La linea daziaria e gli uffici di barriera: il Comune chiuso di Cagliari

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INprcn

Nots introduttiaa di Enrico Guidoni

Maria Luisa AgneniMagliano in Ssbina (Rieti): trasformazioni e continuitìL nell'impianto urbanomedieaale

Stefania AldiniTaI ant-I é s-D ij on, fon d azione du c aI e neII a B or go gn a c ap e t i n g i a ( 1. 20 8 )

Giorgia AnnosciaIl sistema idrico a Roma in etìt medieoale: I'esempio del Foro Romanò

Carlo ArmatiCinte fortificate rinascimentali e nuoai assetti urbanistici: il caso di Sarzana

Laura BainFaaaro Veneto ex clmltne rurale in prooincia di Venezia e i suoi comuni censuari.N ote suII' amministr azione ecclesiasticq

Clementina BarucciIIna città gíardinò in Sicilia: Mussolinia

Carla BenocciRoma e Reggio nel seicento: iI ztiaggio nella cittìr emiliana di Orazio Manili eI'ampliamento del suo palazzo a S. Andrea della Valle

Marco CadinuDue piani di Cesare VaIIe per Nuoro (7933 e 1941)

Alessandro CamízGIi itinerari delle rogazioni per la storia di Raztenna nel medioezto

Beatrice CasocavalloI reperti ceramici come trocce dei contatti trq cittìt. Note su di un piatto derutese

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157da Tarquinin

Nazzareno DavolosL67 II conaento domenicano e I'urbanistica di Soriano calabro (secoli XVI-XVilI)

Vincenzo de Nittis181 Il foro romano nei rilieoi dei plutei di Traiano e della scena di adlocutio dell'srco

di Costantino

Giancarlo De PascalisL90 Piazze, guglie e modelli scenograficí: I'inedito ruolo di Ferdínando Sanfelice

urbanista a Nardò

4

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Paola Di Giuseppantonio Di Francol0; L'abitato rupestre di Torre dell'Isola (Nepi)

Salvatore Di Liello223 Buccino(Volcei): cittìL e territorio dalle origini al aolgere del XIX secolo

Carlo Fabbrillo II "Pozzo di piazza". L'approaaigionamento idrico nelle "terre nuoue" fiorentine

del ualdarno superiore

Federico Gambacorta151 San Cassíano a Cesa di Francia (Teramo): primi dati datt'indagine preliminare

degli alzati

Raffaele Giannantonio2o1 Uno cittìt di fondazione napoleonica in Abruzzo

Nicoletta Cianninil:9 Le canapine ln Costae Montis qui dicitur Genzano (Nemus Aricino)

Giada Lepril9tt Roma e Aaignone: residenze papali a confronto durante iI medioez:o

Maria Teresa Marsala316 Tradizione mendicante ed esteticq baroccn nella proiezione extramoenia: il conaento

e Ia piazza S. Antonino a Palermo

Maria Cecil ia MosconiilZ II Palazzo della Facoltà di Architettura a Roma nelle "amplissime stalle di Piazza

Borghese"

Cristina Natoli35; Un episodio di pianificazione terrítoriale nella politica di consolidamento dei

possedimenti sabaudi: Ia aillanoaa di San Maurizio Canaaese, 1338

Barbara F.F. Nazzaro3;1 I laoori di restauro aI campanile di san Cerbone a Massa Marittima

Serena Orazi38i Topografia e archeologia diTorre dell'Isola (Nepi)

Gabriella Orefice+00 I colori di Firenze

Diego Peirano108 Un territorio in trasformazione e i suoi centri: Ia Valle del Meandro nell'etìt dette

crociate

450

463

Raimondo Pinna420 Lo linea daziaria e gti uffici di barriera: il comune chiuso di Cagliari

Luisa Polcari436 Ortona dei Marsi ed il suo territorio in etit medieaale

Marco ProiettiPiazze d'Italin. Mistero e malinconia di una strada: pia di Ripetta

|ose Miguel RemolinaAntílisis de un modelo de Ia ciudsd de Burgos del siglo XVI: forma e imagen dela ciudad

551.Marco VencatoDie Renoaatio urbis Venetiarum zwischen Krise und Kompensation

Maurizio VescoPiazze di mercato porticate a Palermo al tempo del riformismo borbonico:rinnooamento urbano ed indagine tipologica nel "Nulla Caraccioliano"

Corrado ZeddaLa fondazione della città di Terrqnoaa e Ia riorganizzazione della gallura pisana

fra XIil e XIV secolo

Indice dei luoghi

6

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Pasquale Rossi472 Trasformazioni urbane nella piazza del Municipio a Napoli

M. Maddalena Scoccianti490 Vitalitù e fortuna di una "Strata Magna" nelle Mqrche Pontificie: I'addizione

settecentesca e I'Arco Clementino a lesi

Ugo SoragniS0L Collaborazioni e "inaenzioni" architettoniche e prospettiche in alcuni fondali di

Cima dq Conegliano

Francesca Romana Stasolla513 Torri e case torri nel territorio di Veroli.

lI. Le testimoninnze del territorio diocesano in etù medieaale

Donato Tamblé532 Cialdi e iI porto di Cioitaaecchia.Un progetto urbanistico inattuato

Francesca Valensise544 La cartografia come rappresentazione del potere: territorio e citta' in un cabreo

íalabro del XVIII secolo

566

60L

LE T-INSE DAZIARIA E GLI UFFICI DI BARRIERA: IL COMUNE

cHluso ot Ceclrem

Raimondo Pinna

Tew. X)OI-)O(Itr

;ffi:n"": fi;;;il'i"lu"* in retazione alla classe di apparr

nenza.

lsutrapportotraautonomialî,p-"l*,":,".É,îT':t:é:,1iil1t1:X,flflffixt#.,,1?:'é3Rl,ili:NÎ;;,"^W:Tii,ii:i!,i;ìiil,*"€l:*d?.,';:i,,TîH:"Xfr*'i;,"::'#?.gi[ifl6i!'"í,i,!i:íil,iiil;ii:;!::,]i';rd"::'4i';î\#3:î:'i'.$:ìti'Ji.:'ì*?1+íItii:i:"i;ii;i:'i"îí!:"!n*ff#';",14!,"+:míol. V cap.. YlrF*.1"-Y^"]r1' Le flnqnz( u(t vult'4"'' "";;ri"

x, votume V. tqlr].tu1890, Archivio econorruco. 1:lt'i^J';1",t-ti; ^t1',t'?Ll'ì",r,e della destra sto,ca \toot-1875)'1g90, Archivio econ^omico, dell'uruÎlcazrojLc ttat."s' -'.^'l,l altio arttro ttorica (1861-'1875).

