L’APERTURA DEI PARTITI AI MOVIMENTI DELLA SOCIETA’ CIVILE: RIFONDAZIONE COMUNISTA E MOVIMENTO NO...

16
L’APERTURA DEI PARTITI AI MOVIMENTI DELLA SOCIETA’ CIVILE: RIFONDAZIONE COMUNISTA E MOVIMENTO NO GLOBAL TRA GENOVA 2001 E 2008 Dalla metà degli anni ‘80 si vanno intensificando variegati movimenti di protesta contro le principali istituzioni della globalizzazione, come il WTO, il FMI o la BM, ritenute responsabili delle condizioni di sottosviluppo in cui versano i paesi del Terzo Mondo, oltre che considerate la causa della perpetuazione di un ordine economico mondiale ingiusto. In particolare gli anni ’80 e ’90 sono gli anni in cui si palesano le crisi economiche che mettono in ginocchio paesi come Messico, Argentina, Russia e Brasile. Tutti i differenti filoni di questa protesta si intrecciano il 30 novembre 1999 a Seattle che è generalmente conosciuto come il momento della nascita di un nuovo e più vasto attore collettivo transnazionale: il movimento no global. Le proteste crescono rapidamente in numero di partecipanti e visibilità mediatica, si susseguono rapidamente Praga, Nizza ed infine Genova, che vede la più ampia partecipazione della società civile ad una protesta contro il G8 (anche per via della morte di Carlo Giuliani) dal momento della nascita del movimento. Nel frattempo, per coordinare i gruppi e le organizzazioni costituenti del movimento, viene organizzato a Porto Alegre, in Brasile, il primo World Social Forum nel quale vengono discussi i temi toccati dalle proteste mondiali, ma all’interno del quale si vuole dare anche vita ad una piattaforma di proposta “per disegnare strategie di resistenza alla globalizzazione, ma anche elaborare paradigmi alternativi di sviluppo economico ecologico e sociale” . 1 Il forum brasiliano ha costituito lo sforzo fatto dal movimento per concretizzarsi e concretizzare le sue proteste in strategie e proposte reali, anche se in questa prima edizione non vi prese parte alcuna delegazione politica. Il movimento porta avanti, con le sue rivendicazioni sociali economiche, una critica tipicamente di sinistra, pone cioè l’attenzione su tutta una serie di questioni sulle quali dopo il 1989 sembrava fosse stato 1 Massimiliano Andreatta, Donatella Della Porta, Lorenzo Mosca e Herbert Reiter; (2002), Global, no global, new global. La protesta contro il G8 di Genova, Bari: Editori Laterza, 2002; pp. 3-.33; pp. 154-p.194

Transcript of L’APERTURA DEI PARTITI AI MOVIMENTI DELLA SOCIETA’ CIVILE: RIFONDAZIONE COMUNISTA E MOVIMENTO NO...

L’APERTURA DEI PARTITI AI MOVIMENTI DELLA SOCIETA’CIVILE:

RIFONDAZIONE COMUNISTA E MOVIMENTO NO GLOBAL TRA GENOVA 2001 E 2008

Dalla metà degli anni ‘80 si vanno intensificando variegati movimenti diprotesta contro le principali istituzioni della globalizzazione, come ilWTO, il FMI o la BM, ritenute responsabili delle condizioni disottosviluppo in cui versano i paesi del Terzo Mondo, oltre checonsiderate la causa della perpetuazione di un ordine economico mondialeingiusto. In particolare gli anni ’80 e ’90 sono gli anni in cui sipalesano le crisi economiche che mettono in ginocchio paesi come Messico,Argentina, Russia e Brasile. Tutti i differenti filoni di questa protestasi intrecciano il 30 novembre 1999 a Seattle che è generalmenteconosciuto come il momento della nascita di un nuovo e più vasto attorecollettivo transnazionale: il movimento no global. Le proteste cresconorapidamente in numero di partecipanti e visibilità mediatica, sisusseguono rapidamente Praga, Nizza ed infine Genova, che vede la piùampia partecipazione della società civile ad una protesta contro il G8(anche per via della morte di Carlo Giuliani) dal momento della nascitadel movimento.

Nel frattempo, per coordinare i gruppi e le organizzazioni costituentidel movimento, viene organizzato a Porto Alegre, in Brasile, il primoWorld Social Forum nel quale vengono discussi i temi toccati dalleproteste mondiali, ma all’interno del quale si vuole dare anche vita aduna piattaforma di proposta “per disegnare strategie di resistenza alla globalizzazione,ma anche elaborare paradigmi alternativi di sviluppo economico ecologico e sociale” . 1

Il forum brasiliano ha costituito lo sforzo fatto dal movimento perconcretizzarsi e concretizzare le sue proteste in strategie e propostereali, anche se in questa prima edizione non vi prese parte alcunadelegazione politica.

