PENSARE L'AZIONE CON MAMME E PAPÀ UN PO' COSÌ E UN PO' COSÀ

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PENSARE L’AZIONE CON MAMME E PAPÀ UN PO’ COSÌ E UN PO’ COSÀ Silvio PREMOLI Università Cattolica di Milano La Grande Casa scs onlus, Sesto San Giovanni Seminario di studio Prospettive di ricerca e intervento con le famiglie vulnerabili 31 ottobre 2013 Università degli Studi di Padova

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PENSARE L’AZIONE CON MAMME E PAPÀ UN PO’ COSÌ E UN PO’ COSÀ

Silvio PREMOLI Università Cattolica di Milano

La Grande Casa scs onlus, Sesto San Giovanni

Seminario di studio Prospettive di ricerca e intervento

con le famiglie vulnerabili 31 ottobre 2013

Università degli Studi di Padova

Un’evidenza globale: il Child & Family Welfare

sta cambiando

il riconoscimento dell’importanza delle responsabilità dei professionisti nei processi di presa in carico

la rilevanza attribuita alla valutazione e alla supervisione l’enfasi su un approccio che pone il proprio focus sulla famiglia, in un’ottica

di supporto e di empowerment; una diversa considerazione del maltrattamento, che valorizza maggiormente

l’esperienza traumatica vissuta dal bambino, piuttosto che la natura dell’atto in sé

una maggiore attenzione alla valutazione dei fattori di rischio presenti nell’ambiente di vita del bambino

un riconoscimento significativo del contesto culturale di riferimento

New Directions in Child Protection and Family Support (Parton & Mathews, 2001)

1st milestone: la ratifica della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza da parte di tutti i paesi europei e la sua progressiva implementazione

2nd milestone: la promozione del paradigma della qualità negli interventi socioeducativi

3rd milestone: l’introduzione del paradigma delle pratiche evidence-based

Emerging Milestones in Child & Family Welfare (Grietens, 2010)

Nuove direzioni nel Child and Family Welfare

Osservando con attenzione il panorama internazionale del Child and Family Welfare, ovvero l’insieme dei servizi socioeducativi rivolti a bambini e bambine, adolescenti e famiglie vulnerabili, è possibile cogliere una serie di elementi ricorrenti e trasversali che si stanno affermando come frutto maturo di un ventennio di scambi e riflessioni condivise, grazie all’influenza della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza delle Nazioni Unite del 1989 (CRC) e alle politiche di sostegno all’integrazione promosse dall’Unione Europea(Grietens, 2010; Premoli, 2012).

Prospettiva

globale

MONDO

Prospettiva

pedagogica

PERSONA

CRC Convenzione sui diritti dell’infanzia

dell’adolescenza

Approccio

basato

sull’integrità

della famiglia e

la protezione

dei legami

Approccio

basato sulla

ricerca della

resilienza, dei

punti di forza

e della

bellezza

Approccio basato

sulla

partecipazione

sulla

valorizzazione del

punto di vista dei

bambini

Approccio

interculturale

Approccio

valutazione qualità

ricerca

Approccio basato

sui diritti dei

bambini

Cfr. Premoli S. (2012), Bambini, adolescenti e famiglie vulnerabili, FrancoAngeli, Milano.

Approccio

orientato alla

composizione

dei punti di

vista

professionali

CRC come bussola per orientare e progettare interventi socioeducativi in una società pluralistica come la nostra

Best (migliore), non superiore o maggiore

ART.3 IN THE BEST INTEREST

OF THE CHILD

Nelle società plurali e multietniche si rende sempre più inevitabile individuare gli orizzonti condivisi su cui fondare la convivenza e le progettualità educative

Una questione di cittadinanza

Qual è il miglior interesse delle bambine e dei bambini e di ogni singolo bambino e bambina?

C’è contraddizione tra i diritti dei bambini e i diritti degli adulti, che siano genitori o educatrici ed educatori?

In the best interest of the child

«Gli Stati parti si impegnano ad assicurare al bambino e alla bambina, al ragazzo e alla ragazza la protezione e le cure necessarie al loro benessere, in considerazione dei diritti e dei doveri dei loro genitori».

