1)

Carletti Carlo, 48

Carletti Silvio, 5a, 27, 38, 43

Catellani Emilio, 21

Cavallié-Coll Aristide (6)

Cimarelli Angelo, 35, 36, 42, 43, (5)

Cioccolani Alceste, 38, 39

Cioccolani Odoardo, 33, 38, 39, 54, 59, (7)

Colombati Giacinto, 52

Cucchi Valentino, 16

Cummins (ditta), (6)

Dell’Orto & Lanzini (ditta), 1

Di Pietro (o Dipietro) Vincenzo, 23, 32, 37, 38,

39, 40, (4)

Farina Clodomiro, 12

Fedeli Giovanni, 52, 57, 58

Fedeli Giuseppe, 20, (3)

Feligiotti Andrea, 20, 61

Férat Paul (6)

Girotto (ditta), 31

Giustozzi (ditta), 56

Greppi Giuseppe, 61

Guiducci don Luigi, 52, 54, 58

Inzoli (ditta), 27

Lorenzini Riccardo, 5a, 5b, (2a)

Marciana (ditta), 22

Mascioni (ditta), 1, 8

Martinelli (fratelli), 21, 44, 46, 56

Molinelli Alvo, 23, 43, 44

Morettini Angelo, 60, 62

Morettini Nicola, 45, 60, (6)

Pallocchini Antonio, 27

Peroni Luciano, 17, 18

Pescetti Giacinto, 5b, 25, (2b)

Piccinelli Alfredo (ditta), 9, 16, 60, 61

Pinchi (ditta), 45, 49, 62

Pizzenardi Giovanni, 18

Polinori Vincenzo, 52

Ricci (fratelli), 12, 23

Ruffatti (ditta), 30, 33

Sabatini Riccardo, 7, 10, 19, 49

Sarti Giuseppe, 10, 33

Sebastianelli Leonardo, 57

Schimicci (fratelli), 2

Sormani Giovan Battista, 5b, (2b)

Speranza Romano, 20

Spinaci Eutizio, 21, 22, 28, 29, 41, 42, 50, 63

Tamburini Giovanni, 51

Trice George William (6)

Verati Adriano, 28, 41, 63

Vici Sebastiano, 3, 7, 19, 31, 32, 38, 40, (4)

Walker (ditta), 51

Zanin Francesco, 4, (1)

DIDASCALIE FOTOGRAFIE 1. Fano, basilica di S. Paterniano: organo (di 12 piedi) di Gaetano Callido, op. 103 del 1775. L’imponente complesso cassa-cantoria, riccamente lavorato, già ospitò uno strumento del piacentino Gian Giacomo Calvi (1563). 2. Cartoceto, pieve dei SS. Pietro e Paolo: organo di Giuseppe Fedeli della Rocchetta di Camerino, del 1771. 3. Dello stesso: particolare della consolle. Si noti la legenda con i consigli di registrazione, di mano dell’organaro costruttore. 4. Fossombrone, fraz. Isola di Fano, chiesa dei SS. Giovanni Battista e Floriano: organo di Angelo Cimarelli, del 1830. 5. Dello stesso: particolare di tastiera e comandi dei registri. L’iscrizione patronimica rivendica l’origine locale dell’artefice. 6. Fossombrone, chiesa della SS. Annunziata: l’organo di Sebastiano Vici da Montecarotto, op. 10 del 1781. 7. Dello stesso: particolare di tastiera, pedaliera e comandi dei registri. 8. San Lorenzo in Campo, fraz. San Vito sul Cesano, chiesa di S. Vito M.: organo di Odoardo Cioccolani, op.26 del 1868. 9. Dello stesso: particolare delle ance di facciata (Trombe), che presentano alcune delle tube ammaccate e danneggiate alla sommità.