Il movimento porta avanti, con le sue rivendicazioni sociali economiche,una critica tipicamente di sinistra, pone cioè l’attenzione su tutta unaserie di questioni sulle quali dopo il 1989 sembrava fosse stato

1 Massimiliano Andreatta, Donatella Della Porta, Lorenzo Mosca e Herbert Reiter;(2002), Global, no global, new global. La protesta contro il G8 di Genova, Bari: Editori Laterza, 2002; pp. 3-.33; pp. 154-p.194

raggiunto un consenso bilaterale scontato ed indubbio, riapre dei temiche immediatamente dopo la caduta del muro non potevano essere piùaffrontati, senza cadere nel tabù, con un approccio filo marxiano.“Seattle, in questo senso, può essere visto come l’evento che mette incrisi la validità del principio che aveva ispirato la rivoluzioneconservatrice della Thatcher, il principio secondo cui there is no alternative.[…]Le critiche al pensiero unico neoliberista troveranno a Seattlevisibilità globale.” 2

Senza averlo previsto o pianificato si è verificata una strettaconvergenza d’interessi tra il Partito di Rifondazione Comunista e gliobiettivi del movimento, la protesta no global diventa anziun’opportunità per il partito dato che il movimento riporta al centro deldibattito politico problematiche di recente formazione (come i temiambientali) e questioni interdette al dibattito politico dal momentodella caduta del muro (redistribuzione della ricchezza, giustiziasociale).

Rifondazione, intorno al 2000, stava vivendo un periodo di ricostruzionedella sua identità, rideterminata attraverso forti riforme della suastruttura interna e attraverso il mutamento delle sue strategie d’azione,il tutto finalizzato al tentativo di svecchiare il partito e renderlocapace di fornire risposte adeguate ai tempi ed alle trasformazioni dallasocietà civile che, risulta evidente, non è la stessa società per laquale in PCI si è battuto fino al momento del suo scioglimento.Bertinotti, in questo processo di ridefinizione dell’identità, rifletteanche sulle cause che nel ‘900 hanno portato alla sconfitta del PCI edindividua queste nell’incapacità del partito di rinnovarsi, oltre che didare la giusta interpretazione e rappresentanza ai movimenti dellasocietà civile malgrado un tentativo sia stato fatto. La rinascita diRifondazione Comunista, la cui origine rimane chiaramente comunista, devequindi avvenire tenendo bene in considerazione l’esperienza di Seattleche dimostra ancora la realizzabilità di porre una critica concreta alcapitalismo, cercando di uscire dalle logiche neoliberiste sulla basedelle quali la società è organizzata. Tutto ciò può avvenire a livellopiù ampio, secondo Bertinotti, attraverso una stretta cooperazione trapartito e movimento oltre che lavorando in vista di una suapoliticizzazione. Questa è la strada individuata dal segretario per lacostruzione di un nuovo progetto comunista ed espressa pubblicamente neldiscorso di Livorno nel gennaio 2001 durante l’ 80° anniversario dellafondazione del PCI.2 Ibid

“[…]oggi vogliamo compiere un’operazione davvero ambiziosa, cioè non solo quella di compiereun tributo necessario a ottanta anni di storia, ma di compiere un ulteriore e coraggioso passo inavanti nel processo della rifondazione di un moderno partito comunista di massa. So bene chequesto costerà ad ognuno di noi un autentico sforzo, perché comporta anche il fatto di doversistaccare dalla propria storia individuale e di mettere in discussione le proprie convinzioni.” 3

“Dobbiamo riaprire il conflitto di classe e farvi partecipare i nuovi soggetti: il popolo di Seattle, igiovani, le donne.[…]Dobbiamo saper vedere i nuovi fili d’erba che crescono, cioè i nuovi fermentinei movimenti popolari.[…]Dobbiamo rompere l’alternativa perdente tra l’accettazione dellamodernizzazione capitalistica e la tentazione della conservazione del passato.[…]Oggi questaricostruzione richiede un rapporto tra la condizione locale e il mondo. Le relazioni internazionalinon sono diplomazia, ma la dimensione del nuovo agire politico. L’esperienza di Seattle ci dice piùdi tante altre cose. Qui in Europa è possibile costruire una cerniera tra il proletariato del Nord delmondo e quello del terzo mondo.[…]è possibile operare una resistenza di civiltà. Dobbiamo perciòriproporre la critica al capitalismo, una capacità di relazione con i movimenti e lavorare per laloro politicizzazione.[…]Insomma vogliamo costruire un nuovo progetto comunista.”4

5

Coerentemente con queste dichiarazioni pubbliche e con la nuova lineastrategica del partito, Rifondazione Comunista sarà una parte attiva del

Genoa Social Forum e candiderà trale sue fila per le elezionieuropee Vittorio Agnoletto,portavoce delle organizzazionipartecipanti al GSF, ma ancheMorgantini Farina e Caruso.

