Statue regali, sovrani e templi del Protodinastico: I dati epigrafici e testuali

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ATTI DELLA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI ANNO CDÍIÍ - 2006 CLASSE DI SCIENZE MORALI, STORICHE E FILOLOGICHE MEMORIE SERIE IX - VOLUME XXI - FASCICOLO 1 NICOLÒ MARCHETTI LA STATUARIA REGALE NELLA MESOPOTAMIA PRO TO DINASTI CA Con un'Appendice di GIANNI MARCHESI ROMA 2006 BARDI EDITORE EDITORE COMMERCIALE

Transcript of Statue regali, sovrani e templi del Protodinastico: I dati epigrafici e testuali

ATTI DELLA ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI

A N N O CDÍIÍ - 2006

CLASSE DI SCIENZE MORALI, STORICHE E FILOLOGICHE

MEMORIE

SERIE IX - V O L U M E XXI - FASCICOLO 1

NICOLÒ MARCHETTI

LA STATUARIA REGALE NELLA MESOPOTAMIA PRO TO DINASTI CA

Con un'Appendice di G I A N N I M A R C H E S I

ROMA 2006 BARDI EDITORE

EDITORE COMMERCIALE

© by Accademia Nazionale dei Lincei

Si ringrazia ¡.'«Associazione Amici dell'Accademia dei Lincei» per la collaborazione o f f e r t a alla edizione del presente volume

ISSN: 0391-8149 ISBN: 88-218-0958-7

FINITO DI STAMPARE NEL MESE DI 2006

Azienda Grafica Eredi dott. G. Bardi S.r.l. - 00186 Roma, Piazza delle Cinque Lune, 113

Azienda con Sistema Qiialità certificato da BVQ1

R E L A Z I O N E

Letta ed approvata nell'adunanza del 13 maggio 2005 sulla Memoria di N I C O L Ò M A R C H E T T I , L Ì statuaria regale nella Mesopotamia protodinastica, presentata nell'adunanza dell'11 marzo 2005 dal Socio Corrispondente P. M A T T M A E .

Questo studio, che consiste in un'analisi minuziosa, puntuale e originale di carattere archeologico e sto rico-artistico di N. Marchetti, corredata da una preziosa appendice su importanti problemi epigrafici di G. Marchesi, affronta ili ima prospettiva rinnovata un tema centrale e classico dell'archeologia della Mesopotamia antica, oggetto negli ultimi sessanta anni di fondamentali indagini ad opera dei maggiori studiosi di archeologia orientale, da H. Frankfort e A. Moortgat, fino a E. Strommenger, a W Orthmann, a E. Porada e E. Holzhiger Braun. A fondamento dello studio è il riesame diretto della larga maggioranza delle opere oggetto della ricerca, compiuto soprattutto su materiali dei Musei di Londra, Parigi, Oxford, Istanbul, Damasco, Chicago, New Haven e Philadel-phia.

Il nucleo del lavoro è la ricostruzione del processo di costituzione nella sta-tuaria proto dina s fica di un'iconografia specificamente regale, processo dal quale, sulla base di un'analisi critica, viene esptmta l'immagine del cosiddetto "re-sa-cerdote" dell'età protostorica. Un'accuratissima riconsiderazione critica dei con-testi archeologici di ritrovamento della statuaria proto dina s fica, un riesame della correlazione tra ceramica, glittica e altre produzioni minori in rapporto alla sta-tuaria nelle stratigrafie templari, tura nuova valutazione delle iscrizioni votive che compaiono su alcune delle opere hanno consentito di porre in tura luce comple-tamente nuova la problematica della statuaria regale protodinastica della Meso-potamia. In particolare, queste revisioni liaimo portato a risultati del tutto nuovi per quanto concerne sopratutto le ricostruzioni stratigrafiche di siti tra i primi scavati della Mesopotamia meridionale, come Adab e Girsu, hi questo ultimo caso con attribuzioni delle opere artistiche a sei fasi distinte, dal Pi otodinastico II al Protodinastico Illb, per le quali si sono potute ricostruire piante di fase con la localizzazione dei reperti. Tra i contributi di maggiore significato dipendenti dalla revisione delle principali sequenze stratigrafiche sono di particolare inte-resse le conclusioni che la statuaria, come la glittica, del Protodinastico II abbia continuato ad essere prodotta nel Protodinastico Illa e che, di conseguenza, il Protodinastico Illa sia da considerare tm periodo hi cui convivono stili diversi.

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Il complesso della statuaria regale protodinastica, che è stato suddiviso in documenti artistici identificati epigrafìe ame lite e in opere anepigrafe individuate su base comparativa, è valutato nel contesto storico, giovandosi, in particolare, del fatto che vengono proposte numerose nuove letture delle epigrafi regali. In non pochi casi, soprattutto nelle serie arcaiche, queste epigrafi non erano mai state analizzate precedentemente, mentre si sono anche potute aggitmgere diverse nuove iscrizioni che non erario state finora riconosciute come regali: è questo il caso di KHAR.TU, di Urlammarak, di Ur-AN.SI e del cosiddetto "Tagge", da leggersi in realtà Shumba'li. Inoltre, è di particolare rilievo che sia stato riconosciuto il carattere regale di due statue di Lagasli I e di tre altre statue di Tutub, di Susa e di Gebelet el-Beyda, che 11011 erario considerate regali negli studi precedenti.

Dalla ricerca emerge un nuovo quadro dei sovrani protodinastici attestati epigraficamente e ili essa sono discusse le principali tipologie di dediche votive su statua. L'integrazione assai notevole tra le analisi archeologiche e filologiche permette di proporre, del tutto fondatamente, nuove identificazioni di alctme divinità titolari di importanti santuari proto dinastici: è questo il caso dell'attri-buzione a 'Iluma'tim del Tempio cosiddetto di Sitara a Teli Agrab e a Basurat del cosiddetto Tempio di Ishtarat a Mari, mentre il titolare del Tempio di Sin a Tutub sarebbe in realtà Samush e i nomi di tempio della città di Adab, E-SAR e Emakh, non sarebbero che due differenti e successivi nomi dello stesso com-plesso templare.

Anche al di là del tema principale dello studio, l'articolazione delle revisioni critiche intraprese è tale che ne discendono interpretazioni nuove anche ili pro-blematiche diverse, ma fortemente coimesse al soggetto principale, dalla rilettura di certe classi della glittica protodinastica fino alla datazione di alcune importanti tombe del cosiddetto Cimitero Reale di Ur.

Per il notevole valore dello studio, la centralità del soggetto e soprattutto la forte originalità dei risultati, la commissione ritiene unanimemente lo studio di N. Marchetti e G. Marchesi del tutto meritevole della pubblicazione nelle Me-morie dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

ANTONIO GIULIANO

M A M O LTVERANI

PAOLO MATTHIAE

APPENDICE

GIANNI MARCHESI

STATUE REGALI, SOVRANI E TEMPLI DEL PROTO DINASTICO

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI«

A . 1 . L E ISCRIZIONI DELLA STATUARIA REGALE

Nelle pagine che seguono sono piesentate e discusse le iscrizioni su statue protodinastiche di presumibile committenza regale. Alcune di queste erano note già da tempo, altre sono state identificate nel corso del pre-sente lavoro (Cat. 1, 3, 6, 8 e 12a), dopo un riesame di tutto il materiale

(+) Il presente lavoro — concepito insieme ed elaborato parallelamente alla ricerca del-l'amico e collega Nicolò Marchetti — si inserisce in un programma di ricerca diretto dal Prof. Carlo Zaccagnini presso l'Università di Napoli "L'Orientale" con il co finanziamento del MIUR. Al Prof. Carlo Zaccagnini vanno i miei più sinceri ringraziamenti per aver letto e discusso con me l'intero manoscritto, fornendomi osservazioni, critiche e suggerimenti. Ringrazio inoltre i Proff. Francesco Pomponio, Piotr Steinkeller e Aage Westenholz, che mi hanno fornito preziose informazioni; i Proff. Alfonso Ardii , Maria Giovanna Biga e Walther Sallaberger per aver messo a mia disposizione alcuni loro lavori inediti; la Dott. ssa Ulla Kasten (Yale University), il Dott. Raymond Tindel e il Prof. Christopher Woods (Oriental Institute, Chicago) per l'assistenza prestatami durante le mie visite alla Yale Ba-bylonian Collection e all'Orientai Institute di Chicago; i Proff. Barry Eichler, Erle Leichty e Steve Tinney per l'amichevole e preziosa accoglienza riservatami allo University Museum of the University of Pennsylvania durante la stesura di questo studio. Un profondo ringra-ziamento va al Prof. Fabio Alberto Roversi Monaco, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, per il suo costante incoraggiamento e il generoso, decisivo sostegno finanziario.

206 APPENDICE

statuario iscritto. In un caso (Cat. 9) si è corretta la precedente attribuzione di una statila ad un sovrano (En'annâbtum® I), piuttosto che ad un altro

(1) Per tale, più precisa, lettura di questo nome comunemente letto "Enanatum" o "Enannaturn", cf. MARCHESI 2004, p. 191 con n. 216; e ID. in stampa, n. 7. Il segno ' nella trascrizione dei nomi propri sumerici indica uno iato o una consonante "debole'7 occultata dal sistema di traslitterazione comunemente impiegato. La lingua parlata in epoca proto-dinastica aveva una serie di fonemi andati perduti nel sumerico più tardo. Le parole che iniziano per vocale nelle nostre trascrizioni incominciavano in realtà o con una cosiddetta "semiconsonante" (/y/ o /w/), o con una laringale. Originariamente il sumerico aveva due laringali, una fricativa (/h/) e tuia occlusiva (/'/; cf. la coppia minima E = /hay/, "casa", ed A = /'ay/, "acqua"). Alla fine del periodo protodinastico queste erano forse già ridotte ad un unico fonema, come suggerisce la variante A-gil-sa del NP E-gil-sa nei testi presargonici di Lagas (cf. Gebhard SELZ 1993, p. 234 ad 8:4). La laringale occlusiva (Alef) si conserva solo in alcuni contesti fonologici. Quando è preceduta da un'altra consonante si assimila a questa; ad esempio: {'an.'a} > /'arma/, "in cielo" (cf. diversamente {'an.ak} > /'ana(k)/, "del cielo"). Nei nomi propri ciò avviene anche tra suoni contigui di morfemi indipendenti; cf. lugal-hiamia-ra-túm = /lugahiaruiarraltum/, da {lugal-nanna.r-'al.tnm} (MARCHESI 2004, p. 191 N. 216 e 193 IL. 226); si-li-mu-du = /silimmutû(k)/, per silim-(d)utu (STEINKELLER

1993b, p. 239 sub 25); inin-na-zu per dniri-a(yJ-zu (SLGEIST 1995, n" 178:5); ur-ri-ni-in4-na per ur-in(n)uq(MUS) (SCHEIL 1925, p. 50 n° 7:1); ni-in-nu-ù, ipocoristico di dnin-urta-sag-kal (CHAXHN 1980, p. 343); ni- in-nu-u[r-ta] per dnin-urta (GELLER 1989, p. 198 riga 6 4 ) ; :^nin/in-na-na per din'anaks/innanak,(MUS) (passim; cf. p. 215 n. 52); ecc. D'altra parte, i testi presargonici di Ebla forniscono anche esempi di forme senza assimilazione di Alef alla consonante che precede; cf. nu-gal-ì-zi per lugal-iziti (STEINKELLER 1993b, p. 239 sub 19) e ur-sa-nu-ù-du per ur-sag-utu (ibidem, p. 237 sub 1). Il segno ' segnala quindi la pre-senza originaria di /'/, /h/, /y/ o /w/. Sparita o meno che sia, ciascuna di tali consonanti gioca comunque tui ruolo nella fonologia del sumerico. Il nome Silim'utùk, ad esempio, era pronunciato /silim'utû(k)/ o /silimmutû(k)/, ma non /silimutû(k)/. Va precisato, inoltre, che le nostre letture dei logogrammi sumerici sono in parte anacronistiche. Esse derivano da sillabari, glosse di lettura e scritture sillabiche d'età paleobabilonese, se non, in qualche caso, persino del primo millennio a.C. Il sumerico del terzo millennio, specie quello del periodo protodinastico, poteva essere notevolmente diverso. Il nome scritto é-an-na-tùm e trascritto qui come E'annàbtum, ad esempio, era in realtà probabilmente pronunciato /hay'annâbtum/ o /hayyannàbtum/, da {hay-'an.'a-'a.b.i.tum}. Il valore é del segno omo-nimo rappresenta infatti una lettura tarda, esito della perdita della laringale iniziale e della successiva mutazione di /ay/ in /e/, ad un certo punto verso la fine del terzo millennio. Prestiti sumerici più antichi conservati nel semitico occidentale, come il siriaco haykal (< é-gal, "palazzo") e l'aramaico 'yk (< é-ati-na, un tipo di santuario; cf. CAVIGNEAUX 1998b), indicano che E era originariamente pronunciato /hay/ in sumerico. Analogamente, l'uso di EN come sillabogramma per /hin/, /hin/, /'in/ e /yin/ (cf. GELB 1957, p. 47 sub ,2N: en-ma, 52 sub "NN: t'n-na, 51 sub '4NB: en-bíjbu, e 191 sub N' JR: en-ar) — ma non per /en/ o /in/ — nel sillabario paleoaccadico e la forma /(u)mun/ della parola per "signore" nel dialetto letterario chiamato eme sai (cf. SCHRETIER 1990, p. 263 sub 469; e CAVIGNEAUX-AL

RAWI 1993, p. 102 righe 5 ' e 14) suggeriscono che il segno da noi traslitterato come en

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 0 7

(Enmetênnâk®). Dalla presente raccolta sono escluse: 1) epigrafi di statue già interpretate come regali, ma che tali in realtà 11011 sono, come ad esempio quelle attribuite a Meskigalla di Adab (Tav. LUI: 6-7)® o a Yikunsamas (¿-¿//-TJTU)® di Mari®, e comunque iscrizioni con dediche in favore del sovrano da parte di terzi; 2) casi molto dubbi, come quello di un frammento di statata da Mari in cui è conservato solo il nome del re Yíkñnsamkan ("Ikünsamagan"), col relativo ti-tolo (cf. infra, § A.1.1); 3) palesi falsi epigrafici, come quello della presunta statua di E'annâbtum ("Eannatum"; cf. p. 206 n. 1) della Collezione Menil®.

fosse in realtà letto /hen/ o, più probabilmente, /wen/. Nell'idioma locale di Lagas, poi, lo stesso era verosimilmente pronunciato /mun/ (cf. KEECHER 1 9 6 7 , pp. 8 8 - 8 9 ; BAUER 1 9 9 8 ,

pp. 435-436; e KRISPIJN 2000, pp. 154-156, e 161 "Survey" 1), cosicché il nome en-an-na(-ab)-túm lo si dovrebbe forse trascrivere Mun'annâbtum o Munnannâbtum. La trascrizione qui adottata, En'annâbtum, riflette approssimativamente la lettura del medesimo nome da parte di uno scriba paleobabilonese di Nippur. Si noti ancora, inline, che la lunghezza delle vocali non è notata nella trascrizione dei nomi propri, a meno che queste non siano vocali lunghe per contrazione. In tal caso sono trascritte con l'accento circonflesso. Quantunque la lunghezza vocalica sia fonemica in sumerico (perlomeno in paleosumerico), a causa del sistema di scrittura solo in un numero estremamente limitato di casi è possibile stabilire con certezza se una vocale sia lunga o meno.

(2) Per tale ricostruzione del nome scritto en-TE+ME-na (e sovente ancora letto o ci-tato scorrettamente come "Entemena"), cf. ALSTER 1974b; e infra, pp. 209-210 n. 23. Grafie sillabiche come a-sag4 (invece di a-sa) per asag/asa ;, ù-dug4 (invece di ú-du) per udug/udus, ges-tùg (invece di ges-tu) per gestug/gestu, ecc., così come le convenzioni scribali per E no-tazione del dativo (Gin-gir-su-ra = /ningirsùkra/ o /ningirsûr(<k)ra/ vs. Ganse = /nanser/), indicano che le consonanti in fine di paiola, compresa E /k/ del genitivo, fossero effetti-vamente pronunciate in epoca protodinastica (cf. BAUER 1989-1990, p. 77), contrariamente a quanto avviene nel sumerico d'età paleobabilonese. Queste sono pertanto notate nella trascrizione dei nomi propri (quindi Enmetênnâk, anziché Enmetênnâ; Ningirsûk, anziché Ningirsù; ecc.). Per lo stesso motivo si è preferito utilizzare qui i cosiddetti valori "lunghi" nella traslitterazione dei testi (ossia, ad esempio, barag, piuttosto che bara; gestug, piuttosto che gestu; pad, piuttosto che pà; ecc.), contrariamente alla prassi generalmente invalsa.

(3) Cf. BRÄUN HOIZINGER 1977, pp. 73-74 I M 5572; COOPER 1986, p. 17 Ad 6; e M A R -

CHESI 2004, p. 185 con n. 183. (4) Per E traslitterazione e E trascrizione dei nomi propri accadici o semitici d'età proto-

dinastica, si notino le seguenti corrispondenze convenzionali: s = /s/ = [s,s); / = /s/ = [ t ] (a Mari ed EbE = [t,d]); T = /s,s,z/ = [ts,ts,dz] (cf. HUEHNERGARD 1 9 9 7 , p. 5 8 7 ) .

( 5 ) WALKER-COLLON 1980, tav. 25: 1. Cf. BRÄUN HOLZINGER 1977, pp. 74-75 B M 90828; WALKER-COLLON 1980, p. 96 sub 1; e STEINKELLER 1984a, pp. 33-34.

(6) AAHET 1987. Perlomeno l'iscrizione - é an na túm / PA.TE.SI / lagas i(NU l rBUR) l a

** / dumu àya-kur-gal, "E'annâbtum, viceré di Lagas, figlio di Ayakurgal ("Akurgal")" — è sicuramente un falso moderno. A parte l'incongruenza cronologica tra questa e lo stile, più arcaico, delE statua, come già osservato da AMIET {loc. citi), si noti la forma a cuneo dei segni, come se fossero scritti su argilE. In altre parole, si tratta di un'imitazione di un'iscrizione su

208 APPENDICE

A. 1.1. Osservazioni preliminari

L'individuazione della persona rappresentata da una determinata statua non è sempre facile o immediatamente evidente. Nel caso suaccennato del frammento col nome di Yibünsambän, re di Mari (7-vkD -dsa-ma-Â[ari] / LUGA[L ma-n*^^, la statua di ari era parte potrebbe essere effettivamente appartenuta a tale so-vrano, ma è più probabile che si tratti ili realtà della statua di un alto funzionario o dignitario mariota, come nel caso di un'altra statua la cui iscrizione incomincia con la menzione di Yibünsambän®:

1. i-kiAsa-ma-kan Yikünsamkän' 2. LUGAL ma-ri re di Mari — 3. ABA 'I®

S. Saybum'11',

4. SAG.DLL j

il responsabile del catasto, 5. p Ù L ] - J Ù ha presentato (7) ó. [dIN] ANA X [Z] A+ZA la sua statua (5) 7. a IN ANA. ZA. ZA1'13' (6).

"sua", alla riga 5, non si riferisce al re Yibünsambän^, belisi all'autore della dedica, SaybimL15). Ciò emerge chiaramente dal confronto con un'analoga iscri-zione su un'altra statua da Mari(1<5b

mattone o su tavoletta d'argilla. I segni della scrittura monumentale impiegata nelle statue e su altri oggetti in pietra sono invece, in questo periodo, lineariformi. Il segno A, poi, è sempre costituito da due tratti orizzontali, non da tre come qui, nel nome áya(A)-kur-gal. Infine il segno LA, nella scrittura del toponimo Lagas (cf. p. 211 n. 31), è anch'esso mal riprodotto.

( 7 ) DOSSIN 1 9 6 7 , p . 3 1 0 n ° 2 ; GELB-KJENAST 1 9 9 0 , p . 11 M P 1 1 .

( 8 ) DOSSIN 1 9 6 7 , p . 3 0 9 i r 1 ; GELB-KJENAST 1 9 9 0 , p . 1 0 M P 9 .

(9) Cf. W G . LAMBERT 1986, pp. 157-158. ( 1 0 ) Per A B X Á S = A B A S , cf. GELB 1984, pp. 267 e 271-272. ( 1 1 ) Cf. FRONZAROII 1 9 9 3 , p. 1 3 7 s.r. ABXÁS. (12) SU, in D U L - L Ú , e A 4 p-KIT) sono probabilmente da interpretarsi come accado-

grammi, ossia come scritture sillabiche fossilizzate di parole accadiche, usate come logogrammi (cf. KREBERNIK 1985, pp. 53-55; Id. 1992, p. 69; e W G. LAMBERT 1989, p p 24-25). L'assenza di preposizione davanti al nome del destinatario dell'offerta nelle iscrizioni votive protodina-stiche in lingua accadica denota forse una costruzione originaria con doppio accusativo, come nell'inglese "to give someone something" (cf. CAD R, p. 146 râmu B, "to present, to grant, . . ." , analogamente costruito col doppio accusativo), il che spiegherebbe anche la differente posizione del destinatario, subito prima del verbo, rispetto a quanto avviene invece nelle iscri-zioni sumeriche, con il destinatario posto in genere all'inizio dell'iscrizione e il verbo alla fine.

(13) Cf. infra, § A.3.6. ( 1 4 ) Come ritenuto invece da DOSSIN (1967, p. 309). ( 1 5 ) C f . g i à M . LAMBERT 1 9 7 0 , p . 1 6 8 .

( 1 6 ) DOSSIN 1 9 6 7 , p . 3 2 8 i r 6 9 ; GELB-KJENAST 1 9 9 0 , p . 1 3 M P 1 4 .

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 209

1. ip-lu^-il 2. LUGAL ma-ri* 3. ur-d[N]ANSE 4. N A R M A H

5. D Ù L - J Ù 6. d r INANAX ZA+ZA1

Yipius'ii ("ibhim'T"» re di Mari — Ur-NANSE118', il sommo cantore, ha presentato (7)

7. S A J U K , la stia (di Ur-NANSE) statua (5) a INANA.ZA.ZA (6).

La statua suddetta raffigura un suonatore d'arpa119), e pertanto essa rappre-senta lo stesso personaggio che è menzionato nell'iscrizione col titolo di sommo cantore.

Varie iscrizioni su statue e oggetti votivi da Mari presargonica antepongono il nome del sovrano regnante (hi un caso unitamente a quello della regina120)) al nome del dedicante. In tali casi, non si tratta di dediche in favore del so-vrano121), quanto piuttosto di formule di datazione; nell'esempio precedente, "Yiplus'il re di Mari" significa "Yiplus'il regnante a Mari", ossia, "sotto il regno di Yiplus'il"122).

Dedicata per la vita del sovrano è invece una statua da Adab, la cui iscrizione (Tav. XLV) dice:

(17) Cf. STEINKELLER 1984c, pi 1 1 sub 9; E ID. 1993b, p. 240 sub 8. (18) Forse da leggersi /urnaziyak/ (cf. STEINKELLER 1993b, pp. 237-238 sub 6; e MAR-

CHESI in stampa, n. 86). (19) BOESE 1 9 9 6 , pp. 34-35 e 46-47 figg. 4-5. (20) Cf. MARCHESI 2004, p. 177. (21) Così SOLLBERGER-KUPPER 1 9 7 1 , pp. 8 8 - 9 0 IG4a-IG5b; e COOPER 1 9 8 6 , pp. 8 6 - 8 9

Ma 2 . 1 - 2 . 2 e Ma 5.1-5.3. ( 22 ) Cf. GRAYSON 1 9 8 7 , p. 4 6 Sargon I 2 0 0 1 : 1 - 9 : i-n[u]-m[e] / MUGAL-GIN / PA.TE.

SI a-sùr / a-na dINANA / a-su-ri-tim / NIN.A.NI / ha-ti-tum / DAM fflm'x1 / ta-ak-ru-ub, "Quando Sarrumkën ("Saigon") era viceré di Assui, Hattítum, moglie di E n n a m . d e d i c ò (questo oggetto) ad Estar di Assur, sua signora".

(23) Letto in precedenza "bàra-hé-ì-dùg" (YANG 1989, p. 12) o "bára-hé-NI/ni-du10" (STEELE 1982b, p. 188; COOPER 1986, p. 16; PETTINATO 2003, p. 220), ma tali letture non conducono a nessun significato plausibile. "Possa egli essere gradito al trono" (cf. il NP lugal-barag-ge-dùg, "Il re è gradito al trono": MARCHESI 2004, p. 190 n. 213) richiederebbe la forma verbale *ha-ba-dùg (cf. WOODS 2001, p. 539; e MARCHESI 2004, p. 190 n. 212). Più probabil-mente barag-GAN.NI-dùg va letto barag-gan-né-dùg e interpretato come variante ortografica e abbreviazione del NP (lugal*-)baiag-ga-né-dug, " (D re) è gradito al suo trono" (POVELL 1978, p. 46 n° 10 ii 7, p. 50 i r 13 ii 6; GELB et al 1991, p. 88 Appendix to nos. 22-23 x 1*; ecc.). Lo stesso nome lo si ritrova altrove ulteriormente abbreviato in barag-ga/gan-né (cf. ibidem, p. 80

1. dnin-subur 2. nam-ti 3. barag-gan-né-dùg

A Ninsuburak, per la vita di Baragannêdug ("Barahenidu")123),

210 APPENDICE

4. NÍG.PA.TE.SI viceré®* 5. uiabus(UD."NUN")k '-da di Adab25*, 6. ur-és-lílTá Ur'eslilak, 7. ab-ba ere®* anziano della città'27* 8. a mu-ru ha presentato.

La dedica "per la vita di Bar agamie dug'7 potrebbe far pensare che la statua in questione rappresenti il snddetto sovrano; tuttavia, il confronto con l'iscrizione di una statua femminile neosumerica123) suggerisce che il personaggio rappresen-tato sia, anche qui, il dedicante, ossia, Ureslilak:

ad iv 60, e p. 165). Per la trascrizione Baragannêdug (< {barag.atme.e-'i.dug}), cf. MARCHESI

2004, pp. 190-191 (si noti ancora che "suo" in sumerico è piuttosto /anne/ o /a"e/ [dialetto neosumerico di Lagas], che non /ani/; cf. KRAMER 1936, pp. 4-5; F ALKENSTEIN 1949, p. 53-54 sub e; LIMET 1968, p. 436 s.w. Inim-ma-an-ni ed Inim-ma-ati-ni-zi; ATTINGER 1993, p. 172; e KREBEKNIK 1 9 9 8 , p . 3 2 4 ) .

(24) Che NIG.PA.TE.SI sia una variante ortografica di PA.TE.SI (convenzionalmente letto énsi; ma cf. p. 223 n. 97) è ora definitivamente confermato dalla menzione del sovrano di Lagas Ayakurgal, che nelle sue iscrizioni teca il titolo PA.TE.SI lagas^fNUjj.BUR)13^ (cf. STEHLE 1982a, pp. 118-119 Akg. 1 e 7), in un documento amministrativo inedito da Adab, col suo titolo scritto, alla maniera di Adab, NÍG.PA.TE.SI lagas i(NU11 .BUR) l i * (M. E. Mi Ione, c.p.; tuia sua edizione del testo suddetto è in preparazione). Le due ortografie, PA.TE. SI e NIG.PA.TE.SI, ricorrono come varianti anche nei testi di Suruppak (cf. POMPONIO-VLSI-

CATO 1994, pp. 17-19); e su tui vaso iscritto del tempo di Meskigalla I di Adab, discusso più avanti (pp. 227-228). Il titolo (NÍG.)PA.TE.SI (accadico issi'/yakkum), generalmente tradotto "(city-)ruler' o "steward" in inglese e "Stadtfùrst" in tedesco, definisce specificamente il sovrano di una città-stato nella sua relazione col dio poliade, caratterizzando il primo come vicario del secondo; donde la traduzione "viceré", qui adottata (cf. infra, § A.1.2).

(25) Per tuia più precisa lettura /urabu/ del toponimo convenzionalmente letto /adab/, cf. YANG 1 9 8 7 ; e DE MAAIJER-JAGERSMA 1 9 9 7 - 1 9 9 8 , p. 2 8 6 s.v. a12-rà-bu (/!/ è un fonema or-tograficamente distinto da /d/ e /r/ nei testi presargonici, e sentito come /s/ dai parlanti di lingua arcadica; più tardi, a partire dal periodo neosumerico, si fonde con /d/ o con /r/, a seconda delle aree dialettali; cf. BAUER 1 9 7 5 ; e JAGERSMA 2 0 0 0 ) . Nella scrittura del toponimo nei testi presargonici da Adab, il segno NUN non è propriamente NUN, ma un segno simile che termina però a punta di freccia. Qui è traslitterato "NUN", per distinguerlo dal segno N U N propriamente detto (cf. KRECHER 1 9 9 2 , p. 2 9 8 con n. 3 8 ) .

(26) La lettura tradizionale /uru/ è puramente convenzionale e si basa su un'unica fonte lessicale molto tarda (primo millennio). Sillabari più antichi, come Proto-Ea o S1, così come l'uso del segno URU come sillabogramma col valore ré/ri nei testi del terzo millennio, indi-cano che la parola sumerica per "città" fosse piuttosto /ere/ o /iri/ (cf. EDZARD 1 9 9 1 , pp. 77-78), con E prima variante che è da preferirsi per via della forma emesal ùru (/e/ ed /i/ corrispondono rispettivamente ad /u/ ed /e/ in emesal).

(27) Su Ur'eslilak e il titolo che reca, cf. WESTENHOLZ 2004, p. 600 con n. 11. (28) STEIBLE 1991a, p. 374 N a m m a h n i 1; EDZARD 1997, pp. 198-199 E3/1.1.12.6.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 211

I 1. dba-ú A Ba'u ("Baba")«29', La donna graziosa, la figlia di An, signora della Città Santa, sua signora, per la vita di Namhanne ("Nammahani") (30), viceré

2. amtuis sag^- ga 3. dumu an-na 4. nin ere-kug-ga 5. nin-a-[ri]é 6. nam-[t]i 7. [nam-mah-né] 8. PATE.SI

9. lagas i(TSÍUn.BUR)k "-ka-sè

10. eres-in[im]-g[i]-na

di Lagas'T',

Eres'EEmginák ("NinEEmgEia")®, la madre che lo ha generato'"'', lia presentato (questa statua) (8) dicendo (7): "Quando il genio protettore del TAR-sirsir (= Bau?))14) (2)

ii 1. ama dúd-da-né 2. d lammar TAR-sir-sir-ra 3. kisal dba-ú-ka ku -ku -da -né

4 4 4. alan-e nin-gu10 'io

( 2 9 ) C f . MARCHESI 2 0 0 2 .

