La colazione al bar degli italiani. I prezzi nei pubblici esercizi dei capoluoghi di provincia...

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SISTEMA STATISTICO NAZIONALE COMUNE DI BRESCIA Settore Statistica Commissione comunale per il controllo della rilevazione dei prezzi al consumo fascicolo n° 14/97 Fatti e Problemi l tema del potere di acquisto della moneta nel tempo e nelle differenti realtà sociali ed economiche del paese è da vari mesi all’attenzione dell’opinione pubblica. L’argomento è passato dall’interesse di sparute schiere di statistici ed economisti, ad oggetto di discussione e dibattito sindacale, politico e perfino familiare. Si leggono, si sentono, e a volte si citano, graduatorie delle Province costruite su dati di indicatori del “costo della vita” che solitamente rimandano agli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati o ad analoghi indici forniti dall’ISTAT. Solitamente, poi, nelle città “più care” si scatenano dibattiti anche accesi, dato che non ci si può consolare guardando il vicino. L’uso di indici sintetici dei prezzi per effettuare confronti nello spazio, ma anche nel tempo, risponde ad una esigenza sentita di informare sull’evoluzione del potere d’acquisto della moneta ma richiede alcune cautele, ben note in letteratura, che sintetizziamo di seguito. PREZZI E CONSUMI li indici sintetici dei prezzi vengono calcolati tenendo conto da un lato dei prezzi nei diversi istanti di tempo o nei diversi luoghi, ma anche del peso dei vari prodotti nella spesa della famiglia tipo, peso che riflette la struttura dei consumi delle famiglie . Il primo aspetto è sufficientemente chiaro: l’aumento del 10% nel prezzo della tazzina del caffè o sulle spese per l’abitazione avrà una incidenza diversa sull’indice sintetico, in relazione all’importanza, tecnicamente al peso, dei due “prodotti” nella spesa familiare. Quanto alla struttura dei consumi la questione risulta di immediata evidenza non appena si passi a confronti spaziali, tra capoluoghi di provincia ad esempio. Figura A Diagramma di dispersione dei prezzi del caffè e della brioche E’ ben noto che il peso, nella borsa della spesa familiare, del pesce, ad esempio, varia passando dalle città costiere, o isolane, alle città dell’entroterra, e così via. I LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI I PREZZI NEI PUBBLICI ESERCIZI DEI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA ITALIANI NEL 1995 G

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S I S T E M A S T A T I S T I C O N A Z I O N A L E

COMUNE DI BRESCIA

Settore Statistica

Commissione comunale per il controllo della rilevazione dei prezzi al consumo

fascicolo n° 14/97

Fatti e

Problemi

l tema del potere di acquisto della moneta nel tempo e nelle differenti realtà sociali ed economiche del paese è da vari mesi

all’attenzione dell’opinione pubblica. L’argomento è passato dall’interesse di sparute schiere di statistici ed economisti, ad oggetto di discussione e dibattito sindacale, politico e perfino familiare. Si leggono, si sentono, e a volte si citano, graduatorie delle Province costruite su dati di indicatori del “costo della vita” che solitamente rimandano agli indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati o ad analoghi indici forniti dall’ISTAT. Solitamente, poi, nelle città “più care” si scatenano dibattiti anche accesi, dato che non ci si può consolare guardando il vicino. L’uso di indici sintetici dei prezzi per effettuare confronti nello spazio, ma anche nel tempo, risponde ad una esigenza sentita di informare sull’evoluzione del potere d’acquisto della moneta ma richiede alcune cautele, ben note in letteratura, che sintetizziamo di seguito.

PREZZI E CONSUMI

li indici sintetici dei prezzi vengono calcolati tenendo conto da un lato dei prezzi nei diversi istanti di tempo o nei diversi luoghi,

ma anche del peso dei vari prodotti nella spesa della famiglia tipo, peso che riflette la struttura dei consumi delle famiglie. Il primo aspetto è sufficientemente chiaro: l’aumento del 10% nel prezzo della tazzina del caffè o sulle spese per l’abitazione avrà una

incidenza diversa sull’indice sintetico, in relazione all’importanza, tecnicamente al peso, dei due “prodotti” nella spesa familiare. Quanto alla struttura dei consumi la questione risulta di immediata evidenza non appena si passi a confronti spaziali, tra capoluoghi di provincia ad esempio.

Figura A Diagramma di dispersione dei prezzi

del caffè e della brioche

E’ ben noto che il peso, nella borsa della spesa familiare, del pesce, ad esempio, varia passando dalle città costiere, o isolane, alle città dell’entroterra, e così via.

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Introdurre la struttura dei consumi delle famiglie complica il problema poiché per riuscire a cogliere le variazioni dei prezzi, e solo di quelli, il paniere della spesa deve rimanere il più possibile stabile nel tempo e nello spazio. In caso contrario chi assicura che la variazione sia attribuibile proprio ai prezzi e non anche alla modifica delle caratteristiche del prodotto. Una ulteriore complicazione è data dal fatto che mentre l’adeguamento dei panieri della spesa delle rilevazioni avviene con tempi anche piuttosto lunghi i consumi delle famiglie si evolvono rapidamente. Lo scarto tra la realtà che il paniere della spesa riflette, e i consumi effettivi è quindi variabile nel tempo, con scarti anche consistenti. La differenza nella struttura dei consumi a livello territoriale costituisce, in realtà, una semplificazione di cosa accade effettivamente. I consumi rispecchiano, infatti, non delle generiche preferenze dei bresciani, o dei bergamaschi, ad esempio, ma le preferenze dei membri delle singole famiglie, il reddito disponibile familiare, fino ad arrivare al sistema dei prezzi. Il paniere utilizzato nel calcolo dei numeri indici è pensato, invece, per rappresentare una famiglia “media” (ad esempio la famiglia di operai ed impiegati per l’omonimo indice) che non trova normalmente riscontro in una famiglia realmente esistente. L’indice riflette necessariamente una immagine semplificata della realtà. Ad esempio nel calcolo degli indici aggregati si utilizzano gli stessi pesi (o in altri termini panieri di consumi) per tutti i Comuni della stessa ripartizione geografica1. Accade, invece, normalmente che in una città siano presenti accanto alle famiglie autoctone, famiglie immigrate che possono conservare i consumi tipici della zona di provenienza. Il caso dell’immigrazione extracomunitaria è di immediata evidenza, ma tale discorso vale pure per i bresciani che si trasferiscono a Milano e vice versa. Sono le stesse imprese commerciali che propongono una gamma di prodotti diversificata per le singole realtà territoriali, o addirittura,

1 L’ISTAT per ragioni di omogeneità e di semplificazione prevede la suddivisione del paese in aggragati di regioni o ripartizioni: Italia nord occidentale (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia), Italia nord orientale (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto), Centro (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise) , Sud e Isole (Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).

diversificata all’interno della stessa città per zone secondo le tipologie familiari presenti. La stessa catena di grandi magazzini, passando da Brescia a Parma, ad esempio, offre prodotti anche completamente diversi per caratteristiche merceologiche, qualità ed infine anche per prezzo. E’ chiaro, a conclusione di quanto appena visto, che a parità di dinamica dei prezzi non è la stessa cosa che il prodotto considerato sia di bassa o alta qualità, abbia una data composizione merceologica, costituisca una voce importante o meno nei consumi delle famiglie. Infine accanto all’evoluzione dei consumi delle famiglie occorre ricordare che lo sviluppo tecnologico o l’evoluzione del mercato, trasformano le caratteristiche dei prodotti che le imprese immettono sul mercato (si parla in questo caso di ciclo di vita del prodotto). La qual cosa pone problemi consistenti più nel caso di confronti temporali che nel caso di confronti spaziali.

GLI INDICI DEI PREZZI Il numero indice è quel numero che misura la variazione di una o più grandezze nel tempo avendo scelto come unità di misura il loro valore a una data stabilita. Si tratta di puri numeri, derivati dal rapporto tra due valori di una stessa grandezza. Il valore posto al denominatore della frazione è detto base del numero indice. I numeri indice dei prezzi al consumo forniscono una misura nel tempo dei prezzi al dettaglio di un prefissato paniere di beni e di servizi correntemente acquistati. A secondo della composizione del paniere si può parlare di indice dei prezzi per l’intera collettività e di indice dei prezzi per le famiglie di operai e impiegati (ex indice del costo della vita). I numeri indici dei prezzi al consumo sono costruiti con il metodo della media aritmetica ponderata che considera non solo il prezzo dei prodotti ma anche il peso relativo di ciascuno nella spesa complessiva. L’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati viene calcolato solo nei comuni capoluogo di regione che, mediante un’ulteriore media ponderata, contribuiscono ciascuno alla determinazione dell’indice nazionale, l’indice nazionale per l’intera collettività viene calcolato dalla ponderazione degli incidi di tutti i capoluoghi di provincia. L’indice dei prezzi al consumo può essere utilizzato per eseguire confronti sulle variazioni dei prezzi al consumo nelle diverse città e nell’intera nazione attraverso il tempo, ma non permette di conoscere il livello comparativo dei prezzi fra città e città o fra città e nazione. L’ISTAT ha proceduto nel corso del biennio 1995/1996 alla revisione completa dei piani di campionamento di tutti i capoluoghi di provincia in modo da riallineare sia il paniere di

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prodotti, sia la composizione dei piani di campionamento alla situazione reale. A partire dal 1998 è previsto una revisione completa del sistema di calcolo e diffusione dei numeri indici. Infatti, da un’unica base di dati sarà possibile calcolare numeri indice specifici (per categorie di consumatori, di esercizi, ecc.), verranno calcolati ancora i numeri indici valevoli alla stima dell’andamento dell’inflazione adeguando la metodologia a quanto concordato a livello europeo ma, soprattutto, verrà utilizzata la metodologia dei numeri indice a base mobile in sostituzione di quella attualmente adottata di indici a base fissa. Nella sostanza ciò comporterà che il paniere dei prodotti verrà aggiornato non più ogni cinque anni ma perlomeno annualmente, che sarà data maggiore attenzione ai processi inflativi attivi nel breve periodo ma che sarà comunque possibile mantenere in vita, anche se con finalità di minore respiro di quelli attuali, gli indicatori classici dell’andamento dell’inflazione.