Il Genoa Social Forum è un ente dicoordinamento tra le diverserealtà che animano il movimentoNo Global, che va a delinearsi in

3 Bertinotti, Fausto; "Non una celebrazione, ma un atto politico affinché gli ideali del comunismo tornino a parlare a milioni di persone"; Discorso di Fausto Bertinottiper l'80° anniversario della fondazione del Pci; Livorno, 21 gennaio 2001; accesso 12 gennaio 2014 da http://www.brianzapopolare.it/sezioni/politica/socialcom/20010121_bertinotti_livorno.htm>4 Ibid

Italia già nei primi mesi del 2000. Si tratta di un nuovo soggetto nelpanorama sociale italiano che esercita un’ampia forza di attrazione eriesce a raccogliere l’adesione di una pluralità di associazioni ancheprofondamente differenti tra loro, questa pluralità, si vanteràAgnoletto, sarà proprio la forza motrice del Forum. Sviluppatosi in unclima di generale ostilità e chiusura da parte del governo (sarà concessoai rappresentanti del forum un incontro solo il 27 giugno 2001, mentre ilsottosegretario all’interno Mantovano suggerirà all’indomani dei fatti diGenova di “fare una mappa, in ogni città, dei soggetti più pericolosi, adesempio quel Casarini che ogni giorno compie un’apologia di reato, esottoporli a misure di prevenzione personale”)e di forte diffidenza daparte dei partiti di opposizione, il GSF troverà pieno appoggio sonoall’interno del Partito di Rifondazione Comunista che, come già detto, nesarà un partecipante attivo. Questo atteggiamento darà dei buonirisultati, infatti la maggioranza dei i partecipanti e degli attivisti noglobal dichiarerà di sentirsi vicina al partito. (vedi Tabella 5.4 inGlobal, no global, new global. La protesta contro il G8 di Genova)

Questa approvazione, anche all’interno della rete Lilliputtradizionalmente cattolica, dimostra che la nuova linea intrapresa daBertinotti è una linea che riesce a valere da rappresentanza per tuttequelle forze sociali che hanno fatto esplodere la protesta no globalproprio perché non si riconoscevano e non vedevano sostenuti i propriinteressi dalle forze politiche presenti in parlamento.

Questo e i buoni risultati alle elezioni politiche del 2001, pur vintedal centro destra, con circa un 5% sia alla Camera che al Senato,convince Bertinotti a proseguire verso la direzione intrapresacaratterizzando anzi il processo di una maggiore radicalità. Lo dimostrail discorso del Cpn tenuto dal Segretario nel febbraio 2001 ancora prima,quindi, dei fatti di Genova.

“Il nostro risultato significa che è possibile fare esistere una sinistra anticapitalista ancheall’interno delle istituzioni. Ha significato la possibilità di un progetto politico autonomo. Noi nonabbiamo mai separato l’esigenza di una presenza nelle istituzioni da quella di una valorizzazionedei movimenti e dell’affermazione di forme di democrazia diretta.[…]Siamo riusciti a raccogliereadesioni che allargano il campo delle forze interessate ad un’interlocuzione con noi. Nel mondo

5 Massimiliano Andreatta, Donatella Della Porta, Lorenzo Mosca e Herbert Reiter;(2002), Global, no global, new global. La protesta contro il G8 di Genova, Bari: Editori Laterza, 2002; pp. 3-.33; pp. 154-p.194

della cultura si è manifestato in modo evidente un interesse accresciuto e anche qualitativamentenuovo per le nostre posizioni e la nostra presenza, e questo apre un nuovo fronte d’iniziativa.”6

“Qual è il punto che ci consente di animare una nuova ricerca? Io penso che la questione crucialesia l’analisi della fase.[…]Siamo di fronte ad una situazione rovesciata rispetto al ’96.[…]Ora ledestre vincono, però avviene una rottura nel dominio delle destre sulla società.[…]Laglobalizzazione conosce un’incertezza strategica.[…]Registriamo una crescita dei movimenti diogni tipo.[…]C’è una ripresa ovunque delle lotte operaie.[…]Siamo di fronte ad un disgelo, alcospetto del quale dobbiamo definire i nostri compiti a partire dall’appuntamento di Genova, chevogliamo pensare come un laboratorio politico per tutte le sinistre. In conclusione, tracciamocinque direttrici di lavoro:

2)Vogliamo costituire un’efficace sponda alla crescita dei movimenti.

5)Dobbiamo contribuire alla costruzione e alla connessione dei movimenti.[…]Dobbiamo operaremantenendo un rapporto simpatetico e critico con questi movimenti, nella convinzione che lì stiala linfa vitale per la rinascita delle ragioni della sinistra.”7

E’ in questo contesto che si collocano i fatti di Genova 2001 e sarannoquesti, congiuntamente all’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, adeterminare la svolta definitiva del partito, ideologicamente epraticamente, verso un’esperienza di movimento oltre che verso posizionidi non violenza. Bertinotti, come rappresentante del partito, dichiareràche il punto di partenza per Rifondazione sono il movimento di criticaalla globalizzazione ed il movimento per la pace, che si dimostranol’unico strumento per proporre una critica veramente radicale allasocietà contemporanea. La radicalità di questa scelta sta nel fatto chegli approcci di entrambi i movimenti escono dalle logiche intrinseche delsistema neoliberista: il primo per un ovvia critica alla globalizzazionecome strumento per perpetuare le logiche capitaliste, il secondo perchéla pace e la non violenza sono l’unico modo per produrre esperienze incontrotendenza ed uscire dalla spirale di violenza costituita dal binomioguerra-terrorismo utilizzato nella logica del capitalismo. Il biennio2003/2004, infatti, sarà fortemente caratterizzato da un dibattitointerno a Rifondazione Comunista a proposito del tema della non violenza

6 Bertinotti, Fausto; Relazione di Fausto Bertinotti; Discorso al Comitato Politico Nazionale; Roma 3 febbraio 2001; accesso 13 gennaio 2014 da http://web.rifondazione.it/archivio/cpn/010203/relazione_bertinotti.html

7 Ibid

sostenuto da Bertinotti, appoggiato da Ingrao Menapace e Ravelli, ma noncondiviso da tutto il movimento perché richiede una profonda riletturadella storia e delle strategie del PCI.

