F. Dal Falco (2011). Icone. Evoluzione e stratificazioni fluttuanti. In: a cura di T. Paris e V....
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§20.00.11 antologiail design italiano a cura di tonino parise vincenzo cristallo, sabrina lucibello
Y 00 collana comunicare il design italianoinnovazione per cultura
788889 8192899
isbn 978-88-89819-28-9
Diverse le ragioni che sostengono questo lavoro di ricerca sul design italiano dell’ultimo decennio. ¶ La
prima di queste risiede nella scelta di raccontarlo attraverso una regola antologica organizzata per te-
mi: comunicazione, creatività, icone, ingegno del fare, innovazione, musei e conoscenza, territori e va-
lori, visioni e utopie, designer e imprenditore. ¶ Un espediente narrativo questo, che ha reso possibile
considerare immagini, parole, prodotti e persone organizzati per tesi, come una sorta di prodotto
estrattivo. ¶ Vale a dire una selezione orientata dell’ampia e controversa teoria del design italiano, per fa-
re emergere la sua eclettica natura, crocevia di diversi linguaggi. Per rendere intellegibile questa fenome-
nologia, in un tempo così indeterminato come quello di cui siamo testimoni, dieci anni sono sembrati
emblematici per ra∞gurarne l’ampiezza dei suoi valori. ¶ Valori non transitori presenti in progetti e prodot-
ti, connessi inoltre ad un passato, talvolta ingombrante, per mezzo di un comune manifesto intellettuale
riassumibile nell’espressione “innovazione per cultura”, che suona piuttosto come un programma, il più
aderente probabilmente ad un’idea di continuità simbolica tra generazioni diverse che, pur da posizioni
opposte, rendono coerente il lavoro di maestri, artisti, giovani designer, designer anonimi e imprese nel
comprovare l’identità di quella originale cultura materiale che la storia e la tradizione ci attribuiscono.
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§20.00.11 antologiail design italiano edited by tonino parisand vincenzo cristallo, sabrina lucibello
Y 00 collection comunicare il design italianoinnovazione per cultura
There are a number of reasons behind this research into Italian design in the last decade. ¶ The first lies
in the decision to portray the field using an anthological approach based around topics: communication,
creativity, icons, manufacturing ingenuity, innovation, museums and knowledge, territories and values, vi-
sions and utopias, and designers and companies. This narrative device makes it possible to consider pic-
tures, words, products and people which are organized by subject area, like goods from repositories. The
selection process was guided by the broad, controversial field of Italian design theory and seeks to reveal
its eclectic nature, with a variety of forms of expression coming together. At an ill-defined time like the pre-
sent, ten years seemed like a suitably symbolic period to make this classification intelligible and depict
the breadth of its values. ¶ These enduring values can be found in projects and products, and they are al-
so connected to the past by a shared intellectual manifesto which can be summed up by the expression
“a culture of innovation”. It rather gives the idea of a programme and it is probably the closest that the
di≠erent generations come to an idea of symbolic continuity. While they have contrasting standpoints,
they give consistency to the work of masters, artists, young designers, anonymous designers and compa-
nies as they a∞rm the identity of the original material culture handed down to us by history and tradition.
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.11an
tologiail design
italiano
edited byton
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comunicare il design
italiano
innovazion
e per cultu
ra
designpress 45,00 euro
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§20.00.11 antologiail design italiano a cura di tonino parise vincenzo cristallo, sabrina lucibello
Y 00 collanacomunicare il design italianoinnovazione per cultura
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Y la collana / collection
il design italianoinnovazione per cultura
sapienza design factory con / with fondazione valore italia
coordinamento scientifico / scientific coordinationtonino paris
comitato scientifico / scientific comiteearturo dell’acqua bellavitispolitecnico di milano
medardo chiapponiuniversità iuav di venezia
tonino parissapienza università di roma
patrizia ranzo ii università degli studi di napoli
massimo ru∞lliuniversità di firenze
benedetta spadoliniuniversità degli studi di genova
coordinamento redazionale / editorial coordinantionvincenzo cristallo, sabrina lucibello per sapienza design factory
art directorsilvana amato
Il volume raccoglie gli esiti della ricerca nazionale “Il design italiano 2000-2011”.
La ricerca è stata cofinanziata dalla Sapienza Università di Roma e da Fondazione Valore Italia.
La ricerca è stata coorinata dalla Sapienza Università di Roma ed è stata svolta
con la partecipazione della rete nazionale delle Scuole universitarie di design.
