La piccola statuaria femminile della Sardegna neolitica

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university press archelogia 3

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Il Segno e l’IdeaArte preistorica in Sardegna

a cura di

Giuseppa Tanda

Carlo Lugliè

CUECCooperativa Universitaria Editrice Cagliaritana

Volume pubblicato con il contributo dei fondi U.E., dell’Università degli Studi di Cagliari,

dell’Amministrazione Provinciale di Oristano, delle Terme Aurora di Benetutti

ARCHEOLOGIA / 3

ISBN: 978-88-8467-439-5Il Segno e l’Idea

© 2008CUEC Cooperativa Universitaria Editrice Cagliaritanaprima edizione febbraio 2008

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Indice

LUIZ OOSTERBEEK

Signs and the meaning of contexts ................................................................................................................................................ p. 7

GIUSEPPA TANDA

Introduzione ................................................................................................................................................................................................................ 9

GIACOMO PAGLIETTI

La piccola statuaria femminile della Sardegna neolitica. Proposta di una

seriazione evolutiva attraverso l’applicazione di metodi stilistici e dimensionali .......................... 11

CARLO LUGLIÈ

L’inconsueto maschile: una raffigurazione fallica del Neolitico medio

da Bau Angius (Sardegna centro-occidentale) .................................................................................................................... 53

GIOVANNA MARIA MELONI

L’arte paretale delle domus de janas: sintesi del catalogo delle tombe decorate .......................... 65

GIUSEPPA TANDA

Il Segno e l’Idea. Le figurazioni scolpite di bucranio nella Preistoria della Sardegna ............ 99

ANTONELLA DEIANA

Un peso da telaio dalla Collezione Miele ............................................................................................................................. 145

RICCARDO CICILLONI

Le statue-menhir della Sardegna: aspetti tipologici ................................................................................................... 155

ANNA DEPALMAS

La figura umana nell’arte nuragica ............................................................................................................................................ 273

La piccola statuaria femminile della Sardegna neolitica.Proposta di una seriazione evolutiva attraverso l’applicazione

di metodi stilistici e dimensionali

Giacomo Paglietti*

Riassunto. La finalità di questo lavoro è quella di delineare i caratteri dimensionali,stilistici e tipologici di una vasta produzione di statuette raffiguranti soggetti femmi-nili ritrovate in Sardegna in circa un secolo di ricerca e di studi archeologici. La rea-lizzazione di tali manufatti prende avvio probabilmente durante le fasi preneolitiche,attestandosi in maniera concreta tra il V ed il III millennio a.C., periodo corrispon-dente alle fasi del Neolitico Medio, Recente e del Calcolitico iniziale della preistoriasarda. Lo studio su tali manufatti necessita di continui aggiornamenti e di revisioniallo scopo di delineare meglio le caratteristiche formali, estetiche e tecnologicheadottate dagli artigiani dell’epoca neolitica e di chiarirne i contesti d’appartenenza.La classificazione tipologica qui proposta vuol essere un possibile strumento d’ap-proccio e d’approfondimento allo studio della piccola statuaria neolitica.

Summary. The aim of this paper is to outline the dimensional, stylistic and typolo-gical features of a large production of statuettes representing female charactersfound in Sardinia over about a century of research works and archaeological studies.The manufactures of this sort of handworks probably starter during the pre-NeolithicAge, but spread and consolidated itself all over the island in the following lapse ofthe time from 5th to 3rd millenium B. C., corresponding to the middle and recentNeolithic phases and the initial stage of Copper Age. The study carried out on thesemanufactures need to be constantly updated and revised, in order to give the mostframework of formal, aesthetic and tecnological solutions adopted by the artisans ofNeolithic Age. This modest contribution of typological classification is proposed asa approach to the study of small neolithic statuary.

Premessa

La recente revisione dell’iconografia e del contesto di rinvenimento della sta-tuetta litica di S’Adde-Macomer, suggerisce che, allo stato attuale, la prima realizza-zione plastica di figura femminile (Mussi 2003: 29-44) si debba riferire ad una fase

* Università degli Studi di Cagliari

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preneolitica della preistoria sarda. Ma è durante la fase neolitica che si assiste ad unavasta produzione di statuette in pietra, in terracotta ed in osso, alcune ben inquadra-bili nello stile definito naturalistico (Tanda 1977: 25-29), volumetrico-naturalistico

(Atzeni 1978: 58-64) o volumetrico ellissoidale (Antona Ruju 1980: 115-139) dellacultura del Neolitico Medio di Bonu Ighinu (Lilliu 1988: 50; Atzeni e Santoni 1989:36), altre nello stile definito geometrico (Tanda 1977: 25-29; Atzeni 1978: 58-64) oplanare (Lilliu 1999: 32-54) del Neolitico Recente di San Michele di Ozieri.

Questo lavoro1, reso possibile dall’utilizzo dell’opera di studio e di catalogo digrandissima parte di materiale edito “Arte e religione della Sardegna prenuragica”(Lilliu 1999), alla quale si rimanda per tutte le valutazioni particolari e alla biblio-grafia relativa agli studi dei singoli autori2, propone una seriazione tipologica edevolutiva3 a partire dall’individuazione di due grandi correnti stilistiche, quella dellestatuette di stile volumetrico e quella dello stile planare4. Tra questi due stilis’individua una serie omogenea di manufatti inquadrabili all’interno di una fase sti-listica qui definita delle braccia conserte di transizione verso il successivo stile pla-

nare, a sua volta articolato in tre momenti, quello cruciforme5, a placca intera e aplacca traforata6.

1. Lo stile volumetrico

Lo stile volumetrico è attualmente rappresentato da ventuno manufatti prove-nienti da varie località della Sardegna (Fig. 1) realizzati in pietra tenera (tufo, marna,gesso) ed in terracotta, raffiguranti figure umane di sesso femminile e di forme ana-tomiche sviluppate, realizzate a tutto tondo, del tipo rinvenuto nella necropoli neoli-tica a grotticelle artificiali di Cuccuru ’e is Arrius - Cabras (Santoni 1982a: 103-127).

I manufatti presentati in questo lavoro (Fig. 2), che rispondono a precisi caratteridimensionali7 a seguito illustrati, provengono dalle località di Santa Mariedda - Ol-

1 Ringrazio in questa sede la Prof.ssa Giuseppa Tanda per avermi dato la possibilità di affrontare uno studiotanto interessante quanto vasto. Si è cercato di ricavare, nei limiti temporali previsti, maggior dati possibilicoscienti che il proprio limite può essere punto di partenza per future ricerche, non solo personali. Un rin-graziamento anche a Ubaldo Badas per la sua consueta gratuità.2 Nel testo ogni statuetta citata per la prima volta avrà due riferimenti bibliografici: l’autore che per primo neha pubblicato la notizia e la scheda dell’opera del citato catalogo (Lilliu 1999).3 Una prima classificazione tipologica in Tanda 1977 e in Antona Ruju 1980.4 In questa sede si preferisce adottare i termini volumetrico e planare per l’individuazione dei due grandigruppi. Sull’utilizzo del primo termine si condivide l’osservazione di A. Usai che non considera giustificatol’uso dell’attributo naturalistico in quanto “le statuette di questo gruppo danno prova di una stilizzazione

elaborata e cosciente” (Usai 1996: 348), sull’uso del secondo si è concordi con la definizione di G. Lilliu peridentificare quelle statuette “di forma spianata, appiattita, rigorosamente geometrica” (Lilliu 1999: 32).5 Atzeni 1978: 58-64.6 Tanda 1977: 25-29; Antona Ruju 1980: 115-139.7 Allo stato attuale è difficoltoso definire la natura di una placca frammentaria in arenaria a sezione semiellis-soidale da Sa Ucca ’e su Tintirriolu – Mara/Sassari rinvenuta in strato Bonu Ighinu (Loria e Trump 1978:

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bia (Panedda 1976; Lilliu 1999: sch. 2), Sos Badulesos – Pèrfugas/Sassari (Pitzalis1982; Lilliu 1999: sch. 14), Su Monte – Muros/Sassari (Contu 1974; Lilliu 1999:sch. 3), Prunaiola –Terralba/Sassari (Ferrarese Ceruti 1992; Lilliu 1999: sch. 12), SuAnzu – Narbolia/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 6), Cuccuru ’e is Arrius –Cabras/Oristano, tombe n. 385(?)8, 386, 387, 410, 4209 (Santoni 1982a; Lilliu 1999:sch. 8, 7, 10, 9), Santa Giusta - Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 11), Polu 1 e2 - Meana Sardo/Cagliari (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 4, 5). Sono in attesa di es-sere pubblicate alcune statuette di stile volumetrico rinvenute nella necropoli neoliti-ca di Cuccuru ’e is Arrius (che nel testo verrà da ora in poi abbreviato con la siglaC.S.A.)10: si ha notizia di due manufatti dalla tomba 385 (si veda nota 4), due di tipominiaturistico dalla t. 386, due dalla t. 416, una dalla t. 419, una dalla t. 432 e unadalla t. 433 (tutte in Santoni 1982a: 106).

Ai fini dello studio tipologico è stata effettuata primariamente una raccolta deidati dimensionali editi, quindi, attraverso il rilievo grafico, la scomposizione frontaledella figura con l’individuazione di quattro sezioni anatomiche: la testa (sez. 1), ilbusto (sez. 2), il ventre (sez. 3) e gli arti inferiori (sez. 4). La testa, di forma tronco-conica a sezione circolare, mostra frontalmente i caratteri facciali in rilievo nel cosìdetto schema a “T”, il viso è distinto dal collo da un leggero rigonfiamento con rararappresentazione della bocca, il capo ed i capelli sono spesso raccolti in un coprica-po cilindrico (polos o tiara) arricchito da elementi decorativi11. Il busto di formaovoide a sezione ellissoidale si presenta frontalmente piatto con delle linee di de-marcazione che separano il petto dalla zona ventrale; in alcuni casi vengono resileggermente in rilievo i seni. Il ventre assume, come spazio compreso tra busto e artiinferiori, una forma triangolare o romboidale sporgente, in alcuni casi, all’esterno.Non é rappresentata alcuna distinzione tra il busto e la vita se non attraverso una li-nea di demarcazione.

