Il Codex Theodosianus come Romani iuris refusio nella dimensione religiosa cristiana. Alcuni esempi...

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Arduino Maiuri Il Codex Theodosianus come Romani iuris refusio nella dimensione religiosa cristiana: alcuni esempi testuali in Diritto romano e identità cristiana Definizioni storico-religiose e confronti interdisciplinari a cura di Alessandro Saggioro Carocci editore - Roma 2005

Transcript of Il Codex Theodosianus come Romani iuris refusio nella dimensione religiosa cristiana. Alcuni esempi...

Arduino Maiuri

Il Codex Theodosianus come Romani iuris refusio

nella dimensione religiosa cristiana: alcuni esempi testuali

in

Diritto romano e identità cristiana Definizioni storico-religiose e confronti interdisciplinari

a cura di Alessandro Saggioro

Carocci editore - Roma 2005

Diritto rornano e identità cristianaDefinizioni storico-religiose e confronri interdisciplinari

A cura di Alessandro Saggioro

@Carocci editore

ru edizione, giugno zoo5^ @ copyright zooy byCarocci editore S.p.A., Roma

Reahzzazione editoriale: Studioagostini, Roma

Finito di stampare nel giugno zoosdalla Litografia Vaó (pisu)

ISBN 8g-43o-3492_o

, Riproduz.lone vierara aí sensí di legge(an. ryr della legge zz aprrle rg+i, iT?ll

. Senza regolare autotizzazione,e uetato nprodurre questo volume

ancne parualmente e con qualsiasi mezzo,compresa la totocopia, anche per uso interno

o didattico.

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Indice

Ptemessa

Identità e identità; un'introduzionedi Alessandro Saggioro

Le leggi costantiniane negli Actus Silvesniz uoa noqnativaidealedi Tessa Canella

PremesseLe leggiLa prima legge: la venerazione di CristoLa seconda legge: la bestemmiaI,.a tena legge: I'ingiuria ai cristianiLa quarcalegge: il primato romanoLa quinta legge: il diritto d'asiloLa sesta fegge: lalicenza di costrqire Ruove chieseLa settima legge: i donativi per I'edificazione di chieseLlottava legge: la fondazione della basilica del I ateranoLa nona legge: i donativi per i poveri convertitiL4 decima legge: i privilegi ai sacerdoti cristianiI-undicesima legge: latollennza religiosa di CostantinoConclusioni

Ftofili dsl diritto criminale romano tardoanticodi Giuliano Crdò

Tgmpo socialg pagano e cristiano nel rv secolodi Angelo Di Berardino

Instaurazione del calendario liturgico cristianoAltre feste cristianeLa ratio ternporisLa proibizíone degli spettacoli nei giorni festivi cristianiAbolizione delle feriae p aganaeConclusione

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I N D I C E

Principi cristiani, templi e saoifici nel Codice Teodosianoe in altre testimonianze paralleledi Augusto Fraschetti

fl Codex Theodosianus come Romani iutisrerirsío nella di-mensione religiosa cristiana: alcuni esempi testualidi Arduino Maiuri

Dalla Bruma ai Brumalia. Modelli di cristianiz zazione tl:aRoma e Costantinopolidi Roberta Mazza

IntroduzioneLe prime attesrazioni della festaI Brumalia in età giustinianeaLa permanenza del\afesta oltre il tardoantico

Il Codice Teodosiano nella Gallia tardoantica: il concilio diClodoveodi Pietrina Pellegrini

La gestione sacrale della realtàdi Giulia Piccaluga

La divinazione romana in età postcostantiniana e la di-struzione dei' Iibri Sibvllinídi Claudia Santi

La dlnazione dopo CostantinoLa distruzione dei libri Sibyllini .Divinazione, s up e rc t i t io e cristianizz azione dell'Impero

De spectacu/íc aspetti della polemica antipagana,nella nor-mativa imperialediNatale Spineto

Lascesi dell'anacoreta nella codifi cazione teodosianadiMaurízio Zerbini

Elenco delle abbreviazioni

Indice dei passi citati

Indice degli autori moderni

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II Codex TheodosianusTIcome Komarux turzs

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esernpí testualidi Arduino Maiuri

Nella prima metà del v secolo 1l codex Theodosianus, <<stîaordinariaminiera di informazioni per ricostruire la realtà dell'Impero tardoan-tico>>', rappresenta la sintesi più compiuta tra I'illustre tradizione delius Rornanurn elaneonata dimensione statale cristiana, due elementidestinati a permeare le future codificazioni occidentalí, sia artraversola mediazione dei compilatori giustinianeí, sia, in epoca moderna, tra-mite I'influsso esercirato dal Còde Napoleòn sui singoli codici nazio-nali'. Nella prima parte di questa breve comunicazione intendo tor-nare sulla uexata quaestio se il Codice sia stato concepito anche conun preciso obiettivo politico3, olme, owiamente, quello pratico dellaclassificazione del materiale legislativo disponibilè; -"rrt.. nella se-conda parte scenderò più nel partícolare, prendendo in esame alcu-ne costituzioni, in modo da chiarire come il nuovo quadro storico-po-litico spesso abbia inciso sulla selezione e la stessa disposizione strut-turale di numerose formulazioni giuridiche contenutà ne[a raccolta.La scelta, apparentemente provo catoria, di inserire nel títolo dell'in-tervento il raro e tardo vocabolo refusio+ è nata dalla volon tà, difat ri-corso a una metafora che descrivesse compiutamente il Codex Theo-dos,ianus nella sua principale funzione di sintesi e compenetrazíoneúaii diritto romano e I'identità crisriana, ossia la tematica che ha ispira-to e informa il presente convegno

E questione aperta se la cancelleria di costantinopoli abbia rcaliz-zutola sua importante opera obbedendo a un preciso disegno riformi-stico in campo politico-istituzionale e non semplicementè con I'inten-zione di confezionare un prontuario che, creando ordíne tra le prece-denti statuizioni dotate di valore autoritativo, avesse l'effetto diinelli-re le macchinose procedure dei tribunali. A me sembra convincente ilcomplesso di argomen tazioni su cui eminenti romanistí moderni han-no poggiato la loro interpretazione dell'opera in chiave pragmatica, co-me strumento atto a ridefinire in concreto la legittimazione dei potereimperiale a produrre diritto, in seguito al nuovà rapporto instauratosi

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tra stato e cristianesimo dopo la svolta costantiniana e soprattutto do-po l'editto di ressalonica, in un mondo ormai diverso da qùeilo che ave-va ispirato i codici Gregoriano ed Ermogenianor. Rispecto a tali raccolte,di natura eminentemente orivatisrica, il Teodosiano di primo acchito par-rebbe porsi come naturale e spontanea prosecuzioÀe., ma un'anàlisicomparativa evidenziasubito differenze sostanziali, la cui trattazione inogni caso fuoriesce dal ristretto ambito di questo intervento. Va sotto-lineato, invece, come l'attitudine pragmatica sia derivata ai commissa-ri teodosiani, uomini illusri, explotratàe fidei, famosae doctrinaeT,anchee soprattutto dal fatto che essi più che teorici erano operatori di dirit-to, uomini di governo impegnati in prima persona nel disbrigo degli af-fari politici e amministrativi (cosa ihe spiegherebbe, ra l'aitro, ir.heil rilievo assoluto concesso nel Codice à[e questioni di tipo ammini-strativo)*: per questo essi erano in grado di cómprendere e regismare ilmutamento impresso alla realtà istituzional e dallastaordinaiia poten-za economica, sociale e ideologic a ruggiunta dall'organi zzazioni eccle-siastica, riuscendo a inquadrarla all'interno della ricca uadizione del di-ritto romano. Il loro-lavoro, pur non raggiungendo livelli supremi di pe-rizia e scienza giuridica, ha saputo integrare vecchio . rrrroiro, ttadiiio-ne e modernità, venendo così a collocarsi come premessa irrinunciabi-le della massiccia compilazione giustinianeae. î teodosianí in questafondamentale opera di raccordo iembrano dawero essere stati jeten-tori di un'autonoma creatività'" e abili esecutori di un imporranre pro-gramma politico: lungi, pertanto, dal concordare con q.ra.rti in epàchediverse hanno inteso sottovalutare il valore di questo Càdice.', ,rià m.-glio richiam arcl'attenzione sul fatto che in esso si awerte una piena co-scienza, quasi un"'autocoscien za" della supremazia dell,a lex púncip a-ft51i-spetto alle altre forme pregresse di statuizione giuridíca.,.- Se prlt'a del Teodosiano gran parte del díritto poritiuo, specialmente

di natura privatistica; si basava sóstanzialm"nt. J,rilu tt,ririiu letteratu-ra dei respoftsa prtldentium (e ciò doveva essere ben noto agli estenso-ri, come si evince da lTh rr, r)'r,dopo la sua pubblic azionelppare eví_dente che alla base dell'ordinamenio giuridico si sono or*ui i-port.le leges imperiali. Questo rilievo t.o'uuirn" solida conferma ne[a Jtessaimpostazione del codice, il cui primo libro, destinaro all'esposizione del-le fonti del djritto, prèsenta iiesponsa prudentium in netto subordinerispetto alle leges, di-cui appaiono non più che un'integrazione, sia sulpiano intrinseco della sostanza giuúdicache su quello"esrinseco delladisposizione str-rrtturale'a. Un ulleriore fermento innovativo è rawisa-bile, del resro, anche nella nuova sensibiktà per gli ofrtciadotati di com-petenza giurisdizionale, poiché nel ry e nel v secolo formulazioni nuo-ve e bisognose di pronta configurazione, come Iepiscopalis audientia,

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TL CODEX THEODOSIANU. , COME ROMANI IURI . , REFU. , . [O

andavano progressivamente guadagnando terreno rispetto ai tradizio -nalico]Iegi giudicanti paganir In ui mondo rinnovato] p., di.tu in bre-ve, il' codex si poneva come punro di riferimento l"g"l.'idla realtà, per-seguendo l'intento ambizioso di non fungere du rri..u chiave di risàlu_zione di-singole controversie giudiziarie, ùensì di fornire uiprincipi me-desimi degli indirizzi legislatirf>'6, fino a sosranzia." u'u.io e propriomagisterium uitae,pet impiegare le celebri parole della cancelleria dí'co-stantinopoli'z- A tal fine il legislatore si propone come díspensatore dinorme chiare e brevi'8,. neceisarie per contfastare con successo quellache^ appare una delle piaghe più .rlial in ambito tribunalizio, ossia ladiffusa ignoranza del diritto, manifestata non solo dai contendenti e iloro rappresentanti processuali, bensì anche dai giudici. Èirog"u, nîatti,da un lato considerare il caos estremo ín cui'o.À"uu il patriironio legi-slativo disponibile prima della codifi cazioneteodosianà, dall,altro l,in-competenza e I'immoralità della burocrazia giudiziaria, tali dacondi-zronare pesantemente o addirittura arcivare afalsarcle sentenze nei Úi-bunalí's. Parecchie costituzioni del Teodosiano, in

"ff.;ú l.precano e

condannano questi vizi, dimostrandone per converso la notevole dif-fu1ío.1e nella prassi tribunalizia. si vedano, in quesra direzione, almenoi titoli tf (De fficio rectoris prouinciae),r29 (O, d,ufrororib,is ciuitatuna)elx z7 (Ad legem Iul(m repetandarurn). conTeoúosio rI, in ogni caso,la grossa novità risiede nel fatto che simili "qurrrlnu';-ruggirrg"rro ua-dirittura il proscenio della normazione ufficiui., .o*".ir,iliu dulu -".r-zionata costituzione introdutt iv a all,a p ubblicazione del c o, d e x, è note-vole, infàtti, che un resro di legge pr.nda formalmen*

"rc di tale si-

tuazione, sancendone l'inopporiunità e assumendosi la responsabilitàdi ary:r;raúae porvi fine, pei quanto possibile,o.

