Oggetti - attori - luoghi: acquisizioni romane per la Antikensammlung di Berlino nella seconda metà...

23

Transcript of Oggetti - attori - luoghi: acquisizioni romane per la Antikensammlung di Berlino nella seconda metà...

I SBN 978- 88- 7478- 033- 4

9 788874 780334 >

Quaderni del Centro Studi Magna Grecia20

Studi di antichità 2

archeologia italiana e tedesca in italia durante la costituzione dello Stato Unitario

atti delle giornate internazionali di studioroma 20-21 settembre - napoli 23 novembre 2011

a cura di Carmela Capaldi, thomas Fröhlich, Carlo Gasparri

naus editoria2014

UniverSità deGli StUdi di napoli FederiCo iidipartiMento di StUdi UManiStiCi

Centro interdipartiMentale di StUdi per la MaGna GreCia

Quaderni del Centro Studi Magna Grecia, collana a cura di Giovanna Greco.Centro interdipartimentale di Studi per la Magna Grecia, dipartimento di Studi Umanistici,Università degli Studi di napoli Federico ii.

Comitato scientifico

luisa Breglia, Carlo Gasparri, Giovanna Greco, Fabrizio lo Monaco, Francesca longo auricchio

Redazione scientifica

luigi Cicala, Bianca Ferrara, luigi vecchio

Studi di antichità, serie a cura di Carlo Gasparri.

i volumi della collana sono sottoposti al Consiglio Scientifico del Centro interdipartimentale di Studi perla Magna Grecia ed al processo di peer review, affidato a specialisti anonimi, la cui documentazione èdisponibile presso l’editore.

Progetto grafico e realizzazione

naus editoria

Stampa

officine Grafiche Francesco Giannini & figli S.p.a., napoli

Copyright © pozzuoli 2014. naus editoria, www.naus.it

1. archeologia italiana, 2. archeologia tedesca, 3. instituto di Corrispondenza archeologica, 4. Scavi ericerche nel XiX secolo, 5. Mercato antiquario.

iSBn 978-88-7478-033-4

è severamente vietata la riproduzione parziale o totale del testo e delle immagini.

il volume è stato stampato con un contributo del dipartimento di Studi Umanistici dell’Università dinapoli Federico ii. Ha collaborato alle attività redazionali Simone Foresta.

5

Carmela Capaldi, Thomas FröhliCh, Carlo Gasparri

presentazione

La situazione in Italia

Filippo delpino

l'archeologia a roma intorno al 1870: tra cosmopolitismo e contrappostinazionalismi

massimo TaranTini

Tra uomo «antidiluviano» e «storia delle nazioni». la mutevole identità dellapreistoria nell’italia unita (1860-1877)

iTalo m. iasiello

studi e politica: l’archeologia napoletana al bivio dell’Unità

pieTro Giovanni GUzzo

la scuola archeologica di pompei tra la nuova italia e il modello tedesco

salvaTore CerasUolo

Giuseppe Fiorelli e domenico Comparetti: due figure emblematiche del rap-porto tra antichistica italiana e tedesca nel secolo XiX

Il ruolo dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica

aGnes allroGGen Bedel

sulle orme di Winckelmann: pompei e l'archeologia tedesca nell'ottocento

Carina Weiss

heinrich dressel (1845-1920) zwischen Berlin und rom

maria leTizia Caldelli

roma 1863 e dintorni: il Corpus Inscriptionum Latinarum attraverso gliannali e il Bullettino dell'instituto di Corrispondenza archeologica

FranCesCo mUsColino

scoperte e restauri a Taormina e l’instituto di Corrispondenza archeologica

sylvia dieBner

protagonisti italiani delle scienze d’antichità si congratulano con Wilhelmhenzen in occasione del suo settantesimo compleanno (1886). la loro galle-ria di ritratti in internet

I Musei

silvia BrUni - riTa paris

roma capitale: il dibattito sui musei archeologici

maria rosaria esposiTo

museo e scavi a napoli: note sugli anni 1860-61

7-8

11-21

23-34

35-46

47-52

53-60

63-76

77-94

95-106

107-118

119-136

139-156

157-172

indice

173-195

197-213

217-232

233-247

249-261

263-276

277-291

293-303

305-313

315-333

335-347

349-362

365-372

373-390

391-403

6

Floriana miele

l’inventario Generale del museo nazionale di napoli e il contributo diGiuseppe Fiorelli alla sua costituzione

paola pelaGaTTi

le Antichità e Belle Arti della sicilia e i Regi Musei al momento dell’Unità

Gli scavi

anna maria rosseTTi

le Pitture dell’Odissea dall’esquilino tra repubblica romana (1849) e restau-razione pontificia: monumenti e Belle arti ai tempi dell’«intruso governo»

henner von hesBerG

il progetto di scavo di Wilhelm henzen nel santuario degli arvali e a monteCavo (1872)

andrea BaBBi

la Tomba del Guerriero di Corneto: un esempio di (stra)ordinaria ammini-strazione del 1870

marina sClaFani

«Urne con bassi rilievi scoperte presso Città della pieve»: la Tomba dei purnitra commercio e tutela delle antichità nel regno d’italia

simone ForesTa

Garibaldi, la famiglia Teti e l’archeologia dell’antica Capua

anTonella Tomeo

la necropoli protostorica alle pendici del monte maggiore (Cales): riletturadelle indicazioni di Friedrich von duhn

valeria sampaolo

disegnatori italiani e tedeschi a pompei nel periodo unitario

lUiGi CiCala

problemi della ricerca in magna Grecia nella seconda metà dell’ottocento

BianCa Ferrara

poseidonia/Paestum e l'archeologia tedesca nell'italia post-unitaria

FederiCo raUsa

Julius schubring, pioniere degli studi sulla topografia storica di akragas

Il mercato antiquario

lUiGi aTTilia

Corrispondenza tra pietro rosa e h. Wilhelm henzen: la tutela delle antichitànel passaggio tra stato pontificio e regno d'italia (1871-1872)

Carmela Capaldi

da Cuma a Berlino: il rilievo con la contesa del tripode delfico della collezio-ne Bartholdy

asTrid FendT

oggetti - attori - luoghi: acquisizioni romane per la antikensammlung diBerlino nella seconda metà dell'ottocento

7

nel 2011 numerose iniziative hanno celebrato in italia il 150° anniversario deglieventi che hanno portato all’unificazione della nazione sotto la monarchia sabauda.

la circostanza che, per singolare coincidenza, questa si sia effettivamente conclusadieci anni più tardi, quando si compiva, sotto l’egida della monarchia prussiana, il pro-cesso di unificazione dello stato tedesco con la nascita del deutsches Kaiserreich, ha sug-gerito di esplorare, in un colloquio scientifico, le possibili conseguenze derivanti dalnuovo assetto politico dei due stati per lo sviluppo della ricerca, delle esplorazioni e di unmoderno sistema di tutela in campo archeologico – uno spazio questo in cui l’italia e laGermania avevano già alle spalle una secolare vicenda di scambi, interessi comuni, reci-proche influenze.

i due paesi si presentavano certamente all’appuntamento storico - assolutamentecasuale - con un pregresso, in questo ambito, del tutto diversificato. se alla base dellaricerca sull’antico era per ambedue i paesi una ormai secolare comune tradizione di studi,frutto di un dialogo intrecciato in una più vasta dimensione europea; e se la materialeappropriazione dell’antico - il collezionismo di antichità - aveva avuto in Germania esiti,anche a livello statale, di dimensione e spessore comparabile a quelle delle grandi raccol-te italiane - si pensi solo all’antiquarium di alberto v a monaco, al ThesaurusBrandenburgicus di Federico il Grande, alla Glyptothek e all’antikensammlung diludovico di Baviera - del tutto diversa era la prospettiva con cui ci si poneva di fronte allequestioni concernenti lo scavo e la tutela dei monumenti e dei reperti antichi, ai problemidel restauro architettonico e della musealizzazione: problemi e questioni con cui da tempoin l’italia si erano confrontati non solo quegli stati più vistosamente segnati dalla presen-za delle testimonianze monumentali e artistiche del passato, come lo stato pontificio e ilregno di napoli, ma anche il Granducato di Toscana e il ducato di parma.