I COMPORTAMENTI DEI CONSUMATORI

ffettuare confronti nello spazio, ma anche nel tempo, senza le avvertenze sopra riportate può fornire della realtà una immagine distorta.

Un modo per ovviare agli inconvenienti descritti consiste nel procedere costruendo indicatori del potere d’acquisto che siano più vicini all’esperienza concreta dei consumatori, in altri termini considerando i panieri di prodotti effettivamente comperati, e seguendone le dinamiche di prezzo2. L’evoluzione del prezzo realmente pagato per quel paniere, che rimane costante nelle varie città, e di cui si possono considerare anche gli elementi qualitativi, potrà informare sulle differenze nel potere d’acquisto dei consumatori. Un esempio potrà chiarire il concetto. Se il prezzo di acquisto del caffè è 1.400 lire a Brescia e 1.300 a Bergamo si può ben dire che il potere di acquisto della lira è quasi dell’8% superiore a Bergamo rispetto a Brescia, almeno relativamente a quei prodotti. Il collegamento tra il paniere e la spesa del consumatore è presto fatto e richiede di conoscere la frequenza d’acquisto; quindi quante volte nel corso della settimana, o del mese viene effettuato quell’acquisto. In effetti tra le due città

2 Le dinamiche di prezzo considerate riguardano il paniere, vale a dire una certa combinazione di prodotti (la brioche e il cappuccino) ma anche i prodotti prendendo in considerazione anche le relazioni tra i prezzi (come nel caso in cui il prezzo della brioche venga fissato in modo da raggiungere una cifra intera con il prezzo del cappuccino).

può variare, in modo anche consistente, l’importanza del consumo del caffè al bar.

I CONSUMI FUORI CASA

biettivo della nota è di fornire una informazione facilmente interpretabile dai consumatori circa la differenza, e per quanto possibile l’evoluzione, nel potere

d’acquisto della moneta tra diverse realtà provinciali limitatamente ad una specifica componente dei consumi, i cosiddetti “consumi fuori casa”, vale a dire l’acquisto ed il consumo al di fuori dell’abitazione di prodotti alimentari (ad esempio il caffè), o di servizi (ad esempio il pernottamento), o di prodotti ad elevato contenuto di servizio (il pasto al ristorante) che normalmente sono prodotti e consumati in ambito familiare.

Figura B - Composizione del paniere della spesa

Capitoli

Peso sul paniere della spesa

0 5 10 15 20 25

Abbigliamento

Alimentazione

Abitazione

Mobili

Servizi sanitari

Trasporti

Tempo libero

Istruzione

Pubblici esercizi

Altri beni

Fonte: ISTAT. Le ragioni della scelta dei consumi fuori casa sono molteplici, e vengono accennate di seguito: • acquistare prodotti presso i pubblici esercizi è

un comportamento diffuso, ovviamente diverse sono le frequenze d’acquisto tra le tipologie di consumatori; l’occasione del caffè al bar è in alcuni casi un rito quotidiano e alimenta molte riflessioni tra cui quelle sociologiche e comportamentali;

• oltre ad essere una componente di un certo peso nella spesa delle famiglie i consumi fuori casa sono la fonte di reddito di una molteplicità di attività economiche: pubblici esercizi in primo luogo ma anche artigiani (gelatai, pasticceri) e commercianti;

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• tra le varie componenti dei consumi quelli che stiamo considerando costituiscono una quota in crescita in termini di valore complessivo, almeno per alcune tipologie di consumatori, e sono associati ai modelli di consumo delle fasce di popolazione di maggior reddito, tipicamente quelle i cui comportamenti vengono imitati;

• infine occorre ricordare come i consumi fuori casa interessino normalmente quote rilevanti della popolazione. Coloro che svolgono la propria attività lavorativa lontano dalla residenza hanno la necessità di soddisfare alcune esigenze primarie di natura alimentare, mentre, d’altro canto, il turista o il semplice escursionista dipendono, in parte o del tutto, per alcune esigenze primarie, dai beni e servizi messi a disposizione dalla struttura commerciale locale.

Quest’ultimo aspetto costituisce l’elemento più evidente e più vicino all’esperienza del consumatore nel caso di confronti tra realtà urbane diverse.

FONTE DEI DATI

dati utilizzati provengono dalla rilevazione dei prezzi al consumo effettuata nei capoluoghi di provincia per il calcolo dei numeri indici delle

famiglie di operai ed impiegati. L’ISTAT prevede, nel capitolo degli altri beni e servizi, la rilevazione di alcuni prodotti e servizi (classificati nella categoria dei pubblici servizi), che costituiscono il riferimento per i consumi fuori casa considerati nella nota. I prezzi vengono rilevati mensilmente, sono riferiti al periodo tra il giorno 16 del mese precedente ed il giorno 15 del mese di riferimento. I prezzi sono riferiti ai prodotti maggiormente venduti, a detta del titolare dell’esercizio, e non conteggiano eventuali sconti, o riduzioni di prezzo come, per esempio, nel caso delle forme di sconto per i consumatori abituali di caffè. II dati utilizzati, forniti dal Servizio Prezzi dell’ISTAT, riguardano le medie mensili delle quotazioni di prezzo rilevate per i vari prodotti, vale a dire la media aritmetica delle quotazioni rilevate presso un campione di pubblici esercizi di ogni capoluogo di Provincia. I dati sono, pertanto, aggregati e costituiscono una sintesi, rappresentativa, della distribuzione dei prezzi effettivamente praticata in ogni capoluogo di provincia considerato. Un esempio può chiarire il concetto.

Nei bar di Brescia si può pagare il caffè al banco un prezzo variabile tra un minimo di 1.200 ed un massimo di 1.500 lire. La media aritmetica dei prezzi effettivamente praticati presso gli esercizi che appartengono al campione fornisce come valore 1.400 lire. L’analoga media per Milano fornisce il valore di 1.291 lire. Risulta chiaro dall’esempio che nessun gestore di Milano farà pagare il caffè proprio 1.291 lire ai propri clienti, e ciò per ovvi motivi. Tabella A – Elenco dei prodotti della categoria pubblici esercizi

Prodotto Anno Camera d’albergo 1995 Pasto al ristorante 1995 Consumazione di una pizza in pizzeria 1995 Cappuccino al bar al banco 1995 Caffè espresso al bar al banco 1995 Analcolico al bar al banco 1995 Bevanda al bar al banco 1995 Pasta lievitata al banco 1995 Analcolico al banco 1995 Toast al bar, servito al banco 1995 Panino servito al banco 1995

In altri termini la media delle quotazioni di prezzo rilevate non rappresenta un prezzo effettivamente praticato, anche se può coincidere, casualmente, con un prezzo plausibile; si tratta di un indicatore, un po’ grezzo a dire il vero, dell’intera gamma dei prezzi rilevati, limitatamente al campione considerato nella rilevazione. Quest’ultimo aspetto viene normalmente lasciato in secondo piano in quanto si ritiene che il campione sia casuale, e quindi rappresentativo dell’universo dei pubblici esercizi. I dati forniti riguardano le quotazioni provinciali medie mensili dei prezzi rilevati nel 1995: per i confronti tra le diverse province sono stati utilizzati gli ultimi dati disponibili, quindi i valori di dicembre 1995, mentre le analisi sull’evoluzione dei prezzi è stata costruita sul confronto tra i valori del mese di dicembre e quelli del mese di gennaio sempre del 1995. Una ulteriore osservazione riguarda la qualità e la confrontabilità dei prodotti considerati. Quanto all’ultimo aspetto, la confrontabilità, fatte salve alcune avvertenze, tutto sommato marginali3, si può con sicurezza affermare che il

3 L’esempio di maggior rilievo riguarda la pasta lievitata: occorre ricordare che in alcune zone si è diffusa anche nei pubblici esercizi l’uso di nuove tecnologie di cottura, i forni a microonde, unitamente

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contenuto, a anche la combinazione, dei prodotti trattati, (caffè, cappuccino, ..., panino e così via) abbiano differenze limitate tra i capoluoghi di provincia. In altri termini il caffè di Napoli è il caffè di Brescia. Ciò che invece incide in modo pesante proprio sui prezzi è la struttura dei consumi, come si diceva. Un esempio potrà servire a delimitare la portata del ragionamento.

LA RILEVAZIONE DEI PREZZI AL CONSUMO La rilevazione dei prezzi al consumo è la sistematica raccolta dei prezzi pagati dalle famiglie per disporre dei beni e dei servizi di cui esse necessitano per soddisfare i loro bisogni. Le modalità per la realizzazione della rilevazione ed ogni altro aspetto tecnico delle stesse (caratteristiche dei prodotti, campionamento degli esercizi di vendita, modalità di rilevazione, controllo, registrazione e trasmissione dei dati) sono disciplinate da norme emanate dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica). Poiché non è possibile, per ovvi motivi, osservare tutti i prezzi pagati dalle famiglie per disporre di tutti i beni e i servizi di cui necessitano, la rilevazione ne considera un numero limitato, il cosiddetto paniere di prodotti, opportunamente selezionato e rappresentativo del complesso dei beni acquistati. La rilevazione si basa quindi sul concetto di solidarietà dei prezzi in base al quale l’andamento dei prezzi di tutti i prodotti è solidale, cioè se i prezzi dei prodotti più rappresentativi variano di una certa percentuale anche i prezzi degli altri prodotti varieranno in media in modo analogo. La raccolta dei dati di base, la loro elaborazione ed ogni altra operazione inerente la rilevazione sono affidate agli uffici comunali di statistica. I dati di base vengono forniti dagli operatori economici, commercianti al dettaglio, grande distribuzione e artigiani, che siano rappresentativi, per l’offerta di beni e/o per la quota di mercato che detengono, delle rispettive categorie. I dati raccolti sono tutelati dal principio di riservatezza e coperti dal segreto d’ufficio. Essi possono quindi essere divulgati e forniti a terzi

alla vendita di prodotti da forno surgelati da cuocere al momento, che hanno modificato le caratteristiche dell’offerta.

con il vincolo che non sia possibile risalire al fornitore dei dati. Gli uffici comunali, ai sensi del D.L. 322/89, possono utilizzare i dati rilevati per la produzione di informazioni di interesse locale e, previa autorizzazione e sotto il controllo dell’ISTAT, a calcolare i numeri indici dei prezzi al consumo a livello locale.