(30) La pronuncia /namhanne/ del NP nam-mah-né è data dalla variante in grafia sil-labica nam-ha-né (cf. NEUMANN 1998-2001 sub 1; e supra, pp. 209-210 n. 23). Come in altre iscrizioni sue o dedicate "per la sua vita", il nome di Namhanne è stato deliberatamente can-cellato qui, nel tentativo di perpetrare una damnatio memoriae nei suoi confronti.

(31) Si noti paleosumerico /lagas/ (cf. lagas(NU)j .ELIR)k ^-sa, genitivo, EDZARD et al. 1977, p. 103) > neosumerico /lagas/ (cf. la-ga-sa, genitivo, EDZARD-FARBER 1974, p. 110). Il Ergogramma per Lagas si compone dell'ornitonimo n i immaJNl I t t. BUR) :™s™( R determina-tivo di luogo k e il complemento fonetico k . In altre parole, il toponimo Lagas è codificato a Evello di scrittura come "il luogo dell'avvoltoio", così come Nibru/Nippur è "il luogo di Ellil" (TT I .TT A o Eredug è "il luogo del Principe (= Enkìk)" (NUN^) (cf. JACOBSEN 1967, pp. 101-103; e VELDHUIS 2004, pp. 226-228 s.v. butuT™", e 276-277 s.v. nunmia(NUn .BUR/ NLIj j .BUR)™'"™). Origine e significato di tale associazione rimangono però oscuri (cf. JA-COBSEN, loc. cit., per una possibile spiegazione, peraltro alquanto speculativa).

(32) Per la lettura /eres/ del segno NIN come elemento teoforo in nomi di persona, cf. HEIMPEL 2003, p. 632; e MARCHESI 2004, pp. 188-189. Si noti inoltre la variante NLN.SÈ(= eres-sè)-an-zu del NP NIN-e-an-zu in V S 25 i r 69 iv 18 (cf. JAGERSMA 1995-1996, p. 223 ad loc.-, e MARCHESI 2004, p. 189 con mi. 200-201).

(33) In linea teorica qui si potrebbe leggere anche emedud (AMA.TU)-da-né, "sua ser-vitrice" (cf. infra, § A. 1.4 commento a Cat. 1:1). Tuttavia, l 'Eres'inimginàk della presente iscrizione è verosimilmente identica alla donna dallo stesso nome che compare Ei varie altre iscrizioni votive del tempo di Namhanne e del suo predecessore Tesgar ("LJr-GAR"). In queste essa si dice figUa di KA-kug e sposa del succitato Tesgar (cf. EDZARD 1997, p. 189 E3/1.1.9.1 e pp. 199-202 E3/1.1.12.7-10). E assai probabile, pertanto, che Eresrnimgitiâk fosse la madre di Namhanne. La traduzione "cugina" per AMAQTLJ Et questo passo, pro-posta da I. M. Diakonoff e J. Renger (cf. STEIBLE 1991a, pp. 374-375 n. 1) e adottata anche da EDZARD 1997, p. 199, non lia alcun fondamento.

(34) Cf. STEIBLE 1991a, pp. 143-144 Urbaba 5 n. 1; e Gebhard SELZ 1995, pp. 158-159 sub 4.

212 APPENDICE

5. iesgestug,°£-ga-ne-a [ha]-mu-na-ni-ru-gú

6. sískur-gu]0 hé-na-bé 7. bi-dug4!(SAG) 8. a mu-na-ru

entra nella corte (del tempio) di Ba'u (3), possa questa statua (4) portarmi all'attenzione della mia signoraQ) (4-5) e dire a lei le mie preghiere" (6).

Quest'ultima statua rappresenta ima figura femminile^: verosimilmente la dedicante, Eres'immginàk. Ne consegue, per analogia, che anche in quella pre-cedente sia più probabilmente rappresentato il dedicante (Ur'eslilak), e non il beneficiario (il sovrano Baragarmèdug).

Esistono però anche statue dedicate contemporaneamente da più persone. E questo il caso, ad esempio, di tm torso frammentario iscritto, rinvenuto ad U r u k « :

1 . dnin-subur A Ninsuburak, 2 . áya-digir-gu ]0 Ayadigirgu, 3 . ad-da padre 4 . AK sagga A tu di AK, l'anmiinistiatore template di Utu,

5 . KUM-dtir-sè™ ama e KUM-dutse, madre

6. áya-digir-gu ]0-kc4 di Ayadigirgu,

7 . ud dnin-ìmma quando Nin'immák,

8 . igù1 e-na-dé-a lo (= AK) chiamò,

9 . ni mu-ni- rguÑ facendoli sentire fieri (?)139',

1 0 . [áya]-digir-|g]u1() KUM-dtir-sè Ayadigirgii e KUM-durse

1 1 . a [mu-na-ru] le (a Ninsuburak) presentarono (questa statua)

Qui la statua è maschile, ed è ipotizzabile, quindi, che rappresenti Ayadigirgu, a dispetto della dedica congiunta da parte sua e della madre. Più problematico è invece il caso di una statua con una dedica di due persone del medesimo sesso140);

( 3 5 ) C f . WLLCKE 1 9 8 7 , p p . 9 5 - 9 6 n . 3 6 ; ID. 1 9 9 0 , p . 4 8 7 c o n n . 6 9 ; e ATTINGER 1 9 9 3 , p .

226. (36) Cf . DE SARZEC-HEUZEY 1884 -1912 , p. 347 .

(37) FALKENSTEIN 1963, pp. 2-4 E t aw . 5-6; STEIBEE 1982b, pp. 339-340 AnUruk I; BECKER 1 9 9 3 , p . 7 7 e t a w . 69 -70 : 953 .

(38) Per tale lettura, invece di "kitm-tus-se" (come proposto da STEINKELLER 1987, p. 191), cf. é KUM-dúr-ra in ITT 3 n° 5279 v. i 8.

(39) Cf. ni — gur+, "sentirsi importante/fiero" (CIVIL 1964, p. 87 ad 61). ( 4 0 ) STEIBLE 1 9 8 2 B , p p . 3 4 3 - 3 4 4 A n o n y m 6 .

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 213

1. dnin subur bàd A Ninsuburak di Bad (4 i ;/delle m u r a c i 2. en-zi se bad^ (SIPA)1431 Enzi, il pastore, 3. amar-ki-kug e Amarkikugak, 4. dumu en-zi figlio di Enzi, 5. a mu n ì hanno presentato.

Citi rappresenta quest'ultima s tatuar II padre, Enzir O il figlio, Amarkikugak? Sulla base di tali esempi si potrebbe ritenere che le statate in epoca protodina-stica fossero considerate alla stregua di qualunque altro oggetto votivo, ossia, che non fossero intese come rappresentazioni di specifici individui. In altre pa-role, esse non sarebbero state concepite come immagini o simulacri di determi-nate persone, creati allo scopo di stare perennemente in preghiera nel tempio, di fronte alla statua del dio, per conto e in sostituzione di queste^44/ ma piuttosto come espressioni di devozione e veicoli di richieste del favore divino. In tale ot-tica si noti anche il cosiddetto "Torso di Isbum/Espum", trovato a Susa, la etti iscrizione dice(45):

1. ma-an-is-tu-su Man'istusu ("Manistusu"), 2. LUGAL re 3. KISI d i K i s -4. as-bum Asbum ("Espum"), 5. IR suo servitore'44/ 6. a-na a 7. ina-ru-dt Narunde

8. A.MU.NA.RU ha presentato.

(41) Cf. il toponimo bàcE in testi tardo presargonici da Adab (BI-II 34 ii 2 e BI-II 68 i 4; F. Pomponio, c.p.). E probabile, tuttavia, che esistessero più toponimi chiamati "La fortezza" (Bad, in sumerico, o Durum, in accadico); cf. MLCHALOWSKI 1977; e STEINKELLER 1984b, pp. 83-84. Da escludersi, invece, l'interpretazione di BAD come logogramma per la città di Der (generalmente scritta B À I I A N ^ , proposta da I. Finkel apud READE 2 0 0 0 C .

(42) Cf. din'anak (MUS) da bàd-da, "Li'anak (del tempio) di fianco alle mina" ( S AT . T .A -

BERGER 1993a, p. 47 n. 199; cf. infra, p. 215 n. 52).

(43) Tale, più precisa, lettura del termine sumerico per "pastore" è implicata dalla pro-nuncia /suba(d)/ dello stesso nel dialetto emesal (cf. SCHRETIER 1990, pp. 249-250 sub 413).

( 4 4 ) C f . THUREAU DANGIN 1 9 3 4 , p . 1 3 9 ; e BRÄUN HOLZINGER 1 9 9 1 , p . 2 2 8 .

(45) GELB-KIENAST 1990, p. 80 Manistüsu B 2 ; FRAYNE 1993, pp. 81-82 E2.1.3.2001. (46) Per la formula cerimoniale che consiste nell'anteporre il nome del personaggio

più importante con cui il soggetto dell'iscrizione è in una qualche forma di relazione, cf. MARCHESI 2004, pp. 178-180. 'Album è altrimenti noto col titolo di issiyah(hi) (PA.TE.SI) elamtim (ELAMjh "viceré dell 'Elam" (GELB-KIEN'AST 1990, p. 39 S - 4 ; FRAYNE 1993, p. 304 E2.16.1.1). Probabilmente si tratta di un governatore accadico insediato a Susa dal re di Akkad Man'istüsu.

214 APPENDICE

Qui non è agevole ipotizzare che la statua rappresenti il dedicante. Stilisti-camente, infatti, questa viene ritenuta anteriore all'epoca accadica, a cui risale invece l'iscrizione di 'Asbum1'47/

Se davvero si tratta in questo caso di ima dedica secondaria'48/ come inter-pretare allora il gesto di 'As burnt Che cosa ha questi voluto fare apponendo la sua iscrizione sulla statua di un più antico notabile elamita? Usurparne l'iden-tità'4^? O piuttosto solo rendere omaggio alla dea Narundi? E allora la statua solo un medium, il veicolo di un messaggio di devozione che avrebbe potuto essere altrimenti scritto su un qualsiasi altro tipo di manufatto?

Quanto a tipologia e contenuto, le iscrizioni su statua in genere non dif-feriscono significativamente dalle epigrafi che si ritrovano su altre categorie di oggetti; cf.:

la) Cat. 2: 1. DÜNAK 2. PA.TE.SI BÁHARÉ

lb) G R É G O I R E 1 9 8 1 , tav 1 : 1 (perla): (1.) AK-'TNANA

(2.) lugal GIS.KÚSU1*

DUN A K ("Ginak"), vicer é di . . .

AK-Aster ("Aka"), re di Umma'A.

(47) Cf. STROMMENGER 1959, pp. 30-36; EAD. 1960, pp. 47-48; BRAUN HOLZINGER 1977, p. 18 con n. 105, e p. 79 Sb 82; SPYCKET 1981, pp. 73-74; e BAHRANI 1992, pp. 86-87.

(48) Per ima diversa opinione, cf. BRAUN HOLZINGER 1991, pp. 220, 257-258 (St 95) e 298, la quale spiega l'incongruenza cronologica (a suo giudizio solo apparente) tra iscrizione e stile della statua in termini di attaidamento provinciale, piuttosto che di riutilizzazione.

(49) L'unico esempio certo di usurpazione di tuia statua è rappresentato dalla statua della Collezione Liebighhaus (K HAUPTMANN 1989; BRAUN HOLZINGER 1991, p. 254 St 79), la cui autenticità è peraltro controversa (cf. MUSCARELLA 2000, p. 160 sub 8). D'altra parte, il fenomeno doveva essere piuttosto diffuso, a giudicare dalle formule di maledizione contro tale pratica apposte sulle statue a partire dal periodo sargonico (cf. POMPONIO 1990, pp. 21-22). Altri possibili casi di usurpazione di statue sono segnalati da BOESE 1996, pp. 29-33 (con argomentazioni però non del tutto convincenti).

(50) Precedentemente interpretato come 'A/Per Inan(n)a, Aka/Aga*, re di T Imma/ Gis(s)a**" (GRÉGOIRE 1981, p. 13; STEELE 1982b, p. 266 Umma: Aka 1; COOPER 1986, p. 92 Um. 2*; PETTINATO 2003, p. 125 Um. 2*; e Gebhard SELZ 2003b, p. 506**; cf. infra, § A.1.4 commento a Cat. 5:3). Tuttavia AK-dINANA è frequentemente attestato come nome di persona in epoca protodinastica (cf. BURROWS 1935, p. 31 sub 245). La variante (?) AK-as-tár nei testi di Fara (POMPONIO 1987, p. 23; si noti anche il toponimo é-AK.-as-tár in WÉSTENHOLZ 1975a, i r 24 iii 5) suggerisce che si tratti di un nome semitico; cf. il NP UR-Aas-tár (POMPONIO 1987, p. 245), da leggersi, con ogni probabilità, Kalbu'astar o Kalab'astar (cf. TONIETH 1998, pp. 93-95). Lettura e significato del segno AK nel tipo antroponimico AK-ND non sono però al momento determinabili (cf. KREBERNIK 2002, p. 12; e Gebhard SELZ 2003b, p. 509 n. 44).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 215

2a) Cat. 3: (1.) urAammar Urlammarak, (2.) NÍG.PA.SI il viceré151/ (3.) dPA.A[N?(...)] ali dio) . . .

2b) STEIBLE 1982b, pp. 238-239 AnNip. 22 (vaso): 1. eh [in]'anak (|M|ÙS) A Ei'anak ("Inanna")®: 2. rir-Ar'anaQ Ur'in'anakak, 3. nu-bànda il soprintendente.

3a) Cat. 7: 1. é-SAR Per l'E-SAR<53>: 2. lugal-da-lu Lugaldalu, 3. lugal urabu i(UD."NUN")k ' re di Adab.

3b) STEIBLE 1982b, p. 187 Adab: Med. 1 / A (vaso; Tav X I V : 4 ) :

1. é-SAR Per l'E-SAR: 2. isib-dur-ba Isibdurbar ("Medurba")^ 3. lugal urabtglTID/'NUN") re di Adab.

4a) Cat. 5: 1. h [ara] Per Sara, 2. é-abzu E'ab zu,

( 51 ) Per ( N Ì G . ) P A . S I come variante di ( N Í G . ) P A . T E . S I , cf. HALLO 1957, pp. 3 5 - 3 8 ; e BAUER 1 9 8 7 .

(52) Il teonimo convenzionalmente letto "Lianna" è in realtà più precisamente / (n)innana(k)/, da {nin-'an.ak}, "La padrona del Gelo" (cf. p 206 n. 1). Varie scritture silla-biche attestano infatti tale lettura; cf. [m]u-gi4-ib nin-na-na-ke4 per :+nu-gig iMUS-ke t (CROS et al 1910-1914, p. 203 A O 4327 v. ii 2; cf. ZGOLL 1997); [n]in-na-na nin r A - A I - n a - rkeg per + D M Ù S nin é-an-na-ka-ke4 (CROS et al. 1910-1914, p. 203 A O 4327 v. ii 3); u r - D M Ù S = ur-ni-in- hia"1 -na (SCHEIL 1925, p. 50 n° 7:2); ÌR'-^in-na-na (ARNAUD 1994, tav. 26 n° 56 iii 9 ) ; [in-n]a-na (ARNAUD 1982, pp. 211-212 riga 25); d i " " - [ M Ù ] S (CT 25 tav. 30 K 219 v. i 14); ecc. AL contrario, nessuna grafia come i-na-an-na o simile, che documenti tuia lettura al-ternativa /manna(k)/, è invero documentata. Né esiste, con ogni probabilità, l'iscrizione di Urnammâk ("Umammu") che conterrebbe "der Schreibfehler dNatma für "Tiranna" suppor-tando così la forma "Inanna" (WLLCKE 1976-1980, p. 75 sub 2.1; cf. STEIBLE 1991b, p. 102 n. 1 adUrnammu 9; e HEIMPEL 2002, p. 157).

(53) Tempio della dea Digirmah/Ninhursagak ad Adab (cf. infra. § A.3.1). (54) Cf. Min-dur-ba ("Il signore che scioglie i lacci"?) = Iti si-gar-ke4 in An = Animi II

3 3 0 (TJTKE 1 9 9 8 , p. 1 2 7 ) . Il segno ME in ME-dur-ba dovrebbe analogamente rappresentare un titolo (quindi isib, "esorcista, purificatore"), piuttosto che la parola me, "poteri divini". L'uso di ba per /bar/, "aprire, sciogliere", è ben documentato nei testi del terzo millennio (cf . KKECHER 1 9 9 3 ) .

216 APPENDICE

3. higal GIS.KÚSU1* re di Unum, 4. mu-[g]ub'(= TUJ-iñversum) ha eretto (questa statua)255.

4b) Puisa, Archéologie, Vente du 17-18 mars 2003, Paris, rf 388 (statua di leone): 1. dsára barag-sàg-nu-di Per Sara, Baragsagnudid, 2. higal GIS.KÚSLA re di Umma, 3. mu-gub ha eretto (questa statua).

4c) STEIBLE 1982b, pp. 215-216 Kis: Mes. 1 (testa di mazza; Tav. XI: 10): (1.) ffl^SHJM Me salini ("Mesilim")'5«1, (2.) lugal kisi re di Kis, (3.) é-ra'57* l'edificatore (4.) dnin-gir-sti di Niiigirsùk'531, (5.) dnin-gir-sti per Ningirsùk, (6.) mu-gub ha eretto (questa mazza), (7.) lugal-sagj-dagal'59' (al tempo di) Lugalsagdagalak

("Lugalsa-ENGUR"), (8.) PA.TE.SI (come) viceré (9.) l agasJNUj j .BUR)^] di Lagas.

5a) Cat. lObi i i 8 - iv 1: 8. ud-ba en-mete-na-ke4 A quel tempo Enmetênnâk

9. alan-na-né diede vita (10)

(55) Il segno DU è ambiguo, potendolosi leggere sia gub ("mettere in piedi, erigere"), che ie6 (= "de6")/túm ("portare") o kur, ("portare dentro, introdurre"; cf. p. 217 n. 62). In favore della prima di tali letture, si noti: ud alan dsul-gi-e in-gub-ba-gery-àm, "come il giorno dell'erezione della statua da parte di Sulgir ("Sulgi")", in YOS 4 il" 56:20-21 (cf. HEIMPEL 1990, p. 207).

(56) Cf. GELB 1957, p. 167 sub M' s e p. 273 sub SLM; ROBERTS 1972, p. 51 s.v. Salini; e CAD M/2, p. 156 s.v. mû B (b).

(57) Cf. EDZARD 2003, p. 18. (58) Si noti che "il costruttore del tempio di Ningirsu", come traduce invece PETTINATO

2003, p. 119 (cf. anche ibidem, n. 2), corrisponde piuttosto a: lú é Gin-gir-sti rú-a, in sume-rico. Il termine é-ra (é-dù) è un nome, ossia una formazione del tipo dub-sar ("colui che scrive la tavoletta" = "scriba").

(59) Tradizionalmente letto "lugal-sà/sag4-ENGUR". L'ultimo segno, tuttavia, proba-bilmente non è ENGUR (= LAGABXAN/IDDI/HAL; cf. WIGGERMANN 1998-2001, pp. 136-137), bensi AMA nella sua forma arcaica (un rettangolo con dentro il segno AN), tale quale lo si ritrova anche nell'iscrizione di HAR.TU (Cat. 1) e nei testi arcaici di Ur (cf. BUR-ROWS 1935, tav. 26: 319). Per l'interpretazione di lugal-sag4-AMA come lugal-sag4-dagal, "Il Signore è di cuore generoso", cf. SJÖBERG 1973, p. 46 ad 16; e CHARPIN 1986, pp. 358-359 riga 39 (inno ad Asalluhi).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 217

10. mu-dúd ad una stia statua'6^ (9),

11. en mete na deIKl le ki ág e la chiamo (12):

12. mu mu-né-se^ "Enmeténnàk è colui che Ellil ("Enlil")

a m a ' « (11);

13. dellil-la e la portò (iv 1)

14. é-a dentro il tempio,

iv 1. mu-na-ni-kuq(DU) da/per Ellifi62) (13).

5b) STEIBUE 1982a, pp. 276-277 Lug. 15 ili' (mattone): [ud-ba lugri- digir-da'6 Jl] A quel tempo Lugaldigirda ("Lugalanda")

1'. ala[n-na]-né diede vita ( 2 ) 2'. mu-dúd ad una stia statua (1 ) , 3 '. lugal-digir-da-nu-hug-gá-gír- e la chiamò (4 ) :

[nun] - sè-nu- [kds] 41 mu m[u-né-se21] "Lugaldigirdanuhugga non è mai stanco

per il Gir nun"1441 (3 ) ;

(60) Per il significato "dare vita, mettere al mondo, generare" del verbo dúd (TU) con riferimento a statue, e le relative implicazioni, cf. VÄNSTEPHOÜT 1970, pp. 13-14 con n. 30; e HOROWITZ 2003, pp. 151-152. Le statue non solo erano "messe al mondo", come se fossero esseri viventi, ma in qualche caso ricevevano anche, come questi ultimi, un loro nome pro-prio. Il significato di tali nomi apposti a statue e, più tardi, in età neosumerica, anche ad altri oggetti votivi non è stato ancora sufficientemente indagato. Per il momento, cf. GELB 1956; e G e b h a r d SELZ 1 9 9 7 , p . 1 7 6 c o n n . 1 9 8 ( a p . 1 9 9 ) .

(61) Cf. la nota precedente. La lettura convenzionale "Enlil" è basata su fonti del primo millennio, e probabilmente riflette tuia tarda paretimologia del teonimo in questione. Nel terzo millennio lo stesso era scritto dEN.É, anziché den-lrl. dEN.É è presumibilmente tui logogramma composto del tipo "diri", da leggersi /ellil/ in sumerico e / (h/y)i]lil(u)/ in ac-cadico (cf. da ultimo MARCHESI in stampa, n. 142).

(62) Per il valore /tur/ del segno DU nel significato di "entrare, introdurre", cf. KRE-CHER 1987c. Gli argomenti portati da Gebhard SELZ (1992, p. 253 sub 19) e BAUER (2004) contro questa lettura non paiono tali da invalidarla (si noti che mu-ni-túm-ma-a in En. I 9 ili 10 [STEIBLE 1982a, p. 185] non significa "als er (sie) dort hineingebracht hatte", come vuole Selz, ma piuttosto "quando / dopo che lo [= il tempio] aveva reso degno di lei [= Li'anak]"; cf. ZÓLYOMI 1999a, pp. 179-180).

(63) Letto senza eccezione "lugal-an-da", ma cf. la nota seguente. (64) Girnun, "La grande spada", è tui soprannome o epiteto del tempio di Ningirsùk

a Girsu (cf. p 264 n. 269). Un'altra statua di Lugaldigirda è chiamata, similmente, dnin-rgitr-su1 -gir-nun-sè- diu1 - [k]us, "O Ningirsùk, egli non è mai stanco per il Girntui" (DP óó vi 7; designata come alan gal lugal-digir-da, "la grande statua di Lugaldigirda", ibidem, riga 8). Tali nomi di statue sembrano fare tui giuoco di parole col nome del sovrano, Lugaldigirdanuhugga, "Il re (lugal) che non riposa quando si tratta del (di servire il) dio" (hug = nâhum). La lettura digir-da pare preferibile ad an-da, specie se si considera che il dio-cielo, An, non sembra avere avuto alcun culto a Lagas in epoca protodinastica (cf. Gebhard

218 APPENDICE

pnin-gír- su-ra] [é-a] [mu-na-ni -kui/(DU)]

e la portò dentro il tempio, da/per Ningirsûk.

D'altio canto, due statue da Man con dediche di cantori raffigurano can-tori'65/ e statue con dediche di donne in periodi più tardi sono senza eccezioni femminili'665. Inoltre varie iscrizioni su statua dicono espressamente che la statua è del dedicante; così ad esempio l'epigrafe della statua di Yindin'il ("Abihil/ Ebihil"; Tav. XVII: 2-4), da Mari, del Protodinastico Il lb iniziale'675:

Similmente, Yisklmari ("Isqlmari"), re di Mari, presentò la sua statua a 'Astar virile (?) (Cat. 13); Hin na m'il ("Eniiail"), re di Kis, fece una sua statua e la col-locò al cospetto di In'anak (Cat. 11); Enmetênnâk, viceré di Lagas, diede vita ad una sua statua e la portò nel tempio di Ellil (Cat. 10); e così via.

SELZ 1990, pp. 124 e 132; ID, 1995, p. 24 sub 6). Il termine digir denota qui il dio per eccel-lenza, ossia, a Lagas, Ningirsûk (cf. ibidem, p. 108 sub 2-3). Lugaldigkdatiuhugga è probabil-mente un nome cerimoniale derivato dal nome proprio del sovrano, analogamente ai nomi E'anak'in'anak'ibgalakakka'abtum (é-an-na-fin'anak-ib-gal-ka-ka-a-túm) e Sul'anezudigirenêk (sul-an-né-zu-digir-re-ne) di E'annâbtum e Sulgir, rispettivamente (cf. MARCHESI in stampa, n. 9). Il vero nome per esteso di Lugaldigirda era probabilmente Lugaldigirdanume'a, "H re (non regna) senza il permesso del dio" (VS 27 11° 4 iii 1). Per una diversa interpretazione del nome Lugaldigirdanuhugga, cf. BAUER 1998, pp. 475 e 515 (la quale, però, non rende conto della /a/ finale nella forma verbale /nuhugga/).

(65) Cf. BRÄUN HOLZINGER 1991, p. 220; e BOESE 1996, pp. 34-40 e 46-49. ( 6 6 ) C f . BRAUN HOLZINGER 1 9 9 1 , p . 2 1 9 .

(67) GELB-KJENAST 1990, p. 5 MP 1. Per la datazione, cf. supra, p. 14 n. 22 e p. 89. (68) Generalmente letto, in precedenza, "Abihil" o "Ebihil". Tuttavia ENTI è attestato

come nome di persona ad Ebla, dove è stato plausibilmente interpretato come forma del verbo nadànum (cf. KREBERNIK 1988, pp. 56-57 sub N-D(-N?); e PAGAN 1998, p. 145 sub ndn, e p. 307 s.v. en-tì). Siccome nel terzo millennio il dio/monte Ebih (Gebel Hamrin) non è altrimenti documentato né nel pantheon né nell'onomastica di Mari, un'interpretazione di EN.TT-/7 come en -di-il = /yindin'il/, " 'Il lia dato", pare preferibile (si noti, inoltre, che se EN.TL fosse da intendersi come Ergogramma per Ebih, ci si aspetterebbe che fosse prece-duto dal determinativo divino).

(69) Cf. infra, § A. 1.4 commento a Cat. 13:7.

1. D Ü L

2. en-dì-il 3. NU.BÀNDA 4. TNANAQNITA 5. Ad12-RJE,

di Yindin'il'68/ il soprintendente: egli la presentò (5) a Astar virile (?)169) (4).

Statua

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 219

Il teimine pei statua, sumerico alam/n, accadico saìmum (DUL), significa (e potiebbe tradursi) anche "figura, raffigurazione, immagine"'70/ E quindi pensa-bile che le statue fossero concepite come rappresentazioni dei loro dedicanti. Nel presente lavoro si suppone che le statue con iscrizioni di sovrani h rappre-sentino anche. Si noti ancora, tuttavia, il singolare caso di una statua da Mari, fine terzo / inizio secondo millennio, che reca due differenti e contrastanti iscrizioni171/ mia, in fondo alla veste, è mia dedica a nome di Puzur'estar, sovrano di Mari'72/

1. tu-ra-áda-°an Turamdagan, 2. ALIAD NI [TA]1:731 sakkatiakkum (leti, "generale") 3. mari M di Mari174' -4. PUZUR^aïiàr Puzur'estar, 5. ALDUNITA sakkatiakkum, 6. DUMU-r» suo figlio'76, 7. a-na d[EN.KI] ha presentato (11) 8. BAD-M76 ' [UNKEN] E sua statua (9) 9. UHM. [DÙL-.fe] a Heyya ("Ea")'77' (7), 10. a-\na ba-la-ti-sii\ signore dell'Assemblea (8),

11. [A. MU. RU] per la sua vita (10). 12. [sa DUB] Riguardo a colui 13. \su-a-ti\ che dovesse rimuovere (14) 14. [a-s\ a-sà- vkjC E suddetta iscrizione (12-13), 15. TNANA che 'Estar, 16. àda-tan Dagän 17. Ú dEN.KI e Heyya,

18. BAD-a/UNKEN signore dell'Assemblea, 19. SUHUS-A estirpino (20)

20. li-sû-ha le sue radici (19)

21. ú SE.NUMUN- CD e prendano (22)

22. li-il-qü-tá il suo seme (21)

23. a-dì si-tar-qí-su fino alla sua scomparsa.

( 70 ) Cf. PSD A / 3 , pp. 1 6 0 - 1 7 0 s.v. ahm; CAD S , pp. 7 8 - 8 5 s.v. salmu s.; E BRAUN HOLZ-

INGER 1991, p. 231 .

(71) NASSOUHI 1926; NAGEL 1959b; BRÄUN HOLZINGER 1991, pp. 277-278 St 168. ( 72 ) GELB-KIENAST 1 9 9 0 , p p . 3 6 3 - 3 6 4 M S 9 ; FRAYNE 1 9 9 7 , p p . 4 4 5 H 4 6 E 3 / 2 . 4 . 5 . U 1 -

21. (73) Cf. STEINKELLER 2004b, pp. 176-183.

(74) Titolo dei sovrani di Mari tra la l ine della dominazione accadica e l'avvento della dinastia amorrea (cf. DURAND 1985a, pp. 148-150; e GEIL 1992, pp. 161-162).

(75) Cf. p. 213 n. 46. (76) Cf. STEINKELLER 2004a. ( 77 ) C f . WESTENHOLZ 1 9 7 8 , p . 1 6 8 .

2 2 0 APPENDICE

L'altra, ili un cartiglio posto sotto l'avambraccio destro, è invece ruia label inscription del fratello di questi, Silla'akka'73):

1. P UZ UK-as-tár Puzur'estar, 2. ALIMENTI A sakkanakkum 3. ma-ri di Mari — 4. GVppta-kA SilE'akka, 5. NU. [BANDA] il soprintendente, 6. SE [S-su] suo fratello''9).

