Genesi della Massoneria

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Giorgio Amico Genesi della Massoneria

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Giorgio Amico

Genesi della Massoneria

Savona, gennaio 2013

Una premessa necessaria

Il presente lavoro intende a grandi linee ricostruire, sulla base dei lavori del Prof. DouglasKnoop, gli elementi centrali dell'Arte muratoria nell'Inghilterra dal XIII al XVI secolo. Maciò rende necessario chiarire preliminarmente tre punti e precisamente che cosa intendiamoper Arte, perché trattiamo dell'Inghilterra e infine chi fosse il Prof. Douglas Knoop (1883-1948).

I primi due punti richiedono poche parole: per Arte intendiamo la tipica Associazione dimestiere medievale (Craft nell'accezione inglese) raggruppante tutti coloro a vario titoloesercitanti un mestiere o una professione. Ci interessa l'Inghilterra perché è in questo Paeseche nel 1717 ha avuto origine la Libera Muratoria moderna o “speculativa” e sono dunquequelle le radici che vanno scavate.

Il terzo punto necessita di qualche parola in più.

I primi tentativi di scrivere una storia della Massoneria risalgono al XIV secolo eprecisamente al Poema Regius e al Manoscritto Cooke in cui vengono fatte risalire leorigini delle associazioni di mestiere (Craft) dei Liberi Muratori al regno di Atelstano (925-40). Una ricostruzione del tutto mitica secondo gli storici contemporanei che consideranodel pari del tutto leggendaria la ricostruzione fatta dal reverendo James Anderson nelle sueCostituzioni del 1723 che retrodata le origini della Libera Muratoria all'antichità più remota.

Ad Anderson fece riferimento, a partire da William Prescott (1742-1818) quella che è statadefinita la “scuola mitica” della storiografia massonica che si soffermò soprattutto su unadel tutto immaginaria discendenza della Libera Muratoria da Re Salomone e dai costruttoridel Tempio di Gerusalemme.

Solo verso la metà del XIX secolo videro la luce i primi studi pionieristici di quella cheverrà poi definita la “scuola autentica o verificata” di cui J.G. Findel, R.F. Gould e A.G.Mackey sono i rappresentanti più conosciuti in Italia. Primo esponente di questa nuovacorrente è il tedesco Georg Moss (1787-1854) che mise alla base della sua Storia dellaMassoneria in Inghilterra, Irlanda e Scozia (1847) il concetto che potevano essere presi inconsiderazione solo i dati verificati, rinunciando ad ogni ipotesi fondatasull'immaginazione.

Ma per arrivare ad una storiografia davvero fondata scientificamente si dovettero attenderegli anni Trenta-Quaranta del secolo scorso, quando due storici professionali (DouglassKnoop e G.P. Jones), docenti presso l'Università di Manchester, Massoni e membriautorevoli della Loggia di Ricerca della Gran Loggia di Inghilterra, la Quatuor CoronatiLodge No. 2076, rivoluzionarono gli studi sulle origini della libera Muratoria inglese condue opere (The Mediaeval Mason (1933) e The Genesis of Freemasonry (1946))interamente fondate sullo studio della consistente mole di materiali esistenti negli archivireali ed ecclesiastici. Materiali del tutto trascurati dagli storici precedenti che avevanopreferito basare i loro lavori su quello che, a partire dal 1717, i liberi muratori “speculativi”avevano raccontato in modo molto contraddittorio e immaginifico dei loro predecessori“operativi”.

I lavori di Knoop e Jones daranno origine alla “scuola scientifica”, che applica allaMassoneria i metodi di ricerca e di interpretazione (fondati sulla verifica rigorosa di ognidato) utilizzati per gli altri campi della ricerca storica, e a partire dall'anno accademico2000-2001 alla nascita del Centro di Ricerca sulla Libera Muratoria dell'Università diSheffield. Tra i lavori più interessanti di questa corrente va segnalato lo studio del Prof.David Stevenson, Le origini della Libera Muratoria. Il secolo della Scozia 1590-1710(Cambridge 1988) che riprende i lavori di Knoop e Jones attualizzandone criticamente ilmetodo.

Non trattiamo qui della reazione degli esponenti della scuola “tradizionale”, rifacentesi inlarga parte all'opera e ai canoni interpretativi di René Guénon. Farlo ci porterebbe fuori dailimiti di questo lavoro. Ci limitiamo in questa sede a dire che tale reazione ci fu e fu di nonpoco interesse.

Premesso quanto sopra, vediamo ora di definire meglio chi fossero e come operassero iMassoni inglesi del Medioevo.

Un'industria sorprendentemente moderna

Partiamo dalle dimensioni, davvero stupefacenti, dell'industria delle costruzioni. InInghilterra (e Galles) nei secoli considerati da questa ricerca vennero eretti, oltre alle grandicattedrali gotiche, da 900 a 1000 fra abbazie, conventi e ospedali. A questi vanno aggiuntimigliaia di edifici religiosi minori e poi a cura della Corona e delle autorità cittadine castelli,palazzi, ponti, mura. Un insieme grandioso di opere di cui restano grandi tracce (fra tutte ilLondon Bridge, la cattedrale di York, l'Abbazia di Westminster) e che fanno pensare ad unasofisticata e complessa “industria” delle costruzioni. Secondo Knoop quanto di più simile(per organizzazione e divisione del lavoro) alla fabbrica moderna si possa immaginare nelmondo medievale.

Un'industria che occupava nei periodi di maggiore attività migliaia di persone. A questoproposito basta un esempio: nel 1377 il solo cantiere di Beaumaris Castle, il principalecastello del Galles, ritenuto il più importante esempio di architettura militare medievalebritannica, impiegava 400 muratori, 30 fabbri, e carpentieri, 1000 operai non qualificati e200 carrettieri. Nello stesso anno la popolazione di Londra, non contava più di 35 milaabitanti, di cui circa un terzo erano maschi in età da lavoro. Dunque, nel 1377, un solocantiere, seppure di una costruzione di primario interesse strategico come Beaumaris Castle,impiegava un numero di lavoratori pari al 14% dell'intera forza lavoro maschile dellacapitale del regno.

Un'industria che viveva quasi totalmente sulla costruzione di grandi opere in pietra perconto della Corona e della Chiesa, considerato che, analogamente a gran parte dell'Europamedievale, la quasi totalità delle abitazioni private anche nelle città erano in legno.

