\"Il problema dei falsi Ordini di Malta\", di Fabio Marcello

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GLI OSPEDALIERI INSARDEGNA E L'EREDITÀ

DEI TEMPLARI

RICERCHE A.R.S.O.M

A CURA DI MASSIMO RASSU

La Riflessione

GLI OSPEDALIERI IN SARDEGNA E L'EREDITÀ DEI TEMPLARIRICERCHE A.R.S.O.M

A CURA DI MASSIMO RASSU

PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATAL'OPERA È FRUTTO DELL’INGEGNO DELL'AUTORE

© 2009 La Riflessione

Davide Zedda Editore

Via F.Alziator, 2409126 – Cagliari

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Prima Edizionefinito di stampare nel mese di agosto 2009

INDICE DEL VOLUME

Massimo Rassu PREFAZIONE 7Fabrizio Pinna LA REGOLA DEI TEMPLARI 10Raffaele Carboni PAPA CLEMENTE V, LA BOLLA

“AD PROVIDAM CHRISTI VICARI” E L’AFFAIRE DEI BENI DEL TEMPIO 24

Marco Uda L’ARRIVO DEI TEMPLARI IN ARBOREA 43

Massimo Rassu LA TEMPLE CHURCH A LONDRA 61Gabriele Sotgiu TRE CURIOSI EVENTI A SAN

LEONARDO DE SIETE FUENTES 73Diego Figus L’ORDINE DI MALTA IN SARDEGNA

NEL QUATTROCENTO 91Adriano Pilia I CANONICI DEL TEMPIO

IN SARDEGNA 104Valeria Spiga IL CULTO DI SAN LEONARDO

IN SARDEGNA 116Battista Urru INEDITI CAPITOLI DI GRAZIA DELLA

BARONIA DI MONTIFERRU DEL CABREO AOM 5947 129

Fabio Marcello IL PROBLEMA DEI FALSI ORDINI DI MALTA 152

COMUNICAZIONI 160

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FABIO MARCELLOIL PROBLEMA DEI FALSI ORDINI DI MALTA

“Aprite un po’ quegli occhi, uomini incauti e sciocchi…” Così, ne Le nozze di Figaro di Mozart, canta il protagonista, chenello specifico ci mette in guardia dalle insidie e dagli ingannidel genere femminile. Per gli uomini di ogni tempo la conqui-sta della donna desiderata ha rappresentato uno degli obiettivida puntare con la maggiore pervicacia e determinazione possi-bili, pur non raramente incappando in scivoloni memorabili ein abbagli clamorosi. Giunti nel Terzo Millennio, per quantostrano possa sembrare, un altro obiettivo pare essere ancoraagognato da numerosissime persone, uomini e donne: il titolodi cavaliere. E tra gli ordini cavallereschi, in assoluto quello cuiva la palma di più imitato di tutti i tempi è senza dubbio ilSovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme.Il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni diGerusalemme, detto di Rodi, detto di Malta (S.M.O.M.) è unadelle più antiche e prestigiose istituzioni cavalleresche oggi esi-stenti ed è di gran lunga la più scopiazzata, parodiata, imitata(ovviamente con grande scorno e dispiacere dei veri Cavalieridi Malta). Ciò che rende particolare l’Ordine di Malta e che lodistingue da tutti gli altri ordini cavallereschi è il fatto che essoè allo stesso tempo un ordine religioso della Chiesa CattolicaApostolica Romana, un ordine cavalleresco ed un’istituzioneospedaliera e caritativa, oltre a godere di personalità giuridicainternazionale. Questa tripla identità è poi fondamentale e vatenuta sempre presente quando vengano esaminate le pretesedi altri enti e istituzioni, facenti riferimento all’ordine fondatoin Terrasanta dal Beato Gerardo, al fine di valutare la loro legit-timità storica e giuridica. L’Ordine di Malta è riconosciutocome stato sovrano dalla maggior parte degli stati del mondo;ha dunque carattere di organismo internazionale, ed anzi è ilsolo Ordine a cui spetti attualmente il titolo di “Sovrano”. Lasua sede a Roma ha diritto di extraterritorialità per i suoi palaz-zi situati uno in via Condotti e l’altro sull’Aventino; inoltre, ha

