Affresco - Materiali, tecnica, storia

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AFFRESCO AFFRESCO i materiali, la tecnica, la storia a cura di STUDIO TRe  Arezzo Tiziana Conti e Tommaso Sensini

Transcript of Affresco - Materiali, tecnica, storia

AFFRESCOAFFRESCOi materiali, la tecnica, la storia

a cura di STUDIO TRe  ArezzoTiziana Conti e Tommaso Sensini

LA CALCE E L'INTONACO

Le superfici di una costruzione, sia fatta in mattoni, pietra o anche le frasche delle capanne degli uomini preistorici, sono spesso rivestite con uno strato di fango pressato, di gesso o di intonaco. Il nome intonaco deriva proprio da tonaca e cioè vestito, e indica il rivestimento di una costruzione.L'intonaco, che è composto da calce e sabbia impastati con l'acqua, si applica sopra i muri per renderli più protetti, sani, lisci e facilitare la tinteggiatura delle pareti ma può anche rappresentare una base per dipingere e questa tecnica pittorica prende il nome di pittura murale ed affresco.Affresco significa a fresco cioè pittura eseguita su uno strato di intonaco fresco non ancora asciutto ed indurito.Oggi gli intonaci che si utilizzano in edilizia contengono anche cemento e altri componenti chimici per rendere più semplice la posa e più rapido l'indurimento, ma per dipingere un affresco si deve usare esclusivamente un intonaco preparato con sabbia e calce.

La calce è un prodotto che ha la caratteristica di potere essere impastato con l'acqua e la sabbia e quindi di formare un materiale malleabile che può essere facilmente steso su una parete ma che poi, a contatto con l'aria, per una reazione chimica con l'anidride carbonica si trasforma indurendosi e legando a se i granelli della sabbia dell'impasto.Per questo motivo la calce viene chiamata legante mentre la sabbia, che non reagisce ne' con l'aria ne' con l'acqua, viene chiamata inerte.Per il fatto che la reazione di indurimento dell'impasto di sabbia e calce avviene grazie all'anidride carbonica la reazione viene chiamata carbonatazione.

La calce viene preparata utilizzando della roccia calcarea che si chiama così proprio perchè contiene Calcio, il cui simbolo chimico è Ca, ed è presente nella roccia sottoforma di Carbonato di Calcio la cui formula è CaCO3.

Queste roccie sono abbastanza diffuse sulla terra e se vengono sottoposte a cottura ad 800 gradi  a causa dell'elevata temperatura perdono Anidride carbonica (CO2) e si trasformano in Ossido di calcio (CaO). 

La molecola dell'Ossido di calcio è molto instabile e tende a riassorbire velocemente l'acqua che ha perduto sia dall'atmosfera sia dalla pelle se dovessimo venirci in contatto, provocando ustioni molto gravi. Per 

questa sua instabilità è chiamata calce viva e per renderla utilizzabile la dobbiamo spengere immergendola nell'acqua. In questa maniera, per la reazione con l'Acqua (H2O) che prende il nome di idratazione, si trasformerà in Idrossido di calcio la cui formula è Ca(OH)2 ed è quello che chiamiamo calce idrata o semplicemente calce.

Quando alla calce uniamo della sabbia per renderla più lavorabile e per darle maggiore resistenza (la sabbia è una roccia frantumata più dura della calce) e la stendiamo sulla parete per levigarla oppure per dipingervi sopra, con l'esposizione all'aria avviene un'altra reazione 

chimica che vede protagonista la calce poiché  la sabbia, che è inerte, non reagisce.Invece la molecola dell'Idrossido di calcio si unisce all'Anidride carbonica, che è presente nell'aria insieme all'Azoto, l'Ossigeno ed altri elementi più rari, e riacquista quello che aveva perduto con la cottura ritornando ad essere una molecola di Carbonato di calcio e cioè la stessa composizione della roccia calcarea di partenza.Per questo motivo l'intonaco sarà molto duro e resistente ed avrà riacquistato una notevole stabilità che rende gli intonaci, e la pittura a fresco, molto duraturi.

Quando si dipinge un affresco i colori vengono sciolti nell'acqua e saranno assorbiti dall'intonaco. Quando questo si seccherà, cioè completerà la reazione di carbonatazione, anche i colori si troveranno intrappolati all'interno e acquisteranno la stessa stabilità di tutto lo strato di intonaco. Inoltre, poiché i colori che si usano in affresco sono particolarmente resistenti, non solo non si scioglieranno ma manterranno nei secoli anche la loro brillantezza e luminosità.

