C. Calastri, "Il limes campano-sannita dei Monti Trebulani nella media valle del Volturno. Un...

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Atti del IV Convegno Internazionale di Studi Veleiati Veleia-Lugagnano Val d’Arda, 20-21 Settembre 2013 a cura di Pier Luigi Dall’Aglio, Carlotta Franceschelli, Lauretta Maganzani ESTRATTO

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Atti del IV Convegno Internazionale di Studi VeleiatiVeleia-Lugagnano Val d’Arda, 20-21 Settembre 2013

a cura di Pier Luigi Dall’Aglio, Carlotta Franceschelli, Lauretta Maganzani

ESTRATTO

Atti del IV Convegno Internazionale di Studi Veleiati

La pubblicazione di questo volume ha ricevuto, sulla base di una valutazione dei risultati della ricerca in essa espressa, il contri-buto finanziario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna, del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Pavia e di Centrufficio srl (Piacenza).

© 2014 Ante Quem

Ante Quem Via Senzanome 10, 40123 Bolognatel. / fax 051 4211109www.antequem.itISBN 978-88-7849-093-2

Finito di stampare nel mese di ottobre 2014 da Luoghinteriori, Città di Castello (Pg)

Enti organizzatori

In collaborazione con

Comune di Lugagnano Val d’Arda

Università di Bologna - DiSCi

Università di Padova - dBC

Centro interuniversitario di studi sullacenturiazione “Nereo Alfieri - Luciano Bosio”

Università Cattolica del Sacro Cuore - Istituto Giuridico

Dipartimento di Scienze della Terra e dell’AmbienteUniversità di Pavia

Centre d’Histoire Espaces et CulturesUniversité Blaise Pascal - Clermont-Ferrand

MiBACT - Soprintendenza per i BeniArcheologici dell’Emilia Romagna

Associazione Culturale“Circolo Culturale Valtolla”

Associazione Culturale“Via dei Monasteri Regi”

Comune di Piacenza

Comitato scientifico

Helena Paula Abreu de CarvalhoDepartamento de História, Universidade do Minho, Portugal

Gino BandelliDipartimento di Studi Umanistici, Università di Trieste

Pier Luigi Dall’AglioDipartimento di Storia Culture Civiltà, Università di Bologna

Carlotta FranceschelliCentre d’Histoire « Espaces et Cultures », Université Blaise Pascal, Clermont-Ferrand, France

Philippe LeveauCentre Camille Jullian, UMR 7299, Université Aix-Marseille, France

Lauretta MaganzaniIstituto Giuridico, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Guido RosadaDipartimento dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica, Università di Padova

Domenico VeraDipartimento di Lettere, Arti, Storia e Società, Università di Parma

Comitato organizzatore

Pier Luigi Dall’AglioDipartimento di Storia Culture Civiltà, Università di Bologna

Carlotta FranceschelliCentre d’Histoire « Espaces et Cultures », Université Blaise Pascal, Clermont-Ferrand, France

Lauretta MaganzaniIstituto Giuridico, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano

Guido RosadaDipartimento dei Beni Culturali: Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica, Università di Padova

Sergio EfosiPresidente Associazione Culturale “Via dei Monasteri Regi”

Fausto FerrariPresidente Circolo Culturale Valtolla

IndIce

Intervento dell’Assessore alla Cultura, Istruzione e Turismo del Comune di Lugagnano Val d’Arda 9

Saluto dell’Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Piacenza 11

Presentazione del Direttore del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’Università di Bologna 13

Saluto del Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna 15

Il contributo delle associazioni localidi Sergio Efosi, Fausto Ferrari 17

Introduzione al volume. Attorno a Veleia romana: la Tabula Alimentaria e altre questioniPier Luigi Dall’Aglio, Carlotta Franceschelli, Lauretta Maganzani 19

Parte Prima

antichità veleiati

Le prime edizioni critiche dei Monumenta epigrafici di Veleia e di Eraclea. Polemiche culturali e ideologiche, criteri scientifici, formule ermeneutiche ed approcci epistemologiciFabio Martelli, Eleonora Tossani 29

Veleia a Parigi. La collezione di bronzi veleiati della Bibliothèque Nationale de France: un aggiornamento degli studi archeologico-antiquariMarco Cavalieri 41