Una ininterrotta catena di provvedimenti disposti a protezione del patrimoniomonumentale e artistico dell’Urbe che si susseguono già a partire dalla fine dell’impero,fino alla lettera di raffaello a leone X (1519), all’editto pacca (1820) e oltre, aveva get-tato le basi per una strutturata legislazione di tutela.

a roma già nel 1734 era stato aperto il primo museo pubblico di antichità sulCampidoglio; a napoli nel 1816 dall’unione nelle raccolte reali delle antichità farnesianee ercolanesi era nato il museo Borbonico; a roma ancora erano stati attuati impegnativiinterventi di isolamento e restauro di monumenti; nello stato pontificio, a ostia, e nelregno di napoli, nei siti vesuviani, si inauguravano scavi estensivi di siti archeologici. lecollezione capitoline, i materiali degli scavi vesuviani venivano divulgati in prestigioseiniziative editoriali, dove alla accurata riproduzione grafica, che era stata caratteristicadalla editoria aristocratica, si affiancava un ampio commento scientifico, se pure di tagliomeramente antiquario.

assai diverse erano la situazione e le esigenze in Germania, dove l’attenzione alleantichità locali e le indagini sul terreno non avevano ancora quella dimensione raggiuntaaltrove, per es. in Francia.

molteplici fattori avevano contribuito, fin dai nei primi decenni del XiX secolo, amodificare in italia il quadro della ricerca antiquaria di tradizione cinque e seicentesca, asua volta già radicalmente innovato da figure come Johann Joachim Winckelmann, o

Presentazione

Georg zoega; e si pensi solo, per roma, alle conseguenze della parentesi del governo fran-cese tra i pontificati di pio vi e pio vii; o, in una dimensione europea, all’aprirsi dei con-tatti diretti con i monumenti della Grecia e quindi dei siti d’asia minore, e di tutto l‘arcomediterraneo.

ma nella comune vicenda del confronto con l’antico dei due paesi - e non solo diquesti - costituisce un determinante Wendepunkt la fondazione nel 1829, sul colle capito-lino, dell’instituto di Corrispondenza archeologica. i successivi sviluppi di questo daran-no ragione dell’impegnativo, avanzato progetto dei giovani capitolini, e delle ambizioniimplicite nella scelta, per la loro sede, di un luogo segnato da così dense memorie stori-che; si stabilisce ora la solida base del rapporto privilegiato che la ricerca archeologica ita-liana stringe con quella tedesca.

il processo che porterà alla trasformazione, in Germania, dell’instituto romano indeutsches archäologisches institut; alla sostituzione, in italia, della pontificiaCommissione alle antichità e delle varie consimili istituzioni operanti nei diversi statipre-unitari con la direzione Generale alle antichità e Belle arti e poi con lesoprintendenze territoriali; lo strutturarsi, in ambedue i paesi, di una formazione univer-sitaria specifica per il settore dell’antichità e dell’archeologia, sostanzialmente basato sulmodello tedesco, e che in italia assumerà anche fin dall’inizio - o almeno intenderà assu-mere - finalità professionalizzante; la nascita dei grandi musei nazionali, dei museiprovinciali e regionali in italia, dei landesmuseen in Germania; l’estendersi delle esplo-razioni archeologiche nella penisola, ma anche al di fuori di questa, con grandi program-mi di scavo sostenuti a livello statale; la conseguente elaborazione di protocolli e norma-tive per lo scavo da parte del nuovo regno, sono tutti fenomeni dei quali è condizione pre-liminare la costituzione dei due stati unitari.

su questi temi ci si è proposto di riflettere in un incontro di studi promosso con-giuntamente dall’istituto archeologico Germanico di roma e dall’Università degli studidi napoli Federico ii, convegno che si è voluto aprire il 20 e 21 settembre 2011 a roma,nella sede del museo nazionale romano in palazzo massimo, a poca distanza dal luogodove 141 anni prima le truppe piemontesi erano entrate nella futura capitale; ed è ripresoil successivo 23 novembre nella sede della Biblioteca di ricerca di area Umanisticadell’ateneo partenopeo, dove ha trovato conclusione con una tavola rotonda alla qualehanno partecipato i titolari delle due soprintendenze campane. ad adele Campanelli,soprintendente per i Beni archeologici di salerno, avellino, Benevento e Caserta ed aTeresa elena Cinquantaquattro, all’epoca soprintendente per i Beni archeologici di napolie pompei va un sentito ringraziamento per aver amichevolmente e fattivamente supporta-to l’iniziativa.

il comune progetto non si sarebbe potuto realizzare senza il convinto interessamen-to e la promozione del progetto di studio offerto da henner von hesberg, all’epoca primodirettore dell’istituto archeologico Germanico di roma, e senza il sostegno finanziariodell’istituto stesso e dell’ateneo federiciano, per i quale in particolare vanno ringraziatil’allora direttore del polo sUs mario rusciano e l’allora direttore del dipartimento didiscipline storiche “ettore lepore” Giovanni vitolo.

la sede del palazzo massimo è stata messa a disposizione, con la consueta libera-lità da rita paris, direttrice del museo, che qui viene cordialmente ringraziata. si ringra-zia parimenti Gigliola Golia, direttrice della Biblioteca di area Umanistica dell’ateneofedericiano per l’amichevole disponibilità di sempre.

Gli atti del convegno vedono ora la luce grazie al contributo del dipartimento distudi Umanistici.

nel licenziare il volume è un gradito compito ancora esprimere riconoscenza al per-sonale dell’ archivio, della Biblioteca e dell’Ufficio Fotografico della soprintendenza peri Beni archeologici di napoli per aver supportato con infinita pazienza il reperimento delmateriale utile alla redazione dei testi.

Carmela Capaldi - Thomas Fröhlich - Carlo Gasparri8

1 GRÖSCHEL 2009 a, 15-22.2 Inv. 7996, 1, Ägyptisches Museum und Papyrussammlung SMB-PK; HÜNEKE et alii 2009, 259 n. 140 (A.Dostert).3 Inv. Sk 49, Sk 50, Sk 218, Sk 221, Sk 222, Sk 497, Sk 591, Sk 593, Sk 594, Antikensammlung SMB-PK; Inv. 2170,Skulpturensammlung und Museum für Byzantinische Kunst SMB-PK; FENDT 2012 c, 170-173.

I sommovimenti politici della seconda metà del XIX sec. hanno portato a forti cam-biamenti politico culturali non solo in Italia; anche in Germania la situazione cambia pro-fondamente dopo l’unificazione del 1871. I Musei di Berlino cominciano ad intraprende-re una politica culturale e scientifica d’impronta imperiale e l’archeologia rappresenta unmezzo importante in questa direzione. La Germania aspira ad essere alla pari con Franciae Gran Bretagna e, di conseguenza, i Musei di Berlino dovevano conquistarsi un postoaccanto al Musée du Louvre e al British Museum. Grazie alle buone relazioni politiche frala casa imperiale tedesca e l’impero ottomano, i grandi scavi dell’Asia Minore, comePergamo, Magnesia al Meandro e Mileto, divennero prerogativa esclusivadell’Antikensammlung berlinese già dal 1878. L’altare di Pergamo e la porta del mercatodi Mileto costituiscono da allora due attrazioni simbolo dei Musei di Berlino.

