Gli Italiani di Brisbane 2

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Gli italiani di Brisbane 2 FABIO BAGGIO

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Gli italiani di Brisbane 2

FABIO BAGGIO

2 Introduzione

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Gli italiani di Brisbane 2

Fatti e personaggi della collettività italiana

dal 1945 al 1990

Scalabrini Migration Center Rintocchi - Brisbane

2008

4 Introduzione

Gli italiani di Brisbane 2

First Edition Copyright © 2008 by

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Scalabrini Migration Center 4, 13th Street, New Manila, Quezon City - Philippines

ISBN 978-971-8789-13-1 Printed in Australia

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Top illustration - 1898: courtesy of the John Oxley Library - Brisbane Bottom illustration - 2004: courtesy of Rintocchi - Brisbane

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INTRODUZIONE Ci sono voluti quasi quattro anni per completare un progetto che iniziò nel 2002, grazie a una felice intuizione di P. Mauro Conte, missionario scalabriniano, e che produsse il suo primo “frutto” nel 2004, allorquando fu pubblicato il primo tomo de “Gli Italiani di Brisbane”. Il secondo volume ha richiesto tempi indubbiamente più lunghi.

Sin dall’inizio avevo espresso a P. Mauro una certa titubanza a estendere l’analisi storica a fatti avvenuti dopo la seconda guer-ra mondiale. Sui banchi di scuola della Gregoriana avevo impa-rato che il racconto di avvenimenti dai quali non siano ancora trascorsi cinquant’anni appartiene più alla “cronaca” che alla “storia”. Molti archivi pubblici e privati condividono questa visione e non permettono l’esame di documenti concernenti persone che ragionevolmente potrebbero essere ancora in vita. Cinquant’anni segnano generalmente il passaggio di due gene-razioni e possono garantire un minimo di oggettività all’analisi storica. Quando i protagonisti degli avvenimenti trattati sono ancora in vita si rende necessario consultarli al fine di confer-mare o smentire le notizie riscontrate nei documenti. Il proble-ma è che spesso i ricordi variano considerabilmente da persona a persona e talvolta arrivano a contraddirsi. Lo storico si trova allora nella scomodissima posizione di dover decidere quale memoria debba prevalere, con il rischio di far torto all’uno o all’altro. Dopo aver esternato tutte le mie perplessità, ho co-munque accettato la sfida limitandomi a scrivere la cronologia degli eventi che hanno marcato la vita della collettività italiana di Brisbane dal 1945 al 1990.

A livello metodologico, data la diversa natura dello studio, si sono rese necessarie alcune modifiche rispetto al primo volu-me. Si è cercato di supplire alla limitatezza delle fonti archivi-stiche con la consulta di emeroteche e la raccolta di interviste a informanti chiave. Le fonti non pubblicate che sono state ogget-

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to di consulta si riducono essenzialmente ai documenti conser-vati negli Archives of the Archdiocese of Brisbane e nell’Archivio di Casa Italia, a qualche monografia “pro manuscripto” riscontrata in collezioni private e a un paio di tesi di laurea accessibili solo presso le biblioteche universitarie. Ho visitato anche l’archivio dei padri cappuccini a Sydney; ho raccolto qualche testimo-nianza e un interessante opuscolo, ma non sono riuscito ad ot-tenere l’autorizzazione necessaria per la consulta diretta dei documenti conservati. Pur avendone la possibilità, ho deciso di non consultare l’archivio della sezione di Brisbane della Società Dante Alighieri, al fine di non interferire con il lavoro dello sti-mato collega australiano Don Dignan. Questi, infatti, già da al-cuni anni ha in cantiere una monografia sulla storia della citata società, la cui pubblicazione pare ormai prossima. Per quanto riguarda gli archivi delle altre associazioni italiane costituitesi nella capitale del Queensland, a detta degli attuali dirigenti o sono inesistenti o non sono consultabili. Non si esclude la pos-sibilità che parte del materiale archivistico sia conservato nelle dimore private di soci o presidenti passati; la loro ubicazione, però, avrebbe richiesto un’indagine a tappeto che non è stato possibile includere nel piano di lavoro. Grazie all’esemplare accessibilità delle biblioteche australiane, sono riuscito a con-sultare tutte le pubblicazioni concernenti l’immigrazione italia-na in Australia nel secondo dopoguerra. Sono stati oggetto di particolare analisi gli studi e le monografie sulla presenza ita-liana nel Queensland e a Brisbane nel medesimo periodo. Una navigazione mirata delle risorse disponibili sulla rete internet ha permesso la visione di alcuni documenti in formato digitale. Gran parte delle notizie riguardanti la collettività italiana di Brisbane sono state reperite da “La Fiamma” e da “Il Globo”. I due “giornali” in italiano, pubblicati rispettivamente a Sydney e a Melbourne, si sono rivelati una vera miniera di informazio-ni. La meticolosa raccolta di articoli curata per anni da Carmelo Caruso e pazientemente collezionata in quattro volumi ha faci-litato enormemente il lavoro di ricerca. La consulta degli origi-

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nali microfilmati si è svolta a più riprese nella State Library of New South Wales e nella State Library of Victoria. Durante i miei quattro brevi soggiorni a Brisbane ho avuto modo di intervista-re personalmente nove membri della collettività italiana di Bri-sbane. Per la loro selezione mi sono affidato alle indicazioni fornite da P. Mauro. Altre due persone sono state intervistate per via telematica.

La struttura di questo secondo volume differisce alquanto da quella usata nel primo tomo. Considerando il materiale raccol-to, ho optato per una disposizione tematica dei capi. Il primo capitolo si propone di presentare brevemente l’evoluzione dell’immigrazione italiana in Australia, nel Queensland e a Bri-sbane nel secondo dopoguerra. Il secondo capitolo è dedicato alla cronologia degli eventi che hanno in qualche modo interes-sato la comunità italiana della capitale del Queensland nel suo insieme. Nel terzo capitolo ho cercato di riassumere le vicende che hanno visto come protagonisti i numerosi sodalizi italiani che sono sorti a Brisbane dal 1945 al 1990. L’assistenza religiosa prestata agli immigrati italiani nel medesimo periodo è oggetto essenziale del quarto capitolo.

Anche questo volume, come il precedente, presenta i suoi limi-ti. Come già affermato sopra, non pretendo fregiare di valore storico un’indagine che si pone a livello di cronaca. Per questo ho cercato di mantenermi alla narrazione cronologica degli e-venti, evitando il più possibile ipotesi e giudizi soggettivi. In qualche occasione, al fine di colmare qualche “vuoto” tempora-le mi sono affidato alla verosimiglianza avallata dalle testimo-nianze raccolte. La collazione di documenti e testimonianze è risultata spesso travagliata e frammentata, soprattutto a causa delle enormi distanze geografiche. La mia residenza abituale nelle Filippine e la distribuzione delle fonti in diverse città au-straliane non mi hanno permesso di osservare l’ordine di rac-colta che avevo ipotizzato all’inizio, estendendo inevitabilmen-te i tempi di lavoro. Le informazioni riportate da La Fiamma e Il Globo, per quanto abbondanti, non sono uniformemente di-

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stribuite per tutto il periodo considerato. Essendo legati alla presenza di solerti corrispondenti, gli articoli concernenti la col-lettività italiana di Brisbane sono alcune volte abbondantissimi e meticolosi, altre volte assenti. Ci sono mesi e perfino anni in-teri in cui gli italiani di Brisbane sembrano sparire dalle pagine dei due giornali. Qualche annata, inoltre, non è accessibile alla consulta. Ci sono altre fonti che potrebbero essere interpellate per avere un quadro completo della cronologia e del contenuto degli eventi oggetto del mio studio. I giornali locali in inglese, che ho consultato solo in rare occasioni, potrebbero arricchire la narrazione di interessanti dettagli. Un’indagine più meticolosa (e senza restrizioni di tempo), inoltre, potrebbe portare a sco-prire importanti documenti conservati in qualche casa privata. La realizzazione di interviste incrociate ad altri protagonisti potrebbe infine consentire una visione più oggettiva degli even-ti. In questo volume non tutti gli italiani di Brisbane e non tutti gli avvenimenti sono stati citati. Se da una parte la cosa può sembrare ovvia, mi è parso opportuno menzionarla e approfit-tare di questa occasione per scusarmi con coloro che si potreb-bero sentire “esclusi” dal racconto. I criteri di selezione applica-ti, per quanto validi, sono sempre soggettivi. D’altro canto, questo mi permette di lanciare il testimone a chi voglia racco-gliere la sfida di approfondire e completare quanto esposto in questo libro. Rimane molto da scrivere a proposito degli italiani di Brisbane, ma mi permetto di suggerire agli interessati di a-spettare qualche anno al fine di permettere un esercizio più scientifico di retrospettiva storica.

Vorrei concludere ringraziando coloro che mi hanno fedelmen-te accompagnato in questo viaggio entusiasmante tra le vicende degli italiani di Brisbane: P. Mauro Conte e P. Maurizio Pette-nà. La loro assistenza è stata fondamentale ai fini della ricerca. Voglio ringraziare Don Dignan per la preziosa consulenza pre-stata in ripetute occasioni e la fiducia dimostratami nel conse-gnarmi il manoscritto del suo libro in anteprima. Voglio ringra-ziare Carmela Bozzi, che ancora una volta si è gentilmente pre-

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stata al lavoro certosino di correzione delle bozze. Ringrazio poi Carmelo Caruso, che ha messo generosamente a disposi-zione la sua pregiata collezione di notizie. Ringrazio infine tutte le persone che hanno concesso di essere intervistate e i dirigenti di tutte le associazioni per la loro disponibilità e collaborazione.

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CAPO PRIMO

L’IMMIGRAZIONE ITALIANA DOPO LA

II GUERRA MONDIALE

12 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

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Il periodo bellico

Nel piano iniziale di questo secondo volume sugli italiani di Brisbane avevo previsto un intero capitolo dedicato al periodo bellico (1940-1945), periodo nel quale si scrisse la pagina più scura della storia dell’immigrazione italiana in Australia. L’ingiustificato arresto e, ancor più, l’iniquo imprigionamento di migliaia d’immigrati italiani considerati enemy aliens (“alieni nemici”) rappresentarono una vera e propria tragedia per la collettività italiana d’Australia, e del Queensland in modo par-ticolare. La recente pubblicazione di studi interamente dedicati all’argomento1, cui rimando per correttezza, ha comportato un necessario ridimensionamento delle intenzioni originarie.

Il 10 giugno 1940 l’Italia di Mussolini entrò in guerra come alle-ata della Germania; il giorno dopo la polizia australiana proce-dette all’arresto di centinaia d’immigrati italiani che erano stati identificati come “pericolosi” dalle indagini effettuate dal Commonwealth Investigation Bureau nei mesi precedenti. Si trat-tava, secondo i documenti ufficiali, di aderenti a organizzazioni filo-fasciste; ma recenti investigazioni hanno provato l’inatten-dibilità delle accuse sollevate in molti dei casi. Tanti nomi erano finiti sulla “lista nera” sulla base di anonime denunce di citta-dini australiani, la cui “buona fede” non era stata verificata dal-le autorità competenti. Verso la fine dell’anno si contavano già 2.107 italiani residenti nel Queensland rinchiusi nei campi di prigionia australiani. Nel 1941 il giornale Sunday Truth comin-ciò una campagna denigratoria nei confronti degli italiani del Queensland che condizionò fortemente l’opinione pubblica. Si accusavano pubblicamente gli immigrati italiani di spionaggio,

1 Cfr. ELKNER CATE, MARTINUZZI O'BRIEN ILMA, RANDO GAETANO E CAPPELLO

ANTHONY, Enemy Aliens: The Internment of Italian Migrants in Australia, Connor Court Publishing, Ballan 2005; SAUNDERS KAY E DANIELS ROGER, Alien Justice: Wartime Internment in Australia and North America, University of Queensland Press, St. Lucia 2000; e SAUNDERS KAY E TAYLOR HELEN, The Enemy Within? The Process of Internment of Enemy Aliens in Queensland 1939-45, Australian Journal of Politics & History 34 (1988) 1, 16–27.

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sabotaggio e collaborazionismo a favore di un’imminente inva-sione giapponese nel North Queensland. Il 19 febbraio 1942 Darwin fu bombardata e la diffidenza nei confronti degli italia-ni raggiunse livelli di vera e propria fobia. Nei giorni successivi ebbe inizio l’arresto in massa di tutti i cittadini italiani residenti nel Queensland. L’azione preventiva si estese anche a molti immigrati che si erano naturalizzati come cittadini britannici2. Mons. James Duhig, arcivescovo di Brisbane, era convinto che le vere ragioni della “retata” etnica fossero ben diverse da quel-le dichiarate.

«Il fatto è che per molti anni il numero e il successo della co-lonia italiana nel Queensland ha provocato la gelosia di molti e la fiamma è stata alimentata dal fatto che essi sono cattolici. L’entrata in guerra dell’Italia è stata vista da queste persone come un’opportunità eccellente per manifestare tutto il loro astio nei confronti degli italiani. Ho avuto modo di vedere i-taliani che eccellentemente rispettano la legge, naturalizzati come sudditi britannici e con persino figli in guerra, condotti nei campi di prigionia. In qualche caso la gelosia, pregiudizio e i preconcetti anti-cattolici sono riusciti a togliere di mezzo questi italiani»3.

Nel dicembre 1942 il numero degli italiani del Queensland rin-chiusi nei campi di prigionia australiani era salito a 2.250. Si trattava per lo più di maschi adulti, impegnati soprattutto nella 2 Cfr. BYRNE NEIL J., The Wartime Treatment of Italians in South Queensland, in BONUTTO OSVALDO, A Migrant’s Story, University of Queensland Press, St. Lucia 1994, pp. 91-94. 3 DUHIG JAMES, Lettera a P. F. Lyons del 30 gennaio 1942, Archives of the Arch-diocese of Brisbane, Cassa Italians, Fascicolo 1942. Il testo originale recita: «The fact is that for many years the number and success of the Italian colony in Queensland had provoked jealousy on the part of many and the flame has been fanned by the fact that they are Catholics. The entry of Italy into the war was regarded as an excellent opportunity for those people to vent all their spleen on the Italians. I have known excellent law-abiding Italians, naturalized British subjects and even with sons at the war, to be interned. In some cases jealousy and prejudice and anti-Catholic bias have succeeded in getting these Italians out of the way».

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fiorente agricoltura dello stato del nord. Il loro esodo forzato obbligò donne e bambini a prendersi cura dei campi e delle piantagioni, con enormi sacrifici.

Negli anni del conflitto armato, considerando tutti gli stati au-straliani, il numero totale degli italiani imprigionati fu di 4.727 su una popolazione italiana immigrata stimata nel 1940 attorno alle 26.000 persone4. I campi di prigionia per gli enemy aliens erano situati lontano dalle “pericolose” coste settentrionali; i più grandi erano a Liverpool, Orange, Hay e Cowra, nel New South Wales, a Tatura, nel Victoria, e a Loveday, nel South Au-stralia. Le condizioni dei campi erano buone e il trattamento riservato ai prigionieri fu attinente alla convenzione di Ginevra, come ebbero modo di costatare diversi osservatori neutrali5. All’indomani della resa italiana del 3 settembre 1943, venivano a cadere le ragioni ufficiali della prigionia e le autorità austra-liane cominciarono a rilasciare i detenuti italiani con condizioni diverse a seconda delle distinte categorie:

«[…] i naturalizzati sudditi britannici saranno rilasciati. Quelli naturalizzati sudditi britannici che possiedono pro-prietà agricole nel North Queensland saranno soggetti alla restrizione di risiedere nelle loro proprietà. […] I sudditi bri-tannici naturalizzati che non sono proprietari di terreni col-tivati saranno rilasciati a condizione che accettino di lavora-re nello stato dove risiedevano precedentemente […]. […] devono periodicamente informare riguardo ai particolari del loro posto d’impiego e al Security Service. […] Gli stranieri di origine italiana non naturalizzati […] saranno rilasciati. Al loro rilascio, certamente, sono automaticamente obbligati a prestare servizio nei Civil Aliens Corps […]. […] per

4 Cfr. MARTINUZZI O’BRIEN ILMA, Australia’s Italians 1788-1988, Melbourne 1989, p. 61. 5 Cfr. CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, p. 201.

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quanto è possibile saranno impiegati negli stati dove risiede-vano prima della prigionia»6.

La persistenza della minaccia giapponese nel Pacifico non faci-litò il processo di reinserimento degli enemy aliens. Il loro ritor-no a “casa” fu spesso segnato da diffidenze e discriminazioni da parte delle autorità e della collettività australiana in genere. Nel settembre 1944 nei campi di prigionia degli enemy aliens rimanevano solo 144 attivisti fascisti7.

Durante gli anni della guerra arrivarono in Australia oltre 18.000 soldati italiani; erano prigionieri di guerra provenienti dall’Africa settentrionale o dall’India. Per loro furono allestiti campi speciali, distinti da quelli riservati ai civili. Ben sei di questi campi erano nel Queensland. Ironicamente diversi di loro furono assegnati a coprire i vuoti lasciati dagli enemy aliens nelle piantagioni e nelle campagne del nord. Dal giugno 1943 fu permesso ad alcuni di loro di lavorare fuori dai campi senza sorveglianza militare. Nei mesi successivi gli italiani furono impiegati in 14.000 posti di lavoro che la manodopera austra-liana non poteva coprire. Le relazioni dei prigionieri sia con la comunità locale sia con le famiglie italiane immigrate furono

6 SIMPSON WILLIAM BALLANTYNE., Lettera a James Duhig del 29 ottobre 1943, Ar-chives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Italians, Fascicolo 1943. Il testo originale recita: «[…] Naturalized British Subjects of Italian Origin will be released. Those Naturalized British Subjects who own farming properties in North Queen-sland will be placed under a restriction that they reside in their farms. […] Natural-ized British Subjects who are not farms owners, will be released subject to a restric-tion that they accept work in the State where they formerly resided […]. […] they must periodically report particulars of their place of employment and abode Security Service. […] Unnaturalized aliens of Italian origin will […] be released. On their release they are, of course, automatically bound to serve in the Civil Aliens Corps […]. […] so far as it possible they shall be employed in the States where they resided before internment». 7 Cfr. CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, p. 201.

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molto positive, tanto che diversi di loro dopo essere stati rim-patriati decisero di emigrare in Australia8.

L’immigrazione italiana in Australia

Nel 1945 fu nominato in Australia il primo ministro per l’immigrazione, Arthur Augustus Calwell. La creazione di un nuovo ministero rispondeva alla chiara intenzione del governo federale di popolare il territorio australiano il più in fretta pos-sibile. Al nuovo ministro fu affidato l’incarico di aumentare la popolazione nazionale al tasso dell’1% ogni anno. Arthur Cal-well, con il suo famoso motto “popolare o perire” (populate or perish), si rivelò subito adeguato al compito. L’idea iniziale era di ottenere il numero d’immigrati desiderati direttamente dalla Gran Bretagna, ma nel giro di pochi mesi il ministro si accorse che ciò non era fattibile. La risposta dei britannici non soddisfa-ceva la domanda. Preoccupato di trovare soluzioni alternative, nel 1947 il governo australiano raggiunse un accordo con la In-ternational Refugee Organization, secondo cui l’Australia si impe-gnava a offrire una sistemazione definitiva nel proprio territo-rio ai profughi della II Guerra Mondiale. L’accettazione dei pro-fughi era però condizionata alla loro disponibilità a stabilirsi nella località assegnata loro dalle autorità federali, in modo da non rappresentare una minaccia per i lavoratori australiani. Negli anni successivi arrivarono migliaia di profughi, soprat-tutto dall’Europa orientale. Sempre nel 1947 l’Australia aprì la porta anche ad altri migranti europei, ma era ancora chiarissi-ma la preferenza per gli immigranti britannici, come affermò pubblicamente il ministro Calwell: «Ho la speranza che per ogni

8 Cfr. MARTINUZZI O’BRIEN ILMA, Australia’s Italians 1788-1988, Melbourne 1989, p. 62; e CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, p. 202.

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migrante straniero ci siano dieci persone dal Regno Unito». Tale spe-ranza non trovò conferma negli avvenimenti posteriori9.

Il governo italiano dell’immediato dopoguerra s’impegnò ala-cremente per la ricostruzione di una nazione messa in ginoc-chio a livello politico ed economico. Tra i vari problemi, si tro-vò a fare i conti con un tasso molto elevato di disoccupazione dovuto all’esuberanza di manodopera, alla quale il ritorno di migliaia di soldati aveva enormemente contribuito. La soluzio-ne più semplice e immediata era già scritta nelle pagine della storia italiana di fine ‘800. Nel 1949 Alcide De Gasperi, primo ministro della neonata Repubblica Italiana, esortò i connaziona-li a imparare una lingua straniera e a emigrare all’estero. In ve-rità, non c’era alcun bisogno di incoraggiare un’emigrazione di massa che era già iniziata spontaneamente. L’Australia, sia per il richiamo di parenti emigrati in precedenza sia per l’espe-rienza positiva dei prigionieri di guerra, si proponeva come una delle mete preferite. Tra il 1947 e il 1950, su un totale di ol-tre un milione di espatri solo 25.000 italiani si diressero verso l’Oceania. Si trattava di un numero alquanto esiguo conside-rando le entusiasmanti prospettive migratorie che si erano pre-ventivate in quegli anni. Il 19 luglio 1950 Luciano Magrini, giornalista de “La Stampa” di Torino, scriveva:

«Mentre da ogni parte piovono sconfortanti notizie sulle prospettive della nostra emigrazione un promettente orizzon-te si schiude sul continente australiano che può offrire per l’impiego della nostra manodopera grandi varietà di condi-zioni, ottime per il clima ed eccellenti dal punto di vista so-ciale. […] urge riorganizzare e unificare i nostri deficientis-simi servizi di emigrazione e provvedere saggiamente e tem-

9 Cfr. MARTINUZZI O’BRIEN ILMA, Australia’s Italians 1788-1988, Melbourne 1989, p. 66; BONCOMPAGNI ADRIANO, In Australia, in Storia dell’emigrazione ita-liana, vol. II. Arrivi, a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi ed Emilio Franzina, Roma 2002, p. 115; e CRESCIANI GIANFRANCO, The Italians, Australian Broadcasting Corporation, Sydney 1985, pp. 91-94.

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pestivamente tutto quanto occorre per giovare innanzitutto agli emigranti e per ispirare all’Australia una maggiore e migliore fiducia sulle nostre possibilità e sulle nostre capaci-tà»10.

Il censimento australiano del 1947 aveva rilevato la presenza di 33.632 persone nate in Italia e residenti nel territorio nazionale; nel 1954, sempre secondo i dati censuri, il numero delle presen-ze italiane era già salito a 119.897. Contribuì significativamente all’incremento dell’emigrazione italiana in Australia un accor-do bilaterale che fu sottoscritto dai due paesi nel marzo 195111. Il governo australiano aveva già firmato un accordo di fomento migratorio con l’Olanda nel febbraio precedente. Nel caso dell’Italia, il patto bilaterale prevedeva l’implementazione di un programma d’emigrazione/immigrazione assistita inizialmente per cinque anni, ma con possibilità di estensioni future. I due paesi avrebbero finanziato congiuntamente l’acquisto del bi-glietto marittimo per l’Australia, chiedendo ai migranti un con-tributo di dieci sterline. In Italia e in altri paesi europei si stabi-lirono uffici d’emigrazione per reclutare candidati all’espatrio. In molti casi, la realtà australiana veniva “abbellita” per con-vincere i titubanti. Come effetto immediato, gli emigranti ita-liani diretti in Oceania passarono dai 13.500 del 1950 ai 17.600 del 1951, ai 26.800 del 1952. E i numeri sarebbero aumentati an-cora nell’anno successivo se non fossero intervenute contingen-ze sfavorevoli. Molti immigranti italiani, una volta arrivati a destinazione, furono alloggiati presso i campi di smistamento

10 La Stampa. L’emigrazione in Australia, Bollettino quindicinale dell’emigra-zione, IV (1950) 15-16, p. 316. 11 Cfr. CRESCIANI GIANFRANCO, The Italians, Australian Broadcasting Corpora-tion, Sydney 1985, p. 95; MARTINUZZI O’BRIEN ILMA, Australia’s Italians 1788-1988, Melbourne 1989, p. 66; BONCOMPAGNI ADRIANO, In Australia, in Storia dell’emigrazione italiana, vol. II. Arrivi, a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi ed Emilio Franzina, Roma 2002, p. 115; JUPP JAMES, Birthplaces of the Australian people: colonial & Commonwealth censuses, 1828-1991, Centre for Im-migration & Multicultural Studies, Research School of Social Sciences, Aus-tralian National University, Canberra 1995, p 57.

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di Bonegilla, Williamstown, Wacol, Greta e Villawood. Si trat-tava essenzialmente di quartieri militari o campi di prigionia riadattati ad alloggi collettivi temporanei. Il lavoro promesso prima della partenza non era disponibile e le attese diventava-no interminabili, specialmente per coloro che avevano debiti da pagare in Italia. La recessione economica aveva drasticamente ridotto l’offerta d’impiego e la lontananza dei campi dai centri abitati rendeva la ricerca di lavoro ancora più difficile. Nel lu-glio 1952 duemila italiani, stipati nel campo di Bonegilla, insor-sero contro le autorità australiane. Dovette intervenire la poli-zia per sedare la rivolta, mentre duecento soldati e quattro carri armati furono mobilitati per pattugliare la zona. All’indomani dei fatti citati un immigrato italiano di Bonegilla scriveva scon-solato:

«È un calvario continuo. Ci lasciano per mesi nel campo di smistamento dove siamo ridotti senza un quattrino e man-canti dopo qualche tempo dell’indispensabile per vivere con soli cinque scellini alla settimana quale sussidio alla disoc-cupazione, pari alle lire italiane trecento. […] Fra qualche giorno vi saranno altre migliaia di nuovi disoccupati italia-ni ai quali il governo aveva trovato un lavoro provvisorio circa due mesi fa in seguito alle manifestazioni in massa di emigranti. Qui non c’è assolutamente ombra di lavoro»12.

Nell’ottobre successivo a Sydney altri duecento immigrati ita-liani diedero voce ad animate dimostrazioni di protesta. In quest’occasione fu presa di mira la rappresentanza diplomatica italiana in Australia, cui si imputava l’inadempienza delle promesse fatte dal governo italiano al momento del recluta-mento. Il 19 ottobre La Stampa di Torino pubblicava la seguen-te notizia:

12 Il Calvario degli emigrati in Australia, Bollettino quindicinale dell’emigra-zione, VI (1952) 22, p. 341.

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«L’incidente è avvenuto nei pressi del Consolato generale italiano a Sydney che ha sede in un edificio a pochissima di-stanza dalla stazione centrale. Una colonna di duecento emi-granti italiani si è presentata oggi davanti all’ingresso dove prestano servizio alcuni poliziotti che hanno tentato d’impedir loro l’accesso. […] Pezzi di legno, sbarre di ferro, materiale da pavimentazione stradale. Tutto è stato impu-gnato come arma dai lavoratori italiani in preda a un’agitazione collettiva violenta ed il sangue è corso da una parte e dall’altra»13.

Di fronte a tali manifestazioni di dissenso, alla fine del 1952 il programma d’immigrazione assistita dall’Italia fu sospeso e nel 1953 il numero degli italiani emigrati in Oceania scese a 12.86514. Secondo i dati statistici elaborati dal governo italiano, dal 1946 al 1954 emigrarono in Australia 101.020 italiani cui corrispose il rientro in Italia di 5.899 emigranti, con un saldo totale di 95.121 individui15.

Nel marzo 1954 il governo australiano decise di riaprire la por-ta ai flussi assistiti d’italiani, ma furono imposte alcune restri-zioni. Potevano usufruire dei vantaggi dell’accordo bilaterale solamente parenti o fidanzate d’italiani già immigrati grazie allo speciale programma. Nel dicembre dello stesso anno, le restrizioni furono eliminate e il programma fu esteso fino al gennaio 1964. L’anno 1955 segnò il massimo storico del flusso emigratorio italiano verso l’Oceania, con 27.699 espatri. Nel giugno 1961 subentrarono nuove condizioni: solo persone di-pendenti esplicitamente nominate da immigrati italiani resi-denti in Australia potevano usufruire dell’assistenza governa-

13 Ibidem, p. 341. 14 Cfr. CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, pp. 244-247 e 253; e CRESCIANI

GIANFRANCO, The Italians, Australian Broadcasting Corporation, Sydney 1985, p. 94. 15 Cfr. L’emigrazione in Australia, Bollettino quindicinale dell’emigrazione, IX (1955) 19, p. 277.

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tiva. Nel luglio successivo il campo di Bonegilla fu teatro di un altro episodio di violenza che coinvolse alcuni immigranti ita-liani. La recessione economica aveva reso impossibile ai nuovi arrivati l’accesso a un impiego. Le proteste degli immigrati sfo-ciarono in aperti confronti con la polizia australiana e questo causò la sospensione temporanea dei passaggi assistiti. Dal febbraio 1964 subentrò una regolamentazione interina in vista di un nuovo accordo da stipularsi negli anni successivi. Tale ordinamento lasciava un ampio margine di discrezionalità ai due governi riguardo all’applicazione dell’assistenza emigrato-ria. Dal 1951 al 1967 oltre 42.000 italiani entrarono in Australia attraverso il programma d’immigrazione assistita. La Tavola I16 illustra gli arrivi divisi in intervalli di dodici mesi.

Tavola I

Immigrati italiani assistiti dal 1951 al 1967

Periodo Immigrati Assistiti

Periodo Immigrati Assistiti

1951-1952 5.384 1959-1960 3.006

1952-1953 4.586 1960-1961 3.013

1953-1954 811 1961-1962 1.255

1954-1955 3.319 1962-1963 227

1955-1956 9.285 1963-1964 195

1956-1957 4.805 1964-1965 158

1957-1958 2.781 1965-1966 281

1958-1959 3.014 1966-1967 300*

Totale 42.120

*Arrivi stimati

16 DEPARTMENT OF IMMIGRATION, Italian Assisted Migration Agreement, in CRE-

SCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Au-stralia, Knockmore, Sydney c1988, p. 247.

Gli italiani di Brisbane 2 23

Dal 1955 al 1961, tra assistiti e non assistiti, emigrarono in Oce-ania una media di 19.500 italiani all’anno. Il censimento austra-liano del 1961 contava 228.296 individui nati in Italia e residenti nel territorio federale. Nel 1966 il numero era salito a 267.32517.

Il 26 settembre 1967, in occasione della visita di stato in Austra-lia del presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat, fu firmato a Canberra un nuovo Migration and Settlement Agre-ement. Il nuovo accordo bilaterale non offriva più alcuna assi-stenza finanziaria agli emigranti italiani diretti in Australia, ma garantiva loro importanti diritti in suolo australiano. Il proces-so migratorio poteva essere avviato attraverso la nomina effet-tuata da italiani residenti in Australia, la contrattazione diretta di datori di lavoro australiani, una richiesta pertinente presen-tata alle autorità australiane o speciali programmi migratori determinati volta per volta dai due governi. Sulla base di prin-cipi etici comuni, veniva riconosciuto il diritto al ricongiungi-mento familiare, che doveva avvenire attraverso nomina diretta dell’immigrato residente in Australia. La concessione del visto era comunque condizionata all’adempimento dei criteri immi-gratori australiani da parte di tutti i membri nominati18. All’in-domani della ratificazione del nuovo accordo, l’emigrazione italiana verso l’Australia aumentò di qualche centinaio di unità rispetto all’anno precedente, ma i benefici offerti dal patto del 1967 non riuscirono a generare un’inversione di tendenza in un flusso immigratorio che aveva cominciato a declinare già dal

17 Cfr. JUPP JAMES, Birthplaces of the Australian people: colonial & Commonwealth censuses, 1828-1991, Centre for Immigration & Multicultural Studies, Research School of Social Sciences, Australian National University, Canberra 1995, p. 57. 18 Cfr. AUSTRALIA AND ITALY, Migration and Settlement Agreement. Signed at Canberra on 26 September 1967, http://untreaty.un.org/unts/1_60000/24/1/ 00046001.pdf, visitato il 17 giugno 2008.

24 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

1963. La Tavola II19 presenta uno spaccato dell’emigrazione ita-liana in Oceania dal 1947 al 1976.

Tavola II

Emigrazione italiana in Oceania: espatri e rimpatri

Anno Espatri Rimpatri Anno Espatri Rimpatri

1947 1948 1949 1950 1951 1952 1953 1954 1955 1956 1957 1958 1959 1960 1961

50

2.047 10.939 13.516 17.634 26.802 12.865 16.962 27.699 25.640 17.007 12.384 14.160 19.629 16.379

1

313 199 271 467

1.135 1.940 1.623 1.820 2.437 2.773 3.420 2.588 1.313

671

1962 1963 1964 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976

14.411 11.539 10.890 10.401 12.548 13.680 14.505 8.910 6.540 6.348 4.593 3.515 3.773 2.531 2.807

523 708 890 560 751 489

1.161 3.792 3.961 3.743 4.444 4.274 3.287 2.528 2.245

Totale 294.564 47,147

Gli effetti della diminuzione del flusso emigratorio italiano ver-so l’Australia si notarono chiaramente negli anni ’70. Nel cen-simento australiano del 1971 si contarono 289.476 persone nate in Italia e residenti nel territorio federale. Nel 1976 i dati censuri riportavano un calo della presenza italiana in Australia: erano 280.154 i nati in Italia. La tendenza fu confermata dal censimen-to del 1981 che contò 275.883 persone nate in Italia20. Del resto

19 Cfr. Appendice statistica (serie storiche 1876-1976), in G. ROSOLI, Un secolo di emigrazione italiana. 1876-1976, Roma 1978, pp. 345-349. 20 Cfr. JUPP JAMES, Birthplaces of the Australian people: colonial & Commonwealth censuses, 1828-1991, Centre for Immigration & Multicultural Studies, Research School of Social Sciences, Australian National University, Canberra 1995, p. 57.

Gli italiani di Brisbane 2 25

già negli anni 1973 e 1974 il flusso emigratorio d’italiani verso l’Australia aveva riportato un saldo negativo.

Dal 1947 al 1981 la presenza italiana in terra australiana si era quasi decuplicata. Nella decade del ’70, si stimava che in Au-stralia, oltre ai nati in Italia (prima generazione), ci fossero altri 220.000 “italiani” di seconda generazione. Secondo tali stime il contingente migratorio italiano totale sarebbe stato di circa mezzo milione di individui21. Il governo federale intanto aveva smesso di preoccuparsi del rapido popolamento del territorio nazionale per concentrarsi sulla gestione delle dinamiche di convivenza di elementi così eterogenei, i quali erano stati mas-sicciamente “importati” negli anni precedenti. Mentre gli esper-ti erano intenti a disegnare il nuovo modello societario austra-liano, che verrà poi definito “multiculturale”, il governo federa-le s’impegnava a riconoscere pubblicamente il contributo degli immigrati allo sviluppo della società locale. Su questa base, nel gennaio 1975, l’Australia firmò un accordo di collaborazione culturale con la Repubblica Italiana (Agreement of Cultural Co-operation between Australia and Italy). Anche se il testo si riferisce sempre ad azioni reciproche, appare chiaro che le varie iniziati-ve riguardavano più che altro l’Australia, profondamente inte-ressata a conoscere meglio la cultura dei suoi nuovi cittadini. L’importanza data alla conservazione dell’identità culturale anche nelle seconde generazioni si evidenzia nell’articolo nu-mero due del trattato:

«I due paesi collaboreranno nella realizzazione di uno scam-bio d’insegnanti al fine di facilitare, tra gli altri scopi, l’integrazione dei bambini italiani nella comunità australia-

21 Cfr. BONCOMPAGNI ADRIANO, In Australia, in Storia dell’emigrazione italiana, vol. II. Arrivi, a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi ed Emilio Franzina, Roma 2002, p. 116.

26 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

na, pur mantenendo i legami culturali con il loro paese d’origine»22.

All’indomani dell’entrata in vigore dell’accordo due Istituti Ita-liani di Cultura furono eretti a Melbourne e a Sydney. Nel 1976 l’Università di Sydney inaugurò la Frederick May Foundation for Italian Studies. Negli anni seguenti furono fondate la Italian Hi-storical Society e la Vaccari Foundation in Melbourne. Le Società Dante Alighieri, già presenti nelle principali città australiane, furono consolidate e rinvigorite nella loro importante opera di diffusione della cultura italiana23.

Gli anni ’80 confermarono il progressivo declino della presenza italiana di prima generazione in Australia. Alla drastica dimi-nuzione degli arrivi e il ritorno in patria di molti si aggiunse l’inevitabile scomparsa dei pionieri del secondo dopoguerra che erano già entrati in una fase senile avanzata. Il censimento australiano del 1986 contava 262.878 persone nate in Italia e re-sidenti in Australia. Dalle stime elaborate dai demografi, nello stesso anno si potevano identificare circa 243.400 persone ap-partenenti alla seconda generazione italiana e oltre 58.000 “ita-liani” di terza generazione, per una popolazione italiana totale di circa 564.000 individui24. Nel 1988, secondo dati statistici for-niti dal Ministero degli Affari Esteri italiano, 200.000 italiani di prima e seconda generazione risiedevano nella circoscrizione consolare di Melbourne, 180.000 in quella di Sydney e 90.000 in

22 Cfr. Agreement of Cultural Co-operation between Australia and Italy, in CRES-

CIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Aus-tralia, Knockmore, Sydney c1988, p. 274. Il testo originale recita: «The two countries shall co-operate in establishing an exchange of teachers in order to facilitate, among other purposes, the integration of Italian children into the Australian commu-nity, while maintaining their cultural ties with their country of origin». 23 Cfr. CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, p. 272. 24 Cfr. Ibidem, p. 245.

Gli italiani di Brisbane 2 27

quella di Adelaide25. Da queste cifre appare chiara la concentra-zione della presenza italiana attorno alle tre grandi città austra-liane. Il censimento del 1991 rilevava nel territorio federale un contingente di 254.780 nati in Italia26.

Per quanto riguarda la provenienza regionale degli emigrati che arrivarono in Australia dopo la II Guerra Mondiale, le cifre sono nettamente a favore delle regioni del sud. Se si considera il flusso migratorio che va dal 1959 al 1979, il 56% degli immi-grati italiani che approdarono in terra australiana era di origine meridionale, mentre il 25% di essi proveniva dall’Italia insula-re27. Le regioni più rappresentate erano, in ordine, la Sicilia e la Calabria, cui seguivano il Veneto e il Friuli Venezia Giulia28. A proposito di quest’ultimo va notato che l’incertezza politica e la crisi economica che caratterizzarono la zona di Trieste nell’im-mediato dopoguerra indussero migliaia di friulani a emigrare, dirigendosi sopratutto verso il Canada e l’Australia29. Le per-centuali relative alla provenienza regionale degli emigrati ita-liani in Australia stimate negli anni ’50, ‘60 e ‘70 rispecchiano sostanzialmente quelle concernenti i cittadini italiani residenti all’estero nel 2006, come si evidenzia nella Tavola III30.

25 Cfr. BONCOMPAGNI ADRIANO, In Australia, in Storia dell’emigrazione italiana, vol. II. Arrivi, a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi ed Emilio Franzina, Roma 2002, p. 116. 26 Cfr. JUPP JAMES, Birthplaces of the Australian people: colonial & Commonwealth censuses, 1828-1991, Centre for Immigration & Multicultural Studies, Research School of Social Sciences, Australian National University, Canberra 1995, p. 57. 27 Cfr. BONCOMPAGNI ADRIANO, In Australia, in Storia dell’emigrazione italiana, vol. II. Arrivi, a cura di Piero Bevilacqua, Andreina De Clementi ed Emilio Franzina, Roma 2002, pp. 116-117. 28 Cfr. MARTINUZZI O’BRIEN ILMA, Australia’s Italians 1788-1988, Melbourne 1989, p. 66. 29 Cfr. CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, p. 241. 30 Cfr. FONDAZIONE MIGRANTES, Rapporto italiani nel mondo 2006, Centro Studi e Ricerche Idos, Roma 2006, p. 72.

28 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

Tavola III

Provenienza regionale dei cittadini italiani all’estero

Regioni Europa Africa Asia America Oceania Totale

Valle d’A. Piemonte Lombardia Liguria Trentino A. A. Veneto Friuli V. G. Emilia R. Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Campania Molise Basilicata Puglia Calabria Sicilia Sardegna Totale

2.877

66.241 145.531 30.696 39.221

112.579 70.950 60.120 44.896 32.252 18.807 65.805 61.091

200.714 29.283 43.210

219.462 141.684 402.506 76.842

1.864.767

98

4.975 5.943 1.316

615 4.502 3.451 2.392 2.577

834 536

3.198 1.367 2.345

184 383

1.896 757

3.075 596

41.040

30

1.660 4.449

801 312

2.301 940

1.383 3.575

427 264

2.059 257 730

74 86

467 232 762 236

21.045

490

67.544 77.937 41.215 10.828

103.758 42.485 36.131 37.703 44.080

5.524 46.392 59.204

125.876 34.027 37.097 51.143

114.801 127.712

5.147

1.069.094

49

2.894 4.698 1.280

651 10.743

5.657 1.331 2.352 1.738

412 5.062 9.198

11.379 2.564 2.843 4.208

21.668 20.436

1.142

110.305

3.544

143.314 238.558 75.308 51.627

233.883 123.483 101.357 91.103 79.331 25.543

122.516 131.117 341.044 66.132 83.619

277.176 279.142 554.491 83.963

3.106.251

Le percentuali elevate della Campania e dell’Abruzzo sembra-no corrispondere più al mantenimento della cittadinanza italia-na che a un’effettiva provenienza regionale dei flussi migratori. Gli immigrati campani e abruzzesi, infatti, arrivarono in Au-stralia in tempi più recenti rispetto ai residenti delle altre regio-ni citate; perciò è verosimile supporre che, considerato il minor tempo di permanenza all’estero e la maggiore possibilità d’ac-cesso alla doppia cittadinanza, una grande maggioranza di loro abbia conservato la nazionalità originaria.

Per quanto concerne la distribuzione degli immigrati italiani nel territorio federale, i dati censuri del periodo considerato rivelano un’evidente preferenza per lo stato del Victoria, che sia

Gli italiani di Brisbane 2 29

per fioritura economica sia per condizioni climatiche, poteva meglio rispondere alle aspettative dei nuovi arrivati. Segue a ruota il New South Wales, anch’esso in grande espansione eco-nomica. Il notevole aumento delle presenze italiane nel South Australia e nel Western Australia va senz’altro attribuito ai programmi d’incremento demografico del governo australiano attuati attraverso speciali schemi immigratori di cui fanno parte molti emigranti italiani. La Tavola IV31 presenta uno spaccato della distribuzione delle persone nate in Italia residenti nei di-versi stati australiani secondo i censimenti federali.

Tavola IV

Distribuzione dei nati in Italia negli stati della Federazione Australiana

Anno NSW VIC QLD SA WA TAS NT ACT Total

1947 8.721 8.305 8.541 2.428 5.422 64 125 26 33.632

1954 29.940 42.429 16.795 11.833 17.295 975 302 328 119.897

1961 62.365 91.075 20.000 26.230 25.249 1.536 565 1.276 228.296

1966 72.875 111.219 20.272 30.848 28.141 1.448 646 1.876 267.325

1971 80.416 121.758 19.280 32.428 30.541 1.485 1.098 2.470 289.476

1976 78.396 116.712 18.875 31.943 29.317 1.423 790 2.697 280.154

1981 77.089 115.432 17.958 32.325 29.213 1.344 763 2.773 275.883

1986 73.185 109.204 17.410 29.616 27.747 1.262 752 2.716 261.892

1991 70.552 105.699 17.844 28.962 26.871 1.334 783 2.735 254.780

Legenda: NSW = New South Wales, TAS = Tasmania, SA = South Australia, WA = Western Australia, VIC = Victoria, QLD = Queensland, NT = Northern Territory e ACT = Australian Capital Territory.

L’integrazione dei nuovi immigrati italiani nella società austra-liana non fu cosa semplice, specialmente nei primi anni del do-

31 Cfr. JUPP JAMES, Birthplaces of the Australian people: colonial & Commonwealth censuses, 1828-1991, Centre for Immigration & Multicultural Studies, Research School of Social Sciences, Australian National University, Canberra 1995, p. 57.

30 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

poguerra. Il situarsi su trincee opposte durante gli anni del se-condo conflitto mondiale non aveva certo contribuito a scaccia-re gli spettri della discriminazione di cui erano stati oggetto gli immigrati italiani del periodo interbellico. Le recessioni eco-nomiche che colpirono ripetutamente l’Australia negli anni ‘50 e ’60 ravvivarono ogni volta la “caccia all’untore” che, senza molto fondamento, identificava negli ultimi arrivati la causa del malessere nazionale. Ad alimentare l’animosità autoctona contro gli italiani si aggiungeva talvolta una certa “invidia” su-scitata dall’ostentata laboriosità degli immigrati del Bel Paese e dal discreto successo economico che taluni di loro riuscivano ad ottenere in breve tempo. Il contingente migratorio italiano emigrato prima della II Guerra Mondiale non pare aver giocato un ruolo importante nel processo integrativo. Al contrario, mol-ti avevano abbandonato la cittadinanza italiana e tendevano a confondersi con l’elemento locale, evitando addirittura ogni contatto con i nuovi arrivati. Dei 33.632 nati in Italia censiti in Australia nel 1947, solo 7.172 aveva conservato la cittadinanza italiana. Questo significa che quasi l’80% degli immigrati arri-vati prima della II Guerra Mondiale avevano già optato per la naturalizzazione australiana. Secondo i dati offerti dai censi-menti, il cambio di cittadinanza degli italiani si effettuò princi-palmente tra il 1933 e il 1947. Si può verosimilmente dedurre che gli avvenimenti italiani legati al fascismo, alla campagna d’Africa e all’entrata in guerra a fianco di Hitler abbiano pesan-temente influenzato le scelte degli italiani32. Un po’ per tutte le ragioni sopra esposte, le collettività italiane in Australia mani-festarono nei primi decenni del secondo dopoguerra una forte tendenza all’isolamento e alla ghettizzazione. Per controbattere una discriminazione reale o percepita come tale, gli immigrati italiani crearono delle “isole d’identità” dove erano soliti ripro-durre gli ambienti paesani che avevano lasciato in Italia. Nono-stante gli incentivi economici, politici e sociali per una rapida

32 Cfr. Statistiche. Italiani in Australia, Bollettino quindicinale dell’emigrazione, III (1949) 17, p. 320.

Gli italiani di Brisbane 2 31

assimilazione, gli italiani scelsero di conservare la propria iden-tità culturale, la propria lingua, la propria cucina e le proprie tradizioni religiose. Grazie ad una concentrazione spontanea in determinate aree urbane, il piccolo mondo delle relazioni socia-li necessarie si colorò di tricolore. Parlava italiano (o addirittura dialetto) il salumiere e il fornaio, come parlavano italiano molti colleghi di lavoro. Le domeniche ci si ritrovava alla Santa Mes-sa italiana e poi al circolo italiano tra paesani. Se non per poche parole da scambiare con il datore di lavoro, non c’era davvero bisogno d’imparare l’inglese e per le emergenze burocratiche c’erano eventualmente i figli a fare da traduttori. L’interazione con la comunità autoctona era spesso ridotta all’essenziale. Le reti familiari o paesane, le associazioni italiane e le organizza-zioni d’assistenza riuscivano a provvedere ai bisogni essenziali degli immigrati senza dover ricorrere al governo australiano.

Se le opportunità di interagire con la società australiana erano poche per gli uomini, la situazione relazionale delle donne era ancora più problematica. Segregate in casa, senza alcuna possi-bilità di vita sociale al di là della spesa quotidiana, le mogli de-gli immigrati italiani rimasero ai margini del processo integra-tivo. Lo storico Gianfranco Cresciani ha parole eloquenti a pro-posito:

«Le donne italiane, in particolare, erano svantaggiate. Esse spesso compravano in negozi italiani e i loro contatti erano limitati a negozianti e commercianti che parlavano italiano. Era praticamente impossibile per loro imparare l’inglese e questo le portò ad alienarsi dai loro stessi figli, che si rifiuta-vano di parlare italiano in un deliberato e patetico tentativo di spogliarsi della loro “italianità” e di identificarsi come au-straliani, in modo da evitare di essere discriminati a scuo-la»33.

33 CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, p. 265. Il testo originale recita: «Italian Women, in particular, were disadvantaged. They often bought from Italian stores and

32 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

Negli anni ’70, di fronte ai risultati deludenti degli sforzi assi-milazionisti, l’Australia cambiò politica, forgiando l’ideale di una società multiculturale da costruirsi assieme alle diverse col-lettività etniche residenti nel territorio nazionale. Gli italiani si sentirono di esprimere la loro identità culturale in uno spazio societario più ampio e interessato a conoscere il retroterra cul-turale degli immigrati. Negli anni successivi, anche grazie all’appoggio del governo italiano, si moltiplicarono le iniziative tese a conservare e diffondere il patrimonio culturale italiano in terra australiana, specie nelle grandi città34. Le radici dell’ap-partenenza etnica erano ancora robuste, come dimostrano i dati concernenti la nazionalizzazione australiana di immigrati ita-liani nel periodo considerato in questo studio. Tra il 1945 e il 1981, 216.236 italiani decisero di prendere la cittadinanza au-straliana, mentre 119.655 preferirono mantenere quella italia-na35. Nel processo d’inserimento degli immigrati italiani nella società australiana è doveroso menzionare il grande lavoro svolto dalla Chiesa cattolica, attraverso i suoi uffici d’immi-grazione, le parrocchie e i cappellani italiani. Al di là del con-forto religioso, essa si prodigò per assistere i nuovi arrivati nel-la ricerca di un lavoro, nell’identificazione di un alloggio e in tante altre necessità primarie36.

their contacts were confined to Italian-speaking shopkeepers and tradesmen. It was virtually impossible for them to learn English and this led to estrangement from their own children who often refused to speak Italian in a blatant, pathetic attempt to cast away their “Italiannes” and to distinguish themselves as Australians, to avoid being discriminated at school». 34 Cfr. PAGANONI ANTHONY, Valiant Struggles and Benign Neglect, CMS, New York 2003, p. 149. 35 Cfr. CRESCIANI GIANFRANCO, Migrants or mates = Emigranti o compari: Italian Life in Australia, Knockmore, Sydney c1988, p. 267. 36 Cfr. MARTINUZZI O’BRIEN ILMA, Australia’s Italians 1788-1988, Melbourne 1989, p. 66; e Community Networks and Institutions, in Australia’s Italians, a cura di Stephen Castle, Caroline Alcorso, Gaetano Rando e Ellie Vasta, Allen & Unwin, St. Leonards 1992, pp. 107-112.

Gli italiani di Brisbane 2 33

L’immigrazione italiana nel Queensland

Nel 1947, alle soglie della nuova ondata migratoria, il Queen-sland vantava 8.541 persone nate in Italia e residenti nel pro-prio territorio. Come evidenziato nella Tavola IV, si tratta del 25% circa di tutta la popolazione italiana di prima generazione in Australia (33.632), secondo i dati censuri di quell’anno. Il 75% del contingente italiano nel Queensland era compreso tra i 30 e i 64 anni, mentre solo uno 0,7% aveva meno di 14 anni. Ovviamente, in tale computo non erano compresi i figli degli immigrati che erano nati in Australia. Le donne rappresentava-no il 37% del totale e la distribuzione nelle fasce d’età si disco-sta leggermente da quella relativa ai maschi a favore delle fasce più giovani. Dai dati censuri del 1947 appare una popolazione italiana non più giovane, prevalentemente maschile e con un’esperienza migratoria superiore ai 10 anni. La Tavola V37 illustra in dettaglio il sesso e l’età del contingente italiano nel Queensland nel 1947.

Tavola V

Persone nate in Italia e residenti nel Queensland nel 1947 divise per età e per sesso

Età Maschi Femmine Totale

0-14 35 (0,6%) 27 (0,8%) 62 (0,7%)

15-29 769 (14,3%) 680 (21,6%) 1.449 (17,0%)

30-44 1.680 (31,2%) 1.180 (37,4%) 2.860 (33,5%)

45-64 2.543 (47,2%) 1.110 (35,2%) 3.653 (42,8%)

65 e oltre 275 (5,1%) 106 (3,4%) 381 (4,4%)

Non dichiarato 84 (1,6%) 52 (1,6%) 136 (1,6%)

Tutte le età 5.386 (100%) 3.155 (100%) 8.541 (100%)

37 Cfr. BORRIE WILFRED DAVID, Italians and Germans in Australia, The Australian National University, Melbourne 1954, p. 72.

34 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

Negli anni immediatamente seguenti, il flusso immigratorio dal Bel Paese raddoppiò la presenza italiana nel Queensland. Il censimento del 1954 contava 16.795 nati in Italia nel territorio statale, i quali costituivano l’1,3 % della popolazione totale del-lo stato. La Tavola VI38 illustra l’incremento della presenza ita-liana nel Queensland secondo i dati censuri del 1933, del 1947 e del 1954.

Tavola VI

Persone nate in Italia e residenti nel Queensland secondo i censimenti del 1933, 1947 e 1954

Anno % su popolazione totale

Numero % di crescita

1933 0,9% 8.355 -

1947 0,8% 8.541 +2,2%

1954 1,3% 16.795 +96,6%

L’incremento numerico registrato nel 1954 va letto, però, nel contesto australiano generale. Se la si considera dal punto di vista dei singoli stati, la presenza italiana nel Queensland era di fatto drasticamente diminuita in percentuale; essa, infatti, rap-presentava solo il 14% del numero totale di 119.897 italiani cen-siti in Australia39. Queste cifre rivelano che il Queensland non fu una delle mete preferite degli immigrati italiani nell’im-mediato dopoguerra. Nonostante ciò, la collettività dei nati in Italia costituiva la più grande comunità straniera non anglofo-na; seguiva a notevole distanza quella tedesca, che costituiva appena lo 0,5% della popolazione totale del Queensland. Sem-

38 Cfr. ZUBRZYCKI JERZY, Immigrants in Australia: statistical supplement, Australi-an National University, Canberra 1960, p. 56. 39 Cfr. JUPP JAMES, Birthplaces of the Australian people: colonial & Commonwealth censuses, 1828-1991, Centre for Immigration & Multicultural Studies, Research School of Social Sciences, Australian National University, Canberra 1995, p. 57.

Gli italiani di Brisbane 2 35

pre secondo i dati del censimento del 1954, il 93% dei nati in Italia si dichiara appartenente alla religione cattolica. Per quan-to concerne la distribuzione della popolazione italiana sul terri-torio statale, i dati censuri del 1954 forniscono la percentuale dei nati in Italia sul totale della popolazione secondo le diverse zone del Queensland: nell’area metropolitana (ossia Brisbane) gli italiani costituivano lo 0,6% del totale; in quella urbana (os-sia altre città) rappresentavano lo 0,8% del totale; in quella ru-rale costituivano il 2,9% del totale40. Più dettagliatamente, nel 1953 il Bollettino quindicinale dell’emigrazione41 presentava il seguente panorama:

«Le collettività italiane del Queensland (Australia setten-trionale) sono distribuite come segue: Brisbane e distretti fi-nitimi circa 3.500; Stanthorpe, Inglewood e dintorni 1.600; Childers, Biloela, Bundaberg 500; Nord Queensland, a sud di Townsville 3.000; Nord Queensland, a nord di Townsville 12.500; in varie località dell’interno 400, per un totale di cir-ca 21.500»42.

Il numero totale appare superiore ai dati censuri perché nel computo del Bollettino erano state comprese le stime delle se-conde generazioni italiane. La concentrazione degli immigrati italiani in alcune zone è sottolineata anche da altri studi. Il caso di Ingham è alquanto emblematico: nel 1954, oltre un quarto della sua popolazione era nata in Italia43. A Stanthorpe, prima della II Guerra Mondiale, i nati in Italia costituivano il 10% del-

40 Cfr. ZUBRZYCKI JERZY, Immigrants in Australia: statistical supplement, Austra-lian National University, Canberra 1960, p. 56. 41 Il Bollettino quindicinale dell'emigrazione era una rivista pubblicata dalla “Società umanitaria”, una fondazione filantropica privata milanese. Dal 1949 al 1961 i numeri del Bollettino coprirono i principali avvenimenti migratori italiani in Italia e nel mondo. 42 Statistiche. Italiani nel Queensland, Bollettino quindicinale dell’emigrazione, VII (1953) 1, p. 26. 43 Cfr. DIGNAN DON - DICKINSON JAN, Italians, in Multicultural Queensland 2001, a cura di Maximilian Brändle, The State of Queensland, Brisbane 2001, p. 213.

36 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

la popolazione cittadina. Si trattava di immigrati che erano ar-rivati nella prima metà del XX secolo e che, grazie alle loro abi-lità agricole, avevano contribuito pesantemente allo sviluppo economico della cittadina. Dal 1947 al 1959 la presenza italiana a Stanthorpe crebbe del 300% e giunse così a rappresentare il 15% della popolazione locale44. Nel 1961 i nati in Italia nel Que-ensland erano 20.000, con un incremento percentuale del 19%. Essi però costituivano solo l’8,8% del totale della popolazione italiana registrata in Australia dal censimento. Il record delle presenze fu stabilito nel 1966, quando i dati censuri rivelarono che 20.272 persone nate in Italia risiedevano nel Queensland. D’altro canto si notava che la popolazione italiana in cinque anni era cresciuta di appena 272 unità e rappresentava solo il 7,5% del contingente italiano nel territorio federale. Nel 1971 la popolazione italiana del Queensland è già diminuita del 4,9% rispetto a cinque anni prima. Si tratta di una tendenza confer-mata negli anni successivi fino ad arrivare alle 17.844 persone nate in Italia e residenti nel Queensland registrate dal censi-mento del 199145.

Per quanto concerne la composizione regionale del contingente immigratorio italiano nel Queensland, uno studio su un cam-pione rappresentativo della popolazione italiana residente nel territorio statale all’inizio della decade del ’50 rivelava che qua-si il 50% degli immigrati erano originari della Sicilia. Un altro 42% era nato in Piemonte, Lombardia o Veneto. La Tavola VII46 illustra in dettaglio la distribuzione per origine regionale dei nati in Italia selezionati dai ricercatori.

44 Cfr. Multicultural Queensland, a cura di Maximilian Brändle e Steve Karas, ECC/QMWA, Brisbane 1988, pp. 120-121. 45 Cfr. JUPP JAMES, Birthplaces of the Australian people: colonial & Commonwealth censuses, 1828-1991, Centre for Immigration & Multicultural Studies, Research School of Social Sciences, Australian National University, Canberra 1995, p. 57. 46 Cfr. BORRIE WILFRED DAVID, Italians and Germans in Australia, The Australian National University, Melbourne 1954, p. 77.

Gli italiani di Brisbane 2 37

Tavola VII

Nati in Italia e residenti in Queensland (campione) divisi per regione d’origine

Regione Numero Percentuale

Piemonte 81 (12,6%)

Lombardia 91 (14,2%)

Veneto 100 (15,6%)

Friuli Venezia Giulia 19 (3,0%)

Sicilia 311 (48,5%)

Altre regioni 39 (6,1%)

Totale 641 (100%)

Negli anni seguenti, sopratutto a causa delle catene migratorie, le percentuali di provenienza regionale degli immigrati italiani furono grosso modo preservate. In uno studio realizzato nel 1957, John Andrew Hempel notava che la contea di Inglewood era caratterizzata da una massiccia presenza italiana. Il 49% de-gli immigrati italiani provenivano dalle regioni dell’Italia set-tentrionale, in particolare dalla provincia di Treviso. La nume-rosa comunità trevisana residente a Inglewood prima della II Guerra Mondiale aveva dato inizio a una fiorente attività agri-cola specializzata nella coltivazione del tabacco. Tale comunità aveva catalizzato l’attenzione di molti conterranei decisi a emi-grare in Australia nel secondo dopoguerra. La medesima di-namica aveva portato molti trevisani a scegliere Stanthorpe come destino migratorio, ingrossando le fila di una collettività pre-esistente dedita alla produzione ortofrutticola. A Stanthor-pe gli immigrati provenienti dal nord Italia costituivano la me-tà della presenza italiana; seguiva l’Italia insulare e, più in par-

38 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

ticolare, la Sicilia47. Gli immigrati siciliani, però, erano decisa-mente i più numerosi nel North Queensland, dove i pionieri avevano prosperato nella coltivazione della canna da zucchero. Negli anni ’60 in tutto il Queensland prevalse l’immigrazione dalle regioni dell’Italia meridionale e insulare, con specificazio-ni simili a quelle rilevate nel resto dell’Australia ed esposte so-pra.

Dal punto di vista occupazionale, nel 1953 il Bollettino quindi-cinale dell’emigrazione evidenziava come la stragrande mag-gioranza degli italiani immigrati nel Queensland era dedita all’agricoltura (75%). Solo un 10% era impegnato nell’industria edilizia, mentre un 5% erano commercianti al minuto. L’in-dustria turistica, con una forte concentrazione nel settore della ristorazione, aveva assorbito un 4% degli immigrati. Il resto degli italiani si dedicava alla pesca (2%), all’artigianato, alla piccola industria meccanica (2%), all’industria mineraria (1%). I professionisti, gli impiegati e gli artisti rappresentavano 1% del totale48. I dati forniti dal censimento del 1954, che contò 11.248 nati in Italia in età lavorativa, confermarono la predilezione ita-liana per l’agricoltura (56,2%), anche se l’industria manifattu-riera risultava alquanto attrattiva per i nuovi arrivati. La Tavola VIII49 presenta uno spaccato della situazione occupazionale dei tre gruppi nazionali più rappresentati in Queensland e degli autoctoni al momento del censimento.

47 Cfr. HEMPEL JOHN ANDREW, Italians in Queensland: some aspects of post-war settlement of Italian immigrants, Australian National University, Canberra 1959, p. 63. 48 Cfr. Statistiche. Italiani nel Queensland, Bollettino quindicinale dell’emigra-zione, VII (1953) 1, p. 26. 49 Cfr. ZUBRZYCKI JERZY, Immigrants in Australia: statistical supplement, Austra-lian National University, Canberra 1960, p. 74.

Gli italiani di Brisbane 2 39

Tavola VIII

Persone nate in Italia, Olanda, Germania e Australia divise per alcuni settori occupazionali selezionati

Settore occupazionale Nati in Italia

Nati in Olanda

Nati in Germania

Nati in Australia

Produzione primaria 57,6% 10,4% 14,5% 14,5%

Industria mineraria 0,8% 1,7% 2,9% 1,2%

Manifattura 12,0% 22,2% 13,7% 12,8%

Industria edilizia 8,7% 15,3% 9,0% 6,9%

Commercio 3,4% 8,3% 2,8% 8,0%

Industria turistica 2,6% 2,7% 1,7% 1,7%

Altri settori 4,0% 10,1% 6,2% 15,0%

Popolazione non attiva 10,9% 29,3% 49,2% 39,9%

Totale 100% 100% 100% 100%

È da sottolineare la bassa percentuale di popolazione non attiva delle persone nate Italia, le quali si situavano al terzo posto, dopo i nati in Ungheria (6,7%) e i nati in Cecoslovacchia (8,1%). Si tratta di un’ulteriore conferma della composizione dell’immi-grazione italiana in questo periodo, costituita in gran parte da uomini in piena età lavorativa. La Tavola IX50 illustra la percen-tuale della popolazione attiva nata in Italia su tutta la popola-zione attiva del Queensland secondo lo stato occupazionale al momento del censimento. A fini comparativi, sono evidenziate anche le percentuali dei nati in Olanda, in Germania e in Au-stralia.

50 Cfr. Ibidem, p. 105.

40 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

Tavola IX

Persone nate in Italia, Olanda, Germania e Australia divise per stati occupazionali

Stato occupazionale Nati in Italia

Nati in Olanda

Nati in Germania

Nati in Australia

Totale in numeri

Datori di lavoro 3,2% 0,4% 0,4% 83,7% 36.992

Lavoratori autonomi 3,5% 0,6% 0,5% 84,5% 59.069

Lavoratori dipendenti 2,1% 0,2% 0,4% 83,5% 311.872

Aiutanti (apprendisti) 1,2% 0,5% 0,2% 94,1% 4.226

Totale occupati 2,4% 0,5% 0,5% 83,8% 411.859

Disoccupati 2,4% 0,5% 0,6% 78,9% 7.451

Totale 2,4% 0,5% 0,5% 83,7% 420.217

Da calcoli incrociati si deduce che nel 1954 oltre l’11% delle persone nate in Italia erano datori di lavoro, il 20% lavorava in proprio, il 65% era sotto padrone. Solo un 2% di essi si dichia-rava disoccupato. Si tratta di un tasso di disoccupazione leg-germente inferiore a quello registrato per gli autoctoni, ma net-tamente superiore alla media della popolazione immigrata. Lo studio di Hempel, realizzato nel dicembre 1957, analizzò a li-vello occupazionale un campione rappresentativo dei maschi italiani immigrati nel Queensland dopo la II Guerra Mondiale. Il 10,2% del campione era impegnato nel settore agricolo come coltivatore diretto (proprietario). Il 6,6% lavorava sotto padrone nel medesimo settore. Il 32,7% era occupato nel taglio della canna da zucchero, mentre un altro 33,5% si dichiaravano ope-rai non specializzati. I lavoratori specializzati costituivano in-vece l’8,9% del campione, mentre quelli con qualifiche inferiori rappresentavano un 5,5% dello stesso. L’1,9% degli immigrati intervistati erano commercianti, professionisti o impiegati. Solo

Gli italiani di Brisbane 2 41

lo 0,5% di essi apparteneva alla popolazione non attiva51. Negli anni successivi gli italiani del Queensland dimostrarono di pre-ferire il lavoro autonomo; diventarono proprietari di pianta-gioni o tenute, contribuirono allo sviluppo industriale del Que-ensland oppure si spostarono progressivamente verso il settore terziario.

Dai dati statistici ottenuti nel censimento del 1947 sembrerebbe che il processo integrativo degli italiani nel Queensland fosse il più evoluto. Infatti, come bene illustra la Tavola X52, il tasso più alto di naturalizzazioni australiane tra le persone nate in Italia fu registrato proprio in questo stato.

Tavola X

Persone nate in Italia e cittadini italiani in Australia nel 1947 divisi per stato

Stato Nati in Italia Cittadini italiani

New South Wales 8.721 1.823 (21%)

Victoria 8.305 2.320 (28%)

Queensland 8.541 1.252 (15%)

South Australia 2.428 600 (25%)

Western Australia 5.422 1.098 (20%)

Altri territori 215 79 (37%)

Totale 33.632 7.172 (21%)

Si tratta, però, di un dato che va letto alla luce degli avvenimen-ti storici che negli anni ’20 e ’30 condizionarono pesantemente le scelte degli immigrati italiani nel Queensland. In alcuni casi l’acquisizione della cittadinanza australiana era stata vista co-

51 Cfr. HEMPEL JOHN ANDREW, Italians in Queensland: some aspects of post-war settlement of Italian immigrants, Australian National University, Canberra 1959, p. 63. 52 Cfr. Statistiche. Italiani in Australia, Bollettino quindicinale dell’emigrazione, III (1949) 17, p. 320.

42 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

me una scappatoia ai ripetuti attacchi xenofobi di cui erano sta-ti vittime i tagliacanne siciliani del nord53. In altri casi il cam-biamento di nazionalità era derivato da un desiderio di ostenta-re il dissenso, reale o di convenienza, con il regime fascista di Mussolini. In altri ancora la ragione principale era stata la pau-ra di essere trattati come nemici nella probabile eventualità dell’entrata in guerra dell’Italia a fianco della Germania di Hit-ler. Vi era infine una motivazione giuridica legata al diritto di proprietà. Fu solo alla fine del 1953 che il governo del Queen-sland permise a persone di nazionalità non britannica di posse-dere legalmente una proprietà. Tutti gli italiani che avevano voluto diventare proprietari prima di quella data avevano do-vuto necessariamente abbracciare la cittadinanza australiana54. In tutti i casi sopra elencati la naturalizzazione non può essere identificata come un indicatore positivo del processo integrati-vo degli immigrati italiani. Secondo il censimento del 1971, al-lorquando i dati si riferirono all’immigrazione italiana più re-cente, dei 19.280 nati in Italia registrati nel Queensland solo 12.418 avevano acquisito la nazionalità australiana, contro i 5.988 che avevano conservato la nazionalità italiana e gli 874 che vantavano un’altra nazionalità55. Del resto, le manifestazio-ni di diffidenza e di discriminazione nei confronti degli immi-grati italiani non erano terminate con la fine della II Guerra Mondiale. Fu solo grazie al loro lavoro, umile e silenzioso, e alla loro caparbietà che i pregiudizi degli autoctoni si mutarono in sentimenti di stima e riconoscimento dell’innegabile contri-buto italiano allo sviluppo economico e sociale dello stato del Queensland. Grazie anche alla preziosa mediazione delle se-conde generazioni, negli anni ‘60 il processo integrativo degli

53 Cfr. BAGGIO FABIO, Gli italiani di Brisbane, Scalabrini Migration Center, Que-zon City 2004, pp. 38-41. 54 Cfr. Informazioni e rilievi. La proprietà terriera nel Queensland, Bollettino quin-dicinale dell’emigrazione, VII (1953) 19, p. 292. 55 Cfr. Census of the Commonwealth of Australia, 30th June 1971, Commonwealth Bureau of Census and Statistics, Canberra 1972, Bulletin 7, Part 3, p. 43.

Gli italiani di Brisbane 2 43

immigrati italiani fu felicemente avviato56. L’ideale multicultu-rale propugnato nella decade del ’70 offrì spessore politico alle dinamiche biculturali e bilinguistiche che avevano caratterizza-to la collettività italiana del Queensland già dagli anni prece-denti. Se da una parte le relazioni in ambito sociale e occupa-zionale si erano progressivamente adeguate al modello austra-liano, dall’altra la vita familiare era rimasta profondamente le-gata alle tradizioni patrie, cominciando dalla scelta linguistica. Il censimento del 1986, che contò 17.410 persone nate in Italia e residenti nel Queensland, rilevò pure che l’italiano era parlato in ambito familiare da 25.724 persone. Si trattava della lingua più parlata nel territorio statale dopo l’inglese57.

L’immigrazione italiana a Brisbane

Lo sviluppo della città di Brisbane, e dello stato del Queensland in generale, subì un rallentamento improvviso con l’avvento della II Guerra Mondiale. La politica federale di ricostruzione favorì le capitali australiane del sud. Agli occhi dei primi im-migrati europei del secondo dopoguerra Brisbane non doveva risultare particolarmente attrattiva58. Ciononostante, i dati cen-suri evidenziano come dal 1947 al 1954 la popolazione dell’area metropolitana della capitale del Queensland59 aumentò di circa 100.000 unità, passando da 402.030 a 502.320 abitanti. Gli immi-grati arrivati a Brisbane in questo periodo furono 31.265, mar-cando un 31,17% di incidenza sulla crescita totale della popola-

56 Cfr. DIGNAN DON - DICKINSON JAN, Italians, in Multicultural Queensland 2001, a cura di Maximilian Brändle, The State of Queensland, Brisbane 2001, p. 214. 57 Cfr. Multicultural Queensland, a cura di Maximilian Brändle e Steve Karas, ECC/QMWA, Brisbane 1988, p. 117. 58 Cfr. HOLTHOUSE HECTOR, Illustrated History of Brisbane, Reed, Brisbane 1982, p. 59. 59 Il termine “popolazione dell’area metropolitana di Brisbane” si riferisce alla popolazione della divisione statistica della capitale del Queensland (“Brisba-ne Statistic Division”).

