Delli Zotti 2010 Gli studenti delle superiori di Udine. Scuola e lavoro, tempo libero, famiglia e...

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QUADERNI DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE POLITICHE E SOCIALI DISPES 01/2010 Giovanni Delli Zotti GLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI UDINE SCUOLA E LAVORO, TEMPO LIBERO, FAMIGLIA E SOCIETA’ Luglio 2010 Indagine promossa da: CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI – UDINE

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QUADERNI DEL DIPARTIMENTO DI

SCIENZE POLITICHE E SOCIALI

DISPES 01/2010

Giovanni Delli Zotti

GLI STUDENTI DEGLI ISTITUTI SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI UDINE

SCUOLA E LAVORO, TEMPO LIBERO, FAMIGLIA E SOCIETA’

Luglio 2010

Indagine promossa da:

CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI – UDINE

Giovanni Delli Zotti Gli studenti delle superiori

Quad. DiSPeS 01/2010 1 www.dispes.units.it

Quaderni del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali Università degli Studi di Trieste

DiSPeS: 01/2010

Gli studenti delle superiori della provincia di Udine: scuola e lavoro, tempo libero, famiglia e società

di Giovanni Delli Zotti

Udine – luglio 2010

Sommario

Introduzione 1 1. Caratteristiche degli studenti intervistati 1 2. Gli studenti: come si vedono 5 3. Il tempo libero 8 4. L’associazionismo 14 5. I rapporti con i genitori 16 6. Il lavoro 19 7. La scuola 21 8. La società 29

Introduzione

La ricerca qui illustrata fa seguito ad una serie di altre indagini svolte con un questionario di base assai simile, modificato e semplificato in quest’ultima edizione. Diverse domande e batterie di do-mande hanno mantenuto la stessa formulazione e ciò consentirà di effettuare in altra sede interessanti comparazioni sugli eventuali mutamenti nell’universo giovanile nell’arco di una decina di anni: infatti, le interviste qui analizzate sono state realizzate nel 2007, mentre le precedenti rilevazioni si sono svol-te nel 2001 e nel 1997*.

Promossa dalla Consulta Provinciale degli Studenti di Udine (www.cpsudine.com), la ricerca è par-te di una serie di azioni per la prevenzione delle dipendenze rientranti nel progetto “Challenge”, nel-l’ambito del più ampio progetto interministeriale “Le Consulte Provinciali degli Studenti per la pre-venzione delle Tossicodipendenze” D.M. 28/07/2000 del Ministero par la Solidarietà Sociale.

I primi risultati sono stati divulgati collocando alcuni grafici e tabelle in siti internet che sollecita-vano la discussione tra i giovani; sono stati anche presi in esame da gruppi di studenti, docenti ed esperti nelle serate televisive “Effetto Friuli Giovani”, andate in onda in diretta sull’emittente Tele-Friuli. Le trasmissioni hanno riscosso notevole successo e hanno suscitato numerosi interventi del pubblico che le seguiva da casa, a testimonianza dell’interesse che suscitano le tematiche affrontate.

1. Caratteristiche degli studenti intervistati

Nella tab. 1 sono elencati gli istituti superiori della provincia di Udine nei quali si sono realizzate le interviste ed è anche riportato il loro numero e la ripartizione percentuale.

Nel campione prevalgono le femmine (58%) che sono dunque moderatamente sovra rappresentate, perché, secondo i dati censuari, gli studenti delle superiori sono quasi equamente ripartiti tra i generi. Ciò può essere dipeso dalla scelta degli istituti nei quali è stata effettuata la rilevazione: infatti, dalla fig. 1 si nota chiaramente che la ripartizione per genere varia molto secondo il tipo di istituto. Le stu-dentesse sono più presenti negli istituti psico-pedagogici, nelle scuole d’arte e licei artistici, negli isti-tuti tecnici e professionali commerciali e al liceo scientifico. I maschi costituiscono la maggioranza degli studenti negli istituti tecnici e professionali industriali e nei licei classici.

* Ringrazio il preside Dino Del Ponte, promotore di tutte le indagini citate, e il presidente della Consulta prof.

Emanuele Bertoni, per l’entusiasmo e la collaborazione in tutte le fasi di questo lavoro.