Le difficoltà insite i'questa importante ma difficile opera di rior-fíno {el materiale legislativo preesistente devono

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lesate fn dall'nizio, come dirnostrano la gestazion etravagiiata del co-dice e la correzion e in itinered"l ;;;;;"getto originario, con i conse-guenti mutarnenti direzionali intercorii trlil,4r9 (òm r r, y del z6 mar-zo), ú 43r-(crh t r, 6 del zo dicembr"j . h a.níiìi* pì*'.iturion" insenato del 43s (Nov. Theod. r del 15 febbraio),,. Un àir"g"o così im_pegnativo deve ftovare una-ragione in più rispetto

"l ,"m"pli.. amore

per la cultura. Non c'è dubbio-, infatti,ìhe r.rllu ,..ltu ii ieodorio dircalizzarc la sua codificazione abbia inciso anche la sua forte passioneper gli studi, che lo srorico ecclesiastico socrare,, gli atribuisce fin dal-l'infanziae che nàl 4zyloindusse a fondare a cosiantinopoli una scuo-la superiore di íspirazione cristiana, desdnata u ,.rp.ru..ie stesse scuo-le dt Atene e Alessandria"3. Né mancano ulterioriprove del mecenati-smo e della passione per la cultura propri de['imperatore: per esem-

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pio in una costituzione Teodosio mostra la sua ammkazione e propo-ne onorificenze per gli insegnanti di gramm atica gteca Elladío e Siiia-no, il grammatico latino Teofilo, i "sofisti" Martino e Massimo e il giu-risperito Leonzio. Risultano significativi anche gli elementi su cui si fon-da il suo concreto apprezzamento: <(una vita lodevole per probità di co-stumi, il possesso dell'attitudine per I'insegnamento, una valida capa-cità oratoria, sottigliezza esegetica e copia di argomentazionb>,+. Inol-tre, nella glà, citata Nov. Theod. I r, dotata di un forte sapore pro-grammatico, sia per la sua funzione di incipit, sia per il suo contenutovario, che abbraccia i principali motivi ispiratori iottesi alla confezio-ne della raccolta, e non ultimo per il tono esremamente solenne cheIa cantteúzza,I'imperatore non trascum dimenzionare nominatim lIdotto collegio dei compilarori, colmando ciascuno di elogi, da Antio-co a Massimino, a Martirio, Speranzio, Apollodoro, Teodoro, Epige-ne e Procopio'r. va ricordato, del resto, che lo stesso Teodosio cono-sceva a memoria ampi passi delle Sacre Scritture e ̂ veva contribuitoin prima persona alla crescita della sua ricca biblioreca di testi religio-si, tanto da meritarsi l'appellativo di "calligrafo" per la sua abilità dicopista'6. Il gusto per la documenta zionee la catalog azione,insomma,sembra essere stato connaturato a questa bella figura di imperatore"umanista", in definitiva più portato per gli studi che per la concretaptatica di governo: non si ha, infatti, alcuna testimonian za relativa aunsuo particolare interessamento per la gestione dello Stato, anzi sembrache egli preferisse demandare i problémi politici agli eunuchi e ai fun-zionaú di parazzo. E così, se Niceforo callisto ezonatane menevanoin evidenza I'influenzab tfità"2,il lessíco di Suida ci dice addirittura chei suoi rninisri lo trattavano quasi come un bambino,8.

Eppure sembra piuttosto riduttivo concludere da ciò che I'interes-se di Teodosio per la codificazione sía da ascrivere unicamente all'amoreper lo studio; si ttatta,, piurrosro, di apprezzatel'indkizzo specifico concui scelse di rapportarsi alla nuova realtà sratale che aveva ài fronre. Aisuoi detrattori, infatti, si può obiettare che la sua decisione di non ci-mentarsi in prima persona nel disbrigo delle attivítà, politiche, verosi-milmente, non deve essere scaturita da disattenzioni, superficialità oabulia, caratteristiche del resto scarsamente conciliabili càn h sua ve-na di studíoso, bensì dalla necessità di mettere in atto ufi'accorta gestionedell'imperium: nona caso, infatti, egli riuscì a mantenere il trono di co-stantinopoli per ben quarantadue anni. Llurgenzadel richiam o ail,a lexdeve essergii derivata dalla sua srrenua volontà di intervenire nella cri-si politica, economíca e religiosa del tempo, proponendo un modello diesistenza secuhdum leges, che, compenetrando i nuovi ideali religiosi conla solida impalcatur a del ius Ro*oiu*,potesse garantbeun oràine giu-

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ridico rassicurante per i membri della comunità statale. Un simile ap-proccio, oltre a fornire ceîrezza e stabilità interna ai sudditi dell'Impe-ro, presentava 1I vantaggio di offrire omogeneità e compattezza alloStato romano e quindi, in definitiva, una maggiore gamnzia dí tenutarispetto ai pericoli incombenti dall'esterno, considerato invece che ingenere era propria dei barbari un'organiz zazione politico-istituzíonalepiuttosto caotica e disordinata'e.

I punti salienti del programma teodosiano, in questa chiave di let-tuta, sembrano essere stad da un lato I'interesse per il diritto, dall'alaoil rispetto per la nuova religione ufficiale dello Stato: Teodosio è statodawero molto abile a far sÌ che queste due realtà si incontrassero, in-tegrandosi spontaneamente, in modo da offrire una linea vincente allasua azione di governos ". La via della codificazione offriva all'imperato-re la pregevole opportunità di riaffermare la propria centralità, come uni-co polo di riferimento in grado di ricondurre a unitari età"le diuersitatesesistenti all'ínterno dell'Imperor'.

Il contributo del Codex alla formul azionedi una visione unitaria delmondo romano si manifesta anche nella scelta di riservare alfamateriareligiosa un'apposita sezione, vale a dire I'intero sedicesimo 1i6.or', inconsiderazione della posizione assolutamente preminente ormai rico-nosciuta al|'ecclesia catholica, stretta intorno al suo capo carismatico, ilvescovo di Romal. È ,tuto giustament e fattonotare, in tal senso, che ildiritto ecclesiastico codificato nel Codice Teodosiano congloba duedifferentí impostazioni ideologiche, I'una facente capo a Costantíno eai suoi successori, l'aItra a Teodosio t e i teodosidi, la prima ancora fon-damentalmente "laíca", la seconda più apertamente " confessionale "r+.E se da un lato la volontà codificatrice imponeva che nella concreta pras-si giudiziaria si potesse utrfizzarc solo ciò che disponesse dell'imprima-tur imperiale, dall'altro I'imperatore sapeva bene di rivolgere la suaqpqfa 4 Uq pqpolo ormai pronto ad agcettare acriticamente un testo au-toritativo, anche a prescindere dal suo contenuto, com'è proprio del fe-dele di Cristo néi confronti delle Sacre Scritturerr. Va inolue messo inevidenza come la reverenza nei confronti della scrittura giuridica abbiaraggiunto, nel caso delle costituzioni imperiali, la punta più elevataproprio con gli imperatori cristiani, i quali avevano I'arduo compito diparlare anche "in nome di Dio"36.

I meriti diTeodosio II, peraltro, si stagliano con evidenza ancora ptùforte se la sua codificazione viene messa a confronto con I'operato le-gislativo concreto dei suoi predecessori: se egli infatttiha coÀpreso lanecessítà di fare ii punto sul materiale normativo allora esistentesT, vadetto che quelli, sía in Oriente che in Occidente, avevano legiferato se-guendo meri criteri di urgenza e contingenza,nonperitandosi di coor-

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dinare le nuove ipotesi di reato con quelle preesistenti, ma animari dal-I'unica preoccupazione di sanzionarè adeguatamente gli atti meritevo-li di repressiones8. Le numerose oscillazioni e l'estremu f.u-m..ttarietàdella legislazíone preteodosiana sono da imputare, in sostanza, allamanc^nza da parce deiprincipes di un disegno operativo unitario in cam-po giuridico e giurisdizionoJeie.

Bisogna poi considerare come I'atteggiamento complessivamenteosservato da Teodosio nei confronti della Chiesa e dei problemi religio-si si inserisse all'interno di una profonda e complessa ridefinizione de-gli ambiti e della legittimazione imperíale a detenere il potere rempora-le, che in quegli anni si andavagradualmente sostituendo alla concezio-ne pagana de1)'imperiurn+".Inparticolare, come è stato giustamente os-servato da Gian Gualberto Archi, Teodosio mirava principalmente a sal-vaguatdarc da <<quanto di giuridicamente rilevante fosse rimasto del pa-ganesimo antico>>a'la fede cattolica romana che, nonostante fósse dive-nuta religione di Stato, rimaneva pur sempre piuttosto kagtle, in virtùdelle accese dispute dottrinarie cui si trovava permanenremente esposta.I1 problema era di riservare uno spazio adeguato ai valori cristiani al-I'interno di un sistema giuridico fondamentalmente imperniato sullatradizíone pagarra, in modo da conferire alla nuova dimensione religio-sal'auctoritas e il riconoscimento formale che solo I'inclusione all'inier-no del progetto codificatorio poteva ganntire.Il fenomeno della pene-úazione del cristianesimo all'interno del ius Romanum, delresto, eia tal-mente imponente da influenzare anche i più antichi istituti pagani, co-me la manumissio: in un editto del rB aprile del3zr, per esempio, Co-stantino aveva conferito pari dignità alla volontà del padrone di libera-re il suo servo, nel caso che fosse espressa di fronte alla iomunità cristiana(adsistentibus Christianorum antistibz.zs), rispetto alla consueta dichiata-zione in presenza dell'assemblea dei laici (sub adspectu plebis)<2.