44 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

zione60. Nel 1947, secondo i dati censuri, erano solo 779 gli abi-tanti della divisione statistica di Brisbane nati in Italia61. Il cen-simento del 1954 registrò oltre 3.000 persone con natali in Italia nell’area metropolitana di Brisbane, le quali costituivano lo 0,6% della popolazione totale della capitale e il 17,8% del con-tingente italiano nel territorio statale. La Tavola XI62 illustra la distribuzione percentuale degli individui nati in Italia sul terri-torio del Queensland.

Tavola XI

Distribuzione percentuale delle persone nate in Italia sul territorio del Queensland nel 1954

Percentuale % sulla popolazione del Queensland

% sulla popolazione nata in Italia

Area metropolitana 0,6% 17,8%

Altre aree urbane 0,8% 21,7%

Aree rurali 2,9% 60,7%

Popolazione migrato-ria

0,8% 0,8%

Totale 1,3% 100%

Sempre secondo i dati censuri del 1954, i sobborghi metropoli-tani in cui le persone nate in Italia avevano preferito stabilirsi erano, in ordine, City, Geebung, North City, Inala, Normanby, South of the River, South City, Graceville e North of the River63.

60 Cfr. ZUBRZYCKI JERZY, Immigrants in Australia: statistical supplement, Australi-an National University, Canberra 1960, p. 49. 61 Cfr. DIGNAN DON - DICKINSON JAN, Italians, in Multicultural Queensland 2001, a cura di Maximilian Brändle, The State of Queensland, Brisbane 2001, p. 213. 62 Cfr. ZUBRZYCKI JERZY, Immigrants in Australia: statistical supplement, Australi-an National University, Canberra 1960, p. 56. 63 Cfr. Ibidem, pp. 64-65.

Gli italiani di Brisbane 2 45

È d’uopo segnalare che l’incremento della presenza italiana nel-la capitale del Queensland non fu prodotto esclusivo dei nuovi flussi immigratori dal Bel Paese. Nei primi anni del dopoguerra molte famiglie italiane residenti da tempo nel territorio statale decisero di trasferirsi a Brisbane per ragioni economiche o per assicurare ai figli maggiori possibilità di studio64. Il censimento del 1961 aggiungeva alcuni dati comparativi interessanti. La città di Brisbane (City, North City e South City) contava una popolazione totale di circa 62.200, di cui solo 47.200 (76%) circa erano nati in Australia. Il 24% degli abitati del “cuore” della capitale del Queensland erano nati oltremare. I dati censuri del 1961 rilevarono anche la nazionalità delle persone registrate. Nel territorio della città di Brisbane i residenti che si dichiara-rono di nazionalità italiana furono 1.261, di cui 695 erano ma-schi e 566 femmine65. Negli anni ’60 si registrarono importanti scoperte minerarie nel Queensland; le attività economiche che si svilupparono attorno alle miniere fecero la fortuna della capi-tale, per la quale si aprì una nuova fase di fioritura66. In questo periodo la collettività italiana di Brisbane si consolidò e acqui-stò maggiore benessere economico. Il sobborgo di Fortitude Valley si trasformò nel “cuore commerciale” di una comunità italiana molto attiva e intraprendente. Nel frattempo, il sobbor-go di New Farm si trasformava nell’area residenziale preferita dagli italiani67. Il censimento del 1976, su una popolazione me-tropolitana di 957.745 abitanti, contò 8.432 (0,9%) persone nate in Italia. Si tratta del numero più elevato di presenze nella sto-ria della capitale del Queensland. Secondo stime elaborate da alcuni studiosi, il contingente italiano, includendo le seconde e

64 Cfr. Multicultural Queensland, a cura di Maximilian Brändle e Steve Karas, ECC/QMWA, Brisbane 1988, p. 121. 65 Cfr. Census of the Commonwealth of Australia, 30th June, vol. III, Common-wealth Bureau of Census and Statistics, Canberra 1962, pp.18-29. 66 Cfr. HOLTHOUSE HECTOR, Illustrated History of Brisbane, Reed, Brisbane 1982, pp. 59-60. 67 Cfr. Multicultural Queensland, a cura di Maximilian Brändle e Steve Karas, ECC/QMWA, Brisbane 1988, p. 121.

46 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

le terze generazioni, nel 1976 avrebbe costituito il 2% della po-polazione metropolitana. Negli anni successivi il numero delle presenza italiane di prima generazione diminuì progressiva-mente. Lo sviluppo urbanistico di Brisbane e l’accentuata mobi-lità sociale degli immigrati comportarono una più diversificata distribuzione delle famiglie italiane sul territorio della capitale. L’attrazione centripeta esercitata da Brisbane sugli italiani fu ampiamente confermata nelle decadi del ’70 e dell’80. Il censi-mento del 1996 rilevava che il 48% delle persone nate in Italia e residenti nel Queensland vivevano nella capitale68.

Per quanto riguarda la provenienza regionale, nel dicembre 1957 l’indagine di Hempel, che incluse un campione rappresen-tativo della collettività italiana di Brisbane, determinò che il 34% degli italiani maschi che vivevano nella capitale del Que-ensland provenivano dalle regioni del nord, includendo Trieste e i territori che dopo la guerra erano passati sotto la Jugoslavia. Solo il 4 % era originario delle regioni centrali, mentre il 25% di essi era nato nelle regioni del Meridione. Dalle isole proveniva il 37% degli italiani di Brisbane. I siciliani costituivano da soli il 35% del totale. Per le donne le percentuali erano leggermente diverse: 35% dal nord, 3% dal centro, 26% dal sud e 36% dalla Sicilia. Il Grafico I69 fornisce il quadro complessivo della prove-nienza regionale degli italiani di Brisbane con caratterizzazione di genere.

68 Cfr. DIGNAN DON - DICKINSON JAN, Italians, in Multicultural Queensland 2001, a cura di Maximilian Brändle, The State of Queensland, Brisbane 2001, p. 215; e Multicultural Queensland, a cura di Maximilian Brändle e Steve Karas, ECC/QMWA, Brisbane 1988, p. 121. 69 Cfr. HEMPEL JOHN ANDREW, Italians in Queensland: some aspects of post-war settlement of Italian immigrants, Australian National University, Canberra 1959, p. 63.

Gli italiani di Brisbane 2 47

Grafico I

Provenienza regionale degli italiani a Brisbane nel 1959

0%

10%

20%

30%

40%

Nord Italia Centro Italia Sud Italia Sicilia Sardegna

Maschi Femmine

La medesima indagine tracciava un quadro abbastanza comple-to della situazione occupazionale degli italiani maschi a Brisba-ne nel dicembre 1957. Essi erano in grande maggioranza lavo-ratori senza qualifica (unskilled labourers) o parzialmente quali-ficati (semi-skilled labourers). Un quinto degli italiani intervistati si dichiarava lavoratore specializzato (skilled workers), con un’evidente concentrazione nel settore edilizio. Al commercio (commercial occupation) era dedito il 3,3% di essi. Solo lo 0,8% degli italiani intervistati risultavano non integrare la popola-zione attiva (not in workforce). Il Grafico II70 illustra figurativa-mente tali percentuali.

70 Cfr. Ibidem, p. 150.

48 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

Grafico II

Percentuali occupazionali degli italiani maschi a Brisbane nel 1957

L’attrazione esercitata dal settore della costruzione sugli immi-grati italiani fu confermata negli anni successivi. Le indubbie capacità professionali e lo spirito d’intraprendenza convinsero molti a mettersi in proprio. Alcuni riuscirono a conquistare il grande mercato edile nel boom degli anni ’70 e ’80. Le grandi imprese di Tony De Luca, Delio Iezzi e Cesare Pradella model-larono molti angoli della moderna Brisbane. Gli italiani eccelse-ro anche nell’industria alimentare, dove la ditta Nanda Macaro-ni, fondata da Francesco De Pasquale, Enrico Cartasegna, Mario Carbone, Antonio Franchin e Luigi Repetto, raggiunse fama internazionale. L’affermazione del catenificio di Igino Serafini marcò il successo italiano nell’industria metalmeccanica. Anche nel campo dell’ingegneria civile gli italiani di Brisbane seppero

Operai non qualificati - 65,4%

Altri - 5,0%

Operai qualificati - 20,7%

Commercianti - 3,3%Operai parzialmente qualificati - 5,5%

Gli italiani di Brisbane 2 49

ritagliarsi un ampio spazio; la filiale locale della ditta Transfield, fondata nel 1956 a Sydney da Franco Belgiorno-Nettis e Carlo Salteri, realizzò sotto la direzione di Giovanni Panizza impo-nenti opere in tutto il Queensland. L’indiscutibile buongusto e le doti culinarie spalancarono agli immigrati italiani le porte del settore gastronomico. Nella capitale del Queensland si molti-plicarono in fretta ristoranti, trattorie e bar con sapori e stili ti-picamente italiani. Tra i pionieri nel settore è da menzionare Gino Merlo, proprietario del Milano Restaurant, che per tutta la durata del suo esercizio rappresentò una meta obbligatoria per tutti gli abitanti di Brisbane amanti della buona cucina71.

Per quanto concerne il processo integrativo degli immigrati ita-liani nel tessuto societario di Brisbane, nei primi anni del se-condo dopoguerra si verificarono grosso modo le medesime dinamiche che s’innestarono nel resto del Queensland. A parti-re dalla decade del ’50, la restaurazione della rappresentanza diplomatica italiana e il successo aggregativo delle iniziative proposte dai padri cappuccini, coadiuvati dalle suore canossia-ne e sostenuti dalla Chiesa cattolica locale, contribuirono a rin-forzare l’identità nazionale della collettività italiana rendendola più capace di dialogo con l’elemento autoctono. Negli anni ’70 e ’80 le seconde generazioni, avviate alla conquista dei settori economici e professionistici della capitale del Queensland, die-dero una spinta decisiva al processo integrativo. Anche nel caso di Brisbane le donne immigrate rimasero spesso ai margini di tale processo. Secondo i dati del censimento del 1981, il 3% del-le donne nate in Italia e residenti nella capitale del Queensland non erano mai andate a scuola. Il 35% di esse non aveva con-cluso le elementari e il 78% non aveva continuato con la scuola dopo i 16 anni. Tutte manifestavano un’accentuata difficoltà

71 Cfr. Multicultural Queensland, a cura di Maximilian Brändle e Steve Karas, ECC/QMWA, Brisbane 1988, pp. 121-122; e DIGNAN DON - DICKINSON JAN, Italians, in Multicultural Queensland 2001, a cura di Maximilian Brändle, The State of Queensland, Brisbane 2001, p. 215.

50 L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale

con l’uso della lingua inglese72. Uno studio della sociologa au-straliana Ellie Vasta, realizzato alla fine degli anni ’80 su un campione di cinquantasei donne italiane immigrate a Brisbane tra il 1949 e il 1956, fornisce altri dati interessanti. Le ristrettez-ze economiche dei primi tempi e l’ambiente cittadino, più libe-ro da pregiudizi maschilisti, favorì l’inserimento delle immigra-te italiane (soprattutto quelle originarie delle regioni settentrio-nali) nel mondo del lavoro. Nella maggior parte dei casi si trat-tò di lavoro in fabbrica, duro e umiliante, molto spesso in nero. L’esperienza lavorativa fu spesso marcata dallo sfruttamento e dalla discriminazione, soprattutto da parte delle donne austra-liane. In molti casi, l’impiego in fabbrica non sollevò le italiane dalle responsabilità concernenti le faccende di casa. Il necessa-rio bilinguismo in famiglia costituì un problema nella maggior parte dei casi. Per molte, l’identificazione con la collettività ita-liana di Brisbane fu spesso percepita come una difesa dalla di-scriminazione73.

72 Cfr. DIGNAN DON - DICKINSON JAN, Italians, in Multicultural Queensland 2001, a cura di Maximilian Brändle, The State of Queensland, Brisbane 2001, p. 216. 73 Cfr. VASTA ELLIE, Australia’s Post-War Immigration: Power, Identity and Resis-tance [tesi dottorale non pubblicata], University of Queensland, Brisbane 1990.

CAPO SECONDO

LA VITA DELLA COLLETTIVITÀ ITALIANA

52 La vita della collettività italiana

Gli italiani di Brisbane 2 53

Gli avvenimenti e i personaggi

Tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, la vita della piccola collettività italiana di Brisbane fu caratterizzata da una fitta rete d’interrelazioni generate ora dall’intraprendenza di alcuni membri ora da circostanze storiche esterne. I fatti nefasti del secondo conflitto mondiale portarono le famiglie italiane a iso-larsi o a confondersi il più possibile con l’elemento locale. Le conseguenze negative sulla vita comunitaria degli italiani di Brisbane furono evidenti anche dopo la soluzione del conflitto armato. Sembrava che il desiderio di trovarsi tra connazionali fosse improvvisamente svanito e tutti preferissero un’esistenza all’insegna dell’anonimato etnico. La chiusura della rappresen-tanza diplomatica italiana nella capitale del Queensland dal 1940 al 1951 non giovò certo alla causa. Essa, infatti, aveva rap-presentato un punto di riferimento costante per le espressioni aggregative della collettività italiana nel periodo interbellico. La situazione mutò radicalmente grazie all’aumento esponen-ziale della presenza italiana nella capitale del Queensland nell’immediato dopoguerra.

Dal 1946 in poi, bastimenti carichi d’immigranti cominciarono ad attraccare al porto di Brisbane. Il fascino del continente nuo-vissimo e i programmi di emigrazione assistita avevano con-vinto migliaia di persone ad abbandonare un’Europa messa in ginocchio dall’ultima guerra fratricida. Gli italiani, numerosis-simi, iniziarono a popolare le vie della capitale del Queensland con i colori e i sapori del Bel Paese. Le profonde differenze lin-guistiche e culturali tra gli immigrati italiani e l’elemento auto-ctono portarono alla creazione di nuovi “spazi etnici”, veri e propri “salvagenti” dell’identità personale e nazionale. Si mol-tiplicarono a iosa gli “avvenimenti italiani” a Brisbane, con una partecipazione di pubblico ogni anno più numerosa. Le occa-sioni di ritrovo e interrelazione erano di varia natura: religiosa, culturale, sportiva, ricreativa e solidale; ma erano tutte tese a riprodurre in terra d’emigrazione l’ambiente di paese o di città che gli immigrati avevano lasciato alle spalle.

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Molti avvenimenti furono promossi dai diversi sodalizi italiani, che sorsero numerosi dagli anni ‘50 in poi. Altri furono occa-sionati dall’intraprendenza dei sacerdoti, religiosi e religiose che attesero ai bisogni spirituali della comunità italiana tra il 1946 e il 1990. In questo capitolo mi limito a considerare i prin-cipali avvenimenti che videro coinvolta l’intera collettività ita-liana.

Dal 1945 al 1959: la comunità italiana si riorganizza

Le fonti consultate sono alquanto avare di notizie per quanto riguarda i primi anni del secondo dopoguerra, ma tale man-canza potrebbe indicare semplicemente il fatto che non ci fosse poi tanto da raccontare. Le prime iniziative comunitarie si rea-lizzarono grazie a individui o a gruppetti di persone sorti spon-taneamente, intorno a interessi comuni. Il 25 luglio 1947 fu or-ganizzato un “Ballo italiano” presso la Leader Hall di Brisbane: tutti gli italiani furono invitati a partecipare1. Il 7 dicembre suc-cessivo tutta la collettività italiana fu invitata a un picnic sul fiume Mandelay. L’evento fu allietato dalla musica di una non meglio specificata “banda” italiana2. Per tutto il 1948 e la metà del 1949 le notizie riportate dalle fonti riguardano per lo più eventi religiosi: battesimi, comunioni, matrimoni e altre cele-brazioni speciali. Ci pare doveroso segnalare che nell’agosto 1948 fu fondata a Brisbane la fabbrica di pasta Nanda Macaroni. L’idea iniziale fu di Francesco De Pasquale, immigrato origina-rio di Ragusa, il quale nel 1947 comprò e portò in Australia la prima macchina per fare la pasta. Essa era capace di sfornare 300 kg di pasta all’ora. Per coronare il suo sogno, il sig. De Pa-squale propose a Enrico Cartasegna, Mario Carbone, Antonio Franchin e Luigi Repetto di diventare soci della nuova ditta. La scelta di fondare la fabbrica a Brisbane fu dovuta alla copiosa

1 Cfr. Ballo Italiano, La Fiamma, 15 luglio 1947, p. 6. 2 Cfr. Picnic sul fiume Mandelay, La Fiamma, 15 novembre 1947, p. 6.

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produzione di grano duro in alcune aree del Queensland. L’iniziativa si rivelò subito un successo e la vendita di pasta, inizialmente limitata al fabbisogno locale, si estese rapidamente nel New South Wales e nel Victoria3. Nel luglio 1949 il primo rappresentante della Repubblica Italiana presso l’Australia, il ministro Giulio Del Balzo, decise di visitare le città di Lismore e Brisbane. Nel pomeriggio di domenica 24 luglio, il ministro fu accolto festosamente dalla comunità italiana nella capitale del Queensland. L’organizzazione dell’evento fu curata da un ap-posito comitato presieduto da Domenico G. Roveta. A questi spettò il discorso di benvenuto, seguito dai messaggi augurali del dott. Francesco Castellano e del dott. Angelo B. Vattuone. Il 25 e 26 luglio il ministro Del Balzo s’incontrò con il governatore del Queensland, Sir John Laverack, il primo ministro, Edward Michael Hanlon, il sindaco di Brisbane, John Beals Chandier, e l’arcivescovo di Brisbane, mons. James Duhig. La moglie del ministro italiano, donna Marisa Del Balzo, accompagnò il mari-to in tutti gli incontri. La sera del 26 luglio mons. Duhig diede un ricevimento in onore del diplomatico italiano presso la pro-pria residenza4.

La musica e il bel canto hanno sempre rappresentato una carat-teristica delle collettività italiane all’estero, un po’ dovunque nel mondo. Nella Brisbane degli anni ’50 non mancavano im-migrati dotati di grandi talenti musicali, come i maestri Vido Lippi, baritono, e Osvaldo Maffei, fisarmonicista. La loro arte allietò in molte occasioni il cuore dei connazionali. Il 7 giugno 1950 i due musicisti decisero di dare un concerto alla City Hall di Brisbane allo scopo di raccogliere fondi per la costruzione della Casa San Francesco (detta anche la Casa), un’opera dei pa-dri cappuccini di cui si tratterà ampiamente nel quarto capitolo. Al concerto parteciparono anche gli allievi delle scuole gestite 3 Le informazioni sono state fornite all’autore dal sig. Raffaele De Pasquale, intervistato l’8 maggio 2007. 4 Cfr. Il ministro d’Italia a Lismore e Brisbane, La Fiamma, 19 agosto 1949, p. 1 e 4.

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dai due maestri. Il successo di pubblico, in gran parte italiano, coronò l’iniziativa generosa di Lippi e Maffei, i quali decisero di ripetere lo spettacolo nella Town Hall di Ipsiwich il 19 luglio seguente. Anche in questo caso il concerto raccolse ampi con-sensi dal pubblico presente5. Una buona porzione della comu-nità italiana di Brisbane era solita celebrare assieme alcuni av-venimenti importanti, come la partenza per l’Italia del rag. Domenico Roveta, che fu festeggiata con un lauto pranzo il 28 giugno presso il Carlton Hotel6.

Dal 1951 in poi, con la riapertura della rappresentanza diplo-matica italiana a Brisbane, gli avvenimenti comunitari si molti-plicarono progressivamente. Il vice console per lo stato del Queensland, dott. Felice Benuzzi, arrivò nella capitale del Que-ensland domenica 3 giugno 1951. Accompagnato dalla moglie, il diplomatico fu accolto dall’arcivescovo di Brisbane, mons. Duhig, dai padri cappuccini, dal dott. Francesco Castellano e la sua consorte, dai coniugi Roveta, dalla sig.ra Battaglia, dall’avv. Giuseppe Rinaudo e da uno stuolo d’immigrati italiani. I di-scorsi d’occasione furono affidati al dott. Castellano, a mons. Duhig, all’avv. Rinaudo e a P. Atanasio Gonelli7. La collettività italiana di Brisbane si riunì di nuovo il 22 agosto 1951 per ap-plaudire la giovane pianista Romola Costantino di Sydney in concerto presso l’Albert Hall8. Nel novembre successivo, Cesare Baucia, noto commerciante e corrispondente de La Fiamma a Brisbane, fu nominato “Giudice di Pace”. L’importante incarico coronava una vita spesa al servizio della comunità locale e, in

5 Cfr. Riuscito Concerto Vocale e Strumentale al City Hall – Brisbane, La Fiamma, 7 luglio 1950, p. 2; e Concerto Tenuto a Ipsiwich a pro della Casa degli Italiani, La Fiamma, 4 agosto 1950, p. 2. 6 Cfr. Addio per il signor G. Roveta, La Fiamma, 4 agosto 1950, p. 2. 7 Cfr. Festose Accoglienze al Vice Console Benuzzi, La Fiamma, 15 giugno 1951, p. 2. 8 Cfr. Concerto di Romola Costantino a Brisbane, La Fiamma, 27 agosto 1951, p. 2. Romola Costantino nacque a Sydney nel 1930; pianista d’eccezione, dopo una lunga carriera come concertista e critica musicale, si spense ad Adelaide nel 1988.

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particolare, della collettività italiana. Nel suo ufficio, sito nell’edificio all’angolo tra Edward Street e Queen Street, il sig. Baucia, nella sua qualità di agente autorizzato per l’immi-grazione, era solito assistere i connazionali nel disbrigo delle diverse pratiche. Per rendere più accessibile agli immigrati ita-liani la sua opera di giudice di pace, Cesare Baucia decise di estendere l’orario di attenzione fino a sera, aprendo le porte del proprio domicilio a New Farm9.

In questi anni la collettività italiana riprese la buona tradizione prebellica delle gite comunitarie a Bishop Island. Domenica 3 febbraio 1952 ben tre battelli carichi d’immigrati giovani e me-no giovani percorsero il fiume Brisbane per raggiungere l’isola famosa per i picnic italiani. Il sig. Eddie Pinter, appena arrivato dall’Italia, si rivelò un cantante di grande talento. Da solo ralle-grò la scampagnata italiana con musica classica e leggera per tutti i gusti. Lo accompagnò al pianoforte il sig. R. Gaspanello. Il pomeriggio si spese tra gare di nuoto, tuffi e partite di pallo-ne10. Il 27 agosto 1952 si celebrò a Brisbane il quinto centenario della nascita di Leonardo da Vinci. La cerimonia avvenne pres-so la Royal Society of St. George e si onorò della partecipazione di Sir Raphael Cilento, del vice console Benuzzi, dell’arcivescovo Duhig e di altri degni rappresentanti della collettività austra-liana e di quella italiana. Il 24 settembre successivo la Flotta Lauro organizzò un ballo sulla motonave “Sydney” per tutti gli italiani al fine di raccogliere fondi per il nuovo ospedale delle suore canossiane11. Nel novembre 1952 la collettività italiana si commosse per il tragico incidente che tolse la vita a Giacinto Zanesco, un immigrato di 21 anni originario di Asolo (TV). Il malcapitato, travolto brutalmente da un treno, fu tumulato nel cimitero cattolico di Nudgee. Il vice console Benuzzi s’interessò personalmente al caso e la generosa comunità italiana contribuì 9 Cfr. C. Baucia, giudice di pace, La Fiamma, 23 novembre 1951, p. 2. 10 Cfr. Da Brisbane. Le allegre domeniche, La Fiamma, 15 febbraio 1952, p. 2. 11 Cfr. Leonardo commemorato a Brisbane, La Fiamma, 5 settembre 1952, p. 2.

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a due collette speciali: una per sostenere la famiglia di Giacinto rimasta in Italia e l’altra per apporre ricordo marmoreo alla tomba del giovane. Nel dicembre dello stesso anno Brisbane ospitò la fase finale della Coppa Davis. Con cinque partite gio-cate dall’11 al 13 dicembre, la squadra italiana si aggiudicò il terzo posto battendo 3 a 2 la formazione indiana. Gli artefici della vittoria italiana furono Fausto Gardini, Marcello Del Bel-lo, Gianni Cucelli e Rolando Del Bello. Pur non essendo il ten-nis uno sport molto popolare nell’Italia degli anni ’50, gli im-migrati italiani di Brisbane accorsero numerosi allo stadio di Milton per sostenere i colori patri12.

Il 1953 cominciò in modo rocambolesco per la collettività italia-na della capitale del Queensland. Giovedì 8 gennaio, alle ore 11:30, un gruppo d’immigrati italiani fu protagonista di una dimostrazione di protesta presso gli uffici del vice consolato in Queen Street. Le prime notizie apparse sui giornali locali grida-rono all’irruzione e alla violenza contro il vice console e sua moglie; ma un testimone oculare chiarì in seguito che era stata una protesta pacifica e l’unica violenza usata era stata quella degli agenti di polizia australiani intervenuti a sedare gli animi. La vera ragione del malcontento era la disperazione di molti immigrati italiani “assistiti” che non avevano trovato a Brisba-ne il lavoro assicurato dal ministero degli esteri italiano prima della loro partenza. Il vice consolato aveva cercato di contenere il disappunto dei malcapitati regalando loro dei buoni-pranzo fino al giorno in cui avessero trovato lavoro. Ma quell’8 genna-io nella sede del vice consolato non vi era nessuno autorizzato a soddisfare le richieste di una trentina d’immigrati disoccupati e di qui le animosità e le proteste13. Intanto la società della capita-le del Queensland si adeguava pian piano all’arrivo massiccio

12 Cfr. Ore di passione allo stadio di Milton, La Fiamma, 19 dicembre 1952, p. 1 e 3. 13 Cfr. I cavalieri dell’Apocalisse, La Fiamma, 16 gennaio 1953, p. 1; e Severe pro-teste di emigranti al nostro commento sui fatti di Brisbane, La Fiamma, 30 gennaio 1953, p. 2.

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di nuovi immigrati. Fu il caso della libreria del sig. Irom, al cen-tro di Brisbane, che si trasformò in libreria ed edicola interna-zionale per soddisfare le richieste linguistiche dei nuovi arriva-ti. Molti italiani frequentavano la libreria e compravano i gior-nali nella loro madrelingua14. Nel maggio 1953 giunse a Brisba-ne il cantante lirico e attore Gino Mattera, impegnato in una tournée australiana. Il maestro Mattera diede presso la City Hall una serie di concerti cui la collettività italiana partecipò sempre numerosa15. Il vice console Benuzzi decise di organizzare la fe-sta della Repubblica Italiana presso la Casa San Francesco nel pomeriggio del 31 maggio. La celebrazione, aperta a tutta la collettività, iniziò con alcuni canti patriottici interpretati dal co-ro della Casa, sotto la direzione di Noela Morgenstern. Seguì un breve concerto al pianoforte di Elly Pasinetti e alcuni assoli di Carmelo Caruso e Eddie Pinter. Per concludere, dopo i discorsi d’occasione, il coro intonò l’inno nazionale16. Nel mese di lu-glio, il ministro Silvio Daneo, ambasciatore d’Italia in Australia, visitò le comunità del Queensland. A Brisbane fu ricevuto con tutti gli onori dalla collettività italiana e dalle autorità locali. Durante un pranzo offerto in suo onore dal gabinetto statale, il primo ministro (facente funzione) del Queensland, Jack E. Duggan, sottolineò l’inestimabile contributo degli immigrati italiani allo sviluppo agricolo, industriale e culturale dello sta-to17. Il 17 novembre 1953 furono inaugurati i nuovi uffici del vice consolato italiano nel palazzo della Australian and New Zea-land Bank, all’angolo tra Queen Street e Wharf Street. Presenzia-rono l’evento autorità religiose e civili, assieme ad alcuni nota-bili della collettività italiana di Brisbane18.

14 Cfr. Una libreria internazionale, La Fiamma, 24 aprile 1953, p. 2. 15 Cfr. Da Brisbane, La Fiamma, 29 maggio 1953, p. 2. 16 Cfr. Celebrazione della festa nazionale, La Fiamma, 12 giugno 1953, p. 2. 17 Cfr. Il Queensland ha un grande debito verso gli Italiani, La Fiamma, 24 luglio 1953, p. 1. 18 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 4 dicembre 1953, p. 3.

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Nel 1954 molte attività comunitarie furono organizzate dal co-mitato della Casa San Francesco. L’8 maggio si spegneva a Bri-sbane Igino Costa, uno dei pionieri e benefattori della comunità italiana. Socio fondatore della Società Dante Alighieri e assiduo sostenitore delle attività comunitarie prima della II Guerra Mondiale, aveva assaporato la durezza dei campi di prigionia durante il conflitto. Sempre attento alle esigenze dei connazio-nali e della Chiesa locale, era molto stimato dagli italiani di Bri-sbane che gremirono la cattedrale per il suo funerale. Mons. Duhig volle dimostrare la sua personale riconoscenza al defun-to e alla sua famiglia presiedendo egli stesso la messa funebre19. La celebrazione della festa della Repubblica, oramai una tradi-zione, fu realizzata nella Casa San Francesco nel pomeriggio del 30 maggio. L’inno nazionale, eseguito dall’orchestra del mae-stro Pellegrino, diede inizio ai festeggiamenti. Seguì un recital di canzoni e musiche italiane. Il vice console Benuzzi, dopo il suo discorso ufficiale, consegnò alla Casa San Francesco e al sig. Osvaldo Bonutto un diploma in nome della Triennale del Lavoro Italiano nel Mondo per la loro partecipazione alla prima mostra della stessa triennale, realizzata a Napoli. Il dott. Benuzzi con-ferì la “Stella della solidarietà italiana” all’agente consolare svizzero Henry Shaub, il quale si era prodigato a favore degli italiani durante il tempo bellico. La manifestazione si chiuse con un rinfresco20. Il console generale d’Italia, dott. Ferruccio Steffenelli, giunse in visita ufficiale a Brisbane, accompagnato dalla consorte, il 20 luglio 1954. Il vice console Benuzzi accolse la coppia alla stazione. In suo onore fu organizzato un ricevi-mento il 22 luglio presso la Casa San Francesco. L’evento comin-ciò con l’inaugurazione da parte del console del salone bar del-la Casa. Nella sala superiore, gremita d’italiani, il coro della Ca-sa eseguì l’inno nazionale. Subito dopo, una giovane dell’Azione Cattolica offrì un omaggio floreale alla sig.ra Steffenelli. Il dott.

19 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 28 maggio 1954, p. 2. 20 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 21 maggio 1954, p. 2; e La Festa della Repubblica a Brisbane, La Fiamma, 18 giugno 1954, p. 12.

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Castellano diede inizio ai discorsi ufficiali, seguito dal console Steffenelli, il quale concluse il suo panegirico con la consegna della “Croce di guerra” a Filippo Ranieri, un immigrante italia-no che si era distinto per un’azione eroica durante la II Guerra Mondiale. Dopo la presentazione ufficiale di atleti e personaggi di spicco della collettività italiana, Carmelo Caruso, Mary Ma-theson e Sandro Merlini si alternarono in uno spettacolo di mu-sica di alto livello21. Il 15 agosto 1954 arrivò al porto di Brisbane la nave “Surriento” del Lloyd Triestino. Tra i tanti immigrati italiani, sedici decisero di stabilirsi nel Queensland22. Il maestro Alceo Galliera, noto direttore d’orchestra italiano, nel corso di una tournée australiana si recò a Brisbane nel settembre 1954. Il maestro Galliera aveva diretto l’orchestra sinfonica del Queen-sland in precedenza, ma i concerti alla City Hall di Brisbane del 17 e 18 settembre furono un vero trionfo23. Il 27 ottobre 1954 la collettività italiana si strinse attorno al vice console Benuzzi per un ultimo addio. Dopo oltre tre anni di servizio agli immigrati italiani del Queensland, il dott. Felice Benuzzi era stato richia-mato in patria per ricevere ufficialmente il nuovo incarico di primo ministro presso l’ambasciata italiana in Pakistan. La se-rata di commiato fu organizzata presso la Casa San Francesco, la cui sala superiore si gremì d’italiani. Al discorso del dott. Ca-stellano fece seguito quello commosso del vice console. Nella speciale occasione il diplomatico partente consegnò a mons. Duhig il diploma e le insegne di “Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”; l’alta onorificenza veniva a premiare la sua sollecitudine nei confronti degli immigrati ita-liani24. Dopo la partenza di Benuzzi, il dott. G. Gatto assunse la

21 Cfr. La visita del Console Generale nel Queensland, La Fiamma, 6 agosto 1954, p. 9; e Momenti della visita del Console, La Fiamma, 13 agosto 1954, p. 9. 22 Cfr. È arrivata la Surriento, La Fiamma, 27 agosto 1954, p. 9; e Sono arrivati col Surriento, La Fiamma, 3 settembre 1954, p. 9. 23 Cfr. Da Brisbane, La Fiamma, 24 settembre 1954, p. 9; e Sette giorni a Brisbane, La Fiamma, 1 ottobre 1954, p. 9. 24 Cfr. L’addio al Vice Console Dott. Benuzzi, La Fiamma, 12 novembre 1954, p. 9.

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reggenza del vice consolato del Queensland. A quest’ultimo va attribuita l’iniziativa di costituire un Comitato Pro-Sinistrati Sa-lerno a Brisbane in occasione della tremenda alluvione che colpì la costiera amalfitana il 25 e 26 ottobre 1954. Il comitato si pre-figgeva di raccogliere fondi per aiutare le famiglie delle vittime e i numerosissimi senzatetto25.

Assieme agli immigrati, anche il cinema italiano approdò a Bri-sbane nel 1955. Nel mese di agosto due sale cinematografiche della capitale del Queensland proiettarono “Sensualità”, di Clemente Fracassi, “Vulcano”, di William Dieterle, “Le infede-li”, di Mario Monicelli e Steno, e “Carmela”, di Flavio Calzava-ra. Il concorso d’italiani fece spesso registrare il tutto esaurito26. Con il patrocinio della Società Dante Alighieri, il 10 ottobre 1955 la pianista Romola Costantino tornò a Brisbane per un concerto alla Albert Hall prima di partire alla volta dell’Italia27. Nel no-vembre successivo il governo italiano, attraverso la rappresen-tanza diplomatica locale, organizzò la “Mostra del libro dell’arte italiana” presso la Queensland Art Gallery a Brisbane. Sir Raphael Cilento fu chiamato a presiedere la cerimonia inau-gurale. La mostra riscosse grande successo nella capitale del Queensland28. Le fonti consultate non riportano notizie comuni-tarie per l’anno 1956.

Il 1957 si aprì con un altro evento culturale di notevole impor-tanza, che raccolse i consensi della collettività italiana. La “Mo-stra Italiana d’Arte del XX Secolo”, organizzata a Brisbane nel mese di gennaio, si rivelò un grande successo nonostante un certo scetticismo che aveva accompagnato il suo allestimento. Alla fine del mese i dipinti partirono alla volta del Sud Africa

25 Cfr. Costituzione Comitato Pro-Sinistrati Salerno, La fiamma, 26 novembre 1954, p. 9. 26 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 5 agosto 1955, p. 9. 27 Cfr. La Voce del Queensland, La Fiamma, 7 ottobre 1955, p. 9. 28 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 25 novembre 1955, p. 9.

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per un’altra esposizione29. Nello stesso mese La Fiamma riportò l’annuncio riguardante un programma radio in italiano che era trasmesso ogni giovedì sera alle ore 20:30 dalla stazione 4UQ. Il programma comprendeva la presentazione di alcuni brani di musica, un breve notiziario e una guida turistica italiana. Il pre-sentatore era il sig. Basilotta, che aveva già accumulato espe-rienza in materia in Sud America30. Un secondo programma radio in italiano nacque l’11 febbraio 1957. Presentato da Car-melo Caruso, “L’ora italiana” andava in onda ogni lunedì dalle 21:30 alle 22:30 sulla stazione 4KQ. Il programma godeva degli auspici de La Fiamma, delle ditte Nanda Macaroni e Redman Mo-tors, della National Bank of Australia e della Sartoria Moderna Caruso. L’ora italiana ottenne subito un discreto successo pres-so gli immigrati italiani di Brisbane e del Queensland. Ma gli italiani seguivano con interesse anche il programma di Basilot-ta, che, grazie agli indici di ascolto, nel marzo 1957 cambiava giorno, orario e stazione: la domenica, alle 13:30, sulla stazione 4BH. Rispondeva a tono il programma di Caruso, che veniva spostato la domenica alle 9:15 sempre sulla stessa stazione31. Il 25 marzo 1957 il pugile italiano Primo Carnera, che dopo il suo ritiro dalla boxe si dedicava alla lotta libera, disputò un incon-tro contro il Great King Kong presso il Milton Tennis Court di Bri-sbane32. Profondamente compianto dalla collettività italiana di Brisbane, il 23 aprile morì a 83 anni il maestro Alessandro Sor-gato, originario di Padova. Il musicista, che viveva ad Ashgro-ve, aveva suonato per l’orchestra imperiale russa. Dopo la rivo-luzione aveva girato il mondo fino ad arrivare a Sydney, dove s’integrò all’orchestra sinfonica del New South Wales. Alla fine

29 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 11 gennaio 1957, p. 13; e Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 25 gennaio 1957, p. 8. 30 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 25 gennaio 1957, p. 8. 31 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 22 febbraio 1957, p. 8; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 marzo 1957, p. 6; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 29 marzo 1957, p. 10; e Non andrà più in onda il programma radio in italiano, La Fiamma, 10 febbraio 1977, p. 12. 32 Cfr. MARLETTA CESARE, Come eravamo …, Presenza (1994) 1, p. 13.

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della sua brillante carriera aveva deciso di ritirarsi a Brisbane33. Nell’aprile 1957 il lottatore italiano Ilio Di Paolo disputò un in-contro di lotta libera a Brisbane contro lo iugoslavo Lucky Si-monovich. Incoraggiato dai molti tifosi locali, italiani e austra-liani, Di Paolo riuscì a vincere la gara34. Giovedì 16 maggio 1957, alle ore 13:00, il dott. Lucio Sebastiani, console generale d’Italia in Australia, giunse alla stazione di Brisbane per una visita ufficiale nel Queensland. Dopo due giorni dedicati agli incontri con le autorità civili e religiose locali, sabato 18 maggio il console partecipò a una festa organizzata presso la Casa San Francesco con tutta la comunità italiana. Dopo i discorsi d’oc-casione, ci fu uno spettacolo musicale magistralmente organiz-zato dalle suore canossiane35. Verso la fine dello stesso mese, Luciano Tajoli fece visita alla comunità italiana della capitale del Queensland assieme ad altri noti artisti italiani: Dana Chia, Franco Sportelli, Alda Sileni e Luciano Meraviglia36. Domenica 2 giugno la collettività italiana si ritrovò presso la Casa per ce-lebrare l’anniversario della Repubblica Italiana. Il vice console Massimo Castaldo fu l’artefice della manifestazione patriottica. Le suore canossiane e le ragazze dell’Azione Cattolica allestirono un simpatico intrattenimento musicale e Carmelo Caruso fu invitato a presentare lo spettacolo. Dopo il discorso del vice console, alle oltre 200 persone presenti fu offerto un cocktail37. Nel luglio 1957 morì all’età di 65 anni Cesare Baucia, uno dei pionieri della collettività italiana di Brisbane. Originario d’Ales-sandria, aveva lasciato il posto di capostazione per emigrare in Australia. Assieme a C. Albanese, il sig. Baucia aveva dato vita a “L’Italiano”, un giornale italiano prodotto a Brisbane nel pe-riodo interbellico. Dal 1946 Cesare Baucia si era ritirato a vita privata a causa di un’insufficienza cardiaca che lo aveva fatto

33 Cfr. Figure che scompaiono, La fiamma, 10 maggio 1957, p. 8. 34 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 26 aprile 1957, p. 8. 35 Cfr. Ibidem; e In arrivo il Console a Brisbane, 10 maggio 1957, p. 8. 36 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 14 giugno 1957, p. 10. 37 Cfr. Ibidem.

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soffrire alquanto negli ultimi anni38. Nel settembre successivo, a sorpresa e per sole 24 ore, il ministro (ambasciatore) d’Italia in Australia, dott. Silvio Daneo, fece visita alla comunità italiana di Brisbane. Il vice console Castaldo riuscì a organizzare un pranzo in onore del presule nella sua residenza privata. Furono inviatati alcune autorità religiose e alcuni notabili della colletti-vità italiana39. In ottobre 1957, la tournée australiana del tenore italiano Luigi Infantino toccò la capitale del Queensland. Il suo concerto fu un grande successo, soprattutto grazie alla parteci-pazione degli immigrati italiani40.

Domenica 19 gennaio 1958 nella Casa San Francesco un folto gruppo d’italiani si riunì per ringraziare e salutare il vice con-sole Massimo Castaldo, il quale era stato trasferito a una nuova missione diplomatica. Ai discorsi di commiato del dott. Castel-lano e di P. Samuele Rodomonti, cappellano degli italiani, fece-ro eco le parole commosse del diplomatico, al quale fu poi os-sequiato un barometro incassato in legno del Queensland con un’iscrizione in argento41. Dal mese di aprile 1958 le fonti con-sultate riportano notizie di un secondo programma radio pre-sentato da Carmelo Caruso sempre sulla stazione 4KQ; si trat-tava di “Melodie Italiane”, un programma dedicato alla musica italiana, con commenti e interviste a cura del presentatore, in onda ogni venerdì dalle 20:15 alle 21:3042. Il 6 giugno 1958 ricor-reva il primo centenario della fondazione dello Stato del Que-ensland e la collettività italiana di Brisbane volle dare il proprio apporto alle celebrazioni giubilari. Su iniziativa del reggente del vice consolato, dott. Loris Balestrieri, nell’aprile 1958 si co-stituì un comitato organizzativo presieduto dal dott. Castella-

38 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 2 agosto 1957, p. 12. 39 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 27 settembre 1957, p. 12. 40 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 ottobre 1957, p. 11. 41 Cfr. 7 giorni nel Queensland, La Fiamma, 31 gennaio 1958, p. 13. 42 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 16 aprile 1958, p. 12, Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 20 giugno 1958, p. 18; e Nuovo programma radiofo-nico, La Fiamma, 5 marzo 1963, p. 16.

66 La vita della collettività italiana

no. Facevano parte dello stesso comitato Felice Brusasco, Mi-chele Calvisi, Carmelo Caruso, Pietro Demartini, Vincenzo Di Marco, Francesco Masinello, Umberto Poppi, Cesare Pradella, Antonio Ridolfi, Giuseppe Sesta, Floriano Sferco, Fausto Vallati e Pietro Zanatta. Il comitato decise di donare un’ope-ra d’arte italiana alla galleria d’arte statale come segno tangibile del ri-conoscimento degli immigrati italiani verso il Queensland. I fondi necessari sarebbero stati raccolti attraverso sottoscrizioni volontarie aperte a tutti43. Il tradizionale ricevimento organizza-to dal vice consolato per la festa della Repubblica Italiana fu celebrato il pomeriggio del 1 giugno 1958 presso la Casa San Francesco. Dopo i discorsi d’occasione, furono offerte al pubbli-co italiano una rappresentazione teatrale allestita dalle suore canossiane e alcune canzoni corali eseguite dalla Gioventù Catto-lica. Seguirono musica e danze fino a tarda sera. La festa fu un vero successo con la partecipazione di oltre 300 immigrati44. La tournée australiana di Claudio Villa portò il famoso cantante a Brisbane verso la metà di giugno 1958. Lo accompagnavano le cantanti Mara del Rio e Wanda Romanelli e il mastro Ovidio Sarra, pianista d’eccezione. Il concerto organizzato alla City Hall, grazie al patrocinio di Johnny Gattuso, fu molto apprezza-to da un pubblico ridotto a causa del mal tempo. Oltre mille persone parteciparono al recital del famoso cantante, ma se ne aspettavano molte di più. Questo fatto comportò la cancella-zione della tappa nella capitale del Queensland inizialmente prevista per le tournée di Renato Carosone e Mario Lanza nello stesso anno45. In luglio arrivò però la cantante Alda Sereni, che si esibì al Rialto Theatre di West End per il pubblico italiano e australiano; la simpatica artista offrì un concerto gratuito agli

43 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 25 aprile 1958, p. 12. 44 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 23 maggio 1958, p. 12; Sette gior-ni nel Queensland, La Fiamma, 30 maggio 1958, p. 12; e Sette giorni nel Queen-sland, La Fiamma, 12 giugno 1958, p. 18. 45 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 20 giugno 1958, p. 18.

Gli italiani di Brisbane 2 67

studenti della Church of England Grammar School di Brisbane46. In agosto 1958 la ditta Nanda Macaroni celebrò il suo decimo anniversario di attività. Furono gli operai stessi a organizzare, all’insaputa dei proprietari, un simpatico intrattenimento saba-to 2 agosto. Nel 1958 la Nanda produceva settimanalmente ot-tanta tonnellate di pasta, la quale veniva distribuita in Austra-lia, in Asia e in Italia47.

A due anni di distanza dal successo ottenuto del 1957, Luciano Tajoli decise di tornare nella capitale del Queensland per un altro concerto. Il 19 ottobre 1959, oltre 3.000 persone, quasi tutti italiani, gremirono la Festival Hall di Brisbane per ascoltare il famoso cantante. Lo spettacolo fu arricchito dalle ottime inter-pretazioni canore di Maria Cervati e di Elio Moro, un tenore italiano residente in New South Wales. La bravura del maestro Luciano Meraviglia diede il tocco finale a una serata musicale di enorme successo. Dopo aver presentato altri spettacoli nel Nord Queensland, l’acclamato quartetto di artisti si ripresentò alla Festival Hall di Brisbane il 23 novembre successivo per altri due spettacoli, sempre tutto esaurito48. Correva l’anno centena-rio della fondazione dello stato del Queensland e il 19 novem-bre 1959 la comunità italiana presentò il suo “regalo di comple-anno”. Rappresentati dall’ambasciatore d’Italia, dott. Eugenio Prato, gli italiani di Brisbane donarono alla Univesity of Queen-sland 400 preziosi volumi di letteratura italiana classica e con-temporanea. La cerimonia di consegna si svolse presso la City Hall alla presenza di autorità italiane e australiane49. Nel mese di dicembre arrivò a Brisbane Domenico Modugno, che riuscì a gremire la Festival Hall con un concerto graditissimo dal pub-

46 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 1 agosto 1958, p. 12. 47 Cfr. Dal Queensland, La Fiamma, 16 agosto 1958, p. 19. 48 Cfr. Spettatori record per Tajoli a Brisbane, La Fiamma, 7 novembre 1959, p. 15; It Was Real Italian Fun, The Courrier Mail, 20 novembre 1959, p. 10; e They Just Loved Italian Songs, The Courrier Mail, 24 novembre 1959, p. 22. 49 Cfr. Italians’ Goodwill Gifts to Q’land, North Australian Monthly, April 1960, p. 9.

68 La vita della collettività italiana

blico. Lo spettacolo del 9 dicembre 1959 cominciò con i numeri comici dell’imitatore Riccardo Vitali. Toccò poi a Norma Ben-guell, avvenente cantante brasiliana, riscaldare i cuori dei pre-senti con canzoni spagnole, brasiliane e francesi. Quando Mo-dugno entrò fu accolto trionfalmente da una platea essenzial-mente italiana, che si commosse alle note di “Volare”, “Lazza-rella” e “Piove”. Il maestro Enrico Polito diresse magistralmen-te l’orchestra50.

La decade del ’60: la comunità italiana si afferma

Nella decade del 1960 la collettività italiana di Brisbane prese coscienza della propria identità e si ritagliò nuovi spazi nella vita sociale della capitale del Queensland. Si moltiplicarono gli avvenimenti pubblici tesi a promuovere la cultura italiana, la musica del Belpaese e il made in Italy. Le rappresentanze diplo-matiche italiane giocarono un ruolo essenziale in tale processo. Nel maggio 1960 il noto archeologo italiano Pellegrino Sestieri giunse a Brisbane. Il professor Sestieri, studioso di fama inter-nazionale, si trovava in Australia per una serie di conferenze promosse dallo Humanity Research Council. Nella capitale del Queensland diede tre lezioni per studenti universitari sugli scavi di Veglia, Cylon e Paestum, riscuotendo sempre l’ampio consenso del pubblico. Durante la sua permanenza nella capita-le l’esimio professore fu ospite del dott. Castellano51. Il 10 ago-sto la gioielleria Prouds di Brisbane inaugurò una mostra di preziosi fabbricati in Italia; il patrocinio dell’ambasciata italiana di Canberra fu manifestato dalla presenza del consigliere R. Ferrara, il quale nel suo discorso sottolineò il valore artistico e

50 Cfr. Italian To Sing Here, Telegraph, 1 dicembre 1959, p. 2; e Trionfale debutto di Modugno a Brisbane, La Fiamma, 16 dicembre 1959, p. 25. 51 Cfr. L’archeologo Sestieri a Brisbane, La Fiamma, 10 maggio 1960, p. 21; e Pub-blico entusiasta delle conferenze di Sestieri, La Fiamma, 17 maggio 1960, p. 21.

Gli italiani di Brisbane 2 69

sentimentale di tale esposizione52. Lo stesso giorno giunse nella capitale del Queensland il console generale d’Italia, dott. Giulio Carnevali, in visita ufficiale. Il reggente del vice consolato, il sig. Balestrieri, con un gruppo di connazionali, ricevette il di-plomatico all’aeroporto. Il mattino dell’11 agosto il console s’incontrò con alcune autorità civili australiane; nel pomeriggio visitò il convento delle suore canossiane e si trattenne a collo-quio con l’arcivescovo Duhig. La sera del medesimo giorno, nell’elegante cornice del ristorante Surriento, il dott. Carnevali cenò con alcuni rappresentanti della collettività italiana. Vener-dì 12 agosto fu dedicato all’incontro con altre autorità austra-liane e alla fabbrica della Nanda, dove il console s’intrattenne simpaticamente con gli operai, in gran parte italiani. La sera dello stesso giorno la comunità italiana organizzò un ricevi-mento presso la Casa San Francesco, che per l’occasione si gremì di connazionali. Sabato 13 agosto il dott. Carnevali visitò alcune località turistiche della Gold Coast assieme al dott. Castellano53. Nel 1960 Antonietta Franchin, una ragazza italiana di Brisbane, si presentò come candidata al concorso di Miss Australia. La col-lettività italiana dimostrò il suo appoggio all’avvenente giova-ne partecipando numerosa al barbecue che la sig.na Franchin organizzò nella sua residenza privata il 10 settembre 1960. Il ricavato andò a favore dell’assistenza ai bambini poliomielitici in Australia54. Nell’ottobre successivo, la ditta Brioni di Roma organizzò una sfilata di moda maschile italiana, alla quale par-teciparono oltre 1000 persone. L’evento fu coordinato dal sig. Angelo Vittucci, rappresentante locale della ditta55.

Nel 1961 l’ufficio di corrispondenza di Brisbane de La Fiamma indisse un concorso di bellezza intitolato Miss Fiamma-Brisbane.

52 Cfr. Mostra dell’artigianato italiano aperta nei locali della “Prouds”, La Fiamma, 23 agosto 1960, p. 15. 53 Cfr. Tre intense giornate a Brisbane del Console Generale Carnevali, La fiamma, 23 agosto 1960, p. 15. 54 Cfr. Queensland, La Fiamma, 27 agosto 1960, p. 15. 55 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 4 ottobre 1960, p. 16.

70 La vita della collettività italiana

Le foto delle diciannove candidate, assieme a una breve presen-tazione personale in calce, furono pubblicate sul giornale italia-no una alla volta con un numero progressivo in modo da per-mettere ai lettori di votare la vincitrice. Le giovanissime aspi-ranti a Miss Fiamma-Brisbane erano: Olga Torre, Renata Menis, Silvana Lestani, Carmen Pittini, Guglielmina Jacuzzi, Diana Menis, Maria Calvisi, Rosetta Gugemberger, Lina Morri, Gra-ziella Ridolfi, Tina Del Monte, Genoveffa Mulatta, Maria Bot-taz, Bruna Varglieri, Fiorenza Springolo, Gemma Zanini, Yvonne Ghirardelli, Sarina Cordaro e Gianna Danelon. La sera-ta finale, con la consegna dell’ambito titolo, si svolse sabato 9 settembre 196156. In occasione del primo centenario dell’unità d’Italia, sabato 3 giugno, il dott. Balestrieri organizzò presso la sede del consolato italiano un rinfresco al quale parteciparono oltre 200 persone57. Nel giugno 1961 tornò in Australia il tenore Luigi Infantino, per una nuova tournée. Il 28 giugno e il 4 lu-glio, il cantante si esibì alla City Hall di Brisbane. Lo accompa-gnò al piano il maestro Angelo Campora58. Il 3 luglio 1961, presso la Festival Hall della capitale del Queensland, si realizzò il “Festival Italiano” con la partecipazione di Giorgio Consolini, Tonina Torrielli e Rosetta Fucci, ottime voci accompagnate al pianoforte dal maestro Mario Maschio. Nella stessa serata, il comico Romano Villi intrattenne con le sue gag il numerosissi-mo pubblico presente in sala59. Sabato 4 novembre 1961, il teno-re Mino Vinci, nipote e allievo di Beniamino Gigli, diede un concerto presso la Festival Hall di Brisbane. Nell’occasione l’artista condivise il palcoscenico con la soprano Clara Sartori.

56 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 20 giugno 1961, p. 19, Sfilano le belle di Brisbane, La Fiamma, 24 giugno 1961, p. 19, Sfilano le belle di Brisbane, La Fiamma, 27 giugno 1961, p. 17; e Miss Fiamma – Brisbane, La Fiamma, 23 Ago-sto 1961, pp. 12-13 57 Cfr. Celebrato in città il Centenario dell’Unità, Il Corriere d’Australia, 13 giu-gno 1961. 58 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 17 giugno 1961, p. 19. 59 Cfr. They’ll Bring Along Italian Songs, The Courier Mail, 21 giugno 1961, p. 16.

Gli italiani di Brisbane 2 71

Nella stessa serata si esibirono i cantanti pop Franca Rossetti e Vittorio Sacca, due ex-immigrati dotati di buone qualità canore che erano tornati in patria ed erano riusciti a sfondare nella musica leggera italiana. Gli accompagnamenti musicali furono curati dal maestro Giuseppe Cacio60. Nel secondo semestre del 1961 il dott. Balestrieri consegnò le redini del consolato italiano per il Queensland al nuovo console, dott. Francesco Olivieri61.

Il 14 aprile 1962, in riconoscenza dei suoi innumerevoli servigi alla collettività italiana di Brisbane, il dott. Francesco Castellano fu insignito del titolo di “Cavaliere Ufficiale dell’Ordine al Me-rito della Repubblica Italiana”. La cerimonia, presieduta dal dott. Olivieri, si realizzò presso il consolato italiano62. Alla sua terza tournée australiana, l’8 dicembre 1962 Luciano Tajoli si esibì, sempre con enorme successo di pubblico, alla Festival Hall di Brisbane. Nella medesima serata, il tenore Nunzio Gallo, vincitore della “Canzonissima” di quell’anno con “Sedici anni”, fece sfoggio del suo talento interpretando vari brani di musica leggera.

Nel mese di febbraio 1963, Carmelo Caruso lanciò un terzo programma radio in italiano intitolato “Italia Canta”, in onda ogni mercoledì dalle 19:45 alle 20:30, sulla stazione 4KQ. Il nuovo programma si proponeva di divulgare assieme alla mu-sica anche la cultura italiana, attraverso interviste a personaggi illustri della collettività italiana di Brisbane e a visitatori prove-nienti dalla madrepatria63. Nel 1963 arrivò in Australia il mae-stro Cesare Valebrega, noto pianista e musicologo ingaggiato in una serie di conferenze promosse dal Ministero della Cultura italiano e dalle Nazioni Unite. Il programma del maestro inclu-deva quattro giorni di lezioni a Brisbane nel mese di aprile. Il 60 Cfr. Top Singer From Italy, The Courier Mail, 26 ottobre 1961, p. 11; e Return To Sing Here, The Courier Mail, 1 novembre 1961, p. 11. 61 Cfr. Messaggio del dott. Olivieri agli italiani di Brisbane, La Fiamma, 26-30 di-cembre 1961, p. 27. 62 Cfr. Honour For Their Good Doctor, The Courier Mail, 14 aprile 1962, p. 12. 63 Cfr. Nuovo programma radiofonico, La Fiamma, 5 marzo 1963, p. 16.

72 La vita della collettività italiana

noto pianista diede anche un concerto presso il conservatorio di Brisbane; la sua bravura catturò i consensi del pubblico italiano e australiano accorso per l’occasione64. Nello stesso mese l’ambasciatore italiano in Australia, dott. Renato Della Chiesa D’Isasca, realizzò la sua prima visita ufficiale nel Queensland. Il diplomatico giunse all’aeroporto di Brisbane la mattina di ve-nerdì 19 aprile. Dopo una giornata dedicata agli incontri con le autorità civili e religiose australiane, sabato 20 aprile sera l’ambasciatore volle riunirsi con la collettività italiana di Bri-sbane presso la Casa S. Francesco. Stranamente, solo una ses-santina di persone si presentarono all’appuntamento. Il dott. Castellano e P. Luciano da Prignano furono incaricati dei di-scorsi di benvenuto65. Nel maggio seguente il consolato italiano per il Queensland si fece promotore di un’interessante iniziati-va. Una borsa di studio consistente in un viaggio in Italia fu messa in palio al migliore alunno o alunna dei corsi d’italiano promossi dalla medesima rappresentanza diplomatica per l’anno 196366. Il 9 ottobre 1963, una frana staccatasi dal monte Toc e precipitata nel bacino artificiale creato dalla diga del Va-jont provocò un'onda che scavalcò la diga e travolse il paese di Longarone (Belluno). Le vittime furono oltre duemila. Carmelo Caruso, attraverso i suoi programmi radiofonici, si fece promo-tore di un accorato appello per soccorrere le famiglie delle vit-time e i senzatetto. La generosità degli italiani di Brisbane e di tutto il Queensland fu ancora una volta esemplare e il 24 no-vembre 1963 il sig. Caruso poté consegnare al consolato italiano ben 1050 sterline67.

64 Cfr. Visita dell’ambasciatore a Brisbane, La Fiamma, 17 aprile 1963, p. 25; e Music Expert, Telegraph, 9 aprile 1963, p. 13. 65 Cfr. Visita dell’ambasciatore a Brisbane, La Fiamma, 17 aprile 1963, p. 25; e Troppo pochi alla “S. Francesco” per la visita dell’Ambasciatore, La Fiamma, 27 aprile 1963, p. 22. 66 Cfr. Viaggio in Italia al migliore in Italiano, La Fiamma, 7 maggio 1963, p. 17. 67 Cfr. Vajont Relief Appeal, Telegraph, 21 ottobre 1963, p. 23; £1050 For Dam Break Victims, The Courier Mail, 25 novembre 1963, p. 12; e Successo dell’appello pro-Longarone, La Fiamma, 26 novembre 1963, p. 26.

Gli italiani di Brisbane 2 73

Nel marzo 1964, il dott. Francesco Olivieri consegnò a Felice Brusasco la “Stella della solidarietà italiana” come riconosci-mento del suo costante impegno a favore della collettività ita-liana di Brisbane68. Il mese successivo, l’on. Gioacchino Lauro, amministratore della Flotta Lauro, visitò la capitale del Queen-sland. In tale occasione l’armatore italiano annunciò che due nuove navi avrebbero presto sostituito la Roma e la Sydney sulla rotta italo-australiana69. Il 17 settembre 1964 la Festival Hall si vestì a festa per l’eccezionale concerto di due stelle della canzo-ne pop italiana: Mina e Peppino di Capri. Oltre ai due artisti, all’apice del loro successo, si esibirono i Rockers e il cantante Giovanni Giglio. Duemila persone, in gran parte italiani, affol-larono la grande sala e applaudirono le interpretazioni degli artisti italiani70. Il 7 dicembre 1964 si realizzò la prova scritta per gli alunni dei corsi d’italiano che parteciparono alla secon-da edizione del concorso indetto dal console. Il viaggio in Italia, premio unico della gara, sarebbe stato assegnato all’indomani degli esami orali previsti per il 12 e il 15 dicembre71. Le fonti consultate riportano solo poche notizie riguardanti gli avveni-menti comunitari del 1965. Nel mese di giugno il nuovo console italiano, dott. Mario Rotelli, organizzò assieme al Fogolâr Furlan un ballo presso la Buffalo Hall di Valley per celebrare il dician-novesimo anniversario della Repubblica Italiana72. Nel dicem-bre dello stesso anno si realizzò una partita di calcio tra la squadra dell’Abruzzo e quella della Sicilia, evento sportivo che le fonti definiscono tradizionale. Il premio in palio, consistente in dieci galloni di birra, fu vinto dai siciliani che trionfarono per 5 a 173.

68 Cfr. La “Stella” a Brusasco, La Fiamma, 17 marzo 1964, p. 16. 69 Cfr. L’On Lauro a Brisbane, La Fiamma, 7 aprile 1964, p. 17. 70 Cfr. Ballo A.N.F.E. per “Miss Australia”, La Fiamma, 1 settembre 1964, p. 17; e No Screams From 2000 Italians, The Courier Mail, 18 settembre 1964, p. 6. 71 Cfr. Il 7 dicembre la prova scritta, La Fiamma, 24 novembre 1964, p. 21. 72 Cfr. Rievocazioni storiche al ballo nazionale, La Fiamma, 8 giugno 1965, p. 16. 73 Cfr. Il 18 dicembre Miss Flotta Lauro, La Fiamma, 1965, 14 dicembre, p. 16.

74 La vita della collettività italiana

L’anno 1966 fu particolarmente ricco di eventi per la collettività italiana di Brisbane. Giovedì 17 marzo il tenore Franco Brozzesi diede un concerto a Brisbane. Con lui si esibirono Peter Ciani e la cantante lirica De Sisti. Gli accompagnamenti musicali furo-no curati dal maestro Yousef Khasho. Il concerto fu ripetuto il sabato seguente. Nonostante la scarsa affluenza di pubblico, la critica qualificata fu molto benevola74. Nel mese seguente Al-fredo Campoli diede inizio a una serie di concerti presso la City Hall di Brisbane. Violinista d’eccezione, il maestro Campoli ri-scosse grande successo di pubblico e di critica75. Nel maggio 1966, il dott. M. Moscatelli, direttore del Lloyd Triestino, duran-te una sua visita alla capitale del Queensland, annunciò uffi-cialmente che la compagnia avrebbe entro breve incluso Bri-sbane tra i porti australiani meta delle proprie unità navali pro-venienti dall’Italia76. Nello stesso mese non riuscì a rimanere segreta la breve visita a Brisbane del principe Raimondo Orsini. In incognito, fu ospite di alcuni amici per poi proseguire per Mount Isa e Darwin77. In occasione del ventesimo anniversario della Repubblica Italiana, il console Rotelli organizzò un rice-vimento giovedì 2 giugno con il corpo diplomatico e alcuni rappresentanti della collettività italiana. Sabato 4 giugno, tutti gli italiani furono invitati a festeggiare presso la Buffalo Hall di Valley78. Durante una tournée australiana, la squadra di calcio della A. S. Roma fece tappa a Brisbane, dove realizzò un incon-tro con la rappresentativa nazionale del Queensland sabato 11 giugno 1966. La medesima sera tutta la collettività italiana fu invitata a onorare la presenza degli illustri ospiti con un ballo organizzato presso la Buffalo Hall79. La sera del 21 giugno suc-cessivo, presso la sede del consolato italiano, si realizzò la pri-

74 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 29 marzo 1966, p. 16. 75 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 12 aprile 1966, p. 16. 76 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 10 maggio 1966, p. 16. 77 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 24 maggio 1966, p. 16. 78 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 31 maggio 1966, p. 16. 79 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 7 giugno 1966, p. 16.

Gli italiani di Brisbane 2 75

ma riunione del comitato appositamente costituito per organiz-zare i festeggiamenti in occasione della visita di Giuseppe Sa-ragat, presidente della Repubblica Italiana, prevista per la fine di settembre 1967. Il comitato era composto di venticinque membri, tutti esimi rappresentanti della comunità italiana loca-le. Il dott. Francesco Castellano fu eletto presidente del comita-to. Si decise di programmare un grande evento con tutta la col-lettività italiana presso la City Hall80. Il presidente Saragat rima-se in Australia dal 25 settembre al 1 ottobre 1967, ma non riuscì a includere Brisbane nel suo fitto programma di visite. Il 21 lu-glio, presso la Queensland Art Gallery di Brisbane, fu inaugurata la mostra dello scultore italiano Emilio Greco81. Il 27 agosto 1966 la ditta Nanda Macaroni organizzò un ballo aperto a tutta la collettività italiana presso la Orana Hall di Clayfield. Le princi-pali attrazioni della serata furono una gara di velocità nel man-giare gli spaghetti e l’elezione di Miss Nanda. Durante la mani-festazione il rinomato pastificio offrì gratuitamente i suoi pro-dotti82. Le terribili alluvioni che colpirono l’Italia dal 3 al 5 no-vembre 1966 non lasciarono indifferente la collettività italiana di Brisbane. A pochi giorni dalla tragedia, fu costituito un co-mitato per gli aiuti alle famiglie delle vittime e ai calamitati. Sir Raphael Cilento accettò di figurare come patrono; il dott. Ca-stellano fu eletto presidente del comitato e Giorgio Marcuzzi, direttore dell’Alitalia per il Queensland, segretario. Il 4 dicem-bre si realizzò il primo evento per la raccolta fondi: un cocktail presso il Coronation Drive Motel. La ditta Nanda rispose subito all’appello con una donazione di due tonnellate di pasta da mandare agli alluvionati. Su suggerimento di Carmelo Caruso, il 6 dicembre presso il cinema Astor di New Farm furono proiettati alcuni documentari sul disastro al fine di sensibilizza-re ulteriormente la collettività immigrata. Le associazioni ita-liane di Brisbane si prodigarono nella raccolta di fondi. Il 31

80 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 5 luglio 1966, p. 16. 81 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 2 agosto 1966, p. 16. 82 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 23 agosto 1966, p. 16.

76 La vita della collettività italiana

dicembre si chiuse ufficialmente l’appello; verso la fine di gen-naio 1967, il comitato promotore consegnò 3.335 dollari austra-liani al console italiano, dott. Mario Rotelli, il quale inviò im-mediatamente l’intera somma alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a Roma83.

Le notizie riportate dalle fonti per l’anno 1967 riguardano per lo più manifestazioni religiose o eventi organizzati da associa-zioni italiane, che saranno ampiamente trattati nei prossimi ca-pitoli. E’ comunque degna di menzione la visita ufficiale dell’ambasciatore d’Italia dott. Mario Majoli, che giunse a Bri-sbane il 7 aprile 1967. In tale occasione il diplomatico volle in-contrare la collettività italiana locale; la Corale Verdi animò mu-sicalmente l’evento84. All’inizio del 1968 giunse a Brisbane un nuovo console italiano: il dott. Federigo Valli. Convinto delle allettanti possibilità economiche del Queensland, il diplomatico si propose di fomentare l’immigrazione italiana nel fiorente sta-to australiano85. Per realizzare il suo progetto, il dott. Valli co-minciò subito a tessere contatti con l’imprenditoria italiana di Brisbane. Nel marzo 1968 il console visitò la Brisbane Steel Company & Co., una ditta specializzata in costruzioni in ferro e acciaio di proprietà dei signori S. Martini e P. Lo Presti. La fab-brica contava all’epoca venticinque operai specializzati, tutti italiani86. Nel mese di aprile 1968, la stazione 4K2 cominciò a mettere in onda un nuovo programma di musica italiana spon-sorizzato dall’Alitalia. “Il quarto d’ora Freccia Alata” era un programma di appena 15 minuti condotto dal sig. Mantovani ogni domenica dalle 19:15 alle 19:30. Grazie alla potenza

83 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 novembre 1966, p. 16, I fatti del Queensland, La Fiamma, 29 novembre 1966, p. 20, I fatti del Queensland, La Fiamma, 6 dicembre 1966, p. 17, I fatti del Queensland, La Fiamma, 27 dicembre 1966, p 21; e I fatti del Queensland, La Fiamma, 31 gennaio 1967, p. 17. 84 Cfr. MARLETTA CESARE, Come eravamo …, Presenza (1994) 1, p. 15. 85 Cfr. In aumento a Brisbane la popolazione italiana, Il Globo, 13 febbraio 1968, p. 14. 86 Cfr. Il dott. Valli a Coopers Plains, Il Globo, 19 marzo 1968, p. 14.

Gli italiani di Brisbane 2 77

dell’emittente, il nuovo programma riusciva a raggiungere i connazionali di Cairns 87. Nel giugno 1968, il primo segretario dell’ambasciata Italiana di Canberra, dott. Antonio Napolitano, fece visita alle collettività italiane del Queensland per illustrare i punti salienti del nuovo trattato d’emigrazione stipulato tra Italia e Australia nel settembre 1967. Il 17 giugno il dott. Napo-litano diede una conferenza presso la sede del consolato italia-no di Brisbane; al numeroso pubblico accorso il ministro spiegò dettagliatamente tutti i vantaggi del nuovo trattato. Il giorno successivo il diplomatico italiano visitò la Nanda Macaroni e partecipò a un rinfresco offerto in suo onore dai coniugi Pradel-la88. Nel mese di agosto 1968 il virtuoso pianista italiano Angelo Babini diede un concerto a Brisbane89. Al console Valli piaceva condividere i suoi ritagli di tempo libero con la collettività ita-liana; il 18 agosto si recò in incognito presso la Tavernetta di Aspley, ma fu subito riconosciuto e accolto calorosamente dai connazionali colà riuniti per trascorrere una piacevole domeni-ca italiana90. Nello stesso mese Maria Pia Conte, promettente attrice italiana, fu invitata in Australia per promuovere i pro-dotti di una ditta di moda locale. L’attrice sostò a Brisbane per un paio di giorni e partecipò a un cocktail organizzato in suo onore dal consolato italiano presso il Coronation Drive Motel91. In novembre 1968, il console Valli consegnò la croce di “Cavaliere al merito della Repubblica Italiana” a Giovanni Panizza, diret-tore generale della sezione locale della ditta Transfield92. Nello stesso mese Peppino di Capri, accompagnato dai Kockers, si esibì alla Festival Hall di Brisbane. La giovane cantante Laura Orsenico presentò un repertorio di canzoni in inglese93. Duran-te la prima settimana di agosto 1969, il consolato italiano orga- 87 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 16 aprile 1968, p. 14. 88 Cfr. Il dott. Napolitano in vista nel Queensland, Il Globo, 25 giugno 1968, p. 16. 89 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 13 agosto 1968, p.15. 90 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 27 agosto 1968, p. 15. 91 Cfr. Ibidem. 92 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 12 novembre 1968, p. 15. 93 Cfr. Ibidem.