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Tab. 1 – Sede e istituto

N % Cervignano Iti Malignani 79 4,7 Cervignano Scientifico Einstein 59 3,5 Cividale Centro Formazione prof. 46 2,7 Cividale Itas 82 4,8 Codroipo Malignani 2000 36 2,1 Gemona Ipsia D'Aronco 74 4,4 Gemona Itc Marchetti 88 5,2 Gemona Scientifico Magrini 101 5,9 Latisana Ipsc Mattei 58 3,4 Latisana Ipsia Ceconi 16 ,9 Latisana Scientifico Martin 28 1,6 Lignano Iti Brazzà 31 1,8 Palmanova Itc Einaudi 36 2,1 S. Pietro al Natisone Magistrale 69 4,1 San Daniele Isis Mancini 38 2,2 San Giorgio di Nogaro Ipsia 23 1,4 Tarvisio Scientifico 13 ,8

N % Tolmezzo Ipc Linussio 34 2,0 Tolmezzo Ipsia Candoni 23 1,4 Tolmezzo Itc Gortani 48 2,8 Tolmezzo Iti Solari 37 2,2 Udine Arte Sello 54 3,2 Udine Classico Stellini 38 2,2 Udine Ipsc Stringher 179 10,5 Udine Istituto Bearzi 1 ,1 Udine Istituto Bertoni 14 ,8 Udine Itc Deganutti 37 2,2 Udine Itc Zanon 61 3,6 Udine Iti Malignani 59 3,5 Udine Magistrale Percoto 60 3,5 Udine Prof. Ceconi 83 4,9 Udine Scientifico Bertoni 10 ,6 Udine Scientifico Copernico 83 4,9 Totale interviste 1698 100,0

Fig. 1 – Tipo di istituto per genere

13,2

19,8

24,1

29,6

37,2

42,0

46,8

64,1

66,2

66,8

86,8

80,2

75,9

70,4

62,8

58,0

53,2

35,9

33,8

33,2

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

pedagogico

professionale commerciale

artistico

tecnico commerciale

scientifico

IN COMPLESSO

formazione professionale

professionale industriale

classico

tecnico industriale

maschio femmina Un po’ più di uno studente su cinque ha ripetuto almeno una classe (fig. 2) e la differenza tra ma-

schi e femmine è di dieci punti (17,3% per le femmine e 27,3% per i maschi). La percentuale di ripe-tenti non sale gradualmente con la classe frequentata, come è lecito attendersi visto che ogni anno in più trascorso a scuola fa aumentare la probabilità di essere bocciati; la spiegazione risiede nel fatto che alcuni studenti già bocciati (a volte ripetutamente) gettano la spugna e abbandonando la scuola; ciò accade anche perché non frequentano più la c.d. “scuola dell’obbligo”.

L’insuccesso scolastico è in chiara relazione con il livello culturale dei genitori; infatti, tra i figli dei genitori di basso livello culturale quasi uno su quattro ha ripetuto almeno una classe, percentuale che scende a circa la metà (uno su otto) tra i figli di genitori con i più elevati livelli di istruzione (va comunque notato che, superato il livello culturale più basso, la relazione è molto più attenuata). Non è chiara invece la relazione con l’occupazione del capofamiglia e ciò a causa del fatto che le categorie sono molto differenziate al loro interno: si nota solo una maggiore incidenza di ragazzi ripetenti tra i figli dei lavoratori autonomi, mentre il valore meno elevato si registra tra i figli degli operai. L’asso-

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ciazione più evidente è quella con il tipo di istituto: ci sono solo il 15 e 17% di ripetenti rispettivamen-te nei licei e negli istituti tecnici, mentre negli istituti professionali si sale a oltre uno studente su tre (35,3%) e negli istituti di formazione professionale si arriva quasi ad uno studente su due (48,9%).

Fig. 2 – Ripetuto qualche classe per genere, classe, livello culturale dei genitori, professione del capofamiglia e tipo di isti-tuto

48,9

35,3

17,5

15,4

22,9

18,3

21,9

24,3

20,4

24,1

22,8

22,3

12,5

22,3

18,4

27,1

20,5

19,3

17,3

27,3

21,5

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0

formaz. prof.

professionale

tecnico

liceo

inocc. o altro

operaio

impiegato

autonomo

imprend./l.prof.

basso

medio-basso

medio-alto

alto

V

IV

III

II

I

femmina

maschio

IN COMPLESSOT

ipo

di

isti

tuto

Pro

fess

ion

e

ca

po

fam

igli

a

Liv

ello

cu

ltu

rale

Cla

sse

Ge

ne

-

re

Si può analizzare il successo scolastico anche considerando i debiti formativi che gli studenti hanno

dichiarato di avere collezionato; non ha debiti poco più del 60% degli studenti e un altro17% circa ne ha uno solo. Significative percentuali di studenti hanno due debiti (circa 11%), tre (6,3%) e quattro (2,2%); solo percentuali del tutto marginali di studenti ne hanno in numero superiore (fino al massimo di sette). Nella fig. 3 sono rappresentate le differenze tra maschi e femmine, accorpando i debiti da tre in su.

Fig. 3 – Debiti formativi per genere

4,1

10,7

11,5

17,0

56,8

1,7

7,7

11,0

16,5

63,0

0 10 20 30 40 50 60 70

non risp.