(Art. 3.2 CRC)

Diritti dei bambini versus

Diritti dei genitori? ARTICOLO 8 Diritto al rispetto della vita privata e familiare

1. Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza.

2. Non può esservi ingerenza di una autorità pubblica nell’esercizio di tale diritto a meno che tale ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una società democratica, è necessaria alla sicurezza nazionale, alla pubblica sicurezza, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e delle libertà altrui.

Principi che sostengono l’integrità

della famiglia

Principi che focalizzano i diritti dei bambini

1. Le famiglie, nelle diverse forme che assumono, sono il posto migliore in cui un bambino può crescere

2. Le famiglie hanno il diritto di accedere a risorse e opportunità

3. Le famiglie hanno diritto alla privacy e alla riservatezza, a meno che i propri figli non subiscano danni

1. I diritti genitoriali sono condizionati dall’obbligo di proteggere i bambini e promuovere il loro benessere

2. I bambini hanno il diritto a una buona opportunità di vita e a uno sviluppo sano ed equilibrato, inclusi un senso di appartenenza, la continuità nell’accudimento, la sicurezza, la cura, l’essere socializzato alle norme della convivenza civile, avere accesso ad opportunità

3. I bambini che vivono in condizioni di rischio hanno diritto alla protezione della comunità

McCroskey e Meezan (1998)

Verso un nuovo equilibrio

Nel migliore interesse dei bambini è necessario sviluppare un nuovo modo di lavorare con le famiglie:

Che superi la contrapposizione tra i diritti dei bambini e quelli dei genitori

Che protegga i legami e promuova il «buon trattamento»(Pourtois)

Che si prenda cura della genitorialità «infranta»(Formenti)

Che promuova la family preservation

Il diritto ad avere genitori abbastanza buoni non è irrealizzabile, a patto che qualcuno si prenda cura dei genitori (in)competenti – cancellando le parentesi e il loro contenuto…

Ri-pensare I genitori per ri-pensare l’intervento con i genitori

È urgente pensare in modo differente le famiglie d’origine dei “nostri” bambini,

perchè abbiamo bisogno che i nostri interventi siano efficaci (o meglio, ne hanno

bisogno bambini e famiglie).

Genitori “(In) compententi” (Formenti, 2008)?

Non famiglie multiproblematiche, ma famiglie “multi-professionali” (Asen, 2005)

Cambiare il nostro modo di pensare i genitori è un imperativo

Chi sono questi genitori?

Mamme e papà

un po’ così e un po’ cosà.

Sguardo semiserio un po’ irriverente sulle

complessità familiari

di Laura Papetti e Andrea Prandin

Chiamiamole famiglie « spettinate »…

Ofelia La signora Ofelia è la mamma di Giorgio. È sempre elegante, vestita di scuro. Va a lavorare in una sartoria. La signora Ofelia è la mamma di Giorgio e divide il suo tempo in giorni pari e giorni dispari. PARI E DISPARI? Già.

E oggi che giorno è? BIM BUM BAM… . Nei giorni pari ha sempre un filo di rossetto Rosso e accompagna Giorgio fino davanti a scuola. Gli schiocca un bacio dolcissimo, che gli rimane impresso come un dipinto sulla pelle chiara. A volte le compagne lo prendono in giro chiedendogli: - Chi ti avrà baciato?

La signora Ofelia è la mamma di Giorgio e nei Giorni dispari non la si vede mai. Si chiude in casa, non dice una parola e spesso siede al buio sulla poltrona che c’è nella camera grande.

La signora Ofelia nei giorni dispari aspetta che passino i nuvoloni neri, carichi di tempesta, che si sono dati appuntamento nei suoi pensieri.

Nei giorni dispari Giorgio è un bambino più grande. Si alza da solo, si prepara con cura la colazione: Latte, orzo, zucchero, frollini. Poi si avvia sotto casa e, quando passano Sara e Alessandro con le loro mamme, si unisce a loro per andare a scuola. Nei giorni dispari Giorgio osserva le altre mamme.