78 La vita della collettività italiana

nizzò una rassegna cinematografica dedicata all’innovativo si-stema stradale italiano. La rassegna intitolata “Italia in cammi-no” riportò un enorme successo di pubblico, tanto di parte ita-liana quanto australiana94.

La decade del ’70: la comunità italiana si consolida

Gli anni settanta furono segnati da una crescita numerica conti-nua della collettività italiana di Brisbane e dal consolidamento progressivo delle relazioni sociali e delle strutture associative. Sono purtroppo scarse le notizie riguardanti gli avvenimenti comunitari nei primi anni del decennio riportate dalle fonti consultate. Nel luglio 1970 il dott. Mario Cappetta, consigliere per l’emigrazione del governo italiano, giunse a Brisbane in vi-sita ufficiale. Tra gli obiettivi della visita figurava un’ispezione al campo immigrati di Wacol, a sud ovest della capitale del Queensland, al fine di sincerarsi delle condizioni dell’assistenza offerta dalle autorità australiane ai nuovi arrivati. Il 20 luglio il consigliere Cappetta si riunì con i connazionali presso l’Italo-Australian Centre95. Il 23 dicembre 1973 il consolato italiano organizzò presso l’Italo-Australian Centre una festa natalizia per tutti i bambini italiani di Brisbane con la distribuzione gra-tuita di regali. La risposta di pubblico andò ben oltre le aspetta-tive e un centinaio di fanciulli dovettero rincasare a mani vuote. Il console pensò così di ripetere la festa il 6 gennaio successivo, festa della befana, per accontentare tutti i piccoli rimasti delusi nella prima celebrazione96.

Nel febbraio 1974 la scuola d’italiano per i figli degli immigrati, organizzata annualmente dal consolato italiano, appariva bene organizzata. Le lezioni si svolgevano il sabato in un’aula delle scuole australiane frequentate dai piccoli connazionali o vicine

94 Cfr. Successo a Brisbane di “Italia in cammino”, Il Globo, 12 agosto 1969, p. 16. 95 Cfr. Notiziario del Queensland, Il Globo, 28 luglio 1970, p. 15. 96 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 15 gennaio 1974, p. 24.

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alla loro residenza. Si costituiva una classe per ogni venti bam-bini iscritti97. Venerdì 31 maggio 1974 il console italiano Luigi Fulvi organizzò un rinfresco per il 28° anniversario della Re-pubblica presso l’Italo-Australian Centre. Parteciparono al rice-vimento alcuni esimi rappresentanti della collettività italiana e alcune autorità religiose e civili australiane98. Sabato 8 giugno giunse a Brisbane l’ambasciatore italiano Paolo Canali. Una grande festa per tutti i connazionali fu organizzata presso la City Hall, con la collaborazione di tutte le associazioni italiane99. Il 10 giugno successivo la “Compagnia Teatrale Italiana” di Bri-sbane debuttò al The Arts Theatre. La compagnia si era formata nei mesi precedenti grazie all’iniziativa di alcuni immigrati ita-liani, tutti attori amatoriali. Sotto la direzione di Luigi Forzin, la compagnia allestì e rappresentò con successo “Il Ventaglio di Goldoni” in inglese. Lo spettacolo fu ripetuto più volte nei giorni successivi100. Il 13 ottobre 1974 segnò il ritorno di Claudio Villa a Brisbane. Il concerto organizzato presso il teatro Imperia di Lutwyche fece registrare il tutto esaurito sin dalla fine di set-tembre. Accompagnava il re della canzone italiana il Trio Villa. Il pubblico applaudì la bravura del cantante, ma rimase deluso per l’esiguo numero di canzoni eseguite e queste pure costan-temente interrotte da lunghe chiacchierate e barzellette101. Il 4 novembre 1974 si svolse presso la sede del consolato la celebra-zione della giornata delle Forze Armate. Il console, amm. Luigi Fulvi, consegnò ufficialmente la “Croce di Vittorio Veneto” ai cavalieri L. Cavaliero, D. Giordano, G. Magnetti, M. Pennisi e G. Zanchetta102. L’8 novembre successivo fu inaugurata la sede di Brisbane della Italia Gallery - International Art House, diretta

97 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 15 gennaio 1974, p. 24. 98 Cfr. Attività Associazioni Italiane di Brisbane. Il Globo, 10 giugno 1974, p. 14. 99 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 27 maggio 1974, p. 12. 100 Cfr. Attività Associazioni Italiane di Brisbane, Il Globo, 10 giugno 1974, p. 14. 101 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 26 agosto 1974, p. 12; Claudio Villa a Brisbane, Il Globo, 30 settembre 1974, p. 11; e Deludente lo spettacolo di Claudio Villa, Il Globo, 21 ottobre 1974, p. 13. 102 Cfr. Giornata delle Forze Armate, Il Globo, 18 novembre 1974, p. 15.

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da Fabio Francini. La galleria apriva i battenti con una mostra collettiva di pittori italiani contemporanei. La serata inaugurale fu onorata dall’apparizione inaspettata di Walter Chiari, in visi-ta di piacere presso la capitale del Queensland103. Il 7 dicembre 1974, presso l’Italo-Australian Centre, si svolse la cerimonia di chiusura ufficiale dei corsi d’italiano. Il prof. Cesare Marletta, coordinatore dei corsi, organizzò diligentemente l’evento, du-rante il quale il console italiano, amm. Luigi Fulvi, consegnò dei premi agli studenti più meritevoli. Nel corso del 1974 si e-rano impartiti nella capitale del Queensland ben quattordici corsi d’italiano per un totale di 250 alunni. Inoltre, grazie all’opera di promozione del consolato, la lingua italiana era sta-ta inserita come lingua straniera in diverse scuole australiane104. Nei giorni successivi, il console Fulvi e il coordinatore Marletta visitarono personalmente alcune scuole cattoliche di New Farm e Fortitude Valley che avevano introdotto l’italiano come se-conda lingua105. Nel mese di febbraio 1975 il musicista Joe Ca-stellana organizzò a Brisbane il concorso “Voci Nuove”106. Nel marzo seguente arrivò nella capitale del Queensland Gina Lol-lobrigida. La sua tournée australiana fu organizzata dall’Apex Club al fine di raccogliere fondi per la lotta contro la sclerosi multipla. Un sontuoso ricevimento fu realizzato in suo onore presso il Top of the State Restaurant di Brisbane107.

L’anno 1976 fu particolarmente ricco di avvenimenti comunita-ri. Alla fine di aprile la tournée australiana del comico Ciccio Pasticcio (al secolo Andrea Maugeri) fece tappa a Brisbane. Non era la prima volta che il comico italiano si esibiva nella capitale 103 Cfr. Con una collettiva di pittori italiani inaugurata oggi a Brisbane la galleria d’arte “Italia”, Il Globo, 18 novembre 1974, p. 15. 104 Cfr. Al “Centro” di Brisbane cerimonia di chiusura dei corsi d’italiano, Il Globo, 16 dicembre 1974, p. 22. 105 Cfr. Visita del Console Luigi Fulvi alle scuole cattoliche di New Farm e Fortitude Valley, Il Globo, 16 dicembre 1974, p. 22. 106 Cfr. Concorso voci nuove a Brisbane, Il Globo, 18 novembre 1974, p. 15. 107 Cfr. Cena Cabaret a Brisbane in onore di Gina Lollobrigida, Il Globo, 19 marzo 1975, p. 29.

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del Queensland. Lo spettacolo riscosse notevole successo. Ac-compagnavano Ciccio Pasticcio nella tournée la moglie Rosina (al secolo Liliana Corradi), il complesso di Giuseppe Santonoci-to, i cantanti Aldo Landi (al secolo Giuseppe Avolese) e Liviana (al secolo Rosaria Martorana) e il fisarmonicista Salvatore Ma-glia108. Nel maggio successivo la collettività italiana di Brisbane fu profondamente scossa dalla sciagura causata dal terremoto in Friuli. La comunità intera si strinse attorno ai molti immigra-ti friulani residenti nella capitale del Queensland e nel resto dello stato. Il consolato e tutti i sodalizi italiani programmarono un fitto calendario di attività per raccogliere fondi al fine di aiu-tare i calamitati. Nella seconda metà di maggio giunse a Bri-sbane il nuovo console italiano per il Queensland, dott. Antonio Felice Maggia; il diplomatico subito si distinse nella promozio-ne della raccolta degli aiuti per i terremotati del Friuli109. Il 26 maggio Massimo Ranieri tenne un concerto presso la Festival Hall di Brisbane. Con lui si esibì anche la cantante Fiammetta. Lo spettacolo fu un successo, anche se non si registrò il tutto esaurito, forse a causa del prezzo troppo elevato dei biglietti110. Domenica 6 giugno, presso l’Italo-Australian Centre, il dott. Maggia organizzò un giorno di festa per il trentesimo anniver-sario della Repubblica Italiana. Per la prima volta, tutta la col-lettività e i distinti sodalizi collaborarono e parteciparono nu-merosi all’evento111. Nel luglio 1976, il console italiano visitò la Griffith University di Brisbane e consegnò alla biblioteca univer-sitaria libri e dischi di letteratura e arte italiane per un valore di 500 dollari australiani. Si trattava del contributo del governo italiano alla creazione di una cattedra di lingua italiana presso

108 Cfr. Ciccio Pasticcio, La Fiamma, 6 maggio 1976, p. 27. 109 Cfr. Viva emozione a Brisbane per la sciagura del Friuli, La Fiamma, 13 maggio 1976, p. 31; Tutti uniti per aiutare, La Fiamma, 20 maggio 1976, p. 31; e Nuovo Console d’Italia per il Queensland, La Fiamma, 27 maggio 1976, p. 29. 110 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 27 maggio 1976, p. 29; e Massimo Ranieri, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31. 111 Cfr. Festa nazionale, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31, Celebrato il 2 giugno dal Console di Brisbane, La Fiamma, 10 giugno 1976, p. 32.

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la medesima università. Negli stessi giorni il prof. Gaetano Rando fu assunto dalla Griffith University per l’insegnamento d’italiano112. L’11 settembre al ristorante Milano, la sig.na Sari-na Russo, candidata per Miss Australia, organizzò una colazione per raccogliere fondi per lo Spastic Welfare League d’Australia113. Sabato 23 ottobre 1976, nel giardino della villa del governatore del Queensland, si realizzò la “Fiera Internazionale della Croce Rossa”. La collettività italiana s’impegnò ad allestire uno stand con prodotti nazionali tipici. Gli organizzatori erano Loris Bale-strieri, Alfio Barbi, Igor Mircovich e Vera Frola. L’iniziativa ri-scosse notevole successo114. Lunedì 25 ottobre, presso la Mayne Hall della Queensland University, l’orchestra di archi italiana “I Musici” diede un concerto di musica classica. I virtuosi musici-sti eseguirono alcune composizioni di Vivaldi. Il concerto fu patrocinato dalla Australian Broadcasting Corporation e dal co-mune di Brisbane115. Il 6 novembre 1976, in occasione della festa delle Forze Armate, il console Maggia consegnò all’avv. Giu-seppe Rinaudo la “Medaglia dell’Ordine della Solidarietà della Repubblica Italiana” con annesso il titolo di “Cavaliere della Repubblica Italiana” per i servizi resi ai connazionali immigrati del Queensland116. Il 2 dicembre successivo, l’on. Franco Foschi, sottosegretario agli Esteri del governo italiano, giunse a Brisba-ne per incontrare la collettività italiana locale. L’incontro, orga-nizzato dal consolato italiano, si realizzò presso l’Italo-Australian Centre. La visita dell’on. Foschi fu molto gradita dalle associazioni italiane di Brisbane e dai connazionali immigrati, i quali poterono acquisire informazioni importanti “di prima

112 Cfr. Dono del governo italiano, La Fiamma, 15 luglio 1976, p. 32; e Il dr. Rando insegnerà italiano alla Griffith University, La Fiamma, 22 luglio 1976, p. 31. 113 Cfr. Aiuta gli spastici, La Fiamma, 2 settembre 1976, p. 31. 114 Cfr. Fiera Internazionale della Croce Rossa, La Fiamma, 26 agosto 1976, p. 31; e Successo dei prodotti italiani alla Fiera della Croce Rossa Internazionale a Brisbane, Il Globo, 8 novembre 1976, p. 29. 115 Cfr. “I musici” a Brisbane, La Fiamma, 15 ottobre 1976, p. 31. 116 Cfr. Onorificenza all’avv. Rinaudo, La Fiamma, 11 novembre 1976, p. 33.

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mano” nell’incontro con il rappresentante della madrepatria117. Sabato 4 dicembre, sempre presso l’Italo-Australian Centre, il console Maggia presiedette la cerimonia di chiusura dei corsi d’italiano. Nel corso del 1976 erano state costituite cinquantasei classi con circa 1400 alunni. I corsi per giovani e adulti erano stati offerti di sabato, mentre le lezioni per i bambini erano state impartite presso diverse scuole elementari della città118. La fine del 1976 fu rattristata dalla scomparsa del dott. Francesco Ca-stellano. Il 14 dicembre nella cattedrale di Brisbane, gremita all’inverosimile, P. Claudio Moscatelli celebrò il funerale dell’esimio dottore. Presenziarono al rito funebre molte autorità civili della città e dello stato del Queensland. Stretti intorno al console italiano, dott. Maggia, tutti i sodalizi italiani di Brisba-ne e una folla di connazionali accompagnarono il corteo fune-bre che dalla cattedrale si diresse verso il cimitero di Nudgee, dove la salma del buon dottore fu tumulata119.

All’inizio del 1977 arrivò a Brisbane il nuovo coordinatore sco-lastico per i corsi d’italiano promossi dal consolato nel Queen-sland. Il prof. Leonardo Panella, originario di Milano, vantava un bagaglio di quindici anni d’esperienza nell’insegnamento della lingua italiana in patria e all’estero. Il prof. Panella orga-nizzò una serie di corsi di aggiornamento per gli insegnanti d’italiano locali, i quali risposero entusiasti all’invito120. A con-ferma del crescente interesse della madrepatria nei confronti di una comunità in continua crescita, nel mese successivo la rap-presentanza diplomatica italiana a Brisbane si arricchì di una nuova figura; il sig. Tullio Zuliani, esperto d’immigrazione, fu 117 Cfr. L’on Foschi a Brisbane, La Fiamma, 25 novembre 1976, p. 32; Benvenuto al dr. F. Foschi, La Fiamma, 2 dicembre 1976, p. 32; e Un distintivo per l’on Fo-schi, La Fiamma, 9 dicembre 1976, pp. 32-33. 118 Cfr. Sabato al centro saggio alunni dei corsi d’italiano, La Fiamma, 2 dicembre 1976, p. 32. 119 Cfr. L’estremo omaggio della comunità italiana al Dr. Castellano, La Fiamma, 16 dicembre 1976, p. 31. 120 Cfr. A Brisbane il nuovo coordinatore scolastico, La Fiamma, 13 gennaio 1977, p. 22; e Queensland, La Fiamma, 14 aprile 1977, p. 16.

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nominato cancelliere sociale121. Il 15 febbraio 1977 Iva Zanicchi diede un concerto presso la Festival Hall. Il recital composto di successi vecchi e nuovi fu arricchito dalla vena comica di Clau-dio San Giusto122. Lo stesso 15 febbraio andò in onda l’ultima trasmissione dei programmi in italiano di Carmelo Caruso sulla 4KQ. Negli anni precedenti, visto l’indice di ascolto, si era pas-sati dai sessanta minuti de L’ora Italiana alle tre ore suddivise in tre giorni diversi: Serenate Italiane, la domenica sera, Melo-die Italiane, il martedì sera, e Italia Canta, il venerdì sera. La ragione ufficiale della chiusura fornita dal direttore della 4KQ fu la constatazione della mancanza di audience. Tale constata-zione fu fortemente confutata dal presentatore, il quale si ap-pellava ai risultati ampiamente positivi di un’indagine realizza-ta presso gli ascoltatori123. Nei mesi successivi, il console Mag-gia invitò tutte le associazioni italiane a programmare attività specifiche per i giovani della seconda generazione, che rimane-vano generalmente al margine della vita sociale italiana di Bri-sbane124. Nel mese di aprile 1977, l’avv. Giuseppe Rinaudo rice-vette dall’arcivescovo di Canterbury il titolo di notaio pubblico. Fu il primo italiano nel Queensland a essere insignito di tale qualifica125. In maggio 1977, in una riunione realizzata presso il suo emporio, Carmelo Caruso promosse la costituzione della Brisbane Public Radio Society, una stazione radio a servizio delle diverse comunità etniche di Brisbane con programmi nelle di-verse lingue. I rappresentanti di dieci gruppi etnici furono invi-tati all’incontro. Caruso fu eletto presidente del comitato pro-motore. Si decise di chiedere alle collettività etniche una sotto-scrizione volontaria di 10 dollari per ogni socio. Si scelse la

121 Cfr. Queensland, La Fiamma, 3 febbraio 1977, p. 22. 122 Cfr. Iva Zanicchi a Brisbane, La Fiamma, 3 febbraio 1977, p. 23. 123 Cfr. Non andrà più in onda il programma radio in italiano, La Fiamma, 10 feb-braio 1977, p. 12; e Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 febbraio 1977, p. 11. 124 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 10 marzo 1977, p. 20. 125 Cfr. Queensland, La Fiamma, 21 aprile 1977, p. 11.

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formula giuridica del consorzio senza fine di lucro126. Sabato 4 giugno, in occasione della festa della Repubblica Italiana orga-nizzata all’Italo-Australian Centre, il console Maggia conferì il titolo di “Cavaliere di Vittorio Veneto” a cinque connazionali residenti nel Queensland; due di essi, John Parrella e Marino Regano, erano membri della collettività italiana di Brisbane127. Nello stesso mese giunse a Brisbane la squadra nazionale ita-liana di pallacanestro per un incontro di livello internazionale. La gara fu vinta dagli atleti azzurri, ma l’evento passò inosser-vato agli occhi della collettività italiana locale, la quale non or-ganizzò alcuna festa di benvenuto o d’addio per i connazionali cestisti128. Sempre in giugno 1977, Carmelo Caruso rassegnò le dimissioni da presidente della Brisbane Public Radio Society ad-ducendo come ragione la mancanza di appoggio da parte della comunità italiana129. Il 20 giugno fu costituito il comitato prov-visorio della Associazione Insegnanti d’Italiano; nella sua prima riunione, il prof. Gaetano Rando, docente d’italiano presso la Queensland University, fu eletto presidente. L’associazione si proponeva di promuovere l’insegnamento dell’italiano e di as-sicurare uno spazio in lingua italiana nella radio etnica di re-cente formazione130. Sabato 25 giugno 1977 il direttore scolasti-co Panella organizzò un ballo per tutti gli alunni delle scuole d’italiano e le loro famiglie presso la Sorrento Lounge di Deagon. Parteciparono un centinaio di bambini, accompagnati dai loro familiari. Lo spettacolo offerto dalla cantante Mimma Furlan e dal balletto di tarantella napoletana del sig. Carmine Jacovella ottenne il pieno consenso del pubblico. Il ballo aveva il duplice fine di sensibilizzare la collettività italiana sull’importanza di mantenere la lingua patria tra le nuove generazioni e raccoglie-

126 Cfr. Costruita la “Brisbane Public Radio”, Il Globo, 9 maggio 1977, p. 29; e Queensland, La Fiamma, 12 maggio 1977, p. 18. 127 Cfr. Queensland, La Fiamma, 2 giugno 1977, p. 13. 128 Cfr. Queensland, La Fiamma, 16 giugno 1977, p. 13. 129 Cfr. Queensland, La Fiamma, 23 giugno 1977, p. 13. 130 Cfr. Queensland, La Fiamma, 30 giugno 1977, p. 13.

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re fondi per le attività dei corsi d’italiano131. In luglio 1977, il sig. Alfio Barbi e l’avv. Rinaudo organizzarono una riunione all’Italo-Australian Centre con alcuni dirigenti dei sodalizi italia-ni di Brisbane. Lo scopo era quello di fondare una sede locale della Società Festival Italiano già attiva in altri stati australiani. Una volta fondata la società, i convenuti decisero di partecipare al Festival Italiano che si sarebbe realizzato ad Adelaide nel corso del 1978 e di organizzare un evento simile nella capitale del Queensland l’anno successivo132. Il 27 settembre 1977, il primo ministro australiano, Malcom Fraser, invitò alcuni espo-nenti della collettività italiana di Brisbane ad una colazione di lavoro presso il Lennon’s Hotel. In tale occasione il ministro chiarì con rammarico che la politica australiana non era aperta al ricongiungimento familiare a causa della preoccupante con-tingenza economica133. Nel mese di ottobre alcuni amici del dott. Castellano, con il sostegno di alcune associazioni italiane di Brisbane, decidono di istituire una borsa di studio in suo o-nore. Si aprirono così pubblicamente le sottoscrizioni volonta-rie, che cominciarono a giungere generose fin dai primi giorni. L’11 novembre 1977, fu organizzata una serata di cabaret per il medesimo fine. Alla fine dello stesso mese, però, l’iniziativa fu bloccata su esplicita richiesta della vedova Castellano134. Il 19 novembre 1977 terminarono i corsi d’italiano e il 26 novembre si realizzò presso l’Italo-Australian Centre la tradizionale ceri-monia di chiusura ufficiale con la partecipazione di studenti e professori; gli alunni più meritevoli furono degnamente pre-

131 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 9 giugno 1977, p. 13; Queensland, La Fiamma, 23 giugno 1977, p. 13; e Serata scuola d’italiano, La Fiamma, 14 luglio 1977, p. 13. 132 Cfr. Queensland, La Fiamma, 28 luglio 1977, p. 13. 133 Cfr. Incontro del Primo Ministro Fraser con la comunità italiana di Brisbane, Il Globo, 3 ottobre 1977, p. 27. 134 Cfr. “Borsa di studio Dr. F. Castellano”, La Fiamma, 12 ottobre 1977, p. 14; Brevi da Brisbane, La Fiamma, 14 novembre 1977, p. 13; e Brisbane, La Fiamma, 1 dicembre 1977, p. 13.

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miati135. Il 30 dicembre cominciarono le trasmissioni sperimen-tali della Ethnic Broadcasting Association o 4EB. Sorta dalle ceneri della Brisbane Public Radio Society, la nuova stazione radio era stata ufficialmente costituita il 17 novembre in una riunione dei rappresentati di diverse collettività etniche. I programmi erano in italiano, in altre lingue europee e in alcune non europee136.

Nel gennaio 1978 il consolato italiano decise di cambiare strate-gia riguardo all’insegnamento d’italiano nelle scuole pubbliche e private di Brisbane. Per il nuovo anno sarebbero state sov-venzionate solo due scuole nella capitale del Queensland, la St. Patrick School di Valley per il settore nord della città e la St. Ja-mes School per il settore sud. La concentrazione dei sovvenzio-namenti era stata decisa al fine di assicurare una migliore strut-turazione dell’insegnamento linguistico secondo le diverse fasi d’apprendimento137. Il 22 febbraio 1978 fu eletto il nuovo Comi-tato Scolastico per la città di Brisbane. Il sig. Marino Regano fu eletto presidente138. Il 25 febbraio seguente Tony Dallara giunse a Brisbane per un concerto organizzato all’Italo-Australian Cen-tre. Lo spettacolo del noto interprete di musica leggera ottenne un grande successo139. Durante il mese di febbraio la 4EB si consolidò grazie all’adesione di ben 22 collettività etniche. Il comitato promotore cominciò le pratiche per registrare il con-sorzio come società presso gli enti australiani competenti. Al fine di sovvenzionare i programmi si decise di chiedere alle di-verse collettività di dedicare alcune delle loro attività tradizio-

135 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 14 novembre 1977, p. 13; e Brisbane: i migliori della classe, 15 dicembre 1977, p. 15. 136 Cfr. Brisbane: Trasmissioni sperimentali Radio Etnica, La Fiamma, 9 gennaio 1978, p. 18. 137 Cfr. A Brisbane quest’anno solo due scuole per i corsi d’Italiano, La Fiamma, 26 gennaio 1978, p. 25. 138 Cfr. Eletti i membri del comitato scolastico, La Fiamma, 15 marzo 1978, p. 24. 139 Cfr. Dall’ara, La Fiamma, 2 febbraio 1978, p. 21; e Tony Dallara a Brisbane, La Fiamma, 2 marzo 1978, p. 16.

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nali alla raccolta fondi per la radio etnica di Brisbane140. Il 31 marzo presso l’Italo-Australian Centre, alla presenza del console Maggia, il Comitato Scolastico organizzò una conferenza sui me-todi d’insegnamento della lingua italiana, affidata al linguista Robert B. Kaplan, esimio professore statunitense141. Nell’aprile seguente un gruppo di studiosi italiani, guidato dal dott. Gio-vanni Calderale, giunse a Brisbane per uno scambio intercultu-rale promosso dal Rotary Club International. Dal programma pubblicato su La Fiamma non pare che il gruppo abbia avuto molti contatti con la collettività italiana locale142. Nello stesso mese il comitato promotore della 4EB diede inizio a una cam-pagna di raccolta di firme per giustificare la richiesta di una radio etnica presso le autorità australiane. I rappresentanti ita-liani del comitato fecero appello a tutte le famiglie italiane af-finché aderissero a tale sottoscrizione. Nel frattempo il comitato cercava di sveltire le pratiche per liberalizzare la 4EB143. Il 5 lu-glio fu organizzato presso l’Italo-Australian Centre un cocktail d’addio per il console Maggia, il quale era stato richiamato a Roma per assumere un nuovo incarico presso il Ministero degli Esteri. Vi parteciparono i rappresentanti delle varie associazio-ni italiane di Brisbane e tanti connazionali desiderosi di espri-mere così il loro sincero ringraziamento al diplomatico italia-no144. Sabato 22 luglio 1978, sempre presso l’Italo-Australian Centre, si tenne una serata in onore di Carmelo Caruso, il quale era stato insignito della “Croce di Cavaliere dell’Ordine della Solidarietà Italiana” in riconoscimento dei molteplici servizi svolti a beneficio della collettività italiana di Brisbane145.

140 Cfr. Verrà costituita al più presto la società, La Fiamma, 2 febbraio 1978, p. 21; e Ethnic Broadcasting Association Committee, La Fiamma, 2 marzo 1978, p. 16. 141 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 3 aprile 1978, p. 24. 142 Cfr. Gruppo di studiosi italiani a Brisbane, La Fiamma, 17 aprile 1978, p. 30. 143 Cfr. Brisbane: continua la raccolta di firme per la Radio etnica, La Fiamma, 10 aprile 1978, p. 28; e Notizie da Brisbane, La Fiamma, 1 giugno 1978, p. 23. 144 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 13 luglio 1978, p. 29. 145 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 27 luglio 1978, p. 30; e Una serata al “Centro” con “l’amico Caruso”, Il Globo, 31 luglio 1978, p. 29.

Gli italiani di Brisbane 2 89

Nel maggio 1979, dopo interminabili mesi di pratiche, la 4EB fu approvata ufficialmente dalle autorità australiane. Il presidente del comitato promotore nel 1979 era il prof. Gaetano Rando, il quale si era prodigato per ottenere il permesso di trasmettere programmi sperimentali sin dal dicembre 1977146. Alla fine di agosto 1979 giunse a Brisbane il senatore Michele Celidonio; si trattava di una delle tappe della sua visita ufficiale in Australia. Durante la permanenza in città del parlamentario italiano, la Camera di Commercio del Queensland organizzò una colazione di lavoro al Ridge Motel. Il senatore aveva personalmente assi-stito i primi flussi migratori in Australia provenienti dall’Abruzzo e dal Molise nell’immediato dopoguerra147. Il 30 settembre 1979 presso la Ahepa Hall di West End si realizzò l’assemblea annuale della 4EB alla presenza di oltre 250 soci. Il presidente Rando presentò il rapporto annuale nel quale sotto-lineava la sua piena soddisfazione per i risultati raggiunti: l’adesione di 700 soci, l’acquisto di moderne apparecchiature e l’approvazione statale raggiunta nel maggio precedente. Gae-tano Rando fu rieletto all’unanimità per un altro mandato148. Nella decade del ‘70 il consolato italiano del Queensland co-minciò a sovvenzionare il viaggio in Italia per connazionali in provate ristrettezze economiche. Nell’ottobre 1979, per la prima volta, i nominativi dei beneficiati furono pubblicati su La Fiamma. La consegna dei biglietti avvenne durante una sempli-ce cerimonia ufficiata dall’avv. Giuseppe Rinaudo, presidente del Comitato Assistenza Italiani, presso la sede dal consolato149. Sabato 24 novembre, presso l’Italo-Australian Centre, si realizzò il saggio degli studenti d’italiano, celebrazione conclusiva dell’anno scolastico. Il console, dott. Mario Sganga, consegnò i premi agli alunni più meritevoli. L’evento fu coordinato dalla direttrice didattica, prof.ssa Adriana Jacobelli, e da Marino Re-

146 Cfr. Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 4 ottobre 1979, p. 28. 147 Cfr. Australia meravigliosa ed ospitale, La Fiamma, 6 settembre 1979, p. 30. 148 Cfr. Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 4 ottobre 1979, p. 28. 149 Cfr. Ibidem.

90 La vita della collettività italiana

gano, presidente del Comitato Scolastico150. Il 1 dicembre 1979 fu ufficialmente inaugurata la 4EB; grazie alla nuova antenna in-stallata alla fine di ottobre le trasmissioni potevano essere rego-larmente messe in onda per il diletto delle diverse collettività coinvolte. Nella sezione riservata alla lingua italiana figurava anche la diretta della trasmissione radiofonica “Tutto il calcio minuto, per minuto”dall’Italia151.

La decade del 1980: la comunità italiana si guarda allo specchio

Gli anni ’80 sorridono a una comunità italiana oramai matura, preoccupata di conservare la propria identità nazionale anche nelle seconde generazioni e di promuoverla all’interno di una società australiana sempre più multiculturale. A proposito de-gli avvenimenti comunitari nei primi anni di questa decade, le informazioni riportate dalle fonti consultate sono scarse e frammentate. Nel gennaio 1980 l’improvvisa partenza di Gae-tano Rando, trasferitosi nel New South Wales per ragioni di lavoro, lasciò “orfana” la 4EB. Il comitato direttivo indisse nuo-ve elezioni per il 31 gennaio. Il 30 gennaio la sezione italiana della radio etnica si riunì per eleggere il proprio direttivo, che risultò così composto: P. Camillo Grisendi, coordinatore gene-rale, Franco Forni, vice coordinatore, Fabia Forni, Flora Sciar-retta e Paola Ronci, responsabili dei programmi femminili, Joe Castellana, incaricato degli artisti locali, Enea Sciarretta, incari-cato dei programmi sportivi, e Giuseppe Virzi, coordinatore delle finanze. La sezione italiana della radio etnica comunicava quindi i programmi in dettaglio. Il palinsesto italiano prevede-va programmi tutti i giorni, a orari diversi, per grandi e picci-

150 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 novembre 1979, p. 26; e Brevi da Brisbane, La Fiamma, 29 novembre, p. 26. 151 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 1 novembre 1979, p. 26; Cronache locali, La Fiamma, 22 novembre 1979, p. 26; e La Radio Etnica 4EB è una realtà, La Fiamma, 13 dicembre 1979, p. 29.

Gli italiani di Brisbane 2 91

ni152. All’inizio del 1980, su lodevole iniziativa del consolato ita-liano, i numerosi sodalizi italiani di Brisbane s’impegnarono a coordinare le proprie attività in modo da evitare sovrapposi-zioni ed eventuali competizioni. Il 7 febbraio presso l’Italo-Australian Centre si realizzò una riunione con tutti i rappresen-tanti delle associazioni italiane. Sotto l’attenta direzione dell’avv. Rinaudo, fu stilato un calendario comune che inclu-deva tutte le attività organizzate dai singoli sodalizi. Fu anche deciso che tutte le associazioni collaborassero per l’orga-nizzazione della festa della Repubblica Italiana e di un altro evento durante il mese di agosto153. Sabato 22 marzo 1980, pres-so la Colussus Hall di West End, la 4EB organizzò una serata danzante, alla quale la collettività italiana fu invitata154. Nel me-se di luglio 1980, l’ambasciatore d’Italia in Australia, dott. Ser-gio Angeletti, fece visita alla comunità di Brisbane assieme alla gentile consorte. La coppia partecipò a un ricevimento organiz-zato in loro onore al Ridge Motel. In tale occasione l’amba-sciatore ebbe modo di incontrare i rappresentanti della colletti-vità italiana155. Dopo il successo ottenuto nel 1976, nel 1981 il comico italiano Ciccio Pasticcio si recò in Australia per una nuova tournée che prevedeva spettacoli in venti città. Il 22 maggio l’artista, accompagnato dalla moglie Rosina e dai can-tanti Aldo Landi, Peter Ciani e Alina, fu di scena alla City Hall di Brisbane. La tournée fu organizzata da Carmelo Caruso156. Sabato 28 maggio si svolse con enorme successo il ballo orga-nizzato dal comitato italiano della radio 4EB, coordinato da Sam Tornatore. In tale occasione il premio di miglior presenta-

152 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 24 gennaio 1980, p. 22; Notizie da Bri-sbane, La Fiamma, 7 febbraio 1980, p. 22; e 4EB Radio Etnica, La Fiamma, 14 febbraio 1980, p. 42. 153 Cfr. Presentato il calendario delle manifestazioni di quest’anno, La Fiamma, 14 febbraio 1980, p. 42. 154 Cfr. Notiziario di Brisbane, La Fiamma, 21 febbraio 1980, p. 42. 155 Cfr. Cordiale incontro dell’ambasciatore con i connazionali di Brisbane, Il Globo, 12 luglio 1980, p. 28. 156 Cfr. Ciccio Pasticcio Show, Il Globo, 20 Aprile 1981, p. 28.

92 La vita della collettività italiana

tore dell’anno fu consegnato a Fabia Forni, conduttrice del pro-gramma “Domenica insieme”. Nel 1982 la radio etnica contava programmi per 39 collettività etniche diverse. I programmi del palinsesto italiano erano presentati da Fabia Forni, la domenica, Gabriele Brancozzi e Franco Paragnani, il lunedì, Massimo Mu-zi, il martedì, Nando Strano e M. Antonietta Caruso, il merco-ledì, Carmelo e Adriano Caruso, il giovedì, Giuseppe Virzi, il venerdì, e Fiorenza Jones, Nella Alba e Suor Piera Tosoni, il sa-bato157. Il 2 giugno 1982, in occasione della festa della Repubbli-ca Italiana, il reggente del consolato italiano, Giovanni Marchel-li, organizzò un sontuoso ricevimento all’Italo-Australian Centre di Newmarket. Presenziarono all’evento diverse autorità au-straliane e alcuni rappresentanti della collettività italiana. La celebrazione comunitaria della medesima ricorrenza si svolse domenica 6 giugno, sempre all’Italo-Australian Centre. Oltre 1.000 connazionali gremirono la sala superiore del centro158. Il 26 giugno, presso il centro di Newmarket, si realizzarono le e-lezioni del nuovo comitato direttivo per la sezione italiana della 4EB. Maria Antonietta Caruso fu eletta coordinatrice generale. Gli altri membri del comitato erano Carmelo Caruso, M. Ban-diera, G. Brancozzi, Carlo Crocetti, Fabia Forni, Franco Manti-no, Luigi Monforte, Sam Tornatore, Giuseppe Virzi e Salvatore Virzi. Tutti gli operatori prestavano servizio volontario. In que-sto periodo, dei circa 10.000 italiani di Brisbane solo un centina-io si registrarono come soci della radio. Il nuovo comitato si propose di iniziare una campagna di sottoscrizioni159. In questi anni il consolato italiano per il Queensland continuò a sostene-re i corsi d’italiano per piccoli e adulti. Nel maggio 1984, in li-nea con una tradizione consolidata, la direzione scolastica del

157 Cfr. Un successone il «Gran Ballo della Radio» al Centro Italo-Australiano di Newmarket, Il Globo, 6 giugno 1982, p. 23. 158 Cfr. Grandi festeggiamenti per il 36.mo anniversario della Repubblica, Il Globo, 14 giugno 1982, p. 23. 159 Cfr. Elezioni del nuovo comitato italiano della Radio 4EB, Il Globo, 4 luglio 1982, p. 23.

Gli italiani di Brisbane 2 93

consolato organizzò una serie di corsi di aggiornamento per il personale dedicato all’insegnamento della lingua italiana e agli altri operatori culturali interessati presso l’Italo-Australian Cen-tre 160.

Il 2 giugno 1985, le celebrazioni per il trentanovesimo anniver-sario della Repubblica Italiana cominciarono nella cattedrale di Brisbane con una Santa Messa solenne. Dopo la funzione reli-giosa, tutti i convenuti si ritrovarono presso l’Italo-Australian Centre per la rituale deposizione di corone e fiori davanti al monumento ai caduti di tutte le guerre, che era stato inaugura-to nel settembre 1984. Parteciparono alle celebrazioni oltre due-cento connazionali, tra cui i rappresentanti di tutti i sodalizi italiani di Brisbane161. Su invito di Carmelo Caruso, presidente del Comitato Scolastico Italiano, dal 23 al 25 agosto 1985 il dott. Sergio Angeletti visitò Brisbane per la seconda volta. Il 23 ago-sto l’ambasciatore partecipò a una cena di gala alla Roman Room del Ridge Motel, dove incontrò diverse autorità australiane ed alcuni rappresentanti della collettività italiana. Il 24 agosto il diplomatico italiano visitò l’ospedale delle suore canossiane e assistette a una rappresentazione in italiano preparata dagli alunni e professori dei corsi d’italiano presso la Griffith Univer-sity. In serata, il dott. Angeletti fu ospite d’onore a un gran bal-lo organizzato dal Comitato Scolastico presso il Valley Rugby Club con la partecipazione di oltre 400 italiani. Domenica 25 agosto l’ambasciatore partecipò alla messa in italiano presso la chiesa di St. Thomas More. La Polifonica L. Perosi animò i canti liturgi-ci162. Il 3 dicembre 1985, il Comitato Scolastico di Brisbane orga-nizzò una riunione con i professori d’italiano al fine di valutare

160 Cfr. Seminario d’aggiornamento per insegnanti di italiano, Il Globo, 16 Aprile 1984, p. 23. 161 Cfr. Festeggiato a Brisbane l’anniversario della Repubblica, La Fiamma, 6 giu-gno 1985, p. 30. 162 Cfr. Prossima visita dell’ambasciatore d’Italia a Brisbane, Il Globo, 22 luglio 1985, p. 22; e La visita dell’ambasciatore Angeletti, Il Globo, 2 settembre 1985, p. 22.

94 La vita della collettività italiana

i risultati dell’ultimo anno scolastico. Parteciparono all’incontro il console italiano, Daniele Perico, la direttrice didattica Jacobel-li e il prof. Max Brändle della Queensland University 163.

All’inizio del 1986 i corsi d’italiano iniziarono regolarmente. Le iscrizioni nello stato del Queensland erano progressivamente aumentate negli ultimi anni fino a superare nel 1986 i 7.000 a-lunni, divisi in 270 corsi164. Dal 1 al 5 aprile il Comitato Scolastico di Brisbane organizzò un seminario di lingua e cultura italiana. Furono invitati per l’occasione la prof.ssa Silvana Perini e il prof. Salvatore Intelisano, che presentarono eccellenti conferen-ze165. I festeggiamenti per l’anniversario della Repubblica Ita-liana cominciarono il 31 maggio con una grandiosa serata dan-zante organizzata alla City Hall dal Comitato Scolastico Italiano. Domenica 1 giugno una Santa Messa solenne fu celebrata nella cattedrale di Brisbane. La liturgia fu arricchita dalle splendide voci della Corale Verdi e della Polifonica L. Perosi. Il console Peri-co invitò quindi la collettività a un concerto presso il New Farm Park166. Nelle fonti consultate le notizie riguardanti gli anni successivi sono correlate ad associazioni italiane ed eventi reli-giosi, oggetto dei prossimi capitoli.

163 Cfr. Comitato Scolastico Italiano, La Fiamma, 12 dicembre 1985, p. 35. 164 Cfr. Comitato scolastico italiano di Brisbane, La Fiamma, 24 febbraio 1986, p. 30. 165 Cfr. Seminario di lingua e cultura italiana, Il Globo, 17 marzo 1986, p. 24; e Seminario di aggiornamento a Brisbane del comitato Scolastico Italiano, Il Globo, 14 aprile 1986, p. 23. 166 Cfr. Festa nazionale italiana, La Fiamma, 8 maggio 1986, p. 30.

CAPO TERZO

LE ASSOCIAZIONI ITALIANE

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L’associazionismo italiano a Brisbane

La forte tendenza aggregativa della collettività italiana di Bri-sbane riscontrata nel periodo interbellico fu ampiamente con-fermata nel secondo dopoguerra. La sua strutturazione in asso-ciazioni più o meno ufficiali cominciò a partire dagli anni ’50, allorquando il numero di presenze italiane aumentò notevol-mente e l’entusiasmo dei nuovi arrivati prevaricò la latente “sudditanza etnica” causata dal ricordo dei campi di detenzio-ne. Nella maggior parte dei casi, la preservazione della propria identità culturale, linguistica e religiosa, tanto nazionale quanto regionale, appare chiaramente come la principale forza centri-peta. Anche nel caso delle associazioni sportive e assistenziali, l’elemento nazionale è sempre messo in risalto.

La varietà delle forme associative costituisce parimenti la ric-chezza e la debolezza della collettività italiana di Brisbane. Nell’abbondante offerta di occasioni d’incontro e socializzazio-ne, i fantasmi della disgregazione e della competizione sono sempre presenti. Non mancano però esempi di collaborazione esemplare, particolarmente in occasione delle celebrazioni pa-trie, delle feste religiose e delle campagne di solidarietà a bene-ficio della madrepatria.

La Società Dante Alighieri

Il comitato di Brisbane della Società Nazionale Dante Alighieri nasce nel 1936 e i primi anni della sua storia sono già stati pre-sentati nel mio primo tomo “Gli Italiani di Brisbane”, cui ri-mando per ulteriori approfondimenti1. A causa della delicata

1 Cfr. BAGGIO FABIO, Gli Italiani di Brisbane, Scalabrini Migration Center, Que-zon City 2005, pp. 171-175. Sempre a proposito della Dante Alighieri di Brisba-ne, lo storico australiano Don Dignan sta scrivendo una dettagliata monogra-fia storica intitolata Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, il cui mano-scritto, ancora incompleto, mi è stato gentilmente consegnato in anteprima dall’autore.

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situazione politica generatasi in Australia, e particolarmente nel Queensland, all’indomani dello scoppio della II Guerra Mon-diale, il 6 settembre 1939 il presidente Raphael Cilento decise di sospendere temporaneamente le attività della società2. Fu il primo vice console della Repubblica Italiana a Brisbane, il dott. Felice Benuzzi, il vero artefice della rinascita della Dante Ali-ghieri nel 1952. Verso la metà dell’anno, l’intraprendente di-plomatico organizzò un incontro con alcuni esimi esponenti della collettività italiana di Brisbane, tra cui lo stesso dott. Ci-lento, al fine di ripristinare il comitato locale della società. Il comitato fu ricostituito ufficialmente il 10 settembre 1952 e Ra-phael Cilento ne divenne subito il presidente. I due primi soci furono il dott. B. Rappaport e il dott. Steven Kinston. Due gior-ni dopo si iscrissero anche il dott. Francesco Castellano, sua moglie e Robert McDonnell. Il 19 settembre diede la sua ade-sione la sig.ra Vesta Messervy ed il 24 settembre si aggiunse il dott. P. Zavattaro. Il dott. Castellano fu nominato vice presi-dente e la sede fu fissata presso la Casa San Francesco. Le attività dei primi anni della Dante postbellica furono essenzialmente gli eventi culturali organizzati dal dott. Castellano, generalmente a ritmo mensile, e i corsi di italiano per studenti australiani gesti-ti da McDonnell3.

Notizie più precise vengono riportate dal 1953. La sera dell’11 marzo, presso la Casa San Francesco, il dott. Castellano diede una conferenza per tutti i soci della Società Dante Alighieri sulla musica italiana del 1600 e del 1700. Un concerto di brani appo-sitamente selezionati dal conferenziere chiudeva la piacevole serata culturale, segnata dalla partecipazione numerosa di soci italiani e australiani4. Le fonti consultate certificano che, più o meno una volta al mese, la società organizzava un ballo di be-

2 Cfr. DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), p. 4. 3 Cfr. Ibidem, pp. 4-9. 4 Cfr. Dotta Conferenza del Dr. Castellano sulla musica del “600-700”, La Fiamma, 27 marzo 1957, p. 2.

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neficenza presso la Casa San Francesco. L’incasso veniva intera-mente devoluto all’acquisto di libri e materiale per la diffusione della cultura italiana5. Nell’agosto 1953, il dott. Cilento conse-gnava le redini della società al dott. Castellano, il quale ne as-sumeva ufficialmente la presidenza all’inizio del 1954. Intanto la scuola d’italiano raccoglieva numerosi studenti tra gli austra-liani, anche grazie agli annunci pubblicati sui quotidiani locali6. Nel 1954 le lezioni erano regolarmente tenute presso la Casa San Francesco il lunedì, il mercoledì e il venerdì. Gli studenti erano divisi in tre corsi secondo il loro livello di apprendimento. Nell’adunanza della Dante del 14 settembre 1954 gli alunni del-la scuola di italiano, guidati dall’inossidabile insegnante Robert McDonnell, presentarono una scenetta-farsa che raccolse aperti consensi tra i soci convenuti7. Durante la riunione mensile di novembre, dedicata all’arte italiana del Rinascimento, il dott. Cilento diede l’annuncio dell’imminente partenza per l’Italia del vice console Benuzzi, propugnatore della rinascita della so-cietà8. Nell’ultima adunanza della Dante Alighieri per l’anno 1954 fu celebrata la “laurea” dei primi studenti del corso bien-nale d’italiano organizzato dalla società. Essi, sotto la guida di Robert McDonnell, si esibirono in una declamazione corale del “Sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi. La serata vide una numerosa partecipazione di pubblico, circa settanta persone tra soci e simpatizzanti. In tale occasione, il comitato direttivo de-cise di introdurre la lingua inglese in alcune delle riunioni mensili dell’anno successivo e di scegliere solo temi di livello accademico elevato9.

5 Cfr. Ballo della Dante, La Fiamma, 3 aprile 1953, p. 2. 6 Cfr. DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), pp. 8 e 10. 7 Cfr. Sette giorni a Brisbane, La Fiamma, 1 ottobre 1954, p. 9. 8 Cfr. Sette Giorni a Brisbane, La Fiamma, 2 novembre 1954, p. 9. 9 Cfr. Adunanza finale della Dante Alighieri, La Fiamma, 26 novembre 1954, p. 9.

100 Le associazioni italiane

Le fonti consultate non riportano notizie concernenti il biennio 1955-1956. Nell’aprile 1957, l’adunanza mensile della Dante o-spitò una conferenza dal prof. Mahoney, insegnante di francese nell’Università del Queensland. Intanto, Robert McDonnell era diventato insegnante d’italiano presso la medesima università. All’inizio dell’anno scolastico 1957, ottanta alunni s’iscrissero al suo corso e il professore della Dante fu costretto a dividerli in due classi10. Erano circa cinquanta i soci che parteciparono al raduno mensile del maggio 1957, nel quale furono proiettati quattro documentari sull’arte e sul costume italiani11. L’adu-nanza del 10 agosto successivo fu animata dal presidente Ca-stellano, il quale presentò una dotta conferenza sulla canzone napoletana. Il tradizionale rinfresco di fine riunione fu a base di pizza. In tale occasione fu consegnato un segno di riconoscenza alla sig.na U. Cervetto, ex-segretaria della società, che aveva rassegnato le dimissioni a causa del suo imminente matrimonio e trasferimento a Melbourne. Prese il suo posto la sig.na Barba-ra Sheen12. I partecipanti alle riunioni, soci e simpatizzanti, con-tinuavano ad aumentare. L’8 ottobre si tenne la consueta adu-nanza mensile della Dante presso la Casa San Francesco; dopo una conferenza sull’Inferno di Dante Alighieri, tenuta dal sig. Masinello, la sig.na S. Lahey presentò una breve relazione sul suo recente soggiorno italiano ed europeo, corredata da inte-ressanti fotografie a colori13. La riunione del 12 novembre segnò la conclusione delle attività per il 1957. In tale occasione furono consegnati i diplomi del corso d’italiano a nove studenti austra-liani. Un concerto di pianoforte e un delizioso rinfresco allieta-rono la serata14. Le adunanze della società ripresero regolar-mente nel 1958. Nel raduno dell’8 aprile il dott. Castellano

10 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 19 aprile 1957, p. 10. 11 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 24 maggio 1957, p. 9. 12 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 9 agosto 1957, p. 10. 13 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 4 ottobre 1957, p. 11; e Sette gior-ni nel Queensland, La Fiamma, 18 ottobre 1957, p.11. 14 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 8 novembre 1957, p. 13.

Gli italiani di Brisbane 2 101

commemorò il centenario della nascita di Giacomo Puccini, fa-cendo sfoggio della sua vasta cultura musicale e della sua ric-chissima discoteca. Oltre cento persone si radunarono presso la Casa San Francesco per ascoltare il presidente della Dante15. Il 13 maggio successivo il comitato invitò come oratore il sig. Floria-no Sferco, corrispondente de La Fiamma, il quale presentò una conferenza dal titolo “Questa è la nostra Italia” 16. Nell’agosto 1959 gli studenti della scuola d’italiano della Dante animarono la riunione mensile con uno spettacolo di musica, canti e teatro, all’insegna della buona tradizione italiana. Alla fine gli intra-prendenti alunni consegnarono un omaggio floreale alla loro insegnante d’italiano Carla Rudd17.

La decade del ’60, nonostante le notizie siano alquanto fram-mentarie, appare come un periodo ricco di attività e successi per il comitato di Brisbane della Dante Alighieri. L’adunanza del 9 agosto 1960, presso la Casa San Francesco, fu riservata a quella che sembra fosse già una tradizione: lo spettacolo degli studenti della scuola d’italiano. La parte più erudita dell’adunanza fu affidata al dott. Steven Kinston, che dettò una conferenza sulle relazioni italo-australiane. Mirabilmente organizzato in tutti i minimi dettagli, sotto la direzione della professoressa Carla Rudd, l’evento riuscì a ottenere una notevole affluenza di pub-blico, che applaudì instancabilmente tutti i numeri allestiti da-gli alunni, dal teatro alla poesia, dal canto lirico alla scenetta satirica18. Il martedì 20 settembre seguente, il prof. Carlo Maxia, rinomato antropologo italiano, che si trovava in Australia per una serie di conferenze presso i vari comitati della Dante, tenne una lezione sulla Sardegna nella storia della civilizzazione del Mediterraneo, presso la Casa San Francesco. L’attento e numero-so pubblico della Dante applaudì la tanto erudita quanto affa-scinante esposizione dell’esimio conferenziere, il quale partì il 15 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 16 aprile 1958, p. 12. 16 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 9 maggio 1958, p. 12. 17 Cfr. Queensland, La Fiamma, 26 agosto 1959, p. 15. 18 Cfr. Conferenza, teatro, canto, La Fiamma, 23 agosto 1960, p. 15.

102 Le associazioni italiane

giorno dopo con la motonave Roma per tornare in Italia19. Alla fine del 1960 Carla Rudd decise di tornare in Italia e Robert McDonnell riprese il suo ruolo di coordinatore dei corsi d’ita-liano20. Nonostante il numero di partecipanti alle adunanze del-la Dante fosse in costante crescita, tale fatto non comportava necessariamente l’aumento proporzionale del numero dei soci. Nel 1961 la sezione di Brisbane della Società Dante Alighieri con-tava ufficialmente solo 45 soci, di cui 13 erano studenti21. Nel 1963 il professor McDonnell diede inizio a un programma di riforma dei corsi d’italiano, che portò progressivamente alla strutturazione dell’insegnamento in tre livelli distinti (iniziale, intermedio e avanzato), all’assunzione di quattro insegnanti stabili e alla categorizzazione e distribuzione oraria dell’offerta dei corsi a seconda del bacino d’utenza (studenti, casalinghe e bambini) 22. L’11 maggio 1965, alla presenza del console italiano per il Queensland, dott. Mario Rotelli, presso la Casa San Fran-cesco la Dante commemorò il primo centenario della nascita di John Sibelius, famoso compositore finlandese. Alle parole eru-dite del poeta e critico musicale Ernest Briggs fecero eco le note del “Concerto in re minore” del virtuoso musicista23. Il 18 giu-gno seguente toccò agli studenti d’italiano animare l’adunanza mensile con uno spettacolo culturale abilmente diretto da Ro-bert McDonnell. Come sempre capitava in queste occasioni, il pubblico accorse numeroso24. Nei mesi seguenti la Dante orga-nizzò una serie di attività culturali in collaborazione con la University of Queensland. Per concludere il 1965, il comitato del-

19 Cfr. Conferenza alla Dante, La Fiamma, 13 settembre 1960, p. 23; e Qui il Que-ensland, La Fiamma, 4 ottobre 1960, p. 16. 20 Cfr. DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), p. 16. 21 Cfr. Ibidem, p. 13. 22 Cfr. Ibidem, pp. 16-17. 23 Cfr. Commemorato Sibelius alla Dante, La Fiamma, 21 maggio 1965, p. 16. 24 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 giugno 1965, p. 16.

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la società realizzò un ballo e un ricevimento natalizio presso la Casa San Francesco25.

All’inizio del 1966, il comitato direttivo della Dante decise di non rinnovare il contratti di affitto con la Casa San Francesco e si mise alla ricerca di una nuova sede. La società che all’epoca contava 83 soci, di cui 43 studenti, trasferì la sede sociale e la biblioteca presso la Centaur House, in Queen Street 337, a pochi isolati dalla posizione precedente26. Il 18 febbraio, presso la Ra-yan House di Elizabeth Street, la Dante si riunì in assemblea ge-nerale per l’elezione del nuovo comitato. Il dott. Castellano fu riconfermato alla presidenza, affiancato dai due vice presidenti: il dott. Rapport e l’avv. Crawford. Venne fissato il calendario delle adunanze mensili, ogni secondo martedì del mese, presso la nuova sede, che contemplava una Committee Room e una Li-brary al primo piano della Centaur House27. I corsi d’italiano per i bambini nei nuovi locali della Dante cominciarono in marzo; le lezioni si tenevano il sabato mattina28. Martedì 19 aprile, il dott. Castellano aprì la serie di incontri culturali mensili con una conferenza su Giotto in occasione del settimo centenario della sua nascita. Il sostegno dell’Alitalia alle Società Dante Alighieri in Australia si tradusse in un concorso di saggi sul poeta italiano a livello federale al quale aderì anche la sezione di Brisbane29. Il 14 giugno 1966 fu ancora il dott. Castellano il conferenziere alla Dante, con una presentazione corredata da diapositive sull’arte del Masaccio30. Il 1 ottobre la società decise di commemorare il centenario della nascita del compositore e pianista italiano Fer-

25 Cfr. Ballo e Christmas Party alla Dante, La Fiamma, 16 novembre 1965, p. 16. 26 Cfr. DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), p. 17. 27 Cfr. Nuovo comitato Dante, La Fiamma, 1 febbraio 1966, p. 16; e I fatti del Que-ensland, La Fiamma, 22 febbraio 1966, p. 16. 28 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 marzo 1966, p. 16. 29 Cfr. Commemorato alla Dante il settimo centenario della nascita di Giotto, La Fiamma, 26 aprile 1966, p. 16. 30 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 28 giugno 1966, p. 16.

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ruccio Busoni presso l’auditorio del Queensland Conservatorium of Music. Il conferenziere per l’occasione fu Ernest Briggs31. Nel-lo stesso mese, presso la Rayan House, la società organizzò una conferenza sull’arte emiliana a cura di Fiore Rinaldi, tesoriere della Dante e docente di filosofia presso la University of Queen-sland32. Nel novembre successivo, la società realizzò, in conco-mitanza con la chiusura delle attività per il periodo estivo, il consueto intrattenimento pre-natalizio presso la Carrington Lounge di Fortitude Valley33.

All’inizio del 1967, grazie alla mediazione di Fiore Rinaldi, la Dante riuscì ad ottenere gratuitamente l’uso di una capiente sala presso la University of Queensland per le adunanze mensili. Nel maggio dello stesso anno, il comitato direttivo decise di affittare locali più spaziosi presso la Retailer House di Adelaide Street 329, sempre nella medesima zona. Il trasferimento giovò molto alla biblioteca, che fu finalmente sistematizzata e dispo-sta convenientemente. Nel corso dello stesso anno, grazie all’insistenza di Fiore Rinaldi, fu iniziata la pubblicazione del bollettino della società, intitolato Dante News. Le molteplici at-tività e gli sforzi del comitato direttivo fecero crescere la Dante nel corso del 1967: dai 40 soci effettivi (ossia non studenti), con-tati alla fine del 1966, in pochi mesi si giunse a 170 soci effettivi e 16 associati34. Si giunse così rapidamente al 1968 e le attività della società cominciarono subito in gennaio, con un corso esti-vo d’italiano organizzato presso la University of Queensland. I sette giorni intensivi d’insegnamento videro la partecipazione assidua di 89 studenti e l’alternarsi di professori locali35. Il 20 febbraio si tenne presso la medesima università l’assemblea annuale della Dante con l’elezione del nuovo comitato direttivo.

31 Cfr. I fatti del Queensland, la Fiamma, 4 ottobre 1966, p. 16. 32 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 25 ottobre 1966, p. 16. 33 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 novembre 1966, p. 16. 34 Cfr. DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), pp. 17, 19. 35 Cfr. Corso di italiano dal 3 al 10 gennaio, Il Globo, 8 ottobre 1968, p. 16.

Gli italiani di Brisbane 2 105

Il dott. Castellano lasciò la presidenza dopo aver guidato per quattordici anni la sezione di Brisbane. In riconoscimento dell’encomiabile lavoro svolto, il dott. Castellano fu eletto “consigliere a vita”. Il nuovo presidente eletto fu Albert G. E. Spiers, professore di russo presso la University of Queensland. La nomina di un presidente non-italiano suscitò qualche malumo-re in seno alla collettività italiana, amplificato da Il Globo. Ma il comitato direttivo, assieme al dott. Castellano, difesero la scelta della Dante. Erano intanto iniziate il 9 febbraio le lezioni d’italiano presso la sede sociale di Adelaide Street. La scuola funzionava in due turni: pomeriggio e sera36. Numerosissime furono le iscrizioni, sia da parte degli adulti sia da parte dei ra-gazzi. Le lezioni ai bambini figli degli immigrati erano patroci-nate dal consolato. Nello stesso tempo, si stava cercando di raggiungere un accordo con la University of Queensland per l’istituzione di una cattedra d’italiano. Nonostante l’entusiasmo generato dall’iniziativa, soprattutto presso la collettività italia-na, il progetto non si realizzò37. Il ciclo di conferenze mensili cominciò il 19 marzo, con una lezione del console Federigo Val-li sul cinema italiano del dopoguerra. Furono proiettati spezzo-ni dei film più famosi di quel periodo. L’evento ebbe luogo presso la sala messa a diposizione dalla University of Queensland per tutto il 1968, la Room G17 del Social Science Building38. L’attività organizzata il 28 aprile 1968 dalla Dante, presso la vil-la dei coniugi Iezzi, uscì dagli schemi tradizionali. Si trattò di una “Festa della porchetta”, una serata rustica e allegra per promuovere la conoscenza reciproca tra i soci italiani e austra-liani. Il coro G. Verdi fu invitato ad allietare il convivio39.

36 Cfr. Assemblea della Dante il 20 febbraio a Brisbane, Il Globo, 6 febbraio 1968, p. 15; Dante Alighieri, Il Globo, 27 febbraio 1968, p. 15; e Cfr. DIGNAN DON, Bri-sbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), p. 21, 24. 37 Cfr. Favorevole momento a Brisbane per l’Italia e la sua lingua, Il Globo, 27 feb-braio 1968, p. 15; e DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), p. 20. 38 Cfr. Dante Alighieri, Il Globo, 19 marzo 1968, p. 14. 39 Cfr. Festa della porchetta della Dante di Brisbane, Il Globo, 23 aprile 1968, p. 15.

106 Le associazioni italiane

L’adunanza del 18 giugno fu dedicata a celebrare il centenario della morte di Gioacchino Rossini. Il dott. Val Vallis fu incarica-to di preparare la conferenza, cui seguì l’esecuzione di alcuni brani famosi del compositore italiano40. Dal 4 al 10 agosto la società organizzò una settimana dedicata al cinema italiano, con conferenze e proiezioni. L’evento, svoltosi presso il teatro della University of Queensland, fu coordinato dal geologo Vin-cenzo Palmieri, vice presidente della Dante41. Il 10 novembre, l’adunanza mensile della società ospitò una dotta conferenza in italiano sugli scrittori russi tenuta dal prof. Albert G. E. Spiers, docente della University of Queensland 42. Alla seconda edizione del corso estivo d’italiano presso la medesima università s’iscrissero 120 alunni. Il corso durò sette giorni, dal 3 al 10 gennaio 1969, e furono invitati docenti dagli stati del sud dell’Australia43.

Albert G. E. Speirs lasciò la presidenza della società nel 1970, allorquando decise di far ritorno in Inghilterra. Il nuovo presi-dente eletto fu John Gransden, il quale, con mandati annuali, rimase in carica fino al 1975. Il sig. Gransden dovette subito oc-cuparsi del trasferimento della sede della Dante dal primo al terzo piano della Retailer House. Nel 1971 la sede centrale della Società Dante Alighieri assegnò un diploma di benemerenza alla sezione di Brisbane, corredata da una medaglia d’oro per il presidente Gransden e una d’argento per la segretaria Peggy Cameron. Nel dicembre 1972, la sede della società si trasferì al primo piano dell’edificio della National Bank Chamber in Eagle Street, sempre nella medesima zona44. Il 7 marzo 1973, la Dante

40 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 11 giugno 1968, p. 16; e Notiziario di Bri-sbane, Il Globo, 13 giugno 1968, p. 15. 41 Cfr. Festival del cinema italiano a Brisbane, Il Globo, 2 luglio 1968, p. 15. 42 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 19 novembre 1968, p. 18. 43 Cfr. Corso di italiano dal 3 al 10 gennaio, Il Globo, 8 ottobre 1968, p. 16; e Corsi accelerati alla Dante Alighieri, Il Globo, 7 gennaio 1969, p. 11. 44 Cfr. DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), pp. 24-26.

Gli italiani di Brisbane 2 107

organizzò presso l’emporio di Carmelo Caruso una Italian Eve-ning con la partecipazione di personalità italiane e australiane. La ditta Borgo di Brisbane offrì una degustazione di salumi vari a tutti gli intervenuti. I proventi furono destinati alle attività culturali e sociali della società45. Il 12 maggio 1974, il comitato della Dante allestì una “Serata Musicale Italiana” presso la resi-denza della Sig.ra Clare Graham, a Newmarket. L’adunanza mensile del 14 maggio seguente, tenutasi presso l’Italo-Australian Centre di Newmarket, fu dedicata a una conferenza sui dipinti di Pompei, corredata dalla proiezione di diapositive a carico del prof. Don Barren, docente della University of Queen-sland 46. Martedì 11 giugno la Dante organizzò una conferenza sull’arte barocca a Venezia, a cura del sig. John Gilfedder, pres-so l’Italo-Australian Centre. Il 20 giugno successivo soci e simpa-tizzanti della società si radunarono per una cena sociale presso la Elizabethan Feasting Hall, a Petrie Terrace47. Fu notevole il suc-cesso della terza edizione della gara di dizione di poesia italia-ne, che fu realizzata dalla Dante Alighieri sabato 6 luglio 1974, presso la University of Queensland. Cento studenti, selezionati tra tutti gli alunni delle scuole d’italiano di Brisbane, partecipa-rono alla competizione, che fu divisa in ben otto sezioni diverse a seconda dell’età, della conoscenza della lingua e della prove-nienza48. Nelle domeniche dei mesi di settembre e ottobre 1974, la Dante organizzò un festival del film dell’opera italiana presso il Rialto Theatre, a West End49. Nell’adunanza mensile dell‘8 ot-tobre, la società celebrò il centenario della nascita di Guglielmo Marconi; la conferenza a cura del dott. Castellano si tenne pres-so l’Italo-Australian Centre 50. La Dante terminò il 1974 con un

45 Cfr. Dante Alighieri, La Fiamma, 1 marzo 1973, p. 20. 46 Cfr. Attività della Dante Alighieri, Il Globo, 6 maggio 1974, p. 16. 47 Cfr. Attività Associazione italiane di Brisbane, Il Globo, 10 giugno 1974, p. 14. 48 Cfr. Successo della gara di dizione di poesie italiane, Il Globo, 15 luglio 1974, p. 12. 49 Cfr. Festival del Film dell’Opera Italiana, Il Globo, 26 settembre 1974, p. 13. 50 Cfr. Dante Alighieri, Il Globo, 7 ottobre 1974, p. 15.

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bilancio molto positivo: 285 soci e 200 studenti iscritti nei corsi d’italiano51.

Nel 1975 John Gransden lasciò la presidenza al prof. Robert D. Milns. Sotto la sua direzione, il programma delle conferenze della Dante assegnò ampio spazio alla musica; i dotti conferen-zieri furono il dott. Francesco Castellano, John Gransden, il prof. Val Pressly, A. J. Creedy e il console italiano Luigi Fulvi. L’anno si chiuse con un discreto attivo, dovuto anche a una sovvenzione ottenuta dal Department of Cultural Activities di Brisbane52. Dal 1976 le adunanze mensili della Dante furono te-nute presso l’Italo-Australian Centre. Nel maggio 1976 la società organizzò il consueto “cenone annuale” con soci e simpatizzan-ti nel Club della University of Queensland; purtroppo l’evento fu cancellato per mancanza di adesioni sufficienti53. Giovedì 10 giugno 1976, la Dante volle contribuire alla campagna di solida-rietà a favore dei terremotati del Friuli organizzando una serata di gala. Purtroppo, per intoppi organizzativi, l’evento non ri-scosse un grande successo di pubblico54. Dal 16 al 30 giugno presso la Queensland Art Gallery, la società allestì una settimana italiana (Italian Week), con la presentazione di conferenze, la proiezione di film documentari e la degustazione di piatti tipici, presentati da Luciano Merlo, gestore del Merlo’s Restaurant di New Farm55. Sabato 17 luglio si tenne la quinta edizione della gara di recitazione per gli studenti d’italiano; il coordinamento della manifestazione venne affidato alla sig.ra Noree Childers, direttrice dei corsi d’italiano per adulti. Nell’edizione 1976 si decise di premiare, in ogni categoria, un partecipante italiano e

51 Cfr. DIGNAN DON, Brisbane’s Dante Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), p. 36. 52 Cfr. Ibidem, p. 39. 53 Cfr. Dante, La Fiamma, 6 maggio 1976, p, 27; e DIGNAN DON, Brisbane’s Dan-te Alighieri Society. 1952-2002, manoscritto (2008), p. 40. 54 Cfr. Voci di dissenso, La Fiamma, 24 giugno 1976, p 30. 55 Cfr. Settimana italiana, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31; e Settimana italiana, La Fiamma, 24 giugno 1976, p. 31.

Gli italiani di Brisbane 2 109

uno non-italiano, in modo da garantire maggiore equità alla gara. La competizione si svolse nella Room G17 della University of Queensland 56. Martedì 17 agosto 1976, presso l’Italo-Australian Centre, la corale del Club Tedesco di Brisbane e il coro Giuseppe Verdi si sfidarono a suon di musica e bel canto in un evento che la Dante era solita organizzare annualmente57.

Gli ultimi anni della decade del ’70 furono ancora ricchi di atti-vità culturali e sociali. Il 17 maggio 1977, nella nuova sala dell’Italo-Australian Centre, la Dante Alighieri organizzò una con-ferenza sull’archeologia in Italia. L’oratore per l’occasione fu il dott. Felice Maggia, console d’Italia a Brisbane58. Sabato 2 luglio si realizzò la consueta gara di recitazione tra gli alunni della scuola d’italiano a Brisbane: oltre 150 ragazzi e 7 adulti parteci-parono alla manifestazione59. L’adunanza di martedì 19 luglio, presso l’Italo-Australian Centre, fu affidata al dott. John Oper, professore della Griffith University, il quale tenne una conferen-za sulle vicende rinascimentali di Firenze60. Nel febbraio 1978 ebbe luogo l’assemblea annuale della Dante con l’elezione del consiglio direttivo. Robert Milns consegnò le redini della socie-tà al prof. Max Brandle, direttore dell’Istituto di Lingue Mo-derne della University of Queensland. La carica di vice presidente fu affidata al prof. Gaetano Rando, insegnante di lingua italiana presso la medesima università61. Il nuovo presidente tenne una conferenza sull’Italia antica nell’adunanza del 18 aprile seguen-te presso l’Italo-Australian Centre62. Nel medesimo centro, il 27 giugno la Dante organizzò una rassegna di musica popolare e classica con la partecipazione della Corale Verdi, del coro tede-sco German Liedertafel e del coro polacco. Il 18 luglio, sempre

56 Cfr. Torneo di recitazione, La Fiamma, 15 luglio 1976, p. 33. 57 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 12 agosto 1976, p. 31. 58 Cfr. Queensland, La Fiamma, 12 maggio 1977, p. 18. 59 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 7 luglio 1977, p. 13. 60 Cfr. Queensland, La Fiamma, 21 luglio 1977, p. 14. 61 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 27 febbraio 1978, p. 26. 62 Cfr. Notiziario dell’Italo-Australian Club, La Fiamma, 17 aprile 1978, p. 30.

110 Le associazioni italiane

sotto l’egida della società e sempre presso l’Italo-Australian Cen-tre, il prof. Gilfedder presentò un programma di musica italiana del XX secolo63. Il 29 luglio 1978, presso la University of Queen-sland, si svolse la fase preliminare dell’ottava edizione della ga-ra di dizione riservata agli alunni della scuola d’italiano. Nel corso degli anni tale gara era divenuta la più importante com-petizione del Queensland nel suo genere, tanto da dover pre-vedere una selezione previa alla finale, che nel 1978 si realizzò all’Italo-Australian Centre il 15 agosto64.

Le fonti consultate non riportano molte notizie riguardo al pe-riodo che va dal 1979 al 1990. Nel marzo 1980, come ogni anno, si aprirono le iscrizioni ai corsi d’italiano divisi in tre livelli: principianti, intermedio e avanzato. A favore di una maggiore conoscenza mutua tra alunni e insegnanti, il direttore dei corsi, dott. Carlo Zincone, promosse una riunione il 21 marzo presso la sede sociale della Dante in Eagle Street65. I corsi d’italiano fu-rono riproposti negli anni seguenti secondo la medesima strut-tura, anche se con qualche piccola modifica. Sempre sotto la direzione di Carlo Zincone, nel 1984 i corsi passarono da tre trimestri a due semestri. Il 6 marzo 1984 si tenne l’annuale ce-rimonia d’apertura dei corsi della Dante66. Domenica 29 agosto, la società organizzò un pomeriggio ricreativo con gare di bocce e polenta presso i locali della Tavernetta di Aspley. Tra l’8 e il 9 settembre la Dante allestì una bancarella presso la Spring Hill Fair, la più grande fiera di Brisbane67. In questi anni si alterna-rono alla presidenza del sodalizio il prof. J. Tyrer, il dott. Don Dignan e il prof. Enzo Bellingoi68. Le assemblee annuali furono

63 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 giugno 1978, p. 28. 64 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 20 luglio 1978, p. 30. 65 Cfr. Notiziario di Brisbane, La Fiamma, 21 febbraio 1980, p. 42. 66 Cfr. L’angolo del Queensland, Il Globo, 27 febbraio 1984, p. 23. 67 Cfr. Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22. 68 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 18.