Accanto a queste nuove e spettacolari imprese politico-culturali, un ruolo di primopiano per l’Antikensammlung berlinese fu giocato dal mercato d’arte italiano, in partico-lare da quello romano, che, dal tardo XVII sec., contribuì alla formazione del nucleo del-l’attuale collezione. In questo intervento si cercherà di mostrare, partendo dall’esempiodella Collezione di sculture antiche, in che modo i musei berlinesi procedettero nella poli-tica degli acquisti di opere d’arte nella seconda metà del XIX secolo.

1. Acquisti di opere sul mercato d’arte romano a partire dal XVII secolo

Un breve excursus storico permette di comprendere l’importanza che il mercatoantiquario romano ebbe fin dall’inizio per le collezioni berlinesi. Le prime sculture inmarmo giunsero a Berlino con le acquisizioni della collezione Reynst ad Amsterdam edella collezione Bellori a Roma, avvenute rispettivamente negli anni 1671 e 1696. Il mer-cante di Amsterdam Gerrit Reynst aveva acquistato le sue sculture antiche a Venezia, men-tre la collezione di Giovanni Pietro Bellori era stata formata prevalentemente a Roma1.

Quattro ulteriori acquisizioni importanti ebbero luogo a Roma nel corso del XVIIIsec. sotto il re Federico il Grande e il suo successore. Da menzionare, tra queste, l’acqui-sizione della collezione privata del cardinale francese Melichor de Polignac, avvenutadopo la morte di questi, nel 1742, che comprendeva molte delle sculture portate alla lucein quegli anni a Roma e dintorni, come ad esempio la cosiddetta Berenice2 da VillaAdriana a Tivoli, il Gruppo di Licomede3 dalla villa romana dei Iulii Aspri presso

Astrid Fendt

391

Oggetti - attori - luoghi:

acquisizioni romane per la

Antikensammlung di Berlino

nella seconda metà

dell’Ottocento

Grottaferrata, Asklepios4, Hygiea5 ed Oranti6da uno scavo nei pressi di Torre di Mezzaviasulla Via Latina7. Intorno al 1768, con l’aiuto del mediatore Giovanni Ludovico Bianconi,allora residente a Dresda, tramite il restauratore e mercante Bartolomeo Cavaceppi, furo-no acquisite a Roma ulteriori opere, per la maggior parte statue, provenienti da vecchiecollezioni, fra le quali quella del cavaliere Pietro Natali8.

In seguito, intorno alla fine del XVIII sec., il barone Friedrich Wilhelm vonErdmannsdorff acquistò opere a Roma dal mercante inglese Thomas Jenkins. Jenkins trat-tava opere d’arte antica provenienti da vecchie collezioni romane, come quelle di VillaMattei9 o di Villa Montalto-Negroni10, restaurate ad hoc per la vendita, perlopiù dallo scul-tore e restauratore Carlo Albacini11. Le sculture acquistate erano destinate alla decorazio-ne dei castelli prussiani di Berlino e Potsdam12.

Solo nel 1830, con l’inaugurazione del Königliches Museum, l’attuale AltesMuseum, le opere passarono dai castelli al nuovo spazio espositivo. La struttura musealefu progettata dall’architetto Friedrich Schinkel, che insieme ad Aloys Hirt, ChristianDaniel Rauch, Friedrich Tieck e Wilhelm von Humboldt ne curò anche l’allestimentointerno. Tutti loro, la cui percezione dell’antichità classica era di forte impronta winckel-manniana, si erano formati a Roma e della città conoscevano sia i monumenti, che i mer-canti d’arte. Negli anni Venti dell’Ottocento, nel corso dell’allestimento del museo,Schinkel intraprese nuovi viaggi a Roma per trarre ispirazione dai Musei Vaticani e dalMuseo Capitolino e per acquistare ulteriori importanti sculture presso il mercato d’artelocale. Mediatori, allora, furono i diplomatici prussiani a Roma Christian Karl JosiasFreiherr von Bunsen e Gustav Adolf Graf von Ingenheim e lo scultore prussiano EmilWolff, pure residente in città13.

Un ruolo di primo piano, nell’ambito delle acquisizioni per il museo berlinese, fusvolto anche da Eduard Gerhard (1795-1867), cofondatore nel 1829 dell’Instituto di cor-rispondenza archeologica di Roma. Nel 1833, grazie alla cultura personale, e, in parte, aicontatti locali, Gerhard ottenne un posto di “archeologo” presso l’Antikensammlung e, nel1844, gli fu assegnata una cattedra all’Università di Berlino. Egli contribuì sensibilmentenel fare dell’archeologia classica una disciplina scientifica e forte fu il suo impegno, affin-ché le sculture non venissero più collezionate e presentate in base a criteri estetici e deco-rativi, come fino ad allora in uso. Nell’ambito museale, inoltre, all’insegna di uno storici-smo precoce, aspirò a dare pari importanza ad ogni forma e civiltà dell’antichità classica.Lui stesso si interessò anche di cultura etrusca14.

2. Acquisti sul mercato d’arte romano dopo il 1861

Dal secondo terzo, ma, in grande stile, solo con gli scavi dell’ultimo terzo del XIXsec., i musei berlinesi cominciarono a rivolgere il loro interesse anche alla Grecia. Ainfluenzare fortemente le scelte sulle acquisizioni erano gli allora direttori della collezio-ne berlinese di sculture antiche. Nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, il ruolo di direttore

4 Inv. Sk 68, Antikensammlung SMB-PK; HÜNEKE et alii 2009, 194-195 n. 84 (A. Dostert).5 Inv. Sk 353, Antikensammlung SMB-PK; HÜNEKE et alii 2009, 208-209 n. 98 (A. Dostert).6 Inv. Sk 496, Antikensammlung SMB-PK; HÜNEKE et alii 2009, 256-266 n. 138 (A. Dostert).7 DOSTERT 2009, 75-80.8 MÜLLER KASPAR 2009, 395-399.9Imperatore seduto, Inv. Sk 354, Antikensammlung SMB-PK; KNITTLMAYER-HEILMEYER 1998, 286-288 n.146 (H. Heres).10Silvano, Inv. Sk 282, Antikensammlung SMB-PK; HEILMEYER et alii 2004, 82-88 n. 11 (H. Heres).11 GRÖSCHEL 2009 b, 445-449.12 HÜNEKE-KREIKENBOM-DOSTERT 2009, 67-74.13 FENDT 2012 a, 66-70; 113-119.14 FENDT 2012 a, 202-211; fondamentale: WREDE 1997.

392

della collezione di sculture e gessi fu ricoperto da Eduard Gerhard15. Gli subentrò nel 1867l’architetto Carl Boetticher (1806-1889), della scuola di Schinkel, a cui si deve l’amplia-mento della collezione di gessi, magnificamente presentata al Neues Museum. Egli erainfatti dell’idea, che con gli originali non fosse possibile rappresentare in modo chiaro edesaustivo l’antichità classica come attraverso i calchi in gesso delle opere più importanticonservate nei musei europei. Anche sotto la sua direzione si continuò, comunque, adacquisire sculture originali a Roma16. Contatto personale per gli acquisti di Gerhard eBoettiger fu Wolfgang Helbig (1839-1915), figura chiave nell’ambito delle relazioni italo-tedesche. Fra il 1864 e il 1879, Helbig mediò acquisti per Berlino in tutta Italia, e, perquanto riguarda la scultura, in primo luogo a Roma.