3 o più

due

uno

nessuno

femmina

maschio

Che le femmine abbiamo migliori risultati a scuola lo si può apprezzare sinteticamente anche con il

riscontro della media, pari a 0,8 debiti per i maschi, a fronte di 0,65 per le femmine (ultima colonna

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della tab. 2). È quasi banale sottolinearlo, ma oltre il 50% di coloro che sono ripetenti hanno almeno un debito formativo e il 30% due o più, mentre quest’ultima percentuale scende al 17% per coloro che non hanno mai ripetuto una classe: in media 1,17 debiti per i ripetenti contro 0,59 per gli altri. Per faci-litare la lettura, nella tab. 2 e in quelle successive sono segnalati con i numeri in bianco e sfondo verde (scuro se visto in bianco e nero) e con sfondo rosa (chiaro se in bianco e nero) le celle che contengono valori distanti una deviazione standard dal totale, rispettivamente in più e in meno.

Si riscontra un maggior numero di studenti senza debiti formativi tra quelli che frequentano gli isti-tuti di formazione professionale (in media 0,34 contro 0,7/0,8 circa degli altri) e ciò suona un po’ pa-radossale in quanto, come abbiamo visto in precedenza, in questa scuola vi sono più ripetenti. Anche se il basso numero di interviste realizzate in questo tipo di istituto deve indurre alla prudenza, la situa-zione non è poi così paradossale se la bocciatura è una misura alternativa all’assegnazione di debiti formativi per sanzionare lo scarso profitto scolastico.

Tab. 2 – Debiti formativi (percentuali e valori medi) per ripetenza e tipo di istituto

Non risp. Nessuno Uno Due 3 o più% % % % % % N Media

Ripetente sì 4,4 42,2 21,1 13,7 18,6 100 365 1,17

no 2,3 65,4 15,5 10,5 6,3 100 13330,59

Tipo di liceo 1,2 61,0 18,0 10,9 8,9 100 687 0,7

istituto tecnico 3,1 60,1 15,8 12,9 8,0 100 5870,71

professionale 4,5 57,6 17,2 9,8 10,9 100 3770,79

formaz. prof. 6,4 78,7 4,3 4,3 6,4 100 47 0,34

Totale 2,7 60,4 16,7 11,2 9,0 100 16980,71

Totale

Il livello culturale dei genitori che abbiamo già usato nei grafici e nella tabella precedente è un in-

dicatore ottenuto attribuendo punteggi crescenti ai titoli di studio dei genitori; i punteggi sono poi stati sommati in un semplice indice segmentato su quattro livelli: in entrambi i due estremi (livello cultura-le alto e basso) sono collocati un po’ meno del 20% dei genitori; le due categorie intermedie presenta-no invece una leggera asimmetria: il 27% è collocato nel livello medio-basso ed il 35% nel livello me-dio-alto (tab. 3).

Si nota un’indubbia associazione con la professione del capofamiglia in quanto i genitori di livello culturale elevato sono un terzo tra imprenditori, liberi professionisti e dirigenti e oltre il 20% tra gli impiegati, mentre sono meno del 10% tra i lavoratori autonomi e gli operai. Poco significativa è la percentuale relativa alla categoria “inoccupato e altro”, perché in essa sono raggruppate situazioni al-quanto eterogenee.

Tra gli studenti che frequentano il liceo un quarto ha i genitori di livello culturale elevato; si scende al 16% per gli istituti tecnici e a meno del 10 negli istituti professionali. Curiosamente, risale la per-centuale di genitori con titoli di studio elevati nei corsi di formazione professionale, ma può essere l’effetto della scarsa numerosità degli studenti di questo corso, ulteriormente ridotta visto che alcuni di essi non hanno indicato il titolo di studio di uno o entrambi i genitori.

Tab. 3 – Livello culturale dei genitori per occupazione del capofamiglia e tipo di istituto

medio- medio-basso alto

% % % % % Nimprend./l.prof. 8,8 20,9 36,6 33,8 100 388autonomo 20,2 36,2 33,9 9,7 100 257impiegato 11,6 25,7 40,8 21,9 100 311operaio 26,5 28,8 36,4 8,3 100 423inocc. o altro 34,8 27,4 23,5 14,3 100 230liceo 14,6 22,0 37,8 25,6 100 672tecnico 19,3 31,1 33,7 15,9 100 566professionale 28,5 29,6 32,1 9,8 100 358formaz. prof. 17,5 32,5 35,0 15,0 100 40

Totale 19,3 27,1 35,1 18,5 100 1636

Totale

Occupazione capofamiglia

Tipo di istituto

basso alto

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La situazione familiare è descritta dal grafico a torta (fig. 4) dal quale si nota che in oltre l’80% dei casi i genitori sono sposati o conviventi, nel 3% è presente uno solo dei due genitori; in più di una fa-miglia su 10 (12%) i genitori sono separati oppure divorziati.

