Storia e Futuro: un biennio cruciale nella storia di Internet e del giornalismo on-line 266 Flares...

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Storia e Futuro 1994-1996: un biennio cruciale nella storia di Internet e del giornalismo on-line 266 Flares Facebook 255 Google+ 4 Twitter 7 Buffer 0 266 Flares × di Andrea Corda Leggi abstract L’obiettivo della presente ricerca è focalizzare il contributo fornito da Video On Line e da “L’Unione Sarda” nell’affermazione del giornalismo on-line in Italia e all’estero. I due esperimenti – fortemente voluti dall’editore Nicola Grauso – fecero irruzione nel mercato dei nuovi media, diffondendosi oltre i confini nazionali. I principali giornali esteri ne diedero conto, cogliendo il “fattore novità” da essi rappresentato. Nonostante le indubbie potenzialità, Video On Line ebbe un ciclo di vita breve – soli due anni – mentre “L’Unione Sarda” è ancora oggi presente in Rete. Abstract English 1994-1996: a crucial biennium in the history of the Internet and online journalism The aim of this research is to define the contribution given by Video On Line and L’Unione Sarda in the success of online journalism in Italy and abroad. The two experiments – strongly desired by the publisher Nicola Grauso – burst into the market of the new media, spreading beyond national borders. The most important foreign newspapers took account of it seizing the “novelty factor” they represented. In spite of its certain potentialities, Video On line had a short life – only two years – whereas L’Unione Sarda is still present in the Net nowadays. “La presente pubblicazione è stata prodotta durante la frequenza del corso di dottorato in storia moderna e contemporanea dell’Università degli Studi di Cagliari, a.a. 2011/2012 – XXVII ciclo, con il supporto di una borsa di studio finanziata con le risorse del Por Sardegna Fse 2007-2013 – Obiettivo competitività regionale e occupazione, Asse IV Capitale umano, Linea di Attività l.3.1 “Finanziamento di corsi di dottorato finalizzati alla formazione di capitale umano altamente specializzato, in particolare per i settori dell’ICT, delle nanotecnologie e delle biotecnologie, dell’energia e dello sviluppo sostenibile, dell’agroalimentare e dei materiali tradizionali”. Introduzione L’obiettivo del nostro lavoro è ricostruire un episodio delle tappe storiche che hanno portato alla nascita e all’affermazione di Internet e del giornalismo on-line in Italia, quando il quotidiano cagliaritano “L’Unione Sarda” fu il primo a dotarsi di un sito web. Fu un esperimento reso possibile soprattutto dalla visione prospettica dell’editore Nicola Grauso e grazie alle competenze tecniche del centro studi CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna), presieduto da Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica nel 1984.

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Storia e Futuro1994-1996: un biennio cruciale nella storia di Internete del giornalismo on-line266 Flares Facebook 255 Google+ 4 Twitter 7 Buffer 0 266 Flares ×

di Andrea Corda

Leggi abstract

L’obiettivo della presente ricerca è focalizzare il contributo fornito da Video On Line eda “L’Unione Sarda” nell’affermazione del giornalismo on-line in Italia e all’estero. Idue esperimenti – fortemente voluti dall’editore Nicola Grauso – fecero irruzione nelmercato dei nuovi media, diffondendosi oltre i confini nazionali. I principali giornaliesteri ne diedero conto, cogliendo il “fattore novità” da essi rappresentato.Nonostante le indubbie potenzialità, Video On Line ebbe un ciclo di vita breve – solidue anni – mentre “L’Unione Sarda” è ancora oggi presente in Rete.

Abstract English

1994-1996: a crucial biennium in the history of the Internet and onlinejournalism

The aim of this research is to define the contribution given by Video On Line andL’Unione Sarda in the success of online journalism in Italy and abroad. The twoexperiments – strongly desired by the publisher Nicola Grauso – burst into themarket of the new media, spreading beyond national borders. The most importantforeign newspapers took account of it seizing the “novelty factor” they represented.In spite of its certain potentialities, Video On line had a short life – only two years –whereas L’Unione Sarda is still present in the Net nowadays.

“La presente pubblicazione è stata prodotta durante la frequenza del corso didottorato in storia moderna e contemporanea dell’Università degli Studi di Cagliari,a.a. 2011/2012 – XXVII ciclo, con il supporto di una borsa di studio finanziata con lerisorse del Por Sardegna Fse 2007-2013 – Obiettivo competitività regionale eoccupazione, Asse IV Capitale umano, Linea di Attività l.3.1 “Finanziamento di corsidi dottorato finalizzati alla formazione di capitale umano altamente specializzato, inparticolare per i settori dell’ICT, delle nanotecnologie e delle biotecnologie,dell’energia e dello sviluppo sostenibile, dell’agroalimentare e dei materialitradizionali”.

IntroduzioneL’obiettivo del nostro lavoro è ricostruire un episodio delle tappe storiche che hannoportato alla nascita e all’affermazione di Internet e del giornalismo on-line in Italia,quando il quotidiano cagliaritano “L’Unione Sarda” fu il primo a dotarsi di un sito web.Fu un esperimento reso possibile soprattutto dalla visione prospettica dell’editoreNicola Grauso e grazie alle competenze tecniche del centro studi CRS4 (Centro diRicerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna), presieduto da Carlo Rubbia,premio Nobel per la Fisica nel 1984.

Nel 1994 Grauso fondò a Cagliari il primo grande Internet provider italiano, terzo almondo per dimensioni: Video On Line (Vol), nell’intento di lanciare la sfida a Internetin Italia, un paese che, in quel periodo, risultava ancora scarsamente alfabetizzatodal punto di vista informatico.

Come vedremo nella nostra ricerca, Vol riuscì a inserirsi in una traiettoriatecnologica emergente, ma non riuscì a consolidarsi economicamente sul mercato.I fattori che resero possibile la nascita del fornitore italiano di accesso a Internetfurono i notevoli investimenti in ricerca e sviluppo e la presenza di un imprenditoremolto sensibile alle nuove tecnologie. Il progetto era ambizioso e ad ampio spettro,dal momento che puntò ad espandersi non soltanto sul mercato nazionale, maanche e soprattutto su quello internazionale. L’impresa si concluse però dopo solidue anni, nell’aprile 1996, quando, a causa di notevoli perdite di esercizio, l’editoresardo fu costretto a vendere Video On Line a Telecom Italia.

