Elementi formali nella poesia di Henrik Nordbrandt. Riflessioni in margine a una traduzione, in...

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BRUNO BERM ELEMENTI FORMALI NELLA POESIA DI HENRIK NORDBMNDT RIFLESSIOM IN MARGINE A UNA TRADIZIONE Estratto da studi germ anici (nuova serie) Amo )OO(D(, 2-l 200t E: -

Transcript of Elementi formali nella poesia di Henrik Nordbrandt. Riflessioni in margine a una traduzione, in...

BRUNO BERM

ELEMENTI FORMALINELLA POESIA DI HENRIK NORDBMNDT

RIFLESSIOM IN MARGINE A UNA TRADIZIONE

Estratto da

studi germ anici(nuova serie) Amo )OO(D(, 2-l

200t

E: -

ELEMENTI FORMALINELLA POESIA DI }IENRIK NORDBMNDT

RIFLESSIONI IN MARGINE A UNA TRADUZIONE *

/i BnuNo Brnnr

Dei diversi tipi di traduzione letteraria, che presuppongono diversi

tipi di approccio al testo, la uaduzione di poesia può essere considerataquello piú soggetto ai problemi del passaggio da una lingua all'altra, oper meglio dire, con parole di Lotman, <<è proprio nel testo letterario (e

soprattutto in poesia), dove il piano linguistico generale del contenuto e

il piano dell'espressione si {ondono nella struttura complessa del segno

artistico, che emerge "l'effetto di intraducibilità" >'. In poche parole nella

traduzione di poesia non è possibile non tenere conto nello stesso tempodi problemi semantici, metrici, fonetici, stilistici, e se la ttaduzione è unaforma di interpretazione, la raduzione di poesia 1o è in maniera esre-mamente sensibile, poiché di un testo di partenza deve necessariamente

cogliere tutti gli aspetti cercando di restituirli in quello di arrivo.

Nel caso dell'antologia italiana di poesie di Henrik Nordbrandt da

me curata per I'editore Donzelli è stato innanzitutto necessario - come

nel caso di ogni scelta antologica - cercar di concenffare in un numerolimitato di testi un panorama completo della produzione dell'autore e diindividuare una chiave di lettura coerente che permettesse di includereun numero adeguato di poesie. La scelta di adottare un filo conduttoredi poesie d'amore è stata certo soggettiva, ma l'amore, insieme alla natura,

fa parte dell'universo tematico di Nordbrandt, anzi - per essere piúprecisi - il poeta danese è verosimilmente l'unico a1 mondo in possesso

di una 'certificazione ufficiale'di tale universo tematico. La storia, naffatada lui stesso, è presto detta. Negli anni Settanta, mentre si trovava in unpiccolo paese della Turchia, in occasione dr agStazioni politiche fu inter-

* Queste note ríprcndono, con qualche modi6ca, il testo di un intervento -prese ato

all'Università di M Ào il 17 novemLre 2000 in occasione del convegno <Tekstana.lpe:en daq med meroder og problemstillinger> Le traduzioni di poesíe contrassegnate da unasteris'co sono inedite, ie'alrre sono t.aite dall'antologia: H. Now:,sRANm,ll nostro afioteè cone Bisanzio, a cura di B. Bemi, Donzelli, Roma 2000

'J.M. LorMAN, Ì.1 problena dellz tadazione poaic4 ]n Teorie contempotaxee dellaîtuduzio e, a cura di S. Neergaard. Milano 1995, pp 257 -26. quì p. 258.

)62 Brarc Berní

.ogato dalla polizia sui motivi del suo soggiomo nella zona, Nordbrandtrispose che era f per scrivere po€sie, e alla domanda su quale tipo dipoesie scrivesse, dopo aver riflettuto rispose: << Poesie sull'amore e sullanatura! >. E cosí ottenne un certificato con tanto di timbri che gli accor-dava il permesso di soggiomare nella regione per scrivere poesie sullanatura e sull'amore,.