Il grafico a barre a destra mostra che c’è un’evidente relazione tra situazione familiare e successo scolastico: gli studenti che vivono all’interno di famiglie “irregolari” incorrono più facilmente in una o più bocciature: il fenomeno interessa in generale circa il 20% degli studenti, ma la percentuale sale a quasi il 30% per i figli di genitori separati e si raggiunge il 36,5% quando i genitori sono divorziati. Tra coloro che non indicano la situazione familiare la percentuale di studenti che hanno subito almeno una ripetenza è molto vicina a quella riscontrabile tra le famiglie irregolari, il che può far pensare che proprio la difficile situazione familiare li abbia indotti a non rispondere a questa delicata domanda.

Fig. 4 – Situazione familiare e percentuale studenti ripetenti per situazione familiare

sposati o

conviventi 82%

ha un solo

genitore 3%

separati 6%

divorziati 6%

non risposto 3%

21,5

31,0

36,5

29,2

23,2

19,4

0 10 20 30 40

IN COMPLESSO

non risp.

divorziati

separati

ha un solo genitore

sposati o conviventi

2. Gli studenti: come si vedono

Descritte le caratteristiche generali degli studenti, usate a fini interpretativi nel resto del lavoro, passiamo alla parte “sostantiva” della ricerca. Il questionario all’inizio proponeva una batteria di do-mande con le quali si chiedeva ai ragazzi di tracciare il proprio profilo usando una serie di 27 aggettivi su ognuno dei quali potevano attribuirsi un punteggio da 1 (= per nulla) a 7 (= molto). Nella fig. 5 gli aggettivi sono ordinati secondo la somma delle percentuali delle risposte che sostanzialmente indicano riconoscimento nell’aggettivo (modalità da 7 a 5). La scelta di colori uguali (con suddivisione interna) consente di apprezzare l’entità complessiva dei giudizi positivi, della fascia intermedia (modalità 4) e della risposte con le quali gli studenti sostanzialmente rifiutano l’aggettivo proposto (da 3 a 1).

Gli aggettivi e le “rappresentazioni” nelle quali si riconoscono maggiormente sono “allegro”, “so-cievole”, ma anche “indipendente”, “altruista” e poi “cercato dagli altri”, “abile negli sport”, “soddi-sfatto di sé”, “intellettualmente vivace”, “paziente” e “tranquillo”. Da “fisicamente attraente” in poi scende al di sotto del 50% la quota di studenti che si riconoscono nelle descrizioni proposte.

L’unica caratteristica negativa infiltrata nelle parti alte della classifica è “vive alla giornata”: evi-dentemente numerosi studenti non la considerano tale (cioè negativa). Le qualificazioni che il senso comune considera negative (segnalate da un triplo asterisco) sono comunque quelle nelle quali gli stu-denti si riconoscono di meno e non a caso sono collocate prevalentemente in fondo alla classifica; risa-lendola dal fondo, notiamo che sono sostanzialmente rifiutati da oltre il 50% aggettivi come “violen-to”, “opportunista”, “intollerante”, “individualista” e “introverso”.

È spontaneo concentrare l’attenzione sugli aggettivi che si trovano in cima e in fondo alla classifica perché caratterizzano nitidamente gli studenti; è molto “evocativo” dire che quasi tutti si vedono alle-gri e socievoli, mentre quasi tutti rifiutano l’etichetta di violenti. Ma, a nostro avviso, è altrettanto inte-ressante notare che su “timido”, “ribelle” e “diffidente” le valutazioni sono quasi equamente contrap-poste: le quote di studenti che rifiutano o accettano queste caratterizzazioni hanno infatti consistenza quasi uguale e anche aggettivi che si collocano in posizioni vicine, come “permaloso” e “teso”, dimo-strano grosso modo la stessa capacità di polarizzare le autovalutazioni.

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Fig. 5 – Caratteristiche personali auto attribuite

0 20 40 60 80 100

***Violento

***Opportunista

***Intollerante

***Individualista

***Introverso

***Teso

***Diffidente

***Ribelle

***Timido

***Permaloso

Sicuro

Idealista

***Impulsivo

Calmo

Realizzato

Fisicamente attraente

Tranquillo

Paziente

Intellettualmente vivace

*** Vive alla giornata

Soddisfatto di sé

Abile negli sport

Cercato dagli altri

Altruista

Indipendente

Socievole

Allegro

molto 6 5 4 3 2 per nulla

Fig. 6 − Aggettivi con le più ampie differenze percentuali delle risposte “molto” tra maschi e femmine

2,3

2,4

2,7

3,0

3,0

5,1

6,6

6,8

2,2

2,8

3,2

3,4

3,6

3,6

4,8

10,1

0 2 4 6 8 10 12

Indipendente

Paziente

Socievole

***Timido

Intellettualm. vivace

***Permaloso

Altruista

Allegro

***Impulsivo

Realizzato

Idealista

Soddisfatto di sé

Fisicamente attraente

***Opportunista

***Violento

Abile negli sport

fem

min

am

asc

hio

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Nella fig. 6 sono evidenziati gli aggettivi per i quali si riscontrano le più notevoli differenze di ge-nere; i maschi si riconoscono “molto” più frequentemente in particolare “abili nello sport”, poi “fisi-camente attraenti”, “soddisfatti di sé” e “idealisti”, ma anche, tra gli aggettivi connotati negativamente, “violenti”, “opportunisti” e “impulsivi”. Sono più numerose invece le femmine che si vedono molto “allegre”, “altruiste”, “intellettualmente vivaci”, “socievoli”, “pazienti” e “indipendenti” e, tra gli ag-gettivi che qualificano negativamente, “permalose” e “timide”.

