IL PREGIO DELLA STABILITÀ MONETARIA. ANALISI E DOTTRINE PRODOTTE NEI TERRITORI DELLA CORONA...

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Europa e Mediterraneo. Storia e immagini

di una comunità internazionale

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TRA IL TIRRENO E GIBILTERRA

UN MEDITERRANEO IBERICO?

Tomo I

a cura di Luciano Gallinari e Flocel Sabaté i Curull

Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea

Cagliari 2015

La Collana on-line Europa e Mediterraneo. Storia e immagini di una comunità internazionale è una pubblicazione istituzionale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Italia). È edita dall’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) e sotto-posta a referees internazionali. L’accettazione dei contributi per la pubblicazione è condizionata da un double blind peer reviewing. In caso di disaccordo tra i referees, il con-tributo è sottoposto al giudizio dirimente di un membro del Consiglio Scientifico.

Proprietà letteraria CNR – ISEM

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© Copyright 2015 ISEM – CNR ISSN 2039-7461

ISBN 978-88-97317-18-0

Europa e Mediterraneo. Storia e immagini di una comunità internazionale

Direttore della Collana / Director

Alessandra Cioppi

Consiglio Scientifico / Scientific Board Joan J. Busqueta Riu; Paolo Capuzzo; Luca Codignola Bo; Lorenzo Coveri; Alfonso D’Agostino; Remedios Ferrero Micó; Massimo Miglio; Tomàs de Montagut Estragués; Emilia Perassi; Lilian Pestre de Almeida; Stefano Pira; Francesca Roversi Monaco; Flocel Sabaté Curull; Franco Salvatori; Matteo Sanfilippo; Sebastià Serra Busquets; Francesco Surdich; Ezio Vaccari; Elisa Varela Rodríguez; Cristina Vera de Flachs; Elisabetta Vezzosi; Maria José Vilalta

Redazione Editoriale / Editorial board Grazia Biorci; Antonella Emina; Luciano Gallinari; Giovanni Ghiglione; Maurizio Lupo; Esther Martí Sentañes; Maria Grazia Mele; Maria Giuseppina Meloni; Sebastiana Nocco; Anna Maria Oliva; Patrizia Spinato B.; Giovanni Serreli; Isabella Maria Zoppi

Comitato tecnico-editoriale / Edition Staff Revisione pubblicazioni e messa on-line: Giovanni Sini Impostazione grafica / Layout: Claudia Firino Revisione testi: Monica Cotza Realizzazione grafica di copertina: Emilia del Giudice Abstract: Francesca Corriere

INDICE

TOMO I Premessa 9-14 ADELINE RUCQUOI

Un lugar en la Creación o la inserción en el tiempo. 15-42

LUCA DEMONTIS

Imperatore del Sacro Romano Impero o Emperador de toda España? Giacomo I e Alfonso X di fronte al fecho del Imperio.

43-97

CHIARA MANCINELLI

La influencia del “Tratado sobre contratos” de Olivi en el “Tractat de avaricia” de Eiximenis: un ejemplo de circulación de la moral económica en el mediterráneo

99-135

PAOLO EVANGELISTI

Il pregio della stabilità monetaria. Analisi e dottrine prodotte nei territori della Corona aragonese e nel regno di Francia

137-217

TERESA SILVERIO

Influssi culturali classici e contemporanei nella Corona d’Aragona: l’eredità “europea” di Bernat Metge.

219-245

EMMA LIAÑO MARTÍNEZ

Jordi de Déu, ‘maestre de images e de pinzel, de la ciutat de Mecina’.

247-304

FÉLIX PALOMERO ARAGÓN Los ábsides de la iglesia abacial de San Pedro de Arlanza y su influencia en otros templos monásticos del entorno.

305-363

MARIA BONET DONATO

Los hospitalarios hispanos: entre la identidad transmediterrànea. La pertenencia territorial.

365-437

DAVID IGUAL LUIS

La identidad marítima de las sociedades mediterráneas. Datos y reflexiones a partir de la Valencia bajomedieval.

439-467

TOMO II

ROSSANA MARTORELLI La Sardegna e i santi iberici in età tardoantica e medievale. Dinamiche e tempi della diffusione.

469-510

BIANCA FADDA

Notai a Cagliari tra Pisani e Aragonesi: Leonardo Romano (1294-1345).

511-545

LUCIANO GALLINARI

Brancaleone Doria ¿fallido juez de Arborea? 547-599

MARCO MILANESE

Aspetti del commercio catalano medievale in Sardegna. Sistemi di fonti e nuovi sguardi sulle fonti archeologiche, in margine all’enclave di Alghero

601-624

CECILIA TASCA Mercanti ebrei nel Mediterraneo: nuovi spunti sulle relazioni commerciali fra Sardegna e Sicilia tra XIV e XV secolo.

625-659

ROBERTO PORRÀ

I culti di origine catalana in Sardegna: processi di assimilazione e persistenza.