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diritto di avere suoi ambasciatori, di battere moneta e di avereservizio postale proprio. È l’unico ordine regolare della Chiesacattolica: i cavalieri professi prendono i voti come quelli deimonaci; di fatto sono monaci, e professano la regola diSant’Agostino. Tutti i membri insigniti dell’Ordine di Maltavengono parificati ai Terziari. Il Gran Maestro ha dignità cardi-nalizia. Hanno pure come secondo ordine l’ Ordine di Clausuradelle Monache contemplative. Unitamente al Sovrano Militare Ordine di Malta nel mondo visono altri quattro Ordini di San Giovanni non cattolici, ricono-sciuti come ordini cavallereschi: Baliaggio di Brandeburgo di SanGiovanni di Gerusalemme; Ordine di San Giovanni dei Paesi Bassi;Ordine di San Giovanni di Svezia; Venerabile Ordine di SanGiovanni. I cinque Ordini tutti nati dalla tradizione ospitaliera edal carisma giovannita, sono i soli a poter legittimamente por-tare il nome e le insegne dell’Ordine di San Giovanni diGerusalemme; hanno in comune la tradizione storica e la voca-zione della cura dei malati e dei poveri, e sono tutti riconosciu-ti dalle autorità sovrane nei Paesi dove hanno sede. Così brevemente riassunte le peculiarità dell’Ordine di Malta,occorre soffermarci sui motivi per cui tanto fascino ancora eser-cita la parola cavaliere, e sul perché pur di ottenere il sospiratis-simo titolo in parecchi incappano in situazioni ai limiti del para-dossale. Nell’immaginario collettivo gli Ordini Cavallereschisono ancora oggi sinonimo di gloria, prestigio e fascino. ICavalieri di Malta in particolare rappresentano un sogno pertanti: qualcuno vorrebbe essere cavaliere per il passaporto, altriper poterlo mettere sul biglietto da visita, altri ancora presumi-bilmente per entrare nel “giro buono”. Purtroppo la superficia-lissima conoscenza della materia porta sovente ad immaginarei Cavalieri come usciti da un film degli anni Cinquanta, magaricon elmo e spada, carichi di decorazioni scintillanti e riccamen-te vestiti di pregiate stoffe e broccati. In realtà, nel “vero”S.M.O.M. possono essere accolte solo persone di indiscussamoralità e pratica cristiana che abbiano acquisito nel tempo rile-vanti meriti nei confronti dell’Ordine, delle sue istituzioni e

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delle sue opere. Nonostante le infinite richieste di adesione, icavalieri di Malta sono solo 12.500 in tutto il mondo, anche se adire il vero attualmente i criteri di ammissione all’Ordine sonoben più aperti di quanto non lo fossero in passato.Tale ponderata severità ha favorito la nascita di organizzazionitruffaldine, vere e proprie associazioni a delinquere, che pervenire incontro alla grande richiesta di “Ordini Cavallereschi”e diplomi di ogni genere, si industriano nell’inventare ordinicavallereschi fasulli, dei quali spesso si occupano le Forzedell’Ordine poiché coinvolti in scandali di grossa importanza(vendite di falsi passaporti diplomatici, raccolte fondi per opereumanitarie inesistenti, ecc.). Fra i numerosi casi di sedicenti (ofinti o self-stiled) “ordini cavallereschi” troviamo quelli deltutto inventati, senza alcuna base storica e con i nomi più stra-ni; oppure quelli miracolosamente resuscitati, o meglio quelliche, sebbene l’Ordine sia stato sciolto molti secoli prima, utiliz-zando false documentazioni cercano di dimostrarne l’ininter-rotta sopravvivenza, e quindi la legittimità. In realtà, questiorganismi non sono in grado di dimostrare una sicura ed inin-terrotta derivazione da quelli fondati all’epoca delle Crociate,non godono di soggettività giuridica internazionale né sonostati mai riconosciuti da Sovrani effettivamente regnanti.Rinascono così tutti gli estinti ordini monastici legati alleCrociate, dal Priorato di Sion, ai Cavalieri del Tau, agliOspedalieri di San Lazzaro, all’Ordine dei Santi Luoghi, aiCavalieri Crociati di Gerusalemme e Damasco, che puntual-mente fanno capo a sedicenti “prelati” o “principi sovrani”.Questi ultimi, dietro l’esborso di anche grosse somme di dena-ro offrono celebrazioni pseudomedievali, cerimonie di “investi-tura” (organizzate furtivamente o con pubblicità sui media),che nella realtà sono paragonabili solo a pittoresche feste incostume, commedie o rievocazioni storiche, con sfavillio dicroci, mantelli ed elmi, e spesso sono messe in atto al solo scopodi estorcere denaro a sprovveduti facoltosi, disposti a spenderemigliaia di euro per essere decorati con le più svariate patacche,pagate cifre impensabili dato il loro nullo valore. Tali “cerimo-

