L. EBANISTA, G. FATUCCI, S. GOZZINI, F. LAMONACA, P. PACCHIAROTTI, I signacula del Museo Nazionale...

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INSTRVMENTA INSCRIPTA V Signacula ex aere. Aspetti epigrafici, archeologici, giuridici, prosopografici, collezionistici ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE (Verona, 20-21 settembre 2012) a cura di Alfredo Buonopane e Silvia Braito con la collaborazione di Cristina Girardi Scienze e Lettere Roma 2014

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INSTRVMENTA INSCRIPTA V

Signacula ex aere.Aspetti epigrafici, archeologici, giuridici,

prosopografici, collezionistici

ATTI DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE

(Verona, 20-21 settembre 2012)

a cura di Alfredo Buonopane e Silvia Braito

con la collaborazione di Cristina Girardi

Scienze e LettereRoma 2014

Volume stampato con il contributo di: Dipartimento Tempo Spazio Immagine Società (TeSIS) dell’Università degli Studi di Verona

Rotary Club Como Baradello

Con il patrocinio di: Università degli Studi di Verona, Dipartimento TeSIS Association Internationale d’Épigraphie Grecque et Latine (A.I.E.G.L.) Terra Italia Onlus

&RPLWDWR�VFLHQWL¿FR� Giulia Baratta, Alfredo Buonopane, Ivan Di Stefano Manzella,

Sergio Lazzarini, Marc Mayer i Olivé, Giovanni Mennella

Redazione: Alfredo Buonopane, Silvia Braito, Cristina Girardi

(GLWLQJ�H�OD\RXW�JUD¿FR��Cristina Girardi

Coordinamento peer review: Alfredo Buonopane

I contributi raccolti in questo volume sono stati sottoposti alla peer review secondo la procedura del “doppio cieco”

© 2014 Scienze e Lettere dal 1919 S.r.l.già Bardi EditoreVia Piave, 7 – 00187 RomaTel. 0039/06/4817656 – Fax 0039/06/48912574e-mail: [email protected] 978-88-6687-072-2

In copertina: il signaculum di Asturius (CIL XV, 8094) in J. Muselli, Antiquitatis reliquiae, Verona 1756, tab. XXXXVIII, 2 (incisione di Dionisio Valesi e Domenico Cunego).

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Alfredo BuonopanePremessa

Marc Mayer i Olivé Signata nomina; sobre el concepto y valor del término signaculum con algunas consideraciones sobre el uso de los instrumentos que designa

Ivan Di Stefano ManzellaSignacula ex aere e mercatura: indizi e ambiguità testuali

Manfred HainzmannSignacula und Synonyme

Simona MarchesiniSignacula: analisi linguistica

Sergio LazzariniI signacula: tra certezza dei “diritti soggettivi” e tutela GHOO¶DI¿GDPHQWR

Margherita Bolla&HQQL�VXOOH�IDOVL¿FD]LRQL�QHOOD�EURQ]LVWLFD

Giulia BarattaIl signaculum al di là del testo: la tipologia delle lamine

Francesca CeneriniNec desunt mulieres: signacula al femminile

Alfredo BuonopaneSchiavi e liberti imperiali nei signacula ex aere

Indice

Silvia Braito1HOO¶RI¿FLQD�GHO�CIL. I signacula nei lavori preparatori del Corpus inscriptionum Latinarum

Cristina GirardiLe societates nel mondo romano: attestazioni dai signacula ex aere

Norbert FrankenDie lateinischen Bronzestempel der Berliner Antikensammlung aus sammlungsgeschichtlicher Sicht

Daniela Rigato I signacula ex aere del Museo Nazionale di Ravenna: un quadro introduttivo

Antonio SartoriNon Dianam magis montibus quam Minervam inerrare

Giovanna CicalaSignacula pompeiani: appunti di una ricerca in corso

Raimondo ZuccaSignacula ex aere provinciae Sardiniae

Silvia EvangelistiSignacula da Aeclanum in CIL (IX e X). Alcune note

Claudia GattaSignacula ex aere e collezionismo. Carlo Morbio e le sue raccolte

Stefano MagnaniSignacula ex aere dal territorio di Aquileia

Filippo BoscoloSignacula conservati nel Museo Archeologico di Padova

Giovanni MennellaSignacula aenea e bollatura di laterizi: a proposito di un timbro inedito nel Museo di Antichità di Torino

Marina VavassoriSignacula a Bergamo e dintorni: curiosità e quesiti

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Elena CimarostiTre signacula da raccolte museali nell’Italia nord-occidentale

Valeria ValcheraSignacula ex aere del Museo Civico Archeologico di Bologna: notabilia�WHFQLFL��SURVRSRJUD¿FL�H�FROOH]LRQLVWLFL