661-693

ESTHER MARTÍ SENTAÑES

Fragmentos de identidad catalana en la cultura sarda a través de la visión de los viajeros del siglo XIX y XX en Cerdeña.

695-747

DANIELA SANTORO

Catalani nel Val Demone tra Trecento e Quattrocento: spazi, ruoli, interazioni.

749-793

FRANCESCO PAOLO TOCCO

Catalani ed Aragonesi nel Val di Mazara tra Trecento e Quattrocento: tempi, spazi, interazioni.

795-830

CARMELINA URSO

L’impronta femminile nella Sicilia aragonese la politica matrimoniale, Bianca e il sogno autonomistico.

831-868

PREMESSA Nel 1229 il re di Aragona e conte di Barcellona sbarca a Maiorca e conquista l’isola. La colonizzazione che segue permetterà che la popolazione dell’isola continui a essere vista come divisa tra «e-sclaus i catalans»1.

Nel 1235 nobili ecclesiastici catalani prendono Ibiza. Nel frat-tempo, il monarca ha guidato la conquista della penisola iberica o-rientale, dove nel 1239 si incorona re di Valencia. Nel 1282 l’élite nobile e borghese di Palermo offre la Sicilia al re catalano-aragonese. Nel 1287, incorporando il signore tributario di Minorca, culmina l’annessione delle Baleari.

Nel 1291 i Re d’Aragona e Castiglia stabiliscono il fiume Mulu-ya come límite delle aree di influenza nell’Africa settentrionale, at-tribuendo così il Marocco all’orbita castigliana e Tlemcen e Ifriqiya alla Corona d’Aragona.

Nel 1296 ambo le Corone entrano in guerra per il controllo della Murcia, definitivamente divisa nel 1305, il che garantisce un’apertura castigliana nel Mediterraneo. Sempre nel 1296 il Papa crea il Regno di Sardegna e Corsica per offrirlo al monarca d’Aragona. Cercare di concretare questa donazione, nel 1324, apre la porta a un secolo di gravi tensioni che, in realtà, consolidano le percezioni identitarie, presentando la Nazione sarda che si difende dalla Nazione catalana invasora. Ugualmente favorisce interessate solidarietà, come succede nel 1362 quando il siciliano Andrea Chiaromonte riceve la lettera del sardo Brancaleone Doria che pro-poneva una collaborazione che avrebbe permesso di mettere «iniqui et malvagi cathalani (…) a morte et ad crudelissimo destrugimen-to»2,

1 Antoni MAS, Esclaus i catalans, Palma de Mallorca, Lleonard Muntaner editor, 2005. 2 Francesco Cesare CASULA, Carte reali diplomatiche di Giovanni I il Cacciatore, re d’Aragaona, riguardanti l’Italia, Padova, CEDAM 1977, p. 65.

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Nel frattempo, le navi commerciali solcano il mare3, cercando di evitare i pericoli della corsareria e della pirateria, specialmente mu-sulmana, e si appoggiano sui centri consolari. Questi possono esse-re i catalani che danno protezione a mercanti della Corona d’Aragona che commerciano in città come la musulmana Malaga4, o anche i corrispondenti in altri regni della penisola, come il conso-lato di Castiglia a Maiorca, che si occupa di commercianti casti-gliani e portoghesi5. Infatti, sono sempre più frequenti i castigliani e i baschi che con gran facilità si dedicano alla corsareria e pirate-ria6. È lo stesso mare che solcano anche, con grande entusiasmo e successo commerciale, navi italiane come le genovesi, soprattutto7. Ma questo fatto non altera la forza politica e umana proveniente dalla penisola iberica, il che giustifica il nostro coraggio nel defini-re lo spazio tra il Tirreno e Gibilterra durante il Basso Medioevo come Mediterraneo iberico.

Avanzando congiuntamente questa proposta di prospettiva sto-riografica, l’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea del CNR (ISEM) e il Grup de Recerca Consolidat en Estudis Medievales E-spai, Poder i Cultura dall’Universitat de Lleida (UdL) proseguono una già intensa attività di collaborazioni dal 20118, attualmente

3 María Dolores LÓPEZ PÉREZ, La Corona de Aragón y el Magreb en el siglo XIV (1331-1410), Barcelona, CSIC, 1995; Roser SALICRÚ, El sultanat de Granada i la Corona d’Aragó, 1410-1458, Barcelona, CSIC, 1998. 4 José María RUIZ POVEDANO, El consulado catalán de Málaga en época de los Reyes Católicos, «En la España Medieval», 10 (1987), pp. 419-444: 423-424. 5 Ramon ROSSELLÓ, Jaume BOVER, Cònsols de Castella i Portugal a Mallorca, Palma de Mallorca, Consolat de Portugal, 1981, p. 7. 6 Maria Teresa FERRER, Corsarios castellanos y vascos en el Mediterráneo medieval, , Barcelona, CSIC, 2000. 7 Gabriella AIRALDI, Marinai, etnie e società nel Mediterraneo medievale. Il ca-so di Genova, en Le Gente del Mare Mediterraneo, XVII Corso de Historia Ma-ritima, Napoli, Rosalba Ragosta, ed., 1981, p. 59-85. 8 Occorre evidenziare la coorganizzazione degli incontri scientífici “Sardegna e Catalogna ‘oficinae’ di identità. Riflessioni storiografiche e prospettive di ricer-ca” (Cagliari, aprile 2011), “Auctoritas and Institutions” (Cagliari, aprile 2015); “Sardegna tra Storia e Social Media. Riflessioni metodologiche, prospettive di e-inclusion e veicolazione del patrimonio culturale” (Cagliari, giugno 2015); la

Premessa 11

comprese nell’Accordo Bilaterale quinquennale (2013-2018) sotto la Responsabilità scientifica dei curatori della presente miscellanea.