Gli arti inferiori sono sintetizzati, in due blocchi ovoidi nella maggior parte deicasi apodi che s’innestano nel ventre; una leggera rientranza nei volumi identificauna distinzione tra coscia e polpaccio (Sos Badulesos e C.S.A.- t. 386) mentre i piedisono rappresentati da piccole protuberanze sferiche (Sos Badulesos e C.S.A.- tt. 386,410). Gli arti superiori sono resi in forma oblunga talvolta senza distinzione di arti-

128, fig. 10, 3; tav. IX, 2) che presenta due lati integri: uno ad andamento lineare leggermente convesso el’altro ad andamento concavo-convesso; sui piani della placca si trovano dei motivi graffiti lineari ad anda-mento obliquo e a doppia spina di pesce. Secondo gli autori si tratta del frammento di una statuetta a placcadove la sporgenza convessa individua una spalla. Al rovescio tale convessità potrebbe invece riferirsi, a no-stro avviso, ad un piedino. E’ stata avanzata l’ipotesi di un filone di stile a placca parallelo a quello volume-trico durante la fase di Bonu Ighinu (Antona Ruju 1980: 134; Antona 1998: 114), ma in questa sede si prefe-risce mantenere delle riserve in attesa di nuove scoperte che permettano dei termini di confronto più probanti.8 La statuetta è esposta al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e proviene probabilmente dalla tomba385 (mancano i dati di riferimento nella vetrina).9 I dati dimensionali della statuetta della tomba 420 sono editi in AA.VV. 2000: 163, sch. 48.10 Per convenzione si utilizza la sigla adottata in Santoni et al. 1997: 227-295.11 Il copricapo nasconde i capelli lasciando liberi tre gruppi di quattro o cinque lunghe trecce in corrispon-denza delle orecchie e della nuca nelle statuette di Sos Badulesos, Su Monte e C.S.A. t. 386.

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colazione, in forma di “V” (Santa Mariedda, C.S.A.- tt. 386, 420 e Prunaiola), a se-miellisse (Su Anzu), o con distinzione dell’articolazione (Sos Badulesos e Su Mon-te) e assumono rispetto al busto varie posizioni: lungo i fianchi nella maggior partedei casi, sul petto (C.S.A.- t. 420), in atto di tenere un neonato (Sos Badulesos), conla mano sul ventre e l’altra sulla coscia (Su Anzu).

La figura è in generale racchiusa in un unico blocco ovoide inquadrabile in unalinea ellissoidale (Antona Ruju 1980) dove la ripartizione delle sezioni anatomiche èresa da grandi volumi uniformi e stilizzati. Gli arti inferiori, assorbiti in un unicovolume non mostrano alcuna articolazione e gli stessi piedi raramente sono rappre-sentati. Tale stilizzazione obbliga l’immagine ad un’impostazione rigida, immobilenello spazio. Raramente si tende ad una dinamicità del corpo attraverso la mobilitàdegli arti superiori che si liberano dalla posizione rigida lungo i fianchi per adagiarsisul petto o sul ventre, tale soluzione delle braccia e delle mani e la rappresentazionedi alcuni dettagli artistici evidenziano un tentativo di avvicinamento alla realtà e diresa naturale della figura umana.

La sezione delle parti anatomiche e il raffronto dei dati dimensionali hanno per-messo la stesura di sette gruppi (A, B, C, D, E, F, G) e relativi sottogruppi illustratinella fig. 2 e rispondenti ai valori riportati nella tabella 1.

Tab. 1. Valori in millimetri per ciascun gruppo dimensionale.GRUPPO ALTEZZA LARGHEZZA SPESSORE Sez. 1 Sez. 2 Sez. 3 Sez. 4

A: A1 31.5 22 16 12 2 4 15

B: B1, B2, B3 72 - 86 42 – 48.5 37 - 43 27 - 34 13.5 - 21 8 - 12.5 28 - 29

C: C1 97 51 48 36 23 14 38

D: D1, D2, D3, D4 110 - 116 68 - 75 64 - 69 36.5 - 47 20 - 27 8 - 21 37 - 54

E: E1 125 -125 66 74 44 35 15 n.d.

F: F1, F2 150 87 63.5 58 - 67 23 24 62.5

G: G1 180 105 87 75 40 25 68

Al primo gruppo dimensionale A si riferisce la statuetta in argilla di Prunaiola. Algruppo B si riferiscono i manufatti di Santa Giusta, Polu 1 e C.S.A - t. 385 (?). Algruppo C la statuetta di C.S.A. - t. 420, che al momento non trova confronti di tipodimensionale. Al gruppo D si riferiscono i manufatti di Sos Badulesos, C.S.A. - tt.410, 387 e Su Anzu. In questo terzo gruppo si può notare che tutti e tre i manufatti(D1, D2, D3) rivelano misure pressoché identiche con alcune minime variazioninell’altezza e nella larghezza e mostrano una posizione delle braccia differente daquella lungo i fianchi; la frammentarietà di Su Anzu non permette una collocazionesicura ma si ipotizza un’altezza inferiore ai 125 millimetri. Al gruppo E si riferisce ilmanufatto di Su Monte. Al gruppo F si riferiscono i manufatti di Santa Mariedda,Polu 2. Al gruppo G il manufatto di C.S.A. - t. 386.

La piccola statuaria femminile 15

Le statuette sono realizzate tutte in pietra tenera ad eccezione di due manufatti inargilla (Prunaiola e Polu 3), mentre quella di Santa Giusta è un calco, essendo an-dato perduto l’originale.

Tornando allo studio dimensionale si è proceduto alla verifica di un criterio pro-porzionale. Partendo dalle osservazioni fatte in precedenza si è potuto constatare chenon solo tutta la figura può essere iscritta in un’ellisse (Antona Ruju 1980) ma anchele distinte sezioni anatomiche. Il busto ed il ventre costituiscono un’unica forma rac-chiusa in un’ellisse la cui zona mediana è pressoché coincidente o al di sotto dellalinea di demarcazione pettorale. La proiezione del punto di congiungimento tra bu-sto e testa separa in due metà gli arti inferiori intercettando talvolta i piccoli piedi(Fig. 4). L’analisi delle simmetrie e delle proporzioni mostrano dunque chel’immagine plastica è il risultato di un elevato grado artistico. Il manufatto non èl’esito di un progetto basato su calcoli geometrici: la scoperta di un codice propor-zionale e di simmetria è dimostrazione del fatto che l’artista operava mantenendoinvariato il rapporto tra le sezioni anatomiche.

Tredici statuette, di cui quattro edite, provengono dal sito di Cuccuru ’e is Arriuse sono ascrivibili ad una fase avanzata della cultura del Neolitico Medio di Bonu I-ghinu12 (Atzeni e Santoni 1989: 34-36; Ferrarese Ceruti 1992: 73; Usai 1996: 348) lacui datazione calibrata corrisponde al 4800-4300 B.C. (Tykot 1994; Lugliè 2006).Sulla base dei confronti stilistici, dimensionali e tipologici si possono riferire allostesso ambito anche le restanti nove.

2. Lo stile delle “braccia conserte”

Il ritrovamento di una statuetta fittile frammentaria dal sito di San Ciriaco –Ter-ralba/Oristano, riferita al contesto culturale eponimo (Santoni et al. 1997: 247; San-toni 2000: 377, nota 109), permette oggi, alla luce di confronti con manufattid’analoga concezione formale, di delineare i caratteri di una fase stilistica all’internodello stile volumetrico, definita in questa sede, delle braccia conserte13. Il manufattofittile di San Ciriaco raffigura un busto acefalo con braccia ripiegate a squadra, le cuimani “a frangia” o “a pettine”, ripiegate sotto i seni marcati da piccole sporgenze diforma ovoide, s’incontrano sulla stessa linea; nelle mani si evidenziano i pollicieretti aderenti ai seni resi in piccola forma ovoide (Fig. 6: 1)14. La statuetta fram-

12 G. Ugas attribuisce la produzione delle statuette “in veste antropomorfa naturalistica […] a tutto tondo in

stile volumetrico” al Neolitico Recente, durante la facies di San Ciriaco (Ugas 2005: 13-14). Precedente-mente lo stesso autore le attribuiva ad uno stadio iniziale della facies di San Ciriaco (Ugas 1990: 89).13 La dicitura braccia conserte o folded arm figurines (FAF) è anche utilizzata per individuare una classetipologica di statuette dell’area egea (Usai 1996: 358).14 La statuetta acefala di San Ciriaco trova confronti nell’impostazione delle braccia conserte in statuette li-tiche greche continentali e cicladiche del Neolitico Medio e Recente ed in particolare si segnala in questasede la stessa resa dei seni in piccole forme ovoidi in un esemplare litico di Amorgòs-Cicladi (da Müller-Karpe 1966-80 in Usai 1996: fig. 2, 6).

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mentaria è ricondotta in prima analisi (Santoni et al. 1997: 247) ai manufatti in ala-bastro di Su Cungiau de Marcu – Decimoputzu/Cagliari (Figus 1965; Lilliu 1999:sch. 16), in osso di Monte Meana A, B, C – Santadi/Iglesias (Atzeni 1975; Lilliu1999: sch. 25, 26, 27), in argilla di Conca Illonis – Cabras/Oristano (Atzeni 1978;Lilliu 1999: sch. 20) e in arenaria da Su Cungiau de is Fundamentas – Sima-xis/Oristano (Atzeni 1975; Lilliu 1999: sch. 127). Successivamente si afferma che(Santoni 2000: 377): parrebbe ipotizzabile la pertinenza all’orizzonte del neolitico

superiore per gli esemplari di Monte Miana-Santadi, di Conca Illonis-Cabras e di

Sant’Antioco di Bisarcio (Luzzanas?) - Ozieri stante il rinvenimento dalla località

San Ciriaco (scavi Santoni-Tozzi: maggio/agosto 1996) di un esemplare di busto di

statuina fittile, acefalo, a braccia conserte. L’esemplare di Su Cungiau de Marcu

invece, parrebbe delinearsi come forma di raccordo fra i due tipi ossia fra il tipoC.S.A. e gli esemplari a braccia conserte sopra citati. Approfondendo quest’analisi sivuole evidenziare che l’esemplare di San Ciriaco rivela una stretta corrispondenzaproprio col manufatto di Su Cungiau de Marcu per l’associazione braccia conserte -mani “a frangia”; le incisioni semicircolari sul petto della statuetta di Su Cungiau deMarcu inoltre, interpretate come cerchi concentrici che evidenziano i seni (Lilliu1972: 140-141), alla luce della comparazione con il manufatto di San Ciriaco par-rebbero piuttosto la raffigurazione dei pollici eretti, a conferma ulteriore della stessatipologia formale15. Su Cungiau de Marcu non sarebbe dunque forma di raccordo

fra i due tipi ma rappresentante insieme agli esemplari a braccia conserte dello stes-so tipo iconografico.