Gli italiani di Brisbane 2 111

spostate alla fine dell’anno sociale. L’ultima notizia rinvenuta per il periodo considerato si riferisce all’8 novembre 1988, data dell’assemblea annuale, tenutasi presso l’ANFE House Hall, che rielesse il prof. Bellingoi come presidente69.

Negli anni seguenti la Società Dante Alighieri di Brisbane conti-nuò a “sfornare” attività culturali e sociali in linea con le pro-prie finalità. Ancor’oggi essa seguita a propagare i valori della cultura e dell’arte italiane, tanto presso la collettività italiana quanto presso la società australiana di Brisbane.

Gli Azzurri

L’idea di fondare una squadra di calcio “italiana” a Brisbane va attribuita a un gruppetto di giovani immigrati, tutti operai del-la ditta Pasotti, che s’incontravano regolarmente nella Casa San Francesco all’inizio degli anni ’50:

«La prima adunanza per quanto viene ricordato dai membri ancora viventi, ebbe luogo nella casa di San Francesco, in Eli-zabeth Street. Presenti P. Bonifacio, Alessandro Rossi, Gio-vanni Turrini, Nello Schiavo ed il dott. Francesco Castellano, cui si aggiunsero poi il Vice-Console, Loris Balestrieri, e Giu-seppe Rinaudo come segretario»70.

Grazie all’aiuto di P. Bonifacio Zurli, il primo “undici” comin-ciò ad allenarsi presso il campo di Kedron Park. Si doveva dare un nome alla nuova squadra e la scelta cadde su Azzurri, con la chiara intenzione di evocare la madrepatria lontana71. Il Club Azzurri cominciò a esistere ufficialmente nell’aprile 1952. La sede legale era una baracca di legno a Kedron Park, che funge-

69 Cfr. Eletto il comitato della Dante, La Fiamma, 17 novembre 1988, p. 35. 70 Il calcio in Queensland dal 1883 ai giorni nostri, Il Globo, 7 dicembre 1981, p. 23. 71 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 22.

112 Le associazioni italiane

va pure da spogliatoio, deposito e sala riunioni. Il primo presi-dente fu Giovanni Turrini, assecondato da validi collaboratori quali Alessandro Rossi, Antonio Venturini, Gino Arli, Giusti Perlizzari e Cristofaro Testa. Il dott. Castellano fu il primo pa-trono72. Nello stesso anno, gli Azzurri s’iscrissero alla quarta divisione della città di Brisbane e vinsero 15 partite su 17, pa-reggiandone 2. I valorosi pionieri segnarono 87 reti e ne subi-rono solo 24. A seguito di una stagione così propizia venne il meritato passaggio alla terza divisione, dove la squadra italiana di Brisbane disputò il campionato del 195373.

Inanellando vittorie su vittorie, l’anno dopo gli Azzurri ottenne-ro la promozione alla seconda divisione74. Per affrontare i nuovi avversari bisognava diventare più competitivi. La squadra ave-va bisogno di nuovi giocatori e per questo si dovevano trovare i fondi necessari. Si pensò così di organizzare una serie di eventi a sfondo benefico per rinfoltire le casse del club: balli, spettaco-li, gite, picnic, lotterie e concorsi per eleggere la “Reginetta de-gli Azzurri” 75. Grazie ai lodevoli sforzi da parte dei comitati direttivi che si alternarono negli anni successivi, la squadra riu-scì sempre a concludere il campionato evitando il fantasma del-la retrocessione. Oltre ai già citati Turrini e Rossi, negli anni ’50, ’60 e ’70 assunsero la presidenza della squadra Floriano Sferco, Johnny Ferlito, Felice Brusasco, Ernie Brusasco, George Calì,

72 Cfr. BRISBANE CITY SOCCER CLUB, Azzurri 1952-2002. 50th Anniversary of Bri-sbane City, pro manuscripto (2002); e Cronaca di Brisbane, La Fiamma, 10 aprile 1953, p. 2. 73 Cfr. Cronaca di Brisbane, La Fiamma del 10 aprile 1953, p. 2. 74 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 27 gennaio 1954, p. 2. 75 Cfr. La Voce del Queensland, La Fiamma, 7 ottobre 1955, p. 9; La Voce del Que-ensland, La Fiamma, 28 ottobre 1955, p. 9; La Voce del Queensland, La Fiamma, 25 novembre 1955, p. 9; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 11 gennaio 1957, p. 13; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 25 gennaio 1957, p. 8; e Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 1 febbraio 1957, p. 7.

Gli italiani di Brisbane 2 113

Giuseppe Della Bianca, Carmelo Caruso, Guido Canale, Con Sciacca, Gino Arquilla e Vince Calice76.

All’inizio del 1957 fu costituita una seconda squadra, non regi-strata ufficialmente, per disputare eventuali partite amichevo-li77. Nonostante le persistenti ristrettezze economiche, il neoe-letto comitato degli Azzurri decise di assicurare tutti i giocatori: 12 sterline per infortunio e 1.000 in caso di morte78. Non ci si poteva comunque permettere alcun lusso: gli allenamenti pre-campionato si facevano ogni domenica alle 14:00 e non la sera, come sarebbe stato opportuno durante la stagione estiva, per-ché non c’erano soldi per pagare il campo illuminato79. Grazie ad una gestione all’insegna del risparmio, il 1958 si chiuse con un piccolo attivo in bilancio80.

All’inizio del 1959, grazie al prezioso lavoro di mediazione di Felice Brusasco, il consiglio municipale di Brisbane concesse agli Azzurri un appezzamento di terreno presso lo Spencer Park per costruire un nuovo campo da calcio, la sede dell’asso-ciazione e altre attrezzature sportive. L’offerta, un leasing per-petuo corredato di qualche contributo per la costruzione delle strutture, era allettante, ma ci volevano ingenti fondi per finan-ziare i lavori. Con grande coraggio, l’offerta fu accettata81. Nel febbraio dello stesso anno, il nuovo comitato direttivo decise di

76 Cfr. Serata per gli Azzurri, La Fiamma, 30 luglio 1954, p. 3; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 11 gennaio 1957, p. 13; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 15 febbraio 1957, p. 8; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 marzo 1957, p. 6; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 8 novembre 1957, p. 13; Dal Queensland, La Fiamma, 29 ottobre 1958, p. 17; Il calcio in Queensland dal 1883 ai giorni nostri, Il Globo, 7 dicembre 1981, p. 23; e CARUSO CARMELO, Storia ed origini della squadra di calcio Azzurri di Brisbane, dal 1952 al 1971, pro manuscripto (1991), p. 6. 77 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 15 febbraio 1957, p. 8. 78 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 marzo 1957, p. 6. 79 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 15 febbraio 1957, p. 8. 80 Cfr. Attività degli Azzurri, La Fiamma, 5 luglio 1957, p. 8. 81 Cfr. Il calcio in Queensland dal 1883 ai giorni nostri, Il Globo, 7 dicembre 1981, p. 23; e Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 6 febbraio 1959, p. 15.

114 Le associazioni italiane

costituire una squadra “primavera” 82. Nel maggio 1959 comin-ciarono i lavori presso lo Spencer Park, che videro la partecipa-zione gratuita di molti immigrati italiani già affezionati alla squadra83. La risposta dei giocatori fu degna di tanta generosità: gli Azzurri vinsero il campionato e furono promossi in prima divisione84.

La squadra italiana di Brisbane non sfigurò nella massima divi-sione; al contrario, riuscì già dal primo anno a posizionarsi tra le migliori quattro della città85. Gli anni successivi furono all’insegna del buon gioco, ma le ripetute trasformazioni del-l’organico non assicurarono stabilità finanziaria.

Nel 1963 furono realizzati ingenti lavori per il risanamento del terreno di gioco: «... quell’area melmosa sulla banchina dell’Enog-gera Creek cominciò a prendere la forma di un campo sportivo.»86. Solo allora fu possibile utilizzare le nuove strutture sportive di Spencer Park. Nel 1966 il nuovo campo sportivo venne requisi-to per mancato pagamento delle rate del debito contratto per la costruzione degli impianti. Fu solo grazie all’intervento perso-nale di Loris Balestrieri, il quale aveva già aiutato la squadra in diverse occasioni, che il terreno di gioco fu restituito agli Azzur-ri 87. Non fu comunque un anno fortunato per il club, che alla fine del campionato fu retrocesso in seconda divisione88.

Il nuovo comitato direttivo, guidato da Carmelo Caruso, si tro-vò con notevoli problemi finanziari da risolvere (oltre 500 dol-lari di debito) e disegnò un programma di risanamento incen-

82 Cfr. Ibidem. 83 Cfr. Sette gironi nel Queensland, La Fiamma, 13 maggio 1959, p. 15. 84 Cfr. Brisbane sportiva al “Cenone”, La Fiamma, 30 settembre 1959, p. 15. 85 Cfr. BRISBANE CITY SOCCER CLUB, Azzurri 1952-2002. 50th Anniversary of Bris-bane City, pro manuscripto (2002). 86 Il calcio in Queensland dal 1883 ai giorni nostri, Il Globo, 7 dicembre 1981, p. 23. 87 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 16 agosto 1966, p. 16. 88 Cfr. BRISBANE CITY SOCCER CLUB, Azzurri 1952-2002. 50th Anniversary of Bris-bane City, pro manuscripto (2002).

Gli italiani di Brisbane 2 115

trato su una massiccia campagna abbonamenti e su notevoli tagli nelle spese di gestione. Alberto Marani, ex giocatore della Salernitana accettò di allenare la squadra gratuitamente. Anche il massaggiatore, Armando Franchini, acconsentì a offrire i suoi servizi a titolo gratuito89. Alla fine del 1967 la squadra tornò in prima divisione90. Il 17 marzo 1968 furono aperte al pubblico altre strutture sportive presso lo Spencer Park:

«... alla presenza del Console Dott. Valli, l’allora sindaco di Brisbane, Clem Jones, alla presenza di 2000 persone inaugurò ufficialmente quello che sarebbe diventato poi uno degli stadi più moderni d’Australia»91.

Il campionato del 1968 fu segnato dalla triste scomparsa del giovane calciatore Joseph Maier. Il 9 giugno, durante la partita Polonia-Azzurri, il giocatore fu colpito da infarto e morì all’istante. Era un giovane immigrato, arrivato da poco in Au-stralia. Non si sapeva molto della sua vita privata. Lavorava presso la Pizzeria Napoli di Brisbane92. Nonostante le disavven-ture finanziarie e umane, gli Azzurri si guadagnarono sul cam-po la promozione in prima divisione e le casse vennero risana-te93.

Toccò a Guido Canale guidare il club durante il nuovo campio-nato. La famiglia si era nel frattempo ingrandita: alcune squa-dre juniores erano state formate, un vero e proprio vivaio di talenti calcistici nostrani. Nel 1969 ben sei squadre giovanili fu-

89 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 20 dicembre 1966, p. 16; I fatti del Que-ensland, La Fiamma, 27 dicembre 1966, p. 16; I fatti del Queensland, La Fiamma, 10 gennaio 1967, p. 16; e I fatti del Queensland, La Fiamma, 24 gennaio 1967, p. 16. 90 Cfr. CARUSO CARMELO, Storia ed origini della squadra di calcio Azzurri di Bri-sbane, dal 1952 al 1971, pro manuscripto (1991), p. 3. 91 Il calcio in Queensland dal 1883 ai giorni nostri, Il Globo, 7 dicembre 1981, p. 23. 92 Cfr. Profonda impressione per la morte di Maier, Il Globo, 13 giugno 1968, p. 15. 93 Cfr. Positiva annata del sodalizio azzurro, Il Globo, 15 ottobre 1968, p. 17.

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rono registrate ufficialmente94. Nei mesi successivi, il club con-tinuò a crescere e nel 1970 vinse il campionato di prima divi-sione. Nel 1971 gli Azzurri si confermarono ancora campioni cittadini e riuscirono a conquistare pure la Grand Final e la Que-ensland Cup. Il primato cittadino e le vittorie nella Gran Final si ripeterono nel 1973, 1974, 1975 e 1976; in quest’ultimo anno si aggiunse di nuovo il trionfo nella Queensland Cup. Durante questi anni d’oro, la dirigenza degli Azzurri riuscì a migliorare notevolmente le strutture sportive: il terreno di gioco fu livella-to e si approntarono alcuni campi per le squadre giovanili. Nel 1974, sotto la presidenza di Gino Arquilla, si cominciò a costru-ire la nuova sede del club95. Nel 1976 fu il turno di Vince Calice, che mise in vendita con grande successo le obbligazioni vinco-late degli Azzurri 96. Nel novembre dello stesso anno venne i-naugurata la nuova sede sociale a Spencer Park ed il nome uffi-ciale venne cambiato in Brisbane City Soccer Club Ltd. 97.

Con l’intenzione di portare il buon calcio al di fuori dei confini statali, nel 1977 fu creata la Phillip’s Soccer League, che raccolse in un unico campionato le migliori squadre dei diversi stati au-straliani. La prima edizione fu vinta dal Brisbane City in una memorabile finale contro il Club Marconi di Sydney. Non vi fu modo migliore di celebrare i primi 25 anni di vita del club, an-che se non mancarono altre occasioni per festeggiare98. Sempre nello stesso anno, Carmelo Fiumara, direttore dell’Alitalia a Brisbane, fu nominato patrono del club al posto del compianto

94 Cfr. BRISBANE CITY SOCCER CLUB, Azzurri 1952-2002. 50th Anniversary of Bri-sbane City, pro manuscripto (2002); e Notiziario da Brisbane, Il Globo, 14 ottobre 1969, p. 18. 95 Cfr. BRISBANE CITY SOCCER CLUB, Azzurri 1952-2002. 50th Anniversary of Bri-sbane City, pro manuscripto (2002); e Notiziario da Brisbane, Il Globo, 4 novem-bre 1974, p. 15. 96 Cfr. Azzurri, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31; e Gli Azzurri sempre più in alto, La Fiamma, 8 luglio 1976, p. 31. 97 Cfr. Società Sportiva Azzurri, La Fiamma, 25 novembre 1976, p. 32. 98 Cfr. Brisbane City Soccer Club, La Fiamma, 10 novembre 1977, p. 25.

Gli italiani di Brisbane 2 117

dott. Castellano99. L’anno successivo l’impresa fu ripetuta, sta-volta a spese dell’Adelaide City, squadra dell’omonima città. Anche nel 1979 il Brisbane City riuscì ad arrivare in finale, ma perse contro il Sydney City100.

La decade dell’80 non fu coronata da grandi successi. Il Brisbane City continuò a gareggiare nella Phillip’s League fino al 1986. Le strutture sportive furono ulteriormente migliorate e nel 1981 fu inaugurato il Gino Merlo’s Stand 101. L’anno seguente si celebra-rono i 30 anni di vita del club: nello stadio degli Azzurri un pubblico di 6.000 persone applaudì il discorso d’occasione pro-nunciato dal presidente Gino Merlo102. Nel 1987 il Brisbane City decise di tornare a giocare il torneo statale nel Queensland. L’anno seguente vinse il campionato e nel 1990 si aggiudicò di nuovo il trofeo della Grand Final 103. Il resto è cronaca.

Il Brisbane City Football Club Limited (questo è il suo nome oggi) ha celebrato i suoi 55 anni di vita nel 2007, militando nella Premier League di Brisbane.

Il Fogolâr Furlan

Il comune desiderio di mantenere viva la cultura, le tradizioni e la lingua della terra natale condusse un gruppo di friulani resi-denti a Venezia a creare il primo Fogolâr Furlan nel 1914. La feli-ce iniziativa fu subito replicata in altre parti d’Italia e in Euro-pa. Il 6 novembre 1927 il sodalizio metteva piede in Argentina, con la fondazione della Società Friulana di Buenos Aires, altresì conosciuta come “la Nonna dei fogolârs furlans pal Mont”. Do- 99 Cfr. Queensland, La Fiamma, 21 aprile 1977, p. 11. 100 Cfr. BRISBANE CITY SOCCER CLUB, Azzurri 1952-2002. 50th Anniversary of Bris-bane City, pro manuscripto (2002). 101 Cfr. Ibidem. 102 Cfr. Il calcio in Queensland dal 1883 ai giorni nostri, Il Globo, 7 dicembre 1981, p. 23. 103 Cfr. BRISBANE CITY SOCCER CLUB, Azzurri 1952-2002. 50th Anniversary of Bris-bane City, pro manuscripto (2002).

118 Le associazioni italiane

po la seconda guerra mondiale, in seguito al massiccio aumento dell’emigrazione friulana, nacque a Udine l’Ente Friuli nel Mon-do (1953) con lo scopo di garantire un costante raccordo tra il Friuli e i Fogolârs sparsi per il mondo104.

Il primo Fogolâr Furlan d’Australia nacque a Brisbane il 16 maggio 1956. Il merito va attribuito a Guerrino Giavon, un im-migrante friulano approdato in Australia nel 1952. Era stato don Marino Benedetto, cappellano di bordo della motonave Toscana del Lloyd Triestino sulla quale Giavon aveva viaggiato, a suggerire a quest’ultimo la fondazione del sodalizio nella ca-pitale del Queensland. Le adesioni dei friulani di Brisbane al Fogolâr furono subito numerose ed entusiaste e si raggiunsero rapidamente i 500 soci. Il primo comitato direttivo fu così com-posto: Osvaldo Bonutto, presidente, Guerrino Giavon, vice pre-sidente, Anna Rossi, segretaria, Sergio Bertoni, Silvio Campa-notti, Bruno Feruglio, Carlo Jacuzzi e Guido Lestani, consiglie-ri. La prima sede ufficiale dell’associazione fu la Casa San Fran-cesco 105. Iniziarono così le attività sociali e culturali del sodali-zio friulano a Brisbane, mentre si lavorava alla stesura dello statuto dell’associazione. Il comitato direttivo si radunava rego-larmente. Nella seduta del 23 dicembre, si approvò il bilancio del ballo realizzato in occasione del Natale e si indisse un’as-semblea generale di tutti i friulani di Brisbane e dintorni presso

104 Cfr. Fogolârs: interacción con la Región F.V.G y el Ente Friuli nel Mondo, http://www.550m.com/usuarios/friuli/ biblioteca/info/ fogolars.htm, visi-tato l’8 maggio 2008; JONE BRISINELLO, Storia del Fogolâr, http://www. fogo-larbologna.it/Storia-Fogolar.php, visitato l’8 maggio 2008; e Cos'è l'Ente Friuli nel Mondo, http://www.friulinelmondo.com/cos-l-ente-friuli-nel-mondo.dc-1810.html, visitato l’8 maggio 2008. 105 Cfr. Fogolar Furlan Inc, Brisbane. 40° Anniversario 1956-1996, Fogolar Furlan Inc., Brisbane 1996, Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Bri-sbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 27; e Anniversario d’argento per il Fogolar Furlan, Il Globo, 18 Maggio 1981, p. 23.

Gli italiani di Brisbane 2 119

la Casa San Francesco, il 20 gennaio 1957 alle ore 14:00, per la presentazione e approvazione dello statuto106.

Il 22 febbraio 1957, in occasione della festa di carnevale, il Fogo-lâr Furlan organizzò un gran ballo nella sala della Casa San Francesco107. Il 30 marzo successivo si tenne un altro ballo sem-pre nella medesima sala108. Sabato 6 aprile ancora un ballo or-ganizzato dal Fogolâr Furlan con la partecipazione di circa 200 persone, tra cui il vice console, dott. Castaldo. La serata fu ral-legrata da buona musica italiana e dalla voce solista di Vilma Giavon109. Per il giorno di Pasquetta, 22 aprile, il sodalizio friu-lano organizzò una scampagnata sui prati di Cashs Crossing, a nord di Brisbane. La giornata cominciò con giochi, gare, diver-timenti e la presentazione di una commedia in dialetto friulano di Bepo Squete dal titolo “Matrimoni in campagna”, recitata dagli stessi soci dell’associazione. Il ballo che seguì un pranzo a base di uova e prosciutto fu animato da un’orchestrina locale110. Il 27 luglio seguente il Fogolâr Furlan allestì con successo presso la sala del movimento Catholic Daughters of Australia (C.D.A.) di Elizabeth Street una serata danzante all’insegna del folclore ita-liano. Musiche, danze e costumi tradizionali delle diverse re-gioni della Penisola, dalle Alpi alla Sicilia, si alternarono sul palcoscenico in una gara di bellezza e bravura di fronte a una giuria d’eccezione, con personalità italiane e australiane. Oltre 400 persone parteciparono all’evento. Tra i dieci costumi regio-nali in gara, la giuria scelse quello indossato da Angela Coco, rappresentante della Sicilia, mentre Nelly Paturso, anch’essa con costume siciliano, si classificò al secondo posto. Antonietta Franchin, rappresentante del Veneto si aggiudicò il terzo scali-no del podio. Il vice console, dott. Castellano, si congratulò pubblicamente con il comitato direttivo del sodalizio e in modo

106 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 11 gennaio 1957, p. 13. 107 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 22 febbraio 1957, p. 8. 108 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 marzo 1957, p. 6. 109 Cfr. Ballo del Fogolar Furlan, La Fiamma, 12 aprile 1957, p. 10. 110 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 19 aprile 1957, p. 10.

120 Le associazioni italiane

particolare con il nuovo presidente del Fogolâr Furlan, Carlo Ia-cuzzi, e il suo vice presidente, Guerrino Giavon111. Le attività sociali dell’associazione continuarono regolarmente fino al 23 dicembre, quando don Marino Benedetto arrivò a Brisbane con un disco speciale; in esso, infatti, erano stati registrati diversi messaggi dei familiari degli immigrati friulani a Brisbane. La lodevole iniziativa era stata promossa dall’Ente Friuli nel Mon-do. Il 28 dicembre il Fogolâr Furlan organizzò una serata per l’ascolto del disco presso la sala C.D.A., cui furono personal-mente invitati, con tanto di elenco pubblicato su La Fiamma, tutti coloro ai quali i messaggi erano indirizzati112.

Negli anni successivi l’associazione ripropose le attività ormai tradizionali e ne aggiunse delle altre. Il 1 marzo 1958 il Fogolâr Furlan realizzò un ballo in maschera per festeggiare il carneva-le. Furono premiate le migliori maschere113. Per le celebrazioni della Festa della Repubblica organizzate dal vice consolato di Brisbane il 1 giugno presso la Casa San Francesco, Guerrino Gia-von e altri membri del sodalizio friulano furono incaricati di adornare la grande sala per la serata danzante conclusiva. Oltre 300 persone parteciparono all’evento114. Il 26 luglio il Fogolâr Furlan allestì con successo un ballo per gli italiani e il 23 agosto una serata danzante intitolata “Veglionissimo Azzurro” presso la sala C.D.A.. Lo scopo principale di quest’ultima manifesta-zione era quello di mantener vivi i legami di amicizia e solida-rietà tra tutte le famiglie italiane115. Il 24 febbraio 1959, sempre nella medesima sala, si tenne l’assemblea generale del Fogolâr Furlan con l’elezione del nuovo comitato direttivo116.

111 Cfr. Gran ballo e gara di costumi, La Fiamma, 13 luglio 1957, p. 10; e Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 9 agosto 1957, p. 10. 112 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 26 dicembre 1957, p. 33. 113 Cfr. Sette Giorni nel Queensland, La Fiamma, 14 marzo 1958, p. 13. 114 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 23 maggio 1958, p. 12. 115 Cfr. Dal Queensland, La Fiamma, 16 agosto 1958, p. 19. 116 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 6 febbraio 1959, p. 15.

Gli italiani di Brisbane 2 121

Per tutta la decade del ’60 le notizie riportate dalle fonti consul-tate sono scarse e frammentarie. Sabato 24 settembre 1960 l’associazione friulana organizzò un ballo con rinfresco e lotte-ria presso la sala C.D.A.; in precedenza il Fogolâr Furlan aveva organizzato con successo una non meglio documentata “Festa dei Fiori” 117. Il 3 aprile 1961, lunedì di Pasqua, il sodalizio friu-lano realizzò un picnic in piena campagna che radunò oltre 2.600 persone, un successo senza precedenti. Vi partecipò anche il cappellano italiano, P. Zeffirino da Sabbione. La giornata tra-scorse piacevolmente tra giochi, divertimenti, musica e balli118. Sabato 1 luglio 1951 il Fogolâr Furlan organizzò una serata dedi-cata alle mamme presso la sala C.D.A.; in tale occasione furono premiate le tre mamme più anziane e quella più giovane119. Il 24 agosto 1962, l’associazione friulana, con il patrocinio della ditta Nanda Macaroni, realizzò una serata italiana all’insegna del buon cibo e dell’allegria presso la Capilana Hall di Brisbane. Nel contesto della manifestazione fu eletta Miss Pasta Nanda e la corona fu consegnata alla sig.na Genoveffa Molletta120. Nel giu-gno 1965, come già fatto in precedenza, il Fogolâr Furlan colla-borò con il consolato italiano di Brisbane nell’organizzazione del diciannovesimo anniversario della Repubblica Italiana e il cinquantesimo anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia (24 maggio 1915). Le celebrazioni si svolsero l’8 giugno presso la Buffalo Hall di Fortitude Valley si tenne un ballo di gala. I di-scorsi del console, dott. Mario Rotelli, e del presidente del soda-lizio friulano, Guerrino Giavon, rievocarono gli avvenimenti più importanti della storia nazionale italiana121. Ancora sotto gli auspici della Nanda Macaroni, sabato 24 luglio 1965 il Fogolâr

117 Cfr. Ballo del Fogolar, La Fiamma, 13 settembre 1960, p. 23. 118 Cfr. Qui Brisbane, 1961, 11 aprile, p. 17. 119 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 17 giugno 1959, p. 19. 120 Cfr. Eletta “Miss Pasta Nanda” alla Capilana Hall di Brisbane, Il Globo, 28 ago-sto 1962, p. 7. 121 Cfr. Rievocazioni storiche al ballo nazionale, La Fiamma, 8 giugno 1965, p. 16; e I fatti del Queensland, La Fiamma, 8 giugno 1965, p. 16.

122 Le associazioni italiane

Furlan realizzò un ballo con l’elezione di Miss Pasta Nanda 122. Nel settembre successivo, il presidente dell’Ente Friuli nel Mon-do, prof. Ottavio Valerio, fece visita agli immigrati friulani di Brisbane. Il sodalizio friulano organizzò una serata danzante e una cena buffet presso la Buffalo Hall123. Il 26 marzo 1966 il Fogo-lâr Furlan realizzò un ballo nella medesima sala. Spinto dal de-siderio di maggiore collaborazione tra le associazioni italiane a Brisbane, il sodalizio friulano si unì alla Tavernetta di Aspley per organizzare la festa di Pasquetta, l’11 aprile 1966. La tradi-zionale sagra delle uova e gli altri giochi e divertimenti si svol-sero presso il “neonato” Italian Australian Bowling Club 124. Saba-to 9 luglio l’associazione friulana realizzò un ballo di gala pres-so la Buffalo Hall, al quale abbinò il concorso per l’elezione di Miss Fogolâr Furlan 125. Sabato 27 agosto si svolse l’edizione 1966 del concorso Miss Pasta Nanda e la cornice fu quella della Orana Hall, vestita a festa per il ballo di gala del Fogolâr Furlan. Oltre 300 persone parteciparono alla manifestazione e la sig.na Fay Burton fu eletta reginetta della serata126.

Per gli ultimi anni della decade del ’60 e i primi della decade del ’70 le fonti consultate non riportano molte notizie, ma vero-similmente le attività del Fogolâr Furlan continuarono regolar-mente. Nel maggio 1974 cominciarono a circolare voci su di una probabile fusione tra il sodalizio friulano e l’Italian Austra-lian Bowling Club. Di fatto, l’assemblea dei soci di quest’ultimo si espresse chiaramente a favore dell’iniziativa. Per ragioni non documentate l’idea non si realizzò127. Nel 1976, in seguito al tragico terremoto che devastò parte del Friuli, il comitato diret-tivo del Fogolâr Furlan lanciò un appello a tutti i friulani del

122 Cfr. Attività del Fogolar, La Fiamma, 13 luglio 1965, p. 16. 123 Cfr. Atteso a Brisbane il prof. Valerio, La Fiamma, 31 agosto 1965, p. 16. 124 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 marzo 1966, p. 16 (?). 125 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 5 luglio 1966, p. 16. 126 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 6 settembre 1966, p. 16. 127 Cfr. Probabile riunione tra Fogolar Furlan e I.A.B.C., Il Globo, 3 giugno 1974, p. 12.

Gli italiani di Brisbane 2 123

Queensland affinché dimostrassero tangibilmente la loro soli-darietà con la terra natale. La gestione “italiana” dei fondi rac-colti fu affidata all’Ente Friuli nel Mondo 128. Da questo momento fino alla fine di quell’anno le attività del sodalizio friulano eb-bero un solo obiettivo: mandare aiuti finanziari alle vittime del terremoto. Il 19 maggio 1976 si tenne presso l’Italo-Australian Centre di Newmarket una serata cabaret con la partecipazione di oltre 400 persone129. Il 18 settembre il Fogolâr Furlan organiz-zò un altro ballo di beneficienza, stavolta presso la Chadwick Hall di Carina, in modo da avvicinare le famiglie italiane che abitavano nella zona sud di Brisbane130. Il 6 novembre l’asso-ciazione friulana fu incaricata di organizzare i festeggiamenti per l’anniversario della vittoria italiana nella Grande Guerra (4 novembre 1918). La festa fu celebrata presso l’Italo-Australian Centre; il coro Giuseppe Verdi allietò la serata con il suo reperto-rio di canti italiani. Per l’occasione si riunirono tutti gli ex-alpini e il console italiano, dott. A. F. Maggia, tenne un discorso di circostanza131. Domenica 28 novembre, il Fogolâr Furlan cele-brò la sua assemblea annuale presso l’Italo-Australian Centre, con l’elezione del nuovo direttivo. In occasione del suo vente-simo anniversario di fondazione, l’associazione friulana orga-nizzò uno speciale “spuntino natalizio” per la sera del 17 di-cembre. Tale spuntino era una delle attività regolari del sodali-zio132. Dopo le brillanti presidenze di Alfredo Tubaro e Leo Go-nano, nel luglio 1977 la guida del Fogolâr Furlan fu affidata al giovane Franco Pittis, coadiuvato dalla moglie, la quale orga-nizzò nello stesso mese una sfilata di modelli in cooperazione con i magazzini David Jones133. Il 10 settembre 1977 l’associa-

128 Cfr. Appello a tutti i Friulani, La Fiamma, 13 maggio 1976, p. 31. 129 Cfr. Fogolar Furlan, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31. 130 Cfr. Notiziario delle associazioni italiane, La Fiamma, 16 settembre 1976, p. 31. 131 Cfr. Festa del 4 novembre, La Fiamma, 4 novembre 1976, p. 31; e Festa degli Alpini, La Fiamma, 11 novembre 1976, p. 33. 132 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 18 novembre 1976, p. 32. 133 Cfr. Queensland, la Fiamma, 28 luglio 1977, p. 13; e Fogolar Furlan Inc, Bri-sbane. 40° Anniversario 1956-1996, Fogolar Furlan Inc., Brisbane 1996.

124 Le associazioni italiane

zione friulana realizzò il “Grande ballo dell’amicizia” presso l’Italo-Australian Centre; la manifestazione riscosse grande suc-cesso134. Nel rispetto di una tradizione ormai consolidata, il 3 novembre 1979 presso l’Italo-Australian Centre, il Fogolâr Furlan invitò tutti gli ex-alpini a festeggiare l’anniversario patrio. Le penne nere accorsero numerosissime e la Corale Verdi allietò la serata con i più famosi canti di montagna. In tale occasione il rappresentante del consolato italiano consegnò l’onorificenza di “Cavaliere di Vittorio Veneto” al sig. Casasola, veterano della Prima Guerra Mondiale135. Il mese di dicembre 1979 fu partico-larmente impegnativo per il sodalizio friulano, il quale orga-nizzò tre importanti manifestazioni: il “Ballo dei calvi”, una serata all’insegna del buon umore, sabato 15 dicembre, la festa natalizia dei bambini, con regali e dolci per tutti, domenica 23 dicembre, e il “Ballo di S. Silvestro”, il 31 dicembre136.

Anche per la decade degli ’80 le notizie riportate dalle fonti consultate sono molto scarse. Il 16 maggio 1981 il Fogolâr Furlan celebrò i suoi primi venticinque anni di vita137. Col passare de-gli anni e la nascita di nuove associazioni a Brisbane, il sodali-zio friulano lasciò progressivamente ad altri l’organizzazione delle feste patriottiche138. L’associazione continuò comunque a promuovere diverse attività sociali per tutta la collettività ita-liana. Domenica 6 maggio 1984 il Fogolâr Furlan organizzò una gita e un picnic lungo la costa del New South Wales139. Sabato 5 settembre 1987 il sodalizio friulano radunò oltre 350 persone in occasione della “Festa della primavera” presso l’Italo-Australian Centre di Newmarket. Il presidente del sodalizio, Tony Olivo, 134 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 15 settembre 1977, p. 13. 135 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 18 ottobre 1979, p. 25; e Notiziario da Bri-sbane, La Fiamma, 8 novembre 1979, p. 26. 136 Cfr. Fogolar Furlan, La Fiamma, 13 dicembre 1979, p. 29. 137 Cfr. Anniversario d’argento per il Fogolar Furlan, Il Globo, 18 Maggio 1981, p. 23. 138 Cfr. Fogolar Furlan Inc, Brisbane. 40° Anniversario 1956-1996, Fogolar Furlan Inc., Brisbane 1996. 139 Cfr. L’angolo del Queensland, Il Globo, 16 Aprile 1984, p. 23.

Gli italiani di Brisbane 2 125

fece gli onori di casa. La serata danzante fu arricchita da una sfilata di moda e dalla testimonianza di Sonia Basile e Tina Za-nuttini, due giovani membri dell’associazione appena tornate dall’Italia in seguito a un viaggio organizzato dalla Regione Friuli140.

Negli anni successivi, con l’avvicendarsi dei comitati direttivi, in cui si alternano nomi conosciuti e nomi nuovi, il Fogolâr Fur-lan continuò a svolgere la sua importante missione sociale in seno alla collettività italiana di Brisbane. All’indomani della celebrazione dei cinquant’anni di vita, il sodalizio friulano ap-pare ancora giovane e aitante.

Il Coro Giuseppe Verdi

L’idea di costituire un coro italiano a Brisbane emerse nel 1951, allorquando presso i locali della Casa San Francesco una trentina di giovani immigrati decise di mettere al servizio della colletti-vità i loro talenti canori. Nacque così il Coro Italiano, una corale a voci miste, senza direttore e senza comitato promotore. La sig.ra Noela Morgenstern accompagnava al piano, mentre Bru-no Cappelletti fungeva da capo coro141. Nei suoi 4 anni di vita, il Coro Italiano organizzò diversi concerti e allietò con il canto funzioni religiose e celebrazioni patriottiche nella capitale del Queensland. Si trattò di un’esperienza positiva, ma poco lon-geva, poiché diversi coristi lasciarono Brisbane per motivi di lavoro e nel 1955 la corale fu sciolta142.

Nel 1957 arrivarono nuove “leve” dalla madrepatria e l’inte-resse per il canto corale, tanto a livello folclorico quanto a livel-

140 Cfr. Festa della Primavera, Il Globo, 14 settembre 1987, p. 23. 141 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 5. 142 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 35.

126 Le associazioni italiane

lo operistico, si riaccese nel cuore dei frequentatori della Casa San Francesco. Nel 1958 Bruno Cappelletti e Angelo Ivanni col-sero l’opportunità della circostanza e promossero attivamente la creazione della Società Corale Giuseppe Verdi. Ivanni fu eletto presidente della società e Cappelletti lo affiancò come vice pre-sidente. Il primo comitato direttivo comprendeva anche il se-gretario Lino Tedeschi, il tesoriere Lino Meden e il consigliere Fernando Rampa143. Il nuovo coro era composto di ventiquattro uomini. Il maestro Joseph Halmos accettò l’incarico di direttore in cambio di un modesto compenso che i coristi decisero di pa-gare di tasca loro: due scellini la settimana. La pianista Patty Farrelly accompagnò le prime prove della Corale Verdi. Si chiese al dott. Francesco Castellano di essere il patrono della neonata società; Castellano accettò di buon aggrado e sostenne il sodali-zio fino alla sua morte, nel 1976144.

All’inizio del 1959, il coro Giuseppe Verdi era una realtà già af-fermata all’interno della collettività italiana di Brisbane. Dal North Queensland era intanto giunta una nuova pianista, Patri-cia Duggan. Le prove si svolgevano il sabato pomeriggio presso la Casa San Francesco, nel cui teatro fu presentato il primo con-certo, cui seguirono altri sempre a sfondo caritativo o celebrati-vo. Grazie al successo riscosso, la corale italiana fu invitata a partecipare alle celebrazioni del centenario del Queensland previste per l’anno seguente145. Nel corso del 1959, il coro ita-liano di Brisbane realizzò la sua prima piccola tournée, un con-certo a Stanthorpe per la collettività italiana locale, la quale ap-prezzò particolarmente le doti canore dei connazionali venuti dalla capitale146.

143 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 6. 144 Cfr. Ibidem, p. 9. 145 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 28 gennaio 1959, p. 15. 146 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 10.

Gli italiani di Brisbane 2 127

Nel 1960 Bruno Cappelletti prese le redini della Corale Verdi. Nuove voci arricchirono l’organico e le prove furono spostate al giovedì, sempre presso la Casa San Francesco147. Per la celebra-zione dei 100 anni dello stato del Queensland, il coro preparò accuratamente la cantata “Vergine degli Angeli” de “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, con la soprano Erica Witt nella parte di Leonora. Il coro fu incaricato anche di allestire la sce-nografia, che fu realizzata dai fratelli Lino e Bruno Menden148. L’esecuzione nella City Hall di Brisbane riscosse grandi consen-si. Nell’adunanza del settembre 1960 Cappelletti fu riconferma-to alla presidenza dell’associazione per l’anno successivo149. Per rimpolpare le casse della società, nel marzo 1961 il comitato di-rettivo organizzò un ballo sociale, in cui fu eletta per la prima volta la reginetta della Corale Verdi: l’onore toccò alla diciotten-ne Yvonne Ghirardelli150.

Nel 1962 fu confermata la fiducia nel presidente Bruno Cappel-letti, il quale, con il nuovo comitato, si avvide della necessità di fondi per pagare il direttore, la pianista e gli spartiti per i cori-sti. Si pensò di indire un concorso di bellezza “speciale”, condi-to con musica e buon umore. L’evento riscosse grandi consensi presso i connazionali intervenuti e si decise di ripetere il con-corso ogni due anni151. Il 14 settembre 1962, in occasione del suo 4° anniversario di fondazione, il coro italiano diede un concerto presso la Albert Hall di Albert Street, Brisbane152. Nel dicembre dello stesso anno si festeggiò per la prima volta il Natale per i

147 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 3 febbraio 1960, p. 16. 148 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 11. 149 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 18 ottobre 1960, p. 20. 150 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 7 marzo 1961, p. 15. 151 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 13. 152 Cfr. Eletta “Miss Pasta Nanda” alla Capitana Hall di Brisbane, Il Globo, 28 ago-sto 1962, p. 7.

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bambini, figli dei coristi; il tenore Toni Cella interpretò la parte di Babbo Natale per la delizia dei pargoli153.

Nel 1963 arrivò la pianista Doris Johnson, che rimase con il gruppo fino al 1993. Arrivò anche il maestro Giuseppe De Vivo, che rimase alla direzione del coro fino al 1970154. Il 27 novembre 1964 fu realizzato un concerto per il sesto anniversario di fon-dazione155. Nel luglio 1966 si tenne il ballo annuale della corale con la partecipazione di oltre 300 persone156. Il 26 agosto dello stesso anno Bruno Cappelletti lascia la presidenza a Marino Regano157. Sempre in occasione dell’anniversario di fondazione, il 18 novembre 1966, il coro G. Verdi tenne un concerto presso la Albert Hall. I 25 coristi, diretti dal maestro De Vivo, si esibirono di fronte a 400 persone. In tale occasione si decise di ripetere il concerto per raccogliere fondi per le vittime della tragica allu-vione che nel novembre 1966 provocò morti e devastò aree del centro-nord italiano158.

Non si hanno molte notizie dell’anno 1967. Il 1968 fu segnato da diverse attività sociali, tra cui una serata di gala realizzata il 14 settembre presso l’Orana Hall per l’acquisto di un nuovo pianoforte159. In seguito alla vendita della Casa San Francesco, avvenuta nel 1969, la Corale Verdi si vide costretta a spostare la propria sede, che venne fissata temporaneamente presso la Holy Spirit Hall di New Farm160. L’anno successivo la corale si trasferì presso l’Italo-Australian Centre e, per celebrare l’avveni- 153 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 11. 154 Cfr. Ibidem, p. XI. 155 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 17 novembre 1964, p. 21. 156 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 5 luglio 1966, p. 16. 157 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 30 agosto 1966, p. 16. 158 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 8 novembre 1966, p. 16; e I fatti del Queensland, La Fiamma, 29 novembre 1966, p. 16. 159 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 27 agosto 1968, p. 15. 160 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 35.

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mento, decise di regalare al centro un busto di Giuseppe Verdi. L’opera venne commissionata allo scultore Giuseppe Ive. Negli ultimi anni ’60, il coro Giuseppe Verdi si esibì in diversi concerti dal vivo, alla radio e alla televisione. I concerti più memorabili furono tenuti presso l’Albert Hall. La corale non mancò mai di partecipare alle manifestazioni patriottiche tenutesi in questi anni161.

Il 1970 segnò la triste scomparsa del maestro De Vivo, che ven-ne sostituito dal maestro Olag Lapas. Sotto la guida del nuovo direttore, il coro G. Verdi cominciò una feconda collaborazione con l’orchestra sinfonica giovanile del Queensland. Grazie al felice connubio, furono presentati con notevole successo spetta-coli musicali presso il teatro S.G.I.O. e presso il teatro del campus di St. Lucia della University of Queensland. Dopo Fer-nando Rampa, Nino Lonzar e ancora Bruno Cappelletti, nel 1974 fu eletto presidente un socio australiano, Don Burke, a in-dicare lo spirito aperto che sempre caratterizzò la corale162. Il 20 luglio dello stesso anno, presso la University of Queensland, il coro G. Verdi si esibì dinanzi ad un foltissimo pubblico; furono presentati per l’occasione pezzi interpretati da coro e solisti163.

Nel 1975 l’associazione corale realizzò la sua prima tournée nel Nord Queensland. Gli italiani di Ingham, Mareeba e Innisfail accolsero festosamente gli spettacoli canori. Il patrono France-sco Castellano, il deputato Don Lane e Carmelo Fiumara, diret-tore dell’Alitalia per il Queensland, accompagnarono i coristi in questa prima avventura164.

161 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, pp. 18-20. 162 Cfr. Ibidem, 23. 163 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 29 luglio 1974, p. 16. 164 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, pp. 23-24.

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Il 1976 fu ricco di eventi. Il 15 maggio il coro G. Verdi si esibì presso la Tavernetta di Aspley in un concerto di beneficenza165. L’11 giugno la corale realizzò un concerto presso il conservato-rio di Brisbane per i terremotati del Friuli166. Nello stesso giu-gno, il coro organizzò il “Cabaret delle tre Venezie”, una sim-patica serata di canti e umorismo, sotto l’esilarante direzione di Bruno Cappelletti167. Il 17 luglio il coro presentò una serata ita-liana su invito del National Trust del Queensland168. Il 4 agosto fu indetta l’assemblea generale annuale e Renato Gastaldin fu eletto presidente. A lui toccò l’onere dell’organizzazione della seconda tournée nel Nord Queensland per celebrare il centena-rio della fondazione di Cairns169. Per tale occasione fu richiesto per la prima volta un contributo al governo statale, il quale ri-spose con una donazione di 2.500 dollari australiani170. Anche la tournée a Cairns fu un vero successo per il coro G. Verdi. Inizia-rono nel 1976 le collaborazioni con altre corali “etniche” di Bri-sbane. Il 19 novembre la corale italiana invitò il coro tedesco a celebrare il 18° anniversario di fondazione presso l’Italo-Australian Centre di Newmarket. Fu un evento particolarmente emotivo che contò la presenza di oltre 300 sostenitori. In tale occasione il presidente Gastaldin ricevette la generosa dona-zione del governo statale del Queensland171.

L’anno 1977 continuò all’insegna dei molteplici impegni. Il ma-estro Col Lewis prese il posto di Lapa172. Il 24 giugno il coro G. Verdi organizzò un concerto e una serata tra amici presso l’Italo-Australian Centre 173. In luglio i soci della corale votarono il nuo- 165 Cfr. Corale G. Verdi, La Fiamma, 29 Aprile 1976, p. 27. 166 Cfr. Italo-Australian Centre, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 30. 167 Cfr. Corale G. Verdi, La Fiamma, 24 giugno 1976, p 30. 168 Cfr. Corale Giuseppe Verdi, La Fiamma, 10 giugno 1976, p. 32. 169 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 12 agosto 1976, p. 31. 170 Cfr. Notiziario delle associazioni italiane, La Fiamma, 16 settembre 1976, p. 31. 171 Cfr. La corale G. Verdi ha 18 anni, La Fiamma, 25 novembre 1976, p. 32. 172 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. XI. 173 Cfr. Queensland, La Fiamma, 23 giugno 1977, p. 13.

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vo consiglio direttivo e fu eletto presidente Igor Mircovich. Il nuovo direttivo decise di ripetere il Cabaret delle Tre Venezie il 13 agosto seguente174. Il successo dell’evento portò all’organiz-zazione di un’altra manifestazione intitolata la “Serata delle due Sicilie”, che si realizzò il 7 ottobre seguente con la parteci-pazione di oltre 800 italiani. In quest’occasione la corale conta-va ben 39 elementi175. Si voleva dimostrare tangibilmente l’affetto della Corale Verdi per il patrono Francesco Castellano, scomparso l’anno prima, e così nacque l’idea di donare un bu-sto del dottore all’Italo-Australian Centre. Per la raccolta dei fon-di necessari la corale si esibì in un concerto assieme al coro te-desco il 18 novembre 1977 presso il centro176. L’iniziativa riscos-se grande successo, ma non fu poi possibile coronare il sogno e i soldi raccolti vennero devoluti in beneficenza177. L’onorevole Don Lane e l’imprenditore italiano Cesare Pradella raccolsero il testimone lasciato dal dottor Castellano e sostennero il coro ne-gli anni successivi. In dicembre il coro G. Verdi organizzò un simpatico picnic per i coristi e le loro famiglie a New Farm178.

Il 1978, ventesimo anniversario della fondazione del coro, si aprì con una nuova iniziativa, ancora una volta di grande suc-cesso. Sotto la guida di un nuovo direttore, il maestro Mark Penman, l’8 aprile la corale italiana presentò presso l’Italo-Australian Centre il “Cabaret Fontana delle 99 Cannelle”, un ve-ro festival della canzone napoletana179. Il 24 giugno seguente si realizzò una nuova edizione del Cabaret delle Tre Venezie, sempre presso il centro180. In settembre il coro G. Verdi parteci-

174 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 7 luglio 1977, p. 13. 175 Cfr. Riuscita “Serata delle Sue Sicilie” all’Italo Australian Centre, Il Globo, 3 ottobre 1977, p. 27. 176 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 14 novembre 1977, p. 13; e Brisbane, La Fiamma, 1 dicembre 1977, p. 13. 177 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 giugno 1978, p. 28. 178 Cfr. Brisbane: i migliori della classe, La Fiamma, 15 dicembre 1977, p 15. 179 Cfr. Fontana delle 99 cannelle, La Fiamma, 6 aprile 1978, p. 28. 180 Cfr. Cabaret, La Fiamma, 15 giugno 1978, p. 31.

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pò alla prima edizione dell’Italian Arts Festival181. In ottobre, in occasione dell’elezione del primo papa polacco, Giovanni Paolo II, la corale italiana organizzò con i colleghi del coro polacco un concerto nella chiesa di Our Lady of Victories, a Brisbane182.

Sotto la presidenza di Demetrio Brunello, nel 1980, presso il teatro del conservatorio di Brisbane, il coro G. Verdi assieme all’orchestra giovanile del Queensland si esibì in un concerto che fu interamente registrato. Venne così realizzata la prima cassetta musicale della corale183. Negli anni ’80 si alternarono alla presidenza della società corale Fernando Rampa, Igor Mir-covich e Bruno Cappelletti184. Si ripeterono a scadenza annuale gli eventi di successo, quali il Cabaret delle Tre Venezie, la Se-rata delle Due Sicilie e il Cabaret Fontana delle 99 Cannelle (detto anche “Napoli Canta”). Si replicarono le festose collabo-razioni canore con il coro tedesco. Alcuni avvenimenti speciali segnarono la vita della corale italiana di Brisbane in questi anni. In aprile 1982, il coro al completo partecipò all’inaugurazione del Museo e del Parco della Pace a New Italy, New South Wa-les. Il 9 ottobre il coro G. Verdi festeggiò il suo 25° anniversario con una celebrazione degna della ricorrenza, assieme ai suoi patroni, Don Lane e Cesare Pradella, al nuovo direttore, il mae-stro Leo Keller e a numerosissimi sostenitori185. Nello stesso mese, la corale si esibì al teatro civico di Townsville con un re-pertorio che spaziò dall’opera al folclore regionale italiano. Nel 1985 dalla fucina creativa del coro G. Verdi uscì il numero unico de L’Impiastro, una rivista umoristica diretta da Franco Bot-taz186. Dal 30 aprile al 30 ottobre 1988 a Brisbane si organizzò la World Expo, con un padiglione tutto dedicato all’Italia. Per

181 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 27. 182 Cfr. Ibidem. 183 Cfr. Ibidem, p. 28. 184 Cfr. Ibidem, p. X. 185 Cfr. Ibidem, pp. 28-37. 186 Cfr. L’Impiastro, a cura di Franco Bottaz, Monfalcone 1985.

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l’occasione giunse al porto della capitale del Queensland la “Caio Duilio” della Marina Italiana e la corale fu chiamata a cantare per la messa celebrata all’aperto per tutti i marinai. La medesima sera, il coro G. Verdi, diretto dal maestro Robert Fen-ton, si esibì di fronte al presidente Francesco Cossiga presso l’Italo-Australian Centre 187. Sempre nel 1988 la corale italiana ricevette il Queensland Migrant Service Award presso la Parlia-ment House: venivano così degnamente premiati 30 anni di ser-vizio indefesso alla collettività italiana di Brisbane. Nel 1989 il presentatore televisivo Brian Cahill divenne direttore del coro e con lui nacque l’idea di un concerto assieme al Queensland Musical Theatre. Fu questa la genesi della memorabile serata intitolata “Viva Verdi” che si realizzò con strepitoso successo nel maggio 1990 al Concert Hall Performing Arts Centre di Bri-sbane. La manifestazione fu ripetuta nel settembre successivo al Civic Centre di Bundaberg188. Il coro G. Verdi esiste tutt’oggi e continua ad allietare le manifestazioni italiane della capitale del Queensland.

La Tavernetta di Aspley

L’idea del gioco delle bocce ad Aspley, un sobborgo di Brisba-ne, venne a Chiara Ceccato, una vedova di Asolo (Treviso), madre di dieci figli, che emigrò in Australia nel 1956. Di ritorno dall’Italia, dove si era recata nel 1962 per alcuni mesi, la sig.ra Ceccato decise di acquistare delle bocce da portare come regalo ai suoi figli. A questi ultimi, non certo esperti bocciofili, il nuo-vo passatempo risultò simpatico e interessante e nel 1963 spia-narono una piccola porzione della loro proprietà per costruire un rudimentale campo di bocce. La famiglia Ceccato cominciò a giocare ogni domenica e il fatto suscitò la curiosità di qualche

187 Cfr. FRANCO BOTTAZ, Forty Years of Song, The Giuseppe Verdi Choir Inc., Brisbane 1998, p. 45. 188 Cfr. Ibidem.

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amico e conoscente. In breve tempo il campetto diventò il luogo di ritrovo di tante famiglie italiane appassionate del gioco delle bocce. Mamma Chiara cominciò a offrire bibite ghiacciate agli ospiti. Le richieste aumentavano ogni domenica e così i fratelli Ceccato costruirono uno stanzino di lamiera e un bancone per la vendita delle bevande. Seguirono poi alcune panchine e al-cuni tavoli: tutto molto artigianale. Nel 1964 il campetto dei Ceccato, che assomigliava ogni giorno di più a un’osteria vene-ta, fu battezzato la Tavernetta di Aspley. Il numero dei giocatori cresceva ogni domenica; così si allestirono nuovi campi, si comprarono altre bocce, che arrivarono direttamente dall’Italia, e si costruirono i bagni pubblici189.

Durante il secondo anno di attività alla Tavernetta, la visita ina-spettata di un ispettore dell’ufficio di igiene obbligò la famiglia Ceccato a ricostruire i locali a norma di legge. Nel 1965 si inau-gurò la nuova Tavernetta, alla quale era stata aggiunta una cu-cina per il piacere dei buongustai. I clienti ricominciarono ad affluire più numerosi di prima e il simpatico ritrovo dei Cecca-to, aperto solo alla domenica dalle 14:00 alle 24:00, divenne fa-moso in tutta la Brisbane italiana. La conduzione molto “fami-liare” della Tavernetta aveva fatto sì che i proprietari non si pre-occupassero troppo della legalità dell’esercizio; cosicché un fur-to perpetrato da tre ragazzetti causò non pochi problemi alla famiglia Ceccato. La polizia di Brisbane, dopo aver acciuffato i ladruncoli, risalì fino alla Tavernetta e scoprì, con un tranello, che nel locale si vendeva birra senza licenza. Inesorabilmente arrivò la multa e l’ordine di chiusura per quattro mesi. Al ter-mine del periodo d’interdizione, la Tavernetta avrebbe potuto riaprire solo alla condizione di essere trasformata in club socia-le e sportivo con almeno 500 firme di sostegno all’iniziativa190.

189 Cfr. CHIARA CECCATO, Il Boschetto. Memoriale di Chiara Ceccato, fondatrice della Tavernetta, Pro manuscripto [senza data]. 190 Cfr. Ibidem.

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La campagna di raccolta di firme superò abbondantemente le aspettative, ottenendo in breve tempo oltre 700 adesioni. I fra-telli Ceccato decisero, inoltre, di chiedere il patrocinio di un no-to rappresentate del governo locale, Fred Campbell, la cui me-diazione fu essenziale al fine dell’ottenimento della tanto ago-gnata regolarizzazione della Tavernetta. All’inizio del 1966 il nuovo club era pronto ad aprire i battenti con il nome di Au-stralian-Italian Bowling Club (alias Italian Australian Bowling Club o Italo-Australian Bowling Club). Si trattava di una e vera asso-ciazione, riconosciuta legalmente, con tanto di comitato diretti-vo e soci. Erminio Ceccato, uno dei figli di mamma Chiara, fu eletto presidente191.

Il lunedì di Pasqua, 11 aprile del 1966, il Fogolâr Furlan organiz-zò la “sagra delle uova”, un evento che godeva già di una certa tradizione, presso la nuova Tavernetta192. L’evento segnò l’inizio di una nuova era per il ritrovo dei Ceccato193. Domenica 29 maggio 1966 ci fu il primo torneo di bocce della “nuova” ge-stione e il 4 giugno seguente il primo ballo dell’Italian Austra-lian Bowling Club, con l’elezione della reginetta del club194. Le attività, tanto sociali quanto sportive, si moltiplicarono negli anni seguenti, trovando sempre grande appoggio da parte della comunità italiana di Brisbane. Nell’aprile del 1968, agli occhi del corrispondente de Il Globo, gli italiani convenuti presso la Tavernetta per la scampagnata di Pasquetta erano “una folla” 195. Il 24 novembre dello stesso anno, l’Italo-Australian Bowling Club di Aspley organizzò un torneo di “mora” e il 14 dicembre successivo un ballo intitolato Christmas Carnival Dance. Il 15 di-cembre si giocò la partita di calcio tra i membri del club e quelli dell’Associazione Cattolica Italiana in un campo approntato nella

191 Cfr. Ibidem. 192 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 marzo 1966, p. 16. 193 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 12 aprile 1966, p. 16. 194 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 24 maggio 1966, p. 16. 195 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 16 aprile 1968, p. 14.

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proprietà dei Ceccato196. Il terzo anno di attività “legale” si chiuse con un picnic organizzato il 26 dicembre, un veglione per la notte di capodanno ed un altro picnic il 1 gennaio del nuovo anno197.

Nell’aprile 1969 l’Australian-Italian Bowling Club, sotto la presi-denza di Walter Giugni, si presentava al pubblico come un complesso sportivo e sociale di prim’ordine: sette campi da bocce, quattro all’aperto e tre al coperto, un ristorante, un bar, un ampio parcheggio, un palcoscenico e uno spazio adibito all’intrattenimento dei più piccoli. Una volta alla settimana ve-niva organizzato un barbecue allo stile australiano198. Il lunedì di Pasqua 7 aprile 1969 si organizzò un picnic per le famiglie ita-liane durante la giornata e un gran ballo in serata. Le cronache locali riportarono che circa 2.000 persone parteciparono al pic-nic di Pasquetta199. Il 26 aprile seguente si tenne presso la Ta-vernetta il torneo di bocce della città di Brisbane; in tale occasio-ne intervenne anche il console italiano Federigo Valli per la consegna dei premi ai vincitori200. Sempre presso il medesimo club si celebrò nel 1969 la festa nazionale del 2 giugno201.

Negli anni successivi l’Australian-Italian Bowling Club di Aspley continuò ad affermarsi come uno dei più importanti centri so-ciali della comunità italiana di Brisbane. Il ruolo “coagulante” del club, rivestito fin dalla sua fondazione, non passò inosser-vato presso le autorità italiane e nel gennaio 1974 il console ita-liano Luigi Fulvi consegnò un assegno (le fonti non specificano

196 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 10 dicembre 1968, p. 17. 197 Cfr. Attività a Brisbane dell’A.I. Bowling Club, Il Globo, 17 dicembre, p. 17. 198 Cfr. Creata quasi per gioco la suggestiva “Tavernetta”, Il Globo, 1 aprile 1969, p. 18. 199 Cfr. 2000 persone al picnic pasquale dell’Australian Italian Bowling Club, Il Glo-bo, 15 aprile 1969, p. 16. 200 Cfr. Creata quasi per gioco la suggestiva “Tavernetta”, Il Globo, 1 aprile 1969, p. 18. 201 Cfr. 2000 persone al picnic pasquale dell’Australian Italian Bowling Club, Il Glo-bo, 15 aprile 1969, p. 16.

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l’importo) quale contributo dello stato italiano alle attività del club in favore della collettività italiana. Il 19 gennaio dello stes-so anno il club organizzò una serata danzante202. Nel giugno seguente cominciarono a circolare voci su una possibile fusione dell’Australian-Italian Bowling Club con il Fogolâr Furlan203. In agosto il nuovo comitato, presieduto da Franco Bottaz, annun-ciò ai soci che la situazione finanziaria del club era disastrosa. Si decise di far appello ai membri del club chiedendo loro di pagare una quota maggiorata; agli altri sostenitori si chiese di contribuire tangibilmente assicurando la partecipazione a tutte le attività del sodalizio204. Considerando un saldo negativo di oltre 9.000 dollari, si decise di convocare un’assemblea generale straordinaria il 15 settembre 1974. Nella data stabilita, solamen-te 80 dei 160 soci risposero all’appello; alcuni simpatizzanti par-teciparono alla riunione. Il presidente, Franco Bottaz, ottenne l’adesione di tutti i soci presenti a una campagna speciale di abbonamenti (per un valore di 100 dollari) che prevedeva un prestito senza interesse al club per la durata di tre anni. Si rac-colsero subito 6.000 dollari. Si decise di aprire il bar e il risto-rante il venerdì e la domenica, riservando il sabato per feste sociali e affitto della sala a privati. Si concordò che gli ospiti (non soci) pagassero 1 dollaro per l’ingresso al club, ma le don-ne e i bambini erano esenti. Il 26 ottobre fu organizzata una se-rata danzante per raccogliere ulteriori fondi utili a estinguere i debiti del sodalizio205. La serata fu animata da Giuseppe Ca-stellana, detto il “re dello zufolo” 206. Le attività per la raccol-ta fondi continuarono a moltiplicarsi e il 22 dicembre 1974

202 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 15 gennaio 1974, p. 24. 203 Cfr. Probabile riunione tra Fogolar Furlan e I.A.B.C, Il Globo, 3 giugno 1974, p. 12. L’anonimo autore dell’articolo sostiene che i due sodalizi erano sorti in seguito ad una scissione di un’unica associazione. Tale teoria non ha trovato conferma nelle altre fonti consultate. 204 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 26 agosto 1974, p. 12. 205 Cfr. Fruttuosa Assemblea generale straordinaria all’I.A.B.C. di Aspley, Il Globo, 26 settembre 1974, p. 13. 206 Cfr. Serata danzante allo I.A.B.C. di Aspley, Il Globo, 7 ottobre 1974, p. 15.

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all’Australian Italian Bowling Club arrivò Babbo Natale per tutti i figli dei soci. Il 31 dicembre si organizzò un sontuoso veglione di capodanno207.

Le fonti consultate non riportano notizie riguardanti l’anno 1975, ma si può verosimilmente supporre che la dirigenza del club abbia continuato a organizzare attività per la raccolta fon-di. Nel 1976 la sig.na Maurizia Turco decise di partecipare al concorso per l’elezione di Miss Australia. Sabato 15 maggio 1976 presso la Tavernetta di Aspley si organizzò una serata in onore della candidata italiana all’importante concorso australiano208. Il sostegno della collettività italiana nei confronti dell’antico ritrovo dei Ceccato era chiaramente espresso nella partecipa-zione a tutti gli eventi organizzati presso l’Austalian-Italian Bo-wling Club. Per festeggiare i suoi primi dieci anni di attività “le-gale”, durante il fine settimana del 27 e 28 novembre 1976, il club di Aspley organizzò una “Gran Sagra Paesana”, due gior-nate di folclore italiano che venivano così annunciate da La Fiamma:

«Si tratta di una di quelle manifestazioni che nessuno dovrebbe perdere. La sagra offrirà due memorabili giornate di allegria con: chioschi per l’assaggio dei vini, angurie fresche, polenta, pesce fritto, uva ed ogni ben di Dio; palo della cuccagna, parco giochi per bambini; esposizione di automobili, motoscafi e bar-che; esposizione quadri e lavori in rame; gara di bocce; servizio barbecue, canti della corale e ballo»209.

Ben 1.500 italiani risposero all’appello del presidente, Franco Bottaz, e del suo comitato direttivo, affollando i locali della Ta-vernetta. Il coro G. Verdi allietò gli astanti con alcuni assaggi del loro vasto repertorio, mentre altre orchestrine animarono il bal-

207 Cfr. Attività Associazioni italiane di Brisbane, Il Globo, 16 dicembre 1974, p. 22. 208 Cfr. Serata in onore di Maurizia Turco alla Tavernetta di Aspley, La Fiamma, 20 maggio 1976, p. 34. 209 “Gran Sagra Paesana” alla Tavernetta, La Fiamma, 15 ottobre 1976, p. 31.

Gli italiani di Brisbane 2 139

lo. Il console d’Italia, F. A. Maggia, in veste ufficiale, sigillò la storica occasione con un discorso di elogio, incoraggiamento e ringraziamento al «… più vecchio sodalizio italiano con sede propria di Brisbane»210.

L’anno 1977 cominciò all’insegna del divertimento familiare. Sabato 26 febbraio l’Austalian-Italian Bowling Club organizzò una giornata di attrazioni per grandi e piccini: il gioco delle bocce, la tombola familiare e la proiezione di cartoni animati, di eventi sportivi e di un documentario girato dal presidente Bot-taz nel suo recente viaggio in Italia. La domenica successiva fu dedicata a un singolare torneo di bocce patrocinato dalla ditta Nanda Macaroni. Per rinsaldare l’amicizia tra i diversi sodalizi italiani di Brisbane, le coppie gareggianti furono composte da un giocatore della Tavernetta e uno dell’Italo-Australian Centre 211. La collaborazione tra i presidenti delle associazioni italiane si fece ancora più stretta nei mesi successivi, allorquando i ri-spettivi comitati direttivi decisero di non organizzare eventi paralleli a discapito dell’uno o dell’altro club. L’Italo-Australian Centre decise addirittura di chiudere i battenti per aumentare l’affluenza di pubblico in occasione della tradizionale festa di Pasquetta organizzata dalla Tavernetta l’11 aprile 1977212. Il 18 giugno l’Austalian-Italian Bowling Club organizzò un ballo con la speciale partecipazione di Joe Castellana213.

Le notizie riportate dalle fonti consultate si fanno nettamente più rare negli anni successivi; ma questo non significa che la Tavernetta fosse meno attiva. Nel 1978 fu introdotta una nuova manifestazione: un concorso per l’elezione della Queen of Aspley (Reginetta di Aspley). Una delle candidate organizzò presso la sede del sodalizio una serata danzante il 30 aprile 1978, il gior-

210 Tavernetta: 10 anni di allegria, La Fiamma, 2 dicembre 1876, p. 32. 211 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 febbraio 1977, p. 11. 212 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 marzo 1977, p. 20. 213 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 9 giugno 1977, p. 13.

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no prima dell’elezione214. L’ottima gestione del presidente Moro e dei suoi collaboratori comportò alcuni entusiastici sviluppi delle strutture sociali. Nell’ottobre dello stesso anno furono completati i lavori di ampliamento del salone (da 330 m2 a 600 m2), che raggiunse così una capienza di 800 persone215. All’inizio del 1980, l’organizzazione degli eventi sociali presso la Tavernetta fu eccezionalmente legata al gioco delle carte. Domenica 2 marzo un torneo di briscola e tressette, patrocinato da Carmelo Caruso, riuscì a “catturare” oltre 200 persone. Vin-se il torneo di tressette la coppia formata da Antonio Farnea ed Enrico Gaiera; la gara di briscola fu invece dominata dalla cop-pia Giordano Buiatti e Marco Sciosa216. Domenica 9 marzo fu la volta dello scopone, una gara appassionante che vide trionfare la coppia Guelfa Michelon e Giuseppe Rigo217. Il 15 marzo 1980, in occasione di un gran ballo presso l’Austalian-Italian Bowling Club vennero premiati i vincitori delle tre gare di carte218.

Alla fine del 1984 il presidente della Tavernetta era Gianni Sera-fin, già presidente nel biennio 1979-1981. Con quasi vent’anni di vita e oltre 200 soci, le iniziative sociali e sportive del club continuavano regolarmente ogni domenica219. Il 29 giugno 1991 l’Austalian-Italian Bowling Club festeggiò il suo venticinquesimo anniversario di attività con un grandioso ballo220.

214 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 20 aprile 1978, p. 29. 215 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 20 luglio 1978, p. 30. 216 Cfr. Italo-Australian Bowling Club, La Fiamma, 25 febbraio 1980, p 31; e Tor-neo di briscola e tressette, La Fiamma, 6 marzo 1980, p. 12. 217 Cfr. Torneo di scopone, La Fiamma, 20 marzo 1980, p. 12. 218 Cfr. Gara di scopone alla tavernetta, Il Globo, 24 marzo 1980, p. 23. 219 Cfr. Calendario Sociale, Il Globo, 3 dicembre 1984, p. 23. 220 Cfr. CHIARA CECCATO, Il Boschetto. Memoriale di Chiara Ceccato, fondatrice della Tavernetta, Pro manuscripto [senza data].

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L’ANFE

L’Associazione Nazionale Famiglie Emigrati (ANFE) fu costituita a Roma l’8 marzo 1947 su iniziativa dell’onorevole Maria Federi-ci, una delle figure più importanti della neonata Repubblica Italiana del secondo dopoguerra. L’ANFE fu eretto ente morale con il decreto del Presidente della Repubblica del 12 febbraio 1968. La prof.ssa Federici fu presidente dell’ente dalla sua fon-dazione fino al 1981221. L'associazione, secondo il suo statuto, si proponeva di attuare «… scopi assistenziali e scopi di studio non-ché di preparazione tecnica del personale specializzato per l'assistenza agli emigrati e agli immigrati»222. Dagli anni ’50, l’ANFE si espan-se rapidamente in tutte le regioni italiane e all’estero, formando una rete capillare di assistenza nel Vecchio, nel Nuovo e nel Nuovissimo Continente223. In Australia l’associazione cominciò a operare con una sede locale a Sydney nel 1959.

La sede ANFE di Brisbane fu ufficialmente eretta nel 1964, ma il processo di fondazione cominciò due anni prima. Il 16 febbraio del 1962, l’on. Maria Federici scrisse una lettera a Carmelo Ca-ruso prospettando una collaborazione di quest’ultimo con l’ANFE a favore dell’assistenza degli emigrati italiani di Bri-sbane. In un'altra lettera datata 27 marzo 1962, la prof.ssa Fede-rici chiese a Caruso di istituzionalizzare la collaborazione costi-tuendo un “Comitato” locale del quale Caruso avrebbe potuto accettare la presidenza. In effetti, un comitato provvisorio era già stato costituito a Brisbane il 15 marzo precedente. Sotto gli

221 Cfr. PALMERINI GOFFREDO, Maria Federici: una vita al servizio delle famiglie di emigrati, Intervento alle Celebrazioni del 60° Anniversario dell’ANFE, Roma 23-24 ottobre 2007, http://www.europasera.it/vedi. php?cat=cultura&id=47, visitato il 30 aprile 2008. 222 A.N.F.E. ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE EMIGRATI, Statuto dell'Ente, Gazzetta Ufficiale n.232 (3 Ottobre 1988), art. 2. 223 Cfr. PALMERINI GOFFREDO, Maria Federici: una vita al servizio delle famiglie di emigrati, Intervento alle Celebrazioni del 60° Anniversario dell’ANFE, Roma 23-24 ottobre 2007, http://www.europasera.it/vedi. php?cat=cultura&id=47, visitato il 30 aprile 2008.

