Evoluzione e nuove tendenze lessicali, sintattiche ed interpuntive del linguaggio del giornale a...

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Evoluzione e nuove tendenze lessicali, sintattiche ed interpuntive del linguaggio del giornale a stampa italiano Nonostante la globalizzazione e la diffusione su grande scala dei mezzi di comunicazione di massa che permettono agli individui del mondo intero di comunicare fra di loro in tempo reale, il giornale cartaceo rimane fino ad oggi un’importante fonte di diffusione delle informazioni ed un efficace medium per la formazione dell’opinione pubblica. In Italia, i giornali tradizionali hanno da sempre giocato un importante ruolo nella società contribuendo massivamente all’unificazione linguistica del paese ed alla riduzione della percentuale di analfabetismo. Infatti, dagli inizi del secolo scorso, le testate italiane cercano di adattare il linguaggio degli articoli pubblicati al contesto del paese ed alle esigenze dell’evoluzione sociale. Numerose sono state quindi le misure intraprese dai giornalisti italiani che tentano continuamente di veicolare delle informazioni chiare, semplici e precise ad un lettore sempre più esigente e meno disposto a leggere testi lunghi e ben complicati. 1

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Evoluzione e nuove tendenze lessicali,

sintattiche ed interpuntive del

linguaggio del giornale a stampa

italiano

Nonostante la globalizzazione e la diffusione su

grande scala dei mezzi di comunicazione di massa che

permettono agli individui del mondo intero di comunicare

fra di loro in tempo reale, il giornale cartaceo rimane

fino ad oggi un’importante fonte di diffusione delle

informazioni ed un efficace medium per la formazione

dell’opinione pubblica.

In Italia, i giornali tradizionali hanno da sempre

giocato un importante ruolo nella società contribuendo

massivamente all’unificazione linguistica del paese ed

alla riduzione della percentuale di analfabetismo.

Infatti, dagli inizi del secolo scorso, le testate

italiane cercano di adattare il linguaggio degli articoli

pubblicati al contesto del paese ed alle esigenze

dell’evoluzione sociale. Numerose sono state quindi le

misure intraprese dai giornalisti italiani che tentano

continuamente di veicolare delle informazioni chiare,

semplici e precise ad un lettore sempre più esigente e

meno disposto a leggere testi lunghi e ben complicati.

1

Oggi, il testo giornalistico si avvale di una

grande semplicità e chiarezza allontanandosi dal modo

allusivo, ambiguo e oscuro che caratterizzava quel

linguaggio specialistico del passato. In altre parole, il

testo deve essere correttamente recepito dalla prima

lettura da parte del ricevente del messaggio ovvero il

lettore. È quindi imperativo che gli elementi complessi

ineliminabili da un articolo vengano chiariti e se è

possibile semplificati. D’altra parte, il redattore deve

sempre tener presente che la semplicità perseguita a

qualunque costo puo` condurre alla banalizzazione o alla

falsificazione del concetto espresso o anche dare

all’utente l’impressione di negligenza, imprecisione o

vaghezza.1

Primo tentativo di rottura con i vecchi schemi

giornalistici ottocenteschi fu l’introduzione della

“formula omnibus” che consisté nell’adottare una foliazione

più estesa di 10 o 12 pagine contenenti nuove rubriche

indirizzate ad un gran numero di lettori. A tale

proposito apparvero nelle testate più famose nuove pagine

intitolate “cultura e società” o “cultura e spettacolo”

mentre nelle testate più popolari si comincio` a trattare

fatti e problemi sociali ricorrendo ad un linguaggio

semplice e non ricercato per interessare un numero di

utenti sempre maggiore. 2

1 Boldrini.M, Il quotidiano. Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico, Mondadori, Roma, 2006, p. p 71-722 Murialdi. P, Il giornale, Il Mulino, Bologna, 2010, p. 24

2

Fino all’avvento della televisione, il giornale a

stampa italiano visse un periodo di grande fioritura

partecipando attivamente sia all’affermazione del

linguaggio comune sia all’incremento del processo di

alfabetizzazione.Tuttavia, malgrado i cambiamenti

stilistici e linguistici apportati, la lingua dei

giornali rimase comunque “contenuta e sorvegliata”,

fenomeno per cui persisteva una scelta lessicale

letterario-burocratica, una morfologia fortemente

standardizzata ed una sintassi complessa.