_ In questa chiave di lettura va inteso anche l'atteggiamento giuri-sdizionale osservato dagli imperatori cristiani e fedelmente registr alo daicompilatori teodosiani nei confronti delle spinte eterodossè. IJeresia,scuotendo alla base l'ordinamento divino, attentavaall'integrità della fe-de e_ di conseguenza agli interessi dell'intera socierà, ponàndo proble-mi di ordine pubblica che andavano al di là dei sia pur accesi dibattiticonnessi con le dispute teologiche. Già i predecessori di Teodosio It, delresto, ne erano pienamente consapevoli; ne era cosciente, per esempio,onorio, che nel4o9 condannavaitrasgressori dei prowedímenti iiro-gati pro salute communi, hoc est pro utìlitatibus cat/tolicae sacrosanctdee ccle siae, identificando così ecclis ia e bene comune4r. Anche TeodosioI, per quanto gli fu possibile, cercò di arginarc questo allarmante feno-meno e per fàre ciò mise in atto una duplice condotta, peralffo debita-

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mente attestata nel Codice Teodosiano: talota, cioè, seguì una lineaoperativa più diplomatica, convocando concili atti a lknitare gli spazidi dissenso all'interno delle questioni fideistiche, menrre in altre oica-sioni si affidò aun'iniziativa più diretta, consistente nella minaccia, pe-ralmo quasi mai radotta in realtà, di una repressione condotta in via au-toritativa sugli eretici impenitenti++. Lleresia ,inf.atti,pur configurando-si come crimen publicup^s, veniva affidata prioritariamente alla cagni-tio delle gerarchie ecclesiastiche e solo in un secondo momento fu re-golamentata anche dall'attività legislativa statalea6, con la conseguenzache il vaglio religioso si faceva sentire pesantemente anche sulle statui-zioni imperiali. In questo senso il legislatore, se spesso prospettava pe-ne terribili, non di rado invitava gli eretici a percorrere la strada del rav-vedimento e della contrizione per owiare alle colpe commesse, se-guendo di fatto I'opinione prevalente tra le aurorità ecclesiastiche e gliintellettuali cattolici, i quali tendenzialmente, com'è owio, depreca,ra-no il ricorso a sistemi inquisitori e coercitiví47. Di questo i commissariteodosiani sembrano aver tenuto conto, tanto da dedicare un intero ti-tolo del Codice ai prowedimenti di amnistia, ùDe indulgentiis uimi-num (tx 38), sviluppando con riferimento all,a rcaItà, cristiana le riccherisorse già messe a disposizio ne dalT'abolitio paganaos.

In questa direzione va sottolineata I'importanza diCTh rx 4, t.Da-ta da Teodosio t, Arcadio e Onorio il 9 agosto del3y a Costantinopo-ii, essa statuiva che dileggiare i nomi delle potestà imperiali improbo pe-tulantique maledicto in condízio ne di temulentia ("ubúachezia" , sipo-trebbe aggiungere "molesta"), non fosse ipso facto meritevole di re-ptessione, sia che provenisse da leuitas ("leggetezza", "superficialità"),che da insania ("foliia"), che da iniuria ("diliberato affronto").I dictaandavano soppesati in relazione a chi li pronunciava (ex personzs) edera rimessa all'imperatore la discrezionalità di impostare la causa se-condo i dovuti crismi (exequi rite), owero di lasciar correre (praeter-mitti)+t.Il prowedimenro, da un punto di vista squisitamente crono-logico, si colloca durante la prima fase dell'asrr.nriorre del cristianesi-mo a religione ufficiale dell'Impero e a mio awiso illusra bene i mec-canismí di formazione della nuova dimensione statale cristiana, ossiaii processo di fusione e complementarità che si va instaurando tra vec-chio e nuovo, marice paganae valori cristiani. La clementía, uirtus tta-dizionale dell'aristoc razía romanato, si presenta nella nuova veste cri-stiana di "remissione" (come attesta ú. remittendum neltesto della co-stituzione), di perdono del peccato. Nel cristíanesimo il perdono si con-figura come un dovere inderogabile, perché si fonda sull'esempio prí-mo dei perdono divino: e se all'interno di un ordinamento giuridico puòrisultare un elemento scardinatore, d'alra parte l'ecceziòne pondera-

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ta all,a norma che esso garantisce può rappresentare uno straordinariofattore di salute per la comunità itutul.. <in funzione di conservazio-ne della coesione sociale>>r'.

. U attenzione preminente riserva ta allareligione cristiana all'internodei meccanismi istituzionali e dello sresso d.i-tato legislativo imperialecomporta altre conseguenze, il cui esame poffebbe rivelarsi di una cer-ta utilità in vista del tentativo di rinvenire le ragioni di fondo di alcunescelte operate dai commissari teodosianit,. SolJper fate un esempio, lamenzionata costituzione IX 4, r precede immediatamente il titolo ri-guardante i cr i m e n m a i e s t a t i s, fattispecie criminosa t adizionaleche, se-condo una tendenza gtà pr".o..*ànte manifestatasi duranre il princi-pato, in epoca postclassica conosce una notevole estensione dei suoi con-finit'. Le costituzioni, infatti, tendono a estendere progressivamente latutela riservata alla {igwa del. princep.i anche a diversi altri aspetti del-l'apparato statale. rI codex Tùeodoilanus rcgisúain maniera capillareil processo di ampliamento dei termini dell'i*stituto: in particolaie, allafine del IV secolo, proprio durante il governo di reodoJo r, si ha lafre-quenza più semata dí testimonianze relative a7I'attrazione di nuove di-sposizioni particolari nell'orbita del crimen: seguendo un ordine stret-tamente cronologico, si va dal turbamento dell'ordíne pubblico dovu-to adispute teologiche (CTh x\T r, 4 del t86), all'uso di carceri prívate(CTh x rr, r del 388), al falsc nummario (CTh rx zr,9 del389), àil,.r.-cuzione di rituali e sacrifici paganicon fini augurali e divinatorr, senzanecessariamente investi garc'dlsalute principis"(CTh XW ro, n),fino aI-Ia cospkazione ai dannidegli alti ufficiali àeilo stato (crh rx 14, i pr"del397 essendo successiva à[a morte di Teodosio, occorsa

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sta costituzione fu emanata congiuntamente, sempre secondo 1o stessospirito delle precedenti, dai suciessori Arcadio e Ò)norio). NonostanteI'ampliamento dello spettro normativo de| crimen, è degno di nota,però, il fatto che il titolo Ad legem Iuliam maiestatis so-rprendente"mente ospiti una sola costituzione, e per di più risalente ali'epoca di Co-stantinor+' Questa legge, indirizzata al p r a efe c t u s ur b i Massi Ào rr, impo -neva delle severe condizioni per le aciusedi maiestas, come la torturasia per gli accusati, a prescindere dalla loro esrazione sociale, che pergli accusatori incapaci di sostenere le loro accuse, nonché la crocifissiàneper gli schiavi o i liberti che denunciassero senzagiusto motivo i loropadroni o patronit.. La questione, secondo me, elhe la graduale in-serzione del punto di vista cristiano ali'interno dell'organísmlo imperiale,ffa i suoi vari risvolti, va concomendo alla sostituzione (o forse sarebbepiù corretto postulare un rapporto osmotico?) tra il ttadizionale con-cetto pagano di maiesta.i e quello più elevato di sa*ilegium, il, che, fta-sponendo la potestà decisionale ì,.p..-" dell'impeàtore dal piano

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IHEODOSIAN US COME ROMANT IUR /J RET 'Us IO

umano a quello divino, le conferisce maggiore solennità. Riconosco, tut-tavia, che una simile proposta potrebbe suonare azzardatasz, se non ade.guatamente supportata da una valida documentazíone: l'equazione sa-crilegiuna-maiestas non può essere proposta tout court e meriterebbe unadeguato approfondimento, che tuttavia qui non mi è possibile, alme-no per ora, effettuare.

Il criterio guida sarebbe quello enunciato in CTh xvl 2, zj, emana-ta, non a caso, proprio nel38o: Qui diuinae legis sanctitatem aut nesciendoconfundunt aut neglegendo uiolant et offendunt, sauilegium cornmit-tunt.Dalmomento che gli ordini dell'imperarore, nella particolare tem-perie storico-religiosa ispiratrice del Codice Teodosiano, si configura-vano ormai come dettami divini, disobbedire a essi equivaleva a com-mettere sacrilegio, anche se per caso le fattíspecie avessero avuto pocoo nulla a che fare con la materia religiosars. In quest'ottica, per esem-pio,l'usurpazione,nella dignità sociale, di un rango non accordato dal-la potestà imperiale di per sé poteva comportare l'accusa di sacrilegio(Si quis igitur indebituru sibi locum usurpauerit, nulla se ignoratione de-fendat, sitque plane sacrilegii reus, qui diuina praecepta neglexerit)st; ov-vero I'erezione non autorizzata di edifici pubblici veniva a essere giu-dicatacome una sacrilega audaciae quindiassoggettata a una forte àm-menda pecuniaria, che fungesse da adeguato deterrente6"; incorreva, in-fine, nello stesso genere di accusa anche il mancato rispetto delle varieforme di esenzione tributaria previste da Valentiniano per í maestri didisegno (Quae omnia sic concessinaus, /,tt, si quìs circa eos statuta ne-glexerit, ea teneatur poena, qua sacrilegi cohercentur)6'. Considerato ciò,diventa comprensibile come ú cdmen maiestatis, tradizionaJmente im-piegato come straordinario stumento di conservazione e consolida-mento del potere6', apparisse ormai superato in questa sua originaria va-Ienza, a tutto vantaggio di una giustificazione della legittimità dell'au-torità imperiale di tipo trascendente e non più immanente, tale, in-somma, da accompagnaîe e consacrare anche sotto il profilo tecnico-giuridico e sacrale, oltre che istituzionale, il rapasso occorso nel w se-colo dal principato al dominato. Si osservi, tuttavira, come un simile pro-cesso non deve essere awenuto da un momento all'altro né in manieracategoríca, come attesta, ad esempio, CTh xVI r,4, una importante co-stituzione emanata da Valentiniano nel386, che significativamente, e invia palesemente programmatica, i commissari hanno posto al terminedel primo breve titolo (De fide catholica) del sedicesimo libro: in parti-colare colpisce l'affermazione che i seditionis auctores pacisque turbataeecclesiae, rei di aver ordito turbulentunry quíppiam ai danni della tran-quillitas teodosiana, maiestatis capite ac sanguìne sint supplicia luituri,ossía vengano assoggettati alla poena cdpitìs prevista da| crimen rnaie-

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stdtis. La ridondanza dell'espressione e la stessa endiadi con cui vieneprospettato il supplizio capitale per i sediziosi sobillatori, se da un latoaccomunano nella medesima prèvisione di reato i turbatori della pacedella ecclesia,e gli autori di unà generica seditio,d"[t;;;;;rìuro

" ,o-

spettare quale sia staro l'inrendimento di fondo perseguià dai compi-latori teodosiani, ossia il mantenimento di

""^ r*riiili", i't.rrr, .h"

andava tutelata a tutti i costi e sfruttando tutte t"iirorr. rresse a di-sposizione dall'ordinamento giuridico, non uldma latradizionale e sem-pre efficacissima incriminazióne per rnaies tas6i.

