Gli appartamenti storici del castello di Casotto: spazi e funzioni della Reale Villeggiatura nella...

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Da Certosa a Regia Tenuta di Caccia: le trasformazioni ottocentesche Il castello di Casotto, situato nella valle omonima del monregalese, nel Piemonte sud occidentale, nasce come inse- diamento certosino nel XII secolo 1 . Negli anni Quaranta del XIX secolo, dopo l’allontanamento della comunità religiosa a seguito dei decreti napoleonici, viene trasformato in resi- denza reale con l’acquisto della tenuta da parte dei Savoia. Questo cambiamento di destinazione d’uso determina la tra- sformazione di alcune parti per adattarle alla nuova vita di corte. La breve appartenenza alla dinastia reale – nel 1881 venne venduto a privati – ne segna il destino più recente, per- mettendo di inserire il complesso nel circuito delle residen- ze reali sabaude, a seguito dell’acquisizione da parte della Regione Piemonte dell’intero bene 2 . Nel 1847 Carlo Alberto decise di acquisire il complesso del Tenimento detto Valle di Casotto 3 . Tra il 1847 e il 1864 si costituisce l’ingente patrimonio terriero, ottenuto con l’ac- quisto da parte della Sovrintendenza Generale del Patrimonio di Sua Maestà di diverse proprietà da privati e dal comune di Garessio. Le trattative lunghe e difficoltose portarono alla ricostituzione di una parte dell’antico patrimonio certosino che si estendeva fino alla pianura monregalese. Le acquisizioni volute da Carlo Alberto furono rivolte al conseguimento di una tenuta destinata ad usi agricoli, così come testimoniano le richieste di ‘pascolabilità’ che emergo- no nei requisiti nell’atto d’acquisto 4 . Con Vittorio Emanuele II il Tenimento assunse il titolo di Real Castello di Valcasotto o Reale Villeggiatura di Casotto, denunciando la principale vocazione a sede di villeggiatura estiva. I possedimenti, per- dendo l’iniziale destinazione produttiva, diventano soprat- tutto boschi utilizzati dal Re per svolgere l’attività venatoria. Il nuovo uso degli spazi certosini determina alcune varia- zioni nel complesso, dovute anche alle cattive condizioni in cui versa parte della fabbrica. Gli interventi del periodo sabau- do si concentrano sulla certosa posta a monte, e nella corre- ria a valle, dove si impianta un nuovo sistema destinato all’al- levamento e alla produzione casearia. La certosa era costi- tuita da una zona più antica posta alle spalle della chiesa, * L’individuazione delle destinazio- ne d’uso e dell’organizzazione degli spazi negli appartamenti sabaudi di Casotto alla fine degli anni Cinquanta del XIX secolo, a seguito dello studio dell’Inventario del 1858, è stata rap- presentata graficamente in tavole che costituiscono l’Atlante degli apparta- menti storici del castello di Casotto (1858). 1 Il complesso del castello viene an- che ricordato come Valcasotto, ma si preferisce continuare a mantenere la denominazione storica di Casotto. 2 L’acquisto nel 2000 ha permesso di iniziare una fase di recupero del complesso e la ricomposizione di una parte considerevole del patrimonio della tenuta sabauda. Nel corso del 2010 il cantiere regionale di restauro ha concluso il recupero delle facciate, e degli ambienti interni al piano ter- ra, al secondo piano e nelle gallerie al primo. Sono in fase di cantiere gli appartamenti reali e di prossima con- clusione gli interventi di consolida- mento strutturale della manica sud del- la foresteria. 3 Al 22 maggio 1837 risale l’acqui- sto da parte della Sovrintendenza Generale del Patrimonio Particolare di S.M. Carlo Alberto della proprietà di Francesco Sciandra per 150.000 lire. ASCGaressio (d’ora in poi ASCG), Stati delle mutazioni di proprietà 1832- 1847. 4 Sono gli atti conservati nel fondo Ministero della Real Casa, Sovrinten- denza Generale al Patrimonio Privato di S. M. (1866-1887, 1920-1946) Pe- riodo 1866-1872, fascicoli 10618, 10619, in Archivio di Stato di Torino (ASTo), Sezione Riunite. 399 Gli appartamenti storici del castello di Casotto: spazi e funzioni della Reale Villeggiatura nella metà del XIX secolo Silvia Beltramo

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Da Certosa a Regia Tenuta di Caccia: le trasformazioni ottocentesche

Il castello di Casotto, situato nella valle omonima delmonregalese, nel Piemonte sud occidentale, nasce come inse-diamento certosino nel XII secolo 1. Negli anni Quaranta delXIX secolo, dopo l’allontanamento della comunità religiosaa seguito dei decreti napoleonici, viene trasformato in resi-denza reale con l’acquisto della tenuta da parte dei Savoia.Questo cambiamento di destinazione d’uso determina la tra-sformazione di alcune parti per adattarle alla nuova vita dicorte. La breve appartenenza alla dinastia reale – nel 1881venne venduto a privati – ne segna il destino più recente, per-mettendo di inserire il complesso nel circuito delle residen-ze reali sabaude, a seguito dell’acquisizione da parte dellaRegione Piemonte dell’intero bene2.

Nel 1847 Carlo Alberto decise di acquisire il complessodel Tenimento detto Valle di Casotto 3. Tra il 1847 e il 1864 sicostituisce l’ingente patrimonio terriero, ottenuto con l’ac-quisto da parte della Sovrintendenza Generale del Patrimoniodi Sua Maestà di diverse proprietà da privati e dal comunedi Garessio. Le trattative lunghe e difficoltose portarono allaricostituzione di una parte dell’antico patrimonio certosinoche si estendeva fino alla pianura monregalese.

Le acquisizioni volute da Carlo Alberto furono rivolte alconseguimento di una tenuta destinata ad usi agricoli, cosìcome testimoniano le richieste di ‘pascolabilità’ che emergo-no nei requisiti nell’atto d’acquisto4. Con Vittorio EmanueleII il Tenimento assunse il titolo di Real Castello di Valcasottoo Reale Villeggiatura di Casotto, denunciando la principalevocazione a sede di villeggiatura estiva. I possedimenti, per-dendo l’iniziale destinazione produttiva, diventano soprat-tutto boschi utilizzati dal Re per svolgere l’attività venatoria.