Un'industria che operava sotto la protezione della Corona e della Chiesa, le sole realtà chedisponevano del denaro e dell'autorità necessarie per progettare e realizzare lavori di taleentità e durata. Il già citato Beaumaris Castle, iniziato nel 1295 non era ancora pienamente

terminato allo scoppio della guerra civile del XVII secolo.

In questi lavori la Monarchia aveva un vantaggio sulla Chiesa: poteva fissare per legge ilprezzo dei materiali necessari e della forza lavoro, non dipendendo dunque dal mercato e/odalla libera contrattazione, e sempre per legge coscrivere e dunque obbligare i lavoratori(qualificati e no) a impiegarsi nei cantieri reali. Entrambe, Chiesa e Stato, disponevano di uncorpo di funzionari (ecclesiastici e laici) in grado di dirigere per cultura ed esperienza lavoridi tale entità.

La Monarchia regnava in nome (e per conto) di Dio. Da qui la munificenza con cui i sovranisi dedicavano alle opere pie, con generose donazioni alle fondazioni religiose esistenti, maanche facendosi direttamente carico della costruzione di grandi e splendidi edifici (cattedralie abbazie), o alla loro manutenzione (anche questo un impegno costante ed oneroso).Costruire grandi chiese o abbazie era il principale modo, oltre che di guadagnarsi meriti perl' Aldilà, di ottenere il consenso popolare. E in questo i grandi cantieri delle cattedralimedievali non erano poi molto diversi dai nostri lavori di pubblica utilità.

In conclusione, un'industria che potremmo con termine attuale definire “di Stato”, pari perimpiego di risorse finanziarie umane solo all'altra grande impresa pubblica medievale,quella della guerra.

L'Arte del lavorare la pietra

Un'industria che è possibile conoscere nei dettagli grazie a un'imponente mole di materialiconservati negli archivi pubblici e relativi a oltre 1500 resoconti di cantieri, ai registri dellecattedrali e di molti altri documenti. Fu proprio il carattere “pubblico” dei lavori effettuati adeterminare questo accumulo di documenti, preziosissimi oggi per gli storici. Le speseandavano rendicontate con estrema cura, trattandosi di denaro regio. Settimanalmente omensilmente su questi registri veniva così annotato il numero e spesso il nome dei lavoratoriimpiegati, le loro paghe, i passaggi di qualifica, i carichi di lavoro, il costo degli attrezzi edei materiali, le spese di trasporto, ecc. Ne emerge un quadro vivo e dettagliatodell'organizzazione del lavoro e dei cantieri, anche se ovviamente non mancano punti oscurio di incerta interpretazione.

Il fatto che fino al XVI secolo la quasi totalità degli edifici privati e anche pubblici (come iteatri in cui in epoca elisabettiana Shakespeare rappresentava le sue opere) fossero in legno(o al più in legno e mattoni), fa si che il numero di massoni qualificati impegnati a tempopieno nelle città fosse estremamente ridotto. Soprattutto nei primi secoli dopo l'Anno Millela gran parte degli appartenenti all'Arte erano, come i frati e i menestrelli, dei girovaghi,costantemente in viaggio da un cantiere all'altro alla ricerca, volontaria o obbligata daidecreti reali, di lavoro.

Ma per comprendere il lavoro dei muratori medievali e l'organizzazione dell'industria in cuierano impiegati, è necessario partire dal materiale su cui tale attività era basata: la pietra. Siconsiderano veri costruttori solo coloro che conoscevano la pietra, i suoi vari tipi, le suecaratteristiche e sapevano lavorarla. Chi costruiva edifici o ponti in legno o mattoni eraqualcosa di diverso e inferiore, non possedendo i segreti dell'Arte. Segreti (e simboli) , loripetiamo, legati alla pietra.

I costruttori medievali inglesi usavano una grande varietà di pietre, in qualche caso diimportazione (come la pregiata e costosa pietra gialla di Caen, molto usata per decorare gliinterni delle chiese), più spesso autoctona (come il granito di Cornovaglia o la pietra delloYorkshire e del Dorset).

Esistevano grandi cave, ma la gran parte della produzione proveniva da cave di piccole omedie dimensioni che richiedevano ridotti capitali d'impianto e che nel caso dei cantierireligiosi erano spesso di proprietà degli ordini monastici stesse e delle Abbazie.

Il lavoro di estrazione era faticoso e svolto con tecniche ancora rudimentali (solo nel XVIIsecolo iniziarono ad essere introdotte pompe ad acqua). Le condizioni in cui si svolgevaerano insalubri. La silicosi era, come oggi, ma in proporzioni estremamente più vaste egravi, la malattia professionale dei cavatori. La carriera professionale dei liberi muratoriiniziava di lì.

The Master Mason o Master of Masons

L'autorità reale operava per decreti. Quando si doveva aprire un cantiere, il Tesoro realeimpartiva allo sceriffo della contea in cui dovevano svolgersi i lavori dettagliate istruzioniin merito alla raccolta dei fondi, dei materiali e della manodopera. Lo sceriffo era cosìautorizzato a imporre tasse e a reclutare, anche forzatamente, gli operai necessari.

Di norma i lavori era gestiti da un “Treasury Official”, un funzionario del Tesoroincaricato della gestione finanziaria del cantiere. Questi funzionari non possedevano alcunaparticolare competenza tecnica in campo architettonico, ma svolgevano un ruoloessenzialmente amministrativo e di controllo sul buon uso delle somme a disposizione e sulrispetto dei tempi programmati.

La direzione tecnica dei lavori spettava al “King's Master Mason”, un misto di Architetto-Ingegnere-Capo cantiere, anch'egli di nomina regia. I suoi compiti tuttavia avevano ancherisvolti amministrativi in quanto egli doveva verificare le competenze tecniche degli operaiassunti, pagare i salari (differenziati per mansioni, capacità e carichi di lavoro), concedere ipassaggi di qualifica (documentati nei registri dagli aumenti di salario. Un uso rimasto nellessico della moderna massoneria azzurra che chiama così il passaggio da un grado all'altro).