Per ribadire la centralità dell’esperienza vissuta dal partito a Genovabasta leggere un passo chiave tratto dall’articolo “Per una sinistra nonviolenta”di Bertinotti pubblicato nel 2004 :

“Era necessario (nb. Pensare alla non violenza) per costruire il futuro, per ribadire una radicalitàdel cambiamento, per poter dire, con il movimento, che un altro mondo è possibile. La nostrariflessione è iniziata a Genova.[…]Ma a Genova è avvenuto anche un fatto assolutamente inedito,una rottura, una soluzione di continuità rispetto alle nostre modalità di comportamento, allenostre risposte e alla nostra storia. A quella repressione il movimento ha risposto con uncomportamento di massa nonviolento. Ha risposto proponendo d’esistenza e la materialità dicorpi nonviolenti[…]che rifiutavano di scendere sul terreno al quale la repressione dell’avversariovoleva costringerli e che hanno imposto le loro modalità di comportamento.[…]Lì si è consumatala rottura.[…]C’è stata la tragica uccisione di Carlo Giuliani e se non ne è seguita una strage è statoperché il movimento ha rovesciato la logica della repressione. A quel punto ci siamo chiesti: com’èpossibile?[…]E’ evidente che si sono sedimentate in profondità pratiche e culture nuove, fino aformare non solo una generazione politica, ma la cultura di un popolo.”8

E’ da Genova, quindi, che il partito opera una rielaborazionesignificativa su diversi temi centrali del dibattito politico, in unaposizione di rilievo vi è la scelta della pratica pacifista/nonviolentaintesa come obbedienza ai valori più radicali della democrazia. Si trattadi una scelta epocale in quanto, per la prima volta, un partito erede delvecchio PCI guarda criticamente e abbandona in modo assoluto le tecnichedi lotta armata, terroristiche, che poteva aver in passatosilenziosamente sostenuto. La netta condanna nei confronti di guerra eterrorismo, seguita all’attentato alle Twin Towers, arriva in undocumento ufficiale il 15/16 settembre 2001 quando all’odg del ComitatoPolitico Nazionale viene opposto un deciso rifiuto nei confronti dellaspirale guerra-terrorismo. Si tratta di una svolta ideologica che implicail ripensamento totale dell’identità del partito non solo da un punto divista organizzativo .

8 Bertinotti Fausto; “La guerra è orrore” in La politica della nonviolenza: per una nuova identità della sinistra alternativa; Roma: Liberazione, 2004

“Il Cpn del Partito della rifondazione Comunista ribadisce la più ferma condanna del terribileattentato che ha sconvolto le città di New York e di Washington[…]La nostra avversità al terrorismoè irriducibile: nessuno e niente, neppure la causa più giusta, può giustificarlo.

[…]Diciamo di no ai fondamentalismi di ogni tipo, religioso e di mercato; alla spirale terrorismo-guerra che uccide la politica e la partecipazione e la democrazia.[…]E’ necessario rilanciare leragioni di fondo di un dialogo e di una comprensione fra diverse culture, diverse religioni. L’unicoantidoto alla violenza è, e rimane, la partecipazione democratica di massa, il conflitto sociale,l’espressione piena di tutte le diversità religiose e culturali del pianeta.[…]Il movimento contro laglobalizzazione capitalistica è una grande risorsa. Invitiamo tutti i nostri militanti ad impegnarsidovunque contro il terrorismo, contro la guerra. Li invitiamo a proseguire la lotta per “un altromondo possibile”.9

Queste conclusioni, pubblicamente già sostenute nel discorso tenuto daBertinotti al Cpn nel febbraio 2001 e all’odg del Cpn nel settembre dellostesso anno, divengono formalmente parte del programma del Partito conl’approvazione delle 63 tesi durante il V Congresso tenutosi il 4/6aprile 2002. Si può dire si tratti del congresso di riformazioneideologica del partito, non a caso il motto di quei giorni era proprio“riformare, riformare, riformare”, si tratta di un netto strappo con lavecchia tradizione comunista, un cambio di rotta deciso e forte anche seanticipato dai numerosi discorsi pubblici del Segretario Bertinotti. Conqueste tesi viene espresso il nuovo progetto politico del partito chericonosce le sue basi nel movimento No Global, comprende la necessitàdella sua diffusione e del sostegno che questo deve avere a livellopolitico, ribadisce la propria avversità nelle forme di violenzarappresentate dalla guerra e dal terrorismo. Bertinotti arriva a chiuderecon i vecchi leader e proponendo l’assunzione di nuove e menoanacronistiche figure simboliche come Frei Botto, esponente dellaTeologia della Liberazione e Ministro del governo Lula in Brasile. Alcuniesempi:

“TESI 21 IL PROGETTO DEL TERRORISMO INTERNAZIONALE

[…]Per questi motivi la scelta della guerra oltre che eticamente, politicamente e umanamenteinaccettabile, risulta del tutto inefficace nella lotta al terrorismo. Questa richiede un impegno bendiverso.[…]In particolare è decisivo lavorare per rimuovere le enormi diversità e ingiustizie socialiampliate dal processo di globalizzazione al fine di eliminare ogni spazio di conquista di disperaticonsensi da parte del terrorismo. Vanno risolti i punti di crisi presenti nella situazione

9 Comitato Politico Nazionale del Partito della Rifondazione Comunista; “No alla spirale di guerra e terrorismo”; Ordine del giorno del Comitato Politico Nazionale; Roma 15/16 settembre 2001; accesso 13 gennaio 2014 da http://web.rifondazione.it/archivio/cpn/010916/odg_guerra.html

internazionale,[…]l’ONU dovrà essere profondamente riformata[…]E’ necessario risolvere ilproblema dell’esercizio della giustizia a livello internazionale e quindi è indispensabile lacostituzione di quel Tribunale Penale Internazionale alla cui nascita si oppongono proprio gli StatiUniti d’America.”

“TESI 22 IL MOVIMENTO DEI MOVIMENTI

La nascita dei popoli di Seattle costituisce l’evento positivo del nostro tempo: il primo movimentoche pone le basi per una risposta di sinistra alla crisi della globalizzazione, afferma la possibilità,qui ed ora, di “un altro mondo”. Da qui può rinascere un nuovo movimento operaio.[…]Dopo anniin cui l’egemonia del pensiero unico aveva operato una gigantesca campagna ideologica dioccultamento dei meccanismi di sfruttamento presentando i rapporti sociali capitalistici comenaturali, il movimento è stato in grado di rendere evidente che le sofferenze, lo sfruttamento, laperdita di diritti, non sono un processo naturale ma il frutto di precise scelte politiche operate apartire dalle decisioni assunte dagli organismi internazionali a-democratici che guidano ilprocesso di globalizzazione capitalistico.”

“TESI 36 LA NOSTRA PROPOSTA POLITICA

Avanziamo la proposta della costituzione di una sinistra alternativa, capace di invertire latendenza degli ultimi vent’anni e di diventare protagonista della vita pubblica del paese. Decisiva,per questo obiettivo, è la crescita del movimento.”

“TESI 39 LA CRESCITA DEL MOVIMENTO

Per il Pcr, l’impegno della crescita del movimento dei movimenti si pone su diversi terreni: il suoallargamento, la sua unità, il suo radicamento nei Social Forum cittadini. L’estensione del conflittosociale e la costruzione di un forte intreccio tra il movimento operaio tradizionale e il movimentono global rappresenta la vera sfida strategica.[…]Riconfermando la scelta strategica della nostrainternità al movimento, il nostro impegno organizzativo, politico e culturale finalizzato alla suacrescita, noi riteniamo che i nodi prioritari di questa fase siano: la crescita del movimento, l’unitàdel movimento, la costruzione dei social forum, l’allargamento della pratica della disubbidienzacivile e sociale, la nonviolenza, unificare i movimenti”10

10 Partito della Rifondazione Comunista; “Tesi di maggioranza”; Tesi congressuali approvate dalla maggioranza del Comitato Politico Nazionale durante il V Congresso Nazionale; Roma, 4-5-6-7 aprile 2002; accesso 13 gennaio 2014 da http://www.ecn.org/reds/prc/Vcongresso/prc0202tesimaggio1.html

Queste tesi, che vogliono indirizzare la politica del partito, vanno adimostrare come vi sia una sempre maggiore convergenza tra gli obiettividel movimento e gli obiettivi del partito di Rifondazione Comunista, purtuttavia la nuova linea politica solleva un ampio dibattito all’internodella sinistra anche, appunto, per la radicalità e la fermezza con lequali le tesi vengono sostenute. E’ inoltre da evidenziare una coerenzadifficilmente discutibile tra ciò che è stato ufficialmente proclamato evotato a maggioranza all’interno del congresso e gli atteggiamentipratici del partito. Infatti, in rapida successione:

nell’ottobre 2001 il Prc prende parte alla Marcia della Pace Perugia-Assisi che ha luogo immediatamente dopo l’inizio della guerra volutadagli Usa contro l’Afghanistan, a cui parteciperanno circa 300.000persone e tale afflusso renderà ancora maggiore il suo significatosimbolico che va a suffragare l’idea del pacifismo come oramai intrinsecaall’interno di un’intera nuova generazione;

inoltre il 7 novembre 2001 Prc è l’unico partito, con PdCI Verdi e partedei Ds, a votare contro l’invio di militari italiani in Afghanistan.