Abbiamo chiamato a condividere questo punto di vista molti stu-diosi. La selezione, attraverso doppio referaggio cieco, in confor-mità agli standard di qualità applicati attualmente, ci ha fornito un lavoro attento, rigoroso e plurale, che oggi siamo lieti di presentare, rendendo evidente la ricchezza concettuale che deriva dalla propo-sta di visione della ricerca presentata.

Già a una prima lettura dell’indice di questa miscellanea ci si rende conto subito della ricchezza dei legami che hanno unito non solo durante gli ultimi secoli del Medioevo i territori della Penisola iberica appartenuti alla Corona d’Aragona e i suoi posse-dimenti “italiani”, cioè i regni di Sardegna, Sicilia e Napoli.

Quella comunitas istituzionale, economia e culturale medioevale viene simbolicamente rappresentata dalla provenienza degli autori dei saggi inclusi nel presente volume, appartenenti a Università e Centri di ricerca proprio di quelle aree regionali. Saggi che, mentre ribadiscono la profondità dei suddetti legami tra l’area italica e quella iberica con una speciale attenzione per la catalano-aragonese mostrano anche l’ampiezza delle ricerche attualmente sviluppate.

Procedendo nella lettura dei saggi, il primo di essi è dedicato al tema dell’origine della storiografia “nazionale” catalana come se-gno inequivocabile di un sentimento di identità. Di questa storio-grafia si evidenziano i legami allo schema storico creato nel vicino regno di Castiglia che, al pari di quelli di Oviedo e León, rivendi-cava l’eredità visigota che spingeva a redigere Storie risalenti alla fino all’epoca della Creazione del mondo.

successiva presentazione dei risultati scientífici all’International Medieval Meeting Lleida, organizzato annualmente a Lleida dal 2011; la preparazione congiunta di progetti di ricerca e proposte didattiche innovatrici; e la partecipa-zione congiunta a numerose pubblicazioni, tra le quali si potrebbe evidenziare, per le sue pretese sulla rivendicazione storiografica del Mediterraneo, The Crown of Aragon. An Ephemeral Mediterranean Empire, diretto da Flocel Sabaté, at-tualmente in corso di stampa presso Brill, Leiden.

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Sempre sui rapporti con il mondo castigliano, è il secondo artico-lo incentrato però sul re Giacomo I d’Aragona e il suo rapporto con Alfonso X di Castiglia, quando comprese che il progetto imperiale di quest’ultimo non mirava ad assoggettare la Corona d’Aragona né a rafforzare il potere regio all’interno del regno, ma rispondeva a un desiderio di universalità e di prestigio su scala europea

Altri saggi sono invece dedicati a figure di spicco della cultura medioevale catalano-aragonese, con speciale attenzione per il ruolo dell’Ordine dei Francescani e, nella fattispecie, per la sofisticata ri-flessione di Pedro de Juan Olivi e Francesc Eiximenis sull’economia e il ruolo della moneta come istituzione politica del Basso Medioevo europeo.

Una simile rilevanza è attribuita in un ulteriore saggio a un altro intellettuale catalano di portata europea quale Bernat Metge, segre-tario e amico personale del re Giovanni I d’Aragona. Oltre che ri-levante tramite e diffusore nei territori iberici dell’Umanesimo ita-liano di fine XIV secolo e importante testimone dei mutamenti interni alla Corona aragonese e delle spinte verso il Mediterraneo, anche da un punto di vista culturale con il recupero dell’antichità classica.

Inediti dettagli provenienti da recenti ricerche sono offerti sul pittore messinese Jordi de Déu sostituì Jaume Cascalls di cui era schiavo nella realizzazione delle sepolture regie di Poblet per inca-rico di Pietro il Cerimonioso anch’egli ponte culturale e artistico fra le due sponde di quello che certa storiografia ha definito per il XV secolo l’“impero catalano”.

In un altro saggio viene avanzata una proposta di riflessione sul concetto di identità trans-mediterranea declinato sull’intero bacino del Mare Nostrum anche da un altro punto di osservazione storica: quello di uno dei principali Ordini monastico-cavallereschi del Basso Medioevo: gli Ospedalieri. In parallelo, un ulteriore articolo declina il concetto di identità marittima delle società mediterranee e dell’area geografica al centro del presente volume considerata co-me uno “spazio di identità”.