La signora Ofelia e Giorgio oggi, dopo la scuola vanno al parco. Perché oggi è un giorno pari e non ci sono nubi all’orizzonte.

Esistono «modi di essere genitori o di non esserlo, che è facile criticare, stigmatizzare, valutare negativamente, prima di averli realmente compresi. Leggere […] storie di mamme e papà un po’ speciali, un po’ normali, un po’ al limite, significa cercare di capire, ma con leggerezza e con uno sguardo tenero, non giudicante, comportamenti che feriscono, pur senza intenzione, atteggiamenti che confondono, mentre vorrebbero trasmettere amore e presenza» (Formenti, 2006). Riuscire a comprendere queste persone e questi legami, senza condannare o etichettare «con precise definizioni – È un incapace…! È matto…! È cattiva…! È problematica…! – è un’operazione dovuta e importante, potenzialmente terapeutica nei suoi esiti. È un atto profondamente etico»

Un ruolo di conduzione concepito non come «esperto» ma come facilitatore

una rappresentazione del potere e della relazione d’aiuto che, pur prevedendo una struttura asimmetrica, privilegia rapporti orizzontali, paritari e negoziali

Una valorizzazione dei saperi esperienziali dei genitori e degli altri attori che costituiscono la rete della famiglia nucleare

Empowerment familiare

Approcci che ricercano e valorizzano le capacità di resistenza, i fattori di resilienza, i punti di forza, la bellezza, che sono tutti accomunati da una visione antideterministica dello sviluppo umano (Milani e Ius, 2010); in questo senso appare valorizzato il diritto alla vita, alla sopravvivenza, allo sviluppo (articolo 6 della CRC), alla salute e al benessere.

In cerca di resilienza, punti di forza e bellezza

Alla ricerca della bellezza

È un invito a trasformare il proprio sguardo professionale andando a cercare «cose piccole e belle», lavorando nella convinzione che esistono tracce, anche minime, di bellezza, e che queste possono essere rese visibili dagli stessi componenti della famiglia (e non solo dall’operatore). Il lavoro è dunque quello di soffermarsi con attenzione e cura su queste tracce minimali, accoglierle come un dono, valorizzarle, farle ri-splendere. Si tratta di un posizionamento di cura che privilegia la ricerca della bellezza (Prandin, 2012).

Secondo Keeney (1985: 202), Bateson invitava a diffidare dagli interventi terapeutici tecnici basati su «ricettari preconfezionati», che cercano di agire su aspetti specifici della situazione, in modo disconnesso dal complesso totale.

L’indicazione batesoniana ha sempre proposto un’alternativa centrata sulla ricerca della bellezza e sulla comprensione dell’ecologia dei problemi, invitando a «cercare ogni segno di luce negli altri, e (ad) aiutarli e rinforzarli in tutto ciò che di saggio vi sia in loro» (Bateson, 1976: 508).

Cercare la bellezza

Tratto da Prandin A. (2012), Posizionamenti estetici e ricerca della bellezza, in L. Formenti, ed., Reinventare la famiglia, Milano, Apogeo.

Lavorando con una famiglia bloccata tra innumerevoli lamentele per gli abbracci mancati e mancanti tra genitori e figlio, chiesi a quest’ultimo di raccontare quando si sentiva abbracciato dalla madre. Mi diede una risposta sorprendentemente bella: “Quando io sono a letto e sento la mamma stendere i panni in corridoio. Ascoltare il rumore delle mollettine mi piace... in quel momento mi sento abbracciato”. La madre stupita commentò: “Allora stenderò più spesso e userò tante mollettine per ogni indumento da stendere!”.

È evidente la contiguità tra la prospettiva contro il determinismo della resilienza e la capacità di vedere e mostrare quanto i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze che vivono situazioni di vulnerabilità sono belli/e, forti, capaci, nonostante qualche ostacolo di troppo sul loro cammino (Premoli et al., 2012).

Questione di punti e di cornici

Il Punto (by P. Reynolds)

“Inventare storie è una cosa seria”. (Gianni Rodari)