La manifattura in provincia di Napoli

50

Transcript of La manifattura in provincia di Napoli

© Copyright 2014 by Camera di Commercio Napoli

ISBN 978-88-6743-044-4

Tutti i diritti sono riservati a norma di leggee a norma delle convenzioni internazionali.

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 97

4. La manifattura nella provincia di Napoli: andamento e diffu-sione territoriale tra il ’71 e il ’01

di Claudia Avolio

1. Introduzione

La “scoperta” di sistemi produttivi locali nella provincia di Napoli ha reso possibile riannodare le trame dei legami che la manifattura, nelle sue componenti produttive più tradizionali ma anche in quelle più innovative e tecnologiche (come i poli high-tech), ha intessuto con i territori. Legami costruiti sulle radici storiche di attività produttive iniziate come artigianali e poi evolute ad una scala più industriale, su vocazioni alimentate dalla ri-produzione formale ed informale di competenze specialistiche, sui rapporti fiduciari sviluppati anche come conseguenza implicita di identità collettive preesistenti o di funzioni economiche, come gli scambi commerciali e di fornitura tra gli attori imprenditori36. La misura dell’economia reale, del suo stato di salute, è stata perciò ricondotta anche alla capacità dei sistemi pro-duttivi locali di creare nuova occupazione, di generare processi di gemma-zione imprenditoriale, di posizionarsi sui mercati regionali ed esteri, prov-vedendo al contempo a sostanziare tale attenzione con misure di sostegno esplicitamente dirette a sviluppare e valorizzare le attività di impresa in una dimensione locale e territoriale. Gli strumenti della Programmazione Nego-ziata, i Progetti integrati industriali finanziati con risorse europee, la stessa individuazione da parte della regione Campania, nel caso specifico, di sette distretti industriali37, sono una dimostrazione chiara del rilievo che anche a

36 L’attenzione che gli studiosi hanno dedicato al tema, dagli anni ’90 fino soprattutto agli inizi del 2000, ha dato luogo a numerose ricerche e contributi. Per la loro attenzione al contesto meridionale e campano, vale la pena in questa sede menzionare i lavori di: Bàculo (1994), De Vivo (1997a) (2000a), Viesti (2000).37 L’individuazione dei distretti industriali in Campania è avvenuta con delibera di Giunta regionale n. 59 del 1997 non senza suscitare reazioni e posizioni contrarie alle scelte effettuate perché reputate già in quel periodo dubbie per il modo con cui alcune aree erano state individuate come distretti, pur non essendo tali, ed altre aree fossero state escluse pur essendo, invece,

98 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

livello di policy il binomio territorio e impresa ha rivestito in anni recenti (su tale punto si ritornerà in maniera più approfondita nel Cap. 6). Tuttavia, anche come riflesso della parabola discendente che ha investito tutto l’ap-proccio allo sviluppo locale, l’impegno politico, in primo luogo, al sostegno alla crescita dei sistemi produttivi territoriali è andato via via declinando in un disegno di crescita industriale del Paese che, lasciando indietro il Mez-zogiorno, ha teso inevitabilmente a oscurare anche i differenti percorsi di cambiamento intrapresi dai suoi sistemi locali38.

Eppure, come è emerso nelle pagine precedenti, alcune concentrazioni di imprese specializzate in uno stesso comparto continuano ad essere una testimonianza del fatto che il territorio esercita e difende una sua specifica attrattività; un radicamento che certamente ha contribuito a fare in modo che tali produzioni mostrassero una relativa maggiore capacità di mitigare i gra-vi colpi inflitti dalla crisi economica. D’altronde, come è anche confermato recentemente:

I segnali di vitalità sono stati più diffusi nelle agglomerazioni industria-li. Le nostre analisi, aggiornate al 2011, mostrano come nel Mezzogiorno l’appartenenza a un’area agglomerata continui a produrre un effetto positi-vo sulla performance delle imprese, per lo meno in termini di propensione all’export e di produttività (Bronzini et al., 2013, p.8).

Se, quindi, la presenza di agglomerazioni territoriali di imprese può es-sere ancora considerata come risorsa, una specifica dotazione di cui gode un sistema economico e di cui può trarre vantaggio l’intera area geografica di appartenenza, vale la pena provare a ricostruire la mappa di quelle esistenti anche nella provincia napoletana. L’osservazione delle loro tendenze strut-turali di lungo periodo si rende, infatti, opportuna per valutare la significa-tività di taluni segnali di discontinuità come di continuità, in esse presenti, negli anni recenti. I casi illustrati in una ricerca di Cersosimo e Viesti (2012) dimostrano come in alcuni agglomerati industriali di settori altamente inno-vativi e tecnologici (il polo aeronautico napoletano è indicato tra questi), il riferimento al contesto sociale e istituzionale locale, alle specifiche variabili territoriali – quali possono essere il sistema formativo e della ricerca, e il capitale umano formato – rimangano dimensioni centrali per lo sviluppo.

fortemente caratterizzate dal punto di vista produttivo.38 Sul ruolo della politica industriale nello sviluppo del Mezzogiorno si rinvia, tra gli altri, al recente lavoro di Cappellani, Padovani, Servidio, 2012.

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 99

L’analisi dell’evoluzione del settore manifatturiero nella provincia di Napoli, di cui si dà conto in questo capitolo, muove da un dato inequivoca-bile già rilevato nei precedenti capitoli: la manifattura nel suo complesso, pur subendo arretramenti per effetto dei cambiamenti che hanno investi-to la struttura produttiva regionale e nazionale e degli squilibri economici congiunturali, ha mantenuto nel tempo una presenza costante e rilevante nell’economia della provincia. Certamente con tale affermazione non si in-tende sostenere che la manifattura non abbia subito pesanti perdite – dal ’91 si registra un progressivo processo di espulsione di addetti – ma proprio alla luce delle persistenze e trasformazioni subite nel corso degli ultimi decenni si può meglio mettere a fuoco i caratteri distintivi di una realtà produttiva così articolata e complessa come quella emersa già dall’analisi svolta nel capitolo precedente.

Come si dirà meglio nel prosieguo, l’andamento generale della manifat-tura si è composto dei differenti sviluppi che i suoi comparti hanno avuto negli anni, condizionandone in parte la base e la dimensione produttiva ma senza in fondo stravolgerne la composizione. Alcuni settori hanno avuto di-namiche incerte, segnate da aumenti e da contrazioni, come nel caso delle pelli, del legno, della chimica e della plastica; altri hanno avuto una crescita più profonda e accelerata come le industrie alimentari e l’elettronica che insieme giustificano i 3/4 circa delle quattromila unità produttive aggiuntive registrate nel quarantennio 71-0139; altri ancora, come le industrie produt-trici di mezzi di trasporto hanno avuto un andamento accelerato anche se numericamente meno significativo o al contrario una presenza consistente e regolare come la produzione di metalli. Ciononostante, alcune specializza-zioni produttive, per la loro consistenza numerica e per la relativa stabilità, rimangono ben distinguibili nel corso dei decenni. Ne è un esempio, come si mostrerà, il comparto del tessile e abbigliamento il cui declino, segnato da una perdita ininterrotta di aziende e di occupati, non appare aver compro-messo la sua rilevanza all’interno della manifattura provinciale. Guardando poi a ciò che accade ai territori, e in special modo nel capoluogo in confronto all’intera provincia, emerge un quadro di gran lunga articolato. Mentre la città di Napoli si è progressivamente svuotata delle sue aziende, anche di quelle di più antica tradizione, in altre aree della provincia sono affiorate e consolidate nuove realtà produttive che, in diversi casi, hanno più che com-pensato le perdite subite dal capoluogo.

39 Tra il Censimento del 1971 e quello del 2001, le industrie alimentari hanno avuto un incremento di 1.829 unità e quelle per la fabbricazione di macchine elettriche di 1.275 unità.

100 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

L’analisi dei dati sull’evoluzione della manifattura provinciale sarà svol-ta, dunque, con l’intento di provare a dare un inquadramento sia temporale che spaziale alla tenuta delle specializzazioni produttive già individuate nel capitolo precedente, evidenziando altresì, in relazione a tali produzioni, per quali aree o più limitatamente comuni è possibile parlare di crescita, per quali di declino e per quali altri di stabilità. Pertanto, dopo un iniziale inqua-dramento temporale dell’andamento del settore manifatturiero provinciale rispetto a quanto verificatosi in Campania e nel Mezzogiorno e la individua-zione dei sotto-settori che hanno maggiormente contraddistinto il suo svi-luppo, l’analisi si focalizzerà sui singoli territori per evidenziare la presenza e la resistenza di una “vocazione” produttiva.

L’approfondimento delle situazioni territoriali si è basato sull’aggrega-zione delle sei macro aree provinciali elaborate per il Piano territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)40.

40 Le sei macro aree in cui sono divisi i 92 comuni della provincia di Napoli sono le seguenti: MACRO AREA 1- Zona Flegrea con le isole di Ischia e Procida: Bacoli, Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Forio d’Ischia, Ischia, Lacco Ameno, Monte di Procida, Pozzuoli, Procida, Quarto, Serrara Fontana. MACRO AREA 2- Zona Nolana:: Camposano,Carbonara di Nola, Casamarciano, Cicciano, Cimitile, Comiziano, Liveri, Mariglianella, Marigliano, Nola, Palma Campania Roccarainola San Gennaro Vesuviano, S. Paolo Belsito, San Vitaliano, Saviano, Scisciano, Tufino, Visciano. MACRO AREA 3 – Penisola Sorrentina con l’isola di Capri: Agerola, Anacapri, Capri, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Sant’ Agnello, Sant’ Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Sorrento, Vico Equense. MACRO AREA 4 - Zona Vesuviana: Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Cercola, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Poggiomarino, Pollena Trocchia, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Striano, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, Volla. MACRO AREA 5 – Zona a Nord di Napoli: Acerra, Afragola, Arzano, Brusciano, Caivano, Calvizzano, Cardito Casalnuovo, Casandrino, Casavatore, Casoria, Castello di Cisterna, Crispano Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano, Grumo Nevano, Marano, Melito di Napoli, Mugnano, Pomigliano d’Arco, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca. MACRO AREA 6- Napoli.http://www.provincia.napoli.it/Micro_Siti/Assetto_territorio/Navigazione_Sinistra/Pianificazione_territoriale/Bacheca/Eventi/.

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 101

Figura 1 Individuazione delle macro aree della provincia di Napoli

Fonte: provincia di Napoli

2. Evoluzione e composizione del settore manifatturiero

La ricostruzione dell’evoluzione della manifattura che qui si presenta ha inteso, in particolare, evidenziare alcune caratteristiche del processo di consolidamento di tale settore, a cominciare dalla quota di aziende presenti sul territorio provinciale. Il primo dato significativo che si rinviene da un confronto tra il Censimento del ’71 e quelli successivi, fino al Censimento intermedio del 2010, è una tendenza all’aumento delle unità locali: fino al 2001 con variazioni percentuali via via crescenti e al 2010 con un incremen-to più contenuto (cfr. Tab.1). Sebbene quindi, ci sia stata nell’ultimo decen-nio un’inversione di tendenza – il numero di unità locali ha evidentemente cessato di crescere ai ritmi dei decenni precedenti ed ha avuto un sensibile calo (cfr. Tab.3) – ancora nel 2010, e nel pieno della crisi economica, le imprese manifatturiere della provincia di Napoli dimostrano una relativa re-sistenza. Questa si evidenzia sia in confronto a quanto osservato nello stesso decennio per la manifattura del Mezzogiorno e dell’Italia, dove si registrano variazioni negative (con valori rispettivamente di -9,6 e -6,6), sia rispetto al

102 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

peso che le imprese della provincia hanno sul tessuto produttivo regionale e del Mezzogiorno che si è, comunque, mantenuta rilevante: le unità locali del manifatturiero della provincia di Napoli sono fino al 2010 costantemente pari a circa il 50% delle imprese manifatturiere della Campania e oltre il 18% di quelle del Mezzogiorno (cfr. Tab.2). L’importanza di Napoli si inse-risce in un contesto industriale regionale che appare ugualmente favorevole, considerato che il peso della manifattura campana su quella del Mezzogior-no e dell’Italia è stato crescente nei decenni, mentre più altalenante è stato invece il peso che il numero di imprese del Sud ha avuto sull’Italia.

