F. Dal Falco (2011). Icone. Evoluzione e stratificazioni fluttuanti. In: a cura di T. Paris e V....

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01 § 20 .00 .11 antologia il design italiano a cura di tonino paris e vincenzo cristallo, sabrina lucibello Y 00 collana comunicare il design italiano innovazione per cultura 788889 819289 9 isbn 978-88-89819-28-9 Diverse le ragioni che sostengono questo lavoro di ricerca sul design italiano dell’ultimo decennio. La prima di queste risiede nella scelta di raccontarlo attraverso una regola antologica organizzata per te- mi: comunicazione, creatività, icone, ingegno del fare, innovazione, musei e conoscenza, territori e va- lori, visioni e utopie, designer e imprenditore. Un espediente narrativo questo, che ha reso possibile considerare immagini, parole, prodotti e persone organizzati per tesi, come una sorta di prodotto estrattivo. Vale a dire una selezione orientata dell’ampia e controversa teoria del design italiano, per fa- re emergere la sua eclettica natura, crocevia di diversi linguaggi. Per rendere intellegibile questa fenome- nologia, in un tempo così indeterminato come quello di cui siamo testimoni, dieci anni sono sembrati emblematici per ra∞gurarne l’ampiezza dei suoi valori. Valori non transitori presenti in progetti e prodot- ti, connessi inoltre ad un passato, talvolta ingombrante, per mezzo di un comune manifesto intellettuale riassumibile nell’espressione “innovazione per cultura”, che suona piuttosto come un programma, il più aderente probabilmente ad un’idea di continuità simbolica tra generazioni diverse che, pur da posizioni opposte, rendono coerente il lavoro di maestri, artisti, giovani designer, designer anonimi e imprese nel comprovare l’identità di quella originale cultura materiale che la storia e la tradizione ci attribuiscono. 348 § 20 .00 .11 antologia il design italiano edited by tonino paris and vincenzo cristallo, sabrina lucibello Y 00 collection comunicare il design italiano innovazione per cultura There are a number of reasons behind this research into Italian design in the last decade. The first lies in the decision to portray the field using an anthological approach based around topics: communication, creativity, icons, manufacturing ingenuity, innovation, museums and knowledge, territories and values, vi- sions and utopias, and designers and companies. This narrative device makes it possible to consider pic- tures, words, products and people which are organized by subject area, like goods from repositories. The selection process was guided by the broad, controversial field of Italian design theory and seeks to reveal its eclectic nature, with a variety of forms of expression coming together. At an ill-defined time like the pre- sent, ten years seemed like a suitably symbolic period to make this classification intelligible and depict the breadth of its values. These enduring values can be found in projects and products, and they are al- so connected to the past by a shared intellectual manifesto which can be summed up by the expression “a culture of innovation”. It rather gives the idea of a programme and it is probably the closest that the di≠erent generations come to an idea of symbolic continuity. While they have contrasting standpoints, they give consistency to the work of masters, artists, young designers, anonymous designers and compa- nies as they a∞rm the identity of the original material culture handed down to us by history and tradition. 20 .00 .11 antologia il design italiano edited by tonino paris and vincenzo cristallo, sabrina lucibello Y 00 collection comunicare il design italiano innovazione per cultura designpress 45,00 euro 00 COPERTINA ESTESA_Layout 1 20/03/12 10:00 Pagina 1

Transcript of F. Dal Falco (2011). Icone. Evoluzione e stratificazioni fluttuanti. In: a cura di T. Paris e V....

01

§20.00.11 antologiail design italiano a cura di tonino parise vincenzo cristallo, sabrina lucibello

Y 00 collana comunicare il design italianoinnovazione per cultura

788889 8192899

isbn 978-88-89819-28-9

Diverse le ragioni che sostengono questo lavoro di ricerca sul design italiano dell’ultimo decennio. ¶ La

prima di queste risiede nella scelta di raccontarlo attraverso una regola antologica organizzata per te-

mi: comunicazione, creatività, icone, ingegno del fare, innovazione, musei e conoscenza, territori e va-

lori, visioni e utopie, designer e imprenditore. ¶ Un espediente narrativo questo, che ha reso possibile

considerare immagini, parole, prodotti e persone organizzati per tesi, come una sorta di prodotto

estrattivo. ¶ Vale a dire una selezione orientata dell’ampia e controversa teoria del design italiano, per fa-