I COLORI DELL'AFFRESCO

I colori dell'affresco, essendo una tecnica molto antica, sono quelli che si possono trovare in natura sottoforma di minerali. Non si possono usare altri tipi di colori perché non resistono alle reazioni chimiche provocate dalla calce e quindi non risulterebbero stabili.Per la loro origine minerale i colori sono anche chiamati terre ed infatti vengono preparati macinando finemente delle rocce particolari e la polvere ottenuta si chiama pigmento. I pigmenti hanno colorazioni diverse come il giallo, il rosso, il verde, il marrone ed il nero. In natura non manca il blu, ma è presente solo in alcune pietre preziose per cui l'azzurro negli affreschi è sempre raro perché il colore era molto costoso; oggi esistono dei colori azzurri minerali ottenuti artificialmente. Il bianco si ottiene lasciando a vista l'intonaco oppure con la stessa calce mentre per il nero si può utilizzare anche il carbone di legna.

Colori tradizionali usati in affresco:Nome del pigmento Tinta Origine

Bianco di san Giovanni Bianco Calce essiccata

Grassello di calce Bianco Calce in pasta

Ocra Giallo Roccia

Terra di Siena Giallo marroncino Roccia

Terra di Siena bruciata Marroncino aranciato Roccia sottoposta a cottura

Terra rossa o Sinopia Rosso Roccia

Terra verde Verde chiaro Roccia

Blu oltremare Azzurro Pietra preziosa. Oggi artificiale

Terra d'Ombra Marrone grigiastro Roccia

Terra d'Ombra bruciata Marrone rossastro Roccia vulcanica

Terra nera Grigio scuro Terra carboniosa

Nero vite Nero Carbone vegetale

Come si nota non sono presenti proprio tutti i colori come per esempio il giallo limone, il rosa, il violetto, il turchese, il grigio, ecc. ma è perché non sempre c'è in natura in forma disponibile il minerale dal quale ricavare proprio quella tinta. Tuttavia spesso è sufficiente mescolare più pigmenti per ottenere il colore desiderato.Con il giallo ed il blu si ottiene un verde scuro, con il 

rosso ed il giallo l'arancione, con il rosso ed il blu il violetto, con il rosso ed il bianco il rosa, con il blu ed il bianco il celeste, con l'arancione ed il nero il marrone, con il nero ed il bianco il grigio e così via.

Questi colori sono quelli che da sempre si utilizzano per la pittura murale ed ancora oggi sono considerati i veri colori per l'affresco. L'industria chimica ha comunque messo a punto altri pigmenti che coprono quasi tutta la gamma dei colori necessari ma per la tecnica tradizionale i colori ricavati dalle terre sono i più indicati.

TECNICA DI PITTURA

Per realizzare un affresco occorre per prima cosa applicare lo strato di intonaco su una parete o su un altro supporto.Se si comincia a dipingere quando l'intonaco è troppo fresco il colore non riuscirà a penetrare bene e mischiandosi tra se provocherà colori sporchi ed impastati se invece si aspetta troppo l'intonaco avrà già iniziato a seccarsi e la stabilità dei colori sarà ridotta. Quindi è molto importante riconoscere bene il momento giusto e questo si impara con l'esperienza.

Siccome l'intonaco tende ad asciugarsi relativamente presto non c'è molto tempo per dipingere e quindi, in particolare se dobbiamo realizzare un'opera di grandi dimensioni, si dovrà procedere dipingendo piccole parti ciascun giorno ed in quello successivo si riapplicherà l'intonaco che così sarà sempre nella giusta condizione. Queste porzioni sono chiamate giornate proprio perché indicano la quantità di pittura eseguita in ciascuna giornata di lavoro dal pittore e spesso la 

giuntura dell'intonaco delle giornate resta visibile e si può quindi scoprire in quante giornate l'artista ha realizzato la sua opera.