Alcuni esponenti del mondo di Internet e dei nuovi media (su tutti Carlo Rubbia,Nicholas Negroponte e Renato Soru) videro in Grauso una delle personalità piùinnovative e lungimiranti dell’imprenditoria italiana, in grado di contribuire allosviluppo di un settore che era conosciuto in Italia solo dagli addetti ai lavori.

Se in Italia “L’Unione Sarda” fece da apripista nel 1994, all’estero – negli Stati Uniti –l’informazione debuttò su Internet due anni prima: quotidiani locali americani dimedia e piccola tiratura si lanciarono in Rete con l’obiettivo di allargare le propriezone di influenza. Ad esordire fu il Chicago Tribune nella primavera del 1992.Tuttavia, il primo giornale americano che sperimentò una versione veramenteinnovativa fu, nel 1993, il San Jose Mercury News, ospitato all’interno del portaleAmerica On Line. L’accesso al servizio era a pagamento e ammontava a 9,95dollari al mese. Il San Jose Mercury News, nonostante fosse caratterizzato da unagrafica tutt’altro che accattivante, riuscì a imporsi tra gli utenti di Internet grazie adue fattori: la possibilità di consultare l’archivio storico del giornale – disponibile apartire dall’anno 1985 – e la possibilità di creare un legame interattivo tra giornalistae utente, mediante l’utilizzo delle email. Erano previste rubriche specifiche per ilweb, aggiuntive rispetto ai contenuti proposti dall’edizione cartacea. Dunque, il SanJose Mercury News può essere considerato come il vero e proprio esperimentoantesignano del giornalismo on-line a livello mondiale.

Negli anni compresi tra il 1994 e il 1996 approdarono sul web anche le piùprestigiose testate americane, come il New York Times, il Washington Post e UsaToday. La maggior parte degli editori, in difficoltà per il calo del numero di copiecartacee vendute, si affacciò al mondo di Internet alla ricerca di opportunitàeconomiche alternative a quelle tradizionali. Come si evince dalla letteratura piùrecente sull’argomento (in particolare Pratellesi, Granelli e Maistrello), i modelli diimpresa proposti dagli editori contemplarono, sostanzialmente, due opzioni: la primaprevedeva che l’utente si facesse carico di un abbonamento mensile per poteraccedere all’edizione on-line del quotidiano; la seconda opzione – quella più diffusatra gli operatori del settore – non richiedeva invece alcun abbonamento e puntavasulle entrate finanziarie provenienti dalla pubblicità on-line, soprattutto sotto forma diimmagini (i cosiddetti banner) che, di solito, reclamizzavano il nome dell’aziendainserzionista, il logo e uno o più prodotti.

La maggior parte dei grandi gruppi editoriali americani, quando decise di approdaresul web, compì un errore di valutazione, preconizzando che il nuovo canale sarebbediventato in breve tempo una solida fonte di ricavi e che avrebbe sottratto venditealle copie cartacee. I ricavi aggiuntivi furono inferiori rispetto alle aspettative di inizioattività. Usa Today, per esempio, allestì una redazione web composta da ben 75

giornalisti e circa 200 collaboratori on-line, a fronte soltanto di un numero di 1000abbonamenti ricavati (a 12,95 dollari mensili, più di 2,05 dollari per ogni ora diconnessione successiva alla quarta) in tre mesi di attività. Dunque, emerse subito inmodo evidente la sperequazione tra risorse investite e risorse ricavate. Gli editoricapirono che far pagare un abbonamento per fruire dei contenuti on-line di ungiornale sarebbe stata una strada difficilmente premiante, ecco perché preferironopuntare sull’accesso gratuito e sullo sfruttamento pubblicitario.

L’unico quotidiano americano che riuscì a “sfondare” con successo sulla stradadegli abbonamenti fu il Wall Street Journal, presente sul web dal 29 aprile 1996. Sitratta di un giornale specializzato in economia e finanza, in grado di offrire agli utentiun aggiornamento costante delle informazioni.

Il più autorevole giornale americano, il New York Times, fece il suo esordio sul web il19 gennaio 1996, con una formula mista: l’accesso alla prima pagina del giornaleera libero ma, per poter visualizzare gli articoli contenuti nelle pagine interne, l’utentenecessitava di una registrazione gratuita sul sito. Il New York Times era dotatoanche di un archivio on-line consultabile a pagamento, al costo di 2,5 dollari per ognisingolo articolo.

Per quanto concerne la pubblicità, il primo banner apparve nel 1994 su HotWired,edizione on-line della rivista di tecnologia e cultura digitale Wired.

Un altro anno importante nella storia del giornalismo on-line fu il 1995, allorchévenne fondata la prima testata giornalistica presente solo ed esclusivamente sulweb. Si trattò della rivista Salon, nata per merito di un gruppo di redattori provenientidal San Francisco Examiner.

In America, l’episodio cruciale che diede infine grande slancio al giornalismo on-linesi registrò nel 1998, quando l’aggressivo sito Internet Drudge Report lanciò perprimo, in esclusiva, la notizia della clamorosa relazione sessuale tra il presidentedegli Stati Uniti Bill Clinton e una stagista della Casa Bianca, Monica Lewinsky.Episodio che dette origine al Sexgate. Si trattò di un vero e proprio scoop, in cui ilweb riuscì a battere, nella tempistica del lancio della notizia, sia il giornalismocartaceo, sia quello televisivo.

A proposito di giornalismo on-line in Italia, tutto partìda…“L’Unione Sarda” fu il primo quotidiano in Italia e in Europa ad approdare in Rete il 31luglio 1994. Una delle motivazioni che spinsero Grauso a iniziare questa avventurafu la ricerca di nuove opportunità di impresa. In tal senso, la Rete rappresentava unrischio, ma anche una nuova frontiera che avrebbe potuto garantire risorseeconomiche aggiuntive rispetto a quelle del giornalismo della carta stampata, dellaradio e della televisione, mercati saturi ed in forte crisi di inserzionisti pubblicitari, dilettori, ascoltatori e telespettatori. L’editore sardo comprese subito che la diffusionedi Internet avrebbe potuto mettere in contatto milioni di persone sparse in tutto ilmondo, trasformando in modo radicale il loro modo di vivere, lavorare, socializzaree realizzare affari economici.