Un’altra testimonianza su Veleia AugustaGiovanni Mennella 61

Parte seconda

attualità della ricerca archeologica nel territorio veleiate

Nuovi dati sull’architettura residenziale a Veleia: lo scavo della domus nel quartiere nord-orientaleMonica Miari, Cristian Tassinari, Martina Faedi 69

Dalla cartografia settecentesca alla computer grafica: proposta di rendering del Foro di VeleiaAnnamaria Carini, Manrico Bissi, Cristian Boiardi 79

La necropoli in località Pallastrelli di Castell’ArquatoRoberta Conversi, Cristina Mezzadri 85

Il sepolcreto prediale di Chiavenna Rocchetta (Piacenza) Annamaria Carini 99

Gentes veleiati nella stele di Valeria Nardis da Pianello Val Tidone Elena Grossetti 107

La schedatura elettronica delle iscrizioni veleiati per la banca dati EDR Petra Possidoni, Viviana Pettirossi 121

La produzione laterizia nei pagi veleiati occidentali. Conferme e novitàAnnamaria Carini 127

Parte terza

la Tabula alimenTaria

La Tabula Alimentaria veleiate e la sua rilevanza nel campo fisico-territoriale e di uso del suolo Pier Luigi Dall’Aglio, Giuseppe Marchetti 145

L’obligatio praediorum nella Tabula Alimentaria veleiate: profili tecnico-giuridiciLauretta Maganzani 157

Libertas restituta: de la politique agraire à la politique alimentaire de NervaElla Hermon 169

Struttura delle dichiarazioni ed evoluzione del territorio e della proprietà fondiaria nella Tavola di VeleiaGiorgio Petracco, Giulia Petracco Sicardi 179

Paesaggio ed uso del suolo a Veleia alla luce della Tabula Alimentaria: nuove ipotesi ricostruttiveIlaria Di Cocco 193

Per vada ad alluviones. Gli incrementi fluviali nella Tavola di Veleia Marco P. Pavese 209

Les professiones à l’origine de la Table de Veleia : quelques réflexions sur l’enregistrement des biens-fonds dans le monde romainBéatrice Le Teuff 223

Gli Alimenta di età traianea: un programma per le élites locali? Alessandro Roncaglia 233

Potere politico e infanzia disagiata: dalla Tabula Alimentaria di Veleia alla legislazione tardoanticaChiara Corbo 247

Parte quarta

il confronto con le altre realtà territoriali: l’italia

Dinamiche insediative della romanizzazione in Daunia: fra Dauni, Sanniti e Romani Maria Luisa Marchi 265

Il limes campano-sannita dei Monti Trebulani nella media valle del Volturno. Un esempio di sistema fortificato d’altura di età preromana in Campania settentrionale Claudio Calastri 279

Le aree interne della Basilicata meridionale tra mondo lucano e romanizzazione: l’alta valle dell’Agri Francesco Tarlano 285

Il territorio dei Vestini Cismontani: dagli insediamenti d’altura alle praefecturae Stéphane Bourdin 299

Piceno meridionale e Sannio vestino: gli insediamenti preromani e le opzioni di Roma Luisa Migliorati 313

La ricostruzione del paesaggio antico nell’Appennino centrale. Alcune considerazioni metodologichePaolo Campagnoli, Enrico Giorgi 331

Popolamento e geografia fisica nell’Appennino marchigiano: le valli di Misa e Cesano Pier Luigi Dall’Aglio, Enrico Giorgi, Michele Silani 345

Monumentalizzazione degli spazi pubblici e partecipazione alla vita politica nel municipium romano di Ostra (Ostra Vetere, Ancona)Pier Luigi Dall’Aglio, Carlotta Franceschelli, Cristian Tassinari 355

Transizioni. Aspetti delle campagne dell’entroterra maceratese tra tardoantico e altomedioevo Umberto Moscatelli 379

Economia e popolamento nelle aree montane di Umbria e Marche tra antichità e MedioevoMarco Destro 397

Parte quinta

il confronto con le altre realtà territoriali: le Province

El proceso previo a la fundación de las ciudades romanas en el NE de la Hispania Citerior: los ejemplos de Can Tacó y Puig CastellarEsther Rodrigo, Joaquim Pera, Cèsar Carreras, Núria Padrós, Núria Romaní, Josep Ros, Josep Guitart 405

Il processo di dissoluzione delle società iberiche nell’ambito della municipalizzazione romana nell’Indigezia (Hispania Citerior) Josep Burch, Alba Varenna, Jordi Vivo 419