Tab. 1 Andamento percentuale delle unità locali. Anno di riferimento 1971

1971 1981 Variazione 1991 Variazione 2001 Variazione 2010 Variazione

Napoli 100,00 110,85% 10,85 112,91% 12,91 128,67% 28,67 107,18% 7,18

Campania 100,00 103,88% 3,88 111,71% 11,71 127,63% 27,63 109,07% 9,07

Mezzogiorno 100,00 94,07% -5,93 98,39% -1,61 107,68% 7,68 90,36% -9,64

Italia 100,00 121,43% 21,43 115,72% 15,72 115,41% 15,41 93,38% -6,62

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat

Tab. 2 Unità locali per ripartizione geografica, regione e provincia e peso territoriale. Anni 1971-2010

Napoli Campania Mezzogiorno Italia Napoli/Campania

Napoli/Mezzogiorno

Campania/Mezzogiorno

Campania/Italia

Mezzogiorno/Italia

1971 14.648 29.127 92.219 511.612 50,29% 15,88% 31,58% 5,69% 18,03%

1981 16.237 30.256 86.749 621.246 53,67% 18,72% 34,88% 4,87% 13,96%

1991 16.539 32.539 90.732 592.056 50,83% 18,23% 35,86% 5,50% 15,32%

2001 18.848 37.176 99.297 590.435 50,70% 18,98% 37,44% 6,30% 16,82%

2010 15.700 31.769 83.326 477.739 49,42% 18,84% 38,13% 6,65% 17,44%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat

Restringendo l’osservazione, più nello specifico, a ciò che è accaduto nell’ultimo decennio rispetto al Censimento ’01, la contrazione del numero

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 103

delle imprese appare più evidente (cfr. Tab.3). Si tratta, infatti, di una perdita del 16,7% in linea con quanto accaduto al Sud, anche se superiore al dato complessivo regionale, ma che, a conferma di quanto sopra già evidenziato, rappresenta una quota minore rispetto a quanto osservato per l’Italia.

Tab.3 Confronto percentuale delle Unità Locali rispetto al decennio precedente

1981 Variazionesu ‘71 1991 Variazione

su ‘81 2001 Variazione su ‘91 2010 Variazione

su ‘01

Napoli 110,85% 10,85 101,86% 1,86 113,96% 13,96 83,30% -16,70

Campania 103,88% 3,88 107,55% 7,55 114,25% 14,25 85,46% -14,54

Mezzogiorno 94,07% -5,93 104,59% 4,59 109,44% 9,44 83,92% -16,08

Italia 121,43% 21,43 95,30% -4,70 99,73% -0,27 80,91% -19,09

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat

Contrariamente alla dinamica delle unità locali, il rapporto che la pro-vincia di Napoli ha con la regione e il Mezzogiorno in termini di addetti mostra valori tendenzialmente in calo; una conseguenza, evidentemente, della maggiore perdita di occupati subita dalla provincia. Dopo la positiva variazione dell’‘81 la manifattura napoletana comincia già dal ‘91 a perdere quote sempre più importanti di addetti; valori in controtendenza sia rispetto a quanto registrato per la regione e l’area del Mezzogiorno, dove il calo si ha nel 2010, sia in confronto all’Italia per la quale si rileva una variazio-ne negativa a partire dal ’01 (cfr. Tab. 4). Tale riduzione si riflette anche sul minor peso che l’occupazione presente nella manifattura provinciale ha progressivamente assunto sugli occupati del settore a livello regionale e del Mezzogiorno (cfr. Tab. 5).

104 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 4 Andamento percentuale degli addetti. Anno di riferimento 1971

1971 1981 Variazione 1991 Variazione 2001 Variazione 2010 Variazione

Napoli 100,00 122,34% 22,34 94,54% -5,46 77,44% -22,56 67,39% -32,61

Campania 100,00 129,65% 29,65 105,66% 5,66 100,13% 0,13 85,55% -14,45

Mezzogiorno 100,00 136,71% 36,71 128,70% 28,70 128,07% 28,07 105,76% 5,76

Italia 100,00 114,25% 14,25 102,17% 2,17 95,97% -4,03 78,56% -21,44

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat

Tab. 5 Addetti delle imprese manifatturiere per ripartizione geografica, regione e provincia e peso territoriale Anni 1971-2010

Napoli Campania Mezzogiorno Italia Napoli/Campania

Napoli/Mezzogiorno

Campania/Mezzogiorno

Campania/Italia

Mezzogiorno/Italia

1971 137.663 222.890 491.006 5.101.563 61,76% 28,04% 45,39% 4,37% 9,62%

1981 168.419 288.975 671.255 5.828.409 58,28% 25,09% 43,05% 4,96% 11,52%

1991 130.141 235.506 631.933 5.212.273 55,26% 20,59% 37,27% 4,52% 12,12%

2001 106.603 223.186 628.840 4.895.858 47,76% 16,95% 35,49% 4,56% 12,84%

2010 92.775 190.675 519.294 4.007.701 48,66% 17,87% 36,72% 4,76% 12,96%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat

Fin qui l’inquadramento della manifattura nel suo complesso. Interes-sante a questo punto è comprendere come si spiegano tali tendenze alla luce degli sviluppi che i singoli sotto-settori hanno registrato. In tale analisi, l’ar-co temporale di riferimento sarà quello compreso tra i censimenti ’71 e ’01. Guardando ai sotto settori si rileva che, nel periodo considerato, il crollo della presenza di addetti ha riguardato la maggior parte di essi con la sola eccezione delle industrie alimentari e delle industrie della fabbricazione

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 105

della carta che registrano incrementi superiori ai mille addetti insieme ad una crescita della presenza delle unità locali (cfr. Tab. 6).

Una perdita maggiore di addetti, in valori assoluti e in variazione percen-tuale rispetto al ‘71, è stata subita dalle industrie della produzione di metalli (-8747), del tessile e abbigliamento (-5476), della fabbricazione di prodot-ti chimici e sintetici (-5374), della produzione dei minerali non metalliferi (-4888), dalle industrie del legno (-2410). Soltanto per il settore del tessile e abbigliamento e per quello della lavorazione del legno, tuttavia, la ridu-zione che caratterizza la presenza di addetti si accompagna ad un analoga contrazione della presenza di unità locali. Negli altri casi citati e in tutti gli altri sotto-settori, nonostante il calo dell’occupazione, si registra un aumento nel numero di unità locali. Significativi aumenti della presenza di aziende risultano, in particolare, nel settore della fabbricazione di apparecchiature elettriche ed ottiche e della produzione di metallo, dove il contemporaneo calo di occupati è plausibilmente imputabile ad una maggiore polverizzazio-ne del settore (si passa da una media di 34,2 a 7 addetti nel primo caso e da 11 a 4,8 addetti nel secondo).

Tab. 6 Unità locali e addetti della manifattura provinciale. Variazione per settori 1971-2001

UL variazione ‘71-’01 Addetti variazione ‘71-’01

val ass val % val ass val %

Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DA 1829 147,10% 1360 11,10%

Industrie tessili e dell’abbigliamento DB -907 -23,00% -5476 -32,30%

Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari DC 191 17,70% -1112 -11,00%

Industria del legno e dei prodotti in legno DD -697 -32,00% -2410 -38,20%

Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria DE 614 101,50% 1183 24,20%

Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento di combustibili nucleari DF 41 195,20% -123 -10,30%

Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali DG 51 29,30% -5374 -64,90%

Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche DH -190 -33,50% -1337 -37,70%

Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi DI 368 54,40% -4888 -53,60%

106 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 6 Unità locali e addetti della manifattura provinciale. Variazione per settori 1971-2001

Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo DJ 776 38,80% -8747 -39,60%

Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, compresi l’installazione, il montaggio, la riparazione e la manutenzione

DK 294 69,20% -1691 -25,40%

Fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche DL 1275 359,20% -680 -5,60%

Fabbricazione di mezzi di trasporto DM 172 149,60% -1852 -9,40%

Altre industrie manifatturiere DN 383 30,30% 87 1,90%

TOTALE 4200 28,70% -31060 -22,60%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat.

Le imprese del comparto moda, che includono le industrie del tessile e abbigliamento e quelle della lavorazione delle pelli, insieme alla produzione dei metalli rappresentano, nei quattro censimenti considerati, il nocciolo duro delle industrie della trasformazione: concentrano la maggiore percentuale di unità locali e, quel che più rileva, impiegano il più alto numero di occupati.

A variare nel quarantennio è, invece, il peso relativo dell’industria del le-gno e delle industrie alimentari e del tabacco (cfr. Tab.7). Più nello specifico, fino agli anni settanta il tessile e abbigliamento insieme alle industrie della pelle rappresentano circa 1/3 delle aziende manifatturiere della provincia, seguite dalle produzioni del legno e del metallo. Dal Censimento dell’’81 e per i successivi decenni la quota del comparto moda diminuisce progressi-vamente fino a contare poco più del 20% delle unità manifatturiere, mentre il comparto degli alimentari e delle bevande aumenta e quello dei metalli si mantiene costante.

Considerando la rilevanza dei singoli sotto-settori anche rispetto al nu-mero di addetti, oltre a quelli già menzionati – alimentari, comparto della moda e metalli – anche le industrie della fabbricazione di macchine elettri-che e quelle dei mezzi di trasporto, data la loro maggiore consistenza nu-merica, danno un contributo importante alla composizione della manifat-tura provinciale (cfr. Tab.8). Almeno nel caso dei mezzi trasporti, tuttavia, tale solidità sembra più propriamente attribuibile alla presenza di realtà produttive importanti (palese è il caso della Fiat. Nell’intero quarantennio ’71-’01 Pomigliano d’Arco, il comune dove ha sede l’azienda, registra una

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 107

concentrazione del 50% e oltre di tutti gli occupati del comparto41).

Tab. 7 Composizione della manifattura (UL). Censimenti 1971-2001

Provincia di Napoli ul_71_tot ul_81_tot ul_91_tot

ul_01_tot

Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DA 8,49% 9,21% 12,66% 16,30%

Industrie tessili e dell’abbigliamento DB 26,93% 21,99% 18,65% 16,12%

Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari DC 7,37% 9,74% 6,61% 6,74%

Industria del legno e dei prodotti in legno DD 14,85% 16,21% 11,35% 7,84%

Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria DE 4,13% 5,12% 6,26% 6,47%

Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento di combustibili nucleari DF 0,14% 0,18% 0,22% 0,33%

Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali DG 1,19% 1,10% 0,97% 1,19%

Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche DH 3,87% 4,65% 1,48% 2,00%

Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi DI 4,61% 4,13% 4,82% 5,54%

Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo DJ 13,67% 12,90% 14,01% 14,74%

Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, compresi l’installazione, il montaggio, la riparazione e la manutenzione

DK 2,90% 2,27% 2,58% 3,81%

Fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche DL 2,42% 3,82% 9,35% 8,65%

Fabbricazione di mezzi di trasporto DM 0,79% 1,02% 1,14% 1,52%

Altre industrie manifatturiere DN 8,64% 7,66% 9,89% 8,74%

Totale 100% 100% 100% 100%

TOTALE 14.648 16.237 16.539 18.848

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat.

41 Il dato risulta dal confronto dei Censimenti dell’industria e dei servizi del 1971-1981-1991-2001.

108 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 8 Composizione della manifattura (ADD). Censimenti 1971-2001

Provincia di Napoli ADD_71 ADD_81 ADD_91 ADD_01

Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco DA 8,87% 8,91% 10,07% 12,73%

Industrie tessili e dell’abbigliamento DB 12,30% 11,41% 11,35% 10,75%

Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari DC 7,33% 8,55% 7,17% 8,42%

Industria del legno e dei prodotti in legno DD 4,58% 4,29% 3,50% 3,65%

Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti di carta; stampa ed editoria DE 3,54% 3,61% 4,89% 5,69%

Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento di combustibili nucleari DF 0,87% 0,84% 0,92% 1,01%

Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali DG 6,02% 4,28% 3,05% 2,73%

Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche DH 2,58% 2,10% 1,45% 2,07%

Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi DI 6,63% 4,47% 3,98% 3,97%

Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo DJ 16,06% 14,73% 11,30% 12,53%

Fabbricazione di macchine e apparecchi meccanici, compresi l’installazione, il montaggio, la riparazione e la manutenzione DK 4,83% 3,83% 3,96% 4,66%

Fabbricazione di macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche DL 8,81% 9,75% 11,60% 10,74%

Fabbricazione di mezzi di trasporto DM 14,27% 20,48% 22,23% 16,69%

Altre industrie manifatturiere DN 3,32% 2,76% 4,54% 4,36%

Totale 100% 100% 100% 100%

TOTALE 137663 168419 130141 106603

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat.

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 109

3. La prospettiva dei territori: le aree di nuova e consolidata indu-strializzazione

Come già rilevato, ciò che si può osservare a livello generale, come ten-denza della manifattura e dei suoi sotto-settori, può assumere una differente declinazione qualora il punto di osservazione diventino i territori. L’altra questione, infatti, posta al centro dell’analisi nel tentativo di dare contezza, seppur in minima parte, della complessità dei percorsi di sviluppo economi-co dei territori è scoprire quali sono i comuni e le aree che all’interno della provincia sono cresciuti maggiormente in termini di presenza di aziende del manifatturiero, quali hanno subito un calo e quali altri, invece, mostrano una certa stabilità. A tal fine, prendendo come riferimento solo i dati censuari del 1971 e quelli del 2001 si è fatto ricorso ad un’analisi di tipo “shift and sha-re” che consente di suddividere l’avanzamento o il ritardo relativo registrato dall’occupazione manifatturiera di un comune e un’area, rispetto alla media provinciale, in due gruppi di fattori: i fattori di localizzazione e i fattori di struttura. I primi consentono di individuare i comuni e le aree che si sono rivelate più aperte e idonee alla localizzazione di nuove industrie e, quindi, dagli occupati da esse generate; i secondi di discernere la presenza, all’ini-zio del periodo considerato, di attività industriali a rapido assorbimento di manodopera.