Gli anni Settanta sono segnati, in Italia, da grandi

cambiamenti, in questo periodo si sentì il bisogno di

apposite forme di rappresentazione sociale della realtà

in un periodo di grande mobilitazione operaia, giovanile

e femminile. Per questi motivi e anche a causa

dell’avvento e della diffusione capillare del piccolo

schermo presso le famiglie, il giornale a stampa si

ritrovò in una grande crisi che durò circa un decennio.

Di fronte a questo problema, i giornalisti italiani

dovettero adattarsi alle nuove esigenze sociali per

riconquistare il lettore cercando di allontanarsi

maggiormente dall’espressione ricercata e dal registro

letterario riservati esclusivamente all’ élite. Nascono a

quell’epoca in Italia parecchi quotidiani e settimanali

che cercarono di rifarsi all’esperienza dei movimenti

politici assumendo un punto di vista originale rispetto

al conformismo adoperato dalle testate tradizionali

3

dell’epoca. Ciò che era considerato rivoluzionario in

questa nuova stampa alternativa fu la comunicazione e la

rappresentazione di nuovi soggetti sociali e di nuovi

temi, argomenti e punti di vista diffusi presso

l’opinione pubblica. Questa nuova tipologia giornalistica

ammodernò e consolidò la tradizione di politicizzazione

della stampa italiana. Il quotidiano “La Repubblica”

ideato Eugenio Scalfari3 nel 1976 è considerato il

“precipitato” della stampa alternativa italiana per due

motivi.

Infatti, benché il quotidiano abbia ripreso solo

qualche aspetto dal nuovo giornalismo dell’epoca, come

l’ampliamento dei temi e dei soggetti rappresentati, esso

aveva tentato di congiungere le due diverse tradizioni

del giornalismo politico degli anni precedenti, cercò

così di trattare temi ed eventi innovativi per mezzo di

una strategia narrativa di più ampio respiro.4 Il secondo

motivo è l’adozione del formato tabloid e l'impiego di un

linguaggio medio e delle espressioni non ricercate in

grado di cogliere l’attenzione di un numero sempre

crescente di lettori.

Nel corso degli anni Ottanta la stampa italiana

riuscì pian piano a rilanciarsi diventando una fonte di

3 Eugenio Scalfari è un noto giornalista, politico e scrittore italiano il cui campo di analisi è l’economia e la politica. È di aspirazione politica liberale di matrice sociale.4 Sorrentino.C (a cura di), Il giornalismo in Italia. Aspetti, processi produttivi, tendenze, Carocci, Roma, 2008, p.p 28-29

4

informazioni complementare alla televisione. Infatti,

quest’ultima si occupò della diffusione delle immagini

riguardanti una data notizia mentre al giornale si

riservò il ruolo di approfondirla. 5

Grazie ai recenti sviluppi tecnologici e mediatici,

il giornalismo a stampa in Italia raggiunge l’apice della

sua prosperità e riesce ancora ad imporsi malgrado la

concorrenza dei nuovi media. Oggi, il numero delle pagine

di un quotidiano è elevatissimo ed è anche esteso

l’impiego dei colori nelle immagini. Questo grande

sviluppo è dovuto non solo alla velocità

dell’informazione e alla facilità di documentazione per

mezzo dei new media ma anche alla presenza degli inviati

e dei corrispondenti ovunque nel mondo.6

Sarebbe interessante a questo punto cercare di

identificare i nuovi meccanismi linguistici impiegati dai

redattori per attirare l’attenzione di un lettore sempre

più affrettato e che concede sempre meno tempo alla

lettura.

Stendere un testo giornalistico non è un compito del

tutto facile in quanto richiede parecchie abilità

comunicative. È per questo che il redattore dovrà tener

sempre presenti alcuni elementi base di questa tipologia

testuale affinché l’informazione possa essere efficace e

5 Iard, Mass media : Le nuove tecniche di comunicazione, n°26, Milano, 1998, p.76 Murialdi. P, Il giornale, Il Mulino, Bologna, 2010, p. 24

5

l’informazione correttamente recepita da parte del

lettore. Il linguaggio giornalistico odierno cerca di

trovare un compresso fra lingua parlata e quella scritta

e, il registro impiegato varia da testata a testata e da

una sezione all’altra. Di solito, lo stile adoperato nel

giornalismo a stampa è colloquiale e dal tono espositivo

però quando si cerca di orientare il lettore verso una

certa direzione, il redattore ricorre ad una lingua più

colta e più formale con termini astratti ed

un’argomentazione ben consolidata. Invece, quando si

vuole conversare con il pubblico è usato un linguaggio

amichevole con delle espressioni informali e familiari.

