[Newspapers and Post] "Giornali in Posta" - prima parte - L'epoca dei bolli (1814-1849)

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Lettura del giornale con le notizie di guerra dal Messico all’American Hotel e Post Office Dipinto di Caton Woodville del 1848 al Museo d’arte americana di Bentonville Diviso in più parti come le antiche gazzette, il corriere ci reca un saggio sui secolari intrecci tra posta e stampa periodica. Dagli avvisi dei mercanti alle affrancature ottocentesche molte sono le storie poco note che non toccano solo bolli e francobolli del Lombardo Veneto

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.70.Lettura del giornale con le notizie di guerra dal Messico all’American Hotel e Post OfficeDipinto di Caton Woodville del 1848 al Museo d’arte americana di Bentonville

Diviso in più parti come le antiche gazzette, il corriere ci reca un saggio sui secolari intrecci tra posta e stampa periodica. Dagli avvisi dei mercanti

alle affrancature ottocentesche molte sono le storie poco note che non toccano solo bolli e francobolli del Lombardo Veneto

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BOLLI E BOLLINI IMPERIAL REGI SUI PERIODICI

GIORNALI IN POSTAPrima parte

L’EPOCA DEI BOLLIClemente Fedele AIFSP

&Francesco Luraschi

lla fine il XX secolo è diventato multimediale. Il dato può sfuggire ai più giovani, i cosiddetti nativi digitali, abituati a disporre di un’ampia gamma di fonti cui attingere informazioni e inconsapevoli di quale deformazione della percezione degli spazi e del tempo reale abbiano rappresentato nella vita quo-tidiana il succedersi e l’intrecciarsi di tali elementi. Diversa l’esperienza di chi il Novecento lo ha vissuto ed agli effetti dei primi decenni caratterizzati dalla diffusione di notizie in modalità cartacea, spedite per posta o passate di mano in mano, ha visto affiancarsi gli effetti di altri potenti mezzi di comunicazione come telefono, radio, televisione e internet.

Nel contesto storico la posta occupa ruoli impor-tanti in quanto veicolo in tempo reale a una mate-rialità composta di lettere, giornali, valori e pacchi, ma non solo. Il tempo reale incarnato nel servizio antico può sfuggire anche agli storici, inevitabilmente portati a giudicare con la consapevolezza ‘postale’ di oggi. E se alla postalettere del passato gli studiosi di scuola filatelica qualche attenzione la prestano, molta minor presa suscitano il “ramo diligenze” e il “ramo gazzette” delegato alla trasmissione dei fogli periodici. Nel secondo caso forse dipende dal numero esiguo di francobolli per giornali emessi e benchè certi esemplari asburgici siano rari, essi in genere palesano scarse doti estetiche; in più oggi risultano di difficile reperimento su documento completo a causa della coeva eliminazione delle fascette di spedizione e della successiva moda-mania filatelica per i fran-cobolli o nuovi o usati. Ulteriore freno allo studio della circolazione dei giornali viene dalle resistenze a storia del giornalismo nei confronti della materia-

A lità, nonché dalla scarsa comunicazione tra studiosi di scuole diverse. Pur focalizzato sulla Lombardia asburgica, il presente articolo si pone l’obiettivo di suggerire approcci allargati in termini sia geografici sia cronologici.

Opinione pubblicaIl Risorgimento e la sua storia sono rappresen-

tati dalle notizie, da grandi e piccoli avvenimenti, dall’incalzare delle informazioni, dagli incitamenti all’azione, da strategie politiche destinate ad avere effetto. Una grande storia comunicazionale che vede al centro la pubblica opinione e di contorno le mille situazioni personali. Realtà multiformi, alimentate dalla circolazione delle idee, dalle incessanti voci, dallo scontro tra valori tradizionali e istanze di cambiamento. Nell’immaginario risorgimentale gli eventi guerreggiati occupano la scena. Minor atten-zione suscitano la circolazione delle lettere, i ruoli multimediali incarnati dalla posta e dalle occasioni, la trasmissione e ricezione dei giornali e delle noti-zie. Nonostante l’importanza attribuita ai canali di comunicazione già allora come sottolinea la Statistica della provincia di Saluzzo del vice-prefetto Giovanni Eandi (1833):

In regola ordinaria gli uomini della campagna e gli artieri non si occupano di affari politici e ne sono quasi al buio: non così nelle persone colte ed in quelle che hanno una qualche tintura di lettere. La lettura delle gazzette estere e del paese è per esse diventata un vero bisogno, onde siddisfare al fomito della curiosità, ed essere gior-nalmente istrutte degli avvenimenti importantissimi da parecchi anni in qua occorsi nelle varie regioni del globo. Le botteghe da caffè, dove si trovano quei fogli, sono frequentate da molti per questo solo ed unico fine; inoltre

Ad Aldo Di Biasio

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diversi privati sono eziandio associati a varii giornali e ne procurano la lettura a molti individui. Ecco un quadro delle associazioni ai fogli politici periodici d’ogni genere nell’anno 1832. Giornali esteri: Moniteur n° 5 [copie], Gazette de France 9, Feuille Française 21, Journal des villes et campagnes 9, Quotidienne 1, Galignani’s Messen-ger (inglese) 1, Gazzetta Ticinese 6, Gazzetta di Milano 1. Giornali del paese: Gazzetta Piemontese 46, Gazzetta di Genova 1.

Anche il governatore della Lombardia, conte di Hartig, nel 1835 evidenziava i nuovi bisogni comu-nicazionali, pervasivi della realtà urbana: “La lettura è ora diventata una specie di bisogno, che si estende sino alle botteghe de’parrucchieri, né vi è molla che agisca con più forza di questa sulla pubblica opinione”. Appunto la tecnica mista – giornali/lettere e voci/informazioni – indispensabile per assodare le notizie, traspare sul Giornale di Bergamo del 19 luglio 1850 quando può confermare la permanenza in Verona della suprema Corte di Giustizia: “Sappiamo che, oltre a noi, molte e molte lettere di persone che dovrebbero essere bene informate su ciò che riguarda il Lombardo-Veneto, portarono questa lieta novella in Italia”.

Le gazzette come prodotto postalePrescindendo dal medium costituito dalle voci del

volgo, modalità orale di trasmissione delle notizie non sedimentate, alle quali i governi comunque han-no sempre teso l’orecchio, la diffusione di notizie in forma scritta o testuale ha trovato nel sistema delle poste di età moderna – e connessa tecnologia di comu-nicazione in “tempo reale” – lo strumento efficace di veicolamento e accreditamento. Sono state le lettere e i fogli manoscritti degli avvisi 1, scambiati tra mercanti

o comunicati a uomini di stato, e i “fogli volanti” dif-fusi anche a stampa in ambito urbano, a marcare gli inizi di una storia sociale, psicologica e letteraria che sfocia nelle modalità televisive e via internet di oggi.

La notizia periodica manoscritta, come tipologia, precede la nascita del giornalismo a stampa che grazie anche alla progressiva estensione dei corsi postali darà vita a peculiari prodotti editoriali, dalle gazzette politiche ai periodici scientifici. I primi fogli di avvisi manoscritti – che con la loro facilità di approntamen-to, concisione testuale e codice del supporto spesso si prestavano più alla divulgazione orale che alla lettura singola fatta in silenzio – riprendevano il modello delle lettere mercantili con notizie locali, economiche, familiari. In Italia i fogli di avvisi si sviluppano di più a Roma e Venezia: la prima come sede del papato dove convergono inviati da tutt’Europa, la seconda in quanto piazza commerciale geograficamente favorita. A Venezia gli avvisi prendono nome di gazzette con un giro di redattori professionisti collocati in botteghe nei pressi degli uffici postali che raccolgono, verifi-cano e irradiano notizie giunte coi corrieri o frutto di indiscrezioni. E alle tipologie dei mercanti e degli uomini di stato, come principali fruitori di notizie politiche, si affiancano le figure dell’editore e del tipografo-libraio, dedite a soddisfare un mercato che chiede copie e al quale la moltiplicazione manoscritta non basta più. E la stampa, come noto, acquista pro-gressivamente valenza oggettivata.

Nello sviluppo del mercato delle notizie gli uomini della posta ebbero ruoli strategici. Basta citare i volumi di avvisi dei maestri di posta ancora conservati negli archivi dei principi o la celebre Frankfurter Postzeitung avviata ai primi del seicento dal maestro di posta dei Tassis in Francoforte, Johannes von der Birghden, non senza dimenticare i tanti frontespizi di gazzet-ta con immagine-emblema del corriere. L’intreccio

Il pittore George Elgar Hicks occupa un posto di prima fila nell’arte ed iconografia postale non solo vittoriana. Questa tela del 1875 fissa l’aspetto comunicazionale della bottega del barbiere nella quale si discute il contenuto dei giornali(Asta Bonhams)

1 Johann Petitjean, Mots et pratiques de l’information. Ce que “aviser” veut dire (XVIe-XVIIe siècles), in “Mefrim Mélanges de l’École française de Rome” 122/1, 2010, pag. 107-121. La notevole gamma di inte-ressi italiani del giovane storico emerge dalla sua pagina sul sito academia.edu

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giornali/posta ce lo ricorda anche il titolo del maggior quotidiano italiano o Corriere della sera. E’ tecnicamente esatto definire i primi giornali come materializzazione ulteriore della comunicazione postale. Del resto le di-stanze non hanno mai rappresentato un ostacolo alla conoscenza, costituendone semmai una specifica forma.

Però la storia degli avvisi manoscritti, e quella retrostante del servizio postale, fino a pochi anni fa non ha goduto di adeguati attenzioni. Il perchè lo spiega Mario Infelise nel bel libro Prima dei giornali Alle origini della pubblica informazione (2002):

Delle origini cinquecentesche di un articolato sistema di diffusione delle notizie politiche si è persa rapidamen-te memoria. La mancanza di innovazioni tecnologiche eclatanti ed il perdurante uso della scrittura a mano in un’epoca in cui si stavano verificando gli effetti della rivoluzione gutenberghiana hanno forse impedito di rico-noscere quella che fu invece un’effettiva novità.

È dunque fenomeno recente l’interesse in ambiti universitari, non di sociologia, ai temi comunicazio-nali 2. Da quello che a tutti gli effetti appare come un vivaio di giovani ricercatori, per l’ambito italiano merita segnalare i lavori di Johann Petitjean o di Chiara Palazzo 3 che pongono le basi a innovativi percorsi storiografici.

Nella seconda metà del ‘600 ai periodici con le notizie politiche si aggiunge un nuovo genere di editoria: quello scientifico-letterario che collega la comunità dei dotti o Repubblica delle lettere. La stampa favorisce forme moderne di sociabilità, si crea un pubblico che condivide le notizie in privato e nei luoghi pubblici, dai caffè ai gabinetti di lettu-ra. Sorgono fenomeni tipo la critica letteraria o il dialogo epistolare tra lettori e giornale. Spuntano il dato della soggettività e quello del genere femminile.

Conseguenza di tutto ciò sono i ritorni in termini economici dell’attività editoriale. Più un giornale gode di autorevolezza per le sue notizie e più lo si cerca, anche da lontano. Alla tradizionale figura del mecenate che sostiene la stampa si affianca la forza del mercato, ossia il gradimento del pubblico. E il legame tra libro e pubblicazioni periodiche, magari soggette per ragioni di tecnica postale alle ristampe periferiche, scaturisce anche dalle modalità di con-sumo. Ad una prima lettura del giornale, ad esempio, segue la rilegatura delle copie in volume oppure la ristampa delle annate, con indici, per averle in biblioteca.

Inizialmente i giornali sono in numero esiguo, spesso veicolati in posta fuori dispaccio come emo-lumento del corriere. La necessità di contenere i costi di spedizione recando comunque le notizie in tempo reale, che appunto era quello della posta, condiziona la periodicità. Emblematica l’intestazione

La gazzetta Frankfurter Postzeitung o Giornale di posta di Francoforte del 1852 era l’erede diretto del foglio creato ai primi del Seicento dal localePostmeister dei Tassis, Giovanni von der Birghden. E per emblema sempreil tradizionale, rassicurante corriere a cavallo(Google libri)

La gazzetta Courier d’Avignon (1733-1793) pubblicata nell’enclave pontificia ebbe estesa diffusione in Francia

grazie alla tariffa editoriale interna concessa. Gli altri periodici in francese editi, come questo,

all’estero e dunque editorialmente interessanti erano penalizzati dai costi di posta internazionali.

Fin dal frontespizio, evoca echi comunicazionali la figura del corriere in viaggio che suona il corno mentre

sulla porta dalla locanda “à la poste” un cane abbaia.

2 Esemplare, anche per la presa in carico della tematica postale, il progetto News Networks in Early Modern Europe della londinese Queen Mary University (sito in rete) animato da studiosi di vari dipartimenti tra cui Venezia3 Chiara Palazzo, Nuove d’Europa e di Levante. Il network veneziano dell’informazione nella prima età moderna 1490-1520, Venezia 2011 (tesi del dottorato di ricerca in storia moderna a Ca’ Foscari con Mario Infelise, in rete nel formato Pdf)

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del Monitore Italiano edito a Nizza nel 1792: “se ne pubblicheranno due fogli la settimana, cioè lunedì e giovedì a mattina, giorni di partenza della posta d’Italia”. E a Mantova nel 1809 Il Telegrafo del Mincio annunciava come suo programma “di dare in esso un estratto delle notizie le più essenziali ricavate dai migliori fogli. Il foglio sortirà due volte la settimana, ed i giorni in cui parte la posta, come sarà indicato più abbasso”. Ancor più diretto il collegamento semantico inciso sul frontespizio de Il corriere ordinario, la gazzetta in italiano edita a Vienna che nel Settecento scandiva le uscite affiancando data cronica e data tecnica del “Giorno di posta”.

Tagliare i costiLa necessità di conciliare il livello delle tariffe

postali, elevato perché collegato alla originaria specificità della lettera, con le peculiari esigenze della periodicità a stampa, che comunque non può prescindere da tale canale 4, inizia a porsi nel corso del Settecento quando vari fenomeni tra cui le guerre in Europa o i sommovimenti politici sviluppano e in-tensificano il consumo dei giornali. Emblematiche le parole dello stampatore cremonese Manini, costretto dal fatidico 1789 a ridurre le notizie letterarie per lasciare lo spazio alla cronaca “non avendo altra mira che quella di compiacere il maggior numero de’ suoi clienti, e di procurarsi così un maggior vantaggio”. Nel 1794 il direttore della posta di Milano a Roma si

era posto il problema di agevolare l’editoria periodica trovando ostacoli da parte del controllore:

col pretesto che il sistema vegliante vuole che tutto si pesi e tutto si conti. Permetterà vostra Eccellenza ch’io osservi che quando fu introdotto non si riceveva da Milano e Mantova che cinque o sei gazzette, ma ora che sorpassa-no le 400 e più, queste unite alle lettere non renderebbero il peso di alcun utile. Le gazzette pagano dirò un diritto troppo gravoso, ma sempre disproporzionato alle pure stampe e loro peso che in questa stagione è grandissimo per l’umidità.5

Il modo di aggirare l’ostacolo dei costi alti sarà tro-vato estendendo il privilegio a ricevere invii franchi di porto in capo tradizionalmente ai singoli ufficiali postali, autorizzandoli a farsi indirizzare copie o mazzi di gazzette. Con approvazione dell’imperatrice Maria Teresa (1750).

Nell’ufficio di Milano e di Mantova come ormai si usa in tutti gli uffici di posta d’Europa, sarà fin d’ora lecito agli ufficiali di industriarsi col far venire da paesi esteri pieghi di Gazzette dirette all’ufficio da riceversi gratis, pagando l’ufficiale alla cassa per ogni Gazzetta quella ricognizione che dal conte Cristiani sarà giudicata discreta, con lasciare che l’ufficiale profitti del di più che gli pagasse il partico-lare per la Gazzetta.6 (Doc. 1)

Il supporto postale nella forma pubblica/privata giovò alla stampa periodica e anche quando Vienna nel 1830 incamererà il servizio, fonte ormai di reddito certo, i principi-base resteranno. Tra i quali il far pagare a giornali e prodotti a stampa, o comunque

Alla data cronica, qui “4 Genaro 1716”, la gazzetta in lingua italiana edita a Vienna Il Corriere ordinario affiancava quella tecnica del “Giorno di Posta”. Usuale a quei tempi aggiungere inserti intitolati Foglio straordinario, Foglio aggiunto all’ordinario, Estratto delle novità dalle lettere più fresche, e solo a ridosso della partenza del corriere assemblare il numero (Google libri)

Gazzetta di Mantova ovvero un pezzo di storia di giornalismo

che la biblioteca Teresiana offre in rete digitalizzata dal 1665 al 1901.