Il caso di un avanzamento relativo può essere cioè attribuito a due grup-pi di cause che possono incidere in maniera indipendente l’una dall’altra o congiuntamente. Più nello specifico, può darsi che nell’area o in un comu-ne siano presenti all’inizio del periodo considerato sottosettori che hanno conseguito una rapida crescita degli addetti, oppure che il comune o l’area in questione sia riuscita ad attrarre nuove industrie prima assenti o, ancora, che si verifichi una concomitanza di entrambi i fenomeni, cioè, una struttura industriale già orientata su attività dinamiche insieme ad una forte capacità di attrazione di nuove industrie. Per quanto riguarda l’individuazione delle aree si è fatto ricorso, come anticipato, alla suddivisione territoriale in sei macro-aree indicata nel PTCP.

Considerando, quindi, l’andamento congiunto dei due effetti – localiz-zazione e struttura – rispetto al posizionamento che i singoli comuni han-no in quanto a presenza del settore manifatturiero, è stato possibile suddi-videre tutti i comuni in quattro gruppi: i “deboli” (effetto localizzazione ed effetto struttura negativi), gli “stabilmente avanzati” (effetto localizza-zione ed effetto struttura positivi), gli “emergenti” (effetto localizzazione positivo ed effetto struttura negativo) e quelli a “debole attrazione” (effetto

110 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

localizzazione negativo ed effetto struttura positivo)42.Un primo dato importante è che, ad esclusione di Napoli che dal ’71 al

’01 subisce pesanti perdite al tessuto manifatturiero a causa di un intenso processo di delocalizzazione, la maggior parte dei comuni si distribuisce tra quelli stabilmente avanzati – contraddistinti da una buona capacità attratti-va e una struttura industriale in crescita – e tra quelli emergenti – che sono stati in grado negli anni di favorire l’insediamento di nuove industrie nei propri territori. Sono invece pochi i comuni che complessivamente hanno dimostrato una debolezza su entrambi i fattori o hanno scoraggiato nuove localizzazioni produttive.

In particolare, nel gruppo degli “avanzati” ritroviamo, tra i primi, i comu-ni di: Arzano, Pomigliano d’Arco, Casandrino, Acerra, Nola e Casalnuovo; nel gruppo degli “emergenti” migliori andamenti si registrano per Caivano e Melito; nel gruppo dei comuni cosiddetti “deboli” rientrano con valori for-temente negativi, oltre Napoli, anche Torre Annunziata e Casoria mentre tra quelli a “debole attrazione” un primato negativo si osserva soprattutto per Castellammare di Stabia e Pozzuoli.

In generale, i dati sembrano attestare che nel quarantennio uno sviluppo maggiore abbia coinvolto l’area a nord di Napoli, alla quale appartengono molti di quei comuni, il cui intenso sviluppo industriale legato principal-mente a positivi fattori di localizzazione, siano essi retaggi di percorsi at-tivatisi nel corso del tempo, siano essi effetto di interventi più recenti (la realizzazione di aree dedicate allo sviluppo industriale), ha in buona misura contribuito a bilanciare i fenomeni di crisi industriale o di delocalizzazione verificatisi in altre aree della provincia.

Guardando a ciò che accade a livello di singola area, ritroviamo che an-damenti più critici si rilevano soprattutto nell’area dei comuni vesuviani co-stieri di Ercolano, Portici, Torre Annunziata e Castellammare. La condizione di relativo ritardo di cui sono espressione questi comuni, non ha però com-promesso la crescita dell’area vesuviana nel suo complesso, visto il positivo effetto di localizzazione derivato dalla presenza di molti comuni della fascia interna, tra cui San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana e Terzigno.

La sussistenza di fattori territoriali attrattivi determina una condizione di sviluppo, invece, per la Penisola Sorrentina e l’Area Nolana. Sulla crescita complessiva della prima hanno un peso anche le più solide strutture indu-

42 La definizione dei quattro gruppi di comuni riprende quella utilizzata da D’Antonio (cfr. D’Antonio 1985).

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 111

striali di Gragnano e Sant’Antonio Abate, sulla seconda ha avuto un peso rilevante soprattutto la più recente localizzazione di nuove industrie nel co-mune di Nola. La sola area per la quale si rileva un effetto di localizzazione negativo è quella Flegrea imputabile alla intensa delocalizzazione industria-le che ha coinvolto, come si è detto, soprattutto il comune di Pozzuoli (cfr. Tab 13 in Allegato ).

4. I settori caratterizzanti e la loro localizzazione

Ad ulteriore specificazione di quanto emerso nel capitolo precedente, la descrizione dei sotto-settori che compongono in modo più caratterizzante la struttura delle industrie di trasformazione della provincia ne ha evidenziati principalmente quattro: il tessile e abbigliamento e le pelli che insieme co-stituiscono il comparto della moda, tradizionalmente presente nel territorio provinciale e regionale; l’agroalimentare che ha conosciuto uno sviluppo incrementale anche se relativamente più recente (a partire dall’81) e la pro-duzione dei metalli già ben rappresentata negli anni ’70 e, nei decenni suc-cessivi, soggetta ad un processo di crescita più intensa.

Procedendo secondo l’impostazione delineata sopra, si tratta ora di indi-viduare in quali territori le quattro produzioni caratterizzanti la manifattura provinciale sono maggiormente presenti e, se e in che misura tale colloca-zione può essere ricondotta a fattori legati alla specificità dei territori e/o della struttura industriale. Il confronto temporale rimane quello tra i cen-simenti del ’71 e del ’01. Ancora una volta, l’analisi è stata qui sviluppata utilizzando i dati censuari e applicando la tecnica “shift and share” per far emergere alcune specifiche dinamiche di accelerazione, consolidamento o arretramento dei territori rispetto alle principali produzioni provinciali. I dati esposti nel prosieguo, quando non altrimenti specificato, sono riportati in appendice al capitolo nelle tabelle relative ai confronti censuari 1971-2001 dei quattro settori considerati (cfr. Tabb. 14, 15, 16, 17).

4.1 Le industrie tessili e dell’abbigliamento

La presenza del settore tessile e dell’abbigliamento all’interno della pro-vincia, pur rimanendo importante (al 2001 conta il 16% delle UL -Unità Locali- e l’11% di addetti della manifatture provinciale) è stata segnata da un percorso discendente che ha il suo inizio negli anni settanta per quanto

112 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

riguarda le UL e nel decennio successivo per quanto concerne invece il nu-mero di addetti. Tra i censimenti del ’71 e del 2001 il settore perde comples-sivamente in tutta la provincia circa 900 aziende e più di 5000 occupati. A livello dei singoli comuni e territori la situazione è meno netta.

La sola città di Napoli perde circa 1.600 UL (quasi il doppio di quelli persi a livello provinciale) e oltre 6000 addetti (anche in questo caso più di quanti ne abbia coinvolti la provincia nel suo insieme).

Tali dinamiche ancor più che ad una ristrutturazione del settore sembrano essere imputabili verosimilmente a fattori di delocalizzazione o diversa lo-calizzazione territoriale delle attività manifatturiere. La forte emorragia che investe il capoluogo appare, cioè, in parte tamponata dallo sviluppo degli al-tri comuni della provincia, che disegnano una traiettoria chiara, una destina-zione netta: dai comuni costieri a quelli interni. Ciononostante, in generale il sotto-settore risulta in declino, e neanche i migliori vantaggi localizzativi espressi da alcuni territori sono riusciti a compensare il netto calo subito. Oltre Napoli, infatti, che è il comune che subisce la più forte perdita, anche i comuni che da est e a ovest della sua costa disegnano una linea continua dall’area flegrea a all’area vesuviana costiera (dal comune di Monte di Pro-cida a Torre Annunziata) sono soggetti a un dimezzamento della presenza di UL e a un calo di occupati.

Spostando l’attenzione dai comuni costieri a quelli interni è l’area vesuviana ad apparire come quella più in crescita: dal ’71 ha triplicato la presenza di imprese e raddoppiato quella degli addetti. Qui si ritrovano co-muni come S. Giuseppe, Ottaviano e Boscoreale dove la presenza già signi-ficativa di aziende si è rafforzata anche del 500%, giungendo a quintuplicar-si, come nel caso di S. Giuseppe, e comuni come Poggiomarino e Terzigno che, pur partendo da una base produttiva più modesta, hanno visto accresce-re il loro peso non solo nell’area ma anche nel settore, rientrando tra i primi 10 comuni della provincia per presenza di aziende e occupati nel tessile e abbigliamento. Per tutti e cinque questi comuni la variazione percentuale delle aziende si mantiene nel quarantennio sempre positiva. La situazione dell’intera area vesuviana non è tuttavia omogenea. Ci sono i comuni come San Giorgio a Cremano, Boscotrecase, Ercolano, Sant’Anastasia in cui si registra una contrazione sia del numero di addetti sia di occupati: per essi la fase di declino si registra già dagli anni ottanta.

Il dato dell’area dei comuni a nord di Napoli è complessivamente posi-tivo e solo di poco inferiore all’area vesuviana: cresce il numero di imprese presenti e gli occupati, nonostante le forti perdite subite da alcuni comuni, rimangono rispetto al Censimento del ’71 pressoché stabili (solo 27 addetti

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 113

in meno in totale al 2001). Più nello specifico, Grumo Nevano, Frattamag-giore, Arzano e Casandrino si confermano nel quarantennio tra i primi co-muni per numero di UL e di addetti. Rispetto al ’71 tuttavia si registrano alcune variazioni importanti interne all’area. Grumo Nevano e Frattamag-giore risultano alla fine del quarantennio comuni in discesa a causa di una minore capacità attrattiva. In particolare Grumo Nevano, pur guadagnando in valore assoluto 100 nuove unità produttive, perde nel quarantennio circa 300 occupati mentre Frattamaggiore mostra un andamento stabile in quanto ad UL ma subisce una perdita di oltre 700 addetti. Casandrino è il comune che non subisce alcuna contrazione nel numero di UL e una lieve perdita degli occupati si registra solo al ’01, mentre in altri comuni segnali di una controtendenza nei livelli di occupazione, anche se di piccola entità, si os-servano già nei decenni precedenti. Anche Arzano parte da una posizione di rilievo nell’area che consolida negli anni, nonostante alcune perdite subite nel numero di occupati e di UL negli anni novanta. S.Antimo, primo tra i co-muni del quadrante per numero di UL durante tutti gli anni ’60, comincia a perdere aziende già negli anni ’70: da 92 UL nel 71 passa a 36 UL nel 2001.

Tra i comuni a nord-est di Napoli, Casalnuovo è quello che ha conosciuto il maggiore sviluppo. Sviluppo che si è accompagnato ad un andamento costantemente positivo di UL (da 12 aziende nel ‘71 a 66 nel 2001) e dan-neggiato da una perdita di addetti negli anni novanta (al ‘01 ci sono 350 occupati in meno al decennio precedente) che non ne ha, tuttavia, compro-messo la crescita e il progressivo consolidamento come comune più rile-vante dell’area (Casalnuovo è anche tra i primi 10 comuni della provincia per UL). Il comune di Casoria che vantava già negli anni sessanta una di-screta presenza di aziende e occupati nel settore e una posizione di rilievo nell’area, si conferma tra i primi comuni sia per addetti sia per UL. Anche Caivano grazie ad una crescita costante del settore fino al 91, più contenuta e stabile per quanto riguarda le UL e più accelerata per gli addetti, guadagna gradualmente le prime posizioni nei decenni considerati fino a collocarsi con Casalnuovo e Casoria tra i primi tre comuni dell’area a nord-ovest di Napoli. L’andamento peggiore è quello seguito da Pomigliano d’Arco che da primo comune dell’area nel ‘71 per UL e quarto per addetti si colloca nel 2001 all’ultimo posto per entrambi.

L’area nolana presenta al suo interno un quadro evolutivo più netto e compatto. Nola, Palma Campania e San Gennaro Vesuviano sono tra i primi comuni del Nolano per UL e addetti e sono anche quelli che nel quaran-tennio e più intensamente negli anni novanta hanno favorito la crescita del settore nell’area. Nola e Palma Campania sono inoltre tra i primi dieci co-

114 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

muni della provincia rispettivamente per numero di addetti e di unità locali. Marigliano ha una situazione pressoché stabile, perde alcune poche unità locali guadagnando una decina di addetti, ma tale stabilità gli fa perdere terreno rispetto ad altri comuni come Nola che negli anni settanta accelera fortemente la sua crescita in termini di addetti (da 76 occupati al ’71 a 270 all’’81) e Palma Campania. A Mariglianella il numero di aziende presenti è basso ma l’alta concentrazione di occupati posiziona questo comune al secondo posto nell’area dopo Nola. Si tratta, con evidenza, di un dato che deriva dalla presenza di grandi aziende del comparto.