La decisione di seguire il filo rosso del 'discorso amoìoso' nonpoteva peraltro trascurare almeno un secondo aspetto dell'universo tema-tico di Nordbrandt: la sua lirica 'meridionale', gli splendidi testi cheparlano di Grecia e di Turchia, di case bianche e splendide donne, di unamore per il Mediterraneo che ha portato lui, uomo del notd, a trovareradici nella civltà greca e nei bagliori di una fantastica Costantinopoli,Di qui, del resto, la scelta del titolo dell'antologia, ll nosro amore è come

Bisanzio: un titolo emblematico anche dello stile dell'autore danese, inquanto sembra un'affermazione ma è solo una similitudine ipotizzata,come si evince dai versi successivi della poesia: < Il nostro amore è comeBisanzio / dev'essere stata / I'ultima sera >>, Né potevano mancare poesie

improntate a una nordica malinconia, al grigiore boreale, come quel

singolare testo sul clima danese - il componimento n. 2 in Hàndensskelaen i nooember (Il trcmito delk mano a nouembre, 1986) - che moltidanesi citano a memoria,:

2

.{ftt har 16 màrcder: Noveober

decmber, januar, fónnr, matn, april

maj, iuni, juli, august, septeiober

oktobu, novonber, oovenhr, november, novenber.

2

L amo hr 16 msi: mrenbredicembre, gouraio, febbraio, mano, apdle

rnaggio, giugno, luglio, agosto, settanbre

mobre, novembre, novtobre, noveobre, novernbre.

Un'ultima condizione della scelta era il gusto del curatore, e perciòla raccolta contiene una grande percentuale di pagine marcatamente liri-che e un numero limitato di quei testi che con un termine danese potreb-bero essere considerati knekprosa ('prosa frammentata'), un concetlosottilmente spregiativo che definisce cena poesia a partire dagli anniSessanta, e comunque non coglie il carattere della produzione di HenrikNordbrandt. Il concetto è quello che in una recente antologia di poesia

novecentesca - in cui compare anche Nordbrandt (ma, chissà perché,

'H. NoRDBRANDT, Brcoe fra ex Ottouan, Copenaghen 1978, pp, 63-64.

' Per una periodizzazione delle fasi poetidte e degli aspetti tematici della poesia diNodbrandt cfr. I.C. Hrnr'lerN, Er grog a/ smerte, is @. Ex bog om Henik Notdbundt,a cura di I. Holk, Odense 1989, pp. 100-118.

Elenenti fortxali nella poesia d.i Henrik Notdbrandt )6j

fra <le piú giovani voci >) - è definito <<1a tentazione della prosa>,owero quella << tendenza (al linguaggio paiato, al discorso argomenta-tivo) >>o che della poesia ha solo l'aspetto esteriore della frammentazionein versi. La sua produzione è catatteizzata invece da un uso frequentedi figure retoriche, di scelte sintattiche, di strutture strofiche precise, conil recupero di forme poetiche note o viceversa esotiche e con sceltefoúemente personali, sempre in armonico accordo ra forma e contenuto,con un'attenzione di rado condivisa dai poeti della sua generazione.

Questa varietà non è sempre chiara al lettore, e anzi si può parlaredi una distinzione oggettiva in due tipi di forme: il primo, cataitenzzatoper esempio dall'uso di particolari strufiure strofiche, nvela il backgroundculturale di Nordbrandt ma non risulta esplicito per il lettore italiano -e del resto nemmeno per quello danese - se non dal contesto, daindicazioni per lo piú 'esterne'; l'altro, l'uso di determinati elemenri stilistici propri della radizione della poesia europea, è invece riconoscibilenella singola lirica anche prescindendo dal contesto generale. Quella cheseguirà è una breve analisi di elementi formali presenti in singoli testipoeúci, con alcuni riferimenti al problema della traduzione.

Il primo tipo di elementi è strettamente connesso, come si è detto,al rappono di Nordbrandt con la sua personale formazione. Da questopunto di vista è significativo il grande interesse per la lirica turca, persianae greca, che lo ha spinto a tradume testi della poesia mistica di Gialàlad-Dîn Rúmî, creatore della setta dei dervisci rotanti, citato con toniinequivocabili in Opbrud og ankontster (PartenTe e ariui, 1974) e n Odetil blaksprutten og andre keiighedsdigte (Ode alla pioura e ahrc poesie

d'amore, 1975), che sono fra le sue raccolte piú belle. Ma se i temidell'opera del persiano R0mî paiono cari al poeta danese, non alrettantolo sono gli elementi formalí che la contraddistinguono, mentre è dal turcoJunus Emre, di cui Rúrnî fu modello, che Nordbrandt npt*tde n Bichare..._ pubblicata n Opbrud og ankomster -|'uso

di presentare se stesso altermine del componimento:

Biitue

Mellen meladolske o$rud og hiblose arkomster

uder at kende vtjer, og uden ledsagere

hu j€g bygget úig et ràm af sannemtyrtede afttrode

et reonanstum af ghsskft og parfumer

hvor te* fonelsler nig s& med mirc ullose bedrag

'Bidure

Fra rulincoliche partoze e disperati anivi

sena colooceie la $tada e *nzl conpagia

mi solo m$ruilo um tone di cmllate distatrze

ua casa dì risomnzr dì fiammenti di velo e ptofuloi

in oi confondo me stesso m i tniei infuiti urgami

n Poeda del Nouecexto h balia e ift Eatopq a cuta di E. Esposito, 2 voll., Milano2000, vol. II, p. 119.

364 Bruno Bemi

og hor jeg ovematta, vàgo og rastlos e trxono la nottc desto e senza pace

pi vej rnellen verdsrme, hvor jeg hu odel4t mit liv s!06t údomì fra h strnie in cli ho distrutto h mia vita

og de bfu dromme, jeg lar dromt der e inediocri sogniche viho sopato

ongivet af kruste {asku, bubublade og fteinrrcde sàr circo ato di boniglie rotte, latrette ed estrua feiite

toldktjere, forwiget af dere stempler agentidi frontiera inrnonalati dailoto tìmhú

og lvindu, hlis ansr$er fuldnàner hu rs'!rt, e dome cd la luna piena ha rapito il volto.

0g jq elsLer útarden mdlem nit odelate selv

og speilere jq haî splintftt

E adoro la dirmza fm il nio distrutto io

e gli specchi cle [o ftanturato

nine nadige utoveri4a og niae o$ru6e nrl i miei utulggi nomrni e i miei lineamenti mnsunti

de mànelpe floder og de mmne huse i bjergore i fiumi illunimti dalla luna e le ccle wote sui norti

og Hippehuleme, lvor jq fok mig hieflne, e le caveme jl cui oi sentio r casa.

0g jeg ser rnig sdv anlornme ige! 0g rg€n E ni rdo anivare, anmra e piaocom

ad nedl4te jembarer, pà s[ih forhdt d dere bsemiq per fenovie soppresse, ru uvi abbadonate dallleEipaggio

til fortryllede oe1 ìoftet af norgemolen for fonte gang il isole bcanute, emme pet la prima volta rcJ sole del nattino,

og til bokidte larnebyer, jeg lur hu domt om e b luridi poni cle [o solo sogroto

men hvor drartme, de gu e ludere og posionutde loúer ma in cli $ ukiachi, le vecchie putirne e i piloti h pensione

genloder mrg som deq der altid tagu ahrd. mi riconoscolo corne colui che $mpre parte.

L'origine di tale elemento forma-le - che altrimenti non sarebbefacilmente riconoscibile nel modemo contesto culturale europeo - vienechiarita esplicitamente da Nordbrandt nelle note alla raccolta. L'iîfor-mazione è utile per sottolineare l'influenza di un poeta ffecentesco turcosu un aulore danese del pieno Novecenîo, ma soprattutto è importanteperché in tal modo l'autore sottolinea I'io lirico che è al centro di tuttala sua produzione: << den, der altid tager afsted>, << colui che sempreparte >>, fio lirico di un poeta <<con lo sguardo rivolto sempre verso un'altrove', in un continuo alternarsi di'partenze e arrivi' [...] in una serieinfinita di luoghi e di momenti e in una sensazione quasi di ricerca di una'non appartenenza' >>

t. Vale qui la pena di accennare brevemente che iltema del viaggio non è in Nordbrandt solo un lopor letterario moltofrequente, legato alla metafora novecentesca dell'esistenza, ma è esplici-tato anche in una vera condizione dell'essere, come nell'opera e nella vitadel poeta gteco Costantinos Kavafis, con il quale il danese presentanumerose affinità tematiche. e la cui poesia Itaca è citata in apertura diOpbrud og afikonster.

Un altro esempio di forme poetiche riprese da autori dell'areamediorientale è la strofa di quattro versi delle ruba'iyat di 'OmarKhayl'àm -

poeta persiano vissuto fra I'K e il ) I secolo - che Nord-

' Cftla Postfazione di chi scrive a H. NonoRRAND'l, Il ,tostro lrtore è cone Bisanzio,cit., p. 196.