3. Acquisizioni di Wolfgang Helbig

Helbig, stipendiato dal 1862 presso l’ “Instituto” a Roma, tre anni dopo, nel 1865,ne ottenne la nomina a secondo segretario. Grazie al matrimonio con una nobildonnarussa, ebbe accesso agli alti circoli aristocratici e ai rinomati circoli di collezionisti roma-ni di antichità. Dal 188717, anno in cui, per incomprensioni con la direzione generale,lasciò l’incarico all’ “Instituto”, visse come insegnante privato e mercante d’arte a Roma.Da allora lavorò come mediatore esclusivamente per la Ny Carlsberg Glyptotek diKopenhagen18. La sua attività per Berlino era finita.

Fra le sculture in marmo acquisite da Helbig è da menzionare quella dell’attore tra-vestito da Papposileno19 (fig. 1), databile all’inizio del II sec. d.C. L’opera, provenientedalla collezione Gentili, un’antica proprietà romana, fu acquistata nel 1866 per 250 scudi.La statua, finemente integrata nel XVIII sec., era stata rinvenuta nel 1739 presso il pendionordoccidentale del Quirinale, alle spalle di Palazzo Gentili, insieme a quelle di dueLottatori, oggi conservati a Villa Albani e al Musée du Louvre. Tramite Helbig, nello stes-so anno, giunse a Berlino una testa di fanciullo20, di prima età antonina, che riflette pie-namente lo stile severo. L’opera, proveniente dall’Aventino, fu acquistata per 42 scudi. Lastele funeraria tardo repubblicana (30-20 a.C.) del liberto Aedius e di sua moglie21, rinve-nuta sulla Via Appia, fu acquistata tramite Helbig dal mercante Corrisieri per 220 scudi.

Tra le acquisizioni più celebri mediate da Helbig è da menzionare quella della sta-tua dell’Amazzone tipo Sciarra (fig. 2), portata alla luce l’anno prima nel vicolo di S.Nicolò da Tolentino e acquistata, nel 1869, tramite il Cavaliere Ugo per 16.625 franchi22.L’opera, databile alla prima età imperiale, fu rinvenuta in stato frammentario e integratanello stesso anno a Roma dallo scultore Carl Johann Steinhäuser (1813-1879), che, giàallievo di Christian Daniel Rauch, aveva rilevato nel 1844 l’atelier romano di

393

15 FENDT 2012 a, 183-191. 16 FENDT 2012 a, 112-118. 17Si veda su questo lo scambio epistolare tra A. Conze e W. Helbig nella Berliner Staatsbibliothek, nel quale è docu-mentata sia la data dell’uscita dall’incarico che l’assegnazione di una pensione: Staatsbibliothek Berlin, NL WickertNr. 803. Scambio epistolare tra Wolfgang Helbig, W. Henzen e l’ Archäologisches Institut in Rom, 1886-1887, 54Bl.18 LULLIES-SCHIERING 1988, 71-72 (R. Lullies). Sull’ attività di Helbig per conto di Carl Jacobsen, v. MOLTE-SEN 1987 e MOLTESEN 2011. 19 Inv. Sk 278, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 80 n. 278; GRASSINGER et alii 2008, 233-234(D. Grassinger); SCHOLL-SCHWARZMAIER 2012, 142-144 n. 79 (A. Schwarzmaier).20 Inv. Sk 541, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 156 n. 541; KNITTLMAYER-HEILMEYER1998, 162 n. 92 (A. Dostert).21 Inv. Sk 840, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 242 n. 840; SCHOLL-PLATZ HORSTER 2007,226-227 n. 138 (S. Brehme).22 Inv. Sk 7, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 2 n. 7; SCHOLL-SCHWARZMAIER 2012, 101-102n. 52 (D. Grassinger); Documentazione della compravendita: GStA Berlin, I. HA Rep. 76 Kultusministerium, VeSekt. 15, Abt. I, Nr. 3, Bd. 11, Anschaffung der Kunstschätze und Altertümer für das Museum in Berlin, 1859–1869,237-248; 25-270; 294 e Bd. 12, marzo 1869-dicembre 1870, o. Pag.

Thorvaldsen. Poiché a quei tempi non era più consueto eseguire integrazioni in marmo ditorsi, il restauro venne predisposto ed eseguito sotto la guida di Helbig, che, avendo rico-nosciuto nel frammento la replica della già nota figura dell’Amazzone del tipo Sciarra, laprese a modello per l’integrazione. Conosciamo le modalità dell’acquisto dell’opera gra-zie agli atti amministrativi conservati nell’Archivio segreto statale di Berlino. Qui il primoannuncio di vendita, giunto a Berlino il 6 gennaio1869:

«Poco tempo fa è stata rinvenuta a Roma, nello scavo di fondamenta, una statuamolto bella e quasi integra [Amazzone Inv. Sk 7], che è ancora di proprietà privata, ma oraè in vendita. Il Dr. Helbig, dell’Istituto archeologico di Roma, ha fornito informazioni det-tagliate sull’opera al professor Lepsius. Secondo quanto a me giunto, credo che sia viva-mente da consigliare l’acquisto della statua per il Museo Reale; una celere decisione appa-re necessaria, dal momento che il proprietario ha già ricevuto offerte, che egli, tuttavia, hafinora respinto»23.

Il 18 gennaio dello stesso anno, l’amministrazione comunicò al Re quanto segue:«Dall’amministrazione del museo sono stati fatti i passi necessari per [...] l’acquisto a

23 GStA Berlin, I. HA Rep. 76, Ve Sekt. 15 Abt. I Nr. 3, Bd. 11, 237r.394

1. Statua

dell’attore

travestito da

Papposileno

acquisita da

Helbig, 1866.

Berlino, Staatliche

Museen,

Antikensammlung,

Inv. Sk 278.

2. Statua

dell’Amazzone

tipo Sciarra

acquisita da

Helbig, 1869 (foto

storica). Berlino,

Staatliche

Museen,

Antikensammlung,

Inv. Sk 7.

Roma di una statua di Amazzone. Il proprietariodella statua, il cavaliere Ugo, rispetto alla prima,elevata richiesta, è sceso a 20.000 franchi. Il Dr.Helbig, segretario dell’Istituto archeologico, che[propone] un ulteriore ribasso a 15.000 franchi,è incaricato, comunque, di trovare una [...] pos-sibile modalità di acquisto. Una perizia sul valo-re artistico della statua verrà redatta a Romadallo scultore professore Emil Wolff, ottimoesperto»24.

Il motivo per cui Berlino ha fatto di tuttoper riuscire ad acquisire quest’opera, viene uffi-cialmente dichiarato, subito dopo l’acquisto,negli Annunci cittadini locali. Il passo è ilseguente: «Nella posa la statua scoperta si avvi-cina a quella del Braccio Nuovo del Vaticano.[Tuttavia], secondo il parere concorde diarcheologi tedeschi e scultori romani, in quantoa esecuzione [è a quella] superiore. Questa sicolloca tra le più belle statue, venute alla lucenegli ultimi trent’anni in Italia»25.

Tuttavia, l’esportazione dell’Amazzoneha presentato non poche difficoltà26. Risultò,infatti, che il proprietario, il cavaliere Ugo,aveva trascurato quanto segue: «[...] di fare gliatti legali obbligatori prima della vendita.Quindi il governo, che ha un diritto di prelazio-ne su tutte le antichità, si arroga la facoltà diconfiscare la statua e di comminare a Ugo unamulta di molto superiore al prezzo della statuastessa».