Calcolando separatamente per maschi e femmine i punteggi medi, è possibile osservare, oltre alle differenze di genere, la posizione che gli aggettivi “mediamente” occupano all’interno del campo di variazione (da 1 a 7). Dalla fig. 7 si vede innanzitutto che il punteggio generale (media delle risposte su tutti gli aggettivi) si colloca un po’ al di là del centro teorico del campo di variazione, ma è un effet-to della leggera prevalenza di aggettivi che connotano positivamente i ragazzi. Si vede anche che i ma-schi, a prescindere dall’aggettivo chiamato in causa, tendono ad attribuirsi punteggi medi leggermente più elevati di quelli delle femmine.

Fig. 7 − Aggettivi con le più elevate differenze medie nei punteggi di maschi e femmine

Gli aggettivi sono ordinati secondo i valori medi calcolati sui maschi; si possono così più agevol-

mente individuare gli scostamenti delle femmine. Tutti gli aggettivi che esprimono giudizi positivi si collocano sopra alla media generale e le autovalutazioni dei maschi sono quasi per tutte le caratteristi-che ancor più positive. Le femmine tendono ad avere maggiore considerazione riguardo a sé stesse so-lamente per l’altruismo e la pazienza e si vedono invece meno abili negli sport, soddisfatte, sicure, fi-sicamente attraenti e idealiste.

Anche tra gli aggettivi che si collocano sotto alla media generale sono più elevati in genere i pun-teggi medi dei maschi; si tratta in questo caso di caratteristiche negative e fa eccezione solo il fatto che le femmine si vedono un po’ più permalose; si vedono invece meno ribelli e intolleranti e molto indi-vidualiste, opportuniste e violente dei maschi.

Nel grafico seguente (fig. 8) sono rappresentati gli aggettivi per i quali sono significativamente di-versi i valori medi degli studenti divisi tra ripetenti e non ripetenti. Sono quasi tutti aggettivi connotati negativamente e i valori più elevati sono sempre registrati dai ragazzi in ritardo scolastico che si vedo-no un po’ di più inclini a “vivere alla giornata”, impulsivi, ribelli, intolleranti e violenti. Più degli altri si riconoscono come abili negli sport e fisicamente attraenti, ma si tratta di caratteristiche che, pur po-sitive, hanno poco a che fare con la riuscita scolastica. Fa eccezione la sicurezza che però, se affermata da che è in ritardo scolastico, può forse essere considerata sicumera.

I ragazzi che non hanno registrato ripetenze si considerano ovviamente un po’ più vivaci intellet-tualmente e anche più timidi e introversi, ma le differenze sono piccole e non abbiamo perciò inserito questi aggettivi nel grafico. Va anche considerato che i ripetenti hanno una media generale un po’ più elevata e ciò rende le differenze reali un po’ più attenuate: un valore più alto può essere dovuto in par-te alla propensione a darsi comunque punteggi mediamente più elevati. Al contrario, le differenze si

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possono perciò considerare ancor più accentuate di quanto rivelino i dati se il valore più elevato è regi-strato dai non ripetenti che in generale propendono ad attribuirsi punteggi un po’ più bassi.

Fig. 8 − Aggettivi con le più elevate differenze medie nei punteggi degli studenti ripetenti e non ripetenti

3. Il tempo libero

Una batteria di domande cercava di determinare come i ragazzi utilizzino il tempo libero; per ogni attività si poteva rispondere da più di sei ore (a settimana) fino a mai o quasi mai. Se si fanno i con-fronti guardando alla somma delle risposte, escludendo solo coloro che rispondono “mai o quasi mai” o non rispondono (fig. 9), si colloca al primo posto l’ascolto della musica, seguito dalla frequentazione degli amici, dalla visione della televisione e dalla cura di se stessi. Le differenze consistono fondamen-talmente nel fatto che per queste ultime attività sono meno numerosi gli studenti che affermano di ef-fettuarle per un numero elevato di ore. Solo poco più del 40% degli studenti afferma di guardare la te-levisione per cinque ore o più (alla settimana) e c’è forse da rimanere un po’ scettici.