Sappiamo che questi “Architetti” (il termine è approssimativo, non esistendo oggi unequivalente preciso di tale figura professionale) provenivano dai ranghi muratori. Per glistorici lo ritengono un dato certo. Infatti, il nome di alcuni di questi Maestri risulta censitopiù volte nei registri dei cantieri, prima accompagnato dalla qualifica di operaio, poi diassistente ai lavori, infine di Maestro. Si trattava dunque di operai particolarmentequalificati che avevano servito per un certo periodo come aiutanti di un Maestro,impratichendosi nella geometria e nel disegno, fino a diventare a loro volta capi cantiere.Resta ancora oscuro come venissero scelti, come fossero formati teoricamente e se ci fossequalche forma di regolamentazione di questi cambiamenti di status professionale. Moltoprobabilmente ogni caso era un caso a se. Ma, considerato come il sapere in quest'epocafosse quasi esclusivamente patrimonio degli ecclesiastici, si può ipotizzare un ruolo attivodei monaci delle abbazie o dei canonici delle cattedrali in tale opera di formazione. E

questo, sia detto per inciso, apre interessanti prospettive in merito ai rapporti delle Artimuratorie con gli Ordini monastico-guerrieri, Templari e Ospitalieri di San Giovanni inprimis.

“Fu nelle logge annesse alle cattedrali e alle abbazie – scrive Knoop nel suo “The MediaevalMason” - che si accumularono le esperienze e le tecniche che trasformarono rozzi lavoratoriin qualificati costruttori capaci di produrre i più splendidi esempi di abilità artigianale delMedioevo”.

Prima competenza richiesta, oltre la capacità (indubbiamente rara anche allora) di sapergestire efficacemente numeri non disprezzabili di uomini di provenienza, formazione ecapacità diverse, era l'abilità nel calcolare con precisione il numero degli operai e la quantitàe il tipo di materiali necessari, al fine di evitare sprechi di risorse e/o nei tempi programmatidi esecuzione dell'opera. Particolare cura veniva posta allo stato delle vie di comunicazione,alla lontananza dalle cave o dai porti, perché, vista la situazione dell'epoca, i ritardi neilavori (o gli aumenti di costo in corso d'opera) dipendevano il più delle volte propriodall'inefficienza dei trasporti.

Non molto diversa era l'organizzazione dei lavori nelle costruzioni gestite direttamente dallaChiesa. In questo caso l'amministratore era chiamato Custos fabbricae o Custos ecclesiae.

Dai numerosi contratti giunti fino a noi risulta che un Maestro massone veniva ingaggiatoannualmente, ma talvolta anche per più anni e in casi eccezionali a vita. Riceveva unostipendio annuale e spesso un alloggio dove vivere con la propria famiglia. Il suo era unlavoro a tempo pieno , aveva uno o più assistenti che potevano diventare suoi successori.Poteva sovrintendere contemporaneamente a più cantieri (cosa non infrequente a partire dalXIV secolo); in tal caso riceveva una indennità di carica annuale aggiunta ad ogni giornatadi lavoro effettivamente prestata nei cantieri. Il suo peso professionale variava secondol'importanza dei lavori e il numero degli uomini impiegati in essi. Egli doveva comunquepossedere la capacità di predisporre piani di lavoro. A lui toccava ricercare gli operai,valutarne le capacità e procedere poi all'assunzione. Solo lui possedeva l'autorità dilicenziare quei lavoratori che si fossero rivelati inadatti. Un'ordinanza del 1345 relativa alcantiere della cattedrale di York stabilisce con chiarezza che solo al “Master of masons”spetta il potere di assumere, promuovere o licenziare. Nessun altro può interferire nel lavorodegli operai.

L' organizzazione dei cantieri

Considerata la durata, talvolta plurisecolare, dei lavori di costruzione di grandi opere comecattedrali, ponti e castelli il numero dei lavoratori impiegati poteva variare anche di molto acausa di guerre, pestilenze, mancanza di risorse finanziarie o scarsità di manodoperaqualificata. I lavori non venivano però mai interrotti, il cantiere restava aperto e gestitostabilmente da un gruppo relativamente ridotto di operai qualificati che poteva essereespanso o contratto a seconda delle necessità. Fu questo, ad esempio, il caso dell'Abbazia diWestminster.

Ma come funzionava un cantiere? La prima cosa da fare, una volta selezionato il sito, eratrovare la fonte di approvvigionamento del materiale, in primo luogo delle pietre e poi del

legname necessario alla costruzione delle impalcature, dei ponteggi e dei rivestimenti.Considerato il costo elevato dei trasporti, se appena possibile, si aprivano cave nellevicinanze. In questo caso gli operai impiegati nella costruzione potevano lavorareall'estrazione e al taglio delle pietre, anche se di norma le due attività erano separate. Laselezione delle pietre, soprattutto se acquistate altrove, spettava al Master mason che sirecava a visitare la cava (o, se vicina, sovrintendeva anche ai lavori di escavazione). Unavolta scelte, le pietre venivano marcate e trasportate in cantiere dove venivano lavoratesecondo le esigenze della costruzione. Si trattava dunque di veri e propri materialisemilavorati, pietre squadrate con estrema perizia secondo misure rigorosamente definite,che venivano poi ulteriormente lavorate o ornate. Poiché il lavoro di estrazione e taglio dellepietre era costoso, si procedeva spesso al recupero di pietre di seconda mano già utilizzate inopere precedenti, talvolta anche in modo non proprio legale, tanto da comportare nei casipiù gravi (come a Londra nel 1310 e a York nel 1344 dove erano stati smantellati tratti dellemura cittadine per portarne via le pietre) l'intervento del potere regio.

Il lavoro era concentrato nei mesi più favorevoli, ridotto e spesso sospeso in inverno. Lepaghe dunque variavano col passare delle stagioni: più alte in estate, più basse in inverno(da novembre a febbraio). Era vietato lavorare di notte, ma se per cause di forza maggioreaccadeva, erano previste indennità. L'orario andava dal sorgere del sole a mezz'ora prima deltramonto con una pausa di un'ora per il pranzo, di mezz'ora per dormire e di un'altramezz'ora per bere. In tutto, dunque, circa 8 ore e mezzo in inverno e 10 ore e mezzo inestate.

La maggior parte dei muratori era pagata a giornata e in denaro anche se c'erano talvoltabenefits in natura (alloggio, cibo, birra). Esistevano poi una specie di straordinari, legati alprotrarsi dell'orario per motivi eccezionali, premi di produzione relativi al rispetto o almiglioramento dei tempi di costruzione oltre che alla qualità della produzione e una sorta dicottimi legati alla quantità del lavoro svolto. Aspetti salariali che per Knoop testimonianodella complessità e della modernità di quella organizzazione del lavoro e che ricordanomolto il moderno lavoro in fabbrica. Non mancavano neppure le ferie, cioè il diritto per ilavoratori di vedersi pagata la giornata anche in mancanza di prestazione d'opera nel caso diparticolari festività religiose o di ricorrenze della corporazione.