Simona Antolini, Silvia Maria MarengoI signacula ex aere della regio VI adriatica

Silvia BraitoSignacula “in rete”: fra documentazione, aste online e collezionismo

Heikki SolinEpiclinus: una nota onomastica

Marco FirmatiSigilli di mercatores per doli dal porto di Pisa

Luigi Vecchio Un signaculum in bronzo con iscrizione greca da Velia

Paola Pacchiarotti, Giada Fatucci, Laura Ebanista, Sarah Gozzini, Federica LamonacaI signacula del Museo Nazionale Romano: un’esperienza didattica tra studio e EDR

0DXUL]LR�%XRUD��(UJ�Q�/DÀÕTre signacula dall’Asia Minore

Christophe Schmidt HeidenreichSignacula ex aere dans les deux Germanies et les trois Gaules : observations sur une documentation récalcitrante

Gaetano ArenaVasetti iscritti e produzione di medicamenta a Priene ellenistico-romana

Margherita Cassia“Marchi di fabbrica” a Creta e tituli picti di Ercolano: considerazioni socio-economiche

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Reinhold WedenigBleiplomben mit Stempel- und Ritzinschriften aus Iuvavum (Noricum)

Zsolt VisyInstrumenta Inscripta Aenea aus Ungarn

Angela Donati(�SHU�¿QLUH

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Lista autori

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ONEI signacula del 0XVHR�1D]LRQDOH�5RPDQR��XQ¶HVSHULHQ]D�GLGDWWLFD�tra studio e EDR

Paola PacchiarottiGiada Fatucci

Laura Ebanista6DUDK�*R]]LQL

Federica Lamonaca

Riassunto: Il presente articolo si occupa dello studio di una piccola selezione di signa-cula��LQ�SDUWH�HVSRVWL�QHOOD�VH]LRQH�HSLJUD¿FD�GHO�0XVHR�1D]LRQDOH�5RPDQR�H�GHOO¶HVSH-rienza del loro inserimento all’interno della banca dati EDR. La scelta di questa classe di instrumentum è stata dettata dalle sue peculiarità: si tratta, infatti, di oggetti di facile di-spersione e spesso di ignota provenienza archeologica. Estremamente preziose risultano, in questo senso, tutte le informazioni che permettono di avanzare ipotesi circa la relazione tra il proprietario del sigillo e un determinato ambito territoriale. La consultazione di EDR consente il facile inserimento e reperimento di questo tipo di informazioni. Si analizzano anche vantaggi e svantaggi della procedura di inserimento delle schede.Vengono presi in considerazione i casi dei sigilli appartenenti a: Marcus Valerius Herma, Theodora, Publius Cam(- - -) Pris(- - -) e Publius Scantius Philemon.

Abstract: This paper deals with the study of a small selection of signacula, partly exhib-ited in the epigraphic section of Museo Nazionale Romano, and with their inclusion in the ('5�GDWDEDVH��7KLV�NLQG�RI�REMHFW�ZDV�FKRVHQ�EHFDXVH�WKH\�DUH�HDVLO\�VXEMHFW�WR�GLVSHU-sion and are often of unknown archaeological origin. As a result, it is extremely important to accumulate information on the possible relation between the owner of the seal and VSHFL¿F�WHUULWRULHV��7KH�GDWDEDVH�('5�DOORZV�IRU�HDV\�GDWD�HQWU\�DQG�UHWULHYDO�RI�WKLV�NLQG�of information. The paper also analyses the advantages and disadvantages of procedures of data entry.We take into account cases of seals belonging to: Marcus Valerius Herma, Theodora, Publius Cam (- - -) Pris(- - -) and Publius Scantius Philemon.

Parole chiave: EDR (Epigraphic Database Roma), instrumentum, Museo Nazionale Ro-mano, sigilli, signaculaKeywords: EDR (Epigraphic Database Roma), instrumentum, Museo Nazionale Roma-no, seals, signacula

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P. Pacchiarotti, G. Fatucci, L. Ebanista, S. Gozzini, F. Lamonaca

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ONE1. I signacula�H�O¶HVSHULHQ]D�GLGDWWLFD�WUD�VWXGLR�H�('51HO�������QHOO¶DPELWR�GHO�FRUVR�GL�(SLJUD¿D�H�$QWLFKLWj�5RPDQH�GHOOD�6FXROD�GL�

Specializzazione in Archeologia di Sapienza-Università di Roma, il nostro gruppo di lavoro si è occupato dapprima dello studio di una selezione di signacula iscritti HVSRVWL�QHOOD�VH]LRQH�HSLJUD¿FD�GHO�0XVHR�1D]LRQDOH�5RPDQR�H�LQ�VHJXLWR�GHO�ORUR�inserimento all’interno della banca dati EDR1.

