Pace, Rosaria, Sannicandro, Katia (in press). La classe abitata e quella immaginata. Un’esperienza...

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See discussions, stats, and author profiles for this publication at: https://www.researchgate.net/publication/281899349 Pace, R., Sannicandro, K. (in press). La classe abitata e quella immaginata. Un’esperienza di co-progettazione con gli studenti CONFERENCE PAPER · SEPTEMBER 2015 READS 11 2 AUTHORS, INCLUDING: Rosaria Pace Università degli studi di Foggia 25 PUBLICATIONS 2 CITATIONS SEE PROFILE All in-text references underlined in blue are linked to publications on ResearchGate, letting you access and read them immediately. Available from: Katia Sannicandro Retrieved on: 10 March 2016

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Pace,R.,Sannicandro,K.(inpress).Laclasseabitataequellaimmaginata.Un’esperienzadico-progettazioneconglistudenti

CONFERENCEPAPER·SEPTEMBER2015

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2AUTHORS,INCLUDING:

RosariaPace

UniversitàdeglistudidiFoggia

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Proceedings EMEM ITALIA

Teach Different!

PROCEEDINGS DELLA MULTICONFERENZA

EMEMITALIA2015

Genova, 9-11 settembre 2015

MARINA RUI, LAURA MESSINA, TOMMASO MINERVA

RICERCA

A CURA DI

MARINA RUI, LAURA MESSINA, TOMMASO MINERVA

Teach Different! PROCEEDINGS DELLA MULTICONFERENZA

EMEMITALIA2015

Genova, 9-11 settembre 2015

La classe abitata e quella immaginata. Un’esperienza di co-progettazione con gli studenti

Rosaria PACE1, Katia SANNICANDRO1 1 Università di Foggia, Foggia (Italy)

Abstract Il contributo presenta i risultati di un’esperienza di co-progettazione dell’aula scolastica condotta con un gruppo di studenti della scuola secondaria di secondo grado pugliese. Il team di ricerca ha sostenuto l’iniziativa attraverso la predisposizione di strumenti e di metodologie in grado di far emergere direttamente dal contesto bisogni e prospettive di innovazione. Lo spazio scolastico, “reinventato” dai suoi stessi abitanti, diventa elemento per riflettere sul processo di apprendimen-to, sul ruolo della tecnologia, sulla relazione docente-studente. Keywords: participatory design, learning spaces, open classroom.

Introduzione La crescente ibridazione tra ambienti reali e virtuali vede i ragazzi muoversi in contesti sempre più complessi, in cui “si sviluppano azioni e relazioni che costituiscono gli spazi di vita, gli ecosistemi all’interno dei quali si inseriscono i percorsi di apprendimento” (Giannandrea, 2013, p. 85). In un contesto in cui gli studenti sono abituati a personalizzare i propri spazi fisici e digitali e a parte-cipare alla definizione dei propri ambienti di apprendimento, lo spazio classe resta un elemento spesso ancorato ad una progettazione “dall’alto”, che non prevede il loro coinvolgimento. Proprio la partecipazione degli studenti nella definizione del proprio spazio e tempo di apprendimento costituisce uno degli elementi su cui la ricerca educativa sta lavorando attivamente. Le indagini e le esperienze legate ai processi di ridefinizione degli spazi didattici hanno dato vita ad un forte dibattito sulle dinamiche e sulle modalità di progettazione degli ambienti e sul loro impatto sui processi di inse-gnamento e apprendimento (Oblinger, 2006; Brooks, 2011), anche attraverso una innovazione fondata sul rapporto sinergico tra pedagogia e architettura (Weyland, 2013; Weyland & Attia, 2015). La creazione di un’aula “a misura di studente” può rappresentare un bisogno? In che modo gli studenti vedono la propria classe e come la riprogetterebbero? Tale intervento può avere effetti sulla relazione con il docente? E può incidere sulla motivazione ad apprendere a scuola? Senza entrare nel merito delle carenze e delle criticità legate agli interventi di edilizia scolastica, come evidenziato dai dati emersi dall’ultimo Rapporto Legambiente in tema di qualità dell’edilizia scolasti-ca, delle strutture e dei servizi (2014), il contributo descrive un’esperienza di co-progettazione con gli studenti.