Va ricordato che nel corso degli anni la lingua

letteraria ha perso della sua autorevolezza e si è anche

notato che oggigiorno essa riusa materiali espressivi

mettendosi in concorrenza con i mass media che adoperano

generalmente un linguaggio semplice derivante della

componente oralizzante. Inoltre, quei mezzi comunicativi

sembrano voler fornire nuove fonti di norma linguistica

come modello espressivo ad un pubblico sempre maggiore.7

Malgrado il fatto che ogni testata ed ogni articolo

giornalistico possieda le proprie specificità, i

ricercatori in questo campo di studi sono riusciti a

schizzare delle caratteristiche comuni presenti in tutti

i giornali a stampa.

7 Morgana. S, Non solo i quotidiani in classe : Considerazioni sull’italiano dei mass media”, Italiano lingua due, Università degli studi di Milano, 2009, P. 227, in www.unimi.it, sito visitato il 7/11/2012

6

In questa ricerca tenteremo di rintracciare le

proprietà lessicali, sintattiche ed interpuntive del

testo giornalistico odierno.

Oltre la brevità e l’essenzialità dei diversi

articoli, essi presentano una strutturazione particolare

che parte dai dati più importanti fino ad arrivare agli

aspetti più marginali della notizia. Per di più, i testi

giornalistici sono ricchi di metafore ricercate e di

cliché consolidati.

Negli articoli prevalgono oggi sia il discorso

diretto che la scarsa separazione fra notizia e commento.

Infatti, le interviste sono molto adoperate in ambito

giornalistico ed è proprio percio` che le battute

proferite dal professionista e dall’intervistato si

trovano dissimulate nel testo senza né virgolette né

altri modi di collegamento. Ciò dà a volte luogo a delle

frasi che non seguono un ordine lineare e possono

apparire sintatticamente squilibrati.8

1. Caratteristiche lessicali

Come abbiamo già detto, la componente oralizzante è

uno dei principi base su cui poggia la scrittura

giornalistica e quindi le strutture frasali derivano

prevalentemente dal linguaggio comune ovvero dal parlato

8 Bonomi. I (a cura di), Masini.A, Morgana. S, La lingua italiana e i mass media, Carocci, 2003, p. p 129-130

7

standard. A tale proposito, notiamo che il lessico

impiegato nei giornali italiani è in continua evoluzione.

In quest’ottica, gli studiosi distinguono diverse

caratteristiche specifiche di questo tipo di linguaggio.

Ecco gli aspetti più noti:

1.1 Neologismi e stranierismi

I neologismi e gli stranierismi sono centrali nella

scrittura giornalistica costituendo particolari effetti

stilistici.

1.1.1Neologismi: i neologismi sono delle parole di

nuova formazione che possono essere anonimi o

d’autore e, derivano generalmente dal linguaggio

politico e burocratico. Essi non si limitano

solamente a trasmettere contenuti nuovi con voci

inedite ma danno anche avvio a parole nuove per

mezzo di significati preesistenti grazie ai

prefissi (antifascismo, meganegozio), ai suffissi

(assolutismo, massmediatico) ed alle composizioni e

gli acronimi (notizia bomba, postelegrafonico). È

possibile a tale proposito distinguere tre

tipologie di neologismi: neologismo lessicale,

semantico, sintattico. Per neologismo lessicale, si

intende l’introduzione di una nuova parola in una

data lingua (es: cliccare) mentre il neologismo

semantico è l’assegnazione ad una parola già

esistente un nuovo significato (girotondo per

protesta). Infine, il neologismo sintattico è

8

l’introduzione di una nuova locuzione (es:

rivoluzione del gelsominio).9

1.1.2 I forestierismi: I forestierismi sono invece quelle

parole straniere inserite nei testi giornalistici

italiani. Si tratta prevalentemente di anglisismi

che ritroviamo soprattutto nelle sezioni economiche

e politiche e di francesismi impiegati nel mondo

dello spettacolo ed in parte in quello della

politica.10

1.2 Sigla essa è adoperata soprattutto nei titoli e

consente al giornalista di risparmiare spazio e ridurre i

tempi di lettura. Tuttavia, il ricorso frequente ad essa

potrebbe comportare rischi per la comprensione

dell’articolo.