Quel modèle de développement régional pour le Massif Central à l’époque romaine ? Essai d’application du modèle « centre/périphérie » au cas de la cité des ArvernesFrédéric Trément 433

Ocupación y explotación de espacios altimontanos pirenaicos en la antigüedad: visiones desde la arqueología del paisaje Josep M. Palet, Arnau Garcia, Hèctor A. Orengo, Santiago Riera, Yannick Miras, Ramon Julià 455

Occupation et modes d’exploitation de la montagne dans les cités romaines de Gaule Narbonnaise orientalePhilippe Leveau 471

Peuplement et organisation du paysage dans la partie occidentale du Conventus Bracarensis Helena Paula A. Carvalho, Mário da Cruz 487

Elenco degli autori 495

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Il limes cAmPAno-sAnnItA deI montI treBulAnI nellA medIA vAlle del volturno.un esemPIo dI sIstemA fortIfIcAto d’AlturA dI età PreromAnA In cAmPAnIA settentrIonAle

Claudio Calastri

InquAdrAmento dI Trebula balliensis

Il centro campano-sannitico di Trebula Balliensis si colloca nell’alta provincia casertana, nel contesto delle alture preappenniniche che dalla media valle del fiume Volturno si affacciano sulla piana Campana (Fig. 1). Il massiccio dei Monti Trebu-lani, fra la stretta di Triflisco a sud e il passo di Pietravairano a nord, presenta uno sviluppo a ferro di cavallo dominato dalla vetta del Monte Maggiore (1037 m s.l.m.) (Fig. 2), e costituisce una vera e propria barriera che divide la pianura alifana, bagnata dal medio corso del Vol-turno, dall’agro campano, che accompa-gna il fiume verso lo sbocco al mare. Il centro antico di Trebula si trova nel cuo-re degli omonimi monti, in corrispon-denza di un corridoio vallivo che dalla pianura interna alla catena montuosa conduce ai valichi montani a nord, per scendere poi nella piana di Pietramelara.

Le prime attestazioni archeologiche riguardanti un centro urbano organizza-to a Trebula, individuate da ricerche di superficie, risalgono al VII-VI sec. a.C., periodo nel quale si stanzia un primo agglomerato consistente sia nel picco montuoso dell’acropoli dei Monticelli, sia nella sottostante piana della Corte.

Le potenzialità economiche della Trebula arcaica sono ben testimoniate dalla nota fornace per vasellame, inda-gata scientificamente negli anni ‘90 del Novecento, che produceva in quanti-tà notevoli tutto il repertorio ceramico etrusco-campano sino ad oggi noto in quest’area.

La successiva fase storica campano-san-nitica (V-III sec. a.C.) vede la nascita di un agglomerato urbano organizzato e diversi-ficato, marcatamente caratterizzato, nella monumentalità delle tracce archeologiche, da un complesso sistema di fortificazioni

1. Posizionamento del centro di Trebula Balliensis nel quadro della regione Campania

2. Immagine aerea del gruppo del Montemaggiore, con indicazione del centro di Trebula

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in opera poligonale di massi calcarei (Fig. 3), che coinvolge sia il picco dell’acropoli che la città bassa (Fig. 4).

L’imponente opera difensiva si in-quadra nelle vicende storiche che ve-dono affacciarsi la potenza di Roma in Campania settentrionale e nel Sannio a partire dalla metà del IV sec. a.C., sino alla definitiva romanizzazione della fine III-II sec. a.C.1.

Proprio a questo periodo fa riferimen-to il complesso sistema di fortificazioni di altura dislocato sulle vette dei monti Trebulani, sia a difesa del centro urbano, sia controllo delle principali vie di co-municazione dalla piana Campana verso l’interno del comparto montuoso.

le fortIfIcAzIonI deI montI treBulAnI

Attorno alla metà del IV sec. a.C. l’area circostante il Montemaggiore viene interessata da una serie di opera-zioni belliche da parte delle comunità sannitiche dell’interno, le cui scorre-rie nel territorio di Teano e in quello di Capua provocarono la scintilla del-la cosiddetta prima guerra sannitica (343-341 a.C.). Non è improbabile che tali incursioni siano state portate pro-prio dall’avamposto dei monti Trebu-lani e che genti provenienti da questo territorio vi abbiano partecipato attiva-mente. Parte del teatro delle operazioni della conseguente fase di belligeranza con i Romani fu la media valle del Vol-turno, nei pressi di Saticula - S. Agata dei Goti, proprio alle spalle del mas-siccio del Montemaggiore; è plausibile che questo complesso di eventi possa aver risolto i Trebulani ad iniziare l’al-lestimento di un sistema fortificato che potesse garantire la difesa del territorio da interventi militari esterni.

