Post on 31-Jan-2023
Preistoria e Protostoria Tecnologia e tipologia delle industrie litiche
LaboratorioEvoluzione e percezione delle industrie litiche post-pleistoceniche
Tipologia, tecnologia, società e miti
Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali
Cronologia – fine pleistocene
Culture mesolitiche, tre date di riferimento
VICINO ORIENTE12.000-10.000 bp circa
EUROPA CENTRO MERIDIONALE10.000-7000 bp circa
EUROPA SETTENTRIONALE10.000 e 6.500 bp circa
Cronologia
Mutamento delle condizioni ambientali
ADATTAMENTO
TRA
SFO
RMA
ZIO
NE
ECO
NO
MIC
A
Predazione parassita (Cacciatori/raccoglitori)
Produzione organizzata (maggiore indipendenza dell'uomo dall'ambiente)
NEOLITIZZAZIONE
Cronologia
MESOLITICOAdattamento delle ultime comunità di cacciatori raccoglitori
● Raccolta● Piccola caccia (uccellagione), pesca
● Riassetti territoriali ed ambientali; siti ubicati ad alta quota, siti costieri, siti di fondovalle...
● Sviluppo di una ben più marcata territorialità
Nuove tecnologie e nuovo strumentario litico
Impulsi – mutazioni ambientali
ADATTAMENTO
Sfruttamento delle risorse e del territorio
Raccolta
Caccia, pesca, uccellagione
Riassetti territoriali ed ambientali (territorialità, scelte insediative)
Mesolitico – industrie litiche
● Filone ad armature (Sauveterriano e Castelnoviano)● Epipaleolitico indifferenziato – Substrato
● Epiromanelliano
Nella penisola Italica
● Microlitismo● Supporti geometrici e di morfologia standardizzata
● Microbulino● Massimo uso del ritocco erto
● Supporti laminari● RAD (armature)
● Grattatoi, sviluppo elevato delle forme corte e circolari
Neolitico
Industrie litiche in pietra scheggiata
Area peninsulare Area padano alpina
Quadro tipologico e tecnologico delle industrie piuttosto articolato
La ceramica propone un scansione più marcata della litica, la quale si delinea con un substrato piuttosto
costante di probabile tradizione mesolitica
● Industrie su scheggia● Industrie su lama● Medio tirreniche● Padano alpine
Neolitico
Esempio della facies medio tirrenica a ceramiche impresse, Su Carroppu (Radi e Ronchitelli 2002). Caratterizzate da una eterogeneità dei complessi litici, in genarale si ha una presenza di forme trapezioidali e di mancanza di tradizione mesolitica.
Primo neolitico dell'Italia settentrionale (Gruppo del Gaban). Spiccata laminarità, la tradizione mesolitica è più solida.
Geometrici e cuspidi foliate della cultura di Ripoli
Neolitico
Nuove tipologie di strumenti
Bulino di Ripabianca
Grattatoi frontali su lama
Becchi diritti (Drill)
Troncature
Geometrici
Lame denticolate
Denticolati
Cuspidi foliate
Lame/raschiatoi foliati
Neolitico – Nuove materia prime
Sfruttamento minerario
FIUME (ALLUVIONI)
BLOCCHI SILICEI A SPIGOLI VIVI(CORTICE INTATTO)
CIOTTOLI APPIATTITI(CORTICE DI CIOTTOLO)
CIOTTOLI ARROTONDATI(CORTICE DI CIOTTOLO)
BLOCCHI SILICEI CON TRACCEDI ROTOLAMENTO(SPIGOLI PARZ. ARROT. E CORTICE USURATO)
SPIAGGIA MARINA(DEPOSITI MARINI)
DETRITI DI FALDACALCAREI E SILICEI
FORMAZIONI SELCIFERE
Modello generale del prelevamento della materia prima
Neolitico – Nuove materia prime
Sfruttamento minerario
Grimes Graves (Gran Bretagna): ricostruzione di una miniera a pozzo (in Guillaume et alii 1987).
Mattinata (Puglia)
Neolitico – Il campignano
Campignano Le industrie campignane sono degli aspetti tecnologici/culturali molto particolari strettamente legati al fenomeno minerario e della neolitizzazione. Si distingue in tre fasi principali: ● Fase A, relativa al neolitico antico e medio. Tranchet
prevalentemente a sezione piano-convessa ed industria accompagnante con bassa laminarità.
● Macchia a Mare, fase tipologicamente più ricca (scalpelli, astiformi, lame e foliati di vario tipo)
● Isola di Varano, fase finale
Arciprete A
Nel sito (comune di Vieste) sono stati rinvenuti sia materiali ceramici che litici ed è attribuito ad una fase Evoluta del Neolitico antico. L'industria litica si caratterizza principalmente per il dominio delle forme piano-comvesse, rari scalpelli, astiformi e foliati. Il débitage non è laminare.
É presente anche della componente litica connessa all'attivitàMineraria.