I manufatti di San Ciriaco, Su Cungiau de Marcu, Monte Meana (A, B, C), Con-ca Illonis, Sant’Antioco di Bisarcio ai quali si aggiungono in questa sede Cotte ’eBaccasa - Segariu16, Polu 3- Meana Sardo (Atzeni 1978; Lilliu 1999: 18) e AngheluRuju, tomba XXIII– Alghero (Taramelli 1909; Lilliu sch. 24)17 si discostano dal tipovolumetrico nella rappresentazione dei dettagli anatomici e nella complessiva resaformale (Fig. 6). Precedentemente la figura pareva imprigionata in un unico bloccoquadripartito caratterizzato da testa, busto-arti superiori, ventre e arti inferiori di im-postazione rigida e generalmente stilizzata. Ora l’immagine si avvicina maggior-mente ad una rappresentazione realistica: la presenza di forme che delineano vita e

15 Questi stessi caratteri formali confermano l’esistenza, come per le statuette della fase Bonu Ighinu prece-dentemente analizzate, della rappresentazione in terracotta di un tipo formale in pietra.16 La statuetta di Cotte ’e Baccasa (Segariu) è esposta nella vetrina n 1 del Museo Archeologico Nazionale diCagliari.17 Si è ritenuto opportuno inserire in questa categoria la statuetta frammentaria di Anghelu Ruju con delleriserve: la statuetta mostra degli elementi di raccordo con le statuette di Monte Meana-Santadi (Atzeni 1978:64; Antona Ruju 1980: 124; Antona 1998: 115) nell’impostazione stante degli arti inferiori, accostati tra loroe segnati da un solco longitudinale e nel restringimento della vita che fa presumere un busto stretto, tuttavia,l’assenza del segno a V nel basso ventre e il totale appiattimento dei fianchi e dei glutei (contrariamenteall’accentuata steatopigìa dei modelli di Santadi) sembrano anticipare la stilizzazione degli arti inferiori in ununico codolo nelle statuette a placca femminili della fase Ozieri. Si è proposto di vedere nel manufatto diAnghelu Ruju la continuazione, seppur in forme più slanciate, del tipo di Monte Meana in ambito Ozieri(Antona 1997: 115).

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fianchi e i dettagli anatomici è indice della volontà di raffigurare in modo naturale lafigura umana. Il motivo di quest’impostazione iconografica è rintracciabile nellaparticolare posizione delle braccia conserte che ponendosi a squadra permettono lamessa in evidenza della vita e del ventre creando uno stacco rientrante busto-vita-arti inferiori contrariamente al blocco uniforme e stilizzato del tipo volumetrico cheracchiudeva il ventre e gli arti inferiori in un’unica massa. La testa che mostra alcunisegni di retaggio come il profilo a “T”, gli occhi a fessura, il naso a pilastrino pro-minente, appare di forma ovoide con la raffigurazione di una capigliatura (Su Cun-giau de Marcu, Cotte’e Baccasa) o stretta con la rappresentazione di un copricapocilindrico (Monte Meana, Polu, Sant’Antioco di Bisarcio); è da notare che lo schemafacciale a “T” e la conformazione cilindrica si attesta anche nella testa di Su Concalidi Corongiu Acca – Villamassargia/Cagliari (Atzeni 1978; Lilliu 1999: 13)18. Il visosi raccorda al busto tramite una linea obliqua senza alcun rigonfiamento del collo(Su Cungiau de Marcu, Cotte’e Baccasa, Polu 3, Monte Meana). Il busto è piatto enettamente distinto dalla parte inferiore attraverso l’evidenziazione della vita, lebraccia a conserte si riscontrano in tutti i casi con alcune variabili: attraverso la rap-presentazione di un cordone liscio senza la rappresentazione delle mani (MonteMeana A e B, Conca Illonis, Cotte’e Baccasa)19, con rappresentazione di mani afrangia (Monte Meana C, Su Cungiau de Marcu, San Ciriaco), con rappresentazionedei pollici eretti (San Ciriaco e Su Cungiau de Marcu). La parte inferiore è caratte-rizzata dal ventre a triangolo e da fianchi larghi con accentuata steatopigìa dei gluteiin netto contrasto con l’appiattimento superiore del busto. Gli arti inferiori non sonopiù masse di forma ovoidale apodi ma rappresentazioni articolate di fianchi, glutei,cosce, polpacci e piedi20. Gli arti inferiori si protendono leggermente in avanti fa-cendo assumere alla figura una posizione assisa (Conca Illonis, Su Cungiau de Mar-cu, Cotte’e Baccasa) o dritte in posizione stante (Monte Meana, Anghelu Ruju).Delle piccole incisioni trasversali (differentemente alle piccole protuberanze sferichedella fase precedente) identificano le dita dei piedi (Conca Illonis, Su Cungiau deMarcu e Cotte ’e Baccasa).

La figura mostra una nuova impostazione formale non più iscrivibile in un’unicalinea ellissoidale, la rappresentazione realistica e la resa naturale delle forme anato-miche fanno propendere per l’inquadramento della categoria dei manufatti a bracciaconserte all’interno dello stile volumetrico ma, rispetto alla stessa, con un’accentua-zione naturalistica.

18 A parte questi due elementi sono notevoli le differenze nei caratteri facciali con il resto dei manufatti pre-sentati: la fronte bassa, il naso piatto, l’assenza degli occhi a fessura, la mandibola pronunciata ed il lungocollo cilindrico. Non si hanno elementi di paragone sufficienti, in questa sede, per collocare la statuettaall’interno della tipologia in esame.19 La posizione degli arti superiori a liscio e stretto cordone si documenta anche nella statuetta litica maschile(?) di Su Cungiau de is Fundamentas - Simaxis/Oristano (Atzeni 1975; Lilliu 1999: 127).20 E’ già stato osservato, nel paragrafo precedente, l’accenno ad un’articolazione degli arti inferiori negliesemplari di Sos Badulesos e di C.S.A. t. 386.

18 GIACOMO PAGLIETTI

Nell’analisi del tipo iconografico dei contesti extrainsulari, si può osservare chela posizione delle braccia conserte e mani affrontate è in uso in ambito vicino-orientale già durante le prime fasi neolitiche. Essa si documenta nella Grecia conti-nentale già dal Neolitico Antico (metà VII - inizi VI millennio a.C.) nei manufatti inargilla di Magoùla Bey-Làrissa-Tessaglia con evidente steatopigìa degli arti inferiori(AA.VV. 2000: 151, n. 29); nel Neolitico Medio la stessa impostazione si riscontranei manufatti di marmo provenienti da Sparta (Papathanassopoulos 1981: 85, n. 26)e in argilla da Cheronea-Beozia datati al VI millennio a.C. (AA.VV. 2000: 149, n.26); in ambiente Tessalico nell’acropoli di Sesklo in manufatti datati al V millennioa.C. fino ad esempi in marmo del Neolitico Finale da Patèsia-Atene, Cova Alepòtri-pa-Laconia, Naxos-Cicladi (AA.VV. 2000: rispettivamente 159, n. 42; 151, n. 45;157, n. 39), Amorgòs-Cicladi (Müller-Karpe 1966-80), datati tra la metà del V e ilIV millennio a.C. Da segnalare, inoltre, la nota statuetta di Pazardzik (Plovdiv, Bul-garia) datata alla fine del V millennio a.C., fase finale della cultura Vinca (Gimbutas1975: 126), con braccia ripiegate a squadra, glutei prominenti e gambe affiancate inavanti. In Italia si cita, nell’ambito della cultura del Neolitico Medio dei Vasi a Boc-ca Quadrata, la statuetta assisa di Vicofertile-Parma con braccia ripiegate a squadrasul petto, fianchi larghi e gambe portate in avanti (Bernabò Brea 2006: 197-202). Glistessi caratteri (busto piatto, braccia conserte, mani a frangia, glutei prominenti e in-cisioni a linee trasversali sui piedi) si riscontrano in una statuetta proveniente da Xa-gra-Brochtorff Circle di Gozo (Trump B. 2000: 508, fig. 3) della fase Tarxien la cuidatazione calibrata corrisponde al 3000-2500 B.C. (Trump D. 2000: 123-138).

Sulla collocazione cronologica dei manufatti sardi è necessario evidenziare che lamaggior parte proviene da raccolte fortuite o di superficie. Su Cungiau de Marcu21

viene inizialmente ricondotto ad una fase dell’Ozieri iniziale (Lilliu 1972: 140-141),poi inquadrato all’interno della facies San Ciriaco come oggetto d’importazione(Ugas 2005: 14). Gli esemplari di Monte Meana sono ricondotti in via ipotetica

all’ambito culturale di San Ciriaco (Antona 1998: 115). Solamente il manufatto diSan Ciriaco proviene da regolare contesto di scavo e l’associazione con elementidella stessa facies è provata dalla preliminare comparazione di una serie di materialiprovenienti dallo stesso sito con quelli rinvenuti in alcune sacche di Cuccuru ’e isArrius di contesto San Ciriaco (Santoni et al. 1997: 242-257).

Sono stati delineati i caratteri stilistici a favore dell’inquadramento dei manufattiall’interno di un gruppo formale omogeneo che può trovare giusta collocazione, cosìcome affermato in precedenza (Atzeni 1978: 64; Antona Ruju 1980: 124), tra lo stilevolumetrico del Neolitico Medio e quello planare della fase classica della cultura diOzieri. A questo momento cronologico corrisponde oggi, la facies culturale di SanCiriaco (4300-4000 B.C.)22.

21 Il ritrovamento nella stessa area di materiali riferibili alla cultura di San Michele di Ozieri (Ferrarese Ceruti1974: 268; Usai 1996: 348, nota 78) rende tutt’ora problematico l’inquadramento culturale del manufatto.22 Tykot 1994; Lugliè 2006.

La piccola statuaria femminile 19

Un’analisi dettagliata merita un’altra serie di tre manufatti fittili che, alla luce dinuove comparazioni, potrebbero riferirsi ad una fase di transizione verso lo stile pla-nare. Si tratta delle statuette frammentarie assise (Fig. 7: 1, 2, 3) di Monte d’Accoddi- Sassari (Contu 1953; Lilliu: sch. 21), C.S.A. - Cabras/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu1999: sch. 19) e di Gribaia - Nurachi/Oristano (Lugliè 1998: 66-67, tav. 16). I manu-fatti sono accomunati dalla rappresentazione degli arti inferiori a brevi appendici co-niche.

Il primo esemplare è rappresentato da un busto acefalo con braccia raccolte versoil ventre, da fianchi e glutei compresi in un’unica massa voluminosa ellissoidale,mentre gli arti inferiori sono resi da brevi appendici sporgenti (in cattivo stato diconservazione). Delle altre due sono pervenute le parti inferiori, riconducibili a figu-re in posizione accovacciata, con glutei indistinti a profilo cipolliforme e corte ap-pendici sbozzate a forma conica che riproducono in maniera stilizzata le gambe pie-gate. Il busto acefalo di Gribaia, di sezione cilindroide irregolare, si raccorda poste-riormente agli arti inferiori attraverso un tratto sinuoso e, anteriormente, alle appen-dici coniche tramite una linea obliqua che fa assumere alla figura una posizione lie-vemente inclinata all’indietro (Lugliè 1998: 67). Allo stesso modo si presenta il ma-nufatto di Monte d’Accoddi, di dimensioni inferiori a quello di Gribaia, ma con vo-lumi più marcati. Rispetto all’esemplare di Cuccuru ’e is Arrius sembra di scorgere,nei casi di Gribaia e di Monte d’Accoddi, una stilizzazione dei fianchi, dei glutei edegli arti inferiori riuniti in un’unica massa voluminosa. Negli aspetti tecnologici ilmanufatto di Gribaia mostra analogie con le ceramiche di fase San Ciriaco prove-nienti dallo stesso sito (Lugliè 1998: 66); alla stessa fase può ricondursi anche il ma-nufatto di Monte d’Accoddi (Lugliè 1998: 67, nota 93). La presenza di caratteri(trattati in dettaglio nel paragrafo successivo) che preludono alle forme cruciformi eassise della successiva fase Ozieri (Lugliè 1998: 67) permetterebbero la collocazionedegli esemplari di Gribaia e di Monte d’Accoddi ad un momento di transizione ver-so questa fase.