Note

r' così A. Schiavone, Linee dí storia der pensiero giuridico rotnalto,Torino 1994,p . 2 r 9 .

-,^^ t:A::sto prop-osito si segnalano arcuni studí molro inreressanti: in ambito ispa-

ît:o' î.o esempro, un renrativo di messa a punro del rapporto di discendenza diretraìrau Loorce reodosrano e rr diritto iberico è stato operato da A. correa, Il codice Teodo_siano, fonte del diritto iberico, in AARC, 4, r98r, pp. 379_V.

,.3' Le ragioni politico-giuridiche sottese ̂l'i.ódósi"no sono state efficacementeanalizzate da D. Nórr, z:!r: geistígen uoa tor:totri criiiiigtr-irirpaiàtie* Kr;;Ì;-catíons.bewegung, in "ZRG", ao, ,9à3, pp. ro9 ss. (rnax ,r9 ,i.). Sullu ,t.rru linea inter-î:jT]:l :iÌ

-osso J. Gaude ^rt, A,peits póhtiqu* a, U ,ri;firnii-tieodos;ennr, n^ttl ax ufl tncontro tra rtorici e giuristi sul tema: istituzíoni giuridiche e realtà politiche'neltardo irapero (nt'v sec. d.c.),Mtlano rgre ,p.ret=9*611 7, droit romaia,r, Napori 1979,!,:::,Y,itit:

di questi studiosi a efÍettuàre un,indagine unatitl.a r,ri. rlrgot. cosriru-zlonl del uodtce alla ricerca di una chiave di lettura unitaria è stato raccolto-, per il libroxvt, da L. De Gidvanni, chiesa e stato ner ciai* rroaorioni. Àlù oriliù arao ,oar?,-::i::,rr,i: :::a

dl,rapporti Chiesa-Stato,Napoli.ieeT+. L.,f;.;";;;;.ii;'" pi,t massiccio;-t:9.1t:t:9.ljy"

s.ull'opera nel suo qomplesso si deve, invece, a G. G. Archi , Teodosio u eta su1 c1a',zllcazione,Napoli 1976. Nel presente intervenro, infine, mi dichiaro massima-menre cleDrtore deila lerrura fornira dalla De Marini Avonzo in quello che, concepito co_me semplice sussidio di lavoro per i suoi allievi di G.rrouu, h, n ito poli-,iiùrri *o r.o._revole e brioso esame complessivo de[a q,r.rtion..r.i ruoi vari comparti disciplinari (cfr.F' De Marini Avonzo,I'a politica l"gltktiua diiitentiníano ur eTeod.osío u,Todno 1975,).

4' ll termine, di origine posiclassica e ígnorato, per esempio, darlrovyst6 Lar;,Dictionary, viene arrestaro dai lessico del Foiceilini.ór. i" JrJ.*l iioìi-o in Ma-crobio, nel suo senso originario di ,,strarip;;;ì;, {lve;;;;;; éo"r. ,,

"r), tt ,._condo propri o nel codex Theodosíanas txr ,, ,si,

""r'.orrirurion. .- uiii^ n l arg pro-prio da Teodosio rr, congiunramenre con o".íi.1, ;h;;ì;iri J..*"i imposto ilsenso tecnico e traslaro di"solatío tríbutorum", chi"r"menteiro" i" i."r, con la pre_sente indagine.

5' sui quali cfr. N' Kreuter,Ròmisches priuatrecht iy s. lh n. chr. Die rnterpretatiozum westgotiscben Greporianus und Hermogenianus,Berrin'r;;t ò;;;rr^;ià., ogni p.o-babilità in età diocleziànea (anche r" l'Eiil;;;n;"no accoglie costituzioni crate da Va-lentiniano t, che dovettero essere aggiunte sucàssivam.rrr. i.r,r.i"o oi[irr.r" costituitodai res*itti di Diocleziano), qu..iid,r" ;;di.i ;r."tivano di presenrare al giudice inmodo snello ed efficace statuizioni p....a.nl . l,.to.i,rti* ,,rià-f,;;lijn" dibattuta.rlcodex Gregorianus,così chiamato à"tn.À" a.t r"o redattore, ;;;;;;; p revarenzarescritti, probabilmente a,partire da Adriano, ed era composto da almeno quattordicilibri. Non ci è pervenuto direttamente ma ne conservano numerosi frammenti sia le leg-

r ) u

f L C O D E X T H E O D O S I A N U . ' C O M E R O M 4 N 1 l U R l S R E F U . , I O

gi romano-barbariche (soprattutto la Lex RomanaVisigothorurn, che, promulgata nel 5o6dal re Alarico II, ne conserva un'epitome, ma anche la Lex Romana Burgundiorum),'síaIe raccolte miste di íura e leges (come i Fragmenta Vaticana,la Collatio legum Mosaîca-runrz et Romanarurn e Ia Consultatio ueterìs cuiusdam iurisconsulti), sia il, Codex lustinia-azs. Neppure il. Codex Herrnogenianus ci è pervenuto, se non attraverso le medesime fon-ti di cognizione. Costituito di un unico libro, probabilmente fu composto in seguito al-la fortuna e allalarya diffusione del Gregoriano, quasi come suo naturale complemen-to (cft A. Cenderelli, Ricerche sul "Codex Hermogenianus" , Mlano ry65).

6. La sua composizione sarebbe awenuta ad sinqilitudínem Gregotîani atque Her-mogenîanis codicis (CTh r r, 5). Com'è noro, si tratta dell,a cosriruzione del 429, che an-nuncia per la prima volta il proposíto di Teodosio di dare l'awio alla compilazione e che,con CTh I r, 6 e Nov. Theod. I, rappresenra una delle tre t4ppe fondamentali per riper-correre la faticosa gestazione del Codice e i mutamenti direzionalí che il progeno di par-tenza seguì tta il,429 e il 438. In questa comunicazione, per la verità, pur essendo con-scio della scarsa scientificità di una simile scelta, ho deliberatamente attinto alle suddettecostituzioni sen za peritarmi di operare di volta in volta le necessarie pttntuohzzazioni cori-testuali, quasi rappresentassero un continuurn organico. Questo "schiacciamento" pro-spettico in realtà è funzionale al discorso di fondo, che considera l'iniziativa collettoriateodosiana come frutto consapevole di un lavoro costante e omogeneo, che forse avràanche prodotto esiti parzialmente díversi rispetto agli obiettiviiniziali, ma pur sempretali da poter essere ricondotd sotto un'unica egida dal punto di vista logico e concettuàle.

7. Nov. Theod. t r.8. Teodosio II dovette ar,valersi dell'ausilio di consiglieri ed esperti di diritto anche

nel corso della sua stessa attività legislativa. Riconosce per esempió la necessità di indi-viduare I'apporto specifico dell'entourage imperiale nella produzione delle leggi,tra glíalffi, TonyHonoré, che ha condotto un interessante approfondimento sui questori d'etàteodosiana, nella convinzione che <<it is not true that emperors did everything themsel-ves. They did not notmally decíde questions of law; ene.t if th" decision was technical-ly theirs, they deferred to the opinion of competent lawyers>>: cfr. T. Honoré, SonaeQuaestors of tbe Reign of Theodosius n, inJ. Hamies, L \food (eds.), Tbe Theodosian Co-de. Studíes in the Inzperial Law of Late Antiquity, London ry9J, p. 69.

9. La continuità tra il progetto codificatorio di Teodosio e quello di Giustiniano èstata posta in risalto, ad esempio, da G. L. Falchi, Sulla codificazione del diritto rorftaft.onel v e w secolo, Roma 1989, passirn, nonché, più recentemente, da M. Lópèz-Amor yGarcía, Sobre la posible relación entre el proyecto del "Codex" Justiníaneo y Ia codif'íca-ción de Teodosio tt, n Estudios Herntíndez-Tejero, z,Madúd 1994, pp. 36r si.

ro. Ne è prova la relativa discezionalità con cui codesti contextorcs (cfr. CTh t r, e,z) hanno potuto rcalizzarc e maneggiare gh excerpta delle costituzioni imperiali, dispo-nendoli secondo uno studiato ordine classificatorio: Et prinuurn títuli, quae negotiorumsunt certt uocabula, separandi ita sunt, ut, ti capitillis díaersis expressis ad plures titulosconstítutio una pertineat, quod ubique apturft est, collocetur; dein, quod in utrarnque dicipartem faciet uarietas, lectionum probetur ordine non solum reputatis consulibus'et tem-pore quaesito imperii, sed ípsius etiafie compositione operis ualidiora esse, quae runt po-sterioru, noftstrante; post ltaec, ut constîtutionuna ipsa etiam uerba, quae ad rcm peitinent,resen)entur (CTh r r, l).- rr. Così già Seeck, che, com'è noto, all'inizio del ventesimo secolo giungeva a de-finirlo non più che un "pieroso ratroppo" (<<erbàrmliches Flickwerb). tfr.