Stato dell’arte L’aula può rappresentare un elemento in grado di sostenere la motivazione e la partecipazione all’apprendimento in classe, elementi a loro volta correlati al coinvolgimento e al successo scolastico (Remedios et al., 2000). Tali processi non possono ignorare gli spazi di apprendimento, poiché “le percezioni che gli studenti hanno dell’ambiente scolastico influenzano il loro modo di imparare” (Abell et al., 2011, p. 171, trad. nostra). La partecipazione attiva nella definizione del processo e del percorso didattico si declina attraverso metodi e strumenti che accrescono le possibilità proattive degli studenti e che vanno dall’impiego di piattaforme di social learning nelle quali la personalizzazione e l’interazione tra pari sono centrali, all’adozione di modelli didattici che rovesciano la sintassi della comunicazione docente-studente, as-segnando un ruolo primario alla fruizione diretta del materiale didattico, a cui si affianca la co-progettazione di risorse e ambienti per l’apprendimento, reali e virtuali (Scaife et al., 1997). Nell’ottica di un ecosistema didattico in cui i processi di apprendimento e lo spazio fisico si influenza-

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no e si sostengono a vicenda, la partecipazione e la collaborazione tra educatori e discenti diviene cen-trale (Woolner, 2014). I metodi della progettazione partecipata consentono dunque il coinvolgimento dei fruitori nei team di progettazione come partner di progetto (Druin, 2002), attraverso processi in grado di rilevarne le conoscenze tacite e i bisogni latenti (Sanders, 2002), anche impiegando metodi, approcci e strumenti differenziati in relazione allo scopo e al contesto d’uso (Sanders et al., 2010).

Metodologia L’esperienza di progettazione partecipata che si intende presentare in questo breve testo è stata artico-lata attraverso un percorso di ricerca-azione che ha coinvolto due classi terze della sezione Linguistico dell’Istituto “Marco Polo” di Bari. Il percorso ha previsto diversi incontri con i docenti e con gli stu-denti per la rilevazione dei bisogni e per la definizione di scenari e proposte innovative in relazione al setting didattico, in un arco temporale compreso tra settembre 2014 e aprile 2015. L’esperienza di progettazione - di cui in questa sede si descriveranno soltanto gli esiti del confronto con gli studenti - ha coinvolto gli stessi destinatari dell’innovazione in una riflessione articolata sugli spazi dell’apprendere e sulle possibilità di “appropriazione” e di riconfigurazione degli stessi. Attraverso strumenti di rilevazione quali-quantitativa (questionari, focus group, ideazione di scenari) e tecniche di matrice etnografica (cultural probes), gli studenti sono diventati osservatori dello spazio, hanno avviato una riflessione sugli elementi critici del setting e hanno proposto concreti spunti per la riconfigurazione dell’aula. La produzione di disegni, la verbalizzazione, la scrittura e l’analisi collabo-rativa hanno attivato processi metariflessivi e, contestualmente, hanno innescato azioni ideative a cura degli stessi ragazzi. Il ruolo del team di ricerca è stato di facilitazione metodologica, oltre che di rile-vazione, raccolta e analisi degli elementi emersi dal lavoro di co-progettazione in aula. La Tabella 1 rappresenta un prospetto sintetico delle attività realizzate.

Strumento Descrizione dello strumento Obiettivi Tempi

Produzione di dise-gni e di descrizioni a partire da alcune frasi stimolo.

Gli studenti producono elaborati - disegni e brevi descrizioni - a partire dalle frasi: “L’ultima volta in cui hai impa-rato”; “Disegna e descrivi le oc-casioni in cui pensi di imparare”; “Progetta lo spazio di appren-dimento che vorresti”.

Attivare una riflessione sulla rappresentazione e sulla percezione dello spazio di apprendimen-to a scuola o nell’extrascuola.

Settembre 2014

Cultural probes (Gaver, Dunne & Pacenti, 1999): sca-tola dei pensieri sparsi e tavola degli umori.

Gli studenti annotano pensieri positivi e negativi sugli arredi e sugli ambienti scolastici (“og-getti che mi rendono felice e mi infastidiscono in aula”; “lo spa-zio della classe è per me…”) attraverso lo strumento chiama-to tavola degli umori: cartellone affisso in aula e visibile durante l’intero percorso di progettazio-ne. Attraverso la scatola dei pensieri sparsi, invece, gli stu-denti raccolgono considerazioni anonime in merito alle caratteri-stiche che rendono efficace e sereno un ambiente di appren-dimento (“mi piacerebbe poter arredare il corridoio/l’aula/la biblioteca con…”; “mi sentirei più a mio agio in aula se potessi avere con me” ecc.).

Raccogliere informa-zioni relative ai biso-gni, agli stati d’animo e alle sensazioni legate all’uso degli spazi. Generare soluzioni progettuali che meglio rispondano alle esigen-ze degli utenti.