Nel gennaio 2002 una delegazione in rappresentanza del Prc prende parteai lavori del secondo World Social Forum a Porto Alegre che, in fase diestrema espansione a riprova della presa che i temi trattati hanno sullasocietà civile globale, vede aumentare i suoi partecipanti dai 4000 del2001 ai 60.000 circa del 2002.

Prc partecipa alla manifestazione per il primo anniversario dei fatti delG8 di Genova, l’evento richiama un numero elevatissimo di partecipanti ericonferma il carattere nonviolento del movimento, smontando ilpregiudizioso teorema movimento-violenza.

Verificando l’effettiva partecipazione in segno di sostegno nellemanifestazioni organizzate dalla società civile e, contemporaneamente,l’impegno del partito all’interno delle istituzioni parlamentari, si puòsostenere che il biennio 2001-2002 sia caratterizzato da un’intensaattività e coinvolgimento del Prc in linea con le dichiarazioni pubblicheavvenute nel corso degli eventi ufficiali organizzate dal partito o a cuiil partito ha preso parte.

Il biennio 2003-2004 è invece caratterizzato da un’ancora maggioreradicalità nelle scelte del partito: nella completa adesione ai principidel movimento no global, che ormai è andato fondendosi con il movimentopacifista,per dare vita al una sinistra alternativa, nella definitivarottura del legame storico che continua a considerare uniti Prc e Pci per

tradizioni ed ideologia e nell’apertura di un vivace dibattito sullanonviolenza, passo successivo rispetto ai principi pacifisti.

Esempio e sintesi dei punti sopra esposti sono le conclusioni deldibattito, tenute da Bertinotti, al convegno sulle foibe promosso daRifondazione Comunista nel dicembre del 2003. In questo discorso ilsegretario del partito riassume e riafferma con convinzione quello che èil nuovo corso politico abbracciato da Rifondazione Comunista,rilanciando il tema della nonviolenza. La sostanziale novità di questeposizioni sta nel fatto che, per la prima volta, un leader comunistarompe la tradizione leninista condannando pubblicamente il ricorso allalotta armata. Ingrao stesso ammette, con un intervista su Liberazionepochi giorni più tardi, che all’interno della tradizione comunista vi erala convinzione radicata della necessità della lotta armata, che eraconsiderata come una lotta partigiana contro la violenza di stato. Ladimensione violenta della politica era razionale ed inevitabile e nessunoaveva mai preso con netta convinzione, in un dibattito pubblico, distanzacritica da questo approccio. Il convegno sulle foibe nel 2003 è l’esempioconcreto della nuova strategia proposta da Bertinotti negli ultimi anni,si tratta infatti di un’analisi critica della propria storia passata nonalla ricerca di giustificazioni ma prendendo atto dei propri errori eperciò sviluppando consapevolmente una strada che ne prenda le distanze.Bertinotti lo chiede “in nome di qualcosa di ugualmente se non più importante: unadiversa idea della politica e della lotta di liberazione.”11, egli imbocca una strada rigidanella quale non sono previste giustificazioni né per il terrorismo né perla guerra (nemmeno come risposta a delle violenze precedenti) perché essesolo due facce della stessa medaglia che aderiscono alla stessa logica,strategie che portano solamente ad ulteriore violenza dalla quale si puòuscire solo attraverso la pratica della pace e della nonviolenza. Tra glierrori che hanno portato alla sconfitta del movimento comunista nel ‘900è da annoverare anche l’adesione a questa strategia di violenza, mentreproprio il sottrarsi a questa logica dominante e l’interpretazionecritica della storia sono le ragioni che hanno determinato il successodel movimento no global, l’unico movimento che è riuscito a far smuoverele acque stagnanti della politica. Il rifiuto del terrorismo è quindi unpasso necessario perché il dominio, nel mondo contemporaneo, parla con illinguaggio della violenza e finire per assomigliare al nemico, assorbendole sue logiche, è una sconfitta. L’unica soluzione individuata daBertinotti, ben sapendo di scatenare un dibattito molto profondo

11 Bertinotti Fausto; “La guerra è orrore” in La politica della nonviolenza: per una nuova identità della sinistra alternativa; Roma: Liberazione, 2004

all’interno della sinistra, è abbracciare la pratica della nonviolenzaperché solo questo atteggiamento è un atteggiamento radicale seconfrontato a quelle che sono le caratteristiche della modernità e lelogiche del potere.