Osservando la distribuzione topogra-fica degli insediamenti in opera poligo-nale nell’ambito del complesso sistema

1 In generale, per la storia del popolamento del territorio dell’antica Trebula Balliensis si veda calastri 2006. I recenti scavi condotti presso il sito urbano di Trebula sono in parte editi in caiazza 2009.

3. Planimetria delle fortificazioni di Trebula Balliensis

4. La porta ovest nel circuito murario in opera poligonale di Trebula

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d’altura dei Monti Trebulani2 (Fig. 5), appare immediatamente evidente la diffusione di questi nelle aree sommitali di importanza strategica per il controllo del territorio, delineata con criteri ben precisi da un disegno di geografia militare piuttosto complesso, in cui si integrano unità spaziali differenziate, sia per dimensioni, sia per dotazione di fortificazione, sia per funzione intrinseca.

Un comparto montano particolarmente interessante, per la distribuzione concatenata e per la diversifica-zione strutturale e dimensionale delle posizioni, è la costa rocciosa di Rocchetta-La Colla-Monte Grande-Tri-flisco, che conchiude ad ovest, con un irto sbarramento naturale, la piana di Pontelatone. L’importanza tattica e strategica di questa compatta unità geomorfologica è evidente: la conformazione allungata e longitudinale della costa rocciosa costituisce una sorta di confine naturale fra il comprensorio trebulano e le realtà geopo-litiche della piana Campana e del Campo Stellate, e la posizione rilevata delle alture permette un controllo pressoché totale di tutti i movimenti antropici nelle zone sottostanti. A ciò si aggiunga la presenza lungo lo svolgersi della catena rocciosa di almeno quattro depressioni altimetriche che permettono rapide comunica-zioni fra le pianure occidentali e lo stesso agro trebulano: da nord a sud, il passo per Giano Vetusto a valle

5. Distribuzione dei siti di carattere militare di età campano-sannitica nel territorio trebulano

2 Per un approfondimento delle tematiche oggetto di questo contributo si veda calastri 2006.

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di monte Frattiello, il celebre valico della Colla, il passo fra Monte Grande e Monte Raggeto e la piccola sella a nord del colle della Palombara, presso Triflisco.

L’insieme di queste caratteristiche geomorfologiche e topografiche ha de-terminato la creazione, nel momento di forte instabilità storica del IV secolo a.C., di un sistema di difesa lineare, quasi un limes, costituito da una serie di posizioni fortificate dislocate nei punti di mag-giore criticità del complesso montano, ovvero in corrispondenza delle vallate di passo, e da altre, in genere di minori dimensioni e non fortificate, deputate al controllo incrociato della sottostante pia-nura campana e della vallata trebulana.

Più a meridione, il nodo comunica-tivo del passo della Colla, vera e propria “porta” dell’agro trebulano per chi proveniva da Cales o dalla piana campana, fu munito con un poderoso apprestamento poliorcetico in opera poligonale, proiettato direttamente sul sottostante passo (Fig. 6).

È questo uno degli esempi meglio noti e studiati di architettura militare preromana in Campania per le sue caratteristiche di compattezza d’insieme, di organicità di progetto e di studiata articolazione delle infrastrutture poliorcetiche. La tecnica di innalzamento delle murature si risolve in un accurato poligo-nale di prima maniera, intessuto di grossi massi calcarei, sbozzati in faccia a vista e sovrapposti a secco

6. Posizionamento del sito fortificato della Colla

7. Posizionamento della torre di Quota 223

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secondo linee di posa mediamente regolari; il perimetro murario, circa 400 metri complessivi, abbraccia l’asse maggiore del rilievo della costa rocciosa, e presenta tre varchi di accesso: due porte principali a ba-ionetta, una sul lato sud-occidentale, direttamente accedente allo spazio più ampio all’interno del fortino, ed una sul lato settentrionale, impostata sul fianco della piccola arx interna alla cinta, collocata su uno sperone roccioso più alto di quota.