La loggia: luogo di lavoro, di studio e di riposo

Gli operai, provenienti in larga parte da località spesso anche molto lontane dal cantiere,venivano alloggiati in appositi edifici, chiamati mansiones, domos o anche hospiciumlathomorum. Nelle spese di gestione del cantiere veniva anche conteggiata l'assunzione dipersonale addetto alla fornitura dei pasti. Il lavoro di preparazione delle pietre veniva svoltoin locali chiusi chiamati logge (logia).

La loggia era un luogo di lavoro coperto, costruito solitamente in legno, pensato perproteggere i muratori dalle intemperie. Mediamente una loggia ospitava dai 15 ai 20lavoratori. In loggia si consumano i pasti durante la giornata e ci si riposava nelle pausepreviste dai contratti di lavoro; vi venivano conservati gli attrezzi e i progetti. Nei registridella Fabbrica di York è conservata una lista degli oggetti presenti in loggia nell'anno 1399:60 asce di pietra, 1 maglietto grande, 96 ceselli in acciaio, 24 maglietti, 1 compasso, 2tavole da tracciare, 1 piccola ascia, 1 sega a mano, 1 badile, 1 carriola, 2 secchi, 1 carretto a

4 ruote e 2 più piccoli. Non ci sono squadre, livelle o fili a piombo che si pensa dunquefossero di proprietà dei singoli.

La loggia era retta da regole che disciplinavano l'operare dei muratori. Assenze ingiustificateo ritardi sul lavoro venivano punite con trattenute sul salario. Nei casi più gravi si procedevaal licenziamento immediato del lavoratore che aveva mancato ai suoi doveri.

Assieme ai muratori operavano numerosi “servants” o “labourers” definiti in latino famulicementarii. Essi svolgevano i lavori di scavo, trasportavano le pietre, mescolavano la malta,spingevano le carriole lungo le impalcature, in sintesi assistevano i lavoratori nelle praticheordinarie e in questo modo apprendevano il mestiere. Un processo di formazione qualchevolta spontaneo, qualche volta programmato. Come nel caso di un muratore specializzato dinome John of Evenesham a cui nel 1359 viene garantito per contratto l'impiego nel cantiereper tutta la parte restante della sua vita lavorativa a patto che istruisca i labourers (lavoranti)nell'arte della costruzione e della carpenteria. Già dal XIII secolo si ritrovano riferimentiall'esistenza di apprendisti, ma poco si sa su paghe, orari e caratteristiche dell'apprendistato.Per una regolamentazione di questa materia occorrerà attendere la riforma generale dellavoro di epoca elisabettiana (1558-1603) e in particolare gli Statuti del 1563 chegeneralizzano per tutte le Arti la durata del periodo di apprendistato a 7 anni.

Freestone Masons e Rough Masons

La prova dell' esistenza di una complessa stratificazione professionale all'interno delmestiere è fornita dall'ampio ventaglio salariale testimoniato dai registri. Così, ad esempio,nella fabbrica di Caernarvon Castle nel nord del Galles, nell'ottobre del 1303 risultavano aruolino 53 muratori con 17 tipi di salario, ridottisi nell'ottobre del 1316 a 24, ma con ben 12differenti trattamenti salariali.

Questa grande varietà di qualificazioni professionali è anche evidenziato dai numerositermini latini, francesi, inglesi, usati per definire i vari livelli di specializzazione. Terminiche pongono un problema agli storici in quanto spesso è arduo comprendere bene ledifferenze fra l'uno e l'altro. A seconda dei casi i muratori vengono definiti cementarii olathomi, cissores (taylatores, tailleurs), cubitores (couchours o positores), batrari oscapelers, muratorii (wallers), imaginatores (imagours), marmorarii (marbelers),alabasterers.

Ma prima di tutto i muratori medievali inglesi si dividono in due grandi categorie:Freestone masons (sculptores lapidum liberorum, magister lathomus liberarumpetrarum, mestre mason de franche pere) e Rough Masons o rowmasons.

I primi sono coloro capaci di lavorare un tipo di pietra (la cosiddetta pietra libera)particolarmente pregiata e versatile, gli altri coloro capaci solo di lavorare grossolanamentela pietra grezza. Gli studi pioneristici di Knoop e Jones hanno dimostrato che quel termine“liberi” associato a muratori non deriva, come fino ad allora si era pensato, da un qualchetipo di franchigia rispetto agli obblighi feudali (tanto è vero che anche i “liberi muratori”erano, se necessario, comandati al lavoro nei cantieri regi), ma dal tipo di pietra lavorata edunque dalla particolare qualità del lavoro che erano in grado di produrre. Tesi confermatada tutti gli studi apparsi da allora ad oggi.

I liberi muratori erano dunque i membri dell'arte capaci di squadrare perfettamente la pietra,di lavorarla con maglietto e scalpello a produrre quei meravigliosi capitelli e quelle statueche ornano i chiostri delle abbazie e le facciate delle cattedrali, come gli ornamenti chealleggeriscono e slanciano le pareti e le finestre e i rosoni finemente intarsiati in un gioco diricami di pietra.

I Manoscritti Regius e Cooke

Il dato che più ha sconcertato gli storici è la scarsità di informazioni rispettoall'organizzazione liberomuratoria. Fino al XVI secolo pochissimi sono gli accenniall'esistenza di una specifica Arte (Craft) delle costruzioni. Il primo dato certo risale al 1376e solo nel 1389 si trova traccia di una “fraternitati de masons Londoni fondatae apudsanctum Thomam de Acres”. Assenza confermata dal fatto che nel 1356 furono le autoritàdi Londra che dovettero incaricarsi di regolamentare lo svolgimento delle attività muratoriein seguito a contrasti nati all'interno della categoria fra lavoratori cittadini e forestieri e fraoperai qualificati e no. I documenti più antichi relativi alla Corporazione muratoria sono ilManoscritto Regius (in versi, risalente al 1390) e il Manoscritto Cooke (in prosa, risalenteal 1430). Nonostante la datazione posteriore è il Cooke a risultare più antico, in quanto sipensa possa essere una copia di un documento andato perduto più antico di circa un secolo eciò anche per il carattere relativamente semplice del contenuto rispetto al Regius. Questi duemanoscritti rappresentano i primi esempi di “Old Charges”, gli statuti medievali su cuidopo il 1717 furono edificati i Landmarks della moderna Massoneria.