Neolitico – la pietra levigata
Il termine “Neolitico” fu introdotto nel 1856 da J. Lubbock per indicare il periodo successivo al Paleolitico, caratterizzato dalla comparsa degli strumenti di pietra levigata e della ceramica e dall'introduzione dell'agricoltura. Il criterio tecnologico è stato poi ampiamente adottato, quando ancora non erano entrate in uso le tecniche di recupero dei dati paleobotanici e paleofaunistici, considerando determinante per l'attribuzione al Neolitico la presenza di ceramica e di manufatti in pietra levigata. Successivamente al termine è stata data un'accessione più vasta, utilizzandolo per definire lo stadio culturale in cui si afferma l'economia produttiva, con l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento […] (Cocchi Genick, Manuale di Preistoria , VOL. 2 Neolitico)
Neolitico – la pietra levigata
La comparsa delle prime asce levigate è comunque legata alla società agricola (Natufiano X-VIII millennio a.C). Questo tipo di strumenti accompagnerà poi il diffondersi del Neolitico, sviluppando delle tipicità e nuove varianti, come l'affiancarsi delle forme forate a quelle solide (classiche) nel momento della Linearbandekeramic (fine VI millennio a.C), le quali poi diverranno asce da combattimento e perdureranno fino all'antica età del Bronzo.Cercare di definire la catena operativa per questa tipologia di strumenti vuol dire strutturare una rappresentazione vera e proprio del loro ciclo vitale, in genere, variabile e complesso.
Neolitico – la pietra levigata
Gli insiemi industriali in pietra levigata comprendano elementi da taglio (asce, accette e scalpelli, ma non solo. Sono anche infatti compresi martelli (7), percussori (6) e picconi, poi brunitoi (11), bracciali e vari elementi da adorno. Le lame sono quindi una sola componetente dell'insieme litico.
Neolitico – la pietra levigata
Ascia/accetta È in realtà uno strumento composito, composto dalla lama e dal manico. La lama si suddivide in due principali macro categorie, le asce propriamente dette ( sezione biconvessa) oppure le accette (sezione piano-convessa)
ascia accetta
Vi sono poi ulteriori discriminanti di carattere morfologico che considerano il tallone (conico oppure piatto), il profilo ed i fianchi. La catena operativa è basata su quattro passi principali: ● Selezione del ciottolo (o scheggia)● Sbozzatura del pezzo● Bocciardatura● Levigatura (lime o levigatori generalmente in
arenaria)
Sono stati espressi alcuni tentativi di classificazione tipologica, ma questi perdono completamente il loro significato se consideriamo le specifiche destinazioni di uso di questo strumentario, quindi la variabilità funzionale e le dinamiche relative alla simbologia ed al dono.
Neolitico – la pietra levigata
Materie prime:● Metamorfiche o vulcaniche● Giadeiti● Selce
Da diverse materie prime ne deriva una diversa tecnologia produttiva. Infatti, se fin dagli inizi del neolitico erano esclusivamente sfruttate le rocce di tipo metamorfico o vulcanico, attorno al IV millennio nell'Europa del nord si registra una produzione di asce in selce, la quale prevederà all'inizio della sequenza delle preforme scheggiate. Quini, prima la scheggiatura e dopo la bocciardatura. Nel caso contrario si procede direttamente alla martellinatura. La levigatura rappresenta lo stadio finale, necessario per acquisire un ottimo filo al tagliente.
Neolitico – la pietra levigata
Immanicatura
I dati archeologici a riguardo sono piuttosto scarsi e provengono unicamente da contesti piuttosto fortunati dove è stato possibile il conservarsi delle materie prime organiche. Possiamo inoltre fare riferimento a contesti etnografici. Per quanto riguarda i legni impiegati sono comunemente impiegati il frassimo, il melo, il tasso e la quercia. Nell'Italia del nord è da ricordare l'impiego di guaine in corpo di corno tra la lama e l'immanicatura, utili all'assorbimento delle vibrazioni.
Neolitico – la pietra levigata
Funzione
Seppure la funzione principale delle asce era la lavorazione del legno, esse ben potevano essere destinate ad altri usi; gli aborigeni australiani le utilizzano per l'estrazione del miele dagli alberi, oppure per togliere la corteccia dagli alberi … (Clarck 1965).In Europa è attestato un uso relativo allo sfruttamento minerario, oppure in un sito della Baviera, prossimo alla localita di Talhari sono la causa di un massacro (Wahl-Konig 1987).
Neolitico – la pietra levigata
Sono rintracciabili anche in contesti chiusi come i ripostigli, i quali contengano strumenti finiti e nuovi, oppure esemplari usati o semilavorati.
Neolitico – la pietra levigata
Simbologia
La loro funzione può benissimo travalicare il comune stato funzionale, per giungere ad una simbologia del potere; quindi simboli oppure elementi di prestigio.
Lama di giada incisa. Musées royaux d'art et d'histoire, Brussels.
Neolitico – la pietra levigata
Simbologia
Gravinis, BretagnaMané Kerioned (incisione di due ascie immanicate)
Neolitico – la pietra levigata
Approvvigionamenti e traffico della materia prima
Bacini di approvvigionamento e distribuzione delle pietre verdi in Italia settentrionale. Sono disponibili risorse utili anche nel sud Italia (rocce vulcaniche, metamorfiche, basalto.