La resa plastica degli arti inferiori ad appendice conica può costituire un impor-tante elemento di confronto con manufatti di ambito extra-insulare: in area nord-siriana si ritrovano in ambito domestico e cultuale statuette in argilla di piccole di-mensioni (fino ai 10 cm), caratterizzate da braccia ripiegate sotto il seno e da gambead appendici coniche, dipinte con motivi a bande e risalenti al VI millennio a.C.(AA.VV. 2000: 137, Fig. n. 9). La stessa iconografia permane durante la cultura diHalaf negli esemplari nord-siriani di Chagar Bazar (Asnakkum) datati alla primametà del V millennio a.C. e di Tell Halaf datati alla metà del V millennio a.C. (AAVV.: rispettivamente, 138, fig. 10; 137, 7). Alla cultura di Vinca dell’area balcanicasi riferisce una statuetta dell’inizio del V millennio a.C. con gambe ad appendici co-niche distinte (Gimbutas 2000: 47, fig. 8). Arti inferiori ad appendici coniche con glistessi motivi a bande e puntini impressi sono riscontrabili in un manufatto da Cerno-dova-Cemetery (Bulgaria) appartenente alla cultura di Hamangia (Dumitrescu 1972:tav. 39, n. 3) e datato al 5300-4800 B.C. Sono note, inoltre, a Cnosso-Creta due sta-

20 GIACOMO PAGLIETTI

tuette ad arti inferiori ad appendici coniche del Neolitico Antico II (Ucko 1968: 261,nn. 22-23; figg. 92-93) e, quindi, in Italia la statuina della grotta delle Arene Candi-de-Finale Ligure, nell’ambito della cultura del Neolitico Medio dei Vasi a BoccaQuadrata (Bagolini 1992: 298-299, fig. 5, a).

La presenza dello stesso tipo iconografico è documentato anche a Malta -HagarQim in un esemplare della fase Tarxien (Vella Gregory e Cilia 2005: 145, fig. 114),la cui datazione recente segna, attualmente, il termine ultimo di attestazione di que-sta tipologia.

Più difficoltosa l’attribuzione tipologica della statuetta litica frammentaria diCuccuru’e is Arrius – Cabras/ Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 15) unica nelsuo genere, che sulla base del netto confronto con quella litica di Apazzu (Sartene,Corsica del Sud) rinvenuta con materiali del Neolitico Finale (Cesari 1997: 106-107;118: tav. 5) può definirsi “ad appendice discoidale” (Fig. 8). Presenta frontalmentegli arti inferiori ridotti a piccoli volumi accostati che ricordano quelli della statuettaad appendici coniche di Monte d’Accoddi con al centro un rigonfiamento ad indica-re un ventre gravido (Lilliu 1999: 197) come nella statuetta cruciforme assisa diS’Eredadu-Mamoiada (Manca 2005: 3, nota 15), posteriormente mostra un motivo adoppio uncino interpretabile come arti inferiori ripiegati (Lilliu 1999: 197); supe-riormente la statuetta è frammentaria ma è supponibile la placca discoidale comenell’esempio corso.

3. Lo stile planare: statuette cruciformi, a placca intera e traforata

3.1 Statuette cruciformi assise e stanti

Tra i numerosi manufatti fittili, rinvenuti per lo più in raccolte di superficie, sipuò individuare una serie con particolari caratteri stilistici. Si tratta di piccole sta-tuette in argilla che rappresentano, in maniera stilizzata, una figura femminile assisa

o stante, dal busto piccolo e con arti superiori ad apici, seni in rilievo e arti inferiorisintetizzati in un’unica massa allungata. I seni sono rappresentati da piccole protube-ranze circolari in rilievo e le braccia si aprono tramite corti apici (a listello), a sezio-ne cilindrica o subcilindrica conferendo alla figura una posizione cruciforme. La ri-duzione dei volumi, la stilizzazione delle forme e la tendenza a rappresentare le partianatomiche in forma piatta permette di collocare le statuette cruciformi all’internodello stile planare.

Tra le figure cruciformi assise se ne individuano cinque (Fig. 11: 1, 2, 3, 4): dueda C.S.A. - Cabras/Oristano (Atzeni 1992; Lilliu 1999, schede nn. 66, 67)23, una daGribaia - Nurachi/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 65), la “dea gravida” di

23La statuetta di Cuccuru ’e is Arrius (fig. 4II, n. 1) è stata riprodotta nel presente lavoro in posizione assisa

stando le considerazioni che ne fa G. Lilliu in merito che non la considera una figura stante (Lilliu 1999, p.33). Precedentemente la statuetta era stata rappresentata in fotografia in posizione verticale (Atzeni 1992: 58,tav. V, 3).

La piccola statuaria femminile 21

S’Eredadu - Mamoiada/Nuoro (Manca 2005: 1-6), una dalla località Abealzu – Osi-lo/Sassari di prossima pubblicazione (Deiana c.d.s.)24. La stessa impostazione cruci-forme si riscontra in tutta una serie di manufatti fittili stanti (Fig. 10, nn. 5-16):C.S.A. – Cabras/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 60), Puisteris – Mogo-ro/Oristano (Pinna 1968; Lilliu 1999: sch. 76), Sorrotha - Lula/Nuoro (Seu 1983;Lilliu 1999: sch. 71), Serra sa Furca – Mogoro/Oristano (Atzeni 1992; Lilliu 1999:sch. 77), Monte Majore – Thiesi/Sassari (Lo Schiavo 1976; Lilliu 1999, sch. 70),C.S.A. – Cabras/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 75), S’Arrieddu – Ca-bras/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 74), la “dea nutrice” di S’Eredadu –Mamoiada/Nuoro (Manca 2005: 1-6), Sa Binza Manna – Ploaghe/Sassari (Tanda1976a; Lilliu 1999: sch. 69), Grotta del Guano – Oliena/Nuoro (Castaldi 1980; Lilliu1999: sch. 72) infine due esemplari di dimensioni maggiori sempre provenienti daC.S.A. – Cabras/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. nn. 58, 59).

La distribuzione dei manufatti nel territorio isolano è piuttosto uniforme senzaparticolari variazioni tra le tipologie assise e stanti: è circoscritta, per lo più, allearee intorno allo stagno di Cabras con pochi esempi nel Sassarese, nell’Anglona enell’alto Campidano e in alcune grotte naturali del Logudoro e del Supramonte diOliena (Fig. 9).

Questa classe tipologica, specie nella variante assisa, mostra elementi di raccordocon le statuette fittili di Gribaia e di Monte d’Accoddi, precedentemente descritteall’interno dello stile di transizione: infatti, le figure cruciformi assise di C.S.A.,Gribaia e S’Eredadu rappresentano una figura femminile posta in posizione seduta oaccovacciata tramite la stilizzazione degli arti inferiori in un’unica massa volumino-sa. La stessa soluzione è adottata nei manufatti di Gribaia e di Monte d’Accoddi incui, tuttavia, la presenza di due appendici coniche rivela la suddivisione degli artiinferiori. Si evidenziano inoltre, tra gli elementi di confronto, il profilo posterioresinuoso, l’assottigliarsi della vita e l’inclinazione all’indietro del busto25.

Le statuette cruciformi assise e stanti, ad eccezione di quelle di Sa Binza Manna,Monte Majore, Grotta del Guano, provengono tutte da raccolte di superficie in loca-lità che hanno restituito materiali di cultura Ozieri (Lilliu 1999: 45). Elemento a fa-vore di tale attribuzione culturale è il ritrovamento di alcune statuette associate amateriali di questa fase, in regolare contesto di scavo, presso il villaggio di Sa BinzaManna, nelle grotte di Monte Majore e nella Grotta del Guano.

L’attribuzione cronologica dei restanti manufatti alla stessa fase culturale è pos-sibile, attualmente, sulla base di confronti stilistici. Così la statuetta di Sa BinzaManna presenta un capo pseudo-conico, una “testa velata”, come nelle statuine diS’Eredadu. La “dea-nutrice”, cruciforme assisa, di S’Eredadu mostra vari elementidi confronto con manufatti editi ed ascrivibili alla cultura di Ozieri: il retro del capo

24 Si ringrazia la dott.ssa Antonella Deiana per aver fornito i dati dell’interessante statuetta.25 A questo proposito si osservi l’inclinazione all’indietro del capo in alcune statuette di stile volumetrico(Polu, Sos Badulesos, C.S.A. t.386, Prunaiola) o la più marcata posizione obliqua del busto della statuetta diSu Cungiau de Marcu.

22 GIACOMO PAGLIETTI

presenta linee parallele raffiguranti i capelli sciolti, soluzione già adottata nella sta-tuetta fittile a placca intera di Sa Ucca’e su Tintirriolu (Fig. 13: 6) in cui, però, lachioma ricade sul seno (Manca 2005: 3); il motivo a puntini impressi lungo il petto,le spalle e la parte posteriore di S’Eredadu rimanda a quelli presenti sul petto di SaUcca’e su Tintirriolu (Fig. 13: 13) e sui glutei della statuina assisa di Cuccuru ’e isArrius (Fig. 11: 1). La “dea-gravida” di S’Eredadu, adotta la medesima resa degliarti superiori ad appendici individuabili nelle statuette di Grotta del Guano (Fig. 11:14) e di Monte Majore (Fig. 11: 9).

Si ritiene opportuno inserire all’interno della tipologia cruciforme anche la sta-tuetta rinvenuta nello scavo del villaggio di C.S.A. in contesto Ozieri (Santoni1989a: 176, Fig. 6, 4; Lilliu 1999: sch. 63): essa (Fig. 11: 17) mostra la posizionedegli arti “a listello” come nei due manufatti rinvenuti nello stesso sito (Fig. 11: 15,16), mentre altri elementi stilistici, quali la conformazione della testa trapezoidale edil segno a V del collo, rimandano piuttosto ad esemplari della tipologia a placca inte-ra; la gonnellina a righe verticali trova confronto con due esempi rinvenuti fuoricontesto (Fig. 10: 1, 2), quelli di Conca Illonis - Cabras (Atzeni 1978; Lilliu 1999:sch. 64) e Pradu - Orgosolo (Seu 1983; Lilliu 1999: sch. 56).

In ambito extrainsulare la statuetta di C.S.A. rivela un sorprendente confrontocon un esemplare appartenente alla fase finale Vinca (3500 B.C.) di tipo cruciforme,con arti superiori a listello, segno a V nel collo e gonna cilindrica decorata da righeverticali (Gimbutas 1975: 126, fig. 72).