Composto di 794 versi suddivisi in un preambolo storico, 15 articoli, 15 punti e 2 particonclusive, il Regius (chiamato così perché originariamente di proprietà di Re Giorgio II(1727-1760)) non è un vero statuto, ma piuttosto un codice di comportamento valevole per iliberi muratori e redatto in versi proprio per renderne più agevole l'apprendimento amemoria.

Quanto al Cooke (pubblicato nel 1861 a cura di Matthew Cooke) si tratta di un testo in prosadi 960 righe, contiene una parte normativa composta di sette articoli e nove punti precedutada una narrazione mitica delle origini della Massoneria che servì da canovaccio al pastoreAnderson per le sue costituzioni del 1723.

Dal mito alla storia certo, ma l'iniziazione è un'altra cosa

Arrivati a questo punto, viene spontaneo chiedersi: ma allora che fondamento hanno irituali, i miti come quello di Hiram, il carattere iniziatico dell'Istituzione che la rende unicafra le associazioni dell'Occidente degli ultimi quattro secoli?

Non abbiamo risposte a queste domande, ma ci riconosciamo in quello che ha scritto Jean-Pierre Schnetzler, uno degli esponenti di quella scuola tradizionale che si rifà all'opera diGuénon:

“Certo, rituali, insegnamenti simbolici, resoconti di riunioni, ecc, brillano per la loro

assenza. Ma per definizione, l'autentico segreto iniziatico, ovvero la trasformazionespirituale dell'iniziato, non può essere oggetto di un documento storico. Non si può dunqueconcludere altro da questa assenza che la disciplina dell'arcano è stata rispettata. A rigore,l'assenza di documenti non dimostra altro che l'assenza di documenti. I misteri sono staticelebrati a Eleusi per duemila anni, ma ciononostante i veri segreti non sono mai statidivulgati. Anche se i curiosi non sono mai mancati”.

L'autunno del Medioevo e la nascita del mondo moderno

Il periodo compreso fra la seconda metà del '400 e la fine del '600 fu caratterizzato daprofondi cambiamenti economici, culturali e politici. La scoperta dell'America con l'aprirsidelle rotte atlantiche e la Riforma protestante con la rottura dell'unità religiosa e culturaledell'Occidente trasformarono il mondo tanto da segnare per convenzione l'inizio di unanuova fase della storia umana. Lentamente moriva il mondo medievale e nasceva il mondomoderno. L'Europa ne uscì radicalmente trasformata e l'Inghilterra non fu da meno.

Per quanto attiene all'industria delle costruzioni i mutamenti furono radicali e incisero inprofondità sulla vita stessa dell' Arte muratoria che iniziò un declino destinato ad arrestarsisolo agli inizi del XVIII secolo con la nascita a Londra della Gran Loggia d'Inghilterra e diquella Massoneria speculativa destinata a prendere il posto della libera muratoria medievalee a diffondersi nell'arco di pochi decenni in tutto il mondo, acquisendo così quel carattere diuniversalità che da allora la contraddistingue.

La Riforma

La Riforma segnò la fine dell'epoca della costruzione di grandiosi edifici religiosi, la fasedelle cattedrali gotiche e delle grandi abbazie. Con il protestantesimo l'accento si spostò dauna religiosità rivolta verso l'esterno e il fare ad una visione più intima e personalefocalizzata sulla fede. A una religiosità popolare incentrata su riti di massa che richiedevanograndi spazi si sostituì una pratica “privata” basata fondamentalmente sul rapporto diretto

del singolo con il mistero del divino. Il rito fu ridotto all'essenziale, sparì il culto dei santi, lacredenza nel Purgatorio, le processioni. Gli ordini religiosi furono spazzati via, le Abbazie ei conventi demoliti.

La Chiesa che, assieme alla Monarchia, era stato il princiale committente dell'industria dellecostruzioni sparì quasi totalmente dalla scena. Quanto alla Corona, essa riorientò le suepriorità. Occorreva sfruttare le enormi potenzialità offerte dalle nuove rotte e dai nuovicontinenti. La grandezza dell'Inghilterra non sarebbe più stata simboleggiata dai suoi castellie dalle sue cattedrali, ma dalle sue navi e dai suoi porti. La monarchia abbandonò lacostruzione di edifici religiosi e si dedicò a finanziare la costruzione di cantieri navali e portie di una rete stradale adeguata a far circolare le merci in partenza o in arrivo. Ilrafforzamento dell'identità nazionale diventò fattore centrale della costruzione del consensoe dell'egemonia, al posto delle opere di religione. La monarchia si affrancava dalla Chiesa.

Cambiamenti nell'organizzazione del lavoro

L'edilizia cambiò segno. Ci fu una considerevole espansione delle costruzioni private.Palazzi signorili e case popolari in pietra sostituirono le costruzioni in legno che fino a metàdel Cinquecento erano state la norma nelle città inglesi. Le nuove opere, intraprese daprivati o dalle municipalità, erano molto più ridotte per dimensioni da quelleprecedentemente intraprese da Chiesa e Corona. Cambiò di conseguenza l'organizzazionedel lavoro. Sparirono i grandi cantieri. Proliferarono quelle che oggi chiameremmo piccoleimprese edili. Un impresario, titolare del contratto con il committente, che lavorava allacostruzione coadiuvato da alcuni operai alle sue dipendenze. Il lavoro diventò più semplicee meno specializzato. Il piccolo cantiere non richiedendo la complessa e articolataorganizzazione delle mansioni necessaria per le grandi opere del passato. Venne di fattoabbandonata la regola secondo cui un apprendista non poteva essere impiegato se non inpresenza del maestro. Aumentò di conseguenza il numero degli apprendisti.L'apprendistato perse il suo carattere di periodo di formazione a termine per diventare unserbatoio di manodopera da utilizzare a pieno, ma con salari ridotti, non molto diversamentedai moderni precari con contratto di formazione-lavoro.

Iniziò un processo di forte differenziazione sociale all'interno del Mestiere, solo unaminoranza ristretta avendo il capitale necessario per mettersi in proprio. Il ruolo di Maestronon fu più dovuto solo al merito acquisito in una vita di perfezionamento professionale, masempre più legato alla disponibilità di capitale e dunque il ruolo tese a farsi ereditario. Lenozioni tecniche ( i segreti dell'Arte) furono ancora più gelosamente custoditi che nelpassato e trasmessi ad una platea sempre più ristretta di aspiranti.