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auspici del Console d’Italia a Brisbane, dott. Francesco Olivieri, un discreto numero di persone si riunì presso la Carrington Lounge di Valley per la formazione del primo comitato ANFE. Caruso venne eletto presidente, mentre la carica di presidente onorario spettò al dott. Castellano. Le prime attività di assisten-za furono principalmente di consulenza linguistica agli immi-grati italiani nelle loro pratiche presso gli uffici governativi au-straliani. Vennero, però, organizzate anche attività di natura più sociale. Nel corso del 1963 si decise di preparare uno statu-to in lingua inglese al fine di registrare l’ente presso le autorità competenti della città di Brisbane. Si formalizzò, così, l’iscri-zione dei soci, ai quali si chiese di versare una quota annuale. Il 28 gennaio 1964, con la chiara intenzione di sigillare la nascita ufficiale dell’ANFE a Brisbane, fu convocata la prima assemblea generale224. La riunione si tenne presso la Carrington Lounge, e fu presieduta dal fondatore dell’ente, Carmelo Caruso, il quale presentò dettagliatamente gli scopi assistenziali dell’associazio-ne. Si stabilì una quota d’iscrizione di 3 sterline per ogni capo-famiglia; in cambio l’intera famiglia avrebbe potuto usufruire dei servigi dell’ANFE di Brisbane. Fu quindi eletto il primo co-mitato ufficiale, che risultò così costituito: Vera Frola, presiden-te, Joan Calvisi, vice presidente, Eddy Krieger, vice presidente, Raffaele De Pasquale, tesoriere, Elita Pierini, segretaria, ed Emi-lia Regano, assistente segretaria. Carmelo Caruso fu eletto uffi-ciale pubblicitario del sodalizio. Si stabilì che le riunioni del comitato si realizzassero ogni primo martedì del mese presso la Carlington Lounge 225.

La prima attività ufficiale organizzata dal nuovo comitato fu una festa di carnevale, con tanto di ballo in maschera, il 15 feb-braio seguente, presso l’Alpha Hall di West End226. Lo spirito assistenziale della nuova associazione si manifestò concreta- 224 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, pp. 20-29. 225 Cfr. Eletto a Brisbane il Comitato A.N.F.E., La Fiamma, 4 febbraio 1964, p. 16. 226 Cfr. Ballo in maschera dell’ANFE, La Fiamma, 11 febbraio 1964, p. 16.

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mente nell’aprile 1964, quando l’ANFE di Brisbane consegnò oltre 500 sterline ad una famiglia italiana bisognosa. Il denaro, frutto di una speciale raccolta, fu devoluto alla moglie e ai cin-que figli giovanissimi di Vittorio Nobile, un immigrante italia-no deceduto improvvisamente per un collasso cardiaco all’ini-zio di febbraio 1964. La raccolta si svolse in collaborazione con P. Luciano da Prignano, cappellano della collettività italiana227. Sabato 11 aprile l’ANFE, in collaborazione con il Fogolâr Furlan, organizzò un gran ballo di beneficienza a favore dell’ospedale delle suore canossiane228. Nei primi mesi del 1964 l’Alitalia promosse un programma di tariffe speciali per gruppi di italia-ni soci di sodalizi. L’ANFE approfittò subito dell’offerta e orga-nizzò il primo gruppo che partì da Sydney il 16 maggio 1964. Il successo del primo viaggio convinse il direttivo dell’asso-ciazione a ripetere l’iniziativa negli anni successivi229. Sabato 8 agosto 1964 durante un ballo di gala organizzato dall’ANFE si elesse la prima Miss Popularity. Antonietta Ceccato fu la vinci-trice del concorso. La sig.na Ceccato decise poi di candidarsi per il titolo di Miss Australia con il patrocinio della medesima associazione230. Sempre in agosto fu istituto il concorso Miss Freccia Alata, la cui prima edizione fu vinta dalla sig.na Carmela Mammino231. E così, nel settembre seguente l’ANFE organizzò un altro ballo in suo onore. I fondi raccolti furono destinati ai bambini menomati232. Un altro ballo fu organizzato il 24 otto-bre233 e un altro ancora il 28 novembre, quest’ultimo per elegge-

227 Cfr. L’ANFE di Brisbane pro vedova Nobile, La Fiamma, 28 aprile 1964, p. 17. 228 Cfr. Ballo in maschera dell’ANFE, La Fiamma, 11 febbraio 1964, p. 16; e L’ANFE di Brisbane pro vedova Nobile, La Fiamma, 28 aprile 1964, p. 17. 229 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, pp. 68-70. 230 Cfr. “Miss Popularity” eletta a Brisbane, La Fiamma, 22 agosto 1964, p.17. 231 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 69. 232 Cfr. Ballo A.N.F.E. per “Miss Australia”, La Fiamma, 1 settembre 1964, p. 17. 233 Cfr. Ballo A.N.F.E. a Brisbane, La Fiamma, 20 ottobre 1964, p. 17.

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re la prima Miss ANFE234. Il 25 novembre l’associazione offrì un rinfresco in onore degli artisti italiani Nico Fidenco, Isabella Iannetti, Arturo Testa e Romano Vitilli in tournée a Brisbane. Domenica 6 dicembre l’ANFE propose ai soci una gita sul bat-tello a Bishop Island235.

Il 1965 si aprì con un altro ballo tenutosi all’Orana Hall domeni-ca 16 gennaio, mentre il 24 dello stesso mese si realizzò un altro picnic a Bishop Island236. Il 3 febbraio presso la Carrington Loun-ge si tenne la seconda assemblea generale dell’ANFE per eleg-gere il nuovo comitato. La presidente, Vera Frola, presentò il bilancio del 1964 dell’associazione, che segnava un attivo di oltre 400 sterline. La sig.ra Frola fu rieletta all’unanimità. Il co-mitato direttivo risultò alla fine così composto: Pasquale Anto-nelli, vice presidente, Elita Pierini, segretaria, Marino Regano, tesoriere, e Carmelo Caruso, addetto alle relazioni pubbliche. In tale occasione fu approvata l’idea di costruire una sede propria a Brisbane; si decise pure di registrare l’associazione presso il Department of Justice 237. Il 23 febbraio l’ANFE organizzò con successo il suo secondo ballo in maschera, sempre presso l’Orana Hall, con la partecipazione di circa 900 persone238. Nel marzo seguente l’associazione decise di sponsorizzare un’altra candidata per il concorso di Miss Australia, la sig.na Carmela Mammino239. In aprile l’ANFE organizzò un altro ballo per la comunità alla Cloudiland Panoramic Room di Bowen Hills e un torneo di scopone presso la Carrington Lounge, con la partecipa-

234 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 17 novembre 1964, p. 21. 235 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 17 novembre 1964, p. 21. 236 Cfr. Ballo ANFE a Brisbane, La Fiamma, 9 gennaio 1965, p. 6. 237 Cfr. Un anno di attività dell’ANFE di Brisbane, La Fiamma, 23 febbraio 1965, p. 16; e Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 32. 238 Cfr. Ballo in maschera, La Fiamma, 23 febbraio 1965, p. 16; e Ha riscosso un lusinghiero successo il “Veglione di Carnevale” dell’ANFE, Il Globo, 9 marzo 1965, p. 11. 239 Cfr. L’ANFE concorrerà a Miss Australia, Il Globo, 16 marzo 1965, p. 14; e “Miss Freccia Alata” al ballo dell’ANFE, Il Globo, 27 luglio 1965, p. 16.

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zione di 20 coppie240. Quest’ultima iniziativa fu ripetuta nel giugno seguente241. Il 15 giugno 1965 partì dall’aeroporto Sydney il primo gruppo di soci ANFE di Brisbane diretti in Ita-lia: 26 italiani tra i 69 anni e 1 anno di età, decisi a spendere una lunga vacanza in patria fino al 21 settembre 1965242. Il 24 luglio l’ANFE, con il patrocinio dell’Alitalia, organizzò una serata danzante presso l’Orana Hall con la partecipazione di oltre 400 persone. In tale occasione, la sig.na Maria Kruitof vinse il con-corso di Miss Freccia Alata 243. Il 2 settembre l’associazione tenne un ballo di beneficienza presso la Carlington Lounge in onore della sig.na Mammino e per raccogliere fondi per aiutare i bambini spastici, nobile causa cui era legato in quell’anno il concorso di Miss Australia 244. Per la medesima ragione fu orga-nizzata una riuscitissima serata di cabaret qualche giorno do-po245. Il 23 ottobre l’ANFE tenne un altro ballo, mentre il 7 no-vembre si tenne una gita a Bishop Island con la partecipazione di oltre 300 persone246. Il 20 novembre e il 18 dicembre seguenti l’associazione organizzò altri due balli; nel secondo si elesse per la prima volta Miss Flotta Lauro, in onore alla ditta che patroci-nò l’evento. La vincitrice del concorso, che contò la presenza di oltre 500 persone, fu la sig.na Deanna Gallina. L’anno sociale dell’ANFE si concluse con un'altra scampagnata a Bishop I-sland e un veglione di capodanno presso la Cloudland Panoramic Room, che raccolse per l’occasione oltre 300 partecipanti247.

240 Cfr. Ballo a Brisbane, La Fiamma, 6 aprile 1965, p. 16. 241 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 8 giugno 1965, p. 16. 242 Cfr. I 26 di Brisbane, La Fiamma, 19 giugno 1965, p. 16. 243 Cfr. Ballo ANFE, La Fiamma, 13 luglio 1965, p. 16; e “Miss Freccia Alata” al ballo dell’ANFE, La Fiamma, 27 luglio 1965, p. 16. 244 Cfr. Ballo di Beneficenza, La Fiamma, 3 agosto 1965, p. 16. 245 Cfr. “Cabaret ANFE”, La Fiamma, 14 settembre 1965, p. 16. 246 Cfr. Gita a Bishop Island, La Fiamma, 12 ottobre 1965, p. 16; e Gita ANFE a Bishop Island, La Fiamma, 16 novembre 1965, p. 16. 247 Cfr. Ballo ANFE, La Fiamma, 16 novembre 1965, p. 16, Il 18 dicembre Miss Flotta Lauro, La Fiamma, 14 dicembre 1965, p. 16, ANFE: Veglione di Capodan-no, La Fiamma, 1 gennaio 1966, p. 22, Ballo ANFE a Brisbane, La Fiamma, 4

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Il 9 gennaio 1966 l’ANFE realizzò un picnic a Bishop Island che, nonostante il cattivo tempo, radunò 230 persone248. Il 22 genna-io l’associazione organizzò un ballo all’Orana Hall con la parte-cipazione di oltre 300 persone249. Il ballo in maschera del 19 febbraio, nello stesso locale, non fu da meno: oltre 600 persone parteciparono entusiaste e fra loro anche il console italiano Ma-rio Rotelli250. Intanto, l’8 febbraio si era tenuta presso la Carrin-gton Lounge l’assemblea generale annuale con l’elezione del nuovo comitato direttivo, che risultò così composto: Pasquale Antonelli, presidente, Italo Tommasin, vice presidente, Marino Regano, tesoriere, Nerina Confalonieri, segretaria, e Carmelo Caruso, addetto alle pubbliche relazioni. Il neoeletto presidente dell’ANFE ribadì la necessità di avere una sede propria251. Oltre 300 persone parteciparono al ballo organizzato dall’asso-ciazione sabato 19 marzo 1966252. Il terzo viaggio in Italia orga-nizzato dall’ANFE raccolse 25 adesioni a Brisbane; gli iscritti partirono dall’aeroporto di Sydney l’8 aprile per fare ritorno in Australia il 19 luglio253. Il 23 dello stesso mese l’associazione, in collaborazione con l’Alitalia, organizzò un ballo per l’elezione di Miss Freccia Alata. Alla presenza di oltre 500 persone, la sig.na Carmel Walsh fu eletta vincitrice, mentre alla sig.na Cri-stina Bacchiella toccò il titolo di Miss Charity Queen 254. Sabato 21 maggio l’ANFE tenne un altro ballo e il 5 giugno seguente un torneo di scopone e tresette255. La quarta comitiva ANFE di-retta in Italia, composta di 27 persone, partì il 7 giugno 1966 da

gennaio 1966, p. 16; e Tutto esaurito al veglione dell’ANFE, La Fiamma, 11 gen-naio 1966, p. 16. 248 Cfr. Picnic ANFE, 18 gennaio 1966, p. 16. 249 Cfr. Nuovo comitato Dante, La Fiamma, 1 febbraio 1966, p. 16. 250 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 1 marzo 1966, p. 16. 251 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 febbraio 1966, p. 16. 252 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 22 marzo 1966, p. 16. 253 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 12 aprile 1966, p. 16. Le fonti consul-tate non riportano notizie riguardanti il secondo viaggio. 254 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 3 maggio 1966, p. 16. 255 Cfr. I Fatti del Queensland, La Fiamma, 17 maggio 1966, p. 16.

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Sydney256. In luglio l’associazione organizzò un altro ballo all’Orana Hall e un altro torneo di scopone presso la Carrington Lounge 257. Il 10 settembre 1966 l’ANFE tenne un ballo per l’elezione Miss Lloyd Triestino. Oltre 600 persone parteciparono all’evento che vide trionfare la sig.na Linda Vincenzi; la sig.na Maria Strano fu eletta Miss Charity Queen 258. Nella riunione del direttivo ANFE in ottobre, su proposta di Carmelo Caruso, fu-rono assegnate tre nuove cariche: il dott. Francesco Castellano fu eletto presidente onorario, P. Paolo Barzoli cappellano uffi-ciale e Giuseppe Rinaudo legale di fiducia259. In novembre l’associazione realizzò un altro ballo, cui parteciparono 300 per-sone, e una gita a Bishop Island260. Per aiutare le vittime delle alluvioni che colpirono duramente l’Italia nel novembre 1966, l’ANFE di Brisbane decise di devolvere il 50% dell’incasso netto del ballo realizzato il 3 dicembre presso l’Orana Hall; un asse-gno di 125 dollari fu consegnato al dott. Castellano, presidente del Comitato Pro Alluvionati appositamente formatosi a Brisba-ne261. Per Natale fu organizzata una festa per i bambini dei soci dell’associazione, grazie ai contributi inviati dalla sede centrale dell’ANFE. La stessa sede cominciò nel 1966 a sovvenzionare alcune borse di studio per i figli dei soci che si fossero distinti nello studio della lingua italiana262.

Le attività del 1966 furono inaugurate con un gran ballo all’Orana Hall il 14 gennaio e un picnic a Bishop Island il 22 del-

256 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 21 giugno 1966, p. 16. 257 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 12 luglio 1966, p. 13. 258 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 16 agosto 1966, p. 16; e I fatti del Que-ensland, La Fiamma, 20 settembre 1966, p. 16. 259 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 18 ottobre 1966, p. 16. 260 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 4 ottobre 1966, p. 16; e I fatti del Que-ensland, La Fiamma, 15 novembre 1966, p. 16. 261 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 13 dicembre 1966, p. 20. 262 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 39.

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lo stesso mese, cui parteciparono oltre 350 persone263. La terza assemblea generale dell’ANFE ebbe luogo il 1 febbraio 1967 nel-la Carrigton Lounge. Le elezioni del direttivo segnarono due soli cambiamenti rispetto all’anno precedente: Deanna Gallina, se-gretaria, e Milena Nardone, tesoriere. Su proposta di Carmelo Caruso, le nuove elezioni furono fissate in ottobre 1967, in mo-do da corrispondere alla conclusione dell’anno finanziario. Si decise anche di tenere le riunioni del comitato direttivo ogni primo mercoledì del mese264. Sempre in febbraio, l’ANFE orga-nizzò un ballo per l’elezione di Miss Freccia Alata e un veglione di carnevale presso l’Orana Hall 265. Un’altra scampagnata a Bi-shop Island fu organizzata il 12 marzo seguente266. Il 21 aprile 1967 partì da Sydney, sotto gli auspici dell’ANFE, un altro gruppo di italiani per trascorrere un periodo di vacanze in ma-drepatria. Il 10 giugno seguente l’associazione organizzò un ballo presso l’Orana Hall per l’elezione della seconda reginetta dell’anno, con il patrocinio della compagnia Air India. Nel corso dello stesso mese i piani per la costruzione della nuova sede dell’ANFE in Cyntra Street, Bowen Hills, furono finalmente ap-provati dal comune. Il preventivo dei lavori era di 140.000 dol-lari per la costruzione e 20.000 dollari per l’arredamento. Si procedette subito alla preparazione dei documenti per l’acqui-sto del terreno e si programmarono una serie di attività per la raccolta dei fondi necessari per la costruzione. Il 2 settembre, durante un ballo organizzato dall’ANFE, la sig.na Concettina Intelisano fu eletta Miss Freccia Alata, mentre la sig.na Lucy Mazzucca fu premiata come Miss Charity Queen. Nell’ottobre seguente giunse a Brisbane Carmelo Vintrici, il primo immi-

263 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 10 gennaio 1967, p. 13; e I fatti del Queensland, La Fiamma, 31 gennaio 1967, p. 17. 264 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 14 febbraio 1967, p. 17. 265 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 24 gennaio 1967, p. 17. 266 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 7 febbraio 1967, p. 17.

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grante italiano “assistito” dall’ANFE locale; fu il primo di una lunga serie267.

Le prime notizie del 1968 riguardano una serie di attività pro-mosse dall’ANFE a favore delle vittime del terremoto nella val-le del Belice, in Sicilia. Oltre alla raccolta di fondi, l’associazione si prodiga per la concessione di speciali visti per l’immigra-zione delle vittime che intendevano tentare la strada dell’emi-grazione in Australia268. Sabato 10 febbraio un ballo realizzato dall’ANFE presso l’Orana Hall registrò una buona partecipazio-ne269. Il 30 marzo durante l’ormai tradizionale ballo fu eletta Miss Freccia Alata 1968; la vincitrice fu Carol Gabriel Iacuzzi, mentre Maria Rosa Mellino fu eletta Miss Charity Queen 270. Il 20 aprile arrivò a Brisbane un’altra famiglia di terremotati assistiti dall’ANFE 271. Il 22 giugno l’associazione organizzò presso l’Orana Hall la “Festa delle caldarroste”, una serata danzante per raccogliere fondi da destinare alle opere assistenziali272. Nello stesso mese, l’ANFE rispose all’appello di Alfio Barberi-no, un immigrato italiano gravemente malato e desideroso di tornare in patria per trascorrere là i suoi ultimi giorni. In pochi giorni si raccolsero 1.500 dollari, ma le condizioni del sig. Bar-berino si aggravarono inaspettatamente e i medici non conces-sero l’autorizzazione per viaggiare. Il denaro fu devoluto alla sua famiglia in Italia subito all’indomani della sua repentina

267 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, pp. 40- 45. Il programma d’immigrazione assistita in Australia prevedeva alcuni vantaggi per immi-granti europei che potevano vantare la sponsorizzazione e la garanzia di un ente o di un individuo con residenza australiana. 268 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 45. 269 Cfr. Brevi dal Queensland, Il Globo, 13 febbraio 1968, p. 14. 270 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 16 aprile 1968, p. 14. 271 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 45. 272 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 11 giugno 1968, p. 16; e Notiziario da Brisbane, Il Globo, 13 giugno 1968, p. 15.

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scomparsa. Un altro caso disperato fu oggetto delle cure solleci-te dell’ANFE nel settembre seguente; si trattava di Vittorio Scarlingi, un bambino di 5 anni colpito da paralisi infantile. Anche in quest’occasione furono subito raccolti i fondi necessa-ri a far ricoverare il bimbo presso l’Istituto Medico Rizzoli di Bo-logna dove, grazie a una speciale operazione chirurgica, il par-golo avrebbe potuto riacquistare la normalità dei movimenti. A causa del peggioramento delle condizioni del piccolo Vittorio, il viaggio non fu autorizzato e il denaro fu consegnato alla fa-miglia per pagare le cure in loco273. Venerdì 18 ottobre, presso la Carrington Lounge, si tenne la sesta assemblea annuale dell’ANFE. Pasquale Antonelli fu riconfermato alla presidenza. Fu ribadita la priorità della costruzione della sede sociale, per la quale si erano già riusciti ad ottenere dei contributi da Roma, attraverso la presidenza nazionale ANFE 274. In novembre l’associazione realizzò con successo una gita a Bishop Island con la partecipazione di 250 persone275. Sabato 23 novembre, presso l’Orana Hall, si tenne un ballo per l’elezione di Miss AN-FE, con il patrocinio della Air India. La sig.na Franca Di Lizio vinse quest’edizione 1968, mentre la sig.na Rita Patanè fu eletta Miss Charity Queen 276.

Nel gennaio 1969 fu ultimato l’acquisto del terreno di Bowen Hills, dove s’intendeva erigere la nuova sede dell’ANFE. Si do-veva quindi procedere alla costruzione dell’edificio, ma non erano ancora giunte le assicurazioni necessarie da Roma ri-guardo alla disponibilità dei fondi. S’invitavano intanto gli ita-liani di Brisbane a diventare soci sostenitori dell’associazione277.

273 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 46. 274 Cfr. L’assemblea annuale dell’ANFE a Brisbane, Il Globo, 15 ottobre 1968, p. 17. 275 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 12 novembre 1968, p. 15. 276 Cfr. Franca Di Lizio Miss ANFE 1968, Il Globo, 3 dicembre 1968, p. 15. 277 Cfr. Sorgerà a Brisbane la sede sociale dell’ANFE, Il Globo, 21 gennaio 1969, p. 11.

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Sabato 15 febbraio 1969 si tenne con successo il tradizionale bal-lo mascherato di carnevale presso l’Orana Hall 278. L’8 marzo seguente ebbe luogo l’evento annuale patrocinato dall’Italia; in onore ai nuovissimi aerei DC-10 utilizzati dalla compagnia di bandiera italiana sulla rotta Italia-Australia, si cambiò il titolo del concorso di bellezza in Miss Jet Age. Questa prima edizione fu vinta dalla sig.na Maria Di Labio, mentre la sig.na Filippa Merenda fu proclamata Miss Charity Queen 279. Nei mesi succes-sivi l’ANFE organizzò una serie di eventi per raccogliere fondi per le proprie attività: il 5 aprile il “Ballo di Pasqua” presso l’Orana Hall; il 4 maggio un torneo di tresette e scopone presso la Carrington Lounge; il 17 maggio la “Festa della Vendemmia” e l’elezione della “Mamma Ideale”; e il 7 giugno un gran ballo per festeggiare l’anniversario della Repubblica Italiana, con la partecipazione dell’ambasciatore italiano in Australia Mario Majoli280. Il 7 ottobre 1969, presso la Carlington Lounge, si tenne la settima assemblea generale dell’ANFE e in tale occasione Pa-squale Antonelli fu rieletto presidente. Le altre cariche risulta-rono così distribuite: Luigi Pizzica vice presidente, Vilma Frola segretaria, Italo Tomasin tesoriere e Carmelo Caruso addetto alle relazioni pubbliche281. Il 18 ottobre l’associazione organizzò un ballo sociale per raccogliere fondi per la nuova sede282. Il 1 novembre successivo, con l’eccezionale partecipazione di oltre 1.000 persone, avvenne presso la City Hall di Brisbane l’elezione

278 Cfr. Successo a Brisbane del ballo dell’ANFE, 4 marzo 1969, p. 18. 279 Cfr. Miss Jet Age di Brisbane, Il Globo, 18 marzo 1969, p. 17; e Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 47. 280 Cfr. Notiziario dal Queensland, Il globo, 18 marzo 1969, p. 17; e Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, pp. 47-52. 281 Cfr. Assemblea ANFE, Il Globo, 30 settembre 1969, p. 18; e Associazione Na-zionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Ca-ruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 52. 282 Cfr. Assemblea ANFE, Il Globo, 30 settembre 1969, p. 18.

152 Le associazioni italiane

di Miss ANFE 1969; la sig.na Rosetta Rametta fu la vincitrice283. L’ultima attività dell’anno, sempre a favore della nuova sede ANFE, fu un gran ballo natalizio organizzato il 21 dicembre284.

Non sono molte purtroppo le notizie riportate dalle fonti con-sultate riguardo alle attività dell’ANFE negli anni 1970-1973. Il 14 febbraio 1970 l’associazione organizzò il tradizionale veglio-ne di carnevale. Il 14 marzo successivo si tenne l’elezione di Miss Jet Age nel contesto di una gran serata di gala presso la City Hall di Brisbane. L’ambito titolo spettò alla sig.na Marina Caprioglio, mentre la sig.na Serafina Arcidiacono si aggiudicò quello di Miss Charity Queen. Il 28 marzo si realizzò il Ballo di Pasqua presso l’Orana Hall 285. Il 14 novembre, con il patrocinio dell’omonima compagnia, si svolse presso la City Hall l’elezione di Miss Air India 286. Il 25 settembre 1972, rispondendo a un e-splicito appello del console d’Italia Luigi Fulvi, l’ANFE orga-nizzò una serata danzante per raccogliere fondi per sostenere la casa di riposo delle suore canossiane a Brisbane. Nel novembre successivo, la nona assemblea generale dell’associazione segnò due novità nel comitato direttivo: la presidenza andò ad Anni-bale Boccabella, mentre la carica di addetto alle relazioni pub-bliche fu assegnata a George Calì287. Nei mesi successivi, grazie alla generosa collaborazione della collettività italiana, si com-pletarono i lavori di costruzione la prima sede propria del-l’ANFE, anche se le limitate risorse non consentirono di realiz-zare il progetto originale.

283 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 52. 284 Cfr. Attività Associazioni Italiane di Brisbane, Il Globo, 16 dicembre 1969, p. 22. 285 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 52; e Il 14 marzo elezione di Miss Jet Age a Brisbane, 17 febbraio 1970, p. 16. 286 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 52. 287 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, pp. 52-56.

Gli italiani di Brisbane 2 153

Nel gennaio 1974 l’ANFE presentò regolare richiesta al comune di Brisbane per l’ampliamento della sede di Bowen Hills288. Il 6 aprile l’associazione organizzò il Ballo di Pasqua presso l’Italo-Australian Centre, con la partecipazione di oltre 400 persone289. Sabato 29 giugno l’ANFE propose presso la Holy Spirit Hall di New Farm una “Grande Serata Siciliana”290. Nella medesima sala sabato 3 agosto si tenne anche il “Ballo del Vino”291. Il con-corso di Miss ANFE 1974 fu combattuto a suon di attività a sfondo benefico. Sabato 24 agosto, presso la Y.M.C.A. Hall di Windsor, la candidata Maria Miranda organizzò una serata danzante. Risposero in coppia le candidate Maria Manganaro e Frances Strazzeri con una serata danzante presso l’Italo-Australian Centre. Il primo settembre successivo, un’altra candi-data, Nafye Rushlt, preparò un barbecue a casa sua sempre a sfondo benefico292. Il 22 settembre il concorso si concluse con la vittoria di Diane Carter. Nella meravigliosa cornice della Clou-dland Ballroom, davanti ad oltre 1.200 persone, la sig.na Carter ricevette l’ambita corona, mentre il titolo di Miss Charity Queen fu assegnato alla sig.na Maria Manganaro293. Il 22 ottobre 1974 si tenne l’assemblea annuale dell’ANFE presso la sala parroc-chiale di St. Thomas; in tale occasione fu presentato un bilancio abbondantemente positivo e Annibale Boccabella fu riconfer-mato alla presidenza dell’associazione. Il 9 novembre l’ANFE organizzò il Ballo di Primavera presso l’Italo-Australian Cen-tre294. Il 1974 si concluse con due balli di gala; il primo per Nata-

288 Cfr. Qualcosa non va tra il Centro e gli altri sodalizi, Il Globo, 1 gennaio 1974, p. 22. 289 Cfr. Attività delle Associazioni Italiane di Brisbane, Il Globo, 1 aprile 1974, p. 16; e Riuscito “Ballo di Pasqua” all’A.N.F.E. di Brisbane, Il Globo, 6 maggio 1974, p. 16. 290 Cfr. ANFE di Brisbane, Il Globo, 24 giugno 1974, p. 12. 291 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 29 luglio 1974, p. 16. 292 Cfr. Attività delle Associazioni italiane di Brisbane, Il Globo, 19 agosto 1974, p. 11; e Notiziario da Brisbane, Il Globo, 26 agosto 1974, p. 12. 293 Cfr. Eletta a Brisbane Miss ANFE, Il Globo, 30 settembre 1974, p. 11. 294 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 4 novembre 1974, p. 15.

154 Le associazioni italiane

le, il 21 dicembre presso la Holy Spirit Hall, e il secondo per Ca-podanno, presso il Valley Police Club 295.

Nessuna notizia per l’anno 1975 e i primi mesi del 1976, secon-do le fonti consultate, ma si può verosimilmente supporre che le attività sociali e ricreative dell’ANFE continuino regolarmen-te durante questo periodo. Il 15 maggio l’associazione celebrò la “Festa della Mamma” presso il Valley Police Club296. Presso lo stesso locale, sabato 5 giugno, l’ANFE dimostrò il suo appoggio alla candidatura di Maurizia Turco per il concorso di Miss Au-stralia con un gran ballo di beneficienza297. Nello stesso giugno iniziarono le attività legate al nuovo concorso per l’elezione di Miss ANFE 1976. Il 26 giugno la candidata Anna Marrone orga-nizzò una serata danzante “tutto esaurito” presso la Holy Spirit Hall. Il successo indusse la sig.na Marrone a ripetere l’evento sabato 7 agosto presso la medesima sala. Il 21 agosto fu la volta della candidata Lorella Cipressi, la quale organizzò un ballo sempre presso la Holy Spirit Hall. La concorrente Bruna Giam-michele scelse invece il 28 agosto per realizzare la sua serata danzante, sempre presso la sala di New Farm. L’ultimo evento della serie è un barbecue organizzato da Anna Marrone per sa-bato 11 settembre nella sua residenza di Brisbane298. Il concorso si concluse domenica 17 ottobre con una serata di gala alla Cloudland Ballroom; la vincitrice fu Lorella Cipressi, mentre An-na Marrone si aggiudicò il titolo di Charity Queen 299. Riguardo alle altre attività dell’associazione, il 18 luglio 1976 l’ANFE ave-va organizzato con successo la “Serata Siciliana” presso la Holy

295 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 9 dicembre 1974, p. 20; e Notizie da Bri-sbane, Il Globo, 30 dicembre 1974, p. 12. 296 Cfr. ANFE, La Fiamma, 6 maggio 1976, p. 27. 297 Cfr. L’ANFE per Maurizia Turco, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31. 298 Cfr. Una serata per Anna Marrone, La Fiamma, 1 luglio 1976, p. 33, Brisbane: Clubs e Associazioni, La Fiamma, 29 luglio 1976, p. 32, Brevi da Brisbane, La Fiamma, 12 agosto 1976, p. 31, Balli ANFE a New Farm, La Fiamma, 19 agosto 1976, p. 33; e Anfe, La Fiamma, 9 settembre 1976, p. 31. 299 Cfr. Lorella Cipressi Miss ANFE 1976, La Fiamma, 23 ottobre 1976, p. 31.

Gli italiani di Brisbane 2 155

Spirit Hall 300. Sabato 29 ottobre si tenne la riunione generale dell’ANFE e l’elezione del comitato direttivo; Boccabella fu elet-to ancora presidente301. Sabato 13 novembre si realizzò il Ballo del Vino presso la Holy Spirit Hall; la ditta Rossetto sponsorizzò l’evento302. L’ultima attività del 1976 fu il Ballo di Natale, sabato 18 dicembre, sempre presso la Holy Spirit Hall 303.

Nel 1977 le attività dell’ANFE cominciarono subito in grande stile. Il 13 febbraio l’associazione organizzò con enorme succes-so il tradizionale veglione di carnevale presso la sontuosa Clou-dland Ballroom; allietarono l’evento alcune ballerine spagnole304. Il 5 marzo seguì il Ballo della Vendemmia presso la Holy Spirit Hall e il 2 aprile il Ballo Pasquale nella medesima sala305. Il 30 aprile seguente la sig.na Rosanna Febo, candidata a Miss ANFE, organizzò un ballo di gala, sempre presso la Holy Spirit Hall. Ai fini del medesimo concorso, la sig.na Febo preparò un barbecue il 28 maggio nella sua residenza privata306. Nel giugno 1977 il presidente Boccabella ricevette dalla Regina Elisabetta II la “Medaglia dell’Ordine dell’Impero Britannico” per i suoi meriti di assistenza alle famiglie degli italiani307. Un’altra candidata a Miss ANFE, il cui nome non è menzionato nelle fonti consultate, organizzò il 25 giugno un ballo e una sfilata di moda presso la Holy Spirit Hall. Sabato 2 luglio fu la volta della concorrente Sil-vana Zocaro, la quale realizzò un ballo presso la medesima sa-la. Una serata di gala con degustazione di manicaretti tutti ita-

300 Cfr. “Serata siciliana” all’A.N.F.E., La Fiamma, 15 luglio 1976, p. 33. 301 Cfr. A.N.F.E., La Fiamma, 4 novembre 1976, p. 31. 302 Cfr. Attività ANFE, La Fiamma, 11 novembre 1976, p. 32. 303 Cfr. Anfe, La Fiamma, 9 dicembre 1976, p. 32. 304 Cfr. Notizie brevi da Brisbane, La Fiamma, 13 gennaio 1977, p. 22, Queensland, La Fiamma, 3 febbraio 1977, p. 22; e Queensland, La Fiamma, 3 marzo 1977, p. 13. 305 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 febbraio 1977, p. 11; e Queensland, La Fiamma, 24 marzo 1977, p. 13. 306 Cfr. Queensland, La Fiamma, 21 aprile 1977, p. 11; e Queensland, La Fiamma, 12 maggio 1977, p. 18. 307 Cfr. Queensland, La Fiamma, 16 giugno 1977, p. 13.

156 Le associazioni italiane

liani fu invece l’evento organizzato dalla candidata Giovanna Di Marco. Il 17 settembre, sempre presso la Holy Spirit Hall, la sig.na Febo allestì un altro ballo308. Ancora in settembre fu data regolarità all’evento chiamato Fiesta Night, una serata allegra per tutta la famiglia che si ripeterà ogni quindici giorni309. Circa 1.500 persone affollarono la Cloudland Ballroom in occasione del ballo per l’elezione di Miss ANFE 1977; Giovanna Di Marco fu la vincitrice, mentre a Rosanna Febo fu consegnata la corona di Miss Charity Queen 310. Il 29 ottobre l’ANFE realizzò un altro bal-lo dal titolo “Gran Ballo Abruzzese” 311. In novembre si tenne l’assemblea annuale presso la sala parrocchiale dei padri cap-puccini e Annibale Boccabella fu rieletto presidente312.

Il 1978 fu un altro intenso anno di attività per l’ANFE di Bri-sbane. Domenica 12 febbraio si realizzò il tradizionale Ballo di Carnevale presso la Cloudland Ballroom con la premiazione della migliore maschera313. Seguì il Gran Ballo della Vendemmia, or-ganizzato sabato 8 aprile 1978 nella Holy Spirit Hall, con distri-buzione gratuita di alcuni grappoli d’uva di Stanthorpe314. Le manifestazioni legate all’elezione di Miss ANFE ebbero inizio già nel mese di aprile. La prima fu organizzata dalla candidata Carolina Esposito, la quale preparò un barbecue nella sua resi-denza privata il 22 aprile315. Il 6 maggio seguente l’ANFE allestì il tradizionale Ballo delle Mamme presso la Holy Spirit Hall con la premiazione di tre mamme presenti a sorteggio316. In collabo-

308 Cfr. Queensland, La Fiamma, 16 giugno 1977, p. 13; Queensland, La Fiamma, 30 giugno 1977, p. 13; Queensland, La Fiamma, 21 luglio 1977, p. 14; e Brevi da Brisbane, La Fiamma, 15 settembre 1977, p. 13. 309 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 15 settembre 1977, p. 13. 310 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 24 ottobre 1977, p. 14; e Brisbane: Miss ANFE, La Fiamma, 10 novembre 1977, p. 13. 311 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 24 ottobre 1977, p. 14. 312 Cfr. Brisbane: Miss ANFE, La Fiamma, 10 novembre 1977, p. 13. 313 Cfr. ANFE, La Fiamma, 2 febbraio 1978, p. 21. 314 Cfr. ANFE: il ballo della vendemmia, La Fiamma, 15 marzo 1978, p. 24. 315 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 20 aprile 1978, p. 29. 316 Cfr. Ibidem.

Gli italiani di Brisbane 2 157

razione con il Comitato Consolare di Assistenza, domenica 28 maggio l’associazione organizzò un gran ballo per festeggiare il trentaduesimo anniversario della Repubblica Italiana317. La sig.na Esposito preparò un altro barbecue nella sua residenza privata il 24 giugno seguente318. Il 22 luglio 1978 l’ANFE orga-nizzò una serata danzante in onore di Carmelo Caruso presso l’Italo-Australian Centre; in tale occasione, fu consegnata al sig. Caruso la “Croce di Cavaliere della Repubblica Italiana” in ri-conoscimento del suo impegno a favore degli immigrati italia-ni319. A parte un accenno all’elezione di Miss ANFE, program-mata per il 28 ottobre, le fonti consultate non riportano ulteriori notizie per l’anno 1978; lo stesso dicasi per i primi nove mesi del 1979.

Domenica 21 ottobre 1979 si tenne l’ennesima edizione del ballo per l’elezione di Miss ANFE presso la Cloudland Ballroom 320. Il 30 ottobre seguente si tenne l’assemblea generale dell’ANFE; Annibale Boccabella fu riconfermato alla presidenza dell’asso-ciazione. Le altre cariche direttive furono così distribuite: Paolo Raffa vice presidente, Concezio Ottobrandi segretario, Italo Tommasin tesoriere, Santina Denaro addetta alle relazioni pub-bliche321. L’anno 1979 terminò con due balli di gala; il primo fu il Ballo di Natale, sabato 22 dicembre presso la Riverside Ballro-om di New Farm, e il secondo fu il Ballo di Capodanno, il 31 dicembre presso la Cloudland Ballroom 322. Per l’anno 1980 le fon-ti consultate riportano una sola notizia: il 16 febbraio l’ANFE organizzò il Gran Ballo di Carnevale presso la Riverside Ballro-om 323.

317 Cfr. ANFE Brisbane, La Fiamma, 18 maggio 1978, p. 24. 318 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 giugno 1978, p. 28. 319 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 8 luglio 1978, p. 31; e Cronache locali, La Fiamma, 13 luglio 1978, p. 29. 320 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 18 ottobre 1979, p. 25. 321 Cfr. Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 8 novembre 1979, p. 26. 322 Cfr. ANFE, La Fiamma, 13 dicembre 1979, p. 29. 323 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 17 gennaio 1980, p. 21.

158 Le associazioni italiane

Nel 1981 l’ANFE celebrò i suoi primi diciotto anni di attività con l’inaugurazione della nuova sede in Wyandra Street, a For-titude Valley. Il 22 novembre fu ufficialmente aperta la Casa ANFE (ANFE House). P. Romano Franchini, cappellano della collettività italiana, fu incaricato della cerimonia di benedizio-ne. Il governo federale australiano espresse il suo appoggio all’iniziativa con una donazione di 1.000 dollari324. Il 17 ottobre precedente si era svolta l’edizione 1981 di Miss ANFE presso l’Italo-Australian Centre di Newmarket325.

Le fonti consultate non sono molto ricche di notizie riguardo alla decade degli ’80. Sabato 15 ottobre 1983 l’associazione or-ganizzò il tradizionale ballo di gala con l’elezione di Miss AN-FE; la corona fu consegnata a Maria Ginardi, mentre Rosanna Di Gregorio conquistò il titolo di Miss Charity Queen, con un’eccezionale raccolta di 8.000 dollari a favore dell’ANFE. L’evento ebbe luogo nella sala superiore dell’Italo-Australian Centre, che per l’occasione ospitò oltre 700 persone326. Il 5 feb-braio 1984 ripresero, dopo la pausa estiva, le domeniche sociali presso la Casa ANFE, un’iniziativa che aveva raccolto molti consensi nell’anno precedente. Nel frattempo si era costituito un gruppo giovanile (Youth Group) dell’ANFE; Claudio Capelli ne era il presidente e Giovina Cavallo la vice presidente. Tale gruppo organizzò una serata “disco” in occasione della festa di San Valentino, il 24 febbraio 1984327. Il 10 marzo seguente, l’associazione realizzò il Ballo del Vino presso l’ANFE House Hall; a tutti gli intervenuti fu distribuito formaggio e vino a vo-

324 Cfr. Grande inaugurazione della Casa ANFE, Il Globo, 7 dicembre 1981, p. 29; e Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 58. 325 Cfr. Grande gala per l’elezione di “Miss ANFE 1981”, Il Globo, 12 ottobre 1981, p. 22. 326 Cfr. Elette le reginette dell’ANFE, La Fiamma, 20 ottobre 1983, p. 36, Miss A.N.F.E. 1983 e Miss Charity Queen, Il Globo, 24 ottobre 1983, p. 23; e Gala regi-nette A.N.F.E., Il Globo, 29 ottobre 1963, p. 24. 327 Cfr. L’angolo del Queensland, Il Globo, 13 febbraio 1984, p. 21.

Gli italiani di Brisbane 2 159

lontà328. Venerdì 24 agosto 1984, Barbara Anello, candidata a Miss ANFE 1984, realizzò una serata disco presso l’ANFE House Hall. Il primo settembre successivo, l’associazione celebrò la festa del papà con un gran ballo sempre nell’ANFE House Hall. Sette giorni dopo fu la volta di un barbecue dance preparato dal-la sig.na Barbara Anello nella medesima sala. Il 15 settembre un’altra candidata a Miss ANFE, Marina Di Clemente, organiz-zò un cabaret night sempre presso l’ANFE House Hall. In questo periodo i locali della Casa ANFE erano aperti tutte le domeni-che pomeriggio per giocare e mangiare329. La serata finale con l’elezione di Miss ANFE 1984 si concluse con la vittoria di An-gela Parisi, mentre Antonella Ridolfi fu nominata Miss Charity Queen. Le candidate raccolsero in totale la somma di 36.870 dol-lari330. Il 15 dicembre 1984 l’associazione organizzò nella sala della propria sede il Gran Ballo di Natale con la partecipazione del console italiano dott. Daniele Perico, il quale consegnò due borse di studio alla memoria dell’on. Maria Federici a due me-ritevoli studenti della lingua italiana. In tale occasione, la mo-glie del console distribuì pacchi regalo a tutti gli italiani pen-sionati, mentre i bambini ricevettero la gradita visita di Babbo Natale con regali per tutti i piccini331. Nell’agosto 1985 l’amba-sciatore d’Italia in Australia, dott. Sergio Angeletti, durante la sua visita ufficiale alla collettività italiana di Brisbane, visitò la Casa ANFE. Nel novembre successivo l’ANFE terminò di paga-re l’ultima quota di 10.000 dollari per l’acquisto della nuova sede332. Sabato 30 novembre 1985 l’associazione organizzò una festa per i pensionati nella ANFE House Hall con la distribuzio-ne gratuita di panettoni333. Il Ballo di Natale per grandi e piccini

328 Cfr. L’angolo del Queensland, il Globo, 27 febbraio 1984, p. 23. 329 Cfr. Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22. 330 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 59. 331 Cfr. Gran Ballo A.N.F.E., Il Globo, 3 dicembre 1984, p. 23. 332 Cfr. Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro, a cura di Carmelo Caruso, Minerva, Brisbane 2002, p. 59. 333 Cfr. Festa Natalizia dell’Associazione ANFE, Il Globo, 9 dicembre 1985, p. 26.

160 Le associazioni italiane

fu realizzato nella medesima sala il 14 dicembre successivo. Per il 1986 l’unica notizia raccolta riguarda il Ballo di Natale dell’ANFE tenutosi all’ANFE House Hall il 13 dicembre334. Le fonti consultate non presentano alcuna informazione per gli anni 1987 e 1988. Sabato 19 agosto il gruppo giovanile del-l’ANFE organizzò una cena per celebrare il ferragosto presso la sede dell’associazione. Parteciparono circa 300 persone335. Il 25 novembre successivo l’associazione preparò all’ANFE House Hall una festa per tutti i soci pensionati a base di panettoni e lambrusco. A tutti gli invitati furono consegnati pacchi rega-lo336.

Le attività sociali e assistenziali dell’ANFE continuarono negli anni seguenti. In occasione del suo quarantesimo anniversario, nel 2002, Carmelo Caruso curò un libro intitolato Associazione Nazionale Famiglie degli Emigrati. Passato, presente e futuro. A esso l’autore si è ispirato per scrivere la storia di questa meritevole associazione, che ancora continua a prodigarsi a favore delle famiglie italiane di Brisbane.

L’italo-Australian Tennis Club

Tra le associazioni sportive italiane della Brisbane degli anni ’60 esisteva anche un Italo-Australian Tennis Club (alias Metropolitan Italo-Australian Tennis Club). Le origini del club risalgono al lu-glio 1966, allorquando un gruppo di immigrati italiani appas-sionati di tennis decise di fondare il Metropolitan Italo-Australian Tennis Club con sede provvisoria presso i campi da gioco del Lederhose Tennis Courts, a Yeronga. Ancor prima del suo ricono-scimento giuridico, la struttura associativa ricalcava lo schema tipico degli altri sodalizi, con tanto di assemblea annuale dei soci e comitato direttivo. Il primo comitato fu costituito da

334 Cfr. Babbo Natale all’ANFE, La Fiamma, 22 dicembre 1986, p. 16. 335 Cfr. Ferragosto dei giovani all’ANFE, La Fiamma, 31 agosto 1989, p. 34. 336 Cfr. Panettoni e lambrusco, Il Globo, 18 ottobre 1989, p. 27.

Gli italiani di Brisbane 2 161

Francesco Castellano, presidente, F. Traversi, vice presidente, Lidio Iezzi, tesoriere, Loris Balestrieri e Vincenzo Palmieri, ad-detti alle relazioni pubbliche. Sin dall’inizio fu palese l’intenzione dei fondatori di fissare la sede del club presso l’Italo-Australian Centre, non appena quest’ultimo fosse stato completato337. Nel 1968 il presidente era ancora il dott. France-sco Castellano, il quale fu rinnovato l’anno successivo. Le prin-cipali attività erano legate alle competizioni sportive; gli atleti del club parteciparono a tornei di tennis locali e nazionali338.

Sono purtroppo molto scarse le notizie riportate dalle fonti con-sultate. Nel novembre 1968, il club tennistico organizzò un tor-neo di cui risultarono vincitori, nelle diverse categorie, il quin-dicenne Bill Hutchinson, il sig. Adessio, la sig.ra Val Dickson e le coppie Hunter-Pennisi e Aili-Coppick. Il dott. Loris Balestrie-ri consegnò le coppe ai vincitori durante una cerimonia nella sua residenza privata339. L’8 dicembre successivo al Metropolitan Italo-Australian Tennis Club arrivarono alcuni ospiti d’eccezione. I noti tennisti italiani Adriano Panatta, Massimo Di Domenico, Pietro Toti, Pietro Marzano e Vittorio Crotta, accompagnati dal campione australiano Martin Mulligan e dal console italiano Federigo Valli, intervennero ad un ricevimento organizzato in loro onore al Metropolitan Hotel, gentilmente messo a disposi-zione dall’imprenditore Cesare Pradella340. I tennisti italiani co-stituivano la squadra azzurra impegnata nella Coppa Davis disputata presso il Milton Tennis Courts di Brisbane.

Nel 1975, Lidio Iezzi acquistò i campi da gioco e il terreno adia-cente, dove fece costruire il Fairfield Tennis and Squash Centre. Il sig. Iezzi era uno dei soci fondatori del Metropolitan Italo-Australian Tennis Club. Da tennista amatoriale, grazie ad una

337 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 16 agosto 1966. p. 16; e Il tennis è Lidio Iezzi, 18 novembre 1976, p. 33. 338 Cfr. Assemblea del Tennis club, Il Globo, 4 marzo 1969, p. 18. 339 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il globo, 12 novembre 1968, p. 15. 340 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 10 dicembre 1968, p. 17.

162 Le associazioni italiane

vita di sacrifici, era riuscito a diventare allenatore professioni-sta. Nel 1976 Lidio Iezzi, già proprietario delle strutture sporti-ve, poteva gestire con maggiore efficacia le attività del club341. Le fonti consultate non forniscono ulteriori notizie.

L’Italo-Australian Centre

L’idea di fondare un centro che offrisse strutture adeguate alle necessità di tutti i sodalizi italiani di Brisbane nacque nel 1958 e il sig. Loris Balestrieri, allora reggente del vice consolato, ne fu lo strenuo promotore. Questi riuscì a convincere subito i diri-genti di un club italiano a vendere la propria sede per acquista-re il terreno dove realizzare il sogno del nuovo centro. Nel 1960 fu comprato un buon appezzamento a Newmarket342, nella zo-na nord della periferia di Brisbane, di fianco allo Spencer Park, già sede degli Azzurri. Dopo un anno e mezzo di trattative, altre due associazioni aderirono all’iniziativa: il Fogolâr Furlan e gli Azzurri. Fu ancora il reggente Balestrieri il vero artefice dell’ac-cordo raggiunto il 12 maggio 1961 preso gli uffici del consolato italiano di Brisbane. Nella riunione cui avevano partecipato lo stesso Balestrieri, l’ingegnere Cesare Pradella, l’avvocato Giu-seppe Rinaudo, Italo Brusasco, Felice Brusasco, Guido Canale, Floriano Sferco, Osvaldo Bonutto, Guerrino Giavon, Ermes Le-stani, Giuseppe Della Bianca, Bruno Spingolo, Tony De Luca. Si decise che ciascun sodalizio versasse le proprie risorse finanzia-rie in un fondo comune per dare inizio ai lavori. Nella medesi-ma riunione si costituì un comitato esecutivo composto da Bo-nutto, Giavon e Lestani, rappresentanti del Fogolâr Furlan, i fra-telli Brusasco e Canale, rappresentanti degli Azzurri, e Della Bianca e Bruno Springolo (un terzo rappresentante sarebbe sta-to nominato in seguito), rappresentanti dell’Italo-Australian

341 Cfr. Il tennis è Lidio Iezzi, 18 novembre 1976, p. 33. 342 Cfr. Italo-Australian Centre, pro manuscripto [1969].

Gli italiani di Brisbane 2 163

Club. Loris Balestrieri fu eletto presidente onorario del comita-to343.

Nel giugno successivo, il progetto prese il nome di Italo-Australian Sport Recreation Centre. Fu aperto un conto corrente bancario per le offerte destinate al nuovo centro. Il comitato esecutivo, definito come transitorio, fu incaricato di seguire i lavori di costruzione fino alle prossime elezioni. Mentre Bale-strieri veniva confermato come presidente onorario, all’interno del comitato altre cariche furono definite: Bonutto fu eletto se-gretario, Canale tesoriere, Springolo vice segretario, Felice Bru-sasco vice tesoriere e Della Bianca vice presidente. La carica di presidente rimaneva vacante344. Nonostante le buone intenzio-ni, nei mesi successivi i lavori non cominciarono, probabilmen-te per mancanza di fondi. Il comitato preferì allora adottare una diversa strategia finanziaria. Grazie ad un contributo finanzia-rio del Fogolâr Furlan e alla collaborazione degli Azzurri, si ac-quistarono cinque case in Foster Street, una strada adiacente al terreno di Newmarket. L’idea era di finanziare i lavori di co-struzione attraverso gli affitti delle suddette case. I proventi, però, non riuscivano, di fatto, neppure a coprire le spese di manutenzione degli edifici e così si decise di vendere quattro case per pagare tutti i debiti del terreno345.

Seguirono alcuni anni di stasi: l’Italo-Australian Sport Recreation Centre non pareva destare particolare interesse presso la collet-tività italiana di Brisbane. Nel 1966, l’indomito Balestrieri deci-se di rilanciare l’idea e convocò i rappresentanti di tutti i soda-lizi italiani per una riunione straordinaria presso la sua dimora ad Ascot. Si formò un nuovo comitato promotore, che prese il nome di Comitato Centrale. Tale comitato fu ufficialmente eletto

343 Cfr. Raggiunto (finalmente) l’accordo: nasce a Brisbane l’«Italo-Australian Sport Recreation Centre», La Fiamma, 23 maggio 1961, p. 20. 344 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 17 giugno 1961, p. 19. 345 Cfr. Italo-Australian Centre, pro manuscripto [1969].

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presso il Carrington Lounge di Valley domenica 6 marzo 1966346. Il dott. Francesco Castellano fu eletto presidente onorario, P. Paolo Barzoli cappellano, Ralph De Pasquale presidente, Mari-no Regano vice presidente, Domenico Calvisi segretario e Gui-do Canale tesoriere. Tra gli altri membri del comitato vi erano rappresentanti di tutti i principali consorzi italiani. Giuseppe Rinaudo offrì i suoi servigi come avvocato di fiducia. Conside-rando come garanzia la presidenza di De Pasquale, gli impresa-ri Joe Sesta e Tony De Luca accettarono di finanziare i lavori di costruzione del nuovo centro347.

Il comitato si mise subito all’opera: si stesero progetti e si pre-sentarono le richieste di permesso per costruire alle autorità competenti. Si dovette attendere fino alla fine del 1968 per otte-nere una risposta positiva dal comune. Il 20 novembre 1968 il comitato direttivo del Centro Sportivo Italo-Australiano si riunì per ufficializzare la notizia e dare inizio a una campagna di rac-colta fondi per i lavori di costruzione. S’invitarono i membri della collettività italiana a iscriversi some soci versando una quota di 5 dollari ciascuno. Si fece pure appello agli impresari italiani a collaborare al fine di ridurre i costi di edificazione348. Nel 1969 i lavori vennero affidati alla ditta edile di Delio Iezzi. La posa della prima pietra avvenne il 9 giugno 1969, alla pre-senza del dott. Mario Majoli, Ambasciatore d’Italia in Australia, del dott. Federigo Valli, console italiano, e di Fred Campbell, ministro per lo sviluppo industriale del Queensland. Il progetto prevedeva due edifici, uno di tre piani, dedicato al gioco delle bocce (pian terreno), al bar ristorante (secondo piano) e alla sala da ballo (terzo piano), e uno di due piani, con ampio parcheg-gio (pian terreno) e sala per ricevimenti (secondo piano)349. Era-no inoltre previsti all’esterno diversi campi per attività sporti-

346 Cfr. Ibidem. 347 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 8 marzo 1966, p. 16. 348 Cfr. Approvato a Brisbane il progetto del Centro Sportivo Italo-Australiano, Il Globo, 3 dicembre 1968, p. 15. 349 Cfr. Italo-Australian Centre, pro manuscripto [1969].

Gli italiani di Brisbane 2 165

ve. Nel settembre successivo i lavori di costruzione del primo edificio dell’Italo-Australian Centre (I.A.C.) erano a buon punto. Il 24 settembre il presidente De Pasquale poteva annunciare ai soci che la costruzione del primo stabile sarebbe stata completa-ta per le feste natalizie del 1969, grazie anche alla garanzia of-ferta dalla Commercial Bank of Australia350. La soddisfazione del comitato direttivo fu purtroppo adombrata dalla scomparsa di Felice Brusasco, che spirava a soli quattro mesi dalla dipartita dell’amico Floriano Sferco: due perdite importanti per la collet-tività italiana351.

Le fonti consultate sono alquanto avare riguardo ai primi anni di esercizio dell’Italo-Australian Centre. L’apertura ufficiale av-venne il 10 maggio 1970352. Subito dopo la Corale G. Verdi trasfe-rì la sua sede presso il nuovo centro. Ralph De Pasquale rimase come presidente dello I.A.C. fino al 1972. Dal 1973 subentrò John Parrella, il quale, assieme al nuovo comitato, elaborò un progetto per l’ampliamento dei locali. In questi anni furono molto attivi presso lo I.A.C il Coro Verdi, il Fogolâr Furlan, la So-cietà Dante Alighieri e il Sottocomitato Bocce, appositamente costi-tuito nel centro nel 1971353. Dal 1973 lo I.A.C. aderì ai tornei or-ganizzati dalla Federazione Australiana di Bocce e cominciò subito a raccogliere successi: la coppia Robert Parrella e Dino Cecconi conquistò alla sua prima partecipazione il titolo federale nel doppio354. Dal gennaio 1974 si hanno notizie di regolari cam-pionati di bocce presso lo I.A.C.355. All’insegna di uno sport a-perto a entrambi i sessi, si formò pure un Comitato Femminile di Bocce. E così, nell’aprile 1974, mentre il comitato maschile orga-nizzava per il lunedì di Pasqua una giornata in allegria, con

350 Cfr. Campagna soci a Brisbane, Il Globo, 30 settembre 1969, p. 18. 351 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 30 settembre 1969, p. 18. 352 Cfr. Dopo le difficoltà iniziali un susseguirsi di successi, La Fiamma, 6 maggio 1976, p. 28. 353 Cfr. Ibidem. 354 Cfr. 5 anni di successo, La Fiamma, 13 maggio 1976, p. 30. 355 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 15 gennaio 1974, p. 24.

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giochi e divertimenti per tutta la famiglia, quello femminile or-ganizzava una serata di cabaret, sabato 6 aprile, per onorare la visita della squadra femminile di bocce dell’Apia Club di Sydney356. Nel maggio dello stesso anno fu istituito il campio-nato statale che doveva incoronare annualmente il miglior gio-catore di bocce del Queensland e la prima edizione fu realizzata presso lo I.A.C.. Nella sezione individuale il vincitore fu Ben Parrella, fratello minore del presidente del centro357. Il 28 luglio 1974 ci fu la riunione annuale dello I.A.C. per l’elezione del nuovo direttivo che confermò alla presidenza John Parrella358. La raccolta fondi per l’espansione del centro prevedeva diverse attività, tra cui l’elezione della Miss Italo-Australian Centre. Una delle oltre cento candidate per l’edizione 1974, la sig.na Manue-la Raimondi, organizzò presso il centro una serata di cabaret per sabato 31 agosto359. L’elezione di Miss Italo-Australian Centre 1974 avvenne la sera del 27 settembre; la sig.na Rosemary A-dams fu la vincitrice, premiata con un biglietto aereo per Roma gentilmente offerto dell’Alitalia. Lea Mallegni fu invece incoro-nata Miss Fundraising (reginetta della raccolta fondi) grazie ai 1.360 dollari raccolti a favore dello I.A.C.360. Gli ampi locali del centro risultavano attrattivi anche ad altre associazioni del Queensland; il 19 ottobre 1974 il Comitato dei Tre Santi di Sil-kwood, rappresentato da Giuseppe Vitale e Alfio Barbagallo, organizzò una serata cinematografica aperta a tutti con la pro-iezione di un documentario sulla festa di Sant’Alfio361. Il no-vembre successivo fu rallegrato dallo spettacolo di tre attori italiani d’eccezione, Walter Chiari, Carlo Campanini e Toni Re-

356 Cfr. Attività delle Associazioni Italiane di Brisbane, Il Globo, 1 aprile 1974, p. 16. 357 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 27 maggio 1974, p. 12. 358 Cfr. Attività Associazioni italiane di Brisbane, Il Globo, 10 giugno 1974, p. 14. 359 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 26 agosto 1974, p. 12. 360 Cfr. Eletta a Brisbane Miss Italo-Australian Centre, Il Globo, 14 ottobre 1974, p. 12. 361 Cfr. Serata cinematografica all’Italo-Australian Centre, Il Globo, 30 settembre 1974, p. 11.

Gli italiani di Brisbane 2 167

nis. Per i primi due si trattava di un piacevole ritorno, giacché l’anno precedente si erano già esibiti con notevole successo allo I.A.C.; in tale occasione erano stati fatti anche soci onorari del centro. Lo spettacolo fu patrocinato dall’Alitalia362.

Le attività continuarono numerose nell’anno successivo, ma non furono documentate dalle fonti consultate. Da notizie ri-portate nel 1976 si deduce che dal maggio 1975, tutti i martedì a settimane alterne, si cominciarono ad organizzare delle serate all’insegna della buona cucina, della musica e del canto cui si diede il nome “Trattoria” 363. Nell’aprile 1976 s’inaugurò l’ennesima edizione del concorso per l’elezione di Miss Italo-Australian Centre, con dodici giovani candidate. In tale occasio-ne si annunciò anche la seconda edizione del singolare concor-so per l’elezione di Miss-ter Italo-Australian Centre, un concorso di natura comica che aveva riportato grande successo nel 1974364. La sera del 4 maggio 1976 si festeggiò il primo anno del-la Trattoria, rallegrata dalla fisarmonica di Ralph De Pasquale, il mandolino di Norm Salvo, la chitarra di Victor Halim e la vo-ce di Norm McLeod365. Sempre nel maggio 1976 lo I.A.C. aderi-sce alle iniziative per la raccolta fondi per i terremotati del Friu-li366. I primi sei anni del centro furono festeggiati con una riu-nione straordinaria del comitato direttivo alla quale si invitaro-no tutti i membri dei comitati precedenti367. Continuavano in-tanto allo I.A.C. le gare di bocce368, cui si alternavano iniziative

362 Cfr. Walter Chiari, Campanini e Renis al “Centro” di Brisbane, Il Globo, 18 no-vembre 1974, p. 15. 363 Cfr. Italo-Australian Centre, La Fiamma, 20 maggio 1976, p. 30. 364 Cfr. Inizia il concorso per l’elezione di Miss Italo-Australian Centre, La Fiamma, 29 aprile 1976, p. 26. 365 Cfr. Italo-Australian Centre, La Fiamma, 20 maggio 1976, p. 30. 366 Cfr. Appello Italo-Australian Centre, La Fiamma, 13 maggio 1976, p. 31. 367 Cfr. Sesto compleanno dell’Italo Australian Centre, La Fiamma, 20 maggio 1976, p. 31. 368 Cfr. Centro Italiano Bocce, La Fiamma, 20 maggio 1976, p. 31; e Bocce, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31.

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pro terremotati369. Il 9 luglio 1976 il centro ottenne la Registered Club Licence che autorizzava il centro a vendere alcolici fino alle ore 22; in precedenza lo I.A.C. era obbligato a chiudere il bar due ore prima370. Intanto diventava popolare al centro anche il biliardo. Il 13 luglio 1976, Ralph De Pasquale, con il patrocinio della Nanda Macaroni, organizzò presso lo I.A.C. la terza edizio-ne del Nanda Pools Handicap, un torneo di biliardo che aveva riscosso grandi consensi negli anni precedenti. L’edizione 1976 contò la partecipazione di ben 32 giocatori, incluso il vincitore delle due precedenti manifestazioni, Joe Torrisi371. Fra Trattorie, campionati di bocce e serate di cabaret, organizzate dalle can-didate al titolo di Miss Italo-Australian Centre 372, si giunse rapi-damente a settembre 1976, mese che segnò l’annuncio ufficiale dell’inizio dei tanto attesi lavori di ampliamento del centro. Il progetto prevedeva una nuova sala per 600 persone e nuove strutture sportive373. Sabato 26 settembre, il Comitato Parrocchiale Italiano di St. Thomas More organizzò un ballo di beneficenza per la parrocchia presso lo I.A.C.374. Il 9 ottobre si realizzò pres-so il centro il “Ballo del Presidente”, una serata di gala a favore dello I.A.C. al costo di 30 dollari a coppia. Parteciparono oltre 200 persone; tra gli ospiti si distinsero esponenti politici dello stato del Queensland375. In novembre si realizzarono l’ultima Trattoria del 1976, una Cabaret Night e la proiezione di un cor-tometraggio sulle zone terremotate del Friuli376. I lavori di am-

369 Cfr. Sottocomitato bocce, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31; e Brisbane: Italo-Australian Centre, La Fiamma, 17 giugno 1976, p. 32. 370 Cfr. Nuova licenza alcolici, La Fiamma, 15 luglio 1976, p. 33. 371 Cfr. Varie dal Queensland, La Fiamma, 15 luglio 1976, p. 33. 372 Cfr. Ibidem; Brisbane: Clubs e Associazioni, La Fiamma, 29 luglio 1976, p. 32; Alla “Trattoria”, La Fiamma, 12 agosto 1976, p. 31; e Cabaret Night per i bambini spastici, La Fiamma, 12 agosto 1976, p. 31. 373 Cfr. Primo “colpo di piccone” al Centro, La Fiamma, 2 settembre 1976, p. 31. 374 Cfr. Notiziario delle associazioni italiane, La Fiamma, 16 settembre 1976, p. 31. 375 Cfr. Ibidem; e Gran Gala al Centro Italo-Australiano, La Fiamma, 15 ottobre 1976, p. 31. 376 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 18 novembre 1976, p. 32.

Gli italiani di Brisbane 2 169

pliamento del centro, affidati alla ditta Graham Evans & Co., cominciarono effettivamente nel mese di dicembre; il costo previsto era di 224.000 dollari377. Domenica 12 dicembre allo I.A.C. si realizzò il torneo di bocce individuale Coppa Buton, con il patrocinio dell’omonima ditta italiana. Parteciparono ben 60 giocatori ed il vincitore fu Bruno Sarri, socio del centro378. L’anno al centro si concluse, come ormai di rito, con un cenone per grandi e piccini379.

Per poter garantire la copertura finanziaria dei lavori in corso era necessario cominciare bene il 1977; domenica 9 gennaio fu organizzato un barbecue danzante per dare il via al nuovo anno di attività. Da febbraio ripresero le tradizionali Trattorie380. Si chiese ai soci di rinnovare tutti la sottoscrizione allo I.A.C. entro sabato 26 febbraio. Le elezioni del nuovo direttivo furono fissa-te domenica 27 marzo381. Anche i giovani della collettività ita-liana s’impegnarono a dare il proprio contributo al centro: sa-bato 6 marzo parteciparono numerosi alla serata di Rock and Roll organizzata presso lo I.A.C. dai signori Di Marco. Dal 13 marzo si ufficializzò un nuovo orario di apertura domenicale: il bar rimaneva aperto dalle ore 10 alle ore 22, il barbecue dalle ore 17 alle ore 21, mentre il pomeriggio danzante si estendeva dalle ore 17 alle ore 22 382. Nella nuova sala ampliata, capace di con-tenere 600 persone, sabato 26 marzo si tenne l’elezione di Miss Italo-Australian Centre383. La sig.na Jessie Bozzi fu la fortunata vincitrice dell’edizione 1977, mentre la sig.na Giovanna Di Marco fu eletta reginetta della beneficienza. A entrambe le vin-

377 Cfr. Centro Italo-Australiano, 2 dicembre 1976, p. 32. 378 Cfr. Coppa “Buton”, La Fiamma, 2 dicembre 1976, p. 32; e Coppa Buton, La Fiamma, 16 dicembre 1976, p. 31. 379 Cfr. Capodanno al Centro, La Fiamma, 9 dicembre 1976, p. 32. 380 Cfr. Notizie brevi da Brisbane, La Fiamma, 13 gennaio 1977, p. 22. 381 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 febbraio 1977, p. 11. 382 Cfr. Queensland, La Fiamma, 3 marzo 1977, p. 13. 383 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 marzo 1977, p. 20.

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citrici l’Alitalia regalò un viaggio in Italia384. Nella riunione del 27 marzo John Parrella fu confermato alla presidenza del cen-tro. Il 3 aprile si svolse presso lo I.A.C. la gara di bocce Coppa Arquilla Imports, patrocinata dall’omonima ditta; vinsero i fra-telli John e Ben Parrella385. Domenica 8 maggio il premier del Queensland, l’on. Bjelke-Petersen, inaugurò i nuovi locali dello I.A.C., che ora poteva contare

«… una sala superiore che può ospitare più di 600 persone, con un lussuoso bar, un ristorante, una sala per divertimenti (bi-liardi, ecc. ecc), una sala ritrovo, una sala per riunioni, uffici e, infine, una vasta e moderna cucina. Inoltre la sala inferiore che può ospitare almeno 400 persone»386.

A tutto questo vanno ovviamente aggiunte le attrezzature spor-tive esterne. Parteciparono alla cerimonia anche il console d’Italia, dott. Felice A. Maggia, il sindaco di Brisbane, il cappel-lano italiano, P. Paolo Barzoli, e la Corale G. Verdi 387. C’erano voluti sette anni per portare a termine la seconda fase del pro-getto del centro. Lo I.A.C. poteva ora vantare 1.500 soci, ma il fermo proposito era quello di arrivare a 2.000 prima della fine dell’anno. Intanto veniva costituito un Comitato Giovanile per l’organizzazione di attività rivolte ai giovani388. Sabato 14 mag-gio fu organizzato un gran ballo per celebrare il settimo anni-versario dello I.A.C.389. Il 22 maggio, con il fine di promuovere le attività sportive nella collettività italiana, il console Maggia patrocinò un torneo femminile di bocce presso il centro390. All’inizio di giugno si formalizzò la costituzione del Comitato Giovanile del Centro Italo-Australiano; Tony Cicchiello ne fu eletto

384 Cfr. Queensland, La Fiamma, 31 marzo 1977, p. 13. 385 Cfr. Queensland, La Fiamma, 1977, 14 aprile 1977, p. 16. 386 Il Centro sette anni dopo, La Fiamma, 5 maggio 1977, p. 11. 387 Cfr. Queensland, La Fiamma, 12 maggio 1977, p. 18. 388 Cfr. Il Centro sette anni dopo, La Fiamma, 5 maggio 1977, p. 11. 389 Cfr. Queensland, La Fiamma, 12 maggio 1977, p. 18. 390 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 19 maggio 1977, p. 13.

Gli italiani di Brisbane 2 171

primo presidente391. Nel luglio 1977 s’indisse la nuova edizione di Miss Italo-Australian Centre e si realizzò l’oramai tradizionale gara di biliardo sponsorizzata dalla Nanda Macaroni392. Il 9 set-tembre si concluse la gara di bocce a coppie, che vide trionfare la coppia Cecconi e Buttazzoni. Il 20 settembre fu istituita una nuova competizione di biliardo a coppie chiamata Leach Motors Cup Double Handicap 393. Domenica 4 dicembre il Comitato Gio-vanile (Youth Club) organizzò con successo la seconda edizione del Car Rally con partenza dal centro di Newmarket e arrivo a Hinze Dam, sulla Gold Coast394. Il 18 dicembre si realizzò la Coppa Buton di bocce, che vide trionfare G. Scaini395. Il 23 di-cembre il Comitato Giovanile del centro organizzò una serata danzante su un battello lungo il fiume Brisbane396.

Il successo delle iniziative precedenti incoraggiò i giovani del centro a organizzare nuove attività nel 1978. Venerdì 27 genna-io organizzarono una Disco Night presso lo I.A.C.; i vasti con-sensi espressi dal pubblico indussero gli organizzatori a ripro-grammare la frequenza dell’evento da mensile a quindicinale, ogni venerdì a settimane alterne. In seno allo stesso Comitato Giovanile nacque anche l’idea di mettere in scena una comme-dia scritta da Leonardo Panella sulle vicende di una coppia di italo-australiani in vacanza in Italia. Tale commedia contem-plava la partecipazione di diversi attori da cercarsi tra le fila della gioventù italiana di Brisbane397. Il 10 febbraio si realizzò la gara finale del torneo di bocce per la Coppa Learch Motors; la coppia dei fratelli Robert e Ben Parrella risultò vincitrice. A

391 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 9 giugno 1977, p. 13. 392 Cfr. Queensland, La Fiamma, 28 luglio 1977, p. 13. 393 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 15 settembre 1977, p. 13. 394 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 21 novembre 1977, p. 13; e Brisbane: i migliori della classe, La Fiamma, 15 dicembre 1977, p 15. 395 Cfr. Studenti che si fanno onore, La Fiamma, 19 dicembre 1977, p. 14. 396 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 21 novembre 1977, p. 13; e Brisbane: i migliori della classe, La Fiamma, 15 dicembre 1977, p 15. 397 Cfr. Youth Club, La Fiamma, 2 febbraio 1978, p. 21.