iéúi, c. rtf"*"* cw, Storia del fisco in ltalia' I La pottttca y:

Èi"à"ai, Torino, 1995, PP' 322 e ss'

420{-

Premessa

Il processo di unificazione delle normative degli Stati preunitari

intrapreso dul Co"e'no del neonato Regno d'Italia riguardò anche la

finanzalocale. yu''tufi'ia"i bilanci comu"nali ha mostrato che f imposta

del dazio consumo, ;;;;;ttdo in cui rimase in vigore' costitri la

maggiore fonte delie;*t"ti't" particolare dei Comuni chiusil'

Fino alla sua abrogazlone' avvenuta con ii RD n' 141 del 2}'03'19fr;

la riscossione aei au'io consumo fu esatta semPre su base comunale

secondo due modalità differenti'

La differenza nell'esazione consisteva nel fatto che i dazi di consumo

colpivano tutte Ie -"'"i i'uorr" quelle esplicitamente escluse' destina-

te alla vendita *i'""'i"-íJòo-""i aperti e al passaggt:oiii,o*

confine materiale, "hiu-uto linea' o óintu' d'u'iutra' nei Comuni chiust

Erano definiti chiusi i Comuni con una poPolazione superiore agli otto-

mila abitanti, ed aperti quelli con una popolazione inferiore' Per I'ap

plicazionea"u"tu'itf ",ùf".n'i!:*:i,t:1"::if :':ilJ;':iiTJ#

La linea daziaria divideva il territorio dei Comuni chiusi in due por-zioni soggette ad un diverso regime di esazione del dazio consumo e,pertanto, i residenti nelle rispettive porzioni erano soggetti ad un dif_ferente status di cittadinanza fiscale.

Questo comportò che l'aumento o ra diminuzione deila popolazioneresidente all'interno della linea daziarianei rispettivi coàuni chiusizdivenisse il parametro fondamentale in tutti i casi in cui si trattò didecidere se prowedere o meno all,ampliamento della cinta.

ln questo studio si presentano i risurtati di una prima ricerca vorta adesarninare la scansione temporale esistita tra demorizione delle mura eallargamento della linea daiiaria in alcuni Comuni chiusi murati, e |e-voluziorre degli spostamenti materiali della linea daziaria e dei suoiumcl crr bar'era in un particorare comune chiuso: queuo di Cagriari.

Lo scopo è verificare se e come la rinea d,aziaúa, càn la sua caratteri-stica di flessibiliti si sia configurata come il vero nuovo confine dellacittà in luogo di quello rappresentato fino allora dalle cinte fortificate.

La linea daziaria come'confine

La linea daziaúa derimitava il distretto daziario,uno spazio chiuso,insieme di costruito e campagn4 che lo stesso confine contribuiva acreare e rafforzare come luogo artificiale, altro rispetto al territorio cir-

:o_t:utr* che, pure, giuridicamente, era parte iniegrante dello stesso

LOmune.

- I1 luogo artificiale individuato daila rinea daziaria si rapportava

direttamente alla città murata di antico regime, dove il distretto dazia-rio coincideva con la città circoscritta dalL cinta fortificata. Il confinefiscale coincideva con quello militare.

Le mura rendevano visibili i caratteri fondamentali del confin e,bar-riera di protezione

" ::gi? sul territorio, per separare il luogo princi_

pale, la citti anche distretto daziario, da quello subordinato,"gli'"rr"r,-tuali sobborghi e la campagna.

. Nell'ottocento, in particólare dopo Lunità d'Itari4 ra capacità del

sistema economico di trasformare in modo nuovo ir territor'io imposenelle città murate l'obbligo di risorvere ra staticità der confine tra città

. ., fl pti3g-qennaio 1895 erano classificati come chiusi 345 Comuni, pari al 4,12% deltotale degti 8367 Comurri italiani anora esistenti. íaiio a"rr" prp"i*iód"iriàí*" ,.ar_catonella fonte è quelro der censimento del 1gB1 e somma 6.4rr.61,4 il totare degli abitanfiresidenti all'intemb de[e cinte d.aziarie ai totti i c"À".i.rri"ri, p"rì J'u,iiù'àin,i^r"-ra popolazione del Regno (28.9s1,.430 abiranri). c{i.-nn"ri cominari. ri:ik/à*i*n ariComuni chiusi e debiti colmunari e p*ri"riou pi i,kiilaé'i.rr;i^ií"i" ài ííi!"írilíi, ^o"_stria e Commercio. Direzione ienerale dena statistica n"-r, rrp"gr"ii ii^ii.i""" aiAdelaide Vedova pateras, 1g96.

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e campagna circostante segnato dalle mura.Il confine di cui si awertiva il bisogno era quello in grado di coniu-

gare il suo essere segno sul territorio e barriera di protezione con ladelimitazione di un nuovo luogo artificiale chiuso, più ampio dell'esi-stente città murata, dove un'espansione del costruito, avente qualsiasidestinazione, fosse lecita e possibile.

Nelle vecchie città muratà, diventate i nuovi Comuni chiusi, il confi-ne adatto a svolgere questa funzione fu riconosciuto nella linea dazia-ria.

È possibile riscontrare la dissociazione della cinta fiscale con quellamuraria solo a posteriori analizzando le modalità con cui awenne lademolizione della cinta muraria nei diversi Comuni.

Dopo una prima ricerca3 è possibile raggrttppare i Comuni murati indue tipologie. Nei Comuni che deliberarono di allargare la propria li-nea daziaria, si è riscontrato che prima si prowide all'ampliamentodella cinta e soltanto dopo, furono demolite in modo metodico le vec-chie mura fortificate. Nei Comuni murati che, invece, non furono sog-getti ad Tllargamento risulta che la demolizione delle mura awennesoltanto dopo che fu abrogata la linea daziaúache coincideva con ess€,oppure contemporaneamente alla rcalizzazione, nello stesso luogo onelle vicinanze, dei manufatti edilizi adibiti alla riscossione dell'impo-sta del dazio consumo.