1.3 Refuso ed errore Gli errori di composizione

tipografica si sono moltiplicati a causa della

lavorazione al desk, della contiguità fra lingua scritta

e quella parlata e dell’uso di forme di scrittura

sintetiche e sintetizzate come nelle e-mail e negli sms.

Quegli errori possono a volte generare significati

inattesi dalle conseguenze ironiche ed inedite ;

1.4 Termini derivati da diversi sotto-codici Visto la

varietà dei temi abbordati nelle testate, queste ultime

offrono al lettore un campionario esteso di linguaggi

settoriali affinché i redattori possano dare un’immagine

9 www.dizionari.corriere.it. Sito consultato il 17/12/201210 Serianni. L, I giornali scuola di lessico?, Studi linguistici italiani XXIX,2003, p. 261

9

più ricca e significativa alle informazioni da loro

veicolate. Fra i linguaggi settoriali più adoperati nei

brani giornalistici citati in questo contesto è possibile

individuare :

Il sottocodice tecnico-scientifico : lo

ritroviamo negli articoli di stampo tecnico-

scientifico ed è impiegato metaforicamente in altre

sezioni. Esempio: Rodaggio politico ;

Il sottocodice militare ovvero bellico: Esso

viene impiegato soprattutto nel linguaggio

giornalistico sportivo e quello politico Esempio :

lotta corpo a corpo, battaglia fra deputati ;

Il sottocodice medico : viene impiegato

prevalentemente negli articoli che parlano della

salute in genere ma a volte, questi lemmi ed

espressioni vengono anche inseriti in altri

contesti in ambito metaforico. Esempio: emoraggia di

opinioni ;

Il sottocodice economico-finanziario : viene

generalmente utilizzato nella sezione “Economia” ma

possimo anch’esso ritrovarlo in altre sezioni

impiegato metaforicamente. Esempio : tasso di

credibilità...;11

Il sottocodice giuridico : è un sottocodice

tipico della cronaca nera e giudiziaria ed ogni

tanto è presente anche nelle sezioni politiche. Va

11 Iard, Il linguaggio dell’informazione scritta, n°24, Milano, 1998, p.p 9-10

10

ricordato che numerosi sono i termini tratti dal

linguaggio giuridico e penale. Esempio: attenuanti,

aggravanti, arresti domiciliari... ;

Il sottocodice latino: sono delle frasi che

derivano direttamente dal latino che sono presenti

solo nella sezione culturale. Esempi: in loco (sul

posto), extrema ratio (ultima soluzione)...

Il sotto-codice mediatico: la diffusione a

larga scala dei mezzi di comunicazione di massa ha

dato luogo ad un vero e proprio “linguaggio

speciale” costituito da neologismi e da parole

straniere promossi a termini tecnici. Per quanto

riguarda i neologismi abbiamo: assistente di studio, audio,

canale, copione... mentre gli stranierismi sono di tipo:

audience, covergirl, reality show...

Il sotto-codice dei gerghi furbeschi: sono dei

sotto-codici impiegati nel “mondo della malavita” il

cui obiettivo è quello di ostacolare la

comprensione dei messaggi agli estranei. Fra le

parole più famose vi è “tangente” (nobilitata di

seguito da un punto di vista semantico diventando

“tangentopoli” dove figura poli da polis [città ]) ed

altre espressioni famosissime come “andare in cabriolet”

(avere un forte scoperto in banca).12

12 Salerno. F, Tecniche della scrittura giornalistica, Simone, Napoli, 2005, p.p.127-130

11

1.5 Stereotipi e colloquialismi cioè il ricorso ai modi

di dire standard allontanandosi da ogni creatività

linguistica. Va ricordato che la stereotipia si distingue

principalmente in due sotto-categorie:

Stereotipia per luogo comune: cioè delle espressioni

usuali adoperate dal giornalista prese dal

repertorio consueto del linguaggio convenzionale.

Es: tragico incidente, toccante episodio...

Stereotipia per errore: si tratta di sostantivi che, per

abitudine vengono proferiti e scritti in modo

errato. Es: gli pneumatici per i pneumatici,

chirurgi per chirurghi...13

2. La sintassi del periodo giornalistico

Come abbiamo già affermato, la scrittura

giornalistica odierna è molto influenzata dalla

componente oralizzante ed è proprio perciò che ci

ritroviamo oggi di fronte ad un ricorso dilagante di

periodi di facile comprensione nei quali i vari elementi

seguono un ordine lineare: soggetto, verbo, complemento.