“[…]Senza estirpare da noi questo elemento di penetrazione dell’avversario, del suo linguaggio,della sua logica, della sua cultura non vinciamo e rischiamo di assomigliargli troppo.[..]Vorreipoter dire anche ai compagni più avversi a questa linea di ricerca, che come vedete non è vero chenoi vogliamo disfarci del passato, ma vogliamo scegliere un lato del nostro passato contro unaltro ed esaltarlo al punto da farlo diventare una pratica sociale, politica e culturale.”12

“[…]perché la periferia diventi il centro bisogna che la radicalità sia iscritta in una pratica di nonviolenza. Il massimo di radicalità oggi si può esprimere solo con la non violenza, altrimentiretrocede immediatamente in braccio armato e si inserisce nella dialettica guerra-terrorismo.Diventa la fine della politica.[…]Se oggi dovessimo accettare la violenza essa ammazzerebbesoprattutto noi. Per questo, io credo, noi dobbiamo liberarcene facendo i conti interamente con lanostra storia.”13

Bertinotti, in risposta a questo discorso, riceve consensi e critiche. Ilpartito non si salva da un forte dibattito e non si presenta, come non dirado negli ultimi anni, unito al suo interno. Degli esempi

“Non è forse una delle condizioni necessarie [nb. il pacifismo e la nonviolenza) per intrecciarci alForum di Mumbay e per manifestare insieme ai movimenti Usa il prossimo 20 marzo?” (T.Benetollo, Liberazione 10 gennaio 2004).

“Quella del pentimento risulta oggi la categoria più diffusa. La ritrattazione pare essere diventatauno sport nazionale. Squallida è questa gara a chi dice prima e più forte di non essere più quelloche un tempo era stato. Io assumo, per quanto mi riguarda, l’atteggiamento opposto: mi facciocarico di tutta intera una storia.” (Mario Tronti “Risospingiamo nell’agone leforze di sinistra riluttanti”, Il Manifesto 10 gennaio 2004).

Questa linea soft, molto moderata rispetto al passato, abbracciata dalSegretario aveva già suscitato ampie polemiche all’interno del partito,in particolare nell’aprile del 2003 quando il Prc in parlamento vota afavore di alcuni provvedimenti da prendere nei confronti del regimecubano che aveva incarcerato 75 oppositori e ne aveva fucilati altri 3.Bertinotti, tuttavia, a dispetto delle critiche mantiene invariata la

12 Ibid13 Ibid

nuova strategia adottata e, nel caso cubano, giustifica il votosostenendo coerentemente che la pena di morte è da condannare, senza sé esenza ma.

Nel 2004, da non tralasciare, è la concretizzazione di un ulterioreproposta del Prc il cui segretario andava teorizzando già da alcuni anni.L’idea di Rifondazione Comunista era quella di creare un’associazionepolitica unitaria e organizzata, chiamata Sinistra europea, checoordinasse le strategie delle sinistre alternative in Europa allo scopodi rafforzare le capacità d’intervento e di vittoria di questeorganizzazioni politiche. Tale associazione doveva essere unaconfederazione gestita alla pari da tutti i suoi elementi e,contemporaneamente, attenta nel garantire l’autonomia a ciascuno dei suimembri e a dare spazio d’ascolto anche a tutti quei movimenti dellasocietà civile cui Rifondazione Comunista era particolarmente legata. Unastruttura sovranazionale di sinistre nazionali nuova, per la prima voltainnovativa rispetto al carattere centralistico-verticisticotradizionalmente caratterizzante tutte le forme di organizzazione disinistra nel passato.

E’ quindi nel gennaio 2004, a Berlino, che prende vita la confederazionedi sinistre antiliberiste europee il cui primo presidente sarà proprioFausto Bertinotti.

Gli anni successivi sono caratterizzati da uno scemare delle protestepacifiste e da una perdita di visibilità del movimento inoltre,nonostante le grandi mobilitazioni, le guerre di aggressione scatenatedagli Usa proseguono e le proteste del movimento, oltre che la suapoliticizzazione, non hanno determinato concretamente nessun cambiamentosignificativo nella politica ma anche nel mondo. Probabilmente sonoqueste considerazioni che spingono il Prc a riflettere su cometrasformare la fase di affermazione della propria esistenza ad una fasedi riattivazione del processo di cambiamento. Analizzando la situazioneBertinotti può constatare che il partito è forte (nelle ultime elezioniha ricevuto dei discreti risultati, confermandosi al 5%) ed ha ilsostegno della società civile ma è un partito isolato, ed è questa lavariabile indipendente che spinge il Prc verso il suo primo accordo digoverno pur mantenendo inalterate le sue strategie ed i suoi obiettivipolitici. Infatti, anche in queste votazioni politiche, Rifondazionecandiderà tra le sue fila militanti noglobal, tra questi il più famoso ediscusso è sicuramente Francesco Caruso, ma anche altri candidati“esterni”, come Alì Rashid e Vladimir Luxuria, che provengono dallo

stesso cammino intrapreso dal Partito, cammino che ha come simbolica datad’inizio il G8 di Genova.

Alle elezioni del 2006,quindi, il Prc si presenta all’interno dellacoalizione di governo rappresentata da L’Unione. I risultati elettoralisono ottimi, il partito conquista il 5,8% alla camera ed un 7,37% alsenato, ottenendo un incremento dei seggi del 52% rispetto al 2001.