Il progetto nacque nei laboratori del CRS4, il centro di ricerca e studi superiori volutodal premio Nobel Carlo Rubbia, a seguito dell’incontro di tre specialisti: Reinier vanKleij, 32enne, system manager a “L’Unione Sarda”, Pietro Zanarini, 37 anni, diBologna, che dirigeva il Gruppo di visualizzazione scientifica del CRS4 e FrancescoRuggiero, 25 anni, di Brindisi, studente di informatica all’Università di Milano, che

stava lavorando alla tesi di laurea con una ricerca presso il CRS4. Tutto partì il 28ottobre del 1993 da un fax inviato da Pietro Zanarini a Reinier van Kleij.

Figura 1. Il fax inviato da Pietro Zanarini aReinier van Kleij in data 28 ottobre 1993fonte people.crs4.itzipunionesarda

Zanarini seppe che il Washington Post stava pensando di mettere in rete unaversione del quotidiano cartaceo, così propose a Van Kleij di collaborare neltentativo di anticipare gli americani. La collaborazione avvenne a mezzo fax, datoche il giornale non disponeva ancora delle email e della connessione a Internet. VanKleij accolse l’idea con entusiasmo. Il lavoro fu affidato al giovane FrancescoRuggiero. Nel 1994 il sito fu messo in rete, senza essere neppure annunciato inmodo particolare. Qualche mese più tardi, dopo aver accumulato un buon numerodi commenti positivi da parte degli utenti, il prodotto fu mostrato al proprietario delgiornale, e Grauso, da persona attenta alle innovazioni, capì le potenzialità delprogetto e se ne innamorò.

Il sito fu presentato sul giornale cartaceo e, pochi mesi dopo, esattamente il 3dicembre 1994, partì l’avventura del provider Internet Video On Line. La prima paginade “L’Unione Sarda” on-line era sviluppata con il linguaggio html, che consentiva agliutenti di navigare tra le pagine di diversi siti tramite i collegamenti ipertestuali, icosiddetti link. I contenuti erano gli stessi presenti sul giornale cartaceo. La sezioneToday’s newspaper offriva un indice degli articoli presenti sul quotidiano in edicola.Selezionando con il mouse il titolo della notizia, si poteva accedere al contenutointegrale dell’articolo o alla singola pagina del giornale. Nell’area Past issues c’eraun archivio con i numeri precedenti. Interessante era l’icona Personal newspaper,che consentiva di visualizzare le pagine del giorno, contenenti le parole chiaveindicate dal navigatore. Visto che in quel periodo non esistevano ancora i motori diricerca, era stato creato un database con un certo numero di parole e uncorrispondente sito sull’argomento. Quando il sistema trovava quelle parole negliarticoli, associava automaticamente il link alle pagine web esterne.

Oggi potrebbe sembrare una trovata banale, ma nel 1994 il sistema dei link eraquasi sconosciuto. Si trattava di un’innovazione radicale in quel preciso momentostorico. Il sistema multimediale consentiva di evocare testi, fotografie, grafici,mappe, spezzoni video, segmenti audio e, soprattutto, di acquisire una quantitàenorme di informazioni. La logica conseguenza era che il giornale on-line, più che algiornale tradizionale, sembrava assomigliare ad una enciclopedia.

L’esperimento de “L’Unione Sarda” on-line non fu una semplice innovazionetecnologica, ma una vera e propria scommessa per il futuro, che consentì a migliaiadi utenti sparsi in tutto il mondo di leggere il quotidiano, ricercando gli articoli o gliargomenti più interessanti attraverso l’utilizzo di parole chiave, che apparivano incolore blu o rosso: erano i link, i collegamenti ipertestuali ed ipermediali. Bastavapremere con il mouse su uno di questi lemmi per essere indirizzati su immagini efotografie. Per esempio: in un articolo di cronaca cittadina era possibile selezionarela parola “Cagliari” ed in tal modo si apriva un elenco completo di informazioni sullacittà che l’amministrazione comunale cagliaritana aveva immesso nella rete.

Ciò rappresentava un vero vantaggio per “L’Unione Sarda” nei confronti dei giornaliconcorrenti presenti on-line. Il quotidiano cagliaritano fu dunque una delle primeforme di editoria elettronica realmente completa e funzionale.

Molti utenti furono sorpresi per il fatto che un’iniziativa del genere fosse stata presada un giornale regionale, di piccole dimensioni, e non da una testata nazionale.Inoltre, i sardi che vivevano all’estero apprezzarono molto il sito. La gestione dellaversione on-line de “L’Unione Sarda”, in seguito alla nascita di Video On Line – adicembre 1994 – passò direttamente allo stesso gruppo editoriale. Per quantoriguarda i contenuti, non erano ancora presenti articoli destinati esclusivamente allaversione on-line.

Gli ideatori de “L’Unione Sarda” on-line avevano preso come punto di riferimento ilperiodico elettronico californiano Palo Alto Weekly, che tuttavia non contenevalegami ipertestuali. Il 31 luglio 1994 il giornale “L’Unione Sarda” non ebbe dunque piùconfini. Ad onor del vero, le prime sperimentazioni del giornale on-line cominciaronoil 13 luglio, ma l’inizio ufficiale è datato 31 luglio. Il mensile di informazione edocumentazione “L’Editore” – che nell’ottobre 1994 gli dedicò la copertina – lo definì“Il giornale giramondo”. Il sistema, ipertestuale e multimediale, consentiva la letturadegli articoli, la consultazione delle più importanti banche dati del pianeta, nonché laricezione di suoni e filmati.

Figura 3 La prima homepage dell’Unione Sarda on-line.

A partire dal 1994, allorché il web mosse i primi passi, la posta elettronica si rivelòuna grande opportunità. Gratuita, veloce e semplice da usare, facilitò enormementela comunicazione con i giornalisti e i ricercatori del CRS4, che ricevettero decine dimessaggi inviati dagli utenti. Si sperimentò per la prima volta in Italia l’interattività traredazione giornalistica e lettori. I messaggi erano indicativi del fatto che moltepersone, pur vivendo all’estero, desideravano essere informati quotidianamente suquello che accadeva nei loro luoghi d’origine. Di seguito riportiamo alcune email“storiche” inviate dai lettori a Francesco Ruggiero del CRS4.