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marzo si ripresero le attività ormai tradizionali: ogni domenica, dalle ore 16 alle ore 20, per tutti gli amanti della danza erano offerte sei ore di musica e ballo nella sala inferiore del centro398; ogni martedì, a settimane alterne, veniva realizzata la oramai nota Trattoria399. Domenica 19 marzo, con l’assemblea generale dei soci e l’elezione del direttivo, si chiuse ufficialmente un an-no di gestione molto positiva del centro, che ora poteva vantare una nuova sala e campi di bocce coperti400. Il bilancio del centro si chiudeva nel dicembre 1977 con un attivo di quasi 60.000 dol-lari. Come era facile prevedere, John Parrella venne confermato alla presidenza dello I.A.C.401. Il programma delle attività del centro per il 1978 dimostra come fossero diversi i sodalizi ita-liani che facevano uso regolare delle strutture dello I.A.C. in questi anni: la Dante Alighieri, il Fogolâr Furlan, l’Associazione Abruzzesi, e la Corale Verdi 402. Il 15 aprile doveva segnare la prima della commedia “Parole in Libertà”, messa in scena dai giovani dello I.A.C.403 Per ragioni non riportate dalle fonti con-sultate, il debutto dei giovani attori fu posticipato al 23 giugno seguente. Un numeroso pubblico, convenuto nel salone del cen-tro, applaudì con entusiasmo la comicità dello spettacolo e la bravura degli attori esordienti404. Venerdì 9 giugno si svolse presso i locali dello I.A.C. una semplice cerimonia di comme-morazione del dott. Francesco Castellano, con lo scoprimento del busto in bronzo ad opera dello scultore Giuseppe Ivi. Il Coro G. Verdi onorò l’occasione con l’esecuzione di alcuni pezzi clas-sici405. Nello stesso mese il consolato italiano di Brisbane donò

398 Cfr. Coppa Learch Motors, La Fiamma, 15 febbraio 1978, p. 24. 399 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 27 febbraio 1978, p. 26. 400 Cfr. Assemblea generale al Centro Italiano, La Fiamma, 2 marzo 1978, p. 16. 401 Cfr. John Parrella riconfermato presidente, La Fiamma, 6 aprile 1978, p. 28. 402 Cfr. Assemblea generale al Centro Italiano, La Fiamma, 2 marzo 1978, p. 16. 403 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 3 aprile 1978, p. 24. 404 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 giugno 1978, p. 28; e Notizie da Brisbane, La Fiamma, 29 giugno 1978, p. 29. 405 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 1 giugno 1978, p. 23; e Commemorato il dott. Castellano, La Fiamma, 15 giugno 1978, p. 31.

Gli italiani di Brisbane 2 173

al centro un assegno di 1.524 dollari come contributo spese per l’anno in corso406. Domenica 18 giugno, nell’assemblea annuale del Comitato Giovanile dello I.A.C. Philip Cacciola fu eletto pre-sidente407.

Nei mesi seguenti, il centro continuò a sfornare attività cultura-li, sociali e sportive per giovani e adulti. Grazie all’intra-prendenza del Comitato Giovani, nel 1979 fu istituito un nuovo concorso per l’elezione di Miss Italo-Australian Centre Youth Club, nella cui prima edizione trionfò la sig.na Joanne Ercole408. Furono, inoltre, organizzate sfilate di moda409 e fu ripresa l’antica tradizione della scampagnata a Bishop Island410. Negli anni successivi lo I.A.C. seguitò ad essere uno dei più impor-tanti centri di ritrovo per la comunità italiana. Le notizie ripor-tate dalle fonti consultate si fanno piuttosto rare per gli anni 1980-1983 e sono per lo più legate a manifestazioni di altri so-dalizi presso il centro di Newmarket. Il 1984 iniziò con attività nuove, come la “serata multiculturale” organizzata il 17 febbra-io per studenti provenienti da diversi paesi; si alternarono con successo presentazioni culturali dei diversi paesi rappresentati. L’animatrice per la sezione dedicata all’Italia fu Fabia Forni411. In Aprile venne organizzato il “Carosello dei Buongustai”, una serata tutta dedicata alla gastronomia sopraffina. Il successo dell’iniziativa ne fece un evento mensile412. Sabato 26 agosto fu la volta della Porchetta Night, organizzata in onore della candi-data a Miss Italo-Australian Centre Gloria Lombardi413. La sig.na Lombardi vincerà poi il titolo di Miss Charity Queen, mentre

406 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 1 giugno 1978, p. 23. 407 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 giugno 1978, p. 28. 408 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 novembre 1978, p. 26. 409 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 18 ottobre 1979, p. 25. 410 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 1 novembre 1979, p. 26. 411 Cfr. L’angolo del Queensland, Il Globo, 27 febbraio 1984, p. 23. 412 Cfr. L’angolo del Queensland, Il Globo, 16 aprile 1984, p. 23; Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22 e Calendario Sociale, Il Globo, 3 dicembre 1984, p. 23. 413 Cfr. Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22.

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quello di Miss Italo-Australian Centre andò alla sig.na Robin Murphy414. In dicembre 1984 si disputò la gara di bocce Coppa Boral, patrocinata dall’omonima ditta. Domenica 9 dicembre si svolse il consueto intrattenimento per i bambini dei soci del centro, con Babbo Natale e regali per tutti. La simpatica mani-festazione compiva dieci anni. Le quote sociali per il 1985 furo-no fissate a 30 dollari, 4 dollari per i pensionati415.

Anche per gli anni successivi le notizie sono alquanto vaghe, ma si può verosimilmente supporre che tutte le maggiori attivi-tà si siano svolte con regolarità. Fino al 1990, l’Italo-Australian Centre rappresentò un punto di ritrovo privilegiato per i sodali-zi italiani … e continua a esserlo tuttora.

La Juventus

Gli Azzurri non furono l’unica squadra di calcio fondata dagli italiani a Brisbane. Esisteva anche la Juventus (alias Valley Soccer Club o Juventus Fortitude Valley o Juventus Valley Soccer Club) che, pur non affermandosi come i colleghi dello Spencer Park, riuscì a raggiungere livelli di tutto rispetto. Secondo le fonti consultate, le prime notizie riguardanti la squadra italiana di Fortitude Valley risalgono al 1970. Si trattava di un sodalizio regolarmente costituito nella città di Brisbane, con nome e colo-ri della famosa squadra torinese. Contava di un comitato diret-tivo e una rosa di giocatori competitiva. Nel 1970 il patrono del-la squadra bianconera di Valley era Antonio Franchin416. Il 22 febbraio di quell’anno il sodalizio juventino organizzò un pic-colo torneo a squadre con la partecipazione di una rappresen-tanza calcistica di Stanthorpe. Fu proprio quest’ultima ad ag-

414 Cfr. Incoronate le reginette 1985 dell’Italo-Australian Centre, Il Globo, 3 dicem-bre 1984, p. 23. 415 Cfr. Calendario Sociale, Il Globo, 3 dicembre 1984, p. 23. 416 Cfr. Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 13 ottobre 1970, p. 20.

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giudicarsi il trofeo417. La stagione 1970 per il Valley Soccer Club fu particolarmente ricca di successi. Sabato 17 ottobre il comi-tato direttivo decise di celebrare con un gran ballo all’Italo-Australian Centre di Newmarket. Alla presenza del console Fe-derigo Valli, membro onorario vitalizio del sodalizio, e del dott. Francesco Castellano, furono consegnati a tutti i giocatori i tro-fei offerti dalla compagnia area francese U.T.A.. La domenica successiva la Juventus al completo partì alla volta di Stanthorpe per partecipare a un torneo simile a quello del febbraio prece-dente. Il 22 novembre, al Festival Hall di Brisbane, il comitato direttivo organizzò una sfilata di moda, con modelli di Maria Pizzica, seguita da uno spettacolo musicale. In tale occasione si svolsero le elezioni della reginetta della serata e di Miss Charity 418.

Alla fine del 1973, il Valley Soccer Club riuscì ad ottenere dal go-verno federale australiano quasi dodici acri di terreno in Mur-ray Street, a Wilston, e una sovvenzione di 8.000 dollari per l’allestimento di attrezzature sportive convenienti alle proprie attività. Il progetto prevedeva l’abilitazione di due campi da calcio e un campo per la ginnastica e la costruzione degli spo-gliatoi419. Evidentemente il contributo governativo non fu suffi-ciente a coprire tutte le spese, giacché nel 1974 il comitato co-minciò a organizzare attività finalizzate a raccogliere fondi per il completamento degli spogliatoi. A tal proposito fu allestito un grande ballo nella Holy Spirit Hall di New Farm il 15 giugno 1974420. Nel 1976 la Juventus di Valley militava ancora in terza divisione, ma alla fine della stagione, grazie a un meritatissimo secondo posto, arrivò la tanto agognata promozione421. Il cam-

417 Cfr. Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 17 febbraio 1970, p. 16; e Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 13 ottobre 1970, p. 20. 418 Cfr. Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 13 ottobre 1970, p. 20. 419 Cfr. Qualcosa non va tra il Centro e gli altri sodalizi, Il Globo, 1 gennaio 1974, p. 22. 420 Cfr. Attività Associazioni italiane di Brisbane, Il Globo, 10 giugno 1974, p. 14. 421 Cfr. Juventus, La Fiamma, 9 settembre 1976, p. 31.

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pionato del 1977 segnò la conferma della maturità della squa-dra e la permanenza nella seconda divisione fu degnamente celebrata con un barbecue domenica 8 ottobre presso il campo da gioco della Juventus. Erano intanto incominciati i lavori per la costruzione della sede sociale422. Alla fine del 1977 il club co-minciò a organizzare ogni giovedì serate di tombola presso il Bingo Pete di Valley. Per aumentare l’affluenza delle famiglie italiane, fu allestito uno speciale servizio d’intrattenimento dei bambini423.

Il 9 dicembre 1979 fu inaugurata, con semplice ma partecipata cerimonia, la nuova sede del sodalizio, sempre in Murray Street. Il presidente del Juventus Valley Soccer Club, Fausto Be-ninca, mostrò alle autorità presenti i nuovi spogliatoi e docce, al primo piano dell’edificio, e la saletta con bar annesso al secon-do piano424. Nel 1980 il comitato direttivo della Juventus conti-nuò la sua raccolta fondi allestendo serate danzanti ogni vener-dì sera presso la nuova sede del club. L’ultima settimana di gennaio cominciarono gli allenamenti per la squadra, che mili-tava ancora in seconda divisione425. E questa è l’ultima notizia riportata dalle fonti consultate.

Il Comitato Assistenza Italiani (Co.As.It.)

La solidarietà fu sempre un elemento distintivo della piccola ma tenace collettività italiana di Brisbane sin dalle sue origini. Nel secondo dopoguerra, visto l’afflusso massiccio d’immigrati italiani nella capitale del Queensland, non mancarono certo le occasioni per confermare tale virtù. Anzi, le azioni solidarie, tanto ad intra quanto ad extra, presero forma e struttura sopra-tutto grazie all’interessamento del vice consolato d’Italia a Bri- 422 Cfr. Barbecue Juventus, La Fiamma, 6 ottobre 1977, p. 13. 423 Cfr. Juventus, La Fiamma, 19 dicembre 1977, p. 14. 424 Cfr. Inaugurazione della sede della Juventus Soccer Club, La Fiamma, 13 di-cembre 1979, p. 29. 425 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 24 gennaio 1980, p. 22.

Gli italiani di Brisbane 2 177

sbane. Le fonti consultate riportano notizie riguardanti un fon-do per l’assistenza degli immigrati italiani sin dal 1959. Sabato 1 ottobre, Carmelo Caruso, in collaborazione con la nota sarta di Brisbane Maria Guerrera, organizzò una sfilata di moda ita-liana. L’evento, primo nel suo genere nella capitale del Queen-sland, riscosse un notevole successo di pubblico; vi partecipò anche il reggente del vice consolato, il dott. Loris Balestrieri, L’intero incasso fu devoluto a favore del fondo di assistenza sopra menzionato426.

Nel 1972 fu fondato il Comitato Consolare di Assistenza agli Italia-ni (alias Comitato Consolare d’Assistenza o Comitato Italiano Conso-lare d’Assistenza o Comitato Italiano d’Assistenza), con l’adesione di alcuni membri di spicco della collettività italiana. Esso nac-que come iniziativa della rappresentanza consolare italiana a Brisbane, sovvenzionata quasi interamente da fondi del gover-no italiano. Nei suoi primi anni di vita, oltre a provvedere a in-terventi in casi d’emergenza, il comitato cominciò a organizzare corsi d’italiano per i figli degli immigrati il sabato, presso la Ca-sa San Francesco, in modo da favorire il dialogo tra prime e se-conde generazioni e mantenere vivi i legami con la patria lon-tana427. Il comitato intendeva, inoltre, fungere da trait d’union per tutte le associazioni italiane che erano sorte a Brisbane nella decade del ‘60. Uno dei risultati immediatamente visibili di tale opera di mediazione fu la collaborazione tra i vari sodalizi per una celebrazione unica dell’anniversario della Repubblica Ita-liana. L’8 giugno 1974 fu il comitato a organizzare per tutta la collettività italiana e le diverse associazioni un grande ballo presso il City Hall Auditorium428. Un’altra attività promossa dal

426 Cfr. Sfilata di moda italiana, La Fiamma, 30 settembre 1959, p. 15. 427 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° otto-bre 1994, pro manuscripto, p. 19; e Un consuntivo ed un appello, La Fiamma, 23 dicembre 1976, p. 27. 428 Cfr. Con una grande serata danzante gli italiani di Brisbane celebreranno la festa della Repubblica Italiana, Il Globo, 6 maggio 1974, p. 16.

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comitato fu il “Ballo delle Debuttanti”, una cerimonia di gala per la presentazione in società delle giovani donne cattoliche, alla presenza dell’arcivescovo di Brisbane e di altre autorità lo-cali. La prima edizione, programmata nell’ottobre 1974, non si poté realizzare per la mancanza di candidate eleggibili. Tutto fu rinviato all’aprile dell’anno successivo. Durante questi primi anni, il Comitato Consolare di Assistenza agli Italiani si riuniva re-golarmente una volta al mese429. Nel settembre 1974 il comitato fu incaricato dell’organizzazione della terza edizione dei fe-steggiamenti in onore di S. Francesco d’Assisi, patrono d’Italia. La messa solenne in onore al Santo fu celebrata per la prima volta nella cattedrale di St. Stephen e presieduta dall’arci-vescovo Francis Robert Rush, in lingua italiana. La celebrazione fu animata liturgicamente dalle suore canossiane e dalla Corale Verdi. Vi parteciparono numerose autorità locali e i rappresen-tanti di tutte le associazioni italiane di Brisbane430. Il 22 dicem-bre il comitato organizzò per il secondo anno consecutivo il “Natale per i bambini italiani” presso l’Italo-Australian Centre di Newmarket431.

Nel 1975 il Comitato Consolare di Assistenza, per sciogliere alcuni nodi legati alla cittadinanza australiana di molti dei membri volontari, decise di diventare giuridicamente (ma non finanzia-riamente) autonomo dal consolato italiano di Brisbane. Con l’esplicito consenso del consolato italiano, il comitato fu regi-strato con il nome di Italian Welfare Committee presso il Depar-tment of Justice del Queensland e ottenne così personalità giuri-dica autonoma. Erano tre gli scopi primari delle sue attività: assistenza diretta agli immigrati italiani, rappresentanza comu-

429 Cfr. Attività delle Associazioni italiane di Brisbane, Il Globo, 19 agosto 1974, p. 11. 430 Cfr. La Messa degli Italiani sarà officiata dall’Arcivescovo Rush, Il Globo, 26 settembre 1974, p. 13; e S. Francesco d’Assisi degnamente celebrato dagli italiani di Brisbane, Il Globo, 7 ottobre 1974, p. 15. 431 Cfr. Natale per i bambini italiani di Brisbane, Il Globo, 18 novembre 1974, p. 15.

Gli italiani di Brisbane 2 179

nitaria e liason tra la collettività italiana, le autorità consolari e gli enti governativi australiani432. Sabato 8 maggio 1976, il Comi-tato Italiano d’Assistenza organizzò il Ballo delle debuttanti pres-so l’Italo-Australian Centre. La manifestazione, che radunò oltre 300 italiani, fu curata dalla sig.ra Claudette McLeod. La solenne entrata delle quattordici debuttanti fu applaudita dall’arcive-scovo Rush e da molte altre autorità. In tale occasione, la sig.na Maurizia Turco, candidata a Miss Australia, presentò la campa-gna di solidarietà legata al concorso di bellezza federale433. Il tragico terremoto del Friuli avvenuto il 6 maggio 1976 aveva profondamente scosso la collettività italiana di Brisbane; il co-mitato lanciò subito un appello a tutti gli italiani del Queen-sland. Il 12 maggio seguente, il presidente, dott. Francesco Ca-stellano, riunì il comitato in seduta straordinaria presso la sede del consolato italiano; a tale seduta furono invitati anche tutti i dirigenti delle associazioni italiane di Brisbane. Parteciparono alla riunione, oltre al dott. Castellano e al reggente del consola-to italiano, gli altri membri del comitato Vincenzo Palmieri, An-tonio Reggi, Marino Regano, Pizzica, Pasquale Antonelli, Alfio Barbi, Filippo Mangano, Micalizzi, Paolo Raffa, Vera Frola e P. Silvano Dalla Pina, e alcuni rappresentanti dell’associazione sportiva Azzurri, dell’Italo-Australian Centre, dell’Italo-Australian Bowling Club, del Fogolâr Furlan, della Corale G. Verdi, dell’ANFE e della Società Dante Alighieri. I convenuti ratificarono l’appello a tutta la collettività italiana, costituirono un comitato esecutivo per la raccolta dei fondi pro-terremotati e programmarono una serie di attività comuni434. Pochi giorni dopo il Comitato Italiano di Assistenza organizzò una riunione con alcuni operatori eco-nomici italiani presso il Ridge Motel nella quale riuscì a racco- 432 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° otto-bre 1994, pro manuscripto, p. 19; e Un consuntivo ed un appello, La Fiamma, 23 dicembre 1976, p. 27. 433 Cfr. Ballo delle debuttanti, La Fiamma, 13 maggio 1976, p. 30. 434 Cfr. Riunione Straordinaria del C.I.A, La Fiamma, 13 maggio 1976, p. 31; e La Tragedia del Friuli. Tutti uniti per aiutare, La Fiamma, 20 maggio 1976, p. 31.

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gliere ben 5.000 dollari a favore delle vittime del terremoto435. Domenica 6 giugno 1976 si celebrò la festa del trentesimo anni-versario della Repubblica Italiana presso l’Italo-Australian Cen-tre. L’organizzazione fu affidata al comitato. Gli italiani parte-ciparono numerosi. La Santa Messa solenne all’aperto fu pre-sieduta da P. Claudio Moscatelli, cappellano degli italiani. Do-po i discorsi di occasione, il nuovo console, dott. Antonio Felice Maggia, consegnò la “Croce di guerra al valor militare” al sig. Lo Giudice. Il Comitato Italiano di Assistenza premiò tre persone che si erano distinte nel servizio della collettività italiana di Bri-sbane: Claudette McLeod, Giovanni Ettore e Bruno Cappelletti. Ci furono poi giochi e divertimento per grandi e piccini. Tutti i proventi della manifestazione furono destinati ai terremotati del Friuli436. Venerdì 25 giugno si concluse ufficialmente l’appello pro-terremotati con una cerimonia nella sala superiore dell’Italo-Australian Centre. Il dott. Castellano, a nome del comi-tato, consegnò alla Croce Rossa australiana, incaricata di riunire e spedire in Italia tutti i fondi raccolti in Australia, un assegno di 42.000 dollari437. Domenica 12 dicembre il Comitato Italiano di Assistenza, in collaborazione con il consolato italiano, organizzò il tradizionale Natale per i bambini italiani presso il Cinema Im-perial di Lutwyche. Furono proiettati cartoni animati, si estras-sero premi per i bambini presenti e si regalarono libri a tutti i convenuti438. A pochi giorni dalla scomparsa del suo presiden-te, il comitato pubblicò su La Fiamma un bilancio delle attività per il 1976, corredato da un consuntivo che vantava 5.000 dolla-ri spesi per l’assistenza agli immigrati italiani e 10.000 dollari spesi per la scuola di italiano. A tal proposito, il vice presiden-

435 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 27 maggio 1976, p. 26. 436 Cfr. Festa nazionale italiana, La Fiamma, 6 maggio 1976, p. 27, Festa nazionale, La Fiamma, 3 giugno 1976, p. 31, Celebrato il 2 giugno dal Console di Brisbane, La Fiamma, 10 giugno 1976, p. 32; e A Brisbane è cominciata una tradizione. Premiati 3 italiani, La Fiamma, 10 giugno 1976, p. 33. 437 Cfr. Concluso a Brisbane l’appello pro Friuli. Superati 80.000 dollari, La Fiam-ma, 1 luglio 1976, p. 32. 438 Cfr. Natale dei bambini, La Fiamma, 2 dicembre 1976, p. 32.

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te, Giuseppe Rinaudo, chiariva che i fondi ricevuti dal governo italiano erano stati appena sufficienti a coprire le spese sostenu-te. Veniva inoltre espressa l’intenzione di estendere i pro-grammi d’assistenza e culturali esistenti nel corso dell’anno successivo439.

Il 1977 fu un altro anno di attività febbrile per il Comitato Italia-no di Assistenza. Nella riunione del 24 gennaio, realizzata presso la sede del consolato, Giuseppe Rinaudo fu eletto presidente, coadiuvato dal vice presidente Vincenzo Palmieri. Sabato 26 febbraio seguente il comitato organizzò un gran ballo di benefi-cenza presso l’Italo-Australian Centre 440. Sabato 29 luglio 1977, in occasione della celebrazione della festa della Repubblica Italia-na, il Comitato Italiano di Assistenza decise di ripetere la cerimo-nia di consegna di attestati di benemerenza e medaglie d’argento a persone o istituzioni italiane che si erano distinti nel servizio della collettività italiana. Per il 1977, davanti alle autorità italiane e australiane e a oltre mille italiani, furono in-signiti dell’onorificenza la Corale G. Verdi, la sig.ra Doris Jo-hnson, pianista del medesimo coro, Suor Piera Tosoni, delle suore canossiane, Pasquale Antonelli, ex presidente dell’ANFE e Vincenzo Calice, presidente del Brisbane City Soccer Club441.

Nel 1978, grazie ad un sovvenzionamento del Ministero per l’Immigrazione e Affari Etnici australiano, il Comitato Italiano di Assistenza fu in grado di sviluppare ulteriormente i suoi pro-grammi assistenziali, educativi e sanitari. La scuola di italiano fu aperta a bambini di origine non italiana442. Il 27 marzo 1978, lunedì di pasqua, il comitato organizzò nel parco di New Farm un barbecue aperto a tutti gli italiani. Per la prima volta nelle

439 Cfr. Un consuntivo ed un appello, La Fiamma, 23 dicembre 1976, p. 27. 440 Cfr. Queensland, La Fiamma, 3 febbraio 1977, p. 22. 441 Cfr. Queensland, La Fiamma, 2 giugno 1977, p. 13; e Notizie da Brisbane, La Fiamma, 9 giugno 1977, p. 13. 442 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° otto-bre 1994, pro manuscripto, p. 19.

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fonti consultate appare la sigla Co.As.It. riferita al Comitato Ita-liano di Assistenza443. Nei primi giorni di aprile alcuni rappresen-tanti del Co.As.It., assieme alla Corale Verdi, visitarono gli am-malati presso l’ospedale delle Canossiane di Oxley444. Nel 1979 i programmi del comitato continuano con successo. Il prof. Leo-nardo Panella, direttore didattico dei corsi d’italiano del Co.As.It., fece ritorno in patria e fu sostituito dalla dott.ssa A-driana Jacobelli. Sotto la guida della nuova direttrice didattica, le lezioni si svolsero regolarmente e si realizzò pure, nel mese di novembre 1979, un corso di aggiornamento per gli insegnan-ti d’italiano. Sabato 24 novembre, presso l’Italo-Australian Cen-tre, la dott.ssa Jacobelli organizzò il tradizionale saggio di fine corso degli alunni della scuola d’italiano del Co.As.It.. Alla pre-senza del console d’Italia, dott. Mario Sganga, gli alunni si esi-birono in dialoghi, cori e simpatiche scenette445. Domenica 16 dicembre il comitato organizzò un barbecue presso il Brisbane City Soccer Club. Il ricavato dell’iniziativa fu devoluto alla scuo-la speciale di Tennyson, a Brisbane, l’unica scuola del Queen-sland riservata a bambini con disturbi psicologici446.

Le fonti consultate non riportano molte notizie a proposito del-la decade dell’80. All’inizio di febbraio 1980 cominciarono le lezioni dei corsi di lingua italiana gestite dal Co.As.It., che si tennero, come già nel 1979, presso il St. Patrick College di Valley, il sabato mattina dalle ore 9 alle 11447. Nel 1981 il governo fede-rale australiano, convinto del valido contributo offerto dalle scuole etniche per una migliore convivenza multiculturale, co-minciò a sovvenzionare direttamente i loro programmi. I pro-

443 Cfr. Barbecue Co.As.It., La Fiamma, 15 marzo 1978, p. 24. 444 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 3 aprile 1978, p. 24. 445 Cfr. Notiziario di Brisbane, La Fiamma, 11 ottobre 1979, p. 30; Corso aggior-namento insegnanti, La Fiamma, 22 novembre 1979, p. 28; e Brevi da Brisbane, La Fiamma, 29 Novembre 1979, p. 26 . 446 Cfr. Barbecue, La Fiamma, 13 dicembre 1979, p. 29, Saggio scolastico degli alunni di’italiano, La Fiamma, 22 novembre 1979, p. 28. 447 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 28 febbraio 1980, p. 42.

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grammi scolastici del Co.As.It. furono ampiamente beneficiati dalla nuova politica educativa australiana. Nello stesso periodo le attività assistenziali del comitato si concentrano sul problema dell’isolamento di molti immigrati italiani che non hanno sapu-to rispondere positivamente alle esigenze integrative di una società palesemente multiculturale448. Nel 1981, il Co.As.It., pre-sieduto da Carmelo Caruso, presentò al governo federale au-straliano un progetto elaborato dall’assistente sociale Fiorenza Jones intitolato Outreach Family Support Service (servizio di so-stegno familiare a domicilio). Il contributo governativo si con-cretizzò nella donazione di un pullmino Toyota Hiace che, in seno al progetto, serviva come unità mobile di assistenza a donne e bambini italiani che, per varie ragioni, non frequenta-vano i centri di assistenza istituzionali. Il mezzo fu equipaggia-to con materiale didattico e audiovisivo per bambini in età pre-scolare e per questo fu simpaticamente chiamato l’asilo pre-scuola su quattro ruote. La fase implementativa del progetto fu gestita con successo da Fiorenza Jones, Nella Alba e Lisa Dar-veniza449.

La mancanza di ulteriori notizie documentate per il resto della decade può essere in qualche modo compensata dalla dettaglia-ta presentazione delle attività del Co.As.It. nel 1994. Tali attivitá, infatti, risultarono dagli sforzi fatti del comitato negli anni pre-cedenti. Nel 1994 i programmi di assistenza sociale del Co.As.It. si dividevano in quattro settori: sviluppo comunitario, sostegno familiare, servizio per bambini e assistenza agli anziani. I servi-zi offerti dal comitato in questi ambiti spaziavano dall’assi-stenza a domicilio (tanto sociale quanto paramedica) all’assi-stenza presso un centro diurno (tanto sociale quanto paramedi-ca), dal trasporto e accompagnamento all’opera di interpreta-

448 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° otto-bre 1994, pro manuscripto, p. 19. 449 Cfr. Asilo pre-scuola su quattro ruote per il Comitato Consolare di Assistenza, Il Globo, 19 gennaio 1981, p. 23.

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riato, dall’informazione alle attività ricreative. I programmi e-ducativi erano imperniati sull’insegnamento della lingua italia-na: dati quali 11.000 studenti, 44 docenti, corsi regolari in 60 scuole spiegano da soli le dimensioni dell’impegno del comita-to di Brisbane in questo ambito. Inoltre, il Co.As.It. organizzava corsi annuali di aggiornamento per i propri docenti e attività extracurriculari per studenti (concerti, concorsi, ecc.).

Il Comitato Italiano d’Assistenza continua ancor oggi la sua pre-ziosa opera di sostegno ai settori più bisognosi della collettività italiana di Brisbane e in modo particolare agli anziani.

Casa Italia

La storia di Casa Italia è intimamente legata alla processione di San Giuseppe, un evento religioso molto popolare tra gli immi-grati italiani nel mondo. Le sue origini, però, s’intrecciano, per non dire confondono, con quelle di un’altra realtà associativa di Brisbane, ossia l’Italian Social Club di New Farm. Quest’ultimo dai documenti consultati appare più un centro comunitario che un sodalizio etnico; si riportano notizie dal 1976, anno in cui il club ottenne l’uso della St. Michael Hall in Balfour Street, New Farm. La sala, sede di riunioni conviviali e intrattenimenti so-ciali, apriva al pubblico la domenica dalle ore 13:00 alle 21:30. Alcuni eventi sociali organizzati dal club avevano un respiro più ampio, nel tentativo di coinvolgere tutta la collettività ita-liana. Fu il caso dello spettacolo di varietà, realizzato alla Bri-sbane City Hall sabato 4 settembre 1976, con la partecipazione di alcuni cantanti e musicisti italiani residenti in Australia. L’Italian Social Club era pure responsabile dell’organizzazione della festa di San Giuseppe a Brisbane450.

L’idea di celebrare la festa di San Giuseppe con una processio-ne solenne per le vie di Brisbane fu di Samuel Tornatore, il qua-

450 Cfr. Brisbane Italian Social Club, La Fiamma, 29 luglio 1976, p. 32.

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le, ricordando le sontuose celebrazioni della patria lontana, in-tendeva dare più enfasi alla commemorazione del Santo. Nel gennaio 1976 un gruppetto di volontari costituì il primo Comita-to per la festa di San Giuseppe (St. Joseph Festival Committee); as-sieme al sig. Tornatore, figuravano i nomi di Franco Zullo, Giu-seppe Raiti, Santo Raiti, Giuseppe Cosentino e Mimma Fur-lan451. Anche se non esplicitato nelle fonti consultate, si può ve-rosimilmente dedurre che le attività sopracitate fossero indiriz-zate alla raccolta di fondi per la festa. All’inizio del 1977 tutto era pronto per la prima grande celebrazione di San Giuseppe. A coronazione degli encomiabili sforzi del comitato, Samuel Tornatore, presidente dell’Italian Social Club, poteva invitare tutta la collettività italiana alla “grande festa in onore di San Giuseppe” organizzata per domenica 20 marzo 1977. Il pro-gramma dei festeggiamenti prevedeva la Santa Messa nella chiesa di St. Patrick, a Fortitude Valley, alle 14:00, la processio-ne fino al parco di New Farm, la benedizione solenne e poi gio-chi, divertimenti, sport, musica, danze e fuochi artificiali. La festa riscosse un inatteso successo di pubblico: oltre 6.000 per-sone parteciparono ai festeggiamenti452.

All’indomani della festa, il comitato cominciò immediatamente a preparare la celebrazione del 1978. Per meglio distribuire il peso organizzativo dell’evento, fu costituito il “Gruppo della Fratellanza”, cui fu affidata l’organizzazione della parte religio-sa della manifestazione. Filippo Mangano fu eletto responsabile (“governatore”) di tale fratellanza. Serviva anche una statua di San Giuseppe più degna e il delicato incarico fu affidato a Vin-cenzo Di Marco. La statua fu benedetta da P. J. Hynes verso la fine del 1977 nella chiesa di St. Patrick. Alcune suore siciliane furono incaricate di preparare lo stendardo ufficiale del comita-

451 Cfr. Saint Joseph Festival Committee 1980, pro manuscripto [1980], p. 6. 452 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 febbraio 1977, p. 11, Saint Joseph Fe-stival Committee 1980, pro manuscripto [1980], p. 6; e Notizie da Brisbane, La Fiamma, 17 marzo 1977, p. 20.

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to453. Domenica 19 marzo 1978 si svolse la seconda edizione del-la “Festa di San Giuseppe”; la celebrazione cominciò con una Santa Messa celebrata da P. Claudio Moscatelli, cappellano de-gli italiani, nella chiesa di St. Patrick. La Corale G. Verdi animò i canti liturgici. Seguì la processione fino al parco di New Farm, adornato per l’occasione con tutti i colori e i sapori di una sagra paesana. Dopo la benedizione solenne, iniziarono i discorsi uf-ficiali delle diverse autorità convenute: il sindaco di Brisbane, Frank L. Sleeman, il console di Brisbane, dott. Felice Maggia, il patrono del comitato, l’avv. Giuseppe Rinaudo, e il presidente Samuel Tornatore. Seguirono giochi e divertimenti per tutti, compresa l’incoronazione della prima reginetta della festa di San Giuseppe, la sig.na Carolina Esposito. Verso le sei del po-meriggio le attività ludiche furono momentaneamente sospese per dare la parola a Micheal MacKellar, ministro dell’immi-grazione australiano, venuto appositamente da Canberra per mostrare il sostegno del governo federale nei confronti della manifestazione454.

Ancora “fresco” di celebrazione, il 25 marzo seguente l’instancabile St. Joseph Festival Committee organizzò il “Ballo dell’Agnello Pasquale” presso la Buffalo Hall a Valley455. Il 20 maggio 1978 il comitato organizzò, grazie all’aiuto delle donne dell’Azione Cattolica, il “Ballo delle mamme” presso la Holy Spi-rit Hall di New Farm456. Il 23 maggio seguente il Comitato per la festa di San Giuseppe ricevette in dono dal parlamento del Que-ensland la bandiera australiana. Quella italiana fu successiva-mente ossequiata dal consolato italiano di Brisbane. Il 13 luglio 1978 si celebrò l’assemblea generale dei soci del comitato; in tale occasione furono ufficialmente presentati e approvati gli

453 Cfr. Saint Joseph Festival Committee 1980, pro manuscripto [1980], pp. 7-8. 454 Cfr. Ibidem, pp. 9-12, Brisbane: il programma della festa di San Giuseppe, La Fiamma, 9 marzo 1978, p. 23; e Festa di S. Giuseppe. Folclore italiano, La Fiam-ma, 6 aprile 1978, p. 28. 455 Cfr. Ballo, La Fiamma, 9 marzo 1978, p. 23. 456 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 20 aprile 1978, p. 29.

Gli italiani di Brisbane 2 187

statuti del Saint Joseph Festival Committee 457. Il comitato decise di costruire una nuova portantina per la statua del santo prima della celebrazione del 1979: servirono dieci mesi e 3.000 dollari per portare a termine il progetto. Lo Studio Ferranti curò un album fotografico delle manifestazioni del 1977 e 1978 che fu dato in custodia all’avv. Rinaudo458. La cerimonia di consegna dell’album avvenne durante un ballo organizzato dal comitato il 22 luglio presso la Holy Spirit Hall459. Era nata nel frattempo anche una sezione giovanile del Comitato per la festa di San Giu-seppe, chiamata St. Joseph Youth Club. Con lo scopo di contribui-re alla raccolta di fondi, essa organizzò il 4 agosto 1978 una se-rata disco al Polish Club di Milton460.

La celebrazione della festa di San Giuseppe nel marzo 1979 an-notò un’affluenza record di 15.000 persone, superando così ampliamente le oltre 10.000 presenze contate l’anno preceden-te461. Dal preventivo spese del comitato per il 1979 si deduce che il 50% del totale era riservato ad attività non direttamente legate alla festa di San Giuseppe, quali l’assistenza agli immi-grati e alle loro famiglie, l’allestimento di una banda musicale e i corsi di musica strumentale per i figli degli immigrati. Si de-duce inoltre che il comitato aveva cambiato sede; dall’inte-stazione risulta infatti che il St. Joseph Festival Committee risie-deva al numero 539 di Brusnwick Street, New Farm462. Il vistoso successo della manifestazione convinse il comitato ad aumenta-re la durata dell’evento a due giorni. Nel 1980 la celebrazione si svolse sabato 22 e domenica 23 marzo; la Santa Messa, celebrata da P. Romano Franchini e la relativa processione con la statua di San Giuseppe, da sempre il cuore della festa, si realizzarono

457 Cfr. SAINT JOSEPH FESTIVAL COMMITTEE, Constitutions, Brisbane 1983. 458 Cfr. Saint Joseph Festival Committee 1980, pro manuscripto [1980], pp. 14-16. 459 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 13 luglio 1978, p. 29. 460 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 3 agosto 1978, p. 30. 461 Cfr. Saint Joseph Festival Committee 1980, pro manuscripto [1980], pp. 17-18. 462 Cfr. SAINT JOSEPH’S FESTIVAL COMMITTEE, Preventivo Spese 1979, 25 settembre 1978, Archivio Casa Italia.

188 Le associazioni italiane

la domenica mattina463. Per tutta la decade dell’80, come una tradizione consolidata, le celebrazioni della festa di San Giu-seppe si tennero ogni anno regolarmente. Nel 1981 e nel 1983 furono apportate alcune piccole modifiche agli statuti464. Pur-troppo le fonti consultate non riportano molte notizie riguardo alle altre attività del comitato. Nel corso di quegli anni il St. Jo-seph Festival Committee cambiò il suo nome in Casa Italia Community Centre (spesso abbreviato in Casa Italia), ma la modi-fica fu registrata negli statuti solo il 10 giugno del 1985, in occa-sione della assemblea generale dell’associazione465. Nello stesso periodo la sede sociale fu trasferita al numero 26 di Gray Street, New Farm. Nell’aprile 1984 la Casa Italia organizzò un torneo di bocce, patrocinato dalla compagnia Air India, e uno di tressette. La sede dell’associazione, che fungeva da ritrovo sociale, apriva al pubblico tutti i giorni dal martedì al sabato, dalle ore 18:00 in poi, e la domenica dalle ore 13:00 in poi466. In un avviso pubbli-cato su Il Globo nell’agosto 1984 appare anche il nome di New Farm Community Centre, di fianco a Casa Italia, dando l’idea che le due realtà sono di fatto congiunte467. Si può verosimilmente supporre che il primo fosse uno sviluppo dell’Italian Social Club, come la seconda era una modificazione del Comitato per la Festa di San Giuseppe. Rimane il fatto che le attività delle due realtà associative coincisero per lo meno fino al 1985.

Probabilmente a causa di alcuni sostanziali cambiamenti nella dirigenza delle due associazioni, nel biennio 1986-1987 si verifi-cò una netta scissione tra il Casa Italia Community Centre e il New Farm Community Centre. Tale frattura comportò una serie di ma-lintesi, dispute e reclami che non giovarono alle attività di en-

463 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 7 febbraio 1980, p. 22. 464 Cfr. SAINT JOSEPH FESTIVAL COMMITTEE, Constitutions, Brisbane 1983. 465 Cfr. Ibidem. Sulla copertina del documento visionato dall’autore risulta apposta una nota dattiloscritta che certifica quanto affermato. 466 Cfr. L’angolo del Queensland, Il Globo, 16 Aprile 1984, p. 23. 467 Cfr. Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22.

Gli italiani di Brisbane 2 189

trambe468. Nel 1986 la festa di San Giuseppe raggiunse la sua decima edizione. Dal programma si deduce che il sabato 22 marzo e la domenica 23 marzo pomeriggio furono dedicati a un Ethnic Festival organizzato assieme alla Sicilian Association. L’uso della lingua inglese e i numeri dello spettacolo indicano chiaramente che la manifestazione nel parco di New Farm si stava progressivamente trasformando in un evento multicultu-rale. Le attività religiose, normalmente realizzate la domenica mattina, non sono incluse nel programma ufficiale. Questo fatto potrebbe indicare che le celebrazioni religiose fossero respon-sabilità altrui469. Non fu così per l’edizione del 1987, il cui pro-gramma inseriva la Santa Messa e la tradizionale processione in tarda mattinata470.

L’ultima notizia per il periodo trattato si riferisce al 1988. Dal mese di giugno fino a ottobre Casa Italia, sotto la presidenza di Sam Olivieri, s’impegnò assieme a tutte le altre associazioni ita-liane per la preparazione della visita ufficiale del presidente della Repubblica Italiana, Francesco Cossiga, in occasione della Expo di Brisbane. Dalle interviste raccolte si deduce che le atti-vità continuarono regolarmente anche negli anni seguenti.

Associazione Abruzzo

Sin dal 1966 le fonti consultate parlano di una speciale occasio-ne che riuniva tutti gli immigrati abruzzesi di Ripa Teatina re-sidenti a Brisbane. Si tratta della commemorazione della “Ma-donna del sudore”, una festa religiosa con radici secolari. A Ri-pa Teatina, in provincia di Chieti, il 22 marzo 1728 una pia donna si accorse che il quadro della “Madonna dell’Alento”, dipinto da Antonio Solaro (lo Zingaro), trasudava sangue. Il miracolo fu confermato dal folto pubblico accorso curioso. La

468 Cfr. documenti vari presso l’Archivio Casa Italia. 469 Cfr. Saint Joseph Festival - Italian Festival 1986, Archivio Casa Italia. 470 Cfr. The 11th Saint Joseph Festival, Archivio Casa Italia.

190 Le associazioni italiane

devozione popolare, creatasi in seguito all’evento prodigioso, cambiò il nome del quadro in Madonna del Sudore. Le si dedi-carono due feste: una il 22 marzo, data della scoperta del mira-colo, l’altra la quarta domenica di settembre, per celebrare la translazione del quadro dalla chiesa di S. Maria dell’Alento al paese. I festeggiamenti di Brisbane riportati dalle fonti nel 1966 erano legati a quest’ultima. Il 24 e 25 settembre i devoti abruz-zesi organizzarono una serie di manifestazioni religiose presso la cripta della nuova cattedrale in costruzione, a Fortitude Val-ley. Seguì un evento sociale presso la Holy Spirit Hall di New Farm471.

L’Associazione Abruzzo (alias Associazione Abruzzese o Abruzzo Club) di Brisbane fu costituita all’inizio del 1978. Il sodalizio si proponeva di riunire tutti i figli della terra abruzzese residenti nella capitale del Queensland. Il primo comitato era composto da Luigi D’Onofrio, presidente, Nick Pizzica, vice presidente, Romano Masci, tesoriere, e Nick Mancinelli, segretario. L’asso-ciazione raccolse la tradizione ultradecennale della festa della Madonna del Sudore e si prese la responsabilità della sua orga-nizzazione. Nel marzo 1978 furono programmati due eventi legati alla data del miracolo. Il primo, più di natura sociale, fu una serata danzante con porchettata allo stile abruzzese, sabato 25 marzo presso l’Italo-Australian Centre di Newmarket. Il se-condo, più di natura religiosa, fu una messa solenne, martedì 28 marzo presso la chiesa di St. Thomas More a Petrie Terra-ce472. Dopo pochi mesi, l’Associazione Abruzzo s’impegnò per l’organizzazione di un’altra festa religiosa tipicamente abruzze-se: la commemorazione di San Pantaleone, martire del IV seco-lo e patrono di Miglianico, in provincia di Chieti. Il 27 luglio 1978 fu celebrata la Santa Messa solenne in onore del santo nel-la chiesa di St. Thomas More. Il 29 luglio seguente si realizzò

471 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 13 settembre 1966, p. 16 (?). 472 Cfr. Ass. Abruzzo, La Fiamma, 2 marzo 1978, p. 16; e Costituita a Brisbane l’Associazione Abruzzese, La Fiamma, 15 marzo 1978, p. 24.

Gli italiani di Brisbane 2 191

una serata danzante con porchettata all’Italo-Australian Centre. Circa 500 persone affollarono la sala del centro. Il 23 settembre successivo l’associazione organizzò un ballo presso l’elegante Eastern Suburbs Rugby League Club 473.

Sabato 26 maggio 1979 l’associazione celebrò il suo primo anni-versario con un gran ballo alla Colussus Hall a West End474. Presso la medesima sala, l’8 settembre successivo l’Associazione Abruzzo organizzò il “Ballo delle Quattro Province”. Si riuniro-no per l’occasione oltre 250 persone; tra le autorità presenti c’era anche il console italiano Mario Sganga, mosso dal deside-rio di conoscere più da vicino gli abruzzesi di Brisbane475. Il 31 ottobre 1979 si tenne l’assemblea generale del sodalizio abruz-zese e l’elezione del nuovo comitato. Fu riconfermato quasi tut-to il direttivo dell’anno precedente476. Sabato 17 novembre il comitato organizzò una serata danzante alla Colussus Hall. L’affluenza di famiglie abruzzesi superò ampiamente le attese e si dovettero approntare alcuni tavoli all’ultimo momento per fare posto agli ultimi arrivati. Il presidente D’Onofrio non par-tecipò all’evento perché impegnato in un incontro con un altro sodalizio abruzzese con sede a Melbourne. In tale incontro si prospettarono diverse iniziative di collaborazione tra le asso-ciazioni477.

Negli anni ’80 le notizie riportate dalle fonti consultate si fanno più rade. Come primo evento dell’anno, il 9 febbraio 1980 l’Associazione Abruzzo organizzò una serata danzante a carattere

473 Cfr. Ass. Abruzzo, La Fiamma, 15 giugno 1978, p. 31, Cronache locali, La Fiamma, 13 luglio 1978, p. 29; e Brevi da Brisbane, La Fiamma, 3 agosto 1978, p. 30. 474 Cfr. Anniversario dell’Abruzzo Club, Il Globo, 4 giugno 1979, p. 29. 475 Cfr. Associazione Abruzzo, La Fiamma, 6 settembre 1979, p. 30; e Brevi da Brisbane, La Fiamma, 13 settembre 1979, p. 30. 476 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 1 novembre 1979, p. 26; e Notiziario da Brisbane, La Fiamma, 8 novembre 1979, p. 26. 477 Cfr. Cronache locali, La Fiamma, 22 novembre 1979, p. 26; e Brevi da Brisbane, La Fiamma, 29 novembre 1979, p. 26.

192 Le associazioni italiane

familiare alla Colussus Hall 478. Nel maggio 1981 giunse a Bri-sbane mons. Di Donato, sacerdote di Scaffa, un paese in pro-vincia di Pescara, in visita ai suoi parrocchiani emigrati in Au-stralia. Tutta la comunità abruzzese si riunì domenica 10 mag-gio per un pranzo in onore del prelato alla Casa d’Abruzzo 479. Il 1 settembre 1984 l’Associazione Abruzzo organizzò il Ballo delle quattro province presso il Valley Leagues Club a Albion480. Mar-tedì 11 dicembre, presso la Gondola Reception Lounge, l’asso-ciazione celebrò l’assemblea annuale con l’elezione del nuovo comitato direttivo per il 1985481. Il presidente uscente era Camil-lo Masci482. Anche se non si ha conferma dalle fonti consultate, le testimonianza raccolta assicurano che l’Associazione Abruzzo continuò ad organizzare attività e eventi sociali e religiosi negli anni successivi.

Associazione Trevisani Nel Mondo

Sin dagli anni ’60, gli immigrati trevisani residenti a Brisbane erano soliti ritrovarsi nella Tavernetta di Aspley, gestita dalla famiglia Ceccato. Ogni tanto si organizzavano cene, feste da ballo e grandi grigliate, tutte a sfondo sociale. E così si continuò per tutta la decade del ‘70. L’idea di fondare una vera e propria associazione fu di Armando Nasato, un immigrante da Paese. Come risposta a una sfida proposta dai suoi compagni di lavo-ro, il sig. Nasato volle dimostrare come fosse semplice radunare i trevisani in un’associazione. Essendo a conoscenza di un so-dalizio trevisano già esistente a Melbourne, Armando Nasato chiese e ottenne da P. Giuliano Cavarzan, sacerdote trevisano operante nella capitale del Victoria, tutte le informazioni neces-

478 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 17 gennaio 1980, p. 21; e Notizie da Bri-sbane, La Fiamma, 7 febbraio 1980, p. 22. 479 Cfr. Mons. Di Donato alla Casa d’Abruzzo, Il Globo, 18 maggio 1981, p. 27. 480 Cfr. Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22. 481 Cfr. Calendario Sociale, Il Globo, 3 dicembre1984, p. 23. 482 Cfr. Italian Associations in Brisbane, 25th October 1984, Archivio Casa Italia.

Gli italiani di Brisbane 2 193

sarie per dare inizio all’opera. Dopo aver assicurato i fondi ne-cessari attraverso una breve campagna di sensibilizzazione tra amici e paesani, il sig. Nasato convocò la prima assemblea ge-nerale dei soci nel 1982. Il primo presidente della neonata se-zione di Brisbane dell’Associazione Trevisani nel Mondo fu Gianni Colussa. La sede sociale fu fissata presso l’Italo-Australian Cen-tre di Newmarket483.

Per tutti gli anni ’80 le attività dell’associazione ebbero un indi-rizzo prettamente sociale: grandi grigliate, cene, balli, tornei di briscola, scopa e tressette e gite in autobus. “La festa dei folpi” (ossia la festa dei polipi) divenne in breve tempo un appunta-mento annuale imperdibile: polenta e quaglie alla trevisana e buona musica per tutti. I contatti con la Tavernetta di Aspley non si erano persi. Sabato 8 settembre 1984 l’associazione orga-nizzò un “Gran Veglione di Primavera” presso l’Italo-Australian Bowling Club 484. Nel 1985 la presidenza passò da Gianni Colus-sa485 ad Armando Nasato, che diresse l’Associazione Trevisani nel Mondo fino al 1992. La solidarietà con gli immigrati italiani di Brisbane fu sempre una delle priorità dei comitati che si alter-narono alla guida dell’associazione. I soci alla fine degli anni ’90 erano più di 120. La sezione di Brisbane dell’Associazione Trevisani nel Mondo continua ancor oggi la sua meravigliosa o-pera tra gli immigrati italiani della capitale del Queensland486.

483 Cfr. Trevisani nel Mondo, Sez. di Brisbane, in Il Terzo Convegno Nazionale Tre-visani nel Mondo d’Australia, Melbourne 1994, p. 6; e Veneti d’Australia, a cura di Luciano Segafreddo, Longo Editore, Ravenna 2005, p. 174. 484 Cfr. Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22. 485 Cfr. Italian Associations in Brisbane, 25th October 1984, Archivio Casa Italia. 486 Cfr. Trevisani nel Mondo, Sez. di Brisbane, in Il Terzo Convegno Nazionale Tre-visani nel Mondo d’Australia, Melbourne 1994, p. 6; e Brisbane 2002. VI Convegno Nazionale Trevisani del Mondo D’Australia, Brisbane 2002, p. 15.

194 Le associazioni italiane

Altre associazioni

Dal 1945 al 1990 molte altre associazioni italiane operarono nel territorio metropolitano di Brisbane. Di alcune le fonti consulta-te riportano qualche notizia frammentaria, di altre solo una menzione.

In un suo articolo, Cesare Marletta accenna a un Club Italiano (alias Italian Community Association) che sarebbe stato inaugura-to presso la Casa San Francesco il 10 maggio 1955. Il club sa-rebbe stato “tenuto a battesimo” dal vice console Massimo Ca-staldo487.

Dalla fine degli anni ‘50 si hanno chiare indicazioni del-l‘esistenza di un Italo-Australian Club (alias Club Italo-Austra-liano), situato in Hope Street, South Brisbane. Nell’aprile 1957 le elezioni del nuovo comitato direttivo si conclusero con Bruno Cappelletti presidente, Giuseppe Della Bianca segretario e Vit-torio Morella tesoriere. La gestione finanziaria del 1956 presen-tava un deficit, che il nuovo comitato contava di colmare con una serie di attività tese alla raccolta di fondi per il sodalizio488. Nel marzo 1958 il club rinnovò il direttivo che risultò così com-posto: B. Cappelletti presidente, A. Dell’Otto vice presidente, H. Fritz tesoriere, V. H. Corazzol segretario i sigg. F. Cattaneo e O. Mazzaracca membri489. Sabato 2 agosto l’Italo-Australian Club organizzò un ballo presso la Buranda Hall.490

Negli anni ’70 l’assistenza alla comunità italiana della capitale del Queensland si strutturò con un particolare tocco femminile nell’Associazione Femminile Assistenziale. L’8 ottobre 1974 l’asso-ciazione organizzò una serata di cabaret presso l’Italo-Austra-

487 Cfr. MARLETTA CESARE, Come eravamo …, Presenza (1994) 1, p. 13. 488 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 2 maggio 1957, p. 8. 489 Cfr. Sette Giorni nel Queensland, La Fiamma, 14 marzo 1958, p. 13. 490 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 1 agosto 1958, p. 12.

Gli italiani di Brisbane 2 195

lian Centre 491. Nel dicembre 1976 è citata tra i sodalizi italiani presenti ai funerali del dott. Castellano492.

Nel 1974 fu fondata a Brisbane la sede locale dell’Associazione Nazionale Alpini (A.N.A.). Le fonti consultate menzionano ripe-tutamente l’esistenza di tale associazione, ma non forniscono molte informazioni a riguardo. Pare che l’azione del sodalizio fosse legata prevalentemente alla celebrazione della festa del 4 novembre. Il presidente nel 1984 era il sig. Claudio Bidoli493.

All’inizio del 1977 fu eretto il Campania Social Club e il sig. Enea Sciarretta ne fu il primo presidente. La prima attività del club fu un barbecue alla napoletana, realizzato nel marzo di quel-l’anno494. Nel giugno successivo il sodalizio sponsorizzò lo spettacolo di un complesso folclorico campano che si esibì in occasione della festa della Repubblica Italiana. Secondo le fonti consultate, il club si sciolse nel medesimo mese495.

Dagli anni ’80 vengono riportate notizie di una Associazione Si-ciliana (alias Associazione Sicilia o Sicilian Association), le cui atti-vità appaiono alquanto legate a quelle di Casa Italia. Il sodalizio è spesso citato come patrocinante nell’organizzazione del festi-val folclorico che seguiva la processione di San Giuseppe. Nel 1984 il presidente era Giuseppe Castellana496.

Una lista di Italian Associations in Brisbane, datata 25 ottobre 1984 e conservata presso l’Archivio Casa Italia, dichiara l’esi-stenza dell’Associazione Carabinieri in Congedo, il cui presidente era E. Furlan, della sede di Brisbane dell’Associazione Fiumani nel Mondo, il cui presidente era G. Ferlan, e della sede di Bri-

491 Cfr. Associazione Femminile Assistenziale, Il Globo, 26 settembre 1974, p. 13. 492 Cfr. L’estremo omaggio della comunità italiana al Dr. Castellano, La Fiamma, 16 dicembre 1976, p. 31. 493 Cfr. Italian Associations in Brisbane, 25th October 1984, Archivio Casa Italia. 494 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 10 marzo 1977, p. 20. 495 Cfr. Queensland, La Fiamma, 16 giugno 1977, p. 13; e Queensland, 30 giugno 1977, p. 13. 496 Cfr. Italian Associations in Brisbane, 25th October 1984, Archivio Casa Italia.

196 Le associazioni italiane

sbane dell’Associazione Marinai d’Italia, i cui responsabili erano Nunzio Giuseppe De Vincentis e Walter Maieroni497. Il 23 no-vembre 1988 l’Associazione Carabinieri in Congedo organizzò il “Ballo della Benemerita” 498.

Nel 1984 era già presente a Brisbane l’Associazione Ostigliesi (a-lias Associazione Emigrati Ostigliesi). Domenica 9 settembre 1984 il presidente, Antonio Mazza, convocò tutti i soci per una riu-nione che si concluse con un pranzo499.

La sezione del Queensland dell’Associazione Nazionale delle Don-ne Italo Australiane - (alias National Italiana Australian Women’s Association Inc.) fu fondata il 25 febbraio 1987. L’iniziativa fu presa da alcune donne italiane di Brisbane che avevano parte-cipato alla prima conferenza dell’associazione, realizzata a Sydney, dal titolo “Noi Donne Italo-Australiane”. A questa era seguita una seconda conferenza, organizzata a Brisbane il 16 novembre 1986, dal titolo “Chi sono io?”. Il sodalizio si dedica-va principalmente all’organizzazione di conferenze annuali, gite e altre attività sociali e ricreative500.

497 Cfr. Ibidem. 498 Cfr. Gran ballo della Benemerita, La Fiamma, 24 novembre 1988, p. 36. 499 Cfr. Calendario sociale, Il Globo, 20 agosto 1984, p. 22. 500 Cfr. JONES FIORENZA, Associazione Nazionale delle donne Italo Australiane - Sezione del Queensland, Presenza (1994) 1, p. 7.

CAPO QUARTO

L’ASSISTENZA RELIGIOSA DELLA

COLLETTIVITÀ ITALIANA

198 L’assistenza religiosa della collettività italiana

Gli italiani di Brisbane 2 199

La Chiesa locale Dalle notizie conservate negli archivi dell’arcidiocesi di Brisba-ne (Archives of the Archdiocese of Brisbane), risulta chiaro come, per lo meno dal 1942, l’arcivescovo di Brisbane, mons. James Duhig, s’interessò personalmente di diversi casi d’immigrati italiani imprigionati nel South Australia, rispondendo agli ap-pelli delle loro famiglie. Il prelato si mosse sempre con molta prudenza, perché l’ambiente politico non era favorevole. Le richieste di assistenza indirizzate all’arcivescovo di Brisbane da parte dei familiari degli immigrati italiani detenuti aumentaro-no notevolmente nel corso del 1943; alle petizioni d’interces-sione per casi particolari presso le autorità australiane se ne ag-giunsero altre più di carattere finanziario1. Negli stessi anni, mons. Duhig fu attento anche ai bisogni spirituali dei prigionie-ri di guerra italiani, recandosi personalmente a dare conforto ai detenuti presso il campo di Gaythorne, vicino a Brisbane. Uno degli assistiti, il dott. Manlio Cariglia, ufficiale medico, ricorda-va così l’opera dell’arcivescovo alcuni anni dopo:

«I miei più sentiti ringraziamenti per tutto quello che voi a-vete fatto per alleviare le sofferenze morali dei prigionieri […]. Un mio collega che venne dopo di me ha avuto pure l’onore di conoscerVi e mi riferì come Voi continuate la ope-ra di bontà presso i prigionieri. […] … Voi solo avete conso-lato noi prigionieri con i vostri aiuti spirituali e ci avete sol-levato l’animo perchè abbiamo conosciuto in Voi un animo superiore, soffuso di straordinaria bontà […]»2.

All’indomani della resa italiana e alle soglie del suo giubileo sacerdotale, mons. Duhig cominciò subito a mettersi all’opera al fine di riannodare il flusso immigratorio proveniente dal Bel Paese. Negli anni successivi, come già aveva fatto prima della

1 Cfr. lettere e documenti vari, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Italians III, Fascicolo 1942 e Fascicolo 1943. 2 CARIGLIA MANLIO, Lettera a mons. James Duhig del 12 febbraio 1947, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Italians III, Fascicolo 1947.

200 L’assistenza religiosa della collettività italiana

guerra, l’arcivescovo assistette parroci e familiari in Italia nella ricerca d’italiani dispersi, raccomandò immigrati per posti di lavoro e aiutò finanziariamente i più bisognosi3.

Nel 1945 mons. Duhig decise di affidare la cura pastorale degli italiani immigrati residenti nella sua diocesi ai missionari cap-puccini, ai quali dal 1949 si affiancano le suore canossiane. L’arcivescovo continuò comunque a seguire con vivo interesse gli sviluppi dell’opera pastorale dei religiosi italiani, parteci-pando personalmente alle celebrazioni principali della colletti-vità italiana. Nel novembre 1955, in occasione del giubileo epi-scopale di mons. Duhig, la collettività italiana di Brisbane deci-se di esprimere in modo tangibile la propria gratitudine nei confronti del prelato. Attraverso La Fiamma fu lanciato un ap-pello a tutti gli italiani del Queensland affinché contribuissero al fondo che l’arcivescovo aveva costituito per finanziare la co-struzione di due collegi universitari cattolici. I festeggiamenti giubilari si celebrarono con grandissima solennità dal 13 al 28 novembre 1955. Intervennero trenta vescovi, tra cui il delegato apostolico, mons. Romolo Carboni. Il tributo italiano alle opere del venerando arcivescovo superò le 10.000 sterline4. Le cele-brazioni giubilari di mons. Duhig continuarono nel 1956. Il mattino del 17 giugno 1956 la collettività italiana invitò l’arcivescovo a presiedere una Santa Messa presso la cripta del-la nuova cattedrale in costruzione (Holy Name)5, a Fortitude Valley. Nel pomeriggio del medesimo giorno, mons. Duhig partecipò a un ricevimento organizzato in suo onore presso la Casa San Francesco. In tale occasione, alla presenza di moltissimi 3 Cfr. Lettere e documenti vari, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cas-sa Italians III, Fascicolo 1944, Fascicolo 1945, Fascicolo 1946, Fascicolo 1947, Fascicolo 1948 e Fascicolo 1949. 4 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 28 ottobre 1955, p. 9; La voce del Que-ensland, La Fiamma, 18 novembre 1955, p. 9; La voce del Queensland, La Fiam-ma, 25 novembre 1955, p. 9; e La Voce del Queensland, La Fiamma, 2 dicem-bre 1955, p. 9. 5 Per ulteriori informazioni sulla cripta Holy Name cfr. RINAUDO JOE, The Cript, Presenza (1995) 2, pp. 2-3.

Gli italiani di Brisbane 2 201

immigrati, al prelato fu consegnata una splendida croce petto-rale d’oro, segno della profonda riconoscenza della collettività italiana6. Nonostante la veneranda età e gli acciacchi connessi, mons. Duhig continuò a essere vicino alla collettività italiana fino alla sua morte, avvenuta il 10 aprile 1965.

Seguendo l’esempio del loro pastore, numerosi sacerdoti dioce-sani di Brisbane dimostrarono di non mancare di sensibilità pa-storale nei confronti della comunità italiana della capitale del Queensland. Alcuni di essi avevano studiato in Italia e riusci-vano a esprimersi bene in italiano. All’inizio dell’agosto 1966, per meglio rispondere alle esigenze della comunità cattolica a lui affidata, P. Espinoll, parroco della parrocchia Holy Spirit a New Farm istituì una Santa Messa domenicale in italiano, alle ore 10:00, presso la chiesa parrocchiale7. Il nuovo arcivescovo, mons. Patrick O’Donnell, appoggiò l’iniziativa. Del resto aveva già dimostrato da arcivescovo coadiutore di essere molto atten-to ai bisogni delle comunità etniche di Brisbane. Fu sua la deci-sione di consegnare nel 1969 la parrocchia St. Thomas More ai missionari cappuccini allo scopo di provvedere più degnamen-te alla cura pastorale degli italiani. Mons. O’Donnell, già anzia-no alla nomina, si ritirò per limiti d’età all’inizio del 1973.

Nello stesso anno prese possesso dell’arcidiocesi mons. Francis Robert Rush. Il prelato dimostrò subito di conoscere la compo-sizione multietnica della comunità arcidiocesana e si preoccupò di sostenere le espressioni religiose proprie, pur proponendo momenti d’incontro e di celebrazioni comunitarie. Durante questi anni la parrocchia Holy Spirit di New Farm, con il suo bel salone, divenne progressivamente uno dei centri preferiti per le attività delle varie associazioni italiane. I vari parroci si mostrarono sempre molto vicini alla collettività italiana in ge-nere. Come segno della loro riconoscenza, nel luglio 1976 gli

6 Cfr. Presentation of Magnificent Gold Cross and Chain to Commemorate Episcopal Golden Jubilee, The Catholic Leader, 21 giugno 1956, p 1. 7 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 9 agosto 1966, p. 16.

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italiani regalarono un viaggio in Italia a P. John Nee, parroco di Holy Spirit, che aveva deciso di studiare italiano all’università di Perugia8.

All’indomani dell’arrivo dei missionari scalabriniani e della partenza dei missionari cappuccini, mons. Rush continuò a provvedere ai bisogni spirituali della collettività italiana anche attraverso i suoi sacerdoti diocesani. All’inizio del 1982, P. Ja-mes Spence, appena arrivato da Roma, dove aveva concluso i suoi studi teologici, fu assegnato alla cappella St. Thomas per continuare il lavoro iniziato dai francescani. P. Spence riprese subito la messa domenicale in italiano9. La cappella continuò ad avere il suo Comitato Cattolico Italiano, fondato dai cappuccini tempo addietro. Tale comitato era incaricato di organizzare al-cune feste religiose importanti della collettività italiana. Nel dicembre 1984 il comitato si riunì per eleggere il nuovo diretti-vo. In tale occasione, il presidente uscente, Villiano Cavallo, passò le consegne a Carmelo Giampaolo10. Domenica 14 giugno 1987, il Comitato Cattolico Italiano organizzò nella chiesa di St. Thomas More l’annuale festa di S. Antonio da Padova. Come era successo per gli anni precedenti, la manifestazione religiosa richiamò moltissimi italiani provenienti da diversi sobborghi di Brisbane. La Polifonica Perosi, diretta da Carmelo Giampaolo, animò i canti liturgici11.

8 Cfr. Viaggio “premio” al prete degli italiani, La Fiamma, 15 luglio 1976, p. 32. 9 Cfr. Italian Mass to resume in city, The Leader, 1 febbraio 1982, p. 4. 10 Cfr. Nuovo Comitato, Il Globo, 3 dicembre 1984, p. 23. 11 Cfr. Solennemente celebrata in letizia la festa di S. Antonio da Padova, Il Globo, 22 giugno 1987, p. 22.

Gli italiani di Brisbane 2 203

I missionari cappuccini (OFM Cap.)

Nell’immediato dopoguerra Mons. Giovanni Panico, delegato apostolico per l’Australia, preoccupato dell’assistenza spiritua-le di tanti immigrati italiani vecchi e nuovi, decise di chiedere all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini (OFM Cap.) di mandare alcuni missionari italo-americani per prendersi cura delle co-munità italiane in alcune grandi città australiane. Mons. James Duhig espresse subito la sua disponibilità ad accogliere i mis-sionari francescani nella sua arcidiocesi12. L’8 agosto 1945, ri-spondendo a chiare istruzioni da Roma, P. Felix Miritello, dall’Immaculate Conception Monastery di New York, scriveva a mons. Duhig di avere già assegnato quattro eccellenti frati alla missione di Brisbane: P. Accursio Rasi, P. Egidio Scarpini, P. Anastasio Paoletti e P. Gabriele Italia13. I quattro missionari, dopo una sosta forzata a San Francisco per l’espletamento di alcune pratiche burocratiche, salparono alla volta dell’Austra-lia. Arrivarono a Brisbane il 22 ottobre 1945. Mons. Duhig li ac-colse calorosamente e affidò loro la parrocchia Guardian An-gels a Wynnum, sulla baia di Moreton. Da lì i Cappuccini co-minciarono a servire le comunità italiane di Ingham, Texas e Inglewood.

Nei primi mesi del 1946 P. Anastasio Paoletti iniziò a visitare gli immigrati italiani residenti a Brisbane e realizzò una missio-ne popolare presso la cattedrale cittadina. Da questo momento le attività religiose per la collettività italiana della capitale del Queensland cominciarono ad assumere una certa regolarità. Nel novembre dello stesso anno P. Paoletti fu assegnato alla nuova parrocchia di Sydney, ma il lavoro pastorale dei frati a

12 Cfr. PAOLETTI ANASTASIO, Assistenza religiosa e sociale degli emigrati italiani in Australia, Bollettino Ufficiale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Mantova, XII (1952) 6, p. 7. 13 Cfr. MIRITELLO FELIX, Lettera a mons. James Duhig dell’8 agosto 1945, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 1.

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Brisbane continuò con successo14. Verso la metà del 1947, le funzioni religiose della comunità italiana erano officiate dai padri cappuccini ogni prima domenica del mese presso la crip-ta di Valley15. Alla fine dello stesso anno arrivò P. Carlo De Matteo, ottimo oratore, il quale si dedicò alla predicazione di missioni popolari nei dintorni di Brisbane. Con lui ripresero anche le funzioni regolari per la collettività della capitale del Queensland che avevano subito una leggera flessione nei mesi precedenti16. Alla fine di maggio, P. De Matteo predicò un tri-duo in preparazione delle feste della SS. Trinità e di Maria Au-siliatrice nella cripta di Valley. La partecipazione degli italiani fu numerosa17. Nell’agosto 1948 P. Accursio Rasi e P. Gabriele Italia furono richiamati negli Stati Uniti; alla fine dello stesso anno partì anche P. De Matteo e arrivò P. Bonifacio Zurli, al quale fu affidata la cura pastorale degli italiani di Brisbane18. Nel febbraio 1949 altri due missionari cappuccini, P. Nicola Si-monazzi e P. Ladislao da Guastalia si aggregarono alla comuni-tà di Wynnum; il secondo fu assegnato al lavoro tra gli italiani di Brisbane assieme a P. Zurli19.

Nel luglio successivo, Mons. Duhig nominò P. Bonifacio Zurli cappellano degli italiani con facoltà proprie in tutte le parroc-chie dell’arcidiocesi di Brisbane20. Fu di quest’ultimo l’idea di 14 Cfr. PAOLETTI ANASTASIO, Assistenza religiosa e sociale degli emigrati italiani in Australia, Bollettino Ufficiale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Mantova, XII (1952) 6, p. 7. 15 Cfr. Funzioni religiose a Brisbane, La Fiamma, 15 luglio 1947, p. 6. 16 Cfr. Funzioni religiose a Brisbane, La Fiamma, 15 maggio 1948, p. 6. 17 Cfr. Triduo, La Fiamma, 1 giugno 1948, p. 6. 18 Cfr. PAOLETTI ANASTASIO, Assistenza religiosa e sociale degli emigrati italiani in Australia, Bollettino Ufficiale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Mantova, XII (1952) 6, pp. 10-11. 19 Cfr. Arrivano altri Padri Cap., La Fiamma, 1 marzo 1949, p. 6; e PAOLETTI A-NASTASIO, Assistenza religiosa e sociale degli emigrati italiani in Australia, Bolletti-no Ufficiale dei Frati Minori Cappuccini della Provincia di Mantova, XII (1952) 6, pp. 10-11. 20 Cfr. DUHIG JAMES, Lettera circolare del 7 luglio 1949 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 1.

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erigere nella capitale del Queensland un centro comunitario italiano dove poter svolgere attività religiose e sociali a favore della collettività. Al missionario fu segnalato uno stabile di quattro piani al numero 40 di Elizabeth Street, che poteva ri-spondere perfettamente allo scopo. Con il consenso di P. Pao-letti, superiore dei Cappuccini in Australia, e dell’arcivescovo Duhig, P. Zurli convocò alcuni rappresentanti della collettività italiana di Brisbane per garantire il sostegno economico all’operazione21. La risposta fu entusiasta e il 4 agosto 1949 lo stabile fu acquistato22. Inizialmente si pensò di chiamare il nuo-vo centro Casa degli Italiani, ma alla fine prevalse la denomina-zione Casa San Francesco (St. Francis House) per due ragioni: il nome era più consono a un’opera dei missionari cappuccini e San Francesco era il patrono d’Italia e il protettore degli italiani all’estero23. Per essere abitabile, l’edificio abbisognava di urgen-ti lavori di restauro e P. Zurli fece appello alla generosità di tut-ti gli immigrati italiani della zona. Grazie alla tenacia del mis-sionario italiano e alla preziosa collaborazione di molti conna-zionali, la Casa fu parzialmente aperta al pubblico il 3 settembre 1949; per la sua inaugurazione, P. Zurli organizzò un ricevi-mento con discorsi ufficiali, un concerto di musica classica e leggera e una simpatica gara di tresette24.