re emergere la sua eclettica natura, crocevia di diversi linguaggi. Per rendere intellegibile questa fenome-

nologia, in un tempo così indeterminato come quello di cui siamo testimoni, dieci anni sono sembrati

emblematici per ra∞gurarne l’ampiezza dei suoi valori. ¶ Valori non transitori presenti in progetti e prodot-

ti, connessi inoltre ad un passato, talvolta ingombrante, per mezzo di un comune manifesto intellettuale

riassumibile nell’espressione “innovazione per cultura”, che suona piuttosto come un programma, il più

aderente probabilmente ad un’idea di continuità simbolica tra generazioni diverse che, pur da posizioni

opposte, rendono coerente il lavoro di maestri, artisti, giovani designer, designer anonimi e imprese nel

comprovare l’identità di quella originale cultura materiale che la storia e la tradizione ci attribuiscono.

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§20.00.11 antologiail design italiano edited by tonino parisand vincenzo cristallo, sabrina lucibello

Y 00 collection comunicare il design italianoinnovazione per cultura

There are a number of reasons behind this research into Italian design in the last decade. ¶ The first lies

in the decision to portray the field using an anthological approach based around topics: communication,

creativity, icons, manufacturing ingenuity, innovation, museums and knowledge, territories and values, vi-

sions and utopias, and designers and companies. This narrative device makes it possible to consider pic-

tures, words, products and people which are organized by subject area, like goods from repositories. The

selection process was guided by the broad, controversial field of Italian design theory and seeks to reveal

its eclectic nature, with a variety of forms of expression coming together. At an ill-defined time like the pre-

sent, ten years seemed like a suitably symbolic period to make this classification intelligible and depict

the breadth of its values. ¶ These enduring values can be found in projects and products, and they are al-

so connected to the past by a shared intellectual manifesto which can be summed up by the expression

“a culture of innovation”. It rather gives the idea of a programme and it is probably the closest that the

di≠erent generations come to an idea of symbolic continuity. While they have contrasting standpoints,

they give consistency to the work of masters, artists, young designers, anonymous designers and compa-

nies as they a∞rm the identity of the original material culture handed down to us by history and tradition.

20

.00

.11an

tologiail design

italiano

edited byton

ino paris an

dvin

cenzo cristallo, sabrin

a lucibello

Y 0

0 collection

comunicare il design

italiano

innovazion

e per cultu

ra

designpress 45,00 euro

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§20.00.11 antologiail design italiano a cura di tonino parise vincenzo cristallo, sabrina lucibello

Y 00 collanacomunicare il design italianoinnovazione per cultura

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Y la collana / collection

il design italianoinnovazione per cultura

sapienza design factory con / with fondazione valore italia

coordinamento scientifico / scientific coordinationtonino paris

comitato scientifico / scientific comiteearturo dell’acqua bellavitispolitecnico di milano

medardo chiapponiuniversità iuav di venezia

tonino parissapienza università di roma

patrizia ranzo ii università degli studi di napoli

massimo ru∞lliuniversità di firenze

benedetta spadoliniuniversità degli studi di genova

coordinamento redazionale / editorial coordinantionvincenzo cristallo, sabrina lucibello per sapienza design factory

art directorsilvana amato

Il volume raccoglie gli esiti della ricerca nazionale “Il design italiano 2000-2011”.

La ricerca è stata cofinanziata dalla Sapienza Università di Roma e da Fondazione Valore Italia.

La ricerca è stata coorinata dalla Sapienza Università di Roma ed è stata svolta

con la partecipazione della rete nazionale delle Scuole universitarie di design.

This volume contains the results of the “Italian Design 2000-2011” national research project.

The research was financed by Sapienza University of Rome and Fondazione Valore Italia.

The research was coordinated by Sapienza University of Rome and featured the participation

of the National Network of University Schools of Design.