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nie” ampollose scimmiottano un rituale che era ed è appannag-gio della Chiesa: l’eventuale partecipazione di veri sacerdoti,attirati in buona fede in queste sceneggiate, non costituisce ele-mento di alcun valore. Infatti, gli antichi cavalieri venivanoordinati da un’altra persona che avesse ricevuto già l’investitu-ra o da un vescovo, secondo il rituale della Chiesa. Dato cheavere un vescovo o un cardinale come priore anche di un’enti-tà laica a carattere cattolico non rende automaticamente questiriconosciuto e tutelato dal Vaticano, a maggior ragione, vista laprudenza con cui la Chiesa si muove in questo settore, capitache i prelati che in buona fede concedono basiliche o cappellestoriche per cerimonie di investitura, si muovano di proprioarbitrio, dopo essere stati spesso ingannati. Simili organizza-zioni carnascialesche più che cavalleresche, escludendo pochis-simi casi ascrivibili a fenomeni d’ignoranza, megalomania omalattie mentali, vivono spudoratamente di espedienti. Le per-sone che abboccano a queste mascherate – spesso in totale buo-nafede – provano un irrefrenabile bisogno di sognare un passa-to ormai irreale e, come nelle favole, sono portati a credere cheottenendo un Ordine Cavalleresco possono di fatto cambiare illoro stato sociale ed accrescere il loro prestigio davanti a paren-ti ed amici, mentre nella realtà ciò che muta è solo il loro contoin banca, che si riduce... “Una croce da Cavaliere non si nega anessuno”: per troppi, non croce cavalleresca ma croce... del por-tafogli! “Incaute e sciocche” il Figaro mozartiano definirebbequeste persone.Oltre alla vendita di falsi titoli e decorazioni, gli ulteriori ingre-dienti negativi per gli sprovveduti che aderiscono ai falsi ordi-ni di Malta si possono sintetizzare nei seguenti termini: 1 – assenza dei principi qualificanti il vero Ordine;2 - mancanza di un obiettivo chiaro;3 - assenza del rispetto della disciplina e delle gerarchie;4 - assenza di una forte confessionalità cristiana;5 - mancanza di preparazione del novizio alla propria identità.Questi sono i punti che hanno determinato fino ad oggi il para-dosso degli ordini self-stiled: si richiamano al vero Ordine di

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Malta, mentre nessuna caratteristica inerente l´identità deicavalieri di Malta viene minimamente rispettata.E’ da notare come gli Stati Uniti d’America, ma non solo, sianotra i territori di caccia più favorevoli per chi propone falsi ordi-ni cavallereschi: con sede a New York due italiani alcuni anni fatentarono di acquistare un’isola caraibica da una repubblica delcentro America per cercare di ottenerne l’extraterritorialità epoter quindi battere moneta, stampare francobolli, ma soprat-tutto, rilasciare il desideratissimo passaporto diplomatico adimitazione dello S.M.O.M. È conosciuta la storia di quel ricco imprenditore italiano ingan-nato da un falso Ordine di Malta, che aveva provato ad attra-versare il confine svizzero con un altrettanto falso passaportodiplomatico rilasciatogli da quella organizzazione.L’imprudente fu addirittura arrestato perché fidando nella ine-sistente immunità diplomatica pensò di far transitare oltrefrontiera, nella sua valigia “diplomatica” qualche centinaia dimilioni di lire.Negli anni Novanta una delle imitazioni più pericolose del veroOrdine di Malta – impiantato un ufficio in un appartamento diOstia – iniziò a vendere cavalierati a tutto spiano, persino a pub-blici funzionari ed appartenenti alle forze armate. Riuscirono aconvincere finanche i Gesuiti della chiesa di Sant’Ignazio a con-cedere la chiesa per la cerimonia religiosa d’iniziazione. Dopo lafunzione i neocavalieri usciti per strada coperti di medaglie,mantelli e croci, incamminatisi verso un vicino ristorante, furo-no tutti fermati dalla Polizia per essere identificati (l’articolo 8della Legge n. 178, del 3 Marzo 1951, proibisce la concessione dionoreficenze non riconosciute; vedi oltre). Il “gran maestro” delsedicente ordine di Malta si diede alla fuga e così finì inglorio-samente l’avventura di tale organizzazione.Oltre agli USA, all’Europa occidentale e all’Italia, dopo la cadu-ta del muro di Berlino e la dissoluzione del Patto di Varsavia(1989), il fenomeno dei falsi Ordini di Malta è in costanteaumento particolarmente nei Paesi dell’Est, dove sono nateorganizzazioni di questo tipo che hanno il patronato di veri