Per applicare l'intonaco solo sulla parte che si vuole dipingere in quella giornata, l'artista predispone sulla parete il disegno della sua opera, così l'intonaco potrà seguire i contorni delle figure e di altre parti del disegno e ciò permette di concludere ogni giornata con parti finite dell'opera senza lasciare qualche figura a metà.Questo disegno anticamente veniva fatto con un colore rosso ottenuto da una terra finemente macinata che proveniva dalla città Turca di Sinope e per questo il disegno preparatorio di un affresco viene chiamato sinopia.

Siccome la sinopia una volta coperta dall'intonaco non è più visibile il pittore riporterà il suo disegno sull'intonaco ricalcandolo dal foglio di cartone lasciando un leggero segno sull'intonaco fresco. Un altro sistema detto spolvero consiste nel bucherellare il foglio seguendo i contorni del disegno ed attraverso questi fori si fà passare della polvere di carbone che lascia sull'intonaco una serie di puntini che permettono di ricreare il disegno unendo i puntini tra loro.

A questo punto inizia la pittura vera e propria che può essere realizzata in molti modi secondo la capacità e lo stile di ciascun pittore.In generale si comincia dall'alto per non sporcare la parte bassa, e si realizzano le parti dello sfondo per poi proseguire con le figure ed infine con i particolari.

Per ottenere i colori si usano i pigmenti, che devono essere finemente macinati affinché si sciolgano agevolmente nell'acqua e quindi, a seconda dell'intensità del colore che si vuole ottenere lo si diluisce di più o di meno.

Per dipingere si utilizzano dei pennelli di setola naturale di maiale che assorbe molto colore, ha i peli abbastanza lunghi per avere una certa flessibilità e si mantiene in buono stato anche quando resta bagnato a lungo.Per fare dei tratti molto sottili oppure delle stesure molto leggere si possono usare pennelli di pelo, di bue oppure sintetici.Molto spesso per ottenere un colore, invece di mischiarli tra di loro sulla tavolozza, si stendono più mani di colori differenti direttamente sul muro ottenendo degli effetti più trasparenti chiamati velature.Quando si è preparato un colore conviene stenderlo sull'intera parte che deve essere colorata che si chiama campitura.

Anticamente esistevano delle regole abbastanza rigorose che i pittori, che imparavano l'arte nelle botteghe di maestri più importanti, applicavano nell'eseguire l'affresco. Per esempio per ottenere il colore del carnato davano su tutte le parti dove si sarebbe vista la pelle, una prima mano di colore verdaccio per simulare il sangue che si intravede sotto alla pelle, infatti poi la coprivano quasi completamente con il colore carnacino, quindi realizzavamo le ombre e le luci per esaltare il volume ed il realismo delle figure 

ed infine, per infondere vita, rinforzavano il colore sulle guance e sulle labbra con il rossetto.Queste regole sono descritte da Cennino Cennini, un pittore toscano seguace di Giotto, che intorno al 1347 ha scritto il “Libro dell'Arte” che contiene tutte le regole, le ricette e la spiegazione delle tecniche e degli strumenti per realizzare qualsiasi tipo di pittura.

L'interno di una “Bottega” fiorentina e, sotto, un cantiere di affresco.

Molti grandi artisti e scrittori dal passato ai giorni nostri hanno descritto le qualità della pittura ad affresco, ne citiamo alcuni:

"... si dia alle pareti uno strato di intonaco... le pareti irradieranno la più smagliante lucentezza... e un'eccellente qualità destinata a durare nel tempo." Vitruvio "De architectura, libro VII" ­ 30 ­ 20 aC.

"Principalmente comincia a lavorare in muro... ch'è 'l più dolce e il più vago lavorare che sia...  e il più dilettevole lavorare che si faccia.” Cennino Cennini “Il libro dell'arte” ­ 1347

"Di tutti gli altri modi, che i pittori facciano, il dipingere in muro è più maestrevole e bello... per essere egli veramente il più  virile, più sicuro, più risoluto e durabile di tutti gli altri modi..."  Giorgio Vasari "Le vite... Della pittura" ­ 1550

“(i colori)... belli, purissimi e scelti... e nell'usarli a fresco ci vuol  pratica congiunta a diligenza... il muro non brama altro colore che il naturale, che nasce dalla terra...” Giovan Battista Armenini “De veri precetti della pittura” ­ 1568

“Scelgasi però un muratore pratico e sollecito... e lasci al  pittore tanto di tempo per dipingerla dentro quel giorno... (e si  prepari un bozzetto per) non avere in quel tempo altro pensiero che operare...” Andrea Pozzo “Breve istrutione per dipingere a fresco” ­ 1700