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Diverse le ragioni che sostengono questo lavoro di ricerca sul design italiano. ¶ La prima di queste risiede

nella scelta di raccontarlo attraverso una regola antologica organizzata per temi: comunicazione, creatività,

icone, ingegno del fare, innovazione, musei e conoscenza, territori e valori, visioni e utopie, designer e im-

prenditore. Un espediente narrativo questo, che ha reso possibile considerare immagini, parole, prodotti e

persone organizzati per tesi, come una sorta di prodotto estrattivo. ¶ Per rendere intellegibile questa feno-

menologia, dieci anni sono sembrati emblematici per ra∞gurarne l’ampiezza dei valori. Valori non transi-

tori e connessi ad un passato per mezzo di un comune manifesto intellettuale riassumibile nell’espressione

“innovazione per cultura”, che suona piuttosto come un programma, il più aderente probabilmente ad un’i-

dea di continuità simbolica tra generazioni diverse che rendono coerente il lavoro di maestri, artisti, giova-

ni designer, designer anonimi e imprese nel comprovare l’identità di quella originale cultura materiale che

la storia e la tradizione ci attribuiscono. ¶ Non a caso questa “formula” è diventata il titolo di una collana

editoriale che questo primo volume, come una antologia, inaugura. Non a caso quest’attività di esplorazio-

ne diagonale è stata condotta dalla comunità scientifica del design – in particolare da quella composta da

giovani docenti e ricercatori – ovvero da quanti concorrono con la propria personale attività di docenza e ri-

cerca ad indagare costantemente la multiforme realtà del design italiano di un sistema design coinvolto nel-

le trasformazioni sociali, economiche e produttive che attraversano il nuovo millennio. ¶ Quest’attività di

scouting del design italiano mette in scena la dilatazione culturale e professionale contrassegnata soprattut-

to dalla metamorfosi combinata tra principi di quantità e qualità, da cui deriva il racconto di un modello

policentrico che ha tuttavia una capacità visionaria di misurarsi con il presente e con gli scenari futuri, e per

questo essere un concreto fattore di sviluppo per l’Italia nel suo insieme.

There are a number of reasons behind this research into Italian design. ¶ The first lies in the decision to por-

tray the field using an anthological approach based around topics: communication, creativity, icons, manu-

facturing ingenuity, innovation, museums and knowledge, territories and values, visions and utopias, and

designers and companies. This narrative device makes it possible to consider pictures, words, products and

people which are organized by subject area, like goods from repositories. These enduring values can be

found in projects and products, and they are also connected to the past by a shared intellectual manifesto

which can be summed up by the expression “innovation for culture”. It rather gives the idea of a program-

me and it is probably the closest that the di≠erent generations come to an idea of symbolic continuity. Whi-

le they have contrasting standpoints, they give consistency to the work of masters, artists, young designers,

anonymous designers and companies as they a∞rm the identity of the original material culture handed

down to us by history and tradition. ¶ It was only logical for this “formula” to become the title of a collec-

tion of books, beginning with this anthology. Likewise, it was only logical for this all-embracing exploration

to be conducted by the scientific design young community. ¶ It is clear that this exploration of Italian desi-

gn whose most distinctive characteristic is the joint metamorphosis revolving around principles of quantity

and quality. The resulting multicentric model has the visionary capacity to contemplate the present and as-

sess future scenarios, meaning that it can serve as a tangible factor in the development of Italy as a whole.

vincenzo cristallo, sabrina lucibello, tonino paris

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Y il volume / the publication