Dicembre 2014

Questionario auto- Il questionario indaga le seguen- Raccogliere le rappre- Gennaio

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Strumento Descrizione dello strumento Obiettivi Tempi somministrato, a domande aperte.

ti aree di rilevazione: la rappre-sentazione della classe; la con-figurazione dello spazio didatti-co; il setting didattico ideale; le proposte di cambiamento.

sentazioni, far emerge-re le opinioni e le pro-poste di cambiamento.

2015

Tabella 1 – Strumenti attivati con docenti e studenti.

Risultati e discussione I risultati, presentati in forma estremamente sintetica, rappresentano il frutto di una prima analisi dell’esperienza. La progettazione con gli studenti è stata articolata secondo diverse fasi, riconducibili ad un tipico disegno iterativo, con il ritorno successivo sulle visioni e sulle proposte elaborate, anche a seguito della loro adozione nel contesto. Le aree di indagine per la co-progettazione sono state quella delle rappresentazioni, quella dei bisogni e quella della proposte di innovazione. Con riferimento alle rappresentazioni, gli studenti vedono l’aula come uno spazio statico, con il docen-te al centro del setting didattico e con la presenza di tecnologie come la LIM, le postazioni video e i tablet nella maggior parte dei casi non integrate negli spazi didattici. L’aula viene descritta principal-mente come un’area impersonale, poco accogliente, buia, talvolta addirittura opprimente. Tra i bisogni, emerge in maniera esplicita e diffusa la richiesta di una maggiore possibilità di persona-lizzazione, con poster, fotografie, musica, armadietti individuali, piante e con l’allestimento di spazi “creativi” immaginati come aree di condivisione e di lavoro in gruppo, oltre che di socializzazione. Le proposte di innovazione degli studenti, infine, comprendono ipotesi di cambiamento su vari livelli: da quello strutturale a quello legato all’arredo, fino ad includere le modalità di interazione con i docen-ti. Colori vivaci (verde, blu, rosso, arancio, giallo tra i preferiti) ed elementi che possano far sentire a proprio agio, anche attraverso la presenza in aula di oggetti quotidiani e familiari (macchina del caffè, dispensa, libreria ecc.), ma anche spazi per il lavoro in gruppo o aree aperte dove poter studiare, con-tribuiscono a ridisegnare la geografia della classe. Un’aula nella quale la cattedra e il docente sono collocati al centro, le file di banchi diventano postazioni ad isola, la comunicazione didattica diviene circolare, l’interazione con i pari e con il docente è fisicamente liberata da ostacoli e da barriere.

Conclusioni La riflessione sui bisogni e sulle soluzioni in grado di creare un ponte con l’extrascuola e con le espe-rienze di apprendimento ubiquo, colloca gli spazi al centro dell’azione educativa. Il percorso di proget-tazione partecipata ha permesso di accogliere proposte e visioni sull’ambiente classe. Esso ha anche consentito una riflessione di più ampio raggio sulle ipotesi di innovazione in termini organizzativi, re-lazionali e didattici. La scuola diventa un luogo di progettazione “pedagogicamente” sostenibile, a cu-ra di gruppi compositi, di cui fanno parte gli stessi studenti. Ulteriori indagini e confronti con i ragazzi e l’estensione dell’iniziativa all’intero istituto scolastico, permetteranno di comprendere in che modo il benessere a scuola, l’appropriazione degli spazi, la crea-tività possano incoraggiare il senso di appartenenza e quindi il coinvolgimento/la motivazione in aula. Molto interessante, inoltre, appare il confronto tra le visioni emerse da studenti e docenti; non necessa-riamente divergenti, di cui si renderà conto in lavori successivi. Nato dall’obiettivo di individuare proposte per uno spazio più funzionale, in grado di generare benes-sere e di accogliere elementi fisici didatticamente motivanti, il percorso avviato richiede ulteriori spazi di creazione e di condivisione di idee tra docenti, studenti e progettisti. Al centro dell’iniziativa, la lungimiranza del Dirigente dell’Istituto, Antonio Guida, animato dall’idea di creare un’area educativa a tutto tondo, in cui l’apertura e il dialogo con i docenti possa coinvolgere il luogo fisico e l’abitare la classe, così come il processo didattico più ampio. Il motore dell’intero progetto sono stati i docenti - estremamente motivati - e un team di progettazione composto da figure diverse e poliedriche, tra cui uno psicologo del lavoro (Rocco Mennuti) e un gio-

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vane imprenditore e co-fondatore - tra l’altro - di una innovativa sede di co-working (Diego Antonac-ci). Oltre alla componente accademica, supporto metodologico nell’esperienza di progettazione parte-cipata e soggetto in dialogo con la ricerca educativa. Il lavoro condotto nel corso dell’anno scolastico 2014-2015 ha permesso di enucleare i primi interven-ti. L’obiettivo successivo sarà quello di lavorare in continuità con quanto già realizzato, nell’ottica di un laboratorio permanente di progettazione, che includa processi di autoproduzione di oggetti e mate-riali, ma anche incontri, esperienze ed eventi nei nuovi spazi immaginati. Essi quindi non saranno più ideali, ma abitati e continuamente trasformati dalle esigenze delle singole classi.

