Condensatori per la produzione dell'ossido di zinco da Conca del Naviglio a Milano

10
- condensatori per la pro dvzione dell'ossido di zinco da c^onca del Naviglio a Milano Marco Tizzoni Introduzione Spesso erroneamenre considerati metalli impiegati soro.in :p?." recente, lo zinco e la sua lega con 1rame, chiamata o*one,.rr.ro irrì.rtin.onàr.irrú prodo.tti ed usati sin dall'antichità1' L"ottone è oiù resistente der rame, ^lt"-.rrt.;;;d. . *rll.rbii'.'J iacilme.rte fusibile ed atto ad essere cola- io'in stampi, oltre ad avere un colore attraente' Da Nimrud provengono drr..ìotore di bron zo adalto tenore di zinco (zn 6"/"), da cavustepe in Turchia orientare proviene un braccialetto ."";;;;;;nuro di zinco di circa l'1'1"/" e da ugarit un anello (zn t2%)del XIII r... ;b.;è stato p.ri^;;;;;il che in questi casi si.tratti di "ottoni narurali,,, cioè derivati dala ,-id.rriln. ji .,,ir,.i"l. :ú?i?;;9 .o.r rr,'.i.vata quantitl di minerali di zincopresenti come impurità2. o.p. iiil...r. ac]cominciano ad essere presenti oggetti di ot- toata ttèll'area mediterraîea' , - -:^^ ^) ^*^ -^ti "nnn rlr. per quanto riguarda.r,It-alia i più antichi o.ggetti in ottone sino ad ora noti sono due reperrl etru- schi conservati al British Mus."-;ri ;;;;;.díir* fib;i; ;;avicella romboidale del vII sec' a' c' e della base di una staruetta del V ,... a.C. che .."r."gt"1ii:l ;l 12% di zinco3' Non si deve co- munque rr",r"r. ii.rrr ""i.i i"rrttì r. ,trrdio a.r irr?aock si basa solo sui materiali etruschi con- servati nel museo londinese . ,, pL* ii q".rri .onr.rrr", i altenze; se analoghe campagne di ana- lisi venissero eseguite anche i,r "r;;i;;;.ì; ;rob.Jil. che le nostre co"o"t'i" sulla diffusione di ;;;r;. lega in Irii; durante I'età del Ferro potrebbero mutare. A partir. drii r.."r. ,.c. t,o,àrr. ;;" i" più eccezionare, venne infatti utt'lizzaro per la mone- azione.per essere disponibile in quantità e .à" "" .o"r..r.rro di zinco attorno al22'/" doveva es- ;;;l ru|;#ffi 'jil:['.îftî:ft ,,p ezzodi z inc o m etalti co v e nne erre ttu at o du r ant e e\i :',1: i del tglg nell,Agorà di Aten., ,i **i, di,r.r fr"-rn.n;t;i lamina rinvenuro in un contesto del IV- III sec. a.c.5. Ltstrema rarità d.ir; ;ì".o da siti r;;i;"ù;;*r dalle sue caratteristiche chimico-fi- ;i;h;; q"i"ai dal modo in cui veniyl legato al rame' - - -^..: ^^r Lo zinco,uno dei metaili pi,r;iifr;;"r"igr"p" rerresrre, può essere ortenuto da solfuri (blenda e wurzire), ossidi (zincite), .r.uorrrii iiaroril.it. . ,mithsonite) e silicati (emimorfite)' Il termine ..calamina,, oggi è praticam..rr. ,bbrido.r"ro, poi.ne in origine non designava tanto un minerale' ;;;;ir..ii di iilicato e di carbonato di zinco' Ir basso p";;; ;i^il;i"". a.iio Àn o(circa 41.7" c) e di ebollizíone (tra i 91'3 e i917" c) fa che ir minerale, immesso ,.i forrri -.rarùrgici, sl riduc a e ahrettanto-rapid"T:îtt si riossidi for- mando incrosrazioni sulle p"r.,i dei {orni; ."r;;;;ó;;ir;"do delle goccioline di metallo nei t"T:il.Í:t*.. di zinco metallico così o*enure erano l'unica fonte di questo elemento nota nel- l,antichità e ciò spiega Ia sua .rrr.,.,-'" rarità n.i .o"i.rii ,r.h.ologici e perché anticamente l'ottone ;;;i;t. .onrid.r"'to "tll" stregua di un metallo prezioso' 1) ll problema dello zinco nell'antichità è stato qft:9-i:'t^11- ;íi;tt;;;; Jt ""-.toti autori, da cui le presenti nottzte re- lative ai ritrovamentt "i.[t"tà[itidi "gg^ttti in zinco ed ot- tone sono desunte' ln particolare si rimanda il lettore alla ::.'"";';i"iìii'i'a"t óióbi.-" in cRADDocK 1ee5' pp' )b;::b):'L' ;;;;Ji óìXnotNo I ee8, pp' 1 8e - 1 e 1.'.i n'v e- Éíl'írr;i"* ''ti;;;;,i";g.'to di it"'" delle pubblica- ;ìà;ì;ii"teo-"n,o, i. iiti""t"o qui dunque solo per com- pl ete zza b i bli o graf ic a' 2) CRADDOCK 199s, PP'293-294' 3) CRADDOCK 1986, PP' 223,237' 4) BAYLEY 1990, P' e' 5) CRADDOCK t990, PP' 2-3' 111

Transcript of Condensatori per la produzione dell'ossido di zinco da Conca del Naviglio a Milano

-

condensatori per la pro dvzione dell'ossido di zinco

da c^onca del Naviglio a Milano

Marco Tizzoni

Introduzione

Spesso erroneamenre considerati metalli impiegati soro.in :p?." recente, lo zinco e la sua lega

con 1rame, chiamata o*one,.rr.ro irrì.rtin.onàr.irrú prodo.tti ed usati sin dall'antichità1' L"ottone