Questo il frontespizio 1807. I giornali venivano stampati

su carta bollata. Applicato dall’ufficio del bollo

presso l’intendenza di finanza il timbrino in alto a destra attesta

che l’editore, con mezzo soldo perché foglio piccolo, aveva

compiuto il suo dovere di contribuente.

4 René Moulinas, Du rôle de la poste royale comme moyen de contrôle financier sur la diffusion des gazettes en France au XVIIIe siècle, in Modèles et moyens de la réflexion politique au XVIIIe siècle, Univer-sité de Lille III, 1977. Già il Vaillé aveva richiamato l’attenzione della storia postale sul tema: Eugène Vaillé, La poste et la presse sous l’Ancien Régime, in “Bulletin d’information, de documentation et de statistique” 1936, pag. 33-68

5 Archivio di Stato di Milano (A.S.Mi), Finanze parte antica, 1008. Lettera di Digne ad Angelo Pavesi del 27 messidoro anno VI (15 luglio 1797)6 A.S.Mi, Archivio postale lombardo (A.P.L.), Serie rossa 1ª, 47. Per non appesantire il testo di note si riassumono le cartelle dell’Ar-chivio Postale Lombardo consultate per gli atti relativi al servizio gazzette. A.P.L. serie rossa 1ª, 47, 48. A.P.L. Serie nera, 3-6 e 22-25

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poligrafati, costi inferiori alle lettere. Al riguardo le teorie economiche si erano già fronteggiate nell’aula del parlamento cisalpino (1798) dove il deputato Compagnoni voleva che “riguardo alle stampe, ogni foglio di stampa si consideri come una lettera” mentre il democratico Dandolo ribatteva che “le carte stam-pate vadano a misura della metà del prezzo delle lettere, e questa particolarità abbia per oggetto la diffusione di quei lumi, che valgono a far sentire all’uomo di essere libero”. Quest’ultimo criterio diventerà norma: “Il semplice foglio di stampa paga soldi 3, aumentandone il peso, la tassa è metà di quella delle lettere scritte, e procede di mezz’oncia in mezz’oncia fino al peso di once sei; dopo di che le stampe pagano come fagotti”. La legge successiva distinguerà tra spedizioni chiuse e non: “Le stampe coperte che ven-gono dall’estero, o che circolano per la Repubblica, pagano come le lettere; le scoperte che vengono dall’estero pagano la metà della tassa delle lettere, le scoperte che circolano per la Repubblica, pagano un soldo per foglio sino a soldi sei; i pacchetti maggiori di fogli sei sono stimati pesare mezza libbra almeno, e questi pagano come fagotti.” La terza legge sulle poste del 5 nevoso anno XI (26 dicembre 1800) stabiliva che “le stampe coperte che circolano dentro

la Repubblica, pagano come le lettere; le scoperte fino al peso di once 6 pagano metà della tassa” 7.

Nel 1819 l’amministrazione asburgica modificò il criterio: “Per i libri alla rustica, e per quelli non legati, per opera di musica ed altre stampate, che sono trasmesse sotto fascia, cioè sotto le bande in croce portanti l’iscrizione dell’indirizzo, si deve pagare la terza parte delle tasse delle lettere, ritenuto che l’importo non sia minore di quello competente pella tassa d’ una lettera semplice”. La tariffa varierà nel tempo; nel 1848, in una fase particolare, risulta più conveniente ancora: “la quarta parte della tassa normale di porto” (Doc. 16). Anche le convenzioni contemplavano le stampe: nel 1842 e nel 1843 gli ac-cordi con la Baviera e altri stati tedeschi stabilivano che “si pagherà solo il terzo della competenza di porto, il quale però non potrà importare meno della metà tassa per una lettera semplice”. Di analogo tenore la convenzione austro-russa 1850. Tariffe ridotte ma sempre con la precauzione del plico ispezionabile, cioè “sotto fascia” singola o doppia in croce.

Altra formula per abbattere i costi era far arrivare i giornali ad intermediari periferici in pacco il cui costo era inferiore alla somma delle tasse di porto delle copie singole, per un retaggio dei tempi in cui tale genere d’invio era lasciato all’industria privata dei corrieri-vettori. E nella circolazione un ruolo stra-tegico lo occupavano i librai. Pure loro sempre alle prese col tema della celerità e facile motivo d’attrito coi postali come conferma lo sfogo del direttore di Padova nel 1806: “sono così intolleranti ed indiscreti che pretendono di averli [i giornali] al momento che arriva la corriera, non dando tempo che si faccia prima la separazio-ne e rimessione delle lettere alle autorità” 8. Nel 1850 il

L’opera di George Elgar Hicks intitolata Alla posta un minuto

prima delle 18 mostra l’affollato

salone della posta centrale di Londra pochi istanti prima

dell’ultima levata per le partenze serali.

In posizione privilegiata, a fianco

di belle signore e signorine, i commessi

di tipografia carichi di fasci di giornali

da spedire. Oggi al Museo

di Londra, il quadro fu messo in mostra

la prima volta nel 1860 riscuotendo un notevole successo

Nel 1808 il ministro delle finanze del Regno d’Italia, forse per addolcire la pillola anche qui,

adotta lo stile francese dell’impronta da tassa di bollo figurata e i tipari da gazzette imprimono l’immagine della Fama in volo che suona la tromba, strumento

principe della comunicazione poi artisticamente incrociato con il cappello alato di Mercurio

nel nuovo bollo modello 1811.

7 Clemente Fedele, Democrazia e comunicazioni attraverso le leggi posta-li cisalpine 1798-1800, in “Rivista italiana di studi napoleonici” 2/2002, pag. 23-618 Clemente Fedele, La voce della posta Comunicazioni e società nell’I-talia napoleonica, Prato 1996, pag. 467

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Cenomano Giornale Patrio edito bisettimanalmente a Brescia precisava nell’intestazione che poteva esse-re acquistato in tipografia o alla liberia Quadri, ed altrove “dai principali librai ed uffici postali”. I dirigenti erano consapevoli che senza l’integrazione del canale privato la posta non avrebbe potuto assicurare la diramazione della stampa periodica. Il servizio non disponeva di vettori in grado di trasferire la produzio-ne editoriale, pesante e voluminosa. Nel 1837 Vienna precisò che anche il nuovo segmento di traffico dei libri in abbonamento, o a dispense, non era compe-tenza postale ma dei librai essendo il suo immenso volume incompatibile “colla celerità della posta lettere” e poteva anche produrre abusi di natura politica.

Spedizione gazzette Nasce a Milano nel 1784, con organico di quattro

impiegati part-time, il reparto chiamato Spedizione generale delle gazzette che in epoca napoleonica gemmerà sedi a Bologna e Venezia, con personale pagato a provvigione e amministrativamente separa-to dalla contabilità ordinaria. A tali sezioni facevano capo tutti gli altri uffici. L’esigenza era dar vita ad un canale privilegiato – postale e cioè governativo – tra editori dei giornali e abbonati, anche alla luce dell’agevolazione del franco di posta concesso alle stampe periodiche di indole statale, tipo i fogli delle leggi, o le gazzette ufficiali. Al tempo della reggenza provvisoria asburgica del 1800 il suo capo, conte Coccastelli fissò l’entità della quota erariale

che la cassa d’ufficio [della posta] abbia ad essere a parte dei suddetti utili, ed ha dichiarato che la medesima debba percepire una porzione eguale a quella assegnata a cadauno degli individui interessati. Quanto ai provventi, questi non si possono precisare, dipendendo unicamente dell’incontro più o meno che hanno le gazzette, o dalla maggior o minor premura nel pubblico di averle, come anche dalla libertà o limitazione che accorda il Governo, di modo che qualche volta appunto per questa ragione si sono dovuti lacerare mazzi interi di gazzette Estere già pagate, poi proibite a Milano, quindi non potute smer-ciare. (Doc. 2)

Nel 1817 Vienna chiese quale “fondamento abbia l’applicazione che si fa de’ medesimi attualmente in beneficio degli impiegati postali, senza che vi partecipi punto la Cassa dell’amministrazione quantunque essa sostenga tutte le spese pel trasporto, e per l’impacco delle gazzette”. La re-plica dei nostri, certamente interessata, sottolineava l’interesse del governo a conservare un sistema per cui l’accentramento dei fogli esteri agevola le misure di polizia e censura “che sarebbero paralizzate e rese ben anche frustranee nel caso che esclusa la posta da tale servi-gio gli amatori dei fogli esteri fossero ridotti alla necessità d’introdurli con altri mezzi”. La manipolazione si svolge fuori dall’orario d’ufficio a cura di impiegati volente-rosi per “allettare privati ad associarsi alle gazzette estere” secondo lo spirito del decreto di Maria Teresa.

Non era un investimento da poco abbonarsi a un foglio magari interessante per i rischi di fallimento insiti nei progetti editoriali. Gli editori si lamenta-vano dello scarso “alimento dell’associazione, perché pochissimi hanno fede nella stabilità del presente, e si accontentano di pagare il doppio comperando al minuto per

Sulla gazzetta mantovana del 1814, o Giornale del Dipartimento del Mincio, un cambio di regime

riflesso dai segni fiscali. In quell’aprile politicamente confuso l’impronta non è l’apposita da gazzette ma

quella per gli Avvisi ed affissi cioè i manifesti. Il 10 agosto c’è ancora il bollo napoleonico ma purgato

dalla leggenda REGNO D’ITALIA mentre il 13 agosto (a Milano già dai primi di luglio) sui fogli si poggia

l’aquila imperiale senza fronzoli. Del linguaggio fiscale cambia semplicemente la retorica visiva.

Panoramica dei contrassegni del bollo da gazzette lombardo tra 1814 e 1840 circa. In base al formato, i giornali pagano 5 o 10 centesimi e quelli esteri 10 o 15. I due tipari “Fogli esteri” li usava

la posta di Milano. L’impronta di controlleria o “Per bollo straordinario” marcava le copie in abbonamento postale con tassa prepagata. La lettera M sta per Milano dato che le provincie venete avevano altri bolli.

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non pagare il prezzo dell’associazione”. Nel 1817 l’utile annuo pro-direzione viene valutato tra 1,5 e 9 lire ad abbonamento, a seconda del mutare delle tariffe di porto, delle spese di cancelleria e del luogo d’acquisto delle copie. Considerati i pro e i contro, il sistema sarà conservato prescrivendo di far venire gazzette preconfezionate per risparmiare sui costi vivi e riservandosi il diritto a fissare i prezzi di vendita in base alle spese postali, di cancelleria, agli sconti ai direttori degli uffici periferici (variabili tra il 5 e il 10%, eventualmente in copie gratis) e alle perdite per ammanchi o soppressione di giornali. Ci si asterrà però dal caricare il costo del porto a piena tariffa “perché aggiungendovi quattro centesimi ne aumenterebbe il prezzo, quindi minor numero di associati”. Gli editori nazionali spedivano in franchigia i periodici in mazzo all’ufficio gazzette di Milano che versava in cassa la porzione erariale. Tutti gli altri stampati indirizzati ai privati pagavano a tariffa. Un dispaccio del governo milanese del 30 maggio 1827 chiarisce che

debbano godere dell’intiera esenzione di ogni dazio le sole gazzette e i scritti periodici di provenienza estera annunciati dagli II.RR. uffici postali e che ad essi sono diretti sia che arrivino poi o col mezzo della posta delle lettere, o coi legni di posta, o con quelli alla Brancard;

che all’opposto debbono sottoporsi al prescritto dazio tutte le gazzette e i scritti periodici di estera provenienza che giungono direttamente ai negozi o librai per mezzo della diligenza, o diretti ad altre persone, e che saranno a diffidarsi gli II.RR. uffici delle poste che la esenzione del dazio si estende, come già si disse, alle sole gazzette e agli scritti periodici annunciati dagli stessi uffici postali alla di cui distribuzione sono autorizzati.

Il documento ribadisce la presenza del doppio canale di trasmissione: a- postale, b- in capo ai librai, categoria quest’ultima soggetta a diverso regime fi-scale e a vari controlli. Una duplicità quasi osmotica, per i suoi intrecci, che caratterizza tutta la storia dei giornali, ancora oggi distribuiti con i postini in abbonamento o tramite rivendite. Alla peculiarità postale lombarda porrà fine nel 1830 la suprema aulica Amministrazione:

ha ordinato la scrivente di fare immediatamente cessare presso gli uffici postali della Lombardia la ripartizione degli emolumenti che vengono percetti dalla distribuzione delle stampe che sono ai medesimi trasmesse dalla Spedi-zione delle Gazzette di Venezia.

Da questa data si sviluppa la rete delle sezioni specializzate presso le direzioni provinciali. Emble-matica l’istanza del 1835 del responsabile dell’ufficio arrivo e partenza di Bergamo per un ampliamento

Post-1840 il Lombardo-Veneto adotta lo stile viennese dell’impronta di bollo annuale, sviluppandolo decorativamente. La Gazzetta Provinciale di Cremona dell’Emeroteca braidense mostra l’evoluzione di quest’arte fiscale. Nel 1841 la stampiglia dice LOMBARDIA GAZZETTE CENT. 5 e al centro l’aquila tra fregi ad arabesco.

Nel 1845, 1846,1847 e 1848 la leggenda è GAZZETTE [anno] CENT. 5 LOMBARDIA con aquila e ornamento ogni anno variato. La lettera M indica Milano.

Fu diramato da Vicenza nel 1830 il programma a stampa di un nuovo periodico di scienze e lettere sotto forma di Circolare d’invito ai signori Professori e Dotti delle Provincie venete per un progetto di lavoro scientifico periodico spedita anche al chiarissimo Francesco Zantedeschi fisico all’università di Pavia e ritrasmessa a Verona sua nuova sede. Prassi non infrequente quella di affidare al reparto gazzette prospetti di abbonamento, moduli a stampa e altre carte, somme di denaro, per l’avviamento in franchigia o a tariffa agevolata. Qui ci si era rivolti alla spedizione gazzette di Vicenza che marca la soprascritta con il bollo. Il cui tipario oggi è custodito nel romano Museo delle comunicazioni. (collezione Bottino)

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di organico con cui far fronte al traffico crescente delle gazzette:

Testimonia lo scrivente direttore dello zelo e della distinta cura colla quale da questi impiegati viene disim-pegnata una siffatta incumbenza senza avere fin da ora rallentato il disimpegno alternativo delle altre mansioni ordinarie d’ufficio e penetrato del pari della impossibilità assoluta che il dupplicato servizio anzidetto possa ad onta dei loro sforzi spontanei sostenersi più lungo tempo senza pregiudizio dell’erariale interesse del pubblico servizio in uno o nell’altro ramo…prende un nuovo motivo per supplicare l’I.R. Direzione aulica suprema onde si degni di sollecitare le superiori risoluzioni in merito all’invocato aumento del personale di questi uffici ed alla istituzione di un apposito Ufficio di Spedizione delle Gazzette pro-posta dalla scrivente col rispettoso rapporto in data 30 gennaio 1835.

Nel 1835 pure a Milano la sezione specializzata dipendeva dall’ufficio arrivo e partenza e Vienna si mosse “sospettando che nessuna contabilità regolare ne dimostra i prodotti, nessuna pezza giustificativa ne garan-tisce la somma, mettendone quasi in dubbio il versamento integrale all’erario”. Ferma la replica dei lombardi con-testando il fatto che “l’indole stessa... ha reso familiare il sospetto negli operatori contabili”; inoltre ai superiori sfugge la complessità della sede milanese o il fatto che una contabilità più minuziosa

non è assolutamente conciliabile collo stato attuale ristrettissimo del personale addetto a questa direzione. A codesta inclita Superiorità non è ignoto quanto siasi da poco tempo in qua aumentati gli affari di questa ammini-strazione in ogni singolo ramo. Strabocca il lavoro per ogni ufficio e non sono pochi gli affari che stanno stagnanti.