Il nuovo uso degli spazi certosini determina alcune varia-zioni nel complesso, dovute anche alle cattive condizioni incui versa parte della fabbrica. Gli interventi del periodo sabau-do si concentrano sulla certosa posta a monte, e nella corre-ria a valle, dove si impianta un nuovo sistema destinato all’al-levamento e alla produzione casearia. La certosa era costi-tuita da una zona più antica posta alle spalle della chiesa,

* L’individuazione delle destinazio-ne d’uso e dell’organizzazione deglispazi negli appartamenti sabaudi diCasotto alla fine degli anni Cinquantadel XIX secolo, a seguito dello studiodell’Inventario del 1858, è stata rap-presentata graficamente in tavole checostituiscono l’Atlante degli apparta-menti storici del castello di Casotto(1858).

1 Il complesso del castello viene an-che ricordato come Valcasotto, ma sipreferisce continuare a mantenere ladenominazione storica di Casotto.

2 L’acquisto nel 2000 ha permessodi iniziare una fase di recupero delcomplesso e la ricomposizione di unaparte considerevole del patrimoniodella tenuta sabauda. Nel corso del2010 il cantiere regionale di restauroha concluso il recupero delle facciate,e degli ambienti interni al piano ter-ra, al secondo piano e nelle gallerie alprimo. Sono in fase di cantiere gliappartamenti reali e di prossima con-clusione gli interventi di consolida-mento strutturale della manica sud del-la foresteria.

3 Al 22 maggio 1837 risale l’acqui-sto da parte della SovrintendenzaGenerale del Patrimonio Particolaredi S.M. Carlo Alberto della proprietàdi Francesco Sciandra per 150.000 lire.ASCGaressio (d’ora in poi ASCG),Stati delle mutazioni di proprietà 1832-1847.

4 Sono gli atti conservati nel fondoMinistero della Real Casa, Sovrinten-denza Generale al Patrimonio Privatodi S. M. (1866-1887, 1920-1946) Pe-riodo 1866-1872, fascicoli 10618,10619, in Archivio di Stato di Torino(ASTo), Sezione Riunite.

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Gli appartamenti storici del castello di Casotto: spazi e funzioni della Reale Villeggiatura nellametà del XIX secoloSilvia Beltramo

intorno ai chiostri, ormai non recuperabile, e dalla foresteriasuddivisa in due maniche parallele unite da un corpo tra-sversale occupato nella parte centrale dalla chiesa, in affac-cio sulla corte. Il complesso frutto di ingenti trasformazionitra XVII e XVIII secolo, è stato nei primi decenni del XIXsecolo sottoposto a distruzioni e ad usi impropri 5. Testimo-nianze locali ricordano il degrado nel quale versava la certo-sa e in particolare

«la bellissima chiesa, che costò meglio di mezzo milione di vec-chie lire di Piemonte, ricca di marmi, di dipinti, scassinata, minacciarovina; la cupola n’è per metà crollata, i vestiboli, i lunghi corridoi,le celle dei monaci sono sepolte fra i rottami o vicine ad esserlo. [...]Una parte soltanto dal lato meridionale sussiste non oltraggiata»6.

Il cattivo stato di conservazione del complesso emergeanche dai disegni di Clemente Rovere, che precedono di pochianni il cantiere sabaudo. Tra il 1844 e il 1855 egli documen-ta la certosa di Casotto e il suo territorio, con una serie didisegni e schizzi, che testimoniano la fase di passaggio tra gliinterventi della metà del XVIII secolo e quelli degli anniCinquanta dell’Ottocento. Due disegni rappresentano la mani-ca nord della foresteria a fianco della chiesa in rovina, senzala copertura e con parte della muratura ridotta a stato dirudere. In questa parte del complesso e nell’antico monaste-ro certosino, retrostante la chiesa, si notano i maggiori dan-ni documentati nell’iconografia di metà Ottocento.

La Reale Villeggiatura di Casotto: il progetto di ristrutturazione di Carlo Sada

I lavori di recupero architettonico e funzionale, voluti daCarlo Alberto, furono affidati all’architetto di corte CarloSada, già allievo di Pelagio Pelagi 7. L’ala nord, gravementecompromessa dalle devastazioni francesi, venne ricostruita,così come i pilastri e le volte del portico che si affacciano sulcortile della foresteria. Anche il portico e le gallerie sui duelati della chiesa furono riplasmati. Gli interventi più signifi-cativi furono quelli che interessano la chiesa. Riconfiguratasessant’anni prima, da Bernardo Vittone8, dopo il crollo tota-le del coro certosino e parziale della cupola, la chiesa vennetrasformata in cappella reale con la costruzione di un muroa dividere il nuovo spazio celebrativo, riducendolo di volu-me, dall’area precedentemente occupata dal coro dei mona-ci. Il progetto aveva previsto anche la definizione di due tri-bune laterali al fine di accogliere la famiglia reale sacrifican-do il transetto settecentesco e gli altari ivi collocati.

Le scelte progettuali di Carlo Sada sono rintracciabili inalcuni elaborati di progetto conservatisi nel fondo Real Casadell’Archivio di Stato di Torino e nel fondo Pelagio Pelagidella Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. L’architetto

5 Nei primi decenni del XIX seco-lo si ricorda, come unica attività aCasotto, una vetreria attiva all’internodella certosa.

6 Una passeggiata alla Certosa diCasotto, in “Il Messaggere torinese”,14 ottobre 1837, anno V, n. 41.

7 La figura di Carlo Sada non è sta-ta sufficientemente indagata dalla sto-riografia; sui rapporti con PelagioPalagi e sugli incarichi principali otte-nuti dall’architetto lombardo a Torinoe relativa bibliografia, A. DAMERI, CarloSada padre, architetto in Piemonte, inDe Venustate et Firmitate, Torino, 2002,pp. 438-449. Rimane significativo ilcontributo di A. CAVALLI MURAT, Provaneoclassicistica di Sada, in ID., Comecarena viva. Scritti sparsi, 5 voll., Torino,1982, vol. V, pp. 618-636.