-O. Seeck,

Geschichte des Untergangs der antiken Welt, 6, Stuttgart rgzo (rist. 1966), p.176.Im-pietosi anche i giudizi espressi da E. volterra, Sul contenuto del Codice Teodosiano,in"BIDR", 84, r98r, p. rz1,, e M. Sargenti, Il Codice Teodosiano tla míto e realtà,in"SDHI", 6r, t995, pp. j73 ss.

rz. F; utile in proposito rícordare Ie parole di Archi, il quale, discutendo della teo,ria delle fonti di produzione del diritto per come appare delineata all'inizio del Codice

I'T

A R D U I N O M A

Teodosíano, afferma che r<tl. Codex presenta una v€ra e propria gerarchia di queste fon-ti, che non solo tiene conto delle condizioni politico-costituzionali mutate rispetto a quel-le che affíorano (ad esempio) negli elenchi dovuti alla giurisprudenza dell'epoca del Se-veri, ma fa questo nello spirito polemico presente in Cóstaniino e adeguandosi alla pre-sa di posizione ravennate del426. A fondàmento della creazione del diiitto stu or*oip*tcerto I'attività normativa imperiale, comunque promossa; questa è una visione realiiti-ca delle circostanze>> (Archi, Teodosio a e la sua cod.ificazione, cit., pp. zo-r).

r1. Come attesta l'espressione coltaerentibus prudentium tractatibus et respotts;s.r4. E stato da tempo rilevato, per esempio dal Massei, come nel Codice Teodosia-

no manchino quasi del tutto citazioni di responsi giurisprudenzialí,fattaeccezione perdue sole costituzionj. (CTh rv 4, j etxat, r), in .rriu*gono richiamati dei pareri ;iuìo-revoli di Papiniano e Scevola. Lo studioso imputava il fàtto a un inasprimenio della ren-denza accentratrice e assolutistica degli impeìatori in campo legislativo (cfr. M. Masseí,I-e citazioni della giurisprudenza classica nella legislazione iruperiale,rn S*itti Ferrini,lvlí-lano ry46, pp. 4zr ss.). A mio awiso, invece, I fenomeno può ascriversi a una precisa di."r_ettiva mgtodologica seguita dai compilatori, perché rappresenta un tratto peculiare delCodex Theodosianus, mentre la citazione di íura torna con una cerra intensità sia nel.lecostituzioni successive a Teodosio che nella codificazione giustinianea. Tale'considera-zione-depone ulteriormente in favore dell'originalilà del Èodosiano risperto alle altreraccolte consimili, sia precedenti che successive, benché simili dati debbano comungueessere assunti cum grano salis, daJ, momento che i libri sul dirítto privato ci sono giuntigravemente mutili. Sulla trasmissione del testo cfr. J. Gaudemet, Théod.osien (cocle), trtDictionnaìre de droit canonique, T,Paris ry6j, pp.rzzl ss.; M. A. De Domrnicis, Saturacritica sulle fonti postclassiche, n Studi Volterri, r, Milano ry7t, pp. 5o7-g._ 15. Concessa da Costantino, conferiva ai vescovi speciali poteri giurisdizionali, an-

che se le due costituzíoni che la intoducono (CTh r z), t deljrt e Siim. r del 333) solle-vano numerosi problemi, sia in relazione all'attendibilità che alla portata di tale prov-vedimento. Il suo campo di applicazione fu in seguito precisato . ristr"tto da due prov-vedimenti di Arcadio (CI r 4, 7 del 398) e Onorio (CTh r 4, z de14o8). La leneraturasull.'istituto delT'episcopalis audíentía è molto vasta: basterà citare qui alcuni testi classi-cí di riferimento, come ad esempio, per il primo periodo, \r. Selb, Episcopalis Audien-tía oon der Zeit Costantins bîs zur Noa. xXXVValentiníans rrI,ix "ZRG", g+, tg6Z, pp. t6z-zr7; perl'età giustinianea, H.Jaeget,Jusiinien et l'episcopalís audientia,in ì'nb;,:t, tqOo,p!.2!4-92. Gli aspeui più strettamente procedurali sono stati affrontati da W. ]ù/atdstein,Zur Stellung der Episcopalis Audíentîa im Spritrómíschen Prozess, rn Festchríft M. Kaser,Miinche,n r976,pp.5,31-56.Tra le più recentimonggrafie sull'istiruto si segnalano F.J. Cue-lu.B9y: La episcopalis audientia. La justicia episcopal en las causas ciuiles entre laiios,YaI-ladolid 1985; M. R. cimma, ,Lepiscopalis ̂ndl"ttti" n:elle costituzíoni imperialí da coslantino a Giustiniano, Torino 1989; G. crifò, .4 proposito di "epíscopalís audientia", inInstitutions, société et uie politique dans l'Ernpire rornain au tt9 siècle dp.] C.,Roma 1992,pp.)97 ss.; G. Vismata, La giurisdizione cìaile dei uescoui (secoli rtx), Milano 1995. Sul-I'orientamento assunto dal Codex Theodosianus in tema dt episcopalìs audientia,oiiiu ..d",terminare, enffo la generica attività del vescovo a compoffe ogni dissenso possibile tracristiani, una giu_risdizione non lesiva delle essenziali esigenze e dei prívatí e dello Sta-îo, e che a sua volta non diventasse, anzíchémotivo di pac-e social., .",,ru di ulteriori dis-sidil>, cfr. Archí, Teodosio a e la sua codif.icazione, cit.l pp. r74 ss. (rnax. ry9).

16. Cfr. E. Dovere, Ius principale e Catholicalex,Napoli 1999", p.69. Lo studioso,autore. di una monografia vivace e ricca di spunti personali e originali, peraltro ben sup-portati da un opportuno ricorso alle fonti antiquàrie, è convinto che .ril Teodosiano aL-bia rappresentato un cosciente e moderno tentativo di compilazione sistemarica, indi-rizzato adaffrontare le necessità quotidiane della coeva realrà eiurídica. Si sarebbe trat-tato di una codificazione volta a risolvere le esigenze poste al éntro del porere, cosrrntinopolitano e poi ravennate, dalla variegata e multifoime società dell'epoca. t.,.1 È fuor

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I L C O D E X T H E O D O S I A N U . ' C O M E R O M , A N I I U R I . ' R È T ' U S I O

di dubbio che da allora in poi la compilazione di Teodosio avrebbe contibuíto a indi-rizzare concretamente la politica del diritto ín forme nuove, non solo, come spesso si èprospettato, negli aspetti merarrìente tecnici, bensì anche nel profondo, per quel che con-cerneva i principi medesimi degli indirizzi legislativb>.

r7. Il nesso si trova ancora nella più volte citata CTh t r, 5, la quale sembra distin-guere un primo codice da un secondo, successivo, tale da ergersi al livello, appunto, dimagisterium uitae.Un'ampia discussione sulla valenza di questa espressione all'internodel progetto codifícatorio teodosiano è effettuata, ad esenipio, da A. D. Manfredini, I/"Codex Theodosianus" e il "Codex rnagisteríum uitae",'rn AARC, t, rg8l, pp. t77-zoi.lnquesta sede non è possibile affronrare, neppure di scorcio, il grosso problema della pre-sunta duplicità del disegno teodosiano: mi sembra, tuttavia, degna di nota la circostan-za che ú Tbesaurus registri I'occorrenza congiunta dei termini nzagisterium e aíta, oltreche nel passo in questione, soltanto nella letteratura cristiana, circostanza che finora nonmi sembra sia stata adeguatamente posta in risalto. La iunctura,pertanto, nel suo impiantolessicale si può giudicare allo stesso tempo oríginale ma ben'definita nella sua dèstina-zione, ammantandosi di un importante valore coflcettuale: il Codice vuole essere un pun-to fermo nell'esistenza dei sudditi, proponendosi come archetipo e paradigma non giàdella semplice liceità, bensì della stessa convenienza e opportunità del cohrportamentodei ciues dal punto di vista etico e morale (sulla volontà di Teodosio di dare spazio aiva-lori cristianí all'interno della ttadizione giuridica romana cfr. più diÍfusamente ínfral.

18. Discussis tenebris. . . breuitatis lurnen legibus dedimus (Nov. Theod. t r), :

r9. Nel medesimo passo cítato nella nota precedente I'estensore del testo affer-ma che ormai la scienza giuridica è diventata inesistente, che leleggi costituiscono unfardello ingombrante, insopportabile, persíno scarsamente attendibíle, e che i'liuristiconsultati dai privati sempre più spesso mascherano la laro ignorantia íurís dietro ar-gomentazioni oscure e arcàne. Anche dopo ltentrata in vigofe

'del Codex la situazione

non era destinata a cambiare, come dimoitra Nov. Valent.-xxxl 6 (del +Sù: Noturu estpost fatalem hostíum ruinarz, qua ltalia laboruait, in quíbusilam tegionibus et causidi-cos,et iudices defuisse hodieque gnaros iurís et legurn dut raro aut nainime repperiri. Ta-le denuncia, come del resto è già stato spesso rilevato, si trova espressa con dovizia diimmagini nel bel capitolo delle Storíe di Ammiano Marcellíno De causidicina er iuri-sconsultis (ro, +). In questa vibrante requisítoria, lo storico lamenta che gli awocati coni loro discorsi non intendono esaminare diligentemente il dirittò viggnte, ma miranoa ingannare i giudici con una congerie di argimefta zioni capziose,iliicorso artificibsoa le,ges 9. iura vetusti e non più verificdbili e la ficerca di ihterminabili dilazioni pro-cedurali attraverso I'inutile lettura di regole giuridiche univérsalmente note. Del re-sto anche nel trattato anonimo del rv secolo De rebus bellicis (la cui edizione, prece-duta da uha preziosa iritroduzíone all'opera,'è sfate égrégiamènte crirata'da AndreaGiardina per la Fondazione Lorenzo valla, Milano 1989) è dato trovare un'inteio pa-ngraÎo De legurn ael iuris confusione purganda, quasi a rivolgere un accorato appélloai detentori del potere affinché ponessero fine aquesto imbatazzantestato di cosè (Dereb. bell. zr, r). Qui vorrei più che altro far notarè come le lamentele sulla vacuaiigno-tanza dei causidíci e sul caos legjglagivo, cui inscindibilmente si accompagnava'laior-ruzione deinaores,fossetomoltofrequentifindallatradizioneletteranaclassica,tan-to da guadagnarsi quasi il fregio di topos satirico. Una nota e divertenre paiodia degliawocati si rinviene, ad esempio, nelLadus de nzórte Ckudií. Menre lV[ercurio trasói-na Claudio dal cielo agli inferi e i due si trovano a passare per la Terra, appaiono da-vanti ai loro occhi proprio le esequie del princeps: rurri sono felici, il popolo romanosembra finalmente tornato alla libertà, tornano alla luce i giureconsulti, rimasti in om-bra sotto il principato di claudio e pertanto rappresenrati come pallidi e diafani,mentre gli unici a piangere sono i vacui causidici, uòx deterior rispeftó aí sinonimi edi-ficanti patronus causarum (termine tecnico in voga durante la reòubblica) e aduocatus(diffusosi in età imperiale e conservato dall'esiù romanzo). La medesima accezione

rr3

A R D U I N O M A I U R I

dispregiativa, oltre che in Seneca, che bolla l'intera categoria con la feroce iunctura " ue-nale genus", è rinvenibile all'inizio delDìalogus de oratoríbus, ove il termine viene ap-plicato agli esponenti della vacua oratoria contemporanea, ín contrapposizione al nà-bíle orutor. Per quanto attiene, invece, al disordine legislatívo, sempie in Tacito, mastavolta negli Annales (7, z5-28) , compare una notevole parentesi sulla uarietas leguna,suggellata dall'icastica espressione coî"ruptissîn4a rc publica plurirnae leges.Il messag-gio inviato dallo storico si può sintetizzate come segue: se da un lato il degrado deicostumi fa proliferare le disposizioni legislative, ciò d'altro canto comporta l'attivazionedi un circolo vizioso, con I'aumento parallelo dei crimini, la conseguente necessità diulteriori strumenti coercitivi, e così via, in un processo infinito.