Per impiantare nuovi registri servono impiegati e un ufficio a parte con controllore-direttore che sorvegli le operazioni di cassa

non potranno né questa Direzione né gli Ispettorati presentare una maggiore documentazione che ora si danno a riguardo dei conti rispettivi per la suddetta gestione e ciò perché cogli editori tutti speculatori privati e per la maggior parte all’estero non si possono stabilire dei con-tratti preventivi; perché le diverse associazioni vengono ora ricevute ed anche procurate in via economica senza tutte quelle formalità che una regolare controlleria esige; fa d’uopo di far procedere l’instituzione di un ufficio apposito ben regolato e fornito del necessario persona-le... Qui gli affari puonno stare giacenti, negli uffici di manipolazione si eseguiscono in giornata ma niuno può garantire della loro esattezza… Se dunque come codesta I.R. Contabilità aulica propose si debba attivare qui un regolamento disciplinare per la Spedizione della Gazzetta del quale ha dato il primo tipo l’I.R. Direzione delle Poste Venete rendesi indispensabile la destinazione di appositi individui per questo ramo di servizio e l’istituzione di un apposito ufficio.

A Milano per le gazzette occorrono non meno di tre impiegati stabili: uno che sbrighi la corrisponden-

za con gli editori, uno per la contabilità ed il terzo alle varie bollature, concentrando qui le operazioni di manipolazione, censura sui giornali esteri e appli-cazione del bollo 9.

Una relazione di poco successiva illustra il modus operandi della nuova sezione che gestiva gli abbona-menti privati, con saldo anticipato, e quelli per conto degli uffici periferici con pagamenti in sospeso. Ven-gono dettagliati i diritti di porto pro-erario e il prezzo d’acquisto versato agli editori. Per i periodici esteri, in particolare francesi, si accreditava il dovuto ogni tre mesi così da non esporre la cassa ad insoluti per sospensione di polizia o fallimento. L’elenco a stampa delle testate cui si ci può abbonare con la posta veniva ripubblicato ogni anno (Doc. 90) e oltre al prezzo finale dettagliava l’imposta di bollo, se prevista, la tassa di spedizione e a volte la quota extra derivante “da antica consuetudine”. Ogni altro prodotto editoriale, anche in abbonamento, restava escluso dal servizio gazzette ed eventualmente assicurato da altri reparti:

riceve [la Spedizione Gazzette] abbonamenti alle sole gazzette e giornali periodici; ogni altra opera, quantunque in associazione e non del genere dei giornali periodici, è esclusa, come lo fu anche prima dell’incameramento del prodotto gazzette, giacchè questa sorta di libri eventuali fu riguardata, come lo è infatti, pregiudizievole al servizio postale.

Plico di editoria periodica ancora con fascetta di spedizione marcata Venezia Franco e segno di croce

a penna. Si trattava del Foglio d’Annunzi 18 maggio 1838 della Gazzetta privilegiata di Venezia, cioè le pagine

con atti delle amministrazioni, avvisi di parte, inserzioni. (collezione Bottino)

9 A.P.L., Serie rossa 1ª, 24. Rapporto Milano, 25.1.1835

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In questo traffico, ovviamente, avevano un ruolo gli uffici periferici che godevano a volte di una prov-vigione. Un prospetto del 1848 rivela che la spedizio-ne gazzette centrale godeva di quella del 13% sullo smercio dei giornali interni ma non di quelli esteri.

I giornali dell’interno giungevano in mazzi alle sezioni gazzette che li diramavano secondo l’indirizzo segnato sopra o ricavato dalla lista degli abbonati. Le copie viaggiavano piegate a plico. Pagando, si pote-vano ricevere i fogli “messi sotto coperta coll’indirizzo del committente, suggellati e così consegnati” (Doc. 5) e ciò renderà necessaria la timbratura della soprascritta per evidenziare all’arrivo l’invio franco. Il ruolo posi-tivo esercitato dalle sezioni gazzette anche nel traffico estero traspare dalle condizioni di abbonamento al mensile Antologia edito a Firenze da Vieusseux con possibilità già nel 1829 di riceverlo franco di porto in tutto il regno Lombardo-Veneto (Doc. 4), cioè oltre frontiera, quando tale modalità ancora non era disponibile per la postalettere.

Timbro per gazzette di cambioIl nuovo modello operativo comportò crescente

centralizzazione. Le disposizioni arrivavano da Vienna e le possiamo rileggere grazie alle cartelle d’archivio, ai fascicoli delle Ordinanze e a manuali tipo Cassinelli 10. Nel 1838 le sezioni provinciali lom-barde furono dotate di un timbro non datario definito “Bollo per gazzette di cambio”, di forma tonda gran formato con leggenda J. R. SPEDIZIONE DELLE GAZZETTE DI [al centro la località] da applicare sugli invii non soggetti a ulteriore pagamento. Ca-ratterizzò la fornitura un piccolo giallo a causa di un lapsus del fornitore viennese che incise tipari con la parola GATZETTE e per evitare commenti malevoli, in particolare all’estero, furono subito respinti. Per antica prassi si recapitavano gratis i giornali che le redazioni si concambiavano, e dunque occorreva identificarne le copie, poi però l’agevolazione cessa

e le gazzette di cambio pagheranno la tariffa più alta dei sottofascia. I bolli comunque trovarono altre applicazioni.

Vista che la gratuita spedizione delle gazzette e giornali di cambio che gli editori nazionali ed esteri si concambiano tra loro non ha luogo in forza di una norma legale o di una promessa per iscritto, ma soltanto per un inveterato uso d’ufficio, dal quale derivò fin qui danno all’erario perché mentre questa sosteneva un servizio senza nulla percepire, la S.A.I. è venuta nella determinazione di assoggettare le gazzette e giornali di cambio come sopra a datare dal 1 luglio 1838 al pagamento di una tassa eguale a quella convenuta per le altre copie di Gazzette e giornali.

Ricevendo la serie dei bolli reincisi a Vienna, da diramare alle altre direzioni, Milano suggerì di estenderne l’uso ai periodici con porto pagato in abbonamento e la misura fu approvata, “non senza invigilare che nelle Gazzette, le quali dovranno essere sempre sotto fascia, non vi si introducano lettere o carte scritte”. Trasmettendo il tipario, il direttore raccomandava di applicarlo perché se “gli esemplari in quistione dovessero avere corso senza il bollo del surriferito timbro, andrebbero indubitatamente incontro al grave inconveniente o di essere rimandati dagli uffici, siccome stampe per mancata affran-cazione, od essere assoggettati alla tassa a rigor di legge”. Le fascette sugli invii soggetti a pagamento a destino dovevano invece recare, anche a stampa, l’annota-zione “Dall’I.R. Spedizione delle Gazzette”. Vienna con circolare 23 dicembre 1838 sottolineerà il tema dei periodici sottofascia e di quelli con sopracoperta mal riconoscibili in arrivo. Le fascette a stampa, sui plichi diretti ad uffici dunque dovranno avere “la dicitura «Dall’I.R. Spedizione delle Gazzette in … »”, mentre su singole copie ad abbonati munite di sopracarta “è da imprimersi il timbro «I.R. Spedizione delle Gazzette in …» e ciò da quell’ufficio postale, a cui l’editore o redattore la deve consegnare per la spedizione”.

Un impiegato aveva il compito di allestire le fa-scette, ovvero applicare il nome dell’ufficio o il nome e recapito dell’abbonato, nell’intervallo di tempo in cui le copie dall’estero attendono il visto della censura. Seguiva la bollatura. Nel 1847 a Milano il timbro speciale risulta in uso presso l’ufficio di arrivo e partenza e in relazione a tale dislocazione se ne ordina un secondo esemplare per la sezione

Nel 1838 in Lombardia i reparti gazzette ricevono un bollo tondo, gran formato, non datario, chiamato “per gazzette di cambio” dovendo servire sulle copie scambiate tra redazioni in esenzione di porto.

La franchigia poi cessa ma il timbro resta per altre spedizioni in regime particolare. Le sezioni venete pare ne siano state fornite precedentemente. Solo gli uffici di Milano e Venezia riceveranno anche il timbro a data.

La politica alla lesina dell’amministrazione, anche in materia di bolli, emerge dalla non reincisione dei tipari scalpellati durante la rivoluzione del 1848 o dalla mancata fornitura alle sezioni del sigillo, ragion per cui Milano

su ceralacca imprimeva uno dei bolli ancora umidi d’inchiostro. Per prassi o tolleranza, a volte alcuni editori spedivano circolari o comunicazioni (anche affrancate) consegnandole all’impiegato delle gazzette che le bollava.

10 Il servizio pratico-postale in Austria Raccolta sistematica delle disposi-zioni relative alla Posta-lettere ed alle Diligenze compilata sulla base delle vigenti disposizioni da Adalberto Cassinelli, Mantova 1865. Esistono altri manuali in tedesco e lo era anche la prima edizione di questo pregevole testo (Praga 1860) tradotto da Giulio Printz e oggi in ristampa Vaccari (Vignola 2000) a cura di Lorenzo Carra

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gazzette. Il 16 giugno 1847 però anche il primo bollo trasloca alla sezione che, di regola, apriva la distri-buzione a Milano diramando le copie ai casellisti, cioè i titolari di casella postale, per poi rifornire i portalettere in uscita, la sezione carteggio ufficioso e in ultimo il fermo posta militari e forestieri. Prima però un impiegato riscontra le gazzette messe sot-tofascia. Due i contrassegni prescritti: I.R. Spedizione delle gazzette in… per le copie ordinate direttamente e dunque franche di porto e Dall’I.R. Spedizione delle

gazzette in… per quelle ordinate presso gli uffici periferici e avviate in porto assegnato. Per praticità, la seconda dicitura sarà impressa tipograficamente. Nel 1848 Vienna rammenta alla direzione di Milano, nuovamente asburgica, di marcare i giornali spediti nominativamente ad abbonati austriaci:

interessa di far munire del timbro d’ufficio quegli esemplari della presentemente unica Gazzetta di Mila-no, che venissero da Vienna ed altrove commessi presso quest’ufficio centrale delle Gazzette, onde distinguerli da quelli non commessi in via postale e pei quali gli associati devono soddisfare il diritto di porto 11.

Regole contabili e nuova strategiaNel 1846 Vienna aveva innovato la contabilità e

secondo i milanesi tale regolamento era inattuabile nelle provincie italiane. Con alcuni aggiustamenti, dal 1° gennaio 1847 però il regime cambia anche qui. Gli introiti non sono più considerati “emolumenti” ma contabilità statale da versare giornalmente a Mi-lano nella cassa principale o in quella del rispettivo ispettorato o direzione. Nuovi moduli registrano gli abbonamenti, da saldare in moneta sonante per le gazzette estere mentre per quelle interne e per gli importi del bollo si accetta valuta di banco fino al 50% del totale, modificando in seguito più volte la questione delle monete. (Doc.18) La circolare a stampa 5 novembre 1846 farà conoscere il “nuovo e assai complicato sistema”:

1° Le associazioni a qualunque giornale della Mo-narchia devono eseguirsi mediante appositi fogli di commissione e non più con scritti di frequente confusi ed inintelligibili; e verrà indicato nei fogli medesimi solamente il numero delle copie che si richiede, la durata dell’asso-ciazione ed il titolo dei fogli omettendo i nomi dei soci; 2° Per le domande ai fogli esteri si dovrà invece indicare il nome del rispettivo associato.... 5° Ogni ufficio avrà cura di radunare possibilmente in un foglio di commissione il maggior numero dei giornali a lui occorrenti, onde non moltiplicare inutilmente i suoi fogli di commissione.... 10° Questa Spedizione Centrale essendo incaricata di provve-dere annualmente ciascun ufficio postale d’una tariffa in istampa dei giornali e gazzette di permessa introduzione, dovrà ogni ufficio non solo attenersi scrupolosamente ai prezzi ivi esposti, ma ben anco ai titoli sulla medesima tariffa.... 13° Gli uffici postali dovranno incaricarsi dell’in-dirizzo sotto fascia dei fogli spettanti ai loro abbonati; meno però quelli provenienti dall’estero, essendo stato per tale scopo concesso agli uffici uno sconto. Quell’ab-bonato però che intendesse di ricevere il suo giornale con apposito indirizzo a stampa, dovrà, oltre il prezzo del giornale, pagare semestralmente lire 2.40 se il foglio sorte due volte alla settimana, e lire 9.60 pure semestralmente per un maggior numero di pubblicazioni….

Ogni anno Vienna pubblicava la lista dei periodici ai quali era possibile abbonarsi in posta, coi relativi costi e Milano ristampava un analogo prospetto. (Doc. 90) L’Elenco delle gazzette e dei giornali di cui gli ii.rr. Uffici nel regno Lombardo-Veneto sono autorizzati

Per una cronologia dei costi degli abbonamenti Postali ai Periodici

1 Regolamento sulla postalettere del 1838:I prezzi di abbonamento vengono stabiliti superiormente, sono comprensivi del prezzo di vendita e dei diritti di po-sta e vengono pubblicati in apposite tabelle. Nel prezzo delle gazzette estere è compreso il diritto di bollo.

2 Il Governo Provvisorio in data 30 maggio 1848 modifi-ca la legge vigente quantificando i diritti postali: 2 cent. a copia per i giornali nazionali 10 cent. mese per i giornali nazionali di ¼ di foglio 2 cent. a copia per le brochure fino a 8 pagine e stampati vari 8 cent. a copia per i giornali di moda o musicali con allegati vari (figurini, spartiti…) 3 cent. a copia per i giornali e stampati spediti in abbonamento postale 5 cent. a copia per i giornali esteri eccetto quelli dall’Inghilterra, Spagna e Oltremare a cui vanno aggiunte eventuali altre competenze di cui vengono caricati lungo il tragitto 10 cent. a copia per i giornali inglesi 15 cent. a copia per i giornali spagnoli 20 cent. a copia per i giornali d’Oltremarea cui vanno aggiunte lire 10 all’anno nel caso di consegna sottocoperta

3 Il restaurato governo austriaco rimodula la competen-za postale a partire dal 1º gennaio 1849: 20% del prezzo di vendita compreso tra un minimo di 2 lire e un massimo di 12 lire

4 La convenzione postale austro-tedesca del 6 maggio 1850 differenzia il prezzo di spedizione in base al taglio del giornale: a) politico b) letterario-scientifico: per le gazzette estere politiche: 50% del prezzo di vendi-ta, compreso tra 3 e 9 fiorini per quelle che escono sei/sette volte la settimana; tra 2 e 6 fiorini per quelle che escono a scadenze inferiori per le gazzette estere non politiche: 25% del prezzo di vendita senza restrizione

5 La convenzione postale austro-italica del 5 novembre 1850 prevede: per le gazzette estere politiche: 50% del prezzo di ven-dita compreso tra 14 e 35 lire austriache per quelle che escono sei/sette volte la settimana; tra 7 e 21 lire austriache per quelle che escono a scadenze inferiori per le gazzette estere non politiche: 25% del prezzo di vendita senza restrizione

6 Dal 1º gennaio 1851 al 31 ottobre 1858 (tariffa valida anche per l’estero solo nel 1851) cent. 3 a copia indipendentemente dal peso (l’applica-zione di marche per gazzetta in base al peso o marche da lettera è legato alla frequenza di pubblicazione del perio-dico).