8 L’intervento viene attribuito aBernardo Vittone sulla base delle duetavole pubblicate nelle Istruzioni diver-se, rappresentanti la planimetria e lasezione con prospetto della chiesa diCasotto. Nella descrizione che accom-pagna le tavole, Vittone descrive il suointervento e il complesso in questi ter-mini «Il comodo, che procurar si dove-va a’ religiosi di questa certosa, fu ilmotivo che obbligò a collocarne lachiesa al piano nobile; ed in seguitone venne il doversi, per darle accesso,lateralmente formare gli anzidetti duescaloni. La forma che ella ha, dipen-de in buona parte dalla necessità, incui s’incorse, di doversi per una granporzione servire delle vecchie mura-glie di facciata, e del presbiterio. Eperché l’angusto del sito non permisedi fare le consuete private cappelle perli sacerdoti di questo monistero, si pen-sò a supplirvi con fare tre cappelleseparate in ciascheduno de’ due brac-ci della chiesa; onde tra li privati epubblici altari aver vi possano li det-ti sacerdoti il conveniente loro como-do […]». BERNARDO VITTONE, Istru-zioni diverse concernenti l’officio dell’architetto civile, ed inservienti d’eluci-dazione, ed aumento alle IstruzioniElementari d’ Architettura già al pub-blico consegnate […], Torino, 1797.

Le fasi della fabbrica vittonianasono in corso di verifica e studio daparte di chi scrive nell’ambito del pro-getto di recupero della Certosa –Castello di Valcasotto.

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giunse a Casotto probabilmente al seguito della piccola cor-te che, il 19 luglio 1847, accompagnò il Sovrano in occasio-ne della visita ai nuovi possedimenti monregalesi. Un suodisegno autografo è datato 19 luglio 1847 9. La tavola raffi-gura la manica sud della foresteria, ancora in buono stato diconservazione, così come rappresentato negli schizzi diClemente Rovere del 1844 10.

Il progetto di Sada prevedeva di rifinire la facciata, tra-mite il posizionamento di una balaustra sopra il cornicione,di una fascia marcapiano sottostante le finestre, e di un’edi-cola coronata da un timpano che sottolinea l’ingresso al padi-glione anteriore. I disegni di progetto documentano inter-venti di ricostruzione in corrispondenza dei pilastri del por-tico e dell’atrio del piano terra, la realizzazione di tramezzimurari nei tre piani della foresteria, il ripristino dei collega-menti verticali con l’ideazione di un nuovo corpo scala e laripresa di alcuni degli orizzontamento interni.

Gli interventi di metà Ottocento modificarono anche l’ac-cesso al castello: un nuovo asse alberato conduceva all’ingressoin corrispondenza della manica nord. In origine l’entrata eraposta sul lato sud, dove un passaggio permetteva di unire lacertosa con la strada che conduceva a Garessio. Con la defi-nizione della ‘parete quinta’ nel 1779, si apriva l’ingresso enfa-tizzato dall’intervento di Sada. A lui è da attribuire anche larealizzazione dell’atrio tetrastilo, a pianta rettangolare, conquattro colonne che sostengono la cupola ribassata.

Gli appartamenti reali: spazi e usi della corte sabauda

La definizione degli spazi abitativi per la corte in trasfertaa Casotto, risale agli anni Cinquanta del XIX secolo. Nelletavole degli anni 1853-54 Sada affina le scelte ipotizzate neiprimi rilievi del 1847. Nel padiglione nord-ovest, una scalaa doppia rampa è prevista nell’ambiente a fianco della torrestessa. Si tratta di un semplice collegamento tra i piani chenon mostra scelte architettoniche di particolare pregio o inte-resse. Maggiormente significativa per la sua tipologia è la sca-la a chiocciola, detta scala a lumaca, che l’architetto proget-ta all’interno del padiglione di nord-est, per la quale si è con-servata la documentazione di cantiere inerente alla fornituradegli scalini e delle alzate in pietra11. Nei padiglioni oppostiSada mantiene una scala a doppia rampa in corrispondenzadel padiglione sud-est, e ne disegna una nuova, a quattro ram-pe, per l’accesso all’appartamento del re, situato nel padi-glione sud-ovest. I nuovi spazi progettati al secondo piano,destinati alla corte con la quale la famiglia reale si sposta aValcasotto, sono per lo più rivolti alle persone di servizio. Lacreazione di nuove camere abitabili, poste lungo un corridoiodi accesso, caratterizza la manica sud, mentre in quella nord,gli unici spazi usufruibili sono quelli nei due padiglioni.

9 Ortografia del lato sinistro delCortile, BIBLIOTECA ARCHIGINNASIO DI

BOLOGNA (d’ora in poi BABologna),Gabinetto Disegni e Stampe, FondoPalagi, n. 2580

10 C. ROVERE, Il Piemonte antico emoderno delineato e descritto daClemente Rovere, a cura di C. SertorioLombardi, Torino, 1978, nn. 1842 e1843

11 ASTO, Riunite, Ministero dellaReal Casa, Sovrintendenza Generaledel Patrimonio Particolare di S. M.(1810-1865 con documenti antecedentidal XVII secolo), Tenuta di Valcasotto,faldoni 9967-9969.

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12 L’inventario è stato rintracciatonel corso delle ricerche storiche effet-tuate dalla sottoscritta a seguito del-l’incarico ricevuto dalla Regione Pie-monte, Direzione Patrimonio e Tecni-co, nel 2007, per lo studio delle tra-sformazioni storiche e architettonichedella certosa-castello di Valcasotto. Ildocumento è conservato in ASTO,Riunite, Casa di Sua Maestà, Tenutadi Valcasotto, Inventari e testimonia-li di stato, Carte relative e inventariodegli oggetti e mobili esistenti nel castel-lo di Casotto, n. 10950.

13 Al momento della cessione a pri-vati avvenuta nel 1881.

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La disposizione delle stanze e delle destinazioni degliambienti nei tre piani dell’antica foresteria, emerge nell’Inven-tario degli oggetti e mobili esistenti nel Real Castello di Casottoredatto nel 1858 12.