Idea Grandiosa. Potessimo averlo a Milano (Walter Aprile, 14 luglio 1994).

I just found your WWW page for L’unione Sarda. It’s very good and I think the onlyEuropean exsample for a WWW newspaper. We would like to show it to thestudents and guests visiting the school. But how long is the WWW server going torun?? (Niels Mork, Danish School of Journalism, 18 luglio 1994)

Ciao Francesco, Mi chiamo Vincenzo e sono uno studente Fiorentino, stoprendendo un PhD in Biologia Molecolare alla Kyoto University. L’accesso on-lineall’Unione Sarda è *grandioso*!!! Fin’ora nessuna notizia dall’Italia (ed è quattr’anniche son qua!). Ora con l’Unione Sarda On-line è cambiato tutto: ogni notte mi possoleggere il giornale fresco dello stesso giorno. Stento a crederci. Buon lavoro!Grazie! Ciao Francesco e continuate così!!! Un saluto e i complimenti anche a tuttiquelli dell’Unione Sarda. Ciao, Vincenzo (Vincenzo Nardi-Dei, Laboratory for Bio-Functional Molecules, Institute for Chemical Research, Kyoto University, Uji-Campus, Uji-shi, Kyoto-fu, 611 Giappone, 2 agosto 1994).

Sto ridendo da solo! Sono un sassarese a New Haven, Connecticut, USA; faccio undottorato in Biochimica alla Yale University. Stavo controllando in World Wide Web irisultati del campionato quando ho scoperto l’Unione, con tanto di fotografie! Non civolevo credere. Volevo dirlo a qualcuno ma qui non mi avrebbero capito. Sonoveramente entusiasta; grazie per il servizio che mi è veramente gradito. So chequeste cose sono possibili ma mi sarei aspettato Repubblica o il Corriere, certo nonl’Unione! Ora mi sento veramente un po’ più a casa. Tra l’altro sono un grande tifosodel Cagliari ed ora ho l’opportunità di seguirlo: anche questo è importante. Grazieancora ed buon lavoro! Alessandro Senes (4 ottobre 1994).

Ogni giorno, dunque, migliaia di persone leggevano “L’Unione Sarda” fuori dalla

Sardegna. Le maggiori richieste di accesso provenivano da Stati Uniti, GranBretagna e Svizzera. Il servizio offerto era completamente gratuito e dava all’utentela possibilità di consultare il testo del giornale in edicola, sfogliare le copie arretrate,avviare ricerche per parole chiave, inviare messaggi al giornale.

Un’importante riflessione da fare è quella relativa al tentativo di superare ladicotomia tra centro e periferia che quell’esperimento implicava: le notizie sullaSardegna potevano potenzialmente essere lette in tempo reale in tutto il mondo e, aloro volta, i fatti internazionali essere seguiti su Internet da utenti che vivevanonell’isola. Partito con grande slancio, ben presto però il tentativo de “L’Unione Sarda”si ridimensionò notevolmente. Nonostante il sito fosse molto curato e fossero stateeffettuate assunzioni specifiche per la versione web, la vetrina on-line non ebbe ilsuccesso sperato. A frenarne lo sviluppo furono soprattutto la ridotta diffusione dellaRete allora presente in Italia e la natura stessa del giornale, da sempre regionale, equindi scarsamente capace di proporsi, all’improvviso, a un pubblico nazionale ointernazionale. Tuttavia, anche se i risultati ottenuti on-line dal quotidiano sardofurono inferiori alle previsioni di Grauso, quel progetto tracciò una strada che moltialtri editori avrebbero percorso in seguito con alterne fortune.

Il “prodotto” Video On Line: cos’era e comefunzionavaNel periodo compreso tra il 1980 e la metà degli anni Novanta, la Sardegna visseuna fase di intensi cambiamenti sociali. Ci fu un massiccio esodo agricolo e un calodel numero degli occupati nel comparto dell’industrializzazione per poli di sviluppo,che aveva caratterizzato il settore secondario sardo negli anni Sessanta e Settanta,soprattutto con le industrie petrolchimiche della Sir-Rumianca controllatedall’imprenditore Nino Rovelli. Le grandi fabbriche sorte nei poli industriali furonomesse in difficoltà non solo da fattori finanziari ma anche dalle due crisi petroliferedel 1974 e del 1979. Al ridimensionamento della grande industria fece seguito unanotevole espansione del settore terziario, con un aumento del numero degli addettiai servizi pubblici e privati e con un consistente sviluppo delle attività commerciali eturistiche. La Sardegna entrò quindi nell’epoca postindustriale

L’economia cagliaritana, all’inizio degli anni Novanta, si caratterizzava per unastruttura in cui crescevano i lavoratori impiegati nel settore delle tecnologiedell’informazione e della comunicazione. Osservando i dati Istat riportati nella tabellaA, si nota come nel rapporto tra popolazione residente e numero di occupati inquesto settore, l’area cagliaritana presentasse valori superiori rispetto alla mediadell’Italia meridionale e insulare. Dunque, in totale, l’area cagliaritana presentava nel1991 oltre 1500 addetti.

I prodromi di questo indirizzo tecnologico si registrarono soprattutto a partire dal1990, allorché la giunta regionale sarda finanziò la realizzazione del parcoscientifico e tecnologico regionale e, contestualmente, il 30 novembre 1990, lanascita del CRS4 presieduto da Carlo Rubbia, allora direttore del CERN di Ginevradove, nel 1989, Tim Berners Lee presentò il progetto World Wide Web.

L’obiettivo principale era creare una rete scientifica e tecnologica che fosse in gradodi collegare imprese, istituzioni, mondo della ricerca. Il CRS4 divenne un centroscientifico d’avanguardia, ma il suo radicamento nell’economia isolana fuinizialmente marginale, visto e considerato lo scarso numero delle imprese chepotevano utilizzare un così grande patrimonio di conoscenze e di competenzetecniche. Il primo imprenditore che decise di applicarle in modo concreto fu Grauso,che possedeva già un’emittente televisiva, Videolina, e un’emittente radiofonica,Radiolina.