A Bologn4 l'abbattimento delle mura previsto dal piano regolatoredel 1889 fu eseguito solo dopo che la giunta Dallolio, nell'agosto 1901,deliberò di allargare di oltre un chilometro la cinta daziaria sottraendocosì alle mura quella funzione. La demolizione delle mura iniziò il 20gennaio 1902,nel tratto vicino a Porta Santo Stefano e fu portata a ter-mine in due annia.

A Bergamo, solo il passaggio dalla categoria di Comune chiuso aquella di Comune aperto, awenuto nel 1900, rese inutile la funzione dicinta daziaria svolta dalle Muraine costruite da Venezia dopo la corr-quista della città nel1428 e consentì pertanto il loro abbattimentos.

s La difficoltà di reperire i dati sulla linea daziaria dei diversi Comuni chiusi deriva dalfatto che le fonti sono principalmente contenute negli archivi storici comunali, quirrdisono diffusi sul territorio. Anche la letteratura contemporanea sull'argomento è dispersain pubblicazioni con diffusione locale. Grazie alla rete ìnternet è stato, però, possibile

e Cfr. http:smo.itlliberale/testi/1250.htm Contributi sulle mura di Bologn4lono stati presentati inConfini perduti. Conuegno internazionale a cento anni dall'abbattimento delle mura di Bologne-Bologna" 3-6 I 12 I 2002. Atti in corso di pubblicazione a cura della fondazione del Monbdi Bologna e di Ravenna.

s Municipio di Bergamo, Documenti relatiai all'abolizione della cinta daziaria, 1.01.1fl1,

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A Brescia, l'abbattimento delle mura diventò sistematico solo dopol'ampliamento della cinta daziaria avvenuto nel 190g. I precedenti epi-sodi di demolizione, che si fanno tradizionalmente partire dar rg77, sierano limitati ad aperture di brecce ner tratto meridiónale più prossimoaÌla stazione o per la costruzione dei macelli6.

A Firenze, la ricostruzione dera separazione deila óinta daziaria daquella muraria fu complicata da[a pàrticorare situazione determinatadalla scelta della città come nuova càpitale del Regno d,Italia nel 1g65.L abbattimento delle mura previsto dàl piano regoìatore del poggi, a'abase di ogni altro intervento successivo, fu completato nel 1g69fA que-sta data la nuova linea daziaria doveva già essere entrata in funzionein sostituzione della cerchia murariaz.

A Livorno, la cinta daziaúa fu rearizzata prima dell'unificazione pereliminare il contrabbando ed estendere i benefici der porto-francoanche agli abitanti dei sobborghi. La cinta deile nuove mura ,,lorenesi,,fu completata tra il 1837 ed it tss+. un ulteriore ailargamento dellalinea daziaria fu approvato con RD der 12.07.rggg, ma le mura furonodemolite negli anni seguenti al'aborizione della cinta daziaria del79238.

A Milano, i Bastioni spagnoli vennero smantellati sistematicamentenei primi anni del Novecento solo dopo che persero ra loro funzione diconfine fiscale con l'ampliamento deira rinea daziariadet 1.09.1g9g. Ledemolizioni precedenti di porta volta e dei bastioni antistanti ilCimitero Monumentale, awenute ner 1gg0, furono effettuate soro dopol'edificazione dei nuovi caselli daziaú di piazza Baiamontie.

A Moden4 le porte della cinta muraria furono abbattute a varie ripre-se nell'arco di alcuni decenni, a cominciare dal 1g59 e in loro vece furo-no innalzate le cosiddette Barriere, composte da cancelat e, utirizzatecome cinte daziarie, raccordate da pilastii e fiancheggiate da due fab-bricati, utilizzati come gabeil e daziarie. uabbattimento definitivo delle

3:ffi*:jli:l::,:l?r" dt arri grafiche, 1e01. Cfr. http:r ru,.ww.museostoricobs.ors/sku_

'ZC^fr^ hftp:I]www.hîenze.tL1_

riqmo.tqssana.it / apt / itinerari / 800 / s4;-hGt http, I / *w*.bardi-ita rnpeli-8 Cfr. M. PREVril,

Ylt?!,, y:rî,: facili barr,iere: le mura lorenesi a Lioorno, 1835-1842

cnro or muro. e facili ba4rierg.pdf; _vio prg/piani l /p iani t tos.html

n,r* Î;fl1y,!.y\t,, :i.!,!azio consumo. Cenni storici. Suolgimento odierno in Mitaro.Milano, 1e0B; Comune di Milano, niono ,rgolo-toii;úit;;";f;:.;ó;;;;;;íi'íriir"ii7u"k

Milano. Relazione, Milano, 1,909.

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mura awenne tra il 1910 e il19l210.A Pistoi4 le mura mantennero la funzione di linea d.aziarianono-

stante ner1877 fossero aggregati i comuni soppressi di porta ar BorgoPorta Carratica, Porta Luccheie, porta san Marco. solo con l,abolizionedella cinta daziaúa nel 1909 îu inizi4lala loro parziale demorizionell.

A Torino, la cinta muraria era sopravvissuta fino ar periodo dergoverno napoleonico sulla città (1900-1914) quando ,o".rrr" d".r"tato irtotale abbattimento delle fortific azionie delle mura creando una cintu-ra di viali alberati attorno alla città. Nel 1g53 (R.D. 1.g.1g53 e R.D.13.11.1853) si costruì la cinta daziariae Torino ridiventò una città mura-ta' Nella zona,precollinare il tracciato fu ridefinito con R.D. s.3.7g71.Questo muro fu abbattuto nel791711.912 in seguito alla decisione delConsiglio Comunale di allargare la cinta d.aziaria,approvata con Legge23.6.191.212.

A Udine, la decisione di abbattere la cinta muraria cinquecentesca fua.dottata dal Consiglio Comunale nel lgge ma non rr"i*" rcaltzzaafino all'inizio del Novecento perché le stesse mura fungevano da cintadaziaria. Quando man mano si iniziò a demolirle peí rearizzare deiviali di circonvallazione si ebbe però premura di mantenere arcurrcporte urbiche e di sostituirne altre con Àoderne cancellate ,"-p."