La ricostruzione della suddivisione degli appartamentireali è stata particolarmente complessa per il piano terrenoe per il secondo piano, a seguito delle trasformazioni attua-te dai diversi proprietari nel corso del XX secolo. Il primopiano o piano nobile ha mantenuto, invece, un’articolazionedegli spazi vicina a quella voluta dalla corte sabauda. Dall’analisidell’Inventario si riscontrano, comunque, alcune differenzesignificative nella destinazione d’uso delle camere del primopiano tra la fine degli anni Cinquanta e del secolo13.

Il personale di servizio necessario alla corte in villeggiatu-ra era alloggiato negli appartamenti al secondo piano del castel-lo. Una locazione prestigiosa è destinata agli Ufficiali diOrdinanza di S.S.R.M. che occupano il padiglione ovest dellamanica sud verso Garessio. L’appartamento costituito da quat-tro stanze, è articolato, in un’anticamera, due camere da lettoposte a sinistra e a destra rispetto all’anticamera e un’altracamera della quale non si specifica l’utilizzo. Nel padiglioneest invece l’appartamento del Governatore dei Reali Principi,è composto da un’anticamera, una camera da letto e una came-ra per il domestico, a destra dell’anticamera.

La numerosa serie di stanze poste lungo la manica versoGaressio, a sinistra e a destra del padiglione di levante, cheil segretario della Sovrintendenza Generale del Reale Pa-trimonio Privato, Andrea Cenci, rileva nell’inventario e attri-buisce ancora come spazi della certosa, sono destinate al per-sonale di servizio e agli ufficiali di ordinanza; tra queste ètestimoniata la camera da letto per il Vice Governatore. Altrecamere da letto risultano necessarie per il dottore cavaliereAdami, il Cavalerizo, il controllore, e il precettore dei Principicon i loro domestici. Un lungo corridoio costituisce il disim-pegno delle camere con una distribuzione interna che pre-vede il passaggio diretto tra una camera e l’altra. Solo le duesale di maggiori dimensioni, e le camere poste ad est del padi-glione, presentano l’ingresso diretto dal corridoio.

Di fronte al padiglione sud di levante si trova l’alloggiodei cacciatori, composto da tre piccole stanze. Da una di que-ste si accedeva al camerone sovrastato dai mezzanelli. Un gran-de ambiente simile a questo, definito sempre come camero-ne e suddiviso in altezza dai mezzanelli, destinato alle per-sone di servizio, si riscontra anche sul lato opposto rispettoalla chiesa.

I due padiglioni a est e a ovest del lato nord, ospitavanogli alloggi delle cameriste delle Principesse e dei garzoni dacamera e le camere dei Principi.

Le donne da camera usavano le quattro camere da lettoe una sala da pranzo del loro appartamento nel padiglione a

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levante. Sono ricordate le tre cameriere presenti alla corte diCasotto: la madamigella Antoinette, la figlia di guardaroba ela donna di camera, e la damigella del Re. La quarta cameraera destinata al garzone da camera delle Principesse Reali.

Il padiglione a ponente accoglieva l’alloggio del garzoneda camera dei Principi e l’appartamento dei Reali Principi.Gli spazi risultano divisi dal corpo scala, ma dal pianerotto-lo si poteva accedere ad ognuno dei due appartamenti. Ilcomplesso delle stanze destinato ai Principi prevedeva un’an-ticamera o guardaroba, una camera di studio, due camere daletto e un’anticamera agli appartamenti.

L’aggiornamento funzionale della foresteria della Certosainvestiva in modo significativo il piano nobile, scelto per acco-gliere la parte di rappresentanza e privata della corte sabau-da. Su questo piano si disponevano gli appartamenti del Re,della governatrice contessa Villamarina, della vice governa-trice, della principessa Maria e della damigella Salasco.

Il complesso di stanze destinato all’appartamento del Representava una distribuzione lungo l’asse della manica sud,iniziando dal padiglione a ponente e terminando con l’inne-sto della manica perpendicolare della chiesa. Solo alcune stan-ze avevano un ingresso diretto dalla galleria, mentre tutterisultavano in comunicazione tra di loro attraverso una enfi-lade di porte, sull’asse dell’apertura posta a sud nelle paretitrasversali. Le due camere del caffè e la sala da pranzo, laparte pubblica dell’appartamento reale, e il gabinetto delcameriere del principe di Carignano, l’anticamera e la came-ra da letto del Re, avevano un accesso diretto dalla galleria.Il padiglione era destinato ad ospitare la parte privata del-l’appartamento con la camera da letto, il gabinetto del came-riere e la camera attigua che serviva da filtro verso l’antica-mera, utilizzata come luogo di attesa per le visite al re. A fian-co dell’anticamera si susseguono due spazi privati per ilPrincipe di Carignano: la sua camera da letto e il gabinettoper il cameriere.

Gli spazi più grandi dell’appartamento erano destinati adun impiego pubblico: la camera grande per uso di sala di caffèe la salle à manger con un’anticamera.

Gli ambienti collocati a monte della scala costituisconol’appartamento della Governatrice e la sala del biliardo. Lacontessa Carolina di Villamarina aveva a disposizione unacamera da letto, un gabinetto da toeletta e un gabinetto perla camerista. Il guardaroba era presente in uno degli ambien-ti a fianco della chiesa.

La manica nord del complesso era suddivisa in tre appar-tamenti; il primo verso ponente era quello della damigellaSalasco con una camera da letto, un gabinetto da toeletta eil gabinetto per la cameriera. La scala lo divideva dall’ap-partamento della principessa Maria che occupava la manicatra i due torrioni.

Il padiglione a levante era destinato all’alloggio della vicegovernatrice, con una camera da letto, un’anticamera, ungabinetto della camerista e un gabinetto da toeletta.