L’analisi2 si è articolata nel riscontro autoptico delle iscrizioni, nell’esame delle VFKHGH�H�GHOOH�IRWRJUD¿H�FRQVHUYDWH�SUHVVR�O¶$UFKLYLR�6FLHQWL¿FR�GHOOD�6RSULQWHQGHQ-za Speciale per i Beni Archeologici di Roma, nonché nella redazione e nell’informa-WL]]D]LRQH�GHOOH�VFKHGH�HSLJUD¿FKH��DSSURIRQGHQGR��LQQDQ]L�WXWWR��OR�VWXGLR�GL�TXHVWD�particolare classe di instrumentum, di cui il presente convegno ha evidenziato spunti di interesse e potenzialità3.

La seconda fase di lavoro ha contemplato l’informatizzazione delle schede così redatte all’interno del sistema EDR4, il cui patrimonio, in continuo sviluppo, viene incrementato grazie al contributo di studenti e studiosi singoli e appartenenti a Uni-versità, Soprintendenze e altri Enti.

Nella pagina iniziale del sito, http://www.edr-edr.it, la voce «Ricerca» consente di visualizzare una maschera per interrogare il sistema secondo diversi criteri. I risultati si presentano come una o più schede articolate in diversi campi che nel complesso costituiscono la “carta d’identità” delle iscrizioni.

È vero che tutti i testi dei signacula da noi presi in considerazione risultano già inseriti nella banca dati curata da Manfred Clauss (http://www.manfredclauss.de - EDCS, “Epigraphik-Datenbank Clauss/Slaby”), ma abbiamo pensato che la potenzia-OLWj�GHO�VLVWHPD�('5�FRQVLVWHVVH�QRQ�WDQWR�QHOOD�FRQVLVWHQ]D�GHO�SDWULPRQLR�HSLJUD¿FR�a disposizione di ogni studioso, quanto piuttosto nella possibilità di acquisire infor-mazioni non solo sul testo delle iscrizioni, ma anche sul loro supporto e, se possibile, sul contesto da cui provengono. L’obiettivo primario della banca dati EDR e del più generale progetto EAGLE in cui si inserisce, è quello di garantire all’utente il mag-

1. Ringraziamo la prof.ssa Silvia Orlandi per il supporto e il prezioso aiuto: non solo ci ha seguito in WXWWH�OH�IDVL�GHO�QRVWUR�ODYRUR��GDL�SULPL�VWXGL�VLQR�DOO¶DWWHQWD�UHYLVLRQH�H�FRUUH]LRQH�¿QDOH��PD�FL�KD�DQFKH�dedicato energie e tempo ben al di là degli usuali compiti di un docente. Cogliamo, inoltre, l’occasione SHU�ULQJUD]LDUH�OD�6RSULQWHQGHQ]D�6SHFLDOH�SHU�L�%HQL�$UFKHRORJLFL�GL�5RPD��LO�FRPLWDWR�VFLHQWL¿FR�GHJOL�Atti del Convegno Instrumenta Inscripta V�H�OD�)DFROWj�GL�/HWWHUH�H�)LORVR¿D�GHOO¶8QLYHUVLWj�GHJOL�6WXGL�di Verona, in particolare il prof. Alfredo Buonopane e la dott.ssa Silvia Braito. Tutte le foto pubblicate nel presente articolo sono su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma. 2. Il lavoro, di cui questo contributo intende rappresentare una sintesi, è stato suddiviso fra cinque studiose: L. Ebanista, G. Fatucci, S. Gozzini, F. Lamonaca e P. Pacchiarotti. Le schede realizzate sono dodici, una per ogni signaculum�� GHL� TXDOL� q� VWDWD� DFTXLVLWD� DQFKH� OD� GRFXPHQWD]LRQH� IRWRJUD¿FD�� FIU��EDR029537, EDR029539, EDR029540, EDR029541, EDR029543, EDR029544, EDR029546, EDR112415, EDR121804, EDR129216, EDR129425, EDR129426. 3. Si veda di stefano Manzella�����E�H�UHODWLYD�ELEOLRJUD¿D� 4. “Epigraphic Database Roma”.