20.00.11 antologia il design italiano

a cura di / edited by tonino paris e / and vincenzo cristallo, sabrina lucibello

autori / authorsgianpiero alfaranouniversità di firenze

massimo arlechinofondazione valore italia

alessandro biamontipolitecnico di milano

fiorella bulegatouniversità iuav di venezia

umberto caouniversità di camerino

rosanna carullopolitecnico di bari

niccolò casidduuniversità degli studi di genova

cecilia cecchinisapienza università di roma

medardo chiapponiuniversità iuav di venezia

rosa chiesauniversità iuav di venezia

salvatore cozzolinoII università degli studi di napoli

nicola creapolitecnico di milano

vincenzo cristallosapienza università di roma

umberto croppifondazione valore italia

federica dal falcosapienza università di roma

maddalena dalla murauniversità iuav di venezia

domitilla dardimuseo maxxi

arturo dell’acqua bellavitispolitecnico di milano

loredana di lucchiosapienza università di roma

annalisa dominonipolitecnico di milano

ra≠aella fagnoniuniversità degli studi di genova

adriana feo università degli studi di sassari

cinzia ferrarauniversità degli studi di palermo

marinella ferrarapolitecnico di milano

ali filippiniuniversità iuav di venezia

luigi formicolauniversità di firenze

laura giraldiuniversità di firenze

lorenzo imbesicarleton university

carla langellaII università degli studi di napoli

francesca la roccaII università degli studi di napoli

roberto libertiII università degli studi di napoli

sabrina lucibellosapienza università di roma

carlo martinosapienza università di roma

susanna mirzasapienza università di roma

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si ringrazia per il contributo alla ricerca iconografica / thanks for the contribution to the iconographic researchfabio aloisi, luigi auricchio, elisa bassani, carmelo cascino, gian mattia congia, cristina d’alessio, carlo delzotti, olga di giulio, linda ditta, miriam emiliano, cristina gorzanelli, anesia grkov mervcich, jingjing lin, emanuele lapadula, edna la rocca, ilaria lubelli, roberto lunardi, jessica maglietta, alessia massimi,flora minno, simone montanari, krizia olivieri, andrea paroli, valentina passato, jacopo quaranta, simone ronci, silvia ruggiero, clarissa sabeto, matteo sgherri, gianluca tagliafichi, salvatore tassone, maria e. tozzi bellini, simona troiano, dores volpe, roberto lunardi, maria emirena tozzi bellini, bruno lanzi

si ringraziano inoltre / thank also tole aziende e i designer che hanno contribuito alle informazioni e alle immagini raccolte nel volume

archivi fotografici / photographic archivesarchivio alessi, archivio bosa, archivio castellani & smith, archivio carmina campus, archivio castiglioni,archivio edra, archivio guzzini, archivio horm, archivio museo della paglia e dell’intreccio domenico michelacci,archivio paola lenti, archivio piquadro, archivio giovanni sacchi, archivio venini, fondazione pirelli,fondo borsalino, fototeca civica di alessandria, museo salvatore ferragamo

le immagini di questo volume, ove non espressamente indicato, sono tratte dall’archivio della rivista diid_ disegno industriale | industrial design / the images of this volume, unless otherwise expressly indicated,are from images of the review diid_ industrial design | industrial design

alfonso moroneuniversità degli studi di napoli federico II

maria carola morozzo della roccauniversità degli studi di genova

massimo musio saleuniversità degli studi di genova

spartaco parispolitecnico di bari

tonino parissapienza università di roma

bianca elena patroni gri∞sapienza università di roma

lucia pietroniuniversità di camerino

daniela piscitelliII università degli studi di napoli

paola proverbiouniversità iuav di venezia

patrizia ranzoII università degli studi di napoli

raimonda ricciniuniversità iuav di venezia

massimo ru∞lliuniversità di firenze

maria antonietta sbordoneII università degli studi di napoli

benedetta spadoliniuniversità degli studi di genova

eleonora trivellinuniversità di firenze

renata valenteII università degli studi di napoli

carlo vannicolauniversità degli studi di genova

rosanna veneziano II università degli studi di napoli

andrea vianuniversità degli studi di genova

carlo vintiuniversità iuav di venezia

mario ivan zignegouniversità degli studi di genova

progetto grafico / graphic design silvana amatosapienza università di roma

con / with marta b dau

si ringraziano / thanks alsofederica passarelli, paola schiattarella

traduzioni / translationsait, claudia vettore

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indice Y p.8p. 11 comunicare il design italianop.13 la cultura del progettop. 14 dall’architettura al designp. 15 il design è unop. 16 i contenuti necessarip. 18 comunicare il designp.20 le inquietudini del design italianop.22 il tempo del designp.24 l’italia del saper fareY p.267 the italian’s design

Y p.29

01 comunicazionep.31 note sulla comunicazione del design italianop.34 la comunicazione del design: apparenze sensibilip.36 comunicazione del prodotto e prodotti culturali:l’esempio degli house organ italianip.39 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.278 communication

Y p.57

02 creativitàp.59 il nuovo made in italy del design indipendente o “la profezia di ettore”p.62 creatività e sperimentazione matericap.65 tecniche applicative della creativitàcome strumento progettualep.68 gli ambienti e i luoghi che generano innovazionep.70 storia e storie di designp.75 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.283 creativity

Y p.87

03 iconep.89 evoluzione e stratificazioni fluttuantip. 92 il design italiano: da singolare a pluralep.94 marche icona: dal costume alla culturap.96 iconicità e riedizioni: incontri sulla superficie delle cosep.99 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.291 icons