This volume contains the results of the “Italian Design 2000-2011” national research project.
The research was financed by Sapienza University of Rome and Fondazione Valore Italia.
The research was coordinated by Sapienza University of Rome and featured the participation
of the National Network of University Schools of Design.
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Diverse le ragioni che sostengono questo lavoro di ricerca sul design italiano. ¶ La prima di queste risiede
nella scelta di raccontarlo attraverso una regola antologica organizzata per temi: comunicazione, creatività,
icone, ingegno del fare, innovazione, musei e conoscenza, territori e valori, visioni e utopie, designer e im-
prenditore. Un espediente narrativo questo, che ha reso possibile considerare immagini, parole, prodotti e
persone organizzati per tesi, come una sorta di prodotto estrattivo. ¶ Per rendere intellegibile questa feno-
menologia, dieci anni sono sembrati emblematici per ra∞gurarne l’ampiezza dei valori. Valori non transi-
tori e connessi ad un passato per mezzo di un comune manifesto intellettuale riassumibile nell’espressione
“innovazione per cultura”, che suona piuttosto come un programma, il più aderente probabilmente ad un’i-
dea di continuità simbolica tra generazioni diverse che rendono coerente il lavoro di maestri, artisti, giova-
ni designer, designer anonimi e imprese nel comprovare l’identità di quella originale cultura materiale che
la storia e la tradizione ci attribuiscono. ¶ Non a caso questa “formula” è diventata il titolo di una collana
editoriale che questo primo volume, come una antologia, inaugura. Non a caso quest’attività di esplorazio-
ne diagonale è stata condotta dalla comunità scientifica del design – in particolare da quella composta da
giovani docenti e ricercatori – ovvero da quanti concorrono con la propria personale attività di docenza e ri-
cerca ad indagare costantemente la multiforme realtà del design italiano di un sistema design coinvolto nel-
le trasformazioni sociali, economiche e produttive che attraversano il nuovo millennio. ¶ Quest’attività di
scouting del design italiano mette in scena la dilatazione culturale e professionale contrassegnata soprattut-
to dalla metamorfosi combinata tra principi di quantità e qualità, da cui deriva il racconto di un modello
policentrico che ha tuttavia una capacità visionaria di misurarsi con il presente e con gli scenari futuri, e per
questo essere un concreto fattore di sviluppo per l’Italia nel suo insieme.
There are a number of reasons behind this research into Italian design. ¶ The first lies in the decision to por-
tray the field using an anthological approach based around topics: communication, creativity, icons, manu-
facturing ingenuity, innovation, museums and knowledge, territories and values, visions and utopias, and
designers and companies. This narrative device makes it possible to consider pictures, words, products and
people which are organized by subject area, like goods from repositories. These enduring values can be
found in projects and products, and they are also connected to the past by a shared intellectual manifesto
which can be summed up by the expression “innovation for culture”. It rather gives the idea of a program-
me and it is probably the closest that the di≠erent generations come to an idea of symbolic continuity. Whi-
le they have contrasting standpoints, they give consistency to the work of masters, artists, young designers,
anonymous designers and companies as they a∞rm the identity of the original material culture handed
down to us by history and tradition. ¶ It was only logical for this “formula” to become the title of a collec-
tion of books, beginning with this anthology. Likewise, it was only logical for this all-embracing exploration
to be conducted by the scientific design young community. ¶ It is clear that this exploration of Italian desi-
gn whose most distinctive characteristic is the joint metamorphosis revolving around principles of quantity
and quality. The resulting multicentric model has the visionary capacity to contemplate the present and as-
sess future scenarios, meaning that it can serve as a tangible factor in the development of Italy as a whole.