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ONEgior numero di dati possibile, contestualizzando l’iscrizione dal punto di vista geo-JUD¿FR�� WLSRORJLFR��FURQRORJLFR�H�SDOHRJUD¿FR��ULVHUYDQGR�DO�VXSSRUWR�HSLJUD¿FR�OD�VWHVVD�DWWHQ]LRQH�ULYROWD�DO�WHVWR��$�FRPSOHWDPHQWR�GHOOD�VFKHGD�HSLJUD¿FD��q�LQVHULWR��RYH�SRVVLELOH�� XQ� FRUUHGR� IRWRJUD¿FR�� FKH�SHUPHWWH� GL� DSSUH]]DUH� OH� FDUDWWHULVWLFKH�materiali, formali e tecniche dell’oggetto iscritto. L’interesse per tali caratteristiche è QDWXUDOPHQWH�SUHVHQWH�QHOOD�EDQFD�GDWL�VSHFL¿FDPHQWH�FRQFHSLWD�SHU�O¶instrumentum e attualmente in fase di elaborazione5, ma la possibilità di rinviare, nel campo «Appara-tus» di EDR, ad altre schede di questo e di altri data base on line con altrettanti “link” attivi, agevola ed evidenzia rapporti e confronti tra testi tipologicamente diversi ma legati tra loro.

Alla luce delle positive esperienze portate avanti in questi anni dai gruppi di lavoro che si occupano delle iscrizioni di Ercolano, Pompei6 e Verona7, si sta, dunque, proce-dendo ad inserire anche i signacula all’interno di EDR. Il nostro gruppo di lavoro ha voluto testare questo sistema per il caso di Roma, prendendo in considerazione alcuni esemplari e rilevando vantaggi e svantaggi di tale procedura.7UD�OH�FULWLFLWj�ULVFRQWUDWH�LQ�('5�VL�VHJQDOD��LQ�JHQHUDOH��XQD�FHUWD�GLI¿FROWj�QHOOD�

compilazione delle schede, per la quale risulta presupposto indispensabile imparare ad interfacciarsi con un sistema rigoroso, illustrato in un apposito manuale consultabile e scaricabile dal sito EDR; non ancora ottimale, inoltre, la soluzione di indicare una di seguito all’altra le eventuali tecniche di scrittura diverse riscontrabili su un unico VXSSRUWR��FRPH�QRQ�GL�UDGR�VL�YHUL¿FD�QHO�FDVR�GHL�signacula. Tra i pregi si distingue, LQYHFH��OD�SRVVLELOLWj�GL�LQGLYLGXDUH�UHOD]LRQL�GL�FDUDWWHUH�SURVRSRJUD¿FR�WUD�L�SHUVR-QDJJL�PHQ]LRQDWL�LQ�GLYHUVH�LVFUL]LRQL�SURYHQLHQWL�GDOOR�VWHVVR�FRQWHVWR�WRSRJUD¿FR��L’importanza di tale aspetto è particolarmente evidente nel caso dei signacula, una classe di oggetti di facile dispersione e di cui spesso rimane ignota la provenienza archeologica: estremamente preziose risultano, infatti, tutte le informazioni che per-mettono di avanzare ipotesi circa la relazione tra il proprietario del sigillo e un deter-minato ambito territoriale.

P. Pacchiarotti

���� /H�FULWLFLWj�GHO�VLVWHPD�('52.1 Il caso del signaculum di Marcus Valerius Herma �¿JJ������8

Sigillo bronzeo con targhetta rettangolare corniciata (6,2 x 2,5 x 0,3; lettere 0,9) e anello a giro interno circolare (2,8 x 1,2; diametro 1,7) con castone ovale piano recan-te quattro lettere retrograde incise (lettere 0,9).

5. Si veda hainzMann 2012b, pp. 409-429. 6. Le ricerche, a cura dell’Università di Napoli “L’Orientale”, responsabile prof. G. Camodeca, hanno rivelato le potenzialità di EDR. 7. A cura dell’Università degli Studi di Verona, responsabile prof. A. Buonopane.� ��� �,O�UHWUR�GHO�VLJLOOR�QHOOD�¿J����SUHVHQWD�DQFRUD�LO�QXPHUR�GL�LQYHQWDULR��DSSRVWR�VXOO¶LVFUL]LRQH�D�punti incisi, che i restauratori della Soprintendenza hanno in seguito provveduto a rimuovere.

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ONEIl pezzo è integro e lo stato di conservazione ottimo; il luogo di rinvenimento è

ignoto, ma, trattandosi di un oggetto un tempo conservato al Museo Kircheriano, è

ipotizzabile una provenienza dal contesto romano. Inv. 65108. de ruggiero 1878,

n. 476, p. 132; CIL XV, 8530; di stefano Manzella 2012b, n. VI.68a, p. 403 =

EDR121804.

sul cartiglio:

M(arci) Valeri(i) ((corona))

Hermae ((palmetta))

sul castone:

Aptisul retro del cartiglio:

Varinus Priscus fec(it)Nel nome del personaggio, a lette-

re in rilievo retrograde, il prenome è

distinto dal nome mediante un punto

oblungo ed è presente una corona ri-

HPSLWLYD� GHO� FDPSR� HSLJUD¿FR� DOOD�¿QH� GHOOD� ULJD�� 1HOOD� ULJD� ��� GRSR� LO�cognome, è una palmetta, anch’essa a

ULHPSLPHQWR�GHO�FDPSR�HSLJUD¿FR��6XO�castone le lettere sono incise. Sul retro

del cartiglio l’iscrizione segue il bordo dello stesso ed è a lettere puntinate.