Y p. 111

04 ingegno del farep. 113 innovativi per tradizionep. 118 “saper fare bene le cose”: il nuovo rinascimento del design italianop. 120 auto-produttori d’italiap. 123 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.297 ingeniousnes in making

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Y p. 137

05 innovazionep. 139 il gene dell’innovazionep. 143 decontestualizzazione per innovarep. 145 innovazione come attitudinep. 148 l’innovazione tecnologica passa attraverso il designp. 151 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.303 innovation

Y p. 165

06 musei e conoscenzap. 167 musei temporanei installazioni permanentip. 169 idee di museo, idee di designp. 172 il vetro oggi, incontri con la biennalep. 175 musei d’impresa e di progetto per il design:verso una nuova fasep. 177 tra spettacolarizzazione tecnologica e narratività p. 181 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.310 museums and knowledge

Y p. 193

07 territori e valorip. 195 territori morfogenetici del design italianop. 198 giacimenti di saperip. 200 territori criticip. 203 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.317 territories and values

Y p.219

08 visioni e utopiep.221 nebulose concretep. 225 nuove naturep. 228 nuove etiche e approcci allo sviluppop.231 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.323 visions and utopia

Y p.245

09 designer e imprenditorep.247 italia: un rapporto speciale tra designer ed impresap. 250 desing conduttivop. 253 impresa e design, successi e di∞coltàp. 257 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.329 designer and entrepreneur

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§03 iconecoordinamento federica dal falco

03.a evoluzione e stratificazioni fluttuantidi federica dal falco03.b il design italiano: da singolare a pluraledi alfonso morone03.c marche icona:dal costume alla culturadi adriana feo03.d iconicità e riedizioni:incontri sulla superficie delle cosedi rossana carullo, spartaco paris20. 00. 11 raccolta iconograficaa cura di rossana carullo, spartaco paris

coordinamento ricerca sapienza università di roma

team di ricerca sapienza università di roma,

università degli studi di napoli federico II,

politecnico di bari, università degli studi di sassari

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Attribuire ad un oggetto la qualifica di icona è una questione complessa. Gli aspetti più evidenti del suo si-

gnificato possono essere compresi adottando una chiave di lettura trasversale, l’evoluzione biologica, che si

basa sul presupposto di un’analogia tra ordini naturali e artificiali. 1 ¶ Le ottiche metaforiche cui si fa riferi-

mento sono da un lato la lente del paleontologo che scruta a ritroso le linee evolutive a partire dalle serie ini-

ziali, dall’altro quella del biologo che analizza gli aspetti relativi ai cambiamenti dei più “evoluti” collocati al-

l’estremo opposto. ¶ In generale lo schema di sviluppo di un oggetto presenta analogie con quello degli esseri

viventi (nascita, espansione, saturazione e decadimento) tanto più se si assume come riferimento il parago-

ne tra copiatura e ereditarietà. Un oggetto primario viene ricalcato, modificato attraverso graduali trasfor-

mazioni influenzate da “fattori ambientali” legati ai contesti e trasmesso da una generazione di artefici al-

l’altra. I pacchetti di dati destinati a sopravvivere nel tempo sono quelli le cui morfologie accolgono

l’innovazione tecnologica e la manipolazione estetica mantenendo stabile senso e funzione. Dalle forbici da

tosatura, basate da sempre sul principio di una leva del terzo genere aggiornate nei materiali e nelle lame

piatte; alle saponette di cui sono conservati antichi stampi; ai tavoli e alle pentole, gli oggetti domestici sem-

brano tra loro collegati da una catena che parte dalla storia più antica per arrivare all’industrial design.2

evoluzione e stratificazioni fluttanti Y Uno degli aspetti che caratterizza l’evoluzione morfologica dei

manufatti sono le innovazioni impreviste che spesso seguono percorsi non lineari, portando a di≠eren-

ziare i caratteri filogenetici dei prodotti. Le contaminazioni tra elementi, anche dovute all’interferenza

del caso, avvengono attraverso incursioni dei progettisti nella storia, liberi trasferimenti e innesti di for-

me e concetti prelevati lungo il binario del tempo. I saccheggi, a volte inconsapevoli, sono influenzati

dalle oscillazioni del gusto, dall’alternanza tra linee serpentine e rette, organicità ed astrazione,3 deco-

razione bulimica e materia al grado zero. Così anche un prodotto nuovo di zecca può essere dotato di