zo. <<Teodosio crede veramente di aver posto fine alla crisí della siustizia e del dirit-to che ormai da secoli si trascinava: con la pubblicazionedel codice"si Dotrà conoscerefinalmente il diritto vigente, anche il diritto privato; e come i privati potianno fare a me-no dei responsi dei giuristi, così i giudici, sembra dire l'imperatore, nòn dovranno più af-fidarsi, per conoscere il diritto da applicare nelle controversie, alle recitationes,.on i b.nnoîi pericoli di falsíficazioni, diincefiezzee lungaggini giudiziali che comportava tale uso>>(Manfredini, Il'Codex Theodosíanus" e il "Codex rnagjsteriurn uitae", cit.,p. r9o).

zt. Cfr, per tutti De Giovanni, Cbiesa e Stato nel Codíce Teodosiano, cir., pp, 9 ss.zz. La Storia ecclesiastíca di Socrate, come del resto la produzione parallela di Teo-

doreto, Sozomeno ed Evagrio Scolastico, rappresenra una miniera di informazioni perI'indagine giuspubblicistica, qualora si riescàno a isolare e scindere i ríferimenti ogger-tivi dai comprensibili momenti di faziosità e dalle discrepanze metodologiche dovuté al-I'afflato religioso che anima gli autorí. Recenremente uÀ'ottima edizionè della Storia diSocrate è stata curata da G. C. Hansen, Sokrates Kirchengeschicltte,Berlin 1995. un con-tributo generale sull'ispirazione e í temi dell'opera si tròva in I. V. Krirushin, SouatesScbolasticus' "Churcb Hístory": Tbemes, Ideas, Heroes, trt "fiyzE' ,21, t996, pp. 9t ss. Haindag_ato, invece, più da vicino i rapporti con il Teodosiano E. Dovere, Subilízzazionegturidica e acquisizione culturale del Teodosiano: spu?tti in Soqrate "scholastichós", in44RC, r, 1996, pp. t93 ss. (= in "Koinonia", tB, 1994, pp. 79 ss.): secondo quesro stu-dioso, in particolare, la coincidenz a úa ú, terrninus post quem (l'tnizío del regno di co-stantino) e ante quem (il +lg) fissati dallo storico .on ili-iii cronologici pr.r."iti dai com-pilatori teodosiani, sarebbe uno degli indizi di una reale coincideriza ira i propositi po-Iitico culturalí p_erseguiti dal primò e la volontà di srablnzazione giurídìcaìoluta ínOriente da Teodosio II e accolta in Occidente da Valentiniano Irr.

23. Fondazione voluta e parocinata, del resto, anche dall'imperatríce Eudossia, mol-to sensibile alle istanze culturali e cap".s di infl,ltenzare notevolmerite le decisioni di Teo-dosio: cfr. crh xv 9,3.{27 febbraio 425). I-influsso specifico sulle 9u9!9ion! governati;ve esercitato durante I'età dei tepdosidi da parte delle figure femminfi della casa regnanreè stato analízzato in dettaglio da K, G. Hàlum, Theolosian Empresses. women oia i*-perial domination in Late Antiqaity,Berkeley 1982.

24. CTh I'l zr, r (r5 mano 425).25. Nov. Theod. | 4 7, Lalista del resto si rovava già in CTh I r, t e I r, 6, anche se

úa i' 429 e l' 45 i commissari avevano subito più di qualihe ar"vicendamenro. II vero pro-!1soni1ta della compilazione fu Antioco, quaistor sicri palatií nel429, mono nel +++Ìcfr.Nov. Theod. >oru). Sui commíssari teodosiani e in particolare sulla fígura di Antioco sisoffermano in dettaglio R. Martiní, Anúochus alter: una uicenda persoiale nella storia delTheodosianus?,nAARC, t, r98j, pp. rz3-lj,esoprarrurro F. Di Marini Avonzo, CodiceTeodosíano e Concilío di Efeso, n AARC, g, r99o, pp. rrr-g.

26. Socr. h. e. 7, zz.27. Niceph. CalI. b. e. xr,r 47;Zonat. Epit. 13,21.28. Suid. I-exícon, s. u-,. @eoòó6rog (Adler 2,6g+).29. Si è spesso e opportunamente ricordata a questo proposito la colorita metafo-

ra contenuta n elDe rebus bellicis (6, fl: In primis scie;ndum est quod imperiurn Romanurn

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T L C O D E X T H E O D O S T A N U J C O M E À O M , 4 N I I U R I . ' R E F U S I O

circumlatrantiurn ubique nationum perstringat insania et ornne latus limitun tecta rlatu-ralíbus locís appetat d.olosa barbaries.

3o. <<I compilatori di Teodosio II, pur prendendo piena consapevolezza della gran-de importanza dell'awento del cristianesimo e della comparsa sul piano della storia diuna istituzione quale la Chiesa, hanno inquadrato queste novità in uno schema, che daun lato supera ciò che era morto dell'antica tradizione classica, ma che dall'altro ínten-de tenere ferme le esigenze della struttura costituzionale dello Stato. E tra queste esigenzevi è certamente anche quella di riconoscere la fede cattolica e di prendere atto dell'isti-tuzione Chiesa, ma il tutto in uno spirito di collaborazione>> (Archi, Teodosio n e la suacodif'ícazione, cit., pp. 185-6).

3r. A sostegno cfr. S. Pietrini, Suí rapporti legislatiui fra Orîente e Occidente,'rn"SDHI", 64, 1988, pp. tr9 ss., nonché le belle pagine di G. Nocera, Arte di gouerno e co-dificazione,in AARC, t, 1981, pp. r..17 (nax. ry ss.).

32. Né si dimentichino le altre costituzioni sul cristianesimo disseminate nel testodel Codice: cfr. ad esempio i titoli r 27;rr8;Iv 7;v t;rxz4-t; IX 38; Ix 45.

ll. Sulla cui crescente importanza si sofferma, ad esempio, R. B. Eno, The Rise ofthe Papacy, \(ilmington ry9o (max. cap.6).

*.Cft. Gian Luigi Falchi, inJ. Gaudemet, P. Siniscalco, G. L. Falchi, Legislazioneímperiale e religione nel w secolo, Roma zooo, p. r7z. Vorrei comunque precisare che icompilatori teodosiani, nonostante, come detto, abbiano conferito un particolare risal-to alla materia religiosa, tuttavia non hanno voluto affatto orientafe in senso cristiano lastruttura e il tenore complessivo della raccolta: sarà píù corretto, invece, concordare conI'opinione di chi, come Giuliano Crifò, ha preferito paúarc di una forte " cantterizza-zione cultutale", risultante dal marcato condizionamento esercitato dai tempi sull'ordi-to e I'architettura complessíva della compilazione teodosiana: G. Crifò, Rorzanizzazio-ne e cristíanizzazione, certezze e dubbi ín terzza di rapporto tru cristiani e istituzioni,inArti del conuegno su "I Cistíani e I'Inupero nel rv secolo. Colloquio sul Cristianesimo nel mon-do antico" (Macerata ry87),Macerata 1988, pp. Zt ss.

i5. Una simile evenienza non poteva darsi invece, non solo, e comprensibilmente,nel periodo repubblicano, ma anche in epoca imperiale, almeno fino a Costantino, da-ta l'irriducibilità della mentalità pagana a obbedire supinamente e pacificamente a unsistema precostituito fondato sulla scrittura: l'unico corpus di leggi scritte dalla vùenzaipso facto presoittiva risaliva alla legislazione decemvirale, merìtre i successivi tentatividi raccolta del materiale legislativo, inclusa la redazione definitiva dell'editto perpetuoda parte di Salvio Giuliano in età adrianea, obbedivano a intenti di ordine classificato-rio e non imperativo. Già moltí studiosi hanno giustamente sottolineato a questo pro-posito l'importg4za dglTa sostituzione del uolumen papiraceo con ú. Codex di pergame-na, che consentiva un maggior riparo contro il rischio di altenzioni testuali, inammissi-bile per una religione come quella cristiana, totalmente imperniata sull'autorità della scrit-tura, intesa quale gùardiana della rivelazione. La nuova tecnica editoriale, sorta in etàellenistica, rivela parallelamente l'aflermazione di una nuova mentalità, che si potrebbedefinire propria di una civiltà in cui la scrittura ha guadagnato terreno rispetto all'ota-lità: ne consegue che, come la religione ufficiale dell'Impero si fonda su una rivelazionedivina incorporata nella soittura, allo stesso modo il princeps, rimanendo durante il Bas-so Impero l'unica fonte di 2s terreno, dà impulso al testo scritto, che soddisfa al megliol'esígenza di conservare e quindi far osseryare i contenuti prescrittivi.

36.Tale funzione è isttuttivamente illustrata dallo stesso Teodosio II nella lettera diconvocazione del concilio di Efeso del 43r, tanto più significativa in quanto praticamentecontèmporanea all'attività colletrice dei compilatori. In questa lettera, che ora si trovaeJl'nizio della monumentale raccolta degL,Acta Concíliorurn Oecumenicorun diSchsranz(r, r, r, rr4 ss.), Teodosío affermache gliimperatori cristiani esercitano la funzione di in-termediari tra Dio e gli uomini, avendo il compito di regnare per mantenere l'armoniatra ordine religioso e benessere temporale: proprio i due piani cui si indirizzò la politi-

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A R D U I N O M A I U R I

ca pacificatrice di Teodosio, che li riteneva non solo complanari, ma affatto interdipen-denti' In questa ottica I'imperatore, r.*.nao tà pietà cristiana, non fa che vígilare sugliinteressi del suo Stato. Nel concilio di Efeso Teódosio s.eh. úi non .n,."r. nel meritodelle dispute teologiche-, limitandosi;;;ifi;";; le decisioni prese a maggioranza, in vi-sta del mantenimenro della.pax rcri.gioru. Lu ,uu-.;;il ;;;'il;lrr'..? giuai. ata ú^_scurabile, s-oprattutto se la si confron"ta con il diverso contegno tenuto da Costantino nelconcilio di Nicea. In sostanza; come in ambito laico Teodosio prefe.f.tt"n".ri u una con-dotta. arrendisdca, ma destinata ̂.gurunti,rglriirJi"ri....i.ii;i"*p;;.sì anche nel-la politíca religiosa e nei rapporti óon il cllro sembra .g".ri ."ip"iilr" "u"

sresso mo-do, ricevendo lodi e assicuiando ai suoí r"dàitl q*lh p".à, aliiii""rialltre che politi-ca, destinata a consolidare le basi del suo po,.r. i*p..iur.. Egli iniimamJnt. ."p"uu .h.I'unità politica e religiosa sono srrerramente correlàte, . di il;;; il;rp"r..rtu., t.olo-qT-'_:lt p?"va prod'rsi tra la scuola anriochena, che faceva capo a Nesrorio, e |orto-oossa scuora alessandrùa, capeggiata dar vescovo,cirillo, preferfsospendere il giudizio,limitandosi a esorrare i vescovi a-prender. purt.