Premessa 13

Nel secondo Tomo i saggi appaiono più focalizzati su un territo-rio specifico. Le due maggiori isole mediterranee – sia pure in rela-zione con il bacino occidentale e in epoche che eccedono i confini del Medioevo – a testimoniare, se ve ne fosse bisogno, la persisten-za diacronica dei legami culturali, religiosi, artistici e politici.

Alcune ricerche aggiornano lo status quaestionis sui rapporti re-ligiosi tra la Penisola iberica e l’isola in un arco di tempo molto ampio che va dalla Tarda Antichità fino all’Età Moderna, esami-nando fenomeni di assimilazione, diffusione e persistenza di diver-se figure importanti di Santi nelle due aree geografiche esaminate.

Più attenti al versante politico-istituzionale, invece, altri due saggi: nel primo dei quali, grazie a inedità documentazione archivi-sta pisana, si propone un’analisi della società di Castel di Cagliari nella delicata fase di passaggio dal dominio pisano a quello arago-nese – con tutti i relativi mutamenti culturali lato sensu – poiché la città divenne la capitale del nuovo Regno di Sardegna e Corsica.

Nel secondo di essi, invece, mediante ricerche su fonti archivi-stiche catalane e genovesi, si focalizza nuovamente l’attenzione sui delicati rapporti dinastici all’interno del Giudicato d’Arborea nella seconda metà del XIV secolo, modificando in maniera sensibile la ricostruzione storiografica dei rapporti politico-istituzionali con i re d’Aragona.

Questi profondi legami tra la Sardegna e il mondo catalano-aragonese vengono analizzati utilizzando il complesso sistema di fonti per la storia del commercio tra il settore occidentale del Medi-terraneo e la Sardegna, con particolare riferimento al caso di Al-ghero e al flusso di importazione di merci catalane nel periodo bas-so medioevale. Si pongono in evidenza alcuni risultati di studi sull’utilizzazione delle fonti storiche e delle indagini archeologiche, queste ultime finora orientate più all’aspetto qualitativo che al quantitativo.

A chiudere, idealmente, questo ampio spazio dedicato alla Sar-degna è un altro saggio che rinviene numerosi e preziosi elementi ascrivibili all’identità culturale catalana in diversi ambiti della so-

Luciano Gallinari e Flocel Sabaté 14

cietà insulare, mediante l’analisi delle relazioni dei viaggiatori eu-ropei che visitarono l’isola tra il XIX e il XX secolo.

Tre invece sono i saggi dedicati in maniera specifica alla Sicilia Il primo illustra la diffusione di elementi catalano-aragonesi nel-

la Sicilia occidentale tra XIII e XV secolo ed evidenzia il travaglia-to processo che portò gli Iberici a fondersi con i Siciliani, pur con-servando questi ultimi una specifica identità. Anche un secondo saggio è focalizzato sul tema dell’identità siciliana quanto mai contaminata e, in special modo, sullo “strato” catalano-aragonese e i problemi che esso ebbe a inserirsi nel tessuto socio-politico in-sulare pre-esistente in due momenti importanti della storia siciliana: il post Vespro e il primo Quattrocento.

Il terzo articolo, invece, concentra la sua attenzione sull’annessione della Sicilia all’Aragona mediante le nozze fra l’erede di Federico IV e Martino I il Giovane e, in maniera partico-lare, su Bianca di Navarra, seconda moglie di quest’ultimo, sosteni-trice delle istanze autonomistiche della Sicilia e dello strumento as-sembleare, pur non essendo più considerata un simbolo dell’indipendentismo isolano.

Altri tre contributi, infine, arricchiscono di dettagli la ricostru-zione della fitta rete di flussi antropici, culturali politici ed econo-mici all’interno del bacino occidentale del Mar Mediterraneo.

Rete osservata prendendo come punto di osservazione le comu-nità ebraiche delle due maggiori isole mediterranee: gli intensi rap-porti personali e sociali e gli scambi tra di esse e con i restanti terri-tori della Corona d’Aragona.

In breve, il percorso prevede una pluralità di tematiche che non solo conferma la ricchezza e la varietà di scambi ma, con ciò, la concordanza umana e concettuale.

Luciano Gallinari e Flocel Sabaté i Curull

DOI 10.7410/1140

UN LUGAR EN LA CREACIÓN O LA INSERCIÓN EN EL TIEMPO

de Adeline Rucquoi

Resumen La elaboración de una historia propia es una inequívoca señal de identidad. En la Península ibérica, fueron los reinos que reivindicaban la herencia visigoda – Oviedo, León, Castilla – los que escribieron historias que se remontaban a la Creación del mundo. Hasta los siglos finales de la Edad Media, ni Navarra, ni la futura Cataluña, ni Aragón, ni Portugal elaboraron historias independientes, y la aparición de éstas, objeto del presente artículo, coincide a menudo con épocas de crisis. El esquema histórico creado en la Castilla del siglo XIII sirvió como tronco común, como “historia de España” a la que se vinculaban las diversas historiografías “nacionales” de los demás reinos peninsulares.