Proprio a quell’epoca egli aveva realizzato investimenti nei media dell’Est europeo,acquistando nel 1991 il quotidiano polacco Zycie Warszawy, la testata quotidianapiù antica e diffusa di Varsavia, e dando vita nel 1993 al network televisivo Polonia 1,costituito da 12 stazioni locali. Nel 1994 l’editore sardo fondò, il 3 dicembre, VideoOn Line, il principale fornitore di accesso al web in Italia.

Perché il progetto nacque in Sardegna? Perché qui si trovarono insieme diversepersone che ebbero l’idea e decisero di portarla avanti, mostrando grandeattenzione alle novità offerte dal mercato delle tecnologie, Internet in primis. Non èun caso infatti che la Sardegna abbia dato i natali a Michelangelo Pira che, nel 1970,nel suo libro “Il Villaggio elettronico”, profetizzava l’avvento di Internet, descrivendolocome noi lo conosciamo. Video On Line dimostrò che nel mondo del web non eraimportante l’ubicazione e la dislocazione fisica.

Una tappa storica fu l’accordo siglato nel 1995 tra Video On Line e Sprint,“trasportatore” americano in cui venne convogliato tutto il traffico telematico. A metàdi quell’anno, il primo fornitore italiano di servizi Internet raccolse circa 30 mila

adesioni, con una media di 400 mila accessi al giorno. Il progetto fu innovativo eaccattivante, tanto da destare l’interesse di un guru delle telecomunicazioni comeNicholas Negroponte, direttore del centro di ricerche Media Lab al MIT di Boston.Grauso e Negroponte siglarono un accordo di ricerca – della durata di sei anni – inbase al quale, con un investimento di circa 25 miliardi di lire, alcuni ricercatoriamericani si sarebbero trasferiti a Cagliari per lavorare su progetti comuni e faredella Sardegna il centro del mondo virtuale.

Video On Line era un nuovo servizio telematico, destinato alle famiglie e alleaziende, per informarsi e comunicare. Un sistema che permetteva di fare tuttotramite computer: dalla lettura dei giornali alla rassegna stampa, dalla consultazionedella Borsa valori a quella di banche dati, dalla spesa stando comodamente sedutiin casa, alla ricerca di un libro nei cataloghi di centinaia di biblioteche. Per collegarsiera sufficiente possedere un personal computer, un modem e una linea telefonica.Video On Line garantiva una connessione da più città in Italia, con il costo di unasemplice telefonata urbana e senza dover comporre un prefisso telefonico. Questoè stato uno dei fattori di progresso rispetto ai fornitori di accesso a Internetconcorrenti.

Dal punto di vista grafico, Video On Line si configurava come un portale generalistaaccompagnato da un logo raffigurante un uccello stilizzato. Una volta attivato ilcollegamento, sul video del pc compariva un’immagine con una serie di icone cherappresentavano le porte di accesso ai vari servizi inizialmente previsti: Internet,edicola ipertestuale, posta elettronica, spesa via video. Era inoltre possibile ottenereinformazioni su musei, spettacoli, teatri, concerti, negozi, orari e prezzi di bigliettidelle compagnie aeree. Il costo dei modem in quegli anni oscillava fra le 100 e le250 mila lire. I primi punti di accesso erano 28 in tutta Italia (compresi quelli presentia Cagliari e Sassari).

Figura 4 Homepage di Video On Line 3 dicembre 1994.

Il sito Video On Line venne tradotto in 26 lingue. La prospettiva multilingue emultinazionale faceva parte della politica di espansione internazionale del progetto,sintetizzata dalla Vol Case, ossia una valigetta contenente tutti i servizi necessariper attivare un fornitore di accesso a Internet nelle varie nazioni estere. La valigetta,che veniva appunto consegnata ai partner commerciali referenti nei vari Paesi delmondo, comprendeva gli elementi indispensabili per poter costituire in pienaautonomia e sviluppare da zero un provider nazionale: software, know-how,approccio commerciale.

Tra i servizi introdotti da Video On Line non si può non ricordare la VOLmail, laprima webmail commerciale (al di fuori del circuito delle università) disponibile sulweb, il motore di ricerca VOLume, Rete!: il più completo sito sul calcio, e VOLftp:servizio ftp (file transfer protocol) che consentiva di scaricare migliaia di softwaregratuiti.

Tra le innovazioni va sicuramente ricordato il browser web Tiber (di cui VOL era ildistributore), sviluppato dalla società californiana Teknema, uno dei pochi presentiall’epoca sul mercato e, tra l’altro, disponibile in più lingue. Nei mesi successiviall’inserimento on-line del servizio ci fu un’ampia campagna di marketing epromozione con la diffusione del dischetto di accesso alla rete, che venne dato inomaggio con l’acquisto del giornale “L’Unione Sarda”, del quotidiano economico IlSole24Ore, del settimanale Panorama, del settimanale a fumetti della Walt DisneyTopolino, e l’offerta di accesso completamente gratuito per alcuni mesi tramitenumero verde.

Uno dei principali problemi che si posero era la necessità di stabilire le modalità diaccesso a Video On Line. Inizialmente l’editore non prese una decisione definitiva,anche perché Internet sembrava una realtà ancora tutta da esplorare e scoprire.L’accesso fu completamente gratuito per i giovani fino ai 18 anni, con l’esclusivopagamento per accedere ai servizi ausiliari. L’unica spesa certa era quella delcollegamento telefonico, equivalente a una telefonata urbana. In sostanza, Video OnLine era una rete telematica che si irradiava in tutta Europa: partiva da Cagliari,attraversava l’Oceano e arrivava a Washington, mettendo così in comunicazione idue continenti. Lungo queste migliaia di chilometri transitavano dati, immagini esuoni. Milioni di informazioni circolavano nello stesso istante. In Italia, la strategia dicomunicazione di Video On Line si fondò su una rete a maglie strettissimecomposta da 230 distretti telefonici, che consentiva agli abbonati di collegarsi alservizio con una semplice telefonata urbana. La stessa strategia, con tempi un po’più lunghi, si pensava fosse applicabile all’Europa, all’Africa e al resto del mondo.