una qualità singolare emozionale dovuta al fatto che incorpora un déjà-vu. 4 ¶ Nella proliferazione inin-

terrotta di oggetti alcuni hanno un carattere di permanenza, certi scompaiono per poi magari essere

nuovamente reinterpretati e prodotti, altri si evolvono. ¶ Questo mobile insieme delle cose generalmen-

te ci sopravvive 5 permettendoci di ricostruire civiltà e culture a partire dai reperti archeologici conser-

vati nel sottosuolo fino ad arrivare a quella stratificazione fluttuante depositata sulle superfici che ci cir-

condano, la cui conservazione è condizionata dal sentimento a≠ettivo del singolo e/o del gruppo. Alcuni

esemplari del moderno sono scampati all’obsolescenza mantenendo le loro caratteristiche originarie.

Come la poltrona pieghevole Tripolina con struttura lignea, giunzioni di metallo e seduta in tela anco-

ra oggi prodotta da Citterio o gli occhiali da sole Persol 649 del 1938, ripresi e rilanciati nel ’57 e anco-

ra oggi proposti sul mercato in Rhodoid e lastre di cristallo. 6

evoluzione e stratificazioni fluttanti Y Il pensiero di alcuni oggetti sopravvissuti ha uno strano rifles-so urbano. Nonostante siano venduti nei supermercati la loro immagine si accompagna a quella di

esercizi commerciali di quartiere e di paese, come piccole cartolerie, negozi di alimentari e mercerie,

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§03 icone03.a evoluzione e stratificazioni fluttuantidi federica dal falco

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9003.a icone

oramai in declino. Basti pensare all’uovo di legno per rammendo, alla colla solida Coccoina modello

603 col suo barattolino color argento e il logo blu-violetto creata nel 1927, alle puntine di alluminio As-

sa del ’32; alla Nivea Creme dalla scatola tonda blu notte; al packaging sempreverde del dado Star clas-

sico dove è ancora impressa l’immagine rassicurante-perturbante di una signora anni Cinquanta che ci

sorride avvicinando il cucchiaio alle labbra. ¶ Secondo le teorie post darwiniane, le estinzioni sono la

normalità. Il paleontologo Stephen J. Gould sostiene che oltre alle “perdite microevolutive” causate da

processi ecologici locali,7 le specie sono scomparse in corrispondenza delle rotture tra le ere geologiche.

Anche l’inabissamento di alcuni oggetti può essere letto in relazione ad improvvisi schianti dovuti all’in-

novazione tecnologica. Basti pensare alla recente rivoluzione telematica che ha comportato una doppia

lista di oggetti, da un lato quelli in via di estinzione e dal-

l’altro nuovi strumenti e prodotti. Nell’elenco dei desueti,

oggi quasi introvabili, potremmo appuntare nomi, gesti e

riti (il gettone telefonico, la carta carbone, le lamette da

barba...) che sembrano appartenere ad un’altra era geolo-

gica. Al loro posto vi sono i cosiddetti oggetti intelligenti

dalle forme e superfici enigmatiche, sempre più perfor-

mativi e interattivi che celano interfacce, menù, servizi.

evoluzione e stratificazioni fluttanti Y La maggior parte deglioggetti classici, la cui forma è uno stampo disegnato

di ciò che accoglie o contiene (una sedia, un cappello, un

piatto…) è riconducibile alla categoria dei sopravvissuti

evoluti, secondo una nota distinzione rispetto alla quale

vi sono artefatti la cui forma comunica la funzione pri-

maria, o esalta la funzione seconda .8 Alcuni di questi og-

getti sono icone, nel senso che il loro valore intrinseco,

materiale e d’uso, si è rivestito di qualità simboliche le-

gate all’immagine e alla sua comunicazione. Le icone, ol-

tre al fatto di essere considerate come determinanti l’i-

dentità del progetto italiano per l’industria, hanno la

capacità di generare le scene nelle quali si sono svolti o si

svolgeranno i comportamenti legati al loro impiego. In

questo senso gli oggetti iconici sono “documenti visivi”

che riproducono l’estetica e la memoria individuale e

collettiva in cui i ricordi soggettivi si sovrappongono alle

immagini pubblicitarie e a quelle cinematografiche.