Solo grazie all’intervento del «Direttoredel Museo, il Barone Visconti», si evitò alla fineil sequestro dell’opera. Il riferimento è sicura-mente a Pietro Ercole, Barone Visconti, diretto-re delle collezioni d’arte vaticane (morto nel 1880). Egli, in verità, si era impegnato nellafaccenda solo per il fatto che un tale Signor von Arnim, il diplomatico prussiano a Romache se ne occupava, gli aveva promesso «una alta onorificenza prussiana». A Visconti, poi,sarebbe effettivamente spettato un terzo della pena pecuniaria imposta a Ugo27.

Il punto della questione è che il cavaliere Ugo, in aggiunta alla statuadell’Amazzone, regalò al museo berlinese anche il torso di una statuetta raffigurante unSileno28 (fig. 3), databile al I sec. d.C., nella speranza di ottenere un’onorificenza prussia-na.29 Infine, il 21 giugno 1869 giunse da Berlino un «sommo decreto riguard[ante] il con-

395

24 GStA Berlin, I. HA Rep. 76, Ve Sekt. 15 Abt. I Nr. 3, Bd. 11, 239r.25 GStA Berlin, I. HA Rep. 76, Ve Sekt. 15 Abt. I Nr. 3, Bd. 11, 255r. v.26 GStA Berlin, I. HA Rep. 76, Ve Sekt. 15 Abt. I Nr. 3, Bd. 11, 269r; 270r; 294r.27 GStA Berlin, I. HA Rep. 76, Ve Sekt. 15 Abt. I Nr. 3, Bd. 12, o. Pag. (Comunicazione del 9 Marzo 1869 di Arnim(Harry Graf von Arnim, 1864-1870 preussischer Gesandter am Heiligen Stuhl) da Roma al Ministro degli EsteriHerrn Grafen von Bismarck).28Inv. Sk 277, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 80 n. 277; GRASSINGER et alii 2008, 356 (D.Grassinger).29 GStA Berlin, I. HA Rep. 76, Ve Sekt. 15 Abt. I Nr. 3, Bd. 12, o. Pag. (Missiva di Helbig da Roma del 30.5.1869 ecomunicazione dell’amministrazione a Berlino del 16.6.1869).

396

30GStABerlin, I. HA Rep. 76, Ve Sekt. 15 Abt. I Nr. 3, Bd. 12, o. Pag.31Inv. Sk 85, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 26 n. 85; GRASSINGER et alii 2008, 152-154 (D.Grassinger).32Inv. Sk 206, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 60 n. 206; CONZE 1891, 89 n. 206.33 Inv. Sk 939, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 270 n. 939; CONZE 1891, 381 n. 939.34 Inv. Sk 335, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 96 n. 335; SCHWARZMAIER 2010, 108 n. 2.35 Inv. Sk 247, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 72 n. 247; CONZE 1891, 107-108 n. 247.36 Pubblicato con il titolo «Un gruppo bacchico» nel Bullettino VII di luglio ed agosto 1872, 222-224, vedi ancheWEISS 2007, 40-42 fig. 9.37 Skulptureninventar I, 72 n. 247.38 WEISS 2007, 42.

ferimento a Roma dell’onorificenzaregale di quarta classe al cav[aliere]Ugo»30.

Nel 1871 Helbig fece acquistare,per 300 lire una statuetta tardo ellenisti-ca, raffigurante il giovane Dioniso31, pro-veniente dagli scavi nei pressi della sta-zione Termini. Nel 1872, tramite Helbige il mercante d’arte Marinetti, giunse aBerlino una testa di Marsia o diCentauro32, venuta alla luce nel 1867presso le Terme di Caracalla. Nello stes-so anno, sempre tramite Helbig, furonoacquisiti un rilievo frammentario raffigu-rante un personaggio maschile alatonudo33, rinvenuto davanti al Portico diOttavia, e una testa calcarea maschilecon integrazioni in gesso34 di età tardorepubblicana.Venduta sul mercato del-l’arte di Roma, quest’ultima, secondo leannotazioni del registro di inventarioberlinese (Skulptureninventar), fu trova-ta nella Vigna Frattini a Palestrina(Praeneste), due metri al di sotto di unpavimento di mosaico di età imperiale.

4. Acquisizioni di Heinrich Dressel

È in quello stesso anno, che per la prima volta entra in gioco come mediatore perl’acquisizione di sculture Heinrich Dressel (1845-1920), già epigrafista e numismaticodell’Instituto. Dressel effettuò per Berlino acquisizioni di sculture a Roma dal 1872 al1890, vivendo però dal 1885 non più sul luogo, in quanto impiegato al gabinetto numi-smatico di Berlino. Su sua iniziativa, nel 1872, venne acquistato il gruppo scultoreo diPriapo e le Menadi35 per una cifra di 500 marchi (Reichsmark). Dressel stesso, nella pub-blicazione personale dell’opera, dichiara che il gruppo scultoreo è venuto alla luce pressopiazza Barberini, sul Quirinale36. Informazione questa, che trova corrispondenza nel regi-stro di inventario berlinese37. Carina Weiß ha nel frattempo accertato che il gruppo fu tro-vato nei pressi della chiesa di San Nicolò da Tolentino, un’area sulla quale anticamente siestendevano gli Horti Sallustiani. La stessa informazione è riportata in una lettera diDressel a Pietro Rosa, capo della Direzione Centrale degli Scavi e Musei del Regno38.

Anche nel caso del gruppo scultoreo, come avvenne per la statua dell’Amazzone, il

3. Statua del

Sileno regalo del

Cavaliere Ugo al

museo berlinese,

1869 (foto

storica). Berlino,

Staatliche

Museen,

Antikensammlung,

Inv. Sk 277.

39 WEISS 2007, 42.40Una testa ideale, Inv.Sk 553, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 160 n. 553; CONZE 1891, 215 n.553. Ritratto di epoca adrianea, Inv. Sk 410, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 118 n. 410;BLÜMEL 1933, 20 n. R 46.41 Inv. Sk 478, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 138 n. 478; KREIKENBOM 1990, 183 n. 8.42 Inv. Sk 384, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 110 n. 384; SCHOLL-PLATZ HORSTER 2007,237 n. 145 (K. Dahmen).43 BLÜMEL 1933, 39-40 n. R 96; Citazione da:WEISS 2007, 49.44 Hans Schrader ha espresso il dubbio: WEISS 2007, 49 con nota 195.45 Inv. Sk 157, Antikensammlung SMB-PK; SSkulptureninventar I, 46 n. 157; BLÜMEL 1933, 9 n. R 19.46 Inv. Sk 77, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 22 n. 77; GRASSINGER et alii 2008, 223-225 (D.Grassinger).47 Inv. Sk 391, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 112 n. 391; DANGUILLIER 2001, 257 n. 42.48 Inv. Sk 332, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 96 n. 332; CAIN 1993, 125-126 n. 7.49 Inv. Sk 992a-o, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 284 n. 992a-o; SCHOLL-PLATZ HORSTER

397

proprietario, per non correre il rischio di vedersi interdetta l’esportazione e di venireespropriato dell’opera e quindi privato di qualsiasi forma di guadagno, non ne dichiaròufficialmente la vendita. Dressel, accusato di essere stato a conoscenza dell’opera e dellarelativa vendita e di non aver informato i colleghi italiani, si giustificò sostenendo di esse-re estraneo alla questione e indicò come mediatore Ernst Curtius (1814-1896), direttore altempo dell’Antiquarium dei Musei Reali di Berlino.

Gli antiquari di Roma si affidavano ad una applicazione negligente dell’EdittoPacca del 1820, che regolò la tutela del patrimonio artistico e delle antichità fino al 1909.In effetti, sarebbe stata necessaria una autorizzazione alla vendita, rilasciata da una appo-sita commissione, che avrebbe stabilito una tassa d’esportazione pari al venti per cento delvalore di vendita. Ma, dal momento che la legge non veniva applicata in modo rigoroso,il mercante d’arte tentava di aggirare le regole39.