La tipologia cruciforme,26 nelle varianti assisa e stante, può essere ascritta ad unafase iniziale della cultura di Ozieri27 la cui datazione calibrata corrisponde al 4000-3300 B.C.28

3.2 Statuette a placca intera

Dall’abitato di cultura di San Michele di Ozieri di Cuccuru ’e is Arrius - Cabrasproviene una piccola statuetta fittile femminile acefala con braccia ripiegate e manisul seno e gambe stilizzate in un’unica forma oblunga29 (Fig. 12). Il manufatto si av-vicina per fattura e per tipologia allo stile cruciforme ma contrariamente ad esso lebraccia non sono “a listello” ma ripiegate sul petto con mani “a frangia” disposte suiseni. Se si accetta l’ipotesi di un’evoluzione stilistica che da modelli naturalisticiquali erano quelli dello stile a braccia conserte porta verso modelli stilizzati quali

26 Occorre notare che l’impostazione cruciforme delle braccia può essere stata adottata fino alle prime fasieneolitiche come suggerirebbe il ritrovamento in contesto Abealzu della statuetta di Monte d’Accoddi (Contu1960: 236; Lilliu 1999, sch. 68). Diverso il così detto schema a “T” del manufatto della tomba V di Montessu- Villaperuccio (Atzeni 1978; Lilliu 1999, sch. 78) dove il busto e gli arti superiori sono sintetizzati inun’unica placca trapezoidale: tale soluzione è suggerita dal riscontro con una statuetta di fase Chasséen daNoyen-sur-Seine, Seine et Marne (Delporte 1979: 235, n. 132).27 Santoni et al. 1997: 252; G. Lilliu colloca la statuina di Sa Binza Manna ad una prima fase Ozieri (Lilliu1999: 48).28 Tykot 1994; Lugliè 2006.29 La statuetta è esposta nelle vetrine del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

La piccola statuaria femminile 23

sono quelli a placca, questa piccola statuetta fittile rappresenta un’anomalia per laposizione delle mani sui seni che trova un solo precedente nella statuetta di stile vo-lumetrico della stessa area di C.S.A (tomba 410). Tale modello può ascriversi ad unafase di maturazione verso lo stile a placca. La diffusione della moda a placca sembracosì assorbire anche questo raro esempio di retaggio naturalistico.

Più definiti sono invece i caratteri delle statuette a placca intera dove è del tutto as-sente la presenza di elementi riconducibili alla resa plastica degli arti. La statuetta aplacca intera (così come per quella traforata come si vedrà più avanti) si caratterizzaper la tripartizione stilizzata della figura in testa, busto e arti inferiori. La maggiorparte dei manufatti sono pervenuti acefali così come ci sono pervenute alcune testeframmentarie delle quali solo da pochi indizi è possibile supporre l’appartenenza amodelli a placca o cruciformi. Si è ritenuto opportuno isolare le teste frammentarie inun unico gruppo in attesa di riscontri che provino l’appartenenza ad uno stile specifico.

Le teste frammentarie provengono quelle fittili da Pradu - Orgosolo/Nuoro (Fig.13: 1; Seu 1983; Lilliu 1999: sch. 55), Cuccuru ’e is Arrius – Cabras/Oristano (Fig.13: 2; Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 62; Fig. 13: 3; Santoni et al. 1997: 230, fig. 3,9; Fig. 13: 4; Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 61) ed in marmo da Monte Olladiri –Monastir/Cagliari (Atzeni 1962; Lilliu 1999: sch. 45). La tipologia è per tutte a lun-go collo con naso a pilastrino, le forme del capo si attestano a semiellisse con collonon distinto30 a Pradu, Cuccuru’e is Arrius (4) e Monte Olladiri che trovano con-fronto con l’esemplare a placca litica di Turriga – Senorbì/Cagliari, irregolarmentecircolare (2) e a trapezio con angoli arrotondati (3) come nel tipo a placca fittile diMonte Majore – Thiesi (Fig. 15: 12).

Adottando come criterio di proporzione l’altezza della placca, la parte anatomicameglio conservata, si sono suddivisi i manufatti in quattro gruppi dimensionali A, B,C, D31 illustrati nelle fig. 15-16.

Tra gli esemplari a placca intera si documenta la placca di forma rettangolare (3,4, 5, 7, 10, 15, 18, 19, 22), quadrangolare (9, 17), trapezoidale semplice (22) e trape-zoidale con spalle “ad apici” (6, 8, 11, 12, 13, 14)32. Gli arti inferiori si sintetizzanoin un volume a forma di codolo nella variante tronco-coniforme (8, 9, 11, 12, 14, 16,19, 22, 23), ovoide (4) e lanciforme (10).

30 La definizione è di Tanda 1985: 108.31 Non sono stati riportati in quest’elenco, perché prive dei dati dimensionali, le statuette fittili a placca interaprovenienti da raccolta di superficie in località Canai –Sant’Antioco (Santoni 1989b; Lilliu 1999: schede nn.79, 80) e da un riparo sotto roccia da Sa Conca Frahivà-San Basilio-Ollolai (Fadda 1988; Lilliu 1999: sch.57) in associazione con materiali Ozieri (Lilliu 1999: 247) o Bonu Ighinu (Antona 1998: 115).32 E’ già stato osservato (Antona 1998: 116) il riscontro delle spalle ad apici con le raffigurazioni vascolari diSa Ucca’e su Tintirriolu - Mara (Loria e Trump 1978: 241, fig. 7, 9) e di Monte d’Accoddi (Demartis 1994:11, fig. 3, 1) di cultura Ozieri. Il tipo di busto con spalle apicate potrebbe iniziare già durante il NeoliticoMedio se la placca in arenaria di Sa Ucca ’e su Tintirriolu (Loria e Trump 1978: 128, fig. 10, 3; tav. IX, 2) siriferisse alla rappresentazione frammentaria di una spalla (vd. nota 6).

24 GIACOMO PAGLIETTI

Gruppo A: altezza placca compresa tra 0 e 2 cm

Litiche (Fig. 15: 1-5): 1. Anghelu Ruju. t. XII - Alghero/Sassari (Taramelli 1909;Lilliu 1999: sch. 32); 2. Su Crucifissu Mannu - Porto Torres/Sassari (Contu e Fron-gia 1982; Lilliu 1999: sch. 35); 3. Conca Illonis - Cabras/Oristano (Lilliu 1947; Lil-liu 1999: sch. 41); 4. San Michele ai Cappuccini - Ozieri/Sassari (Ferrarese Ceruti1965; Lilliu 1999: sch. 40); 5. Su Crucifissu Mannu - Porto Torres/Sassari (Contu eFrongia 1982; Lilliu 1999: sch. 36).

Fittili (Fig. 16: 6): 6. Sa Ucca’e su Tintirriolu - Mara/Sassari (Loria e Trump1978; Lilliu 1999: sch. 52)

Gruppo B: altezza placca compresa tra 2 e 4 cm

Litiche (Fig. 15: 7-11): 7. Anghelu Ruju, t. XX bis - Alghero/Sassari (Taramelli1909; Lilliu 1999: sch. 33); 8. Monte Majore - Thiesi/Sassari (Lo Schiavo 1976;Lilliu 1999: sch. 38); 9. Monte Majore - Thiesi/Sassari (Lo Schiavo 1976; Lilliu1999: sch. 39); 10. Su Crucifissu Mannu - Porto Torres/Sassari (Contu e Frongia1982; Lilliu 1999: sch. 34); 11. Conca Illonis - Cabras/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu1999: sch. 42).

Fittili (Fig. 15: 12-15): 12. Monte Majore - Thiesi/Sassari (Lo Schiavo 1976;Lilliu 1999: sch. 49); 13. Sa Ucca’e su Tintirriolu - Mara/Sassari (Loria e Trump1978; Lilliu 1999: sch. 51); 14. Monte Majore - Thiesi/Sassari (Lo Schiavo 1976;Lilliu 1999: sch. 48); 15. Sa Ucca’e su Tintirriolu - Mara/Sassari (Loria e Trump1978; Lilliu 1999: sch. 51).

Gruppo C: altezza placca compresa 4 e 6 cm

Litiche (Fig. 16: 16-19): 16. Puisteris - Mogoro/Oristano (Puxeddu 1962; Lilliu1999: sch. 43); 17. Crabai - Villasor, Monastir/Cagliari (Atzeni 1978; Lilliu 1999:sch. 44); 18. Puttu Codinu - Villanova Monteleone/Sassari (Demartis 1997; Lilliu1999: sch. 37); 19. Su Coddu - Selargius/Cagliari (Ugas et al. 1989; Lilliu 1999: sch.47). Fittili (Fig. 16: 20-21): 20. Grotta del Guano - Oliena/Nuoro (Castaldi 1980;Lilliu 1999: sch. 73); 21. Sa Ucca’e su Tintirriolu – Mara/Sassari (Loria e Trump1978; Lilliu 1999: sch. 54).

Gruppo D: altezza placca maggiore di 6 cm

Litiche (Fig. 16: 22): 22. Turriga - Senorbì/Cagliari (Cao 1938; Lilliu 1999: sch.46).

Fittili (Fig. 16: 23): 23. Monte Majore - Thiesi/Sassari (Lo Schiavo 1986; Lilliu1999: sch. 50).

La distribuzione della tipologia a placca litica nel territorio isolano si attesta nelLogudoro, nel Sassarese e in tutto il Campidano (Fig. 14). Su ventitrè statuette aplacca intera, escludendo le teste frammentarie (non riconducibili con sicurezza allostile a placca), quindici sono litiche e otto fittili. Delle statuette litiche, dieci proven-

La piccola statuaria femminile 25

gono da contesti di scavo stratigrafico di cui sei da domus de janas (Anghelu Ruju,Su Crucifissu Mannu, Puttu Codinu), due da grotta (Monte Majore), due da villaggio(Su Coddu, Turriga), quattro da rinvenimenti occasionali di cui uno da grotta (SanMichele ai Capuccini), tre da raccolte di superficie da aree di insediamento Ozieri(Conca Illonis, Puisteris, Crabai).

Tra i gruppi dimensionali (Fig. 15-16) si attestano tre statuette del gruppo A dallenecropoli a domus de janas di Anghelu Ruju (1, 2) e Su Crucifissu Mannu (5); duedel gruppo B una da Anghelu Ruju (7) e una da Su Crucifissu Mannu (10); una delgruppo C dalla necropoli di Puttu Codinu (18). Tra i ritrovamenti in grotta è docu-mentato il gruppo B in due esemplari da Monte Majore (8, 9). Dalle aree di villaggioprovengono gli esemplari di maggiori dimensioni, una del gruppo C da Su Coddu(19) e una del gruppo D da Turriga (22).