"-,funzione di barriera daziariats.Dai riscontri ottenuti con questa prima ricerca risulta, dunque, cl€ b

due azioni di ampliamento della cinta daziaria e di abbattimento delhmura furono assunte dai diversi Consigri Comunali seguendo una pre-cisa, pratica" scansione temporale che-prevedeua priàa la detibera úampliamento, oppure del mantenirn"nto o della soppressione,linea daziaria e la sua entrata in esercizio per la riscossione del tr7

solo loq9le operazioni di demolizione àele mura, u pr"""ir,à"r.

fatto che l'abbattimento fosse già previsto dai piani r"gàruto.i.. |r.rfuui era compito del Consiglio Comunale determLare il traq

della linea daziaúaper ra riscosÀione del'imposta dazio consnmo,doveva" di regol4 circoscrivere la popolazione agglomerata nelprincipale dell'abitato.

Uattrlbuzione di questo compito al Consiglio Comunale spiega

,rct .

ynn3, !orin2: sailuppo industríale , borrir* opuoi, ai primi ariS\T, I"Éúffila storia detta Resistenza e delta *"i"ta "!"ffi

[;;;;;:;0ó;:'ú;#-"H*TJHconvegno di Boloena confini perdutiè stato preséntato da G.M. Lupo, Lz;"t ddTorino..

tu Cfr. .

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tenzione che i Comuni chiusi, in specie murati, prestarono al'incre-mento del numero dei residenti fuori cinta, provoóato dal minor prez-zo delle derrate alimentari e dal minore costó degli affitti,fatto che pro_duceva una riduzione der gettito tributario ed ùna evidente disparitàfra gli abitanti delle due pJrzioni deila città divisa in Comune chiusoed aperto.

,. La disparità poteva essere eliminata attraverso la soppressione de'alinea o diminuita con il suo ampliamento. Dopo i moti milanesi delmaggio 1898 la soppressione deila linea" cioé iì passaggio di un Co-mune da chiuso ad aperto, cessò di essere osteggiata per principio dalGoverno centrale pei diventa.e pro."drr.ale, come dimostrò il caso diBergamo.Nei casi di ampliamento, invece, diventò evidente ra convenienza delpassaggio dal cerchio di mura alla recinzione simbolica. proprio aMilano, infatti, dove, nel 1g95, era stato respinto perché t op[o rorro ilp.rogetto di ampliamento deila linea daziaria chÉ p."rr"d",Ju'lu costuu_zione di un muro alto quattro metri lungo la circónvallurior_r" s"gnutudal piano regolatore, la necessità di risof;rere al più presto la disparitàfra gli abitanti deile due porzioni deila citta, divisa in Comune chiusoe aperto, fece entrare in esercizio, ner settembre 1ggg, una recinzionesimbolica i cui segni di confine erano re ricevitorie d.aziarie,le ripulse,semplici pali infissi lungo i corsi d,acqua e i sentieri.u_p"rt.i.

All'inizio del Novecento, _dunque, la rinea d,aziariai'r"órpoiJ defini-tivamente la qualità delra flessiÉ'ità nel suo essere confine, differen_ziandosi nettamente daila cinta fortificata e dall,idea di confine staticoche questa rappresentava.

La flessibilità della linea daziaria non inficiò la necessità de'a prote-zione..Di conseguez.a,,i.diversi ampliamenti adottati negli anni neidiversi Comuni chiusi determinarono'' contestuale aumento del costoper garantirla. col tempo.le spese di percezione der tributo .uggi.rr-,r"-ro un'altissima percentuale sul totale degli introitila.Il problema del costo del personale díziario, necessario per garanti-reil servizio di vigilanza lungo la linea di confine, costituì così uno deipiù importanti motivi aila Èase della difficoltà di s;p;.JJrr" a"tdazio consumo per le. spese comunque inscritte nel bilancio comunale,quali il pagamento de'e. pensioni gra 'quidate

"gti i_tiu;;i; e alevedove, oltre al pagamentò del persónale iicenziato

r1a Cfr' N' ToscaNrlrr' Della perequazione del dazio consumo o della graduale abolizione delComune chiuso, pisa, rooo. rorJu-"iii'-1L*^íZ'#"íi"J ai

"rurio,.," nèr comune chruso diPisa' Nel 1897 l'introito der daro consumo era aÀmontato a rire r.172.329,69, ma detrat_te le spese di esazione e sorveglianza, ."1ril;"iffi;;;so, ate pension! ar canone gover_nativs f introiro netto era sceó a lire 563.8q2,1;;;;;r.si era dimezzato.

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La dinamica degli ampliamenti dipese dalle peculiari situazioni diciascun Comune chiuso ed è chiaramente riscontrabile in ciascuna storia cittadina. A conferma di ciò si ricostruisce l'evoluzione degli spostamenti della linea daziaria e dei suoi uffici di barriera del Comune diCagliari, un Comune chiuso anomalo, avendo cessato di essere cittamurata ben prima dell'unificazione.

Llevoluzione della modificazione della linea daziaria di Cagliari

Quando Cagliari cessò di essere città murata è un problema tuttorairrisolto. La documentazione d'archivio che testimoni l'effettiva -pa-razione della linea daziaria dalla cinta muraria di Castello non è stateancora reperita. La città, infatti, diventò un unico organismo urt anosolo nel 1836f5. Ìino al\ora era rimasta dìvìsa ìn quattro quartren:città murata vera e propria, il Castello; e le appendici, Marina, anch"es-so un qudrtiere murato, Stampace e Villanova, privi di fortificazioni.

Non si descrisse il tracciato della linea delimitante il distretto dazi"a-rio né nel riordinamento dei dazi di consumo della Città di Cagliari dd183816 né nel successivo Manifesto della Città di Cagliari del 1839i- cmcui si pubblicò il regolamento che prescriveva le norme con cui anìml-nistrare il dazio consumo tramite appalto.

L"unica fonte della letteratura sull'argomento che testimonia 1a:eprrrazione tra linea daziaria e cinta muraria è fornita da Dionigi Scarn-Nella sua Formu Karalis, afferma che in un determinato momento. rkf,lspecificato, le barriere daziarie alle porte del Castello furono tolte e t-*locate nell'effettivo perimetro della cittàts.