Il progetto originale prevedeva l’allestimento di una grande sala per riunioni e rappresentazioni teatrali e di altri locali per la realizzazione di attività religiose, culturali e sportive. La Casa avrebbe anche ospitato un “ufficio informazioni” permanente per assistere gli italiani nelle loro necessità burocratiche e lega-

21 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 12. 22 Cfr. Capuchin Franciscan Fathers and St. Francis House [senza data], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 2. 23 Cfr. La casa degli Italiani di Brisbane, La Fiamma, 16 settembre 1949, p. 2. 24 Cfr. Cronache di Brisbane, La Fiamma, 30 settembre 1949, p. 2.

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li25. Mentre i lavori di restauro e ristrutturazione dell’edificio continuavano alacremente, P Zurli decise di aprire la Casa agli italiani due domeniche al mese, dalle 14:00 alle 18:00, offrendo concerti di musica, gare di carte, scacchi e dame e un piccolo buffet con caffè espresso e bibite. Dal 12 settembre 1949 nella Casa si cominciarono a impartire corsi d’inglese per gli immi-grati italiani appena arrivati, ogni lunedì dalle 19:00 alle 21:0026. La prima domenica di ottobre, P. Zurli organizzò i festeggia-menti per la commemorazione di San Francesco; le celebrazioni cominciarono con una Santa Messa solenne nella cripta di Val-ley e continuarono con un ricevimento presso la Casa. In tale occasione, il fisarmonicista Osvaldo Maffei deliziò i convenuti con la sua musica27. Per raccogliere fondi per i lavori in corso, il 14 ottobre 1949, la sig.ra Rosina Battaglia organizzò un ballo di gala presso i locali della South Brisbane Library28. Il 25 dicembre successivo la collettività italiana di Brisbane celebrò il Natale con una Messa solenne presieduta da P. Zurli nella cripta di Valley29.

Sebbene situata all’estremo sud del Queensland, la Casa San Francesco intendeva servire tutti gli italiani dello stato. Di qui l’appellativo di Casa degli Italiani del Queensland usato nei primi mesi del 1950 per sollecitare adesioni e collaborazioni finanzia-rie anche in altre città. Rosina Battaglia, Angelo Vattuone, Luigi Cervetto e Pietro Demartini furono i fiduciari dei prestiti otte-nuti per finanziare i lavori. Si costituirono inoltre due comitati promotori, uno maschile, presieduto da Domenico G. Roveta, e uno femminile, presieduto da Rosina Battaglia. Oltre ai membri effettivi, tutti italiani noti della comunità di Brisbane, furono nominati alcuni membri onorari, residenti in altre città del Queensland. A essi fu ufficialmente affidato il compito di orga-

25 Cfr. La casa degli Italiani di Brisbane, La Fiamma, 16 settembre 1949, p. 2. 26 Cfr. Cronache di Brisbane, La Fiamma, 30 settembre 1949, p. 2. 27 Cfr. La festa di S. Francesco, La Fiamma, 21 ottobre 1949, p. 4. 28 Cfr. Cronache di Brisbane, La Fiamma, 30 settembre 1949, p. 2. 29 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 13 gennaio 1950, p. 2.

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nizzare attività e raccogliere fondi per la Casa San Francesco nel-le loro rispettive località di residenza30. Nel corso del 1950 i missionari cappuccini decisero di dare una struttura stabile ai corsi d’inglese per gli immigrati; grazie all’interessamento del direttore del dipartimento scolastico del Queensland, fu con-cessa un’aula presso la Patrick Terrace Girls School. In pochi mesi s’iscrissero una cinquantina di alunni, i quali furono divisi in diverse classi secondo la conoscenza della lingua31. Verso la metà del 1950, i lavori di ristrutturazione della Casa erano già a buon punto. Il 20 settembre P. Zurli visitò il console generale italiano, dott. Nicola Simone, a Sydney e gli illustrò il progetto in tutti i suoi dettagli. Il diplomatico assicurò il suo sostegno all’encomiabile opera. P. Zurli si recò quindi presso lo studio del pittore Giuseppe Bissietta al fine di controllare gli sviluppi delle sei tele che aveva commissionato all’artista per la grande sala della Casa32.

All’inizio del 1951 furono completati gli ultimi ritocchi alla Casa San Francesco. Domenica 4 marzo nella grande sala impreziosita dalle sei tele del Bissietta si svolse la cerimonia d’inaugurazione alla presenza di autorità italiane e australiane. Dopo l’esecu-zione dei due inni nazionali, mons. Duhig prese per primo la parola, seguito dal ministro Giulio del Balzo e dal console ge-nerale Simone. Si alternarono quindi sul palcoscenico, dipinto dall’artista Giuseppe Ive, il rappresentante del primo ministro del Queensland, il sindaco di Brisbane, un delegato del ministe-ro d’immigrazione e mons. Carlton. Concluse la serie di discor-si ufficiali il sig. Domenico Roveta, il quale, a nome del comita-to promotore della Casa, ringraziò gli illustri ospiti e tutti gli intervenuti. La festa continuò con un concerto offerto dal mae-stro Osvaldo Maffei, dal Coro Italiano, guidato dalla pianista

30 Cfr. Sorge “la Casa degli Italiani del Queensland”, La Fiamma, 21 aprile 1950, p. 1; e Membri Onorari per la Casa degli Italiani del Queensland, La Fiamma, 25 maggio 1950, p. 6. 31 Cfr. Scuola d’inglese a Brisbane, la Fiamma, 10 settembre 1950, p. 2. 32 Cfr. Per la casa di Brisbane, La Fiamma, 29 settembre 1950, p. 2.

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Dora Franca Mandia, e dalle bambine italiane preparate dalle suore canossiane. Tutti furono infine inviati al rinfresco che fu servito al primo piano33. L’apertura della Casa portò alla costi-tuzione di un nuovo Comitato della Casa San Francesco (St. Fran-cis House Committee), che era composto da Domenico Roveta, presidente, Rosina Battaglia, vice presidente, Giuseppe Rinau-do, segretario, Maria Antoni, Gloria Battaglia, Nicla Bortolotti, Maria Cunico, Vido Lippi, Mondolo Mirandola, Alessandro Rossi, Olimpia Risso, Luigi Villanova, Rina Sartor, Giovanni Sartor e P. Bonifacio Zurli, consiglieri34. La raccolta fondi per la Casa continuò allo scopo di pagare i debiti contratti per la ri-strutturazione e le offerte seguitarono ad arrivare generose35. Si programmarono speciali attività per incrementare le donazioni. Con l’aiuto dalla comunità italiana di Melbourne, il comitato organizzò una grande lotteria, la cui estrazione finale avvenne sabato 26 maggio 1951. Il primo premio fu una motocicletta Lambretta, il secondo premio fu una camera da letto, il terzo premio una macchina da cucire e il quarto premio fu una radio. Il risultato fu molto positivo36. Venerdì 10 giugno 1951 si pre-sentò il primo spettacolo teatrale presso la Casa. La recita, im-perniata sul tema della Chiesa militante, vide impegnate come attrici alcune giovanette italiane degnamente preparate dalle suore canossiane37. Il 31 luglio i missionari cappuccini celebra-rono il primo anniversario dell’istituzione dei corsi d’inglese per immigrati italiani; la cerimonia si svolse presso la Casa, do-

33 Cfr. Inaugurazione solenne de la “Casa degli Italiani” del Queensland, La Fiam-ma, 23 marzo 1951, p. 1; e Opening of St. Francis House, The Catholic Leader, 8 marzo 1951, p 1. 34 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, pp. 12-13. 35 Cfr. Il Comitato della Casa di Brisbane, La Fiamma, 4 maggio 1951, p. 2. 36 Cfr. Risultati Estrazione Lotteria Pro Casa S. Francesco, La Fiamma, 15 giugno 1951, p. 2. 37 Cfr. La prima recita italiana nella “Casa S. Francesco”, La Fiamma, 15 giugno 1951, p. 2.

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ve convennero assieme agli studenti diverse autorità australia-ne e italiane. Nei discorsi degli intervenuti si riconobbe am-piamente il successo dei corsi diretti dal prof. Robert McDo-nald38.

Nei mesi successivi, senza trascurare i doveri propri dell’as-sistenza religiosa che era stata loro affidata, i Cappuccini s’impegnarono attivamente a promuovere la vita sociale della collettività italiana di Brisbane. La Casa San Francesco divenne presto il punto di riferimento per tutti gli italiani. Nel febbraio 1952, in occasione del carnevale, presso la sala grande della Ca-sa si tenne un grandioso ballo in maschera con l’elezione della “Reginetta di Brisbane”; la graziosa vincitrice fu la sig.na Con-cetta Mazza39. Nello stesso mese si rendeva noto che il debito per i lavori della Casa, diventata il «… punto trigonometrico degli Italiani di Brisbane, la meta di tutti i nuovi arrivati, un focolare di assistenza», ammontava ancora a 19.500 sterline. Attraverso La Fiamma, il comitato rinnovò il suo appello alla generosità degli italiani d’Australia40. Il 30 marzo 1952, P. Zurli fondò a Brisbane la prima sezione australiana del Terz’Ordine Francescano. Nel luglio seguente, durante la processione del Corpus Domini, la neonata sezione esibiva il proprio stendardo, opera dell’artista italiano Luigi Favretto41. Il primo Comitato della Casa San France-sco, che aveva alacremente lavorato per pagare tutti i debiti contratti per la ristrutturazione, convinto di aver portato a ter-mine la propria missione rassegnò le dimissioni in blocco gio-vedì 26 febbraio 1953. Il 10 marzo successivo, P. Zurli organizzò un pranzo in onore del comitato dimissionario alla Casa42. Dal 26 aprile al 1 maggio 1953, P. Carlo De Matteo tornò a Brisbane

38 Cfr. Simpatica Festa a Brisbane, La Fiamma, 27 agosto 1951, p.2. 39 Cfr. Ballo in maschera a Brisbane, La Fiamma, 8 febbraio 1952, p. 2. 40 Cfr. £19,500: debito della ‘Casa’ di Brisbane, La Fiamma, 23 febbraio 1952, p. 2. 41 Cfr. Attività a Brisbane. Pregevole opera artistica di un connazionale, La Fiamma, 8 agosto 1952, p. 2. 42 Cfr. Le dimissioni del Comitato della Casa per gli Italiani, La Fiamma, 13 marzo 1953, p.2; e [senza titolo], La Fiamma, 27 marzo 1953, p. 2.

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per condurre una missione popolare presso la cripta di Valley. La predicazione del missionario riuscì a catturare i cuori degli italiani, che accorsero numerossimi alle funzioni. Oltre mille persone si congregarono per l’ultima celebrazione, che fu ono-rata dalla presenza di mons. Duhig. Animati dall’entusiasmo del predicatore Cappuccino, venti persone decisero di aderire al Terz’Ordine Francescano subito dopo la missione43. Intanto il nuovo comitato della Casa, guidato da Giuseppe Rinaudo, cer-cava di raccogliere una non facile eredità. Cominciarono a pio-vere alcune critiche riguardo alla metodologia di organizzazio-ne delle diverse attività; ma i membri del comitato non persero l’entusiasmo44. Alla fine del novembre 1953 una porzione del pianterreno della Casa fu data in affitto a Pasquale Regano, il quale stabilì colà il suo ristorante italiano Santa Lucia45.

All’inizio del 1954, il comitato della Casa decise di riprendere alcune attività che avevano avuto discreto successo negli anni precedenti. Nel mese di gennaio indisse una grande lotteria che riscontrò consensi presso le collettività italiane di tutta l’Australia. L’estrazione finale avvenne nel maggio dello stesso anno46. Sempre nel gennaio 1954, la Casa elesse durante un bal-lo la sua nuova reginetta. La corona spettò alla sig.na Delsi Mo-rano, che prese il posto della precedente vincitrice Bruna Gran-ciotti47. Il 4 marzo successivo, si celebrò il terzo anniversario della Casa San Francesco. Nel corso della celebrazione fu presen-tato ufficialmente il gruppo di bambine che in costume tradi-zionale avrebbero salutato in nome della collettività italiana la Regina Elisabetta II e il Duca di Edimburgo al loro arrivo all’aeroporto di Brisbane. Nello stesso mese fu istituita presso

43 Cfr. Riuscitissima la missione a Brisbane, La Fiamma, 23 maggio 1953, p. 2. 44 Cfr. Vivo malcontento a Brisbane, La Fiamma, 26 giugno 1953, p. 2. 45 Cfr. Capuchin Franciscan Fathers and St. Francis House [senza data], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 2. 46 Cfr. Entusiasmo degli Italiani per la Lotteria Pro Casa S. Francesco, La Fiamma, 15 gennaio 1954, p. 2. 47 Cfr. Reginetta “Casa S. Francesco”, La Fiamma, 15 gennaio 1954, p. 2.

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la Casa la Sunday School, un momento di ricreazione e istruzione per i bambini italiani e per i loro familiari. La scuola si svolgeva ogni domenica ed era coordinata dalle suore canossiane48. Do-menica 28 marzo 1954, nella cripta di Valley, si svolse la prima cerimonia di consegna delle tessere e distintivi ai giovani dell’Azione Cattolica Italiana di Brisbane, che decidevano di met-tere il gruppo sotto la protezione di San Gabriele dell’Addo-lorata. Anche in questo caso si trattava di un’iniziativa di P. Bonifacio Zurli, il quale fu nominato direttore spirituale del gruppo49. Nel maggio seguente P. Zurli si recò in vacanze in Italia e P. Alessandro da Firenze fu invitato a predicare una missione popolare presso la cripta di Valley. La partecipazione della comunità fu discreta50. Nel giugno 1954 nella Casa San Francesco s’istituì una “biblioteca circolante” al servizio degli immigrati. Si trattava di un centinaio di volumi messi a dispo-sizione degli immigrati italiani; le persone interessate potevano “affittare” qualsiasi libro a un prezzo settimanale minimo. La responsabilità della biblioteca fu affidata al sig. F. Trovato51. Nell’agosto seguente, P. Zurli organizzò la “Peregrinatio Ma-riae” presso le case degli italiani di Brisbane. Tale pratica devo-zionale, molto comune in Italia, consisteva nel passaggio della statua della Madonna di Fatima di casa in casa; ogni sera una famiglia italiana diversa riceveva la sacra immagine con una breve cerimonia che prevedeva la recita del rosario e la benedi-zione della casa officiata dal missionario cappuccino52. La mat-tina di domenica 3 ottobre 1954, presso la cripta di Valley, si celebrò una Santa Messa solenne per la festa di San Francesco. La partecipazione della collettività italiana fu molto numerosa. La celebrazione eucaristica, presieduta da P. Bonifacio Zurli, contò la presenza dell’arcivescovo Duhig, il quale rivolse un

48 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 9 aprile 1954, p. 2. 49 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 14 maggio 1954, p. 2. 50 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 7 maggio 1954, p. 2. 51 Cfr. Biblioteca circolante, La Fiamma, 18 giugno 1954, p. 12. 52 Cfr. Cronaca di Brisbane, La Fiamma, 24 agosto 1954, p. 2.

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messaggio in italiano ai fedeli convenuti. Nel pomeriggio, sem-pre nella cripta, ci fu la recita del rosario e una breve processio-ne all’interno della cappella53. Ogni domenica la grande sala della Casa si gremiva di pubblico italiano e australiano che ac-correva sempre più numeroso al ballo organizzato dal comita-to. Dato il successo dell’iniziativa, P. Zurli decise di ampliare i locali. I lavori cominciarono in ottobre 1954 e in due mesi una sala molto più grande fu pronta a ospitare di nuovo i balli do-menicali54.

Nel 1955 il valore commerciale della Casa San Francesco era sti-mato intorno alle 50.000 sterline. La Casa, diventata oramai il centro indiscusso della vita della comunità italiana di Brisbane, apriva tutti i giorni tranne il martedì dalle ore 10:00 alle 23:00. Nonostante le molteplici iniziative di P. Zurli e del comitato, non erano molti gli italiani che frequentavano regolarmente la casa. Se da una parte il ballo della domenica registrava sempre il pienone, quello del venerdì non riusciva a raccogliere molte adesioni. I gruppi sorti in seno alla Casa con finalità religiose, culturali e sportive parevano non riuscire a coinvolgere le mas-se. Si era pure costituito un Circolo, una specie di club privato dotato di un bigliardo e altri giochi da tavolo, ma contava po-che adesioni. D’altra parte, rimanevano ancora debiti da pagare per i lavori di ristrutturazione55. Quasi sfidando le circostanze non troppo favorevoli, nel corso del 1955 P. Bonifacio Zurli de-cise di costruire una cappella nella porzione di pianterreno non occupata dal ristorante Santa Lucia. Negli anni precedenti tale spazio era stato affittato a un barbiere, che aveva colà stabilito il suo negozio56. Domenica 9 ottobre 1955 si celebrò la festa di San Francesco presso la Casa. La grande sala si gremì d’italiani, tra i

53 Cfr. La Cronaca di 7 giorni, La Fiamma, 22 ottobre 1954, p. 9. 54 Cfr. La Cronaca di Sette giorni, La Fiamma, 29 ottobre 1954, p. 9. 55 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 16 settembre 1955, p. 9. 56 Cfr. Capuchin Franciscan Fathers and St. Francis House [senza data], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 2; e New Catholic Chapel, The Catholic Leader, 19 gennaio 1956, p. 1.

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quali figurava anche il console Massimo Castaldo accompagna-to dalla consorte. Per l’occasione si esibirono diversi artisti loca-li: la sig.ra Burke, Sam Maccarone, la sig.na Messina, la giova-nissima Gianita Cavasin e Domenico Pagano57. Il 16 ottobre 1955, presso la Casa San Francesco, P. Alessandro da Firenze tenne la prima di una serie di conferenze scientifiche, religiose, etiche e sociali. L’iniziativa si ripeté per varie settimane, ogni domenica alle 15:0058. Nel novembre successivo si rinnovò il comitato della Casa San Francesco. P. Zurli preferì adottare un metodo democratico: a ogni capofamiglia italiano e a ogni socio del circolo della Casa fu assegnato un voto. Le dodici persone che ricevettero più voti costituirono “de facto” il nuovo comita-to. A essi spettava il compito di realizzare la cappella progetta-ta dal missionario cappuccino59. Durante la sua permanenza a Brisbane per il giubileo episcopale dell’arcivescovo Duhig, mons. Romolo Carboni fece visita alla Casa San Francesco, dove fu ricevuto con tutti gli onori da P. Zurli, dal console Castaldo, da altri notabili e da una folla d’italiani. Nel suo breve discorso il rappresentante pontificio lodò la fede e l’intraprendenza del-la comunità italiana della capitale del Queensland60.

All’inizio del 1956 i lavori per la costruzione della cappella del-la Casa San Francesco procedevano alacremente. Il nuovo orato-rio, dedicato a San Giuseppe, avrebbe dovuto essere completa-to entro il mese di marzo, ma i tempi di edificazione furono più lunghi del previsto e la consacrazione della cappella fu possibi-le solo nella primavera successiva61. Il 4 ottobre mons. Duhig concedeva ai missionari cappuccini l’autorizzazione di aprire l’oratorio semipubblico San Giuseppe, con il permesso di cu-stodire e adorare nella medesima cappella il Santissimo Sacra-

57 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 28 ottobre 1955, p. 9. 58 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 14 ottobre 1955, p. 9. 59 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 18 novembre 1955, p. 9. 60 Cfr. Mons. Carboni tra gli Italiani di Brisbane, La Fiamma, 9 dicembre 1955, p. 9. 61 Cfr. New Catholic Chapel, The Catholic Leader, 19 gennaio 1956.

214 L’assistenza religiosa della collettività italiana

mento62. Il 7 ottobre l’arcivescovo Patrick O’Donnell, coadiutore di Brisbane, presiedette la cerimonia di benedizione del nuovo oratorio, alla presenza del premier del Queensland, Vince Gair, e di una folla di fedeli, in grande maggioranza italiani. Gli in-terni della cappella erano stati decorati da Giuseppe Ive, un ar-tista italiano arrivato in Australia sei anni prima. Secondo le disposizioni dell’arcidiocesi, presso l’oratorio si sarebbero svol-te le celebrazioni per le feste della Vergine Maria, di San Giu-seppe, di San Francesco d’Assisi e di Sant’Antonio da Padova, tanto care ai fedeli italiani63. Il 24 dicembre 1956, durante il gran ballo natalizio, fu eletta la nuova reginetta della Casa. La corona spettò alla sig.na Emilia Regano, figlia del padrone del ristoran-te Santa Lucia. Alla vincitrice fu concesso l’ingresso gratuito a tutti i balli organizzati nella Casa durante tutto l’anno seguen-te64.

Dal mese di gennaio 1957, il prof. J. Quane cominciò a tenere un corso d’inglese pratico tutti i lunedì e giovedì, dalle 19:00 alle 21:00 presso la Casa. La risposta degli studenti fu entusiasta65. Il 6 febbraio 1957 P. Anastasio Paoletti scriveva a mons. Duhig per informarlo del trasferimento a Melbourne di P. Bonifacio Zurli. P. Samuele Rodomonti era stato scelto come suo sostitu-to66. P. Zurli lasciò la missione di Brisbane in sordina, senza fe-steggiamenti e senza salutare nessuno. Scrisse, però, una lettera aperta alla comunità che fu pubblicata su La Fiamma. Le parole dell’intraprendente missionario cappuccino esprimevano la sua piena soddisfazione per gli otto anni di lavoro pastorale tra gli

62 Cfr. DUHIG JAMES, Lettera a Bonifacio Zurli del 4 ottobre 1956 [minuta], Arc-hives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 1; e DUHIG

JAMES, Lettera a Romolo Carboni del 4 ottobre 1956 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 1. 63 Cfr. Solemn Blessing of St. Joseph’s Chapel at 40 Elizabeth St., Brisbane, The Catholic Leader, 25 ottobre 1956. 64 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 25 gennaio 1957, p. 8. 65 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 1 febbraio 1957, p. 7. 66 Cfr. PAOLETTI ANASTASIO, Lettera a mons. Duhig del 6 febbraio 1957, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 1.

Gli italiani di Brisbane 2 215

italiani di Brisbane e la coronazione del suo sogno più ambito: la cappella di San Giuseppe67. Nel marzo 1957 P. Rodomonti si riunì con il comitato della Casa per dare immediata continuità all’opera del suo predecessore68. Domenica 24 marzo si svolsero i festeggiamenti in onore di San Giuseppe, organizzati dal co-mitato sin dal gennaio precedente. Alle 11:00 P. Rodomonti ce-lebrò una Santa Messa solenne nella cripta di Valley; seguì una processione con la statua del santo nel piazzale sovrastante. La partecipazione di fedeli fu molto numerosa69. Nell’aprile se-guente le funzioni della Settimana Santa furono tutte officiate da P. Samuele Rodomonti in lingua italiana presso la cripta. Il missionario invitò tutti i connazionali a partecipare con devo-zione; la collettività italiana rispose in massa all’appello del fra-te70. Nell’agosto 1957, P. Rodomonti si vide costretto a effettua-re alcuni cambiamenti nella Casa San Francesco per garantire un ambiente più consono agli scopi dell’opera. Arrivò così una nuova orchestra per l’animazione musicale dei balli, mentre alcune persone non gradite furono allontanate71. Il 7 settembre 1957 presso la Casa si organizzò un ballo a favore dell’opera delle suore canossiane. Oltre duecento persone parteciparono all’evento. In seguito al successo dell’iniziativa, si consegnaro-no alle religiose 238 sterline e parecchie casse di pasta e frutta72. Alla fine di ottobre 1957 giunse a Brisbane un nuovo missiona-rio cappuccino, P. Timoteo da Pistoia, dottore in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. A P. Timoteo era

67 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 15 febbraio 1957, p. 8. 68 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 marzo 1957, p. 6. 69 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 gennaio 1957, p. 6; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 marzo 1957, p. 6; e Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 5 aprile 1957, p. 12. 70 Cfr. Funzioni Pasquali, La Fiamma, 12 aprile 1957, p. 10; e Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 2 maggio 1957, p. 8. 71 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La fiamma, 2 agosto 1957, p. 12. 72 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 16 agosto 1957, p. 10; Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 20 settembre 1957, p. 10; e Sette giorni nel Queen-sland, La Fiamma, 27 settembre 1957, p. 12.

216 L’assistenza religiosa della collettività italiana

stato assegnato il compito di impartire un corso teologico agli studenti del seminario cappuccino di Wynnum e di creare un circolo culturale per la discussione di temi biblici nella capitale del Queensland73. Verso la metà di novembre, il comitato della Casa realizzò un ballo per raccogliere fondi per le spese della Casa San Francesco74.

All’inizio del 1958 P. Paolo da Carù, già missionario a Griffith, fu assegnato alla comunità di Wynnum per sostituire P. Rodo-monti nella cura della cappellania italiana di Brisbane e della Casa San Francesco. Nel febbraio dello stesso anno, P. Paolo pubblicò una lettera aperta su La Fiamma nella quale si presen-tava ed elogiava apertamente la Casa San Francesco, opera unica nel suo genere in Australia. Il nuovo cappellano nei suoi primi giorni di lavoro pastorale aveva già notato un certo raffredda-mento nei confronti della Casa da parte di molti italiani. La co-munità italiana si presentava molto divisa agli occhi del nuovo pastore75. Il 24 febbraio 1958 si spense improvvisamente P. Ti-moteo da Pistoia. Il funerale fu celebrato solennemente nella cripta di Valley dall’arcivescovo Duhig, il quale rivolse parole di cordoglio in italiano alla famiglia cappuccina e a tutti gli ita-liani accorsi numerosi al rito delle esequie76. Sabato 20 marzo 1958 il comitato della Casa organizzò un cabaret danzante a be-neficio della squadra degli Azzurri. Lo spettacolo vide in scena il mago illusionista Luigi Rocella e il cantante Vito Parisi. La risposta del pubblico non fu entusiasmante77. Domenica 27 a-prile, a Wynnum, s’inaugurò il nuovo seminario dei padri cap-puccini, il più grande in Australia. Alla benedizione solenne officiata da mons. Duhig e mons. Romolo Carboni intervennero

73 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 8 novembre 1957, p. 13. 74 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 11 ottobre 1957, p. 11. 75 Cfr. Sette Giorni nel Queensland, La Fiamma, 28 febbraio 1958, p. 12. 76 Cfr. Improvvisa morte di padre Timoteo, La Fiamma, 14 marzo 1958, p. 13. 77 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 16 aprile 1958, p. 12.

Gli italiani di Brisbane 2 217

oltre 600 persone, la maggior parte italiane78. Domenica 3 ago-sto la comunità italiana di Brisbane si recò per la seconda volta a Wynnum per festeggiare il venticinquesimo anniversario di sacerdozio di P. Ladislao da Guastalia, uno dei primi missiona-ri cappuccini nel Queensland79. Il 4 ottobre 1958, presso la Casa San Francesco, si realizzò il ballo annuale a favore dell’opera delle suore canossiane, organizzato dal comitato maschile e femminile della Casa. L’8 novembre successivo, sempre presso la Casa, ci fu il “ballo delle debuttanti”80.

Nel 1959 la comunità italiana di Brisbane conobbe il suo quarto cappellano, P. Stefano Favali, missionario cappuccino. Preoc-cupato delle deplorevoli condizioni della cripta di Valley e del-la lontananza della sua residenza (Wynnum) dalla comunità che doveva servire, il 17 febbraio 1959 P. Favali scriveva a mons. Duhig chiedendo che fosse assegnata ai padri cappuccini la parrocchia St. Mary, a South Brisbane. Nel caso la cosa fosse possibile, il missionario prevedeva di spostare tutte le attività della Casa San Francesco presso i locali della parrocchia e di con-segnare quindi la Casa all’arcidiocesi81. La richiesta non fu e-saudita e tanto la cripta quanto la Casa San Francesco continua-rono a svolgere la loro funzione a servizio della collettività ita-liana di Brisbane. Il 31 agosto 1958 giunse a Brisbane il card. Grégoire Pierre Agagianan, prefetto di Propaganda Fide. Cin-quemila persone, tra cui moltissimi italiani, si congregarono all’Exhibition Ground per dare il benvenuto al rappresentante del papa in occasione dei festeggiamenti per il centenario della Chiesa cattolica nel Queensland82. Dall’inizio del 1960 P. Stefa-no Favali fu affiancato da P. Zeffirino da Sabbione, in prece-

78 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 25 aprile 1958, p. 12; e Sette gior-ni nel Queensland, La Fiamma, 9 maggio 1958, p. 12. 79 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 13 agosto 1958, p. 15. 80 Cfr. Dal Queensland, La Fiamma, 13 settembre 1958, p. 16. 81 Cfr. FAVALI STEFANO, Lettera a James Duhig del 17 febbraio 1959, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3. 82 Cfr. Queensland, La Fiamma, 26 agosto 1959, p. 15.

218 L’assistenza religiosa della collettività italiana

denza impegnato presso la delegazione apostolica83. L’opera pastorale dei missionari cappuccini continuava con successo, mentre il gregge affidato loro seguitava a crescere di numero. In occasione della Settimana Santa 1960, P. Stefano celebrò la Santa Messa “in cena Domini” nella cripta di Valley e dodici giovani italiani furono scelti per rappresentare gli apostoli nel rito della lavanda dei piedi. Dopo la celebrazione, la sig.ra Fer-lito offrì una cena a casa sua per i sacerdoti e i giovani che ave-vano accettato di collaborare nella cerimonia del Giovedì San-to84. Nell’agosto dello stesso anno, P. Stefano e P. Zeffirino, as-sieme alle suore canossiane, organizzarono un ricevimento per il console generale d’Italia, dott. Giulio Carnevali, in visita uffi-ciale a Brisbane. Venerdì 12 agosto 1960 la sala della Casa si gremì d’italiani; dopo gli inni nazionali, cantati dalla Corale Verdi, ci fu una carrellata di poesie e canzoni interpretate dai piccini. Il programma ufficiale si concluse con alcuni discorsi delle autorità presenti85. Domenica 9 ottobre la comunità italia-na celebrò la festa di San Francesco con una Santa Messa solen-ne presieduta da P. Cassiano Wolak presso la cripta di Valley. Al P. Zeffirino spettò il panegirico sulla figura del santo d’Assisi e mons. Duhig, presente alla celebrazione, diresse un saluto in italiano a tutti i fedeli convenuti. La liturgia fu anima-ta dal coro preparato dalle suore canossiane86. Il 13 novembre, sempre presso la cripta, l’arcivescovo di Brisbane amministrò il sacramento della cresima ad alcuni giovanetti e giovanette di origine italiana preparati da P. Zeffirino87.

83 Cfr. PAOLETTI ANASTASIO, Lettera a James Duhig del 12 febbraio 1960, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3. 84 Cfr. La cena dei “dodici apostoli”, La Fiamma, 10 maggio 1960, p. 21. 85 Cfr. Carnevali accolto festosamente dagli italiani alla “S. Francesco”, La Fiamma, 27 agosto 1960, p. 15. 86 Cfr. Qui il Queensland, La Fiamma, 4 ottobre 1960, p. 16; e Qui il Queensland, la Fiamma, 18 ottobre 1960, p. 20. 87 Cfr. ZEFFIRINO DA SABBIONE, Lettera a James Duhig del 2 dicembre 1960, Archi-ves of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3.

Gli italiani di Brisbane 2 219

Le fonti consultate riportano notizie frammentate riguardo al lavoro pastorale dei missionari cappuccini nei primi anni della decade del ’60. Si può verosimilmente supporre che le attività religiose siano continuate secondo il calendario diventato “tra-dizionale” per la collettività italiana di Brisbane. In questi anni, P. Luciano da Prignano fu assegnato alla cappellania italiana della capitale del Queensland e all’amministrazione della Casa San Francesco. Nel settembre 1962, preoccupato dei debiti della Casa, P. Luciano scriveva a mons. Duhig per chiedere il per-messo di organizzare una lotteria pubblica. Il permesso gli fu concesso88. Nel 1963 i missionari cappuccini provarono a chie-dere all’arcivescovo di Brisbane una parrocchia in città per me-glio soddisfare le esigenze di un apostolato che diventava ogni giorno più vasto. A tale riguardo, P. Claudio Moscatelli, supe-riore delle comunità australiane, mandò due lettere a mons. Duhig, la prima il 5 febbraio 1963 e la seconda il 1 maggio se-guente. In entrambe le missive P. Moscatelli faceva espresso riferimento alla parrocchia già assegnata ai missionari cappuc-cini per la cura della collettività polacca nella capitale del Que-ensland (ossia la parrocchia Our Lady of Victories) e pregava l’arcivescovo di considerare la possibilità di una soluzione simi-le per la comunità italiana, di gran lunga più numerosa di quel-la polacca89. Anche in quest’occasione la richiesta non fu esau-dita. All’inizio del 1965 sia P. Luciano che P. Zeffirino furono assegnati ad altre missioni90. Dalle fonti consultate, si deduce che per i primi mesi del 1965 la collettività italiana rimase senza cappellano; i missionari cappuccini impegnati nella cura pasto-rale delle comunità polacca, spagnola e olandese continuarono

88 Cfr. LUCIANO DA PRIGNANO, Lettera a James Duhig del 18 settembre 1962, Ar-chives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3. 89 Cfr. MOSCATELLI CLAUDIO, Lettera a James Duhig del 5 febbraio 1963, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; e MOSCATELLI

CLAUDIO, Lettera a James Duhig del 1 maggio 1963, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3. 90 Cfr. ZEFFIRINO DA SABBIONE, Lettera a James Duhig del 12 febbraio 1965, Archi-ves of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3.

220 L’assistenza religiosa della collettività italiana

comunque ad assicurare il servizio religioso agli italiani di Bri-sbane91. Dal mese di giugno in avanti si alternarono come cap-pellani italiani P. Silvio Spighi e P. Paolo Barzoli. Quest’ultimo organizzò il 2 novembre 1965 una speciale celebrazione di commemorazione dei defunti presso il cimitero di Nudgee. Ac-compagnato da una grande folla d’italiani, P. Barzoli guidò la recita del rosario e passò a benedire tutte le tombe dei conna-zionali92. Durante il 1965 i missionari cappuccini incaricati della cura degli italiani di Brisbane celebrarono due messe in italiano ogni domenica, officiarono 50 matrimoni e 80 battesimi, ricevet-tero i nuovi immigrati al porto e visitarono regolarmente i con-nazionali ammalati negli ospedali cittadini93.

Nel 1966, in preparazione alla Pasqua, P. Barzoli invitò P. Lino Concas a predicare una missione popolare per la comunità ita-liana di Brisbane. La missione iniziò domenica 27 marzo con una Santa Messa solenne presso la cripta di Valley. Nei giorni seguenti, ogni sera il predicatore cappuccino tenne una confe-renza spirituale presso la medesima cappella. La missione ter-minò la Domenica delle Palme, 3 aprile, con un’altra celebra-zione eucaristica solenne e la tradizionale benedizione degli ulivi94. Nel giugno seguente per la festa del Corpus Domini l’arcidiocesi di Brisbane organizzò un’imponente processione con la partecipazione di oltre trentamila fedeli; tra essi vi erano molti italiani, riuniti sotto gli stendardi dell’Azione Cattolica, del Terz’Ordine Francescano e delle Figlie di Maria95. Il 24 e 25 set-tembre 1966 un apposito comitato composto da immigrati di origine abruzzese (Ripa Teatina), in collaborazione con il cap- 91 Cfr. MOSCATELLI CLAUDIO, Lettera a James Duhig del 9 marzo 1965, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3. 92 Cfr. Picnic Associazione Cattolica, La Fiamma, 15 giugno 1965, p. 16; e Com-memorazione defunti, La Fiamma, 16 novembre 1965, p. 16. 93 Cfr. Report of the Work of the Capuchin Fathers among the Migrants in Australia in 1965 [senza data], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Francis-cans, Fascicolo 3. 94 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 15 marzo 1966, p. 16. 95 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 21 giugno 1966, p. 16.

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pellano italiano P. Paolo Barzoli, organizzò la festa della Ma-donna del Sudore nella cripta di Valley. Sabato 24 settembre P. Barzoli benedisse la statua della Vergine e guidò la recita del Santo Rosario. Domenica 25 settembre il cappellano celebrò una messa solenne in onore della Madonna.96 Domenica 2 otto-bre 1966 l’arcivescovo Patrick O’Donnel amministrò la cresima a 32 giovani italiani presso la cripta di Valley. P. Paolo Barzoli, che aveva curato la preparazione dei fanciulli, e P. Bernardino Zabatta concelebrarono la Santa Messa97. Il 2 novembre 1966, come aveva fatto l’anno precedente, P. Barzoli realizzò una so-lenne cerimonia per la commemorazione dei defunti italiani al cimitero di Nudgee. Oltre 250 connazionali si riunirono per ac-compagnare il cappellano italiano nel rito della benedizione delle tombe98.

Le fonti consultate non riportano informazioni riguardo alla cappellania italiana dei missionari cappuccini a Brisbane per l’anno 1967. Nonostante ciò, dalle notizie raccolte si può vero-similmente affermare che gli italiani non frequentavano più la Casa San Francesco come erano soliti fare negli anni precedenti. Le associazioni italiane preferivano altre sedi per realizzare le loro attività culturali, sociali e sportive. Nel 1968 la cappellania italiana della capitale del Queensland era servita da un missio-nario Cappuccino a tempo pieno e da un altro a tempo parziale. Continuava la celebrazione delle due messe domenicali. I “nu-meri” dell’opera pastorale dei frati rivelano un declino della partecipazione dei fedeli italiani: 100 confessioni e 200 comu-nioni alla settimana, 40 battesimi e 20 matrimoni in 12 mesi. I missionari italiani continuavano ad accogliere i nuovi immigra-ti al porto e all’aeroporto di Brisbane e visitavano regolarmente

96 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 13 settembre 1966, p. 16. 97 Cfr. Ibidem; e I fatti del Queensland, la Fiamma, 11 ottobre 1966, p. 16. 98 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 15 novembre 1966, p. 16.

222 L’assistenza religiosa della collettività italiana

i connazionali ammalati negli ospedali, a casa e negli ospizi99. All’inizio del 1969, dopo un ennesimo fallimento nel tentativo di ottenere una parrocchia per la cura pastorale degli italiani a Brisbane, i missionari cappuccini decisero di abbandonare la cappellania e di vendere la Casa San Francesco. Di fatto, la ven-dita della Casa era stata già paventata l’anno prima, ma con la condizione di trovare uno spazio più consono alle attività della cappellania. La notizia suscitò un certo subbuglio presso la col-lettività italiana e l’arcivescovo Patrick O’Donnell intervenne personalmente al fine di trovare una soluzione soddisfacente per tutti. Il dialogo tra il prelato e i missionari cappuccini si protrasse per alcuni mesi. Furono valutate diverse opzioni e alla fine la scelta cadde sulla parrocchia St. Thomas More di Petrie Terrace. Il 20 novembre 1969 la Casa San Francesco fu venduta e il 13 dicembre successivo la nuova parrocchia fu con-segnata ai missionari cappuccini100.

Il primo parroco di St. Thomas More fu P. Franco Delia; P. Feli-ce De Candia fu nominato vice parroco e cappellano degli ita-liani101. All’inizio del 1970 P. De Candia indisse una riunione con alcuni rappresentanti della collettività italiana al fine di sti-lare un calendario comune con tutte le manifestazioni religiose

99 Cfr. Report of the Work of the Capuchin Fathers among the Migrants in Australia in 1968 [senza data], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Francis-cans, Fascicolo 3. 100 Cfr. CASTELLANO FRANCESCO, Lettera a Coletta Alberto del 25 aprile 1969, Ar-chives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; O’DONNELL PATRICK, Lettera a Alberto Coletta del 5 maggio 1969 [minuta], Ar-chives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; ZEFFIRI-

NO DA SABBIONE, Lettera a Patrick O’Donnell del 1 agosto 1969, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; COLETTA ALBERTO, Lettera a Patrick O’Donnell del 27 settembre 1969, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; O’DONNELL PATRICK, Lettera a Alberto Coletta del 3 dicembre 1969 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; e List of Tenants [manoscritto senza titolo e senza data], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fa-scicolo 1. 101 Cfr. Italian Mass to resume in city, The Leader, 1 febbraio 1982, p. 4.

Gli italiani di Brisbane 2 223

che si sarebbero realizzate durante l’anno. In tale occasione, si costituì un comitato organizzatore presieduto dal sig. Felice Formica102. Nel febbraio 1971, P. Patrick Colbourne, superiore provinciale dei Cappuccini, presentò a mons. O’Donnell la lista dei frati assegnati alle diverse parrocchie dell’arcidiocesi di Bri-sbane. Dopo che le nomine furono approvate dall’arcivescovo, P. Claudio Moscatelli divenne parroco di St. Thomas More e direttore dell’apostolato tra i migranti; P. Felice De Candia fu riconfermato come vice parroco e cappellano degli italiani103. Nel 1972 P. Felice fu sostituito nelle sue funzioni pastorali da P. Bonaventura Rodighiero104. Dalle informazioni riportate dalle fonti consultate, si può verosimilmente dedurre che nei primi anni ‘70 la vita religiosa della collettività italiana si legò intrin-secamente a quella della parrocchia St. Thomas More e la cura pastorale prestata dai missionari cappuccini si concentrò sull’assistenza spirituale, la catechesi, l’amministrazione dei sacramenti, la celebrazione delle feste religiose tradizionali e alcune attività a scopo benefico. Nel marzo 1973 mons. Francis Robert Rush assunse le redini dell’arcidiocesi di Brisbane e di-mostrò subito un’attenzione particolare per le diverse collettivi-tà etniche che costituivano la sua Chiesa locale. Nel maggio 1974 per la prima volta l’arcivescovo celebrò una Messa Solen-ne con tutte le comunità immigrate della città nella cattedrale. La collettività italiana, guidata dal suo cappellano, partecipò numerosa e il Coro Verdi contribuì all’animazione della litur-gia105. In occasione della festa di San Antonio da Padova, sabato

102 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 17 febbraio 1970, p. 16. 103 Cfr. COLBOURNE PATRICK, Lettera a Patrick O’Donnell del 5 febbraio 1971, Ar-chives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; O’DONNELL PATRICK, Lettera a Felice De Candia del 19 febbraio 1971 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3; e O’DONNELL PATRICK, Lettera a Claudio Moscatelli del 19 febbraio 1971 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3. 104 Cfr. COLBOURNE PATRICK, Lettera a Patrick O’Donnell del 31 marzo 1972, Ar-chives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Franciscans, Fascicolo 3. 105 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 27 maggio 1974, p. 12.

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15 giugno 1974, il comitato parrocchiale italiano di St. Thomas organizzò una serata di socializzazione con porchettata presso la sede della Y.M.C.A. in Lutwyche Road. Tutti i proventi furo-no destinati alle opere della parrocchia e della cappellania ita-liana. Domenica 16 giugno fu celebrata una Messa Solenne presso la chiesa parrocchiale, cui seguì la processione con la statua del santo e la tradizionale distribuzione del pane bene-detto106. Per la festa della Madonna del Sudore, il 5 ottobre il Centro Cattolico Italiano di St. Thomas realizzò un gran ballo di beneficenza presso la sala Y.M.C.A. di Lutwyche. Anche in quest’occasione il ricavato andò a favore della parrocchia St. Thomas More107. Il 5 e 6 ottobre, nella sala della parrocchia Holy Spirit di New Farm, si tenne la riunione conclusiva del sinodo diocesano indetto dall’arcivescovo Rush. In tale impor-tante consesso P. Claudio Moscatelli e la sig.ra Giuseppina Emmi rappresentarono la collettività italiana108. Per la chiusura dell’Anno Santo e in preparazione del Santo Natale, la cappel-lania italiana e la parrocchia St. Thomas More organizzarono una missione popolare dall’8 al 15 dicembre 1974. La missione si aprì domenica 8 dicembre con una Messa Solenne nella chie-sa parrocchiale, cui seguì un fitto programma di funzioni reli-giose in italiano animate da P. Claudio Moscatelli e da P. Silva-no Dalla Pina. La celebrazione conclusiva fu presieduta dall’Ar-civescovo Rush109.

Negli ultimi anni della decade del ‘70 le fonti consultate non riportano molte notizie relative alla cappellania italiana dei missionari cappuccini a Brisbane. P. Claudio Moscatelli conti-nuò a essere il parroco di St. Thomas More e a dedicarsi alla cura pastorale della collettività italiana. All’inizio del 1977 P. Camillo Grisendi fu assegnato alla parrocchia di St. Thomas come vice parroco, ma dopo neppure un anno fu trasferito al 106 Cfr. Festa di S. Antonio a Brisbane, Il Globo, 3 giugno 1974, p. 12. 107 Cfr. Centro Cattolico Italiano, Il Globo, 30 settembre 1974, p. 11. 108 Cfr. Concilio patronale a Brisbane, Il Globo, 14 ottobre 1974, p. 12. 109 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 9 dicembre 1974, p. 20.

Gli italiani di Brisbane 2 225

seminario di Wynnum. Di là continuò comunque a prestare servizio pastorale agli italiani di Brisbane110. Il 27 agosto 1978 il Centro Cattolico Italiano di St. Thomas More organizzò la cele-brazione della festa di San Gabriele, patrono d’Abruzzo. Dopo la Santa Messa solenne, officiata nella chiesa parrocchiale, ci fu una processione con il quadro del santo. Seguì un momento di socializzazione presso la Sorrento Lounge111. Il 22 e 23 settem-bre 1979 si realizzarono i festeggiamenti della Madonna del Sudore, sempre a cura del Centro Cattolico Italiano. La festa co-minciò la sera del sabato 22 settembre con un ballo presso la sede degli Azzurri. I proventi furono devoluti alla parrocchia italiana. Domenica 23 settembre si celebrò nella chiesa di St. Thomas More la Santa Messa solenne seguita dalla tradizionale processione con la statua della Vergine112.

All’inizio degli anni ’80 i missionari cappuccini ridisegnarono il loro apostolato in Australia secondo i nuovi bisogni pastorali delle varie diocesi. Nel gennaio 1980 P. Claudio Moscatelli, do-po quasi 10 anni di servizio indefesso presso la parrocchia St. Thomas More, fu trasferito a Melbourne. Al suo posto arrivò da Perth P. Romano Franchini. L’assistenza alla comunità italiana rientrava ancora tra le priorità della missione cappuccina a Bri-sbane e per questo P. Camillo Grisendi aiutava P. Franchini, pur vivendo presso il seminario di Wynnum113. Alla presenza del nuovo parroco, il 14 febbraio 1980 si riunì il Comitato Parroc-chiale Italiano per eleggere il nuovo direttivo. Antonio Reggi fu eletto presidente114. Durante i mesi seguenti le attività pastorali specifiche per la collettività italiana furono alquanto ridotte; le iniziative spesso coincidevano con un normale calendario par-rocchiale. Gli italiani si erano oramai dispersi un po’ in tutti i

110 Cfr. Si trasferisce Padre Camillo, La Fiamma, 26 gennaio 1978, p. 25. 111 Cfr. Notizie da Brisbane, La Fiamma, 27 luglio 1978, p. 30. 112 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 20 settembre 1979, p. 27. 113 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 17 gennaio 1980, p. 21; e Italian Mass to resume in city, The Leader, 1 febbraio 1982, p. 4. 114 Cfr. Notiziario di Brisbane, La Fiamma, 21 febbraio 1980, p. 42.

226 L’assistenza religiosa della collettività italiana

sobborghi di Brisbane per questo si richiedeva una nuova me-todologia pastorale che sembrava più consona ai missionari scalabriniani arrivati da poco nell’arcidiocesi. Alla fine del 1981 i missionari cappuccini riconsegnarono la parrocchia St. Tho-mas More all’arcidiocesi. Mons. Rush la trasformò subito in una cappella annessa alla parrocchia Sacred Heart di Rosalie115.

Le Figlie della Carità - Canossiane (F.d.C.C.)

Nell’immediato dopoguerra, durante una visita a Singapore, Mons. James Duhig ebbe modo di apprezzare l’opera di assi-stenza ai poveri e ai derelitti delle Figlie della Carità – Canos-siane nella colonia britannica. Positivamente colpito dal loro zelo apostolico, l’arcivescovo di Brisbane pensò di invitare la congregazione fondata da Santa Maddalena di Canossa a costi-tuire una comunità nella capitale del Queensland allo scopo di provvedere all’educazione dei figli degli immigrati italiani. Nell’ottobre 1947, a Roma, mons. Duhig incontrò Madre Anto-nietta Monzoni, superiora generale delle suore Canossiane, e le espose il progetto. La risposta fu positiva e l’iniziativa ricevette la benedizione del papa Pio XII durante un’udienza privata concessa all’arcivescovo di Brisbane. Il primo accordo siglato con Madre Manzoni prevedeva l’invio di almeno quattro suore, di cui almeno una doveva sapere l’inglese. Mons. Duhig si sa-rebbe preoccupato di ottenere i visti necessari, di pagare le spe-se di viaggio e di trovare una sistemazione conveniente alle so-relle missionarie a Brisbane. Nel maggio 1948 due suore canos-siane visitarono Brisbane e furono presentate alla collettività italiana durante un ricevimento organizzato in loro onore. In tale occasione mons. Duhig annunziò ufficialmente l’immi-nente erezione di una comunità canossiana nella capitale del Queensland. I tempi di preparazione del primo drappello di suore furono più lunghi del previsto, ma all’inizio di novembre

115 Cfr. Italian Mass to resume in city, The Leader, 1 febbraio 1982, p. 4.

Gli italiani di Brisbane 2 227

1948 sette religiose erano pronte a partire: Suor Giuseppina Palmery, di Roma, insegnante, Suor Giuseppina Rezzanico, di Nerviano (MI), insegnante, Suor Maria Conti, di Vedano Olmo (VA), insegnante, Suor Angela Rusconi, di Valmadrera (CO), cuoca, Suor Assunta Motto, di Missaglia (CO), infermiera, Suor Elsa Sabbadin, di Candiana (PD), insegnante, e Madre Elisa Merlo, assistente generale per le missioni estere, che doveva seguire i primi passi della nuova fondazione. Mons. Duhig ot-tenne i visti d’entrata e mandò il denaro necessario a coprire le spese di viaggio116.

Il 22 dicembre 1948 sei religiose canossiane (Suor Assunta Mot-to non figura nel gruppo) s’imbarcarono sul piroscafo “Napoli” diretto a Sydney. Il viaggio non fu tra i più piacevoli a causa delle avverse condizioni del mare. La nave, colma di emigranti italiani diretti in Australia, offrì alle suore missionarie la prima occasione di apostolato. Dopo essere sbarcate a Sydney il 6 feb-braio 1949, le sei pioniere presero l’aereo alla volta di Brisbane, dove furono accolte da mons. Duhig. Non essendo riuscito ad assicurare loro una degna dimora in città, l’arcivescovo chiese alle suore canossiane di alloggiarsi per qualche tempo presso la Nazareth House delle Poor Sisters of Nazareth a Wynnum117. Nell’aprile successivo mons. Duhig cominciò a muoversi per l’acquisto del Gregory Private Hospital e di una casa annessa a

116 Cfr. DI MARCO VINCENZO, Suore Canossiane nel Queensland, Presenza (giu-gno 1995) 2, p. 5; DUHIG JAMES, Lettera a Antonietta Monzoni del 27 ottobre 1947, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 1; MON-

ZONI ANTONIETTA, Lettera a James Duhig del 5 novembre 1948, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 1; e Attività religiose a Brisbane, La Fiamma, 15 maggio 1948, p. 6. 117 Cfr. MERLO ELISA, Lettera a James Duhig dell’8 gennaio 1949, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 1; MONZONI ANTONIET-

TA, Lettera a James Duhig del 9 gennaio 1949, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 1; DI MARCO VINCENZO, Suore Canossia-ne nel Queensland, Presenza (giugno 1995) 2, p. 5; e DUHIG JAMES, Lettera a Pat Josephson del 23 febbraio 1949 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisba-ne, Cassa Canossians, Fascicolo 1.

228 L’assistenza religiosa della collettività italiana

Gregory Terrace. Tale proprietà era considerata una base ideale per iniziare l’opera delle suore missionarie. L’arcivescovo non era riuscito a ottenere i permessi necessari all’edificazione della scuola per i figli degli immigrati italiani, parte essenziale del progetto originario, e per questo voleva offrire alle Canossiane un apostolato alternativo fino a quando la sopracitata scuola non fosse stata ultimata. L’ospedale privato, totalmente funzio-nante e con una capacità di 25 letti, con il sostegno della collet-tività italiana avrebbe potuto rappresentare anche una fonte d’entrata per la congregazione. Le suore, pur non essendo pro-fessionalmente preparate a tale servizio, accettarono la sfida e si trasferirono a Gregory Terrace verso la metà di luglio 1949. L’ospedale, ribattezzato Canossa House, fu trasformato in una casa di cura per malati terminali. L’inaugurazione avvenne il 14 agosto 1949118.

I primi mesi di apostolato delle suore canossiane furono ricchi di soddisfazioni. Terminato il suo compito, nel settembre 1949 Madre Elisa Merlo ripartì alla volta dell’Italia. In collaborazione con i padri cappuccini, le missionarie s’inserirono progressi-vamente nella cura pastorale degli italiani. In occasione della festa di San Francesco si preoccuparono di insegnare le canzoni liturgiche al coro delle ragazze italiane. Dal novembre 1949 le suore cominciarono a impartire lezioni d’italiano e catechismo a due gruppi di bambini italiani e a realizzare visite domiciliari alle famiglie degli immigrati. L’11 dicembre il coretto dei bam-bini preparati dalle Canossiane si esibì per la prima volta nella festa organizzata a favore della Casa San Francesco presso la sala C.D.A.. Per Natale la Canossa House fu adornata con albero re-galato da mons. Duhig; l’allestimento dell’albero natalizio si

118 Cfr. DUHIG JAMES, Lettera al Manager della National Bank of Australasia del 19 aprile 1949 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canos-sians, Fascicolo 2; DUHIG JAMES, Lettera a Elisa Merlo del 18 maggio 1949 [non spedita], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascico-lo 2; e DUHIG JAMES, Lettera a S. L. Quinn del 3 agosto 1949 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 2.

Gli italiani di Brisbane 2 229

tradusse il 18 dicembre in una grande festa per i bambini italia-ni119.

Nell’aprile 1950 la direzione generale delle Figlie della Carità – Canossiane assegnò all’ospedale di Gregory Terrace due nuove suore provenienti da Hong Kong: Suor Regina Gaspardo e Suor Teresa Peruffo. Nello stesso anno l’arcidiocesi acquistò una proprietà sulla Royal Parade da adibire a convento. L’arci-diocesi, grazie a prestiti bancari, aveva anticipato 17.000 sterli-ne per l’acquisto dei due terreni ed edifici annessi con l’inten-dimento che le suore canossiane avrebbero provveduto a riscat-tarne la proprietà estirpando i debiti in tempi relativamente brevi. Non fu opera facile per le religiose, che inizialmente non trovarono l’appoggio sperato da parte della collettività italia-na120. Il sostegno tangibile arrivò però negli anni successivi. Il 24 settembre 1952 il vice consolato italiano di Brisbane organiz-zò un ballo a favore della Canossa House sulla motonave Sydney, messa gratuitamente a disposizione dalla Flotta Lau-ro121. Il ballo a sostegno della Canossa House divenne in seguito una tradizione annuale. In questi anni alcune delle pioniere partirono e altre suore arrivarono. Il 14 maggio 1953, in occa-sione della professione perpetua di Suor Emilia Basilico e Suor Teresa Peruffo, presieduta da mons. Duhig, era presente la co-munità canossiana al completo; oltre a Madre Maria Drago, de-

119 Cfr. MONZONI ANTONIETTA, Lettera a James Duhig del 13 ottobre 1949, Archi-ves of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 2; PALMERY

GIUSEPPINA, Lettera a James Duhig del 5 dicembre 1949, Archives of the Archdio-cese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 2; La festa di S. Francesco, La Fiamma, 21 ottobre 1949, p. 4 e Notizie da Brisbane, La Fiamma, 13 gennaio 1950, p. 2. 120 Cfr. DUHIG JAMES, Lettera a The Officer in Charge – Immigration Dept. del 3 aprile 1950 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canos-sians, Fascicolo 2; DUHIG JAMES, Lettera a Giuseppina Palmery del 5 settembre 1950 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 2. 121 Cfr. Leonardo commemorato a Brisbane, La fiamma, 5 settembre 1952, p. 2.

230 L’assistenza religiosa della collettività italiana

legata generale, erano presenti Madre Antonietta Monzoni, ex superiora generale e ora superiora di Canossa House, Suor Su-sanna Castelli, Suor Angelina Bianchin, Suor Maria Tanzi, Suor Maria Sironi, Suor Rosetta Lassini, Suor Luigina Brambilla, Suor Maria Conti, Suor Maria Clerici e Suor Emilia Cazzani-ga122. Come accennato sopra, nel 1954, sotto la presidenza della Casa e con il coordinamento delle suore canossiane, fu istituita la Sunday School, che impegnava le religiose ogni domenica123. Il 7 settembre 1957 fu il comitato della Casa a occuparsi dell’orga-nizzazione del ballo annuale a favore dell’ospedale delle suore canossiane. Oltre duecento persone parteciparono all’evento e donarono generosamente. Il tesoriere del comitato, Michele Calvisi, consegnò alla madre superiora un assegno di 238 ster-line e parecchie casse di pasta e frutta. Il successo dell’iniziativa fu dovuto anche alla collaborazione di Carmelo Caruso, il quale aveva fatto gratuitamente pubblicità al ballo nel suoi pro-grammi radio124.

Il progressivo aumento degli assistiti presso la Canossa House di Gregory Terrace portò le Figlie della Carità a considerare pos-sibilità di ampliamento dell’opera, ma per questo occorreva trovare una proprietà che permettesse un certo sviluppo edili-zio. Fu adocchiato un terreno di 45 acri a Oxley, di proprietà delle suore Orsoline. Nel dicembre 1959 Madre Ada Nardi, as-sistente generale, firmò il contratto d’acquisto del terreno su cui sorgevano un convento e una scuola125. Nel febbraio 1960 mons. Duhig scriveva alla madre generale delle Canossiane per e-sprimere il suo totale appoggio all’iniziativa e concedere

122 Cfr. Il 14 maggio [senza data], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cas-sa Canossians, Fascicolo 2. 123 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 9 aprile 1954, p. 2. 124 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 16 agosto 1957, p. 10; Sette gior-ni nel Queensland, La Fiamma, 20 settembre 1957, p. 10; e Sette giorni nel Que-ensland, La Fiamma, 27 settembre 1957, p. 12. 125 Cfr. DI MARCO VINCENZO, Suore Canossiane nel Queensland, Presenza (giu-gno 1995) 2, p. 6.

Gli italiani di Brisbane 2 231

l’autorizzazione per l’apertura di una nuova comunità religiosa a Oxley126. Ci vollero diversi mesi per adibire a ospedale i locali lasciati dalle Orsoline. Il 28 e 29 ottobre 1960 quarantuno am-malati furono trasferiti nella nuova casa di cura di Oxley; sei suore lasciarono la comunità di Gregory Terrace per risiedere stabilmente nel convento eretto di fianco all’ospedale. Due giorni dopo, mons. Duhig si recò personalmente a benedire la nuova opera canossiana, una costruzione di legno che era stata approvata dal dipartimento della sanità del Queensland a con-dizione che una nuova costruzione in muratura fosse costruita entro cinque anni127. Bisognava ovviamente provvedere a rac-cogliere i fondi necessari alla realizzazione del progetto e la col-lettività italiana di Brisbane non mancò di offrire il proprio so-stegno. Il 9 novembre 1961, nella Casa San Francesco, si realizzò il ballo pro-Canossiane. Grazie a un’asta il comitato organizza-tore riuscì a raccogliere quasi 500 sterline che furono devolute a favore dell’ospedale di Oxley128. L’edificazione del nuovo com-plesso ospedaliero, dedicato particolarmente agli ammalati an-ziani, cominciò nel marzo 1964. Il nuovo ospedale fu inaugura-to nell’ottobre dell’anno successivo. Il progetto prevedeva an-che la costruzione degli alloggi per le infermiere, un nuovo convento e una cappella. Tutto fu completato negli anni se-guenti, grazie anche a un prestito di 70.000 sterline concesso dalla Bank of New South Wales a un tasso d’interesse molto con-veniente. Tale prestito fu quasi totalmente coperto dal contribu-to di 63.000 sterline che il governo del Queensland elargì a fa-

126 Cfr. DUHIG JAMES, Lettera alla madre generale delle suore Canossiane del 26 feb-braio 1960 [minuta], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canos-sians, Fascicolo 3. 127 Cfr. DI MARCO VINCENZO, Suore Canossiane nel Queensland, Presenza (giu-gno 1995) 2, p. 6; e DRAGO MARIA, Lettera a James Duhig del 24 ottobre 1960, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 3. 128 Cfr. Gara di generosità al ballo pro-Canossiane, La Fiamma, 14 novembre 1961, p. 17.

232 L’assistenza religiosa della collettività italiana

vore del nuovo ospedale delle suore canossiane nel marzo 1966129.

Gli anni settanta marcarono il consolidamento dell’opera ca-nossiana, che continuò a ricevere segni tangibili dell’apprez-zamento degli italiani di Brisbane e del Queensland. Nel 1970 le suore aprirono una scuola elementare a Gregory Terrace. Nel 1971 il complesso delle Canossiane a Oxley accluse una moder-na casa di cura per anziani. Con il nuovo fabbricato il comples-so poteva ospitare 250 degenti130. Nel maggio 1974 le suore ca-nossiane celebrarono il bicentenario della nascita della fonda-trice e il venticinquesimo anniversario del loro arrivo in Austra-lia. Il 17 maggio una mostra sulle loro attività caritative in tutto il mondo fu inaugurata dal console italiano, amm. Luigi Fulvi, al piano terra dell’ospedale di Oxley. L’esposizione raffigurante l’opera delle Canossiane nel mondo, rimase aperta per un me-se. Il 18 maggio mons. Rush presiedette la celebrazione eucari-stica solenne, che si tenne all’aperto con la partecipazione di migliaia di persone131. Le richieste d’assistenza continuavano ad aumentare e nel 1975 le Figlie della Carità decisero di ampliare il complesso di Oxley aggiungendo una seconda casa di riposo. Grazie a un contributo governativo di oltre un milione e trecen-tomila dollari australiani, in pochi mesi sorse Villa Verona, un imponente complesso geriatrico capace di ospitare 100 persone. L’opera fu affidata all’impresa edile di Tony De Luca, che ave-va già realizzato le costruzioni precedenti132. In quegl’anni, le

129 Cfr. BIANCHIN ANGELINA, Lettera a James Duhig del 28 febbraio 1964, Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 3; DI MARCO VIN-

CENZO, Suore Canossiane nel Queensland, Presenza (giugno 1995) 2, p. 6; BURAT-

TI NEDDA, Lettera a Giovanni XXIII dell’11 novembre 1965 [copia], Archives of the Archdiocese of Brisbane, Cassa Canossians, Fascicolo 3; e I fatti del Queen-sland, La Fiamma, 15 marzo 1966, p. 16. 130 Cfr. Villa Verona: un’esemplare casa di riposo, La Fiamma, 7 ottobre 1976, p. 31. 131 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 27 maggio 1974, p. 12. 132 Cfr. Villa Verona: un’esemplare casa di riposo, La Fiamma, 7 ottobre 1976, p. 31.

Gli italiani di Brisbane 2 233

Canossiane aprirono anche una scuola materna a Gregory Ter-race; l’Holy Family Child Centre per bambini dai 3 ai 5 anni fun-zionava nei giorni lavorativi, dalle ore 7:30 alle 17:30133. Nel set-tembre 1979, il console italiano, dott. Mario Sganga, appena ar-rivato a Brisbane, volle visitare il complesso ospedaliero di O-xley assieme all’impresario Tony De Luca. Il diplomatico rima-se positivamente colpito dall’opera delle suore canossiane e s’intrattenne con gli anziani italiani colà ricoverati134.

La cura pastorale degli immigrati italiani, oggetto principale del progetto missionario originario, rappresentò sempre una priorità per le Figlie della Carità a Brisbane. La preziosa colla-borazione con i missionari cappuccini presso la Casa San Fran-cesco e la parrocchia St. Thomas More è abbondantemente do-cumentata. Anche nel servizio agli ammalati e agli anziani le religiose canossiane dimostrarono sempre un’attenzione parti-colare per i membri della collettività italiana. Lo stesso dicasi a riguardo del loro apostolato in campo educativo.

I missionari scalabriniani (C.S.)

I Missionari di San Carlo – Scalabriniani iniziarono il loro mini-stero tra gli immigrati italiani del Queensland negli anni ’50, ma il loro apostolato si concentrò nel North Queensland. Nel 1952 gli Scalabriniani stabilirono un centro missionario a Sil-kwood per l‘assistenza degli italiani impegnati nel taglio della canna da zucchero. Dopo meno di un decennio l’immigrazione italiana in queste zone cominciò a diminuire visibilmente e nel 1968 i Missionari di San Carlo decisero di abbandonare la posi-zione di Silkwood. Tredici anni dopo gli Scalabriniani tornaro-

133 Cfr. Queensland, La Fiamma, 3 febbraio 1977, p. 22. 134 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 13 settembre 1979, p. 30.

234 L’assistenza religiosa della collettività italiana

no nel Queensland per aprire un centro missionario a Brisba-ne135.

L’apertura della posizione pastorale scalabriniana nella capitale del Queensland fu occasionata da una serie di circostanze e-sterne alla congregazione religiosa. Un gruppetto d’italiani re-sidenti a Lutwyche sognava da tempo la presenza stabile di un sacerdote italiano che potesse esercitare il ministero tra le nu-merose famiglie immigrate della zona nord di Brisbane, che risultava alquanto fuori mano agli zelanti padri cappuccini. Appoggiati dal parroco della parrocchia “Holy Cross” di Woo-loowin, P. Brian McMullen, si misero in contatto con i missio-nari scalabriniani che risposero positivamente all’appello. Nell’ottobre 1980, P. Vito Pegolo giunse a Brisbane per realizza-re una missione di due settimane tra le famiglie italiane di Wo-oloowin e dintorni136. Il successo fu tale che si prospettò imme-diatamente l’apertura di un centro missionario stabile nella ca-pitale del Queensland. L’arcivescovo Rush si mostrò subito fa-vorevole all’idea e affidò ai padri scalabriniani la cura pastorale degli italiani nella capitale del Queensland. Onde evitare malin-tesi e possibili interferenze, gli Scalabriniani firmarono un ac-cordo con l’arcidiocesi e con i parroci di New Farm, Woolloo-win, Wilston, Windsor e Kangaroo Point che chiariva le re-sponsabilità pastorali dei missionari. Nel gennaio 1981 i primi due Scalabriniani, P. Francesco Lovatin e P. Michele Cagna, ar-rivarono a Brisbane e si stabilirono in una casa in affitto al nu-mero 32 Bonython Avenue, Windsor, che servì per alcuni mesi come centro d’irradiazione delle attività pastorali. Il 6 marzo i due padri cominciarono a celebrare la Santa Messa domenicale in italiano in tutte le parrocchie sopra menzionate eccetto quel-la di Wilston. Le famiglie italiane residenti in quest’ultimo terri-

135 Cfr. CAHILL DESMOND, Missionaries on the Move, Center for Migration Stu-dies, New York 2004. 136 Cfr. 20 anni di vita della Federazione Cattolica Italiana, Sezione di North Brisba-ne, a cura di Rosanna Boccalatte e Nerina La Spina, pro manuscripto [2000], pp. 4-5.

Gli italiani di Brisbane 2 235

torio parrocchiale si erano un po’ allontanate dalle pratiche re-ligiose e fu necessario un intenso lavoro pastorale costituito da visite domiciliari e una missione per garantire una comunità italiana stabile desiderosa di partecipare alla celebrazione euca-ristica. Verso la fine del 1981 la casa di Windsor fu venduta e gli Scalabriniani decisero di trasferirsi al numero 35 di Lamington Avenue, a Lutwyche137.

All’inizio degli anni ’80 l’onda immigratoria italiana a Brisbane era oramai terminata e le famiglie italiane tendevano a spostar-si dal centro verso aree più periferiche. La dispersione degli assistiti in un territorio alquanto vasto e la sfida posta dalle se-conde generazioni molto “australianizzate” portò i padri scala-briniani a elaborare nuove strategie pastorali. Oltre alle visite domiciliari e all’assistenza degli ammalati, i Missionari di San Carlo cominciarono a offrire messe domenicali in italiano in diverse parrocchie della città. Giovani e meno giovani furono invitati ad aderire alla Federazione Cattolica Italiana, un’asso-ciazione religiosa di cui si tratterà dettagliatamente nel prossi-mo sottocapo138. La chiusura della presenza cappuccina presso la parrocchia St. Thomas More, alla fine del 1981, comportò un notevole incremento di lavoro pastorale per i padri scalabrinia-ni, che ora dovevano provvedere a una cura pastorale a 380 gradi nel territorio cittadino. Nel febbraio 1983, su indicazione del parroco locale, gli Scalabriniani terminarono la loro azione pastorale a Windsor. Nel maggio i missionari cominciarono a celebrare una Messa domenicale a Sunnybank e nel luglio suc-cessivo un’altra Messa festiva ad Aspley139. All’inizio del 1984 l’accordo firmato con l’arcidiocesi di Brisbane fu rivisto alla lu-ce delle nuove circostanze pastorali. Mentre venivano chiarite

137 Cfr. CAHILL DESMOND, Missionaries on the Move, Center for Migration Stu-dies, New York 2004, pp. 283-284; e Cartella sulla sede di Brisbane, Australis, (1987) 2, p. 112. 138 Cfr. CAHILL DESMOND, Missionaries on the Move, Center for Migration Stu-dies, New York 2004, pp. 284-285. 139 Cfr. Cartella sulla sede di Brisbane, Australis, (1987) 2, pp. 112-113.

236 L’assistenza religiosa della collettività italiana

alcune questioni finanziarie e giuridiche, si aggiungevano uffi-cialmente al territorio di azione scalabriniana le parrocchie di Aspley e Sunnybank140. Nel febbraio 1984 P. Michele Cagna fu assegnato a una nuova missione e P. Giovanni Pagnin prese il suo posto a Brisbane. Il 12 febbraio la comunità italiana volle stringersi attorno a P. Cagna per una Santa Messa e una festa di addio presso la chiesa parrocchiale di Holy Spirit a New Farm141.