Ogni artefatto comunica un “contatto” con il vissuto ed

ha il singolare potere di innescare in modo imprevedibi-

le “un sistema di proiezioni” mentali. ¶ Tra le icone calco

evolute, sono esemplari le varianti morfologiche di due

sedie legate a riferimenti lontani nel tempo. Con la Leggera (1951) e la Superleggera (1957) Giò Ponti

reinterpreta, sperimentando nuove tecnologie, la sedia di Chiavari che a sua volta riprende le linee del

modello capostipite ottocentesco di Giuseppe Gaetano Descalzi; mentre la Milano di Aldo Rossi (1988)

è una rivisitazione ironica di un’austera tipologia toscana trecentesca. Nel campo della moda, tra gli og-

1. P. Steadman, The Evolution of Design,

Cambridge University Press, 1979.§2. A. Branzi, Capire il design, Giunti, Firenze 2009.§3. R. Bianchi Bandinelli, Organicità e astrazione,

Electa, Milano 2005 (ed. orig. 1956).§4. F. Dal Falco, Sopravvissuti. L’evoluzione

del più adatto, diid, Rdesignpress, Roma,

vol. 24-25, 2007, pp. 80-87.§5. In un recente libro R. Bodei sviluppa tale

concetto a partire da Las Cosas, una poesia

di J. L. Borges. R. Bodei, La vita delle cose, Laterza,

Roma-Bari 2009, p. 32. §6. A. Bassi, Design anonimo in Italia, Electa,

Milano 2007, pp. 150-153; 138-141.

û S. Ferragamo, calzature estive con tomaia di paglia sintetica, anni Quaranta.

û M. Nizzoli, Lettera 32,Olivetti, 1963, annuncio pubblicitario.

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getti di culto del periodo autarchico, vi sono i sandali di Salvatore Ferragamo dalla suola ortopedica in

sughero, con fasce tessute a mano in fibre naturali, o con la tomaia di cellofania a trame multicolori bre-

vettata nel 1942.9 La creazione riprendeva le forme di una calzatura popolare tipica della cultura medi-

terranea coniugandola ad uno stile di vita moderno. Un passaggio concettuale che presenta delle ana-

logie con gli studi e i progetti sulla casa razionalista condotti in quegli anni da Bernard Rudofsky e Luigi

Cosenza nel territorio campano e a Procida.10 Le scarpe con la zeppa sono state ridisegnate in moltepli-

ci forme dagli anni Settanta ed è singolare come la collezione estiva Prada 2011 sia ispirata nei colori e

negli intrecci ai modelli in cellophan di settant’anni fa.

evoluzione e stratificazioni fluttanti Y In questo quadro – considerando il design italiano “un fenome-no policentrico ma unitario” 11 assimilabile ad un

grande collage in progress – i saggi proposti sviluppano

il tema sulle icone in chiave evolutiva secondo tre ango-

lazioni. Alfonso Morone restituisce una fotografia del

progetto contemporaneo mettendo a fuoco come la pro-

liferazione e la crescita del design abbiano trasformato la

professione del designer allontanandola dalle figure dei

grandi maestri; mentre Adriana Feo propone un’incisiva

analisi sull’evoluzione del brand a partire da classici

esempi di comunicazione per arrivare al design degli

eventi culturali. Rossana Carullo e Spartaco Paris tratta-

no in modo rigoroso la questione delle “riedizioni” per

poi evidenziare, attraverso il repertorio iconografico del-

la seconda parte, le trasformazioni degli oggetti contem-

poranei: uno sciame di artefatti specchio di un paesaggio

eterogeneo dai confini labili dove fluttuano mutevoli i

comportamenti e l’estetica del nostro tempo.

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7. K. Sterenly, La sopravvivenza del più adatto,

Ra≠aello Cortina editore, Milano 2004.§8. U. Eco, La struttura assente. La ricerca semiotica

e il metodo strutturale, Bompiani, Milano 2002.§9. M. Lupano, A. Vaccari (a cura di), Una giornata

moderna. Moda e stili nell’italia fascista 1922-1943,

Damiani, Bologna 2009, pp. 252-255.§10. F. Dal Falco, L’ingegnere centauro, in M. P. Fontana,

M. Y. Mayorga (a cura di), Luigi Cosenza. Il territorio

abitabile, Alinea, Firenze 2007, pp. 131-139.§11. A. Branzi, Il Design italiano 1964-1990, Electa,

Milano 1996, p. 17.

û G. Ponti, Superleggera, sedia, Cassina, 1957.

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