Riferimenti bibliografici Abell M. M., Jung E., & Taylor M. (2011). Students’ perceptions of classroom instructional environ-ments in the context of ‘Universal Design for Learning’. Learning Environ Res, 14, 171-185. Brooks, D. C. (2011). Space matters: The impact of formal learning environments on student learning. British Journal of Educational Technology, 42(5), 719-726. Druin A. (2002), The Role of Children in the Design of New Technology. Behaviour and Information Technology - BIT, 21(1), 1-25. Gaver, B., Dunne, T., & Pacenti, E. (1999). Design: Cultural Probes. Interactions, 6(1), 21-29. Giannandrea, L. (2013). Social media e didattica. Progettare dispositivi per un apprendimento parte-cipativo. In S. Silenzi (ed.), Social Media: nuove strategie per l’apprendimento nell’era del web 2.0 (p. 85). Atti del Convegno dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Garibaldi” di Macerata, Scuola capofi-la della Rete Biblioteche Scolastiche della Provincia di Macerata. Macerata: EUM Edizioni Università di Macerata. Legambiente (2014), Ecosistema Scuola. XV Rapporto di LEGAMBIENTE sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi. Roma: Legambiente. Oblinger. D. (2006) (Ed.). Learning spaces. Washington, DC: EDUCAUSE. Remedios, R., Lieberman, D. A., & Benton, T. G. (2000). The effects of grades on course enjoyment: Did you get the grade you wanted? British Journal of Educational Psychology, 70, 353-368. Sanders, E. (2002). From User-Centered to Participatory Design Approaches. In J. Frascara (Ed.), Design and the Social Sciences. Making connections (pp.1-9). London: Taylor & Francis Books Lim-ited. Sanders, E., Brandt, E., & Binder, T. (2010). A Framework for Organizing the Tools and Techniques of Participatory Design. PDC ‘10 - Proceedings of the 11th Biennial Participatory Design Conference, 195-198. Scaife, M., Rogers, Y., Aldrich, F., & Davies, M. (1997). Designing for or designing with? Informant design for interactive learning environments. Proceedings of the ACM SIGCHI Conference on Human factors in computing systems (pp. 343-350). ACM. Weyland, B. (2013). Media e spazi della scuola. Brescia: La Scuola. Weyland, B., & Attia, S. (2015). Progettare scuole tra pedagogia e architettura. Milano: Guerini. Woolner, P. (2014) (Ed.). School Design Together. Abingdon: Routledge.

Nota Gli autori hanno condiviso il contenuto del contributo. Tuttavia, a Rosaria Pace si deve attribuire la scrittura dei paragrafi Metodologia, Risultati e Discussione e Conclusioni; a Katia Sannicandro la scrittura dei paragrafi Introduzione e Stato dell’arte.

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ISBN 978-88-97752-60-8

Impaginazione: Università degli Studi di Modena e Reggio EmiliaAlessandro BonviniLuca GaspariniLaura Guida

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Proceedings della multiconferenza EMEMITALIA che raccoglie lo stato dell’arte a livello nazionale dell’e-learning, la media education e l’ambiente di condivisione Moodle.EMEMITALIA è una MultiConferenza cui concorrono società scientifiche, associazioni, gruppi di ricerca, reti di istituzioni, ossia Comunità, attive nella ricerca e nella promozione delle metodologie e delle tecnologie per l’innovazione didattica, con l’obiettivo condiviso di aggregare la molteplicità di eventi e iniziative pubbliche relative a metodologie e tecnologie per l’innovazione didattica e realizzare un evento unitario nel panorama italiano con un riflesso internazionale.I temi trattati nel 2015 sono:• Open Education e Moocs;• La scuola digitale;• Open Communities ed Education Networks;• Games, simulazioni e formazione in ambito clinico;• Flessibilità nella formazione continua e innovazione dei modelli formativi;• Tecnologie e didattica universitaria;• Formazione degli insegnanti e competenze digitali.

Laura Messina, Professore ordinario di Pedagogia sperimentale dell'Università di Padova. Tommaso Minerva, Professore ordinario di statistica dell'Università di Modena e Reggio Emilia Direttore del CEA (eLearning Center); Direttore di EDUNOVA (Interuniversities e-Learning Center). Marina Rui, Delegato e-learning dell’Università di Genova.