A novembre 1995 Video On Line annunciò un nuovo importante progetto: consentirel’accesso al web gratis a scuola per tutti gli istituti scolastici privati e pubblici italianiche ne avrebbero fatto richiesta. Il pacchetto era costituito da un software,contenente le istruzioni e la password per accedere a Internet, il servizio di postaelettronica e l’assistenza telefonica diciotto ore su ventiquattro. Il prezzo di listino sisarebbe aggirato attorno al mezzo milione di lire, ma l’editore preferì rinunciare aquesta entrata, nel tentativo di colmare la distanza che separava la scuola italianada quella degli altri paesi. Era infatti evidente la preoccupazione per il ritardo con ilquale il sistema scolastico italiano si avvicinava all’informatica. Nacque quindi l’ideadell’abbonamento omaggio, che consentiva agli istituti scolastici più sensibili diaggirare gli ostacoli burocratici legati all’attivazione e al pagamento degliabbonamenti. L’accesso a Internet consentì il dialogo tra le scuole e permise agliinsegnanti di attingere da quel bagaglio di archivi e conoscenze che costituivano ladote maggiore del web.

Un’altra data importante è il 18 novembre 1995, quando il gruppo Grauso siglò un

accordo con la Fulcrum Technologies (società canadese leader nel mercato deidocumenti elettronici) per consentire agli utenti di Video On Line di avvantaggiarsidelle potenti caratteristiche della ricerca testuale, utilizzando il software FulcrumSurfBoard su tutti i propri server e su quelli delle società affiliate presenti in Europa,America, Africa, Asia e Australia.

All’inizio del mese di dicembre 1995 si concretizzò il progetto di diffondere Internetfra tutti coloro che non avevano a disposizione le tecnologie e i mezzi necessari perpoter navigare in rete. Grauso fece aprire uno spazio denominato Volpoint, in piazzaCostituzione a Cagliari: una postazione in cui vennero messi a disposizione delpubblico diversi computer collegati a Internet per chiunque avesse avuto lanecessità di navigare o avesse voluto scoprire la nuova realtà della Rete. L’obiettivodi questo spazio ad hoc fu agevolare l’approccio dell’utenza con la realtàmultimediale per far sì che nello studio, nel lavoro e nella vita privata, tutti potesserotrarre vantaggio dai servizi e dalle informazioni fornite da Video On Line. Volpoint sifece promotore di una serie di iniziative culturali come mostre, incontri, dibattiti, chemiravano a creare un fattore aggregante attorno all’evento, sottolineando lapossibilità della circolazione delle idee attraverso il computer. Nel primo mesepromozionale l’accesso fu libero. L’unico vincolo era la compilazione di una schedacon le proprie generalità.

La rassegna internazionale sul “fattore novità” VideoOn LineNel 1995 lo stand di Video On Line ottenne grande successo in occasione della fierainternazionale dell’informatica di Cannes. Successivamente fu la volta delcongresso internazionale degli editori a Parigi e della fiera internazionale dellatelematica a Silicon Valley in California, il cuore pulsante dell’intelligenza artificialemondiale. L’obiettivo di Grauso era porsi come tramite privilegiato fra l’Europa e ilresto del mondo, uscendo dai confini dell’Italia per conquistare una clientelamondiale. Tra aprile e giugno 1995, Video On Line fu presentato in importanti cittàdel mondo come Atene, Alessandria d’Egitto, Sofia, Istanbul, Tunisi, Bucarest,Beirut, Budapest, Casablanca, San Pietroburgo, Berlino, Lisbona, Amman, Mosca,Madrid, Shangai, Bruxelles, Barcellona, Singapore, Stoccolma, Parigi, Londra,Copenaghen, Jakarta, Ginevra, Tel Aviv, Tripoli, Johannesburg, New York eTeheran.

I tour vennero preceduti da un’imponente campagna pubblicitaria e si tennero in cittànelle quali Vol aveva sistemato un proprio server, un centro elettronico e una retetelematica. In ogni paese erano stati sviluppati rapporti di collaborazione e scambitecnico-commerciali con aziende informatiche, editoriali e industriali per la gestionedelle reti locali e per lo sviluppo di progetti economico-finanziari. Implicita in questastrategia era la possibilità di portare la Sardegna e l’Italia ai massimi livelli nel campodella telematica, garantendo ad entrambe un posto privilegiato nello scacchiereinternazionale delle comunicazioni di massa.

Il tour mondiale, che mirava a promuovere il prodotto Video On Line tra tutti i soggettiinteressati nei luoghi di destinazione, fu anche oggetto di una vera e propriarassegna stampa internazionale, che contribuì in modo notevole a far conoscere ilprincipale Internet provider italiano, come dimostrano le pagine dei maggioriquotidiani esteri in cui si parlò del “fattore novità” rappresentato dal prodotto VideoOn Line:

Figura 5 Il quotidiano grecoNautemporiki nell’edizione

del 21 aprile 1995 titolaParte da Atene la

campagna VIDEO ON LINEche toccherà 30 capitali.

Figura 6 Il quotidianobulgaro 24 Chasa in data26 aprile 1995 titola Gli

italiani ci introducono nellarete telematica Video On

Line

Figura 7 Il quotidianobulgaro NINE O’CLOCK indata 5 maggio 1995 titola

Video On Line – unafinestra sul mondo

Figura 8 Il giornale turcoHURSE in data 1° maggio1995 titola Video On Line

approda in Turchia

Figura 9 Il settimanale turcoNOKTA in data 30 aprile1995 titola Video On Line

approda in Turchia unsemplice tasto e si apre

una finestra sul mondo (1)

Figura 10 Il settimanaleportoghese Expresso indata 6 maggio 1995 titola

Video On Line in Portogallo

Figura 11 Il quotidianoportoghese Diario de

noticias in data

Figura 12 Il settimanaleSemanario economico indata 19 maggio 1995 titolaVideo On Line è arrivato in