Infine, nel territorio della penisola Sorrentina è il comune di Gragnano che presenta al 2001 il maggior numero di aziende e di addetti nel tessile e abbigliamento collocandosi, per entrambe le grandezze, tra i primi 15 co-muni della provincia. Il comune ha conosciuto una crescita significativa a cavallo tra gli anni settanta e ottanta confermata da un forte incremento, in questo periodo, del numero di occupati (da 50 a 250 addetti).

La debolezza del tessile e dell’abbigliamento, un settore tradizionale e strutturalmente poco innovativo (con una bassa intensità di capitale e for-temente centrato sul fattore lavoro), trova in alcuni comuni ed aree della provincia le condizioni favorevoli ad una crescita. Nei casi di San Giuseppe Vesuviano e Terzigno, che risultano nel quarantennio considerato i primi due comuni più avanzati, tali condizioni hanno a che vedere evidentemen-te proprio con la maggiore specializzazione produttiva che i due comuni presentano in questo settore (cfr. Tab. 9). La concentrazione territoriale di imprese che operano nello stesso comparto43 è una caratteristica che, come è stato evidenziato nel capitolo precedente, questi territori non hanno perso. Anzi, sembra abbia costituito un punto di forza, un elemento che ha rivestito un ruolo positivo per la solidità dello stesso comparto se è vero, come più volte sottolineato in queste pagine e nelle precedenti, che l’abbigliamento è ancora tra i comparti più rappresentativi dell’economia provinciale.

43 È opportuno ricordare, a tal riguardo, che entrambi i comuni fanno parte del distretto industriale del tessile e abbigliamento di San Giuseppe Vesuviano.

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 115

Tab. 9 I primi 15 comuni più avanzati nelle Industrie tessili e dell’abbigliamento. Risultati dell’analisi “Shift and Share”Comune Localizzazione Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

San Giuseppe Vesuviano 823,98 -19,63 804,35

Terzigno 551,03 -9,37 541,66

Arzano 498,92 -42,87 456,05

Ottaviano 277,79 -24,71 253,08

Casandrino 264,23 -0,98 263,26

Caivano 258,92 -7,23 251,70

Nola 253,57 -7,42 246,15

Casalnuovo di Napoli 237,63 -39,16 198,48

Poggiomarino 224,44 -2,25 222,19

Gragnano 190,49 -4,98 185,51

Mariglianella 170,97 -0,29 170,68

Melito di Napoli 155,54 -7,71 147,82

Crispano 144,59 -0,78 143,80

Boscoreale 128,78 -5,37 123,41

Agerola 104,11 -2,15 101,96

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

4.2 Le industrie conciarie e la fabbricazione di prodotti in cuoio, pelli e similari

Come nel settore del tessile ed abbigliamento anche le imprese della con-cia e della fabbricazione di pelli hanno subito nell’arco temporale conside-rato una flessione sia del numero di UL che di addetti. Tale declino comincia per questo settore a partire dall’’81 e interessa, anche in questo caso, preci-puamente il comune di Napoli.

Se fino al ’71, infatti, a Napoli erano concentrate quasi tutte le aziende del settore presenti a livello provinciale (801 unità a fronte delle 1080 totali) e quasi il 70% degli occupati, negli anni ottanta si registra una riduzione di circa 450 unità e di quasi 4000 addetti. Il capoluogo, ancora, perde da solo molto

116 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

più di quanto non perda la provincia nel suo complesso. Che si tratti di nuove aziende o di aziende con sede precedentemente nella città di Napoli, ciò che rileva è la diversa destinazione delle unità produttive: sono i comuni a nord di Napoli ad attrarre il maggior numero di aziende eguagliandolo in quanto a presenza di UL ma superandolo di gran lunga riguardo la quota di occupati.

Si tratta, nello specifico, dei comuni di Arzano, Casandrino, Grumo Ne-vano e Melito (cfr. Tab.10). I primi due comuni partiti al ‘71 con un numero esiguo di imprese operanti nel settore, sono stati successivamente interessati da un progressivo incremento, con picchi nell’81 e nel ‘01, che li ha portati al secondo e al terzo posto tra i comuni della provincia per numero di addetti superando anche Grumo Nevano. Quest’ultimo sin da prima degli anni set-tanta incentrato produttivamente su tale settore (era già il secondo comune della provincia dopo Napoli per numero di imprese nel ‘71) ha avuto un andamento più accidentato ma di entità anche superiore degli altri due per quanto concerne il numero di imprese. Melito è tra i comuni di “nuova” de-stinazione per le imprese del settore. Da una quasi totale assenza di imprese ha gradualmente guadagnato posizioni tra i territori della provincia. Favorito da un trend che si è mantenuto nei diversi decenni positivo, con accelera-zioni negli anni novanta, il comune raggiunge al 2001 il settimo posto per UL e il sesto per addetti. Tra i comuni dell’area più a nord ovest di Napoli è Mugnano ad avere una discreta rilevanza. Con una buona concentrazione di occupati nel settore negli anni settanta, il comune perde alcune centinaia di addetti nei decenni successivi. L’andamento delle UL, invece rimane positi-vo fino agli anni ottanta.

Nel quadrante a nord est, i comuni dove è maggiore la presenza di im-prese e addetti sono Casoria e Casalnuovo. Il primo ha registrato una cre-scita più rapida e intensa di UL tra il 71 e l’81e poi più contenuta negli anni successivi. La perdita di addetti che colpisce entrambi i comuni dagli anni ottanta, a Casoria è di entità minore. Tant’è che tra i due è solo Casalnuovo che appare connotato da un effetto di localizzazione negativo. Pomigliano d’Arco, ha un andamento pressoché stabile per quanto concerne il numero di UL ma subisce una forte perdita di addetti negli anni settanta che non riesce a recuperare appieno negli anni novanta. Anche per questo comune, infatti, la capacità attrattiva è risultata negativa.

Tra i comuni esterni all’area nord che risultano aver perso negli anni la capacità attrattiva c’è Ercolano: tra i primi comuni nel ‘71 per presenza di addetti e di imprese del comparto perde ampiamente tale posizione di supe-riorità. Anche in questo caso, come per il settore del tessile e abbigliamento, il processo di sedimentazione territoriale delle imprese operanti nel medesi-

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 117

mo comparto ha portato ad una spiccata specializzazione di alcuni comuni nella produzione conciaria e delle pelli. Casandrino, Grumo Nevano, Frat-taminore e Mugnano ancora oggi, concentrano la maggiore presenza di im-prese del settore e sono evidente espressione dell’eccellenza del napoletano nella produzione di calzature caratterizzato da un buon profilo qualitativo e un retaggio di un know how artigianale tramandato da generazioni. Quello delle calzature, come l’abbigliamento continua a rappresentare un settore per il quale il territorio permane una risorsa, offrendo esternalità produttive che alimentano la competitività delle imprese, sebbene per alcune debolez-ze strutturali, il sistema nel suo complesso esprime limitate potenzialità di espansione (cfr. ISP, 2012 p.15 e ss).

Tab. 10 I primi 15 comuni più avanzati nelle Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Comune Localizzazione Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

Arzano 1.058,91 38,68 1.097,58

Casandrino 833,09 15,82 848,91

Melito di Napoli 492,33 0,35 492,68

Grumo Nevano 485,99 41,91 527,90

Frattaminore 203,86 3,00 206,87

Mugnano di Napoli 195,46 39,25 234,71

Marano di Napoli 166,75 2,89 169,64

Frattamaggiore 149,03 10,51 159,53

Casoria 122,31 16,05 138,36

Calvizzano 102,00 0,00 102,00

Pozzuoli 72,00 0,00 72,00

Caivano 67,44 0,46 67,90

Casavatore 55,60 21,59 77,19

Crispano 55,00 0,00 55,00

Sant’Antimo 52,32 1,39 53,71

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

118 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

4.3 Le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco

La crescita progressiva di cui è stato oggetto questo settore ha riguardato pressoché tutti i territori della provincia anche se con intensità ed effetti di-versi, non sempre dipendenti dalla presenza di preesistenti nuclei produttivi legati a tale specializzazione. Un aspetto, questo, evidenziato anche nella cluster analysis prima presentata (cfr. Cap. 3), in cui le industrie alimentari e delle bevande, insieme a quelle della lavorazione dei metalli, sono quelle con una minore caratterizzazione a livello territoriale.

L’espansione del comparto è tale che anche la città di Napoli, che come si è detto è quella che perde in assoluto il maggior numero di aziende manifat-turiere, mostra un’eccezione in questo sottosettore raddoppiando il numero di aziende presenti (non così per il numero di occupati che invece si dimez-za). Accanto ai comuni della penisola sorrentina che hanno consolidato le loro tradizioni produttive ne ritroviamo altri, invece, che hanno seguito per-corsi di sviluppo relativamente più recenti e incalzanti come il caso dell’area vesuviana interna e soprattutto dell’area a nord di Napoli che per effetto della più intensa crescita di alcuni comuni, trainata dalla localizzazione di nuove imprese, hanno visto nel quarantennio quadruplicare o triplicare l’in-cidenza delle aziende del settore nei loro territori (cfr. Tab.11).

Nella penisola sorrentina vi sono i comuni che tradizionalmente con-centrano il maggior numero di imprese alimentari. Lo sviluppo del settore nell’area è già forte negli anni settanta quando, se si esclude il peso della città di Napoli, conteneva la più elevata presenza di imprese e di occupati. L’andamento del numero di imprese nei diversi decenni non rivela, infatti, casi di improvviso sviluppo quanto piuttosto un rafforzamento di alcune delle realtà esistenti. I comuni più rilevanti al 2001 a livello provinciale sono Vico Equense e Gragnano (rispettivamente il quarto e il quinto per Ul e quindicesi-mo e quinto per addetti), Sant’ Antonio Abate (il settimo per Ul e il terzo per addetti) e Agerola (il quattordicesimo e il diciassettesimo per addetti).

Nell’area flegrea sono Pozzuoli e Quarto le due realtà più rilevanti per le industrie alimentari. Tra i censimenti del 71 e del 2001 entrambi i comuni vedono aumentare la quantità e l’entità delle aziende. Pozzuoli passa da 9 unità produttive a 42, guadagnandosi una posizione tra i primi quindici co-muni della provincia per UL. La crescita di Quarto anche se di minore entità rispetto a quella di Pozzuoli è stata comunque molto più rapida. Partendo da una condizione di assenza totale di aziende in questo comparto Quarto ne raggiunge quota 30 nel 2001.

La situazione all’interno dell’area nolana è un po’ più varia. San Vitaliano

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 119

e San Gennaro Vesuviano pur subendo una espansione piuttosto contenuta delle imprese del settore (siamo nell’ordine della decina per ogni comune), hanno conosciuto un discreto sviluppo soprattutto per ciò che concerne la presenza di addetti. Un’importante realtà nel territorio lo è anche Cicciano sebbene negli anni ottanta si sia verificata una forte contrazione dell’occupa-zione. Nola, infine, è il comune che all’interno dell’area è cresciuto di più sia in termini di addetti che di unità locali, collocandosi al quarto posto al 2001 sia per UL che per addetti.

Dal Censimento del ’71 a quello del 2001 l’area vesuviana interna nel suo complesso è percorsa da un incisivo sviluppo che la porta a quadrupli-care la presenza di aziende (passando da 120 a 484 aziende) e a triplicare quello degli occupati (passando da 635 addetti a 1808). Al suo interno, San Giuseppe Vesuviano è l’unico comune dell’area che già al ‘71 registra una notevole presenza di aziende del settore alimentari, tutti gli altri sono inve-stiti dallo sviluppo del settore a partire dagli anni ottanta. Lo sviluppo più accelerato lo ha avuto senz’altro Somma Vesuviana che ha visto crescere enormemente la sua posizione sia intermini di imprese che di addetti. Otta-viano e Sant’Anastasia pure se con un percorso piuttosto misurato in quanto a presenza di UL, e per Ottaviano anche piuttosto discontinuo e con cali di presenza per quanto concerne il numero di addetti, rappresentano altre due importanti realtà nell’area e in tutta la provincia.

L’area vesuviana costiera cresce ma non in misura esponenziale: le im-prese aumentano di poco meno di cento unità mentre gli addetti quasi di-mezzano. La sua maggiore solidità produttiva di partenza ben evidente al ’71 appare frenata da un effetto di localizzazione più negativo riscontrato nei comuni di Torre Annunziata, Castellammare di Stabia e Torre del Gre-co. Questi ultimi due mantengono tuttavia un loro primato rispetto agli altri comuni della provincia confermandosi tra i primi comuni per presenza di aziende e per addetti. Torre Annunziata perde terreno non solo rispetto a Torre del Greco ma anche ad altri comuni della provincia, finendo scalzato dalla graduatoria dei primi dieci comuni per UL e addetti.