è oiù resistente der rame, ^lt"-.rrt.;;;d. . *rll.rbii'.'J iacilme.rte fusibile ed atto ad essere cola-

io'in stampi, oltre ad avere un colore attraente'

Da Nimrud provengono drr..ìotore di bron zo adalto tenore di zinco (zn 6"/"), da cavustepe

in Turchia orientare proviene un braccialetto ."";;;;;;nuro di zinco di circa l'1'1"/" e da ugarit

un anello (zn t2%)del XIII r... ;b.;è stato p.ri^;;;;;il che in questi casi si.tratti di "ottoni

narurali,,, cioè derivati dala ,-id.rriln. ji .,,ir,.i"l. :ú?i?;;9 .o.r rr,'.i.vata quantitl di minerali di

zincopresenti come impurità2. o.p. iiil...r. ac]cominciano ad essere presenti oggetti di ot-

toata ttèll'area mediterraîea' , - -:^^ ^) ^*^ -^ti "nnn rlr.per quanto riguarda.r,It-alia i più antichi o.ggetti in ottone sino ad ora noti sono due reperrl etru-

schi conservati al British Mus."-;ri ;;;;;.díir* fib;i; ;;avicella romboidale del vII sec' a' c' e

della base di una staruetta del V ,... a.C. che .."r."gt"1ii:l ;l 12% di zinco3' Non si deve co-

munque rr",r"r. ii.rrr ""i.i i"rrttì r. ,trrdio a.r irr?aock si basa solo sui materiali etruschi con-

servati nel museo londinese . ,, pL* ii q".rri .onr.rrr", i altenze; se analoghe campagne di ana-

lisi venissero eseguite anche i,r "r;;i;;;.ì; ;rob.Jil. che le nostre co"o"t'i" sulla diffusione di

;;;r;. lega in Irii; durante I'età del Ferro potrebbero mutare.

A partir. drii r.."r. ,.c. t,o,àrr. ;;" i" più eccezionare, venne infatti utt'lizzaro per la mone-

azione.per essere disponibile in quantità e .à" "" .o"r..r.rro di zinco attorno al22'/" doveva es-

;;;l ru|;#ffi 'jil:['.îftî:ft ,,p ezzodi z inc o m etalti co v e nne erre ttu at o du r ant e e\i :',1: i

del tglg nell,Agorà di Aten., ,i **i, di,r.r fr"-rn.n;t;i lamina rinvenuro in un contesto del IV-

III sec. a.c.5. Ltstrema rarità d.ir; ;ì".o da siti r;;i;"ù;;*r dalle sue caratteristiche chimico-fi-

;i;h;; q"i"ai dal modo in cui veniyl legato al rame' - - -^..: ^^rLo zinco,uno dei metaili pi,r;iifr;;"r"igr"p" rerresrre, può essere ortenuto da solfuri (blenda

e wurzire), ossidi (zincite), .r.uorrrii iiaroril.it. . ,mithsonite) e silicati (emimorfite)' Il termine

..calamina,, oggi è praticam..rr. ,bbrido.r"ro, poi.ne in origine non designava tanto un minerale'

;;;;ir..ii di iilicato e di carbonato di zinco'

Ir basso p";;; ;i^il;i"". a.iio Àn o(circa 41.7" c) e di ebollizíone (tra i 91'3 e i917" c) fa sì

che ir minerale, immesso ,.i forrri -.rarùrgici, sl riduc a e ahrettanto-rapid"T:îtt si riossidi for-

mando incrosrazioni sulle p"r.,i dei {orni; ."r;;;;ó;;ir;"do delle goccioline di metallo nei

t"T:il.Í:t*.. di zinco metallico così o*enure erano l'unica fonte di questo elemento nota nel-

l,antichità e ciò spiega Ia sua .rrr.,.,-'" rarità n.i .o"i.rii ,r.h.ologici e perché anticamente l'ottone

;;;i;t. .onrid.r"'to "tll" stregua di un metallo prezioso'

1) ll problema dello zinco nell'antichità è stato qft:9-i:'t^11-;íi;tt;;;; Jt ""-.toti

autori, da cui le presenti nottzte re-

lative ai ritrovamentt "i.[t"tà[itidi "gg^ttti in zinco ed ot-

tone sono desunte' ln particolare si rimanda il lettore alla

::.'"";';i"iìii'i'a"t óióbi.-" in cRADDocK 1ee5' pp'

)b;::b):'L' ;;;;Ji óìXnotNo I ee8, pp' 1 8e - 1 e 1.'.i n'v e-

Éíl'írr;i"* ''ti;;;;,i";g.'to di it"'" delle pubblica-

;ìà;ì;ii"teo-"n,o, i. iiti""t"o qui dunque solo per com-

pl ete zza b i bli o graf ic a'

2) CRADDOCK 199s, PP'293-294'

3) CRADDOCK 1986, PP' 223,237'

4) BAYLEY 1990, P' e'

5) CRADDOCK t990, PP' 2-3'