Il fatto che la media delel quotazioni rilevate per la pasta lievitata, la brioche, sia a Trapani pari a 1.800 lire circa, contro le 900 lire circa di Brescia, può essere dovuto ad una pluralità di ragioni, che rimandano, principalmente, c’è da supporre, al fatto che a Trapani la brioche rappresenta un tipo di consumo non così diffuso come a Brescia: alla mattina per la colazione al bar si consuma, ad esempio, l’orzata con il cannolo, e non il caffè con la brioche. Con queste avvertenze è possibile procedere all’analisi dei dati.

ALCUNI STRUMENTI D’ANALISI

’elaborazione dei dati è stata condotta avendo in mente il comportamento reale di consumatori che acquistino, nell’arco della

giornata, alcuni beni o servizi recandosi in un pubblico esercizio di: albergo, bar, o ristorante e pizzeria. I panieri individuati fanno riferimento ai tipici comportamenti di varie tipologie di consumatori: • il turista o l’escursionista; • la persona che lavora e che prolunga la

permanenza nel centro; • il residente che decide di concedersi una

pausa. Abbiamo considerato i consumi nell’arco temporale della giornata organizzando l’informazione secondo i momenti che strutturano i consumi fuori casa: il break mattutino, l’aperitivo, il pranzo, la merenda, la cena ed infine il pernottamento. Per ogni momento della giornata è possibile individuare dei “consumi tipici” che solitamente sono dati dall’insieme di più prodotti (come nel caso ormai classico della colazione al bar con cappuccino e brioche). Il riferimento per le elaborazioni sarà almeno a tre livelli:

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1. il prezzo di vendita del paniere che rappresenta la spesa del consumatore da un lato e l’incasso del gestore dell’esercizio dall’altro;

2. il prezzo dei prodotti considerati congiuntamente all’interno di quel paniere;

3. il prezzo del singolo prodotto, che vale e va interpretato limitatamente alle situazioni in cui il prodotto viene normalmente venduto da solo.

Per il prezzo del singolo prodotto, o del paniere, non vi sono osservazioni particolari da fare, salvo ricordare che l’ISTAT nel fornire i dati ha posto la condizione che non vengano diffusi i prezzi assoluti per ragioni che rimandano alla tutela del segreto statistico. Invece di fornire i prezzi assoluti, dei prodotti e dei panieri, procederemo a confronti con i prezzi della nostra città, vale a dire a calcolare come meglio si dirà in seguito, dei numeri indici dei prezzi con base Brescia=100. Il punto 2 richiede alcune considerazioni aggiuntive. Un esempio può servire ad introdurre il tema. E’ noto, facendo parte dell’esperienza comune, che il prezzo della tazzina di caffè espresso al banco nella maggior parte dei locali (di livello alto o basso) è fissato avendo come riferimento il prezzo consigliato e pubblicizzato dalle associazioni di categoria: oggi 1400 lire. Il margine dell’operatore commerciale su quella tazzina, tuttavia, non sarà sempre uguale: il locale di livello basso avrà, presumibilmente, un margine superiore a quello del locale di alto livello (che offre un servizio superiore, e quindi con costi evidenti). Il prezzo della brioche (nell’ipotesi che essa venga, usualmente, consumata congiuntamente al caffè), può essere, allora, fissato in relazione non solamente ai costi di acquisto del prodotto, ad esempio, ma anche al prezzo del caffè, in modo da consentire il recupero del margine, ma non sul singolo prodotto. E’ chiaro che se questo comportamento descrive, anche se in modo semplificato, il sistema di fissazione dei prezzi da parte degli operatori, esaminare i prezzi dei prodotti presi singolarmente non ha grande rilevanza empirica4; di più può portare a conclusioni distorte attribuendo agli operatori comportamenti speculativi.

4 Lasciamo immaginare al lettore, alla luce di quanto detto, quale significato concreto possa avere il prezzo medio della tazzina del caffè.

L’EFFETTO BRESCIA

’approccio presentato dà un significato concreto anche ai confronti tra città diverse in quanto basa i paragoni su modelli di

consumo riconoscibili (il “turista”), su comportamenti di acquisto e consumo reali, guardando dal lato della domanda, (compro proprio un caffè con brioche), o verosimili, guardando dal lato dell’offerta (il prezzo della brioche e del caffè vengono fissati simultaneamente). A questo punto si potrebbe dire, a ragione, che se il prezzo medio del caffè e brioche di Brescia è di 2.300 lire circa mentre a Mantova arriva a 2.500 lire circa il potere di acquisto della lira è superiore a Brescia rispetto all’altra città. Vice versa nel caso opposto. Volendo si potrebbe anche aggiungere qualcosa di più. Proprio perché si opera a parità di prodotti, e supponiamo a parità di servizio, il differenziale di prezzo può essere imputato ad una sorta di ”effetto città”, all’effetto “Mantova”, che, nell’esempio, è maggiore rispetto all’effetto “Brescia”. In altri termini il prezzo medio che risulta maggiore a Mantova rispetto a Brescia, può essere interpretato in modi per certi aspetti addirittura opposti. A parità di tutte le condizioni qualitative sui prodotti può segnalare evidentemente un potere di acquisto inferiore nella città in cui i prezzi risultano mediamente più alti; ma, d’altra parte, può indicare, anche, che il mix prodotto/servizio offerto è superiore nella città in cui i prezzi sono maggiori. Abbiamo chiamato, sinteticamente, questo aspetto come “effetto città”: pago di più ma godo della esclusività o della specialità dell’ambiente in cui mi trovo. Nessuno, infatti, si stupisce di pagare 5.000 lire un caffè in Piazza S. Marco a Venezia. Maggiore è l’effetto città, maggiore la qualità del mix prodotto/servizio offerto, maggiore può essere il prezzo richiesto al consumatore, poiché i costi per offrire quel tal prodotto sono solitamente superiori, e poiché si paga la consumazione in quell’ambiente urbano. Questo ragionamento si può riportare, in modo diretto, all’interno delle città distinguendo, ad esempio, tra i centri storici e le periferie.

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RISULTATI

dati analitici sono di interpretazione immediata e non richiedono particolari osservazioni. Emerge in modo evidente e diretto già dalle

prime tabelle la modificazione del potere di acquisto della moneta nelle diverse province. I confronti, anziché sulle medie delle quotazioni di prezzo rilevate, che sono coperte da segreto statistico, possono essere resi più immediati attraverso il calcolo di semplici rapporti, ponendo al numeratore la quotazione media di una data città e al denominatore l’analoga quotazione di Brescia: in altri termini ciò equivale a prendere la nostra città come elemento di paragone misurando tutte le altre realtà rispetto ad essa. In termini maggiormente formali abbiamo semplicemente calcolato i numeri indici delle medie delle quotazioni di prezzo rilevate nel mese di dicembre 1995 con base Brescia dicembre 1995=100. Un modo per confrontare le diverse realtà provinciali con l’immediatezza e la sinteticità consentita dai grafici consiste nel rappresentare i numeri indici dei prodotti che entrano nei vari panieri in un diagramma di dispersione. Ogni punto del diagramma ha coordinate date dal numero indice dei prezzi di un dato prodotto con base Brescia=100 e rappresenta ovviamente una città. Il dato di Brescia si colloca in un ideale centro, rappresentato dal punto di ascissa 100 ed ordinata 100, che suddivide il grafico in quattro quadranti. Procedendo in senso antiorario nel primo quadrante avremo tutte le città che hanno prezzi superiori per entrambi i prodotti; nel II quadrante avremo numeri indici più bassi per il prodotto che si colloca sulle ascisse e più elevati sulle ordinate, ..., e così via. Questi grafici si prestano quindi ad una duplice lettura poiché consentono di esaminare i prezzi dei prodotti, il cappuccino e la brioche ad esempio, delle città presi singolarmente, ovvero presi congiuntamente.

Figura C - Diagramma di dispersione dei numeri indici

dei prezzi della brioche e del cappuccino con base Brescia =100

La “distanza” tra Brescia e le altre città è la semplice differenza tra il valore dell’indice della città e quello di Brescia, che è 100, e misura la variazione percentuale del prezzo della città rispetto a Brescia. Figura D - Diagramma di dispersione dei numeri indici

dei prezzi della brioche e del caffè con base Brescia =100

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Tabella B - Numero di città in cui i prodotti risultano meno cari o più cari rispetto a Brescia

Prodotti o panieri Numero di città in cui i prezzi sono, rispetto a Brescia

minori maggiori

PRODOTTI SINGOLI Cappuccino al banco 56 22 Caffè al banco 76 2 Bevanda al banco 32 46 Brioche al banco 3 75 Analcolico al banco 38 40 Toast al banco 38 40 Panino al banco 69 9 Camera d’albergo 18 60 Pasto a prezzo fisso 21 57 Pizza in pizzeria 29 49

PANIERI CONSUMATI AL BANCO

Caffè e brioche 24 54 Cappuccino e brioche 28 50 Toast e analcolico 37 41 Panino, bevanda caffè 66 12 Bevanda e brioche 22 56

Come ci si poteva attendere, si veda la tabella precedente, le situazioni reali sono estremamente diversificate. Brescia, ma un discorso analogo vale per le altre città, non è mai sempre più cara o meno cara delle altre città per tutti i prodotti, ma meno cara per alcuni prodotti e panieri, come nel caso del caffè e brioche dove il basso prezzo della brioche bilancia l’alto prezzo del caffè, e più cara per altri prodotti e panieri, come nel caso del panino e bevanda. La disponibilità dei dati mensili per il 1995 consente di effettuare un secondo tipo di analisi relativo alle dinamiche locali dei prezzi. Un indicatore, anche se grossolano, dell’andamento tendenziale dei prezzi è rappresentato dalla “differenza”, calcolata in qualche modo, tra i due punti estremi della serie dei dati: dicembre 1995 e gennaio 1995. Una strada consiste nel calcolare i numeri indici dei prezzi di dicembre 1995 con base gennaio 1995=100.