Sulla base di quest'ultima iscrizione si sarebbe indotti ad attribuire la statua a Silla'akka, sennonché Puzur'estar dice espressamente che la statua in questione è la sua. Non esiste tuia facile soluzione a tale problema. Non è verosimile che Puzur'estar: abbia usurpato la statua del fratello, tra l'altro senza neppure can-cellare l'iscrizione di questi. Si potrebbe speculare che si tratti di tuia statua di Puzur'estar commissionata e a Itti donata dal fratello, Silla'akka, e su cui il so-vrano di Mari Ira poi fatto incidere una sua iscrizione dedicando la statua al dio Heyya. Resta il fatto, però, che l'iscrizione di Silla'akka è del tutto analoga ad altre label inscriptions che identificano personaggi rappresentati da statue.

A.1.2. Titoli dei sovrani

Nell'ultima fase del periodo protodinastico (Hlb) la regione siró-me sopo ta-nnica appare per lo più frammentata in molteplici formazioni politiche a carat-tere sovraccittadino, usualmente chiamate città-stato (in Mesopotamia) o regni (in Skia). Ogni città-stato aveva una sua capitale, così come capoluoghi e centri minori. Il processo di formazione di tali entità politiche è in gran parte scono-sciuto, né si sa molto della loro organizzazione e delle relative strutture ammini-strative'30).

Tracce di ima precedente egemonia della città settentrionale di Kis su gran parte della Babilonia, al tempo del re di Kis Mësalini, sono ravvisabili nella do-cumentazione sia coeva, sia posteriore'31). I testi di Fara (Proto dina s ti co Illa)

( 7 8 ) GELB-KIENAST 1 9 9 0 , p. 3 6 4 M S 1 0 ; FRAYNE 1 9 9 7 , p. 4 4 6 E 3 / 2 . 4 . 5 . 1 cartouche. (79) Cf. p. 213 n. 46. (80) Cf. da ultimo WFESTENHOLZ 2002. ( 8 1 ) Cf. COOPER 1983, p. 7 con n. 5, e p. 22; ID, 2000, p. 65 con n. 8; e STEINKELLER

1993a, p. 118 con n. 22. L'impiego del titolo di "re di Kis" (lugal kisi2) nel Protodinastico B i b da parte di sovrani sumerici con aspirazioni di grandeur (i quali però verosimilmente non arrivarono mai a conquistare e governare E città di Kis) è pure probabilmente un riflesso di tale passata egemonia (cf. MAEDA 1 9 8 1 ; e STEINKELLER 1993a, p. 120).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 221

documentano anche l'esistenza di un qualche tipo di unione tía le principali città del sud sumerico {la cosiddetta Kengir League o "Esapoli di Sumppak"), con l'ec-cezione della più meridionale Uri82-1. Non è chiaro però se tale unione rappre-senti ima qualche forma di alleanza o lega, o se rifletta invece, come pare più probabile, l'assoggettamento di queste città al dominio di Kis!a3/

L'intero paese di Sumer, ad eccezione della città-stato di Lagas/Girsu, tra-dizionalmente a sé stante, e della città santa di Nippur, feudo inalienabile del dio supremo Ellil, verrà ¿unificato alla fine del Protodinastico Illb ad opera dei re di Uruk Ensagkus'anak ("Ens a bus arma") e Lugalzagesi1®4/ prima di finire di nuovo nelle mani di un potentato del nord (Akkad).

Al vertice della città-stato c'era un gruppo di alti funzionari con vari in-carichi amministrativi o rehgiosi — tutti soggetti, comunque, all'autorità del so-vrano o principe locale. Al fianco di questi era la di lui consorte, la quale sembra godesse di pari dignità, e disponesse di beni e terreni propri, cosi come di un'or-ganizzazione amministrativa che faceva capo alla sua persona185/ L'esistenza di organi decisionali e/o consultivi collegiali, quali Assemblea Cittadina e/o Con-siglio degli Anziani, è desumibile da sporadici riferimenti nei testi186-1, ma poco o nulla si sa circa gli ambiti di competenza e il potere di tali istituzioni.

( 82 ) C f . JACOBSEN 1 9 5 7 , p p . 1 2 1 - 1 2 2 ; VLSICATO 1 9 8 9 ; STEIBLE-YILDIZ 1 9 9 3 ; e POMPONIO

VISICATO 1994, pp. 10-20.

(83) Cf. POMPONIO-VlSICATO 1994, pp. 15-17. LI tal caso, si potrebbe supporre che i testi di Fara riflettano la situazione politica del tempo di Mesalim. E piuttosto verosimile, infatti, che il regno di questi segni la fase di massima espansione verso sud di Kis, a giudicare dalle sue iscrizioni originali e dalle varie tradizioni che si sono conservate su di lui. Ad Adab, dove celebra il sacro rito del bur-gi4 (STEIBLE 1982b, p. 216 Kis: Mes. 2; Tav. XV: 2), egli è "l'amato figlio di Ninhursagak" (STEIBLE 1982h, p. 217 Kis: Mes. 3; Tav XIV: 3); è "l'edificatore di Ningirsùk" a Lagas (cf. supra, p. 216 sub 4c con n. 58); il costruttore dell'Ebabbar, il tempio del dio-sole Utu, a Larsa (ALSTER 1997, p. 218 14.16); colui che ha fissato il confine tra Lagas e Ultima sancendolo con l'erezione in loco delle sue stele, ancora visibili e giuridicamente rilevanti molto tempo dopo la sua morte (STEIBLE 1982a, p. 160 Earn 7 iv ' 5-10, pp. 230-231 Eut. 28-29 i 1-12, e pp. 234-235 Ent. 28 ii 6-8 = 29 ii 23-25). Le città-stato di Uruk (di cui faceva parte la città di Larsa nel Protodinastico III), Lagas, Umma e Adab sembra siano state quindi sotto il suo controllo ad un certo punto. E forse non è una coincidenza che proprio queste stesse città costituiscano, assieme a Nippur e Suruppak, l'unione di città nota convenzionalmente come Kenp/r League. Il ritrovamento a Girsu, sotto il livello del tempio di Ningirsùk costruito da Uman i èk ("Urnanse"), di tuta mazza votiva di Mësalim (Tav. XI: 10), associata con alcuni testi del tipo "Fara" (RTC 1-8; cf. supra, pp. 60-61 con n. 108), ben si accorda con tale ipotesi.

( 84 ) C f . MAEDA 1 9 8 1 , p p . 5 - 7 ; e POMPONIO 1 9 9 4 , p p . 1 - 5 .

(85) Cf. MAEKAWA 1973-1974; e MARCHESI 2004, p. 176 n. 140. (86) Cf. GELB 1984, p. 273; e RIDLEY 2000. Si noti anche il NP Unken'ugèdug (unken-

ùg-dùg), "L'Assemblea è gradita al popolo" (MARCHESI 2004, p. 193).

222 APPENDICE

La frammentazione geopolitica suaccennata è rispecchiata anche dalla mol-teplicità dei termini usati per designare il supremo capo politico. A seconda dei tempi, luoghi e circostanze politiche, il leader della città-stato è variamente chiamato en, lugal, "ensi(k)"'S7/ sarrum (LUGAL), rubä'um (NUN)'3^ o maìkum (EN)'895.

Il primo di questi titoli, en, solitamente tradotto come "signore" (arcadico belunPf, o "sommo sacerdote" (arcadico ënum), sembra essere stato peculiare della città di Uruk, e avere avuto, almeno in origine, forti connotazioni reli-giose'915. Altrove en è usato solo come titolo divino'925 o religioso'935, e, al plurale, come designazione collettiva per i defunti illustri'945.

lugal, tradotto hi arcadico come sarrum (paleo arcadie o sarrum), "re", significa piti precisamente "padrone", come si evince da espressioni legali come lugal asag-ga, "padrone del terreno", lugal é(-a), "padrone della casa", ecc.'955; e dal

(87) Lettura convenzionale (e prob abilmente non corretta; cf. p. 223 n. 97), qui mante-nuta solo per convenienza ai fini della discussione.

(88) Titolo del sovrano di Kis nella cosiddetta "Names and Professions List" (cf. Bo-NECHI 2001a).

(89) Quest'ultimo peculiare della regione siriana e scritto per lo più logogríf icamente mediante il segno EN o, più raramente, l 'accadogramma AÍA.-U.K (cf. ARCHI 1987b, pp. 37-38).

(90) Si noti però che tale equivalenza non è attestata prima del periodo mediobabilo-

( 91 ) C f . JACOBSEN 1 9 9 1 , p p . 1 1 6 - 1 1 8 ; HEIMPEL 1 9 9 2 , p p . 8 - 1 3 ; STEINKELLER 1 9 9 9 ; e

GOODNICK WESTENHOLZ 2 0 0 0 .

(92) Cf. ad esempio STEIBLE 1982a, pp. 219-220 Ent. 16 ii 8 - iv 3: ud-ba / irH-ra-né / du-du / sagga dnin-gír-sú-ka-ke+ / . . . / bàd kar má-addrq / gír-sú mu-fú / en-zi-sagy-gál / mu mu-na-se21, ' A quel tempo il suo servitore Dudu, l'amministratore templare di Ningirsûk, . . . costruì la fortificazione del porto per le chiatte di Girsu e per lui (= Ningirsûk) la chiamò Enzisaggal ("Il Signore è soffio vitale")". Analogamente, nei nomi propri di persona il ter-mine en (cosi come lugal) lia per referente di regola una divinità, tranne in quei casi in cui en (lugal) compare assieme ad un altro e più specifico elemento teoforo (cf. E nota seguente).

(93) Cf., a Lagas, i NNP en-Lianse-ki-ág, "L'e« è colui che Nanse ama" (STRUVE 1984, p. 59), ed en-dnanse-mu-dúd, "L'e» l 'ha generato Nanse" (DP 175 ii 3). In ambedue i casi en designa il sommo sacerdote della dea Nanse, altrimenti noto col titolo di dam Nanse, "sposo di Nanse" (cf. STEINKELLER 1999, pp. 118-120). Sporadiche attestazioni di un en e di una "casa dell'I'«" (é en-na) nei testi amministrativi presargonici di Girsu (cf. Gebhard SET .7 1995, p. 117) si riferiscono presumibilmente a tale figura. Si noti, infine, il titolo o epiteto en zag keseq(KES) deres-ura4-ke4, "l'è» che Eres'ura ("Ninurra") ha legato al (suo) fianco", portato dal re di Umma Gessagkidug (STEIBLE 1982b, p. 326 Uruk: Luzag. 2:9; per l'attribuzione di tale iscrizione, conosciuta anche come "La Frontiera di Sara", a Gessagkidug ["Gissakidu"], piuttosto che a Lugalzagesi, cf. FRAYNE in stampa: E 1.12.5.2).

( 94 ) Cf. STEINKELLER 1 9 9 9 , pp. 110-111 conn . 2 9 .

( 95 ) C f . GELB et al. 1 9 9 1 , p . 2 2 7 ; ROTH 1 9 9 5 , p . 2 8 ; e c c .

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 223

suo uso in formule reverenziali in iscrizioni votive, preghiere o lettere, per rivol-gersi a un dio, al re, o comunque a un superiore'9^.

"eiisifk)" (accadico issijakkum/issi'akkum) — variamente scritto (NIG.)PA.SI o (NIG.)PA.TE.SI, e convenzionalmente traslitterato ensik/énsi'97) (= PA.TE. SI) o ensi(k)z (= PA. SI/NÍG.PA. SI/NÍG.PA.TE.SI) - pare designasse in origine un amministratore terriero o uri funzionario incaricato di dirigere i lavori agri-coli'98! Quantunque l'etimologia del termine sia incerta199/ il Ergogramma con cui è scritto, (NIG.)PA.TE.SI, suggerisce il significato di "colui che è adatto (TE) al bastone di comando ((NÌG.)PA)"'100/ Come titolo regale "ensi(k)" sottintende la concezione che il sovrano regni per conto del dio poliade (cioè del dio prin-cipale della città-stato, capo del pantheon locale), ovvero amministri i beni e le proprietà di quest'ultimo, ritenuto in definitiva il vero padrone e sovrano del regno'101'. Pertanto "ensi(k)" è tradotto qui come "viceré".

L'ideologia che turóle il dio poliade essere il vero signore della città-stato la si ritrova, peraltro, anche laddove il sovrano porta generalmente il titolo di lugal, come ad esempio a Kis. Nella cosiddetta "Names and Professions List", una composizione lessicale protodinastica nota da Abu Salabikh ed Ebla, fi sovrano di tale città è chiamato mbà'urn (NUN), "principe", mentre fi titolo di "re di Kis" (LUGAL KISF) è attribuito al dio Zababa'102'. E a Teli Agrab, nell'iscrizione

( 96 ) C f . KRECHER 1 9 7 2 , p . 2 7 1 .

(97) La lettura /ensi(k)/ per PA.TE.SI non è affatto così ben stabilita come si potrebbe essere indotti a credere dal suo diffuso impiego. Di fatto non è attestata alcuna scrittura sillabica come en-si o simile, clie la supporti. In testi lessicali o scritti in sumerico sillabico si trovano le forme ni-in-si (FRAYNE 1997, p. 1 4 6 E 3 / 2 . 1 . 2 3 8 : 1 8 ) , im-sik (EDZARD 1974a, p. 3 2 ) e is-se (ARNAUD 1987, p. 47 riga 11), tutte riconducibili, assieme al prestito isiifyakkum in accadico, ad un etimo *ninsi'ak o, più probabilmente, Gunsi 'ak.

( 98 ) Cf. JACOBSEN 1 9 9 1 ; e SJÖBERG 1 9 9 6 , pp. 1 2 5 - 1 2 6 adii 16 . Tale accezione originaria sembra sopravvivere nel titolo PA.TE.SI-gal ("énsi-gal") ND, portato da alcuni sovrani e divinità (WLLCKE 1 9 8 5 , pp. 3 0 2 - 3 0 3 ; ID. 1 9 9 7 , p. 2 1 n. 4 5 ; JACOBSEN 1 9 9 1 , pp. 1 1 3 - 1 1 4 ; cf. anclie infra, § A . 1 . 4 commento a Cat. 1 3 : 3 - 4 ) , e nella designazione PA.TE.SI-gal ("énsi-gal") per un ufficiale di rango inferiore rispetto ail'"ensi(k)" (JACOBSEN 1 9 9 1 , p. 114 ) .

(99) Per un'interpretazione etimologica piuttosto dubbia (tra l'altro già respinta da ED-ZARD 1 9 7 4 b , p . 1 4 6 ) , c f . JACOBSEN 1 9 5 7 , p . 1 2 3 t i . 7 1 ; e ID. 1 9 9 1 , p . 1 1 5 .

(100) Cf. JACOBSEN 1991, pp. 119-120. Il segno SI è probabilmente un complemento fonetico aggiunto al logogramma propriamente detto, (NtG.)PA.TE, per indicare che questo deve essere letto /. . .s iyak/. E possibile che anche N l G in NÍG.PA.TE.SI sia da interpretarsi come tale, supponendo che /n/ muti in /g/ davanti a /s/ (cf. Gig-sig^(SAR) per ' i l ia-sigj 'SAR) in RTC 8 ii 6) e che Gurisi 'ak (cf. supra, n. 97) fosse quindi pronunciato /nigsiyak/; in tal caso avremmo una scrittura del tipo ^gestug®, ossia Giigsi 'ak (PA.TE)". Altrimenti NlG.PA si spiega come una variante ortografica di PA, il logogramma per "ba-stone di comando, scettro" (cf. infra, § A. 1.4 commento a Cat. 1:2).

(101) Cf. STEINKELLER 1993a, p. 117. ( 1 0 2 ) C f . ARCHI 1 9 8 1 ; e BONECHI 2 0 0 1 a .

224 APPENDICE

della statua Cat. 1, il Te" (lugal) si professa comunque "servitore" (subur) del dio poliade Huma'tim.

Pur avendo connotazioni diverse, i titoli "ensi(k)" e lugal paiono in ima qualche misura intercambia bili (103Z il sovrano terreno è viceré rispetto al dio, e re rispetto alla popolazione della città-sta to'104/ L'uso di un titolo piuttosto che l'altro potrebbe essere dipeso dalle tradizioni delle singole città-stato; o dalla scelta politica e ideologica di voler enfatizzare l'uno piuttosto che l'altro di questi due aspetti della regalità.

In qualche caso, però, il viceré di mia città-stato risulta essere stato sotto l'egemonia del re di un'altra città-s ta to'105/ o di un "grande re" (overlord)'la6'!. Il fatto che il termine "ensi(k)" fosse legato ili qualche modo alla nozione di governo del territorio del dio poliade su incarico di questi ha fatto sì che lugal, privo di tali associazioni, fosse preferito da quei sovrani che volevano estendere la propria autorità al di fuori dei confini della loro città-stato; e ha portato, in ultima analisi, all'emergere di tale titolo come il titolo regale per eccellenza. Contemporaneamente "ensi(k)" è venuto ad assumere, al tempo della III Dinastia di Ur, il significato di "governatore di provincia nominato dal re".

Tuttavia non c'è dubbio che a Lagas, nel Protodinastico Illb, il titolo "ensi(k)" denotasse un sovrano uidipelidente. Se cosi sia stato anche altrove e nelle altre fasi dell'età protodinastica limane controverso. Secondo Edzard, non è possibile fare mia differenza di rango tra "ensi(k)" e lugal per i tempi che pre-cedono Ere'inimgiiiàk ("Tjrukagiiia"; cf. p. 210 n. 26) e Lugalzagesf107'; mentre per Cooper, il primo termine lia piuttosto l'accezione di "governor, subordi-nate local ruler", quando è usato al di fuori di Lagas nel Protodiiiastico Illb1'108/ Qnest'tiltimo ha inoltre suggerito che l'impiego del titolo "ensi(k)" da parte dei sovrani indipendenti di Lagas sia in qualche modo un riflesso della passata ege-monia di Kis, così come l'uso di sakkanakkum o issi'/jakkum da parte dei so-vrani indipendenti di Mari, Der, Esnunak e Assur, più tardi, riflette la passata dominazione di queste città da parte dei re di Akkad o di Ur III, ossia il tempo

(103) Così è almeno a Lagas (cf. HEIMPEL 1992, pp. 6-8). ( 1 0 4 ) C f . STHTNKTTI.HR 1 9 9 9 , p . 1 1 2 c o n n . 3 3 .

(105) Cf. COOPER 1983, pp. 7, 9 n. 17; e ID. 2000, p. 65 con n. 8. (106) Cf. BIN 8 n" 26 vi 3-7: mes-ki-gal-la / PA[.TE].SI /rurabu i(UD."NUN") l9 /

lugal-zag-ge-si / lugal, "Meskigalla (I) viceré di Adab e Lugalzagesi l e (del Paese)". Si noti anche la menzione, in MVN 3 n° 105 ii 1 (sempre da Adab), di una "casa delle truppe del Paese" (é éren kalam-ma-ke^, le quali erano verosimilmente le truppe del "re del Paese" Lugalzagesi, o del suo predecessore, con tale titolo, Ensagkus'anak.

(107) EDZARD 1974b, p. 144. ( 1 0 8 ) COOPER 2 0 0 0 , p . 6 5 n . 8 .

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 2 5

ili cui ie suddette città erano governate da alti ufficiali al servizio del re che por-tavano per l'appunto tali titoli1109/

L'ipotesi di Cooper sembra trovare un qualche supporto nella menzione dell"'en si (k)" (PA.TE.SI) dopo il "principe" (NUN) e prima di altri alti fun-zionati quali, nell'ordine, il "contabile (del re)" (UMBISAG), il "responsabile del catasto" (SAG.DTQ, lo "scriba (del re)" (DUB.SAR), il capo dell'esercito (AEIVUNITA), il soprintendente al bestiame (?) (GUD.ÚS), "l'eminente del Paese/popolo" (URUN..KAEAM/ÙG), il "caposegretano" (GAL.SUKKAL), e cosi via, nella succitata "Names arid Professions List"1110/ E verosimile, infatti, che il suddetto elenco rifletta l'organigramma dello stato di Kis al tempo in cui fu composta tale lista1111/ e che qui "ensi(k)" denoti un ufficiale subalterno al re, ma superiore a tuffi gli altri funzionari1112/

D'altra parte, è concepibile che il rango dell'"ensi(k)" e la valenza di tale titolo varino a seconda dei luoghi e dei tempi. I sovrani di Lagas attribuivano il loro stesso titolo, "ensi(k)", ai loro omologhi di altre città-stato sumeriche1113/ ma non ai re della Babilonia settentrionale, chiamati invece invariabilmente lugal1114). In altre parole, ai loro ocelli i termini "ensi(k)" e lugal erario intercambiabili solo con riferimento a un sovrano sumerico del sud. Il che potrebbe implicare un differente significato di "ensi(k)" nel nord accadofono.

E altresì possibile che, fuori di Lagas, "ensi(k)" fosse considerato un titolo inferiore rispetto a lugal, e fosse indice di un minor grado di indipendenza o autonomia da parte di quei reggenti di città-stato che lo portavano. L'uso del titolo PA.TE.SI kisi1/ anziché lugal kisA, da parte di un règolo di Kis del Proto dinasti co Il lb (?)1115) potrebbe così riflettere una fase di decadenza della grande città della Babilonia settentrionale, ora non più egemone, ma subal-terna ad un altro centro111^. Parimenti, l'alternanza, ad Adab, dei titoli lugal

(109) Ibidem. Si noti però che Urnansék, il fondatore della cosiddetta "Prima Dinastia di Lagas", porta il titolo di lugal nelle sue iscrizioni.

( 1 1 0 ) C f . ARCHI 1 9 8 1 , p . 1 8 1 ; ID. 1 9 8 4 b , p . 1 7 1 ; e BONECHI 2 0 0 1 a .

( 1 1 1 ) C f . ARCHI 1 9 8 1 , p p . 1 7 7 - 1 8 0 .

(112) Si noti anche l'occorrenza, unica, nella medesima Usta (riga 52), di un PA.TE.SI B À N D A , "vice-'ensi(k)"' (ARCHI 1981, p. 182).

( 1 1 3 ) C f . BEHREXS-STEIBLE 1 9 8 3 , p p . 1 1 6 - 1 1 7 sub e - f .

(114) Ibidem, pp. 223-224 sub b ed e (1', 3' ed 8'). ( 1 1 5 ) C f . GELB-KIENAST 1 9 9 0 , p . 3 1 V P 1 0 .

(116) Cf. WESTENHOLZ 1999, pp. 29-30 con n. 58. La datazione di questa iscrizione al tardo Protodinastico non è però sicura: potrebbe benissimo trattarsi di un governatore in-sediato a Kis dal re di Akkad Sarrumkm ("Sargon") o da uno dei suoi due figli, Man'istüsu e Rlmus. Secondo READE (2000b), il frammento che reca l'iscrizione faceva parte di un vaso avente anche tuia seconda epigrafe: tuia dedica da parte di un tale, di cui non è conser-vato il nome, che si Regia dell'epiteto di "conquistatore di Hamazi" (ÂGA.SÊ ha-ma-gi"', cf. GELB-KIENAST 1990, p. 32 VP 11). Se le due iscrizioni sono state apposte in tempi diversi, come sostiene READE (he. cit.), è forse ipotizzabile che il vaso in questione facesse parte di

226 APPENDICE

urabu ^ e (NÍG.) PA.TE.SI uiabujA (117) potrebbe denotare alterne fasi di so-vranità e vassallaggio della suddetta città-stato; oltre al dominio di Kis nel Pro to dina s tico Illa, già ricordato (cf. p. 221 n. 83), v'è infatti qualche indizio della sottomissione di Adab prima ad Umma!118J e poi ad Uruk (cf. p. 224 n. 1 0 6 ) , nella seconda metà del Proto dina s tico IIIb (119B

un qualche bottino di guerra e che, come tale, sia stato ridedicato secondariamente dal suo

razziatore ad un proprio dio.

(117) Cf. AL MuTAWAm-MiGLUS 2002, p. 8.

(118) Se si può interpretare come tale il ritrovamento ad Adab di due esemplari del-

l'iscrizione del re di I ITTI ma Gessagkidug nota come "La Frontiera di Saia" (cf. YANG 1989,

p. 17 con ri. 31; WESTENHOLZ 1987-1990, p. 156; e supra, p. 222 n. 93). Si noti come que-

st'ultimo rechi, unico tra i sovrani protodinastici di Umilia, il titolo di PA.TE.SI kalag-ga dellil-ke4, "potente 'erisi(k)' di Ellil", che prefigura il PA.TE.SI-gal dellil portato dai "grandi

re" Lugalzagezi e Sarrumkrn (cf. infra § A.1.4 commento a Cat. 13:3-4). Le ambizioni di

egemonia e grandezza di Gessagkidug sono rese manifeste anche dai suoi epiteti nir-gál sag-

hus ki-en-gi-ke4, "il fiero principe di Sumer", e gaba-gál nu-gi4 kur-kur-ra-ke4, "l'inarrestabile

fronteggiatore di tutti i paesi stranieri".

( 1 1 9 ) La "notizia che Adab è stata presa" (NÍG.MUL urab tA S U B A R U ) in un do-

cumento amministrativo di Ebla del 22° atino di regno di Yisgaidämu (MEE 10 n" 29 v.

iii 2 6 - 2 8 ; cf. S ALLABERGER. 2 0 0 3 ) è stata interpretata da SAIIABERGER (in stampa) come un'

eco della conquista della città da parte di Lugalzagesi. Secondo Sallaberger questo evento

dovrebbe essersi verificato prima del 7° armo di regno di Lugalzagesi, dal momento che

alcuni testi da Zabala datati a tale anno registrano assegnazioni di terreni ai viceré di Adab

e Nippur, cosi come ad un alto prelato (lti-mah) di Uruk. Facendo propria l'opinione di

POWELL ( 1 9 7 8 , p. 2 7 ) , che "the right by which they hold diese allotments . . . must be via

their political relationship widi die head of die state", egli presume che i suddetti documenti

attestino la dipendenza di Adab, Nippur e Uruk da Lugalzagesi nell'anno 7 di questi (cf.

anche ARCHI-BIGA 2 0 0 3 , p 3 3 ) . Tuttavia i testi in questione ( B I N 8 i r 8 2 ; POWELL 1 9 7 8 , pp.

34-35; e M. DEJ. ELUS 1979, pp. 4 0 - 4 3 BMC 6 - 7 ) sono sì datati al 7 ° anno di Lugalzagesi,

ma non come re, quanto piuttosto come viceré di Umma (lugal-zag-ge-si PA.TE.SI 7; cf. p.

227 n. 122). Al tempo della loro redazione, Lugalzagesi era verosimilmente ancora un sem-

plice viceré, al pari dei suoi omologhi di Adab e Nippur menzionati in quei testi; e tutti e tre

erano presumibilmente sotto l 'egemonia del "grande re" Ensagkus'anak di Uruk. Infatti, una

volta salito sul trono di Uruk e divenuto "re del Paese" (lugal kalam-ma), Lugalzagesi non

solo non usa più il titolo di "ensi(k)", ma anche affida l'ufficio di viceré di Umma a Mes'e

— verosimilmente lo stesso personaggio che compare nei testi di Lugalzagesi da Zabala col

titolo di dub-sar mah, "sommo scriba" (cf. POWELL 1978, p. 1 7 ; e BALER 1998, p. 495). Per-

tanto il sincronismo Yisgardämu 2 2 = Lugalzagesi 1 ~ 7 , suggerito da SALLABERGER. {loc. citi),

non può essere accettato.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 227

L'adozione del titolo PA.TE.SI GIS.KÚSU^120-' da parte degli ultimi reggenti di Umma, Me'anêdug1121-1, U'u ("Bubu") e Lugalzagesi1122-', in luogo di lugal GIS. KUSUM/HIXDISC123), usato dai loro predecessori1124'1, coincide significativamente con raffermarsi del re di Uruk Ensagkus'anab come "signore di Sumer" (en ki-en-gi) e "re del Paese" (lugal kalam-ma). Non è probabilmente un caso che al tempo di questi e del suo successore Lugalzagesi non sia attestato alcun reg-gente di una città-stato sumerica che porti il titolo di "re" (lugal), tranne che nel-l'indipendente Lagas, dove, paradossalmente, i sovrani erano tradizionalmente chiamati "ensi(k)". Ed è verosimilmente proprio per sottolineare il suo status di sovrano indipendente che l'ultimo principe presargonico di Lagas, Ere'inim-ginâk, cambiò il suo titolo da "ensi(k)" a lugal nel suo secondo anno di regno, ricominciando altresì a contare gli anni dal momento dell'adozione del nuovo titolo(125>.

LTn ultimo punto merita ancora di essere evidenziato. Anche quando è sog-getta all'egemonia di un re "straniero", la città-stato sumerica rimane comunque un feudo del dio poliade, e l'"ensi(k)" espressione della scelta e volontà di questi. Due iscrizioni pubblicate di recente ben dimostrano tale persistente forza del-l'ideologia della città-stato. La prima, incisa su un vaso, è ima dedica in due parti per la vita di Meskigalla E™1' di Adab:

(120) Sul problema della lettura del logogramma GIS.KUSU, cf. infra, § A. 1.4 commento a Cat. 5:3.

(121) me-an-né-dùg PA.TE.SI compare alla fine di una tavoletta inedita, simile, per forma e contenuto, ad alcuni dei cosiddetti "Testi di Lugalzagesi" da Zabala (WESTENHOIZ s.d., p. 26 ad [SC] 2824). I toponimi kar-na+ e mar-da assicurano la provenienza della sud-detta tavoletta da Umma o da Zabala (cf. POWELL 1978, pp. 14-15). Per l'interpretazione di me-an-né-dùg come Me'anèdug (< Me'ane'idug), cf. MARCHESI 2004, pp. 190-191.

(122) Cf. CDU-, P235681 i 2-7: lugal-zag-ge-si / PA.TE.SI GIS.KÚSLfi / lú-mah dniníabak (MISABA)-ke+ / dumu ú-ú / PA.TE.SI GIS.KÚSlP* / lú-mah dninrabak (NISABA)-ka-ke4, "Lugalzagesi, viceré di Umma, lumah di Ninfabak ("Nisaba"), figlio di U'u, viceré di Umma, lumah di Ninfabak" (sulla lettura del nome ú-ú, cf. MARCHESI 2002, p. 171 n. 105; per il titolo sacerdotale lú-mah dninfabaks, portato sia da Lugalzagesi che dal padre, cf. STEINKELLER 2003a).