Peggiorarono le condizioni di lavoro. Al Tempo della Chiesa, scandito da frequentiricorrenze religiose e da una visione del mondo che limitava rigidamente l'idea stessa diprofitto, si sostituì progressivamente il Tempo del Capitale che proprio nell'accumulo delprofitto vedeva il manifestarsi della Grazia divina. Una mutazione descritta da Max Weber(1864-1920) nel suo capolavoro sull'etica protestante e lo spirito del capitalismo.

Peggioramento delle condizioni di vita

Fu un periodo di forte crescita economica alimentato dallo sfruttamento sistematico dellenuove colonie americane e poi (dal Seicento) dalla Tratta degli schiavi africani basefondante di quel commercio triangolare che rappresenterà per oltre un secolo il cuore delmiracolo economico inglese. Una crescita tanto forte da far scrivere gli storici di una prima“rivoluzione industriale” nel secolo precedente la guerra civile.

Un periodo caratterizzato da una forte crescita dei prezzi, conseguenza diretta dell'arrivodall'America di grandi quantità d'argento e d'oro. Un processo inflattivo comportante lariduzione del potere d'acquisto dei salari e dunque il peggioramento delle condizioni di vitadei lavoratori e delle loro famiglie.

Se si osservano le tabelle riportate dal Prof Knoop in “The Genesis of Freemasonry”,apparso nel 1947, ma ancora oggi opera fondamentale di riferimento, questo processo diprogressiva proletarizzazione appare evidente. Il XVI e il XVII secolo segnano una fortecrescita dei salari monetari, ma una molto più forte riduzione del loro potere d'acquisto. Nediamo una sintesi:

Anni Salari giornalieri deimuratori

Prezzi dei generialimentari

Potere d'acquisto

1501-1510 100 100 100

1551-1560 163 290 67

1602-1612 200 470 52

Dunque nel corso del XVI secolo mentre i salari raddoppiano i prezzi quasi quintuplicanocon il risultato che a parità di lavoro il salario giornaliero reale in termini di potered'acquisto di beni di prima necessità di un muratore (mason) inglese dell'inizio del '600 erapari a circa la metà di quanto guadagnato un secolo prima. Una tendenza al ribasso cheproseguirà per tutto il XVII secolo e poi nel Settecento.

Nuove figure professionali

In questo contesto il Master mason, figura centrale nella industria medievale dellecostruzioni, nel XVI secolo perde rapidamente di importanza. Eppure l'arte di costruire siraffina. I progetti e i disegni delle costruzioni scarsissimi fino ad allora si moltiplicano, manon sono più opera dei maestri massoni, ma di una nuova figura, estranea all'Arte cheprefigura quelle dell'ingegnere e dell'architetto moderno.

Sono i cosiddetti “Gentleman Architect”, dove l'aggettivo sta a indicare lo statusintellettuale e non manuale o professionale di uomini di elevata condizione sociale e digrande cultura, che hanno viaggiato e accumulato una conoscenza diretta della culturaantica e che a un certo punto della loro vita, mettendo in pratica l'ideale leonardiano delgenio universale, si dedicano all'architettura come prima si erano dedicati alla scienza oall'arte.

Ben li rappresenta Sir Christopher Wren (1632-1723), il più grande architetto della suaepoca, celebre soprattutto per aver diretto i lavori di ricostruzione del centro di Londra dopoil disastroso incendio del 1666 e, ispirandosi alla Basilica di San Pietro, l'edificazione dellaCattedrale di St. Paul, il più importante edificio rinascimentale inglese. Prima scienziato eastronomo, fondatore e poi presidente della Royal Society, Wren solo in età matura sidedicherà all'architettura.

L'architettura dunque si autonomizza dall'opera concreta del costruire. Come la matematicao la filosofia o il disegno, diventa uno degli ambiti di formazione del perfetto gentiluomo.Nel 1563 esce il primo libro inglese di architettura , The first and chief groundes ofarchitecture di John Shute, “paynter and archytecte”, protetto del Duca di Northumberland.Il libro, che riscuote grande successo, riprende e diffonde gli elementi dell'architetturaclassica di Vitruvio secondo la rilettura che ne aveva fatto Andrea Palladio (1508-1580).Trionfano i canoni classicistici del Rinascimento italiano, mentre viene rigettata l'arte goticaconsiderata barbarica.

Il declino dell'Arte muratoria

Tutti questi fenomeni contribuirono a determinare il declino dell'Arte muratoria. La nascentesocietà moderna progressivamente procedette all'affossamento delle strutture politiche,culturali e religiose che avevano sostanziato il mondo medievale e il suo immaginariocollettivo. L'autunno del Medioevo, per usare la felice definizione di Huizinga, recavainevitabilmente con se il declino irreversibile dell'istituzione corporativa e l'Arte deicostruttori non rappresentava certo un'eccezione.

Fermenti culturali e civili

Fu un periodo anche di profondo fermento intellettuale. Sono i secoli in cui di fatto nasce lascienza moderna. Centrale nei dibattiti è il tema della religione, della coesistenza pacifica difedi diverse. L'Europa e l'Inghilterra non hanno ancora superato il trauma della Riforma.

Nel 1627 appare la Nuova Atlantide, opera postuma di Francesco Bacone (1561-1626) incui viene esaltato l'ideale di una società utopica, guidata da una Collegio di illuminati (chefra loro si chiamano fratelli) definita la “Casa di Salomone o Collegio delle Opere dei seigiorni”, capace di vivere come un grande laboratorio scientifico dedito alla ricerca delleleggi della natura per poterle poi usare al fine del progresso e del benessere universalesuperando le divisioni sociali, politiche e religiose che insanguinavano l'Europa e prestoanche l'Inghilterra.

Bacone, associato da molti studiosi alla Massoneria, esprimeva le aspirazioniuniversalistiche della parte più avanzata degli spiriti colti dell'Europa del XVI e XVIIsecolo e la tendenza di questi ad organizzarsi in modo sotterraneo in società più o menosegrete per sfuggire le persecuzioni di Chiesa (cattolica e protestante) e Stato. Temi giàavanzati da Tommaso Moro nella sua famosa opera Utopia (1516), descrizione di unasocietà avvenieristica in cui tutte le religioni sono tollerate. Idee riprese e diffuse da più partie da molti, allora e oggi, associate con l'esistenza di un misterioso e potente Ordine deiRosa Croce, e ciò soprattutto dopo l'apparizione nel 1614 di un'opera avente per titolo:

Fama fraternitatis Rosae Crucis. Il volume, scritto da un religioso tedesco, Jean-ValentinAndréa (1586-1634), ebbe un grande successo, particolarmente in Inghilterra.