Fig. 9 – Ore dedicate settimanalmente ad attività (barre ordinate secondo la somma delle risposte da 1-2 a più di 6 ore)

0 20 40 60 80 100

Visita mostre, musei, ecc.

Suonare uno strumento

Seguire programmi radio

Cinema, teatro, concerti

Ozio (dolce far nulla)

Attività sportiva

Attività sul PC

Shopping

Internet

Lettura libri, giornali, ecc.

Cura di se stessi

Seguire programmi TV

Trovarsi con amici

Ascolto musica

più di 6 ore 5-6 ore 3-4 ore 1-2 ore mai/quasi mai non risp.

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Poco sotto, diverse attività si collocano sullo stesso piano per il numero di studenti che affermano di praticarle, ma tra esse si possono distinguere quelle che sono praticate per più tempo; uso del com-puter, navigazione su Internet (per esse c’è da ritenere che ci sia stata una sottostima del tempo di uti-lizzo), “dolce far nulla” (il 30% afferma di non stare mai o quasi mai in ozio) e attività sportiva.

Per altre attività la distribuzione è più uniforme: le percentuali più elevate si collocano sulle moda-lità centrali, anche perché alcune per loro natura, anche se praticate, non possono occupare troppo tempo; così è per shopping, andare al cinema o ad altri spettacoli, lettura di libri, giornali o riviste (non necessariamente “impegnati” o impegnativi).

Le ultime attività sono del tutto marginali ed è forse più interessante osservare, invece di quanti siano i “praticanti”, che quasi i due terzi degli studenti non ascoltano mai o quasi mai programmi ra-diofonici e che si aggirano sull’80% quelli che non suonano strumenti musicali o partecipano ad attivi-tà culturali.

L’appartenenza di genere e qualche bocciatura rivelano alcune differenze non trascurabili nell’uso del tempo libero (nella tab. 4 sono rappresentate solo le attività che hanno registrato una percentuale superiore al 10% di utilizzo per più di sei ore alla settimana). Le ragazze sono più presenti dei maschi tra coloro che affermano di dedicare molto tempo alla cura della persona; i ragazzi, come è ovvio at-tendersi, sono in particolare impegnati più a lungo con lo sport, la navigazione su Internet e altri utiliz-zi del computer. Gli studenti che sono stati bocciati dedicano un po’ più di tempo alla musica, agli amici, alla cura di se stessi, all’informatica (probabilmente con intenti ludici) e anche all’ozio. Sicco-me coloro che non hanno subito bocciature sono molto più numerosi, le percentuali complessive sono molto condizionate dalle loro risposte e dunque se ne distaccano solo quando esse sono diverse in mo-do davvero rilevante.

Tab. 4 – Dedica più di sei ore alla settimana ad una serie di attività per genere e ripetenza

AmiciAscolto musica TV Sport Ozio PC Internet

Cura di se stessi

maschio 37,4 30,3 25,1 29,3 18,0 26,6 18,0 10,0femmina 31,0 31,0 21,5 12,3 15,9 8,2 11,9 17,2sì 42,7 36,2 20,5 20,5 20,8 20,5 19,2 17,3no 31,2 29,2 23,7 19,1 15,7 14,7 13,1 13,3

Totale 33,7 30,7 23,0 19,4 16,8 16,0 14,4 14,1

Genere

Ripetente

Una domanda specifica riguarda le emozioni che i giovani provano quando si trovano in discoteca,

allo stadio o a un concerto (fig. 10); la maggior parte degli intervistati risponde che la partecipazione è un modo per sfogare le tensioni (più le femmine con quasi il 30%, rispetto ai maschi con il 23%) o provare sensazioni forti (più i maschi con il 26,4%) e c’è anche un 16,5% che va in questo luoghi per “fare qualcosa di pazzo”.

Fig. 10 – Emozioni provate in discoteca, allo stadio o a un concerto per genere

3,9

14,2

20,2

12,5

26,4

22,9

3,6

6,4

18,9

19,4

21,8

29,9

0 5 10 15 20 25 30

non risposto

nessuna emozione

fare incontri

fare qualcosa di "pazzo"

provare sensazioni forti

sfogare tensioni

femmina

maschio

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Dunque, rimane solo un 20% circa che cerca l’occasione per fare incontri e un 10% che non prova alcuna emozione. Per quest’ultima risposta c’è una netta divaricazione tra le femmine (6,4%) e i ma-schi, che in quasi il 15% dei casi affermano di rimanere “freddi”. In generale, la sproporzione tra le risposte un po’ trasgressive e quelle più “tranquille” può dipendere anche dal fatto che quelle del pri-mo tipo sono molto più numerose.

