Chi ha paura di Babele. Come gestire le risorse umane nelle associazioni
Questioni di metodo in una ricerca sui sentimenti di paura in pianificazione urbana. Il caso di...
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Questioni di metodo in una ricerca sui sentimenti di paurain pianificazione urbana.
Il caso di Lisbona
Simone TulumelloInstituto de Ciências Sociais, Universidade de Lisboa
Dottorato in Pianificazione Urbana e TerritorialeAttività didattica 2013
Facoltà di Architettura, Palermo 25.03.2013
struttura della presentazione
Perché una ricerca “politica” sulla “paura” in pianificazione urbana?
Questioni di metodo e framework teorico
Lisbona, Portogallo
Le conclusioni della ricerca
domande di ricerca
1. Esistono delle relazioni tra le forme spaziali della città contemporanea e la crescita di rilevanza dei discorsi di sicurezza?
2. È la paura urbana una conseguenza inevitabile della vita urbana contemporanea o ne esiste un uso politico?
3. Esiste un uso di discorsi disinformativi di paura come strumenti di potere in pianificazione e urbanistica?
4. In che modo la pianificazione e l’urbanistica possono affrontare i discorsi di paura?
i “rischi” della ricerca
1. Una ricerca “politica”: impegno civico vs (?) rigore
2. Indagare il mondo dei “sentimenti”
3. Sentimenti personali, geografie individuali
4. Generalizzare? Come Generalizzare?
i “rischi” della ricerca
1. Una ricerca “politica”: impegno civico vs (?) rigoreIris Marion Young (1990; 2001): “the philosoper is socially situated”
2. Indagare il mondo dei “sentimenti”“Ascolto critico”, decostruzione delle “informazioni strutturalmente distorte” (Forester, 1989)
3. Sentimenti personali, geografie individualiRiscoperta di luoghi e questioni
4. Generalizzare? Come Generalizzare?Casi studio e letteratura
quale approccio?
Deduzione: sistematizzazione, generalizzazione, produzione di “categorie” di analisi
Induzione: (ri)scoperta dei luoghi verso una teoria “critica” (Brenner, 2009; Marcuse, 2010)
“nella ricerca scientifica si parte da due fattori iniziali, ciascuno dei quali
ha un suo tipo di autorità: le osservazioni non possono essere
confutate, e i princìpi fondamentali devono risultare verificati: si deve
compiere una specie di manovra a tenaglia”
(Bateson, 1972, 26)
quattro argomenti teorici
La “contraddizione dei dati” e la retorica sulla sicurezza
Differenza nello spazio urbano: la alterità come costruzione sociale
Politiche per la – o nel nome della – sicurezza
Fear follows form follows fear: pianificazione e potere
gli [spazi di paura] della città contemporanea
RecintoAuto–esclusione vs etero–esclusione
gli [spazi di paura] della città contemporanea
BarrieraInfrastrutture e diritti di mobilità
gli [spazi di paura] della città contemporanea
Spazio Post-PubblicoPrivatizzazione e fortificazione
gli [spazi di paura] della città contemporanea
ControlloSorveglianza dello spazio urbano
approccio di ricerca empirica
Generalizzazione degli effetti “spaziali”:un approccio “semi” quantitativo
Sentimenti, discorsi, politiche, pratiche, spazialità:il paradigma qualitativo
approccio di ricerca empirica
Generalizzazione degli effetti “spaziali”:un approccio “semi” quantitativo
Sentimenti, discorsi, politiche, pratiche, spazialità:il paradigma qualitativo
Il “caso di studio”:
domande del tipo “how” (Yin, 1994/2003);approccio olistico (Zaidah, 2007);
researching as “learning” (Flyvbjerg, 2011);analisi multi-prospettica (Tellis, 1997)
General, theoretical knowledge is more valuable than concrete case knowledge
Predictive theories and universals cannot be found in the study of human affairs. Concrete case knowledge is therefore more valuable than the vain search for predictive theories and universals
One cannot generalize on the basis of an individual case; therefore, the case study cannot contribute to scientific development
One can often generalize on the basis of a single case, and the case study may be central to scientific development via generalization as supplement or alternative to other methods. But formal generalization is overvalued as a source of scientific development, whereas “the force of example” and transferability are underestimate
The case study is most useful for generating hypotheses; that is, in the first stage of a total research process, while other methods are more suitable for hypotheses testing and theory building
The case study is useful for both generating and testing of hypotheses but is not limited to these research activities alone
The case study contains a bias toward verification, that is, a tendency to confirm the researcher’s preconceived notions
The case study contains no greater bias toward verification of the researcher’s preconceived notions than other methods of inquiry. On the contrary, experience indicates that the case study contains a greater bias toward falsification of preconceived notions than toward verification
It is often difficult to summarize and develop general propositions and theories on the basis of specific case studies
It is correct that summarizing case studies is often difficult, especially as concerns case process. It is less correct as regards case outcomes. The problems in summarizing case studies, however, are due more often to the properties of the reality studied than to the case study as a research method. Often it is not desirable to summarize and generalize case studies. Good studies should be read as narratives in their entirety
cinque critiche (Flyvbjerg, 2011)
metodologia di ricerca
“Multiple case” e “logica della replicazione” (Yin, 1994/2003)
Sud Europa: due casi in una regione poco nota alla ricerca
Documenti, dati d'archivio, interviste, osservazione diretta, partecipazione osservante, osservazione di artefatti fisici (Tellis, 1997)
Intervista qualitativa per una ricerca del “non detto”
metodologia di ricerca
1. Analisi dei dati sulla criminalità e delle percezioni di sicurezza
2. Mappe degli [spazi di paura]: Recinto; Barriera; Spazio Post-Pubblico; Controllo
3. Approfondimenti di caso
4. Collezione ed analisi di prodotti mediatici
“fine prima parte”
“What I would advocate is that geographers go out into the world[...] in order to experience the life-worlds of other people”
(Sibley, 1995).