'Per le 'parentele' lenerade di Nordbrandt cfr. L. MAIÀ,EoRG, Stemnegalleriet, 'tn

@. En bog om Henik Nordbraxd,t, cit,, pp. 140-16r.

Elementi fornali nella poesia di Henih Notdbtazdt 365

brandt utilizza in tutti i 91 componimenti di Hàndens skeluen i nooember,

ponendo in apertura del volume una quartina di Khayyàm e norninandolopoi nel componimento 58 come << mio amico del cuore, mia guida >:

ancora una volta a sottolineare la scelta di una forma arcaica e lontanadalla cultura danese, e ancora una volta nella necessità di spiegarlo allettore:

3

Nàr solen endelig skinner i no!'ember

skinner den sà sterktat selv de blinde farer sammen

nàr de horer deres skyggen dron.

t5

tQuando il sole infne splende a novernbre

splende cosí foneche persino i ciechi trasalgono

nel sentire lo schianto delle lom ombte.

t,Boset dig aldrig mellem bjergene og havet Non stabilini mai fra le montagne e il mare

men lsb frem og tilbage mellen dem hver dag. ma cori avanti e indieno fia loro ogni giomo.

Du vil alligevel savne det me sted pà da andet Avtai comunque nostalgia di un posto nell'altro

og sàledes hver gang undgà doden pà ha.lwejer e coú ogni volta witerai la morte a metà strada.

Citare questo tipo di influenze formali potrebbe apparire un eser-

cizio pedante, se non fosse che fra i contemporanei di Nordbrandt laricerca poetica va molto spesso in senso opposto alla tradizione. Sareb-

be possibile continuare con un paragone degli elementi tematici nelleruba'iyat dl 'Omar Khayyàm e in questa particolarissima raccolta diNordbrandt, per esempio la proprietà taumaturgica del vino, che inNordbrandt non è rrfì tema comune ma compare qui - per esempio nelcomponimento 47 - con gli stessi toni con cui ricorre frequentementenell'autore persiano.

A questo punto è necessario accennare al rapporto con la modemitàe al secondo tipo di strutture formali, quelle cioè riconoscibili anche fuorida un contesto, e che devono essete ptesenti al lettore (e non solo). Lapoesia di Nordbrandt rappresenta una roftura con i contempomnei già

al momento dell'esordio con \a taccolta digte (poesie, 1966) , ll titolo digte

è a un tempo vago e pretenzioso per una raccolta d'esordio, digte conla minuscola, per giunta, quasi a seguire una moda di anticonformísmo.Ma questa è una delle poche concessioni di Nordbrandt al gusto del-

I'epoca: se gli inizi della sua produzione sono legati ad alcune forme della

lirica danese degli anni Sessanta, nella sua interczza essa rappresenta una

sicura'deviazione' rispetto ai contemporanei.

Un esempio è proprio l'uso che Nordbrandt fa della metafora, l'ele-mento principe della poesia modema. Fin dalle prime raccolte si trattaspesso di metafore molto classiche, tese a illustrare e non a suggestionare,

)66 Bruno Berni

come quella della morte nel componimento appena citato, o della rosa'nt Rosen fra LesboS da Ode til bl.aksprutten:

Rosen Jra ksbu It rov di Lak

Jeg har fàet deme rosr af en ulendt kvinde Ho au:to qutsta rou da una doma sronosciuta

da jeg vu pi vej ind i er ukendr by. mentre entravo jn ma cinà sconosciuta.

- 0g ou da jeg hr veret i b1m - E ora óe sono stato nella cittÀ

sovet i dens serge, spiilet lort undei dtns gpressei ho dornito nei suoi letti, giocato r cafte sotto i suoi cipressi,

d,.ullet nig fuÌd pà dens avemau mi sono ubriacato nelle sue taveme

og set kvinden komme og gà og gà og korone e lo visto la donna adare e rcnire e venire e andfle,

ved jq iHe Jcngerc, hvor jq skrllaste den fra mig. non so piú dove gettadr via.

0rcmlt hvor jeg har veret, haoger dens ddt. Onnque sono stato aleggia il suo profuno.