Biblioteche intere sono state dedicate ai possibili, per alcuni studiosi indiscutibili per altridel tutto fantastici, rapporti fra Massoneria e Rosa Croce. Per molti fu proprio l'ingressonelle Logge dei membri di questo “Collegio invisibile” a determinare il passaggio dallamassoneria operativa a quella speculativa. La questione è aperta e non possiamooccuparcene qui. Resta il fatto, singolare, della poesia “Muses Threnodie” di un certo HenryAdamson, pubblicata a Edimburgo nel 1638. Il poemetto è letterariamente insignificante macontiene due versi che hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro e che recitano:

“Perchè noi siamo Fratelli della Rosa CroceAbbiamo la Parola massonica (the Mason Word) e la seconda visione”.

La critica storica più recente tende ad escludere una filiazione diretta della Massoneria daiRosa Croce, qualunque cosa essi realmente fossero (e anche su questo il dibattito èapertissimo), mentre è concorde nel ritenere che gran parte delle idee e dei valori chesostanzieranno a partire dal 1717 l'Istituzione libero-muratoria abbiano la loro origineproprio in questi fermenti e aspirazioni ad un futuro più civile e giusto, capace di andareoltre la barbarie delle guerre di religione e di definire le linee portanti di un progetto disocietà incentrato sui pilastri della tolleranza e della fratellanza.

Aspirazioni fortissime nell'Inghilterra del XVII secolo, tragicamente segnata dallarivoluzione e dalla guerra civile (1640-1649), dalla repubblica dittatoriale di Cromwell(1649-1658), dalla restaurazione monarchica degli Stuart (1660) e infine dalla secondarivoluzione con l'ascesa al trono di Guglielmo d'Orange (1688-1689).

Un secolo di sangue che sta alla base della lucida riflessione di John Locke (1632-1704) edei suoi scritti, ancora oggi attualissimi, sulla tolleranza. Idee riprese nel 1717 dai padrifondatori della Gran Loggia d'Inghilterra in modo tanto convinto da far ipotizzarel'appartenenza del filosofo alla Massoneria. Una tesi fortemente dibattuta agli inizi delsecolo scorso, ma oggi abbandonata.

I “Massoni Accettati”

Ma come avviene in concreto la fusione di queste nuove idee con la vecchia Arte muratoriaormai in pieno declino? Qui la storia si fa complessa anche per la scarsità e talvoltal'oscurità dei dati disponibili. Di certo sappiamo che nel corso del Seicento diventa semprepiù grande il numero dei Massoni cosiddetti “Accettati”, di quei fratelli, cioè, ricevuti nellaCorporazione anche in mancanza delle caratteristiche professionali richieste dagli statuti.

Mentre cala il numero delle Logge e diminuisce a causa dei processi economici e sociali giàevidenziati il numero degli “Operativi”, entrano nella Craft esponenti della borghesia edella nobiltà, militari, scienziati, artisti e letterati. In una parola, il meglio della societàinglese di allora.

Ad essere precisi non si tratta in sé di una novità. Già nel Medioevo non era infrequente la

presenza di non operativi nella corporazione. Membri del clero ne fecero parte comecappellani a causa del carattere religioso delle associazioni di mestiere che operavano anchecome confraternite. Dalle Costituzioni Gotiche (come vengono chiamati gli statuti medievalirimasti) veniamo poi a sapere che in particolari occasioni alle riunioni dei Maestricostruttori partecipavano anche rappresentanze delle autorità civili. In entrambi i casi perònon si trattava di una vera ammissione e gli esterni non venivano messi a parte dei segretidell'Arte.

Ora, invece, si tratta di un'ammissione piena, anche se, soprattutto nei primi decenni, i nuoviammessi restano a parte della vita della corporazione e questo proprio per il loro essere nonoperativi e dunque non coinvolti nella gestione quotidiana delle attività.

La prima accettazione di un non operativo di cui resti documentazione risale all'anno 1600,quando un nobile scozzese, Sir John Boswell di Auchinlech fu ricevuto presso la loggiaMary's Chapel di Edinburgo. Ma è a partire dal secondo decennio del secolo che ilfenomeno prende dimensioni così consistenti da sorprendere anche i contemporanei. FarsiMassoni diventa nelle classi elevate una vera e propria moda, come annota il Dottor RobertPlot nel suo libro sulla storia dello Staffordshire pubblicato nel 1686: “Tutte le persone dipiù alto rango amavano farsi membri di questa associazione ormai sparsa in tuttal'Inghilterra, essendo ormai di moda farsi iniziare”.

Un'ulteriore conferma dell'ampiezza di questo fenomeno ci viene dai Libri contabili dellaCompagnia dei Muratori della Città di Londra. Da tali libri risulta che negli anni 1620 e1621, alcune persone (e dunque non casi eccezionali), registrate come Accepted Masons,hanno versato somme per la loro Acceptance (accettazione) nelle casse della Compagnia. Idati non sono del tutto chiari, ma sembrano indicare che la quota di partecipazione fossedoppia per i Massoni non di mestiere.

Fra i primi non operativi “accettati” nella Massoneria spicca la figura di Elias Ashmole(1617-1692), uno dei maggiori scienziati del XVII secolo, ma anche studioso di arti occulte,di magia, di alchimia e di astrologia, ricevuto il 16 ottobre 1646 nella Loggia di Warringtonnel Lancashire e ritenuto da molti studiosi un membro influente della società rosacruciana.

A differenza della Scozia, dove i non operativi entrano a pieno titolo nelle Logge esistenti,in Inghilterra non sembra che i nuovi ammessi abbiano fatto realmente parte di loggeoperative. Essi diventano quello che oggi diremmo dei membri onorari, partecipano ai lavoridi logge occasionali in occasione di nuove accettazioni o a strutture semipermanenticonsistenti principalmente di non operativi. Secondo Knoop e Jones sia queste Loggeoccasionali che quelle semipermanenti sembrerebbero essere state organizzate proprio alloscopo di ammettere Massoni Accettati.