Palabras clave España, Edad Media, Castilla, Cataluña, historiografía.

Abstract The elaboration of a own history is a unequivocal sign of identity. In the Iberian Peninsula, were the kingdoms which claimed Visigoth legacy – Oviedo, León, Castile – those who wrote his-tory/stories going back to the Creation of the world. Until the last centuries of the medieval pe-riod, none among Navarra, fu-ture Catalonia, Aragon, and Por-tugal elaborated independent histories, and their appearance – the topic of this paper – often co-incided with times of crisis. The historical discours created in 13th century Castile, served as a common basis, as ‘history of Spain’ to which to link the dif-ferent ‘national’ historiographies of the other peninsular king-doms. Keywords Spain, Middle Ages, Castile, Catalonia, historiography.

DOI 10.7410/1141

IMPERATORE DEL SACRO ROMANO IMPERO O EMPERADOR DE TODA ESPAÑA?

Giacomo I e Alfonso X di fronte al fecho del imperio

di Luca Demontis Riassunto Temendo un attacco al suo potere Giacomo I, dopo una iniziale rivalità, passò ad avere nei confronti del fecho del Imperio di Alfonso X un atteggiamento favorevole, quando si accorse che il progetto imperiale del genero non mirava ad assoggettare alla Castiglia la Corona d’Aragona – e neanche a rafforzare il potere reale all’interno del regno, come ha creduto per lungo tempo buona parte della storiografia spagnola – ma piuttosto rispondeva ad un desiderio di universalità e di primato d’onore non nella penisola Iberica, ma in Europa. Parole chiave Alfonso X di Castiglia, Giacomo I d’Aragona, cerimonie feudali, vicariato imperiale, comuni-cazione politica.

Abstract Although James I of Aragon was initially concerned about a possible threat to his power by Alfonso X of Castile, he soon realised that the imperial ambitions of Alfonso X were not aimed at subduing the Crown of Aragon to Castile or at increasing his political influence over the Iberic peninsula (as many Spanish historians had believed). Rather than strengthening his regional power, Alfonso X’s political communication was directed towards securing an international position of primus inter pares among the kings of Europe. Keywords Alfonso X of Castile, James I of Aragon, Feudal Ceremonies, Imperial Vicariate, Political Communication.

DOI 10.7410/1142

LA INFLUENCIA DEL “TRATADO SOBRE CONTRATOS” DE OLIVI EN EL “TRACTAT DE AVARICIA” DE EIXIMENIS

Un ejemplo de circulación de la moral económica en el Mediterráneo

di Chiara Mancinelli

Resumen El artículo propone verificar la influencia del Tratado sobre los contratos del franciscano Pedro de Juan Olivi en el Tractat de avaricia del fraile Francesc Eiximenis. La presencia de consideraciones y ejemplos del Tratado sobre los contratos en el texto de Eiximenis pone de manifiesto el desarrollo al interno de la reflexión económica franciscana, cuya producción se origina en aéreas del Mediterráneo comercialmente dinámicas; de la circulación de las consideraciones de moral económica al interior de la cuenca mediterránea y de su adaptación, según las características y exigencias contingentes de cada área. Palabras clave Pedro de Juan Olivi, Francesc Eiximenis, Corona de Aragón, Storia economica.

Abstract The paper aims at verifying the influence of the Trattato sui con-tratti, by the Franciscan Pietro di Giovanni Olivi, in the Tractat de avaricia, composed by frair Francesc Eiximenis. The occur-rence of considerations and ex-amples in the Trattao sui con-tratti in Eiximenis’ text shows how the circulation of ethic-economical considerations wihin Franciscan economic thought developed in the Mediterranean basin together with their adapta-tion according to the character-istcs and needs of each area. Franciscan thought originated in each case in areas of a dynamic commercial Mediterranean. Keywords Pedro de Juan Olivi, Francesc Eiximenis, Crown of Aragon, Economic History.

DOI 10.7410/1143

IL PREGIO DELLA STABILITÀ MONETARIA Analisi e dottrine prodotte nei territori della Corona aragonese e nel

Regno di Francia

di Paolo Evangelisti

Riassunto Nei testi esaminati la moneta è misura di negozi e poteri che possono/debbono regolarne il valore e l’utilitas. Discutere di essa è definirne statuto e livello di protezione, configurare i pote-ri e l’esercizio delle sovranità e tracciare i confini della potestas. Questi testi creano un’etica poli-tica monetaria fondata sull’assunto che solo con il ri-spetto della moneta – istituzione sorta e deliberata dalla communi-tas – si afferma la giustizia negli scambi e tra i cives, consegue la saldezza della polis e si coglie il senso profondo della sua funzio-ne. Questi testi, in stretto rapporto con quelli del regno di Francia, sono centrali nelle riflessioni eu-ropee su questi temi. Parole chiave Dimensione istituzionale della moneta; configurazione e limiti del potere; diritti sulla moneta e diritto della moneta.