Tabella C - Valori medi, minimi e massimi nazionali delle medie delle quotazioni di prezzo rilevate per prodotto e differenza tra il prezzo massimo ed il minimo

Prodotto Prezzo massimo

naziona-le

Brescia minimo naziona-le

differen-za tra massimo e minimo

PRODOTTI SINGOLI

Cappuccino al banco

2033 1800 1325 708

Caffè al banco 1443 1400 1000 443 Bevanda al banco 2900 2367 1414 1486 Brioche al banco 1800 967 917 883 Analcolico al banco

3417 2533 1600 1817

Toast al banco 4167 2550 1444 2723 Panino al banco 4900 3917 1233 3667 Camera d'albergo 226667 78500 41500 185167 Pasto al ristorante 51500 28163 18000 33500 Pizza in pizzeria 20000 7000 4500 15500

PANIERI CONSUMATI AL BANCO

Caffè e brioche 3000 2367 1999 1001 Cappuccino e brioche

3571 2767 2284 1287

Toast e analcolico 7000 5083 3650 3350 Panino, bevanda e caffè

9000 7684 4476 4524

Bevanda e brioche 4200 3334 2464 1736 Un’altra strada, più semplice, ma non per questo banale, si limita a considerare il segno della variazione tra i due periodi che potrà essere: positivo, quando il valore di dicembre è superiore a quello di gennaio, nullo, quando i due valori coincidono, e negativo quando il valore di dicembre è inferiore a quello di gennaio, meglio quando il valore calcolato nel mese di dicembre risulta inferiore all’analogo valore calcolato per gennaio. Quest’ultima notazione chiarisce anche i limiti di tale approccio che rimandano ai limiti generali sull’uso dei dati medi di cui già si è detto.

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Tabella D - Segno delle variazioni delle medie delle quotazioni di prezzo rilevate tra gennaio 1995 e dicembre 1995 per provincia, numero di prezzi invariati ed aumentati.

Provincia Prodotti numero prezzi

cap-puc-cio

caffè bevanda

brio-che

anal-coli-co

toast pani-no

camera

pasto al risto-rante

pizza inva-riati

au-men-tati

01 TORINO + + + + + + + + + + 0 10 02 VERCELLI + + + + + + = + = + 2 8 03 NOVARA + + = + = = = + = = 6 4 04 CUNEO + + - + - + - + + - 0 6 05 ASTI = = + = + + + + + + 3 7 06 ALESSANDRIA + = - + + + + = = - 3 5 07 AOSTA + + + + + + + + = + 1 9 08 IMPERIA = = + = + + = = = = 7 3 09 SAVONA + + + + = + = + = + 3 7 10 GENOVA + + + + + + + + + + 0 10 11 LA SPEZIA = = + + = = + = = = 7 3 12 VARESE + = - - - + + + - + 1 5 13 COMO + + + + = = = + - = 4 5 14 SONDRIO + + + + - + = + + = 2 7 15 MILANO + + + + + + = + + + 1 9 16 BERGAMO = = = + = + = + - + 5 4

17 BRESCIA + + + = + + + - + + 1 8 18 PAVIA + + + + + + + + + + 0 10 19 CREMONA + + + + + + + = + + 1 9 20 MANTOVA + + = + = + + + + + 2 8 21 BOLZANO-BOZEN + + + + + + + - - + 0 8 22 TRENTO = = = + = = = = + - 7 2 23 VERONA + + + + + + + + = + 1 9 24 VICENZA = = = + = + = + = = 7 3 25 BELLUNO + = + + + + = = + = 4 6 26 TREVISO + + = = = = - + = + 5 4 27 VENEZIA + + + + + + + + + + 0 10 28 PADOVA + + + + + + + + + = 1 9 29 ROVIGO + + + + + + + + + + 0 10 30 UDINE + + + + + + + + + + 0 10 31 GORIZIA + + + + + = + + + + 1 9 32 TRIESTE + + + = + + - = + + 2 7 33 PIACENZA = = = = = = = + = + 8 2 34 PARMA = = + + + + + - + + 2 7 35 REGGIO NELL'EMILIA = = = = = = = + = = 9 1 36 MODENA + + + + + + - + - - 0 7 37 BOLOGNA + + + + + + + + + - 0 9 38 FERRARA = = = = + = + + = - 6 3 39 RAVENNA + + + + + + + + + + 0 10 40 FORLI' + + + + + + + - + + 0 9 41 PESARO E URBINO + + + + + = + + + + 1 9 42 ANCONA = = + = = = + + + = 6 4

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica 10

Segue tabella 4 - Segno delle variazioni delle medie delle quotazioni di prezzo rilevate tra gennaio 1995 e dicembre 1995 per provincia, numero di prezzi invariati ed aumentati.

Provincia Prodotti numero prezzi

cap-puc-cio

caffè bevanda

brio-che

anal-coli-co

toast pani-no

camera

pasto al risto-rante

pizza inva-riati

au-men-tati

43 MACERATA = + = + = = + + + + 4 6 45 MASSA-CARRARA + + + + + + + + + + 0 10 46 LUCCA + + - + + + = = = = 4 5 47 PISTOIA + + = + + + = + + = 3 7 48 FIRENZE + + + + + + + + + + 0 10 49 LIVORNO + + + + + = + + = + 2 8 50 PISA + + - + + = + + + - 1 7 51 AREZZO + = + = = = + = = + 6 4 52 SIENA = = - = + = + + - = 5 3 53 GROSSETO = = = + = = = + + = 7 3 54 PERUGIA + + - - + + + + = - 1 6 55 TERNI + + + = = + = + = + 4 6 56 VITERBO + + = = + = + + = = 5 5 57 RIETI + = + + + + = = + + 3 7 58 ROMA + + + + + + + = + + 1 9 59 LATINA + + + + + - + - - + 0 7 63 NAPOLI + = + + + + + - + + 1 8 66 L'AQUILA = = + + + + = + - = 4 5 67 TERAMO + = + = + = + = + + 4 6 68 PESCARA + + + + - + + + = + 1 8 69 CHIETI + + + = = + + = + + 3 7 70 CAMPOBASSO + + = = = = + = = = 7 3 71 FOGGIA = = = = = = + + + + 6 4 72 BARI + + + + + - = + - + 1 7 73 TARANTO + + = = = = + = + + 5 5 76 POTENZA + + + + + = + + + - 1 8 78 COSENZA + + + = + = + + = = 4 6 80 REGGIO CALABRIA + + + + + - + + - - 0 7 81 TRAPANI = = = = = = = + = = 9 1 82 PALERMO + + + + + = + + + = 2 8 83 MESSINA = = + + - = = = = = 7 2 84 AGRIGENTO = = = = = = = = = + 9 1 87 CATANIA - = + + = - + + + + 2 6 89 SIRACUSA + + + = + = = + + = 4 6 90 SASSARI + + + = + - = = = = 5 4 92 CAGLIARI-OLBIA + + = + + + + + - - 1 7 93 PORDENONE + = + + + + - = + + 2 7

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 11

NUMERI INDICI DEI PREZZI Tab. A - Numeri indici con base Brescia=100 delle medie provinciali delle quotazioni di prezzo rilevate dei prodotti venduti presso i pubblici esercizi. Dicembre 1995. Prodotti singoli