vincenzo cristallo, sabrina lucibello, tonino paris
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Y il volume / the publication
20.00.11 antologia il design italiano
a cura di / edited by tonino paris e / and vincenzo cristallo, sabrina lucibello
autori / authorsgianpiero alfaranouniversità di firenze
massimo arlechinofondazione valore italia
alessandro biamontipolitecnico di milano
fiorella bulegatouniversità iuav di venezia
umberto caouniversità di camerino
rosanna carullopolitecnico di bari
niccolò casidduuniversità degli studi di genova
cecilia cecchinisapienza università di roma
medardo chiapponiuniversità iuav di venezia
rosa chiesauniversità iuav di venezia
salvatore cozzolinoII università degli studi di napoli
nicola creapolitecnico di milano
vincenzo cristallosapienza università di roma
umberto croppifondazione valore italia
federica dal falcosapienza università di roma
maddalena dalla murauniversità iuav di venezia
domitilla dardimuseo maxxi
arturo dell’acqua bellavitispolitecnico di milano
loredana di lucchiosapienza università di roma
annalisa dominonipolitecnico di milano
ra≠aella fagnoniuniversità degli studi di genova
adriana feo università degli studi di sassari
cinzia ferrarauniversità degli studi di palermo
marinella ferrarapolitecnico di milano
ali filippiniuniversità iuav di venezia
luigi formicolauniversità di firenze
laura giraldiuniversità di firenze
lorenzo imbesicarleton university
carla langellaII università degli studi di napoli
francesca la roccaII università degli studi di napoli
roberto libertiII università degli studi di napoli
sabrina lucibellosapienza università di roma
carlo martinosapienza università di roma
susanna mirzasapienza università di roma
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si ringrazia per il contributo alla ricerca iconografica / thanks for the contribution to the iconographic researchfabio aloisi, luigi auricchio, elisa bassani, carmelo cascino, gian mattia congia, cristina d’alessio, carlo delzotti, olga di giulio, linda ditta, miriam emiliano, cristina gorzanelli, anesia grkov mervcich, jingjing lin, emanuele lapadula, edna la rocca, ilaria lubelli, roberto lunardi, jessica maglietta, alessia massimi,flora minno, simone montanari, krizia olivieri, andrea paroli, valentina passato, jacopo quaranta, simone ronci, silvia ruggiero, clarissa sabeto, matteo sgherri, gianluca tagliafichi, salvatore tassone, maria e. tozzi bellini, simona troiano, dores volpe, roberto lunardi, maria emirena tozzi bellini, bruno lanzi
si ringraziano inoltre / thank also tole aziende e i designer che hanno contribuito alle informazioni e alle immagini raccolte nel volume
archivi fotografici / photographic archivesarchivio alessi, archivio bosa, archivio castellani & smith, archivio carmina campus, archivio castiglioni,archivio edra, archivio guzzini, archivio horm, archivio museo della paglia e dell’intreccio domenico michelacci,archivio paola lenti, archivio piquadro, archivio giovanni sacchi, archivio venini, fondazione pirelli,fondo borsalino, fototeca civica di alessandria, museo salvatore ferragamo
le immagini di questo volume, ove non espressamente indicato, sono tratte dall’archivio della rivista diid_ disegno industriale | industrial design / the images of this volume, unless otherwise expressly indicated,are from images of the review diid_ industrial design | industrial design
alfonso moroneuniversità degli studi di napoli federico II
maria carola morozzo della roccauniversità degli studi di genova
massimo musio saleuniversità degli studi di genova
spartaco parispolitecnico di bari
tonino parissapienza università di roma
bianca elena patroni gri∞sapienza università di roma
lucia pietroniuniversità di camerino
daniela piscitelliII università degli studi di napoli
paola proverbiouniversità iuav di venezia
patrizia ranzoII università degli studi di napoli
raimonda ricciniuniversità iuav di venezia
massimo ru∞lliuniversità di firenze
maria antonietta sbordoneII università degli studi di napoli
benedetta spadoliniuniversità degli studi di genova
eleonora trivellinuniversità di firenze
renata valenteII università degli studi di napoli
carlo vannicolauniversità degli studi di genova
rosanna veneziano II università degli studi di napoli
andrea vianuniversità degli studi di genova
carlo vintiuniversità iuav di venezia
mario ivan zignegouniversità degli studi di genova
progetto grafico / graphic design silvana amatosapienza università di roma
con / with marta b dau
si ringraziano / thanks alsofederica passarelli, paola schiattarella
traduzioni / translationsait, claudia vettore
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indice Y p.8p. 11 comunicare il design italianop.13 la cultura del progettop. 14 dall’architettura al designp. 15 il design è unop. 16 i contenuti necessarip. 18 comunicare il designp.20 le inquietudini del design italianop.22 il tempo del designp.24 l’italia del saper fareY p.267 the italian’s design
Y p.29
01 comunicazionep.31 note sulla comunicazione del design italianop.34 la comunicazione del design: apparenze sensibilip.36 comunicazione del prodotto e prodotti culturali:l’esempio degli house organ italianip.39 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.278 communication
Y p.57
02 creativitàp.59 il nuovo made in italy del design indipendente o “la profezia di ettore”p.62 creatività e sperimentazione matericap.65 tecniche applicative della creativitàcome strumento progettualep.68 gli ambienti e i luoghi che generano innovazionep.70 storia e storie di designp.75 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.283 creativity