Proseguendo il cammino lungo la dorsale rocciosa in direzione sud, oltrepassato il massiccio di Monte Grande, ove non si conservano resti evidenti di strutture antiche, si apre un’altra piccola depressione alti-metrica di valico, il cui controllo fu deputato ad un sistema di apprestamenti compositi, strettamente de-terminati dalla natura dei luoghi. Una serie di strutture in materiale deperibile, forse palizzate e ambienti lignei coperti con tegole, era direttamente dislocata nei pressi del valico, con orientamento a cavaliere della linea ideale della dorsale rocciosa. Poiché tale linea di controllo, per la natura angusta del passo, non era in grado di comunicare con le altre postazioni della dorsale, fu edificata una stazione di osservazione e comunicazione sulla superficie del piccolo poggio di Quota 223, in modo tale da poter traguardare otticamente l’apprestamento maggiore della Colla, e, contemporaneamente, proiettarsi sulla sottostante piana del Campo Stellate. Il piccolo edificio, a pianta rettangolare (forse una torre), fu innalzato in opera poligonale di massi calcarei ed era dotato di copertura in tegole piane (Fig. 7).

le dIfese dellA vAllAtA dI Trebula

Spostando l’attenzione sul settore più interno del territorio trebulano, ovvero la piana di Pontelato-ne e la vallata di Treglia, la logica dell’occupazione delle alture di controllo sulle vie di comunicazione montane diventa sempre più stringente, e si manifesta nell’organizzazione di un sistema di chiusura serrata della vallata trebulana ad ogni tipo di penetrazione da meridione (Fig. 8).

Anche in questo caso la funzione di controllo e di difesa è esplicata da una serie composita di posta-zioni, in uno spettro tipologico ancora compreso fra infrastrutture di dimensioni limitate in materiale

8. Posizionamento dei siti difensivi presso il centro urbano di Trebula

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deperibile, deputate ad un mero controllo visivo ed al collegamento comunicativo fra i centri maggiori, e piccole rocche in muratura, capaci di contenere guarnigioni e manipoli di discreta entità e deputate ad un ruolo attivo nel caso di operazioni belliche.

Oltre ai poderosi apprestamenti della cinta urbana, l’area della città di Trebula disponeva di un siste-ma di fortificazione satelliti.

I due accessi comunicativi alla città furono sottoposti ad una serie concatenata di apprestamenti: la via più alta, proveniente dalla zona di Casalicchio, cadeva nell’area d’intervento di un piccolo fortino in opera poligonale disposto sul fianco sudorientale del picco di Monte Castello di Treglia; questo, dall’alto del ripido pendio roccioso del rilievo, disponeva agevolmente di tutti i movimenti sottostanti e permetteva un rapido ripiegamento della guarnigione nella retrostante linea difensiva. Sul versante opposto di Monte Castello, la direttrice che risaliva il vallone tufaceo, dopo aver oltrepassato l’area dell’antica fornace tardoarcaica, andava ad imbattersi, presso le odierne case meridionali di Treglia, contro un poderoso sbarramento difensivo in opera poligonale di cui si leggono i resti nel fianco occidentale della stretta conca tufacea.

A diretto dominio di tutto il sistema difensivo a sbarramento progressivo si poneva il cozzo di Mon-te S. Erasmo, alto ed imponente sulla sottostante vallata trebulana. Questo era sede di un presidio di dimensioni contenute, ma ben organizzato e fornito di infrastrutture: un lungo muro in accurata opera poligonale a secco, assai simile, nella tecnica di allestimento dei massi in filari discretamente regolari, alle mura della città bassa di Trebula, si disponeva con andamento rettilineo sulla facciata settentrionale, meno difesa naturalmente, ove una piccola postierla permetteva l’accesso ad un’area rialzata interna alla cinta, apparentemente autonoma dalle altre strutture del fortino, secondo quanto già visto nell’esempio architettonico offerto dalla Colla.

BIBlIogrAfIA

caiazza 2009 = d. caiazza, Trebula Balliensis. Notizia Preliminare degli Scavi e Restauri 2007-2008-2009. Libri Campano-Sannitici VIII, Piedimonte Matese 2009.

calastri 2006 = c. calastri, Il territorio di Trebula Balliensis, in Carta Archeologica e ricerche in Campania (ATTA, XV suppl., 3), Roma 2006, pp. 11-229.