Il grecanico Herma è forma alternativa ai più corretti Hermas ed Hermes9. La con-

dizione sociale del nostro non è sicura: egli è, infatti, annoverato da Solin tra gli

incerti e cronologicamente collocato nei primi due secoli dell’impero. La mancata

menzione del patronimico, i confronti onomastici e il nome teoforico, a prevalente

diffusione schiavile e libertina10, fanno tuttavia propendere per un liberto.

Sono noti a Roma altri tre M. Valerius Hermes, ma la diffusione di questi elementi

onomastici non consente di proporre un’eventuale identità.

Il nome Aptus presente sul castone11 è tipico di uno schiavo, in quanto il suo signi-

¿FDWR�q�ULFRQGXFLELOH�DG�XQD�SDUWLFRODUH�FDSDFLWj�R�DELOLWj��GXQTXH�XQ�DSSHOODWLYR�FKH�ben si adatta a persone di rango servile (si vedano ad esempio Abilis, Utilis, ecc.)12.

Varinus Priscus�q�LO�QRPH�GHOO¶DUWH¿FH�GHO�VLJLOOR��Varinus13 è forma alternativa a

Varinius, nome presente in tutto il centro Italia14, Priscus15 è un cognome largamente

9. solin 2003, pp. 368-380.

10. kaJanto 1965, pp. 57-58.

11. Registrato come cognome in solin, saloMies 1994, p. 294. Si veda anche solin 1996, p. 109.

12. kaJanto 1965, pp. 73, 134 e 286.

13. solin, saloMies 1994, p. 198.

14. schulze 1904, p. 248.

15. solin, saloMies 1994, p. 384.

¿J�� ��� Signaculum di Marcus Valerius Herma (fronte e retro).

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ONEdiffuso (conta più di 1.200 attestazioni) derivante da una forma aggettivale indicante

antichità16.

Tale sigillo, dunque, costituisce la perfetta sintesi di una realtà sociale piuttosto

articolata: l’oggetto è, infatti, verisimilmente proprietà di un liberto, la cui condizione,

come spesso accade in questi casi, non è palesemente dichiarata17, la gestione dello

VWHVVR�q�DI¿GDWD�DG�XQR�VFKLDYR��OD�VXD�UHDOL]]D]LRQH��LQ¿QH��q�RUJRJOLRVDPHQWH�ULFRU-GDWD�GDOOD�¿UPD�GHOO¶DUWLJLDQR�PHWDOOXUJR�

16. kaJanto 1965, pp. 30, 71 e 288.

17. loreti 1994, p. 646.

¿J�����6FKHGD�('5�GHO�signaculum di Marcus Valerius Herma.

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ONEIl sigillo si data al I-II secolo d.C.18.L’inserimento in EDR delle iscrizioni presenti su questo signaculum ha reso evi-

dente una delle criticità del sistema, che non fornisce una soluzione ottimale per le HSLJUD¿�DSSRVWH�VX�XQ�RJJHWWR��ODGGRYH�TXHVWH�VLDQR�HVHJXLWH�FRQ�WHFQLFKH�GL�VFULWWXUD�diverse. Nel caso di questo sigillo, le tre iscrizioni sono realizzate rispettivamente a matrice sul cartiglio, a bulino sul castone e a punti incisi sul retro del cartiglio.

Sebbene nella scheda EDR sia possibile inserire tutti i dati tecnici relativi al ma-nufatto e alle sue iscrizioni, la comprensione ultima dell’effettiva corrispondenza tra testo (voce “Textus”), tecnica di scrittura (voce “Scriptura”) e parte dell’oggetto iscrit-WD�UHVWD�DI¿GDWD�XQLFDPHQWH�DOOH�LQGLFD]LRQL�LQVHULWH�QHOOD�YRFH�³Apparatus” e all’ap-SDUDWR�IRWRJUD¿FR��LQ�FXL�SRVVRQR�HVVHUH�LQVHULWH�PROWHSOLFL�IRWR��DQFKH�GL�GHWWDJOLR��relative ad uno stesso manufatto.