"L'espressione più alta della pittura, la più logica, la più pura e la più forte è quella murale... è  per il popolo e non può essere occultata a beneficio di pochi privilegiati." Josè Clemente Orozco "Scritti" ­ 1920

"Mi è sempre più chiaro che l'arte non è... riservata  all'apprezzamento di pochi: l'arte è per tutti..." Keith Haring "Intervista" ­ 1987

STORIA DELLA PITTURA MURALE

La storia della pittura murale ha inizio con la storia dell'uomo il quale già nella preistoria per motivi propiziatori dipingeva nelle pareti delle grotte dove viveva scene di caccia,  figure di animali ed impronte di mani. Celeberrime sono le pitture rupestri di Altamira in Spagna e di Lascaux in Francia.

In Egitto esistono magnifiche realizzazioni pittoriche realizzate due millenni prima di Cristo, ma non si tratta ancora di affresco, sono pitture realizzate con colori a tempera su 

uno strato di calce o gesso e l'ambiente estremamante asciutto ha permesso a queste opere di arrivare fino ai nostri giorni.Esempi  di  affreschi   si   ritrovano  sia  nella  civltà  greca che in quella  etrusca  ma è   in epoca romana che si sviluppa e si diffonde questa tecnica e sono famose le pitture   di  Pompei  e   della  Domus   Aurea  a   Roma   e scrittori   di   quell'epoca   come  Vitruvio  e  Plinio descrivono   nei   loro   libri   quali   sono   le   tecniche   ed   i materiali da utilizzare nella realizzazione degli intonaci e dei colori.

Successivamente l'affresco è utilizzato per le raffigurazioni cristiane nelle catacombe e nel medio evo si ha la diffusione di questa tecnica pittorica in particolare per rappresentare scene sacre all'interno delle chiese. Giotto è probabilmente il più noto pittore di questa epoca e le sue opere sono a Firenze, Padova ed Assisi. A Siena affrescavano Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti.Il rinascimento è l'epoca in cui la pittura ad affresco ci ha lasciato capolavori assoluti come la Cappella Brancacci dipinta da Masaccio, il ciclo della Vera Croce di Piero della Francesca ad Arezzo ed altre sue opere, la Cappella Sistina dipinta da Michelangelo a Roma ed altri cicli di pittori come Raffaello, Signorelli, Vasari a Firenze, Urbino, Orvieto, Roma, Arezzo, i Carracci a Bologna, Mantegna a Mantova e Luca Giordano a Napoli. 

Si noti come non citiamo tra i grandi affrescatori Leonardo da Vinci ma il fatto è che l'artista compiva esperimenti tecnici sulle sue pitture e solo la “Ultima cena” di Milano, per quanto rovinata, è l'unica sua opera murale giunta fino a noi.

Dalle chiese la pittura ad affresco si sposta anche nei palazzi civili e delle grandi famiglie e prosegue nei secoli successivi la sua diffusione. Alcuni grandi pittori, famosi per le dimensioni notevoli delle loro pitture sono stati Pietro da Cortona, Andrea Pozzo, il 

Veronese e Giovan Battista Tiepolo.

Tra l'ottocento ed il novecento oltre alla pittura si usa molto la decorazione delle pareti e non solo quelle degli edifici delle persone più ricche ma anche le abitazioni più modeste. Pittori e decoratori tra XIX e XX secolo che hanno lasciato soprattutto in Toscana molte realizzazioni sono Luigi Ademollo e Galileo Chini.

Nei giorni nostri l'affresco e la pittura murale non sono molto utilizzati anche se esistono alcune realizzazioni proprio in Toscana ad opera del colombiano Fernando Botero a Pietrasanta (LU) e Keith Haring a Pisa. Proprio quest'ultimo, un giovane artista statunitense scomparso prematuramente, rappresenta una nuova espressione della pittura murale chiamata graffitismo che si discosta però dalla tecnica dell'affresco per l'uso di colori di sintesi e spray.

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Authors: Tiziana Conti and Tommaso SensiniCompany: Studio Tre srl ­ ArezzoYear of edition: 2007Language: Italian

This text is created for fresco painting techniques courses to children between 9 and 12 year old.