Limes bizantino fra Valle del Taro e Lunigiana
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Transcript of Limes bizantino fra Valle del Taro e Lunigiana
Già dal periodo romano vi sono stretti rapporti fra le vallate della Magra e del Taro e sono documentati nella Tavola Alimentaria Veleiate (TAV) . Anche nell’alto medioevo sembra a molti possibile che dal Kastron Soreon dipendessero terre della Valtaro, testimoniate anche dalla presenza della diocesi lunense. Probabilmente la zona di Borgotaro viene scorporata dai bizantini fines di Castel Arquato e assegnata al Kastron Soreon di Filattiera. Rimane forse a controllo dell’invasione longobarda, un sistema fortificato che da Montignoso-Luni si estende in Valtaro. Sembra che le fortificazioni bizantine potessero essere difese da guerrieri goti al servizio dell’Impero. L’occupazione longobarda rivela momenti temporali diversi ed è testimoniata dalla presenza diversificata di toponimi, fissati nel tempo
Tabula Alimentaria (TAV) Vi è inserito il pagus minervius che faceva
parte della repubblica di Lucca
MINERVIUS ?
Ipotesi dislocazione dei pagi nella TAV, 102-117 d.C.
Forse il Minervius giungeva verso Pontremoli
Dopo la guerra greco gotica (535/553),
secondo il Pavoni, le fortezze appenniniche emiliane
furono unite dai Bizantini sotto uno stesso comando con
quelle toscane:
“Kastron Soreon-Filattiera, Castellina, Il Mugello
e Fiume di Gattaia, in Val di Sieve,
così la dorsale appenninica
dalla Cisa alla pieve di Santo Stefano e forse a Città di
Castello, costituì una circoscrizione militare bizantina”
I collegamenti erano tenuti da postazioni o torri
fortificate intermedie, poste su crinali e comunicanti fra
loro con segnalazioni visive
Nei primi otto anni della guerra greco gotica, molti Goti si consegnarono ai Bizantini e si arruolarono con loro; forse erano a presidio di fortificazioni del Limes. “La leggenda popolare sembra ricordare questi militi presidiarì come gruppi viventi in condizione speciale e diversa da quella della restante popolazione. Tale mi sembra il significato storico della leggenda.dei « Saraceni » corrente nell'alta val di Magra. Essa si associa precisamente a Monte Castello, al Castello d'Antena, al castello di Pràcchiola, cioè a fortezze del limite” U.Formentini
... Luni, Pollio, Bibola, Rubra, Cornelia, Bulnezia, Boro, Bexo, Turres, Stacile, Apennina, fino a Muniala, Solaria, Ricina, Genova...
La Cosmographia dell’Anonimo Ravennate, VII secolo cita una serie di castra/ civitates bizantini in Lunigiana
Castrum Aghinolfi Citato nel 752 in un diploma
di Astolfo PM Conti lo pone fra i castelli della Descriptio Orbis Romani di Giorgio Ciprio, forse 580
Spetta ai Bizantini la fondazione di Filattiera, in luogo vicino, ma distinto dal vecchio centro… sorse nel culmine meridionale del poggio stesso, separato mediante una selletta, dal maggior tratto occupato poi dal castello e dal borgo feudale. Vi fu aquartierato il presidio bizantino e posta la sede del dux limitis. Qualche elemento della vecchia cintura risulta… e se non intatto nella struttura originale, rimane superstite nell'impianto il « dongione >> della fortezza testimoniato dalla vecchia torre quadrata con1ro la facciata della chiesa di S. Giorgio
Alla fortezza era congiunto un nucleo abitato extra moenia a piè del colle, segnalato dalla toponomastica col nome di Borgovecchio; ivi sono stati scavati alcuni frammenti marmorei di età bizantina In seguito, e precisamente intorno al secolo XI, sorse, accanto alla vecchia fortezza bizantina e con questa s'immedesimò, prendendone il nome, il nuovo castello e borgo fortificato degli Obertenghi che ebbe per qualche tempo funzione di capoluogo feudale su tutta la. riva sinistra della Magra P. Ferrari
Castelvecchio “l’unico sito del complesso
di Filattiera che abbia fornito
in superficie ceramiche romane
e si potrebbe quindi
facilmente identificare
con il Kàstron Soreòn” (Arch. Medievale)
Borgovecchio
" Non curandosi delle sicurezze della vita,
qui spezzò i vari idoli dei pagani
Mutò con la fede i riti di chi era in errore
donando ai pellegrini bisognosi il suo cibo
Ogni anno tirando a sorte distribuì le decime
Fondò l'ospizio di San Benedetto
Protettore Cristo, costruì la chiesa di
S.Martino
Con animo pio volle esser qui sepolto
Offrì le risorse di tutte le sue mense
Il suo corpo è dato alla terra
e l'anima penetra nei cieli
Dodici olimpiadi e un primo e un secondo
lustro
aggiunse ai due che visse qui
Morì nel quarto anno del re Astolfo".