G. Fatucci

2.2 Il caso del signaculum di Theodora��¿J����Sigillo bronzeo di forma rettangolare con presa ad anello recante un’iscrizione con

lettere a rilievo e caratteri inversi, integro ed in ottimo stato di conservazione (5,9 x 2,5 x 0,6; lettere 2,9).$O�FHQWUR�GHO�FDPSR�HSLJUD¿FR��LQFRUQLFLDWR�GD�XQ�VRWWLOH�OLVWHOOR��q�XQ�UHWWDQJROR��

risparmiato in rilievo (1,6 x 1,9) che reca nel mezzo, incisa, una “menorah” (cande-labro ebraico a sette braccia), poggiante su una base. Ai lati del candelabro, anch’essi incisi, uno “shofar” (corno rituale) ed un “lulav” (ramo di palma).

I dati del rinvenimento sono sconosciuti19, probabilmente da una catacomba ebraica romana; ipotesi esclusa dal Noy20. La provenienza potrebbe essere orientale oppure legata a circoli ellenizzati all’interno della società romana.

Inv. 54350. PariBeni 1928, p. 333, n. 1206; frey 1975, n. 733 d; solin 1983, p. 657 n. 73; Mann 1990, pp. 172-173 n. 21; noy 1995, II, n. 600 = EDR112415.

Theo/dora/D�GLVWULEX]LRQH�GHO�WHVWR�ULVXOWD�HTXLOLEUDWD�DOO¶LQWHUQR�GHO�FDPSR�HSLJUD¿FR��TXDW-

tro lettere per lato, su due righe, con al centro il riquadro contenente i simboli ebraici. Le lettere sono tutte della stessa dimensione.

Il sigillo presenta, oltre al nome della proprietaria, i tre simboli tipici dell’apparte-nenza alla religione ebraica che compaiono anche nell’alzata del coperchio del sarco-

18. solin 2003, p. 369. 19. Acquisto del sig. Leone Supino. Si conosce, nella comunità ebraica romana, un Leone Giuseppe Supino nato il 13 giugno 1856 a Roma, di professione “chincagliere girovago” (ASCER, Archivio medievale e moderno – Censimento del 1868 Scuola Catalana, n. 152). Si conosce inoltre un Leone Supino, nato a Roma il 23 agosto 1896, di professione impiegato (ASCER, Archivio Contemporaneo – 6FKHGDULR�GHO�µ�����Q�������� 20. noy 1995, ii, n. 600.

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ONEfago di Faustina21, datato al III secolo d.C. e proveniente dall’area all’esterno di porta S. Sebastiano.

Un sigillo confrontabile per tipologia è quello che riporta il nome di ȁİȩȞIJȚȠȞ e in cui i simboli sono una “menorah”, uno “shofar” ed un grappolo d’uva22.

Il nome Theodora, che sul sigillo compare nella forma latina, ricorre in greco in un’iscrizione dipinta in una catacomba sulla via Nomentana23, in una lastra prove-niente dalla via Appia24 e su un bic-chiere aureo proveniente da Roma ed ora al British Museum25. Ricor-re inoltre nella forma greca su un anello nuziale26. Lo status civile della donna, non dichiarato, lascia ipotizzare una condizione servile o libertina anche considerando che su 63 iscrizioni riportanti il nome di Theodora solo una viene esplici-tamente dichiarata come di classe senatoria27.

Il sigillo si data al III-V secolo d.C.

Un’ulteriore problematica con-nessa all’inserimento dei dati nel sistema EDR è quella delle nume-rose iscrizioni la cui provenienza è ignota o, il più delle volte, dubbia. In quest’ultimo caso, lo schedatore si trova davanti alla scelta di dichiarare o meno il presunto luogo di rinvenimento. Il sistema consente, infatti, di riempire questo campo con la voce ignoratur oppure con l’indicazione della provenienza seguita da un punto interrogativo.

In molti casi, come in quello del sigillo di Theodora, in cui la provenienza romana è ipotizzabile ma non confermata, la scelta di dichiarare il luogo di rinvenimento ipote-tico (Roma?) è stata motivata dalla possibilità di eseguire, in fase di consultazione, un “date crossing”. Così facendo, è possibile visualizzare tutte le schede presenti in EDR relative a personaggi con lo stesso nome, provenienti dalla medesima zona o da aree

21. MNR inventario 67613. noviello 2012, p. 563, n. IX.20. 22. goodenough 1953, III, p. 1015. 23. frey 1975, n. 30. 24. frey 1975, n. 83. 25. dalton 1901, p. 120, n. 609. 26. dalton 1901, p. 21, n. 127. 27. solin 2003, p. 206; solin 2003, pp. 80-81.