(123) Lettura e significato del segno HIXDIS in tale titolo sono sconosciuti. Si noti che HI X DIS non è mai scritto col determinativo di luogo il che rende una sua interpretazione come toponimo (cf. W G. LAMBERT 1990a, p. 78; D. Frayne apud Gebhard SELZ 2003b, p. 507; e KREBERNIK 2003b, p. 166 n. 125) pedomeno questionabile. D'altra parte, l'interpre-tazione alternativa "re di 216.000 (uomini)", proposta da POMPONIO (1989, p. 25 n. 4), non sembra possibile (261.000 è SÁRXDIS, o più precisamente SÁRXGÉS, "3600 X 60"; i segni HI e SAR sono chiaramente distinti nelle scdttura "monumentale" protodinastica: il primo ha la forma di un rombo, il secondo quella di un cerchio).

(124) Cf. STEELE 1982b, pp. 265-269. (125) Cf. msTENHOLZ 2002, p. 29. (126) Cf . MARCHESI 2 0 0 4 , p. 1 8 3 n . 174 .

228 APPENDICE

1. dbarag-dellil-gar A Barag'ellilegarra, 2. lugal uiabugUD.1 'NUN' f re di Adab, 3. é-zi-sag4"gál EzisaggaL, 4. ugula àga-ùs-ke4 caposquadra dei soldati, 5. nam-ti per la vita ó. mes-ki-gal-la di Meskigalla, 7. PA.TE.SI viceré 8. ufabu s(UD."NUN")Nsè di Adab, 9. a mu-na-ru ha presentato (questo vaso)

B 1. 2. 3. 4.

mes-ki-gal-la NÍG.PA.TE.SI uíabu (UD-TSTUN")11

lú é diskut fú-a (lesto rotto)

MeskigaLa, viceré di Adab, il costruttore del tempio di Iskur,

(127)

Quantunque Adab sia assoggettata al te di Uiuk Lugalzagesi, al tempo di Meskigalla I (cf. p. 224 n. 106), nominalmente il sovrano della città-stato è ancora il dio poliade, ossia, nel caso specifico, Barag'eMegarra(m). Ancor più istruttiva, al riguardo, è l'iscrizione frammentaria stilla statua di un ignoto viceré di Suruppak del tempo di Rlmus1129-1:

1. [. . .(-ra)] A(l/lla dio/dea) 2. [ . . . ] NP, 3. [(NI G.) PA. TE. SI] viceré 4. isuruppagi fagak[eJ di Suruppak, 5. sag4"ge pàd-da il prescelto ó. dsùd-da-[ke4l l i0 i] di Sudi15«, 7. mu pà[d-da] il designato di

(127) Piasa, Archéologe, Vente du 17-18 mars 2003, Paris, i l" 42. (128) "Il sovrano stabilito da Ellil": probabilmente nome di una forma o ipostasi del dio

Asgi; cf. AN = Anum II 60 (LTEKE 1998, p. 73). (129) YBC 2451. L'iscrizione in questione fu identificata da citi scrive, durante una breve

visita alla Yale Babylonian Collection nella primavera del 2003. Successivamente, nell'au-tunno dello stesso anno, questa è stata di nuovo identificata da E. Frahm, il quale l 'ha poi pubblicata assieme a E. Payne (cf. FRAHM-PAYNE 2003-2004), peraltro con varie imprecisioni che giustificano la nuova edizione qui presentata.

(130) Quantunque non sia integrato da Frahm, la scrittura del suffisso ergativo alla riga 4 implica la sua presenza anche alle righe 6 e 8.

(131) La traduzione di Frahm, "chosen in the heart of the goddess Sud" (FRAHM-PAYNE 2003-2004, p. 51) è agrammaticale. L'espressione sag,-ge pàd-da dsùd-da-ke4 letteralmente significa "colui che Sud ha trovato adatto al (suo) cuore" (cf. KRECHER 1987a, p. 77) o "colui che Sud ha fatto trovare al (suo) cuore" (cf. ZÓLYOMI 1999b, pp. 243-244). Quale che

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 2 9

8. 9 .

10. t i . 12.

Tnn-gedruJPA)-k[a-kej Ningedrùk'13'', pei La vita del suo signore'113', Rlmus, re di Kis,

nam-ti lugal-né rí-mu-ús tiugal kisi1 -[(ka-)sè] (resto rotto)

Piti riconoscendo la sua sudditanza nei confronti del "grande re" Rlmus, P"ensi(k)" di Suruppak nondimeno sottolinea come egli sia tale non grazie a questi, ma in quanto eletto dalle divinità maggiori della sua città-sta to'134'. Che questa sia ora ridotta a provincia dell'impero accadico è solo un fatto contin-gente, tm accidente, per cosi dire, della storia. L'ordine del cosmo è stato prefis-sato dal dio supremo Ellil ima volta per tutte all'alba dei tempi. Egli ha decretato che Suruppak appartenesse alla dea Sud'1355, e tale proprietà non può essere alie-nata da nessuno, nemmeno dai potenti sovrani di Akkad, che pure conquista-rono e assoggettarono tutta la Babilonia.

A.1.3. Determinazione del corpus

Sulla scorta delle osservazioni contenute nei due paragrafi precedenti, si considera qui come regale ogni statua che presenti l'iscrizione o di un lugal/ sarrum, o di un "ensi(k)", o di un en (di Uruk), o di tm rubä'um, o di un maìkum. In realtà solo iscrizioni di sovrani o principi che recano i primi due titoli sono attestate. Inoltre, è stata inclusa nella presente raccolta anche la statua di un personaggio che non porta nessuno dei titoli suddetti. Le dimensioni eccezio-nali della statua in questione (Cat. 12a; cf. supra, pp. 135-137) e la lunga serie di

sia l'esatta lesa let telale, è chiaro che si tratta di un'espressione idiomatica per indicare l'ele-zione dell"Lensi(k)" da parte della dea Sud, o la predilezione di questa per quello.

( 1 3 2 ) Rigettata da Frahm (FRAHM-PAYNE 2 0 0 3 - 2 0 0 4 , p. 5 1 n. 18 ) , la lettura dnin-gidru, o piuttosto dnrn-gediu (in ragione della forma eme sai, citata sotto), è tuttavia probabilmente corretta qui. Esistono infatti due divinità il cui nome è scritto dNIN-PA: dNIN-had e dnin-gedrtiT-k); ma il genitivo dNIN-PA-ka-k(e4) assicura che si tratti della seconda (il genitivo di dNIN-had è dNIN-had-da; cf. MARCHESI in stampa, n. 134). Inoltre, nei testi di Suruppak il dio dNIN-PA è associato alla dea Ares-me-su-du, (cf. MARTIN et al. 2 0 0 1 , pp. 1 1 0 - 1 1 1 ) ;

queste due divinità si ritrovano associate anche in testi più tardi scritti in emesal: qui dNIN-PA compare come T Tmi in mudi irti Te (ù-mu-un-mu-duriu/umun-mu-du-ru), che è l'equivalente emesal di Ningedrûk.

( 1 3 3 ) E non "of his king" (FRAHM-PAYNE 2 0 0 3 - 2 0 0 4 , p. 5 1 ) : lugal in unione con un aggettivo possessivo non significa "re", ma piuttosto "signore, padrone" (cf. KRECHER 1972, p. 2 7 1 ) .

( 1 3 4 ) C f . FRAHM-PAYNE 2 0 0 3 - 2 0 0 4 , p p . 5 4 - 5 5 .

( 1 3 5 ) Cf. CIVIL 1 9 6 9 B , pp. 1 4 0 - 1 4 1 righe 8 8 - 9 8 ; e BIGGS 1 9 7 4 , p. 5 1 righe 1 8 0 - 1 8 1 .

230 APPENDICE

epiteti che seguono il nome del dedicante'136' inducono a ritenere che si tratti assai probabilmente di un monumento regale, nonostante l'assenza, nell'iscri-zione, di un chiaro titolo di sovrano come sarrum o maìkum. Benché rari, oggetti votivi con epigrafi di re il cui nome non sia accompagnato da alctm titolo regale sono nondimeno documentati'137'. E questo potrebbe essere il caso, anche, di una statua del Piotodinastico Illa (Tav XLIII: 5-6) che reca un'iscrizione piut-tosto singolare:

1. sùbur 2. nigir 3. Gin-é-gal 4. É(-)FÚ

Per cominciare, fi titolo nigir dnin é gal, "araldo di Niriegalak", non è al-trimenti attestato, né si sa di alctmo che sia similmente designato araldo di mia qualche divinità. E pertanto concepibile, forse, che non si tratti tanto di un nome o titolo di professione, quanto piuttosto di un epiteto. Come tale, nigir dnin-é-gal ben si adatterebbe alla figura di un sovrano. Chi potrebbe definirsi portavoce della dea Niriegalak, alias Irianak'139', se non il re medesimo?

Quanto a é(-)fú, in questo periodo lo si può interpretare sia come nome, ossia é-rú, "l'edificatore"; sia come scrittura "nucleare" per la frase é(-né) (mu-un )m, "ha costruito la sua casa"'140'. Il che anche farebbe pensare ad un sovrano o principe.

Tuttavia, l'atto di costruire per gli dei non sembra essere stato prerogativa solo del sovrano, in epoca proto dina s tica; si noti, a tal riguardo, l'iscrizione della statua di Ekui (Tav. XVI: 5-6), rinvenuta a Teli al-'Ubald'141':

(136) Le iscrizioni di altri personaggi d'aito rango (familiari e parenti del re) e di alti funzio-nari sono in genere più prosaiche e si limitano ad indicare nome, carica e relazioni parentelari. Tra i vari epiteti del dedicante di questa statua si noti soprattutto nasi' (IL) 'ili (DIGIR.DIGIR), "colui d ie sostenta gli dei", il quale richiama indubitabilmente una delle principali finizioni del sovrano: quella di provvedere alle offerte rituali per gli dei, onde assicurare il loro favore e sup-porto alla comunità umana di cui il re era il sommo rappresentante e responsabile.

(137) Cf. STEEBLE 1982b, p. 218 Kis: Enn. A l , p. 295 Uruk: Ensak. 2, e pp. 298-299 Uruk: Lukin. 1.

( 138 ) Cf. GRÉGOIRE 2 0 0 2 , p. 4 5 5 Anonyme 1 e taw. E X X X V I . X X X V I .

(139) Cf. WlLCKE 1976-1980, pp. 76-77 sub 3.1 e 3.6, e p. 79 sub 5. (140) In epoca arcaica, periodo di Fara incluso, un logogramma poteva stare per qua-

lunque forma grammaticale di un lessema, ovvero per una parola con qualunque affisso o combinazione di affissi con cui fosse combinabile, compresi i suffissi possessivi (cf JACOBSEN 1 9 8 8 , p . 1 6 2 n . 2 ; e KRECHER 1 9 9 2 , p . 2 8 9 ) .

(141) Si noti, per inciso, che non esiste un'altra statua di Ekur. L'attribuzione al medesimo personaggio di una seconda statua ritrovata a Teli al-Ubaid (Tav. XVI: 7-9; cf. C. J. Gadd in HALL-WOOIILY 1927, p. 125; e READE 2002, p. 261) è dovuta ad un errore di lettura. L'unico

Subur, l'araldo di Niriegalak,

(issi

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 231

1. é-kur Ekur, 2. ka-gum, unrig6 il soprintendente ai granai di Uruk, 3. ddam-gal-mm diede vita (4) 4. mu-dúd a una (statua di) Damgakiunak"42 ' (3) 5. réi-nfél mu-rú e costruì la sua casa.

Anche se pei casa qui si deve presumibilmente intendere non un tempio, ma piuttosto una cella o una cappella all'interno del tempio della dea Ninhursagak a Teli al-'Ubaid1'143/ nondimeno pare significativo il fatto che un semplice (?) soprintendente ai granai si vanti di aver creato un'immagine divina e di aver co-struito la dimora per questa'144/

Inolile, ritornando alla statua di Subur, é-ra potrebbe anche non avere nulla a che vedere con la costruzione di templi o edifici. Una lista di professioni dell'epoca di Fara elenca infatti é-ra (o piuttosto fú-é) tra le designazioni e/o i titoli di vari funzionari cultuali'145/

Infine, è persino possibile che l'iscrizione hi questione vada letta da sinistra a destra, piuttosto che nel modo consueto da destra a sinistra (cf. infra, § A.1.4 note a Cat. 1); hi tal caso avremmo:

1. é-rti L'edificatore 2. brin é gal di Niriegalak, 3. rugir l'araldo 4. subur- Subur"44/

segno conservato su tal'altra statua, infatti, non è E, come è stato letto da Gadd {loc. citi) e Finkel (apud READE, loc. citi), ma N I M G I R .

(142) Cf. p. 217 n. 60.

(143) Cf. STEINKELLER 1995, p. 279. (144) Cf. anche STEIBLE 1982a, pp. 219-220 Eut. 16; ed ID. 1982b, pp. 296-297 Uruk:

Ensak. 4. R potere e la ricchezza di alti funzionari e altri personaggi eminenti sono testimoniati anche dalla pregevolezza di alcuni ex-voto, come ad esempio la testa di toro in rame rinvenuta nel tempio arcaico di Ningirsùk a Girsu e conservata ora al Louvre (Tav XII: 1-3; cf supra, Tab. 5 sub n), la quale reca la dedica di un cantore di lamentazioni: lugal-si (scritto: SI.LUGAL) gala mah / unug6 / dnin-gir-sii / a imi-m, "Eugalsi, il sommo lamentatole di Uruk, ha pre-sentato a Ningirsùk". Testimonianze più dirette dei mezzi e delle possibilità economiche di taluni di questi personaggi si trovano in alcuni contratti di compravendita di terreni, come ad esempio la cosiddetta "Tavoletta di Enhegal" (GELB et al. 1991, n° 20), che registra l'acquisto di vari campi da parte del prete esorcista (isib) Lugalkigalla per una superficie complessiva di 975 ettari (cf. WLLCKE 1996, pp. 26-30).

(145) MSL 12, p. 18 ED Lu E 65; e MEE 3 n° 7 iv 2. Cf. anche MSL 12, p. 14 ED Lu C 3.

(146) Che il nome del dedicante sia preceduto dal titolo (e non viceversa) è assai inu-suale in un'iscrizione votiva; cf. tuttavia Tav. XIV: 2 (= LCCKENBUL 1930, n° 26): NIG.PA.SI lum-ma, "il viceré Lumina" (collazionato).

2 3 2 APPENDICE

Quest'ultima lettura è suggerita dal confronto con un'iscrizione molto simile di un sovrano contemporaneo di Adab (Cat. 4):

Se da un lato sembra piuttosto strano che un araldo si fregi dello stesso epiteto che è portato dal re di Adab, dall'altro sappiamo davvero troppo poco riguardo alla strutturazione politica e sociale della Babilonia proto dinastica per escludere a priori una tale possibilità. In mancanza di tilteriori e più chiari paral-leli è impossibile decidere quale delle varie interpretazioni possibili dell'iscrizione di Subur sia quella giusta, o se costui fosse o meno un re. Stante tale incertezza, si è optato di non includere la sua statua nella presente raccolta di statue regali.

A.1.4. Trascrizione, traduzione e commento delle iscrizioni su Cat. 1-13

Bib l . : LACOBSEN 1 9 4 2 , p p . 2 9 1 e 2 9 6 n ° 8 ; BKAUN HOLZINGER 1 9 7 7 , p. 6 8 O I P 6 0

Nr. 263 Ag. 35:857; STEIBLE 19S2b, p. 199 AnAgr. 1; GELB-KJENAST 1990, p . 2 8 V P 1; BRAUN HOLZINGER 1 9 9 1 , p . 2 4 2 S t 1 2 .

Parti dell'iscrizione non o scarsamente visibili in fotografia:

1. 2. 3. 4 .

e-ru ùiin-é-gal1

é-pa-è lugal urabu^ (UD. "NUN")1

L'edificatole di Nin'egalak, Epa'e, re di Adab.

Cat. 1 - HAR.TU (Tav. XXXVI: 1)!147>

(1 . ) H A R . T U

(2.) lugal P A G A R

(3.) subur DIGIR-OTÌJ- CFERAA

(4. ) ' ' A M A R N U . N A M . A M A

H A R . T U ,

re di PA.GAR, servitole di Tluma'tim, ali dio) AfiIARNU.NAM.AMA.

Fig. 1. - SUBUR (riga 3), AN (riga 4). Fig. 2. - NU, NAM, Afi íA (riga 4).

(147) L'iscrizione è stata gentilmente collazionata una prima volta da C. Woods, e poi, nell'ottobre 2003, da chi scrive. Va da sé che la responsabilità per le lettine qui proposte è solamente dell'Autore.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 3 3

Non riprodotto è il segno MA, alla riga 3, comunque del tutto chiaro; cf. la copia di JACOBSEN (1942, p. 291 n° 8).

(1:) HAR.TU è ampiamente documentato come nome proprio di persona in epoca proto dina s tica; come tale lo si ritrova in un'iscrizione votiva da Esnunak (STEIBLE 1982b, pp. 202-203 AnEsn. 2:3), e in testi da Abn Salabikh (BIGGS 1974, n° 116 xiii 6), Isin ( G E L B et ai. 1991, n° 14 vii 6 e xiv 12), Lagas (DP 128 ili 7), Larsa (GRÉGOIRE 1996, tav. 1: Asltm. 1924-455 ii 2), Marad (ibidem, Aslim. 1924-462 iv 6), Nippur (WESTENHOLZ 1975b, N°

23 s 1, n° 46 i 5 e n° 52:10) e Suruppak (POMPONIO 1987, pp. 116-117). Con ogni probabilità si tratta più precisamente dell'ab-breviazione di un nome teoforo del tipo HAR.TU + ND, come ad esempio HAR.TU-dniníabak (NISABA) (BIGGS 1974, n° 34 colofone 10)," HAR.TU-dsùd (POMPONIO 1987, pp. 117-119) e HAR.TU-dasgijHIXDIS)sYd"asgiz(SIR)si4* (BI 207 v. 3 [F. Pom-poso, c.p.] ; CT 50 n° 136 v. fofecc.)'143'; cf. HAR.TU (-Vid4) (sottoposto) di munus-á-nu-kús (POMPONIO 1987, pp. 116/1 e 117/17*). Il termine HAR.TU designava tuia categoria di personale, sia maschile che femminile (Gebhard SELZ 1993, pp. 209-211; SAL-

LABERGER 1996b, p. 95). STEINKELLER (1989, p. 130 n. 389; ID.

1993a, p. 121 n. 38) e KREBERNIK (1998, p. 263 n. 267) hanno avanzato l'ipotesi che HAR.TU rappresenti un prestito dall'ac-cadico war dum, "servo, schiavo", da leggersi àr-tu (Steinkeller) o war -tu (Krebernik)'149/ Tuttavia tale interpretazione è inficiata dall'attestazione di HAR.TU come nome di persona femmi-nile'150', mentre mirdum è una parola di genere mas citile'151/ ALSTER

(1974a, p. 103) e KRECHER (1987b, pp. 16-17) hanno proposto invece che HAR.TU sia una scrittura arcaica per eme di idJ'AMA. TU/AMA.A.TU), un termine che designava un particolare tipo di servo/a o schiavo/a, detto in accadico (w)ilid/i/itti btti(m), "pro-genie dalla casa"'152/ Ciò sarebbe suggerito in primo luogo da

(148) Cf . MARCHESI 2 0 0 2 , p. 170 .

(149) Cf . a n c h e KREBERNIK 1992 , p . 118 JLIÌ H A t o .

(150) Cf. HAR/TLT ama u r H A R s a r r a k a , "HAR.TU, mache di Ur-HAR-saràk", in DP 128 iii 7-8.

(151) Oltre tutto ci si aspetterebbe **uruda come esito di un prestito dall'accadico wardum (cf. accadico wakJum > sumerico ugula).

(152) Cf. CAD I/J, pp. 71-73 s.w. ¡Mu e ¡little, e PSD A/3, pp. 206-207 s.v. ama-a-tu. Il complesso AMA(.A).TU, per cui le fonti lessicali e occasionali varianti in grafia sillabica in-dicano una lettura /emedu(d)/ (o simile), è forse da analizzarsi come ama(-a)-dúd (cf. KRE-CHER 1987b, pp. 9-12; e BORGER 1988, p. 235 s.w. emedu ed émedu). Tuttavia la tradizione

234 APPENDICE

V

un passo degli "Insegnamenti di Suruppak", in cui HAR.TU ed emedud^(AMAA.TU) compaiono come varianti: la prima in una versione protodinastica da Abu Salabikh, la seconda ili una reda-zione di epoca paleo babilonese; cf. ALSTER 1974a, pp. 12 (vi 12) e 42 (160). Inoltre emedud^ ammette im referente sia maschile che femminile (KRECHER 1987b, p. 9 il. 11), proprio come HAR.TU1; e, analogamente a questo, ricorre anche come nome proprio'1535

e come componente di nomi teofori'1545. Per di più emedud è assai raro in epoca proto dina s tica'1555, mentre HAR.TU non è pressoché più attestato dopo il periodo accadico'1565. Pertanto si potrebbe ragionevolmente supporre che questo non sia altro che una diversa e più antica scrittura per quello, da analizzarsi come emes(HAR)-dnd o emedudx(HAR)dM. L'occorrenza di AMA.TU e HAR.TU come qualificazioni o designazioni di eqiùdi in ima lista lessicale del periodo di Lara'1575 non inficia, a mio avviso, tale interpretazione. Qiù AMA.TU denota probabilmente ima femmina gravida o in grado di prolificare (KRECHER 1987b, pp. 11-12 n. 20), ed è perciò solo un omografo di emedud^(AMA. TU). Si confronti tuttavia SOLLBERGER 1966, n° 45, il quale pare contenga sia emedudjAMA.TU) che HAR.TU (righe 3-4). Del resto le varianti testuali HAR.TU ed emedud^(AMAA.TU) negli "Insegnamenti di Suruppak" potrebbero rappresentare varianti semantiche, piuttosto che ortografiche; ossia, il termine arcaico HAR.TU potrebbe essere stato sostituito, in epoca neosumerica o paleobabilonese, con un termine più moderno di significato analogo. Infine, si noti emedud^(AMA.TU)-da-né-me in Nik 19

lessicografica indigena considerava AMA(.A).TU come un composto del tipo "diri" (ovvero un logogramma composto la cui lettura non corrisponde a quella dei suoi componenti), come testimonia la sua inclusione nelle serie lessicali Proto-Diri (MSL 15, p. 30 sez. 7 righe 21-22, p. 47 righe 490-491) e Diri Ugarit (ibidem, pp. 79-80 righe 50-52). L'etimologia pro-posta da KRECHER (1987b, pp. 10-11) è parimenti poco convincente: se /emedu(d)/ signifi-casse "jedem von der Art, wie er/sie von einer Frau geboren wird", ci si aspetterebbe che fosse scritto ML7NLTS(.E).TU(.DA), invece di AMA(.A).TU.

(153) Cf. WÉSTENHOEZ 1975b ,p . 78 e ID. 1987, p. 195 s.v. Ama-tu ; LLMET 1968, p. 404 s.v.

Emedu; ecc. (154) Si noti emedud i(AMA.TU)-4nanna dumu ÌR-dnanna, in LIET 3 n° 1072:3. (155) Le sole attestazioni a me note sono: ED Lu E 175 (MSL 12, p. 19), Nik 19 iii 5

(Gebhard SELZ 1989, p. 136) e BIN 8 n° 104 ii 5. (156) Per alcune rare occorrenze di H A R T U in testi sargonici, cf. CT 50 n° 136 v. 1;

YANG 1989, p. 306 A 690+876:15; e BI 207 v. 3 (F. Pomponio, c.p.). Si aggiunga la menzione di un HAR.TU, corriere della città di Sarräkum (lú-u5 URU.SAG.RIG7t i), in un testo inedito da Umma (\XLSTENHOLZ s.d., p. 4 ad [SC] 1952/15).

(157) TE 43 xii 3 (ANSEAMA.TU) e 5 (ANSE.HAR.TU).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 3 5

ili 5 (Gebhard SELZ 1989, p. 136) vs. HAR.TU-né (anziché H AR. TU-da-né) in DP 138 v 6 e 8(15Sb

(2:) PAGAR, o NIG.PA, rappresenta probabilmente il nome antico di Teli Agrab, da leggersi forse Hattam. Tale ipotesi di lettura è suggerita dall'occorrenza del toponimo ha-at-ìanP in ima lista geografica paleobabilonese da Tell Harmal (MSL 11, p. 58 riga 146), associato a centri della Babilonia settentrionale e della re-gione del Diyala. Dal momento che NIG.PA compare come logogramma per "scettro" — hattum, in accadico — nei testi del terzo millennio (cf. C I V I L 1987, p. 1 5 0 ad 41), NIG.PA = hattum potrebbe essere stato impiegato come ima sorta di scrittura-rebus per notare il nome di città Hattam, simile, se non identico in origine. Un'interpretazione alternativa di PA.GAR come scrittura silla-bica, ossia pa-gar, non è comunque esclusa; cf. i toponimi, dal suono simile, ba-ga-ratì / / bàd-gàA // bàd-ga-ra in MEE 3, p. 232 riga 66 ("Adante Geografico"), e pa-guA in UET 8 n° 14 iv' ([...] / rpA.TE.ST / akridA / ididrgna du-né a-ga-dè^ / pa-guA / X.AN.HARtì / . . . ) .

(3:) Per il complesso A N . X . M A , JACOBSEN (1942, p. 296) aveva pro-posto la lettura "dkilim(?)-ma", sulla base del raffronto con LAK-245 e LAK-246. Queste ultime due forme del segno K3LIM ri-corrono però solamente in testi più tardi, d'epoca sargonica e Ur III. Nel periodo protodinastico K3LIM è alquanto diverso (cf. KREBERNIK 1984a p. 288). Inoltre la notazione del genitivo (-ma) è del tutto inaspettata ili un'iscrizione così arcaica. In realtà, il segno interpretato da Jacobsen come KILIM è più probabilmente TUM<159>. Una divinità il cui nome è scritto AN.MA.TUM com-pare ill SF 1 vili 1 (KREBERNIK 1986, p. 175). La lettura DIGIR-ma-tum (= 'Ilimia'tim, "Dio del Paese") è suggerita dalla variante DI GIR-//A-ri in una lista di divinità contemporanea da Abu Sala-bikh (BIGGS 1974, n° 82 v i '2 ; cf. KREBERNIK 1986, p. 166). Quanto al segno precedentemente letto "SAHAR" da JACOBSEN

(1942, p. 296), questo è piuttosto da interpretarsi come una forma arcaica di SUBUR (cf. supra, p. 232 Fig. 1; e G R E E N - N I S S E N 1987, p. 290 sub 539-540). Il termine subur, "servitore", è già desueto nel Protodinastico Illa, e dopo sopravvive solo come compo-nente di nomi propri teofori (cf. STRUVE 1984, p. 173) e come ter mute letterario (cf. G E L B 1982, pp. 89-90).

(158) Cf. però KRECHER 1987b, p. 17 cou n. 43. (159) Cf. la forma del segno TUM nell'iscrizione dell'aquila leontocefala di Khafagia

(GELE etat. 1 9 9 1 , N° 9 III 8) .

2 3 6 APPENDICE

(4:) Ordine di lettura dei segui incerto. Forse si tratta della stessa divinità che compare negli "Inni zame" di Abu Salabikh come "AMAR.AMA.NA ( B I G G S 1974, p. 52 riga 211, tav 121: 267 v. ii 4, e tav 123: 268 v. ii 2), supponendo che i segni NU e NAM, in tm caso, e NA, ili quell'altro, rappresentino indicatori fone-tici. Se è giusta l'analisi del complesso dAMAR.NU.NAM.AMA come dmvnammiii(ii)am (AMAR.AMA), allora lo si può forse acco-stare anche a dNmi-um in J F 1 ix 17 (KREBERNIK 1986, p. 177). Il N D "dama:nam", citato da JACOBSEN (1942, p. 296), è invece più precisamente dama-nam-Iti, "Madre dell'abbondanza" (cf. KRE-BERNIK 1986, p. 185), e probabilmente non lia rapporto alcuno col teonimo qui discusso.

Note: L'andamento destrorso dell'iscrizione è inusuale, ma non senza paralleli; cf. Tav. L: 2, a sinistra: nr-driarise / lugal / lagasgNLQ. TURA; BUCHANAN I 9 6 0 , n° 1 3 7 : il-kuz-ru^(KU) dub-sar ¿arum; WOOLLEY 1 9 3 4 , tav 1 9 8 : 6 5 : àya-ùg-dùg lugal urim5 àya-su-sikil-an dam-né(160>; CT 3 2 tav 8 : 6 0 0 3 6 : [...]- A2 / DUMU / LUH.HA / dniii-men / JTQ-RIKg ecc. Proprio il mancato riconoscimento di tale caratteristica lia fatto si, in passato, che questo testo risul-tasse incomprensibile (cf. la bibliografia riportata suprd).

Cat. 2 - D LIN. AK (Tav. XXXVI: 3-4)

E D Ù N A K

2 . P A . T E . S I B Á H A R . É

1:

2:

(160) Cf . MARCHESI 2 0 0 4 , pp . 1 7 8 - 1 8 1 .

DÜNAK, viceré di . . . (della città del dio Nnn'iira).

B i b L : PARROT 1 9 5 2 , p . 7 4 ; ID. 1 9 5 7 , p. 2 2 5 ; BRAUN HOLZINGER 1 9 7 7 , p. 7 5 A O

20146; EDZARD et al, 1977, p. 40 s.v. E'eden; STEIBLE 1982a, p. 364 AnLag. 2; COOPER 1 9 8 6 , p p . 1 7 - 1 8 E e 1; BRAUN HOLZINGER 1 9 9 1 , p. 2 4 1 St 6 ;

FRAYNE 1 9 9 2 , p. 3 3 c o n n . 2 4 1 (a p. 119 ) ; PETTINATO 2 0 0 3 , p . 2 4 2 E ' e 1.