7 Dal 1º novembre 1858: 1,05 soldi a copia indipenden-temente dal peso

11 A.P.L, Serie rossa 1ª, 47. Vienna, 22.8.1848. Trasmettendo l’ordine alla sezione gazzette, il direttore precisa che si bollano gli esemplari “la cui tassa è già compenetrata negli importi di abbona-mento”

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di ricevere le associazioni per l’anno 1850, ad esempio, informava il pubblico:

Le associazioni ai giornali contrassegnati con un solo asterisco (*) devono essere fatte dagli uffici postali diret-tamente all’editore con commissioni e gruppi separati, e non col mezzo delle ii.rr. Spedizioni di gazzette. Le recla-mazioni in proposito sono pure da insinuarsi direttamente alle Redazioni. Tali reclamazioni, affinchè siano esenti di porto postale, devono impostarsi aperte e contraddistin-te sull’indirizzo “Reclamo gazzette”. Chi desiderasse di ricevere il giornale sotto coperta chiusa e con apposito indirizzo, pagherà, oltre il prezzo d’associazione, annue lire austriache 12. Per le associazioni a’giornali che escono nel Regno Lombardo-Veneto la metà dell’importo può essere soddisfatta in viglietti del Tesoro. Tutti gl’importi di associazione a’ giornali esteri devono pagarsi in moneta sonante a tariffa.

Le gazzette vietate venivano comunque recapitate a chi disponeva di autorizzazione di polizia, da allegare alla pratica e controllando che sotto fascia non arrivi mai più d’una copia. Le turbolenze del biennio 1848-49 si rifletteranno sulla filiera degli abbonamenti.

Dal 1° gennaio 1849 anche in Lombardia la posta sospende ai periodici interni il servizio completo svolto fino a quel momento dalle sezioni gazzette, limitandosi al semplice inoltro delle copie. Con l’occasione cessa il compenso del 5-10% accordato ai commessi periferici12. Si conserva solo la gestione degli abbonamenti da/per l’estero, inaugurando quel-lo che fin verso la fine del XX secolo sarà chiamato in lessico tecnico Abonnement Poste. Gli accordi interni si trasformano in rapporto privato tra i lettori e gli editori ai quali si chiede una prelavorazione degli invii compensata da una riduzione dei costi, più ap-parente che reale però. Cesserà anche l’invio gratis delle quote d’associazione mentre sotto certe condi-zioni rimane la franchigia per le lettere di reclamo di numeri non ricevuti. (Doc. 19)

Molte delle novità erano conseguenza delle agitazioni politiche. Il Governo provvisorio della Lombardia, frutto delle cinque giornate di Milano, sollecitato dalla pubblica opinione (Doc. 14) il 30 maggio 1848 aveva ridotto i costi di invio dei giornali.

(Doc. 15) Misura gradita ma non proprio a tutti. Resta in archivio13 il curioso reclamo al Consiglio generale delle poste di Giuditta Rezzonico vedova Lampugnani, editrice del Corriere delle Dame, l’unico periodico italiano coi figurini di moda, contro la nuo-va legge che riducendo fino al 95% il porto dei mille giornali di moda francesi penalizzava il suo per via delle figure allegate, con la paradossale conseguenza che ora risultava più conveniente abbonarsi ai fogli parigini. L’opinione pubblica alimenta un consumo crescente di stampa periodica e le autorità prendono atto della necessità di riforme. Ristabilito il governo asburgico in Lombardia, una delle prime misure sarà confermare le agevolazioni del tempo rivoluzionario. (Doc. 16) Non può più essere identica a prima la politica nei confronti della periodicità. Nuove istanze si sono affermate e il pubblico assiste a uno scontro ideologico evocato da due articoli del settembre 1850 che merita rileggere: uno smaccatamente filo-governativo pubblicato sulle pagine culturali delle Ordinanze per le poste, strade ferrate ed i telegrafi (Doc. 24) e le considerazioni del pur moderato Giornale di Gorizia. (Doc. 25) Le nuove Disposizioni intorno al servizio del Ramo-Gazzette del 12 settembre 1850 chiariranno i ruoli assegnati alla posta (vedi 2ª parte).

Le carte dell’archivio postale lombardo metto-no bene in luce la natura prudente dell’approccio amministrativo. Per evitare rischi, gli importi degli abbonamenti postali a testate estere anche se annuali si basavano sul costo trimestrale o semestrale, inevi-tabilmente più alto, e il responsabile di Milano nel 1857 doveva ammettere che “la maggior parte si associa direttamente alle redazioni”. Difficoltà ulteriori incon-travano gli abbonamenti alla stampa piemontese i cui costi a Milano a volte risultavano più elevati dei prezzi indicati a Vienna. Uno di questi casi coinvolse l’ufficio di Trento che nel 1853 reclamò costringendo Milano a chiarire i termini della questione14 e poi il ministero a precisare che i prezzi degli abbonamenti potevano variare a seconda dei luoghi e anche rispet-to a quanto indicato a inizio d’anno.

L’impiego di immagini simboliche ed allusive, quasi ad ingentilire la durezza del messaggio, marca un filone di iconografia fiscale. Il bollo da 3 cent. con Mercurio in volo è francese del 1799.

Neoclassicamente, Ercole con clava anima il bollo del dipartimento parigino della Senna (1801) poi sostituito dall’immagine più pacifica della Fama allo scrittoio (1809). I 50 centesimi di Zeitung Taxe pagati nell’Hannover

ad Hildesheim collegavano cavallo e alta velocità postale (1817). Il bollo da gazzetta toscano da 8 denari rispetta il dettato della legge che vuole “una figura rappresentante la Fama con le ali spiegate,

e sotto la medesima un monumento piramidale, ed in esso lo stemma Granducale” (1851). Richiami multimediali da collezione benché non sempre con impronte perfette.

12 A.P.L., Serie nera, 23. Gazzette. Contabilità. Lombardia Og-getti diversi

13 A.P.L., Serie rossa 1ª, 48. Gazzette. Oggetti diversi14 A.P.L., Serie nera, 25. Contabilità gazzette Milano

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Non solo per posta L’art. 7 della Legge sulle Poste del 5 novembre 1837

(Manuale delle ordinanze, I, 1839, p. 1 e ss) stabiliva gli oggetti il cui trasporto è monopolio statale: lettere e “scritti periodici, cioè i giornali e le gazzette in fogli volanti o in fascicoli senza distinzione del contenuto, siano le lettere e gli scritti periodici stati stesi o moltiplicati in manoscritto, oppure mediante la stampa”. Esulano dalla riserva (art. 12) “le lettere e gli scritti periodici a- quando non sono nè suggellati, nè chiusi in qualsivoglia altro modo, oppure b- [spediti con persone di servizio o vettori appositi]”. Parimenti esclusi, come spiega il Cassinelli, i giornali

in casse o pacchi, in quanto però non contengano ve-run’altro articolo od oggetto il cui trasporto è riservato alla posta, e semprecché pure siano diretti a librai, a’ quali venne ciò concesso nell’interesse della loro industria per facilitare così la posta in simile gestione.

Va tenuto presente il dato del doppio canale di circolazione anche per spiegare comportamenti o usi che sfiorano il campo filatelico. Una circolare governativa del 1839, ripresa da molti giornali tra cui il Messaggiere Tirolese, precisava i termini della questione. (Doc. 6) Il ruolo dei librai balza all’occhio osservando le modalità di abbonamento inserite sulle copertine dei periodici. L’analisi dei modi di diffusio-ne va sempre estesa alle pubblicazioni estere e pure qui al canale postale si affiancava la rete dei librai in corrispondenza tra loro. (Doc. 30 e 57) Nel 1832 la Biblioteca italiana o sia giornale di letteratura, scienze ed arti pubblicizzava le tre modalità di abbonamento: a- presso l’editore, b- coi librai, c- all’ufficio delle gazzette, con sconto particolare ai secondi: “ai librai chi si rivolgeranno alla Direzione si concederà un conveniente

ribasso”. La legge permetteva ai librai di ricevere fuori posta fogli periodici in mazzi:

gli scritti periodici quando si spediscono in balle o casse intiere (colli) e pervengono per tal modo in via di commercio principalmente ai librai , sono eccettuati dal diritto riservato allo Stato, purchè un simile collo venga diretto ad un solo destinatario…Siccome giusta le esperienze fatte negli ultimi tempi viene anche da altri commercianti fatto di questo modo di spedizione un uso dannoso all’istituto postale, il Ministero del Commercio, di concerto con quello delle finanze, ha perciò trovato di modificare le accennate disposizioni in ciò, che l’eccezione con quelle accordata del trasporto di scritti periodici in casse e balle, dal diritto riservato allo Stato, debba ap-plicarsi esclusivamente soltanto a quelle spedizioni che sono dirette a librai.

Le gazzette procedenti dall’estero e indirizzate di-rettamente dalle redazioni ai privati passavano dalla posta e qui venivano tassate a tariffa di convenzione.

Censori e censuraI fogli moltiplicati a stampa hanno sempre im-

pensierito le autorità, sia religiose che civili. L’età moderna vede nascere un apparato censorio di controllo le cui vicende costituiscono un capitolo di storia dell’opinione pubblica ricco di risvolti postali. In quanto invio chiuso le lettere non potevano es-sere violate e in storia postale il principio della fede pubblica è un caposaldo, sempre ribadito anche dai regimi assolutisti. Però gli archivi riservati mostrano che gli uomini di governo segretamente violavano questa consegna, assistiti dai capi dei nostri uffici. Invece la censura delle gazzette, sia quelle prodotte in loco, sia giunte da fuori, avveniva sotto la luce del sole affidata non a uomini senza volto com’erano gli

C’era il dazio sui giornali tra i bersagli delle rivoluzioni e il decreto 1° aprile 1848 firmato Manin compare sui muri in incisivo carattere telegrafico a manifesto. Il successivo 19 aprile a Cremona la nobile casa Ali stipulava un abbonamento trimestrale a Il 22 Marzo giornale ufficiale dell’indipendenza lombarda, e sul modulo l’impiegato oscura la sigla imperial regia. Pure dal timbro I.R SPEDIZIONE DELLE GAZZETTE DI CRE=MONA era stato scalpellato “I.R” e mentre i sigilli con l’aquila, tolti di corso e mandati all’economato provinciale, poi torneranno, i bolli delle sezioni gazzette restano in uso purgati conservando memoria degli eventi (collezione Bottino)

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addetti ai gabinetti neri o logge postali riservate ma a distinti e fidati intellettuali. Ci penseranno le idee ispirate alla rivoluzione francese a combattere se non altro sul piano ideale i criteri cari alla Chiesa e all’antico regime. La costituzione della Repubblica Cisalpina si fece carico del problema:

A nessuno può essere impedito di dire, scrivere, stam-pare i suoi pensieri. Gli scritti non possono essere sotto-messi ad alcuna censura prima della loro pubblicazione. Nessuno può essere responsabile di quanto ha scritto, o pubblicato, se non nei casi previsti dalla legge.

Tema intrigante quello delle misure di contrasto ai possibili effetti destabilizzanti da circolazione delle notizie. Alle maniere forti di polizia si affiancava la serie dei controlli indiretti svolti nei nostri uffici che comprendeva la tecnica della ritardata distribuzione di gazzette pericolose in modo da disinnescarne l’ef-fetto miccia nei giorni di posta in cui gli animi delle fazioni, in trepidante attesa, erano più surriscaldati.

Tra redattori e censori, così come tra editori e governi, è stato un continuo gioco di rimpalli. In certi momenti si interveniva col pugno duro, in altri delicatamente per non irritare la pubblica opinione. Le carte postali nell’archivio di stato di Milano fanno luce sulla controversia che dopo metà Sette-cento contrappose gli Agnelli, editori della Gazzetta di Lugano, al governo milanese che non gradiva la penetrazione del loro foglio in Italia saltando la mediazione postale15. Le notizie raccolte e stampate a Lugano, in posizione comunicazionale felice oltre confine, attiravano i lettori italiani e si scoprì quante copie andavano ai direttori di uffici postali fin nello stato pontificio, il cui avviamento non portava utili.

Appena usciti dai torchi il lunedì a Lugano, ancora umidi, i giornali partivano con il corriere di Zurigo o la messaggeria e giungevano in pacco a Milano al libraio Federico Agnelli che li passava agli abbonati in città e avviava le copie indirizzate altrove a colleghi o a direttori di uffici postali godenti franchigia. La posta di Milano si mosse a tutela del monopolio e nel corso della vertenza gli Agnelli non mancarono di evidenziare il carattere atipico del traffico, non assoggettabile a meri criteri giuridici. Appunto lo spirito del decreto di Maria Teresa,

ove parlandosi delle gazzette, si dice che limitato ad un tenue prezzo il porto da imporsi alle gazzette, sotto la tariffa di quello delle lettere, si lasci a profitto degli ufficiali inservienti all’ufficio delle poste per rimeritare la loro attenzione ed applicazione nelle inspezioni del real servizio, e da ciò ne inferisco che se sua Maestà non ha voluto ch’entrasse a profitto del regio ufficio il lucro delle gazzette provenienti per il canale delle sue poste, molto meno era verisimile che volesse approfittarsi sopra quelle che per altra via entrassero nello stato.

Confermano il successo del giornale luganese le lamentele a fine secolo degli stampatori milanesi che collegavano la crisi dei propri fogli alla morsa della censura preventiva cui sfuggiva la Gazzetta di Lugano. Il suo ingresso però non poteva essere vietato “per il ragionevole timore che una tal proibizione aumentasse il numero dei lettori”. Una verifica minuziosa ai giornali esteri, fatta all’arrivo, avrebbe richiesto tempo e causato problemi di ordine pubblico: con i clienti in attesa non si poteva “ritardare la distribuzione delle gazzette, per non determinare il pubblico a procurarsele clandestinamente… la mole è tale che per scorrerle sem-plicemente vi vorrebbe moltissimo tempo, e si ritarderebbe di troppo la loro distribuzione con disgusto del pubblico”. Meglio lasciarli distribuire i fogli esteri, salvo re-cassero ingiurie alla casa regnante, intervenendo in via indiretta sugli editori. In ogni caso gli articoli

Prima degli accordi tra stati costituivano un capitolo ben oneroso i costi di spedizione internazionali. Nel 1827 la Gazzetta Ticinese (con bollo fiscale impresso tipograficamente) impostava le copie dirette in Piemonte e

oltre nell’ufficio sabaudo di Arona, cioè oltre confine. Il bollo speciale ARONA PERIODICI FRANCHI evidenzia il buon livello di procedura interna (collezione Bottino)

15 Bruno Caizzi, Gli Agnelli e il Conte Firmian. Tipografia, servizi postali e fisco nel XVIII secolo, in “Bollettino storico della Svizzera ita-liana”, 1985, 2, pag. 99-112. Fabrizio Mena, Stamperie ai margini d’Italia: editori e librai nella Svizzera italiana 1746-1848, Bellinzona 2003

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andavano poi rivisti. “La Gazzetta di Lugano però dovrà sempre essere sempre esaminata in avanti che ne segua la distribuzione.”

In età napoleonica il settore sarà oggetto di in-terventi e la “polizia della stampa” si sviluppa come funzione governativa. Il decreto 17 luglio 1806 aboli-va la censura preventiva ponendo sotto la medesima responsabilità autori e stampatori:

Chiunque co’ suoi scritti stampati avrà attentato al rispetto ed alla fedeltà che si deve al governo; provocato l’inobbedienza alle leggi, insultato alla religione dello Stato, od offeso i costumi pubblici, sarà punito in con-formità alle leggi.

A editori e tipografi toccava inviare alcune copie dei lavori per diritto di stampa al Ministero dell’In-terno a Milano dove sorgerà l’Ufficio della libertà della stampa poi Direzione generale di stampa e libreria. Nel 1812 viene contingentato il numero degli stampatori e dei torchi in ciascuna provincia, posti sotto l’autori-tà dal Prefetto, così come il numero dei fogli politici. Assoggettati a patente anche i librai.

