L’indagine nel castello di Taurasi (AV),

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Transcript of L’indagine nel castello di Taurasi (AV),

Archeologia dei castelli nell'Europa angioina

a cura di Paolo Peduto, Alfredo Maria Santoro

Atti del Convegno Internazionale

Università degli Studi di Salerno Campus di Fisciano - Facoltà di Lettere e Filosofìa

Aula "Nicola Cilento", 10-12 novembre 2008

All'Insegna del Giglio

Dipartimento di Latinità e Medioevo Università degli Studi di Salerno Direzione Charmaine Lee via Ponte Don Melillo - 84084 Fisciano

Direttore responsabile Paolo Peduto [email protected]

Comitato scientifico Rosa Fiorillo Chiara Lambert

Segreteria di redazione Angela Corolla Alfredo M. Santoro

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Medioevo scavato - Schola Salernitana si stampa con il contributo dell'Università degli Stuc di Salerno

In copertina: Castello di Saumur.

ISSN 2035-5386 ISBN 978-88-7814-507-8 © 2011 All'Insegna del Giglio s.a.s.

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Stampato a Firenze nel maggio 2011 Tipografia II Bandino

POSTER

SABRINA PIETROBONO

SABRINA PIETROBONO

SABRINA PIETROBONO

GIUSEPPE ROMA, LUCIA FERNANDA RUFFO

EMANUELA PETTINELLI

SANDRA LO PILATO

LAURA GENOVESE

VIVIANA ANTONGIROLAMI, MAURIZIO BILÒ, FRANCESCO MELIA, SONIA VIRGILI

ANGELA CARCAISO

LUIGI CRIMACO

ALESSANDRA D'ULIZIA

BRUNELLA GARGIULO

ALESSANDRA D'ULIZIA

FRANCESCO MELIA

LUCIA COLANGELO, FRANCESCO MELIA

GIOIA BERTELLI

Topografia e organizzazione degli insediamenti della Valle Latina nel sistema di difesa svevo ed angioino del secolo XIII. L'esempio del territorio arpinate

Alcuni esempi di sistemi difensivi e tecniche costruttive: il Monte Asprano nel XIII e nel XIV secolo e strutture turrite eoe

Strutture castellane feudali. La Famiglia d'Aquino: esempi dalla Valle Latina

Presinace di Nocara (Cosenza)

Il Castrimi Letterensi

L'indagine nel castello di Taurasi (AV)

Riardo

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La Rocca Montis Dragonis (CE) in età angioina: le attività produtt

La Rocca Montis Dragonis (CE) in età angioina: le tecniche edili:

La Rocca Montis Dragonis (CE) in età angioina: le monete

Satrianum in età angioina: le tecniche edilizie

Satrianum in età angioina: la ceramica

Satrianum in età angioina: la necropoli

Le formelle fittili decorate dagli scavi della Torre di Satriano

Risulta non pervenuto l'intervento di Joszef Laszlosky, Castle and residence of the Angevin kings in H

<andra Lo Pilato

L'indagine nel castello di Taurasi (AV)

Il castello di Taurasi è ubicato all'estremità occidentale dello sperone roccioso su cui sorge l'abitato, in posizione stra­tegica a controllo della media valle del fiume Calore.

Il suo aspetto attuale, con pianta a L su tre livelli e corte interna quadrata, è l'esito di una complessa vicenda architet­tonica plurisecolare, riassunta e plasmata dai cospicui inter­venti seicenteschi, che trasformarono la fortezza in un palazzo baronale, con l'aggiunta di due piani al prospetto originario.

A sistemazioni del periodo angioino-aragonese risalgono, Invece, le due torri circolari che inquadrano l'attuale ingresso

la "porta maggiore"), ed un modesto avancorpo addossato .1 prospetto meridionale della torre quadrata comunemente

indicata come donjon (Fig. la)1. La torre, verosimilmente uno dei nuclei più antichi dell'in­

tero castello, era in origine un corpo di fabbrica a sé, collegato il resto del palazzo nel XVI secolo mediante l'aggiunta dell'an­drone principale e del soprastante ambiente di raccordo, che ne inglobarono tutto il prospetto est fino al terzo livello (Fig. lb). Attualmente, essa ha uno sviluppo verticale di circa 15 m, articolato su quattro livelli. Ad una cisterna ipogea, ricavata Dell' affiorante banco di calcare, si sovrappongono - nell'ordine

un ambiente con volta a botte, adibito a dispensa nella siste­mazione seicentesca (II livello), ed una sala di rappresentanza

1 Per il castello e le vicende storiche di Taurasi, si veda VILLANI 1995; Muollo inded.

con volta a padiglione (III livello), cui si accede dall'ambiente che sovrasta l'androne (Fig. le). La presenza di un quarto livello non più conservato, ma attualmente occupato da un sottotetto realizzato in età contemporanea, è testimoniata dal­la scala elicoidale ospitata nell'avancorpo alla torre, che ne metteva in collegamento diretto i diversi piani in cui era stata ripartita e che trova significativi confronti tipologici con ciucile costruite in Castelnuovo a Napoli intorno alla metà del 1400.

Nell'ambito dei lavori di restauro realizzati nel biennio 2005-2006, è stata condotta un'analisi stratigrafica degli ele­vati del donjon che ha consentito l'individuazione di elemen­ti utili alla ricostruzione delle sue principali vicende edilizie (Fig. 2).

I paramenti murari esterni sud ed ovest sono realizzati, alla base e nelle angolate, con conci squadrati, talora di spoglio, di dimensioni maggiori rispetto alle bozze di calcare locale, dispo­ste in filari regolari e impiegate nelle parti superiori. Questa pezzatura, simile a quella della torretta che contiene la scala a chiocciola, risale al periodo aragonese. Nel paramento nord, che affaccia sul cortile interno del castello, si leggono le tracce di due grossi archi sovrapposti, riferibili ad una fase di cui al momento non è possibile precisare la collocazione cronologica.