In seguito, dal 1873 al 1875, tramite Dressel vennero acquistate a Roma due testemaschili40, una testa dell’Eracle di Policleto41 e un busto di Caracalla42. Quest’ultimo fuvalutato a Berlino come «una delle opere più grandi fra i ritratti romani conservati»43. Unsospetto di contraffazione, espresso in seguito, fu vigorosamente respinto da Dressel stes-so44. Helbig fece di nuovo da mediatore nel 1875 per una statua di età claudia, raffiguran-te un Genio con corno dell’abbondanza45. L’opera, acquistata per 7.000 lire dal mercanted’arte romano Milani, era stata trovata a Pozzuoli, nei pressi del ponte fatto costruire daCaligola. Sempre tramite Helbig giunse a Berlino nel 1875 una testa di Atena46 del II sec.d.C. trovata a Roma e venduta dal mercante Pasinati per 1.600 franchi.

Nel 1877 Alexander Conze (1831-1914), allievo di Eduard Gerhard, sostituìBoetticher alla direzione della collezione di sculture e gessi dei Musei Reali di Berlino.Conze, in quanto archeologo di scavo, incarnava, rispetto anche al predecessoreBoetticher, un tipo nuovo di archeologo classico; sotto la sua direzione, infatti, presero ilvia i grandi scavi berlinesi, primo fra tutti quello di Pergamo. Professore di Storia anticae archeologia all’Università di Berlino, nel 1890 fu nominato segretario generale delRegio Istituto Archeologico Germanico. Nei primi anni della sua attività amministrativa,come mediatore a Roma per i musei berlinesi c’era ancora Helbig.

Nel 1878 Helbig negoziò l’acquisto di una doppia erma di età tardo antonina, raffi-gurante Seneca e Socrate47, da una vecchia proprietà romana. L’erma, rinvenuta nel 1813nei pressi di Villa Mattei, fu venduta per 2.000 lire dal mercante Trocchi. Tramite il mer-cante Milani Helbig fece acquistare nel 1879 per 1.100 franchi una testa di sacerdote dietà neroniana flavia (il cosiddetto Scipione)48, proveniente presumibilmente da Cuma earrivata, attraverso Napoli, al mercato romano.

Il reale interesse di Conze, che nell’ambito della ricerca sul campo si mostrò moltoattento al contesto di ritrovamento dei reperti archeologici e che rivolse la propria atten-zione anche all’architettura, si palesò con lo spettacolare acquisto di elementi architetto-nici della tomba di Cartinia da Falerii49. Non si è conoscenza, in questo caso, di chi mediò

398

2007, 300-301 n. 159 (V. Kästner).50 Inv. Sk 603, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 174 n. 603; BOL 2007, 347-348.51 Inv. Sk 955a-c, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 274 n. 955.52 Inv. Sk 843b, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 242 n. 843b; KNITTLMAYER-HEILMEYER1998, 218 n. 133 (G. Platz-Horster); SCHOLL-SCHWARZMAIER 2012, 181-182 n. 103 (H. Heres); WEISS 2007,49.53 Skulptureninventar I, 242; SMB-PK, ZA: I/AS 26, Protokolle der Sachverständigen Kommission derAbtheilung der antiken Sculpturen und Gipsabgüsse. Pro 1879 bis 1884 und pro 1885 bis 1899: «Berlino, il 3 giu-gno1890, Dressel offre un sarcofago con Medea da Roma per quasi 22.000 franchi, per qual motivo anche l’espor-tazione? [?]» Vedi anche WEISS 2007, 49.54Inv. Sk 843a / Sk 1370, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar I, 242 n. 843a; SCHOLL-PLATZ HOR-STER 2007, 128-129 n. 73 (H.Heres).55 Inv. Sk 1491, Antikensammlung SMB-PK; Skulptureninventar II, 74 n. 1491; TÜRR 1984, 91-93 n. A 29. 56 Skulptureninventar II, 74; SMB-ZA, I/AS 26, Protokolle der Sachverständigen Kommission der Abtheilung derantiken Sculpturen und Gipsabgüsse. Pro 1879 bis 1884 und pro 1885 bis 1899: «Berlino, 17 giugno 1898, Dr.Pollak mette in vendita una testa femminile arcaica.»

l’acquisto, che ebbe luogo nel 1878 tra Falerii e Roma. Il monumento sepolcrale fu rico-struito a Berlino e esposto nel nuovo allestimento della collezione di sculture dell’AltesMuseum nel 1906. Si tratta, in questo caso, della prima struttura architettonica romanaricostruita a Berlino, che può essere considerata come una risposta o un supplemento allestrutture greco-ellenistiche del Pergamonmuseum, inaugurato nel 1901.

Negli anni seguenti Heinrich Dressel fu mediatore unico a Roma per l’acquisto disculture. Nel 1879 fece acquistare per 3.000 marchi la testa di prima età imperiale dellacosiddetta Penelope50, parte probabilmente di una statua funeraria. Nel 1881, anche inquesto caso per 3.000 marchi, giunse a Berlino tramite Dressel un fregio, inserito in unmuro sull’Esquilino51 (fig. 4). Non sono fino ad ora noti i dettagli della questione.

Uno dei più bei sarcofagi della collezione berlinese è il sarcofago di Medea52 di etàantonina. Questo, di proprietà dell’ingegnere Cantoni, fu acquistato il 21 agosto 1890 per21.113,70 lire, sempre attraverso la mediazione di Dressel. Il sarcofago era stato trovatotre anni prima, nel 1887, dall’ingegnere Cantoni stesso, davanti alla Porta San Lorenzo, asettecento metri circa dalle mura cittadine, durante lo smantellamento delle fondamentadella casa d’angolo fra via Tiburtina e via degli Ausoni53.

Un noto sarcofago della collezione berlinese è il sarcofago Caffarelli54, un sarcofa-go dell’età tiberiana decorato a ghirlande finemente scolpite (fig. 5). Il sarcofago, già notodal XV sec., prende il nome da Palazzo Caffarelli sul Campidoglio, sede dell’ambasciataprussiana prima e di quella tedesca poi, presso il cui giardino era esposto. I Musei diBerlino, secondo quanto registrato nell’inventario delle sculture, riuscirono ad ottenerlo il6 gennaio 1885 con l’autorizzazione dell’ufficio estero, rilasciata dall’ambasciata impe-riale tedesca.

5. Acquisizioni mediante Ludwig Pollak

Dal 1889 al 1911, il ruolo di direttore della Collezione di sculture e calchi, e, inseguito, dell’intero Dipartimento delle antichità dei Musei Reali di Berlino fu ricopertodall’archeologo classico Reinhard Kekulé von Stradonitz (1839-1911). A Kekulé vonStradonitz, il cui interesse principale era costituito dalla scultura greca, in particolare daquella di età classica, si deve la riorganizzazione della sezione di arte plastica anticadell’Altes Museum. Suo mediatore personale per gli acquisti a Roma fu l’archeologo einfluente mercante d’arte, originario di Praga, Ludwig Pollak (1868-1943). Pollak, resi-dente a Roma dal 1893, era attivo per molti dei più importanti musei europei. Nel 1914Pollak fu nominato direttore del Museo Barracco.

Fra il 1898 e il 1909 Pollak fece arrivare a Berlino tre sculture. Già durante il primoanno di mandato di Kekulé, il 5 luglio1898, Pollak negoziò l’acquisto di una testa arcaicafemminile55, ritenuta proveniente da Selinunte (fig. 6), per una quotazione di 15.000 lire56.