Provincia Prodotti singoli Cappu

ccino al banco

Caffè al banco

Bevan-da al banco

Brioche al banco

Analco-lico al banco

Toast al banco

Panino al banco

Camera d’albergo

Pasto a prezzo fisso al risto-rante

Pizza in pizzeria

01 TORINO 98,9 97,9 113,2 134,4 128,3 132,5 72,8 208,9 163,3 133,3 02 VERCELLI 98,9 98,6 121,7 134,4 114,5 137,3 109,8 82,8 93,2 121,4 03 NOVARA 91,7 92,9 105,6 121,5 113,5 107,8 97,9 101,9 63,9 178,6 04 CUNEO 92,2 97,1 103,9 113,8 102,6 117,6 60,3 110,4 85,2 123,8 05 ASTI 87,8 92,9 116,6 124,1 103,4 139,6 58,7 174,1 76,9 116,7 06 ALESSANDRIA 90,7 90,5 101,4 131 111,8 163,4 102,1 179 182,8 107,1 07 AOSTA 100 100 114,1 144,8 126,3 149 125,1 141,4 98 152,9 08 IMPERIA 94,4 92,9 100,3 113,8 108,6 112,7 83 88,9 133,1 95,2 09 SAVONA 85,6 82,9 92,9 111,7 90,8 102 91,9 159,2 118,3 107,1 10 GENOVA 86,1 87,5 107,2 117,7 104,6 102,9 88,7 163,2 137,6 135,7 11 LA SPEZIA 83,3 92,9 105,6 124,1 98,7 71,9 59,6 115,9 130,2 285,7 12 VARESE 96,7 91,4 109,8 128,2 124 129,4 103,7 150,7 147,9 103,6 13 COMO 98,9 92,9 108,2 122 110,5 103,5 97,9 116,4 110,1 133,3 14 SONDRIO 104,2 94,6 107,7 113,8 111,5 117,6 63,8 126,1 121,9 78,6 15 MILANO 94,4 92,2 111,7 119,4 123,8 137,3 111,2 180 163,1 210 16 BERGAMO 100 89,3 114,1 108,6 134,9 123,1 93,6 195,8 75,7 132,1 17 BRESCIA 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 18 PAVIA 111,1 100 105,6 126,2 122,4 110,6 104,7 114,6 157,4 135,7 19 CREMONA 111,1 100 108,6 131,4 121,2 107,8 97,9 118,9 111,8 95,2 20 MANTOVA 103,7 100 109,8 120,7 118,4 111,1 97,9 143,3 115,4 139,3 21 BOLZANO-BOZEN 111,9 103,1 104,4 161 97,6 119,6 80,2 194,9 129 116,3 22 TRENTO 104,4 100 103,1 126,2 97,1 103,5 85,3 155 98,2 97,1 23 VERONA 112,9 97,6 118,3 120,7 110,5 124,2 95,3 177,1 106,5 78,6 24 VICENZA 100 92,9 91,3 121,5 86,9 94,1 70,2 183,4 110,9 173,8 25 BELLUNO 107,4 92,9 105,6 120,7 98,7 111,1 93,6 83,7 113,4 88,1 26 TREVISO 87,5 87,5 105,6 106 98,7 102 63,8 97,7 124,3 91,4 27 VENEZIA 93,3 91,6 94,8 120 88,6 96,7 95,9 226,1 109,4 144 28 PADOVA 91,1 91,4 95,5 122 90,8 102,7 94,5 194,6 103,7 128,6 29 ROVIGO 99,3 99,1 105,1 130,6 98,7 101,4 79,1 108,3 118,3 131,6 30 UDINE 107,4 95,2 100,7 122,9 96,1 115,7 90,8 163,1 145,6 86,9 31 GORIZIA 102,8 101,8 100,3 142,2 99,7 113,7 110,6 105,1 104,1 86,2 32 TRIESTE 103,7 92,9 116,9 131 114,5 124,2 89,4 212,3 110,8 78,7 33 PIACENZA 111,1 100 105,6 125,9 118,4 130,7 95,7 155 113,6 104,3 34 PARMA 111,1 100 112,7 144,8 105,3 131,4 89,4 109,1 137,6 133,3 35 REGGIO NELL'EMILIA 111,1 100 122,5 134,4 114,5 108,2 91,9 99,8 124,3 123,8 36 MODENA 105,6 97,1 109,8 132,4 112,1 105,9 63,8 140,6 112,9 97,6 37 BOLOGNA 108,7 99,4 109,1 136,3 105,5 111,1 80,4 135,3 81,7 126,9 38 FERRARA 111,1 100 116,2 134,4 123,4 110,8 68,9 288,7 177,5 123,2 39 RAVENNA 105,6 100 102,8 134,4 106,6 108,5 62,1 116,8 82,2 92,9 40 FORLI' 105,6 100 114,1 124,1 116,1 98 72 140,4 118,2 128,6 41 PESARO E URBINO 105,6 100 101,4 124,1 111,8 130,7 85,1 138,5 86,4 109,5 42 ANCONA 100 92,9 112,7 124,1 118,4 98 85,1 80,6 110,1 230 43 MACERATA 100 92,9 105,6 124,1 118,4 66,7 55,5 94,3 99,4 121,4

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

12

Segue - Numeri indici con base Brescia=100 delle medie provinciali delle quotazioni di prezzo rilevate dei prodotti venduti presso i pubblici esercizi. Dicembre 1995. Prodotti singoli

Provincia Prodotti singoli Cappu

ccino al banco

Caffè al banco

Bevan-da al banco

Brioche al banco

Analco-lico al banco

Toast al banco

Panino al banco

Camera d’albergo

Pasto a prezzo fisso al risto-rante

Pizza in pizzeria

45 MASSA-CARRARA 100 91,4 105,6 124,1 98,7 137,3 89,4 82,8 103 100 46 LUCCA 81,7 91,9 82,7 104,9 80,7 83,3 31,5 186,8 121,6 103,6 47 PISTOIA 88,9 92,9 84,5 111,7 82,9 91,5 44,9 144,4 92,3 104,8 48 FIRENZE 91,7 92,9 103,5 130,3 104,2 122,1 63,8 248,4 107,9 118,6 49 LIVORNO 82,4 90,5 96,5 122,3 94,7 89,2 76,6 123,1 89,9 71,4 50 PISA 84,4 90,7 87,5 115,8 82,9 87,8 50,4 96,8 66,7 107,1 51 AREZZO 83,3 89,3 95,1 129,3 88,8 84,3 59,4 120,1 111,8 103,6 52 SIENA 88,9 92,9 96,3 134,4 94,7 105,9 64,5 144,4 111,5 88,6 53 GROSSETO 87,1 85,7 87,3 120,7 98,7 92,8 59,6 58,6 104,7 107,1 54 PERUGIA 80,9 82,6 98,4 128,5 93,1 88 51,1 150,6 102,1 104,6 55 TERNI 88,9 90,5 87,3 106,8 105,3 68 38,3 123,1 63,9 83,3 56 VITERBO 76,4 80,4 82,4 103,4 83,9 65,4 59,6 120,2 80,5 102,4 57 RIETI 78,5 83,9 59,7 108,6 81,9 61,8 63,8 88,3 97,1 90,6 58 ROMA 73,6 77,2 85,3 108,6 90,6 90 78,5 209,9 125 207,1 59 LATINA 76,5 73,8 90,1 99,9 88,6 56,6 67 112,3 124,3 109,5 63 NAPOLI 83,3 77,7 75,6 126,2 76,2 89,2 81,7 218,4 76,3 79,8 66 L'AQUILA 83,3 85,7 97,2 116,3 90,8 64,7 58,7 98,4 109,2 103,6 67 TERAMO 100 78,6 71,8 113,8 71,1 78,4 97 63,7 134,9 257,1 68 PESCARA 83,3 85,7 112,7 110,3 108,6 111,1 74,5 100,3 113,6 78,6 69 CHIETI 87,1 80,9 105,6 103,4 98,7 98 63,8 100,6 65,1 73,8 70 CAMPOBASSO 87,5 85,7 100,3 129,3 76 71,9 72,3 143,3 92,3 71,4 71 FOGGIA 91,1 85,7 84,5 103,4 114,5 81,1 69,8 98,7 119,8 85,7 72 BARI 87,9 78,6 87,7 106,8 102,6 85 78,2 137,3 140,8 109,5 73 TARANTO 88,9 85,7 84,5 155,1 79 98 76,6 143,9 106,5 285,7 76 POTENZA 81,1 81,4 76,9 111,7 79 69 72 147,3 114,8 142,9 78 COSENZA 92,2 77,1 72,7 124,1 82,9 65,9 63,8 161,1 117,2 64,3 80 REGGIO CALABRIA 83,3 76,2 88 103,4 97,4 79,1 74,5 211,1 114,5 88,1 81 TRAPANI 94,4 78,6 97,2 186,1 105,3 70,6 68,1 84,1 159,8 104,8 82 PALERMO 107,4 81,3 93,5 112,5 103,6 78,4 65,7 182,2 111,2 100 83 MESSINA 88,9 75 95,1 147,4 103,6 98 54,5 149,9 159,8 90,5 84 AGRIGENTO 77,8 71,4 63,4 155,1 63,2 98 102,1 82,8 124,3 185,7 87 CATANIA 86,7 85,7 104,8 122 102,6 91 89,4 99 131,4 84,3 89 SIRACUSA 94,4 85,7 105,6 165,5 98,7 78,4 102,1 132,5 106,5 171,4 90 SASSARI 84,7 80,4 85,6 95,1 81,9 69,6 51,1 52,9 106,5 89,3 92 CAGLIARI-OLBIA 75,9 79,8 81,7 94,8 79 79,2 65,1 208,1 82,8 76,8 93 PORDENONE 111,1 92,9 102,5 124,1 101,7 95,6 74 100,6 132,5 109,5

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 13

Graf. A- Distribuzione delle medie delle quotazioni del caffè al banco

0

10

20

30

40

50

Graf. B- Distribuzione delle medie delle quotazioni del cappuccino al banco

0

5

10

15

20

25

30

Graf. C- Distribuzione delle medie delle quotazioni della brioche al banco

0

5

10

15

20

25

30

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

14

Graf. D- Distribuzione delle medie delle quotazioni della bevanda di essenza al banco

0

5

10

15

20

Graf. E- Distribuzione delle medie delle quotazioni dell’analcolico al banco

0

5

10

15

Graf. F- Distribuzione delle medie delle quotazioni del toast al banco

0

2

4

6

8

10

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 15

Graf. G- Diagramma di dispersione delle medie provinciali delle quotazioni rilevate della brioche e del caffè al banco

Graf. H- Diagramma di dispersione delle medie provinciali delle quotazioni rilevate della brioche e del cappuccino al banco

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

16

Graf. I- Diagramma di dispersione delle medie provinciali delle quotazioni rilevate del toast e analcolico al banco

Graf. J- Diagramma di dispersione delle medie provinciali delle quotazioni rilevate della brioche e della bevanda al banco