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Età del Bronzo
Protostoria: in paletnologia, il secondo periodo della preistoria, comprendente l'età del bronzo e quella del ferro | 1958 (Devoto-Oli 2007)
Innumerevoli definizioni sono state dedicate alla protostoria. Quella che però qui sarà accettata è legata all'identificazione della presenza di comunità oramai evolute, caratterizzate da differenze socio-economiche, assenti nelle precedenti epoche preistoriche, sintomi di una più complessa articolazione della società e dello stato: il periodo che immediatamente precede alla storia Questo arco temporale è compreso tra l'età del bronzo (II mill. a.C) e l'inizio dell'età del ferro (VII a.C.), quindi con l'espansione nella penisola della colonizzazione greco-ellenica, ed al tempo stesso con lo svilupparsi del periodo urbano etrusco.
Industrie litiche
Pietra scheggiata Pietra levigata
Età del Bronzo
Industrie litiche
Pietra scheggiata Pietra levigata
Subisce fin dalla prima età del bronzo un declino quantitativo e qualitativo. Da una parte si assiste ad una produzione in serie piuttosto standardizzata, in gran parte di tipo bifacciale: pugnali a base troncata oppure peduncoltata, punte di freccia a base concava e non, elementi di falcetto, grattatoi.Questa produzione tenderà a scomparire del tutto, dato che per molti elementi sarà presente un nuovo sostituto, magari elaborato attraverso le tecniche metallurgiche.
Questa non è affatto succube del declino che interessa l'altro insieme della cultura materiale. La principale causa è sicuramente la presenza di una propria identità funzionale.
Età del Bronzo
Barche di Solferino (Mantova)
L'industria litica è composta da 1503 strumenti, 38 nuclei e 1314 strumenti non ritoccati. Le schegge dominano sulle lame (S/L = 5). I foliati sono la produzione più caratteristiche di questo insieme litico. Predominano gli F5, F6 e F8, inoltre i raschiatoi foliati (F10), molti dei quali sono degli elementi di falcetto. In generale non prevale un standard tipologico sugli strumenti generali ed i grattatoi. B
G
RAD
F
SUB
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45
Le produzioni dell'età moderna“Gli acciarini”
Lo sviluppo intensivo degli artigianati in pietra focaia hanno inizio del XVII secolo con l'invenzione dell'acciarino meccanico moderno applicato alle armi da fuoco. L'origine della catena operativa è riportata in un tavola del 1797 (Hamilton, Smith and Woodwards 1982).Le prime selci geometriche sono state prodotte nel Berry (valle della Loira) nel 1670 (Emy 1978).
Raschiatoi quadrangolari neolitici
ProtostoriaFine dell'Età del Bronzo – primo Ferro
Col diffondersi della metallurgia in tutta l'Europa occidentale, gradualmente andò perduta non solo la tradizione tecnologica della lavorazione della selce e di altri materiali come il calcare e l'ossidiana, ma anche la memoria dell'uso di strumenti litici, che pure avevano costituito il sussidio quotidiano dell'uomo per centinaia e migliaia di anni (Brizzi 1977)
Contesti di abitato
Contesti funerari
Contesti cultuali
Collocazione di asce in pietra verde nei focolari delle strutture abitative di età protostorica (in particolare nelle valli cuneesi. Collocazioni per fini apotropaici
Da ricordare il contesto dell'Osteria dell'Osa (VIII a.C)(Lazio) defunti con ornamenti caratterizzati da cuspidi di freccia di età eneolitica.
Ritrovamento di asce in pietra verde levigata in contesti rupestri dell'arco alpino. Testimonianza non solo di un riuso funzionale, ma di anticipazione delle credenze attestate anche successivamente nei periodi classici (età storica) (Monte Bego area XIX).
Mito e magia“La Pietra del Fulmine”
Alle origini c'è la raccolta di oggetti antichi: nella loro interpretazione nasce l'archeologia […] (A. Schnapp 1994)
Ceraunie
Plinio: tra le pietre bianche c'è anche quella che si chiama ceraunia: imprigiona il bagliore delle stelle, è in se cristallina ma di splendore ceruleo, nasce in Carmania.
Zenotemide riconosce che è bianca, ma dice che ha al suo interno una stella scintillante; che si formano anche ceraunie opache, le quali, lasciate a macerare nel nitro e nell'aceto per alcuni giorni, concepiscono in se quella stella che, però, dopo
altrettanti mesi, si estingue. Sotaco ha distinto anche due varietà di cereunie, una nera ed una rossa, simile alle asce; quelle nere e rotonde sarebbero dotate di poteri
sovrannaturali, e con esse si espugnerebbero città e flotte; il loro nome sarebbe baetuli, di quelle lunghe ceraunie. Si distinguerebbe anche un'altra varietà affatto rara,
ricercata appassionatamente dai Magi, perché non si troverebbero se non in luoghi colpiti dal fulmine. (N.H. XXXVII, 51)
Ciondoli di fattura ottocentesca (M. Villa Giulia)
Fibula con punta di freccia (Coll. Poggiali, Firenze)