Letto generalmente "gin-ak", ma il primo segno è piuttosto DÙN (= KTK-786), che non GIN (= LAK-667). BAHAR.É è stato letto in precedenza "é-edhi"o "'à-diiiz(EDIN)"; tuttavia, il segno che accompagna E è chiaramente BAHAR (K4K-742), e non ED IN (K4K-747). Lo stesso toponimo è presumibilmente già attestato in ima lista geografica del periodo di Uruk; cf. ENGLUND-NBSEN 1993, p. 149 Cities 64: BAHAR. E.ZA. In una redazione più recente di questa, del periodo di

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 3 7

Fara, quello è scritto altrimenti BAH AR. ZA.NUN.É.TUS (SF 23 iv 9). Si noti inoltre il teonimo omografo dBAHAR.E.NUN. ZA.TUS, che compare in alcuni incantesimi neosumerici (cf. VAN D I J K - G E L L E R 2 0 0 3 , p . 5 1 n ° 1 4 : 3 ' 1 6 1 / p . 6 5 n ° 1 9 h i 8 , p . 7 5 N i

2 1 7 7 h 8 ' , e p. 7 7 VS 1 0 : 1 4 ) . Lo stesso nome divino lo si ritrova probabilmente a Lara, hi FF 1 vh 18, sotto la grafia dBAHAR. E ( K R E B E R N I K 1 9 8 6 , p. 1 7 5 ) . E probabile, allora, che BAHAR. E e varianti siano da interpretarsi come scritture del tipo ELLIL per Nibru/Nippur (la città del dio Ellil), ASAR per Ku'ara (la città del dio Asar), NANSE per Nigen (la città della dea Nanse), ecc. (cf. M A R C H E S I in stampa, n. 9 4 ) . Ossia, BAHAR.E(.NUN. ZA.TUS) è presumibilmente un logogramma per la città, sco-nosciuta, del dio dBÁHAR.É(.NUN. ZA.TUS)'162/

Cat. 3 - Urlammarak (Tav. XXXVI: 2)

(1.) nr- ìammar Urlammarak, (2.) NÍG.PA.SI il viceré, (3.) dPAA[N?(. . . ) ] per (il dio) . . .

BibI : LHNORMANT 1868; ID. 1873-1875, 11° 56; BRAÜN HOLZINGER 1977, p. 75 BM 91667; ID. 1991, p. 255 St 89.

(1:) Per l'interpretazione di ur-dlammar come grafia difettiva per /urlammara(k)/, cf. ur dlammar ra ke+, in M O L I N A 1 9 9 9 - 2 0 0 0 ,

p. 2 2 8 N ° 4 0 : 1 .

(161) Si noti che la lettura "dbáhar-un-za-ku" da parte di Getter qui è errata; sia la copia di van Dijk (VAN DIJK-GEELER 2003, tav 10), sia quella di Getter stesso (ibidem, tav. 36), sia la foto pubblicata (ibidem, tav. 45) mostrano chiaramente È.NUN in luogo di "un".

(162) Originariamente un dio artigiano, a giudicare dal logogramma con cui è scritto il suo nome (BÁHAR.É. ZA.TUS = "il vasaio che risiede nell'Eza" [cf. STEINKEILER 1989, p. 277 ad 17]; il segno NUN rappresenta verosimilmente un complemento fonetico, come si evince più sotto). Negli incantesimi neosumerici di cui sopra questi reca l'epiteto lugal nam-isib-ba-ke+) "signore dell'arte esoreistica". In incantesimi più tardi lo stesso epiteto è attribuito al dio dnun-iua4°, il quale è anche detto báhar gal an-na, "il grande vasaio del cielo / di An", e scritto mediante il logogramma dBÁHAR (cf. SALLABERGER-CIVIL 1996, pp. 5-6; CAVIGNEAÜX-KREBERNIK 1998-2001b; e W G. LAMBERT 2005). Tutto ciò suggerisce che dBÁ H AR. E.NUN. ZA .TU S non sia altro che una scrittura più arcaica per il medesimo teonimo, probabilmente da analizzarsi come d°°°nun'uras(BÁHAR.É.ZA.TUS).

2 3 8 APPENDICE

(2:) La grafia NÍG.PA.SI per "ensi(k)" (cf. supra, p. 215 n. 51 e § A.1.2) la si ritrova anche ili un'iscrizione del viceré Lumma di Adab; c£ Tav XIV: 2 (= LÜCKENBIEL 1930, n° 26): NÍG.PA.SI(163) lum ina.

(3:) Oppure solo dPA: una o più divinità dal nome cosi scritto sono attestate in epoca protodinasfica a Suruppak, Lagas (cf. Gebhard SELZ 1995, p. 271 s.v. dPA con 11. 1325) e Umma (MVN 3 n° 3 i 5: amar-dPA). Si noti moitié il nome di persona PUZU.R4-dPA in testi e iscrizioni d'epoca sargonica (STEINKELLER 1984b, pp. 83-84). Per le diverse possibilità di lettura o interpretazione del logogramma dPA, cf. KREBERNTK 2003a. L'interpretazione di dPA come scrittura per Nabu, proposta da LENORMANT (1868, pp. 234-235), da etri anche la designazione di "Statua di Nebo/Nabù" attribuita alla presente statua nella letteratura precedente, è probabilmente da rigettare come anacromstica.

Note: La tipologia dell'iscrizione (dedicante + dedicatario, nessuna for-mula di dedica) e il suo andamento "erratico" suggeriscono ima datazione al Protodinastico II. Una seconda iscrizione, apparen-temente priva di senso (GIBIL UZ KID IR), è stata aggiunta posteriormente sulla spalla destra: i segiù, irrispettosi delle giuste proporzioni(164), ricordano certe grafie arcaizzanti del primo mil-lennio (cf. PEARCE 1996, p. 473 fig. 3; W I S E M A N - B L A C K 1996, n° 229 e n° 235; e FINKEL 1997).

Cat. 4 - Epa'e di Adab (Tav. XXXVI: 5)

1. é-rú 2. dnin-é-gal!

3. é-pa-è 4. higal uiabuI(XJD."NUN")t l

BibL: AL MUTAWALLI-MIGLÜS 2002.

1-2: Cf. l'epiteto é-fù dmn-gù-su, "l'edificatore di Ningirsùk", del re di Kis Mësalim (cf. p. 216 sub Ac con 11. 58). Per la dea Nin'egalak (= In'anak?), cf. B E H R E N S - K L E I N 1998-2001.

3 : Si noti la variante é-pa-we di tale nome in WESTENHOLZ 1975a, n° 78 iii 5 e iv 1.

L'edificatole di Nin'egalak, Epa'e, re di Adab.

(163) L'integrazione "[of Adab]" da parte di COOPER (1986, p. 15) è ingiustificata; l'iscri-zione, collazionata, è infatti apparentemente completa.

(164) Si notino le forme esageratamente allungate dei segni G I B I L e UZ (soprattutto rispetto a KID).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 3 9

4: Cf. p. 210 n. 25.

Cat. 5 - E'abzii di Umilia (Tav. XXIX: 1-2, 4)

1. ds[ára] Per Sara, 2. é-abzu E'ab zu, 3. lugal GIS.KÚSLY re di Emma, 4. mu[g jub (= DU-inversum) ha eretto (questa statua).

E i b l : DE SARZEC-HEUZEY 1 8 8 4 - 1 9 1 2 , p. E V I ; THUREAU DANGEM 1 9 0 7 , pp . 150 -

151 I L I ; TOSCANNE 1 9 0 8 , p p . 1 2 1 - 1 2 2 ; BRAÜN HOLZINGER 1 9 7 7 , p. 7 3 P a r i s

ohne AO Nr. (b); STEIBLE 1982b, pp. 269-270 Umma: Eab. 1; COOPER 1986 , p. 9 2 U m 3 ; BRÄUN HOLZINGER 1 9 9 1 , p. 2 5 2 S t 6 9 ; PETTINATO 2 0 0 3 ,

p. 127 Um 6.

3: Gebhard SELZ (2003b, pp. 506-508) ha proposto che il logo-gramma GIS. KU SU'3, tradizionalmente letto umma/ sia invece da analizzarsi come A gis s ig ( K U S U ) e da connettersi con l'ele-mento onomastico Gessag che compare ad esempio nel nome del sovrano ummaita ges-sagyki-dùg ("Gessag è un luogo piace-vole"). Sillabari d'epoca paleobabilonese o più tardi danno um-ma/mi/me(-en) (colonna sumerica) e ki-is/ù-saf sa (colonna ac-cadica) come letture di Gì S KUSU« < W G. LAMBERT 1990a, pp. 75-76). Kissa, o Kissa, si lascia facilmente ricondtrrie a Gessag, ed è assai probabile che quello non sia altro che tuia forma più tarda di questo, come già osservato da W G. KAMBERT (1990a, pp. 79-80) e Gebhard SELZ (2003b, pp. 507-508 con n. 38). Tut-tavia, alctme occorrenze di ges-sag4 e GIS.KUSU13 fianco a fianco nello stesso testo1165' rendono alquanto problematica l'ipotesi che GIS.KUSU« sia ima grafia logogiafica per Gessag. La grafia GIS. KÚSU^-a (anziché GlS.KUSU«-ga1166>), hi STEIBLE 1982a, p. 230 sgg Eut. 28 iii 36, iv 21 e vi 9, dimostra che a Lagas, al tempo di Enmetêrinâb, Gì S. KUSU« rappresentava Umma'1"1, e non Gessag.

4: Cf. p. 216 n. 55.

(165) Cf. CT 50 ii° 33:114-115 (ges-sag^ki-dùg / GIS.KÚSLTli-kam) e Nik 2 n° 84 v. 3 (GIS. KUSLT-ki-dùg) e 7 (ges-sag^x-zu).

(166) Per La terminazione in /g/ di Gessag, cf. il ND Ain-ges-sag^ga, "Signora/e di Gessag", in testi di Ur III da Umma (MVN 1 n° 34 v. 6 ; TCL 5 n° 6038 iv 21; ecc.).

(167) Più precisamente /ubma(/i)y/; cf. MARCHESI in stampa, n. 86.

240 APPENDICE

Note: L'iscrizione è assai probabilmente completa, come si evince dal confronto con l'iscrizione "parallela" di un altro sovrano di Umma; cf. Piasa, Archeologie, Vente du 17-18 mars 2003, Paris, n° 388: dsára barag-sàg-nu-di / lugal GIS.KUSU^ / mu-gub (statua di leone). L'altro frammento iscritto in DE SARZEC - HEUZEY 1 8 8 4 -

1912, p. LVI appartiene verosimilmente ad un'altra statua1163'1, de-dicata forse al dio Pabilsagak: [dpa]-bil^(GIS.PAP.NE)-s[ag . . . (?)] (cf. Tav XXIX: 3-4). Il tipo di dedica, ND (. . . ) mu-gub, è rilevante per l'attribuzione della statua di E'abzu al Protodinastico Illa, piuttosto che al Illb. Tale formula pare appunto peculiare di quella fase (sia la mazza di Mësalim [cf. p. 216 sub 4c] che la statua con l'iscrizione di Baragsagnudid sono certamente anteriori al Protodinastico Illb). La paleografia e la suddivisione dell'iscrizione mediante semplici linee, anziché caselle, pure supportano ima tale datazione (cf. THUREAU DANGIN 1 9 0 7 , p . 1 5 1 n . 1 ) .

Cat. 6 - Ur-AN.SI di Geskul'abâk (Tav. XXXVI: 7)

/

Kg. 3.

1. ur-AN. rSD 2. [N]ÍG.PA.TE. rSD 3. GIS. rKUlA .[UNUGlKl] 4. r . . . (?)]

U1--AN.S1, viceré di Geskul'abâk, diede vita (5) a una statua di (del dio / della dea) . . . (4) ed eresse (7) il suo podio (6).

5. [mu-dúd [?)] 6. barag-tné1

7. [mu-rú (?)]

B i b L : BRAUN HOIZINGER 1 9 9 1 , p. 2 5 5 S t 9 0 .

(168) Come suggeriscono anche le differenti proporzioni dei segni e l'assenza di linee divisorie nell'iscrizione.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 241

1: Il NP ur-AN-SI è altrimenti attestato in B IGGS 1974, n° 42 colo-fone. Cf. anche amar-AN.SI (vai. amar-AN.LU) in "Names and Professions l i s t " 165 ( A R C H I 1981, p. 185); ed ur-AN.SI.LU in G E L B et al., n° 40 B vi 8. AN.SI compare come toponimo in E N -

GLUND-NISSEN 1993, p. 148 Cities 54. 2-3: Per NÌG.PA.TE.SI come variante di PA.TE.SI, "viceré", cf. supra,

p. 210 n. 24, e p. 223 con n. 100. Un altro viceré di tale città è attestato in BI 13 v. i 2-4: ... ur-sul / NÌG.PA.TE.SI / GIS. KUL.UNUG* (F. Pomponio, c.p). Per il toponimo GIS.KUL. UNUG/AB'U cf. EDGARD et al. 1977, pp. 96-97 s.v. Kul'aba; e STEENKEULER 1992a, p. 105. La lettura /geskul'/labak/ di GIS. KULTNUG^, probabilmente da analizzarsi come ges-Mkul'aba (UNUG)1^"169', sembra assicurata dalla grafia ges-ku-la-bàP nella versione eblaita del cosiddetto "Atlante Geografico" (MEE 3, p. 234 riga 127). Secondo FRAYNE (1992, pp. 8, 1 0 e 96), questa città sarebbe da localizzarsi sul canale Kiskattùm, a nord di Kis e vi-cino a Kudia (Tell Ibrahim).

4-7: Cf. l'iscrizione della statua di Ekur, supra, p. 231. Pei l'erezione di podi per divinità in iscrizioni votive di sovrani, cf. BEHRENS-

STEIBLE 1983, p. 39 s.v. bara 1.

Cat. 7 - Lugaldalu di Adab (Tav. XXXVI: 6)

1. é-SAR Per l'E-SAR: 2. lugal-da-lu Lugaldalu, 3. lugal u iaba (UEGNUN")* re di Adab.

ESHL: BANKS 1904-1905, p. 59; ID. 1912, pp. 196-200; THUREAÜ DANGIN 1907, pp. 1 5 2 - 1 5 3 V ; SOLLBERGER-KÜPPER 1 9 7 1 , p. 8 7 I F 3 a ; BRAÜN HOLZINGER 1 9 7 7 ,

p. 68 Istanbul IOM 3235; STEIBLE 1982b, p. 191 Adab: Lug. 1; COOPER 1 9 8 6 , p. 1 7 A d 5 ; BRAUN HOLZINGER 1 9 9 1 , p. 2 4 2 St 10 .

1: Tempio arcaico di Ninhursagak/Digirmah, forse da leggersi é-kiri6, "Casa-giardino", e comunque da non confondersi col se-miomografo tempio più tardo della dea In'anak ad Adab, chia-mato é-sar-ra [contra GEORGE 1 9 9 3 , pp. 1 4 0 - 1 4 1 sub 9 7 8 ; cf. infra, § A.3.1).

Note: La datazione di questa iscrizione è controversa. THUREAU D A N G I N

(1907, p. 153 n. 2) la reputava "wahrscheinlich älter als Ur-ninâ

(169) Cf. Proto-Dili Nippur 4:11 (MSL 15, p. 28): [KUL.UNUG.K3] = [k\u-ul-a-ber, Proto-Diri Oxford 527 (ibidem, p. 48): KULUNUG.KI = ku-ul-la-a-[ba\, e Diri IV 84 (ibidem, p. 152) : kuUa-ba = KULUNUG.KI = su.

2 4 2 APPENDICE

[= Uinansêk]". Per CURCHIN ( 1 9 7 7 , p. 9 4 ) Lugaldalu "may well fit into the period between Mesalim [= Me salini] and Eannatum [= E'annâbtum]" Secondo BRAUN HOLZINGER ( 1 9 7 7 , p. 2 8 ) , invece, "die Zeichen der Inschrift erinnern in ihrer langgezogenen, fast kalligraphisch wirkenden Form eher an sargonische Inschriften als an die des Mesilim [= Mesalim] aus Adab"; e conseguente-mente la classifica tra le iscrizioni statuarie protodinastiche piti tarde (ibidem, p. 19 con n. 109). Della stessa opinione è anche CHARVÁT ( 1 9 7 4 , p. 165), secondo cui "die script of this mo-nument is closely related to the script of die Akkad dynasty". Una datazione più alta per Lugaldalu è stata riproposta infine da Y A N G ( 1 9 8 9 , p. 9 9 ) , che pone Lugaldalu prima di Baragarmèdug, Mugesi (I) ed E'igiiùmpa'e. I seguenti punti meritano di essere richiamati qui brevemente:

1) La dedica all'è-SAR implica che Lugaldalu abbia regnato prima di E'igiiùmpa'e (cf. infra, § A.3.1), il quale è forse da datarsi non più tardi di E 'amiàbtimù1705.

2) L'iscrizione di Lugaldalu si colloca paleograficamente e ti-pologicamente nella tradizione del Protodinastico Illa. Soprat-tutto, essa è identica alle iscrizioni di Isibdurbar (Tav. XIV: 1 e 4; cf. p. 215 sub b), se si eccettua il fatto che ili quella, diversamente che ili queste, l'ordinamento dei segni è conforme all'ordine di lettura.

3) Lugaldalu porta il titolo di "re" (lugal), come i sovrani del Protodinastico Illa Isibdurbar ed Epa'e, mentre i reggenti di Adab posteriori recano senza eccezione il titolo di "viceré" (NÍG.PA.TE.SI o PA.TE.SI) (cf. p. 260 Tab. Al) . Tutto ciò, in congiunzione col fatto che lo stile della statua è ti-pico, invece, del Protodinastico Illb (cf. pp. 129-130), suggerisce che Lugaldalu abbia regnato all'inizio di quest'ultimo periodo.

(170) Così WLLCKE 1996, p. 44. Una tavoletta inedita da Adab che registra assegnazioni di schiavi a notabili locali e stranieri, tra cui anche il viceré di Lagas Ayakurgal (cf. p. 210 n. 24), potrebbe confermare tuia simile datazione. Tra gli assegnatari di schiavi figurano infatti tre persone — bü-la-la, ur-sag-kès e ú-ú-a — che si è tentati di identificare con tre personaggi importanti e imparentati tra loro, attestati in lui documento legale del tempo di E'iginimpa'e (GELB et al. 1991, Appendix to no. 32). Costoro sono l'amministratore templare di Kes bil-lalda (già morto al momento della redazione del documento), suo fratello ú-ú-a, e suo co-gnato ur-sag-kès. Se non si tratta di una mera coincidenza, avremmo qui tui'indicazione della contemporaneità di E'iginimpa'e con Ayakurgal e/o E'annâbtum (la tavoletta in questione verrà pubblicata da M. E. Milone, alla cui cortesia si devono le informazioni qui riportate).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 243

Cai. 8 - En'amiâbtum I di Lagas (Tav. XXXII: 1)

col. i (lacuna di 4 o 5 righe) [á súm-ma] colui a cui Ellil

1'. del[lil] -ke+ ha dato il potere, 2'. sag4 pàd-da il prescelto 3'. dname-ke, di Name, 4'. kur [gii gar-gar] il soggiogatore di tutti paesi stranieri

col. ii 1. [riún-gtr-su/sú(-ka)-kej per conto di Ningirsûk,

(lacuna) . . . quando Ningirsûk . . . 1'. [k]ur-k[ur su]-né-[sé] pose (2) 2'. mu- [sè-gar-ra-a] in mano sua tutti i paesi stranieri (1 ) (lesto rotto)

EShL: V E . CRAWFORD 1977 , pp . 198 ( 4 H - T 8 ) e 218 ; STEIBLE 1982a , p. 3 6 9 A n L a g .

26.

i 2' -3': Cf. pp. 228-229 n. 131.

Note: Pei l'attribuzione di questa statua ad En'annâbtum I, cf. STEIBLE

1982a, pp. 204-207 Eli. I 33. La fiase ud ND-ke4 km-km su-né-sè m u s è g a r r a a compare anche su ima statua di Enmetêiinâk (Cat. 9 ii 9 sgg.), ma quest'ultimo non reca mai l'epiteto kur gii gar-gar dningírsu/ sú-ka nelle sue iscrizioni (cf. BEHRENS-STEIBLE

1983, p. 151 s.v. gii—gar 2).

Cat. 9 - Enmetênnâk di Lagas (Tav. XXXII: 2-3)

col. i 1. [dba-ú] Per Ba'u, 2. [muons sag9"ga] la donna graziosa, 3. [en-mete-na] Emnetêmrâk, 4. [PA.TE.Srj viceré 5. P ag a s I (NU j j .BU R)k " -ke j di Lagas, 6. [sag4 pàd-da] il prescelto 7. [riianse-kej di Name, 8. [PA.TE.SI-gal] il fattore 9. [dnin-g] Ir- [sú] -ka-ke4 di Ningirsûk, 10. [dumu] en an [nja túm figlio di En'annâbtum, 11. [PA.T]E.SI viceré 12. P aS a s I (NU j j .BU R)k f - [ k a - k e j di Lagas,

244 APPENDICE

col. il 1. [é-né] le costruì (2) 2. [mu-na-ïù] il suo tempio (1). 3. [en-mete-na] Enmeténnâk, 4. [PA.TE.SI] viceré 5. [lagaSi(NU11.BUR)ü ^ di Lagas, 6. [dumu en-an-na-túm] figlio di En'annâbtum, 7. [PA.TE.SI] viceré 8. Oagasi(NU11.BUR)1u f^-ka-ra di Lagas — 9. ud dmn-gír-sú-ke4 allorché Ningfisùk 10. mu e-né-pàd-da<-a> lo designò, 11. á e na súm ma a diede a lui il potere, 12. [kjurkur su-né-sé pose (iii 1)

col. ili 1. [mu- sè-gar-ra-a] in mano sua tutti i paesi stranieri (ii 12), 2. [ki-bala giri-ne-sè] pose (3) 3. [mu- sè-gar-ra-a] ai suoi piedi la terra ribelle (2), 4. [ud-ba en-mete-na-kej a quel tempo Enmeténnâk 5. [alati-na-né] diede vita (6) 6. [mu-dúd] a tuia sua statua (5), 7. [ . . . ] e la chiamò (8): 8. mu mu-né-se21 " . . . " (7); 9. dba-ú e la portò dentro il tempio (11), 10. murms sag^-ga da/per Ba'u (9), 11. é-a mu-na-ni-kuï (DU) la donna graziosa (10).

col. iv 1. [en-mete-na] Enmeténnâk, 2. [lú é dba-ú rú-a] l'edificatore del tempio di Ba'u — 3. [digir-ra-né] voglia il suo dio (personale), 4. [dsul-MUSxPA] Sul-MUSXPA, 5. [ud ul-la-sè] pregare (10) 6. [nam-ti] Ba'u (8), 7. [en-mete-na] -k[a- sè] la donna graziosa (9), 8. d[ba-ú] per la vita (6) 9. murms s [ag^-ga] di Enmeténnâk (7) 10. rkiti1 [su hé-na-gál] smo a giorni lontani (5).

Eibl . : SoLLBERGER. 1959 , pp. 4-6; STEffiEE 1982a , pp. 194-195 En . I 25; COOPER

1986, p. 51 La 4.11; PETTINATO 2003, p. 171 La 6.25.

I 1-7: Cf. STEIBLE 1982a, p. 272 Ent. 96. i 1: Cf. MARCTIESI 2002. i 5: Cf. p. 211 n. 31. i 8: Cf. p. 223 con il. 98.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 4 5

il 12-iii 3: Cf. STEIBLE 1982a, p. 205 En. I 33 iii 5-8. iti 4 sgg.: Cf. infra, Cat. 1 0 b iv 2 sgg.; e STEIBLE 1982a, p. 255 Ent. 36 iii 1

sgg-iii 5-8: Cf. p. 217 n. 60. iii 11: Cf. ibidem n. 62.

V

iv 4: La lettura tradizionale "Sulutul" di questo teonimo è priva di qualsiasi fondamento (cf. WG. L A M B E R T 1995, pp. 135-136).

Cat. 10 - Emnetênnâk di Lagas (Tav. XXXVII: 1-4)

a) Iscrizione sulla spalla destra

col. i 1. 25.0.0 ikii en-an-na-tóm-as-né- 25 bur (di terreno del campo)

dnans e -e-ta-èd En'amràbtum'asannenanser'ebta'ed, 2. 11.0.0 iku im-zú-numun 11 bur (di terreno del campo)

Tmaihnn trainai;

3. asag ambar-nigen (NANSE)1"- nel fondo Ambarnigenak, ka

4. par (EXPAP)-kng-ge rissa adiacenti al (canale) Parkug, 5. 60.0.0 iku dellil e 60 bur (di terreno [del campo?]) di Ellil 6. asag gú-eden-na-ka nel fondo Gu'edenak

col. ii 1. en-mete-na Enmetênnâk, 2. PA.TE.SI viceré 3. lagas i(NU11BUR)b b-ke+ di Lagas, 4. dellil ha ritagliato (6) 5. é-ad-da-ka-ra per EU il (4) 6. giri e na rri delFE'adàk (5).

b) Iscrizione sulla schiena

col. i 1. [de]llil Per Ellil 2. [é-a]d- [da-k] a-ra dellE'adàk -3. en-mete-na Enmetênnâk, 4. PA.TE.SI viceré 5. lagas i(NU l1.BUR)b * di Lagas, 6. sag4 pàd-da il prescelto 7. dnanse di Nanse, 8. PA.TE.SI-gal il fattore 9. dnin-gír-sú-[k]a di Ningirsûk, 10. [dumu e]n an [ria] trim figlio di En'annábtum, 11. [PA.T]E.SI viceré 12. lagas^NUjj .BLIR)k b-ka di Lagas,

246 APPENDICE

13. d u m u k a discendente 14. ur- inanse di Urnansèk, 15. lugal re 16. lagas6-ka-ke4 di Lagas, 17. bain-gir-sù-ra costruì (19) 18. ès-dug-ru per Ningirsùk (17) 19. mu-na-iii l 'Esdugru (18); 20. a-hus per lui costruì (ii 2)

col li 1. é igi zi bar ra l'Abus (i 20), 2. mu-na-rù la casa guardata con approvazione (1); 3. bugal-ui ub^ (URU X KÁR^-ra costruì (5) 4. é-gal urub i(URUXKÁR) t '-ka-né per Lugal'uiubak (3) 5. mu-na-rù il suo palazzo di Urub (4) ; 6. baanse costruì (8) 7. é-engur-ra zú4um-ma per Natise (6) 8. mu-na-rù l'E'engurak di Zulum (7); 9. den-ki costruì (12) 10. lugal eredugt i<-ga>-ra per EnkÌk (9), 11. abzu pars(EXPAP)-sir-ra signore di Eredug (10), 12. mu-na-rù l'Abzu di Pafsir (11); 13. bain-hur- sag-ra costruì (16) 14. gi-gù-na per Ninhursagak (13) 15. tir-kug-ga il g-gitna (14) 16. mu-na-rù di Tirkug (15); 17. bain-gir-sù-ra costruì (19) 18. an-ta-sur-ra per Ningirsùk (17) 19. mu-na-rù l'Antasurra (18); 20. sag4-pàd-da costruì (21) 21. mu-rn il Sagepadda (20); 22. é dgà-tùm-dùg costruì (23) 23. mu-rn il tempio di Gatumdug (22);

col. ili 1. baanse costruì (3) 2. gi-gù-na mah-né per Nanse (1) 3. mu-na-rù il suo grandioso ^jj«»« (2) 4. é-né ki-bé mu-na-g/ e restaurò il suo tempio; 5. dellil-la costruì (7) 6. é-ad-da im-sag-gá per Ellil (5) 7. mu-na-rù l'E'adàk di Imsag (6). 8. ud-ba en-mete-na-ke. A quel tempo Enmetênnâk 9. alan-na-né diede vita (10) 10. mu-dúd ad una sua statua (9), 11. en-mete-na-dellil-le-ki-ág e la chiamò (12):

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 4 7

12. mu mu-né-se, j "Enmetènnâk è colui che Ellil ama' mu mu-né-se, j

( i l ) ; 13. Ami-la e la portò dentro (iv 1) 14. é-a il tempio,

col. iv 1. mu na ni kur (DU) da/pei Ellil (iii 13). 2. e n m e t e n a Enmetènnâk, 3. lú é-ad-da rú-a l'edificatore dell'E'adàk — 4. digir-ia-né voglia (10) il suo dio (personale), 5. dsul-MUSXPA Sul-MUSXPA, ó. nam-ti pregare (10) 7. en-mete-na-ka- sé Ellil (9) 8. ud ul-la-sé per la vita (6) 9. delkl-la di Enmetênnâk (7) 10. kiri su hé-na-gál sino a giorni lontani (8).

Bibl.: GADD-LEGRAIN 1928, pp. 1-2 E tav. I; SOLLBERGER 1956, p. 32 Ent. 1; SOLL-

BERGER-KUPPER 1 9 7 1 , pp . 6 6 - 6 7 I C 7 a ; STEIBLE 1 9 8 2 a , p p . 2 1 1 - 2 1 2 E n t . 1;

COOPER 1 9 8 6 , p p . 6 3 - 6 4 L a 5 . 17 ; PETTINATO 2 0 0 3 , p p . 1 7 7 - 1 7 9 L a 7 .1 .

a i l : Il segno che precede dnanse è generalmente interpretato come SUR; tuttavia esso differisce alquanto dal SUR di an ta sur ra in b ii 18. A mio avviso il passo in questione presenta piuttosto AS-tenu (cioè il segno AS obliquo), da leggersi /as/t171/ seguito dal segno NI; cf. i NNP as(AS-Ä«zi)-ne e lugal- as (AS - tenu)-né in CROS et al. 1910-1914, p. 182 AO 4348 ii 1 e 4; en-an-na-túm-as-né-dnanse-e-ta-èd è verosimilmente il nome di un campo — "En'armàbtum, solo lui è disceso fin da Nanse" (?). Il nome di En'annâbtum I, quarto sovrano della I Dinastia di Lagas, ricorre anche in altri nomi propri; cf. il NP en-an-na-tiim-sebacQSIPA)-zi, "En'armàbtum è im buon pastore" ( C R O S et al, 1910-1914, p. 52 AO 4238 v. hi 4 e 181 AO 4156 v. 1), e il nome di canale (?) eii-an-na-tiím-gen7-Ée'gestugtó£-a-ba-gá-gá, "Ciri è cosi attento come En'annâbtum?" (cf. BAUER 1972, p. 59 ad ii 2).

a i 2: Lett. "Ladro di sementi". a i 3: Per tale lettura del toponimo NANSE16, tradizionalmente letto

"nina®', cf. MARCHESI 1 9 9 9 , p. 1 1 ad Y.ii 7 con n. 3 2 .

a ii 6: Cf. bu6 giri rn-a in DP 336 ii 3 (cortesia di P. Steinkeller). b ii 15: Per il tipo di edificio sacro chiamato giguna (= tempio a ter-

razza?), cf. da ultimo WAETZOLDT 2 0 0 5 , pp. 3 2 3 - 3 2 9 .

b ili 6: Imsag, dove sorgeva l'E'adâk, era probabilmente un quartiere o im sobborgo di Nigen (cf. FALKENSTEIN 1966, pp. 7 0 - 7 1 n. 1 3 ; e Gebhard SELZ 1 9 9 5 , p. 1 2 9 ) .