4. Fregio

dell’Esquilino

acquistato da

Dressel, 1881.

Berlino, Staatliche

Museen,

Antikensammlung,

Inv. Sk 955a-c.

5. Il sarcofago

Caffarelli nel

giardino del

Palazzo Caffarelli

sul Campidoglio,

sede della

ambasciata

tedesca. I Musei di

Berlino riuscirono

ad ottenerlo nel

1885 con

l’autorizzazione

dell’ufficio estero.

Berlino, Staatliche

Museen,

Antikensammlung,

Inv. Sk 843a.

Appena un anno dopo l’acquisizione, AdolfFurtwängler, in uno scritto sul tema «contraf-fazioni recenti di opere antiche», riconobbenell’opera una ben riuscita riproduzione dellatesta di Atena del timpano occidentale delTempio di Egina, da mettere in relazione ad unampio complesso di falsi di sculture arcaicheallora in circolazione57.

Numerosi scritti testimoniano, quindi,del tentativo di Kekulé di giustificareall’Amministrazione generale dei Musei diBerlino l’errore di giudizio nell’acquisto del-l’opera: «L’acquisizione della testa marmorea,di cui faccio rapporto, è avvenuta a giugno diq.[uest’] a.[nno] in circostanze tali, che feceroescludere ogni dubbio sull’autenticità.L’offerta avvenne tramite una lettera da Roma,datata al 7 giugno, con l’appunto, che la testaera stata portata alla luce negli ultimi giorni eche non era stata ancora pulita. Dovetti quindiassumere, che la testa fosse stata scavata dapochi giorni e che la sua autenticità fossegarantita dalle circostanze di ritrovamento.Poiché le fotografie inviate, già giudicate comeinsoddisfacenti, lasciavano intravedere[...]qualcosa all’apparenza interessante[...], per ungiudizio esperto, mi rivolsi ad un attento e

scrupoloso archeologo, che ricopre a Roma una posizione ufficiale. Per [...] conoscere ilparere di qualcuno assolutamente disinteressato, feci stimare l’opera da un artista impian-tato a Roma. [...] [si] chiese, quindi, il parere del Signor Professore Lepsius, il maggioresperto contemporaneo di opere marmoree. Egli chiarì, nella sua lettera del 25 agosto, chesi trattava di marmo pentelico, ma di una varietà non usata comunemente per la scultura.Dopo la pulitura la testa risultò meno attraente di prima; da un lato la qualità scura e vena-ta del marmo emerse vistosamente, dall’altro la lavorazione risultò irregolare e a tratti sca-dente, rispetto a quanto si era potuto riconoscere precedentemente. Non nascondo, chequesti elementi, in associazione con i precedenti, costituirebbero motivi validi, per dubi-tarne dell’originalità. Ma l’esecuzione di bocca e naso risulta così eccellente, come mairilevato fino ad ora nel caso di falsi, tanto che assunsi, che doveva trattarsi non di una testaoriginale arcaica, ma di una riproduzione antica. Con l’intento di eseguire ulteriori studi,poco prima della mia partenza per l’Asia minore, la testa venne collocata fra gli originali,che erano più prossimi al confronto, e io avevo in proposito di ritornare poi sulle questio-ni riguardanti l’opera.[...]»58

Dall’ epoca del’acquisizione la testa è conservata nei magazzinidell’Antikensammlung di Berlino e da allora non è mai stata più esposta.

La più importante acquisizione dal mercato dell’arte romano tramite Pollak fu quel-la della statua della cosiddetta Aspasia con testa femminile59, avvenuta nel 1900 per 5.500lire. Questa statua funeraria di età tardo antonina, che, secondo la registrazione nell’in-ventario delle sculture venne portata alla luce ad Aquino60, presenta integrazioni in gesso,

57 FURTWÄNGLER 1899, 3-4.58 Antikensammlung SMB-PK, Archiv, Erw 10, Angebote / Erwerbung, Arch. Marmorkopf (Sk 1491), Perizia diKekulé, o. Pag, o. Dat.59 Inv. Sk 1518, Antikensammlung SMB-PK; SCHOLL-PLATZ HORSTER 2007, 179-181 n. 104 (D. Grassinger). 60 Skulptureninventar II, 74 n. 1491; SMB-ZA: I/AS 27, Sitzungsprotokolle der Sachverständigen-Kommission der

400

in particolare a livello della testa, eseguite a Roma già prima della vendita. In questo contributo non si entra nel merito delle sculture antiche che giunsero

all’Antikensammlung di Berlino come donazioni post-mortem da parte di Helbig61 esoprattutto di Dressel62. Altri oggetti di quest’ultimo, come due coperchi di sarcofago63,passarono nel 1878 dall’ “Instituto” ai Musei di Berlino64.

6. Conclusioni

In conclusione, ciò che complessivamente emerge è che l’Antikensammlung di Berlino,nella seconda metà del XIX sec., ha acquisito dal mercato dell’arte romano per lo più scul-ture di alto livello, sia sotto il profilo rappresentativo, che scientifico.

I tre mediatori di allora, Wolfgang Helbig, Heinrich Dressel e Ludwig Pollak eranostudiosi di archeologia, si erano formati o in Germania o in Austria, vivevano da tempo aRoma ed erano legati, principalmente per lavoro, anche all’“Instituto”. Da un lato, cono-scevano bene le preferenze dei curatori museali tedeschi, dall’altro, a Roma, grazie anchealla conoscenza della lingua italiana, erano ben inseriti sia nella cerchia di archeologi loca-li, italiani e tedeschi, sia nel mercato d’arte. I collaboratori dei Musei di Berlino, in que-sto modo, potevano essere prontamente informati sui ritrovamenti archeologici a Roma edintorni, e, se la condizione economica lo permetteva, partivano avvantaggiati nell’acqui-sto di sculture sul mercato d’arte.

In casi esemplari come quello dell’acquisizione dell’Amazzone o del gruppo scul-toreo di Priapo e Menadi emerge inequivocabilmente un gioco di interessi intrecciati framercato dell’arte e scienza. In definitiva la corruzione, il sistematico aggiramento delleregole, il comportamento sleale e ambiguo di tutti i protagonisti di queste vicende appareevidente.

401

Abteilung der antiken Skulpturen und Gipsabgüsse. Pro 1900-1909: « Berlino, 15 giugno 1900, Dr. Pollak mette invendita una statua femminile panneggiata di marmo al prezzo di 5500 Lire.»61Statuetta di Barbaro inginocchiato, Inv. Sk 493a, Antikensammlung SMB-PK.62Gruppo di giovani lottatori, Inv. Sk 1776, Antikensammlung SMB-PK; rilievo votivo a Jupiter Dolichenus, Inv. Sk1778, Antikensammlung SMB-PK; ritratto di Epicuro, Inv. Sk 1811, Antikensammlung SMB-PK; testa di Pan, Inv.Sk 1812, Antikensammlung SMB-PK; frammento della Tavola Iliaca, Inv. Sk 1813, Antikensammlung SMB-PK;SMB-ZA, MK 18, Nachlaßsachen Dressel, von August 1920 bis Januar 1923, S. 22 Auszug aus I 136/23 (24.1.1923):«Il precedente direttore del gabinetto numismatico Dressel ha nominato l’amministrazione del museo quale suounico erede e ha deciso che gli oggetti lasciati vengano attribuiti ai singoli dipartimenti, ma a condizione che alGabinetto Numismatico sia corrisposto da parte dei medesimi un compenso in denaro per tutte quelle opere che nongli vengono conferite in favore dei dipartimenti. La richiesta ufficiale fatta in adempimento di questo punto dallaAntikenabteilung di destinarle 100.000 marchi presi dal fondo monetario a lei destinato, ha riscosso il consenso dellaconferenza dei direttori […]»; WEISS 2007, 50-55.63 Inv. Sk 866, Inv. Sk 876, Antikensammlung SMB-PK.64In seguito furono inviati dall’Istituto romano ai musei berlinesi tre frammenti di un sarcofago con Amazzoni (Inv.Sk 1878); NEUDECKER 1997, 70-71 n. 27.