I canali di circolazione della stampa periodica re-stavano molteplici: oltre alla via postale con la quale, in teoria, si potevano sempre spedire riservatamente fogli stampati sotto coperta chiusa, come normali lettere, c’era il canale dei librai ai quali i giornali giungevano in pacco. Funzionava anche la via delle occasioni, quella delle condotte di merci e quella dei viaggiatori. Non proprio tutto il traffico di gazzette estere faceva capo a Milano. Quelle svizzere per Como, ad esempio, arrivavano direttamente men-tre da Augusta per Mantova prendevano la via di Innsbruck: “queste eccezioni sono compatibili se si riflette al sensibile guadagno di tempo per la distribuzione, ed alla stretta osservanza delle prescrizioni di bollo e censura cui si prestano scrupolosamente gli Ispettorati succitati”. Fino al 1842 quando si scelse di non dotare le Intendenze di Finanza dei punzoni per la bollatura concentrandola a Milano. Nel 1853 la vertenza tra l’ufficio gazzette di Milano e l’ambasciata asburgica a Firenze per il saldo dell’abbonamento 1851 al Journal des Debats che il diplomatico negava di aver mai ricevuto da Milano mise in luce il fatto che per motivi di celerità le copie viaggiavano da Parigi a Firenze “per la via di Torino”.

tariffe Postali dei sottofascia o stamPe nel regno lombardo-veneto 1819-1848 Terza parte del porto delle lettere, mai meno del costo di una lettera semplice 1848 Quarta parte del porto delle lettere, mai meno del costo di una lettera semplice 1.6.1850 5 centesimi per ogni lotto di peso (17,5 g) indipendentemente dalla distanza 1.11.1858 2 soldi per ogni lotto di peso, indipendentemente dalla distanza

1origini del servizio spedizione gazzette in lombardia[Decreto imperiale] Vienna 23 dicembre 1750. Nell’ufficio di Milano e di Mantova come ormai si usa in tutti

gli uffici di posta d’Europa, sarà fin d’ora lecito agli ufficiali d’in-dustriarsi col far venire da paesi esteri pieghi di Gazzette dirette all’ufficio da riceversi gratis, pagando l’ufficiale alla cassa per ogni Gazzetta, quella ricognizione, che dal Conte Cristiani sarà giudicata discreta, con lasciare che l’ufficiale profitti del di più che gli pagasse il particolare per la Gazzetta. Firmato Maria Teresa

2 ripartizione degli utili da spedizione gazzette[Decreto] Milano, 14 marzo 1800. Amministrazione delle poste. Sopra rapporto dell’Amministrazione delle Poste S.E. il Com-

missario imperiale conte Coccastelli, con rispettato suo decreto del 13 corrente, ha determinato in massima che il riparto degli utili procedenti dalle gazzette debba essere fatto in tutto e per tutto nel modo che eravi in pratica al maggio 1796. In esecuzione poi di quanto resta prescritto dal Cesareo real dispaccio del 23 dicembre 1750 ha determinato, che la cassa d’ufficio abbia ad essere a parte di suddetti utili, ed ha dichiarato che la medesima debba percepire una porzione eguale a quella assegnata a cadauno degli individui interessati, fra i quali ha deciso doversi ritenere il capo d’ufficio. Dietro le premesse massime procederà la mentovata Spedizione [delle Gazzette] al riparto degli utili derivanti dalle gazzette del

secondo semestre 1799 facendo a cadauno degli interessati tenere la rispettiva parte col versarne nella cassa d’ufficio la porzione alla medesima spettante. Conte

3 Prezzi delle carte bollate e relativi diritti

ridotti a nuova moneta [Sunto] Imperiale Regio Governo. Notificazione. Milano, 1° novembre 1823. Dovendo, a termini del §18 della sovrana patente oggi pubbli-

cata, colla quale venne stabilito un nuovo sistema monetario pel regno lombardo-veneto, tutte le rendite dello stato essere dal giorno della promulgazione della sullodata sovrana patente ridotte nella nuova valuta, e quindi anco i prezzi e diritti che sono in vigore pei diversi bolli delle carte, si deducono a pubblica notizia le seguenti relative disposizioni [....]

2. Il diritto del bollo fisso o di dimensione per gli affissi, deter-minato dall’art. 54 del decreto suddetto sarà di cinque centesimi della nuova valuta per ogni foglio di venticinque palmi quadrati di superficie, e di tre centesimi per ogni mezzo foglio della me-desima sorta. L’aumento pei detti affissi in carta più grande di venticinque palmi quadrati per foglio intero sarà di un centesimo dell’eguale valuta di più del diritto sopra indicato per ogni cinque palmi quadrati di eccedenza.

3. Il diritto del bollo fissato dall’art. 58 del citato decreto per gli avvisi ed annunzj stampati, qualunque ne sia l’oggetto, che si pubblicano e distribuiscono per le strade e luoghi pubblici, o che si

i documenti

C L E M E N T E F E D E L E & F R A N C E S C O L U R A S C H I — G I O R N A L I I N P O S T A , L ’ E P O C A D E I B O L L I

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fanno circolare in qualunque altra maniera, sarà di cinque cente-simi della nuova valuta per ogni foglio ordinario di stampa al di sotto di trenta palmi quadrati; di tre centesimi pel mezzo foglio e al di sotto; di nove centesimi pel foglio di trenta palmi quadrati e al di sopra; e di cinque centesimi pel mezzo foglio suddetto. [....]

5. Il diritto di bollo delle gazzette stabilito dall’art. 2 della notificazione governativa 26 novembre 1819 si pagherà nella nuova valuta con cinque centesimi per le gazzette che vengono stampate negli stati imperiali austriaci, le quali non occupino che un foglio intiero; con dieci centesimi per quelle stampate nei predetti stati che occupano o sorpassano un foglio intiero, e per le gazzette stampate e procedenti dall’estero che non occupano un foglio intiero; e con 15 centesimi per quelle stampate e procedenti dall’estero, le quali occupino od oltrepassino un foglio intiero.

4abbonamenti al mensile Antologia

dell’editore vieusseux [Antologia, giornale di scienze, lettere e arti, n° 100, aprile 1829]

L’Antologia si pubblica ogni mese per fascicoli non minore di fogli 10. Tre fascicoli compongono un volume, ed ogni volume è accompagnato da un indice generale delle materie. Le associazioni si prendono:

FIRENZE, dal Direttore Editore G. P. Vieusseux; MILANO, per tutto il Regno Lombardo Veneto, dalla Spedizione delle Gaz-zette, presso l’I. e R. Direzione delle Poste; TORINO, GENOVA e per tutti li Stati Sardi, presso il sig. Luigi Croletti, impiegato nelle R. Poste di Torino; MODENA presso Geom. Vincenzi e Comp. Libraio; PARMA, presso il sig. Derviè direttore delle Poste; ROMA, per tutto lo Stato Pontificio, presso il sig. Pietro Capobianchi, impiegato nell’amministrazione gen. delle Poste Pontificie; NAPOLI, presso Ambrogio Piccalunga, Strada S. Liborio n° 33; PALERMO, per tutta la Sicilia presso il sig. Carlo Beuf; AUGUSTA, presso la Direzione delle Gazzette; VIENNA, per tutto l’Impero Austriaco, dalla Spedizione delle Gazzette, presso l’I. e R. Direzione delle Poste; GINEVRA, presso J.J. Paschoud; PARIGI, presso J. Renouard, Rue de Tournon n° 6; LONDRA, presso C. F. Molini, 41 Paternoster Row.

Il prezzo d’associazione da pagarsi anticipatamente:per la Toscana, lire 36 toscane per un anno franco di porto per

la posta; per tutto il Regno Lombardo Veneto e il Regno Sardo, franchi 36 franco di porto per la posta; per il Ducato di Parma, franchi 36 franco alle frontiere per la posta; per lo Stato Ponti-ficio, scudi 6 franco di porto per la posta; per l’Estero, franchi 36 franco Torino o Milano o franchi 52 franco Parigi per la posta.

5 regolamento sulla posta-lettere del 1838 [Vienna, 20 dicembre 1838] [....] Parte quarta Dell’abbonamento a scritti periodici (Gazzette e giornali) col

mezzo degli uffici postali.§ 75. Per quali scritti periodici gli uffici postali ricevano le

soscrizioni. Ognuno può abbonarsi presso qualunque Ufficio postale agli scritti periodici (gazzette e giornali) indicati nell’e-lenco che attualmente si pubblica in istampa dall’ I.R. aulica Amministrazione Suprema delle Poste in Vienna. Chi volesse associarsi ad una gazzetta o ad un giornale estero non compreso nel detto elenco e non generalmente permesso, dovrà produrre l’autorizzazione del competente ufficio di censura.

§ 76. Epoca dell’abbonamento. L’associato non può contare sulla consegna di tutti i fogli o fascicoli di una gazzetta o di un giornale formanti la serie di un’annata, di un semestre o di un trimestre, se non avendone data la commissione all’ufficio nel termine all’uopo indicato nell’elenco dell’aulica Amministrazione Suprema delle Poste prima che ne incominci la distribuzione pe-riodica. Dall’elenco medesimo si desume altresì se l’abbonamento deve farsi per un anno, per un semestre o per un trimestre: ritenuto aversi sempre ad intendere l’anno solare.

§ 77. Prezzo dell’abbonamento. I prezzi di abbonamento vengono notificati al pubblico ogni anno col mezzo dell’elenco, di cui al § 75, e nei prezzi fissati per le gazzette politiche estere è compreso l’importo del bollo da pagarsi dagli uffici postali.

§ 78. Consegna e relative competenze. La consegna degli scritti periodici col mezzo degli uffici postali può chiedersi in due modi, cioè: a) che siano spediti e consegnati aperti; oppure b) che siano messi sotto coperta coll’indirizzo del committente, suggellati e cosi consegnati. Nel secondo caso il committente deve pagare, oltre all’importo di abbonamento, anche le competenze stabilite per l’involto ed il suggello.

§ 79. Epoca del pagamento dei prezzi di abbonamento. I prezzi di abbonamento devono pagarsi all’atto di dare la commissione, e sulle polizze di abbonamento ne viene da parte dell’ufficio postale apposta la quitanza. Non si tiene conto di commissioni fatte per-venire per iscritto se non sono accompagnate dal prescritto prezzo.

§ 80. Ritrattazione della commissione. Volendosi rivocare una commissione data, potrà ottenersi la restituzione del prezzo paga-to solamente nel caso che la commissione per parte dell’ufficio di posta al redattore nazionale od all’ufficio postale estero non abbia ancora avuto luogo, oppure che questi accettino la rivocazione ri-nunciando al prezzo di abbonamento; o finalmente che si presenti altra persona ad assumere l’abbonamento e pagarne l’importo.

§ 81. Quando la pubblicazione di uno scritto periodico cessa in corso di abbonamento. Se uno scritto periodico nazionale, pel quale fu aperta soscrizione, non venisse pubblicato o cessasse prima della scadenza del tempo dell’abbonamento, si restituisce al committente nel primo caso l’intiero prezzo e nel secondo caso l’importo corrispondente al tempo che rimane, a contare dal giorno della cessazione del foglio fino alla scadenza del tempo di abbonamento, in quanto però questo non sia ancora stato pagato al redattore o possa esigersi sui di lui crediti. Ciò verificandosi riguardo a scritti periodici esteri, il prezzo pagato viene restituito soltanto qualora l’importo delle associazioni non fosse per anco stato passato all’amministrazione postale estera, oppure questa ne facesse la rifusione in tutto od in parte.

§ 82. Ritiro dall’ufficio postale. I committenti possono ri-tirare essi stessi dall’ufficio i fogli cui sono associati, o farseli ricapitare col mezzo dei portalettere o di altre persone d’ufficio. In quest’ultimo caso pagano la competenza di ricapito stabilita secondo i luoghi.

§ 83. Completamento dei fogli mancanti. Se all’atto stesso della consegna di scritti periodici il committente rileva la man-canza di uno o più fogli, è autorizzato a chiedere all’ufficio postale che gli siano forniti gratuitamente i numeri mancanti. Gli uffici postali procurano a richiesta delle parti il completamento delle mancanze scoperte od avvenute in seguito, soltanto verso il paga-mento dell’importo addomandato dei redattori o dagli uffici esteri.

§ 84. Mancanza in causa di proibizione. Se la distribuzione di uno o più fogli di scritti periodici esteri viene proibita dall’ufficio di censura, gli associati non possono pretendere dall’Ammini-strazione delle poste alcun bonifico o compenso. [Manuale delle ordinanze dell’I. R. aulica suprema Direzione delle Poste, Tomo Primo, Vienna 1839, pag. 169-170]

6 circolare esplicativa del § 9 della legge relativa

alle Poste del 1837 sulla circolazione dei periodici I.R. Governo pel Tirolo e Vorarlberg. Innsbruck, 15 maggio 1839. Sopra una domanda rispetto all’applicazione del § 9 della

legge relativa alle Poste del 5 novembre 1837 al trasporto dei fogli periodici (Gazzette e Giornali), che si spediscono in colli interi, e si ricevono in tal guisa specialmente dai librai, recasi a pubblica notizia ad eseguimento della sovrana risoluzione del 12 marzo, intimata con decreto dell’ecc. I. R. Camera aulica del 21 aprile a. c. quanto segue:

Quantunque secondo il § 9 della legge relativa alle Poste dei 5 novembre 1837 il trasporto dei fogli periodici da un luogo all’altro che sono in connessione postale, qualora dopo la pubblicazione non siano peranco trascorsi 6 mesi, sia riservato all’istituto delle Poste, il § 12 però di questa legge sub 3 ordina che i fogli periodici, i quali si spediscono non suggellati ad individui singoli, debbano andare esenti dalla riserva § 9, qualora queste spedizioni non contengano una raccolta di tali fogli per conto di più individui.

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Non trovandosi nei colli, i quali contengono fogli periodici e sono addrizzati ad individui singoli, fogli di contenuto eguale od altrimenti riservato pel trasporto all’istituto delle Poste coll’ad-drizzo espressivo per molti altri individui, essi andranno esenti come il furono sino ad ora, da ogni diritto postale, e saranno soggetti soltanto a quelli daziari, ed alla censura.

7 Periodici sotto coperta e relativa marcatura I.R. Direzione aulica delle Poste. Vienna, 23 dicembre 1838. N°13026/2391. All’I.R. Direzione delle Poste in Milano. Diverse spedizioni delle gazzette sogliono spedire i fogli che loro

vengono commessi sotto apposita coperta dalle parti, senza alcun contrassegno da cui potersi desumere che essi furono commessi ad un ufficio postale. La stessa cosa verificasi pure di sovente a riguardo di quelle Gazzette e Giornali che dagli editori o dalle redazioni vengono consegnati, già sopracartati e diretti a dei particolari, agli uffici postali per la spedizione. Gli Impiegati postali non ponno quindi nella verificazione dei mazzi, in cui sono contenuti simili invii, sapere, se essi siano da assoggettarsi a pagamento oppure da rendersi franchi. A scanso di errori ed ostacoli trova la scrivente Direzione delle Poste di ordinare quanto segue: a- Le sopracoperte delle gazzette della prima categoria, le quali senza di ciò vengono stampate, devono portare la leggenda “dall’I.R.Spedizione delle Gazzette in…”. b- A quelle della seconda categoria è da imprimersi il timbro “I.R. Spedizione delle Gazzette in …” e ciò da quell’ufficio postale, a cui l’editore o redattore le deve consegnare per la spedizione. Di conformità a quanto sopra sarà da disporsi l’occorrente.

8 le gazzette ad abbonati in vienna pagano la tassa

di recapitoI.R. Direzione aulica delle Poste. Vienna.... N° 14139/1650. L’I.R. Direzione delle Poste dovrà sorvegliare, sotto personale

responsabilità del signor direttore, che per quelle gazzette, che vengono commesse presso codesta Spedizione o presso altri dei dipendenti uffizi per l’inoltro sotto apposita sopracoperta agli abitanti di Vienna, e che sulla sopracoperta sono munite dell’in-dirizzo a stampa “Dall’I.R. Spedizione delle Gazzette in…” e per quelle gazzette che dagli editori o redattori vengono consegnate sotto coperta agli uffici postali per l’inoltro ad abitanti di Vienna, e sulle quali, previa esazione della relativa competenza, vengono munite del timbro della Spedizione delle Gazzette, venga oltre alle altre competenze infallantemente esatto e conteggiato il diritto di recapito, espresso nella tariffa delle gazzette dell’aulico ufficio di carantani 15 al mese per ogni esemplare da distribuirsi in Vienna, e di 20 carantani nei sobborghi. Questa pratica è dipendente dalla circostanza che le gazzette che arrivarono, vengono dalla Posta di Città fatte recapitare all’abitazione dei destinatari.