Negli anni successivi le attività pastorali scalabriniane a favore della collettività italiana si dovettero adattare a nuove circo-stanze. Nel novembre 1984, per raggiungere gli italiani più lon-tani, P. Lovatin fondò il bollettino religioso “Rintocchi”, stam-pato e distribuito in moltissime case italiane142. Alla fine dello stesso anno la Santa Messa domenicale in italiano a Sunnybank fu cancellata per mancanza di partecipazione da parte dei fede-li143. All’inizio del 1986 i due padri residenti nel centro missio-nario di Lutwyche celebravano cinque messe in italiano ogni fine settimana nelle parrocchie di New Farm, Wooloowin, Kan-garoo Point, Aspley e Wilston, con un’affluenza totale di circa 700 italiani144. Nel marzo 1986 P. Giovanni Pagnin, che cono-sceva lo spagnolo, diede inizio a un’azione pastorale a favore degli immigrati centro-americani presso il “Campo Migranti” di Wacol. Verso la fine dello stesso anno, fu assegnato un nuo-vo parroco alla parrocchia di Aspley; il nuovo pastore, strenuo sostenitore di un’unica pastorale per tutti, decise di terminare la collaborazione con i padri scalabriniani, i quali si videro co-

140 Cfr. Agreement between the Archbishop of Brisbane Archdiocese and the Provin-cial of the Scalabrinian Fathers (24 gennaio 1984), Australis, (1984) 2, pp. 11-14. 141 Cfr. CERESOLI DOMENICO, Lettera circolare del 18 gennaio 1984, Australis, (1984) 2, p. 4; e Farewell Fr. Michele, Australis, (1984) 3, p. 10. 142 Cfr. CAHILL DESMOND, Missionaries on the Move, Center for Migration Stu-dies, New York 2004, pp. 284-285. 143 Cfr. Cartella sulla sede di Brisbane, Australis, (1987) 2, p. 113. 144 Cfr. Alcune statistiche della Provincia S. Francesca S. Cabrini, Australis, (1986) 3, p. 12.

Gli italiani di Brisbane 2 237

stretti a spostare la propria azione missionaria presso la parroc-chia di Geebung145.

All’inizio del 1988 P. Francesco Lovatin fu trasferito a Wollon-gong e prese il suo posto P. Angelo Cagna. Negli anni seguenti, i missionari scalabriniani estesero la loro azione pastorale agli italiani di Carina e a quelli di Surfers Paradise, nella Gold Co-ast. P. Angelo Cagna rinnovò il bollettino Rintocchi inserendo pagine dedicate alle diverse aree geografiche coperte dall’opera missionaria scalabriniana146. I Missionari di San Carlo conti-nuano ancor oggi a servire la collettività italiana di Brisbane.

L’apostolato dei laici Il quadro dell’assistenza religiosa cattolica offerta alla collettivi-tà italiana di Brisbane non sarebbe completo se non si includes-se il preziosismo apporto dei laici. Prestato individualmente o collettivamente, l’apostolato laicale ha contribuito enormemen-te alla crescita sociale, morale e spirituale della comunità italia-na nella capitale del Queensland. Generalmente esso si è svi-luppato come struttura di supporto dell’azione pastorale eserci-tata da sacerdoti, religiosi e religiose missionari a favore della collettività immigrata. Per scelta metodologica, in questo volu-me mi limiterò a presentare l’encomiabile opera apostolica rea-lizzata dai gruppi ufficialmente costituiti.

L’Ordine Francescano Secolare

L’Ordine Francescano Secolare (o Terz’Ordine Francescano) fu co-stituito da San Francesco al fine di offrire una struttura giuridi-ca a coloro che intendevano vivere secondo il carisma del santo

145 Cfr. Cartella sulla sede di Brisbane, Australis, (1987) 2, p. 113. 146 Cfr. CAHILL DESMOND, Missionaries on the Move, Center for Migration Stu-dies, New York 2004, pp. 284-286.

238 L’assistenza religiosa della collettività italiana

pur rimanendo nello stato secolare. Per questi fu coniata un’apposita “Regola”, che fu approvata dall’autorità ecclesia-stica. Dal XIII secolo in avanti, le comunità religiose francescane promossero lo sviluppo del loro braccio secolare, assegnando al Terz’Ordine un ruolo importante di partenariato nell’esercizio del ministero pastorale147.

Come già affermato sopra, il primo gruppo del Terz’Ordine Francescano a Brisbane fu fondato il 30 marzo 1952 su iniziativa di P. Bonifacio Zurli. Questa prima cellula, che pose la propria sede presso la Casa San Francesco, contava soli tre professi, tra cui Paolo Raffa e Marino Regano, che furono nominati rispetti-vamente presidente e vice presidente del comitato provvisorio del sodalizio. Nei mesi successivi altri volonterosi aderirono all’iniziativa148. La processione del Corpus Domini del 1952 of-frì l’occasione per la prima apparizione pubblica dell’Ordine Secolare Francescano nella capitale del Queensland. P. Zurli chiese all’artista italiano Luigi Favretto di disegnare uno specia-le stendardo raffigurante San Francesco, patrono d’Italia e degli italiani all’estero. La riuscitissima opera di Favretto fu benedet-ta dall’arcivescovo coadiutore, mons. O’Donnell nella celebra-zione eucaristica conclusiva della missione popolare predicata da P. Alessandro da Firenze nel maggio 1952149.

La missione popolare predicata da P. Carlo De Matteo nei mesi di aprile e maggio 1953 presso la cripta di Valley riuscì a infer-vorare il cuore di molti fedeli. L’invito ad aderire al Terz’Ordine Francescano, rivolto dal predicatore alla fine della missione, en-tusiasmò una ventina di persone che decisero di aderire imme-

147 Cfr. CHIMINELLI PIERO, Terz’Ordine Francescano. Forza viva nella Chiesa di ieri e di oggi, Centro Nazionale del T. O. F., Roma 1951. 148 Cfr. La Cronaca di 7 giorni, La Fiamma, 22 ottobre 1954, p. 9; e Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscrip-to, p. 25. 149 Cfr. Attività a Brisbane. Pregevole opera artistica di un connazionale, La Fiam-ma, 8 agosto 1952, p. 2.

Gli italiani di Brisbane 2 239

diatamente al sodalizio secolare150. Nell’ottobre dell’anno suc-cessivo l’Ordine Secolare Francescano di Brisbane contava oltre settanta professi, tutti membri della collettività italiana. Il 3 ot-tobre 1954 si realizzò una riunione speciale per l’elezione del comitato direttivo del Terz’Ordine, che risultò così composto: Paolo Raffa, ministro, Marino Regano, vice ministro, Maria Lo-doli, ministro, Concettina Garuffi, segretaria, Angela Basile, maestra delle novizie, Angelina Pennisi, Grazia La Bruna, Lu-ciano Pagano e Olimpia Rossi, consiglieri. I membri del sodali-zio si radunavano una volta al mese per una conferenza spiri-tuale, che si concludeva con una Santa Messa offerta per tutti i professi vivi e defunti. La loro azione pastorale consisteva nella visita agli ammalati italiani presso gli ospedali o nella loro resi-denza, un ministero prezioso in stretta collaborazione con i pa-dri cappuccini151. In seguito, grazie alla costante promozione dei missionari, si formarono altre due cellule dell’Ordine Secola-re Francescano, una a Wynnum e una a Kedron152. Nel 1969 il gruppo della Casa San Francesco si trasferì, assieme ai padri cappuccini, presso la parrocchia St. Thomas More di Petrie Ter-race.

Le fonti consultate non riportano ulteriori notizie riguardo all’Ordine Secolare Francescano di Brisbane, ma dalle testimonian-ze raccolte si deduce che i membri italiani del Terz’Ordine con-tinuarono a cooperare con i missionari cappuccini fino a quan-do quest’ultimi lasciarono la parrocchia St. Thomas More, nel 1981. Fedeli alla loro spiritualità, al loro carisma secolare e alla caratterizzazione nazionale, negli anni seguenti i terziari fran-cescani italiani continuarono a collaborare con i parroci di Pe-trie Terrace. Il sodalizio sussiste ancor oggi, con tutte le sue pe-culiarità, sotto il nome di Fraternity of St. Thomas More.

150 Cfr. Riuscitissima la missione a Brisbane, La Fiamma, 23 maggio 1953, p. 2. 151 Cfr. La Cronaca di 7 giorni, La Fiamma, 22 ottobre 1954, p. 9. 152 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 25.

240 L’assistenza religiosa della collettività italiana

L’Azione Cattolica

Fondata in Italia nella seconda metà del XIX secolo per orga-nizzare il laicato cattolico giovanile in vista di una testimonian-za di vita cristiana più coerente, l’Azione Cattolica fu approvata ufficialmente il 2 maggio 1868 da papa Pio IX. Pur con connota-zioni diverse, l’associazione si diffuse immediatamente su tutto il territorio della penisola italiana, arrivando a costituire la principale proposta di pastorale giovanile per tutte le diocesi italiane. Nel secondo dopoguerra il papa Pio XII si adoperò in-stancabilmente per la promozione dell’Azione Cattolica in Italia e in tutto il mondo153.

La prima sezione femminile dell’Azione Cattolica a Brisbane fu fondata nel primo semestre del 1949 sotto il nome di Gioventù Cattolica Femminile Italiana; anche in questo caso l’iniziativa par-tì da P. Bonifacio Zurli. Si trattava di un gruppetto di giovani donne italiane interessate a vivere pienamente la propria voca-zione cristiana. Le prime adunanze si tennero la domenica nella cripta di Valley, ma in seguito le riunioni si realizzarono presso la Casa San Francesco. La prima presidente della Gioventù Catto-lica Femminile Italiana fu Emilia Modellato, cui succedette Gra-ziella Bona. Fu scelta anche una divisa da indossare nelle cele-brazioni ufficiali: gonna lunga scura, camicetta bianca e cravat-ta154. Nel 1954 nacque anche la sezione maschile con la denomi-nazione Azione Cattolica Italiana di San Gabriele dell’Addolorata. Domenica 28 marzo 1954, con una cerimonia solenne nella crip-ta di Valley, P. Zurli consegnò le tessere e distintivi a una ven-tina di giovani italiani. In tale occasione, il missionario cappuc-cino, direttore spirituale del sodalizio, ricordava ai soci il loro

153 Cfr. Azione Cattolica, http://www.azionecattolica.it/aci/chi/storia, visitato il 12 giugno 2008. 154 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 21.

Gli italiani di Brisbane 2 241

impegno a collaborare nell’opera apostolica di propagazione della fede cristiana155.

Nonostante l’entusiasmo iniziale, la sezione maschile stentava a ottenere nuove adesioni156. Nel novembre 1955, in occasione della visita del delegato apostolico, mons. Romolo Carboni, le due sezioni dell’Azione Cattolica s’impegnarono a preparare una degna celebrazione di benvenuto presso la Casa San Francesco. Il presidente dell’Azione Cattolica Italiana San Gabriele dell’Addolo-rata, C. Di Marco, fece parte del comitato d’accoglienza. Il coro della sezione femminile cantò l’inno dell’Azione Cattolica e una rappresentante del sodalizio rivolse alcune parole di benvenuto al delegato pontificio. Mons. Carboni rimase positivamente colpito dagli sviluppi dell’Azione Cattolica a Brisbane e ne fece esplicita menzione nel suo discorso di ringraziamento157. Le at-tività del sodalizio non erano esclusivamente religiose, come dimostra l’invito che l’Azione Cattolica femminile fece pubblica-re su La Fiamma ai primi di dicembre 1955: si trattava di una gita in barca a Mandalay, con musica e giochi, organizzata per domenica 18 dicembre158. Nel 1957 apparve una nuova sezione denominata Associazione Cattolica Gruppo Famiglie; le fonti non riportano molte notizie, ma certificano che il 23 marzo 1957 tale sezione organizzò un ballo presso la Casa San Francesco159. Nel 1958 le sezioni maschile e femminile collaborarono per l’organizzazione di un ballo presso la Casa. L’evento, svoltosi domenica 3 agosto, raccolse i consensi delle oltre 200 persone convenute. I medesimi organizzatori decisero di allestire nel

155 Cfr. Brisbane, La Fiamma, 14 maggio 1954, p. 2. 156 Cfr. La voce del Queensland, La Fiamma, 16 settembre 1955, p. 9. 157 Cfr. Mons. Carboni tra gli Italiani di Brisbane, La Fiamma, 9 dicembre 1955, p. 9. 158 Cfr. L’Azione Cattolica a Mandalay, La Fiamma, 9 dicembre 1955, p. 9. 159 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 18 marzo 1957, p. 6.

242 L’assistenza religiosa della collettività italiana

mese successivo un “Ballo per papà e mamma” con musiche dei tempi passati160.

Dal 1959 le notizie sull’Azione Cattolica di Brisbane riportate dalle fonti consultate diventano molto scarse. Si può verosi-milmente supporre che ci sia stato un momento di stasi. Le no-tizie riprendono diversi anni dopo. Il 12 giugno 1965 la sezione femminile dell’Associazione Cattolica organizzò un picnic al con-vento delle suore canossiane a Mt. Tamborine. Dopo la Santa Messa celebrata da P. Silvio Spighi, i gitanti condivisero un pranzo al sacco per poi partecipare ai giochi e agli intratteni-menti preparati dalle giovani organizzatrici161. Il 3 ottobre suc-cessivo la sezione femminile propose una gita in pullman a To-owomba162. Il 12 febbraio 1966 le intraprendenti giovani decise-ro di contribuire all’opera delle suore canossiane attraverso l’allestimento di un ballo presso la Holy Spirit Hall di New Farm. Il ricavato della serata fu consegnato alle religiose per il loro ospedale163. Presso la medesima sala, l’8 ottobre successivo la sezione femminile dell’Azione Cattolica organizzò un ballo con una sfilata di moda. Furono esibiti alcuni modelli esclusivi della sartoria Coral Lea. Al termine della manifestazione la pre-sidente dell’Azione Cattolica, Connie Nicolò, pienamente soddi-sfatta del successo di pubblico, ringraziò pubblicamente la ditta patrocinante e tutte le collaboratrici164. Nel dicembre 1966 fu eletto il nuovo comitato direttivo della sezione femminile dell’Azione Cattolica, che risultò così composto: Iva Bardini, pre-sidente, Emilia Regano, vice presidente, Antonietta Ceccato, segretaria, Iris Vincenzi, assistente segretaria, Angela Nicolò, tesoriere, Assunta Maccarone, assistente tesoriere, Lina Pessato

160 Cfr. Sette giorni nel Queensland, La Fiamma, 1 agosto 1958, p. 12; e Sette gior-ni nel Queensland, La Fiamma, 13 agosto 1958, p. 15. 161 Cfr. Picnic Associazione Cattolica, La Fiamma, 15 giugno 1965, p. 16. 162 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 21 settembre 1965, p16. 163 Cfr. Ballo dell’Azione Cattolica a Brisbane, La Fiamma, 8 febbraio 1966, p. 16. 164 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 20 settembre 1966, p. 16; e I fatti del Queensland, La Fiamma, 18 ottobre 1966, p. 16.

Gli italiani di Brisbane 2 243

e Milena Nardo, consigliere. Il nuovo comitato organizzò per il 18 dicembre un picnic al monastero dei padri cappuccini di Wynnum; per l’occasione fu messo a disposizione un auto-bus165.

Nel 1968 le due sezioni maschile e femminile, sotto la denomi-nazione Gioventù Cattolica Italiana di Brisbane, rinnovarono la feconda collaborazione del passato per l’organizzazione di una serie di eventi sociali e filantropici. Il 9 marzo 1968, per racco-gliere fondi a favore delle vittime del terremoto in Sicilia, i gio-vani cattolici organizzarono una serata di cabaret intitolata Sici-lian Night presso la sala del Police Valley Club166. Nello stesso mese la Gioventù Cattolica Italiana di Brisbane ufficializzò la col-laborazione delle due sezioni maschile e femminile con la reda-zione di nuovi statuti. Il comitato direttivo del sodalizio decise di organizzare una serata danzante per il 28 aprile, denominata “Aprile in fiore”, presso la sala del Police Valley Club167. Dome-nica 10 settembre 1968 il medesimo comitato organizzò un rally automobilistico da Valley ad Aspley, con in palio il trofeo del Serafini Service Center; il corteo automobilistico si concluse con un grande barbecue presso l’Australian-Italian Bowling Club168. Il 2 novembre successivo la Gioventù Cattolica Italiana di Brisbane allestì una serata danzante presso il Police Valley Club, nella quale si svolse l’elezione di Miss Gioventù; la corona fu conse-gnata alla diciannovenne Lucy Mazzucca, mentre il titolo di Charity Queen andò alla sig.na Silvia Mejak. Oltre 500 italiani parteciparono alla manifestazione169. Il 18 novembre 1968 si tenne l’assemblea generale del sodalizio con l’elezione del nuo-vo comitato direttivo. Per la sezione maschile, il nuovo presi-dente fu G. Nicolò; per la sezione femminile, la carica di presi-

165 Cfr. I fatti del Queensland, La Fiamma, 13 dicembre 1966, p. 16. 166 Cfr. “Sicilian Night” pro-terremotati, Il Globo, 27 febbraio 1968, p. 15. 167 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 16 aprile 1968, p. 14. 168 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 13 agosto 1968, p.15; e Notiziario da Bri-sbane, Il Globo, 27 agosto 1968, p. 15. 169 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 12 novembre 1968, p. 15.

244 L’assistenza religiosa della collettività italiana

dente toccò a Flora Di Lizio. Il nuovo comitato organizzò per il 28 dicembre 1968 un ballo nella Holy Spirit Hall intitolato The Sunset of 1968 170.

Il 30 marzo 1969 la Gioventù Cattolica Italiana decise di ripropor-re il car rally che aveva riscosso molti consensi l’anno preceden-te. La manifestazione fu realizzata in collaborazione con la Ta-vernetta di Aspley e il Serafini Service Center. Il corteo delle mac-chine si snodò per le principali via cittadine per poi ritrovarsi all’Australian-Italian Bowling Club dove fu preparato un barbe-cue. La manifestazione terminò con un ballo presso il medesimo club 171. Il 21 giugno seguente la Gioventù Cattolica Italiana rea-lizzò una serata danzate presso la Holy Spirit Hall; la serata fu allietata dalla sfilata di moda della sartoria Corral Lea172.

Anche se le fonti consultate non riportano notizie per i primi anni ’70, si può verosimilmente supporre che le attività della Gioventù Cattolica Italiana di Brisbane continuarono a svolgersi regolarmente. Il 16 giugno 1974 il comitato direttivo organizzò un ballo presso la sede della Y.M.C.A. di Windsor173. Sabato 7 dicembre la Gioventù Cattolica Italiana di Brisbane realizzò la Supper Dance di Natale presso la sala Lupis of Kenmore di Broo-kfield174.

L’Associazione Donne Cattoliche Italiane

Nel settembre 1949 la sig.ra Rosina Battaglia fondò il gruppo delle Figlie di San Francesco con lo scopo di offrire alle donne italiane un luogo d’incontro e di dialogo presso la Casa San Francesco. Nell’ottobre successivo tale gruppo si organizzò co-stituendosi come Circolo delle Donne Italiane. Sotto la guida di P.

170 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 10 dicembre 1968, p. 17. 171 Cfr. Notiziario dal Queensland, Il Globo, 18 marzo 1969, p. 17. 172 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 10 giugno 1969, p. 18. 173 Cfr. Gioventù Cattolica di Brisbane, Il Globo, 3 giugno 1974, p. 12. 174 Cfr. Gioventù Cattolica Italiana, Il Globo, 18 novembre 1974, p. 15.

Gli italiani di Brisbane 2 245

Bonifacio Zurli, si elesse il primo comitato direttivo che risultò così composto: Rosina Battaglia, presidente, Olimpia Rossi, vice presidente, Maria Antoni, tesoriere, Caterina Strano, vice teso-riere, Rosanna Mattei, segretaria, Maria Cunico, vice segretaria. Nel dicembre seguente le donne del circolo allestirono presso la Casa San Francesco il primo albero di Natale. L’11 dicembre suc-cessivo il circolo si prese cura dell’inaugurazione ufficiale con una festa nella quale furono distribuiti doni per tutti i bambini italiani di Brisbane. Per la medesima circostanza le donne ita-liane del circolo allestirono anche una fiera di beneficenza a be-neficio della Casa. Mons. James Duhig partecipò personalmente all’evento assieme a una grande folla d’italiani175.

Negli anni successivi le fonti consultate non riportano notizie relative al Circolo delle Donne Italiane. Si può verosimilmente supporre che il sodalizio confluì nel comitato sostenitore della Casa San Francesco. Ma all’inizio del 1969 il circolo fu risuscitato da un gruppo di umili donne e l’appoggio dei missionari cap-puccini con il nome di Associazione Donne Cattoliche Italiane di Brisbane. Nel settembre 1969 le adesioni alla nuova associazione erano moltissime. Le riunioni mensili si tenevano presso la Holy Spirit Hall di New Farm. Il 5 ottobre 1969 si svolse una riunione del comitato direttivo per definire le attività dei prossimi me-si176. Il 26 ottobre successivo si realizzò una grande adunanza per tutte le iscritte all’associazione. Oltre alle conferenze spiri-tuali, si organizzarono giochi per piccoli e grandi in modo da coinvolgere tutta la famiglia. Il sodalizio continuò a riscuotere molto successo, anche tra donne non italiane. Nel 1976 la presi-dente era la sig.ra Mazzocato e la segretaria era la sig.ra Rainie-ri177.

175 Cfr. Cronache di Brisbane, La Fiamma, 30 settembre 1949, p. 2; La festa di S. Francesco, La Fiamma, 21 ottobre 1949, p. 4; e Notizie da Brisbane, La Fiamma, 13 gennaio 1950, p. 2. 176 Cfr. Notiziario dal Queensland, Il Globo, 30 settembre 1969, p. 18. 177 Cfr. Notiziario da Brisbane, Il Globo, 14 ottobre 1969, p. 18.

246 L’assistenza religiosa della collettività italiana

Le notizie riportate dalle fonti consultate per gli anni successivi sono molto rare e frammentate, ma si può verosimilmente sup-porre che le attività del sodalizio continuarono a consolidarsi. Nel 1978 l’Associazione delle Donne Cattoliche Italiane continuava a tenere le sue adunanze mensili presso i locali della parrocchia Holy Spirit di New Farm, ogni prima domenica del mese. Il so-dalizio cattolico aveva già ottenuto il riconoscimento ufficiale dalle autorità arcidiocesane di Brisbane ed era registrato come associazione senza fine di lucro presso lo stato del Queensland. L’assistente spirituale era P. Camillo Grisendi, coadiuvato dalle suore canossiane. Il 13 maggio 1978 l’associazione realizzò la “festa della mamma” presso la Holy Spirit Hall 178. Nell’ottobre 1984 la presidente era Santina Denaro179. Le attività del sodali-zio continuarono fino al 1992, quando l’Associazione delle Donne Cattoliche Italiane si sciolse180.

La Federazione Cattolica Italiana

La Federazione Cattolica Italiana (F.C.I.) nacque a Melbourne nel 1960 su iniziativa di P. Aldo Lorigiola, missionario scalabrinia-no. L’idea di costituire un gruppo di laici disponibili a collabo-rare con i missionari nell’azione pastorale a favore degli immi-grati italiani catturò una trentina di donne e uomini che l’11 dicembre nel salone della parrocchia All Saints di Fitzroy ebbe-ro il loro primo “tesseramento” della F.C.I., diventandone così fondatori. L’entusiasmo dei pionieri conquistò molte altre co-munità italiane seguite dai missionari scalabriniani e in tre anni la Federazione Cattolica Italiana poteva contare già 13 sezioni. Nel 1966 i tesserati erano già 1.147, divisi in 25 sezioni in diverse

178 Cfr. Brevi da Brisbane, La Fiamma, 1 maggio 1978, p. 27. 179 Cfr. Italian Associations in Brisbane, 25th October 1984, Archivio Casa Italia. 180 Cfr. Celebrazioni della Festa di San Francesco d’Assisi Patrono d’Italia e del 50.mo di sacerdozio del Rev. Padre Bonifacio Zurli, O.F.M. Cap.. Brisbane 1° ottobre 1994, pro manuscripto, p. 21.

Gli italiani di Brisbane 2 247

località australiane. L’anno dopo le sezioni erano 35 e la FCI faceva parlare di sé in tutta l’Australia181.

Verso la fine degli anni ’70 l’eco del successo della Federazione Cattolica Italiana raggiunse gli italiani di Brisbane. Fu il sig. Pie-ro Pezzopane a presentare per primo la F.C.I. alla sparuta co-munità italiana di Holy Cross, a Wooloowin, animata da Nicola Nave. A questi era stato dato l’incarico dal parroco, P. Brian McMullen, di costituire un comitato permanente che rappre-sentasse la comunità italiana e la F.C.I. poteva costituire un buon modello. Suor Giuseppina Colombo, missionaria canos-siana, che aveva avuto modo di conoscere la federazione nella sua precedente missione, fornì ulteriori informazioni sulla Fede-razione Cattolica Italiana. Il comitato guidato da Nave decise di invitare per un ritiro un padre scalabriniano e un rappresentan-te della federazione. Verso la metà del 1980 arrivarono P. Lu-ciano Ferracin e Sauro Antonelli, presidente nazionale della F.C.I., che spiegarono in dettaglio le finalità della federazione. Durante la Santa Messa conclusiva del ritiro, P. McMullen invi-tò gli italiani a riunirsi con lui la sera stessa presso la sala par-rocchiale. In tale riunione si decise di costituire un comitato provvisorio della F.C.I. presso la parrocchia Holy Cross. Ro-sanna Boccalatte fu nominata presidente, Nerina La Spina se-gretaria e tesoriere, e Rosario Merenda, Josie Cerqui, Nicola Nave, Addolorata De Michele e Suor Giuseppina Colombo consiglieri. Il 26 ottobre 1980, durante la celebrazione eucaristi-ca a conclusione della sua missione popolare, P. Vito Pegolo consegnò solennemente i distintivi e le tessere ai primi 12 membri della Federazione Cattolica Italiana di Brisbane. La neo-nata sezione organizzò una gita per famiglie italiane alla Gold Coast che si realizzò con successo il 30 novembre 1980. I figli dei tesserati vollero imitare il buon esempio e organizzarono una scampagnata a Point Danger il 4 dicembre dello stesso an-

181 Cfr. CAHILL DESMOND, Missionaries on the Move, Center for Migration Stu-dies, New York 2004, pp. 149-150.

248 L’assistenza religiosa della collettività italiana

no, accompagnati da alcuni membri della federazione. Nello stesso mese, il giovane Rosario La Spina allestì una recita di canti per Natale182.

All’indomani dell’arrivo dei primi missionari scalabriniani, P. Francesco Lovatin e P. Michele Cagna, alcuni membri della se-zione F.C.I. di Brisbane si misero in contatto con i padri e si de-cise di tenere un incontro di presentazione e pianificazione del-le attività pastorali nella sala parrocchiale di Wooloowin. La Federazione, affidata alla guida spirituale di P. Lovatin, s’impe-gnava a collaborare con i missionari nell’animazione liturgica delle messe festive in italiano, nelle visite agli ammalati e in alcune attività di beneficienza. Tra queste ultime ci fu una rac-colta straordinaria di offerte per i calamitati del terremoto che colpì l’Irpinia nel novembre 1980: si raccolsero oltre 400 dollari. Considerando l’interesse associativo di molti giovani italiani, P. Lovatin suggerì di fondare un Gruppo Giovani della FCI; la pro-posta fu accettate e Gino Boccalatte divenne il primo presidente del gruppo giovanile. Nei primi mesi del 1981 la Federazione realizzò diverse attività. Il 26 aprile si organizzò una gita a Mt. Tamborine. Nel mese di maggio si realizzarono recite del rosa-rio, incontri di studio della Bibbia e la celebrazione della festa della mamma presso il Valley Soccer Club. La Federazione sfilò per la prima volta con il suo stendardo nella processione del Corpus Domini a Nudgee nel giugno seguente. Nello stesso mese fu celebrato il venticinquesimo anniversario di ordinazio-ne sacerdotale di P. Francesco Lovatin. Nel luglio 1981 la Fede-razione decise di collaborare alla realizzazione del primo bollet-tino della missione scalabriniana; Maria Toscano e Lidia Gri si offrirono volontarie per adempiere tale servizio. Nel settembre successivo i tesserati parteciparono attivamente alla celebrazio-ne della Immigration Sunday nella cattedrale di Brisbane. Fu pu-

182 Cfr. 20 anni di vita della Federazione Cattolica Italiana, Sezione di North Brisba-ne, a cura di Rosanna Boccalatte e Nerina La Spina, pro manuscripto [2000], pp. 4-6.

Gli italiani di Brisbane 2 249

re allestito uno stand della F.C.I. per il Warana Festival di quell’anno. Il 26 settembre 1981 la Federazione realizzò la sua prima Dinner Dance presso il Mayne Sporting Club, un evento per raccogliere fondi per i seminari scalabriniani nelle Filippi-ne. Vi parteciparono 470 persone, tra le quali il vescovo ausilia-re mons. John Caskelly e il console italiano Luigi Fulvi183.

Nel gennaio 1982 la F.C.I. di Brisbane partecipò al congresso nazionale della Federazione Cattolica Italiana tenutosi a Melbour-ne. Il 21 marzo successivo, nella chiesa Holy Rosary di Win-dsor, si svolse il secondo tesseramento, che vide l’adesione di molti membri nuovi. Fu anche eletto il nuovo comitato direttivo con Rosanna Boccalatte, presidente, Maria Toscano vice presi-dente, Nerina La Spina, segretaria, e Nicola Nave, tesoriere. Nello stesso periodo il Gruppo Giovani, che contava oltre 50 membri, diventò indipendente, pur continuando a collaborare nelle attività della sezione di Brisbane. Nel corso del 1982 la Fe-derazione ripropose le attività religiose, sociali e caritative che l’anno precedente avevano riscosso tanto successo. Il 27 no-vembre, a beneficio della rivista scalabriniana “Il Messaggero”, la F.C.I. organizzò la prima walk-a-thon, una camminata di venti chilometri dalla chiesa Holy Cross fino al seminario di Banyo, dove si condivideva un pranzo al sacco. Per Natale la Federazio-ne allestì un concerto natalizio nella saletta parrocchiale di Wo-oloowin184.

Nel marzo del 1983 Maria Toscano fu eletta presidente della sezione di Brisbane e un nuovo programma di attività fu stilato assieme al cappellano P. Lovatin. Nel luglio successivo i mis-sionari scalabriniani estesero la loro azione alla parrocchia Our Lady and St. Dympna ad Aspley e si affacciò l’idea di fondare 183 Cfr. 20 anni di vita della Federazione Cattolica Italiana, Sezione di North Brisba-ne, a cura di Rosanna Boccalatte e Nerina La Spina, pro manuscripto [2000], pp. 8-15. 184 Cfr. 20 anni di vita della Federazione Cattolica Italiana, Sezione di North Brisba-ne, a cura di Rosanna Boccalatte e Nerina La Spina, pro manuscripto [2000], pp. 16-18.

250 L’assistenza religiosa della collettività italiana

una nuova sezione della Federazione Cattolica Italiana. P. Lovatin con alcuni collaboratori laici bussò alla porta di tutte le famiglie italiane della zona al fine di identificare un gruppetto di perso-ne che fossero interessate all’iniziativa. Il lavoro fu arduo; ma nel giro di pochi giorni la missione cominciò a produrre i risul-tati sperati e nello stesso luglio la sezione F.C.I. di Aspley era una realtà. Il 26 febbraio 1984 le due sezioni di Brisbane della Federazione Cattolica Italiana realizzarono congiuntamente la ce-rimonia di tesseramento durante una Santa Messa presieduta da mons. Rush, nella chiesa parrocchiale di Our Lady and St. Dympna. La sezione di Aspley si presentò con una quarantina di candidati. Il 5 agosto successivo la nuova sezione elesse il suo primo comitato direttivo ufficiale, la cui presidente fu Giu-seppina Musarra.

Nel corso dei mesi e degli anni successivi entrambe le sezioni s’impegnarono nell’organizzazione di manifestazioni religiose (Sante Messe, Via Crucis, processione del Corpus Domini, reci-ta del rosario in famiglia, gruppi di preghiera e ritiri spirituali), attività ricreative (balli, picnic e gite in autobus) e raccolte di fondi a favore della borsa di studio pro-seminaristi scalabrinia-ni nelle Filippine, del "Messaggero" e dell’African Famine Appeal. Il Gruppo Giovani estese sempre la propria collaborazio-ne nelle diverse iniziative intraprese dalla F.C.I.. Nel novembre 1986, la cessazione dell’azione pastorale dei padri scalabriniani nella parrocchia Our Lady and St. Dympna segnò il trasferi-mento della sezione di Aspley a Geebung, presso la parrocchia St Kevin, e il cambiamento del nome in "sezione di A-spley/Geebung".

Al fine di meglio coordinare le attività delle sezioni della Fede-razione, nel febbraio 1987 fu costituito il primo comitato statale F.C.I. del Queensland composto da Rosanna Boccalatte e Joe Miranda, rappresentanti della sezione di Wooloowin (o North Brisbane), Camillo Impellizzeri e Carmela Bozzi, rappresentanti della sezione di Aspley-Geebung, ed Emilio Raglione e Ross

Gli italiani di Brisbane 2 251

Mancuso, rappresentanti del gruppo giovanile. Nel maggio 1987 Anna Sassu divenne presidente della sezione di Wooloo-win e rimase in carica fino al 1990. Il 6 dicembre 1987, presso la parrocchia di Kangaroo Point, fu fondata la sezione F.C.I. di South Brisbane con Elena Furlanis presidente. All’inizio del 1988 P. Angelo Cagna prese il posto di P. Lovatin come assi-stente spirituale della Federazione. Fu P. Angelo Cagna a presie-dere la cerimonia del tesseramento il 17 aprile 1988, dove si po-tevano chiaramente vedere i frutti di otto anni di fecondo lavo-ro pastorale. Il 2 maggio seguente fu eletta presidente della se-zione di Aspley/Geebung Carmela Bozzi, la quale nel maggio 1989 passò le redini del gruppo a Leo Bozzi. In questi anni se-guenti le sezioni continuarono a collaborare attivamente con i missionari scalabriniani. Il 21 giugno 1989 fu costituito un nuo-vo comitato statale con Mariano Le Mura, presidente, Gaetano Caltabiano, segretario, Ross Mancuso, tesoriere, e Isidoro Apri-le, Gino De Angelis, Rosanna Boccalatte ed Elena Furlanis, con-siglieri.

Nel novembre 1989 P. Giuseppe Visentin, superiore provinciale dei missionari scalabriniani, fu invitato dalla F.C.I. di Aspley/ Geebung ad animare un ritiro aperto a tutti basato sulla spiri-tualità del movimento carismatico presso il seminario di Banyo. In seguito al fervore suscitato dal predicatore, il 30 novembre 1989 fu fondato il “Gruppo di Preghiera del Rinnovamento nel-lo Spirito di Sant’Andrea”; Carmela Bozzi e Agatino Le Mura furono eletti responsabili del gruppo. Nell’aprile 1990 si cele-brarono solennemente i primi dieci anni di vita della Federazio-ne Cattolica Italiana a Brisbane185.

A diciotto anni di distanza, pur con qualche ruga, la F.C.I. della capitale del Queensland appare ancora aitante e tonica. Il suo

185 Cfr. 20 anni di vita della Federazione Cattolica Italiana, Sezione di North Brisba-ne, a cura di Rosanna Boccalatte e Nerina La Spina, pro manuscripto [2000], pp. 18-24; Intervista a Camillo Impellizzeri, realizzata il 30 giugno 2008; e Intervi-sta a Carmela Bozzi, realizzata in 30 giugno 2008.

252 L’assistenza religiosa della collettività italiana

instancabile apostolato tra gli immigrati italiani di Brisbane, sempre in cooperazione con i padri scalabriniani, con il tempo si è specializzato ed esteso oltre i confini nazionali, come nel caso dell’assistenza prestata a numerosi rifugiati sudanesi rilo-cati a Brisbane in tempi recenti.

CONCLUSIONE

L’immigrazione italiana nel secondo dopoguerra tinse di trico-lore le campagne, ma soprattutto le grandi città australiane. In quarantacinque anni arrivarono in Australia oltre 300.000 ita-liani che si aggiunsero ai 33.000 registrati nel censimento del 1947. Grazie a un accordo tra i due paesi, dal 1951 l’emigrazione italiana verso il Nuovissimo Continente fu inco-raggiata attraverso contributi governativi. In alcuni casi il so-gno australiano si trasformò in un terribile incubo per il manca-to adempimento delle promesse d’impiego che avevano spinto molti a intraprendere l’avventura. In tanti altri casi gli immigra-ti italiani fecero fortuna, soprattutto grazie alla loro laboriosità e alla loro inventiva. Dopo la II Guerra Mondiale, il Queen-sland non esercitò sulle nuove leve migratorie quel fascino che lo aveva caratterizzato nel periodo interbellico. Gli spettri della deportazione e della prigionia di alcune migliaia di enemy aliens italiani durante il conflitto rallentarono spesso gli ingranaggi delle catene migratorie cui si deve essenzialmente la distribu-zione della presenza italiana nel territorio australiano nel se-condo dopoguerra. Inoltre, lo sviluppo industriale del Victoria e New South Wales e quello agricolo del South Australia sem-bravano offrire molte più possibilità. Negli anni ’50 quasi la metà della collettività italiana del Queensland era di origine siciliana; le altre regioni maggiormente rappresentate erano ri-spettivamente Veneto, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia. Nello stesso periodo, l’agricoltura occupava circa i due terzi della manodopera italiana nel territorio statale, ma si no-tava in percentuale un chiaro interesse per l’industria edile e quella turistica. Il censimento del 1966 registrò il record delle persone nate in Italia: poco più di 20.000 individui residenti nello stato del Queensland. La “piccola ma tenace” comunità italiana raccontata nel mio primo volume non crebbe alla pari delle collettività di Sydney e Melbourne; essa però conservò tutta la sua tenacia, risorgendo dalle ceneri sparse nei campi di

254 Conclusione

prigionia australiani. La presenza italiana nella capitale del Queensland fu rinvigorita dalla migrazione interna proveniente dal nord dello stato e dall’afflusso di nuovi immigrati. Il pro-cesso integrativo non fu tra i più semplici e le donne ne rimase-ro spesso ai margini.

Dal 1945 al 1990 la vita della collettività italiana di Brisbane fu marcata da una lunga serie di avvenimenti che ne manifestaro-no tutta la dinamicità. Dalle prime gite a Bishop Island alle domeniche presso la Tavernetta di Aspley, dalle riunioni presso la Casa San Francesco alle massicce manifestazioni nel parco di New Farm, la comunità italiana non mancò mai di celebrare la gioia di stare insieme. Nei primi anni del secondo dopoguerra alcuni notabili seppero raccogliere l’eredità del periodo inter-bellico e si distinsero come animatori e organizzatori degli e-venti comunitari; tra essi spiccano i nomi di Francesco Castel-lano e Rosina Battaglia. A partire dalla decade del ’50 la rap-presentanza diplomatica italiana svolse un ruolo cruciale nel processo di costituzione e consolidamento della collettività ita-liana di Brisbane. Tutti i vice-consoli e i consoli (senza dimenti-care i “reggenti”) che si succedettero dal 1951 al 1990 contribui-rono, anche se in modi diversi, al rafforzamento dell’identità nazionale. La celebrazione delle feste patrie (2 giugno e 4 no-vembre) funzionò sempre come un importante momento ag-gregativo per tutti gli italiani della capitale del Queensland. Molti avvenimenti servirono a promuovere la cultura italiana a Brisbane; più che le mostre d’arte e le dotte conferenze, cui co-munque va riconosciuto un certo merito, furono i concerti di musica classica e leggera a catturare l’attenzione del pubblico sia italiano sia australiano, producendo così momenti d’incontro e scambio interculturale. La collettività italiana non mancò mai di manifestare concretamente la propria solidarietà con la madrepatria nei momenti di bisogno. Donazioni private, speciali collette e proventi derivati da eventi organizzati a fine benefico permisero agli italiani di Brisbane di inviare in Italia cospicui contributi economici in occasione delle diverse cata-

Gli italiani di Brisbane 2 255

strofi che colpirono la penisola nel secondo dopoguerra. Grazie alla loro laboriosità e tenacia, tutti gli italiani immigrati nella capitale del Queensland riuscirono a raggiungere discreti livelli economici. Alcuni, dotati di particolari capacità e creatività, riuscirono a sfondare nel campo dell’edilizia, dell’industria, del commercio e della ristorazione. La vitalità della comunità ita-liana di Brisbane è stata mirabilmente “fotografata” dai corri-spondenti de La Fiamma e de Il Globo, che hanno paziente-mente raccontato i principali avvenimenti e i protagonisti di una avventura entusiasmante. Diverse stazioni radio offrirono le loro frequenze ad abili presentatori italiani, i quali, attraverso un fitto palinsesto di programmi radio, gettarono ponti di ami-cizia e solidarietà per gli immigrati italiani a Brisbane e in tutto il Queensland.

Lo spirito associativo italiano non morì nei campi di prigionia. È vero. Soffrì un po’ all’inizio a causa delle “ombre” fasciste che avevano caratterizzato alcuni sodalizi negli anni ’30, ma con l’arrivo delle nuove leve la voglia di stare insieme tornò alla ribalta. Le numerose associazioni italiane che sorsero a partire dagli anni ’50 risposero a interessi distinti: letterari, musicali, sportivi, religiosi e assistenziali. Fatta eccezione per il Fogolâr Furlan, i sodalizi italiani assunsero caratterizzazioni regionali solo negli anni ’70. Le fonti consultate rivelano un fittissimo programma di attività d’indole diversa, con una notevole con-centrazione nei fine settimana. Si evidenzia chiaramente l’importanza dei momenti di aggregazione sociale, in particola-re delle cene e dei balli, che, oltre a costituire un importante oc-casione di incontro tra connazionali, servirono anche a soddi-sfare le esigenze di un’aperta tendenza endogamica. Dagli inizi degli anni ’70, il moltiplicarsi delle associazioni comportò l’incremento delle proposte aggregative, le quali cominciarono ad accavallarsi in un calendario di eventi già alquanto nutrito. In qualche caso, tali sovrapposizioni sembravano alimentare un certo spirito di competizione tra i diversi sodalizi, a scapito di un’auspicata unità d’intenti. La reazione fu immediata. Preoc-

256 Conclusione

cupati delle possibili conseguenze, i dirigenti delle associazioni italiane, con il patrocinio del consolato, s’impegnarono in una programmazione annuale comune che ristabilì gli equilibri. Va comunque notato che, nonostante gli encomiabili sforzi di mol-ti, l’ideale di un unico centro per tutte le attività della collettivi-tà italiana non fu mai raggiunto.

La dimensione religiosa gioca sempre un ruolo importante nell’esperienza migratoria degli italiani. Lo stretto legame tra fede e cultura, imparato in casa, a scuola e a catechismo, si po-tenzia in terra d’emigrazione, nel tentativo di ricreare “oasi” di un ambiente familiare e sicuro. Lo sapeva bene mons. Duhig che, in tutti gli anni spesi alla guida dell’arcidiocesi di Brisbane, ebbe sempre un’attenzione particolare per gli immigrati prove-nienti dall’Italia. La calda accoglienza e l’accompagnamento “personalizzato” riservato agli italiani nel periodo interbellico da parte della Chiesa locale (vescovi e sacerdoti) continuarono a segnare le relazioni con la comunità italiana anche dopo la seconda guerra mondiale. Dagli anni ’40 all’assistenza religiosa prestata dal clero diocesano si aggiunse l’encomiabile azione socio-pastorale dei missionari cappuccini. I pionieri, e in parti-colare P. Bonifacio Zurli, seppero cogliere le esigenze spirituali e materiali degli immigrati e approntarono risposte adeguate. La Casa San Francesco, una delle tante iniziative di P. Zurli, rap-presentò per oltre 20 anni una vera e propria “casa” per tutti gli italiani di Brisbane e del Queensland. Nel 1949 arrivarono an-che le suore canossiane, che, oltre a prendersi cura dei malati incurabili e degli anziani di Brisbane, collaborarono incessan-temente con i padri cappuccini, ampliando l’azione pastorale tra le famiglie italiane con un’inevitabile caratterizzazione di genere. Gli anni ‘80 segnarono l’arrivo dei missionari scalabri-niani, che progressivamente assunsero le responsabilità della cappellania italiana della capitale del Queensland. La loro assi-stenza socio-religiosa, in linea con una più vasta distribuzione geografica degli italiani e con gli inevitabili cambi generaziona-li, si strutturò secondo una pastorale migratoria coordinata con

Gli italiani di Brisbane 2 257

la Chiesa locale in un contesto cross-culturale. Sin dall’inizio il contributo laicale all’opera assistenziale di sacerdoti e religiose fu fondamentale. Ora a titolo personale, ora costituiti in gruppi e associazioni religiose, i laici impegnati della collettività italia-na di Brisbane rappresentarono una vera colonna per la cappel-lania etnica. Con sensibilità, talenti e carismi diversi, risposero sempre prontamente e generosamente alla loro vocazione, promuovendo la conservazione della fede e delle buone tradi-zioni patrie.

La “piccola ma tenace” comunità italiana di Brisbane può anda-re fiera del proprio passato, ricco di successi e realizzazioni me-ritorie. È senz’altro importante mantenere viva la memoria de-gli eventi trascorsi, ma è ancor più importante invogliare le nuove generazioni a conoscere la propria storia, la storia dei loro genitori e dei loro nonni, per non perdere il contatto con le radici, per non smarrire un’identità che è costata sangue e su-dore a chi ci ha preceduto. Mi auguro che queste mie pagine siano servite allo scopo.

258 Conclusione

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Intervista a Gino Merlo, realizzata il 11 aprile 2007

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Intervista a Camillo Impellizzeri, realizzata il 30 giugno 2008

Intervista a Carmela Bozzi, realizzata in 30 giugno 2008

INDICE DEI NOMI

Adams Rosemary: 166

Adessio: 161

Agagianan Grégoire Pierre: 217

Aili: 161

Alba Nella: 92, 183

Albanese C.: 64

Alessandro da Firenze: 211, 213, 238

Alina: 91

Anello Barbara: 159

Angeletti Sergio: 91, 93, 159

Antonelli Pasquale: 144, 146, 150, 151, 179, 181

Antonelli Sauro: 247

Antoni Maria: 208

Aprile Isidoro: 251

Arli Gino: 112

Arquilla Gino: 113, 116

Atanasio Gonelli: 56

Babini Angelo: 77

Bacchiella Cristina: 146

Balestrieri Loris: 65, 69, 70, 71, 82, 111, 114, 161, 162, 163, 177

Bandiera M.: 92

Barbagallo Alfio: 166

Barberino Alfio: 149

Barbi Alfio: 82, 86, 179

Bardini Iva: 242

Barren Don: 107

Barzoli Paolo: 147, 164, 170, 220, 221,

Basile Angela: 239

Basile Sonia: 125

272 Indice dei nomi Basilico Emilia: 229

Basilotta: 63

Battaglia Gloria: 208

Battaglia Rosina: 56, 206, 208, 244, 245, 254

Baucia Cesare: 56, 57, 64

Belgiorno-Nettis Franco: 49

Bellingoi Enzo: 110, 111

Benedetto Marino: 118, 120

Benguell Norma: 68

Beninca Fausto: 176

Benuzzi Felice: 56, 57, 59, 60, 61, 98, 99

Bertoni Sergio: 118

Bianchin Angelina: 230

Bidoli Claudio: 195

Bissietta Giuseppe: 207

Bjelke-Petersen: 170

Boccabella Annibale: 152, 153, 155, 156, 157

Boccalatte Gino: 248

Boccalatte Rosanna: 247, 249, 250, 251

Bona Graziella: 240

Bonutto Osvaldo: 60, 118, 162, 163

Bortolotti Nicla: 208

Bottaz Franco: 132, 137, 138, 139

Bottaz Maria: 70

Bozzi Carmela: 8, 250, 251

Bozzi Jessie: 169

Bozzi Leo: 251

Brambilla Luigina: 230

Brancozzi Gabriele: 92

Brandle Max: 94, 109

Briggs Ernest: 102, 104

Brozzesi Franco: 74

Gli italiani di Brisbane 2 273

Brunello Demetrio: 132

Brusasco Ernie: 112

Brusasco Felice: 66, 73, 112, 113, 162, 163, 165

Brusasco Italo: 162

Buiatti Giordano: 140

Burke: 213

Burke Don: 129

Burton Fay: 122

Busoni Ferruccio: 104

Buttazzoni: 171

Cacciola Philip: 173

Cacio Giuseppe: 71

Cagna Angelo: 237, 251

Cagna Michele: 234, 236, 248

Calderale Giovanni: 88

Calì George: 112

Calice Vince: 113, 116, 181

Caltabiano Gaetano: 251

Calvisi Domenico: 164

Calvisi Joan: 142

Calvisi Maria: 70

Calvisi Mchele: 66, 230

Calwell Arthur Augustus: 17

Calzavara Flavio: 62

Cameron Peggy: 106

Campanini Carlo: 166

Campanotti Silvio: 118

Campbell Fred: 135, 164

Campoli Alfredo: 74

Campora Angelo: 70

Canale Guido: 113, 115, 162, 163, 164

274 Indice dei nomi Canali Paolo: 79

Capelli Claudio: 158

Cappelletti Bruno: 125, 126, 127, 128, 129, 130, 132, 180, 194

Cappetta Mario: 78

Carbone Mario: 48, 54

Carboni Romolo: 200, 213, 216, 241

Cariglia Manlio: 199

Carlton: 207

Carnera Primo: 63

Carnevali Giulio: 69, 218

Carosone Renato: 66

Cartasegna Enrico: 48, 54

Carter Diane: 153

Caruso Adriano: 92

Caruso Carmelo: 6, 9, 59, 61, 63, 64, 65, 66, 71, 72, 75, 84, 85, 88, 91, 92, 93, 107, 113, 114, 140, 141, 142, 144, 146, 147, 148, 151, 157, 160, 177, 183, 230

Caruso M. Antonietta: 92

Casasola: 124

Caskelly John: 249

Castaldo Massimo: 64, 65, 119, 194, 213

Castellana Joe (o Giuseppe): 80, 90, 137, 195

Castellano Francesco: 55, 56, 61, 65, 68, 69, 71, 72, 75, 83, 86, 98, 99, 100, 103, 105, 107, 108, 111, 112, 117, 119, 126, 129, 131, 142, 147, 161, 164, 172, 175, 179, 180, 195, 254

Castelli Susanna: 230

Cattaneo F.: 194

Cavaliero L.: 79

Cavallo Giovina: 158

Cavallo Villiano: 202

Cavarzan Giuliano: 192

Cavasin Gianita: 213

Cazzaniga Emilia: 230

Ceccato Antonietta: 143, 242

Gli italiani di Brisbane 2 275

Ceccato Chiara: 133

Ceccato Erminio: 135

Cecconi Dino: 165, 171

Celidonio Michele: 89

Cella Toni: 128

Cerqui Josie: 247

Cervati Mario: 67

Cervetto Luigi: 206

Cervetto U.: 100

Chandier John Beals: 55

Chia Dana: 64

Chiari Walter: 80, 166

Childers Noree: 108

Ciani Peter: 74, 91

Cicchiello Tony: 170

Ciccio Pasticcio (Andrea Maugeri): 80, 81, 91

Cilento Raphael: 57, 62, 75, 98, 99

Cipressi Lorella: 154

Clerici Maria: 230

Coco Angela: 119

Colbourne Patrick: 223

Colombo Giuseppina: 247

Colussa Gianni: 193

Concas Lino: 220

Confalonieri Nerina: 146

Consolini Giorgio: 70

Conte Maria Pia: 77

Conte Mauro: 5, 8

Conti Maria: 227, 230

Coppick: 161

Corazzol V. H.: 194

Cordaro Sarina: 70

276 Indice dei nomi Cosentino Giuseppe: 185

Cossiga Francesco: 133, 189

Costa Igino: 60

Costantino Romola: 56, 62

Crawford: 103

Creedy A. J.: 108

Cresciani Gianfranco: 31

Crocetti Carlo: 92

Crotta Vittorio: 161

Cucelli Gianni: 58

Cunico Maria: 208, 245

D’Onofrio Luigi: 190, 191

Dalla Pina Silvano: 179, 224

Dallara Tony: 87

Danelon Gianna: 70

Daneo Silvio: 59, 65

Darveniza Lisa: 183

De Angelis Gino: 251

De Candia Felice: 222, 223

De Gasperi Alcide: 18

Della Bianca Giuseppe: 113, 162, 163, 194

De Luca Tony: 48, 162, 164, 232, 233

De Matteo Carlo: 204, 209, 238

De Michele Addolorata: 247

De Pasquale Francesco: 48, 54

De Pasquale Raffaele (o Ralph): 142, 164, 165, 167, 168

De Sisti: 74

De Vincentis Nunzio Giuseppe: 196

De Vivo Giuseppe: 128, 129

Del Balzo Giulio: 55, 207

Del Balzo Marisa: 55

Gli italiani di Brisbane 2 277

Del Bello Marcello: 58

Del Bello Rolando: 58

Del Monte Tina: 70

Del Rio Mara: 66

Delia Franco: 222

Dell’Otto A.: 194

Della Chiesa D’Isasca Renato: 72

Demartini Pietro: 66, 206

Denaro Santina: 157, 246

Di Clemente Marina: 159

Di Domenico Massimo: 161

Di Donato: 192

Di Gregorio Rosanna: 158

Di Labio Maria: 151

Di Lizio Flora: 244

Di Lizio Franca: 150

Di Marco C.: 241

Di Marco Giovanna: 156, 169

Di Marco Vincenzo: 66, 185

Di Paolo Ilio: 64

Dickson Val: 161

Dieterle William: 62

Dignan Don: 6, 8, 110

Drago Maria: 229

Duca di Edimburgo: 210

Duggan Jack E.: 59

Duggan Patricia: 126

Duhig James: 14, 55, 56, 57, 60, 61, 69, 199, 200, 201, 203, 204, 205, 207, 210, 211, 213, 214, 216, 217, 218, 219, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 245, 256

Emmi Giuseppina: 224

Ercole Joanne: 173

278 Indice dei nomi Espinoll: 201

Esposito Carolina: 156, 157, 186

Farnea Antonio: 140

Farrelly Patty: 126

Favali Stefano: 217

Favretto Luigi: 209, 238

Febo Rosanna: 155, 156

Federici Maria: 141, 159

Fenton Robert: 133

Ferlan G.: 195

Ferlito Johnny: 112

Ferracin Luciano: 247

Ferrara R.: 68

Feruglio Bruno: 118

Fiammetta: 81

Fiumara Carmelo: 116, 129

Formica Felice: 223

Forni Fabia: 90, 92, 173

Forni Franco: 90

Forzin Luigi: 79

Foschi Franco: 82

Fracassi Clemente: 62

Franchin Antonietta: 69, 119

Franchin Antonio: 48, 54, 174

Franchini Armando: 115

Franchini Romano: 158, 187, 225

Francini Fabio: 80

Fraser Malcom: 86

Fritz H.: 194

Frola Vera: 82, 142, 144, 179

Frola Vilma: 151

Gli italiani di Brisbane 2 279

Fucci Rosetta: 70

Fulvi Luigi: 79, 80, 108, 136, 152, 232, 249

Furlan E.: 195

Furlan Mimma: 85, 185

Furlanis Elena: 251

Gaiera Enrico: 140

Gair Vince: 214

Galliera Alceo: 61

Gallina Deanna: 145, 148

Gallo Nunzio: 71

Gardini Fausto: 58

Garuffi Concettina: 239

Gaspanello R.: 57

Gaspardo Regina: 229

Gastaldin Renato: 130

Gatto G.: 61

Gattuso Johnny: 66

Ghirardelli Yvonne: 70, 127

Giammichele Bruna: 154

Giampaolo Carmelo: 202

Giavon Guerrino: 118, 120, 121, 162

Giavon Vilma: 119

Gigli Beniamino: 70

Giglio Giovanni: 73

Gilfedder John: 107, 110

Ginardi Maria: 158

Giordano D.: 79

Giovanni Paolo II: 132

Giugni Walter: 136

Gonano Leo: 123

Graham Clare: 107

280 Indice dei nomi Granciotti Bruna: 210

Gransden John: 106, 108

Greco Emilio: 75

Gri Lidia: 248

Grisendi Camillo: 90, 224, 225, 246

Guerrera Maria: 177

Gugemberger Rosetta: 70

Halim Victor: 167

Halmos Joseph: 126

Hanlon Edward Michael: 55

Hempel John Andrew: 37, 40, 46

Hitler Adolf: 30, 42

Hunter: 161

Hutchinson Bill: 161

Hynes J.: 185

Iacuzzi Carlo: 120

Iacuzzi Carol Gabriel: 149

Iezzi Delio: 48, 164

Iezzi Lidio: 161, 162

Impellizzeri Camillo: 250

Infantino Luigi: 65, 70

Intelisano Concettina: 148

Intelisano Salvatore: 94

Irom: 59

Italia Gabriele: 203

Ivanni Angelo: 126

Ive Giuseppe: 129, 207, 214

Gli italiani di Brisbane 2 281

Jacobelli Adriana: 89, 94, 182

Jacovella Carmine: 85

Jacuzzi Carlo: 118

Jacuzzi Guglielmina: 70

Johnson Doris: 128, 181

Jones Clem: 115

Jones Fiorenza: 92, 183

Keller Leo: 132

Khasho Yousef: 74

Kinston Steven: 98, 101

Krieger Eddy: 142

La Bruna Grazia: 239

La Spina Nerina: 247, 249

La Spina Rosario: 248

Ladislao da Guastalia: 204, 217

Lahey S.: 100

Landi Aldo (Giuseppe Avolese): 81, 91

Lane Don: 129, 131, 132

Lanza Mario: 66

Lapas Olag: 129

Lassini Rosetta: 230

Lauro Gioacchino: 73

Laverack John: 55

Le Mura Agatino: 251

Le Mura Mariano: 251

Lestani Ermes: 162

Lestani Guido: 118

Lestani Silvana: 70

Lewis Col: 130

Lippi Vido: 55, 56, 208

282 Indice dei nomi Liviana (Rosaria Martorana): 81

Lo Giudice: 180

Lo Presti P.: 76

Lodoli Maria: 239

Lollobrigida Gina: 80

Lombardi Gloria: 173

Lonzar Nino: 129

Lorigiola Aldo: 246

Lovatin Francesco: 234, 236, 237, 248, 249, 250, 251

Luciano da Prignano: 72, 143, 219

Maccarone Assunta: 242

Maccarone Sam: 213

MacKellar Michael: 186

Maffei Osvaldo: 55, 56, 206, 207

Maggia Antonio Felice: 81, 82, 83, 84, 85, 88, 109, 123, 139, 170, 180, 186

Maglia Salvatore: 81

Magnetti G.: 79

Mahoney: 100

Maier Joseph: 115

Maieroni Walter: 196

Majoli Mario: 76, 151, 164

Mallegni Lea: 166

Mammino Carmela: 143, 144, 145

Mancinelli Nick: 190

Mancuso Ross: 251

Mandia Dora Franca: 208

Manganaro Maria: 153

Mangano Filippo: 179, 185

Mantino Franco: 92

Mantovani: 76

Marani Alberto: 115

Gli italiani di Brisbane 2 283

Marchelli Giovanni: 92

Marcuzzi Giorgio: 75

Marletta Cesare: 80, 194

Marrone Anna: 154

Martini S.: 76

Marzano Pietro: 161

Maschio Mario: 70

Masci Camillo: 192

Masci Romano: 190

Masinello Francesco: 66, 100

Matheson Mary: 61

Mattei Rosanna: 245

Mattera Gino: 59

Maxia Carlo: 101

Mazza Antonio: 196

Mazza Concetta: 209

Mazzaracca O.: 194

Mazzocato: 245

Mazzucca Lucy: 148, 243

McDonnell Robert: 98, 99, 100, 102

McLeod Claudette: 179, 180

McLeod Norm: 167

McMullen Brian: 234, 247

Meden Lino: 126

Mejak Silvia: 243

Mellino Maria Rosa: 149

Menden Bruno: 127

Menis Diana: 69

Menis Renata: 69

Meraviglia Luciano: 64, 67

Merenda Filippa: 151

Merenda Rosario: 247

284 Indice dei nomi Merlini Sandro: 61

Merlo Elisa: 227, 228

Merlo Gino: 49, 117

Merlo Luciano: 108

Messervy Vesta: 98

Messina: 213

Micalizzi: 179

Michelon Guelfa: 140

Milns Robert D.: 108, 109

Mina: 73

Miranda Joe: 250

Miranda Maria: 153

Mirandola Mondolo: 208

Mircovich Igor: 82, 131, 132

Miritello Felix: 203

Modellato Emilia: 240

Modugno Domenico: 67, 68

Molletta Genoveffa: 121

Monforte Luigi: 92

Monicelli Mario: 62

Monzoni Antonietta: 226, 230

Morano Delsi: 210

Morella Vittorio: 194

Morgenstern Noela: 59, 125

Moro Elio: 67, 140

Morri Lina: 70

Moscatelli Claudio: 83, 180, 186, 219, 223, 224, 225

Moscatelli M.: 74

Motto Assunta: 227

Mulatta Genoveffa: 70

Mulligan Martin: 161

Murphy Robin: 174

Gli italiani di Brisbane 2 285

Musarra Giuseppina: 250

Mussolini Benito: 13, 42

Muzi Massimo: 92

Napolitano Antonio: 77

Nardi Ada: 230

Nardo Milena: 243

Nardone Milena: 148

Nasato Armando: 192, 193

Nave Nicola: 247, 249

Nee John: 202

Nicolò Angela: 242

Nicolò Connie: 242

Nicolò G.: 243

Nobile Vittorio: 143

O’Donnell Patrick: 201, 214, 222, 223, 238

Olivieri Francesco: 71, 73, 142

Olivieri Sam: 189

Olivo Tony: 124

Oper John: 109

Orsenico Laura: 77

Orsini Raimondo: 74

Ottavio Valerio: 122

Ottobrandi Concezio: 157

Pagano Domenico: 213

Pagano Luciano: 239

Pagnin Giovanni: 236

Palmery Giuseppina: 227

Palmieri Vincenzo: 106, 161, 179, 181

Panatta Adriano: 161

286 Indice dei nomi Panella Leonardo: 83, 85, 171, 182

Panico Giovanni: 203

Panizza Giovanni: 49, 77

Paoletti Anastasio: 203, 205, 214

Paolo da Carù: 216

Paragnani Franco: 92

Parisi Angela: 159

Parisi Vito: 216

Parrella Ben: 166, 170, 171

Parrella John: 85, 165, 166, 170, 172

Parrella Robert: 165

Pasinetti Elly: 59

Patanè Rita: 150

Paturso Nelly: 119

Pegolo Vito: 234, 247

Pellegrino: 60

Penman Mark: 131

Pennisi: 161

Pennisi Angelina: 239

Pennisi M.: 79

Peppino di Capri: 73, 77

Perico Daniele: 94, 159

Perini Silvana: 94

Perlizzari Giusti: 112

Peruffo Teresa: 229

Pessato Lina: 242

Pettenà Maurizio: 8

Pezzopane Piero: 247

Pierini Elita: 142, 144

Pinter Eddie: 57

Pittini Carmen: 70

Pittis Franco: 123

Gli italiani di Brisbane 2 287

Pizzica Luigi: 151, 179

Pizzica Maria: 175

Pizzica Nick: 190

Polito Enrico: 68

Poppi Umberto: 66

Pradella Cesare: 48, 66, 77, 131, 132, 161, 162

Pressly Val: 108

Quane J.: 214

Raffa Paolo: 179, 238, 239

Raglione Emilio: 250

Raimondi Manuela: 166

Rainieri: 245

Raiti Giuseppe: 185

Raiti Santo: 185

Rampa Fernando: 126, 132

Rando Gaetano: 82, 85, 89, 90, 109

Ranieri Filippo: 61

Ranieri Massimo: 81

Rappaport B.: 98

Rasi Accursio: 203, 204

Regano Emilia: 142, 214, 242

Regano Marino (o Mariano): 85, 87, 128, 144, 146, 164, 179, 238, 239

Regano Pasquale: 210

Reggi Antonio: 179, 225

Regina Elisabetta II: 155, 210

Renis Toni: 166

Repetto Luigi: 48, 54

Rezzanico Giuseppina: 227

Ridolfi Antonella: 159

Ridolfi Antonio: 66

288 Indice dei nomi Ridolfi Graziella: 70

Rigo Giuseppe: 140

Rinaldi Fiore: 104

Rinaudo Giuseppe: 56, 82, 84, 86, 89, 91, 111, 147, 162, 164, 181, 186, 187, 208, 210

Risso Olimpia: 208

Rocella Luigi: 216

Rodomonti Samuele: 65, 214, 215, 216

Romanelli Wanda: 66

Ronci Paola: 90

Rosina (Liliana Corradi): 81, 91

Rossetti Franca: 71

Rossi Alessandro: 111, 112, 208

Rossi Anna: 118

Rossi Olimpia: 239, 245

Rotelli Mario: 73, 74, 76, 102, 121, 146

Roveta G. Domenico G.: 55, 56, 206, 207, 208

Rudd Carla: 101, 102

Rusconi Angela: 227

Rush Francis Robert: 178, 179, 201, 202, 223, 224, 226, 232, 234, 250

Rushlt Nafye: 153

Russo Sarina: 82

Sabbadin Elsa: 227

Sacca Vittorio: 71

Salteri Carlo: 49

Salvo Norm: 167

San Giusto Claudio: 84

Santonocito Giuseppe: 81

Saragat Giuseppe: 23, 75

Sarra Ovidio: 66

Sarri Bruno: 169

Gli italiani di Brisbane 2 289

Sartor Giovanni: 208

Sartor Rina: 208

Sartori Clara: 70

Sassu Anna: 251

Scaini G.: 171

Scarlingi Vittorio: 150

Scarpini Egidio: 203

Schiavo Nello: 111

Sciacca Con: 113

Sciarretta Enea: 90, 195

Sciarretta Flora: 90

Sciosa Marco: 140

Sebastiani Lucio: 64

Serafin Gianni: 140

Serafini Igino: 48

Sereni Alda: 66

Sesta Giuseppe (o Joe): 65, 164

Sestieri Pellegrino: 68

Sferco Floriano (o Fiorano): 66, 101, 112, 162, 165

Sganga Mario: 89, 182, 191, 233

Shaub Henry: 60

Sheen Barbara: 100

Sileni Alda: 64

Simonazzi Nicola: 204

Simone Nicola: 207

Simonovich Lucky: 64

Sironi Maria: 230

Sleeman Frank L.: 186

Sorgato Alessandro: 63

Spence James: 202

Spiers Albert G. E.: 105, 106

Spighi Silvio: 220, 242

290 Indice dei nomi Sportelli Franco: 64

Springolo Bruno: 162, 163

Springolo Fiorenza: 70

Squete Bepo: 119

Steffenelli Ferruccio: 60, 61

Steno: 62

Strano Caterina: 247

Strano Maria: 147

Strano Nando: 92

Strazzeri Frances: 153

Tajoli Luciano: 64, 67, 71

Tanzi Maria: 230

Tedeschi Lino: 126

Testa Arturo: 144

Testa Cristofaro: 112

Timoteo da Pistoia: 215, 216

Tommasin Italo: 146, 157

Tornatore Sam (o Samuel): 91, 92, 184, 185, 186

Torre Olga: 70

Torrielli Tonina: 70

Torrisi Joe: 168

Toscano Maria: 248, 249

Tosoni Piera: 92, 181

Toti Pietro: 161

Traversi F.: 161

Trovato F.: 211

Tubaro Alfredo: 123

Turco Maurizia: 138, 154, 179

Turrini Giovanni: 111, 112

Tyrer J.: 110

Gli italiani di Brisbane 2 291

Valebrega Cesare: 71

Vallati Fausto: 66

Valli Federigo: 76, 77, 105, 115, 136, 161, 164, 175

Vallis Val: 106

Varglieri Bruna: 70

Vasta Ellie: 50

Vattuone Angelo B.: 55, 206

Venturini Antonio: 112

Villa Claudio: 66, 79

Villanova Luigi: 209

Villi Romano: 70

Vincenzi Iris: 242

Vincenzi Linda: 147

Vinci Mino: 70

Vintrici Carmelo: 148

Virzi Giuseppe: 90, 92

Virzi Salvatore: 92

Vitale Giuseppe: 166

Vitali Riccardo: 68

Vittucci Angelo: 69

Walsh Carmel: 146

Witt Erica: 127

Wolak Cassiano: 218

Zabatta Bernardino: 221

Zanatta Pietro: 66

Zanchetta G.: 79

Zanesco Giacinto: 57

Zanicchi Iva: 84

Zanini Gemma: 70

Zanuttini Tina: 125

292 Indice dei nomi Zavattaro P.: 98

Zeffirino da Sabbione: 121, 217, 218, 219

Zincone Carlo: 110

Zocaro Silvana: 155

Zuliani Tullio: 83

Zullo Franco: 185

Zurli Bonifacio: 111, 204, 205, 206, 207, 208, 209, 211, 212, 213, 214, 238, 240, 245, 256

INDICE

Introduzione…………………………………………………………………… 5

Capo Primo: L’immigrazione italiana dopo la II Guerra Mondiale……. 11

Il periodo bellico…………………………………………………………. 13

L’immigrazione italiana in Australia………………………………….. 17

L’immigrazione italiana nel Queensland……………………………… 33

L’immigrazione italiana a Brisbane…………………………………….. 43

Capo Secondo: La vita della collettività italiana…………………………… 51

Gli avvenimenti e i personaggi…………………………………………... 53

Dal 1945 al 1959: la comunità italiana si riorganizza…………………... 54

La decade del ’60: la comunità italiana si afferma……………………... 68

La decade del ’70: la comunità italiana si consolida…………………… 78

La decade del 1980: la comunità italiana si guarda allo specchio……. 90

Capo Terzo: Le associazioni italiane………………………………………… 95

L’associazionismo a Brisbane……………………………………………. 97

La Società Dante Alighieri……………………………………………….. 97

Gli Azzurri………………………………………………………………… 111

Il Fogolâr Furlan………………………………………………………….. 117

Il Coro Giuseppe Verdi………………………………………………….. 125

La Tavernetta di Aspley…………………………………………………. 133

L’ANFE……………………………………………………………………. 141

L’italo-Australian Tennis Club…………………………………………. 161

L’Italo-Australian Centre………………………………………………... 162

La Juventus……………………………………………………………….. 174

294 Indice

Il Comitato Assistenza Italiani (Co.As.It.)…………………………….. 176

Casa Italia………………………………………………………………… 184

Associazione Abruzzo………………………………………………….. 189

Associazione Trevisani Nel Mondo…………………………………… 192

Altre associazioni………………………………………………………….. 194

Capo Quarto: L’assistenza religiosa della collettività italiana……………. 197

La Chiesa locale……………………………………………………………. 199

I missionari cappuccini (OFM Cap.)…………………………………….. 203

Le Figlie della Carità - Canossiane (F.d.C.C.)…………………………... 226

I missionari scalabriniani (C.S.)………………………………………….. 233

L’apostolato dei laici……………………………………………………… 237

L’Ordine Francescano Secolare……………………………………….. 237

L’Azione Cattolica…………………………………………………….. 240

L’Associazione Donne Cattoliche Italiane…………………………….. 244

La Federazione Cattolica Italiana……………………………………… 246

Conclusione…………………………………………………………………….. 253

Elenco bibliografico…………………………………………………………… 259

Indice dei nomi………………………………………………………………… 271

Indice……………………………………………………………………………. 293