In maniera analoga alla manica opposta anche gli ambien-ti dell’appartamento della principessa Maria, si disponevanouno a fianco dell’altro, con un’enfilade di porte aperte nei muritrasversali verso il prospetto nord. Si susseguivano la camerada letto, la camera da studio, l’anticamera per le figlie, il gabi-netto di guardaroba, la sala di compagnia, il gabinetto di stu-dio della principessa Clotilde, la piccola anticamera e il corri-doio che immetteva nell’appartamento della damigella Salasco.

La descrizione degli ambienti al piano terra risulta menochiara; essendo assenti i riferimenti ai singoli padiglioni e allemaniche di collegamento non è immediata l’individuazionedegli appartamenti ricordati nell’Inventario. Nei mezzanellia fianco della chiesa si collocavano alcune stanze per il per-sonale di servizio degli uffici di bocca, una camera per il buca-to e altri piccoli ambienti senza una precisa destinazione d’u-so. La cucina occupa, ancora oggi, la grande sala verso estdella manica sud dell’edificio; a fianco è presente un ambien-te di servizio. I focolari, il grande camino, gli arredi e gli uten-sili da cucina testimoniano l’uso originario della stanza. Sullastessa manica si disponevano inoltre, l’ufficio di Frutteria,l’appartamento del ministro della Real Casa, e probabilmen-te la segreteria, articolata in un’anticamera, un ufficio, unacamera da letto per il segretario e una per i forestieri.

Nella manica nord, in corrispondenza del padiglione sidistinguevano gli spazi dell’alloggio del congierge, suddivisiin una camera da letto, un’altra camera, la sala e la cucina;nei mezzanelli sono state ricavate altre due camere. Eranoinoltre segnalati, lungo la galleria, l’alloggio per i carabinie-ri e l’albergo o trattoria per le persone di servizio con un’ap-posita cucina. La trattoria nell’agosto del 1857 risultava inpiena attività; la somministrazione prevedeva pasti di buonaqualità ad un prezzo conveniente, ma per il trattore non suf-ficiente a coprire le spese per il pranzo14.

Le Reali Villeggiature dei Principi a Casotto

Il castello di Casotto era frequentato soprattutto dai prin-cipi e dalle principesse figli di Vittorio Emanuele II e di MariaAdelaide d’Asburgo Lorena. In particolare i principi Umbertoe Oddone e le principesse Maria Clotilde e Maria Pia risul-tano presenti a Casotto negli anni 1856 e 1858, dove si spo-stano alla fine di luglio, trascorrendovi tutto il mese di ago-sto. Qualche visita saltuaria del re è ricordata nei documen-ti: Vittorio Emanuele durante i brevi soggiorni a Casotto neapprofittava per svolgere battute di caccia nella tenuta.

La figura di Maria Clotilde è quella maggiormente ricor-data dalla storiografia locale a seguito della decisione matu-

14 È quanto emerge dalla lettura diuna lettera scritta da Luigi Doria alSovrintendente della Real Casa, daCasotto il 1 agosto 1857. Il trattorefaceva pagare per la pensione mensi-le 50 lire per due pasti giornalieri, com-posti da mezzo litro di vino, minestra,due piatti di carne o formaggio. ASTo,Riunite, Casa di Sua Maestà, Ministerodella Real Casa, Regno di Sardegna,Viaggi.

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rata, a Casotto, dietro insistenza paterna e del primo mini-stro Cavour, di accettare il matrimonio imposto con GerolamoNapoleone, cugino dell’imperatore Napoleone III15. L’unionedei due giovani suggellò l’accordo di alleanza tra la Franciae il regno dei Savoia durante gli eventi bellici del Risorgimentoitaliano.

La presenza di Maria Clotilde 16 a Casotto è menzionatadalle fonti; in particolare nel suo diario, scritto dal 1 gennaio1858 al 29 gennaio 1859, il giorno precedente al suo matri-monio, si ricorda il soggiorno estivo nella tenuta17. Nel dia-rio si racconta l’estate del 1858 e il soggiorno a Casotto dal23 luglio al 27 agosto 18. La vita dei principi a Casotto tra-scorreva tranquilla, all’insegna delle gite in montagna, dellapartecipazione alle numerose celebrazioni religiose e a qual-che spettacolo.

Il regolamento, che organizza la vita della principessaClotilde a Casotto, era particolarmente rigido: la sveglia eraprevista tra le cinque e tre quarti e le sei e un quarto. Dopola messa, le preghiere e la colazione era possibile effettuareuna passeggiata nei dintorni della tenuta. L’educazione diClotilde era scandita da orari precisi che prevedevano in mat-tinata lezioni di francese e tedesco, mentre il pomeriggio eradiviso tra l’insegnamento della musica e del disegno all’a-perto, quando il tempo lo permetteva, con riprese dal vero.Solo dopo pranzo e nel tardo pomeriggio erano ammessimomenti di svago e di gioco. Tra i passatempi ricordati daClotilde si ricordano il volano, con cui si intrattiene insiemealla madamigella Salasco, e il gioco delle Grazie. Le passeg-giate si svolgevano nei pressi del castello e della correria, spes-so lungo il viale di accesso, ricordato come la “passeggiatadei principini”, che li conduceva al torrente nel quale si effet-tuava la pesca alla trota. Alcune escursioni più lunghe eranopreviste a Pietrabruna, sul monte Mindino o alla colla diCasotto per vedere il profilo del mare in lontananza.

La villeggiatura dei principi risultava organizzata con lar-go anticipo così come testimoniato dai documenti reperiti neifondi archivistici 19.

Il seguito dei principi Umberto e Amedeo in partenza daRacconigi per Casotto, il 13-14 luglio 1857, era composto dalgovernatore generale Rossi, dal precettore abate Bogey, daldottore cavalier Adami, dal sig. Gandolfo, cameriere e addet-to alla Guardaroba, e da tre domestici. Il viaggio prevedevauno spostamento in ferrovia fino a Fossano, e da qui fino aSan Michele Mondovì in vetture di diverso tipo; una char abaldacchino tirata da 4 cavalli per i principi e per il genera-le, un calesse di traghetti a due cavalli d’affitto per il dotto-re e il precettore, un furgoncino alla polacca e un omnibusper il resto della comitiva 20.