111

-f

Lo zinco metallico veniva raccolto, quindi mescolato al rame e scaldato sino al punto di ebolli-zione in modo che liquefacendosi ed evaporando si legasse con il rame formando l'ottone; in que-

sto modo si ottenevano degli ottoni a basso tenore di zinco. Tuttavia solo con il procedimento diproduzione dell'ottone per cementazione, facendo quindi uso di minerali di zinco, si poterono ot-i.tr.r. degli ottoni con un tenore di zinco elevato (oltre 1120%). La cementazi,one è un trattamentotermico che consiste nel provocare una soluzione o una diffusione di un metallo nell'altro; si ottie-ne promuovendo a caldo I'assorbimento degli atomi di zinco da parte della massa di rame metalli-co la cui agitazione termica favorisce la diffusione dello zinco tra le sue maglie reticolari. Tale p_ro-

cedimento consisteva nell'immettere in un forno fusorio dei crogioli chiusi contenenti rame metallico

spezzettato, minerale di zinco e carbone. Bisognava fare attenzione a non superare la temperatlJra

di ebollizione dello zinco, in questo modo esso evap orava e si combinava con il rame, ancora allo

sraro solido, abbassandone peò il punto di fusione, infatti un ottone con un contenuto di zinco del

3O'/" fonde a meno di 1O0O óC, -.nt.e il rame fonde a 1083 "C. La parte dei vapori di zinco che non

si combinava si depositava sulle pareti del forno sotto forma di ossido e, in quantità molto minore,di zinco metallico. Naturalmente lo zinco si mescolava al rame solo in superficie eI'operazione do-veva essere quindi ripetuta più volte. Questo procedimento, già conosciuto nel Ponto, in Bitinia ed

in Frigia nel I sec. a.C. (dovè I'ottone veniva usato per scopi monetali), fu adottato anche dai Romaniin epoca augustea e venne quindi da essi introdotto in altre parti dei loro dominii, ad esempio nel Isec. d.C. in Britannia. Come è stato mostrato l'ottone venne usato dai Romani oltre che per scopi

monetali per ornamenti, in particolare le insegne militari, e per alcuni tipi di fibule, tra cui le Awcissa6.

Crogioli romani per la preparazione dell'oftone sono stati rinvenuti in Inghilterra a Colchester,

Canterbury e Ribchèsterz e in Germ anra a Nida presso Francoforte e a Ladenburg/Neckar8, tuttiin contesti del I sec. d.C.

Le fonti

Le antich e citazioni in cui sembra vi siano allusioni all'ottone oltre ad essere molto scarse sono

anche estremamente incerte nella loro interpretazione. Ne è un esempio un brano di Teofrasto tal-volta citato come prova della produzione dell'ottone al suo tempoe. Tale passo può essere reso initaliano come r.gr.r " Molto insolita è la terra clte viene mescolata al rame, poiché ohre a fondere e

a mescolarsi ba ancbe il notevole potere di migliorare la bellezza e il colore"lo. Riassumerò breve-

menre, per comodità del lettore,lè osservazionisu questo brano contenute nella pubblicazione del-

I'opera di Teofrasto con apparato criticoll. Il testo greco non chiarisce esattamente 1 che appar-

renga il colore che viene -igliomto, è stato anche suggerito dapartedi alcuni studiosi che il termine"raile" (1crì"rós) sia una còrruzione di "ghiaia" (^tr&?utn), anche se la cosa sembra improbabile, e

quindi il testo si riferirebbe addirittura al vetro, si allude inoltre ad una sostanza che dava al rame

,rn "rp.tto

più gradevole, ma non si fa cenno al colore giallo dell'ottone. Questo-pa:so viene anche

confrontatò con un altro (anch'esso utrlizzato per avval orare I'ipotesi di una Íabbricazione del-I'orrone nell'antichità) nelle De Mirabilibws Awscwltationibws dello Pseudo-Aristotele (di epoca in-certa,ma comunque posteriore a Teofrasto) in cui si legge che il rame dei "Mossynoeci" è di colo=

re brillante e chiaro à .rrr" di una terra (yfl') td esso mescolata. Ciò tuttavia non prova in alcun

modo I'uso della calamina, infatti non solo anche in questo caso non si allude in alcun modo al ca-

rarteristico colore dell'ottone, ma si parla di una sostanza che sbianca (Leurotatóv). Infine si ri-corda come nel Papiro X di Leida siano contenuti ricettari per sbiancare il rame facendo uso di di-verse sostanze, tra cui composti a base di arsenico.

6) BAYLEY 1990, pp. 7 -27.

7) BAYLEY 1990, p.26.

8) Z\TICKER-GREINER-HOFMANN-REITHINGER1985, p. 107,fig.22.

tt2

9) FORBES 1971,p.274.

1o)THEOPHRASTUS,49.

11) CALEY-RICHARDS 1956, pp.

le

v(

ca

dP

Pl'c

I'rs

Ic

't.

s

--

In concrusione, ir brano di Teofras to pwòailudere ail'ottone , ma anche allafabbricazione di una

reea di rame arsenicare oppure";':ÌJ,'.iíí íi^ri;"rri.* a.t r'ameche ne migliorava I'aspetto'

- A ,or,.gno dell,alro ,r"1or. in ..riì.niva stimato l'ottone ancora nel IV

'Jtolo a'C' è stato più

volte citato un passo d,er criziadi pir;;;.. i.r,rr.,ri atarecitazione va., a mio avviso considerata con

cautera. rr crizia,opera rncompru;;*iltyr ir J;;i;;;l;r di t't" trilogia dedicata al mito

di Atrantide (ne Ía parte tr rr.meo,,,,,,.rrrr.- r,.Ermocrate.non venne -ri ,.rittof In questi dialoghi

platone trattadi un regno mlrrco, ióffi;;{:::lt del suo rempo.' in modo particolar e nel crizia'

proprio per la ,.r" .ri"tteristica di essere t-i"t"'#J";;;;;;i'ii* r" qt'à"'optra Platone cita

i,oricrl.o, cioè l'ottone, in 4Y.. P;;i-"N;f pliry: (114 1O e) esso viene descrittoio-t un metallo

che proviene direttamente dalle ;;;;; Ìilri"ai ,ràr, r-" I1s") e sarebbe quello più prezioso dopo

l,orà tra i metalli usati in qwei t?rnp!..Si poìrebbt ptt'"it ditqt" "d ""

oi'o"t i'"atut"le" o ad un

rame arsenicare; inoltre egri scrive di un tempo ,"-oio, ,i.ordi"*o roÀr la leggenda di Atlantide

sarebbe srara narrata a soróne dai ;il;;t .gí; .lt";ù;;;tr;. giustamente ailIe-poca di Tuthmosis