(U.Mazzini)
Lapide di Leodegar, 752 d.C. Unica documentazione longobarda in Lunigiana
Torre Nocciolo,guardava i valichi
del Comanese e la grande spalla fra le Alpi di Camporaghena e di Momilio, nella quale s'aprono i due valichi dell'Ospedalaccio e delCerreto. Essa era forse l'ultimo posto di guardia a Sud Este da questa vetta, in condizioni eccezionali di veduta poteva allacciare i suoi segnali con le specole del Castrum Vetus di Garfagnana e del Bismantum U. Formentini
“Trinceramenti profondi alla base o in prossimità della punta di Monte Torre Nocciolo” (F. Sassi)
Le fortificazioni sui controcrinali:
A Monte Sant’Antonio, 893 m, le difese “…constano della base d'una torre circolare, circondata, in breve giro d'un triplice vallo a trincea, ancora assai profondo; di altro sistema di trincee meno definibili, in parte colmate, rafforza il lato meno ripido della vetta, verso Nord…forse una torre di segnalazione) (U.Formentini ) Tavernelle
Groppodalosio
A Previdè, sul poggio
soprastante visibili pochi ruderi del castello medioevale (trekking.it)
M. Giuliani
Gravagna: “…un castrum c’era di certo: se ne sono visti
e subito spariti i resti quando hanno fatto il metanodotto… …a monte di S.Bartolomeo” (G.Armanini)
“...si vedono tuttora i ruderi di un
fortilizio” (M.Giuliani)
“…castello di Gravagna”(U.Formentini)
“…porta al valico della Cisa… tre terrazzamenti a NO e dirupante a SE”( P.Ferrari)
“La sommità di Monte Zucchello è
contraddistinta dalla presenza di due cime poste a una distanza di circa 120 m. una dall’altra. Quella posta più a settentrione ha un’ altezza di circa 1.206 m, mentre quella posta più a sud ha un altezza di 1197 . E’ su questa cima che si trovano le modeste tracce dell’ 'antico impianto.”
Nicola Gallo: Un piccolo castello sul valico della Cisa
Passo della Cisa
In complesso il tractus limitaneo di Suriano abbracciava tutta l'alta valle principale. Della Magra entrando in val di Vara e in Val di Taro intorno alle pendici del Monte Gottero, suo caposaldo nord-occidentale, dove la linea si consolidava, almeno nei primi decenni dell'invasione longobardica col potente baluardo Turris-Castell'Arquato. Dal Monte Gottero, la fronte surianese veniva al passo della Cisa e di qui al passo di Linari; essa copriva cioè tutte le vecchie linee di comunicazione di Piacenza e di Parma con Luni (vie del Gottero, del Bratello. della Cisa, del Cirone, del Lago Santo, di Linari) P. Ferrari
Penetrazione a cuneo della diocesi di Luni in Valtaro XIII secolo da A. Ghiretti
Grondola
Pontremoli
Ostia
Valdena
Roccamurata
Gotra
Vignola
Borgo
Roccamurata
La fortificazione si compone di : una cinta un castrum due torri una cortina muraria di 180 m mura da 60/240 cm da A.Ghiretti
Gorro II a Roccamurata,XV, medio Bronzo
Fu poi edificata una torretta in alto medioevo
da A.Ghiretti
Ostia e Belforte visti da Tiedoli
A lato c’è BASELICA, il baselike ghè, fundi limitanei per le truppe stanziali
Potremmo forse distinguere nell’occupazione longobarda
del limes in trattazione, cinque ipotetiche fasi:
1-Conquista da parte dei Longobardi stanziati a Parma
della via di Monte Bardone/Cisa.
forse sino al crinale, ma comunque lontano dai controcrinali opposti.
2-Conquista della media Valtaro sino a Petramugulana
ed alla strettoia di Roccamurata, pensiamo ai tempi di Autari.
3-Discesa dei Longobardi, forse con Agilulfo,
dalla via di Monte Bardone sino al Cogena e Ostia, forse via Belforte,
con occupazione dell’Alta Valtaro, cogliendo quindi alle spalle
la chiusa di Roccamurata e la Turris.
4-Possibile discesa dal crinale lunigianese;
occupazione e distruzione di Montecastello
e conquista dell’alta Lunigiana, sino alla strettoia di Aulla.
Potrebbero forse essere scesi da Lucca,
tramite il Passo di Tea, ma ci sembra meno probabile in quanto
dovevano poi risalire la vallata col rischio di essere circondati.
5-Conquista della bassa e media Lunigiana, dopo la caduta di Luni,
con Rotari (643)
La datazione radiocarbonica (C14) di un carbone rinvenuto
nella calce che lega i conci della torre rinvenuta nel 2014 ad Aulla, all'interno dell'abbazia di san Caprasio è di particolare
importanza. La torre è difatti risultata databile fra 535 e 660 e,
quindi, in piena epoca bizantina.
L'accurata tecnica di realizzazione dei conci squadrati e le
rilevanti dimensioni della torre testimoniano di un
insediamento di grande importanza su cui, secoli dopo, sorse
l'abbazia altomedievale.
Future ricerche e studi dovranno approfondire molte questioni ma fin d'ora è evidente che la costruzione si deve a
maestranze esperte, in grado di lavorare conci squadrati di grandi dimensioni per una committenza di rango elevato. Grazie all'impegno di Enti e persone, a partire
dall'Associazione amici di san Caprasio, si può ora sostenere
che, finalmente, un'altra pagina della storia di Aulla, e della
Lunigiana, inizia ad essere conosciuta e merita di essere sempre meglio valorizzata.