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 17

Tab. B - Numeri indici con base Brescia=100 delle medie provinciali delle quotazioni di prezzo rilevate dei prodotti venduti presso i pubblici esercizi. Dicembre 1995. Panieri di prodotti Provincia Panieri Caffè e

brioche Cappuccino e brioche

Toast e analco-lico

Panino, bevan-da e caffè

Bevan-da e brioche

01 TORINO 112,8 111,3 130,4 89,8 119,4 02 VERCELLI 113,2 111,3 125,9 111,4 125,4 03 NOVARA 104,6 102,1 110,7 99,3 110,2 04 CUNEO 103,9 99,7 110,2 80,4 106,8 05 ASTI 105,6 100,5 121,6 82,8 118,8 06 ALESSANDRIA 107,1 104,8 137,7 99,8 110 07 AOSTA 118,3 115,6 137,7 117,1 123 08 IMPERIA 101,4 101,2 110,7 90,1 104,2 09 SAVONA 94,6 94,7 96,4 90,6 98,4 10 GENOVA 99,8 97,1 103,8 94,2 110,3 11 LA SPEZIA 105,6 97,6 85,2 79,8 111 12 VARESE 106,5 107,7 126,7 103,3 115,2 13 COMO 104,8 107 107 100,1 112,2 14 SONDRIO 102,5 107,5 114,6 83 109,5 15 MILANO 103,3 103,2 130,6 107,9 114 16 BERGAMO 97,2 103 129 99,1 112,5 17 BRESCIA 100 100 100 100 100 18 PAVIA 110,7 116,4 116,5 104,1 111,6 19 CREMONA 112,8 118,2 114,5 101,6 115,2 20 MANTOVA 108,4 109,6 114,8 101,9 113 21 BOLZANO-BOZEN 126,7 129,1 108,6 91,8 120,8 22 TRENTO 110,7 112 100,3 93,4 109,8 23 VERONA 107,1 115,6 117,4 102,8 119 24 VICENZA 104,6 107,5 90,5 80,8 100 25 BELLUNO 104,2 112 104,9 97,2 110 26 TREVISO 95,1 94 100,3 81 105,7 27 VENEZIA 103,2 102,6 92,7 94,8 102,1 28 PADOVA 103,9 101,9 96,8 94,2 103,2 29 ROVIGO 112 110,3 100,1 90,8 112,5 30 UDINE 106,5 112,8 105,9 94,7 107,1 31 GORIZIA 118,3 116,6 106,7 105,8 112,5 32 TRIESTE 108,4 113,3 119,4 98,5 121 33 PIACENZA 110,6 116,3 124,6 99,6 111,5 34 PARMA 118,3 122,9 118,4 98,5 122 35 REGGIO NELL'EMILIA 114,1 119,3 111,4 102,8 126 36 MODENA 111,5 114,9 109 84,1 116,4 37 BOLOGNA 114,4 118,4 108,3 92,7 117 38 FERRARA 114,1 119,3 117,1 89,1 121,5 39 RAVENNA 114,1 115,6 107,6 81,5 112 40 FORLI' 109,8 112 107 90,1 117 41 PESARO E URBINO 109,8 112 121,3 92,8 108 42 ANCONA 105,6 108,4 108,2 95 116 43 MACERATA 105,6 108,4 92,5 77,8 111

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

18

Segue - Numeri indici con base Brescia=100 delle medie provinciali delle quotazioni di prezzo rilevate dei prodotti venduti presso i pubblici esercizi. Dicembre 1995. Panieri di prodotti

Provincia Panieri Caffè e

brioche Cappuccino e brioche

Toast e analco-lico

Panino, bevan-da e caffè

Bevan-da e brioche

45 MASSA-CARRARA 104,8 108,4 118 94,7 111 46 LUCCA 97,2 89,8 82 58,3 89,1 47 PISTOIA 100,5 96,9 87,2 65,9 92,4 48 FIRENZE 108,2 105,2 113,2 81,3 111,3 49 LIVORNO 103,5 96,3 92 85,2 104 50 PISA 101 95,4 85,4 69,2 95,7 51 AREZZO 105,6 99,4 86,6 75,8 105 52 SIENA 109,8 104,8 100,3 79,5 107,4 53 GROSSETO 100 98,8 95,8 72,9 97 54 PERUGIA 101,4 97,6 90,5 71,4 107,1 55 TERNI 97,2 95,2 86,6 62,9 93 56 VITERBO 89,8 85,8 74,6 70,4 88,5 57 RIETI 94 89 71,8 66,2 73,9 58 ROMA 90 85,8 90,3 80,4 92,1 59 LATINA 84,5 84,7 72,6 75,4 93 63 NAPOLI 97,5 98,3 82,7 79,1 90,3 66 L'AQUILA 98,2 94,9 77,7 75,5 102,7 67 TERAMO 92,9 104,8 74,8 85,9 84 68 PESCARA 95,8 92,8 109,8 88,3 112 69 CHIETI 90,1 92,8 98,4 79,8 105 70 CAMPOBASSO 103,5 102,1 73,9 83,4 108,7 71 FOGGIA 92,9 95,4 97,7 77,2 90 72 BARI 90,1 94,5 93,8 81,2 93,2 73 TARANTO 114,1 112 88,5 80,7 105 76 POTENZA 93,8 91,8 74 75,2 87 78 COSENZA 96,3 103,4 74,4 69 87,6 80 REGGIO CALABRIA 87,3 90,4 88,2 79 92,5 81 TRAPANI 122,5 126,5 87,9 79 123 82 PALERMO 94 109,2 91 77,1 99 83 MESSINA 104,6 109,3 100,8 70,7 110,2 84 AGRIGENTO 105,6 104,8 80,7 84,6 90 87 CATANIA 100,5 99 96,8 93,4 109,8 89 SIRACUSA 118,3 119,3 88,5 100,2 123 90 SASSARI 86,4 88,4 75,7 67 88,3 92 CAGLIARI-OLBIA 85,9 82,5 79,1 72,9 85,5 93 PORDENONE 105,6 115,6 98,6 86,2 108,7

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 19

GRADUATORIE

Tab. C - Posto d’ordine occupato da ogni provincia nell’ordinamento sulle medie delle quotazioni di prezzo rilevate per ciascun prodotto.

Dicembre 1995. Cappu

ccino al banco

Caffè al banco

Bevan-da al banco

Brioche al banco

Analco-lico al banco

Toast al banco

Panino al banco

Came-ra d’al-bergo

Pasto a prezzo fisso al risto-rante

Pizza in pizze-ria

01 TORINO 32 19 10 11 2 7 45 8 3 17 02 VERCELLI 32 18 2 11 14 4 4 73 63 28 03 NOVARA 43 25 23 45 18 30 11 57 78 8 04 CUNEO 41 21 36 56 37 17 65 53 68 25 05 ASTI 54 25 5 31 36 3 70 19 73 31 06 ALESSANDRIA 47 46 41 19 20 1 7 17 1 37 07 AOSTA 23 3 7 7 3 2 1 35 61 11 08 IMPERIA 36 25 44 56 25 21 33 69 14 55 09 SAVONA 61 62 58 61 58 38 22 23 27 37 10 GENOVA 60 51 22 53 32 36 29 20 11 15 11 LA SPEZIA 64 25 23 31 43 68 66 50 17 1 12 VARESE 35 42 15 26 4 11 6 26 8 45 13 COMO 32 25 20 42 23 34 11 49 44 17 14 SONDRIO 19 24 21 56 22 17 57 42 24 72 15 MILANO 36 39 14 52 5 4 2 16 4 5 16 BERGAMO 23 49 7 65 1 14 20 10 75 20 17 BRESCIA 23 3 47 76 41 41 10 61 58 50 18 PAVIA 3 3 23 27 7 27 5 51 7 15 19 CREMONA 3 3 19 18 8 30 11 47 38 55 20 MANTOVA 21 3 15 47 9 22 11 33 31 14 21 BOLZANO-BOZEN 2 1 35 3 51 16 36 11 18 32 22 TRENTO 18 3 38 27 53 34 30 24 60 54 23 VERONA 1 20 3 47 23 12 18 18 49 72 24 VICENZA 23 25 59 45 65 50 49 14 42 9 25 BELLUNO 11 25 23 47 43 22 20 72 36 63 26 TREVISO 55 51 23 70 43 38 57 66 20 58 27 VENEZIA 40 41 56 51 63 48 16 3 46 12 28 PADOVA 45 42 53 42 58 37 19 12 55 22 29 ROVIGO 31 17 33 21 43 40 37 55 27 21 30 UDINE 11 23 43 40 54 19 24 21 9 65 31 GORIZIA 22 2 44 9 42 20 3 56 54 66 32 TRIESTE 20 25 4 19 14 12 25 5 43 71 33 PIACENZA 3 3 23 30 9 9 17 24 34 44 34 PARMA 3 3 11 7 29 8 25 54 11 17 35 REGGIO NELL'EMILIA 3 3 1 11 14 29 22 62 20 25 36 MODENA 14 21 15 17 19 32 57 36 37 53 37 BOLOGNA 10 16 18 10 28 22 35 40 71 24 38 FERRARA 3 3 6 11 6 26 51 1 2 27 39 RAVENNA 14 3 39 11 27 28 64 48 70 57 40 FORLI' 14 3 7 31 13 42 47 37 29 22 41 PESARO E URBINO 14 3 41 31 20 9 31 38 67 33 42 ANCONA 23 25 11 31 9 42 31 76 44 4

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

20

Segue - Posto d’ordine occupato da ogni provincia nell’ordinamento sulle medie delle quotazioni di prezzo rilevate per ciascun prodotto. Dicembre 1995.