Sapere sacrificare il proprio tempo libero, cioè differire le gratificazioni al fine (presumibilmente) di un maggiore impegno nello studio, riguarda la maggioranza relativa degli studenti intervistati (quasi il 40%); a questi si aggiunge un 10% circa i quali affermano che gli impegni sono tali da addirittura non avere tempo libero a disposizione (tab. 5). A fronte di circa metà studenti assolutamente “virtuo-si”, più di un quarto afferma di essere fortemente coinvolto dalle attività che svolge nel tempo libero (26,7%); gli altri lo considerano la parte più interessante della loro vita.

Tab. 5 – Significato del tempo libero per genere, classe frequentata, ripetenza e tipo di istituto

so sacrificarlo

mi coinvolge fortemente

parte più interessante

della mia vitanon riesco ad averne

non risposto

% % % % % % NI 34,0 21,5 33,6 9,3 1,6 100 319II 36,7 26,5 27,1 9,0 0,6 100 331III 43,2 27,1 19,8 8,2 1,7 100 320IV 44,0 28,1 17,6 9,5 0,8 100 365V 40,0 30,3 16,3 13,3 0,0 100 300sì 30,7 33,2 24,7 10,1 1,4 100 365no 42,3 25,0 22,2 9,7 0,8 100 1333liceo 42,8 24,2 21,1 11,2 0,7 100 687tecnico 40,7 29,8 21,3 7,2 1,0 100 587professionale 35,3 27,3 26,3 9,8 1,3 100 377formaz. prof. 21,3 21,3 36,2 21,3 0,0 100 47

Totale 39,8 26,7 22,7 9,8 0,9 100 1698

Totale

Classe

Ripetente

Tipo di istituto

Non si evidenziano differenze elevate tra maschi e femmine, ma queste ultime affermano più fre-

quentemente dei maschi di saper sacrificare il proprio tempo libero. Una differenza simile si trova anche confrontando gli studenti in ritardo con quelli che non hanno collezionato bocciature: i ripetenti sanno meno sacrificare il tempo libero e affermano più frequentemente di farsi coinvolgere fortemente.

Diventando più maturi gli studenti assegnano minore importanza al tempo libero: la percentuale di quelli che lo ritengono la parte più interessante della loro vita scende in progressione da un terzo (33,6%), per gli studenti iscritti al primo anno, a poco più del 15% nelle classi terminali.

Differenze piuttosto nette si notano secondo il tipo di istituto, ma solo per alcune modalità di rispo-sta e in particolare per i pochi studenti che frequentano scuole di formazione professionale: percentuali assai più elevate di questi studenti affermano che il tempo libero è la parte più interessante della loro vita e sono più numerosi anche quelli che si lamentano di non avere tempo libero a sufficienza.

Un locale abituale, casa di qualcuno e gli spazi all’aperto, ognuno indicato da oltre l’80% degli stu-

denti, sono i luoghi di incontro più frequentati (oltre il 50% non deve uscire dai confini del comune e un po’ meno del 30% invece deve “andare in trasferta”) e solo poco al di sotto ci sono altri locali pub-blici come bar/pub e ristoranti/pizzerie (fig. 11).

A seguire, citati da un numero un po’ minore di studenti, ci sono locali specializzati in specifiche attività, tendenzialmente frequentati maggiormente da una clientela giovanile, come palestre e campi sportivi (frequentati nel comune di residenza da circa il 40% degli studenti, cui si aggiungono un po’ più del 20% che devono uscire dal territorio del comune). Complessivamente sono poco meno fre-quentate le discoteche, ma in questo caso è molto più spesso necessario “emigrare” perché si tratta di strutture assai meno diffuse sul territorio rispetto agli impianti sportivi di vario genere.

Infine, i luoghi meno frequentati sono proprio quelli che sono nati con il proposito di costituire un attrattore per le attività del tempo libero dei giovani: oratori e centri di aggregazione. Sullo stesso pia-no si collocano le sedi di associazioni (presumibilmente solo in pochi casi si tratta di sedi di partito);

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anche se non tutte nascono con questo esplicito proposito, sarebbe forse auspicabile che riuscissero a coagulare di più l’interesse dei giovani.

Fig. 11 – Luoghi nei quali si trovano più frequentemente con gli amici (barre ordinate secondo i valori decrescenti della rispo-sta “no”)

28,7

30,0

38,2

16,7

41,3

38,7

41,4

57,5

55,0

55,7

9,4

9,6

7,1

42,8

25,1

35,0

37,1

24,0

27,3

28,7

62,0

60,4

54,8

40,5

33,6

26,3

21,5

18,4

17,7

15,7

0 20 40 60 80 100

Centri di aggregazione

Sede associazione o partito

Oratorio o locali parrocchiali

Discoteca

Palestra/o campo sportivo

Pizzeria/ristorante

Diversi bar/pub

Luoghi aperti

Casa di qualcuno

Qualche locale abituale

nel comune in altro comune no

Tab. 6 – Luoghi nei quali si trova più frequentemente con gli amici (nel comune di residenza o in altro comune)