È rE legittimo ipotizzare, anche se per esclusione, che il nuovo con-ùrrfiscale, la dissociazione della linea daziaria dalla città murata, sia stabstabilito negli anni in cui il governo sabaudo riordinò gli enti locali e lrloro finanzalg.

È indiscutibile che, a differenza delle città degli Stati preunitari c}re si

1s Editto recante la riforma dei Consigli Civici del 16.08.1836, cf più avanti la n.-':: 111-t o l l Reg :oB ig ì i e t l . o de l24 l l l / 1838 ,ùbb l i ca toconp regonev i ce ieg iode l t { t l

' .S

(n. 1335), entrò in vigore il 1 I 01, I 1839.17 Il Manifesto deI 76 l 09 1 7839 pubblica il regolamento del 3 l 09 1 1,839.18 DtoNrct SceNo, Forma lhralis, Cagliari, 1934, ristampa anastatica 7989, p. -1.1e La riforma della fiscalità locale per il Regno di Sardegnà iniziò con l'emar"a-a,:c

delle Regie Patenti del 27 177 17823 con cui si abolirono, a partire dal 1 i 07t 1El4 :::m idiritti che possedevano i Comuni fino a quella data e si stabilirono delle norme sa fÈstituzione àei dazi comunali. 11 76 I 0S I 1836 venne emanato il Regio Editto, pul^i.-rmcon pregone viceregio del L0 I 1L l 1.836, sopra la riorganizzazione dei Consigli Ci,t dilRegno. L articolo sedici disponeva i compiti affidati al Consiglio Generale della Ci= hquesti ricadevano i dazi di consumo per quanto non espressamente nominati. m-a :ì,fu-si genericamente nei redditi della città che il Consiglio doveva amministrare.

426

trovarono ad ampliare il proprio confine fiscale nello stesso periodoscegliendo di materializzarlo con un'altra cinta muraria2o, Cagliari optòda subito per la recinzione simbolica, costituita da casotti daziari per losvolgimento delle operazioni di riscossione e dal pattugliamento lungoil tracciato per la repressione del contrabbando.

La fissazione del tracciato della linea daziaria si evolse contemnora-neamente alla risoluzione di precisi problemi che la città dovevaaffrontare: iÌ rilevamento del suo territorio interno; l'acquisizione afavore del Municipio della proprietà di tutto il suolo conténuto all,in-terno della linea daziaria, compresa l'area occupata dalle fortificazioni,in una vertenza più che ventennale con il Demanio dello Stato.

Il decennio chiave fu quello successivo alla fusione degli stati sardicon quelli di terraferma awenuta nel novembre 1847 che comportò l,e-manazione delle leggi di arrnonizzazione dei corpi legislativi ?ino allo-ra distinti.

I verbali delle deliberazioni del Consiglio Generale e del ConsiglioDelegato del Comune di Cagliarizl provano, per quanto non ne siaancora stata rintracciata la descrizione analitica, che una nuova delimi-tazione della linea daziaria, cioè un allargamento del tracciato, fu adot-tata nel periodo immediatamente successivo all'entrata in vigore dellalegge 807 de17.10.7848 sul nuovo ordinamento dei Comuni.

Questo tracciato non apparve comunque soddisfacente e per tutti glianni Cinquanta si discusse su come modificarlo. Le delibere del Con-siglio Comunale testimoniano i passi volti a delimitare un allargamen-to sostanziale perché comprendente parti del territorio comunale visi-bilmente non antropizzate.Il14.70.1857 la riva del mare fu definitiva-mente fissata come confine della linea daziariaz2.

Finalmente con Regio Decreto n. 3141det 2811211858, pubblicato il1510111.859, furono adottati il nuovo regolamento e la tariffa per lariscossione dei dazi di consumo. Il distretto daziario fu così circoscrit-to dalla linea descritta nell'articolo uno del regolamento.

La volontà del Municipio di risolvere a suo favore la vertenza con ilRegio Demanio, relativamente all'acquisizione delle vie e piazze dellacittà e dei terreni di orgine demaniale esistenti entro il perimetro dellalinea daziaria, dimostra che la classe dirigente cittadina aveva chiaracoscienza di come dovesse awenire lo sviluppo urbano. Esso non solonon poteva essere compromesso dalla difesa anacronistica di un'eco-

2o Come Livorno e Torino.21 Alle delibere di costruzione dei nuovi uffici di barriera, i casotti daziari, si aggrun-

g_ono le proteste e i ricorsi dei privati proprietari di aree prima escluse ed ora iniluseall'interno del nuovo tracciato della linea dazíaria.

22 ACC, sez. II, vo1. 575, Dazio consuftLo 1855-1872.

427

nomia rurale/ che assegnava un'imporlanza strategica alla conserva-zione di terreni atti allo stanziamento e al pascolo del bestiame damacello che si introduceva in città" ma per potersi realizzarc necessita-va della soddisfazione di tre precondizioni: l'indipendenza fiscale delComune, la piena disponibilità dei suoli, l'ordinazione di un controllourbanistico.

Queste condizioni furono soddisfatte con il riconoscimento del dazioconsumo come maggiore fonte di entrata della finanza locale, con larisoluzione della vertenza collil Regio Demanio, con la redazione di unpiano regolatore della città23.

Alla luce di questa visione dello sviluppo urbano è chiaro che ladeterminazione della linea daziaria assunse una profonda importanza:l'aumento dell'estensione del distretto daziario significava l'aumentodella base imponibile ed un suo migliore controllo, nonché l'aumentodel territorio da pianificare per l'espansione della cittò per permetterela quale si intervenne anzitutto con le demolizioni delle porte e delleîortificazioni del quartiere Marina.

Il tracciato della linea stabilito col decreto del 1858 non fu, però, rite"nuto ancora quello definitivo. Il 1,4.04.1,8632+ il Consiglio Comunaleapprovò la proposta di ampliamento del Sindaco. Questo ampliamen-to venne recepito con Regio Decreto del 2L.10.1863 sostituendo l'arti-colo uno del regolamento daziario del precedente Regio Decreto31,41, 11,858.Il tracciato di questa linea rimane in vigore fino al 1910.