Y p.87
03 iconep.89 evoluzione e stratificazioni fluttuantip. 92 il design italiano: da singolare a pluralep.94 marche icona: dal costume alla culturap.96 iconicità e riedizioni: incontri sulla superficie delle cosep.99 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.291 icons
Y p. 111
04 ingegno del farep. 113 innovativi per tradizionep. 118 “saper fare bene le cose”: il nuovo rinascimento del design italianop. 120 auto-produttori d’italiap. 123 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.297 ingeniousnes in making
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Y p. 137
05 innovazionep. 139 il gene dell’innovazionep. 143 decontestualizzazione per innovarep. 145 innovazione come attitudinep. 148 l’innovazione tecnologica passa attraverso il designp. 151 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.303 innovation
Y p. 165
06 musei e conoscenzap. 167 musei temporanei installazioni permanentip. 169 idee di museo, idee di designp. 172 il vetro oggi, incontri con la biennalep. 175 musei d’impresa e di progetto per il design:verso una nuova fasep. 177 tra spettacolarizzazione tecnologica e narratività p. 181 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.310 museums and knowledge
Y p. 193
07 territori e valorip. 195 territori morfogenetici del design italianop. 198 giacimenti di saperip. 200 territori criticip. 203 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.317 territories and values
Y p.219
08 visioni e utopiep.221 nebulose concretep. 225 nuove naturep. 228 nuove etiche e approcci allo sviluppop.231 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.323 visions and utopia
Y p.245
09 designer e imprenditorep.247 italia: un rapporto speciale tra designer ed impresap. 250 desing conduttivop. 253 impresa e design, successi e di∞coltàp. 257 20. 00. 11 raccolta iconograficaY p.329 designer and entrepreneur
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§03 iconecoordinamento federica dal falco
03.a evoluzione e stratificazioni fluttuantidi federica dal falco03.b il design italiano: da singolare a pluraledi alfonso morone03.c marche icona:dal costume alla culturadi adriana feo03.d iconicità e riedizioni:incontri sulla superficie delle cosedi rossana carullo, spartaco paris20. 00. 11 raccolta iconograficaa cura di rossana carullo, spartaco paris
coordinamento ricerca sapienza università di roma
team di ricerca sapienza università di roma,
università degli studi di napoli federico II,
politecnico di bari, università degli studi di sassari
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Attribuire ad un oggetto la qualifica di icona è una questione complessa. Gli aspetti più evidenti del suo si-
gnificato possono essere compresi adottando una chiave di lettura trasversale, l’evoluzione biologica, che si
basa sul presupposto di un’analogia tra ordini naturali e artificiali. 1 ¶ Le ottiche metaforiche cui si fa riferi-
mento sono da un lato la lente del paleontologo che scruta a ritroso le linee evolutive a partire dalle serie ini-
ziali, dall’altro quella del biologo che analizza gli aspetti relativi ai cambiamenti dei più “evoluti” collocati al-
l’estremo opposto. ¶ In generale lo schema di sviluppo di un oggetto presenta analogie con quello degli esseri
viventi (nascita, espansione, saturazione e decadimento) tanto più se si assume come riferimento il parago-
ne tra copiatura e ereditarietà. Un oggetto primario viene ricalcato, modificato attraverso graduali trasfor-
mazioni influenzate da “fattori ambientali” legati ai contesti e trasmesso da una generazione di artefici al-
l’altra. I pacchetti di dati destinati a sopravvivere nel tempo sono quelli le cui morfologie accolgono
l’innovazione tecnologica e la manipolazione estetica mantenendo stabile senso e funzione. Dalle forbici da
tosatura, basate da sempre sul principio di una leva del terzo genere aggiornate nei materiali e nelle lame
piatte; alle saponette di cui sono conservati antichi stampi; ai tavoli e alle pentole, gli oggetti domestici sem-
brano tra loro collegati da una catena che parte dalla storia più antica per arrivare all’industrial design.2
evoluzione e stratificazioni fluttanti Y Uno degli aspetti che caratterizza l’evoluzione morfologica dei
manufatti sono le innovazioni impreviste che spesso seguono percorsi non lineari, portando a di≠eren-
ziare i caratteri filogenetici dei prodotti. Le contaminazioni tra elementi, anche dovute all’interferenza
del caso, avvengono attraverso incursioni dei progettisti nella storia, liberi trasferimenti e innesti di for-
me e concetti prelevati lungo il binario del tempo. I saccheggi, a volte inconsapevoli, sono influenzati
dalle oscillazioni del gusto, dall’alternanza tra linee serpentine e rette, organicità ed astrazione,3 deco-
razione bulimica e materia al grado zero. Così anche un prodotto nuovo di zecca può essere dotato di
una qualità singolare emozionale dovuta al fatto che incorpora un déjà-vu. 4 ¶ Nella proliferazione inin-
terrotta di oggetti alcuni hanno un carattere di permanenza, certi scompaiono per poi magari essere
nuovamente reinterpretati e prodotti, altri si evolvono. ¶ Questo mobile insieme delle cose generalmen-
te ci sopravvive 5 permettendoci di ricostruire civiltà e culture a partire dai reperti archeologici conser-
vati nel sottosuolo fino ad arrivare a quella stratificazione fluttuante depositata sulle superfici che ci cir-
condano, la cui conservazione è condizionata dal sentimento a≠ettivo del singolo e/o del gruppo. Alcuni
esemplari del moderno sono scampati all’obsolescenza mantenendo le loro caratteristiche originarie.