Cappuccino al banco

Caffè al banco

Bevan-da al banco

Brioche al banco

Analco-lico al banco

Toast al banco

Panino al banco

Came-ra d’al-bergo

Pasto a prezzo fisso al risto-rante

Pizza in pizze-ria

43 MACERATA 23 25 23 31 9 74 72 68 59 28 45 MASSA-CARRARA 23 42 23 31 43 4 25 73 56 50 46 LUCCA 71 40 71 71 72 61 79 13 25 45 47 PISTOIA 48 25 68 61 67 52 77 30 64 41 48 FIRENZE 43 25 37 22 33 15 57 2 48 30 49 LIVORNO 70 46 51 41 55 55 40 43 66 77 50 PISA 63 45 63 55 67 58 76 67 76 37 51 AREZZO 64 49 54 23 62 60 69 46 38 45 52 SIENA 48 25 52 11 55 32 56 30 40 62 53 GROSSETO 57 53 64 47 43 51 66 78 53 37 54 PERUGIA 73 63 48 25 57 57 74 27 57 43 55 TERNI 48 46 64 68 29 73 78 43 78 69 56 VITERBO 77 67 72 72 66 76 66 45 72 49 57 RIETI 74 61 79 65 70 78 57 70 62 59 58 ROMA 79 74 67 65 61 54 38 7 19 6 59 LATINA 76 78 60 77 64 79 53 52 20 36 63 NAPOLI 64 73 75 27 76 55 34 4 74 70 66 L'AQUILA 64 53 49 54 58 77 70 65 47 45 67 TERAMO 23 70 77 56 78 65 15 77 13 3 68 PESCARA 64 53 11 64 25 22 42 60 34 72 69 CHIETI 57 66 23 72 43 42 57 58 77 76 70 CAMPOBASSO 55 53 44 23 77 68 46 33 64 77 71 FOGGIA 45 53 68 72 14 62 50 64 26 67 72 BARI 53 70 62 68 37 59 39 39 10 33 73 TARANTO 48 53 68 4 73 42 40 32 49 1 76 POTENZA 72 64 74 61 73 72 47 29 32 13 78 COSENZA 41 75 76 31 67 75 57 22 30 79 80 REGGIO CALABRIA 64 76 61 72 52 64 42 6 33 63 81 TRAPANI 36 70 49 1 29 70 52 71 5 41 82 PALERMO 11 65 57 60 34 65 54 15 41 50 83 MESSINA 48 77 54 6 34 42 73 28 5 60 84 AGRIGENTO 75 79 78 4 79 42 7 73 20 7 87 CATANIA 59 53 34 42 37 53 25 63 16 68 89 SIRACUSA 36 53 23 2 43 65 7 41 49 10 90 SASSARI 62 67 66 78 70 71 74 79 49 61 92 CAGLIARI-OLBIA 78 69 73 79 73 63 55 9 69 75 93 PORDENONE 3 25 40 31 40 49 44 58 15 33

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 21

Tab. D - Posto d’ordine occupato da ogni provincia nell’ordinamento sulle medie delle quotazioni di prezzo rilevate per alcuni panieri di prodotti. Dicembre 1995. Caffè e

brioche Cappuccino e brioche

Toast e analco-lico

Panino, bevan-da e caffè

Bevan-da e brioche

01 TORINO 14 24 4 36 10 02 VERCELLI 12 24 7 2 2 03 NOVARA 39 46 22 16 34 04 CUNEO 43 52 24 53 47 05 ASTI 30 50 9 46 12 06 ALESSANDRIA 26 38 1 14 36 07 AOSTA 3 12 1 1 3 08 IMPERIA 50 49 22 34 52 09 SAVONA 66 66 48 33 60 10 GENOVA 57 59 36 26 33 11 LA SPEZIA 30 57 66 55 30 12 VARESE 29 33 6 6 18 13 COMO 37 36 31 12 24 14 SONDRIO 49 34 18 45 40 15 MILANO 47 43 3 3 19 16 BERGAMO 60 44 5 17 22 17 BRESCIA 55 51 42 13 58 18 PAVIA 17 10 16 5 27 19 CREMONA 13 8 19 10 17 20 MANTOVA 23 27 17 9 20 21 BOLZANO-BOZEN 1 1 27 31 9 22 TRENTO 17 19 38 27 38 23 VERONA 26 12 14 7 11 24 VICENZA 39 34 55 51 57 25 BELLUNO 42 19 35 20 36 26 TREVISO 65 68 38 50 48 27 VENEZIA 48 45 51 22 56 28 PADOVA 43 48 46 25 54 29 ROVIGO 15 26 41 32 21 30 UDINE 28 18 34 24 46 31 GORIZIA 3 9 33 4 22 32 TRIESTE 23 17 11 18 8 33 PIACENZA 19 11 8 15 28 34 PARMA 3 3 12 18 6 35 REGGIO NELL'EMILIA 8 4 21 7 1 36 MODENA 16 16 26 43 15 37 BOLOGNA 7 7 28 30 13 38 FERRARA 8 4 15 37 7 39 RAVENNA 8 12 30 47 26 40 FORLI' 20 19 31 35 13 41 PESARO E URBINO 20 19 10 29 43 42 ANCONA 30 30 29 21 16

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

22

Segue - Posto d’ordine occupato da ogni provincia nell’ordinamento sulle medie delle quotazioni di prezzo rilevate per alcuni panieri di prodotti. Dicembre 1995. Caffè e

brioche Cappuccino e brioche

Toast e analco-lico

Panino, bevan-da e caffè

Bevan-da e brioche

43 MACERATA 30 30 52 61 30 45 MASSA-CARRARA 37 30 13 23 30 46 LUCCA 60 73 68 79 72 47 PISTOIA 53 60 62 77 67 48 FIRENZE 25 37 20 48 29 49 LIVORNO 45 61 53 41 53 50 PISA 52 62 65 73 62 51 AREZZO 30 53 63 64 49 52 SIENA 20 38 38 57 44 53 GROSSETO 55 55 49 68 61 54 PERUGIA 50 57 55 70 45 55 TERNI 60 64 63 78 64 56 VITERBO 75 76 74 72 73 57 RIETI 68 74 79 76 79 58 ROMA 74 76 57 54 68 59 LATINA 79 78 78 66 65 63 NAPOLI 59 56 67 58 69 66 L'AQUILA 58 65 71 65 55 67 TERAMO 70 38 73 40 78 68 PESCARA 64 69 25 38 25 69 CHIETI 72 69 44 55 49 70 CAMPOBASSO 45 46 77 44 41 71 FOGGIA 70 62 45 62 70 72 BARI 72 67 50 49 63 73 TARANTO 8 19 58 52 49 76 POTENZA 69 71 76 67 76 78 COSENZA 63 42 75 74 75 80 REGGIO CALABRIA 76 72 60 59 66 81 TRAPANI 2 2 61 59 3 82 PALERMO 67 29 54 63 59 83 MESSINA 39 28 37 71 34 84 AGRIGENTO 30 38 69 42 70 87 CATANIA 53 54 46 27 38 89 SIRACUSA 3 4 58 11 3 90 SASSARI 77 75 72 75 74 92 CAGLIARI-OLBIA 78 79 70 68 77 93 PORDENONE 30 12 43 39 41

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 23

Tab. E - Somma dei posti d’ordine nelle graduatorie delle province sui dati di dicembre 1995. A un puntaggio più basso corrisponde una posizione peggiore

Punteg-gio totale

Ordinamento

Punteg-gio totale

Ordinamento

07 AOSTA 173 1 27 VENEZIA 598 41 38 FERRARA 207 2 28 PADOVA 601 42 34 PARMA 210 3 52 SIENA 608 43 35 REGGIO NELL'EMILIA 231 4 43 MACERATA 615 44 01 TORINO 242 5 24 VICENZA 617 45 18 PAVIA 243 6 11 LA SPEZIA 626 46 21 BOLZANO-BOZEN 274 7 17 BRESCIA 629 47 33 PIACENZA 277 8 83 MESSINA 636 48 15 MILANO 292 9 04 CUNEO 638 49 02 VERCELLI 296 10 68 PESCARA 668 50 19 CREMONA 299 11 87 CATANIA 668 50 20 MANTOVA 302 12 84 AGRIGENTO 713 52 12 VARESE 310 13 09 SAVONA 720 53 32 TRIESTE 315 14 82 PALERMO 724 54 23 VERONA 333 15 26 TREVISO 750 55 06 ALESSANDRIA 351 16 51 AREZZO 769 56 37 BOLOGNA 359 17 72 BARI 771 57 40 FORLI' 363 18 67 TERAMO 776 58 31 GORIZIA 389 19 70 CAMPOBASSO 793 59 41 PESARO E URBINO 408 20 49 LIVORNO 797 60 89 SIRACUSA 408 20 58 ROMA 799 61 36 MODENA 417 22 54 PERUGIA 801 62 42 ANCONA 422 23 71 FOGGIA 830 63 16 BERGAMO 432 24 53 GROSSETO 837 64 13 COMO 437 25 47 PISTOIA 852 65 30 UDINE 459 26 69 CHIETI 860 66 29 ROVIGO 460 27 63 NAPOLI 861 67 48 FIRENZE 471 28 80 REGGIO CALABRIA 866 68 22 TRENTO 480 29 78 COSENZA 882 69 39 RAVENNA 484 30 66 L'AQUILA 896 70 05 ASTI 494 31 76 POTENZA 896 70 03 NOVARA 495 32 46 LUCCA 900 72 45 MASSA-CARRARA 503 33 50 PISA 921 73 93 PORDENONE 503 33 55 TERNI 925 74 25 BELLUNO 514 35 59 LATINA 961 75 10 GENOVA 540 36 92 CAGLIARI-OLBIA 1015 76 14 SONDRIO 540 36 56 VITERBO 1032 77 81 TRAPANI 551 38 90 SASSARI 1050 78 08 IMPERIA 585 39 57 RIETI 1051 79 73 TARANTO 596 40

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

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INDICATORI DI TENDENZA DEI PREZZI ASSOLUTI

Tab. F - Numeri indici con base gennaio 1995=100 delle medie provinciali delle quotazioni di prezzo rilevate in dicembre 1995 per i prodotti venduti presso i pubblici esercizi. Prodotti singoli