Tra i comuni dell’area nord è Frattamaggiore a presentare la maggiore stabilità, sia in termini di addetti che di imprese, conservando così la sua po-sizione di preminenza all’interno dell’area. Melito è il comune che ha subito l’incremento maggiore sia intermini di UL che di addetti grazie ad un più elevato effetto di localizzazione. Sant Antimo e Casavatore sono due comu-ni che hanno mantenuto pressoché invariato il numero di imprese ma hanno fortemente diminuito il numero di occupati perdendo posizioni rispetto agli altri comuni della provincia cresciuti di più e più in fretta. Tra i comuni a

120 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

nord ovest sono Giugliano e Marano ad avere il maggior numero, al 2001, di UL e di addetti. Tale primato è stata la conseguenza di una crescita avviata in maniera più intensiva nel corso degli anni settanta. Entrambi, sono tra i primi 15 in provincia per numero di imprese.

L’area dei comuni a nord est nel suo complesso è cresciuta di quasi tre volte per quanto riguarda la presenza di imprese e di quattro volte riguardo gli occupati. Sull’incremento di addetti nell’area pesa in modo decisivo il comune di Caivano nelle cui aziende, poco più di una ventina, sono im-piegati quasi duemila lavoratori. Tali volumi sono stati raggiunti a partire dall’81. Pomigliano d’Arco è una realtà significative in provincia, soprat-tutto per quanto riguarda il numero di addetti presenti, e Casoria, Afragola e Acerra oltre ad essere tra i primi comuni dell’area per UL, rientrano anche tra i primi quindici comuni della provincia per numeri imprese.

Tab. 11 I primi 15 comuni più avanzati nelle Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Comune Localizzazione Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

Caivano 1.940,32 11,12 1.951,45

Nola 328,28 56,62 384,90

Somma Vesuviana 285,67 1,01 286,68

Sant’Antonio Abate 97,42 143,92 241,34

Melito di Napoli 139,54 13,48 153,02

Sant’Anastasia 131,76 15,84 147,60

Ottaviano 113,31 26,29 139,60

Giugliano in Campania 121,44 7,75 129,19

Pomigliano d’Arco 79,96 48,53 128,49

Agerola 106,09 20,90 126,99

San Gennaro Vesuviano 113,55 10,45 123,99

Pozzuoli 108,21 14,49 122,70

Marano di Napoli 107,66 7,08 114,74

Mugnano di Napoli 112,44 1,69 114,13

Acerra 78,08 30,00 108,08

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 121

4.4 La produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo

La maggior parte della produzione dei metalli fino al ’71 si realizza nella città di Napoli, la quota restante interessa tutti i territori anche se con una maggiore concentrazione in alcuni comuni a nord di Napoli e dell’area ve-suviana interna (cfr. Tab. 12).

Lo sviluppo che il settore subisce nei decenni successivi investe tutte le aree ad esclusione della città di Napoli, che perde il 40% circa delle aziende e l’80% degli occupati, e dei comuni dell’area vesuviana costiera che a fron-te di un debole aumento delle UL vede però alla fine del quarantennio una contrazione di circa il 50% della quota di addetti. Al 2001, sono soprattutto i comuni dell’area a nord di Napoli ad esprimere una maggiore capacità di crescita dovuta principalmente a fattori localizzativi vantaggiosi.

Nell’area a nord est, Pomigliano d’Arco, Casoria, Afragola, Caivano e Casalnuovo hanno avuto una crescita di addetti per tutto il periodo. Afragola e Casoria presentano già al ’71 una più alta base produttiva che consolidano fino al 2001 posizionandosi rispettivamente al quinto e al secondo posto tra i comuni della provincia con 68 e 110 unità locali (Afragola nel quarantennio ha quasi raddoppiato la quota di UL, Casoria l’ha quasi triplicata). Il comu-ne di Casoria è anche tra i primi cinque per numero di addetti, nonostante abbia subito a partire dagli anni ‘80 un forte calo. Pomigliano d’Arco è il comune che esprime la più elevata propensione alla localizzazione di im-prese del settore (nel 2001, in particolare si registra un forte balzo in avanti nel numero di occupati). Caivano e Casalnuovo che pure si collocano tra i primi quindici comuni della provincia per numero di UL, hanno avuto uno sviluppo relativamente più recente. Tra i due è però Caivano ad esprimere una maggiore e più intensa dinamicità, soprattutto se si guarda alla crescita del numero di occupati (da 19 addetti nel ‘71 a 446 nel 2001).

Nei quadranti a nord e nord ovest il quarantennio è stato favorevole per i comuni di Giugliano, S. Antimo e Arzano che hanno incrementato il numero di imprese del settore. Nei primi due comuni tale crescita ha riguardato an-che il numero di occupati mentre ad Arzano l’espansione del settore è stato frenato, presumibilmente dalla presenza di industrie meno dinamiche (dagli anni ’80 perde circa 500 addetti).

Tra i comuni dell’area vesuviana sono Castellammare di Stabia, Som-ma Vesuviana e Cercola a concentrare la maggiore presenza di imprese e di occupati. La crescita di Cercola e Castellammare è tuttavia contenuta da produzioni meno dinamiche; pur partendo da una buona base produttiva la loro crescita risulta, infatti, meno dinamica di Somma Vesuviana. Torre

122 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Annunziata è il comune che dopo Napoli subisce il più pesante arretra-mento. Nell’area nolana è a Marigliano e Nola che aumenta la presenza di imprese e di occupati per effetto, in misura anche maggiore a Marigliano, di una buona capacità attrattiva dei territori. Nell’area flegrea si distingue Pozzuoli: tra i primi dieci comuni della provincia per numero di occupati e numero di imprese ha un andamento crescente fino al ’91. L’attrattività eser-citata dal territorio sembrerebbe essere stata frenata da una base industriale indebolita.

Infine, all’interno della penisola sorrentina, il comune che esprime il maggiore avanzamento è Gragnano la cui crescita sia in termini di addetti che di imprese appare attribuibile sia ad un effetto di localizzazione sia ad una struttura produttiva che, rispetto alla provincia, nell’intera area appare meno in difficoltà.

Tab. 12 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Comune Localizzazione Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

Pomigliano d’Arco 1.377,55 -17,86 1.359,69

Castellammare di Stabia 450,78 -55,78 395,00

Caivano 434,52 -3,23 431,29

Pozzuoli 280,50 -51,36 229,14

Cercola 266,58 -71,60 194,99

Marigliano 262,66 -5,44 257,22

Somma Vesuviana 240,94 -2,55 238,38

Nola 216,93 -10,71 206,21

Giugliano in Campania 191,01 -7,31 183,70

Striano 187,68 -4,59 183,09

San Giorgio a Cremano 177,28 -12,58 164,70

Palma Campania 174,10 -3,91 170,19

Gragnano 171,16 -9,52 161,63

Arzano 140,44 -93,02 47,42

Sant’Antimo 136,66 -5,44 131,22

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 123

5. Note conclusive

Al di là dei limiti impliciti in qualsiasi tentativo di sintesi di fenomeni complessi44 è possibile, a questo punto, provare ad anticipare alcune prime risposte a questioni che appaiono centrali per la comprensione delle ten-denze evolutive della manifattura provinciale: se e come è cambiata la sua consistenza e composizione interna e se e come ciò sia avvenuto a livello dei singoli territori.

Ciò che emerge dall’inquadramento storico dell’evoluzione dei settori conferma e corrobora ulteriormente quanto rilevato nel capitolo precedente attraverso la restituzione della “fotografia” ad oggi della manifattura provin-ciale. Le specializzazioni presenti nell’economia territoriale, la loro tenuta e in alcuni casi la loro buona performance appaiono resistere e reagire alle ristrutturazioni economiche e produttive.

Questo andamento generale è il risultato dei diversi sviluppi che hanno avuto i singoli sotto-settori: con casi di crescita graduale, come nel caso delle industrie dell’agroalimentare; di crisi, come accaduto per il settore del tessile e abbigliamento o del legno, e insieme di processi di cambiamento della struttura industriale, come visibile nel caso del settore della produzione dei metalli.

Fermo restando tali cambiamenti, la composizione della manifattura non sembra aver subito variazioni significative: nei quattro censimenti conside-rati, le imprese del comparto moda (settore dell’abbigliamento e delle pelli) insieme alla produzione di metalli sono quelle che concentrano il maggior numero di UL e impiegano il più alto numero di occupati.

Quanto su ciò possa aver influito la localizzazione della produzione in specifici territori, per la presenza di vantaggi materiali e immateriali, è un aspetto che proprio alla luce delle dinamiche sopra ripercorse appare tro-vare una conferma nella solidità di alcuni specifici territori che ancora oggi esprimono quella capacità di reazione già in passato mostrata dai sistemi produttivi locali.

In generale, rispetto al posizionamento che i singoli comuni hanno in quanto a presenza di imprese manifatturiere, un primo dato importante è che, ad eccezione di Napoli che subisce un radicale processo di delocalizza-zione industriale, la maggior parte dei comuni della provincia ha dimostrato

44 L’analisi sopra esposta può risentire di tali limiti, avendo scelto di soffermarsi sui dati censuari relativi agli addetti e alle UL e su un livello di aggregazione settoriale troppo elevato per approfondire gli sviluppi di specifiche filiere produttive.

124 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

tra il ’71 e il ’91 sia una buona capacità attrattiva, sia una struttura industria-le in crescita.

In particolare, sono i comuni dell’area a nord di Napoli e i comuni dell’a-rea vesuviana interna ad essere ricompresi tra quelli più “avanzati” ed “emer-genti”; ad aver mostrato di avere, cioè, una struttura industriale in crescita ma anche una buona capacità di attrazione di nuove industrie. Non appare un caso che si tratti proprio delle aree in cui si ritrovano i comuni con una più forte specializzazione produttiva nel comparto moda. Evidentemente, l’aspetto del radicamento territoriale, in questa sede solo evidenziato con la presenza di imprese operanti in uno specifico comparto, andrebbe ulterior-mente indagato e approfondito alla luce di altri importanti questioni che, in questa fase dell’indagine, hanno rappresentato lo sfondo dei ragionamenti sviluppati. Tra le altre, vale la pena sottolineare l’intensificarsi, a partire dagli anni novanta, del fenomeno della delocalizzazione di alcune fasi del processo produttivo. Con tutti i limiti od opportunità che potenzialmente comporta, rimane una delle questioni maggiormente dibattute relativamente alle nuove traiettorie disegnate dai sistemi produttivi locali e alle forme di governance più adatte a regolarle. Una questione altresì rilevante, se si con-sidera la debolezza del contesto istituzionale e amministrativo che sin dai loro esordi ha caratterizzato lo sviluppo locale nelle aree del Mezzogiorno e della provincia napoletana.

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 125

Allegato 1.