0g overalt lvor j,g ille lar veiet E ovunque non sono stlto

ligger dens visne bìade sar'unenlirollet i stovet. i suoi petdi ùzi giaaiono accartocciati nella polvere,

Dunque metafore chiare, che per cosí dire non prendono mai sul seriose stesse e

^nzi - attraverso il filtfo delf ironia - sono in grado di

mettere in crisi anche il proprio statuto, come n Nu kan jeg ikke brugedig langere, dalla medesima raccolta:

Nu kan jeg ikke bruge dig leryue Ora rcn poso piú asani

Nu kan jeg ikke bruge dig lengere Ora non posso piú usanisom m lose i mine kerlighedsdigtc come una rosa nelle mie poesie d'amore:

Du er alt for stor, alt for smuk sei troppo grarÌde, troppo bella

og alt, alt for meget dig selv. e troppo, troppo te st€ssa.

Nu kan jeg faktisk kun se pà dig Ora posso in realtà solo guardarti

som man ser pà en flod come si guarda un úume

der hu fr.urdet sit eget leje che ha trovato il suo lenoog nyder det i hver af sine bevegelser e lo assapora in ogni suo movimento

hveft a[ sine svirg, hver af sine 6sk ogni sua ansa. ogni suo pesce

og hver af síne solnedgange e ogni suo tramonto

mellem de blà, snedekte bjerge fra i monti azzurri copefti di nev€

som er mine, og mine alene che sono miei, e rniei solo

fordi du har banet dig vej gurnem dem. perché fra loro ti sei aperta un varco,

Nu kan jeg kun spejle mig Ora posso solo specchiarmi

i dine forbistrsrnmende, roJige vande nelle acque che scorrono placide

sanmen med de faldende blomsterblade insieme ai petali di fiori che cadono

prammene og de forladte minebyer alle chiane e alle città minerarie desene

hvor dine elskere drikler sig fi.rlde dove i tuoi amanti si ubriacano

og dmknu sig i dit màneskio e si afiogano al tuo chiaror di luna

og bliver skyllet op pà breddeme e vengono rigettati sulle rive

i de fjeme lande, hvor vi msdes i vores drsrome. nei paesi lontani dove ci incontriamo in sogno.

Elementi lomtali nelh poeia di Her.ik Nordbrandt 367

Mettendo in crisi nella prima strofa la metafora forse piú classica dellaletteratura, la rosa, Nordbrandt compie un'operazione strettamente legalaalla metafora stessa, creando una similitudine negativa che viene poirafÎoîz*ta con una in positivo affidata alle strofe 2-5 e all'ultimo versoisolato, Tale procedimento è ai limiti della metapoesia, che invece è deltutto palese in testi come Agorcphilk, sempre da Odc til bl.aksprutten, e

Hyl ooer en ueninde, da Istid (Era glaciale, 1977). Ma va notato chel'operazione metapoetica, non rara nella poesia di Nordbrandt, si affiancaa una straordinaria coerenza che ha sempre spinto I'autore a parlare dipoesia usando come strumento espressivo solo la poesia stessa, senza maitentare la strada della teoria - una tendenza invece estremamente diffusafra gli autori danesi degli ultimi decenni.

Agoftphlia Aeruflia

Du er min kafuhed og min forwivlelse. Tu sei il nio amore e la mia disperazione.

Du er nit vanvid og min indsigt. Tu sei la nia follia e la tia saggezza.

Og du er alle stedeme, hvor jeg ililrc har varet E sei tutti i luo$i in cui non sono stato

og sorn kalder pà mig fra alle verdenshjomu. e che mi chiarnano da tuni $ angoìi del nondo.Du er disse seks linier Tu sei queste sei righe

som jeg nà begrense mig til for ikle at skrige. cui devo limiarmi per non gridare,

Hyl uet er ueúrde Gatito per n'amiu

Hvis jeg var en hund, ville jeg hyle pà din grav Se fossi un cane guairei sulla tua tomba

og stejfe om fra dor til dor e andrei enando di pona in porta

i sogen úer fenen af dig, in cerca del tuo odore.

Men jeg er et memeske og ved, du er dod À{a sono un uorqo e so che sei morta

bag hver eneste dor i verden dietro ogni singola porta del mondo

og finda lge sà Lidt i din grav e nella tua tomba non sei, come non sei

som i disse linjer, jeg omsetter rnin hylen til in queste ri$e in cui conveno il mio guaito

mens hunden i mig bJiver ved med at streife. mentre il cane che è in me continua a enare.