Provincia Prodotti singoli Camera

d’alber-go

Pasto al ristoran-te

Cappuc-cino al banco

Caffè al banco

Bevan-da al banco

Brioche al banco

Analco-lico al banco

Toast al banco

Panino al banco

Pizza in pizzeria

01 TORINO 112,3 103,8 107,9 107 102,9 109,2 115,9 112 107,3 109,6 02 VERCELLI 102,6 100 106 106,2 102,9 106,6 104,3 102 102,9 100 03 NOVARA 105,3 100 101,5 102 100 109,3 100 100 100 100 04 CUNEO 104,4 107,5 103,8 104,6 98,4 101,9 94,9 96,3 103,4 98,3 05 ASTI 154,7 110,2 100 100 101,5 100 108,3 106,5 114,8 107,5 06 ALESSANDRIA 100 100 108,9 100 96 108,6 123,2 83,3 145,3 141,2 07 AOSTA 107,1 100 105,9 107,7 103,8 104,5 103,2 109,9 102,7 106,5 08 IMPERIA 100 100 100 100 105,6 100 110 100 104,5 100 09 SAVONA 111,9 100 102,7 103,6 104,8 103,8 100 112,5 104 100 10 GENOVA 102,2 101 102,4 102,1 104,1 103,5 101,4 110,9 105 104,9 11 LA SPEZIA 100 100 100 100 115,4 109,1 100 100 100 120,7 12 VARESE 136,5 96,2 101,2 100 94,9 98,4 97,5 110,3 107,8 114 13 COMO 106 91,2 101,1 101,6 104,1 101,7 100 100 100 100 14 SONDRIO 105,3 107,3 107,1 103,9 103 110 98,3 100 104,3 100 15 MILANO 101 106,6 105,6 106 110,2 102,5 116,1 105,6 111,1 100 16 BERGAMO 102,7 94,8 100 100 100 101,6 100 123,3 101,3 100 17 BRESCIA 98,9 102,4 101,9 103,7 103,7 100 101,3 107,7 105,5 111,4 18 PAVIA 101,4 102,3 112,4 107,7 102,5 115,1 106,9 107,6 108,5 115,8 19 CREMONA 100 100,8 111,1 107,7 109,1 107,2 113,2 105,3 101,9 104,5 20 MANTOVA 102,3 120,4 101,8 105 100 103 100 111,4 113,3 104,5 21 BOLZANO-BOZEN 78,7 90,5 103,7 102,1 108,1 103,8 106,8 103,6 107,7 110,6 22 TRENTO 100 102,5 100 100 100 103,4 100 88,3 100 100 23 VERONA 113,9 100 107 105,2 106,3 103 103,7 103,1 105,6 104,7 24 VICENZA 101,1 100 100 100 100 104,4 100 100 104,3 100 25 BELLUNO 100 108,9 109,4 100 108,7 103 108,7 100 106,2 100 26 TREVISO 107 100 101,6 102,1 100 100 100 102,6 100 78,9 27 VENEZIA 104,9 104,6 105,7 106 110,3 108,4 107,4 116,6 104,2 106,7 28 PADOVA 102,3 102,1 103,8 101,6 102,7 105,4 102,7 100 102,3 105,7 29 ROVIGO 113,3 103,1 105,2 106,8 100,5 106,4 100,5 107,5 100,9 110 30 UDINE 134,7 109,3 105,9 103,2 104,7 101,1 105 109 113,1 109,5 31 GORIZIA 102,5 110 112,1 111,8 110,5 103,8 112,2 107,7 100 104 32 TRIESTE 100 106,6 101,9 102,6 109,2 100 110,1 102 105,6 91,3 33 PIACENZA 105,8 100 100 100 100 100 100 107,4 100 100 34 PARMA 95,2 161,5 100 100 105,3 116,7 117,6 107,7 128,8 116,7 35 REGGIO NELL'EMILIA 120,5 100 100 100 100 100 100 100 100 100 36 MODENA 104,1 89,8 105,6 104,6 104,8 104,9 101,4 67,2 108 94 37 BOLOGNA 103,7 103,8 108,7 107 106,8 102,1 106,5 96,7 109,9 105,7 38 FERRARA 130,8 100 100 100 100 100 104,2 93,2 100 101,5 39 RAVENNA 107,8 113,9 105,6 110,5 121,6 102,6 115,7 105,4 113,7 104,3 40 FORLI' 97,8 101,2 102,2 102,9 103,1 101,7 105 102,3 105,3 102,2 41 PESARO E URBINO 102,4 101,4 105,6 107,7 107,5 112,5 110,4 104,6 100 105,2 42 ANCONA 116,3 104,6 100 100 106,7 100 100 100 100 111,1

LA COLAZIONE AL BAR DEGLI ITALIANI 25

Segue - Numeri indici con base gennaio 1995=100 delle medie provinciali delle quotazioni di prezzo rilevate in dicembre 1995 per i prodotti venduti presso i pubblici esercizi. Prodotti singoli

Provincia Prodotti singoli Camera

d’alber-go

Pasto al ristoran-te

Cappuc-cino al banco

Caffè al banco

Bevan-da al banco

Brioche al banco

Analco-lico al banco

Toast al banco

Panino al banco

Pizza in pizzeria

43 MACERATA 113,8 103,7 100 108,3 100 120 100 106,2 100 108,8 45 MASSA-CARRARA 113 145 120 106,7 110,6 115,4 113,6 155,6 152,2 140 46 LUCCA 100 100 101,9 102,3 97,8 102,8 105,9 100 103,7 100 47 PISTOIA 104,6 101,3 101,3 101,6 100 101,9 105 100 120,7 100 48 FIRENZE 104,5 100,7 105,8 104 108,4 103,3 108,6 108,6 108,5 104,2 49 LIVORNO 101,8 100 103,5 104,1 103,8 102,9 102,9 125 100 112,5 50 PISA 102,2 102,1 102 102,4 99,5 104,7 103,4 98,4 100 111,3 51 AREZZO 100 100 101,7 100 105,9 100 100 123,4 100 103,3 52 SIENA 104,6 94 100 100 95,8 100 100,7 100 100 105,2 53 GROSSETO 102,2 103,5 100 100 100 103 100 100 100 100 54 PERUGIA 104,6 100 106,3 106,5 97,6 98,9 105,1 99,1 104,7 108,1 55 TERNI 107,4 100 106,7 105,6 103,4 100 100 109,4 104 100 56 VITERBO 103,7 100 101,9 102,3 100 100 106,2 100 100 107,7 57 RIETI 100 106 102,8 100 116,5 105 105,1 106 105 100 58 ROMA 100 103,9 103,9 106,1 105,5 106,3 105,5 104,8 105,8 108,1 59 LATINA 86,6 88,4 107,8 104,6 107,9 104,8 103,6 104,5 92,2 104 63 NAPOLI 98,4 102,9 103,4 100 103,5 101,7 106,6 105,7 105,8 123,1 66 L'AQUILA 105,5 91,1 100 100 112,2 112,5 107 100 110 100 67 TERAMO 100 126,7 112,5 100 113,3 100 105,9 112,5 100 118,8 68 PESCARA 106,7 100 116,9 110,8 106,7 106,7 89,2 106,4 107,6 103 69 CHIETI 100 103,8 104,5 103 107,2 100 100 106,9 107,2 115,4 70 CAMPOBASSO 100 100 103,3 104,3 100 100 100 100 100 106,2 71 FOGGIA 106,9 103,8 100 100 100 100 100 102,9 100 102,5 72 BARI 105,5 96,5 103,3 101,6 101,6 104,1 106,3 103,4 92,9 100 73 TARANTO 100 120 106,7 109,1 100 100 100 111,1 100 120 76 POTENZA 103,9 102,1 105,8 109,6 104,6 108 104,2 97,1 100 103,7 78 COSENZA 117,7 100 101,2 103,8 101,2 100 104 100 100 103,3 80 REGGIO CALABRIA 144,4 82,7 101,1 103,3 104,2 101,7 103,5 92 98,9 112,2 81 TRAPANI 111,2 100 100 100 100 100 100 100 100 100 82 PALERMO 101,8 111,9 105,5 103,5 108,6 104,8 110,2 100 100 117 83 MESSINA 100 100 100 100 105,9 103,6 99,1 100 100 100 84 AGRIGENTO 100 100 100 100 100 100 100 108,3 100 100 87 CATANIA 101,6 118,4 98,7 100 102,5 101,7 100 101,7 96,7 106,1 89 SIRACUSA 105,1 107,1 113,3 109,1 147,1 100 125 100 100 100 90 SASSARI 100 100 101,7 102,3 106,6 100 106,4 100 98,6 100 92 CAGLIARI-OLBIA 135,7 90,9 101,3 101,5 100 101,9 104,3 93,5 105,2 103,4 93 PORDENONE 100 102,8 101,3 100 107,8 102,1 109,6 102,2 103,2 96,7

SISTAN - COMUNE DI BRESCIA - Settore Statistica

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI O. Attanasio, P. Onofri, I mutamenti strutturali nei modelli di comportamento dei consumatori, Economia italiana,

Banco di Roma, 1993 L. Biggeri (a cura di), I numeri indici nella teoria e nella pratica, Rassegna della letteratura sui cicli economici, ISCO,

anno XXVIII, 1986, vol. 1, n. 1-2 e n 3-4 L. Campiglio, Il costo del vivere, Il Mulino, Bologna, 1996 Comune di Brescia, Servizio Statistica, La documentazione statistica dei prezzi, Brescia, 1989 M. Fattoretto, M. Trentini, La colazione al bar dei bresciani. I prezzi nei pubblici esercizi a Brescia dal 1985 al

1995, Comune di Brescia, Settore Statistica, settembre 1996 P. Kotler, Marketing managementi. Analisi, pianificazione e controllo dell’azione sul mercato, ISEDI, Mondadori,

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Torino, 1993 M. Palamenghi, La rilevazione dei prezzi al consumo a livello locale: il caso del Comune di Brescia, Notiziario

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AVVERTENZE SEGNI CONVENZIONALI trattino, -, quando il fenomeno non esiste, o esiste ma non si è verificato; CORREZIONI E RETTIFICHE I dati riportati in pubblicazioni anteriori che non concordino con quelli presenti si intendono rettificati. COMPOSIZIONE PERCENTUALE E RAPPORTO Le composizioni percentuali ed i rapporti sono arrotondate automaticamente alla prima cifra decimale. Il totale dei valori percentuali così calcolati può risultare non uguale a 100. DISPONIBILITÀ DEI DATI Tutti i dati pubblicati sono disponibili, a richiesta, su supporto magnetico.

NOTA Al fine di favorire la diffusione e l'utilizzazione dei dati e delle informazioni, è consentita la riproduzione parziale o totale del contenuto della presente pubblicazione, con citazione della fonte: SISTAN, Comune di Brescia, Settore Statistica.

Ultimato il 12 Settembre 1997. Per ulteriori informazioni contattare: Comune di Brescia, Settore Statistica, Corsetto S. Agata n. 14, M. Fattoretto e M. Trentini, tel. 030/2978363, telefax 030/3774761.