Il 14 luglio dello stesso anno si muoveva il seguito delleprincipesse Clotilde e Maria Pia, composto dalla governatri-

15 La storiografia su Maria Clotilderisente ancora della mitizzazione crea-ta intorno al suo ruolo nelle vicenderisorgimentali. La decisione di accetta-re il matrimonio, celebrato il 30 gen-naio 1859, in età precoce, per raffor-zare l’alleanza franco-sarda, il successi-vo fallimento a seguito della condottalibertina di Gerolamo Napoleone, e ilconseguente avvicinamento all’ordinereligioso dei domenicani, nei quali entròcome terziaria nel 1871, accentuaronoil ruolo di pia donna ritagliato dalla cri-tica. Una rilettura è offerta dal recentetesto di M. F. MELLANO, I principi MariaClotilde e Amedeo di Savoia e il Vaticano(1870-1890), Torino, Centro Studi Pie-montesi, 2000, pp.19-21. Tra le bio-grafie di stampo agiografico su MariaClotilde si ricorda P.L. FANFANI, La prin-cipessa Clotilde di Savoia: biografia, let-tere e diario, 1930.

La figura di Gerolamo Napoleonedeve essere riletta senza pregiudizi limi-tanti così come compare in MELLANO,I principi Maria Clotilde e Amedeo diSavoia cit., pp. 22-23. Sul ruolo svol-to dal principe nel Risorgimento ita-liano A. COMANDINI, Il principe Napo-leone nel risorgimento italiano, Milano1922, e la biografia D. ANGELI, Gero-lamo Napoleone, in «Nuova Anto-logia», 16 aprile 1933.

16 Maria Clotilde viene descritta daMellano come “di carattere serio e voli-tivo, plasmato da una educazione seve-ra nell’ambito della famiglia”; essa “ave-va accolto l’insegnamento religioso,ricevuto nella prima giovinezza, esal-tandone gli aspetti meno flessibili. Sitrattava di una formazione non pro-prio di tipo rigoristico, ma sicuramentedi stampo tradizionale”, MELLANO, Iprincipi Maria Clotilde e Amedeo diSavoia cit., p. 22.

17 La prima citazione del diario ela trascrizione di un estratto si deve aP.L. FANFANI, La principessa Clotildedi Savoia, che riporta i primi mesi del1858. Le parti relative a Casotto sonoinvece state pubblicate da R. AMEDEO,«Il soggiorno a Casotto» nel «Diario»inedito della Principessa Clotilde, in ID.,Il castello reale di Casotto ex certosadel XII secolo, 1965, pp. 28-30.

18 Maria Clotilde risulta presente aCasotto a partire dal 1856; il 26 lugliovenne ricevuta dalla giunta comunalenel palazzo civico, mentre l’11 agostoi principi Umberto, Amedeo, MariaClotilde e Maria Pia effettuavano unagita a Valdinferno nei dintorni delcastello. R. AMEDEO, Contributo diGaressio al Risorgimento Italiano, in«Bollettino Società degli Studi Storici,Archeologici ed Artistici della Provinciadi Cuneo», supplemento al n. 46, 1961.

ce contessa Villarmarina e dal conte suo marito, dalle gover-nanti damigelle di Falasco e di Foras, da due dame di camerae da un garzone di camera, da 3 cameriste a servizio delle dame,e da due figlie di guardaroba e da quattro domestici. Comeper lo spostamento dei principi anche quello delle principes-se prevedeva una suddivisione in diversi mezzi di trasporto21.

La corte di Casotto era composta da personale di diver-so tipo; tra le persone illustri spesso ricordate vi erano il con-te Bernardino e la contessa Carolina Villamarina del Campo,governatori dei Principi, il marchese Della Rovere, l’abateBogey, il barone Cavalchini, il cavalier Gerbaix de Sonnaz(ufficiale d’ordinanza), il signor Beccaria, il cavaliere diVillanova, il cavaliere Adami, la madamigella Camilla di Forasdu Bourg (sottogovernatrice), la nobildama Daria Cenera diSalasco (sottogovernatrice), l’ammiraglio Di Negro (precet-tore del principe Oddone), il Conte di Agliè e il signor LuigiDoria (sovrintendente della tenuta).

L’arrivo del re a Casotto era un momento di grande gioiaper la famiglia e di preparativi per il personale di servizio.

19 ASTo, Riunite, Casa di Sua Mae-stà, Ministero della Real Casa, Regnodi Sardegna, Viaggi.

20 Il tutto è ricordato nel fascicoloche racchiude la documentazione ine-rente alla partenza della corte dei prin-cipi e delle principesse per Casotto.Luigi Doria scrive al Ministro dellaCasa di Sua Maestà allegando gli elen-chi delle persone destinate al servizioa Casotto e di quelle che rimangonoa Moncalieri al servizio del principeOddone, e lo Stato distributivo allapartenza. Moncalieri, 11 luglio 1857,in ASTo, Riunite, Casa di Sua Maestà,Ministero della Real Casa, Regno diSardegna, Viaggi, fascicolo Campagnade’ R.li Principi a Casotto in Luglio edAgosto 1857 e successivo viaggio d’i-struzione lungo la Riviera di Ponente.

21 Ibidem.

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Luigi Doria descriveva l’attesa per l’arrivo del sovrano il 22agosto del 1857. La notizia giungeva a Casotto in manieraindiretta; l’arrivo da Pollenzo a San Michele di Mondovì di12 cavalli annunciava l’imminente venuta del re. I palafre-nieri avevano ricevuto l’ordine di tenersi pronti per la salitaal castello alle ore otto del giorno dopo; l’arrivo a Casottoverso le tre del pomeriggio denunciava un consistente ritar-do nella partenza 22. Il re era accompagnato dal cavaliere DiSalasco, prefetto di palazzo, il cavaliere D’Angrogna, aiutantedi campo, il cavaliere Nasi, ufficiale d’ordinanza, il camerie-re Pangella, e il portafucile Garrone, oltre a vari cacciatori epalafrenieri 23.