Tenuto conto che dei 70,85 kmq della superficie di pertinenza delComune di Cagliari in quel periodo una buona metà era occupata dalleacque della laguna di Santa Gilla si può affermare che il distretto da-ziario coprì più della metà del territorio comunale disponibile per l'e-

spansione della città.Lo sviluppo urbano successivo rimarrà contenuto entro i confini del

distretto daziario delimitato dalla linea del 1,863 fino al momento dellaricostruzione del secondo dopoguerra, quindi ben dopo Ia soppressio-ne della linea daziaria del 1930.

Il 20 agosto 1910 il tracciato della linea daziaria venne variato in unmomento in cui il Consiglio Comunale era vacante. Lo spunto per in-tervenire dopo quasi mezzo secolo sulla linea daziaria sembra sia statodeterminato da ragioni di aggiornamento toponomastico. I1 Com,mis-sario Prefettizio in carica ritenne assolutamente necessario, allo scopodi salvaguardare i diritti e gli interessi dei privati e dell'Amrninistra-

23 I1 piano regolatore della città redatto dall'architetto Gaetano Cima nel 1858 r'surapprovato nell'aprile 1861.

24 ACC, sez. II, vol. 48, ctg1, cl 8 fsc 2, Deliberazioni del Consiglio 1861-1863, seduta n 4:del74.04.1863, p. 140 e ss.

428

zione e di eriminare i motivi frequenti di contestazione fra gli uni e'ar_tra, introdurre una maggiore ihiur""ru e., una maggiore precisionenella descrizione de'a llnta daziana ìeila citti adottando te nuovedenominazioni delle regioni, aedi staUitl e delle strade di confine chedovevano determinarla.Questa iniziativ a esclusivamente individuale debordò, però, visibil_mente da questo intendimento formare, sicuramente

"Àdirri"o, p".incidere sur contenuto,.cioé sulla porzione di territorio comunale inclu_sa nel distretto daziario. Infatti, il Commissario decise di accogrierepositivamente l'istanza inortrata daila direzione della coto'iu penae aisan Bartolomeo ar Ministero de'e Finanze, comunicata al Mìnicipio,con la quale si invocava la modificazione delra cinta daziaiiu ir,.rigor",nell'intento di escrudere daila cinta rt"rr" il penitenziario e re adiacen_ze e dipendenze di esso.

Il Commissario prefettizio. modificò pertanto 'a linea daziaria inter_venendo in tre punti cruciali der tracciàto: lo alrargò p", à*fr"r.a"r"una porzione di campagnain zonasan Benedetto ! rJ;rrr;'" visibil_mente escludendo ro stab'imento der Bagno di San Bartoromeo ad ested arretrando il confine allo stradone Is Maglias ad ovest.

,, l^" ^l11tfiche, apportate in.modo superficiale, evidentemente a tavo_,'no e,n:n sul campo non solo non incontrarono gradimento, ma furo-no valutate negativamente da tutti coloro che, a diverso titolo, entra_vano come attori ne'a vicenda del dazio consumo: r,i-pr"ì"'"ggiudi-cataria del prossimo appalto,.i proprietari dei fondi irrglol;;;it,ultur_gamento' lo stesso funzionario-responsabile der persoi"r" i"rl"ri".Tutte ,e obiezioni furono- ignoraìe. una

.materia di tale importanzaper la comunità cittadina, chJaveva ,i"*frto per anni i verbari di cen-tinaia di sedute del Consiglio co-""urìj venne così risorta in modo

f;|;:::?;:Te se si trattasse deu,espletamento di una normale prati_

La nuova linea continuò a costituire ir confine der distret to d.aziarioche doveva essere sorvegliato sp".iut-"r,ie dal contrabbando. La crea-zione di una zona esteria ai,orrregliunrl ".",r."i.tt "?,|l;!"rr" "la sua estensione era determirutu, í purtiìe da un minimo di venticin-que metrì, dalre esigenze rocali: 'regìlamento del Comune di Cagliaristabilì che fosse u*piu cinquecento il"tri

-

La linea d,aziana"r" I n* u-pfl.tu, *,a, nel 192g, l,aggregazione deiComuni di Monse'ato, pir* q"à.t"""i"

" serarffi "iE?-?fr'"i, a"_Bliarizs sfalsò completamente la proporzione precedente ampliando a di-smisura il territorio comunale rogg"tto alla normativa der Comune aperto.

25 Regio Decreto n. 1056 del 26 I 041 lg2Spubblicaro in G.U. n. 126 del Z0 l0s /7928.

429

I lpodestàadot tò i l regolamentocomunaleper | ,app| ícazionedeldazià sui materiali da costiruzione nelle frazioni aperte della città con la

delibera n. 428 del 28.02.1930, ma neanche un mese dopo il Regio

Decreto Legge n. 141 del 201031193026 abolì I'imposta sul dazio consu-

mo e con eisa le linee daziarie, concludendo una storia secolare.

yorganizzazione degli uffici di barriera per la riscossione del dazio

Nel novembre 1851 l',architetto civico Melis compilò per ordine del

Consiglio Comunale il computo per la costruzione di quattro casotLi

daziari da costruirsi lungo il perimetro della linea daziaría in luoghi

ritenuti nevralgici2T.Essi furono costruiti con i muri in pietra intonacati a calce, il tetto a

due falde in cannicciato e tegole, una sola porta a due ante in legno e

una finestra con un vetro nel mezzo. si trattava di piccoli gabbiotti di

forma rettangolare di mt 3,84x1 ,73x3,45 (altezza con le fondazioni) per

un totale dirrlc!9,14. Sul prospetto del casotto tredici lettere formava-

no la scritta "Punto Daziatio".

Dalla natura del progetto e dalla scelta dei materiali apPale evidente

come i casotti realizzltinon ebbero alcuna pretesa di svolgere la fun-

zione di porte d,ingresso della città. Erano destinati a svolgere una

semplice ?unzione À riparo delle guardie della Civica Gabella, tanto è

vero che il loro stato di manutenzione aPpare dai documenti perenne-

mente mediocre: l'imbiancatura dei casotti è una delle misure che ricor-

re più spesso.et ef iugtio 1855 risale il primo elenco attendibile degli uffici di bar-

riera in atùvità nella linea laziariadi Cagliari. I casotti sono otto: quel-

lo di Botanica, nel punto detto stretto, di san Benedetto, di Istelladas'

di sant,Avendrace, di Is Mirrionis, di cotta, della scafa28. Gli effetti esi-

stenti nei punti daziari sono limitati a qualche sgabello e ad un tavolo-

stabilito il tracciato della linea d.aziaria con il RD del 1858, il

2.07.18592e il Consiglio Comunale deliberò di costruire tre nuovi casot-

ti nei punti daziariAi Sant'Avendtace, Is Stelladas e San Benedetto, ubi-

cati sulle strade principali di accesso alla città. La spesa prevista fu di {

3.600 cadauno.