Abstract. In the examined texts, currency is the size of transactions and powers, which may/have to regulate its value and the utilitas. Debates over currency could de-fine its status and protection lev-el, set up the powers and the ex-ercise of sovereignty, and draw the line of potestas. These texts contribute to the creation of an ethic monetary policy based on the assumption that only with the respect of the currency – risen and approved institution by the communitas – justice states in trades and among the cives, the polis achieves solidity, and the deep meaning of money purpose is assumed. These texts, strictly related to those of the kingdom of France, are central in the European de-bates on these topics. Keywords. Currency institutional size, con-figuration and limits of the pow-er, rights on money and currency law.

DOI 10.7410/1144

INFLUSSI CULTURALI CLASSICI E CONTEMPORANEI NELLA CORONA D’ARAGONA L’eredità “europea” di Bernat Metge

di Teresa Silverio

Riassunto Il clima culturale della Corona d’Aragona tra Trecento e Quattrocento è vivace ma anche problematico, poiché rappresenta il passaggio tra due modi, mai del tutto opposti, di intendere la tradizione. Bernat Metge, letterato e uomo politico, ben testimonia i mutamenti interni e le spinte verso il Mediterraneo. La sua opera più rappresentativa, Lo somni, mostra i processi con cui la cultura catalana si apre verso nuovi modelli letterari e di pensiero, fino al recupero dell’antichità classica. Lo somni costituisce il punto di arrivo della cultura medievale catalana e l’inizio dell’evo moderno. Parole chiave Bernat Metge, Lo somni, Corona d’Aragona, Umanesimo, Mediterraneo, modelli letterari.

Abstract The cultural atmosphere in the Crown of Aragon between the 13th and 14th centuries is lively but also problematic as it repre-sents the transition between two ways of understanding the tradi-tion, which were never really opposed to each other. Bernat Metge, scholar and political fig-ure, bears witness to the internal changes and drives toward the Mediterranean. His most repre-sentative work, Lo somni, illus-trates the processes that allowed Catalan culture to open to new literary and thinking models, as far as the recovery of classical antiquity. Lo sommi represents the final stage of Catalan medie-val culture and the beginning of the modern era. Keywords Bernat Metge, Lo somni, Crown of Aragon, Humanism, Mediterranean, literary models.

DOI 10.7410/1145

JORDI DE DÉU, ‘MAESTRE DE IMAGES E DE PINZEL

DE LA CIUTAT DE MECINA’

de Emma Liaño Martínez

Resumen En 1378 Jordi de Déu, escultor de Tarragona, indicaba en un documento que procedía de la ciudad de Mesina. Es la confirmación del origen siciliano de un artista que fue esclavo de Jaume Cascalls y le sustituyó al frente de los sepulcros reales de Poblet, por encargo de Pedro el Ceremonioso en el siglo XIV.

Destruidos casi en su totalidad los Sepulcros Reales de Poblet, hay que recurrir, para definir su estilo personal, a obras como el retablo de San Lorenzo de Santa Coloma de Queralt y a fragmentos de las tumbas de infantes reales populetanas. Finalmente adoptó el llamado Gótico internacional. Palabras clave Jordi de Déu, Poblet, Catedral de Tarragona, arte, s. XIV.

Abstract In 1378, Jordi de Déu, sculptor of Tarragona, indicated in a document that he came from the city of Messina. This is the proof of the Sicilian origin of an artist who was a slave of Jaume Cascalls and was replaced by him in the construction of the royal tombs of Poblet, commissioned by the King of Aragon, Peter IV the Ceremonious in the 14th century. As the Royal Tombs of Poblet have almost completely been destroyed, in order to definite his personal style, we have to look at works such as the altarpiece of St. Lawrence located at Santa Coloma de Queralt and fragments of tombs belonging to royal princes at Poblet. In the end, he adopted the so called international Gothic. Keywords Jordi de Déu, Poblet, Cathedral of Tarragona, Art, XIV Century.

DOI 10.7410/1146

LOS ÁBSIDES DE LA IGLESIA ABACIAL DE SAN PEDRO DE ARLANZA Y SU INFLUENCIA EN OTROS TEMPLOS

MONÁSTICOS DEL ENTORNO

de Félix Palomero Aragón

Resumen Al cumplirse los mil cien años de la fundación del monasterio de San Pedro de Arlanza, merece la pena reflexionar, a la luz de la información arqueológica que podemos documentar, sobre la importancia que pudo tener el modelo arlantino en el entorno, y más en concreto la cabecera de San Quirce. Vamos a tratar de reconstruir arqueológicamente los ábsides de la iglesia abacial arlantina y compararemos lo que se levantó en Arlanza y lo que fuera la cabecera del monasterio de San Quirce. Pese a que el objeto principal de nuestro trabajo no será el análisis arqueológico del conjunto de ambos templos, si se planteará la forma de incardinar los ábsides con el resto de la construcción.

Palabras clave Iglesia abacial, ábside, San Pedro de Arlanza, San Quirce, Arqueología muraria.