Le statuette a placca fittile sono attestate per lo più in grotte naturali del Logudo-ro e del Nuorese, come già osservato per le statuette fittili cruciformi. Tra le fittili,otto provengono da contesto di scavo stratigrafico (Sa Ucca’e su Tintirriolu, MonteMajore, Grotta del Guano), tre da rinvenimenti di superficie o occasionali di cui unada riparo sotto roccia (Sa Conca Frahivà-San Basilio-Ollolai) e due da raccolte disuperficie (Canai- Sant’Antioco) 33. Tra i gruppi dimensionali (fig. 15-16) si attesta-no una del gruppo A da Sa Ucca’e su Tintirriolu, quattro del gruppo B di cui due daMonte Majore e due da Sa Ucca’e su Tintirriolu, due del gruppo C da Grotta delGuano e da Sa Ucca’e su Tintirriolu, una del gruppo D da Monte Majore.

Da questa breve analisi si deduce preliminarmente34 che la diffusione delle sta-tuette a placca intera si attesta per le litiche in necropoli di domus de janas nei grup-pi A, B e C; in grotte nei gruppi A, B e nei villaggi nei gruppi C, D. Le statuette fit-tili sono rappresentate da tutti i gruppi dimensionali con una maggioranza nel grup-po B e quasi esclusivamente da contesti in grotta.

L’attribuzione alla cultura di Ozieri35 del tipo litico a placca è provata dal ritro-vamento della statuetta (Fig. 16: 19) in associazione con materiali di questa fasenella sacca 27 del sito di Su Coddu-Selargius-Cagliari (Ugas et al. 1989: 245-251).

3.3 Statuette a placca traforata

All’interno dello stile planare si definiscono statuette a placca traforata quei ma-nufatti realizzati in marmo, calcite, calcare ed in terracotta che mostrano la figurasuddivisa in tre parti anatomiche come nella tipologia a placca intera. Nella realizza-zione del busto si è fatto ricorso, in antico, alla tecnica del traforo che consisteva nelrimuovere la materia litica dallo spazio compreso tra braccia e busto, tramite un ru-dimentale trapano. Il risultato permetteva di mettere in evidenza l’esile petto di for-

33 Si veda per entrambi i riferimenti nella nota 30.34 Dati rilevati solo da contesti indagati mediante scavo stratigrafico.35 La discussione sulla cronologia dei manufatti a placca intera esula dalla finalità di questo lavoro. Per i det-tagli si vedano le osservazioni di G. Lilliu (1999: 45-51).

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ma trapezoidale e gli arti superiori ripiegati all’altezza del ventre. La testa, nellamaggior parte dei casi, presenta forma circolare o “a disco” ad eccezione di tre sta-tuette nelle quali si riscontra di forma ovale (Fig. 19-20: 9, 10, 23); il busto a placcatraforata è di forma generalmente trapezoidale; gli arti inferiori sono stilizzati in uncodolo a varianti generalmente ovoidale e, soltanto in un caso, lanciforme (fig. 20:31) e tronco-conico (fig. 19: 9).

Nella realizzazione dei gruppi dimensionali delle statuette a placca traforata si èadottato lo stesso criterio della tipologia precedente: in base all’altezza della placcasi sono suddivisi i manufatti in cinque gruppi dimensionali denominati A, B, C, D, Eillustrati nelle figure 19-2036.

Gruppo A, altezza placca compresa tra 0 e 4 cm. (Fig. 19: 1-4)1. Su Crucifissu Mannu - Porto Torres/Sassari (Contu e Frongia 1982; Lilliu

1999: sch. 89); 2. Calancoi, tomba c - Sassari (Lilliu 1953; Lilliu 1999: sch. 92); 3.Anghelu Ruju, tomba XX bis – Alghero/Sassari (Taramelli 1909; Lilliu 1999: sch.87); 4. Anghelu Ruju, tomba XX bis – Alghero/Sassari (Taramelli 1909; Lilliu 1999:sch. 88).

Gruppo B: altezza placca compresa tra 4 e 6 cm (Fig. 19: 5-16)5. Serra Crabiles, tomba IV – Sennori/Sassari (Foschi 1984; Lilliu 1999: sch.

111); 6. Monte d’Accoddi, altare - Sassari (Lilliu 1952; Lilliu 1999: sch. 107); 7.Serra Crabiles, tomba IV – Sennori/Sassari (Foschi 1984; Lilliu 1999: sch. 114); 8.San Salvatore – Cabras/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 123); 9. AngheluRuju, tomba XX bis – Alghero/Sassari (Taramelli 1909; Lilliu 1999: sch. 86); 10.Marinaru - Sassari (Contu e Frongia 1982; Lilliu 1999: sch. 90); 11. Porto Ferro -Sassari (Zervos 1954; Lilliu 1999: sch. 84); 12. Ponte Secco, tomba II - Sassari (Fer-rarese Ceruti 1989; Lilliu 1999: sch. 95); 13. Oredda, tomba II - Sassari (AntonaRuju e Lo Schiavo 1989; Lilliu 1999: sch. 93); 14. Serra Crabiles, tomba IV – Sen-nori/Sassari (Foschi 1984; Lilliu 1999: sch. 112); 15. Monte d’Accoddi, altare - Sas-sari (Lilliu 1952; Lilliu 1999: sch. 108); 16. Monte d’Accoddi, altare - Sassari (Lilliu1952; Lilliu 1999: sch. 109).

Gruppo C: altezza placca compresa tra 6 e 7 cm (Fig. 19: 17-20)17. Porto Ferro - Sassari (Zervos 1954; Lilliu 1999: sch. 82); 18. Cuccuru’e Mari

– Nurachi/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 120); 19. Ponte Secco, tomba I -Sassari (Contu 1955; Lilliu 1999: sch. 94); 20. Monte d’Accoddi, altare - Sassari(Lilliu 1952; Lilliu 1999: sch. 106).

36 Mancano i dati dimensionali di due statuette a placca traforata in marmo. Di una, proveniente da localitàignota e custodita nelle Civiche Raccolte Archeologiche e Numismatiche di Milano (Inv. A. 985.05.01) èedita la fotografia (Antona 1998: 117, fig. 15.5). L’altra realizzata in marmo, priva di testa, con foro di re-stauro nel collo e codolo lanciforme proveniente dall’abitato di cultura Ozieri di Cuccuru’e is Arrius è espo-sta nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.

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Gruppo D: altezza placca compresa tra 7 e 9,5 cm (Fig. 20: 21-30)21. Porto Ferro - Sassari (Zervos 1954; Lilliu 1999: sch. 83); 22 Littoslongos,

vano b – Ossi/Sassari (Moravetti 1989; Lilliu 1999: sch. 116); 23. Su Cungiau de isFundamentas – Simaxis/Oristano (Atzori 1960; Lilliu 1999: sch. 121); 24. Monted’Accoddi, tomba II - Sassari (Tanda 1976b; Lilliu 1999: sch. 98); 25. Santa Vittoria– Nuraxinieddu/Oristano (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 122); 26. Ponte Secco,tomba II - Sassari (Ferrarese Ceruti 1989; Lilliu 1999: sch. 96); 27. Porto Ferro -Sassari (Atzeni 1978; Lilliu 1999: sch. 85); 28. Monte d’Accoddi, tomba II - Sassari(Tanda 1976b; Lilliu 1999: sch. 100); 29. Gribaia - Nurachi/Oristano (Atzeni 1978;Lilliu 1999: sch. 119); 30. Monte d’Accoddi, altare - Sassari (Lilliu 1952; Lilliu1999: sch. 110).

Gruppo E: altezza placca maggiore di 9,5 cm (Fig. 20: 31-38)31. Porto Ferro - Sassari (Lilliu 1946; Lilliu 1999: sch. 81); 32. Monte

d’Accoddi, altare - Sassari (Lilliu 1952; Lilliu 1999: sch. 104); 33. Monted’Accoddi, tomba II - Sassari (Tanda 1976b; Lilliu 1999: sch. 99); 34. Monted’Accoddi, tomba II - Sassari (Tanda 1976b; Lilliu 1999: sch. 101); 35. Littos Lon-gos, corridoio a – Ossi/Sassari (Moravetti 1989; Lilliu 1999: sch. 115); 36. PonteSecco, tomba III - Sassari (Ferrarese Ceruti 1989; Lilliu 1999: sch. 97); 37. Litto-slongos, vano g – Ossi/Sassari (Moravetti 1989; Lilliu 1999: sch. 117); 38. Monted’Accoddi, altare - Sassari (Lilliu 1952; Lilliu 1999: sch. 105).

Occorre precisare che l’elenco qui riportato si riferisce a quei manufatti attribuitidalla letteratura allo stile a placca traforata37, tuttavia non si esclude che alcuniframmenti riferibili a teste, braccia e codolo, possano ricondursi alla tipologia aplacca intera, data la presenza di elementi comuni tra le due categorie: si documentail lungo collo, nelle statuette traforate di Porto Ferro (Fig. 19-20: 17, 21, 31), Monted’Accoddi (Fig. 20: 24), Serra Crabiles (Fig. 19: 5), Littoslongos (Fig. 20: 35) e inquelle a placca intera di Su Crucifissu Mannu (Fig. 15: 5) e Anghelu Ruju (Fig. 15:7); il codolo si attesta nella variante lanciforme nella statuina a placca traforata diPorto Ferro (Fig. 20: 31) e Cuccuru ’e is Arrius38 ed in quella a placca intera di SuCrucifissu Mannu (Fig. 15: 10), nella variante ovoide in esempi traforati di Su Cru-cifissu Mannu (Fig. 19: 1), Calancoi (Fig. 19: 2), Marinaru (Fig. 19: 10), Porto Ferro(Fig. 19: 11), Monte d’Accoddi – tomba II (Fig. 20: 24) e a placca intera di San Mi-chele ai Cappuccini (Fig. 15: 4); il segno a “V” nel collo si attesta in manufatti trafo-rati di Calancoi (Fig. 19: 2), Monte d’Accoddi - tomba II (Fig. 19: 24) e in quelli aplacca intera di Su Crucifissu Mannu (Fig. 15: 2), Anghelu Ruju (Fig. 15: 7), MonteMajore (Fig. 15: 12) e Turriga (Fig. 16: 24).

37 Sono stati esclusi da questa tipologia, i frammenti di statuette provenienti da Monte d’Accoddi, t. II (Tanda1976b; Lilliu 1999: sch. 102, 103), Serra Crabiles, t. IV (Foschi 1984; Lilliu 1999: sch. 113), Littoslongos,vano a (Moravetti 1989; Lilliu 1999: sch. 118), Conca Illonis (Atzeni 1992; Lilliu 1999: sch. 124) perché acausa della frammentarietà difficilmente riconducibili ad un gruppo dimensionale.38 Vd. nota 34.

28 GIACOMO PAGLIETTI

Dall’analisi della distribuzione nel territorio delle statuette a placca traforata, sievidenzia come i manufatti provengano esclusivamente da due regioni geografiche:quella nord-occidentale (Sassarese, Nurra e Algherese) e quella centro-occidentale(area intorno allo stagno di Cabras) che, seppur distinte, sono accomunate dalla pre-senza di zone pianeggianti, lacustri e dalla prossimità al mare (Fig. 17).