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membri di dinastie già sovrane. Naturalmente, sono spuntaticome funghi numerosi pretendenti a regni che non esistonopiù, come quelli di Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Russia,Grecia: non si ha idea di quanti “imperatori bizantini in esilio”esistano attualmente in giro per l’Europa!Focalizzando l’attenzione sulla realtà italiana, occorre ribadirecome ormai anche l’Italia, da decenni, risulta letteralmenteappestata da una fiumana pressoché infinita di pseudo-ordinicavallereschi, frastagliate e litigiose congreghe, esoteristi d’ac-catto in vena di incursioni nel medioevo, legioni di cercatori delGraal usciti dal dopolavoro new age e dalle edicole delle stazio-ni. Un vero e proprio sottobosco di affabulatori e praticoni, vec-chie volpi in cerca di soldi che contribuiscono a gettare fra glisprovveduti una sinistra luce sul mito e sulla storia dellaCavalleria. Spesso i nomi di questi falsi ordini sono molto simi-li a quelli riconosciuti dalle leggi italiane e nascono delle vere eproprie truffe: utilizzando abusivamente il nome ed i simbolidel vero Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, carpisconola buona fede di moltissime persone e hanno spesso leso lareputazione dello S.M.O.M. autentico. Sulle giacche vengonoappuntati dei nastrini, sui biglietti da visita compaiono titoli,invero illegittimi in quanto non rilasciati dal vero Ordine. Ciò che deve essere chiaro a scanso di spiacevoli equivoci, ivicomprese conseguenze anche penalmente rilevanti per i prodi“cavalieri” del Duemila, è che per quanto in passato, special-mente durante le Crociate, sia successo che semplici privati, dialto rango sociale, abbiano fondato degli Ordini di cavalleriaindipendenti, i quali, avendo successivamente raggiunto note-vole prestigio, ottennero poi la convalida della Chiesa e deiPrincipi, tale facoltà di creare dal nulla un Ordine equestre sideve ritenere oggi estinta. Attualmente, con la definitiva realiz-zazione degli Stati Nazionali, un ordine cavalleresco non puòritenersi legittimo se non nasce direttamente dal Capo di unaistituzione di riconosciuto rango sovrano (monarca o presiden-te della repubblica), o si trova per antica costante tradizionesotto il suo patrocinio o la sua protezione.

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Attualmente lo Stato italiano riconosce esclusivamente i propriordini (Ordine Militare d’Italia - Ordine della “Stella dellaSolidarietà Italiana” - Ordine “Al Merito della RepubblicaItaliana” - Ordine Cavalleresco “Al Merito del lavoro” - Ordinedi Vittorio Veneto) e quelli accettati in altri stati esteri (StatoVaticano, S. Marino, etc). È necessario chiarire che le onorificen-ze e le decorazioni concesse dallo Stato sono date esclusiva-mente per i meriti personali della persona che li riceve e peresse non esiste alcuna tassa sotto qualunque forma, in pocheparole rappresentano un regalo della Repubblica Italiana al cit-tadino che ha meritato una certa onorificenza. Anche se pochisanno quale sia la reale differenza fra un Ordine cavalleresco eduna Onorificenza. In particolare, con la promulgazione della Legge 3 marzo 1951n°178 si è avuta l’istituzione, agli art. 1, 6, del nuovo OrdineCavalleresco dello Stato «al merito della Repubblica» e sono statedettate le norme sulla «Disciplina delle Onorificenze in Italia».Tale legge, all’ art. 9, ha dichiarato soppressi l’Ordine della SS.Annunziata e quelli della «Corona d’Italia», e dei «SS. Maurizioe Lazzaro» consentendo soltanto l’uso delle «onorificenze giàconferite, escluso, ogni diritto di precedenza nelle pubblichefunzioni», riservandosi di provvedere, con separata legge, pergli altri Ordini e onorificenze, istituiti prima del 2 giugno 1964. Ha mantenuto, all’art. 7, l’uso delle «onorificenze, decorazionie distinzioni della Santa Sede, e dell’Ordine del SantoSepolcro», nonché del «Sovrano Ordine Militare di Malta» con-sentendo l’uso di «onorificenze e distinzioni cavalleresche con-ferite da ordini non nazionali, o di stati esteri, previa autorizza-zione del Capo dello Stato». Ha vietato, all’art. 8, tutti i pseudo ordini improvvisati, conside-rato reato sia conferimento (punito con la reclusione da sei mesia due anni e con la multa da € 645,57 a € 1.291,14), sia l’uso dionorificenze, decorazioni e distinzioni cavalleresche non rico-nosciute dalla Repubblica italiana, con qualsiasi forma da partedi enti, associazioni e privati (punito con sanzione amministra-tiva da € 129,11 a € 903,80).