( 171 ) Cf . POSTGATE 1 9 7 3 ; e MARCHESI 1 9 9 9 , p. 14 ad m 2.

2 4 8 APPENDICE

Cat. 11 - Hinnam'il di Kis (Tav. XXXII: 4-5)

col. i 1. [x+]4.0.0 IKU [x+]4 bur (di terreno): 2. e-estub i(KU6+GUD)(-rx i) (fondo) E'es tub.. . (?) 3. in ur- Gif1 '-gab in Ursagab (?); 4. 6.0.0 IKU 6 bur (di terreno): 5. su'-immuti-rxn (fondo) Summum... (?); 6. ASAG [SAjJ campi acquistati (da parte di Hinnam'il) 7. [á\s-[teJ da 8. [NP] NP. 9. 2.0.0 IKU 2 bur (di terreno): 10. ASAG SA10 campo acquistato (da parte di Hinnam'il) 11. ós te, da 12. inim-ma-né-tzi"1 Inimannezid.

col. ii 1. en-na-il Hinnam'il, 2. lugal kisi re di Kis, 3. aflati-na-né (?)] fece (4) 4. [mu-dim (?)] una sua statua (3)

. V V 5. igi in'atiak (MUS) e la eresse (6) 6. mu-gub al cospetto di Irianak (5).

Bibl.: GOETZE 1961, pp 107-108; BRAUN Hotz INGER 1977, p. 72 6N-271; GELB

etat. 1991, ri 26.

li L-Ó: Cf. FRAYNE 1 9 9 3 , p. 6 8 E 2 . 1 . 2 . 1 8 : 9 - 1 5 : ri-mu-ús / lugal / kisi / alan-m-né / an-iia-kam / i-dim / igi dellil-là-sè / ì-gub, tradotto in accadico come: ri-mu-ús / LUGAL / KISI / DUL-.ra / sa KUG. AN / ib-ni-ma / lGI- we / dELLIL / i-^a-a^ "Eimus, re di Kis, fece una stia statua di ferro (?) ed essa sta in piedi davanti ad Ellil".

ii 3: L'uso del segno ALAN invece di DUL fa pensare che questa se-conda parte dell'iscrizione (ossia, la col. ii) fosse redatta in lingua sumerica (cf. G E L B et al. 1 9 9 1 , p. 9 1 ) . Ciò si spiega forse col fatto die la statua su cui era iiidsa era stata concepita per stare nel tempio della Irianak sumerica di Nippur (dove è stata appunto rinvenuta).

Note: La prima parte di questa iscrizione (col. i) contiene la registra-zione dell'acquisto di vari appezzamenti di terreno da parte del re di Kis Hinnam'il'172! Con ogni probabilità si tratta dello

(172) Altre statue con iscrizioni di tale tipo sono: GELB et al. 1991, ri 21 e ri 25 (— Tav. V E 3 ) ; Y B C 2 2 7 9 (cf . BRÄUN HOLZINGER 1 9 9 1 , p. 2 5 5 S t 9 1 ) e W A 1 1 8 0 7 4 ( T a v X H V : 1 - 3 ;

cf. RBADE 2002, pp. 261-262 sub 2).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 4 9

stesso personaggio che è menzionato col titolo di "re" (lugal) ili una copia neosumerica di un testo letterario presargonico da Nippur'"35. Dallo stesso luogo proviene anche una copia d'epoca Ur III di un'iscrizione votiva ad In'anak/'Astar, da parte di un individuo eminente con lo stesso nome: dINANA / en-na-ìl / DUMI] / áya-an-z[u]s(MI) LKVmvi itj m,Le„ j E L A M / ÀGA.SÈ / S.4y'-RIKcf "A Astar, Hinnam'il, figlio di Aya'anzud, il con-quistatore dell'Elam, ha presentato" ( G O E T Z E 1961, pp. 108-109 figg. 2b-3). L'anagrafia EDAM AGA.SE'1745 lascia intendere che l'iscrizione originale non fosse suddivisa in caselle, e che l'ordi-namento dei segni non seguisse strettamente l'ordine di lettura — caratteristiche queste che suggeriscono ima datazione anteriore al Protodinastico IIIb'1755. Generalmente si suppone che questo Hinnam'il, figlio di Aya'anzud, sia identico all'omonimo re di Kis della presente statua (cf. G O E T Z E 1961, p. 107; C O O P E R 1986, p. 21 Ki 7 11. 2; G E L B - K I E N A S T 1990, p. 3 6 W C 1 11. 2; G E L B et al. 1991, p. 92; e P O M P O N I O 1994, p. 10). L'iscrizione su questa, però, quantunque datata solitamente al Protodinastico Il la (cf. G O E T Z E 1 9 6 1 , p . 1 0 8 ; G E L B et al. 1 9 9 1 , p . 9 1 ; e P O M P O N I O 1 9 9 4 , p .

10), 11011 pare affatto così arcaica paleograficamente. Si confronti ad esempio la forma del segno LUGAL, qui, col LUGAL che compare nelle iscrizioni di sovrani di Kis del Protodinastico Illa, come Mësalim (Taw. XI: 10, XIV: 3, XV: 2), Lugalnamnirsum (Tav. XIII: 5) e LUGAL-UTU (Tav. L: 1). Supponendo che l'au-tore della dedica a In'anak/Astar e l'omonimo re di Kis che dice di aver posto la sua statua al cospetto della medesima dea siano la stessa identica persona, mia datazione di questi all'inizio del Proto dina s ti co Il lb sembra più probabile.

Cat. 12a - Sumba'll (Tav. XXXVII: 5)

col. i 1. J'»«y-BAL> 2. DAGAL DAM 3. a-GURLIS KALAG 4. me-Aa

Sumba'lï, colui che allarga/espande il dämum (?), l'uomo potente (?), colui che si cura

(173) WESTERHOLZ 1975a, n" 219 iii '2'-4': m-na-ii / lugal / Allil / - W i a / ki su silim-/ [ - ] •

( 1 7 4 ) C f . GELB-KIENAST 1 9 9 0 , p . 3 2 V P 11 .

(175) Si noti anche la scrittura inusuale di /anzu(d)/, AN.[Z]U5.M[Lj.MUSEN, che ha preciso parallelo in un testo in grafia UD.GAL.NUN da Abu Salabikh; cf. BLGGS 1974, 131 iv 51 [U]D(= AN).MI.ZU5.MUSEN.

2 5 0 APPENDICE

5. GIDIM.GIDIM degli spiriti degli antenati, 6. IL DIGIR.DIGIR colui che sostenta gli dei. 7. rwi»6-BAD Sumba'lr, 8. tf7»/16(NI) sup(KAM)-an-uh padre di Süryanwuh (?), 9. qifKXDypum Qïpum (?), 10. URU-AD 'AhlTabl (?) 11. Ù e 12. ¿i'd/y/qJ -bu-bu Girbubu (?),

col. ii 1. 'a.(NI)-»ij per i i 2. BAD-li-SU suo Signore.

B i b l . DOSSIN 1 9 6 7 , pp . 3 0 8 e 3 1 7 - 3 1 8 n ° 10 ; M . LAMBERT 1 9 7 0 , p . 1 6 9 ; BRAÜN

HOLZINGER 1977, p. 70 Miss. Mari IH Nr. 10, M 2350; KREBERNTK 1984b, p p . 1 6 6 - 1 6 7 ; EDZARD 1 9 8 5 ; GELB-KIENAST 1 9 9 0 , p p . 1 8 - 1 9 M P 2 4 ; BRAÜN

HOLZINGER 1 9 9 1 , p . 2 4 7 S t 3 6 ; KREBERNIK 1 9 9 1 , p p . 1 3 9 - 1 4 0 ; KJENAST

1 9 9 4 , p . 3 2 7 ; BOESE 1 9 9 6 , p p . 2 6 - 3 4 .

i 1: Pei l'iiitrepretazione di sum-BAD come Sumba'll, "Posterità del mio signore", cf. STEINKELLER 1993b, p. 238 sub 14 (per BAD come logogiamma per ba'lumj bëium, cf. anche ID. 2004a). Una trascrizione Sumbalim o Sumba'lum, "Posterità del Signore", è pttre possibile iti linea teorica, ma grafie esplicite come sitnr-BAD-/»w/lum o su/su^mu^ADUm/htm, che attestino l'esistenza di un simile nome, non sono documentate. Si noti però il nome amorreo Sumuba'la ( sumuba ìa ) , che appunto significa "Posterità del Signore" (cf. STRECK 2000, p. 274).

i 2-3: KREBERNIK (1991) diversamente legge e traduce: AMA DAM<. DAM?> / A GURUS.GURUS, "Mutter der Fraue<en>, Vater der Männer". Tuttavia l'epiteto di madre mal si concilia con un referente maschile, quale è fi personaggio della statua in que-stione. Inoltre fi segno A non è altrimenti documentato come lo-gogramma per "padre" in iscrizioni in lingua accadica. Pertanto si propone qtti, come alternativa, la lettiua DAGAL DAM (= murappìs däm'mi) / «-GURUS KALAG (= 'assum dannunì).

i 2: Per I74M come accadogramma per dämum, "sangue, stirpe", cf. KREBERNIK 1988, p. 80 s. v. da-mu. Il verbo rapäsum e il sostantivo dämum compaiono associati anche nei NNP ìrpis (PES)-174-AiU e rui2pù-ùs-DA-MU (ambedue nomi di re), per cui cf. B O N E C M

1997, pp. 498 e 521; ID. 2001b, pp. 141-142. Cf. inoltre CAD R, pp. 157-158 sub 3', per rapäsum in associazione con altri termini per "stirpe, progenie, famiglia".

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 5 1

Differenti interpretazioni di dâmum, in un senso più sociopoli-tico, sono state avanzate da B O N E C H I 1 9 9 7 , pp. 4 7 7 - 4 8 1 ; e F R O N -

ZAROII 1 9 9 8 , pp. 1 1 1 - 1 1 2 . Sulla scorta dell'ipotesi di B O N E C H I

( 1 9 9 7 , p. 4 8 0 ) , secondo cui dâmum denoterebbe una "société des alliés fondée sin le pacte de sang", si può forse tradurre murappis dämim come "colui che allarga/espande l'Alleanza" — un epiteto che potrebbe alludere ad tuia specifica alleanza, ovvero a una qualche coalizione o confederazione di cui Sumba'lì sarebbe stato il promulgatole e/o il leader. A tal riguardo, si notino anche le occorrenze di DA-Mlß^ nella lettera dei principi di Ib'äl al re di Marmwat ( F R O N Z A R O I I 2 0 0 3 , pp. 1 2 1 - 1 2 3 n° 1 1 ) , dove BA MlßA sembra designare mio specifico (?) gruppo tribale (cf. ibidem, p. 126 ad 12).

i 3 : Cf. gurus kalag(-ga*) in ETCSL 2 . 5 . 4 . 0 1 * e 2 . 4 . 5 . 1 9 (epiteto, in entrambi i casi, del re di Isin Ismedagäri). L'uso, ad Ebla, del logogramma DAM per l'equivalente femminile di GURUS ( c f . DAYTDOVIC 1 9 8 8 , p . 2 0 3 ; e SALLABERGER 2 0 0 0 , p . 1 1 7 ) s u g -

gerisce 1) che 'assatum (DAM) li non significhi "moglie", come in Mesopotamia, ma piuttosto "donna"; 2) che GURUS ili Siria sia conseguentemente da leggersi 'assum, piuttosto che hatlum¡ etlum, e da connettersi con l'arabo 'ins, "uomo" (cf. anche D A V I D O V I C 1 9 8 8 ) .

Nell'ipotesi che l'interpretazione qui proposta sia corretta, la grafia Ä - G U R U S per 'assum sarebbe analoga a ' " « - L I G U L A per (w)akìum nell'iscrizione della statua di AMAR-AN da Mari ( D O S S I N 1 9 6 7 , p . 3 1 8 n ° 1 1 ; M A R C H E S I 2 0 0 4 , p . 177)<17<5L

i 4: Per l'interpretazione di me da come mida'o meda', stato costrutto del participio di yadä'um (variante dialettale di idâm(177)), cf. A. Westenholz apud V O L K - K I E N A S T 1 9 9 5 , p. 1 6 7 ad 1 2 ' <178>. Per idâm nel senso di "preoccuparsi, aver cura", cf. (14D I/J, pp. 2 7 - 2 8 sub 2'/a'-b '.

i 5: Il termine sumerico gidim, in genere tradotto "spirito (del de-finito), spettro", è con ogni probabilità un prestito dal semi-tico *qädimum, "colui che viene prima, predecessore" (cf. arabo

(176) Ivi, ii 2, si legga appunto 'VUGULA MAH = (n)akium sayrum/sîrum (cf. UGULA MAH in GELB-KIENAST 1990, p. 29 VP 5:2), anziché LÚ a-bá-ai. "der 'Mann' des Abal (= N F ) " (GELB-KJENAST 1 9 9 0 , p . 1 2 M P 1 2 : 8 ; c f . SALLABERGER 1 9 9 8 , p . 3 5 n . 5 9 ) . L a g l o s s a a

non implica necessariamente l'aferesi della /w/ iniziale di wahlum (cf. a per /va/ nei testi di E b l a : CONTI 1 9 9 0 , p . 1 9 c o n n . 5 1 ) .

( 177) Il cui participio è invece mûdùm, da *muyda 'um. ( 178) Il NP mariota a-hu-ma-da, in un testo di Ebla, documenta anche la forma non con-

tratta may da 'um (cf. STEINKELLER 1993b, p. 241 sub 25).

252 APPENDICE

qadama, "precedere"). Si noti GIDIM — {nu-}ga-d\ì-mu-u\m ad Ebla (ARCHI 1987a, p. 97 riga 97; C I V I L 1984, p. 97), che at-testa l'esistenza di una forma sumerica più antica, *gadim (da ciù gidim, per assimilazione vocalica regressiva), più vicina al-l'etimo semitico postulato.

i 6: = nasi' 'ili (cf. K R E B E R N I K 1 9 9 1 ; CAD N/2, pp. 9 5 - 9 6 s.v. nasû Av. 2f [1 -2], e p. 113 s.v. *näsü B).

i 7: La ripetizione del nome del dedicante è assai inusuale; cf. però STEIBLE 1982b, p. 3 0 7 Uruk: Lukis. 2.

I 8-12: Per A.NI = a-buj™\ "padre" (stato costrutto), cf. KRE-BERNIK 1992, pp. 100-101 s.v. a-bù. Ciò che segue qui e alle righe successive può difficilmente interpretarsi altrimenti che come una serie di nomi di persona. Ne consegue che in questa parte dell'iscrizione siano elencati verosimilmente i figli di Sumba'lÙ130' (cf. S T E I B L E 1982b, pp. 188-189 ad 4 , per un esempio analogo). Si può presumere che la menzione dei figli avesse lo scopo di richiedere tacitamente la protezione e/o il favore divino anche per la discendenza del dedicante, così equivalendo funzionalmente alla formula nam-ti dumu-na-sè/-ne-ne-sè, "per la vita dei propri figli", che si ritrova in altre iscriziom votive.

i 8: Per il valore sup del segno KAM, cf. K R E C H E R 1983, pp. 183-184 ad ó ; K R E B E R N I K 1 9 8 8 , p . 6 3 sub S - L ; e P A G A N 1 9 9 8 , p . 9 2 sub

'sr. La lettura di KAM .AN. AH come sup-an-uh, per Süryanwuh, "Sur1181' j Il Toro (ossia il dio della tempesta Haddu/Adad) si è calmato" (cf. K R E B E R N I K 1988, p. 58 sub N-H; P A G A N 1998, p. 151 sub mvh; e S T R E C K 2000, pp. 337 e 410), è attraente, ma incerta. La polifonia dei segiù KAM (= jvVf1 a2'/ surj 183Vsup), AN (= am J an) e AH (= ah/ih/ uh) può dare adito ad altre letture'184';

(179) NI è ben attestato come sillabogramma col valore di ¿»16 sia ad Abu Salabikh (cf. KREBERNIK 1 9 9 8 , p . 2 9 4 ) c h e a d E b k (cf . ID. 1 9 8 2 , p . 1 9 8 ; CONTI 1 9 9 0 , p . 5 6 ; ARCHI et ai.

1 9 9 3 , p p . 1 9 - 2 0 ; e c c . ) .

(180) Supponendo che lo stato costrutto 'abu regga tutti i nomi che seguono (cf. VON SODEN-MAYER 1 9 9 5 , § 3 5 c ) .

(181) Cf. Au ur 'ta W G. LAMBERT 1985, p. 530 riga 27. (182) Cf. STEINKELLER 1992a, pp. 16-17. ( 183 ) Cf. FRONZARDU 2 0 0 3 , p. 2 9 6 s.u. s'ur-b'u-um; PASQUALI 2 0 0 3 ; e ID. 2 0 0 5 , pp. 8 6 - 8 7 .

(184) Si potrebbe pensare ad esempio ad un nome che finisca con 'ah, "fratello", come nei casi di a-ku-ah (CHARPIN 1987, p. 97), a-na-ah (PAGAN 1998, p. 281), ar-si-ah (ibidem, p. 288), gajqó-bajpá-ab (ibidem, p. 308), ru^f-a-ah (ibidem, p. 359), ecc.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 5 3

inoltre, sebbene sia attestato^185', il predicato verbale ili seconda posizione è nondimeno piuttosto inusuale nei nomi di persona semitici d'epoca protodinastica.

i 9 : Per Qlpum ("Degno di fede") come nome di persona, cf. G E L B

1957, p. 116 sub Q"P. Si noti però che il segno KID non è al-trimenti documentato come sillabogramma in iscrizioni o testi accadici del terzo millennio. Un'altra possibilità è quella di emen-dare KID in E e leggere E-SUD, per Hay(ya)kurub, "Prega/ Benedici Hayya" (cf. TONIETTI 2003).

i 1 0 : Cf. a H a bí, "La mia città/tenda è mio padre", citato da G E L B

1957, p. 5. Per AD come logogramma per 'abum, "padre", cf. ibidem, pp. 1 0 - 1 1 sub ' B ; KREBERNIK 1 9 8 8 , p. 1 5 ; e MARCHESI

2 0 0 4 , pp. 1 9 3 - 1 9 4 . URU-AD lo si ritrova come nome di persona in BARTON 1 9 0 9 , tav 8 3 : HLb 7 3 v. 7 e sigillo 3 .

i 12: Cf. gir-bu-bu PA.TE.SI gir-kalld-ke4 in ETCSL 3.1.19:46 e 3.1.20 A 11.

Note: B O E S E (1996, pp. 26-34) lia di recente avanzato l'ipotesi che l'epigrafe di questa statua, rinvenuta nel tempio di INANA. 2A.2A ("Ninni-zaza") a Mari (cf. supra, §§ 1.1.7 e 2.1), sia un'iscrizione secondaria, da datarsi all'tiltima fase del Protodi-nastico. Che la maggior parte dei segni siano piti o meno iden-tici, quanto a forma, a quelli che si ritrovano stille altre statue e oggetti iscritti del tempio di INANA.2A.2A ( B O E S E 1996, p. 32), non corrisponde però al vero. Così come non è vero che "viele der 2eichen sind sogar schon aus eindeutig keilför-migen Elementen zusammengesetzt" (ibidem). Paleografica-mente l'iscrizione dà l'impressione di essere piuttosto arcaica, e comunque differente dalle altre epigrafi dal tempio di INANA. 2A.2A. B R A U N HOLZINGER (1977, p. 28) la data anteriormente al periodo di Fara, ossia al P rotodina s ti co II. Tuttavia le linee "curviformi" di alcmii segni, come ad esempio la "testa" del segno KA in i 9, o la parte terminale del segno AD alla riga successiva, rappresentano verosimilmente un tratto provinciale o uno stile volutamente arcaizzante (cf. infra, § A.2). Alctme caratteristiche del testo (lunghezza dell'iscrizione; suddivisione della stessa in caselle; ordine di scrittura dei segni conforme all'ordine di lettura; uso di grafie sillabiche; impiego della pre-

(185) Cf. a-ha-ar-sè (PAGAN 1998, p. 278), Uum-i-pi (WESTENHOLZ 1988, p. 114), ï-lum-is-ma (PAGAN 1998, p. 329), sar-ì-sa (ibidem, p. 362), ecc.

254 APPENDICE

posizione V-«a(1S6)) snggeiiscono infatti una datazione ben piti tarda, ossia alla fine del P rotodina s ti co Illb. L'identificazione della presumibile testa della statua, che iconograficamente si data al Proto dina s ti co Il lb finale / Protoimperiale (cf. pp. 135-1 3 6 . ) , sembra in accordo con tale datazione su base epigrafica. Le suddette peculiarità e il contenuto inusuale e senza paralleli di questa epigrafe potrebbero indicare un'origine non mariota della statua su cui è iscritta, specie se si considera che questa era dedi-cata a una divinità maschile, mentre il tempio di INANA.ZA.ZA, dove è stata ritrovata, era verosimilmente consacrato a una divi-nità femminile (cf. infra, § A.3.6). Lorse la statua in questione fu portata a Mari come bottino di guerra e dedicata secondariamente alla dea INANA.ZA.ZA (cf. BOESE 1 9 9 6 , p. 33)<137>. Il caso ben noto delle statue e dei monumenti regali mesopotamici razziati e portati a Susa dal sovrano elamita Sutruknahhunte, e da questi dedicati al dio di Susa, Insusinab, costituisce un buon parallelo (cf. H A S P E R 1 9 9 2 ) . Un'altra testimonianza, più antica, ci viene da alcune iscrizioni del re presargonico di Uruk Ensagkus'anak, il quale afferma di aver portato via le statue della città di Kis, da lui distrutta, e di averle presentate ad Ellil a Nippur (cf. STEIBLE

1982b, pp. 2 9 3 - 2 9 6 Uruk: Ensak. 1 e 3 ; COOPER 1986, p. 1 0 5 Uk 4.1)'188/

(186) La grafia 'a.-na ricorre altrimenti solamente nei testi, di Ebla, e in tina tavoletta presargonica di provenienza ignota (M. LAMBERT 1973, AO 7754 iii 7; cf. ARCHI 2002, pp. 3-4 con n. 7). Ei iscrizioni votive protodinastiche in lingua accadica da Mari, così come da altri centri mesopotamici, tale preposizione è in genere omessa (ossia, il nome della divinità a cui è dedicata l'iscrizione non è preceduto da alcuna preposizione; cf. p. 208 n. 12). Essa compare solo in un'epigrafe votiva da Sippar, d'epoca tardo protodinastica (GELB-KIENAST 1990, p. 32 VP 12:4; [x] no); e in un'iscrizione del re mariota Yiskrmari (Cat. 13), un contem-poraneo del re di Akkad Sarrumkïn (cf. p. 257 n. 197) — in quest'ultimo caso è però scritta a-na (cf. anche il NP a-na-da.-rtm, in GELB-KIENAST 1990, p. 6 MP 2:1). Nei testi amministra-tivi presargonici da Mari /'ana/ è usualmente scritto tramite il logogramma IS (cf. CHÄRPIN 1987, p. 89; e GENSHER 1997).

(187) E possibile che una seconda iscrizione, con dedica da parte di un qualche re ma-riota a INANA.ZA.ZA, fosse stata apposta nella parte posteriore del torso andato perduto.

(188) Tale costume, di razziare e portar via statue e monumenti regali dalle città vinte (cf. anche DURAND 1985a, p. 159 n. 55), potrebbe spiegare anche altri ritrovamenti di statue regali al di fuori del loro contesto originario, come ad esempio Cat. 5: appartenente a un re di Umma, ma ritrovata a Girsu (cf. supra, § 2.1), capitale del vicino, e tradizionale nemico, stato di Lagas.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 255

Cat. 13 - Yiskimari di Mari {Tav. XXXVII: 6-7)(189)

1. ti]2(LAM) -hi¿Gif ma-ri Yiskimari, 2. LUGAL ma-ri re di Mari, 3. PA.TE.SI.GAL il fattore 4. dELLIL di ELLIL (= Dagän), 5. DÛL-3Ù lia presentato (8) 6. a-na la sua statua (5) 7. TNANA(.)NITA a (6) 8. SA12-RIK^ Astar virile (?) (7).

ESHL: THUSEAU DANGIN 1 9 3 4 , p p . 1 4 0 - 1 4 1 ; SOLLBERGER-KUPPER 1 9 7 1 , p. 8 8

I G 2a ; BRAUN HOLZINGER 1 9 7 7 , p. 6 9 M i s s . M a r i I N r . 1, M 1 7 4 ; GELB-

KIENAST 1 9 9 0 , p. 15 M P 17 ; COOPER 1 9 8 6 , p . 8 9 M a 6 ; BRAUN HOLZINGER

1991, p. 244 St 24.

(1:) Cf. PAGAN 1 9 9 8 , pp. 110-111 sub dkw. (3-4): La lettura accadica di PA.TE.SI .GAL è sconosciuta (cf. JACOBSEN

1991, p. 113 n. 2 ep. 114 n. 9). Per il titolo PA.TE.SI-gaì/PA.TE. S I . G A L N D , cf. p . 2 2 3 c o n n . 98 .

PA.TE.SI.GAL dELLIL lo si ritrova ancora in un'impronta di si-gillo dello stesso Yiskimari (Tav. EVI: 4: is^-ki^-ma-rí / LU GAL / ma-ri ! PA.TE.SI [.GAL?] / dELLIL), e nell'iscrizione della statata di Saybum, dove è riferito al re di Mari Yikfmsamas ( G E L B - K J E -

NAST 1990, p. 9 MP 8:3-4). Il suo equivalente sumerico, PA.TE.SI-gal dellil(-lá), è portato come titolo dai "grandi re" Lugalzagesi di Uruk (STEIBLE 1982b, p. 316 Urtrk: Luzag. 1:15-16) e Sarrumkìn di Akkad (FRAYNE 1993, p. 10 E2.1.1.1:10-11), oltre che dal dio Nmgirsûk/Nin'urtâk (STEINKEULER 1977, p. 51 n. 37; ID. 1989, pp. 238 e 241; JACOBSEN 1991, p. 114 n. 7). Adottando il titolo di PA.TE.SI-gal dellil nella loro titolatura regale, Lugalzagesi e Sarrumkìn verosimilmente avocavano per sé il ruolo di Nin'urtàk, e con esso l'onere/onore del mantenimento del tempio di Ellil a Nippur (cf. JACOBSEN 1991, pp. 113-114). Diverso è il caso invece dei re di Man1'190? L'uso da parte loro di PA.TE.SI.GAL dELLIL era presumibilmente dovuto all'identificazione, già nel terzo mil-lennio, del dio mesopotamico Ellil col dio siriano Dagän. In altre parole, dELLIL (= Hill ilo/Villiliy cf. p. 217 n. 61) rappresentava a

(189) Un'altra supposta statua di Yiskimari (cf. GELB-KIENAST 1990, p. 15 MP 18) reca iscritto in realtà il nome ispjfe/BAD, ossia, Yisklba'lum o Yiskïba'lï (cf. MARGUE RON 2004, p. 277 fig. 260).

(190) Si noti che nesstina iscrizione di un qualche sovrano di Mari è mai stata rinvenuta a Nippur.

256 APPENDICE

Mari un altro nome di Dagan, se 11011 addirittura un logogramma per quest'ultimo teonimo (cf. FLEMING 1994; DURAND 1995, pp. 146-152; ID. 1997, p. 278; e ARCHI 2004, pp. 322-328).

(7:) Cf. düTlJ(.)NITA in TM75.G.2593 v. iv 4-7 (Mem 1993b, pp. 470-471), usato ad Ebla per indicare il dio-sole mesopotamico, di diverso genere rispetto alla divinità solare femminile vene-rata ad Ebla e in Siria (cf. ARCHI 1993a, pp. 73-74; e POMPONIO-

XELLA 1997, pp. 341-342). Tuttavia, pare poco probabile che dINANA(.)NITA analogamente rappresenti l'oscuro e marginale dio s e mitico-occidentale 'Astar, distinto dall'omonima dea meso-potamica, come proposto ad esempio da GAWLIKOWSKA 1980 (cf. anche BORDREOL 1985; e W G . LAMBERT 1965, p. 537). Tanto piti che la controparte femminile di quello, 'Astarat, non è affatto atte-stata nelle documentazione epigrafica di Mari del terzo millennio, come invece si riteneva un tempo (cf. infra, § A.3.6)'191! dINANA(.)NITA denota presumibilmente la dea mesopotamica In'ariak/'Astar nel suo aspetto virile (cf. REINER 1995, p. 6 con n. 14; KOCH WESTENHOLZ 1995, pp. 125-126; HEIMPEL 1998-2001), ma non è chiaro se sia da leggersid'astar (ENANA) cçikrum (NITA), lett. '"Astar mascluo" (cf. THUREAU DANGIN 1934, p. 141 adi), o se sia invece da interpretarsi come un ideogramma del tipo "diri"'192) per un altro nome della dea legato appunto a questo suo aspetto'193! Cf. anche dINANA dBAD-«/ KALAM-tìm, '"Astar, il signore del Paese" (?), in ARET 5 n° 7 vi 2 (cf. KREBERNIK 1992, p. 95 LÌ. 4BE.AL(..KALAMTTM); e dINANA LUGAL, "'Estar-re" (?) in un'iscrizione votiva da Mari del tempo di Samsïhaddu ("Samsladad") (CHARPIN 1984, pp. 44-45 n° 2 riga 1 con commento ad loci).

A . 2 . CRONOLOGIA DEI SOVRANI PROTODINASHCI

La tabella che segue (p. 260) offre ima visione d'insieme dei sovrani pro-

todinastici noti, ordinati cronologicamente per città: essa scaturisce dalla corn-

ei 91 ) L'unica attestazione della dea 'Astarat (o LEstarat) nei testi di Mali risale al pe-

riodo paleobabilonese, in una lettera della principessa Gabi'atnm al re Yasma'liaddu

("Iasmahaddu"), dove tale dea è definita madre e dea del sovrano (cf. DURAND 1985b, p. 433

con n. 237). Qui essa pare piuttosto connessa col re "straniero" Yasma'haddu, ebe non con

la città di Mari.

(192) Cf . MARCHESI 2 0 0 1 , p. 3 1 6 c o n n . 36 .