Delle trentotto statuette dell’area nord-occidentale, ventinove provengono da ne-cropoli a domus de janas e sette dal villaggio circostante l’altare di Monte d’Ac-coddi.

La necropoli a domus de janas di Anghelu Ruju ne ha restituito tre, di cui una aplacca traforata del gruppo B (9) e due frammentarie del gruppo A (3, 4). Da SerraCrabiles, provengono tre statuette frammentarie del gruppo B, due sicuramente ri-conducibili alla placca traforata (5, 7,) ed una testa circolare (14). Dalla necropoli adomus de janas di Monte d’Accoddi, cinque statuette di cui tre riconducibili con si-curezza allo stile a placca traforata, due del gruppo D (24, 28) e una del gruppo E(34). La necropoli a domus de janas di Ponte Secco ha restituito quattro statuetteframmentarie di cui una sicuramente riconducibile allo stile della placca traforata delgruppo C (19) le restanti tre riferibili a teste di gruppo B (12), gruppo D (26) e digruppo E (36). Dalla necropoli a domus de janas di Marinaru proviene una statuettaa placca traforata del gruppo B (10). Dalla necropoli a domus de janas di Calancoiuna statuetta a placca traforata del gruppo A (2).

Dalla necropoli a domus de janas di Littoslongos provengono tre statuette fram-mentarie a placca traforata di cui una del gruppo D (22) e due del gruppo E (35, 37).Dal villaggio di Monte d’Accoddi provengono sette statuette frammentarie di cuiquattro riconducibili alla placca traforata, tre del gruppo B (6, 15, 16), una del grup-po E (30); tre teste circolari frammentarie di cui una del gruppo C (20) e due delgruppo E (32, 38).

Le sette statuette dell’area centro-occidentale, invece, vengono da raccolte in sta-zioni di frequentazione Ozieri (Lilliu 1999: 307-308, 310) ad esclusione del manu-fatto frammentario in argilla di Conca Illonis (Fig. 18) non riconducibile ad alcungruppo (vd. nota 37); le restanti statuette litiche di San Salvatore, Cuccuru’e Mari,Su Cungiau de is Fundamentas, Gribaia sono rispettivamente riferibili al gruppo B(8), C (18) e D (23, 29). Le testa frammentaria di Santa Vittoria si riferisce al gruppoD (25). Mancano i dati dimensionali della statuetta a placca traforata di Cuccuru ’eis Arrius (vedi nota 36).

Tra gli elementi comuni ai manufatti delle due aree si evidenziano: la testa cir-colare a lungo collo trapezoidale di Santa Vittoria dello stesso tipo dell’area sassare-se così come la placca traforata di San Salvatore, Su Cungiau de is Fundamentas,Cuccuru’e mari e Cuccuru ’e is Arrius. Il frammento fittile di Conca Illonis, unicoesempio di placca traforata fittile, mostra in entrambe le superfici (dritto e rovescio)un allineamento decorativo a incisione di piccole tacche (Fig. 18); lo stesso motivo èdocumentato nell’esemplare di Porto Ferro (Atzeni 1992: 48).

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Da questa breve analisi si deduce preliminarmente che la diffusione delle sta-tuette a placca traforata si attesta nella maggior parte dei casi in domus de janasdell’area sassarese mentre la restante parte proviene da insediamenti all’aperto.

Rispetto agli esemplari a placca intera si notano allo stato attuale: una diffusionedella placca traforata in due aree geografiche circoscritte, una presenza maggiore sianei contesti funerari a domus de janas che nei villaggi, l’assenza da contesti in grot-ta; nuove varianti tipologiche ed un incremento nella dimensione nei manufatti.

Non si vuole, in questa sede, entrare in merito sulla discussione circa l’attribu-zione culturale delle statuette a placca traforata (e di questo si chiede scusa anche ainon addetti ai lavori), perché come è già stato evidenziato più volte trattasi di un ar-gomento ricco di incongruenze che necessita di approfondimenti particolari cheesulano da questo contributo volto alla mera stesura della tipologia.

Si è tentato, attraverso le osservazioni sullo stile, sui contesti e sulla distribuzionegeografica di evidenziare i tratti comuni e le divergenze tra le categorie dei manu-fatti a placca intera e traforata. Ci si augura che le osservazioni fatte in questo lavoropossano apportare un contributo alle prossime ricerche volte alla risoluzione di que-sto problema. Si rimanda perciò alle recenti e complete osservazioni sull’argomentodi G. Lilliu (1999: 55-70).

Fonti delle Illustrazioni

Fig. 1, 3-5, 9, 14, 17: disegni ed elaborazioni grafiche di G. PagliettiFig. 4: 1 da Lilliu 1999: 192, fig. 202, dis. A. Farina; 2 dis. G. Paglietti; 3 da Lilliu1999: 183, fig. 191, dis. F. Carta; 4 dis. G. Paglietti; 5 dis. G. Paglietti; 6 da Lilliu1999: 196, fig. 204, dis. F. Carta; 7 da Lilliu 1999: 187, fig. 195, dis. A. Farina; 8dis. G. Paglietti; 9 da Lilliu 1999: 181, fig. 189, dis. F. Carta; 10 da Lilliu 1999: 183,fig. 192, dis. F. Carta; 11 da Lilliu 1999: 178, fig. 184, dis. A. Farina; 12 da Lilliu1999: 185, fig. 194, dis. F. Carta; 13 da Lilliu 1999: 188, fig. 196, dis. A. Farina.Fig. 6: 1 dis. G. Paglietti da Santoni et al. 1997, fig. 15, 4; 2 da Lilliu 1999: 203, fig.211, dis. F. Carta; 3,4,5 da Lilliu 1999: 211-212, fig. 217, 218, 219, dis. A. Farina; 6da Lilliu 1999: 208, fig. 216, dis. A. Farina; 7 da Lilliu 1999: 200, fig. 208, dis. A.Farina; 8 da Lilliu 1999: 201, fig. 209, dis. F. Carta; 9 dis. G. Paglietti da Lilliu1999: 199, fig. 207, dis. A. Farina; 10 dis. G. Paglietti.Fig. 7: 1 da Lilliu 1999: 202, fig. 210, dis. F. Carta; 2 Lilliu 1999: 204, fig. 212, dis.A. Farina; 3 da Lugliè 1998: 95, tav. 16, dis. C. Lugliè.Fig. 8: 1 da Cesari 1997: 118, tav. 5; 2 da Lilliu 1999: 196, fig. 205, dis. A. Farina.Fig. 10: 1 da Lilliu 1999: 246, fig. 248, dis. A. Farina.Fig. 11: 1 da Lilliu 1999: 257, fig. 259, dis. A. Farina; 2 da Lilliu 1999: 256, fig.258, dis. A. Farina; 3 da Lilliu 1999: 255, fig. 257, dis. F. Carta; 4 da Manca 2005:2; 5 da Lilliu 1999: 250, fig. 252, dis. F. Carta; 6 da Lilliu 1999: 266, fig. 268, dis.F. Carta; 7 da Lilliu 1999: 261, fig. 263, dis. A. Farina; 8 da Lilliu 1999: 267, fig.

30 GIACOMO PAGLIETTI

269, dis. A. Farina; 9 da Lilliu 1999: 260, fig. 262, dis. A. Farina; 10 da Lilliu 1999:265, fig. 267, dis. F. Carta; 11 da Lilliu 1999: 264, fig. 266, dis. F. Carta; 12 daManca 2005: 2; 13 da Lilliu 1999: 259, fig. 261, dis. A. Farina; 14 da Lilliu 1999:262, fig. 264, dis. A. Farina; 15 da Lilliu 1999: 249, fig. 251, dis. F. Carta; 16 daLilliu 1999: 250, fig. 250, dis. F. Carta; 17 da Lilliu 1999: 253, fig. 255, dis. A. Fa-rina.Fig. 13: 1 da Lilliu 1999: 245, fig. 247, dis. A. Farina; 2 da Lilliu 1999: 252, fig.254, dis. F. Carta; 3 da Santoni et al. 1997: 270, fig. 3, 9; 4 da Lilliu 1999: 251, fig.253, dis. F. Carta; 5 da Lilliu 1999: 232, fig. 237, dis. F. Carta.Fig. 15-16: 1 da Lilliu 1999: 217, fig. 224, dis. A. Farina; 2 da Lilliu 1999: 220, fig.227, dis. A. Farina; 3 da Lilliu 1999: 227, fig. 233, dis. A. Farina; 4 da Lilliu 1999:226, fig. 232, dis. A. Farina; 5 da Lilliu 1999: 221, fig. 228, dis. A. Farina; 6 da Lil-liu 1999: 241, fig. 243, dis. A. Farina; 7 da Lilliu 1999: 218, fig. 225, dis. A. Farina;8 da Lilliu 1999: 224, fig. 230, dis. A. Farina; 9 da Lilliu 1999: 225, fig. 231, dis. A.Farina; 10 da Lilliu 1999: 219, fig. 226, dis. A. Farina (da Ferrarese Ceruti 1989); 11

da Lilliu 1999: 229, fig. 234, dis. A. Farina; 12 da Lilliu 1999: 238, fig. 241, dis. A.Farina; 13 da Lilliu 1999: 241, fig. 243, dis. A. Farina; 14 da Lilliu 1999: 237, fig.240, dis. A. Farina; 15 da Lilliu 1999: 244, fig. 246, dis. A. Farina; 16 da Lilliu1999: 229, dis. 235, dis. F. Carta; 17 da Lilliu 1999: 231, fig. 236, dis. F. Carta; 18

da Lilliu 1999: 223, fig. 229, dis. A. Farina; 19 da Lilliu 1999: 236, fig. 239, dis. A.Farina (da Ugas 1989); 20 da Lilliu 1999: 263, fig. 265, dis. A. Farina (da Castaldi1980); 21 da Lilliu 1999: 243, fig. 245, dis. A. Farina; 22 da Lilliu 1999: 233, fig.238, dis. A. Farina; 23 da Lilliu 1999: 239, fig. 242, dis. A. Farina.Fig. 18: 1 da Lilliu 1999: 271, fig. 272, dis. A. Farina; 2 elab. grafica di G. Pagliettida Lilliu 1999: 312, fig. 124, dis. A. Farina.Fig. 19-20: 1 da Lilliu 1999: 279, fig. 280, dis. A. Farina (da Ferrarese Ceruti 1989);2 da Lilliu 1999: 282, fig. 283, dis. A. Farina; 3 da Lilliu 1999: 277, fig. 278, dis. A.Farina; 4 da Lilliu 1999: 278, fig. 279, dis. A. Farina; 5 da Lilliu 1999: 300, fig. 302,dis. A. Farina (da Foschi 1984); 6 da Lilliu 1999: 297, fig. 298, dis. A. Farina; 7 daLilliu 1999: 302, fig. 305, dis. A. Farina (da Foschi 1984); 8 da Lilliu 1999: 311, fig.314, dis. F. Carta; 9 da Lilliu 1999: 277, fig. 277, dis. A. Farina; 10 da Lilliu 1999:280, fig. 282, dis. A. Farina; 11 da Lilliu 1999: 275, fig. 275, dis. A. Farina; 12 daLilliu 1999: 285, fig. 286, dis. A. Farina (da Ferrarese Ceruti 1989); 13 da Lilliu1999: 283, fig. 284, dis. A. Farina (da Antona Ruju e Lo Schiavo 1989); 14 da Lilliu1999: 301, fig. 303, dis. A. Farina (da Foschi 1984); 15 da Lilliu 1999: 297, fig. 299,dis. A. Farina; 16 da Lilliu 1999: 298, fig. 300, dis. A. Farina; 17 da Lilliu 1999:273, fig. 273, dis. A. Farina; 18 da Lilliu 1999: 308, fig. 311, dis. F. Carta; 19 daLilliu 1999: 284, fig. 285, dis. A. Farina; 20 da Lilliu 1999: 295, fig. 297, dis. A. Fa-rina; 21 da Lilliu 1999: 273, fig. 274, dis. A. Farina; 22 da Lilliu 1999: 304, fig. 307,dis. A. Farina (da Moravetti 1989); 23 da Lilliu 1999: 309, fig. 312, dis. A. Farina;24 da Lilliu 1999: 288, fig. 289, dis. A. Farina; 25 da Lilliu 1999: 310, fig. 313, dis.F. Carta; 26 da Lilliu 1999: 285, fig. 287, dis. F. Carta (da Ferrarese Ceruti 1989);