III (1490- 1436 a.c.) ra catasrr.f. ;i;;"...r1i", crisi dei loro coÀm...i .on Keftiu (creta)' Nel se-

condo passo (116 1ó c-d) reggirr".Trr. il--"r" a.ri'rl;;;lt della f"rrolo,' capitale di Atlantide era

ricoperto a,o*oir.,-.or,;;.1 ,. ;;;î,i;;-r"il; ti;;;ilento del tempio erano di questa stes-

;;\it*lTrn.T[,1îi'r*:ftf;'t,:'"iî#ill',li'o.u'ortone in un'epoca rontana darla sua rarebbe

p.;r;;i;;i ;i it,,,pi.tt cose {ossero cambiate' 'i di zinco devonc ' ' :

Le tonrr antiche che ailud."":;"róurr"" "["dere, ai minerari di zinco devono essere consl-

derate con pari cautela. strabone lú^cr"ir[ortiiuí ie) al vnanotízia derivata dalla Philippica

di Teopompo di chio (rv sec , ó;;;;ri;; "í ; ;;;;ii; d.;r; "falso argento" che, presso la città

frigia di Andeira, "."iì" utrrrrlloi.ri.-. ,r rr-.il;-rr rruÚri. azione-di nttr lega detta in greco

Opeí1crl,*or, .ioe .irr*. di -orii'lir.irr.l"rrdo il iroc.dimt"'o *t'"llurgico tht' to*t descrit-

to da strabone, è inverosimile, ia-notízíaè invece ;rí.Jibtl;;;t""o d"i vista giacimentologi-

co. Infatti vicino a quesra ,r,r,.r'.'irì;(.---i;:[, p-;;i. Ji eru..iirl ti trova la località di Balya

Maden dove esiste un giacim."r"-" ,Juiii *irrt í;;"T, [r."a", pitit., t'ltopirite e arsenopirite)

con rracce di ravori antichi . ,.ori.i, e dunque rìi produzione loiale di ottone sarebbe stata Pos-

sibile; tuttavia nella parter.,p.r,o.. atigi"i-t# í;#;;;';;;;i""t" è la galena' mentre la

pirite e ra brenda lo^divenr*o ,-oro ,tÉ.prorondità di 2oo-25-O rn- si potrebbe tl^tt^'" quindi in

realtà, come grà suggerito dal F;;il d;f' f'bb'it iùon.-di rame """it'lt e non di ottonel3'

In latino l'ottoÀè era chiam ^i" ÀL':l't'alcwm';;F;:; tvata'iJtl termine greco' ma che'allu-

de anche ar colore gialro della ó:;;!j'l;;; iJconfondere con la rega di oro e rame usata ln eta

;il;ffifi$:'*"r13 ?"ií::Kí:;r:;;'i;i);,r.*xxrv 2-3) partadella fabbricazione derl'orton€,

ma è piutrorro .o.f.rro, i"frrri iJrig;;;;; iiàÉ;; di 'od'à'o'i" ii-i"'rale di rame sia l'ossido

di zinco, inortre considera l,or_icalcó un miner.r;:h;;;;;tp; di rame particolarmente pregiato'

In quest,urtimo caso forse anch,egri allude " -ir..r.iili*thi che ,idotie davano una sorta di ot-

ton. ,trtrrrrl.' medicina come disinfettante e ci-Com,ènoto'l,ossidodizincovenivaevienetuttorausatoln]

catrrzzante. Tari sue proprigtà .319';ì1.".* " c"i."" (De simpl,iciwm medicamentorurn tempera-

mentis,Ix, 3.1 1), Dióscoride e plinior. M.r,tr. iifi;ì"; t;i1;17 ireparazione de''ossido di zin-

co nelrisola di cipro, prinio rilirrrtls Historiaixxxrv 1oo-105, Òt-nzl rifacendosi in buona

parre ,ll'r.rtorìtii.gfi altri du., ;;;;;;;;;i".1^ 'id'*ea (inq"t"ot"so non pîr it minerale' ma I'os-

sido di zinco) e re sue ,r.r-.ror.ìrri.il, ,i for.r,"r,; ;.ì foini per l'arge"'.g t ptf il rame (essendo

quest,urti marapiù effica..)...;;i-r;itl"ror"l"--.Ji.o; r.-brr qnindi considerare questa so-

st^îzaur,. ,orti di condensazione à.i *,rpori d;;;r;ni ,.rta.ri nei iorni' Egli non riconosce Por

nella spod,os, nelia pgrytTholy.x " ^"tt^ t,'riotis(il;;; ;lFlt "o*t' "e"it'a"'accolta

nei forni del

Lavrion in Atticaf dege r,,rri.ri;;ii; iod*ro(;i;;*id. di zinco più o meno puro) ed è estrema-

12) DE JESUS 1980, P' 270, maP 13' 13) FORBES r971,P'283'