(193) Presso i Sumeri ed i Semiti della Mesopotamia meridionale tale forma maschile di Irianak era chiamata Nin'usanak (scritto dnin-usans(SI/SU4)all-na; cf. HEIMPEL 1998-2001).

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 2 5 7

binazione e sintesi di informazioni testuali (parentele, genealogie, sincronismi), analisi paleografica e linguistica delle epigrafi, analisi storico-artistica dei loro supporti materiali, e dati archeologici relativi ai contesti di ritrovamento (per cui cf. sufra, §§ 1.1, 1.2 e 3.2).

E inutile sottolineare il carattere forzatamente ipotetico e provvisorio di al-ctme parti di tale quadro, specie laddove l'unico criterio utilizzabile per tuia da-tazione sia quello paleografico, come nel caso di alctmi sovrani di Adab. Infatti la paleografia delle iscrizioni su pietra è ancora scarsamente nota e studiata. L'in-dividuazione di Schriftstufen sulla base della comparazione di pochi segni tratti da un numero estremamente limitato di epigrafi provenienti, per di più, da luoghi diversi, come fa ad esempio Braun Holzlager'194/ è non solo metodologicamente scorretta e di dubbia scientificità, ma anche fuorviarne (cf. supra, § A. 1.4 note a Cat. 7 e 12).

Brggs ha dimostrato come la scrittura su argilla vari significativamente da centro a centro, in epoca proto dina s tica1195); è ragionevole supporre che lo stesso valga anche per la scrittura monumentale usata per statue e altri oggetti in pietra. Ha quindi poco senso, per esempio, confrontare un'iscrizione da Adab con una proveniente da un sito del Diyala. Quello che occorrerebbe è un numero suffi-ciente di oggetti stratificati iscritti da ogni singolo sito e l'elaborazione, a partire da questi, di tuia serie di paleografie "locali" che rendano conto dell'evoluzione della scrittura ili ogni singolo centro. Ma nulla di tutto questo è ancora stato fatto, né il materiale a disposizione è probabilmente bastevole a tale scopo.

Le epigrafi provenienti da contesti archeologici ben definiti sono poche, e in genere piuttosto brevi (cf. supra, § 1.2). Parecchi segni non presentano ap-prezzabili variazioni nel corso del tempo, e non sono quindi utilizzabili ai fini di una datazione. Ili altri casi variazioni nella forma dei segni sono più imputabili alle mani di differenti lapicidi, o ad altri fattori come dimensione e forma degli oggetti iscritti, materiali e strumenti impiegati, ecc., che non a differenze crono-logiche1196). Nel caso di iscrizioni regali, poi, si deve sempre considerare anche la possibilità dell'impiego di ima scrittura arcaizzante, che potrebbe falsare la nostra datazione delle stesse1197).

Ciò premesso, l'analisi paleografica si rivela comunque utile e/o necessaria laddove non si disponga di altro e/o di meglio. Cosi com'è utile, per l'attri-buzione di ima determinata epigrafe al Proto dina s tico Illb, piuttosto che a un

(194 ) BRAUN HOLZINGER 1 9 7 7 , p p . 2 0 - 2 8 .

(195) BIGGS 1973 .

(196) Cf . BIGGS 1973 , p. 46 .

(197) C f . a d e s e m p i o THUREAU DANGIN 1934 , p. 143 : " à e n j uge r p a r l e t y p e d ' é c r i t u r e ,

la statuette de Lamgi-Mae'ri [= Yiskrmari: Cat. 13] peut remonter à peu près au temps d'Ur-Natise [= Urnansêk]". Impronte di sigillo di Yiskïmari rinvenute di recente dimostrano in-vece che tale re era un contemporaneo del re di Akkad Sarrumkin (cf ARCHI-BIGA 2003, pp. 30-35; e supra, pp. 138-139).

258 APPENDICE

periodo anteriore, osservare se l'ordinamento dei segni corrisponda o meno al-l'ordine di lettura degli stessi. Tale criterio va però utilizzato ili modo 11011 dog-matico. A Lagas i segni venivano scritti regolarmente secondo l'ordine di lettura solo da E'annâbtum in poi. Ma non sappiamo se ciò sia l'esito di mia riforma del sistema di scrittura promossa da questo sovrano, o se si tratti invece di un'in-novazione più generalizzata della prassi scribale me sop ota mie a. L'impressione è che si tratti di una tendenza generale, ma che l'adeguamento dell'ordinamento dei segni all'ordine di lettura sia avvenuto in tempi diversi a seconda dei luoghi; di fatto, alcune epigrafi probabilmente anteriori all'epoca di E'annâbtum, come ad esempio quella della statua di E'abzu (Cat. 5), presentano già tale caratteri-stica'198).

Ovviamente più solido è il terreno 111 quei casi in cui disponiamo di infor-mazioni testuali sulla successione dei re in un determinato centro, o sui rapporti tra sovraiù di differenti città. Le sequenze dei re di Lagas, Umma, Ur, Uruk ed Ebla sono del tutto (Lagas, Umma ed Ebla) o in gran parte (Ur e Uruk) certe. Di molti sovrani di Lagas conosciamo anche la durata esatta o approssimativa dei rispettivi regni:

E'annâbtum regnò forse per ca. 30 armi'199). En'armâbtum I regnò per almeno (probabilmente non molto più di) 4 anni'2005. Enmetênnak regnò per ca. 20 o 30 armi'2015. En'annâbtum II regnò per 5 armi'2025.

(198) La maggior parte delle epigrafi dal livello VIIB del tempio di In'anak, che si data al Protodinastico Il la, sono parimenti scritte rispettando l'ordine di lettura dei segni (cf. GOETZE 1 9 7 0 - 1 9 7 1 ) .

( 199 ) Cf. CKOS et al. 1 9 1 0 - 1 9 1 4 , p. 1 8 0 b (= testo in basso), datato apparentemente al 27° anno di regno di un sovrano il citi nome non è nominato o conservato Paleografica-mente la tavoletta in questione differisce significativamente da quelle datate o databili ad Enmetênnak. Ne consegue perciò che sia da attribuirsi con ogni probabilità ad E'annâbtum, il quale, a giudicare anche dal contenuto delle sue iscrizioni, deve aver avuto un periodo di regno piuttosto lungo (cf. COOPER 1 9 8 3 , pp. 24-28; e BAUER 1 9 9 8 , pp. 4 5 6 - 4 6 6 ) .

( 200 ) Cf. BIGGS 1 9 7 6 , n° 10 , datato al 4° anno di En'annâbtum I. V. E. CRAWFORD 1 9 7 7 ,

pp. 2 1 9 - 2 2 2 4H-T38, datato al 3° anno di regno di un sovrano non specificato, è pure da attribuirsi probabilmente ad En'annâbtum I (cf. ibidem, pp. 1 9 8 - 2 0 0 ) . Essendo succeduto al fratello maggiore, E'annâbtum, che regnò per un periodo di almeno 27 anni (cf. la nota pre-cedente), è ragionevole supporre che la durata del regno di En'armâbtum I sia stata piuttosto breve. Tanto più che mori, pare, di morte violenta nel corso di un conflitto con l'eterna rivale di Lagas, Umma (cf. COOPER 1983, p. 30).

( 201 ) Cf. RTC 1 6 e CROS et al. 1 9 1 0 - 1 9 1 4 , p. 1 8 1 A O 4 1 5 6 , entrambi datati al 1 9 ° anno di Enmetênnak. Due tavolette conservate a Istanbul recano forse datazioni al 20° e 27° anno di questo stesso sovrano (MAEKAWA 1 9 7 3 - 1 9 7 4 , p. 1 3 8 , e 1 3 9 n. 8 9 ) , ma necessitano ambedue di collazione.

( 202 ) C f . BAUER 1 9 9 8 , p . 4 7 4 .

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 259

En'entarzid regnò per 5 anni e 1 mese*203). Lugaldigirda regnò per ó anni e 1 mese1204? Ere'inimginâk regnò per 11 anni1205?

Da tali dati si può inferire che il periodo compreso tra l'avvento di E'an-nàbtum e la fine del regno di Ere'inimginâk sia durato ca. 80/90 anni, e co-munque non più di un secolo. L'intera durata della dinastia fondata da Urnansêk è stimabile in ca. 110/120 anni. Aggiungendo 21/25 amù di regno di Lugalza-gesi'206/ si ottiene ima stima di ca. 131/145 anni per la durata del Protodinastico Illb. Informazioni analoghe per le fasi precedenti mancano del tutto.

(203) Ibidem. (204) Ibidem, p. 475.

(205) Ibidem, pp. 477-478. (206) I val i manoscritti della "Lista Reale S lime rica" concordano ndl 'assegnare 25 anni

di regno a Lugalzagesi come re di Uruk (JACOBSEN 1939, pp. 110-111). Dinante il 5° anno di regno di Ere'inimginâk a Lagas, re di Uruk era ancora Ensagkus'anak (cf. BAUER 1998, pp. 479-480). In Ukg. 16 (STEIBLE 1982a, p. 334 sgg) , da datarsi all'anno 8 di Ere'inimginâk (cf. BAUER 1998, pp. 477A78 e 489-493), Lugalzagesi è nominato come lú/PA.TE.SI n m m Ù Pertanto è ragionevole supporre che l'ascesa di Lugalzagesi al trono di Uruk non sia avve-nuta prima di quell'anno.

TABELLA A L . - Cronologo dei sovraniprotodìnastìà. PD LAGAÈ UMMA UR ADAB URUK KIS' MARI DIYALA ALTRI CENTRI I Pabügamea

rGfle»meá")?em

n

Pabifea? fi HAKTÜ-

n Lugalmen?'11' Ii

n DÙNAK 2 1 2 J n Isibbaragesi '1' ff

n

Urlammarak'1''

Illa

Luíiima'"1''1 lì

Illa Illa

L ug als agdag a la k 1 Ereèki salesilì LummaM'ij Mësalim Ii

Illa Baragsagpudkl Ut-AN.SI™ i'Geskul'abák) Illa

Urpabilsagakak ' Isibdurbar;ö4) UragpaW8"1 ft Lugalnamnirsum2261 Ii Abzukidug (Nippur)

Illa

E'abzu ' Mesnuneki'ag"* lì T- Í W) Epa e

LUGAL-UTU Ii Yanüpu 1' Nammah (Nippur)

Illb

EBLA Yibbi'dämu Bakaydimu

Illb

UrmnsêV™1 Pabilgagaltukuci04) Aya'ugedug'10 Lugaldalu '1 Aya'anzud?2 Hinnam'il ' Sa'ûmum

EBLA Yibbi'dämu Bakaydimu

Illb

Ayakurgal UÈ Mes'uçédug '9'1 B aragannedug1'1''' [Mes'ugédugj Istupyisar,

EBLA Yibbi'dämu Bakaydimu

Illb

E 'an nabt umD E'24 En'ikaie D Mes'anepadda c>; • ; > (243) II E ìginimpa e

Lugals ila si [E'annabtum, Mes'anepadda, Lugalsilàsi]

Yikiin'a hur>í244) 4 Yinhardämu Zuzu (Aksak)E

Illb En'annàbtum I1""1''1

Ilrlüitunäk ÌLH

. , J , ÇM) Aya anepadda

Miageá 1 S,T' 1Ì Urzag'e Ii [Urzag'e] Yikün samas lì li Yisarmalik Ursuf™ (GE&kuTabak) Illb

Erancllnrak 11'5"1

Ilrlüitunäk ÌLH Lugalki-DU.NI-

ïufod1

Lugalkis alesi

Enmc'anu' Ii

Lugalki-DU.Nl-fufud1

Lugalkis alesi

[Lugalki-DUNI-fufud1] Yikünmari lì li Kündämu Ur'cllilak (Nippur)

Illb

En'annàbtum II ôessagkidug

Lugalki-DU.NI-ïufod1

Lugalkis alesi

Enmc'anu' Ii

Lugalki-DU.Nl-fufud1

Lugalkis alesi

Yikün sa mkän " ' lì Yaddubdämu

Ur'cllilak (Nippur)

Illb

En entarzid ôessagkidug

Lugalki-DU.NI-ïufod1

Lugalkis alesi Ursagkesak,2M)

IUI

Lugalki-DU.Nl-fufud1

Lugalkis alesi Ú.HUBP U YçhrfiP* Yigrishalab 'Ilsu-ÉREN+X (Mitât)*0"

Illb

Lugaldigiida'2 1 Me'anédug2W)

U'u™ EHH HAKTU-Asgik9"1

Lugalki-DU.Nl-fufud1

Lugalkis alesi Nl-tfJ Ihnnamdagän K YirkabdämuJKL Zia (I-]amaa)i2ö)

Proto imp.

Ere'immginâkV£fJ

Meszi Lugabagesi M

Mese Q (Ensagkus'anak) (Lugalzagesi) Lunannâk

Mmkjgallal"™' Ensagkus'anak Lugalzagesi Girimesi

'Lnbi'astar ° Urzababák? ^ Sarrumkín ("Sargon**)Q

Yikün yisar p

Tâbdâr1 YiSldmari'2 '

Yi sgardämu Sumba-r™5' (1

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 261

Simboli e convenzioni della Tab. A l :

1) NP,A NP,A = sincronismo attestato tra NP, e NP - NP,B NP, c N P , K = sin-' \ 1 1 2.' 1 1 J

cronismo attestato tra NP e NP3 e tra NP2 e NP.. 2) NP 1ì — datazione incerta, forse da innalzarsi. 3) NP W — datazione incerta, forse da abbassarsi.

(207) Tra parentesi quadre sono riportati i nomi di quei re che avocavano per sé il titolo di lugal kisi'N pur non essendo re della città di Kis. Non è chiaro se in tali casi lugal kisfo' sia da intendersi metaforicamente come "grande/potente re", riflettendo la passata potenza dei re di Kis, che un tempo estendevano la loro autorità sul sud del Paese; o se invece l'uso di tale titolo da parte di sovrani di città meridionali denotasse una loro egemonia (effettiva o solo rivendicata) sulla Babilonia settentrionale, ovvero sulla regione tradizionalmente con-trollata da Kis (cf. p. 220 m 81).

(208) Cf. MARCHESI 2004, pp. 195-197 ("On die Historicity of Gilgames").

(209) Tav LXTV: 2. Precedentemente letto "Enlilpabilgagi" (EDZARD 1959a, p. 21; STEIBLE 1 9 8 2 b , p . 2 6 5 U m m a : E n p . 1 ; PETTINATO 2 0 0 3 , p. 1 2 4 U m . 1) o P a b i l g a g i (COOPER

1986, pp. 91-91 Um 1). Tuttavia tali o analoghi nomi di persona non sono altrimenti atte-stati. Inoltre tra pa-bil-ga e il segno GI+ è interposto iellil. Meglio, forse, leggere: pa-bil-ga . . . YJlilf-la) (mu-na-an-)gi+ (cf. p. 230 n. 140), "Pabilga . . . ha restituito/risposto ad Ellil" (cf. Gebhard SELZ 2003b, p. 506 n. 31; per Pabilga come nome proprio di persona, cf. BURROWS 1935, p. 37 sub 601; POMPONIO 1987, p. 204; ecc.). Quanto al titolo di Pabilga, tradizional-mente letto "lugal SARxDIS" ed identificato col titolo lugal SAR 'DIS (più precisamente HIXDIS) portato dai re di Umma a partire da Urlummàk (cf. p. 227 n. 123), la presente iscrizione reca piuttosto HIxAS (cf. la foto pubblicata di recente in ARUZ-WALLENFELS 2003, p. 51). Non è certo, quindi, che si tratti di un re di Umma.

(210) Cat. 1. ( 211 ) Cf . BONECHI 2 0 0 1 a .

(212) Cat. 2. (213) Scritto ME-barag-si e tradizionalmente letto "Mebarasi" o "Mebaragesi". Il con-

fronto con altri nomi paralleli, come ama-barag(-ge)-si, eres-barag-ge-si, lugal-barag-ge-si, ecc., supporta una lettura del segno ME come titolo, ossia isib (cf. MlCHALOWSKI 2 0 0 3 , pp. 1 9 9 - 2 0 1 ; e supra, p. 2 1 5 n. 5 4 ) . Per una differente interpretazione, cf. KREBERNIK 2 0 0 2 , pp. 2 3 - 2 4 .

(214) Cf. p. 214 sub l b con m 50. (215) Cat. 3. (216) Tav. XIV: 2. Cf. , § A.1.4 commento a Cat. 3:2 con n. 163. (217) Tav. XI: 10. Cf. p. 216 sub 4c con m 59. (218) Tav XV: 2. Scritto NIN-KISAL-si. Per la lettura Ereskisalesi, cf. p. 211 n. 32; e

MARCHESI 2004, pp. 1 7 4 - 1 7 5 .

(219) TSS 302 colofone (v vi): gii-an-sè / [x] +20+2[(+x)] gú-sag / unug^ / lum-ma NlG.PA.TE.SI, "totale: 22+x distretti; Uruk; Lumma è il viceré". Un'edizione di questo

2 6 2 APPENDICE

importante testo che elenca i vari distretti dello città-stato di Uruk durante il periodo di Fara è in preparazione. Per una possibile datazione dei testi di Fara al periodo di Me salini, cf. p. 221 n. 83.

(220) Tav XL 10, XIV: 3, XV: 2. Cf. p. 216 sub 4c con n. 56, e pp. 220-221 con im. 81 e 83.

(221) Cf. p. 216 sub 4b, e § A.1.4 note a Cat. 5. (222) Cat. 6.

(223) Cf . MARCHESI 2 0 0 4 , pp . 1 7 2 - 1 7 3 .

(224) Tav XTV: 1 e 4. Cf. p. 218 sub 3b con n. 54.

(225) KLENGEL-KLENGEL 1 9 8 0 , p. 49 ; I2NDEMET"ER-MAR.HN 1 9 9 3 , tav. 61: 690 : u r - s a g - p a -

te1 / runug/9 [. . . ] . Per l'integrazione, nella rottura, di un titolo di sovrano (en o lugal), cf. isib-dur-ba / u r a b i y ( U D . ' M I N " ) lugal (per lugal urabu, "re di Adab") in LÜCKENBILL 1 9 3 0 , N° 8 :2-

3 (Tav XTV: 4); e [NF] /kisi [l]ugal (per lugal kisi, "re di Kis") in JACOBSEN 1942, p. 291 n. 9. (226) Tav XIII: 5-6: higal-nam-nir-súm / lugal kisi. Cf. Tab. 5 sub m e p. 201. (227) Cat. 5.

(228) Cf . MARCHESI 2 0 0 4 , p. 168 n . 9 7 .

(229) Cat. 4. (230) Tav. XIX: 4 (sigilo): LUG[AL]-UTU [LU] GAL; Tav. L: 1: LUGAL-UTU LUGAL.

Identica iscrizione anche su tuia testa di mazza proveniente da Maxi (PASROT 1956, p. 130 e tav. LTV). Il nome è forse da leggersi in accadico: Ba'lïsamsï ("Il mio signore è il mio sole"); cf. BAD-fé"UTU-n" (GELB 1952, n° 109:3'). D'altra parte, si noti lu-gal-UD in WESTENHOLZ 1975a, n° 132 i 2.

(231) Cf . FRONZARDII 2 0 0 3 , 3 9 ad 2.

(232) Cf. ARCHI 2001. Per i sincronismi tra i re di Mari e quelli di Ebla, cf. ARCHI-BIGA 2 0 0 3 .

(233) T a w XI: 5 e 7 (iscrizione inedita: [ . . . è]s gír-su mu-[fú]), XIII: 1-2 e 4, L: 2a (cf. supra, § A.1.4 note a Cat. 1) e 3-4, e LI: 1-2.

(234) Cf . MARCHESI 2 0 0 4 , p. 196 .

(235) Cf. MARCHESI 2004, pp. 178-180, 183-184 e 190-191. (236) Cat. 7. (237) Cf. § A.1.4 note a Cat. 11. (238) Cat. 11 (239) Tav XVI: 3 (sigillo): mes-ùg-dùg / lugal. Per la lettura del nome, cf. MARCHESI

2004, pp. 161-162, 183-184 e 190-191. (240) Tav XLV Cf. pp. 209-210 con n. 23 (241) Tav. LII: 1 e 3. Per la lettura del nome, cf. p. 206 n. 1. (242) Tav XVI: 4 (sigillo): mes-an-né-pàd-da / lugal kisik / dam nu-gig (cf. ZGOLL

1997).

(243) Tav. XV: 3. Cf. § A.1.4 note a Cat. 7, p. 242 m 170, e § A.3.1. (244) Tav LXEH: 1 (sigillo): NP / DAM / b 5 - k u - a - / EN ma-rik .

(245) Cat. 8 e TAV. I I : 3. Per la lettura del nome, cf. pp. 206-207 n. 1. (245) Tav XVI: 9. (247) LCCKENBILL 1930, n° 52 colofone: mug-si NÍG.PA.TE.SI ruiabuJUD.''NUN")k*i .

Un prelievo d'orzo dalla household di Mugesi per un pagamento effettuato dal viceré di Adab E'iginimpa'e (GET R et al. 1991, Appendix to no. 32) suggerisce che la suddetta household fosse

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 263

sotto il controllo eli quest'ultimo e, in ultima analisi, che Mugesi fosse a quel tempo proba-bilmente il figlio e delfino di E'iginimpa'e. Un altro viceré di Adab di nome Mugesi (mug-ge-si), che regnò presumibilmente durante il periodo accadico, è menzionato in un testo di scuola sargonico (WESTENHOLZ s.d., 26 ad [SC] 2818).

(248) Cf. § A.1.4 commento a Cat. 6:2-3.

(249) Cat. 9-10. Per la lettura del nome, cf. p. 207 n. 2. (250) Scritto sia lugal-ki-DU.NI-fu.-fu5(-d) (in iscrizioni da Nippur, Uruk e Ur), sia lugal-

ki-NI(.$É)-ru.-ru5 (in iscrizioni da Lagas). Tali varianti ortografiche sono forse da armoniz zarsi leggendo lugal-ki- ! j4sarE-fu5-ru. e higal-ki-seryNI) i ;sel-ru ;-ru_, con la seconda forma che potrebbe riflettere una differente pronuncia del nome nel dialetto locale di Lagas.

(251) Per tale lettura, piuttosto che "Lugalgiparsi", cf. MARCHESI 2004, pp. 174-175, e 190 n. 213.

(252) Scheven Collection 3792 v i 12-15: ud-ba / ENxME-nú / NÍG.PA.TE.SI / urabu (UD."NUN")ki (A. Westenholz, c.p.). La grafia ENxME-nù rappresenta verosimil-mente lo stesso nome che è scritto en-me-a-nú ("Il Signore giace tra i me [= poteri divini]") in BI 205 ii 1 (sargonico; F. Pomponio, c.p.).

(253) Cf. p. 208. (254) Citato da WESTENHOLZ s.d., p. 23 ad [ S q 2464: ur-sag-kès / NÍG.PA.TE.SI al.-til

(colofone). Per l'interpretazione del NP ur-sag-kès come sintagma genitivo (ossia, {ursag-kes.ak}, "Guerriero di Kes"), cf. ur-sag-a-ga-dè^-ka in RTC 102 ii 5.

(25 5) Cf. p. 225 con nn. 115-116. ( 2 5 6 ) Cf. p. 2 0 9 .

(257) Tav EXII: 3 (sigillo): is-má-i-lum / dumu ¿ W É R E N + X / PA.TE.SI / ma-taA-ra. Cf. STEINKELLER 1986, pp. 27-31; e GELB et al. 1 9 9 1 , p. 1 0 5 ad G 1 0 - 1 1 .

(258) Tav LXII: 1 (sigillo): lugal-digir-da-nu-hug-gá / PA.TE.SI / lagas j ;[NU11.BUR) la t ' . Per la lettura del nome, cf. pp. 217-218 n. 64.

(259) Cf. p. 227 n. 121. (260) Cf. ibidem n. 122. (261) Attestato in CUNES 02-13-021: HAR-TU-GsgL(HIxDIS)^4 / NÍG.PA.TE.SI /

i-na-lá (G. Visitato, c.p.; citazione cortesia di D. I. Owen, Conservatore delle Collezioni di Tavolette).

( 2 6 2 ) Cf. FRONZAROU 2003, pp. 30-31.

( 2 6 3 ) Cf. p. 2 2 4 n. 1 0 6 .

(264) Per i sincronismi di Eres'inimginâk con Lugalzagesi ed Ensagkus'atiak, cf. p. 259 n. 206.

( 2 6 5 ) C f . MARCHESI 2 0 0 4 , p . 1 6 7 .

(266) Generalmente letto "Hida'ar", ma molto più probabilmente da leggersi tab{DÜG)-da-ar; ossia, Tâbdâr; cf. le varianti ortografiche /AyDAPu) -da-ar e ta-da-ar del medesimo nome in ARET 1, p. 238 e ARET 3, p. 265, rispettivamente. Per l'elemento teoforo dar nell'onomastica di Ebla, cf. PAGAN 1 9 9 8 , p. 1 0 8 s.v. dwr. Si noti infine che il sigillo di questo stesso re, di cui si sono rinvenute di recente alcune impronte, recava probabilmente l'iscrizione: tabß3Ä&frda-ar / LUGAL / ma-V (cf. ARCHI-BIGA 2 0 0 3 , p. 3 0 con n. 8 4 ) .

(267) Cat. 13 e Tav. I V I : 3 (is^-ki^-ma-ri / LUGAL ma-ri) e 4 (cf. § A.1.4 commento a Cat. 13:3-4). Cf. p. 257 n. 197.

(268) Cat. 12a.

264 APPENDICE

A . 3 . N O T E SULLE DESIGNAZIONI DI ALCUNI T E M P I I PROTODINASTICI

A paite i casi, sporadici, in cui ci è stato tramandato fi nome antico del san-tuario o complesso templare (l'Emah della dea Digrumali ad Adab; il Bagara e l'Eninnu del dio Ningirsùk rispettivamente a Lagas e Gir su1269'1; ecc.), i siti cultuali protodinastici sono convenzionalmente denominati a partire dai rispettivi pro-prietari divini, o presunti tali, laddove il ritrovamento di iscrizioni di fondazione, come nel caso del tempio di Ninhursagak a Teli al-'Ubaid (antica Nutur)1-270/ o dediche di fedeli su statue o oggetti votivi ne permettano l'individuazione. Cosi si parla del "Tempio di Abu" ad Esnunak, del "Tempio di Inanna" a Nippiu", del "Tempio di Ninni-zaza" a Mari, e cosi via.

Alctme di tali denominazioni moderne, ormai codificate dall'uso, sono però inadeguate e fuorviatiti; o comunque basate su analisi errate della documenta-zione epigrafica disponibile. Qui di seguito sono trattati e discussi i nomi dei principali santuari protodinastici ili cui sono state rinvenute statue.

A.3.1. Adab

Secondo Z. Yang:

Diere were too temples in the early history of Adab, E-sar and E-mah. The archaeological evidence from Bismaya makes it sufficiently clear that E-sar was an earlier temple with a limestone foundation and that E-mah was a later temple with a foundation of plano-convex bricks, built on the top of the ruins of the E-sar. Textual evidence supports this sequence, since, of the two, E-mah was the temple mentioned in the Old Akkadian period (271).

Pili di recente A. George lia suggerito che l'è-SAR delle iscrizioni presargoni-che di Adab sia da connettersi invece con l'é-sar-ra, il tempio di In'anak ad Adab che ricorre in vari testi lessicali e letterari, a partire dal periodo paleoba-

(269) Il nome é ninrm ("Le cinquanta case") è attestato pei la prima volta con En'an-nâbtum I (cf. BEHRENS-STEIBLE 1983, p. 412). Nelle iscrizioni dei sovrani di Lagas precedenti si fa riferimento ad esso come é dnin-gír-su/sú, "tempio di Ningirsùk" (ibidem, p. 385), o ès gír-su/sù, "santuario di Girsu" (ibidem, p. 414). Un passo degli "Inni zame" da Abu Sala-bikli lascia però intendere che più anticamente tale tempio fosse chiamato é-gir-nun, "Casa-grande/nobile spada" (cf. STEIBEE 1982b, p. 17). Girnun è documentato anche successiva-mente come altro nome o epiteto del tempio di Ningirsùk (cf. BEHRENS-STEIBLE 1983, p. 414; FAEKENSTEIN 1966, p. 75 s.v. Hegirntmna, pp. 123-124 s.v. bára-gír-nun-na, e n . l a p . 124).

( 2 7 0 ) C f . STEINKEELER 1 9 9 5 .

( 2 7 1 ) YANG 1 9 8 9 , p . 9 9 .

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 265

bilonese'272/ Avremmo quindi, secondo l'interpretazione di George, due santuari distinti, l'uno (é-SAR/é-sar-ra) dedicato ad In'arrak, l'altro (é-mah) a Digit mah.

Dell'Email abbiamo un'iscrizione di fondazione di E'iginimpa'e (Tav. XV: 3), dove si dice espressamente che tale santuario era dedicato alla dea Digirmah:

1- digir-mah Pei Diga/mah, 2. é-igi-nim-pa-è E'igìnimpa'e, 3. NÌG.PA.TE.SI viceré 4. urabui(UD.ItNUrN")M di Adab, 5. é-mah mu-na-rd costruì TEmah, fi. úr-bé ki-sé e seppellì depositi di fondazione 7. temen ba-si sotto la sua base''272'.

Nella composizione letteraria nota come "Inni ai Templi", il medesimo tempio è attribuito a Ninhursagak'274/ In realtà Digirmah e Ninhursagak non sono che due diversi nomi per la stessa divinità'27^. Dalla favissa da cui provengono le iscrizioni die menzionano l'è-SAR provengono anche un frammento di vaso con dedica a Digrumali'276' e un'iscrizione del re di Kis Mësalim, dove questi reca l'epi-teto di "amato figlio di Ninhursagak"'277/ ciò suggerisce che l'é-SAR fosse, come l'Email, consacrato piuttosto al culto di Digirmah /Ninhursagak'273/

Che é-SAR fosse il nome più antico del tempio ribattezzato col nome di Email da E'igiiiimpa'e emerge chiaramente anche dal confronto dei seguenti due testi, l'imo protodinastico, l'altro sargonico:

B I N 8 7 r LUCKENBUÌ 1930 , N° 143:

1_ [x]+10 là 1 ló 1 urai(UDU)<7W)

2. é-SAR é-mah 3. 4 dasgi3(HLDIS)^ 1 é-GÁNA.SAHAR 4. 4 GÁNA.SAHAR 1 uïa 1 ura-kungal G g g p I R p 5. 2 "m'anak (MUS) 1 uia i aiskur fi. 3 den-ki 1 ud. Afiuiak^IÙS) 7. r4 é-damP 1 ura aen-ki

(272) George 1993, pp. 140-141 sub 978. (273) S TE IB UE 1982b, pp. 189-190 Adab: Eig. 1. (274) ETCSL 4.80.1:365-378. (275) Similmente a Lagas la stessa dea è nota sia col nome di Ninhursagak, sia con quello

di Eresmah (cf. Gebhard SELZ 1995, pp. 252-253 s.u. Ninhursag [2], e p. 256 s.ti Ninmah). Cf. anche An = Arnim I 1-3 (TJTKE 1998, p. 86): digir mah = àbe-kt-ì-li / deres-mah = MIN / dnin-hur-sag-gá = MIN.