Tab. 5.13 - La manifattura provinciale. I Comuni “avanzati”. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Comune Effetti di Localizzazione Effetti di Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

Arzano 3.086,95 66,58 3.153,53

Pomigliano d’Arco 1.582,80 1.368,63 2.951,43

Casandrino 2.340,01 13,14 2.353,15

Acerra 1.151,98 0,24 1.152,22

Nola 1.097,19 3,81 1.101,00

Casalnuovo di Napoli 899,33 39,35 938,68

San Giuseppe Vesuviano 756,10 53,61 809,71

Torre del Greco 596,46 191,51 787,97

Gragnano 498,07 132,52 630,60

Mugnano di Napoli 548,30 21,74 570,04

Giugliano in Campania 451,52 114,02 565,54

Mariglianella 515,05 0,33 515,38

Quarto 498,65 7,24 505,89

Sant’Antonio Abate 337,26 136,64 473,91

Poggiomarino 348,59 3,06 351,65

Palma Campania 322,04 12,57 334,61

Santa Maria la Carità 323,00 0,00 323,00

Striano 296,92 17,00 313,92

Bacoli 81,86 213,95 295,81

126 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Villaricca 284,60 2,63 287,23

Castello di Cisterna 268,07 1,55 269,62

Agerola 243,54 8,17 251,72

Pompei 101,03 137,81 238,83

Calvizzano 197,59 10,46 208,05

Qualiano 196,07 3,67 199,75

San Vitaliano 119,62 60,37 179,99

Saviano 123,60 8,94 132,54

Vico Equense 66,97 47,88 114,85

Pimonte 93,08 0,56 93,64

Casola di Napoli 76,16 2,90 79,06

Casamarciano 67,19 3,48 70,67

Scisciano 62,81 0,74 63,54

Trecase 62,00 0,00 62,00

Ischia 47,82 13,40 61,22

Lettere 48,57 3,65 52,22

Massa Lubrense 18,16 16,14 34,29

Massa di Somma 22,00 0,00 22,00

Comiziano 9,18 6,11 15,28

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 127

Segue Tab. 5.13 - La manifattura provinciale. I Comuni “deboli”. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Comune Effetti di Localizzazione Effetti di Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

Napoli -24.047,22 -1.066,01 -25.113,23

Torre Annunziata -1.337,42 -730,15 -2.067,57

Casoria -421,83 -1.327,68 -1.749,50

Casavatore -632,71 -33,98 -666,69

Portici -315,92 -81,45 -397,37

Sant’Anastasia -138,63 -31,43 -170,06

Boscotrecase -50,85 -32,18 -83,03

Cimitile -30,23 -0,58 -30,81

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

Segue Tab. 5.13 - La manifattura provinciale. I Comuni “a debole attrazione”. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Comune Effetti di Localizzazione Effetti di Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

Castellammare di Stabia -2.263,67 502,05 -1.761,62

Pozzuoli -1.564,97 458,44 -1.106,53

Cicciano -303,81 144,5 -159,32

San Giorgio a Cremano -727,08 97,56 -629,52

Ercolano -415,38 67,07 -348,31

San Paolo Bel Sito -20,47 11,36 -9,11

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

128 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Segue Tab. 5.13 - La manifattura provinciale. I Comuni “emergenti”. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Comune Effetti di Localizzazione Effetti di Struttura Avanzamento (+) o Ritardo (-)

Caivano 4.174,44 -26,51 4.147,93

Melito di Napoli 1.216,35 -69,61 1.146,74

Somma Vesuviana 952,37 -14,84 937,53

Terzigno 685,93 -16,35 669,58

San Gennaro Vesuviano 596,06 -28,84 567,22

Volla 491,45 -46,78 444,66

Afragola 462,58 -12,8 449,78

Frattaminore 448,01 -1 447,01

Grumo Nevano 447,35 -19 428,35

Marano di Napoli 435,35 -18,03 417,31

Crispano 433,38 -2,42 430,96

Ottaviano 414,34 -8,26 406,08

Cercola 413,55 -107,87 305,68

San Sebastiano al Vesuvio 410,13 -0,72 409,41

Marigliano 401,48 -4,12 397,36

Boscoreale 356,72 -7,5 349,22

Pollena Trocchia 279,35 -4,76 274,59

Sorrento 270,7 -26,23 244,47

Sant’Agnello 195,09 -0,75 194,34

Brusciano 186,53 -4,86 181,67

Piano di Sorrento 169,67 -2,04 167,62

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 129

Segue Tab. 5.13 - La manifattura provinciale. I Comuni “emergenti”. Risultati dell’analisi “Shift and Share”

Sant’Antimo 141,62 -71,32 70,31

Forio 116,2 -3,3 112,9

Cardito 114,51 -29 85,51

Roccarainola 112,24 -1,76 110,48

Barano d’Ischia 76,58 -1,49 75,09

Carbonara di Nola 65,13 -2,52 62,61

Monte di Procida 58,44 -5,97 52,47

Camposano 46,81 -3,62 43,19

Anacapri 42,08 -4,61 37,47

Casamicciola Terme 39,06 -4,58 34,48

Meta 36,27 -2,7 33,57

Procida 31,67 -0,72 30,96

Liveri 29,22 -23,78 5,44

Tufino 20,15 -0,47 19,68

Frattamaggiore 15,42 -118,22 -102,8

Lacco Ameno 14,63 -1,57 13,06

Visciano 12,25 -0,32 11,93

Serrara Fontana 11,53 -0,63 10,9

Capri 5,42 -2,06 3,36

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat. Censimenti 1971-2001

130 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.14 Industrie tessili e dell’abbigliamento. Confronto censimenti 1971-2001Addetti unità locali

Comune ADD_UL_71__DB-TOT Comune

ADD_UL_01__DB-

TOTComune UL_71__

DB-TOT Comune UL_01__DB-TOT

Napoli 8457 Napoli 1978 Napoli 2274 Napoli 655

Frattamaggiore 1081 San Giuseppe Vesuviano 960 Portici 96 San Giuseppe

Vesuviano 264

Grumo Nevano 846 Arzano 796 Sant’Antimo 92 Grumo Nevano 146

Portici 513 Terzigno 616 Frattamaggiore 80 Terzigno 146

Arzano 439 Grumo Nevano 550 Torre del Greco 79 Ottaviano 128

Casalnuovo di Napoli 401 Casalnuovo di

Napoli 509 Ercolano 60 Frattamaggiore 82

San Giorgio a Cremano 358 Ottaviano 449 Castellammare

di Stabia 53 Arzano 77

Pozzuoli 334 Frattamaggiore 358 Grumo Nevano 48 Palma Campania 70

Sant’Anastasia 314 Caivano 309 San Giuseppe Vesuviano 45 Poggiomarino 67

Ercolano 293 Nola 305 Pomigliano d’Arco 44 Casalnuovo di

Napoli 66

Ottaviano 253 Casandrino 271 San Giorgio a Cremano 43 Casandrino 58

Cardito 232 Poggiomarino 240 Torre Annunziata 41 Gragnano 58

Boscotrecase 207 Gragnano 225 Casoria 40 Casoria 57

San Giuseppe Vesuviano 201 Melito di Napoli 209 Afragola 36 Boscoreale 56

Torre del Greco 197 Casoria 179 Giugliano in Campania 36 Nola 53

Casoria 195 Mariglianella 173 Marigliano 35 Ercolano 52

Pomigliano d’Arco 171 Palma

Campania 172 Ischia 33 San Gennaro Vesuviano 49

Somma Vesuviana 169 Boscoreale 166 Arzano 32 San Giorgio a

Cremano 41

Sant’Antimo 166 Crispano 150 Capri 31 Caivano 40

Cercola 159 Ercolano 148 Pozzuoli 30 Sant’Antimo 36

Palma Campania 112 San Giorgio a Cremano 144 Massa Lubrense 29 Melito di Napoli 34

Castellammare di Stabia 98 Agerola 119 Boscoreale 28 Portici 31

Terzigno 96 San Sebastiano al Vesuvio 114 Boscotrecase 28 Agerola 29

Acerra 87 Cardito 106 Nola 28 Torre del Greco 28

Melito di Napoli 79 Sant’Antimo 106 Ottaviano 27 Castellammare di Stabia 26

Nola 76 San Gennaro Vesuviano 105 Palma

Campania 25 Pozzuoli 26

Caivano 74 Sant’Antonio Abate 103 Caivano 22 Marigliano 25

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 131

Tab. 5.14 Industrie tessili e dell’abbigliamento. Confronto censimenti 1971-2001Marigliano 67 Torre del Greco 95 Gragnano 22 Somma

Vesuviana 24

Torre Annunziata 67 Pozzuoli 89 Marano di Napoli 22 Giugliano in

Campania 23

Capri 65 Giugliano in Campania 85 Mugnano di

Napoli 22 Sant’Antonio Abate 23

Frattaminore 65 Sant’Anastasia 83 Monte di Procida 19 Cardito 22

Mugnano di Napoli 61 Somma

Vesuviana 80 Pompei 19 Frattaminore 22

Saviano 61 Marigliano 77 Somma Vesuviana 18 Marano di

Napoli 22

Pompei 59 Frattaminore 76 Sorrento 18 Saviano 22

Giugliano in Campania 56 Santa Maria la

Carità 76 Vico Equense 17 Santa Maria la Carità 22

Afragola 55 Afragola 73 Saviano 16 Crispano 21

Boscoreale 55 Portici 71 Cardito 15 Afragola 20

Gragnano 51 Saviano 70 Sant’Anastasia 15 San Sebastiano al Vesuvio 20

Volla 44 Brusciano 67 Terzigno 15 Acerra 19

Vico Equense 43 Cercola 64 Melito di Napoli 14 Brusciano 18

Ischia 38 Volla 62 Meta 14 Qualiano 18

Marano di Napoli 37 Casavatore 54 Piano di

Sorrento 14 Boscotrecase 17

Massa Lubrense 33 Castellammare di Stabia 50 Agerola 13 Casavatore 17

San Sebastiano al Vesuvio 32 Pompei 46 Anacapri 13 Pompei 17

Poggiomarino 23 Boscotrecase 41 San Gennaro Vesuviano 13 Sorrento 15

Agerola 22 Marano di Napoli 40 Acerra 12 Ischia 13

Sorrento 22 San Vitaliano 37 Casalnuovo di Napoli 12 Mugnano di

Napoli 13

Villaricca 22 Striano 33 Cercola 12 Capri 12

Cimitile 21 Acerra 31 Poggiomarino 12 Casola di Napoli 12

Monte di Procida 21 Pollena Trocchia 31 Procida 12 Cercola 12

San Gennaro Vesuviano 21 Mugnano di

Napoli 30 Villaricca 11 Piano di Sorrento 11

Piano di Sorrento 20 Lettere 29 Casavatore 8 Sant’Anastasia 11

Anacapri 19 Cimitile 28 Crispano 8 Volla 11

Casavatore 19 Qualiano 27 Sant’Agnello 8 Castello di Cisterna 10

Roccarainola 18 Villaricca 25 Bacoli 7 Lettere 10

Meta 17 Castello di Cisterna 24 Calvizzano 7 Pomigliano

d’Arco 10

132 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.14 Industrie tessili e dell’abbigliamento. Confronto censimenti 1971-2001Procida 15 Sorrento 24 Cimitile 7 Quarto 10

Bacoli 14 Casola di Napoli 23 Sant’Antonio

Abate 7 San Vitaliano 9

Pollena Trocchia 11 Ischia 23 Casamicciola Terme 6 Striano 9

Sant’Agnello 11 Vico Equense 22 Forio 6 Massa Lubrense 8

Casandrino 10 Capri 20 Frattaminore 6 Pollena Trocchia 8

Qualiano 10 Quarto 19 Qualiano 6 Torre Annunziata 8

Brusciano 9 Pomigliano d’Arco 17 San Paolo Bel

Sito 6 Vico Equense 8

Calvizzano 9 Calvizzano 16 San Sebastiano al Vesuvio 6 Villaricca 8

Sant’Antonio Abate 9 Massa Lubrense 15 Casamarciano 5 Cicciano 7

Casamarciano 8 Bacoli 14 San Vitaliano 5 Mariglianella 7

Crispano 8 Cicciano 14 Volla 5 Calvizzano 6

Forio 8 Piano di Sorrento 14 Brusciano 4 Camposano 6

Scisciano 8 Roccarainola 11 Lacco Ameno 4 Roccarainola 6

San Vitaliano 7 Camposano 10 Lettere 4 Anacapri 5

Camposano 6 Monte di Procida 10 Pollena

Trocchia 4 Bacoli 5

Casamicciola Terme 6 Torre

Annunziata 10 Roccarainola 4 Cimitile 5

San Paolo Bel Sito 6 Pimonte 8 Scisciano 4 Forio 5

Lacco Ameno 5 Trecase 7 Visciano 4 Pimonte 5

Lettere 5 Anacapri 5 Barano d’Ischia 3 Casamicciola Terme 4

Quarto 4 Casamicciola Terme 5 Camposano 3 Monte di

Procida 4

Visciano 4 Forio 5 Casandrino 3 Sant’Agnello 3

Barano d’Ischia 3 Meta 3 Castello di Cisterna 3 Trecase 3

Casola di Napoli 3 Sant’Agnello 3 Mariglianella 3 Casamarciano 2

Castello di Cisterna 3 Carbonara di

Nola 2 Quarto 3 Meta 2

Liveri 3 Casamarciano 2 Casola di Napoli 2 San Paolo Bel

Sito 2

Mariglianella 3 San Paolo Bel Sito 2 Cicciano 2 Massa di

Somma 2

Striano 3 Massa di Somma 2 Liveri 2 Barano d’Ischia 1

Cicciano 2 Barano d’Ischia 1 Striano 2 Carbonara di Nola 1

Comiziano 2 Comiziano 1 Carbonara di Nola 1 Comiziano 1

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 133

Tab. 5.14 Industrie tessili e dell’abbigliamento. Confronto censimenti 1971-2001Carbonara di Nola 1 Lacco Ameno 1 Comiziano 1 Lacco Ameno 1

Pimonte 1 Liveri 0 Pimonte 1 Liveri 0

Serrara Fontana 0 Procida 0 Serrara Fontana 0 Procida 0

Tufino 0 Scisciano 0 Tufino 0 Scisciano 0

Santa Maria la Carità 0 Serrara

Fontana 0 Santa Maria la Carità 0 Serrara Fontana 0

Trecase 0 Tufino 0 Trecase 0 Tufino 0

Massa di Somma 0 Visciano 0 Massa di Somma 0 Visciano 0

16.939 11.463 3.945 3.038

Tab. 5.15 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari. Confronto censimenti 1971-2001

addetti unità locali

Comune add. 1971 Comune add.