9 modalità adottate in vienna per l’imposta di bolloI.R. Direzione aulica delle Poste. Vienna, 12 settembre 1840. N° 13562/2302. All’I.R. Direzione delle Poste in Milano. In risposta al rapporto 31 agosto p.p. n° 5216, il quale ha per

argomento il modo di trattare in quanto al bollo i fogli che qui arrivano dall’estero o dalle provincie della Monarchia non soggette all’imposta del bollo... Per ciò che concerne il bollo delle gazzette che arrivano a questa Spedizione viene osservato il seguente pro-cesso; cioè, tutti i fogli politici che soggiacciono al bollo vengono trasmessi giornalmente all’ufficio del bollo accompagnati da ap-posita distinta. Quest’ultimo ufficio conteggia immediatamente il proprio ne stacca una bolletta e viene giornalmente soddisfatto da parte dell’ufficio aulico di Spedizione delle gazzette, il quale allega questa bolletta al proprio conto. Questo metodo fu trovato il più semplice, e perciò fu anche preferito al metodo di mensile conteg-gio che si era in facoltà di introdurre. Relativamente però a quei

fogli che dall’estero o da provincie della Monarchia non soggette all’imposta del bollo giungono sotto indirizzo delle parti o sotto fascia fu adottato di interpellare i destinatari se siano contenti di pagare l’importo del bollo o no. Nel primo caso è da prelevarsi il competente importo e da farsi applicare il bollo dall’ufficio; nel secondo caso poi le gazzette non bollate sono da trattarsi in parità delle lettere di rifiuto, e da respingersi al luogo d’origine. Ottenfeld

10 modalità 1840 per il bollo su gazzette dall’esteroI.R. Direzione delle Poste di Lombardia. N° di prot. 5448. Milano, 10 settembre 1840. Oggetto: Magistrato Camerale abbassa un rapporto dell’uffi-

cio centrale del Bollo col quale annuncia essere arrivati all’ufficio postale in Cremona fogli e gazzette estere, e invita ad esporre se e per quali titoli siasi da parte di questa spedizione delle Gazzette cambiato di metodo in confronto di quello che ha finora esistito.

Inclita I.R. Presidenza Camerale!Tutte le gazzette prenotate in associazione presso questa

Spedizione centrale che qui arrivano dall’estero o da paesi della Monarchia non soggetti all’imposta del bollo e per le quali quindi venne di già anticipatamente prelevato il diritto di bollo all’atto stesso dell’associazione vengono regolarmente passate di volta in volta all’ufficio centrale del Bollo per la bollatura. Le gazzette dell’altra specie, cioè quelle che qui arrivano sotto fascia o sotto coperta chiusa dirette o a viaggiatori che se le fanno spedire ap-presso o a persone che si sono associate presso altri uffici postali o direttamente presso gli editori venivano antecedentemente al nuovo sistema attuale bollate per cura di questa Spedizione delle gazzette la quale dava poi conto alla finanza degli importi dei bolli in ragione dello smercio effettivo, stornando quelle che rimanevano inesitate. Al presente però dovendosi effettivamente pagare tutti i bolli non potrebbero gli impiegati postali caricar-sene nella incertezza di poter poi esitare le gazzette, tantoppiù che quelle di questa specie appartengono per lo più a viaggiatori i quali o non si curano di ritirarle o sono già partiti per il luogo di destinazione. Pel trattamento di queste gazzette e da parte di questa Spedizione e da parte degli ispettorati postali la direzione ha emanato le convenienti istruzioni colla circolare di cui allego copia, ma perché tali istruzioni possano sortire effetto è neces-sario che le Intendenze provinciali delle Finanze siano tutte al più presto provvedute dei necessari punzoni. Dopo la premessa esposizione è evidente che le gazzette pervenute all’ispettorato in Cremona non ponno essere che della specie delle non associate presso questa spedizione le quali per quanto si è detto più sopra non ponno essere bollate se prima non abbiasi la certezza di poterle esitare. Giuliani

11 bollo sulle gazzette inglesi a lodiI.R. Magistrato Camerale. Milano, 9 Aprile 1841 n° 5354/1165. All’I.R. Direzione delle Poste in Milano. L’I.R. Intendenza delle finanze in Lodi nel notificare come

da quell’ufficio postale siano stati presentati alcuni fogli inglesi per essere sottoposti alla prescritta bollatura, avrebbe fatta ricerca dell’occorrente punzone per procedere a siffatte domande. Pendendo tuttavia le superiori risoluzioni invocate alla consulta 27 settembre p.p. circa al metodo da osservarsi per la bollatura di simili fogli esteri che vengono spediti al mezzo degli uffici provinciali indipendentemente dall’ufficio di spedizione delle gazzette in questa città, né potendosi in pendenza delle risoluzioni medesime far luogo alla somministrazione dei relativi punzoni alle Intendenze provinciali, così viene incaricata codesta I.R. Direzione di provvedere a che anche presso l’ufficio postale in Lodi sia osservata la pratica in corso nelle altre provincie per la bollatura di detti fogli esteri che a quell’ufficio pervenissero non bollati, e ciò prima della loro diramazione verificando accurata-mente e riferendo se da parte degli uffici postali provinciali siano esattamente osservate le prescrizioni di legge circa la bollatura dei fogli in discorso prima che se ne faccia uso.

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12 Ufficio del bollo e gazzette in arrivo in città lombardeI.R. Ufficio del Bollo della Carta dei Libri Bollettari.Milano, 24 giugno 1841. N°1326.All’Inclito I.R. Magistrato Camerale. Dalla nota dell’I.R. direzione delle Poste abbassata col

rispettato rescritto 14 corrente di codesta I.R. magistratura camerale, risulterebbe, come si esprime la detta direzione, che la disciplina di far bollare le gazzette estere prima della loro dira-mazione, e consegna ai destinatari, è generalmente ben intesa e regolarmente eseguita, e solo rimarcherebbe esservi diversità nel relativo procedimento. In generale devesi osservare che rela-tivamente alle gazzette estere la maggior parte di esse vengono ricevute dall’ufficio di spedizione centrale in Milano, presso la stessa I.R. direzione delle Poste, e prima della loro diramazione agli uffici postali delle provincie, o della distribuzione a chi sono ad esse abbonati, e dirette, si fanno munire del competente bollo producendole a quest’ufficio con analoga nota, e nei modi stabiliti col rispettato presidenziale dispaccio di codesto I.R. Magistrato Camerale in data 30 agosto scorso anno al quale si fece risposta col rapporto subordinato il successivo giorno 31. Riguardo alla bollatura delle gazzette estere che si ricevono direttamente dagli uffici postali nelle provincie indipendentemente da quelle di già bollate e che ad essi vengono trasmesse dall’ufficio di spedizione centrale in Milano suddetto dai riscontri degli stessi uffici diretti alla detta I.R. direzione delle poste e qui unite si desume:

a- Che dall’ufficio postale in Como per le gazzette estere che ad esso pervengono, prima di sottoporle al competente bollo si rintraccia la persona a cui sono dirette, e quando questa le accetti sono passate all’ufficio del bollo per la bollatura competente, indi si consegnano al proprietario.

b- Dall’ufficio postale in Brescia si segue la stessa pratica di quello in Como.

c- Da quello in Mantova viene riferito che esso finora non ha ricevuto fogli esteri indipendentemente da quelli che riceve dalla Spedizione delle Gazzette in Milano già bollate, o da quella di Innsbruck, pure già bollate, e che se le venissero spedite delle gazzette senza bollo ritiene di farne seguire la bollatura all’ufficio presso quella Intendenza di finanza.

d- Anche l’ufficio postale in Cremona ha dato un consimile riscontro, ma si osserverebbe riguardo al ricevere, e distribuire senza altra procedura le gazzette che sono ad esso ufficio trasmesse dalle spedizioni delle gazzette nella monarchia, essere dovere di esaminar-le se per avventura nelle dette gazzette vi siano di quelle provenienti dalli stati austriaci non sottoposti al bollo oppure provenienti da altri stati d’Alemagna ritenuti esteri non muniti di bollo, che queste siano prima di distribuirle sottoposte al competente bollo a’sensi del §31 della Patente Sovrana 27 gennaio 1840.

e- L’ufficio postale in Bergamo dichiara che nessuna gazzetta estera le perviene indipendentemente da quelle che le sono trasmes-se dall’ufficio di Spedizione centrale in Milano.

f- Quello in Pavia riscontra pure che le gazzette estere perve-nute le sono state praticate le prescrizioni per la bollatura tra-smettendole alla spedizione generale delle Gazzette il che trovasi regolare sia per la vicinanza a Milano che per altre ispezioni che dal detto Ufficio si fanno procedere e così tali Gazzette vengono bollate in unione alle altre che si presentano dal detto Ufficio ogni giorno allo scrivente Ufficio.

g- Lo stesso metodo osservato dall’Ufficio Postale in Pavia è pure praticato da quello in Chiavenna come dal relativo riscontro. Meno dunque l’avvertenza da farsi riguardo alla pratica dell’uf-ficio postale in Cremona, onde non sia indotto forse nell’errore di distribuire senza bollo le gazzette che provengono dagli uffici di spedizione della Monarchia fra le quali ve ne possano essere di estere, o provenienti da Stati non soggetti all’imposta del bollo, null’altro troverebbe quest’ufficio di osservare, e proporre in evasione al rispettato rescritto di codesto I.R. Magistrato.

13 Accentramento a Milano delle operazioni fiscali I.R. Magistrato Camerale. Milano, 18 luglio 1842.

N° 10691/1892 All’I.R.Direzione delle Poste in Milano. Poiché il metodo attualmente osservato in codeste Province per

la bollatura delle gazzette estere è nelle parti essenziali confor-me a quello eseguito in Vienna, S.A.I. il Serenissimo Arciduca Vice Re coll’ossequiato Dispaccio del giorno 12 dell’andante mese N°6890 si è degnato di acconsentire che si continui nel medesimo, trovando garantite le esazioni di questa regia. Del resto collo stesso Dispaccio l’altefatta A.S.I. ha dichiarato non essere affatto necessario che per la bollatura delle gazzette estere abbiano le Intendenze provinciali ad essere munite dei relativi punzoni, mentre le medesime dovranno essere spedite tutte in Milano prima di essere consegnate al loro destino sia per subirvi la relativa censura sia per esservi bollate, osservando che in tale modo si evitano le spese di altri punzoni e si eseguiscono con maggiore certezza e cautela le discipline urgenti. Si comunica-no le premesse Superiori dichiarazioni a codesta Direzione in relazione al suo rapporto 27 Aprile p.p. n°2690, e con incarico di dare le necessarie disposizioni anche agli Ispettorati Postali da Lei dipendenti per l’esatto adempimento degli ordini come sopra impartiti dalla lodata Altezza Sua. Firmato

14 1848 governo provvisorio stampa libera e postalità[Articolo su L’Indipendente Giornale Politico Italiano, Anno

I n° 13. Milano. 15 Aprile 1848] Se mai fu necessario che le comunicazioni tra città e città

siano facili rapide e poco costose, se mai la circostanza dei giornali ebbe bisogno di essere regolare, libera da ostacoli, alla portata delle piccole fortune, lo è in questo momento. La stampa è libera, è vero; ma a che giova se una gazzetta non può andare nella vicina città che per mezzo agli stessi ostacoli, colle mede-sime gravosissime spese, che sotto il cessato ordine di cose ne rendevano tanto difficile la circolazione. Che un Governo basato sulla diffidenza, sulla ignoranza, sulla inerzia da lui favorita nei suoi sudditi, impedisce in ogni modo il trasporto delle lettere e dei giornali, che li caricasse di spese che equivalevano per taluni ad una assoluta proibizione, ciò si concepisce, e non c’è di che meravigliarsi; era una conseguenza naturale del suo sistema. Ma che un Governo repubblicano, inaugurato alle acclamazioni d’un popolo liberato, un Governo figlio della libertà, amico della libertà conservi a lungo il sistema austriaco negli ostacoli che i regolamenti austriaci frapponevano alla circolazione dei gior-nali, alla facilità di comunicar per le lettere con le vicine città, questo è quello che non possiamo comprendere, e che dobbiamo attribuire all’abuso della scusa, “c’è troppo da fare”. Siamo in un momento di crisi, di interregno, di provvisorio: giammai c’è stato bisogno che il pensiero voli rapido da un punto all’altro della nostra Repubblica: giammai si sentì più vivamente il desiderio di espansione, di comunicare liberamente, facilmente le proprie idee, i proprii pensieri, i proprii sentimenti. In circostanze, come le nostre i momenti sono preziosi; tutti hanno maggior bisogno di leggere, di sapere che cosa si fa, come si pensa nella Capitale, nel paese vicino; ed a soddisfare questo bisogno si trovano le stesse difficoltà ed i medesimi ostacoli che in tempi di triste memoria. Una riforma completa dell’amministrazione postale esige tempo, studii gravi, e cure complicate; tale missione sia pur riservata ad una delle nostre prime assemblee deliberanti. Or non si tratta di ciò: una misura semplice e temporaria basterebbe. Una tassa minima ed uniforme per tutte le lettere di un determinato peso e per tutta l’estensione dei nostri dipartimenti, e se fosse possibile anche per i dipartimenti lombardi, una tassa minima per ogni foglio per ogni numero di giornale, egualmente uniforme per ogni distanza nel limite del paese liberato, abilitazione agli ufficii po-stali di ricevere abbonamenti ai giornali sulle basi più moderate, e colle maggiori facilitazioni, ecco quanto per ora esige l’urgenza delle circostanze. Mettere la lettura, e la lettura dei giornali, a buon mercato deve essere una delle cure d’un Governo, come il nostro, e non deve temere, che gli incassi del tesoro se ne risentano: purtroppo! Se anche diminuzione d’entrata ne venisse nell’am-ministrazione postale, sarebbe di una scala tanto piccola, da non mettere terrore nel Governo, giacchè il precedente sistema aveva

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talmente scoraggiato i lettori di giornali, che ben pochi avevano conservato il gusto di leggere, e pagavano per questo tasse postali. D’altronde è da sapere, che il numero di questi aumenterebbe, se trovasse poco dispendioso un simile gusto. Tale fu sempre il risultato di simili esperienze fatte in altri paesi.

15 1848 governo provvisorio tariffa di posta dei periodici [Decreto] Governo Provvisorio della Lombardia. Milano,

30 maggio 1848. Allo scopo di facilitare sotto ogni rapporto lo sviluppo dell’e-

ducazione dei Cittadini e di promuovere fra i popoli lo scambio delle idee, il Governo Provvisorio ha trovato di sostituire alle disposizioni finora vigenti sul trasporto dei giornali col mezzo della posta il seguente regolamento, che sarà perciò da osservarsi esclusivamente in siffatta materia.

La Spedizione delle gazzette in Milano ogni semestre rac-coglierà dagli editori dei giornali nazionali ed esteri il nome del giornale che pubblicano e il prezzo d’associazione, e ne compilerà un esatto elenco. Al prezzo fissato dagli editori saranno aggiunte le seguenti tasse postali:

1. Per ogni foglio nazionale senza distinzione di grandezza, compresovi anche il supplemento o foglio d’annunzio, centesimi 2 da un punto all’altro delle Provincie Lombarde. I giornali in quarto di foglio non pagheranno che una tassa modica di cente-simi 10 per ogni mese.

2. Pei giornali in libro e per qualunque altra stampa cent. 2 al foglio di 8 facce.

3. Pei giornali di moda, o musicali, con uno o due figurini o con allegati di musica, cent. 8.

4. Gli editori dei giornali nazionali non saranno più tenuti di pagare ai commessi postali il 10 o 5 per cento, ma invece la retribuzione da darsi ai commessi postali sarà a carico della Cassa delle poste, e verrà convenuta dall’amministrazione postale in quella misura che si troverà conveniente.

5. I manifesti d’associazione di nuovi giornali che gli editori intendessero diramare saranno spediti per tre volte gratuitamente, e per le successive spedizioni pagheranno cent. 2 per esemplare.

6. Volendo gli editori o qualunque privato spedire col mezzo degli uffici postali giornali, libri stampati, giornali di moda o musicali, pagheranno pei primi cent. 3 per ogni foglio senza distinzione, pei secondi pure cent. 3 per ogni foglio di otto facce, e pei giornali di moda o musicali cent. 10, sempre all’atto dell’im-postazione senza distinzione.