Come la poltrona pieghevole Tripolina con struttura lignea, giunzioni di metallo e seduta in tela anco-
ra oggi prodotta da Citterio o gli occhiali da sole Persol 649 del 1938, ripresi e rilanciati nel ’57 e anco-
ra oggi proposti sul mercato in Rhodoid e lastre di cristallo. 6
evoluzione e stratificazioni fluttanti Y Il pensiero di alcuni oggetti sopravvissuti ha uno strano rifles-so urbano. Nonostante siano venduti nei supermercati la loro immagine si accompagna a quella di
esercizi commerciali di quartiere e di paese, come piccole cartolerie, negozi di alimentari e mercerie,
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§03 icone03.a evoluzione e stratificazioni fluttuantidi federica dal falco
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9003.a icone
oramai in declino. Basti pensare all’uovo di legno per rammendo, alla colla solida Coccoina modello
603 col suo barattolino color argento e il logo blu-violetto creata nel 1927, alle puntine di alluminio As-
sa del ’32; alla Nivea Creme dalla scatola tonda blu notte; al packaging sempreverde del dado Star clas-
sico dove è ancora impressa l’immagine rassicurante-perturbante di una signora anni Cinquanta che ci
sorride avvicinando il cucchiaio alle labbra. ¶ Secondo le teorie post darwiniane, le estinzioni sono la
normalità. Il paleontologo Stephen J. Gould sostiene che oltre alle “perdite microevolutive” causate da
processi ecologici locali,7 le specie sono scomparse in corrispondenza delle rotture tra le ere geologiche.
Anche l’inabissamento di alcuni oggetti può essere letto in relazione ad improvvisi schianti dovuti all’in-
novazione tecnologica. Basti pensare alla recente rivoluzione telematica che ha comportato una doppia
lista di oggetti, da un lato quelli in via di estinzione e dal-
l’altro nuovi strumenti e prodotti. Nell’elenco dei desueti,
oggi quasi introvabili, potremmo appuntare nomi, gesti e
riti (il gettone telefonico, la carta carbone, le lamette da
barba...) che sembrano appartenere ad un’altra era geolo-
gica. Al loro posto vi sono i cosiddetti oggetti intelligenti
dalle forme e superfici enigmatiche, sempre più perfor-
mativi e interattivi che celano interfacce, menù, servizi.
evoluzione e stratificazioni fluttanti Y La maggior parte deglioggetti classici, la cui forma è uno stampo disegnato
di ciò che accoglie o contiene (una sedia, un cappello, un
piatto…) è riconducibile alla categoria dei sopravvissuti
evoluti, secondo una nota distinzione rispetto alla quale
vi sono artefatti la cui forma comunica la funzione pri-
maria, o esalta la funzione seconda .8 Alcuni di questi og-
getti sono icone, nel senso che il loro valore intrinseco,
materiale e d’uso, si è rivestito di qualità simboliche le-
gate all’immagine e alla sua comunicazione. Le icone, ol-
tre al fatto di essere considerate come determinanti l’i-
dentità del progetto italiano per l’industria, hanno la
capacità di generare le scene nelle quali si sono svolti o si
svolgeranno i comportamenti legati al loro impiego. In
questo senso gli oggetti iconici sono “documenti visivi”
che riproducono l’estetica e la memoria individuale e
collettiva in cui i ricordi soggettivi si sovrappongono alle
immagini pubblicitarie e a quelle cinematografiche.