2001 Comune UL 1971 Comune UL

2001

Napoli 6.912 Napoli 2.339 Napoli 801 Napoli 521

Grumo Nevano 363 Arzano 1.357 Grumo Nevano 51 Grumo Nevano 104

Mugnano di Napoli 340 Casandrino 955 Ercolano 20 Arzano 80

Arzano 335 Grumo Nevano 809 Casalnuovo di Napoli 18 Casandrino 68

Casalnuovo di Napoli 334 Mugnano di Napoli 498 Arzano 16 Casoria 52

Saviano 221 Melito di Napoli 495 Pomigliano d’Arco 13 Mugnano di Napoli 45

Casavatore 187 Casoria 246 Boscoreale 11 Melito di Napoli 41

Pomigliano d’Arco 186 Frattamaggiore 230 Mugnano di Napoli 10 Frattaminore 31

Ercolano 182 Frattaminore 227 Anacapri 9 Casalnuovo di Napoli 30

Casoria 139 Casavatore 222 Capri 9 Frattamaggiore 29

Casandrino 137 Marano di Napoli 189 Acerra 8 Casavatore 24

Nola 98 Casalnuovo di Napoli 177 Casoria 8 Marano di Napoli 23

San Giorgio a Cremano 97 Pomigliano d’Arco 133 Massa Lubrense 8 Sant’Antimo 18

Acerra 94 Saviano 119 Portici 8 Acerra 15

134 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.15 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari. Confronto censimenti 1971-2001 Frattamaggiore 91 Calvizzano 102 San Giorgio a

Cremano 7 Pomigliano d’Arco 15

Boscoreale 45 San Giorgio a Cremano 92 Boscotrecase 6 Giugliano in

Campania 14

Portici 34 Pozzuoli 72 Gragnano 5 San Giorgio a Cremano 13

Ottaviano 28 Caivano 71 Sant’Antimo 5 Caivano 11

Frattaminore 26 Sant’Antimo 63 Casavatore 4 Cardito 10

Marano di Napoli 25 Crispano 55 Castellammare di Stabia 4 Crispano 10

Boscotrecase 23 Castello di Cisterna 54 Frattamaggiore 4 Saviano 8

Palma Campania 21 Acerra 47 Marano di Napoli 4 Qualiano 7

Torre del Greco 19 Cercola 38 Saviano 4 Villaricca 7

Castello di Cisterna 18 Pompei 37 Ischia 3 Calvizzano 6

Gragnano 17 Villaricca 36 Monte di Procida 3 Cercola 6

Capri 14 Qualiano 35 Nola 3 Pompei 6

Vico Equense 13 Ercolano 35 Palma Campania 3 Volla 6

Anacapri 12 Volla 31 Pompei 3 Boscoreale 5

Sant’Antimo 12 San Sebastiano al Vesuvio 28 Torre del Greco 3 Afragola 4

Massa Lubrense 10 Cardito 26 Vico Equense 3 Carbonara di Nola 4

Volla 10 Giugliano in Campania 22 Caivano 2 Portici 4

Castellammare di Stabia 7 Torre Annunziata 18 Cercola 2 Ercolano 4

Brusciano 4 Afragola 16 Ottaviano 2 Torre Annunziata 4

Caivano 4 Torre del Greco 13 Piano di Sorrento 2 Vico Equense 4

Somma Vesuviana 4 Portici 12 San Giuseppe Vesuviano 2 Capri 3

Villaricca 4 Boscotrecase 11 Volla 2 Pozzuoli 3

Ischia 3 Capri 10 Afragola 1 San Sebastiano al Vesuvio 3

Melito di Napoli 3 Boscoreale 9 Brusciano 1 Sorrento 3

Monte di Procida 3 Carbonara di Nola 7 Cardito 1 Torre del Greco 3

Pompei 3 Vico Equense 7 Casandrino 1 Boscotrecase 2

Cercola 2 Gragnano 6 Castello di Cisterna 1 Castellammare di Stabia 2

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 135

Tab. 5.15 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari. Confronto censimenti 1971-2001 Marigliano 2 Piano di Sorrento 5 Forio 1 Castello di Cisterna 2

Piano di Sorrento 2 Terzigno 4 Frattaminore 1 Gragnano 2

Poggiomarino 2 Sorrento 3 Marigliano 1 Massa Lubrense 2

San Giuseppe Vesuviano 2 Castellammare di

Stabia 2 Melito di Napoli 1 Ottaviano 2

Afragola 1 Marigliano 2 Poggiomarino 1 Piano di Sorrento 2

Cardito 1 Massa Lubrense 2 San Paolo Bel Sito 1 Procida 2

Forio 1 Ottaviano 2 Sant’Antonio Abate 1 Quarto 2

San Paolo Bel Sito 1 Procida 2 Somma Vesuviana 1 Sant’Antonio Abate 2

Sant’Antonio Abate 1 Quarto 2 Villaricca 1 Camposano 1

Agerola - San Giuseppe Vesuviano 2 Agerola - Marigliano 1

Bacoli - Sant’Antonio Abate 2 Bacoli - Monte di Procida 1

Calvizzano - Camposano 1 Calvizzano - Nola 1

Camposano - Monte di Procida 1 Camposano - Poggiomarino 1

Carbonara di Nola - Nola 1 Carbonara di Nola - San Giuseppe Vesuviano 1

Cicciano - Poggiomarino 1 Cicciano - Terzigno 1

Cimitile - Agerola - Cimitile - Agerola -

Crispano - Anacapri - Crispano - Anacapri -

Giugliano in Campania - Bacoli - Giugliano in

Campania - Bacoli -

Lacco Ameno - Brusciano - Lacco Ameno - Brusciano -

Lettere - Cicciano - Lettere - Cicciano -

Pollena Trocchia - Cimitile - Pollena Trocchia - Cimitile -

Pozzuoli - Forio - Pozzuoli - Forio -

Procida - Ischia - Procida - Ischia -

Qualiano - Lacco Ameno - Qualiano - Lacco Ameno -

Quarto - Lettere - Quarto - Lettere -

San Sebastiano al Vesuvio - Palma Campania - San Sebastiano al

Vesuvio - Palma Campania -

Sant’Anastasia - Pollena Trocchia - Sant’Anastasia - Pollena Trocchia -

136 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.15 Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari. Confronto censimenti 1971-2001 San Vitaliano - San Paolo Bel Sito - San Vitaliano - San Paolo Bel Sito -

Scisciano - Sant’Anastasia - Scisciano - Sant’Anastasia -

Sorrento - San Vitaliano - Sorrento - San Vitaliano -

Striano - Scisciano - Striano - Scisciano -

Terzigno - Somma Vesuviana - Terzigno - Somma Vesuviana -

Torre Annunziata - Striano - Torre Annunziata - Striano -

Tufino - Tufino - Tufino - Tufino -

Visciano - Visciano - Visciano - Visciano -

Santa Maria la Carità - Santa Maria la

Carità - Santa Maria la Carità - Santa Maria la

Carità -

Massa di Somma - Massa di Somma - Massa di Somma - Massa di Somma -

Barano d’Ischia Barano d’Ischia Barano d’Ischia Barano d’Ischia

Casamarciano Casamarciano Casamarciano Casamarciano

Casamicciola Terme Casamicciola Terme Casamicciola Terme Casamicciola Terme

Casola di Napoli Casola di Napoli Casola di Napoli Casola di Napoli

Comiziano Comiziano Comiziano Comiziano

Liveri Liveri Liveri Liveri

Mariglianella Mariglianella Mariglianella Mariglianella

Meta Meta Meta Meta

Pimonte Pimonte Pimonte Pimonte

Roccarainola Roccarainola Roccarainola Roccarainola

San Gennaro Vesuviano San Gennaro

Vesuviano San Gennaro Vesuviano San Gennaro

Vesuviano

Sant’Agnello Sant’Agnello Sant’Agnello Sant’Agnello

Serrara Fontana Serrara Fontana Serrara Fontana Serrara Fontana

Trecase Trecase Trecase Trecase

10.093 8.981 1.080 1.271

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 137

Tab. 5.16 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Confronti censimenti 1971-2001

addetti unità locali

Comune ADD 1971 Comune ADD 2001 Comune UL 1971 Comune UL

2001

Napoli 5.740 Napoli 2.711 Napoli 357 Napoli 775

Gragnano 492 Caivano 1.977 Vico Equense 63 Torre del Greco 100

Castellammare di Stabia 488 Sant’Antonio

Abate 572 Torre del Greco 54 Castellammare di Stabia 80

Cicciano 451 Nola 515 Torre Annunziata 41 Nola 79

Sant’Antonio Abate 427 Gragnano 425 San Giuseppe

Vesuviano 38 Vico Equense 71

Torre Annunziata 415 Somma

Vesuviana 289 Castellammare di Stabia 34 Gragnano 62

Torre del Greco 346 Pomigliano d’Arco 240 Gragnano 33 Casoria 59

Casavatore 345 Castellammare di Stabia 228 Casoria 30 Sant’Antonio

Abate 59

San Giuseppe Vesuviano 267 Torre del Greco 215 Frattamaggiore 30 Somma

Vesuviana 56

Casoria 241 San Giuseppe Vesuviano 211 Massa Lubrense 29 Giugliano in

Campania 54

Sant’Antimo 221 San Vitaliano 201 Sant’Antonio Abate 29 Torre Annunziata 53

San Vitaliano 190 Ottaviano 200 Sant’Antimo 28 San Giuseppe Vesuviano 47

Vico Equense 170 Melito di Napoli 184 Agerola 22 Frattamaggiore 46

Nola 168 Sant’Anastasia 184 Casavatore 20 Pompei 43

Pomigliano d’Arco 144 Casoria 181 Ercolano 19 Afragola 42

Frattamaggiore 128 Vico Equense 180 Afragola 18 Agerola 42

Palma Campania 102 Acerra 177 Portici 18 Marano di

Napoli 42

Ercolano 97 Agerola 175 Marigliano 17 Pozzuoli 42

Acerra 89 Cicciano 166 Ischia 16 San Giorgio a Cremano 41

Ischia 78 Torre Annunziata 161 Acerra 15 Acerra 39

Ottaviano 78 Pozzuoli 156 Arzano 15 Ercolano 38

Cimitile 77 Pompei 152 Nola 15 Ottaviano 37

Portici 74 San Gennaro Vesuviano 148 Ottaviano 14 Sant’Anastasia 37

Qualiano 73 Giugliano in Campania 147 Pompei 13 Arzano 36

138 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.16 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Confronti censimenti 1971-2001

Massa Lubrense 66 Frattamaggiore 136 Sant’Anastasia 13 Portici 36

Striano 66 Afragola 131 Sorrento 12 Sorrento 36

Pompei 65 Marano di Napoli 131 Palma Campania 11 Casavatore 31

Marigliano 63 Casavatore 129 Pomigliano d’Arco 11 Casalnuovo di Napoli 30

Agerola 62 Palma Campania 124 Cardito 10 Piano di

Sorrento 30

Cardito 58 Boscoreale 118 Piano di Sorrento 10 Quarto 30

Afragola 56 Mugnano di Napoli 118 Cimitile 9 Bacoli 29

Arzano 54 Sorrento 116 Lettere 9 Boscoreale 29

Calvizzano 47 Striano 110 Pozzuoli 9 Cercola 29

Sant’Anastasia 47 Quarto 108 Marano di Napoli 8 Sant’Antimo 29

Pozzuoli 43 San Giorgio a Cremano 105 San Giorgio a

Cremano 8 Terzigno 29

San Paolo Bel Sito 42 Pollena

Trocchia 103 Villaricca 8 Marigliano 28

Sorrento 42 Sant’Antimo 98 Calvizzano 7 Pollena Trocchia 28

Melito di Napoli 40 Piano di

Sorrento 95 Melito di Napoli 7 Poggiomarino 27

Caivano 33 Arzano 91 Boscoreale 6 Saviano 27

Casalnuovo di Napoli 31 Sant’Agnello 91 Caivano 6 Volla 26

San Gennaro Vesuviano 31 Crispano 88 Capri 6 Caivano 25

Comiziano 28 Portici 87 Cicciano 6 Melito di Napoli 25

San Giorgio a Cremano 26 Ercolano 83 Giugliano in

Campania 6 Crispano 24

Sant’Agnello 25 Poggiomarino 82 Qualiano 6 Massa Lubrense 24

Boscoreale 24 Saviano 82 San Gennaro Vesuviano 6 Mugnano di

Napoli 24

Capri 24 Volla 78 Terzigno 6 Pomigliano d’Arco 24

Piano di Sorrento 24 Frattaminore 75 Boscotrecase 5 Palma

Campania 23

Giugliano in Campania 23 Grumo Nevano 71 Casamarciano 5 Ischia 21

Marano di Napoli 21 Marigliano 68 Sant’Agnello 5 Santa Maria la

Carità 20

Casandrino 20 Casalnuovo di Napoli 66 Striano 5 Cardito 18

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 139

Tab. 5.16 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Confronti censimenti 1971-2001