Questa semplicità e chiarezza nell’esposizione delle

informazioni veicolate permette una migliore comprensione

da parte della maggioranza dei lettori. In quest’ottica,

gli studiosi di questo campo distinguono quattro

caratteristiche sintattiche fondamentali di questa

13 Ibidem p.p 125-126

12

tipologia di scrittura: la nominalizzazione, la binomizzazione, la

monopropozionalità e il periodo articolato.

2.1 La nominalizzazione: è un procedimento molto

adoperato nella prosa giornalistica. Essa consiste nel

trasformare una frase contenente un verbo ed un

sostantivo con un’altra frase il cui verbo viene

sostituito da un altro sostantivo. Esempio: condanna del

ladro al posto di il ladro è condannato.

Bisogna notare che in alcuni casi la nominalizzazione

puo` dare anche luogo ad un’elissi, cioè ad un’omissione

di un elemento della frase. In ambito giornalistico,

questo procedimento è soprattutto usato nella titolazione

degli articoli per motivi di spazio oppure per produrre

certi effetti stilistici in grado di attirare

l’attenzione del lettore grazie ad un processo al

contempo incisivo ed efficace.14

2. 2 La binomizzazione: per evitare al massimo il ricorso

a delle frasi complesse, vengono adoperati nel linguaggio

giornalistico odierno binomi di parole dalla resa

istantanea. Es: guerra lampo, personnaggio chiave...15

2.3 La monoproposizionalità: essa è molto legata da una

parte all’influsso del parlato ed alla ricerca di

concisione e di chiarezza da parte del redattore e

14 Boldrini.M, Il quotidiano. Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico, Mondadori, Roma, 2006, p. p 126-127

15 Salerno. F, Tecniche della scrittura giornalistica, Simone, Napoli, 2005, p. 124

13

dall’altra alla nuova tendenza di spezzare il testo con

il punto fermo. Questa nuova maniera serve a marcare

l’informazione in quanto ogni segmento porterà un senso

diverso dall’altro.

2.4 Il periodo articolato:

Nonostante l’esigenza di costruire periodi brevi e

monopropozionali, vi sono anche dei periodi articolati

che fanno uso della coordinazione e della subordinazione.

Ritroviamo queste costruzioni per lo più nei brani

argomentativi, economici e settoriali. Diverse analisi

quantitative effettuate da studiosi di testi

giornalistici mostra la prevalenza delle subordinate

relative rispetto alle altre. Va ricordato che le

subordinate implicite sono le più usuali anche se quelle

finali implicite sono meno gradite rispetto a quelle

esplicite che possiedono lo stesso soggetto della

principale che semplificano la comprensione del messaggio

giornalistico. D’altra parte viene notata una grande

varietà di congiunzioni soprattutto nelle temporali come

quando, non appena, allorché, mentre... mentre i nessi causali

come perché, meno che, visto che... sono meno diversificati.

14

Nella maggior parte dei casi, la struttura dei

periodi giornalistici è poco sequenziale e quindi, gli

avvenimenti narrati non saranno sempre adeguatamente

ordinati in una catena di successioni logico-temporali.

In tal modo, e per motivi di sinteticità sarà preferita

la giustapposizione che presenta i fatti senza

evidenziarne i rapporti.

La coordinazione è invece presente come semplice

modo di connettere due proposizioni. Essa è

frequentemente impiegata visto che le modalità

paratattiche sono più facili e si è notato anche che la

coordinazione sindetica copulativa e avversativa e, quella asindetica

(soprattutto quella con la virgola) dilagano a macchia

d’olio nella scrittura giornalistica contemporanea.