Ogni artefatto comunica un “contatto” con il vissuto ed
ha il singolare potere di innescare in modo imprevedibi-
le “un sistema di proiezioni” mentali. ¶ Tra le icone calco
evolute, sono esemplari le varianti morfologiche di due
sedie legate a riferimenti lontani nel tempo. Con la Leggera (1951) e la Superleggera (1957) Giò Ponti
reinterpreta, sperimentando nuove tecnologie, la sedia di Chiavari che a sua volta riprende le linee del
modello capostipite ottocentesco di Giuseppe Gaetano Descalzi; mentre la Milano di Aldo Rossi (1988)
è una rivisitazione ironica di un’austera tipologia toscana trecentesca. Nel campo della moda, tra gli og-
1. P. Steadman, The Evolution of Design,
Cambridge University Press, 1979.§2. A. Branzi, Capire il design, Giunti, Firenze 2009.§3. R. Bianchi Bandinelli, Organicità e astrazione,
Electa, Milano 2005 (ed. orig. 1956).§4. F. Dal Falco, Sopravvissuti. L’evoluzione
del più adatto, diid, Rdesignpress, Roma,
vol. 24-25, 2007, pp. 80-87.§5. In un recente libro R. Bodei sviluppa tale
concetto a partire da Las Cosas, una poesia
di J. L. Borges. R. Bodei, La vita delle cose, Laterza,
Roma-Bari 2009, p. 32. §6. A. Bassi, Design anonimo in Italia, Electa,
Milano 2007, pp. 150-153; 138-141.
û S. Ferragamo, calzature estive con tomaia di paglia sintetica, anni Quaranta.
û M. Nizzoli, Lettera 32,Olivetti, 1963, annuncio pubblicitario.
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getti di culto del periodo autarchico, vi sono i sandali di Salvatore Ferragamo dalla suola ortopedica in
sughero, con fasce tessute a mano in fibre naturali, o con la tomaia di cellofania a trame multicolori bre-
vettata nel 1942.9 La creazione riprendeva le forme di una calzatura popolare tipica della cultura medi-
terranea coniugandola ad uno stile di vita moderno. Un passaggio concettuale che presenta delle ana-
logie con gli studi e i progetti sulla casa razionalista condotti in quegli anni da Bernard Rudofsky e Luigi
Cosenza nel territorio campano e a Procida.10 Le scarpe con la zeppa sono state ridisegnate in moltepli-
ci forme dagli anni Settanta ed è singolare come la collezione estiva Prada 2011 sia ispirata nei colori e
negli intrecci ai modelli in cellophan di settant’anni fa.
evoluzione e stratificazioni fluttanti Y In questo quadro – considerando il design italiano “un fenome-no policentrico ma unitario” 11 assimilabile ad un
grande collage in progress – i saggi proposti sviluppano
il tema sulle icone in chiave evolutiva secondo tre ango-
lazioni. Alfonso Morone restituisce una fotografia del
progetto contemporaneo mettendo a fuoco come la pro-
liferazione e la crescita del design abbiano trasformato la
professione del designer allontanandola dalle figure dei
grandi maestri; mentre Adriana Feo propone un’incisiva
analisi sull’evoluzione del brand a partire da classici
esempi di comunicazione per arrivare al design degli
eventi culturali. Rossana Carullo e Spartaco Paris tratta-
no in modo rigoroso la questione delle “riedizioni” per
poi evidenziare, attraverso il repertorio iconografico del-
la seconda parte, le trasformazioni degli oggetti contem-
poranei: uno sciame di artefatti specchio di un paesaggio
eterogeneo dai confini labili dove fluttuano mutevoli i
comportamenti e l’estetica del nostro tempo.
91
7. K. Sterenly, La sopravvivenza del più adatto,
Ra≠aello Cortina editore, Milano 2004.§8. U. Eco, La struttura assente. La ricerca semiotica
e il metodo strutturale, Bompiani, Milano 2002.§9. M. Lupano, A. Vaccari (a cura di), Una giornata
moderna. Moda e stili nell’italia fascista 1922-1943,
Damiani, Bologna 2009, pp. 252-255.§10. F. Dal Falco, L’ingegnere centauro, in M. P. Fontana,
M. Y. Mayorga (a cura di), Luigi Cosenza. Il territorio
abitabile, Alinea, Firenze 2007, pp. 131-139.§11. A. Branzi, Il Design italiano 1964-1990, Electa,
Milano 1996, p. 17.
û G. Ponti, Superleggera, sedia, Cassina, 1957.
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