6. Testa arcaica

femminile (falso)

acquistata da

Pollak nel 1898.

Berlino, Staatliche

Museen,

Antikensammlung,

Inv. Sk 1491.

BLÜMEL 1933Carl Blümel, Römische Bildnisse, Berlin 1933.

BOL 2007P. C. Bol (ed.), Die griechische Bildhauerkunst III.

Hellenistische Plastik, Mainz 2007.

CAIN 1993P. Cain, Männerbildnisse neronisch-flavischer Zeit,München 1993.

CONZE 1891A. Conze (ed.), Beschreibung der antiken

Skulpturen mit Ausschluss der pergamenischen

Fundstücke, Berlin 1891.

DANGUILLIER 2001C. Danguillier, Typologische Untersuchungen zur

Dichter- und Denkerikonographie in römischen

Darstellungen von der mittleren Kaiserzeit bis in

die Spätantike, Oxford 2001.

DOSTERT 2009A. Dostert, Die Sammlung Polignac in HÜNEKE et

alii 2009, 75-80.

FENDT 2012 aA. Fendt, Archäologie und Restaurierung. Die

Skulpturenergänzungen in der Berliner

Antikensammlung des 19. Jahrhunderts, Textband,Berlin 2012.

FENDT 2012 bA. Fendt, Archäologie und Restaurierung. Die

Skulpturenergänzungen in der Berliner

Antikensammlung des 19. Jahrhunderts, Katalog,Berlin 2012.

FENDT 2012 cA. Fendt, Friedrich als Sammler antiker Kunst. Die

Lykomedesgruppe im Potsdamer Antikentempel als

Beispiel für eine frühe museale Präsentation von

antiker Plastik in Friederisiko. Friedrich der

Grosse. Die Ausstellung, H. Dorgerloh (ed.),München 2012, 168-173.

FURTWÄNGLER 1899A. Furtwängler, Neuere Fälschungen von Antiken,Berlin 1899.

GRASSINGER et alii 2008D. Grassinger- T. de Oliveira Pinto- A. Scholl(edd.), Die Rückkehr der Götter. Berlins verborge-

ner Olymp, catalogo d’esposizione, Berlin 2008.

GRÖSCHEL 2009 a S. G. Gröschel, Die Anfänge der Antikensammlung

unter Kurfürst Friedrich Wilhelm von Brandenburg

bis zu König Friedrich Wilhelm I. in HÜNEKE et

alii 2009, 15-22.

GRÖSCHEL 2009 bS. G. Gröschel, Die antiken Werke aus dem

Erdmannsdorff-Ankauf und ihre Aufstellung in den

Räumen Friedrich Wilhelms II. in HÜNEKE et alii

2009, 445-449.

HEILMEYER et alii 2004W. D. Heilmeyer - H. Heres - W. Maßmann (edd.),Schinkels Pantheon. Die Statuen der Rotunde im

Alten Museum, Mainz 2004.

HÜNEKE- KREIKENBOM- DOSTERT 2009 S. Hüneke - D. Kreikenbom - A. Dostert, Antike

Werke im Kontext der Schloss- und Gartenanlagen

Friedrichs II, in HÜNEKE et alii 2009, 67-74.

HÜNEKE et alii 2009S. Hüneke - A. Dostert - S.G. Gröschel - W.D.Heilmeyer - D. Kreikenbom - K. Lange - U. Müller- Kaspar, Antiken I. Kurfürstliche und königliche

Erwerbungen für die Schlösser und Gärten

Brandenburg-Preussens von 17. Bis zum 19.

Jahrhundert, Berlin 2009.

KNITTLMAYER- HEILMEYER 1998B. Knittlmayer - W. D. Heilmeyer (edd.), Staatliche

Museen zu Berlin. Die Antikensammlung. Altes

Museum - Pergamonmuseum, Mainz 1998.

KREIKENBOM 1990D. Kreikenbom, Bildwerke nach Polyklet, Berlin1990.

LULLIES- SCHIERING 1988R. Lullies - W. Schiering (edd.), Archäologenbildnisse.

Porträts und Kurzbiographien von klassischen

Archäologen deutscher Sprache, Mainz 1988.

MOLTESEN 1987M. Moltesen, Wolfgang Helbig. Brygger Jacobsens

Agent i Rom 1887–1914, Kopenhagen 1987.

MOLTESEN 2011M. Moltesen, Wolfgang Helbig e la Ny Carlsberg

Glyptotek, in Wolfgang Helbig e la scienza dell’an-

tichità del suo tempo, S. Örmä, K. Sandberg (edd.),Rom 2011, 69-79.

MÜLLER KASPAR 2009U. Müller Kaspar, Antikenkäufe Friedrichs II. in

Abbreviazioni bibliografiche

402

403

Rom in HÜNEKE et alii 2009, 395-399.

NEUDECKER 1997R. Neudecker, Antike Skulpturen und Inschriften im

Institutum Archaeologicum Germanicum,Wiesbaden 1997.

SCHOLL - PLATZ HORSTER 2007A. Scholl - G. Platz Horster (edd.), Die Antiken-

sammlung. Altes Museum. Pergamonmuseum,Mainz 2007.

SCHOLL - SCHWARZMAIER 2012A. Scholl - A. Schwarzmaier (edd.), Die Antiken-

sammlung. Altes Museum. Pergamonmuseum,Mainz 2012.

SCHWARZMAIER 2010A. Schwarzmaier (ed.), Der Brutus vom Kapitol.

Ein Porträt macht Weltgeschichte, Berlin 2010.

Skulptureninventar IKönigliches Museum. Abteilung antiker Skulpturen

und Gipsabgüsse. Inventar der Skulpturen I. N. 1-

1000, Berlin 1884.

Skulptureninventar IIKönigliches Museum. Abteilung antiker Skulpturen

und Gipsabgüsse. Inventar der Skulpturen II. N.

1001-2000, Berlin 1884-1993.

TÜRR 1984K. Türr, Fälschungen antiker Plastik seit 1800,Berlin 1984.

WEISS 2007C. Weiß, Die antiken Gemmen der Sammlung

Heinrich Dressel in der Antikensammlung Berlin,Berlin 2007.

WREDE 1997H. Wrede (ed.), Dem Archäologen Eduard Gerhard

1795–1867 zu seinem 200. Geburtstag, Berlin1997.

Altre abbreviazioniSMB-PK: Staatliche Museen zu Berlin-PreußischerKulturbesitzZA: ZentralarchivGStA: Geheimes Staatsarchiv

Referenze iconograficheArbeitsstelle für Digitale Archäologie – CologneDigital Archaeology Laboratory (CoDArchLab) amArchäologischen Institut der Universität zu Köln,FA-SPerg003587-01_106145: fig. 1. GStA Berlin: figg. 2-3.Antikensammlung, Staatliche Museen zu Berlin:

fig. 4. DAI Roma, Archivio: fig. 5 (neg. 33.68).Arbeitsstelle für Digitale Archäologie – CologneDigital Archaeology Laboratory (CoDArchLab) amArchäologischen Institut der Universität zu Köln,FA-SPerg000588-03_105750,02: fig. 6.

Naus Editoria

Finito di stampare nel mese di giugno 2014