Infine, è stato rilevato l’uso preponderante delle

incidentali inserite per mezzo dei trattini o a delle

parentesi, che hanno per funzione primaria

l’alleggerimento del periodo articolato.16

Riassumendo, l’articolazione sintattica del testo

giornalistico deve operare alcuni accorgimenti come :

Ricorrere alla forma attiva piuttosto a quella

passiva, a quella affirmativa piuttosto a quella negativa

;

16Bonomi. I (a cura di), Masini.A, Morgana. S, La lingua italiana e i mass media, Carocci, Roma, 2003, pp 148-149

15

Sostituire le proposizioni relative con i

complementi corrispondenti ;

Usare frequentemente gli incisi e le parentesi per

allegerire le frasi ;

Evitare le sigle poco note al lettore, la doppia

negazione, le parole marginali le frasi troppo lunghe e

le preposizioni articolate in successione.17

3. Interpunzione del testo giornalistico :

L’uso marcato dei segni della punteggiatura in

contesto giornalistico è una delle caratteristiche più

salienti ed innovative in questo campo. Infatti,

l’invadenza del discorso diretto, della componente

oralizzante e la tendenza alla segmentazione del periodo

fanno sì che l’interpunzione inserita sia negli articoli

sia nei titoli presenti delle caratteristiche ben proprie

e venga impiegata in un modo del tutto nuovo.

In questo ambito, è stato notato l’uso

frequentissimo sia del punto fermo che della virgola e

dei due punti. Meno usuali, invece, sono il punto e

virgola, il punto interrogativo e quello esclamativo, le

parentesi, i puntini di sospensione e le virgolette

citazionali.

3.1 Il punto fermo:

17 Salerno. F, Tecniche della scrittura giornalistica, Simone, Napoli, 2005, p. 131

16

Il punto fermo è comunemente usato in campo

giornalistico nella segmentazione delle frasi e

nell’articolazione dei testi da parte dei redattori. È un

segno che ritroviamo in maniera evidente nella scritura

giornalistica soprattutto all’interno delle sequenze

subordinanti e quelle coordinanti, dentro i sintagmi

proposizionali e avverbiali e dei sintagmi nominali. Va

aggiunto che l’uso del punto è assai frequente nei testi

giornalisti giungono spesso ad un impiego deviante

rispetto alle norme della lingua scritta. Infatti, i

redattori italiani frammentano le frasi, sostituendo

spesso i due punti in funzione sintattico-descrittiva con

il punto fermo. 18

3.2 la virgola :

La virgola è anche diffusissima, essa indica una

breve pausa ed è molto essenziale sia dal punto di vista

logico che sintattico. È un segno interpuntivo che non

puo` essere adoperato all’interno dei blocchi unitari

soprattutto fra soggetto e predicato. Generalmente, essa

viene inserita correttamente nei testi ma, a volte, la

ritoviamo anche in sostituzione dei due punti per ragioni

enfatiche o di focalizzazione.19

18 Matone. V, Coesione, nominalizzazione e interpunzione nella scrittura giornalistica, Numero monografico sulla tesi di laurea, Ardsu, Basilicata, 2007, p.p 37 ; 41. in www. amicidiypsilon.org , sito consultato il 7/11/2011

19 Ibidem, p. 41

17

3.3 Il punto e virgola :

Il punto e virgola è poco usato in ambito

giornalistico odierno ed è adoperato solo nei lunghi

elenchi.20 Di conseguenza esso sarà specialmente presente

negli articoli di fondo dove vengono separate le

coordinate complesse ed introdotti dai connettivi

argomentativi come insomma.21

3.4 I due punti :

I due punti sono frequentemente impiegati non solo

perché prevale il discorso diretto all’interno degli

articoli ma anche perché questo segno possiede spesso una

funzione trascurata visto che esso puo`sostituire i

connettivi conclusivi e causali semplificando in tal modo le

frasi e coinvolgendo al massimo grado il lettore nella

costruzione del senso. Infine, i due punti sono spesso

adoperati dai giornalisti per argomentare, descrivere o

segmentare un periodo.22

3.5 Le virgolette citazionali e le parentesi :

Le virgolette si usano in modo analogo alle

parentesi e vengono inserite per sottolineare una parola

oppure una frase rispetto al resto del testo per la sua

natura gergale, tecnica, metaforica o dialettale o anche

20 Salerno. F, Tecniche della scrittura giornalistica, Simone, Napoli, 2005, p. 13121 Raffaelli. L, I giornali scuola di lessico?, in www. Treccani.it, sito consultato il 5/11/201222 ibidem

18

per evidenziare delle parole di origine straniera che non

sono ancora entrate nella lingua comune.23

Nella scrittura giornalistica vengono impiegate

anche le virgolette enfatiche che indicano la presa di distanza

effettuata dal redattore e dimostrano la scarsa

separazione fra notizia e commento che caratterizza lo

stile giornalistico odierno.24

3.6 I puntini di sospensione :

I puntini sospensivi ovvero i tre puntini sono

usati per lo più nel giornalismo nelle interviste dove

prevale il discorso diretto e riproducono così

l’andamento ricco di pause della conversazione orale.