7. Pei giornali provenienti dall’estero, meno quelli dalla Spagna, Inghilterra ed oltre mare, per ogni foglio, come al punto 1, cent. 5, oltre agli esborsi e carichi.

8. Pei giornali dell’Inghilterra per ogni foglio cent. 10.9. Pei giornali spagnuoli per ogni foglio cent. 15.10. Pei giornali oltre mare cent. 20 al foglio.11. Chi desiderasse avere i giornali con particolare coperta

pagherà, oltre la tassa sopra indicata, annualmente lire 10.12. Le associazioni saranno accettate dalla locale Spedizione

centrale delle gazzette, dagl’ispettorati ed uffici postali, coi prezzi fissati nell’elenco per trimestre, semestre o annualmente, a se-conda che gli editori ne stabiliranno il periodo.

13. Il pagamento d’associazione sarà da farsi all’atto della commissione, e non potrà essere restituito nè alterato per parte degli uffici postali. Nel caso però (e questo specialmente a riguardo dei giornali esteri) gli editori ne aumentassero durante l’associazione l’importo, questo aumento dovrà essere pagato dall’associato.

14. In Milano per l’accettazione delle commissioni e distribu-zioni delle gazzette e de’ giornali verrà attivato, a maggior comodo del pubblico, un apposito locale annesso agli uffici d’impostazione e distribuzione delle lettere.

16 1848 tariffe delle ristabilite autorità asburgicheI.R. consigliere Direttore e segretario dell’I.R. Intendenza

generale dell’Armata. Circolare agl’II. RR. Ispettorati ed Uffici postati di Lombardia. Milano, 3 settembre 1848.

Dietro autorizzazione avuta da S.E. il sig. Feld-maresciallo conte de Radetzky, comunico agl’II. RR. ispettorati ed uffici po-stali l’annessa circolare emanata dall’imperiale suprema aulica Amministrazione delle Poste, coll’avvertenza che le contenutevi disposizioni dovranno avere il loro effetto in Lombardia col giorno 15 del corrente mese di settembre. Boecking.

[Circolare allegata] Amministrazione Suprema aulica delle Poste. Circolare n° 434 agl’II. RR. Ispettorati ed Uffici postali di Lombardia. Vienna, 8 maggio 1848.

Ancor prima che sia possibile di attivare a vantaggio del commercio generali ed efficaci riforme nell’istituzione postale, onde procacciare ogni agevolamento ammissibile, il Consiglio dei Ministri, con ossequiato dispaccio del Ministero di Finanze in data 4 maggio 1848 n° 245 ha decretate le seguenti modificazioni nel regolamento del porto dell’I.R. posta dell’anno 1842.[....] 3. Per le gazzette e i giornali da spedirsi col mezzo degl’II. RR. uffici postali, non in via d’abbonamento, per i prezzi correnti, le liste di borsa, le circolari a stampa e in litografia, i libri, i fascicoli, la musica, come eziandio per cose stampate d’ogni genere, se, oltre l’indirizzo esteriore, non vi è manoscritto, parimenti per bozze cor-rette senza il manoscritto, tranne le aggiunte e variazioni prodotte dalla correzione medesima, finalmente per i campioni, in quanto simili oggetti vengono spediti sotto fascia a croce, onde verificarne il contenuto, e siano affrancati all’atto dell’impostazione, sarà da contribuire la quarta parte della tassa normale di porto, in niun caso però meno di un carantano. Queste determinazioni avranno vigore dal primo giugno 1848 in avanti per tutte le spedizioni col mezzo della posta-lettere in tutte le parti dell’Impero, ad eccezione dell’Ungheria. [....] Ottenfeld.

I.R. Consigliere Direttore delle Poste di Lombardia e Segre-tario dell’I.R. Intendenza generale dell’Armata.

Circolare n° 3008 agl’II. RR. Ispettorati ed Uffici postali di Lombardia. Milano, 25 settembre 1848.

In appendice alla Circolare 8 maggio prossimo passato, n° 434 dell’I.R. aulica Suprema Amministrazione delle Poste, di-ramata con attergato, n° 105, 3 corrente della scrivente, trovasi ad opportuno schiarimento della stessa di avvisare che [....] In quanto poi al § 3 della ripetuta circolare, la Direzione osserva che per ora la tassa per le stampe, dallo stesso prescritta, debba ritenersi in vigore soltanto per le stampe sotto fascia, mentre pei giornali e per le gazzette, sia d’associazione presso gli uffici postali, sia presso gli editori, resta tuttora in attività la tariffa 30 maggio prossimo passato del suddetto cessato Consiglio. Rimane così tolto ogni dubbio all’interpretazione della nuova disciplina postale, ed ogni Ufficio è per queste delucidazioni in grado di potere con sicurezza e precisione attenervisi nella tassazione delle lettere, giornali e stampe. Boecking

I.R. Consigliere Direttore delle Poste di Lombardia e Se-gretario dell’I.R. Intendenza generale dell’Armata. Milano, 29 novembre 1848. Circolare n° 4777. All’ufficio Spedizione centrale delle gazzette, ed agli Ispettorati ed uffici postali di Lombardia.

Colla circolare 25 settembre prossimo passato, n° 15997, dell’I. R. Suprema aulica Direzione delle Poste venne fatto ob-bligo a tutti gli uffici postali di non trasmettere le associazioni di quelle gazzette e giornali, che vengono muniti di sopraccoperta ed indirizzi a cura dei redattori stessi in Vienna, in nessun caso all’ufficio aulico della Spedizione gazzette, ma indistintamente ai rispettivi redattori. Conformemente a tale disposizione le incumbenze dell’ufficio aulico delle poste in Vienna riguardo a simili gazzette si limitano al ricevimento delle medesime, in uno colla prenotazione del loro numero all’uopo dell’esazione del rispettivo porto, non che al loro inoltro per i luoghi di desti-nazione indicati sugli indirizzi, non potendosi esso occupare con un esame degli indirizzi, o colla registrazione delle singole copie di giornali, dietro il nome degli associati. Dal premesso risulta quindi, che tutti i reclami per irregolari indirizzi delle gazzette, e per la loro cessata o difettosa spedizione sono da farsi dagli uffici e dalle parti associate direttamente alla redazioni delle relative gazzette o giornali, la quale sola è in grado di rispondere ai detti reclami e di evaderli, imperocchè manca all’ufficio aulico delle

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poste per ciò ogni appoggio, e non possono da esso lui fornirsi degli schiarimenti di sorta intorno a simili fogli per le istesse ragioni che valgono riguardo alle lettere non raccomandate, delle quali pure non viene fatta alcuna prenotazione. Tanto si partecipa ai dipendenti uffici per loro intelligenza e norma, in relazione alla nota 16 corrente n° 3447 dell’I.R. Ufficio Aulico delle Poste in Vienna. Boecking

I.R. Consigliere Direttore delle Poste di Lombardia e Segre-tario dell’I.R. Intendenza generale dell’Armata.

Circolare n° 269. Milano, 1° dicembre 1848. All’uopo di ridurre ad un’equa e giustamente proporzionata

misura i diritti postali concernenti le gazzette ed i giornali (scritti periodici) che compariscono nell’interno, l’eccelso I.R. Ministero delle Finanze coi dispacci 7 giugno e 7 Novembre prossimi passati, n° 757 e n° 35062-1499, ha trovato opportuno, fino al regolamen-to generale di quest’oggetto, di stabilire provvisoriamente rispetto alla spedizione delle gazzette e dei giornali le seguenti disposizioni:

1- Alla misura del diritto di spedizione (provvisione postale) deve servire di base il prezzo delle gazzette e di altri fogli periodici, secondo il quale i medesimi vengono ceduti dagli editori agli uffici postali per la spedizione, dal qual prezzo per altro, rispetto ai giornali soggetti al bollo, deve diffalcarsi il diritto di bollo.

2- Per la spedizione dei giornali ed altri fogli periodici in tutta l’estensione dell’I. R. Amministrazione delle Poste è a ragguaglia-re il diritto di spedizione al 20% del detto prezzo colla restrizione che questo diritto non deve in nessun caso produrre annualmente più di 4 fiorini, né meno di 40 carantani.

3- Ad agevolare il calcolo delle tasse ed a semplificare la con-tabilità, gli importi al di là di 30 carantani hanno da valere per interi fiorini nel computo del prezzo netto, gli importi però sotto 30 carantani non sono da mettersi in linea di conto. Nel calcolo delle competenze postali le frazioni di un carantano saranno ritenute per carantani interi a norma delle generali prescrizioni per le tasse di porto.

4- Le gazzette ed i giornali saranno spediti senza ritardo in misura delle corse postali esistenti tra i paesi ove vengono pub-blicati ed i luoghi di dimora dei rispettivi associati, e dovranno cessare le prima usate competenze addizionali stabilite oltre alla provvisione per l’inoltro di alcuni giornali e per la spedizione oltrepassante il numero di due volte la settimana, come pure le competenze che gli uffici postali prelevavano pei giornali pub-blicati fuori del luogo di loro residenza. Nei soli casi in cui gli abitanti desiderano di ricevere i giornali sotto coperta separata col proprio indirizzo, oppure ricapitati alla loro abitazione per mezzo degl’inservienti di posta, sarà da soddisfarsi una modica separata competenza da stabilirsi in base delle condizioni locali.

5- Per le gazzette che vengono in luce nell’interno della Monarchia, e per altri giornali da spedirsi all’estero, non sarà da addebitarsi agl’istituti postali esteri una tassa di spedizione maggiore di quella fissata sotto il § 2; all’incontro continuano le attuali competenze postali per l’acquisto di gazzette e giornali esteri, e sino ad un accordo coi relativi Istituti postali esteri.

Le presenti disposizioni andranno in attività col termine di abbonamento del 1° gennaio 1849, e si estendono senza ecce-zione su tutte le gazzette ed i giornali (scritti periodici) che si pubblicano nell’interno della Monarchia, non che su quei fogli rispetto ai quali venne appena di recente regolata la provvisione postale secondo una differente misura. Rispetto alle gazzette che vengono pubblicate nell’Ungheria e nella Transilvania restano in vigore le finora vigenti disposizioni per l’esazione dei diritti postali: all’incontro sono da rilasciarsi le gazzette che escono negli altri Stati della Monarchia austriaca, e vengono spedite pei summentovati paesi, al medesimo prezzo stabilito dalle premesse nuove disposizioni. Tanto si deduce a notizia dei dipendenti uffici postali per loro intelligenza e stretta osservanza dal prossimo venturo semestre solare dell’anno 1849 in avanti, in relazione al rispettato decreto 20 Novembre prossimo passato, n° 4160, dell’aulica Suprema Direzione delle Poste. Boecking

I.R. Direzione delle Poste. Milano, 18 dicembre 1848. Circolare n° 283.

In aggiunta alla circolare emanata dalla scrivente in data 1° corrente mese, n° 269, viene significato agl’II. RR. uffici postali dipendenti che il § 3 della suddetta circolare deve riferirsi al calcolo della tassa di spedizione soltanto per le gazzette che si stampano nell’interno fuori del Regno Lombardo-Veneto. Ri-spetto poi alle gazzette ed ai fogli periodici che si pubblicano nel Regno Lombardo-Veneto, gl’importi di cent. 50, ed oltre, hanno da ritenersi pari ad una lira nel computo del prezzo netto dei fogli medesimi; all’incontro gl’importi al di sotto di centesimi 50 non saranno punto da calcolarsi. Tanto serva per la rispettiva intelligenza e norma. Boecking.

17 nuovi criteri di abbonamento editorialeI.R. Direzione Aulica Suprema delle Poste. Circolare n°15997/3993. Vienna, 25 settembre 1848. Siccome le facilitazioni concesse dall’I.R. eccelso Ministero

delle finanze a quelle redazioni esistenti in Vienna le quali assunsero l’obbligo di munire le proprie gazzette colla rispettiva sopracoperta e coll’indirizzo giusta la circolare a stampa del 28 p.p. agosto n° 828, hanno di mira di semplificare le mansioni della Spedizione delle gazzette presso l’aulico ufficio postale, così si dispone onde ottenere l’intento quanto segue: a- La commissione di prenumerazione per fogli e gazzette indicati nella sopracitata circolare, ai quali vanno pure uniti col 1° di ottobre quelli sotto la denominazione “Die Volkswehrs” e “Oesterreische Courier” sono da effettuarsi direttamente presso le singole redazioni unendovi anche il rispettivo importo d’associazione; b- Per tutti gli altri giornali e gazzette di Vienna che non vengono muniti di sopra-coperta ed indirizzo direttamente dal redatore, è da effettuarsi l’associazione presso la Spedizione aulica delle gazzette; c- Le associazioni delle gazzette estere e di quelle che sortono nelle provincie sono da effettuarsi come al passato presso le Spedizioni delle gazzette delle rispettive direzione delle poste o presso l’ufficio postale di quel luogo ove sorte la gazzetta. Ottenfeld

18 Pagamenti in valuta d’argento e di bancoI.R. Suprema Aulica Direzione delle Poste. Circolare N°19380/4887. Vienna, 29 novembre 1848. Dovendosi soddisfare dall’amministrazione delle Poste au-

striache i prezzi delle gazzette e dei giornali che si stampano all’estero, non che le relative competenze di spedizione e transito in moneta sonante agli uffici esteri di spedizione gazzette, saran-no, in seguito alla disposizione emanata dall’eccelso Ministero di Finanza in data 23 novembre 1848, ad incominciare dal prossimo venturo termine di abbonamento, da pagarsi i quoti parziali da esigersi sui prezzi d’associazione a favore delle casse postali estere in moneta sonante anche per parte degli abbonati alle gazzette ed ai giornali esteri. All’incontro potranno essere soddisfatti i quoti parziali spettanti all’Amministrazione delle Poste Austriache, non che i diritti di bollo (ove esistono), in valuta di banco. Turneretscher

19 reclami per le gazzetteI.R. Direzione delle Poste Lombarde. Milano, 3 gennaio 1849. Circolare n° 5852 alla Spedizione centrale delle gazzette ed

Ispettorati ed uffici postali in Lombardia. Colla circolare 29 novembre 1848, n°4777, della Scrivente

furono sopra requisitoria dell’I.R. ufficio aulico delle Poste in Vienna avvertiti gli uffici postali che tutti i reclami per irregolari indirizzi di quelle gazzette che vengono munite di sopraccoperta a cura dei redattori stessi a Vienna, ed in causa di cessata o di-fettosa spedizione delle stesse, debbono essere rivolti dalla parte o dagli uffici associati direttamente alle rispettive redazioni di gazzette. In opposizione però alla premessa istruzione l’I.R. suprema aulica Direzione delle Poste con rispettato decreto 18 dicembre p.p., ha trovato di significare che l’accennatavi diretta spedizione dei reclami alle redazioni delle gazzette non possa aver luogo, stante chè ponno succedere degli sbagli nella spedizione delle

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gazzette anche per difetto degli uffici postali, e che quindi occorre prima di tutto investigare a chi ne sia attribuibile la colpa. Gli Uffici postali vorranno quindi di conformità regolarsi. Boecking

20 bollo di controlleria su gazzette estere

in abbonamento postaleCommissario imperiale plenipotenziario. Circolare n° 313-50. Verona, 10 gennaio 1850. In forza di una risoluzione del Consiglio dei ministri, in data

20 dicembre prossimo passato, la tassa del bollo da pagarsi per le gazzette estere, incominciando dal 1° gennaio 1850, presupposta la reciprocità dei giornali politici che escono alla luce negli stati della Confederazione germanica e vengono spediti col mezzo delle ii.rr. Poste, è stata compenetrata nella tassa di spedizione. Le competenze di bollo per tali gazzette non essendo quindi abolite, ma venendo pagate cumulativamente con quelle di porto, gli ii. rr. uffici postali continueranno, come in passato, a trasmetterle all’I.R. ufficio del bollo, il quale però invece di munirle del bollo finora prescritto pei giornali esteri, le assoggetterà, fino a nuovo ordine, al bollo di controlleria, e ciò in base all’atto di consegna da prodursi da ciascun ufficio postale. Lo che si partecipa in seguito al dispaccio 30 dicembre 1849 n° 49024-M.F. del signor Ministro delle finanze per intelligenza e norma e per la corrispondente esecu-zione in quanto lo riguarda. D’ordine di Sua Eccellenza/ Bennati.