¿J�����Signaculum di Theodora (fronte e impronta).

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ONEGLIIHUHQWL��FRQVHQWHQGR�LQWHUHVVDQWL�YDOXWD]LRQL�GL�FDUDWWHUH�WRSRJUD¿FR��L. Ebanista

3. /H�SRWHQ]LDOLWj�GHO�VLVWHPD�('53.1 Il caso del signaculum di Publius Cam(- - -) Pris(- - -)��¿J����Sigillo bronzeo con targhetta corniciata, a forma di coltello ricurvo (3 x 5 x 0,2;

FDPSR�HSLJUD¿FR���[����OHWWHUH�������FRQ�SURWRPH�UDI¿JXUDQWH�LO�PDQLFR�GHO�FROWHOOR�e con anello a giro interno ellittico (2 x 1,7 x 2). Il castone rettangolare piano di

quest’ultimo, inornato, è inciso da due segni verticali. Sul retro del cartiglio una deco-

razione ad archetti incisi intorno al sigillo stesso.

Il pezzo è integro e lo stato di conservazione ottimo; la sua provenienza è igno-

ta, ma anche in questo caso, come per il caso precedente di oggetto proveniente dal

Museo Kircheriano, è ipotizzabile il contesto romano. Inv. 65061. CIL XV, 8145; di stefano Manzella ����E��Q��9,���M��S������� �('5�������

P(ubli) Cam(- - -) Pը rը is(- - -)Il nome del personaggio è di-

sposto lungo l’intera lunghezza del

cartiglio, seguendone la forma ad

L, degna di nota in quanto i sigilli si

presentano per lo più di forma ret-

tangolare, con lettere in rilievo re-

trograde. Con tutta probabilità essa

è legata all’attività svolta dal pro-

prietario del timbro, da ricercarsi in

ambito agricolo, forse in relazione

alla coltivazione di piante28.

Nelle legende dei signacula i

nessi tra due o più lettere sono mol-

to comuni.

La punteggiatura, costituita da

un punto oblungo, è presente sol-

tanto tra il prenome ed il gentilizio.

Del personaggio citato non si

KDQQR�QRWL]LH�VSHFL¿FKH��SHU�LO�JHQ-

tilizio Cam(- - -), numerosi sono i

possibili scioglimenti, dei quali, tra

i più frequenti, possiamo ricordare Cambius, Camedius, Camerius, Campanius, Cam-

28. Per una più esaustiva analisi della questione si veda di stefano Manzella�����E��Q��9,���M��S��408, con altri esempi.

¿J�����Signaculum di Publius Cam(- - -) Pࡂ rࡂ is(- - -)

(fronte e retro).

413

I signacula del Museo Nazionale Romano...

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ONEpanus, Campasius, Camurius, ecc.29. Stesso discorso dobbiamo avanzare per il cogno-me Pris(- - -), anch’esso contraddistinto da molteplici scioglimenti dove la variante di Priscus è quella più largamente diffusa, ma tra cui vanno ricordati anche Priscianus, Priscinianus, Priscinus, Pristinus, ecc. 30.,O�VLJLOOR�q�GDWDELOH�DL�SULPL�VHFROL�GHOO¶LPSHUR��LQ�EDVH�DOOD�SDOHRJUD¿D��DOO¶RQRPD-

stica e alla tipologia dell’oggetto.Questo sigillo permette in maniera immediata di sottolineare una delle potenzialità

SULQFLSDOL�GHOOD�EDQFD�GDWL�('5��/¶DSSDUDWR�IRWRJUD¿FR�GHOOD�VFKHGD�IRUQLVFH��LQIDWWL��XQ�FKLDUR�VRVWHJQR�DOOR�VWXGLR�HG�DOO¶DQDOLVL�GHO�WHVWR�HSLJUD¿FR�3URSULR�JUD]LH�DO�FRUUHGR�IRWRJUD¿FR�q��LQIDWWL��SRVVLELOH�QRQ�VROWDQWR�HVDPLQDUH�OD�

inusuale forma ad L del sigillo, ma anche osservare in quale modo sia stata eseguita la legatura delle tre lettere P, R ed I del cognome del personaggio. Si possono visionare LQROWUH�LO�UHWUR�GHO�FDUWLJOLR��FDUDWWHUL]]DWR�GDOOD�¿QH�GHFRUD]LRQH�DG�DUFKHWWL��H�OD�SUHVD�del sigillo, ornata da due linee verticali.

Tutto ciò permette, quindi, agli utenti di EDR di analizzare e comprendere a pieno non soltanto la singola iscrizione ma anche il supporto su cui essa è realizzata.