In Hyl ouer en uenind.e compare la morte non piú in quanto meta-fora ma in quanto dato reale che entra nella poesia di Nordbrandt

- lo

farà con piú frequenza negli anni Novanta -

come momento centraledella lirica, sottolineato dall'allitterazione <<dor>-<<dod>' (nella tradu-zione italiana << porta >>-<< mofta >). E vi compare altresí I'accostamentoío-cane, retoricamente ipotizzato àa un adúnaton nei primi versi, inter-rotto a metà della poesia e negato in quelli successivi, che sottolineanole differenze fra i due elementi della similitudine. La quale costituisce lavera caratterisîica di Nordbrandt che lo differenzia radicalmente dai suoi

'T. BREDsDoRFF, Med. axdte où.. On Henik Notdbtandx poetiske sprog Cope-naghen 1996, pp. 25-26.

Bn xo Bemi

contemporanei. Talvolta, anzi, la simlitudine non è contentrta nellapoesia, ma è la poesia, come awiene in Frg en o in Ka igheden ligner oer,entrambe da Forsaar for uinden under doren (Apologia del uento sotto laporta, 1980):

sit lperode indre med de glinsende, fedtete fro il suo rosato intimo dai semi lustri, camosi,

Fign

Som en sonviolet og overmoden frgender har àbnet sig og blonet

og torrer nydende ind i middagsolurligger du hos mig i rosrket.

Kerlighedex ligxer oer

Kedigheden ligner oer:Den bliver fsrst helt sig selv

i det samme morgengry som de

og forstàr font sin placeringpà lyden af havet

mod de kpter, den altid rejser fra.

Pà u( xed.

Pà vej fia isparta i bjergene

til Antalya ved havet

falder pà de snedekte bjergtoppepà vej ned. Pà vej ned

fra bjergene til havaefter al sandsynlighed nridt i vore livtaler vi til hinanden

uden at fonie noget. Aftensolen

falder pà hver eneste

af de snedekte bjergtoppe.

II iîoCome un fico purpureo e ben rnaturoche si è aperto denudando

e si dissecca godendo del sole meridiano,tu giaci accanto a me nel buio.

* L'anote somigJid alle isole

L'amore sorniglia alle isole:

diventa daweto se stesso

solo all'alba come loro

e comprende la sua posizione

solo dal rumore del mare

contro le cost€ dalle quali sempre parte.

Scende n

Diretti da Isparta fra i montiad Aatalya sul mare

cade sulle cime innevate dei rnontiscendendo. Scendendo

dalle montagne al mare

con ogni probabilità nel mezzo delle nostre viteci parliamo

senza tacere nulla. Il sole della sera

cade su ogni singola

cima imevata dei nonti.

Peralto la poesia di Nordbrandt si basa anche su figure retorichedí posizione, scelte sintattiche il cui trasferimenro nella lingua d'arrivorichiede un'attenzione in piú da parte del traduttore. Non \a system-digtning ú Inger Christensen, costruita secondo uno schema obbligato,non il concretismo dei decenni passati o di alcuni giovani degli anniNovanta come Simon Grotrian, ma sicuramente la produzione dell'autoredanese è catatteîtzzata da una serie di parallelismi, anastrofi, epifore, e

soprattutto di peculiari strutture sintattich e gtazie alle quali la poesiaassume talvolta un'architettura del tutto particolare. Si vedano per esem-pio i versi & Pà uej ned, da Opbrud og ankornster:

sidder vi i bussen med hinanden i hànden sediamo nell'autobus tenendoci per maloog taler sarunen. Solen e parliamo. 11 sole

Elementi formali nella poesia di Henrik Nordbnndt 369

Le figure centralí della poesia, il poeta e la sua donna - questa volta<< colui che sempre parîe >> viaggia in compagnia - scendono dai montiverso il mare seduti nell'autobus e padano. Il sole scende e illumina le

cime innevate dei monti. Le due situazioni sono ancora sufficientemente

isolate, il parallelismo non è ancora chiaro. Ma l'anadiplosi nel verso

cenrale, che i1 titolo sottolinea come un elemento fondamentale, funge

da cerniera e metle in collegamento le due situazioni generali che si

svolgono in parallelo con le due situazioni particolari, anch'esse parallele.