L'analisi delle stratigrafie murarie ha interessato principal­mente il terzo livello della torre, dove, su ciascuna parete, sono state individuate le tracce di un arco a sesto acuto realizzato con conci radiali di tufo locale allettati con malta di calce.

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Fig. 1. Taurasi (AV), Castello: planimetria generale con messa in evidenza del donjon (a); donjon, prospetto S (b); donjon, prospetto E (c).

258 SANDRA LO PILATO

Fig. 2. Taurasi (AV), Castello. Donjon.

Fig. 3. Taurasi (AV), Castello. Donjon: a. I fase; b. II fase (A); c. II fase (B); d. Ili fase.

La rimozione della pavimentazione esistente ha poi consentito di verificare che i piedritti dei quattro archi si impostano su altrettanti pilastri angolari^ costruiti con con­ci calcarei e malta di calce compatta, che proseguono nella sottostante dispensa,dove sono inglobati nei pilastrini in tufo delle nicchie angolari.

Gli archi sud ed ovest, meglio conservati, presentano sulla superficie superstite dell'estradosso uno spesso strato di intonaco bianco che prosegue anche sulla parte superiore della parete, arretrata di circa 10 cm rispetto agli archi e ai muri sottostanti. Questo rivestimento è stato coperto da una tamponatura, realizzata in bozze di tufo, in cui sono ricavate delle lunette.

Nella parete E, infine, al di sopra dell'arco, è stata messa in luce una porta aerea che trova confronto con quella del donjon di Lagopesole (PZ), attribuita al periodo svevo2.

L'indagine ha permesso l'individuazione di tre fasi princi­pali (Fig. 3). Al primo periodo, antecedente l'XI secolo, sono

PEDUTO 2000, p. 10.

riferibili la cisterna ipogea ed un edificio rettangolare (am­biente A), che a sud si sviluppava oltre lo spazio attualmente occupato dalla successiva torre3.

Tracce dei muri perimetrali est e ovest di tale edificio, rivestiti di intonaco, sono stati individuati sia nel secondo che nel terzo livello della torre, che li ha parzialmente inglobati; nel paramento esterno di quest'ultima, all'altezza del terzo livello, è ancora visibile la rasatura del muro orientale del­l'edificio esistente in questa prima fase.

Nella seconda fase (XII-XIII secolo), dopo la parziale de­molizione dell'edificio precedente, proprio sulla cisterna viene costruita la torre quadrata, articolata probabilmente in più livelli sostenuti da solai lignei. La porta aerea ricavata nel prospetto E, al terzo livello, ne garantiva l'accesso dall'ester­no in età sveva (II fase A); è tuttavia probabile che in questa fase all'ambiente al livello inferiore, attualmente accessibile solo dalla scala elicoidale, si accedesse attraverso il varco in­dividuato nel lato N (nella attuale corte interna).

Verso la fine del XIII secolo e l'inizio del XIV (II fase B), la porta aerea viene tamponata, e si realizza un ambiente a tutta altezza, con i quattro pilastri angolari che, oltre a rafforzare una struttura forse eccessivamente slanciata, co­stituiscono i piedritti degli archi a sesto acuto estradossati da cui si diparte la nuova copertura a crociera. Un oculo a strombatura doppia ricavato nel muro ovest provvedeva al­l'illuminazione di tale ambiente, evidentemente adibito a sala di rappresentanza.

Non è stata rinvenuta traccia dell'accesso a questo am­biente, che doveva comunque trovarsi all'altezza del II livello (attuale dispensa).

Nella terza fase, databile al XV secolo, la torre viene ripartita con solai in muratura nei quattro livelli attuali, ser­viti dalla scala elicoidale addossata al lato sud della stessa. Nel livello più alto, gli archi della crociera, rasati, assumono funzione meramente ornamentale; l'estradosso è livellato e in esso si realizzano le lunette, mentre è possibile, ma non certo, che in questa stessa fase venisse tamponato anche l'oculo.

La pavimentazione di questo livello è data dall'estradosso colmato, con materiali di scarto, della copertura con volta a botte realizzata al II piano.

Quest'ultimo, in questa fase, è probabilmente adibito a dispensa, con la realizzazione delle nicchie perimetrali tuttora esistenti nei lati lunghi, al cui interno vengono inglobati i pilastri angolari della fase precedente.

Bibliografia

COLLETTA 1995 = COLLETTA T., Storia dell'urbanistica. Campania/ III, Napoli.

COPPOLA 2005 = COPPOLA G., L'architettura dell'Italia meridionale

in età normanna (secoli XI-XII), Napoli. GIOVANNUCCI, PEDUTO 2000 = GIOVANNUCCI G., PEDUTO P. (a c. di),

Il castello di Lagopesole: da castrum a dimora reale. Guida al castello e alla mostra, Salerno.

MUOLLO ined. = MUOLLO G., Il castello di Taurasi. Origine e sformazione di un borgo fortificato altomedievale. Consuh'z: strotico architettonica propedeutica al restauro del Castel'-: : Taurasi.

PEDUTO 2000 = PEDUTO P., // castello di Lagopesole: da castruir. :

dimora reale, in GIOVANNUCCI, PEDUTO 2000, pp. 9-14.

VILLANI 1995 = VILLANI G., // centro stronco di Taurasi nella pie del medio Calore, in COLLETTA 1995, pp. 56-73.

3 Esso poteva ricordare le a aule carolingie da cui deriva:: dongioni nel nord europa; COPPOLA 2005, p. 43.