26 Pubblicato con la Relazione in G.U' n' 69 straordinaria de12310311930'27 ACC, sez. II, vol. 700, Preoentizti ed estimi,26'11'1851",8 ACC, sez. iI, vol. 575, Dazio consumo 1g55-1972, firmarono l'elenco l',appaltatore

Antonio Pala e l',architetto civico Melis. 11 tracciato precedente a quello stabilito dai RD

lìii J"f 1858 è ricostruibile per induzjone analizzando proprio la posizione dej carctti-

2e ACC, sez. II, vol. +0, clg'.1c1. 8 fasc. 2, DeliberazioniCoisiglio 1859-1860, seduta n. 1l

del2.07.1859, p. c25v.

430

Gli uffici dovevano essere riconoscibili e il riconoscimento era garan-tito dall'apposizione nella facciata esteriore dell,iscrizione ufficio deldazio e nei posti di guardia dell'altra iscrizione Guardia del dazio. Essilurono organizzati secondo una struttura gerarchica. Esisteva una sedecentrale, posta in città e non sulla linea daàiaria" nella via Roma (il lun-gomare) direttamente legato alla ditta appaltatrice. La differen za d,im-portanza era data dalla quantità degli arredi e degli strumenti necessa-ri per l'espletamento delle operazioni di riscossione, quali la dimensio-ne dei bilici piuttosto che il numero dei tavoli e degli pgabelli, e dall,o-rario di apertura. A questo proposito, il regolamento iagliaritano in-dividuò come principale l'ufficio di sant'Avendrace in cuile merci e lederrate soggette a dazio potevano essere introdotte in tutte le ore dergiorno e della notte.

Dopo l'ampliamento della linea daziaria del 1g63 le spese occorrentiper il servizio di riscossione del dazio consu-o u.r-"nàrono conside-

levglmeltet Esse riguardarono l'illuminazione degri uffici e dei punti

daziari,l'adattamento e le nuove costruzioni dei lo"cali, la provvisia delmobilio, le spese di stampati e cancelleria.

Nel 1872, in occasione del bando per l'appalto del dazio consumovenne contestualmente effettuata una visita per verificare lo stato difatto degli uffici e dei punti daziari che dovevano essere consegnatiall'appaltatore. La visita, effettuata tra il 9 e l'11 dicembre attestò l,esi-stenza dei seguenti 19 uffici e punti daziari: Riva sant'Agostino, RivaBagni, scaffa, stazione Ferroviari4 Botanica, Crociera al l\i'acello, stret-to, San Benedetto, San Rocco, Is Stelladas, San pietro, Is Mirrionis,Cotta, Sant'Avendrace, Riva Gesus, San Bartolomeo, del Molo, Doganacivica, ufficio principale nella loggettaao.

Col tempo si evolvette anche la restituzione grafica degli uffici di bar-riera. Ai rilievi effettuati nelle visite dalg all,ll dicembó 1gz2 restitui_ti a mano e, soprattutto, ad occhio31, dalla guardia daziaúaincaricata.senza alcuna pretesa di precisione tecnica ,érudrru-"nte alle misure, sicontrappongono i testimoniali di stato dei punti d.aziari di scafa. disant'Avendrace, di Is stelladas, di san Beneàetto, realizzati con moltaprofessionalità in perfetta scala, secondo i canoni del disegno tecnico,nel qenllio 1901, presumibilmente in occasione della con-segna deglistessi uffici alla ditta velniet, impresa aggiudicataria dell,appàito peiilquinquennio 1901-190532; ed i testimoniali di stato dei plnti e àeghuffici daziari redatti dalla ditta Trezza ir 2r e 24gennaio tott per la loio

:: 4CC, sez. IIf vol. 251., ctg S, cl 4, Ísc 7, Dazio consumo 1872_18 BS.

" ,11l-*lr:"i de1 1.872 sono in1CC, sez. tí1, vot. 287, ctg. 5, ct. 4, Íasc. I, Dazio consumor ó / z - t ó 6 5 .

32 ACC, sez. III, vol. 253, ctg 5 cl 4 fsc 7, Dazío consumo 7901_1904.

431

riconsegna alla Amministrazione comunale33.

Quando, nel 1921, l'appalto del dazio venne assunto dal Comune

cambiò ancora la gerarchia degli uffici di barriera, chiamati anche uffi-

ci di riscossione esterni. Essi furono suddivisi in tre classi: appartenne'

ro alla prima gli uffici di Dogana, Sant'Agostino,Magazzini Generali;

ala seconda classe gli uffici di Is stelladas, san Benedetto, sant'Aven-

drace, Scafa; alla terza classe gli uffici di Ferrovie dello Stato, Ferrovie

complementari, san Bartolomeo e Macello. Esisteva poi la Direzione

Centrale del servizio.uubicazione degli uffici, nonché la loro stessa trasformazione fisica,

fu soggetta all'evóluzione urbanistica di alcune parti della città, ma

anche a quella deímezzi di trasporto e movimento.

La costruzione delle strade ferrate e delle tramvie, il loro posiziona-

mento all'interno dei distretti daziari dei Comuni chiusi, costituì una

delle necessità che portò alla redazione del nuovo Testo Unico sul da-

zio consumo. uarticolo 5 della legge n. 13 del 17.01,.1897 ed il successi-

vo articolo 46 deI relativo,regolamento approvato con regio decreto n-

84 del 27.02.1,898 stabilirono che le linee ferroviarie, le stazioni e le loro

dipendenze34 dovevano essere considerate come poste fuori del recin-

to d.aziario dei Comuni chiusi. Gli uffici di riscossione vennero istituiti

alf interno delle stazioni. Quando, agli inizi del Novecento, ci fu fi-

naugurazione della Tramvia del Campidano il controllo delle opera-'

zioni awenne nelle fermate di San Mauro, diPiazza Garibaldi, Ma-

gazzini Generali, Via Roma.La modernizzazione investì anche gli uffici daziari: il Regio Commis-

sario, nel 1910, attorizzò l'impianto del telefono per un anno negli uffici

della Scafa di Sant'Avendrace, di San Benedetto, di Istelladas, di San

Bartolomeo e in quello centrale di via Roma. Autorizzò pure feconomo

civico a prowedere per le guardie daziarie ottanta stemmi municipali in

argento per berretto e venticinque stemmi pure in argento per bavero.