Portogallo

Figura 13 Il quotidianospagnolo EL MUNDO

nell’inserto Comunicationdel 19 maggio 1995 titola

On line all’italiana

Figura 14 Il quotidianoolandese Rotterdam

Dagblad in data 20 maggio1995 titola Anche ai sardipiace guadagnare con le

autostrade digitali

Figura 15 Il quotidianosvedese PRESSURKLIPP

in data 10 maggio 1995titola Video On line

Figura 16 Il giornale danesePresseklip AS in data 13

giugno 1995 titola Invasionedegli italiani

Figura 17 Il settimanaleegiziano Middle East Times

Egypt nell’edizione dellasettimana dal 23 al 29

aprile 1995 titolaComunicato stampa Video

On Line

Figura 18 Il giornale cineseFortuna China Public

Relations Ltd in data 17maggio 1995 titola Video

On Line stabilisce ilcollegamento tra Italia e

Shanghai

Figura 19 Il quotidianoindonesiano The IndonesiaTimes in data 29 maggio

1995 titola V.O.L. dàinformazioni in lingua

inglese e in lingua araba

Figura 20 Il quotidianotunisino Assabah in data 30

aprile 1995 titola Leautostrade informatiche un

giro intorno al mondo inlingua araba

Figura 21 Il quotidianolibanese L’ORIENT LE

JOUR in data 15 maggio1995 titola Video On Line

presentato in Libano

Figura 22 Il quotidianomarocchino LE MATIN duSahara et du Maghreb indata 25 aprile 1995 titolaProssima presentazione

del sistema Video On Line

Figura 23 Il settimanalegiordano THE STAR in data4 maggio 1995 titola Video

On Line in Giordania

Figura 24 Il quotidianosudafricano Business Day

in data 11 maggio 1995titola Clamore per il lancio

di una nuova attività dibusiness in Sudafrica

Figura 25 Il quotidianorusso Vecernij peterburg indata 12 maggio 1995 titola

Video On Line modusvivendi

Conclusioni: Video On Line tra luci ed ombreNel primo periodo di Video On Line furono fatti grandi investimenti tecnologici.L’editore era convinto che il mercato avrebbe recepito il suo progetto piùvelocemente di quanto accadde in realtà. Questa esperienza diede comunque deifrutti: il testimone di Video On Line fu raccolto da Renato Soru con Tiscali nel 1998.E proprio un ringraziamento particolare per l’avventura bella, ma breve, di Video OnLine giunse a Grauso – in data 6 aprile 1996 – dallo stesso Soru, colui che avevaottenuto dal patron di Vol la licenza per fondare Czech On Line, che diventò ilmaggiore fornitore di Internet della Repubblica Ceca. L’oggetto dell’email era “Grazieda Praga”:

Figura 26. Email scritta da Renato Soru a Nichi Grauso (Fonte: archivio privato Nichi Grauso).

Caro Niki,

Quello che hai fatto rimarrà sicuramente tra le pagine più belle della storiaeconomica della Sardegna. Il fatto che le risorse siano mancate a metà del guado eche altre società con mezzi ben diversi beneficeranno della tua intuizione ecreatività non toglie assolutamente nulla ai tuoi meriti, anzi ne sono una ulterioreconferma. Spero che la soluzione Telecom, per quanto oggi possa essere statapresa a malincuore in futuro potrà rivelarsi addirittura un utile punto di svolta. Chissàche le costosissime infrastrutture non diventino altro che una “commodity”, mentredallo sviluppo dei contenuti e dei servizi, che maggiormente necessitano di creativitàe immaginazione, potrà nascere il vero valore aggiunto. Il feeling esistente traInternet e Nicola Grauso merita sicuramente di non essere interrotto. Comunquevada ti ringrazio di avermi trascinato in questa avventura. Se posso esserti di unqualche aiuto non esitare a chiamarmi. Ciao, Buona Pasqua e ancora complimenti.

Renato Soru

A quasi vent’anni di distanza dalla nascita di Vol, ci si potrebbe chiedere quali effettiprodusse quel progetto sul giornalismo on-line italiano: il principale fu aprire Internetal settore dell’editoria cartacea. L’impresa rappresentò un momento di contatto e di

scambio tra le competenze dei ricercatori del CRS4 e quelle di una pluralità diimprenditori locali. Video On Line dunque poté essere considerato come uncontesto di trasferimento tecnologico tra le frontiere di ricerca del CRS4 e un certonumero di informatici locali. L’Internet provider fondato a Cagliari favorì un approcciomulticulturale, multilinguistico e multimediale.

L’esperimento de “L’Unione Sarda” on-line ebbe il merito indiscutibile di tracciare larotta per chi sarebbe arrivato negli anni successivi. Un primato non da poco, ancheperché si trattava di un quotidiano a diffusione regionale, che disponeva di risorseeconomiche inferiori rispetto a quelle possedute da testate a maggiore tiratura. Nel1996, però, tutte le competenze tecnologiche che si erano radicate nel territorionegli ultimi due anni furono in procinto di scomparire. Telecom Italia, infatti, nell’aprile1996, in seguito all’autorizzazione ricevuta dall’Antitrust, acquisì Video On Line, cheera nel frattempo caduta sull’orlo di una crisi finanziaria.

La domanda a questo punto sorge spontanea: perché un progetto anticipatore e digrande portata ebbe un ciclo di vita di soli due anni? Il problema principale eraprobabilmente dovuto al fatto che Video On Line si espose in modo consistente neiconfronti di Telecom Italia. Per spiegare la “dipendenza” da Telecom Italia,illustriamo brevemente il meccanismo di funzionamento del servizio: l’utente deiservizi Video On Line, munito di un personal computer e di un modem, attraverso unnumero verde, si connetteva dal distretto telefonico più vicino a uno dei nodi delprovider. Il numero verde implicava che il costo dell’intera operazione risultasse acarico di Video On Line che, a sua volta, doveva pagare alla Telecom tariffedeterminate in assenza di adeguate regolamentazioni da parte dell’Autorità. LaTelecom, all’epoca, deteneva infatti il monopolio delle telecomunicazioni in Italia. Inpochissimi mesi, dunque, Video On Line accumulò debiti nei confronti di TelecomItalia per circa 20 miliardi di bollette da pagare.

In sostanza, sulle nuove tecnologie Grauso fece investimenti importanti. Ma, allafine, Internet fu per lui tutt’altro che una scommessa vincente. La situazioneeconomica del gruppo fu probabilmente aggravata anche dal perseguimento di unprogetto innovativo ma estremamente costoso, come la creazione di un propriobrowser (Video On Line 1.0), con impostazioni in lingua inglese, in arabo e in unaserie di lingue “minori”, come per esempio, Afrikaans, Amarico, Ewe, Haoussa, Ibo,Tswana, Swahili.