113

mente vago sulla preparazione di questa sostanza. Evidentemente, in questo caso' le notizie che

fornisce non provengono da una conoscenza diretta di tali lavorazioni.La confusiotr. plitri anatrai due tipi di cadmea,owero il minerale e l'ossido di zinco, forse può

essere chiarita dalla lettura di Dioscoride. Infatti nella sua opera De Materi.a Medica (V 46) Dioscoride

parladell'esiste nza didue tipi di cadmea, uno che oggi potremmo definire "naturale" el'altro " ar-

tificiale" ottenuto nei forni.Di quest'ultima ne esistevano due varietà:r\ onoEós (letteralmente: la cenere) e n fiopQól.,u( (let-

t.rrl-eìte: la bolla).La spodos elapompbolyx erano la stessa sostanza, solo che la prima formava

incrostazioni nerastre ricìhe d'impirità, -.trt.. la seconda, untuos a al tatto, formava dei fiocchibiancastri e leggeri, naturalmentt si trattava sempre di ossido di zinco Pii 9 meno Puro. Dellapompholyr .riJórrano poi due sottovarietà: una bluastra e untuosa al tatto el'altrache formava dei

fiocchi candidi. Sempre secondo Dioscorid e,Ia pompbolyx più pura poteva essere o_ttenuta con un

processo inverso di quello della cementazione, cioè liquefacendo l'ottone e facendone evaPorare

Îo zinco che si condeÀsava su delle sbarre di ferro poste nella parte più alta dei forni: in questo mo-

do le impurità di ferro e piombo eventualment. pret.nti nell'ossido di zinco rimanevano in lega

con il rame datalaloro mlggiore solubilità in questo metallo. In modo particolare era importanteevitare un contenuto di piòÀbo datala sua ben nota tossicità, cosa che non era semPre_possibile

utilizzando direttament; la cadmea scavata nelle miniere. Come già rilevato, Dioscoride, oltre a

descrivere i forni per la preparazione dell'ossido di zinco, è il primo autore che lo mette in corre-lazionecon l'ortoà. dató che parla della produzione dell'ossido di zinco partendo da questa l9B-ato.

Ancora secoli dopo, lapriparazionedell'ossido di zinco facendolo condensare su sbarre di fer-ro venne osservata dì Marco Polo nella Persia orientalel5: " quizti tti si fa la twzia e lo spodio, e di-ro,Trvi corne. Egli banno unA. aena di terra la qwale è bwona a ciò, e pongola nella-fornace ardente, e

in sulla forrorl pongono graticole di ferro, ,tl fu**o di qwella terra va, suso alle graticole, e quel-

lo cbe qwivirimaniappiicato è tuzia, e qwello che rimane nelfuoco è spodio." I ritrovamenti ar-

cheologici in Iran hatr"o indicato l'uso di barre solo in argillal6, ma ciò non osta con il fatto che intaluni Jasi, forse negli impianti particolarmente redditizi, venissero usate spranghe_di ferro; il loromancato ritrovame"to p.ta .ss.i. facilmente spiegato con il loro recupero quando I'impianto ven-

ne abbandonato.Marco Polo è il primo europeo a me noto che usi la parola "trtzia", questo termine con le sue

varianti "tutia", "toiia" e "tucia-" (in france se twtie, in inglese tutty), che indicava I'ossido di zinco,

deriva dalla parola persiana tù.tiyà che significa "fumo"17. Questo termine rende bene I'aspetto lie-

ve e fioccoró d.llr p ompholyx. Anche in tedesco i diversi tipi di spodos e la pompholyx venivano

chiamati con nomi composti con il suffisso "rAtt,ch"l8.

Il metodo di produzione dell'ottone per cementazione,facendo dunque_uso del minerale, con-tinuò ad essere impiegato in Europa sinó al XIX secolo; la sua più antica descrizione' e una delle

migliori, è quella di Tàofilo, il monìco-metallurgista dell'Xl secolo che è anche il primo ad usare iltermine di calamina applicandolo correttamente al mineralele.

Agricola descrive li p.eprr azione dell'ossido di zinco (distinguendone due varietà: una com-

p"ttrihirmata cadmia el'alì.a fioccosa dettapompbolyx), che avv_eniva in forni non molto diversi

àa quelli che dovevano essere in uso ai tempi di Dioscoride2o, e dello zinco metallico che casual-

-.nt. vi si form a'va, per il quale usa però il termine di conterfel. Nell'edi zione del tS+6 del Bermannus

usa il termine zincum,-..rtr. nella prima edizione della stessa opera (1530) leggiamo, nello stesso

passo, il termine di kiswm2t.

14) BAYLEY 1990, p. 10.

15)POLO, p. 33.

16) CRADDOCK-LA NIECE-HOOK 1990, pp.74-75.

17) FORBES 1,971, pp.282,285; CRADDOCK-LA NIE-CE-HOOK 7990,p.74.

114

18) HOOVER-HOOVER 1950, p. 113.

1 9) THEOPHILUS, rrl, 63-66.

20)AGRICOLA 15s6 (19s0),IX, p. 395.

21) AGRICOLA 1s30 (1'e90),p.4e.

Nel De Natura Fossilum (1546) Agricola cita una sostanza che nel Norico e nella Rezia vienechiamata zincwm. Tuttavia sembra non riconoscere il fatto che lo zincum che cita in queste sue ope-re è la stessa sostanza che nel De Re Metallica egli chiama conterfei, cioè lo zinco metallico che si

deposita sulle pareti dei forni sotto forma di gocce metalliche.Di particolare interesse è il fatto che Paracelso nel Liber Mineralium (II) parla di un metallo

chiamato zincben. Lopera di Paracelso, anche se scritta in preced enzu sarebbe stata pubblicata do-po quella di Agricola che, conseguentemente, non può essersi ispirato ad essa22. Pur essendo que-sti due personaggi profondamente diversi per indole e formazione, entrambi vissero in zone mi-nerarie ed ebbero una conoscenza diretta e pratica dei minerali e dei metalli, possiamo quindiipotizzare che il termine "zinco", nelle sue varie versioni, doveva essere usato dagli abitanti dei ba-cini minerari tedeschi per un metallo di colore bianco con determinate caratteristiche, se poi conesso s'intendesse lo stesso metallo che oggi chiamiamo zinco non è certo. Ricorderemo a questoproposito che nella prima edizione del Berma.nnus Agricola dice esplicitamente che il termine hi-surn non è né greco né latino, ma "Nostrum est, non aliunde swmptum"23.