Villaricca 20 Massa Lubrense 62 Bacoli 4 Frattaminore 18

Bacoli 19 Terzigno 59 Casola di Napoli 4 Striano 18

Casamarciano 17 Cardito 57 Grumo Nevano 4 Forio 16

Lettere 17 Forio 57 Monte di Procida 4 Sant’Agnello 16

Terzigno 17 Casamarciano 56 Mugnano di Napoli 4 Qualiano 15

Grumo Nevano 15 Ischia 55 Procida 4 San Gennaro Vesuviano 15

Boscotrecase 10 Bacoli 53 Casalnuovo di Napoli 3 San Sebastiano al Vesuvio 14

Meta 10 Carbonara di Nola 49 Casandrino 3 San Vitaliano 14

Pimonte 9 Casandrino 47 Cercola 3 Capri 13

Poggiomarino 9 Santa Maria la Carità 47 Meta 3 Grumo Nevano 13

Roccarainola 9 Cercola 45 Pimonte 3 Pimonte 13

Casola di Napoli 8 Pimonte 40 Poggiomarino 3 Villaricca 13

Cercola 8 Qualiano 40 Roccarainola 3 Barano d’Ischia 12

Monte di Procida 8 Capri 39 Saviano 3 Calvizzano 12

Castello di Cisterna 7 Anacapri 35 Castello di Cisterna 2 Camposano 12

Procida 7 Barano d’Ischia 35 Comiziano 2 Cicciano 12

San Sebastiano al Vesuvio 6 Cimitile 33 Forio 2 Lettere 12

Mugnano di Napoli 5 San Sebastiano

al Vesuvio 30 Pollena Trocchia 2 Procida 11

Scisciano 5 Villaricca 30 San Paolo Bel Sito 2 Brusciano 10

Volla 5 Comiziano 29 San Sebastiano al Vesuvio 2 Casandrino 10

Pollena Trocchia 4 Procida 26 Scisciano 2 Anacapri 9

Saviano 4 Camposano 22 Visciano 2 Boscotrecase 9

Forio 3 Lettere 22 Anacapri 1 Casamarciano 9

Frattaminore 3 Meta 22 Barano d’Ischia 1 Monte di Procida 9

Somma Vesuviana 3 Boscotrecase 20 Casamicciola Terme 1 Roccarainola 9

Visciano 3 Calvizzano 20 Frattaminore 1 Mariglianella 8

140 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.16 Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco. Confronti censimenti 1971-2001

Anacapri 2 Roccarainola 19 Lacco Ameno 1 Massa di Somma 8

Casamicciola Terme 2 Monte di

Procida 16 Liveri 1 Casamicciola Terme 7

Lacco Ameno 2 Liveri 15 Mariglianella 1 Liveri 6

Liveri 2 Brusciano 14 Quarto 1 Meta 6

Mariglianella 2 Casamicciola Terme 14 San Vitaliano 1 Trecase 6

Quarto 2 Massa di Somma 13 Somma Vesuviana 1 Casola di

Napoli 5

Barano d’Ischia 1 Mariglianella 11 Volla 1 Castello di Cisterna 5

Brusciano - Tufino 9 Brusciano - Cimitile 4

Camposano - Trecase 9 Camposano - Comiziano 4

Carbonara di Nola - Casola di

Napoli 8 Carbonara di Nola - Tufino 4

Crispano - San Paolo Bel Sito 8 Crispano - Lacco Ameno 3

Serrara Fontana - Castello di

Cisterna 7 Serrara Fontana - Visciano 3

Tufino - Lacco Ameno 5 Tufino - Carbonara di Nola 2

Santa Maria la Carità - Visciano 4 Santa Maria la

Carità - San Paolo Bel Sito 2

Trecase - Serrara Fontana 3 Trecase - Scisciano 2

Massa di Somma - Scisciano 2 Massa di Somma - Serrara

Fontana 1

12.206 13.566 1.243 3.072

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 141

Tab. 5.17 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo. Confronto censimenti 1971-2001

ADDETTI unità locali

Comune ADD 1971 Comune ADD

2001 Comune UL_71__DJ-TOT Comune UL_01__

DJ-TOT

Napoli 15.614 Napoli 3.151 Napoli 1.179 Napoli 759

Torre Annunziata 1.874 Pomigliano d’Arco 1.441 Castellammare

di Stabia 51 Casoria 110

Casoria 635 Castellammare di Stabia 649 Casoria 44 Giugliano in

Campania 93

Casavatore 576 Cercola 521 Pozzuoli 38 Pozzuoli 73

Arzano 547 Casoria 493 Afragola 35 Afragola 68

Cercola 421 Arzano 471 Torre del Greco 34 Castellammare di Stabia 68

Castellammare di Stabia 328 Pozzuoli 463 Nola 33 Arzano 66

Pozzuoli 302 Caivano 446 Torre Annunziata 32 Torre del Greco 63

Qualiano 145 Marigliano 282 Arzano 26 Sant’Antimo 51

Frattamaggiore 113 Nola 255 Portici 22 Caivano 49

Pomigliano d’Arco 105 Somma

Vesuviana 250 Casavatore 21 Somma Vesuviana 48

Torre del Greco 86 Torre Annunziata 249 San Giuseppe Vesuviano 19 Marigliano 46

San Giorgio a Cremano 74 San Giorgio a

Cremano 222 Cercola 18 Nola 45

Pollena Trocchia 70 Giugliano in Campania 217 Giugliano in

Campania 18 Acerra 43

Portici 68 Gragnano 205 Pomigliano d’Arco 18 Casalnuovo di

Napoli 43

Afragola 66 Striano 204 Frattamaggiore 16 San Giorgio a Cremano 39

Nola 63 Palma Campania 188 Marano di Napoli 15 Cercola 38

Mugnano di Napoli 60 Afragola 175 Gragnano 14 Pomigliano

d’Arco 36

San Giuseppe Vesuviano 58 Sant’Antimo 156 Mugnano di

Napoli 14 Quarto 36

Gragnano 56 Casavatore 152 Ercolano 14 Mugnano di Napoli 34

Ercolano 45 Casalnuovo di Napoli 144 Marigliano 13 Volla 33

Giugliano in Campania 43 Frattamaggiore 142 San Giorgio a

Cremano 12 Casavatore 32

142 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.17 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo. Confronto censimenti 1971-2001

Saviano 39 Ercolano 136 Sant’Anastasia 12 Gragnano 32

Sant’Anastasia 36 Quarto 128 Sant’Antimo 12 Ercolano 32

Volla 33 Mugnano di Napoli 123 Massa Lubrense 11 Torre Annunziata 32

Marigliano 32 Santa Maria la Carità 121 Sorrento 11 Santa Maria la

Carità 31

Sant’Antimo 32 Volla 112 Boscoreale 10 Ottaviano 30

Bacoli 28 Villaricca 109 Casalnuovo di Napoli 10 Pompei 29

Ottaviano 27 Torre del Greco 108 Ottaviano 10 Marano di Napoli 28

Striano 27 Portici 107 Palma Campania 10 Bacoli 27

Marano di Napoli 26 Acerra 101 Somma Vesuviana 10 Portici 27

Boscotrecase 25 Cardito 92 Vico Equense 10 Palma Campania 26

Sorrento 24 Brusciano 89 Agerola 9 Sant’Anastasia 26

Palma Campania 23 Melito di Napoli 85 Boscotrecase 9 Boscoreale 23

Casalnuovo di Napoli 22 Pollena Trocchia 84 Caivano 9 Qualiano 23

Pompei 22 Sant’Anastasia 82 Ischia 9 Pollena Trocchia 22

Caivano 19 Qualiano 74 Piano di Sorrento 8 Sant’Antonio Abate 22

Casandrino 19 Casandrino 72 Bacoli 7 Brusciano 21

Sant’Antonio Abate 17 Ottaviano 70 Casandrino 7 Melito di Napoli 21

Boscoreale 16 Sant’Antonio Abate 68 Pompei 7 Poggiomarino 21

Cardito 15 Pompei 61 Sant’Antonio Abate 7 San Giuseppe

Vesuviano 20

Somma Vesuviana 15 Crispano 60 Saviano 7 Villaricca 20

Massa Lubrense 14 Bacoli 55 Barano d’Ischia 5 Striano 18

Vico Equense 14 Boscoreale 53 Capri 5 Saviano 17

Agerola 13 Scisciano 51 Crispano 5 Casandrino 16

Piano di Sorrento 13 Marano di Napoli 50 Monte di Procida 5 Crispano 16

Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli | 143

Tab. 5.17 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo. Confronto censimenti 1971-2001

Ischia 12 San Giuseppe Vesuviano 49 Poggiomarino 5 Cardito 15

Poggiomarino 12 San Gennaro Vesuviano 48 Pollena Trocchia 5 Frattaminore 15

Frattaminore 11 Saviano 48 Qualiano 5 Ischia 15

Cicciano 9 Castello di Cisterna 47 San Gennaro

Vesuviano 5 Massa Lubrense 15

Terzigno 9 Poggiomarino 44 Terzigno 5 Vico Equense 15

Anacapri 7 Mariglianella 42 Volla 5 San Gennaro Vesuviano 14

Calvizzano 7 Frattaminore 35 Anacapri 4 Frattamaggiore 13

Cimitile 7 Massa Lubrense 32 Carbonara di Nola 4 Sorrento 13

Crispano 7 Sorrento 32 Cardito 4 Terzigno 12

Grumo Nevano 7 Casola di Napoli 28 Cicciano 4 Calvizzano 11

Monte di Procida 7 Grumo Nevano 28 Forio 4 Mariglianella 10

San Gennaro Vesuviano 7 Ischia 25 Procida 4 Monte di Procida 10

San Paolo Bel Sito 7 Terzigno 25 San Paolo Bel

Sito 4 Piano di Sorrento 10

Brusciano 6 Boscotrecase 22 Striano 4 Scisciano 10

San Sebastiano al Vesuvio 6 Piano di Sorrento 19 Villaricca 4 Agerola 9

Villaricca 6 San Sebastiano al Vesuvio 19 Acerra 3 Boscotrecase 9

Acerra 5 San Vitaliano 19 Brusciano 3 Forio 9

Barano d’Ischia 5 Vico Equense 19 Calvizzano 3 Grumo Nevano 8

Camposano 5 Sant’Agnello 18 Cimitile 3 San Sebastiano al Vesuvio 8

Capri 5 Agerola 17 Grumo Nevano 3 Barano d’Ischia 7

Carbonara di Nola 5 Calvizzano 15 Melito di Napoli 3 Camposano 7

Forio 5 Monte di Procida 14 Meta 3 Procida 7

Melito di Napoli 5 Forio 13 Sant’Agnello 3 Sant’Agnello 7

Meta 5 Camposano 12 San Vitaliano 3 Anacapri 6

144 | Settori di specializzazione del territorio della provincia di Napoli

Tab. 5.17 Produzione di metallo e fabbricazione di prodotti in metallo. Confronto censimenti 1971-2001

Sant’Agnello 5 Cicciano 12 Camposano 2 Casola di Napoli 6

Scisciano 5 Procida 11 Frattaminore 2 Cicciano 6

Casamarciano 4 Lacco Ameno 10 Quarto 2 Casamicciola Terme 5

Castello di Cisterna 4 Lettere 10 Scisciano 2 Pimonte 5

Procida 4 Barano d’Ischia 9 Casamarciano 1 Trecase 5

Quarto 3 Pimonte 8 Casamicciola Terme 1 Capri 4

San Vitaliano 3 Roccarainola 8 Casola di Napoli 1 Castello di Cisterna 4

Lacco Ameno 2 Anacapri 7 Castello di Cisterna 1 Cimitile 4

Lettere 2 San Paolo Bel Sito 7 Lacco Ameno 1 Lacco Ameno 4

Mariglianella 2 Casamicciola Terme 6 Lettere 1 San Vitaliano 4

Pimonte 2 Capri 5 Mariglianella 1 Carbonara di Nola 3

Casamicciola Terme 1 Casamarciano 5 Pimonte 1 Lettere 3

Casola di Napoli 1 Cimitile 5 Roccarainola 1 Roccarainola 3

Roccarainola 1 Tufino 5 San Sebastiano al Vesuvio 1 San Paolo Bel

Sito 3

Comiziano - Trecase 5 Comiziano - Tufino 3

Liveri - Carbonara di Nola 3 Liveri - Casamarciano 2

Serrara Fontana - Meta 2 Serrara Fontana - Meta 2

Tufino - Serrara Fontana 2 Tufino - Serrara Fontana 2

Visciano - Visciano 2 Visciano - Visciano 2

Santa Maria la Carità - Comiziano - Santa Maria la

Carità - Comiziano -

Trecase - Liveri - Trecase - Liveri -

Massa di Somma - Massa di Somma - Massa di Somma - Massa di Somma -

22.106 13.359 2.002 2.778