La piccola statuaria femminile 31

27 da Lilliu 1999: 275, fig. 276, dis. A. Farina; 28 da Lilliu 1999: 290, fig. 291, dis.A. Farina; 29 da Lilliu 1999: 307, fig. 310, dis. F. Carta; 30 da Lilliu 1999: 299, fig.301, dis. A. Farina; 31 da Lilliu 1999: 271, fig. 272, dis. A. Farina; 32 da Lilliu1999: 293, fig. 295, dis. A. Farina; 33 da Lilliu 1999: 289, fig. 290, dis. A. Farina;34 da Lilliu 1999: 291, fig. 292, dis. A. Farina; 35 da Lilliu 1999: 304, fig. 306, dis.A. Farina (da Moravetti 1989); 36 da Lilliu 1999: 286, fig. 288, dis. A. Farina (daFerrarese Ceruti 1989); 37 da Lilliu 1999: 304, fig. 308, dis. A. Farina (da Moravetti1989); 38 da Lilliu 1999: 304, fig. 306, dis. A. Farina (da Moravetti 1989).

Fotografie: C. Buffa, L. Corpino (Archivio Soprintendenza Beni Archeologici Ca-Or)

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Fig. 1. Località di rinvenimento delle statuette di stile volumetrico (i numeri tra parentesi si riferisconoall’elenco della fig. 2).

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Fig. 2. Statuette dello stile volumetrico (in scala). 1: Prunaiola (Terralba, Sassari); 2: Santa Giusta (Ori-stano); 3: Polu 1 (Meana Sardo, Nuoro); 4, 5: Cuccuru’e is Arrius (Cabras, Oristano), tombe 385 (?),420; 6: Sos Badulesos (Pèrfugas, Sassari); 7, 8: Cuccuru’e is Arrius (Cabras, Oristano), tombe 387,410; 9: Su Monte (Muros, Sassari); 10: Su Anzu (Narbolia, Oristano); 11: Santa Mariedda (Olbia); 12:Polu 2 (Meana Sardo, Nuoro); 13 Cuccuru’e is Arrius (Cabras, Oristano), tomba 386.

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Fig. 3. Gruppi dimensionali in scala.

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Cuccuru ’e is Arrius (Cabras, Oristano): statuette dalle tombe 420 e 385(?).

Fig. 4. Iscrizione in ellissi delle sezioni anatomiche dei sottogruppi B2, D2, F1 e G.

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Fig. 5. Località di rinvenimento delle statuette a braccia conserte (i numeri tra parentesi si riferisconoall’elenco della fig. 6).

La piccola statuaria femminile 41

Fig. 6. Statuette a braccia conserte (tutte in scala eccetto la n. 1 con scala propria). 1: San Ciriaco (Ter-ralba, Oristano); 2: Conca Illonis (Cabras, Oristano); 3, 4, 5: Monte Meana A, B, C (Santadi, Iglesias);6 Anghelu Ruju tomba XXIII (Alghero. Sassari); 7 Sant’Antioco di Bisarcio (Ozieri, Sassari); 8: Polu 3(Meana Sardo, Nuoro); 9: Su Cungiau de Marcu (Decimoputzu, Cagliari); 10: Cotte’e Baccasa (Sega-riu, Cagliari).

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Cotte ’e Baccasa (Segariu – Cagliari)

Fig. 7. Statuette ad arti inferiori ad appendici coniche (la n. 2 con scala propria). 1: Cuccuru’e is Arrius(Cabras, Oristano); 2: Monte d’Accoddi (Sassari); 3: Gribaia (Cabras, Oristano).

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Fig. 8. Statuette ad appendice discoidale. 1: Apazzu (Sartene, Corsica del sud); 2: Cuccuru ’e is Arrius(Cabras, Oristano).

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Fig. 9. Località di rinvenimento delle statuette cruciformi, a (assise) e b (stanti).

Fig. 10. Frammenti di statuette femminili con gonna a campana. 1: Conca Illonis (Cabras, Oristano); 2:Pradu (Orgosolo, Nuoro).

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Fig. 11. Statuette dello stile planare, cruciformi assise e stanti (in scala). 1, 2: Cuccuru ’e is Arrius (Ca-bras, Oristano); 3: Gribaia (Nurachi, Oristano); 4: S’Eredadu – “dea nutrice” (Mamoiada, Nuoro); 5:Cuccuru ’e is Arrius (Cabras, Oristano); 6: Puisteris (Mogoro, Oristano); 7: Sorrotha (Lula, Nuoro); 8:Serra sa Furca (Mogoro, Oristano); 9: Monte Majore (Thiesi, Sassari); 10: Cuccuru ’e is Arrius (Ca-bras, Oristano); 11: S’Arrieddu (Cabras, Oristano); 12: S’Eredadu – “dea gravida” (Mamoiada, Nuoro);13: Sa Binza Manna (Ploaghe, Sassari); 14 Grotta del Guano (Oliena, Nuoro); 15, 16, 17: Cuccuru ’e isArrius (Cabras, Oristano).

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Fig. 12. Statuetta fittile dall’abitato di cultura di Ozieri di Cuccuru’e is Arrius.

Fig. 13. Teste frammentarie. 1: Pradu (Orgosolo, Nuoro); 2, 3, 4: Cuccuru’e is Arrius (Cabras, Orista-no); 5: Monte Olladiri (Monastir, Cagliari).

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Fig. 14. Località di rinvenimento delle statuette a placca intera litiche (a) e fittili (b).

a b

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Fig. 15. Statuette dello stile planare a placca intera (in scala). 1: Anghelu Ruju, tomba XII (Alghero,Sassari); 2: Su Crucifissu Mannu (Porto Torres, Sassari); 3: Conca Illonis (Cabras, Oristano); 4: SanMichele ai Cappuccini (Ozieri, Sassari); 5: Su Crucifissu Mannu (Porto Torres, Sassari); 6: Sa Ucca’esu Tintirriolu (Mara, Sassari); 7: Anghelu Ruju, tomba XXbis (Alghero, Sassari); 8, 9: Monte Majore(Thiesi, Sassari); 10: Su Crucifissu Mannu (Porto Torres, Sassari); 11: Conca Illonis (Cabras, Orista-no); 12: Monte Majore (Thiesi, Sassari); 13: Sa Ucca’e su Tintirriolu (Mara, Sassari); 14: Monte Majo-re (Thiesi, Sassari); 15: Sa Ucca’e su Tintirriolu (Mara, Sassari).

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Fig. 16. Statuette dello stile planare a placca intera (in scala differente i nn. 22, 23). 16: Puisteris, (Mo-goro, Oristano); 17: Crabai, (Villasor/Monastir, Cagliari); 18: Puttu Codinu (Villanova Monteleone,Sassari); 19: Su Coddu (Selargius, Cagliari); 20: Grotta del Guano (Oliena, Nuoro); 21: Sa Ucca’e suTintirriolu (Mara, Sassari); 22: Turriga (Senorbì, Cagliari); 23: Monte Majore (Thiesi, Sassari).

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Fig. 17. Località di rinvenimento delle statuette a placca traforata

Fig. 18. Motivi decorativi nelle statuette a placca traforata: 1. Porto Ferro; 2. Conca Illonis (ipotesi ri-costruttiva).

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Fig. 19. Statuette dello stile planare, a placca traforata (in scala). 1: Su Crucifissu Mannu, (Porto Tor-res, Sassari); 2: Calancoi, (Sassari); 3-4: Anghelu Ruju, tomba XX bis (Alghero, Sassari); 5: Serra Cra-biles, tomba IV (Sennori, Sassari); 6: Monte d’Accoddi, altare (Sassari); 7: Serra Crabiles, tomba IV(Sennori, Sassari); 8: San Salvatore (Cabras, Oristano); 9: Anghelu Ruju, tomba XX bis (Alghero, Sas-sari); 10: Marinaru (Sassari): 11: Porto Ferro (Sassari); 12: Ponte Secco, tomba III (Sassari); 13: Ored-da, tomba II (Sassari); 14: Serra Crabiles, tomba IV (Sennori, Sassari); 15-16: Monte d’Accoddi, altare(Sassari); 17: Porto Ferro (Sassari); 18: Cuccuru ’e Mari (Nurachi, Oristano); 19: Ponte Secco, tomba I(Sassari); 20: Monte d’Accoddi, altare (Sassari).

52 GIACOMO PAGLIETTI

Fig. 20. Statuette dello stile planare, a placca traforata (in scala). 21: Porto Ferro (Sassari); 22: Litto-slongos (Ossi, Sassari);. 23: Su Cungiau de is Fundamentas (Simaxis, Oristano); 24: Monte d’Accoddi,tomba II (Sassari); 25: Santa Vittoria (Nuraxinieddu, Oristano); 26: Ponte Secco, tomba III (Sassari);27: Porto Ferro (Sassari); 28: Monte d’Accoddi, tomba II (Sassari); 29: Gribaia (Nurachi, Oristano);30: Monte d’Accoddi, altare (Sassari); 31: Porto Ferro (Sassari); 32: Monte d’Accoddi, altare (Sassari);33-34: Monte d’Accoddi, tomba II (Sassari); 35: Littoslongos (Ossi. Sassari); 36: Ponte Secco, tombaIII (Sassari); 37: Littoslongos (Ossi. Sassari); 38: Monte d’Accoddi, altare (Sassari).