Abstract Upon completion of the eleven hun-dred years since the founding of the monastery of San Pedro de Arlanza, it is worth reflecting, in light of ar-chaeological information we can document, the importance that the ‘Arlanzan’ model may have had in the surroundings, and specifically the apse of San Quirce. We will try to make an archaeologi-cal reconstruction of the apses of the Arlanzan abbatial church, and we will compare what stood in Ar-lanza and what was the apse of San Quirce’s monastery. Despite the fact that the main pur-pose of our work will not be the ar-chaeological analysis of the set of both temples, we will consider how the apses join with the other parts of the construction.

Keywords Abbey Church, apse, San Pedro de Arlanza, San Quirce, Archaeology of Ramparts.

DOI 10.7410/1147

LOS HOSPITALARIOS HISPANOS Entre la identidad trasmediterránea y la pertenencia territorial

de Maria Bonet Donato

Resumen La identidad hospitalaria, definida y fomentada desde Oriente, estrechó los lazos con las circunscripciones priorales y comendaticias occidentales. Esta favoreció el flujo de recursos y de hombres a los enclaves orientales desde el siglo XII hasta el XV. Los elementos identitarios principales fueron la unidad de la orden, la función asistencial y militar, y la figura del maestre como referente principal. Jerusalén y Rodas, fueron icónicos e identificadores de las razones de la orden. Las múltiples fórmulas de transmisión de los elementos identitarios circularon sobre todo de Oriente a Occidente, mientras que los suministros iban de Occidente a Oriente. Palabras clave Identidad, orden del Hospital de San Juan de Jerusalén, historia mediterránea, movimiento cruzado.

Abstract The identity of the Hospitallers, defined and promoted by the East, strengthened ties with Western preceptories and prior-ies. This favoured the flow of supplies and men to the order in the Eastern enclaves. The main elements of this identity were: the unity of the institution, its caring and military roles, and the figure of the master, who em-bodied the institution in some extent. Jerusalem and Rhodes were iconic and identifier places of the Order’s functions. The multiple identity ideas circul-tated, above all, from East to West, while supplies went from West to East. Keywords Identity, hospitallers, Iberian Peninsula, crusade movement, history of the Mediterranean re-gion.

DOI 10.7410/1148

LA IDENTIDAD MARÍTIMA DE LAS SOCIEDADES MEDITERRÁNEAS

Datos y reflexiones a partir de la Valencia bajomedieval

de David Igual Luis

Resumen El artículo pretende demostrar que la identidad marítima de las sociedades mediterráneas es, tanto en el pasado como en la actualidad, una construcción histórica que se justifica por razones determinadas. A partir de la definición del concepto “identidad” y de la percepción del Mediterráneo como “espacio de identidades”, el texto aborda el caso de la Corona de Aragón en la Baja Edad Media y, particularmente, el ejemplo de la ciudad y el reino de Valencia. Sobre estos territorios se exponen datos y reflexiones relativos a distintos sectores socioeconómicos, sobre todo vinculados al comercio y la pesca, que indican que la proyección hacia el mar no fue siempre la dinámica escogida por sus habitantes. Palabras clave Identidad, Mediterráneo, Corona de Aragón, Valencia, Siglos XIV-XV.

Abstract This paper aims at illustrating how the maritime identity of Mediterranean societies, past and present, is a historical construct justified by specific reasons. First, the paper examines the definition of ‘identity’ and the perception of the Mediterranean as a ‘space of multiple identities’. Then, the case of the Crown of Aragon in the late medieval period and, in particular, the example provided by the city and kingdom of Valencia are addressed. In these territories, the author illustrates records and considerations concerning several social and economic sectors, especially those associated with trade and fishing, which indicate that the projection toward the sea was not always the dynamics chosen by their inhabitants. Keywords Identity, Mediterranean, Crown of Aragon, Valencia, 14th-15th centuries.

EUROPA E MEDITERRANEO. STORIA E IMMAGINI DI UNA COMUNITÀ INTERNAZIONALE

già Collana dell’Istituto di Storia dell’Europa mediterranea

Cagliari-Genova-Milano-Roma-Torino 1/2004 Saper fare: studi di storia delle tecniche in area mediterranea, scritti di Manlio Calegari, Grazia Biorci, Luciana Gatti, Luca Lo Basso, Enzo Baraldi, Giovanni Cerino Badone, Giovanni Ghiglione. 2/2004 Luís Adão da Fonseca, Dal Mediterraneo all’Atlantico: le scoperte e la formazione del Mare Oceano nei secoli XIV-XVI. 3/2004 Cristina Trinchero, Pierre-Lous Ginguené (1748-1816) e l’identità nazionale italiana nel contesto culturale europeo. 4/2005 Clara Camplani, Agli albori della nuova Algeria. Il processo storico-culturale. Presentazione di Giuseppe Bellini. 5/2005 Storia politica e storia sociale come fonti creative. Due centenari: Pablo Neruda e Alejo Carpentier. Atti del Convegno di Milano 22-23 novembre 2004, a cura di Clara Camplani e Patrizia Spinato Bruschi. 6/2005 Pratiche e linguaggi: contributi a una storia della cultura tecnica e scientifica, scritti di Luciana Gatti, Max Guérout, Paolo Giacomone Piana et alii. 7/2005 Genova. Una “porta” del Mediterraneo, 2 tomi + CD ROM, a cura di Luciano Gallinari. 8/2006 Dal Mediterraneo l’America: storia, religione, cultura, a cura di Clara Camplani e Patrizia Spinato. Presentazione di Giuseppe Bellini.