Le visite di Vittorio Emanuele II furono sempre assai bre-vi: il 12 agosto 1858 verso l’ora di pranzo giunse a Casottoaccompagnato dal conte di Cigala e dal garzone Cinzano eripartì la mattina del giorno dopo 24. Anche la figlia ricorda-va questi soggiorni fugaci del padre all’interno del suo dia-rio; giovedì 12 agosto scrisse:

22 Lettera di Luigi Doria al Ministrodella Casa di Sua Maestà, 22 agosto,ore tre pomeridiane, 1857, ASTo,Riunite, Casa di sua maestà, Ministerodella Real casa, Regno di Sardegna,Viaggi, fascicolo Campagna de’ R.liPrincipi a Casotto in Luglio ed Agosto1857 e successivo viaggio d’istruzionelungo la Riviera di Ponente.

23 Lettera di Luigi Doria al Ministrodella Casa di Sua Maestà, 22 agosto,ore tre pomeridiane, 1857, ASTo,Riunite, Casa di Sua Maestà, Ministerodella Real Casa, Regno di Sardegna,Viaggi, fascicolo Campagna de’ R.liPrincipi a Casotto in Luglio ed Agosto1857 e successivo viaggio d’istruzionelungo la Riviera di Ponente.

24 Lettera di Luigi Doria al Ministrodella Real Casa, Casotto 12 agosto ore3 1/2 di pomeriggio, 1858, ASTo, Riunite,Casa di Sua Maestà, Ministero della RealCasa, Regno di Sardegna, Viaggi, fasci-colo Campagna de’ R.li Principi a Casottoe Racconigi, 1858.

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«si è ritardato il pranzo di qualche minuto a causa dell’arrivodi Papà che non si è fatto attendere, perché noi abbiamo fatto appe-na in tempo di andare a cercare i nostri cappelli che lui è arrivato.Abbiamo assistito al suo pranzo: egli mi ha intrattenuta ancora unpo’ di tempo dopo i miei fratelli per parlarmi e mi ha dato dellecarte da leggere. Alle 3 e mezza, malgrado la pioggia, pesca, che fumolto abbondante […]. Cena presso papà. Addii!» 25.

Il giorno dopo alle quattro del mattino il re riparte.La presenza della corte a Casotto è testimoniata anche

dai registri di Frutteria, dove venivano annotate la quantitàdei pasti somministrati, il tipo di menu e i commensali par-tecipanti 26. I numeri contenuti della corte dei principi sabau-di subivano qualche variazione dovuta alla visita del sovranocon il suo seguito o al breve soggiorno di persone giunte perrendere omaggio ai principi, soprattutto ecclesiastici locali.In media il numero di pasti somministrati a Casotto si aggi-rava intorno ai 30-40 giornalieri suddivisi tra il pranzo e lacena. Il massimo sembra sia stato raggiunto il 9 agosto del1858, quando, in occasione di una gita, tra il pranzo aPietrabruna e la cena a Casotto, il personale in cucina dovet-te far fronte a 85 pasti. Il personale di servizio attestato nor-malmente a Casotto era intorno alle 40 unità, dalle quali sonoescluse le donne di camera e le cameriste, e i camerieri pri-vati dei precettori e dei governatori.

25 R. AMEDEO, «Il soggiorno a Ca-sotto» nel «Diario» inedito della Prin-cipessa Clotilde, in ID., Il castello rea-le di Casotto ex certosa del XII secolo,Garessio, 1965, pp. 28-30.

26 Ministero della Real Casa. Regnodi Sardegna-Divisione I, Gabinetto,Segreteria del Consiglio della RealCasa, Personale, Mantenimento Ordi-nario (III), IV Cucina, Livranze di cuci-na per le residenze reali, 1858, faldo-ne 4657.

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3. Veduta del castello; inizio delXX secolo.

Verbale di inventario degli oggetti e mobili esistenti nel RealCastello di Casotto 27

L’anno 1858 il 25 del mese di maggio si procedeva allavisita ed alla già fatta descrizione di tutti gli oggetti mobiliche trovavansi nel Real Castello di Casotto coll’intervento diAndrea Cenci Segretario della Sovrintendenza Generale delReale Patrimonio Privato a ciò delegato dall’Illustrissimosignor Ministro della Real Casa e colla presenza di GratoRamella Concierge di detto Real Castello al quale si è spe-cialmente affidata la custodia dei mobili sudetti a cui riman-gono consegnati, si e come vengono infra descritti sotto lapropria risponsabilità e cura, che il medesimo non ha meno-mamente declinato, non che coll’assistenza dell’agente loca-le Giuseppe Barge.

Valcasotto Inventario 1858 (25 maggio)

MANICA A SINISTRA DELLA CHIESA VERSO LEVANTE

PIANO NOBILE

Appartamento di Sua Maestà il ReCamera da lettoGabinetto del cameriereCamera di attigua all’appartamento di Sua MaestàCamera grande per uso di anticameraGabinetto a destra della sudetta camera per servizio del came-riere di Sua Altezza il Principe Savoia CarignanoCamera da letto di Sua Altezza il Principe Savoia CarignanoCamera grande per uso di sala caffèSala a mangiareAnticamera della Sala a mangiare

CONTINUAZIONE DELLA MANICA

Appartamento della Governatrice Contessa VillamarinaGabinetto della CameristaGabinetto di Toaletta della governatriceCamera da letto della governatriceSala del biliardo

MANICA DI FRONTE A SINISTRA DELLA CAPELLA A LEVANTE

PIANO NOBILE

Camera 1a entrando per servizio di guardaroba della governa-trice Contessa VillamarinaCamera 2a di seguito Alloggio per Forastieri

MANICA DI FRONTE A DESTRA DELLA CAPPELLA A PONENTE

Camera 1a entrando Alloggio destinato pei ForestiCamera 2a

MANICA A DESTRA DELLA CAPPELLA VERSO PONENTE

Piano Nobile

27 Si trascrive l’elenco degli ambien-ti del castello di Casotto così come ripor-tati nell’Inventario del 1858.

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Appartamento della Vice Governatrice DamigellaAnticameraCamera da lettoGabinetto della CameristaGabinetto di toaletta