Nella seconda parte della poesia il parallelo viene completato e l'analogia

si chiarisce: i protagonisú toccano ogni argomento <<senza tacere nulla >t,

il sole illumina <ogni singola cima innevata dei monti >>.

La traduzione richiede qualche ^ccorfezza

sintattica poiché I'ana-

diplosi, basara in danese sul raddoppiamento di un complemento di luogo(<pà vej ned>) che rende implicito e sostituisce il verbo di moto, initaliano deve invece basarsi sul raddoppiamento del verbo di moto al

gerundio (<<scendendo>). Ma la posizione del verbo in italiano, che nellaprima delle due frasi è anasttofica, non è un problema e corrisponde a

un'anomalia di posizione del complemento di luogo danese.

11 rispetto della struttura sintattica di molte poesie di Nordbrandtrichiede dunque qualche acconezza nel passaggio verso I'italiano, come

nella poesia Nàr oi forlad.er hinanden, da Omgiaelser (Vicinanze, 1972) -una struttura circolare che inizia e termina con una dichiarazione diabbandono e contiene al suo intemo g1i 'oggetti' di tale abbandono;

Nù ti fwkder hinotdet

Nàr vi {orlader hinanden, forlado vi samtidig

slle de $eder, hvor vi har v€rct sanroen:

Den forsomte fontad med dc rogsvende huse

hvor vi boede en màned, mdige byer

Qark ci lacìano

Quando ci larciamo, lasciamo contempomneammte

tutti i luo$i in cui sirmo stati insierne:

i sobborghi abbandonati con le case annerite dal fumo

dove abitammo un mese, città oottume

hvis navne vi har glemt, og sthkmde osiatiske hoteller di cui abbiamo dimenticsto i nomi, e faidi aìbelghi asiatici

hvor vi nu og da vàgnede i middagsheden dove ogni tanto ci wdiavarao nell'a{a del mezzodí

ned en fslelse af at have sovet i et n:sind og et àr. col la sensaziooe di aver donnito pei miÌle e un anno

0g alle de sm.à, slert tilganplige bjer$apeller E tutte le piccole e inpemie cappelle di montagna

logs vejen mellan Aùen og Delphi lungo la strada fra Atene e Delf,

hvor olielaroperne brender iommematten igemem dove le larnpade a olio atdono pel tutta h notle estiva

fodader vi sarntidig, dr vi forlader hhanden. lasciamo contemporaneamente, quando ci lasciamo.

La proposizione temporale e la principale sono dunque ripetute - nel

primo e nell'ultimo verso - ma invertono la loro posizione. In danese

1" ,t-tt r." chiastica funziona perfettamente gîzzie d' fatio che l'elenco

dei complementi è diviso in due serie separate dal punto che chiude 1a

370 Btuno Berzi

prima strofa, e che la seconda serie viene quindi a porsi prima delsoggetto e del verbo della principaie dell'ultimo verso, generando la stessainversione soggetto-veîbo che nel primo verso era prodotta dall'eviden-ziazione della proposizione secondaria. Nella traduzione italiana, dovef inversione non è possibile, il soggetto rimane sortinteso e il rispetto dellastruttura chiastica è dovuto alla lieve forzaîura dell'anastrofe.

Alla fine di questa breve analisi è possibile dunque riconobcere, neidue tipi di strutture formali defniti alf inizío, un diverso ffattamento daparte del traduttore. Il primo, quello che rivela l, backgrounl culturale diNordbrandt, rimane identificabile solo grazíe agh :r;'úzi non a caso dis-seminati dall'autore nel testo e nelle note, e dunque a un livello dicontesto diverso da quello della versione. Ciò accade verosimilmenteperché si tratta a volte di forme troppo distanti dall'universo cognitivodel lettore danese e italiano - e dunque del traduttore italiano - perpoter manteneîe rln valore facilmente riconoscibile. L'altro ordine distrutture fomali rimane invece esplicito e dconoscibile nella singolalirica, e richiede perciò un particolare trattamento e una speciÉca atten-zione, poiché in esso sono insiti valori formali comuni alla cultura occi-dentale, identificabfi a livello immediato. Ma solo tenendo conto anchenella traduzione di entrambi i lívelli è possibile comprendere la poesia diNordbrandt nelT'intetezza dei suoi molteplici piani espressivi.