(276) Steible 1982h, p. 196 AnAdab 8. (277) Cf. p. 221 n. 83. (278) Cf. già BANKS 1912, pp. 259-266. (279) Per tale lettura della parola sumerica per "montone, pecora", cf. DE M A A I J E R J A

GERSMA 1997-1998, p. 286 s.v. a]2-rà-bu.

266 APPENDICE

Il primo documento si riferisce a uomini (lù) assegnati al servizio di templi e divinità; il secondo registra tuia distribuzione di pecore (ura , ura -kruigal) e capre (ud/, sempre a templi e divinità. I due elenchi sono largamente paralleli, e é-SAR ed Emah occupano esattamente la stessa posizione nelle due sequenze. Inoltre l'é-SAR è elencato separatamente da In'anak, il che conferma che quello non era il tempio di questa.

A.3.2. Nippur

"Tempio di Inaima": identificato come tale da un'iscrizione di fondazione di Sulgiri280/ Il nome antico era é-barag-dúr-gar-ra, "Casa-podio del trono"1281/ Dai livelli protodinastici provengono numerose iscrizioni votive dedicate a Iriaiiah1232/ che confermano la continuità del culto della dea ili questo sito fin dai tempi più arcaici1233'1. Dal livello VIIB, databile al Protodinastico Illa, pro-vengono però anche due iscrizioni indirizzate alla dea Ninsig (dmii-SAR)1234/ Ciò lascia supporre che le due celle del tempio dei livelli VIII-VIIA fossero dedicate l'uria a In'anak, l'altra a Ninsig (cf. supra, §§ 1.1.2 e 1.3).

A.3.3. Tutub

"Tempio di Nintu": cosi denominato sulla base della presunta dedica alla dea "Nintu" di un bassorilievo votivo (Tav. LIA7: 1), i ciù frammenti sono stati ritrovati ili tempi diversi in differenti parti dell'area templare1285/ L'iscrizione su tale bassorilievo è stata cosi mterpretata da Jacobsen:

"To Nintu .. . , child of Dam-gal-nuna(k), has É:KÜ(?):A(?), child of Ama-abzu(k)da, presented (tins)"1236/

( 2 8 0 ) C f . ZETTLER 1 9 9 2 , p p . 16 E 2 3 9 .

( 2 8 1 ) Cf. ibidem, p. 16 con n. 3 9 ; E GEORGE 1993, pp. 71-72 sub 110. Non attestato però prima del periodo paleobabilonese.

( 2 8 2 ) Cf. GOETZE 1 9 7 0 - 1 9 7 1 ; e STEIBLE 1982b, pp. 223-224 e 233-251. (283) Le più antiche iscrizioni votive con dedica a In'anak risalgono al Protodinastico

I l la . Da mi livello inferiore del tempio di In'anak, databile al Protodinastico II, vengono tre statue iscritte (cf. supra, § 1.1.2 Tab. 3); nessuna di esse menziona però il nome della dea.

(284) Goetze 1970-1971, pp. 42-43 e 50-51 7N-122 e 7N-133 (cf. Tav LX: 6); Steible 1982b, pp. 239-240 AnNip. 24. Per Ninsig, cf. Caviglie aux-Krebeinik 1998-2001a. La grafia dnin-SAR-ga (genitivo) e le varianti "sillabiche" dnin-si e ni-in-si (ibidem, sub 1) puntano a una lettura dnin-sig i(SAR), piuttosto che dnin-nisig (così Cavigtieaux-Ktebernik loc. cit.). Per il valore /sig/ del segno SAR, cf. anche Michalowski 1993, pp. 124-125 n. 17.

( 2 8 5 ) C f . DELOUGAZ-LLOYD 1 9 4 2 , p . 8 2 .

(286) Jacobsen 1942, p. 290. Cf. anche Steible 1982b, pp. 209-210 AnHaf. 7.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 267

Tuttavia, che mia divinità sia qualificata come "figlio/a" di un'altra divinità (per giunta del tutto secondaria come Damgalnunak) è assai inusuale in un'iscrizione votiva; più verosimilmente questa iscrizione(2S7) reca i nomi di due offerenti (presu-mibilmente i due personaggi ritratti nel bassorilievo) coi rispettivi "patronimici":

1. aNTN.TU-àga-rzii{28S) NIN.TU-agazid,?a9), 2. diurni figlio 3. adam-gal-nun di Damgalnunakfak),2ÌC/ 4. é-tus-a (ed) E tus'a, 5. diurni figlio 1. ama-ab-zu-da di Ama'abzuda, 2. a mu-ru hanno presentato (questo)

Il nome della divinità destinataria dell'offerta, non menzionato nell'iscri-zione, resta ignoto. Quale che fosse, l'attribuzione dell'area sacra in questione alla dea NIN.TU non ha alcun fondamento; di conseguenza, la designazione di "Small Shrine", più neutra e di carattere descrittivo, è preferibile a quella di "Tempio di Nintu" (cf. supra, § 1.1.1).

"Tempio di Sin": attribuito a Sin sulla base dell'iscrizione stilla statua, ivi rinvenuta, di un amministratore templare del dio Sin di Aksak, di nome Ur-KISAL1291'. Tuttavia tale iscrizione^292' non contiene una dedica a Sin, ma a un'altra divinità dal nome di problematica lettura:

1. Ur-KISAL Ur-KJSAlfi^, 2. SAGGA l'amministratore templare 3. aEN.ZU di Sin 4. aksak*1 di Aksak, 5. DUMU figlio 6. na-dì di Ñadí'294'1, 7. PARAIS il sacerdote purificatoré'295'1

8. aEN.ZU di Sin, 9. aSAG.X al dio ...

10. lia presentato.

( 2 8 7 ) JACOBSEN 1 9 4 2 , p . 2 9 1 N° 3 ; BOESE 1 9 7 1 , t a v X I I : C N 7 .

(288) Il segno ZI non compare né nella copia di Jacobsen né in quella di Boese (cf. la nota precedente), ma è parzialmente visibile nella foto pubblicata in FRANKFORT 1939a, tav. 114.

(289) "NIN.TU è la vera corona". Cf. i NNP dNIN. fTU-àga-zii, in VS 27 n° 13 vi 3, ed eres (NIN)-àga-zi, in WG. LAMBERT 1988, pp. 252 e 259 BM 86271 i 19.

(290) ddani-gal-nun è da interpretarsi qui o come nome di persona, ossia, Damgalnu-nakak, "Di / Appartenente a Damgalnunak"; o come abbreviazione di un nome di persona che cominciava con l'elemento teoforo Damgalnunak.

( 2 9 1 ) CF . DELOUGAZ-LLOYD 1 9 4 2 , p p . 6 - 8 .

( 2 9 2 ) JACOBSEN 1 9 4 2 , p . 2 9 1 n ° 4 .

( 2 9 3 ) C f . MARCHESI 2 0 0 4 , p p . 1 7 4 - 1 7 5 .

(294) Cf. G E B B 1957, p. \%sub ND'x. (295) Yztpäsisum (PA4-SIS), lett. "ungitore, addetto all'unzione", cf. ARCHI 1996.

268 APPENDICE

Il teonimo alla riga 9, ovvero il nome del dio a cui era presumibilmente con-sacrato in realtà il cosiddetto "Tempio di Sin", è stato variamente letto dKUS = Lalanf196! AN.SAG-.X1297) e dSAG.[GA], AIUSEIA « Y I segni AN e SAG (non KUS) sono assai ciliari sia nella copia di Jacobs en1299-' che in foto1300). Riguardo al terzo segno, la copia di Jacobsen è invece fuorviarne. Ili foto si vede abbastanza

V V A; V V

distintamente MUS. Il risultante teonimo S AG. MUS è probabilmente da leg-gersi isa¡2-?nM (Samus)13CI1) e da connettersi con Asa-mu-us., documentato nell'ono-mastica sargonica di Tutub1302).

A.3.4. Esnunak

"Tempio di Abu": prende nome da un'iscrizione votiva su tm recipiente di rame1303), dedicato per l'appunto al dio Ab'u1304)- Tuttavia tale recipiente non è stato rinvenuto nel tempio suddetto, ma nell'adiacente "Earlier Northern Pa-lace" (cf. pp. 25-26 n. 6). L'attribuzione al dio Ab'u di questo santuario è per-tanto tutfaltro che certa1305).

(296) JACOBSEN 1942, pp. 293-294. (297) BRÄUN IIOLZINGER 1977, p. 68; EAD. 1991, p. 243, STEIBLE 1982b, p. 211; GELB-

KIENAST 1 9 9 0 , p . 3 0 .

( 2 9 8 ) KREBERNIK 1 9 9 1 , p . 1 4 0 .

( 2 9 9 ) JACOBSEN 1 9 4 2 , p . 2 9 1 i f 4 .

( 3 0 0 ) FRANKFORT 1939a, tav 5 0 : 37E. (301) Per l'uso del segno SAG come sillabogranmia col valore di sa¡2 (= /sa/) in epoca

protodinastica, cf. FRANKFORT 1939b, tav XIV: d (ìiumsa^-if)-, e W G. LAMBERT 1989, pp. 24-25.

(302) Cf. SOMMERFELD 1999, p. 177 s.v. PÛ.SA^Sa-mu-us. GELB (1992, p. 134) interpre-tava Samus come variante di Samas, il dio-sole. Tuttavia il primo lo si ritrova solo nel nome Puzursamus, attestato tre volte, ed è sempre scritto sillabicamente (f'sa-mu-us); il dio-sole ricorre invece come elemento teoforo in diversi altri nomi di persona nei testi sargonici della regione del Diyala (non però da Tutub), ed è sempre scritto logograficamente (dUTU); cf. GELB 1 9 5 2 , p . 2 3 1 .

(303) JACOBSEN 1942, pp. 291 e 298 n° 12; STEIBLE 1982b, pp. 202-203 AnEsn. 2. (304) Per tale, più precisa lettura del NE> dab-ú (che nulla ha a che vedere con il termine

accadico abum, "padre"), cf. MARCHESI 2 0 0 2 , p. 1 6 8 . Si noti anche ur-ab-bu, in UET 3 n° 1309 sigillo 1, per uf(LÚ)-dab-ú, ibidem, tavoletta 7 (cortesia di P. Attinger), dove ab-bu rap-presenta verosimilmente una forma secondaria /abbu/ originante dalla assimilazione della laringale occlusiva /'/ di /ab'u/ alla consonante precedente (cf. pp. 2 0 6 - 2 0 7 n. 1 ) .

(305) Ab'u è una divinità piuttosto misteriosa ed elusiva. Et testi tardi (fine secondo millennio / primo millennio) è considerato lo sposo di Gula, la dea della medicina, ed è variamente identificato sia con Dumuzid, sia con Nin'urtâk (cf. TALLQVIST 1938, p. 257). Egli era figlio di Enkìk e Ninhursagak o, secondo un'altra tradizione, di Ellil e Ninhursagak (cf. ibidem-, ed ATTINGER 1984, pp. 26-31 e 45-46). Nel terzo millennio il suo culto è attestato a Ku'ara, nel sud di Sumer (cf. SALLABERGER 1993b, p. 136). L'epiteto di "signore delle piante"

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 269

A.3.5. TeliAgrab V

"Tempio di Saia": questo grande complesso templare prende nome da una presunta dedica al dio Sara su un frammento di vaso di pietra, trovato in un contesto secondario (cf. p. 35 n. 38, e p. 39 n. 49). Tuttavia l'iscrizione della statua Cat. 1 (cf. supra, § A.1.4)1306'1 suggerisce piuttosto che il tempio fosse con-sacrato a Huma'tim (presumibilmente fi dio poliade di Teli Agrab) o all'altret-tanto oscura divinità che si cela dietro la grafia dAMAR.NU.NAM.AMA (cf. § A.1.4 commento a Cat. 1:4). Inoltre, tm eventuale culto di Sara, tuia divinità lo-cale di Umma, nella semitica Teli Agrab sarebbe alquanto sorprendente. A mio avviso, dLAGA13 >IGl-gtmu nell'iscrizione sul suddetto frammento di vaso1307' non è da leggersi ''sàia, ma rappresenta invece tm logogramma per Ishara, come ad E bla1303'1 e Teli Beydar009/ Quest'ultima divinità pansemitica, attestata in Siria come fit Mesopotamia010/ potrebbe avere aiuto ima sua cappella all'interno del tempio di 'Huma'tim, di cui era forse concepita, ad Agrab, come la paredra.

A.3.6 Mari

"Tempio di Gistarat/Istarat": denominazione basata su una lettiua erronea del ND dba-sùr(KAM)-ra-afl311/ che figura in due iscrizioni votive ivi rinve-nute012/ In una di questeÍ31i), dba-sùr-ra-at è associata a did, il dio dell'ordalia fluviale, di cui era presumibilmente la paredra014/

"Tempio di Estar/Istar": più precisamente di dINANA(.)NITA, per cui cf. supra, § A.1.4 commento a Cat. 13 riga 7.

(lugal Ú), a lui attribuito nella composizione letteraria "Enki e Ninhursaga, è verosimilmente solo un gioco di parole sul suo nome (dab-ii; cf. MARCHESI 2002, p. 168), e non va quindi preso come elemento rivelatore della sua natura (contra JACOBSEN 1942, p. 298).

(306) Sul luogo di rinvenimento, cf. p. 127 con n. 2. ( 3 0 7 ) JACOBSEN 1942, pp. 291 e 297 n° 10; STEIBLE 1982b, p. 200 AnAgr. 3 ; G E L B - K J E -

NAST 1990, pp. 28-29 VP 3. Si nob che le tracce rimaste di segni alla riga 4 non supportano una restituzione della stessa come JTQQ-Riji/ (collazionato; tra l'altro in questa iscrizione ci si aspetterebbe piuttosto la formula dedicatoria sumerica, a m u ra, dato che il nome della divinità destinataria è posto all'inizio dell'iscrizione; cf. p. 208 n. 12).

(308) Cf. ad esempio ARET 2 n° 8 ii 1 (tav. XXXVII). (309) Cf . SAHABERGER 1996a , p. 52 sub 500 .

(310) Cf . ARCHI 1993a ; PRECHEL 1 9 9 6 ; e POMPONIO-XELLA 1 9 9 7 , pp . 2 0 2 - 2 1 7 .

(311) Letto "(G)is-dar-ra-at" da DOSSIN (1967, pp. 329-330), che lo interpretava come una forma arcaica di Astarte (ibidem, p. 330).

(312) Cf . KREBERNIK 1984b, p. 165.

( 3 1 3 ) DOSSIN 1 9 6 7 , p . 3 2 9 M . 2 2 4 1 ; GELB-KIENAST 1 9 9 0 , p p . 1 0 - 1 1 M P 1 0 .

(314) Cf. WG. LAMBERT 1985, pp. 535-536. dba-sur-ra-at è verosimilmente da norma-lizzarsi come Basurat, "(Buona) Annunciazione", dalla radice bsr, "annunciare (una buona notizia)" (cf. D . COHEN 1976, p. 89 AH).

270 APPENDICE

"Tempio di Ninni-zaza/INANA-ZA-ZA": da qui provengono numerose statue e oggetti votivi dedicati a iuta divinità il cui nome è scritto dINANA. ZA.ZA, dINANA X ZA+ ZA, o anche, una volta, dINANA X ZA<315). Donde il nome convenzionale Nhmi-zaza'3165 o INANA.ZA.ZA. Nello stesso luogo sono state trovate anche tre statue con dediche a dINANA(.)GIS.TIR'317), a dNIN-¿j-ra-M3185, e a tuia divinità maschile di cui non è menzionato il nome (Cat. 12a). Tra-lasciando quest'iti tima statua, portata lì da qualche altro luogo per una ragione sconosciuta (cf. supra, § A.1.4, note a Cat. 12a), è lecito supporre che dINANA. ZA.ZA, dINANA(.)GIS.TTR (= "Astar della foresta"?'3195) e dNIN-ah-ra-x ("Si-gnora di ...") rappresentino tre differenti nomi e/o forme della stessa divinità, che sarà pertanto femminile. L'accostamento con dINANA(.)GIS.TIR sugge-risce inoltre che dINANA.ZA.ZA sia una forma o ipostasi di In'anak/Astar; il che può trovare sostegno nel fatto che l'unica attestazione di dINANA.ZA.ZA al di fuori di Mari sia in un'iscrizione di Enhedu'anak'3205, la celebre poetessa e sacerdotessa, figlia del re di Akkad Sarrumkïii, che la tradizione tutoie fervente devota personale della dea In'anak/Astar'3215.

Non è chiaro però come vada interpretato e letto il logogtamma composto dINANA.ZA.ZA/dINANAXZA+ZA. W G. Lambert ha suggerito: 1) che dINANA.ZA.ZA/dINANAxZA+ZA sia una variante di dINANA.ZA; 2) che dINANA.ZA(.ZA)/dINANAXZA(+ZA) sia un logogramma per la dea Astar, cosi distinta dalla In'anak sumerica, il cui nome era scritto più semplicemente dINANA'322).

Tuttavia ambedue queste ipotesi sono facilmente confutabili. Le varianti testuali TNANAXZA+ZA e dINANAXZA citate da Lambert in due esem-plari della lista divina di Abu Salabikh non esistono; i due testi in questione presentano infatti dINANAXZÁ e dINANAXZA'323). Inoltre varianti come

(315) DOSSIN 1967, pp. 309-328. Nell'ultimo, isolato, caso (ibidem, p. 327), probabilmente da emendarsi in TN ANA X ZA<+ZA>.

(316) / ninni/ è tuia delle letture possibili del segno IN ANA/MUS (invero non ben do-cumentata; cf. GELB 1960).

(317) DOSSIN 1967, pp. 319-320 n° 12; GELB-KIENAST 1990, pp. 6-7 M P 4.

( 318 ) DOSSIN 1 9 6 7 , p . 3 2 0 i r 1 3 ; GELB-KIENAST 1 9 9 0 , p p . 2 1 - 2 2 M P 2 9 .

(319) Cf. GIS.TIR = qaßatum, "bosco, foresta" (MEE 4, p. 244 riga 400). Per una di-versa interpretazione, cf. STEINKELLER 1984a, p. 35.

(320) FRAYNE 1 9 9 3 , pp. 3 5 - 3 6 Sargon 16 .

( 321 ) C f . GOODNICK WESTENHOLZ 1 9 8 9 .

( 322 ) WG. LAMBERT 1985, p. 537; ID. 1990b. (323) BIGGS 1974, n° 82 vi 1 5 ' e n° 86 v 5 ) r ispett ivamente.

I DATI EPIGRAFICI E TESTUALI 271

d I N A N A w (ZÀR)-tó<329 / áastár sarJTÄRyba^3^/ áas-tár sa-àr-ba-afr1126' / Aas-tár sa-ar-ba-aß^ , F Ù . S A - d I N A N A / PÙ.SA-os tar (stessa persona)®®, tâ-dì{rirì)!din-AINSANA / tâ-aS/din-as-tár (stessa persona)'329/ ecc., dimostrano chia-ramente che il logogramma pei 'Astar era dINANA, e non dINANA.ZA.ZA/ dINANAXZA+ZA.

A.3./. Assur

"Tempio di Estar/Istar": così clriamato sulla base di varie iscrizioni dedicate a 'Astai/Estar, o a Estar Assurltu(m) ("Estar di Assur"), risalenti però a periodi posteriori'33"/ La più antica di queste data al periodo accadico'331/ Considerando che, di norma, il tempio di una determinata divinità era riedificato costante-mente nello stesso sito, è lecito supporre che anche il santuario piotodinastico fosse consacrato a tale dea. Tuttavia non si può escludere completamente l'ipo-tesi che Estar si sia sostituita a una divinità locale, a cui era stata assimilata'332*. Di Assur in epoca protodinastica non si sa molto, non essendo disponibile al-cuna informazione di carattere epigrafico e/o testuale'333/

( 3 2 4 ) CHARPIN 1 9 8 7 , p . 9 9 .

( 3 2 5 ) POMPONIO-XELLA 1 9 9 7 , p . 6 5 .

(326) Ibidem. ( 3 2 7 ) W G . LAMBERT 1 9 8 5 , p . 5 3 0 .

(328) HILGERT 2002, p. 59. (329) Ibidem, p. 304 con n. 60. (330) Cf. GEORGE 1993, pp. 123-124 sub 756, e p. 165 sub 1336. ( 3 3 1 ) C f . GRAYSON 1 9 8 7 , p . 7 .

( 3 3 2 ) C f . BBCKMAN 1 9 9 8 .

( 3 3 3 ) C f . GOODNICK WESTENHOLZ 2 0 0 4 , p . 11 .

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BBVO =Berliner Beiträge zum Vorderer Orient. BBVOT =Berliner Beiträge zum Vorderer Orient, Texte.

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BI

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BiOr BJV BMO CAD

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HANES HdO HSAO HSS HUCA LLN EVI UM ITT

74 NICOLÒ MARCHETTI

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1 : PETTTNATO-WAETZOLDT 1 9 7 4 .

3 : OWEN 1 9 7 5 .

1 0 : GRÉGOIRE 1 9 8 1 .

MVS =Materiali per il vocabolario sumerico. NABU =Nouvelles assyriologiques brèves et utilitaires. N i k = N K D L ' S K I J 1 9 0 8 .

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OA =Oriens Antiquus. OBO =Orbis Biblicus et Orientalis. OIC = Oriental Institute Communications. OIP = Oriental Institute Publications. OLA = Orientaba Lovaniensia Analecta. OLP =Orientalia Lovaniensia Periodica. OLZ =Orientalistische Literatursyitung.

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HEIMPEL 1 9 9 2

Heinpel 1998-2001

Heinpel 2002

Heinpel 2003

He im ich 1931

Heinr ich 1936

Heinr ich 1957

Heinr ich 1982

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Heuzey 1898

Heuzey 1899

Heuzey 1902

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HILGERT 2002

Hoff imnn 1964

Hole 1983

Horowitz 2003

HRDUDA 1 9 7 0

Hrouda 1971

Hrouda 1996

Huehnergard 1997

Huot 2003

Isimil -Sal i aberger-Tal on Van Lerberglie 1996

Jacobsen 1939

Jacobsen 1942

Tacobsen 1957

Jacobsen 1967

Jacobsen 1988

Jacobsen 1989

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LA STATUARIA REGALE

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Jagersma 2000

Jans-Br et schneidet 1998

Jean Marie 1990

Je stin 1937

johansen 1978

Katg 1984

Karg 1993-1997

Karg 1994

Keiser 1919

Ke l l y Bucce l l a t i -Mat th iae Van Loon 1986

Keiml-Gaskel l 1991

Kertzer 1988

Kessl er Sirrpson 1985

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Kienast-Volk 1995

King 1909

KING 1 9 1 2

KLENGEL BRANDT 1 9 9 0

Klenge l -K l enge l 1980

Kotaya shi 1984

Kotayashi 1985

Kotayashi 1989

Koch Wes tenho lz 1995

Kohlmeyer 1991

Kohl m y e r - S t r orrmeng er 1991

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KRAMER 1 9 3 6

Krasnik-Meyer 2001

Krebernik 1982

Krebernik 1984a

Krebernik 1984b

Krebernik 1985

Krebernik 1986

Krebernik 1988

Krebernik 1991

Krebernik 1992

Krebernik 1998

Krebernik 2002

Krebernik 2003a

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308 NICOLÒ MARCHETTI

KRECHER 1 9 6 7

KRECHER 1 9 7 2

KRECHER 1 9 8 3

Krecher 19S7a

Krecher 19S7b

Krecher 1987c

KRECHER 1 9 9 2

Krecher 1993

Krispjr i 2000

Kühne-Schneider 1988

La ta t 1974

Lanhert 1970

Lanhert 1973

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LA STATUARIA REGALE

LAMBERT 1 9 8 9

LAMBERT 1990A

Lambert 1990b

Lambert 1995

Lambert 2005

Lamber t -Mi l l a rd 1969

Lang don 1924

Lang don 1930

Lebeau 1985a

Le beau 1985b

Lebeau 1990

Le beau 1998

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Lenorrrant 1868

Lenorrrant 1873-1875

Lenzen 1960

Lenzen 1961

Lenzen 1963

Leonard-Beyer Williame 1989

van Lerberghe-Voet 2000

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Lindeitoyer-Mar t in 1993

Lit ke 1998

l i v e r ani 1988

LUTERANI 1 9 9 3

Liver ani 2002

L loyd 1969

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312 NICOLÒ MARCHETTI

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Mackay 1929

M a e d a 1 9 8 1

Maekawa 1973-1974

Magen-Rashad 1996

Mal 1 owan 1964

Ma l 1 ornan 1971

Mander 1990

Mander-Durand 1995

Marches i 1999

Marches i 2001

Marches i 2 0 0 2

MARCHESI 2 0 0 4

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Margt ieron 1982a

Margt ieron 1982b

Margt ieron 1983

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Marzahn 1996

Mat sushima 1993

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Moor tga t 1945

Moor tga t 1949

Moor tga t 1965

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Nage l 1959a

Nage l 1959b

Nage l 1963

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Nage l -S t romnenger 1995

Nassouhi 1926

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Oates 1982

Oat e s- Oat e s-Mc Don a 1 d 2001

von Oppe nheim 1931

von Oppe nheim 1934

OithmLrm 1975

O i t hum m 1990

Owen 1975

Pagan 1998

Parrot 1935

Parrot 1940

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Parrot 1955a

Parrot 1955b

Parrot 1956

Parrot 1957

Parrot 1960

Parrot 1962

Parrot 1964

Parrot 1965

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Pel t enburg 1991

Pelze l 1977

Pe t t ina to 1981

Pe t t ina to 1982

Pe t t ina to 2003

Pet t ina to-Waet zol dt 1974

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POMPONIO-VISICATO 1 9 9 4

Potrponio-Xel 1 a 1997

Poi a da 1965

Poi a da 1991

Poi a da 1993

Poi a da 1995

Porada-Hansen-Dur ihamBabcock 1992

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Rainey 1993

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Reade 2000c

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Sa l l aberger 1999

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Sa l l aberger 2003

Sa l l aberger 2004

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Sa l l aberger -C iv i l 1996

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330 NICOLÒ MARCHETTI

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Sol l berger 1959

Sol l berger 1965

Sol l berger 1966

Sol l berger 1972

So l l berger-Kupper 1971

Sommerfeld 1999

Soutzo-Pézard-Bondoux-de Mecquenem Pézard-Gautier-To scanne 1911

Spycket 1981

Spycket 1992

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INDICE

INTRODUZIONE P a g .

1. CONTESTI ARCHEOLOGICI E CRONOLOGIA DELLA STATUARIA PROTODINASTICA

1.1. I principali contesti di ritrovamento della statuaria e di altri materiali visuali stratificati del Protodinastico » 19

1.1.1. Teli Asmar (Esnunab), Kliafagia (Tutub) e Teli Agrab (PA.GAR) » 19

1.1.2. Nuffar (Nippur) » 49 1.1.3. Tello (Grisù) » 53 1.1.4. Bismava (Adab) » 64 1.1.5. Teli al-Muqayyar (Ur) » 71 1.1.6. Teli al-'Ubaid (Nutur) » 84 1.1.7. Tell Hariri (Mari) » 85 1.1.8. Qal'at Shergat (Assur) » 95 1.1.9. Teli Ingharra (Kis) » 96 1.1.10. Shush (Susa) » 105 1.1.11. Alcuni gruppi di oggetti scolpiti da altri siti mesopotamici » 107

1.2. La cronologia del Protodinastico e lo sviluppo dei documenti visuali ed epigrafici » 112

1.3. Alcune osservazioni sui templi protodinastici » 121

2. LA STATUARIA REGALE DEL PROTODINASTICO

2.1. La statuaria regale identificata epigraficamente » 127 2.2. La statuaria di prestrmibile committenza regale » 141 2.3. Lo sviluppo della statuaria regale: contesto storico e significato » 148

414 NICOLÒ MARCHETTI

2.4. Catalogo della statuaria legale Pag. 154 2.4.1. Statuaria regale .pio to dina s tica identificata .epigraficamente » 155 2.4.2. Statuaria pioto dinas tica. di. presumibile, committenza regale » 158

3 . R E G A L I T À E C O M U N I C A Z I O N E V I S U A L E

N E L P R O T O D I N A S T T C O

3.1. L'epoca protostorica e il problema dell'identificazione del "re-sacerdote" » 161

3.2. Iconografie e temi dell'arte protodinastica » 174 3.3. Ebla e la cultura protosiriana » 190

4. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

4.1. Dettagli antiquari e significato visuale: il sovrano e l'ammini-strazione statale arcaica » 195

4.2. Dalla coralità all'unicità: lo sviluppo della propaganda visuale del sovrano nel Protodinastico IIIa-b » 198

A P P E N D I C E

S T A T U E R E G A L I , S O V R A N I E T E M P L I D E L P R O T O D I N A S T I C O .

I D A T I E P I G R A F I C I E T E S T U A L I

d i GIANNI MARCHESI

A.1. Le iscrizioni della statuaria regale » 205 A. 1.1. Osservazioni preliminari » 208 A. 1.2. Titoli dei sovrani » 220 A. 1.3. Determinazione del corpus » 229 A.1.4. Trascrizione, traduzione e commento delle iscrizioni

su Cat. 1-13 » 232 A.2. Cronologia dei sovrani protodinastici » 256 A.3. Note stille designazioni di alctmi templi protodinastici » 264

A.3.1. Adab » 264 A.3.2. Nippur » 266 A.3.3. Tutub » 266

LA STATUARIA REGALE 415

A.3.4. Esnunab Pag. 268 A.3.5. Teli Agiab ». 269 A.3.6. Mari » 269 A.3.7 Assiri » 271

Acronimi » 273 Bibliografia » 279 Fonti delle illustrazioni » 341 Tavole I-LXV