Appartamento di Sua Altezza Reale La Principessa MariaCamera da lettoCamera di studioAnticamera per le figlieGabinetto di guardarobaSala di CompagniaGabinetto di Studio di Sua Altezza Reale la Principessa ClotildeAnticamera piccolaCamera da letto di Sua Altezza Reale La Principessa ClotildeCorridoio che da ingresso all’appartamento della damigellaSalascoGabinetto di toaletta dell’appartamento suddetto

Appartamento della Damigella SalascoCamera da lettoGabinetto per la cameriera

PADIGLIONE DI DESTRA A PONENTE

Anticamera o GuardarobaCamera di studio delle Sue Altezze RealiAnticamera degli appartamentiCamera da letto di Sua Altezza Reale il Principe UmbertoCamera da letto di Sua Altezza Reale il Principe Amedeo

Alloggio del Garzone di camera AnticameraCamera da lettoLuogo Comune delle Sue Altezze Reali

PADIGLIONE DI DESTRA A LEVANTE

Alloggio delle cameriste o donne di camera delle Sue Altezze Realile Principesse

Camera da letto di madamigella AntoinetteCamera da letto della Figlia di GuardarobaCamera da letto della Donna di Camera Damigella del ReCamera a mangiare, soppressare per le donne di Camera Camera da letto del garzone di camera delle Loro Altezze RealiLe PrincipesseCamerone per le persone di servizioMezzanelli per le persone di servizio

PADIGLIONE A GIORNO VERSO GARESSIO

PIANO 2O

Appartamento per gli Ufficiali di ordinanza di S.S.R.M.AnticameraCamera da letto a destraCamera a sinistra entrandoAltra camera

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CERTOSA

Appartamenti per gli Ufficiali d’Ordinanza e persone di servizioPiccola AnticameraGabinetto da toalettaCamera da lettoCamera da letto del vice GovernatoreCamera del DomesticoCamera da letto per un garzone di cameraCamera da letto per persone di servizioCamera da letto per forestieriCamera da letto del Precettore della Loro Altezze Reali I PrincipiCamera da letto del Dottore Cavaliere AdamiCamera da letto del CavalerizoCamera da letto del ControlloreLuogo comune

Camere delle persone di servizio attigue al Camerone a destra dellaCapella

Camera a destraCamera a sinistraCameroneAlloggio per cacciatoriMezzanelli sotto il Camerone

PADIGLIONE DI SINISTRA A LEVANTE

Appartamento del Governatore dei Reali PrincipiAnticameraCamera da lettoCamera a destra dell’anticamera per il Domestico

PIANO NOBILE

Cappella Tribuna a destra di Sua Maestà il ReSacrestia

GalleriaGuardaroba di Sua Maestà il Re

Galleria degli appartamenti di Sua Maestà il ReGalleria Generale_Piano Nobile

PIANO TERRENO

Padiglione

Appartamento del Ministro della Real CasaAnticameraGabinetto da toaletta e corridoioCamera da letto del cameriereCamera da letto per i Forestieri

Ufficio di FrutteriaCamera a destra dell’ufficioCamera a sinistra dell’ufficio

CucinaCamera a destra della cucina

Mezzanelli a destra della cappella

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Camera 1 entrandoCamera da letto delle persone di servizio degli uffici di boccaCamera 2 entrando

Mezzanelli a sinistra della cappellaCamera per il bucatoPiano terreno

SegreteriaAnticameraUfficioCamera da letto del SegretarioCamera a destra entrandoCamera da letto per forestieri

Piano terreno

Alloggio del CongiergeCamera da letto a sinistra entrandoCameretta a destra entrando

SalaCucina

Mezzanelli sopra l’alloggio del congiergeCamera entrandoAltra camera mezzanelliGalleria del piano terreno

Alloggio pei carabinieriPiano terrenoCamera entrando

Albergo o trattoria per persone di servizio Piano terreno camera1altra camera

Camera grandeCucinaSoppiantaGuardamobile

Visto nuovamente ed esaminato la sovra fatta descrizione deimobili, che venne riconosciuto giusta tanto dal delegato sunomi-nato, che dal Congierge Ramella; confrontata la stessa descrizionecoll’inventario antecedente, non che colle note disposizioni poste-riori fatte dal Regio Guardamobili, si è riconosciuta la mancanzadi diversi oggetti e l’aumento di alcuni altri 28.

Dietro le operazioni dal Congierge fatte e le informazioni pre-se non havvi alcun dubbio che l’aumento deve andare a scarico del-le mancanze per causa di alcuni scambi, che nascono nelle confu-sioni inevitabili nel prestare i necessari servigi in epoche della pre-senza di numeroso personale; le deficienze che ancora rimangonodevono parte attribuirsi all’uso, che distrugge, parte alla loro appli-cazione per ripararne altre, e parte anche ad alcune sottrazioni inav-vertite, ed altre forse maliziose sia une che le altre da non doversiaddebitare né all’incuria, e né tanto meno alla mala fede del Congiergeresponsabile.

La qual cosa ritenuta giusta si giudica di liberare il Congiergemedesimo da ogni risponsabilità per gli errori e mancanze come

28 Si tratta delle considerazioni con-clusive di Andrea Cenci riportate apag. 125 dell’Inventario. Alcune abbre-viazioni sono state sciolte per facili-tarne la lettura.

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sovra avvertiti che qui appresso si descrivono; Nel mentre, che glisi ricorda con istanza la guarentia a cui è tenuto degli oggetti talie quali sono stati in questo inventario descritti.

Oggetti trovati mancantiOggetti d’aumento 29

Si approva poi anche l’uso fatto di certi oggetti come viene inappresso narrato, e di cui si scarica pure il più volte nominatoCongierge, il quale non sarà più tenuto rappresentarli nella sua con-tabilità 30.

Casotto li 26 maggio 1858Andrea Cenci

Ramella Grato Congierge

29 L’elenco che segue riporta bian-cheria per la casa quali tovaglioli, sal-viette, lenzuola, fodere.

30 Sono un materasso di lana impie-gato per far cuscini per i banchi del-la cappella e di alcuni cuscini di lanautilizzati come cuscini per le sedie.

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