S. Gozzini

3.2 Il caso del signaculum di Publius Scantius Philemon��¿JJ������Sigillo bronzeo con targhetta rettangolare corniciata (7 x 3 x 0,5) e anello a giro

circolare internamente e pentagonale esternamente (3,2 x 2,2), con castone ovale pia-no. Il pezzo è integro e lo stato di conservazione ottimo. Inv. 5348, proveniente dal Museo Kircheriano. CIL XV, 8464 a; di stefano Manzella 2012b, n. VI.68b, p. 404 = EDR029543.,O�VLJLOOR�q�VWDWR�ULQYHQXWR�D�5RPD��QHO�¿XPH�7HYHUH��,O�/DQFLDQL�ULFRUGD�LO�UHSHUWR�

WUD� L�PDWHULDOL� UHFXSHUDWL�GDO� IRQGR�GHO�¿XPH��GLQDQ]L�DL�FRVLGGHWWL�EDJQL�GL�'RQQD�Olimpia, insieme a molte monete in oro, argento e bronzo della zecca di Roma con i busti di Onorio e Arcadio, insieme a numerosi frammenti marmorei inscritti31.

sul cartiglio:P(ubli) Scanti ((palmetta))Philemonissul castone: ((caduceo))Il nome del personaggio è disposto su due righe, con lettere in rilievo retrograde.

Le lettere della prima riga sono più grandi di quelle della seconda (0,8 - 0,6); inoltre é SUHVHQWH�XQD�SDOPHWWD�FRPH�VHJQR�GL�LQWHUSXQ]LRQH�DOOD�¿QH�GHOOD�SULPD�ULJD� a riem-SLPHQWR�GHO�FDPSR�HSLJUD¿FR��6XO�FDVWRQH�q�SUHVHQWH�OD�UDI¿JXUD]LRQH�GL�XQ�FDGXFHR�inciso.

29. solin, saloMies 1994, pp. 43-44. 30. solin, saloMies 1994, p. 384; kaJanto 1965, pp. 288-289. 31. nsa 1880, p. 229.

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P. Pacchiarotti, G. Fatucci, L. Ebanista, S. Gozzini, F. Lamonaca

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ONENel sigillo viene menzionato Publius Scantius Philemon: il nome del proprietario del sigillo è espresso in caso genitivo singolare e risulta formato da prenome, gentili-zio e cognome di tipo grecanico32.

Tale personaggio si trova attestato su un altro sigillo identico a questo33 e su un’ara, vista per la prima volta presso una casa privata alle pendici del colle Quirinale, dove è presente una dedica a Silvanus Sanctus da parte di un Philemon Publi Scanti Eleuteri34, in cui è da riconoscere il personaggio in questione prima della sua manumis-sione. Allo stesso modo, il nome del patrono Publius Scantius Eleuter ha permesso un ulteriore rimando ad un sigillo sul quale è menzionato in caso genitivo: Publi Scanti Eleuteri35.

Grazie al confronto con il Philemon citato sull’ara dedicata a Silvano, é verosimile ipotizzare che il proprietario del sigillo analizzato in questa sede, Publius Scantius Philemon, sia lo stesso personaggio dopo la sua liberazione ad opera di Publius Scan-tius Eleuterus, e che quindi sia i signacula che le persone in essi menzionate appar-tengano all’ambiente urbano.

Il sigillo è databile tra il I e il II secolo sulla base dei confronti e della tipologia dell’oggetto.

Il problema di oggetti quali i sigilli è molto spesso l’assenza dei tria nomina e di TXDOL¿FKH�FKH�SHUPHWWDQR�GL�ULVDOLUH�DOO¶LGHQWLWj�GHO�SHUVRQDJJLR�PHQ]LRQDWR��6ROWDQWR�il confronto con altre iscrizioni, anche su supporti differenti, può aiutare nella ricerca e nella formulazione di ipotesi e proposte di datazione. Grazie alla banca dati EDR, questo problema è più facilmente superabile in quanto è possibile consultare e vi-sualizzare nello stesso tempo le schede che registrano nomi uguali o simili anche su VXSSRUWL�H�R�LQ�FRQWHVWL�WRSRJUD¿FL�GLIIHUHQWL�

F. Lamonaca

32. solin 2003, p. 798. 33. CIL XV, 8464b. 34. CIL VI, 685; solin 1996, p. 415; EDR121842. 35. CIL XV, 8463; de ruggiero 1878, p.130, n. 466; EDR122475.

¿J�����Signaculum di Publius Scantius Philemon (fronte).

415

I signacula del Museo Nazionale Romano...

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ONE

¿J�����6FKHGH�('5�GHL�signacula e dell’ara di Publius Scantius Philemon.