3.7 Il punto esclamativo :

Il punto esclamativo è raramente usato

all’interno degli articoli poiché insieme ai puntini

sospensivi mostrano un’emotività ovvero una soggettività

da parte del giornalista. Quest’ultimo deve commuovere il

lettore delle emozioni senza manifestare esplicitamente

le proprie emozioni né esprimere la sua opinione rispetto

all’informazione riportata a patto che egli cerchi di

creare un rapporto di complicità con il ricevente del

messaggio.25 23 www.wikipedia.org, sito consultato il 7/11/2012

24 Raffaelli. L, I giornali scuola di lessico?, in www. Treccani.it, sito consultato il 5/11/201225 Salerno. F, Tecniche della scrittura giornalistica, Simone, Napoli, 2005, p. 131

19

3.8 Il punto interrogativo :

Il punto interrogativo è generalmente impiegato al

posto di dati mancanti o sconosciuti ma, in questo

contesto, sarà inserito solo per un’autointerrogazione

effettuata da parte del giornalista per suscitare

l’interesse del lettore.

I segni di punteggiatura hanno un ruolo importante

nella stesura di un articolo poiché danno un certo ritmo

e espressività ai brani facilitandone in tal modo la

comprensione.

Per concludere, il testo giornalistico odierno è

una forma comunicativa scritta che obbedisce a dei

criteri linguistici ben specifici che permettono al

giornalista di raggiungere il lettore e attirare la sua

attenzione grazie una lingua ben curata e a delle

strategie ben studiate riassunte dal direttore della

“Gazzetta del Mezzogiorno” Lino Paturno26 in 7 punti

fondamentali:

1. Articolazione logica della frase: La

struttura del periodo giornalistico deve

essere semplificata al massimo e composta

generalmente da: soggetto, predicato verbale

e complemento. L’ideatore di questa tipologia

testuale deve sempre tener presente la regola26 Lino Paturno è un giornalista e scrittore italiano direttore del quotidiano “La Gazzetta del Mezzogiorno” dal 1995 al 2008. Ormai è editorialista nello stesso quotidiano, egli è titolare di una rubrica e autore di critiche cinematografiche.

20

anglosassone secondo la quale un periodo non

dovrebbe contenere più di 18 parole comprese

le congiunzioni ;

2. Uso dei tempi verbali : A differenza della

comunicazione televisiva o radiofonica, la

scrittura giornalistica non è istantanea e

racconta generalmente fatti ed eventi

successi il giorno precedente. Perciò, è

possibile impiegare, accanto al presente

dell’indicativo che assegna pathos al

racconto il passato prossimo e l’imperfetto

che restringono il coinvolgimento di

sintesi ;

3. Capacità di sintesi : l’articolo di cronaca

non deve superare le 2500 battute ;

4. Uso degli aggettivi: Limitare l’utilizzo

degli aggettivi da parte del professionista:

ciò per evitare generacità e banalità

all’articolo ;

5. Uso degli avverbi: è imperativo ridurre gli

avverbi soprattutto quelli che finiscono in

“mente” allo scopo di allegerire le frasi :

6. Articolazione in capoversi: ci dovrebbe

essere un capoverso ogni 10 o 12 righe di

giornale ;

7. La conclusione: la conclusione gode una

posizione importante nell’articolo ed è

21

possibile stenderla in diversi modi come ad

esempio una battuta o un dubbio.27

Asma Skander Seghaier: Dottoranda

Bibliografia:

Boldrini.M, Il quotidiano. Teorie e tecniche del linguaggio giornalistico,

Mondadori, Roma, 2006

Bonomi. I (a cura di), Masini.A, Morgana. S, La lingua

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Salerno. F, Tecniche della scrittura giornalistica, Simone, Napoli,

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Salerno. F, Oltre le 5W. laboratorio di scrittura giornalistica,

Esselibri, Napoli, 2006

Serianni. L, I giornali scuola di lessico?, Studi linguistici

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Sorrentino.C (a cura di), Il giornalismo in Italia. Aspetti, processi

produttivi, tendenze, Carocci, Roma, 2008

Webgrafia

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