Nel Kleine Probierbuch del tSSe Ercker accenna solo brevemente alla preparazione dell'otto-ne facendo uso della Galmey,cioè della "calamina"24,irrquesto caso sembraúattarsi dell'ossido dizinco che si otteneva nei forni, tuttavia nel 1565 egli scriss e " In diesen Jabr bat man nabend beyGoslar auch Berg-Galmey fwnden, der awch guten und schiinen Messing geben sol."25.Il termine diGalmey usato da Ercker sembra però essere lo stess o di Kalmey,la traduzione tedesca di Cadmiametallicafossilis, usato da Agricola e che designava "the complex cobah-arsenic-zinc minerals foundin Saxony"26 e quindi non il solo minerale di zinco. A questo proposito nel Grossen Probierbwchdel tsl+ dove Ercker discute e descrive il modo di preparazione dell'ottone dice che questalegapuò esserefaúacon la calamina "artificiale" e con quella "naturale" e illustra le differenze che pre-senta il metallo ottenuto in un modo o nell'altro2z. Biringuccio dà la nota descrizione di un opifi-cio per la produzione dell'ottone da lui visto a Milano, ma gli aspetti tecnici e metallurgici sonomolto meno chiari che in Teofilo. Egli cita ancora la "tucia" assieme alla "giallamina" (calamina)per la preparazione dell'ottone28.

La prima correlazione tra lo zinco e suoi minerali fu stabilita solo neI 1656 da Glauber, ma inEuropa non si riusciva a produrlo adeguatamente. Per questo motivo sino alla seconda metà delXVIII secolo lo zinco metallico era importato in Europa dall'India e dalla Cina e continuò ad es-

sere poco noto nelle sue proprietà e mal definito, non a caso I'antico nome inglese dello zinco è

toothaneg, una corruzione del portoghese tutanego.Infatti l'antico metodo di produzione dell'ot-tone per cementazione, impiegando direttamente i minerali anziché lo zinco metallico, rimase inuso in talune zone fino al XIX secolo, anche se il sistema era stato migliorato nel 1723 inlnghilterraquando N. Champion aveva avuto il brevetto per una sua invenzione grazie alla quale producevarame granulato, consentendo così una più facile e migliore preparazrone della lega. Solo nel1738W. Champion di Bristol brevettò un sistema in base al quale riusciva "the reducing or rendering ofa metallich swlphwr from calamy or other swlphureous British mineral or minerals into a body ofmetallick sulpbur knoutn by the name or names of speher or tootbantg"".

I ritrovamenti da Conca del Naviglio a Milano

I frammenti ritrovati nello scavo di Conca del Naviglio a Milano in uno scarico di materiali da-tato dagli scavatori al I secolo d.C., presentano un notevole spessore delle p."r.!i e mostrano di es-

sere stati sottoposti ad un forte calore che li ha resi piuttosto fragili. Uargilla, di colore grigiastro,

22)HOOVER-HOOVER 1950, nota 48, p.409.

23) AGRICOLA 1530 (1ee0),p.49.

24) ERCKER 15s6 (1968), p.1.27.

2s) ERCKER 1s6s (1968), p.255.

26) HOOVER-HOOVER 1950, pp. 113, 403.

27)DAY 1990, p. 133.

28) BIRINGUCCIO 1s40 (1977), pp. 13, 21.

29) COUCH 1,967, p.220.

t15

è magra. Purtroppo le loro forme non sono ricomponibìli poiché, es.sendo materiali in giacitu-ra se-

cond-aria, -rrr.r.ro molti frammenti; si conse*"no un frammento d'orlo, due frammenti di fondo

e un pezzo sagomato, oltre ad alcuni pezzi di parete non combacianti. Al loro interno non si nota-

1-ro ,1i.. ,r"..J che un'incrostazione Jostituita da piccoli cristallini nerastri di dimensioni sub-mil-

limetriche e conservara solo in pochi limitati p.ttrti. Pur non potendosi ricostruire le forme nella lo-ro esatta dimensione, vi si può rìconoscere deirecipienti grosso modo ovoidali con un fondo-o Presa,

simile a quella dei coper.hi, di piccole dimensionì e quindi inadatta a costituire l'effettiva base del

recipientà (fig. 1:1). Lì parete .rt.rn" reca delle solcature larghe . q9:o profonde realizzate sul cor-

po ó.."-i.o"b"gn"to tramite una srecca. Vi è poi un frammento di fondo piatto (fig..1:2), ma non.1,i ,ono .I.-.rrtI sufficienti per capire a che foima fosse pertinente. Il frammento d'orlo a mandor-

la (fig. 1:3) è di dimensioni molto -od.rt e e reca, all'esterno, due piccole macchie di carbonato di

,r-.] IIp'ezzo sagomaro (fig. 1:4) presenrauna risega all'interno e delle pareti sPesse grossolana-

mente lisciate e compattate con uno strumento pratto. Al suo interno, sopra la risega., reca una se-

rie di solcature oriz)ontali e verticali analoghe à quelle presenti sulle pareti esterne del recipiente.

È i-po.trnte sottolineare il fatto che il diaÀetro itrter.ro del frammento con la risega, all'altezza di

quesi'ultima, è il medesimo del frammenro d'orlo, che_quindi si appoggia agevolmente nell'incavo.'