21 tipari per bollo di controlleriaI.R. Direzione superiore delle Finanze. Circolare n° 1974-31. Verona, 5 febbraio 1850. All’i.r. Intendenza provinciale delle Finanze. Facendo seguito

al mio circolar decreto 10 gennaio p. p. n° 313-50, ed in ordine ad ossequiata determinazione del signor Ministro di finanza datata 24 detto mese n° 94, comunico a codest’I. R. ufficio per opportuna intelligenza e norma alcuni schiarimenti e variazioni che il pre-fato signor Ministro si è trovato indotto di fare in proposito alle disposizioni relative al bollo delle gazzette estere cui alludeva il ministeriale dispaccio 30 dicembre 1849 n° 14024. Avverto quindi codesta carica di quanto segue:

1°- Viene incaricato l’Ufficio centrale del bollo in Milano di far costruire a mezzo di quell’I.R. Zecca ad uso di tutti gli uffici, ai quali è affidata in via di eccezione la bollatura di gazzette estere, i timbri pel bollo di controlleria delle gazzette, giusta un apposito modello che viene contemporaneamente trasmesso allo stesso Ufficio del bollo, distinti mediante incisione della lettera iniziale del luogo di residenza rispettiva dell’ufficio che deve farne uso. L’Ufficio del bollo di Venezia quindi, non che le II. RR. Intendenze provinciali di finanza a cui occorressero tali timbri, dovranno senza alcun ritardo trasmettere il loro fabbisogno colla indicazione della lettera iniziale da apporsi, come sopra, al surripetuto Ufficio centrale del bollo, il quale è anche incaricato di farli pervenire agli uffici stessi nei modi regolari di pratica.

2°- Poichè mediante gli atti di consegna che debbono offrire gli uffici postali va ad ottenersi bastantemente la necessaria eviden-za, gli uffici del bollo di Milano e Venezia, non che le ii.rr. inten-denze di finanza, avvertiranno che resta tuttora in applicazione come in passato il bollo per le gazzette estere che compariscono nei paesi della Confederazione germanica, i quali hanno conchiusa apposita convenzione coll’amministrazione postale austriaca, per la quale la competenza del bollo è stata compresa in quella di spedizione, ed al di cui spaccio viene proveduto direttamente dalle ii. rr. amministrazioni postali. Debbono perciò essere assoggettate alla solita bollatura verso pagamento dell’importo corrispondente tutte le gazzette estere senza distinzione, sia che compariscano alla luce negli accennati paesi della Confederazione germanica, od in altri luoghi, ogni qual volta non fossero presentate per la bollatura da una i.r. amministrazione postale, ed anche in caso di tale presentazione non fossero nell’atto di consegna della postale amministrazione designate siccome comprese tra quelle a cui deve applicarsi la convenzione, ed al di cui spaccio provede direttamente la stessa postale amministrazione.

3°- Le II.RR. Intendenze dovranno rilasciare le opportune istruzioni alla guardia di finanza, non che ai dipendenti uffici esecutivi; avvertendosi che devesi procedere invenzionalmente a riguardo di tutte le gazzette estere che si trovassero in circola-zione non munite di un imp.regio bollo, ove in forza della legge 27 Gennaio 1840 vi fossero soggette. Del che vado a far rendere avvertiti eziandio i librai a mezzo delle competenti autorità locali.

4°- Nell’incontro che giornalmente si chiudono le operazioni della bollatura, dovrà essere riconosciuto il numero dei bolli che furono impressi in via di controlleria sulla base delle consegne postali senza pagamento di una competenza, ed il numero me-desimo dovrà essere dimostrato giusta la pratica nei prospetti di gestione del ramo bollo.

5°- Non spetta agli uffici incaricati della bollatura delle gaz-zette estere l’occuparsi del quesito, se all’estero venga osservata la reciprocità, essendo ciò di competenza degli uffici postali che stendono gli atti di consegna, i quali di trimestre in trimestre vengono sottoposti all’I.R. Contabilità aulica delle poste in Vien-na per l’analoga revisione e censura. Tutto ciò si porta a notizia di codesta I.R. Carica per opportuna osservanza in quanto la riguarda. [Raccolta degli atti ufficiali dei proclami ec. emanati e pubblicati dalle diverse autorità durante l’i.r.governo generale civile e militare del regno lombardo-veneto dal primo novembre 1849 in avanti Tomo III]

22 abusi sui giornali in transitoI.R. Direzione superiore delle Poste nel Regno Lombardo-

Veneto. Verona, 16 marzo 1850. Circolare n° 5005. Venne portato lagnanza all’eccelso imperiale regio Ministero

per il commercio, l’industria e le opere pubbliche sull’abuso che si sarebbe introdotto presso alcuni uffici postali dipendenti, massime i più piccoli, di trattenere le copie dei giornali che loro pervengono all’indirizzo dei rispettivi associati, facendone uso i propri impiegati, oppure delle terze persone a pregiudizio degli abbonati. Vengono pertanto dietro espresso ordine del sullodato Ministero in proposito diffidati i dipendenti impiegati e commessi postali, coll’avvertenza che sarà provveduto con tutto rigore contro quelli che si permettessero di trattenere per il surricordato uso dei fogli destinati per gli associati. I.R. Direttore superiore Zanoni

23 somma negligenzaI.R. Direzione superiore delle Poste nel Regno Lombardo-

Veneto. Verona, 25 marzo 1850. Circolare n° 3363-902. Dip.II. Vengo superiormente informato che S.E. il signor Ministro

per il commercio, l’industria e le opere pubbliche ha trovato di rimarcare la somma negligenza con cui procedono gli uffici po-stali lombardo-veneti nella distribuzione e ricapito ai destinatari degli esemplari di gazzette e giornali che a questi ultimi giungono coi mezzi postali. Simili lagnanze sono maggiormente frequenti relativamente al giornale che si pubblica in Vienna sotto il titolo Il Corriere Italiano. Devo pertanto, anche in relazione alla circo-lare 16 marzo n° 3003 di questa Direzione superiore, ingiungere rigorosamente a tutti i dipendenti impiegati e commessi postali che non abbiano da permettersi nessun ritardo sia nell’inoltro che nella distribuzione dei giornali a pregiudizio dei rispettivi desti-natari, onde non abbiano da ripetersi siffatte lagnanze, mentre nel caso diverso dovrei a mio malgrado adottare delle misure più severe. All’uopo però di assicurare la voluta sorveglianza in pro-posito, ordino in pari tempo alle Direzioni provinciali di adottare d’ora innanzi il sistema di timbrare colla data di spedizione tutti i fogli che fanno capo presso la medesima e che sono da diramarsi a mezzo dei propri locali uffici o di quelli della rispettiva provincia. I.R. Direttore superiore Zanoni

24 notizie sul ramo-poste [Articolo filo-governativo apparso nel fascicolo 27, 20 set-

tembre 1850, del periodico ministeriale Ordinanze per le poste, strade ferrate ed i telegrafi]

C L E M E N T E F E D E L E & F R A N C E S C O L U R A S C H I — G I O R N A L I I N P O S T A , L ’ E P O C A D E I B O L L I

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Lo slancio improvviso della stampa periodica nell’Austria aveva reso necessario nel 1848 di lasciare alle stesse redazioni de’ fogli la cura, per l’addietro esclusivamente demandata alla posta, di ricevere le associazioni pe’ diversi giornali, e provveder questi di sopraccoperta e d’indirizzo, limitando ad esempio dell’Inghilterra e della Francia, le relative mansioni postali alla semplice spedizione. Una tale innovazione, conforme alla natura ed allo scopo della posta, non riuscì di minore aggradimento alle redazioni medesime ed agli associati, venendo per tal modo il ramo gazzette a suddividersi appunto in altrettanti uffici quanti sono i fogli che sortono in luce, laddove per l’addietro invece la relativa manipolazione concentrandosi intieramente in pochi uffici, era impossibile, particolarmente presso quello di Vienna, che, atteso l’enorme numero de’ giornali, non succedessero confusioni e ritardi di spedizioni. La tassa che si pagava alla posta per la spedizione era determinata nel 15% del prezzo locale d’associazione, ed i danari riscossi dagli associati venivano poi anche spediti franchi di porto alle redazioni. Anche prescindendo dal continuo conteggio che da ciò ne derivava fra la posta e le redazioni, la somma che queste retribuivano non istava evidentemente in proporzione colle prestazioni postali, a provare la qual cosa basterà un solo esempio. Il Giornale della Presse che costava 6 fiorini all’anno veniva diramato in tutte le direzioni della vasta monarchia per annui carantani 54, e la posta spediva inoltre e manipolava gratuitamente i numerosi singoli importi delle associazioni. Tale sproporzione si rese ancor più manifesta allorché col 1° gennaio 1850 venne attivata la convenzione sullo smercio delle gazzette, stipulata il 30 novembre 1849 cogli stati della Lega tedesca. L’articolo 7 di questa convenzione determina pe’ fogli politici periodici una tassa di spedizione in ragione del 50% del prezzo locale, ponendo come tassa minima per tutto l’anno l’importo di 3 e come massima l’importo di 9 fiorini. La quale tassa viene ripartita in due parti eguali fra l’ufficio postale speditore e l’ufficio postale ricevente. In seguito a questa dispo-sizione dunque per ognuno de’ maggiori giornali austriaci, il cui prezzo locale importa 12 fiorini, si devono pagare annualmente, spedendosi per esempio da Odemberg in Prussia, 6 fiorini (3 de’ quali spettanto alla posta prussiana e 3 all’austriaca), mentre invece spedendosi essi a Odemberg nell’Austria si paga soltanto 1 fiorino e 48 carantani. Egli è perciò che nell’interesse d’una legislazione uniforme non si vuol indugiare più oltre a regolare in più equo modo questo ramo di pubblico servizio. L’articolo 20 della convenzione postale austro-tedesca del 6 aprile 1850 ed il § 5 delle Disposizioni circa le tasse del porto lettere del 26 marzo 1850, dietro cui in tutta l’estensione della Lega postale austriaco-tedesca e della monarchia austriaca le spedizioni sotto fascia fino al peso d’un lotto vengono innoltrate contro la tassa anticipata di 1 carantano, offrono per questo riordinamento la massima più semplice e facile a mettersi in pratica: portare alla posta i giornali muniti del debito indirizzo non altrimenti che ogni altra spedizione sotto fascia e pagarne le tasse generalmente prescritte. Si deve convenire che la rigorosa applicazione di questa massima avrebbe anch’essa i suoi inconvenienti, i quali sarebbero quello particolarmente che l’ufficio postale nell’ultimo istante prima della partenza delle corse correrebbe pericolo d’essere sopraffatto da una tal quantità di spedizioni sotto fascia da non potervi più far fronte; e ne nascerebbe poi anche l’obbligo alla posta di far ricapitare i giornali agli associati come si suole colle altre spedi-zioni sotto fascia. Ambo queste inconvenienze produrrebbero, per l’inevitabile ritardo nella spedizione e nel ricapito, una disgustosa reazione sul pubblico. Ma particolarmente poi, per quanto la tassa di spedizione di 1 carantano sia tenue, pure essa diverrebbe abbastanza sensibile se si rifletta che pe’ fogli che sortono alla luce 6 volle la settimana sarebbevi la spesa giornaliera di un caranta-no, e di due oltrepassando il peso d’un lotto, e persino anche di tre, quando vi fosse un’appendice in foglio staccato; il che produrrebbe necessariamente un rilevante aumento di prezzo. Onde limitare da un lato una tale spesa e facilitare d’altra parte alla posta, con soddisfazione eziandio del pubblico, le sue operazioni d’ufficio, il Ministero del commercio ha stabilito di accordare un sensibile ribasso della tassa generalmente prescritta per le spedizioni sotto

fascia a quelle redazioni, che pegli esemplari del loro giornale, diretti e particolarmente indirizzati ad uno ed istesso ufficio postale ne faranno oltre ciò un apposito pacchetto sotto fascio con indirizzo al medesimo ufficio. A tal uopo sortiranno delle marche postali da gazzetta che le redazioni attaccheranno sulle fascie, e che potranno acquistare al prezzo di 1 fiorino moneta di conto per ogni 100 pezzi. Un giornale che esca alla luce 300 volte all’anno e che come spedizione sotto fascia dovrebbe pagare fiorini 5 verrà quindi a pagare, senza alcun riguardo al peso, soltanto fìorini 3; quindi il minimo della tassa di spedizione convenuta cogli stati tedeschi della Lega e circa quel tanto che spetta come quota alla cassa postale austriaca per la spedizione del foglio ad uno stato della Lega tedesca. Che la spedizione gratuita de’ prezzi d’associazione debba cessare come anomalia non giustificabile sotto alcun rapporto e come eccezione alle leggi vigenti per tutti gli altri cittadini dello Stato, ciò non ha d’uopo d’essere neppure discusso. Dal premesso sono motivate le disposizioni seguenti, che andranno in attività col 1° gennaio 1851:

1- Le commissioni de’ giornali nazionali, e l’associazione ai medesimi avrà luogo come finora presso le redazioni;

2- La spedizione gratuita degl’importi d’associazione cessa; 3- I riclami degli associati alle redazioni, quando in foglio

aperto, restano tuttavia esenti da porto; 4- In via di regola i giornali sono da trattarsi come spedizioni

sotto fascia, a norma delle prescrizioni generali.5- A quelle redazioni che si assumono la cura di riunire e di

formare in pacchetti i singoli esemplari de’ loro giornali diretti ad uno ed istesso ufficio, viene concesso di far uso di apposite marche da gazzette, che riceveranno al prezzo di 1 fiorino per ogni 100 pezze (in luogo di 1 fiorino e 40 carantani).

6- I giornali spediti al modo suddetto vengono ricapitati al domicilio degli associati soltanto dietro espressa domanda, e contro l’anticipazione della tassa di ricapito di mezzo carantano per ogni esemplare.

25 opinione pubblica e bollo[Articolo di fondo pubblicato il 24 settembre 1850 sul

Giornale di Gorizia] Da alcuni mesi udivamo ronzarci all’orecchio la sorda mi-

naccia dell’attivazione del bollo nei giornali politici, e com’era da attendersi, tutto il giornalismo si scosse al funesto annunzio, dan-nando d’incostituzionale e di dispotica tale supposta ordinanza. Il ministero evitò maestrevolmente il cozzo dell’opinion pubblica da questo lato, ed il bollo sui giornali fu riserbato forse a tempo più opportuno. Ma ben pensò egli al modo di conseguire il suo intento per un’altra via, troppo semplice però se crede i cittadini zimbello de’suoi raggiri. Le nuove disposizioni sulla spedizione delle gazzette, le tasse di cui sono aggravate equivalgono se non superano il peso del bollo. Perché se mettiamo in complesso la spesa delle marche per la spedizione di fiorini 1 per 100 esem-plari, quella per il porto del danaro per ogni abbuonamento, e il ½ carantano per ogni giornale da consegnarsi all’abbuonato, forma per ogni singolo giornale la tassa di un carantano e ½ circa, somma esorbitante, da paragonarsi a quella che presso a poco apporterebbe il bollo. E tutto ciò senza contare il bollo sulle inserzioni e avvisi e sui giornali esteri, alle quali misure eravamo rassegnati, perché vedevamo in esse una parificazione di nazionalità, vigendo esse sul povero Lombardo Veneto da lunga pezza, e in questo modo di parificazione il ministero sta fermo nella sua promessa. Intanto la stampa in queste strettoie non è ancora sicura da altri colpi, perché c’è sempre lo spauracchio del bollo, che nuovi bisogni finanziari, e novelle operazioni nazionali della banca potrebbero indurre il ministero di attivare un bel giorno. C’è per ultimo la modificazione alla legge repressiva 13 marzo che ci pende sul collo come la spada di Damocle. Sicchè abbiamo motivo di essere pienamente contenti e di gridare a tutta gola: Evviva la Costituzione! Evviva la libertà della stampa!

(fine della prima parte)