Samuel Prichard nel suo libro Masonry Dissected – opera fortunatissima pubblicata aLondra nel 1730 e di cui uscirono ben venti ristampe e traduzioni in tedesco nel 1736 e infrancese nel 1737 - li definisce “Gentleman Masons”, un appellativo che ricorda molto davicino i Gentleman Architects di due secoli prima. E in effetti l'ambiente sociale da cuiprovenivano era lo stesso e simile era il modo di vivere e la concezione del mondo.

Nel corso del secolo il numero degli Accettati aumentò costantemente, mentre

parallelamente diminuiva quello degli autentici maestri d'opera. Per sopravvivere le logge siaprirono sempre più agli Accettati. Ne è dimostrazione la decisione assunta nel 1703 dallaLoggia Saint Paul che mostra quanto la Massoneria si fosse ormai trasformata: “I privilegidella Massoneria non saranno ormai più riservati solamente agli operai costruttori, ma,dato che questo avveniva già, saranno estesi a tutte le persone che vorranno prenderviparte, ammesso che siano debitamente presentate, che la loro ammissione sia autorizzata eche esse siano iniziate in maniera regolare”.

L'Arte perdeva il suo carattere di mestiere e si trasformava in un'Associazione a cuichiunque poteva aderire se possedeva i requisiti necessari per l'ammissione. Nei fatti laMassoneria speculativa era nata. Mancava solo la sanzione ufficiale.

Non esiste a tutt'oggi una spiegazione esaustiva del fenomeno. Resta difficile capire perchètanti personaggi influenti raggiungessero le Logge. I documenti esistenti ricordano la datadell'ingresso nella Craft e (anche se non sempre) il nome dei nuovi membri, ma nonriportano le ragioni dell'adesione. In effetti queste possono essere state molte e moto diversefra loro , come peraltro ancora accade oggi.

Prima di tutto la curiosità. Molti aderivano alla ricerca di un sapere segreto. Molti,considerando autentiche le storie mitiche dell'Arte premesse agli Statuti Gotici, pensavanodi trovare nella Massoneria i segreti degli antichi misteri egiziani, ebraici, greci, romani edruidici. E non si trattava certo di ingenui o di sognatori. Il dottor William Stuckeley (1687-1765), ecclesiastico anglicano, precursore della moderna archeologia e biografo di Newton,dichiarò nella sua autobiografia che proprio la curiosità lo aveva indotto a farsi iniziare aimisteri della Massoneria , pensando che questi fossero ciò che restava dei misteridell'antichità.

Un'altra attrattiva può essere stato il fascino del simbolismo e dei riti , anche se nulla siconosce sui lavori delle logge operative e molti studiosi ritengano che il simbolismo,almeno quello dei riti ancora oggi praticati, sia stato introdotto solo a partire dal XVIIsecolo e proprio dagli Accettati.

Di certo riti e simboli, rigorosamente celati ai profani, esistevano e lo ricaviamo proprio daicenni che ne danno nelle loro opere Robert Plot (a cui abbiamo già accennato) e JohnAubrey (1626-1697) scrittore, antiquario e filosofo.

Il resoconto presente nel libro di Plot, Naural History of Staffordshire (1686), sebbenescritto da un osservatore che sembra non essere stato massone, è il più accurato che fra tuttiquelli rimasti. Secondo Plot l'uso di ammettere uomini nella “Società dei Liberi Muratori”si era diffuso in tutta l'inghilterra, ma sopratutto nello Staffordshire. Egli riferisce di ungrosso volume che contiene storia e regole della Massoneria. “Quando uno è ammessonella Società – scrive - si tiene una riunione chiamata loggia a cui debbono parteciparealmeno 5 o 6 degli anziani dell'ordine. L'ammissione principalmente consiste nellacomunicazione di certi segni segreti che permettono di riconoscersi fra di loro”.

Questo resoconto è rafforzato da un passo della Storia naturale dello Wiltshire di JohnAubrey, un'opera composta nel 1686, ma pubblicata solo nel 1847. Annota Aubrey: “Essi siriconoscono fra di loro per certi segni e parole. Essi hanno diverse logge nel paese per le

loro riunioni. E se uno di loro cade in disgrazia, la Fratellanza si adopera a sostenerlo. Ilmodo della loro adozione è molto formale e coperto di segretezza”.

Segretezza che alimentava però anche i sospetti e le calunnie, tanto che già nel 1698 apparea Londra un opuscolo che mette in guardia contro i pericoli per la società e per lo Statorappresentati dalla Massoneria.

Questo ultimo dato ci permette anche considerazioni di altro genere. Con gli Accettatientrano anche nella Massoneria, fino ad allora fedelissima alla Chiesa e alla Corona, le lottee gli intrighi della politica. Come abbiamo visto, l'Inghilterra del XVII secolo è travagliatadall'aspra contesa fra sovrano e Parlamento prima e successivamente fra gli Stuart cattolici egli Orange protestanti. Una contesa che ora inizia a toccare anche le logge, grazie anche alfatto della mancanza di un'autorità centrale dotata di poteri normativi e di controllo.

Secondo un'attendibile ricostruzione la creazione agli inizi del secolo XVIII di una GranLoggia di Inghilterra composta solo di logge non operative ( o “speculative”, comeverranno chiamate con termine più tardo) risponde proprio alla necessità di porre fine aquesto stato di cose e di strappare il controllo delle logge agli stuardisti, edificando unamassoneria protestante e fedele alla Corona. Rendeva possibile tale impresa l'esistenza inLondra di una serie di logge ormai composte solo di non operativi. Furono quattro di questelogge, qualcuno sostiene erette ad hoc per l'occasione, che si fusero il 24 giugno 1717, festadi san Giovanni, per dare vita alla Gran Loggia di Inghilterra.

Conclusioni

La Gran Loggia, appena istituita, si accinse immediatamente a unificare regolamenti erituali per dare organicità ad una realtà molto frammentata. Compito adempiuto nel 1723con le Costituzioni di Anderson. Da questo momento i semplici artigiani sparirono dallelogge e la Massoneria cessò di essere una corporazione di maestri d'opera per diventareun'istituzione iniziatica dedita a diffondere nel mondo profano quelle idee di tolleranza,libertà e giustizia che i pensatori inglesi del Seicento, a partire da Bacone e Locke, avevanoposto alla base della loro battaglia per un mondo migliore.

Bibliografia essenziale

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