9/2006 Francesco Cesare Casula, Elena Rossi, Autonomia sarda e autonomia catalana. Presentazione di Francesco Cossiga. 10/2006 Frontiere del Mediterraneo, a cura di Maria Eugenia Cadeddu e Maria Grazia Mele. 11/2006 Fabio Cocco, Il potere sovrano nel regno di Sardegna dal 1324 al 1418. Vol. 1. 12/2006 Gian Paolo Tore, Il Tercio de Cerdeña (1565-1568). Contributo allo studio delle istituzioni militari nel Regno di Sardegna. 13/2006 Culti, santuari, pellegrinaggi in Sardegna e nella penisola iberica tra medioevo ed età contemporanea, a cura di Maria Giuseppina Meloni e Olivetta Schena. 14/2007 Il progetto e la scrittura /Le projet et l’écriture. Introduzione a cura di Franca Bruera, Antonella Emina, Anna Paola Mossetto. 15/2007 Massimo Viglione, “…Rizzate el gonfalone della Santissima Croce”. L’idea di Crociata in santa Caterina da Siena. 16/2008 Alessandro Litta Modignani, Da Buenos Aires a Valparaiso. Introduzione, trascrizione e note a cura di Patrizia Spinato Bruschi. 17/2008 «Contra Moros y Turcos». Politiche e sistemi di difesa degli Stati mediterranei della Corona di Spagna in Età Moderna, a cura di Bruno Anatra, Maria Grazia Mele, Giovanni Murgia e Giovanni Serreli. 18/2009 Sardegna e Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna. Studi in onore di Francesco Cesare Casula, a cura di Maria Giuseppina Meloni e Olivetta Schena.

19/2010 Crocevia mediterranei. Società, culture e migrazioni nel Mediterraneo (secoli XIX-XX). Studi in onore di Luciana Gatti, a cura di Grazia Biorci e Pierangelo Castagneto. 20/2011 Luca Codignola, Little Do we Know. History and Historians of the North Atlantic, 1492-2010, edited by Matteo Binasco. 21/2011 Carlo Botta: la ragione e la passione, a cura di Antonella Emina. Prefazione di Ugo Cardinale e Luca Codignola. 22/2011 Michelangelo Conoscenti, La stampa locale in Piemonte nell’anno Europeo del dialogo interculturale (2008). Un’analisi discorsiva secondo i principi della corpus linguistics. 23/2012 Juan Carlos Galende Díaz, Manuel Joaquín Salamanca López, Una escritura para la modernidad: la letra cortesana. 24/2012 Alessandra Cioppi, Le strategie dell’invincibilità. Corona d’Aragona e Regnum Sardiniae nella seconda metà del Trecento. 25/2012 Luisa Spagnoli, Rappresentare e ‘agire’ il paesaggio tra sostenibilità e nuove progettualità. Un itinerario geografico. 26/2012 Antonella Emina, Luoghi di passaggio e dimora: Léon Gontran Damas vs Léopold Sédar Senghor. 27/2012 Matteo Binasco, Le migrazioni francesi in età moderna: il case-study storiogra-fico. 28/2013 Élites urbane e organizzazione sociale in area mediterranea fra tardo medioevo e prima età moderna. Atti del seminario di studi, Cagliari, 1-2 novembre 2011, a cura di Maria Giuseppina Meloni.

29/2013 Sardegna e Catalogna officinae di identità: riflessioni storiografiche e prospet-tive di ricerca. Studi in memoria di Roberto Coroneo, Atti del seminario di studi, Cagliari, 15 aprile 2011, a cura di Alessandra Cioppi. 30/2013 Luciano Gallinari, Una dinastia in guerra e un re descurat? I giudici d’Arborea e Giovanni I re d’Aragona (1379-1396). 31/2013 «El que del amistad mostró el camino». Omaggio a Giuseppe Bellini, a cura di Patrizia Spinato Bruschi, coordinamento di Emilia del Giudice e Michele Maria Rabà. 32/2015 Albert Camus, mémoire et dialogue en Méditerranée, sous la direction de Yvonne Fracassetti Brondino. 33/2015 Tra il Tirreno e Gibilterra. Un Mediterraneo iberico?, a cura di Luciano Gallinari e Flocel Sabaté i Curull.

Pubblicato online nel marzo 2015 Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sito web: http://www.isem.cnr.it via G.B. Tuveri 128, 09129 Cagliari telefono: +39 070 403635 – 403670 fax: +39 070 498118 redazione: [email protected]