Grauso, leader visionario, ebbe lo spirito pionieristico necessario per avviare unprogetto innovativo, ambizioso, ma incerto. Dimostrò intraprendenza mettendosi ingioco – dopo le esperienze nella stampa, nella radio e nella televisione – anche nelnuovo mondo di Internet, denotando elasticità mentale, apertura alle contaminazionie ai meticciati, fonte straordinaria di energia creativa. A tal proposito, basti citare lacollaborazione con il MIT di Boston. L’imprenditore vedeva nella diversità un valore enon una minaccia. Tuttavia, egli non riuscì a ottenere un alto rendimentoeconomico-finanziario dal suo avveniristico progetto, che non fu certamente unaffare. Come, del resto, non fu un affare neppure l’avventura editoriale alla guida delnetwork televisivo Polonia 1 e del quotidiano Zycie Warszawy.

Un altro fattore di criticità, a cui abbiamo accennato in precedenza, è quello relativoalla tempistica del processo di internazionalizzazione di Video On Line, che costituìun’importante sfida economica, ma nel contempo “un’arma a doppio taglio”. Nel1995 Grauso investì molte risorse economiche in un’intensa campagna pubblicitariaatta a lanciare un tour mondiale di presentazione di Video On Line. Sebbenel’intenzione di tentare un’espansione fuori dai confini nazionali fosse meritoria e digrande portata, il mercato non era ancora pienamente ricettivo nei confronti delnuovo mezzo di comunicazione e il servizio non si era neppure consolidato in

territorio nazionale. Il bellissimo progetto non ebbe dunque la resa economicaattesa.

Grauso si contraddistinse nel settore dei media per lungimiranza, originalità,genialità, vulcaniche intuizioni, ma anche per gestioni economiche soggette a fortirischi. Egli paragonò Internet a una foresta amazzonica, quasi totalmenteinesplorata. Ma, d’altronde, l’editore non ebbe certo paura delle nuove sfide,essendo stato nel 1975 il fondatore di Radiolina e Videolina, le prime emittentiradiofoniche e televisive private via etere in Sardegna. Tempi in cui il personaledoveva cambiare ogni notte postazione per evitare che i funzionari dell’Escopost(ufficio del ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni delegato alla vigilanzasulle radiofrequenze) individuassero e, conseguentemente, mettessero sottosequestro, l’apparecchio Siemens che trasmetteva il segnale, quando ancora letrasmissioni radiotelevisive via etere in ambito locale non erano autorizzate. Cosache avvenne solo l’anno successivo con sentenza della Corte Costituzionale (n. 202del 28 luglio 1976).

La gestione contraddittoria degli affari condotta da Grauso fu sintetizzata in unarticolo del giornalista Alberto Pinna che, sul “Corriere della Sera” del 15 settembre1997, ricostruì l’ascesa e la caduta dell’imprenditore sardo: “Un vulcano di idee,canali (anche politici) giusti: giornali e Tv in Polonia, quote di proprietà de ‘ilManifesto’, ‘Prima Comunicazione’, ‘Rinascita’ (Pci-Pds); folgorato da Internet ha daultimo creato Video On Line, primo service telematico italiano. Senza badare aspese, ricerca, promozioni e immagine, miliardi a fiumi. Nichi (per gli amici) Grausoha sempre pensato in grande e poi avanti tutta a scoprire, esplorare. Ma la gestione,i conti… Un disastro: ritirata in Polonia, fuga da Video On Line, ceduta a Telecom”.

In sostanza, l’iniziativa di Vol – nonostante lo scalpore destato – non ebbecertamente i ritorni economici attesi. Grauso aveva forse erroneamente creduto cheil pubblico degli utenti di Internet potesse costituire una miniera d’oro. A lui e al suoentourage probabilmente mancava anche un piano imprenditoriale ben definito: sisapeva da dove partire, ma non si sapeva dove arrivare.

Un altro problema era che l’amministrazione di Video On Line non risultò in grado dicontrollare l’avvenuto pagamento degli abbonamenti e, di conseguenza, neppure ingrado di perseguire gli eventuali utenti morosi. In pratica, il costante aumento delnumero dei clienti non fu gestito da una struttura organizzativo/amministrativaadeguata. Vol era fortemente squilibrata a favore delle professionalità tecnico-informatiche, a discapito delle professionalità contabili e gestionali.

L’utopica conduzione degli investimenti da parte di Grauso portò in breve tempoVideo On Line vicino al dissesto finanziario. Nel 1996 fu rilevata da Telecom Italia,attraverso una fusione, dalla quale nacque l’unità Tin.it. Nonostante la chiusura delprogetto di Vol, “L’Unione Sarda” continuò a pubblicare quotidianamente il giornaleon-line.

In conclusione, la prematura fine dell’esperienza di Video On Line può essere vistacome un brusco risveglio da parte dell’editore, che aveva cullato per due anni (dal1994 al 1996) il sogno di fare della Sardegna una filiale della Silicon valleycaliforniana, alimentando così gli entusiasmi di una moltitudine di osservatori, fruitoriin loco e in varie parti del mondo. Tuttavia, a quasi vent’anni di distanza daquell’esperimento, è ancora oggi possibile valutarne le implicazioni e lalungimiranza, che in fondo accomunano “gli inventori” dei nostri tempi a quelli delpassato più lontano.

Autore

Andrea Corda è nato a Carbonia (CA) nel 1981. Si è laureato in Scienze dellacomunicazione all’Università “La Sapienza” di Roma nel dicembre 2005. Nel 2011ha pubblicato il libro La formazione al giornalismo. Dal praticantato alle scuole,Cuec, Cagliari. È dottorando di ricerca in storia moderna e contemporaneanell’Università degli Studi di Cagliari. Content goes here

Biography

Andrea Corda was born in Carbonia (CA) in 1981. In December 2005 he graduatedin Communication Sciences at the University “La Sapienza” in Rome. In 2011 hepublished the book La formazione al giornalismo. Dal praticantato alle scuole, Cuec,Cagliari. He is currently doing a PhD in modern and contemporary history at theUniversity of Cagliari.

“Andrea Corda gratefully acknowledges Sardinia Regional Government for thefinancial support of her PhD scholarship (P.O.R. Sardegna F.S.E OperationalProgramme of the Autonomous Region of Sardinia, European Social Fund 2007-2013 – Axis IV Human Resources, Objective l.3, Line of Actvity l.3.1)”.

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www.istat.it Istituto nazionale di statistica.

www.censis.it Centro studi investimenti sociali.

www.crs4.it Sito Internet del Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori inSardegna.

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