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Riassumendo, le onorificenze ammesse all’interno dello Statoitaliano, possono raggrupparsi nelle seguenti categorie: a) Ordine al Merito della Repubblica, istituito dalla stessalegge (art. 6);b) Ordini già di casa Savoia, ossia quelli della SS. Annunziata,della Corona d’Italia e S. Maurizio e Lazzaro, che furono abo-liti, riconoscendo le onoreficenze concesse sino al 1946 (Art.9); tali onoreficenze potrebbero ancora essere conferite dal-l’erede della dinastia reale italiana, ma senza alcun valore perla legge italiana;c) Ordini della Santa Sede, più quelli del Santo Sepolcro e loS.M.O.M., regolati dalle vigenti disposizioni (art.7); d) Ordini non nazionali e di Stati Esteri per cui il pieno uso uffi-ciale veniva previsto tramite una autorizzazione del Capo delloStato; ossia, prima di usare titoli onorari conferiti da potenzestraniere (esclusi il Vaticano e lo S.M.O.M.) i cittadini italianihanno bisogno di una delibera del Presidente della Repubblica.Le prime tre categorie costituiscono gli ordini istituiti e ricono-sciuti ufficialmente dalla Repubblica, l’ultima riguarda gli ordi-ni “autorizzati”, comprendente quelli cioè non vietati (Ordininon Nazionali e di Stati Esteri), con efficacia limitata. Tutti glialtri sono da considerarsi «contra legem» appartenenti ad enti,associazioni e privati. Il Ministero italiano degli Esteri pubblicònel 1953 un lungo elenco ma non esauriente di ordini illegitti-mi e di onorificenze la cui concessione ed il cui uso sono vieta-ti e puniti dalla Legge. Esse infatti non rientrano fra quelle con-cesse da stati esteri né fanno parte del patrimonio di Case effet-tivamente regnanti dopo il 1815. Nonostante talvolta sia stata –vanamente- invocata la caduta indesuetudine di questa legge, e per quanto negli anni più recen-ti siano state proposte per essa in sede parlamentare revisioni emodifiche, essa stessa rappresenta ancora oggi il testo di riferi-mento per chiunque, avente sale in zucca, aspiri alla croce dicavaliere nel nostro paese. Ignorarla più o meno consapevol-mente significa, nella peggiore delle ipotesi, rischiare di incap-pare nelle conseguenze penalmente rilevanti di cui all’art. 8.

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E pur a voler tralasciare i risvolti penalistici, anche in tema dicavalierato val la pena dare ascolto al vecchio Figaro: si tenganogli occhi bene aperti, si evitino sciocchezze e scelte improvvide.

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Disavventure giudiziarie di Pierre Percy Pasleau, noto "gran maestro" di falsi ordini di Malta

Nell'agosto 1308 papa Clemente V poneva le basi di quel Concilio di Vienne che avrebbe decretato il destino dell'Ordine del Tempio. Avvenimenti che ebbero eco anche in Sardegna. Perciò i soci dell'Associazione Ricerche Storiche sugli Ordini Militari (A.R.S.O.M.), a distanza di settecento anni e in ricordo di quei tragici avvenimenti che rivoluzionarono l'idea di Crociata, hanno preparato gli studi raccolti in questo volume Gli Ospedalieri in Sardegna e l'eredità dei Templari. Rivisitando alcuni elementi contro­versi nella ricerca storica sul Tempio, sono stati analizzati alcuni aspetti della vita dell'Ordine, l'iter della sua soppres­sione, e, in particolare il suo retaggio nell'Isola, eredità col­tivata dagli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Il testo raccoglie le relazioni di Fabrizio Pinna (La regola dei Templari), Raffaele Carboni (Papa Clemente V, la bolla ''.Ad Providam Christi Vicari" e I' affaire dei beni del Tempio), Marco Uda (L'arrivo dei Templari in Arborea), Massimo Rassu (La Tempie Church a Londra), Gabriele Sotgiu (Tre curiosi eventi a San Leonardo de Siete Fuentes), Diego Figus (L'Ordine di Malta in Sardegna nel Quattrocento), Adriano Pilia (I canonici del Tempio in Sardegna), Valeria Spiga (Il culto di San Leonardo in Sardegna), Battista Urru (Inediti capitoli di grazia della baronia di Montiferru del cabreo AOM 5947), Fabio Marcello (Il problema dei falsi ordini di Malta).

Dm € 10,00