Alcuni dei minuti cristalli presenti sull'interno delle pareti sono stati prelevati e due campioni

sotroposri ad esame chimico à[a mic.osonda; i risultati ottenuti hanno mostrato che si tratta di

co-porti di metalli in cui la presenza di altri pochi elementi non metallici è soprattutto.da impu-

tarsi ad una conraminazion. à.i ."-pioni da parte della matrice argillosa. È possibile vedere come

I'elemento più rappresentato è lo zinio .otr -inori quantità di fe-rro, rame e manganese. Per le sue

cararreristiche t"lì^irr.rosrazione nerastra può essere assimila:'a alla spodos dioscoride_a.

La mancanza di tracce di rame (sotto fbtma di gocce e colature) su questi pezzi,le due mode-

ste macchie di carbonato di rame sull'orlo, il fatto che la ceramica sia stata sottoPosta ad un riscal-

damento non sufficiente alla liquef azionedel metallo (infatti non presenta tracce di fusione o di ve-

trifrcazione in alcuna sua parté) e quanto è deducibile della loro forma esclude che si trattasse di

crogioli per la fabbricazione dell'ottone.L" lo.o forma ovoidale, la presenza di un sostegno apparentemente imbutiforme e la sostan-

ziale man canzadi incrost aziomdi altri metalli, oltrJ allo zinco, mi inducono ad identificarli come

frammenti di condensatori per la produzione dell'ossido di zinco derivato dall'arrostimento della

calamina. Il fatto che venisi. .rrrto il minerale e non l'oftone mi è suggerito non solo dalla man-

canzadi tracce di metallo sui pezzi, ma anche dalla presenza di ferro e manganese tra le sostanze

analizzate. Infatti questi due elementi sono spesso asJociati nei giacimenti metalliferi delle Alpi me-

ridionali ed in particolar modo della Lombardia.La ricostrrriiorr. che viene proposta (fig.2) si basa sui ritrovamenti effettuati in India aZawar3j

e sull'iconograÍiaeuropea del XVI secolo3l.

S. q.r.rtà i.rt.rpr.t"zione è corretta allora le solcature all'interno de-lla parte imbutiforme sa-

rebberó servite a favorire la tenuta e l'adesione di qualche materiale (argilla?) usato per sigillar_e as-

sieme i due pezziimpedendo la fuoriuscita ai rrapori dei zinco, e le due macchie di carbonato di ra-

me sull'orlo sarebbero dovute a due briciole di minerale impuro sfuggite dal condensatore.

In Italia importanti giacimenti zinciferi si trovano in Sardegna e in Lombardia. In Piemonte, in

Veneto, in Trentino-Aló Adige e in Toscana vi sono altri giacimenti, ma di molto minore impor-

tanza.I giacimenti lombardi, concenrrari in provincia di Bergamo . più precisamente nella Valle del

Riso (Gorno, Oneta, Premolo, Parre, Oltre il Colle), erano sfruttati non solo per lo zinco, ma an-

.h. pà1- i minerali di piombo, argento e rame che vi si trovano. Da rilievi e rapporti sulle attività

minàrarie nell'area riàlenti alla fine del secolo scorso sappiamo che nella zonavennero scoPerti la-

30) CRADDOCK-FREESTONE-GURJAR-M.IDDLF- 31) DAY 1,ee0,fig. 5.

TON-\ilLLIES 1990, figg.2,4, 5. Per quanto riguarda ilmodo d'uso dei condensatori si rimanda a questa pubbltca-zione ed in particolare alle pp.39-41'

1,16

-

%r2

ml,

Fig. 1: Frammenti dei condensatori da Conca del Naviglio (rid. 1:a).

vori minerari antichi. Tuttavia il solo oggetto proveniente datali scavi e conservatosi risale al MedioEvo32.

Il ritrovamento milanese non solo getta nuova luce su un'attività economica troppo sottovalu-tata nei contesti archeologici, cioè quella delle produzioni di farmaci, ma reca anche importanti im-plicazioni per quanto riguarda i commerci di minerale. Infatti è esrremamente probabile che il mi-nerale impiegato per la produzione dell'ossido di zinco a Milano provenisse dai grandi giacimentidella Valle del Riso in provincia di Bergamo. In merito a ciò ricordere-o .o-. Plino il Vecchio(Natwralis Historia, XXXIV 2) scrisse che la cadmea era stata ritrovata nunc et in Bergomatiumagro extrelr7a parte ltaliae.Inoltre questo ritrovamento conferma il faúo che giacimentì mineraricontinuavano a venire scavati in Italia, o per lo meno nelle Alpi, malgrado il Senatws consultwm, ri-ferito semple da Plinio il Vecchio, che lo avrebbe interdetto33. Infatti è assai improbabile che il mi-nerale zincife.ro giungesse a Milano da siti diversi dalla Bergamasca, dove esistèvano giacimenti incui questo minerale si presentava assieme a quelli di altri metalli che li dovevano ,.rd... assai at-traenti per gli antichi.

Si ringralia la dott.ssa Anna Ceresa Mori (Soprintendenza Archeologica della Lombardia) che mi ha con-cesso lo studio di questi materiali e il prof. Franco Rabbi (Istituto TecÀico G. Castelli, Brescia) che ha ese-guito le analisi alla microsonda.

32) TIZZONI 1997, fig. 2. 33) PLINIO, III, 138.

t17

-T1 | CamPione 2

Al I t,zt I l,lofLI i /)LL I

si 112,49,16,22JI]

P | 4,72rls I o,og

K 1 1.,14

Ca ', 9,9 | 0,1'7

ill)'jolz,ezFe I tt,+o I 7,88

cu i to,gg | 7,21

Zn 33.74 62.00

Tabella A: Analisi alla microsonda di due frammenti dell'incrostazione rinvenuta sui frammenti di

condensatori da C;;;" del Naviglio. Come si può vedere l'elemento presente in maggior quantità

t lo ,irr.o (analisi eseguite dal prof. Franco Rabbi, I.T.I.S. castelli, Brescia).