Tuttavia la convivenza all’interno della coalizione non è facile,praticamente da subito si delineano due linee interne a L’Unione: unavuole una fusione dei parti della sinistra in un più grande partitounitario, e l’altra corrente preferisce l’idea di una confederazione dipartiti che agiscano seguendo un’azione politica unitaria pur conservandola propria soggettività. Nel 2007 queste correnti danno vita, nel primocaso, al Partito Democratico e, nel secondo caso, alla SinistraArcobaleno. Questa idea, anche se la sua realizzazione ha conosciutoun’evoluzione più rapida dopo la creazione del Partito Democratico,riceve un ampio consenso da parte dell’elettorato, tanto che il 20ottobre 2007 un milione di manifestanti scendono in piazza a sostegno delprogetto che vuole costruire, sul modello della Sinistra Europea, unafederazione della sinistra nazionale, per permettere alle forze politiched’alternativa di parlare con una voce unica e di dare maggiore peso alleproprie richieste. Contemporaneamente, però, si delinea una grossadivisione interna al Prc perché la corrente di sinistra critica sirifiuta di seguire il partito nel nuovo progetto. La Sinistra Arcobalenocomunque, composta da Prc, PdCI, SD e Verdi, concorrerà autonomamentealle elezioni politiche del 2008 con una campagna elettoralecaratterizzata dalle tematiche care a Rifondazione Comunista. Questeelezioni, per una serie di ragioni come la questione del voto utile, unelevato tasso di astensionismo e lo spostamento dei voti verso altreformazioni politiche, saranno un totale insuccesso per il Prc checonquisterà solo il 3,1% alla Camera ed il 3,2% al Senato. Tuttavia nonsi tratta solo di una clamorosa perdita di voti da parte del Partito madel fatto che la soglia di sbarramento del 4% non viene superata e il Prcsi ritrova ad essere un partito senza rappresentanza in Parlamento. Aseguito di questi deludenti risultati il Segretario del partito,Bertinotti, si dimette, il PdCI si ritira e la coalizione appenacostituita vacilla e finirà per sciogliersi nel maggio 2008.

Dopo il 2008 seguono una serie di scissioni interne che arriveranno adare vita a numerose correnti e diversi partiti tra cui il SeL diVendola, mentre il nucleo che continua a rappresentare il Prc prosegue

sulla strada aperta durante il corso bertinottiano. Ad esempio, in annipiù recenti, Rifondazione Comunista ha appoggiato le manifestazionistudentesche contro la riforma Gelmini.

Nonostante la sua partecipazione alle iniziative di piazza, il partitonon riuscirà più ad essere una parte attiva del dibattito politico comenei primi anni 2000, e le speranze che i movimenti della società civilepotevano aver avuto su questo organismo politico si sono spente o si sonodovute spostare verso nuovi soggetti politici, minoritari, che si pongonocome rappresentanti di queste istanze.

BIBLIOGRAFIA

Bertinotti, Fausto; "Non una celebrazione, ma un atto politico affinché gli idealidel comunismo tornino a parlare a milioni di persone"; Discorso di FaustoBertinottiper l'80° anniversario della fondazione del Pci; Livorno, 21gennaio 2001; accesso 12 gennaio 2014 dahttp://www.brianzapopolare.it/sezioni/politica/socialcom/20010121_bertinotti_livorno.htm>

Bertinotti, Fausto; Relazione di Fausto Bertinotti; Discorso al ComitatoPolitico Nazionale; Roma 3 febbraio 2001; accesso 13 gennaio 2014dahttp://web.rifondazione.it/archivio/cpn/010203/relazione_bertinotti.html

Comitato Politico Nazionale del Partito della RifondazioneComunista; “No alla spirale di guerra e terrorismo”; Ordine del giorno delComitato Politico Nazionale; Roma 15/16 settembre 2001; accesso 13gennaio 2014 dahttp://web.rifondazione.it/archivio/cpn/010916/odg_guerra.html

Partito della Rifondazione Comunista; “Tesi di maggioranza”; Tesicongressuali approvate dalla maggioranza del Comitato PoliticoNazionale durante il V Congresso Nazionale; Roma, 4-5-6-7 aprile2002; accesso 13 gennaio 2014 dahttp://www.ecn.org/reds/prc/Vcongresso/prc0202tesimaggio1.html

Massimiliano Andreatta, Donatella Della Porta, Lorenzo Mosca eHerbert Reiter; (2002), Global, no global, new global. La protesta contro il G8 diGenova, Bari: Editori Laterza, 2002; pp. 3-.33; pp. 154-p.194

Agnoletto Vittorio, Josè L. Del Roio e Sabina Siniscalchi; “Sullaidentità della Sinistra Europea. Per il socialismo del XXI secolo”in Sinistra Europea; Taranto: Chimienti Editore, 2007

Benetollo Tom; (2004) in La politica della nonviolenza: per una nuova identitàdella sinistra alternativa; Roma: Liberazione, 2004

Bertinotti Fausto; “La guerra è orrore” in La politica della nonviolenza:per una nuova identità della sinistra alternativa; Roma: Liberazione, 2004

Bertinotti Fausto, Lidia Menapace, Marco Revelli; “Per unasinistra nonviolenta” in Nonviolenza. Le ragioni del pacifismo; Roma: FaziEditore, 2004

Tronti, M; Risospingiamo nell’agone le forze di sinistrariluttanti, in La politica della nonviolenza: per una nuova identità della sinistraalternativa; Roma: Liberazione, 2004