Quando, ne11921' il Comune decise di gestire definitivamente in pro-

prio il servizio di riscossione del dazio, il personale assunto in pianta sta-

Lile sotto lazienda daziafia comunale ammontava ormai a 161 unità35-

33 ACC, sez. lII, vol. 254, ctg 5 cl 4 Îsc 1,, Dazio consumo 1905-L911, fascicolo aztenila

dazio consumo 1911.sa Cioè gli uffici, i laboratori, le officine, í magazzini,le tettoie, compresi n98li sPazi 9

nei recinti"ar-rnessi e comunicanti colle stesse stazioni nonché i tratti di ferrovia destinati

eli uni e gli altri ad uso delle medesime; nonché gli stessi locali, labo.ratori,.officirg

:mugurriní recinti ancorche situati in luogo distante dalla stazione, purché vi siano col-

legxtt per rnezzo di uno o più binari, e siano esclusivamente destinati al servizio predet-

to delle strade ferrate.35 ACC, sez. III, vol. 250, cfgs cl 3 fsc 7, Regolamenti e tarffi, busta tariffe dazio congt

mo. All',articolo 13 della tabàla A allegata a1 regolamento dell'organico del personale

daziarío sono indicate le figure professionali: 1 direttore, 1 ispettore, 1 revisore, I conta-

432

Abrogato il dazio consumo ner 1930, il personale der dazio risultò esu-berante rispetto alle esigenz" au .,.roío servizio di riscossione delle

Si:'j:,$fgì:Tiffi il Òomune conservò in carica 2B dei34 impiegari

Gli anni Venti del Novecento furono il deceru-rio della burocr atizza_zione del servizio di riscossione del dazio, _u ur,"h" qrJiol"nu ,,ruevidente arcaicità.

.Inf1tti, rispetto alle esigenze poste dalle nuove ttasformazioni urba-nistiche e dalla sempre pi,: aiirnru mobilità automobiristica, speciar-mente le norme sur transìto erano la dimostrazione più esplicita che lalinea daziaria era diventata un "onfrn"

ràmpre meno flessib'e. chiun-que entrasse nel Comune chiuso doveva ai.ruurur" u;'ió"J daziarise e quali generi soggetti a dazio portava, se erano destinati al consu_mo, al transito, al deposito-o p". t"rr,poranea importazione. I condu_centi di vetture dovevano fermare i veicoli ua utlt"'rJ"r" ii o"r_urrodegli agenti per procedere ortre. p"r rr"rifi"ure la dichiarario"Jù quan-to introdotto in città gli agenti potevano aprire tutti i colli, anche se nonpotevano forzare bauli o recipiènti chiusi à chia,re r"r,ru ii ".^rì"r,

aurproprietario, e potevano u'ih" visitare il baga$io ì"gg;;;;foru ,,avessero fondati sospetti di frode, che è come dire che ra decisione dicontrollare era presa a completa discrezione del persona re daziario.^'1"I^1t1,]:î.di,espansione

àeila città nella ,onu disan Benedeto portòalla ne^cessità di spostare quer casotto daziario di quarc^e aecina dimetri' si trattò del maggiore investimento comunale in queste costru-zioni fino al momento derl'aborizio'," a"i'i-posta36. Il nuovo casottoj:f::::::ll: p.?sînilo in un p"n,o fres."rto d,accordo con Iufficiooel dazl' e secondo ra tipologia dei casotti d.aziariesistenti ,-,uri" p.in_cipali città del continente3z.

Quando nel 1930 venne aborita la rinea daziaria e ir d,azioconsumotutti i casotti daziari, ormai inut'i, furono dismessi ner giro di pochimesi' Con diverse delibere si concedett e r) autorizzazione ademorire icasotti: delre Ferrovie deno stato, di san Rocco, di stretto, di Cotta, disant'Agostino. Il casotto daziario dL san Benedetto venne a"-oti.,, p",costruire sopra l'area un paTazzo ad uso di abitazione3s. soro i rocalibilecapo' lr icevitoreorincipale,3ricevitori

[cioèicapidegl i f f ic idibarr ieraJdi l .aclasse,4 ricevitori di 2.a ctasse. + .ic"vito.i ai s;:j";; i:";messi di 1.a ctasse, 11 commessìdi 2.a classe, I maresciallo capo, 2 marescl"iiil.ii"*i 5 brigadieri, 10 vicebrigadie.if 15appuntati , 80 guardie effert ive,. l0 guardie " i i lÀ"",

i i .*- ienti , I visi tatr ice.rb ACC, sez. III, vol. 256,e permute ttis tabiti ,non_rnrlo"o

consumo' ACC, sez. III, vol. 262, ctg 5 cl 7 fsc 2, Acquisti

^,, ] t î ,Ou"t,9 proposito va segnalato che è molto rara,cile da reperirè, ,n, quurrìr,, documentazion" rorogrurLu'oaT,T:::,,Ttj:,T:,mente

dirri-

".,"rf f . l : ,";rt" l ; i i : , .rnrrsc2tt4,o,r ia,,,ài" iàFi]àn.02.1s3t.26.0s.ts31.detibera

433

Idegli uffici di Sant'Avendrace' Istelladas e della Scafa non furono

demolit i,mavennero-t*'fottttutiadusodiabitazione3e:congliadat-o-"" . iprev is t ida icalcol is io t tenneladisponib i l i tàd i t reapparta-menti dei quali arr" .o" tl"que stanze ed unó di sei alla Scafa'

39ACC,sez . IV , c tg1c Ì7 f sc2 l12 ,De t i be îede lPodes t i L l . 0 l ' . 1930_22 ,07 ' 1930 ,de l i be ra

n. 1098 del 15.06.1930'

LarcalizzazionedelleimmaginièoperadelloStudiograficoRobertoMurru-Cagliari.

434

PINNA - Tavola XXII

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