Anno1 890

1 891

1,892

1893

lsg+1 895

1,896

1,897

1 898

t8991900

1901

1,902

1903

t9041905

1,906

1907

Tonnellate1 1500

tizoo1 1500

13000

19500

14500

12000

14500

16500

2150026200

1,7535

1.9547

21,842

225,07

1,6651

1,6567

17645

Tabella B: per fornire un'idea dell'entità dei giacimenti zinciferi della Valle del Riso (Bergamo) $it--o q"i le quantità di mine rale zincrfero estiatto tra il 1890 e tI1,907, quando i metodi di coltiva-

zionàin usà in Lombardia non erano ancoraindustriali (MUSU-BOY 1909).

prof. Marco Tizzont

I stituto di Archeologia

Uniaersità degli Studi

Via Salaecchio, 19

I-24129 Bergamo

118

Fig. 2: Ipotesi ricostruttiva di un condensatore da Conca del Naviglio (rid. 1:4).

Summary

During recenr archaeological excavations in the city of Milan some thick sherds of a coarse ware were found

in a I cèntury AD dump.if,.ir p..iti;;["t.;,lo* that they were used for some special purpose and exposed to rather high tem-

Deratures.'P"t.hes of tiwv dark crystal covered the inside of some of these sherds'tÀ. -i.rooro6. "r,rlvrÉ,

of some of these crystals have shown that their main comPonent is zinc.

Ah;;;;;;;i,h.;ichaeological literaturé and of the ancient sources dealing wifh zinc and brass, the au-

ifr.r gge.rir,tut it'.se sherds fiay belong to condensers for the production of Zinc oxide from the ore com-

ing from the rich deposits in the nearby Bergamo province.

Riferimenti bibliografici

AGRICOLA G.1556 De Re Metallica, (a cura

di HOOVER H. C. e

HOOVER L. H., 1950),New York.

1530 Bermannus, (a cura diHALLEUX R. C YANSA., 1990), Paris.

BAYLEY J.1,990 The Production of Brass in

antiq u ity witb particularreference to Roman Britain,in P. T. CRADDOCK (acura di), 2000 Years of Zincand Brass, London, pp.7-27.

BIRINGUCCIO V.l54O De la Pirotecbnia (a cura

di A. CARUGO, 1977),Milano.

coucH J. \r.1967 The Mines of MendiP,

New York.

CRADDOCK P. T.1,986 The Metallurgy of Etruscan

Bronze, in Studi Etruschi,LII, pp. 21'l-271'.

1,990 Zinc in classical Antiqwity,in P. T. CRADDOCK (a

cura di), 2000 Years ofZinc and Brass, London,pp. 1-6.

1995 Early Metal Mining andPro du ction, Edinburgh'

CRADDOCK P. T.-FREESTONEr. C.-GURJAR L. K.-MIDDLE-TON A. P.-\NLLIES L.1,990 Zinc in India, in CRAD-

DOCK P. T. (a cura di),2000 Years of Zinc andBrass,London, pp. 29-72.

CRADDOCK P. T.-LA NIECES. C.-HOOK D. R.1990 Brass in the Medieoal

Islamic .World, in P. T.

CRADDOCK (a cura di),2000 Years of Zinc andBrass,London, pP. 73-79.

DAY J.l99O Brass and Zinc from the

Middle lse1t2't!? le!century, in P. T. CRAD-DOCK (a cura d1),2000Years of Zinc and Brass,London, pp.1,23-150.

DE JESUS P. S.

198Ò The Deoelopment ofPrehistoric Mining andM etallwrgy in Anatolia,Oxford.

ERCKER L.1565 Vom Rammelsberge, und

dessen Bergwerk, einhurzer Bericht aon L565,Bochum, 1'968.

1,556 Das Kleine Probierbwchvon 1556,Bochum, 1968.

FORBES R. J.1971 Stwdies in ancient

Te chnolo gy, VIII, Leiden.

GIARDINO C.1,998 I metalli nel Mondo anti-

corBart.

MUSU-BOY R.1909 Lo Zinco, Milano.

PERCY J.186l Metallwrgy, I, Part 2,London.

PLINIO IL VECCHION aturalis H ist oria, (tradu-

zioni e note a crtra di A.BARCHIESI-R. CENTI-M. CORSARO-A. MAR-coNE-G. RANUCCI),Torino, 1982.

POLO M.Il Milione (a cura di D.PONCHIROLI), Torino,1962.

THEOPHILUSOn Diaers Arts (a cura diJ. G. HA\íTHORNE-S.C. sttttttu), New York,1979.

THEOPHRASTUSOn Stones (a cura di E.R. CALEY-J. F. C. RI-CHARDS), Columbus,1956.

TIZZONI M.1997 Le miniere d'argento me-

dieaali in Lombardia: dis-tribwzione geografica e

tecnicbe di scavo, in L.BRIGO-M. TIZZONI (a

cura di), Il Monte Calisoe l'argento nelle AlPidall'Anticbità al XV I I I se-

colo, Tr ento, PP. 269 -279.

Z\TICKER U.-GREINER H.-HOFMANN K.- F.

REITHINGER M.1985 Smelting, Refining and

Alloying of CoPPer andCopper Alloys in CrucibleF uràace s dwing Pre bistoricwp to Roman Times,inP.T. CRADDOCK- M. J.HUGHES (a cura di),Fwrnaces and SmeltingTe chnology in Antiqwity,London, pp. 103-115.

r20