"i ru*ri di .;;;ili;ií Àùo b"l. . ,prr-sionato. L'imperatore insisteva suil'opporiunita .h. r" p".. . t;;;;;;dt; .ai!r"r* lo*venissero incrinate dalledisput. doniùdi, circostanza crr. poi.*.r**à ir a*rr". p."Iitico dell'Impero: di qui ra necessità ai jir*.* r. .ontro,i..ri.;.;I";j;i. in un clirnadi reciproca carità. Com'è noto, rurravia, il conci_lio non ;;Jb;,ii;ffii;',of,#il:

sa che sarebbe awenuta solo due r""i àtp", ..Le testimonia crh xvr y, 66, che sanci-sce Ia definitiva condanna del nestorianesímo: Teodosio, pur non avendo una partico-lare simpatia per cirillo- anzi avendo u ,uoì.*po uddiúilr;;;;;;;;ìà l'erezione diNestorio a vescovo di Costantinopoli, .o"..rì-àente con la sua visione unitaria dellaFli:Ìr :

dru'Impero decise comunq". Ji "ui".rrsi

con rt ,"pp."r.riun* del credo uf-rlclare' Her maggtori ragguagli sulla qu.,srione dr. il già citatà^contributo della De Ma-rini Avonzo, Codice Teodosiano e Coicilio d.i Efeso.

, ^-,^17 !:isenza di g.annúre,na maggio rc cértezzarnambito giuridico in quel periodocloveva èssere sentita in maniera pressante, se anche nel)aparsbccidentisialentniano

rrr nel 4zG giudicava necessario- procedere a ,rrrìio.dirro g:**À;d;i;#;;i;ffilsprudenziali, emanandola celebìe .l.gg" d.il. citazloni"iCTh t +, lf.

--

-,^ J,8 Proprio per quesro motivo, .oÀLq'e, T"odosio .rr pio"éí ticonoscere il me-rrto crr crascuno specttÌcoapporto normativo offerto daiprincipes conditores ruoi fre-decessori (cfr. Nov. Theod.ìl' Nllt;attu;;"lipu* aet"rnrtos sua detructa est).

^ .3e. Significative sull'anività legirtrii* ai óí..i;ffirr*,;.r.ói",i. prr.r. ais A' Fus.co, Frequenza to*porotí dril'ottriita'nor*atiua imperiare in occidente e inOriente alla uigilia detta ydif(yiole.te.oioriono,naAló,;,'{rr:r",-;;."r7i_t, nsrnpur-ticolate sivuole ritenerelapolitica d.l diritio Jii*dorio nffilliÀ"ffie díuno sfor-zo consapevole verso la codificazion., l'.,.iuiaiormariva.*"ppirrri J"iante il rungoregno di on.orio non può non upprrí.. n.no ,t.rro rorno dr tempo come |artra arter-nativa,la politica del caso p...r*, la risposta q""iiaì"r" "n;;;*;ecessità

delgoverno, il tentativo di eliminare I,nrrrtèrradi'volta ,,, uoto t. ,ofi;;;;;rtJ;;i;:mento lo richiedono. II diritto nasce così r.llu iorgru d;ll.;rig*;;;ilh. manifesra_tesí sotto l''tncalzare deeli eventi; e ir suo b*.o di-prou" a h risponà;;;"il. difficoltàdel presente, alla accelàrata iil;;i".iilno.it deila reartà più che ai criteri der ri-gore dogmatico>. H^u L'v 4r \

4o. E noto, oer esempio, che già nella seconda metà del rv secolo Gmzrano, hghodi valentiniano r é suo ,u.ì.sror. írui p"it-cirìiirntis, ifiutòclamogosamente di svor-gereìe funzioni di ponttfex ruaximus,rinunciando ai f"tt" "

ii."priii-riu .".i.u ,"..r-domle tra le più antíchedi tutta I..i;ii;;;;;].o-. cíè arresrato d,ala Historia no_ua dtzoskno (+, rd). Richiap-d9 i" "rtr.rnu ri'i.ri r t..-ini d.i 6n*; instaurafosinella prima metà del v secolo *u st"to . óti"rr,-i.p..o._.ristianesìÀo, quali emergo-no, d'altronde, anche dalla leftura d.l,"di..rìio-rif r" a.iò.ai;;"T;;;;""", inrera-mente dedicato a questioni di ordine r.ligioso .d eccresiastíco, si;;;;ú la Lnea se-

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I L C O D E X T H E O D O S I A N U S C O M E R O M , 4 N I I U R / S R E F U . ' I O

guita da tutti gli imperatori cristiani neí confronti delle decisioni inerenti la vita internadella Chiesa sia stata improntata a un criterio di fondamentale rispetto. Sulla questione,peralro ben racciata negli studi storiografici, non intendo qui soffermarmi olte, limi-tandomi a rinviare, ad esempio, alla classica opera diJ. Gaudemet, IlEglise dans I'En-pire Rornain, Paris 1958, owero alla successiva e parimenti utile monografía di E. Hem-mann, Ecclesia in re publica: die Entwicklung der Kirche uon pseudostaatlicher zu staatli-ch inkorporierter Existent,, Frankfurt a. M. r98o. Più di recente si segnala anche E. Sli-pszycka, Gli irrzperatori e la Chiesa,in Soria della Chiesa nella tarda anticbità, trad. it. acura di V. Verdiani, Milano zooo, pp. rzr-64.

4r. Archi, Teodosio II e la sua codificazione, cit., p. r73.In questo Teodosio Il rece-piva un orientamento diffuso fin da Teodosio I (CTh rvt7,4;xw ro, ro; xvl ro, rr). Perla verità la prima costituzione di condanna dei sacrifici pagani privati si doveva, già nel34r, aCostanzo (CTh XVI ro, z), che menzionava esplicitamente una precedente dispo-sizione di Costantino (CTh xvr ro, r), in cui venivano sanzionati i soli sacrifici notturni.Ancora Valentiniano t si límitava a interdire esclusivamente I'aruspicina nociva (CTh x16, 9). Tuttí i sacrifici, diurni e notturni, venivano invece messi al-bando in maniera in-differenziata e sotto pena capitale nel;sr (CTh xvl ro, 7). Sulla questione cfr., tra gli al-tri,J. Gaudemet,La legislazione antipagana da Costantino a Giustiniano, in P. E Beatri-ce (a cura di, Lintolleranza cristiana nei confronti dei paganí, Bologna r99o, pp. rt ss.,nonché L. Desanti, Sîleat omníbus perpetuo diuínandi cariositas. Indouini e sanzionî nelmondo lolflano j Milano r99o, pp. r53 ss. (con ricco corredo bibliografico).

42. CThw 7, r A questo proposito si può ricordare anche un'alra disposizione diCostantino (CTh xvt z, z) che, come è stato persuasivamente dimostrato da GiulianoCrifò, concedendo ai membri del clero I'esenzione dalla tutela, non faceva che riproporuenella nuova realtà religiosa le medesime prerogative di cui godevano i sacerdoti pagani,a conferma della sostanziale continuità esistente tra il sistema dei privilegi sacerdotali vi-gente nel diritto romano pagano e in quello cristiano (cfr. G. Citta, Cil 16, z e I'esen-zione dei cbíeríci dalla tutela, rn AARC, 4, r98r, pp.7c,938, max. 734 ss.).

$.CT\ xvr ,, 47 (cfr. De Giovanni, Chíesa e Stato nel Codíce Teodosiano, cit., p.77).Del resto I'interreLazionetra ius diuinun e ltumanum era stata una costante del di-ritto romano fin dall'età più antica, se si considera I'importanza del concetto drpax deo-rutt,wra delle principali eredità do'"rrte all'influsso della monarchia etrusca. Secondotale concezione, infatti, il benessere della collettività dipendeva in misura determinantedalla capacità di instaurare un buon rapporto con la divinità, quale garante dell'ordineumano. Sul rapporto dí "filiazione" individuabile tralalegislazione dell'lmperc pag -

no e quella in materia di religione cristiana successivamente all'editto di Milano cfr. A.Barzanò, II Cristianeíirno nelle leggi di Rorna imperiale,Mlano ry96, pp. r7-8.-

aa. Cfu. A. Di Mauro Tódihi, Aspetti della legislazione relígiesa del w secolo,Romar99o, pp. 274-t.

+1. CTh xlr t, 4o. Per la stretta connessione tra la disobbedienza al diritto che pro-mana dalla potestà imperiale e la sfida aperta alle leggi divine, cfr. anche almeno CThxvl t, 4r (che afferma che vanno puniti i profana bominum. studia, meître la tutela legi-slativa va avantaggio delrecturu culturn) e xw t, 16 (in cui gli eretici sono descritti co-me dissacratori della oera diuinaque reaerentia).

46. CTh xvt t, l19;{w5, 51. Approfondisce il problema dei rapporti tra iI potere po-litico e la repressíone ereticale Dovere, Ius principale e Catholica Lex, cit., pp. rl ss.

47. Così si spiega I'unanime condanna dei vescovi cattolici (Igino di Cordova, Mar-tino di Tours, Ambrogio, papa Siricio) nei confronti di ltacio, vescovo di Ossonova, peraver questi istigato I'usutpatore Massimo a condannare a morte I'eretico Priscilliano ealcnni suoi accoliti: cfr. G. R. Palanque, G. Bardy, P. de Labdolle,De la paíx constantinienne à la mort de Théodose (y?yj), in A. Fhcke, v. Martin (éds.), Hiitoire de f Egli-se, r, z,Paris t916, trad. it. Storia dellia chiesa. Dalla pace costantiniana alla morte di Teo-dosio (3r7 j9). a cura di G. D. Gordini, Torino ry7z,,pp.t7z ss.Cfr.,inoltre, almeno gli

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esempi addotti da Giovanni Crisostomo (In Matthaeun honil. 46,r-z) e Agostino (Ep.r81, 6, zt). Sozomeno (b. e. z, rz, z) aff.erma che Teodosio r, la cui fede cattòlica ... rà-ta, nelle sue leggi minacciò glí eretici di tremende pene, ma di fatto non le applicò maiveramente perché il suo obiettivo non era tanto quello di punire quanto quéfo di per-suadere i miscredenti ad abbracciare il credo uffiiiale.