1. Lisbona, città sicura?
Crimini “violenti e gravi” in crescita (?) fino al 2006 (aumento denunce, diminuzione vittimizzazione)
Insieme ad Atene, la più “sicura” tra le città europee
1. Lisbona, città sicura?
Sentimenti di insicurezza storicamente alti
Picchi nel 2008 e campagna mediatica
2. gli [spazi di paura] a Lisbona
condominios fechados e slumsla logica infrastrutturale e la “cidade de bairros”
2. gli [spazi di paura] a Lisbona
trasformazione commerciale e fortificazionecontrollo dello spazio pubblico e gestione del traffico
3. approfondimenti di caso: Chelas
Cultura di pianificazione, centralismo, tecnicismoSistema infrastrutturale come generatore di urbanitàZone lineari di vita intensa (GTH-CML 1965)Compartimentazione delle funzioni urbane (Remesar Costa 2001)
“modernismo mediterraneo”
3. approfondimenti di caso: Chelas
Spezzettamento dell’operazione; priorità alle residenze e carenza di servizi; occupazioni; un progetto mai completato; scelte strategiche miopi; proressivo abbandono; mancanza di condizioni per i privati
“frammentazione” e “disimpegno”
3. approfondimenti di caso: Chelas
Forma: entità fortificate “dentro” ChelasPrecondizione: “vuoti” della città modernista e stigmatizzazione localeProcesso: investimenti privati e pianificazione top-down
“secessione” e “post-città”
3. approfondimenti di caso: Colombo
un centro commerciale “eccezionale”Quinta da Luz: un quartiere “tranquillo”città modernista e grandi contenitori
3. approfondimenti di caso: controllo
controllo puntuale2008: videosorveglianza da “pericolo” a “politica”CNPD e autorizzazioni
4. il “discorso” mediatico-politico
Quartieri “marginali”, “no-go areas”, crimine: Chelas, Bairro Alto, Mouraria
Centralismo portoghese
Il tema “modernizzazione” (Frois, 2008; 2011)
2008: campagna nazionale e politiche locali
conclusioni
2. pianificazione e quartieri pubblici: “vuoti” modernisti e città “post-pubblica”
3. Colombo: differenze, “stress culturale” (CNEL, 2010) e città modernista
4. controllo a rete vs controllo puntuale: proporzionalità e prospettive future
5. politiche di sicurezza: scale globale/nazionale/locale
conclusioni
6. rapporti di potere e (dis)informazione: approcci egemonico vs discorsivo
7. “meridione” e “svolta istituzionalista”: potere in contesti con bassa partecipazione pubblica
8. esclusione: “grey space”, “whitening”, “blackening”, “non planning” (Yiftachel, 2009)
conclusioni
9. [spazi di paura] e pianificazione urbana: 3 approcci
Esclusione dei sentimenti dal campo disciplinarePianificazione modernista e tecnicista
Paura ineludibile e sicurezza come “richiesta sociale”Approccio ambientale alla sicurezza
Risoluzione dei conflittiL'approccio terapeutico (Sandercock, 2003)
fearscapes
Dagli [spazi di paura] ai “paesaggi di paura”
Il paesaggio è un concetto generato all’intersezione tra la sfera pratica e quella riflessiva, tra quella naturale e quella culturale, tra quella razionale e quella affettiva (Gold, Revill 2003)
Il paesaggio è una categoria concettuale conseguente alla distanza tra l’osservatore e lo spazio osservato (Desportes 2005, 10)
Dagli [spazi di paura] ai “paesaggi di paura”verso quale futuro?
grazie per l'attenzione