48-. Sulla quale cfr. l'ottimo lavoro di \0. \Waldstein, Abolitio. lJntersuchungen zaftirómisch en Begnadigun grecó1, Innsbruck ry6 4.,,. 49. CTh x a, r Si quis modestiae nescius et pudoris ignarus improbo petulantique .na-ledicto nomina nostra credìderit Iacessenda ac timulentù nrbulentus o'btrrrtoto, tempo-rum fuerit, eum poefiae nolumus subiugari neque dururn alíquid nec asperurn sustmere,quoniatn sí id ex leaitate processerit, còntemiendum est, sí ex insania', niseratiane di-g-nissîmum, si ab iniuria, remíttendum. (Jnde íntegris ornnibus ad nostram scientiam re-ferutu4 ut ex personis bominum dicta pensemus et, utlurft praeterrnitti an exequí rite de-beat, censeamus.

5o' E in quanto tale ancora abbondantemente persistente nel lessico tecnico dellecostituzioni imperiali: cfr. la frequen za dell.a iunctuia " clernentia nostra" , che, solo nel-l'ultimo libro del Codex, compare in xvl t, z pt.; 2, 42 pr.; J, z; ,, 46; 49; ,4 pt. e 3i 6o; (4;8, 17; u, z.

5r. Cfr. G. Crifò, La chiesa e I'impero nella storia del diritto da Costantíno a Giu-stiniano, in E. Dal covolo, R. uglioné (a cura di\, cristianesimo e istituzioni politicbe.Da costantino a Giustiniano, Roma ry97, p. 196. chiedo venia al professor Òrifò peraver qui mutuato quasi alla lettera alcunesue espressioni. ma le ho trovate talmenteefficaci per color e sequenzialità logico-argometrt^iiuu da volede includere anche in que-sto contesto.

. 52. Llinflusso del cristianesimo sulle scelte dei compilatori è stato ben evidenziato<la Dove-re (Ius principale e catholica Lex, cit., p. s+), ilìuale sotolinea il fatto che <ilCodice [...] manifesta in maniera più che *rsibi"l, propria permanenre percezíonedella presenza universale della chiÀa cattolica; lu ,t"ssà ̂ Àpi")"u riservata nel sistema{elJl.qgmrilazione giusto alla materia religiosa non può che essere la spia del nuovo por-sí dell'imperiutn nei confronti della rottortunt. realià effetuale, e in specie verso quellaparte di essa oggettivamente rilevante e non poco premente>.- 53. La persecuzione di questo uimen,istituita nel rc3 a.C. dal1a lex Appuleía deltri-buno Saturnino (cic. De orit. z,25,rc7) e precisata da una lex cornelia di maíestate nel-I'ambito della riorganizzazionesillana deúe qaaestiones,interdíceva, sotto pena capita-le, dal commettere diversi tipi di aftenrati cóntro l'indipendenza, il prestigio e la sicu-rezza del popolo romano e d-ei suoi organifondamentali, incluse levioiaziorii che in epo-ca risalente_ app-artenevano.all a perdue1lío. Già all'ini,zio del principato, inauglrando r:natendenza che gli sarà propria per tutta I'epoca impéri ale, rl crimin conosce un norevoleampliamento delle sue,previsioni normative: prirna regolamentato secondo nuovi crite-ri dalla discussa lex lulia rnaiestatís , con I'estensio ne lai facta a uerba (secondo la testi-monianza di rac. Ann. \ 72, y in ptecedenza facta arguebantur, dicta inpune erant), inseguito sarà spesso utilizzato dai principi come primJbaluardo a difesa del loro irnpe-riu,m.Tale processo appare già pienamente awiaio nell'ultimo periodo del principato diTiberío, con il passaggio aunapraerupta et urgens dominatio (Tac. Ann.l, l,i), tanio che,se rn un pflmo momento né i sinistri sermones di Granio Marcello, né i Drobrosi serrno-nes aduersus maíestatern habiti diAppuleia yaúJla, né I iusiurandum s,,i, nurten Augu-sri del modico cavaliere Rubrio, né, infine, I probrosum carrnen di Gaio cominio si Àe-ritano la condanna per crimen maiestatis,un diverso atteggiamento si riscontra nei con-fronti di altri personaggi, egualmente incapaci di frenar!-le loro esternazioni verbali escritte, come Clutorio Prisco, Lucio Calpuinio Pisone, Vozieno Montano e soprattuttoC_remuzio Co.99, presto assunro a modàllo dí fetmezza e rertitudine dalla propagandafilosenatoria. Gli attacchi contro I'aurorità imperiale, reali o presunti, risc^hia;a;, in-somma' l'incriminazione per lesa maestà, secondà la prevalenàdi una giurisdizione cri-

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I L C O D E X T H E O D O S I A N U " ' C O M E R O M A N I / U R I S R E F U . , I O

$* di tipo "potestativo" piutrosro che "cognirivo": il giudizio veniva, cioè, rimessopiù all'autorità dell'otgano giudicante che non"alla verifica-empirica delle fattispecie ac-cusatorie, secondo quella che è stata acutamente definita ,,.r.rà d,,ru operazione politi-ca reafizzata atrraverso Ia via giudiziaria>: così M. Brutti, Il potere, il s)t;dio e li uirtù,in A. Calore (a cura d1), Seminari di storia e di diritto, Milano ry9;, p. rro. Gli studi piùanalitici.e.approfonditi sul uattamento e I'iocidenza di questa ffii^ atreato nella iri-ma età del principato sono tuttora quelli di R. A. Bauman ,The àinen maiestatis in tbe4oyolRepublic and Augustan Principate,Johannesburg 1967, e Irnpíetas in principem.A study of rreason against tbe Rornai Emperor with sp"ecial R ferer' to thi first'cen-tury A. D., Múnchen 1974.

54.-Il rilievo è presente, da ultimo, in J. E Matth ews, Laying down the laza, NewHaven-London 2ooo, p. 2t4.

- 55- Sulla datazione controversa della legge (vi si fa riferimento ai consoli d.el3r4, matJ' praefectus urói Massimo fu in carica dal 3 tl aJ pl) cfr. Matthews , raying doutn th, ío*,cit,, p. 255.

16' CTh rx 5, r: Si quis alícui maiestatis crìnaen intenderit, curz in huiuscemodi re con-uictus minírne quisquarn príuilegio dígnitatis alicuius a strictiole ínquisitíone defendatu4sciat se quoque tormentis esse subdendunz, sî aliis manifestis indiciìs accusationem suarznon potuerit conptobare. Cum eo, qui ltuius esse temeritatìs deprebenditur, illum quoquetormentis subdi oportet, cuius consilio atque instinctu ad accuiationent aícessisse'uldibl-tut ut ab omnibus conmissi consciis statita aindicta possít reportari. In seruis quoque uellibe,rtis, qui donuinos aut patronos accusare aut deferie ternptàuerint, professio tam atrocisaudaciae statim in admissi iprius exordio per sententiana ludicls conprlrnatur ac d.eneganaudientia patíbulo adfigatur. Può essere interessante ricordare .om., st"ndo u un'.r'pt-cita affetmazione di Aurelio vittore (4r, 4), proprio costanrino abolì il uetus taeteffi-mun,que supplícíam patibulorurn suffrìngendisqule cruribus,evidentemente dopo I'ema-nazione della presente costituzione.

.. , 57. Mi limito per ora-a rinviare alle riserve espresse da R. A. Bauman, TheLegesiu-diciorumpgblicorum and their Interpretation tn ibe Repubtic, Príncipate and Later Enz-pire,inANRÌV, rr, rl, pp. r82 ss.

. 58. Ciò-non toglie, in ogni caso, che si possono incontrare anche costituzioni in cuila nozione di sa.crilegio viene applicata nel ùo sensoproprio di contrawenzione a realtàstrettamente religiose, comeaccade in CTh n g, rg deî 3gú, sull,osservanza dei rituali pre-visti per la domenica (Solzs die, quern dorninicum lite dîxere rnaíores, omníum omníio li-t.ium,-negotiorurrz, conuentionunt quiescat intentío; debitum publícum priuaturnque nul-l1s efflagiteq nec apud ipsos quiden arbítros ael iadiciis flagiiatos uel sionte deleitos ullasit agnitio.iurgîorum.'Et non rnodo notabilîs, uerurn etíim sacrílegus iudicetur; qui atanctae teligionis instinctu rituue deflexerit), dsposizione awertitalui compilaiorì co-me così rilevante da meritare di essere riproposia in altre due circostanze ù testo delCodice, dando.luogo, pertanro, a un gruppo di trígeminae (cfr. vrtt 8, 3 e )fi Z, rl). Rien_tra in questo discorso anche una importante costituzione emanata pr"prio da TeodosioIlnel 43r, a salvaguardia assoluta dei diritto d'asilo per coloro che

",o.rr.ro trovato rifu-

gio quouîs ecclesíae loco (cf1 crh x 4i,4pr.: Necîn extrabendos eos conetur quisquams acri le gas m ana s imnit tere).

59. CTh r,'r 5, z.6o. CTh {./ r,27.6r. CTh xrrr 4, +.62. C[r. supra, n. jt.

.6;. crh xvl r, 4: Damis copiam colligendi his, qui secundum ea sentiu*t, quae tern-poribus díaae memoriae constaití sacerdollbus conuócatîs ex ornni orbe Rornano exposi-taque fide ab his ípsîs, qui dissentire noscufttur, arirnínensi concilio, constantiTopolitanoetiarz confirntata in aeternurn lnaflsura deueta sunt. Colrueniendi itlarn quibus iussintuspatescat arbitriurn, scituis his, qui sibi tanturn existimant collígendi copiim contributanz,

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A R D U I N O M A I U R I

!!od:.ti turbulentan quippíam contra nostrae tranquiilitatís praeceptum facíendun essetefflptauerint, ut sedítíonis auctores pacisque turbatie ecclesiae,

"riik *iíiir"tis capite acsa.n.guine sint supplicia luituri, manànte iihiln *iou, ,o, ,uppiirii, qu;;o;;;;o Uni ùrpisitionera nostram obreptíye au1 ckncuro suppricare temptaiirint.-sull" ,..1t, deliberata-

IlT'-: î1..",a dai compilatori di <<circoscriuere il brevl spazio delDe fide catholica nel-la manlera prù adeguato>, richíamando <<l'attenzione dài destinatari del codice sul_I ampla, costante e ora rirmovata disponibilità deJla tranqui/litas teodosiana a tutelare con

-q1i t$l... la pace.dellaecclesia>,-eper quesro àe['intera comunità sratale, cfr. da ul-umo rJovere, tus principale e Catbolica Lex, cit., pp. tg6-7.

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