Locale abituale

Casa di qualcuno

Luoghi aperti

Bar/ pub

Pizzeria/ ristorante

Palestra/ campo

sportivoDisco-teca

Oratorio/ parrocchia

Centri aggre-gazione

Associa-zione/ partito

Classe I 81,3 85,7 88,2 72,6 75,4 74,1 52,3 58,3 44,9 46,4II 85,8 86,7 85,8 79,5 77,4 76,5 61,7 54,5 45,2 44,3III 86,7 85,0 85,3 82,8 76,8 71,2 62,7 47,7 40,7 41,0IV 85,4 79,8 76,7 77,7 71,1 59,1 59,6 35,0 31,7 34,3V 81,7 73,7 71,7 79,7 67,7 51,0 60,7 31,3 28,0 32,3

Totale 84,3 82,3 81,6 78,5 73,7 66,4 59,5 45,2 38,0 39,6 Non si notano spiccate differenze secondo le consuete variabili di stratificazione, salvo la classe

frequentata, un indicatore dell’età e dunque di crescente maturità. Nella tab. 6 si nota che per alcuni luoghi non si registrano differenze molto elevate, anche se alcune sono segnalate con lo sfondo colora-to (locali abituali, bar, pizzerie e la casa di qualcuno). Si può notare anche che con il procedere degli anni molti luoghi di incontro ricevono meno segnalazioni; in particolare, si abbassa molto la frequen-tazione dell’oratorio e di locali parrocchiali (da circa il 60% a quasi il 30%), di palestre e impianti sportivi (un calo di circa 25 punti percentuali) e dei centri di aggregazione (dal 45 al 28%).

Tab. 7 – Mezzi di trasporto prevalentemente usati per spostarsi

treno/ auto accom- auto au- moto/ bici- a noncorriera autobus pagnato tonomo motorino cletta piedi risp.

% % % % % % % % % Nnon risposto 27,3 24,2 12,1 12,1 7,6 4,5 9,1 3,0 100 66sede istituto 5,5 20,8 21,4 4,0 12,9 18,2 15,3 1,8 100 379fino a 10 km 35,0 27,1 14,0 8,5 7,4 3,7 0,3 4,0 100 351da 10 a 20 km 55,5 23,7 8,1 5,3 3,3 1,2 0,4 2,6 100 768oltre 20 km 64,2 17,9 5,2 3,7 6,7 1,5 0,7 0,0 100 134

Totale 39,7 23,3 12,2 5,8 6,7 5,7 4,1 2,5 100 1698

Località di residenza

Totale

Il mezzo di trasporto più usato dagli studenti è il treno (o la corriera), seguito dall’autobus (tab. 7).

Ovviamente la scelta è influenzata soprattutto dalla distanza della scuola dalla residenza, visto che nel-

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la domanda si suggeriva di fissare l’attenzione sul mezzo usato prevalentemente per questo tipo di ser-vizio. A seguire, poco meno del 20% degli studenti indica l’auto, molto più spesso accompagnati, per-ché soli gli studenti delle ultime classi sono in grado di guidarla autonomamente. Se i ragazzi risiedo-no nella stessa località dove ha sede l’istituto, poco meno della metà indica come mezzo di trasporto la bicicletta o il motorino e molti altri sono in grado di spostarsi a piedi.

Di cosa parlano i ragazzi è oggetto delle domanda seguente (fig. 12) e i fatti personali dominano,

quasi alla pari con il tempo libero e le questioni inerenti al sesso e alla vita sentimentale. In tutti questi casi le risposte “molto” sono intorno al 40%, cui si aggiunge oltre il 30% che risponde “abbastanza”.

Si parla molto anche di musica/spettacolo e di scuola/lavoro, che complessivamente si collocano quasi alla pari con gli altri argomenti “importanti”, ma con un minore numero di risposte “molto”, quasi del tutto compensato dalle risposte “abbastanza”. Anche i discorsi su abbigliamento/moda e i problemi dei giovani “tengono banco” nelle conversazioni degli studenti intervistati, su un livello di poco inferiore. Tutti gli altri argomenti sono invece assai meno frequenti, specialmente se consideria-mo le risposte in termini di “molto”: si tratta dei fatti di cronaca, problemi sociali, specifici problemi del paese o del quartiere e, infine, dei problemi religiosi, di cui parlano “molto” solo una percentuale assai minuscola di intervistati.

Fig. 12 – Argomenti di conversazione (barre ordinate secondo la somma delle risposte “molto” e ”abbastanza”)

8,2

7,6

8

17,9

27,1

20,4

20,7

36,5

39,9

46,6

7,4

24,9

27,7

34,6

37,3

31,2

45,1

48,8

33,4

36,5

33,7

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Problemi religiosi

Problemi del paese/quartiere

Problemi sociali

Fatti di cronaca

Problemi dei giovani

Abbigliamento moda

Scuola o lavoro

Musica spettacolo

Sesso e argomenti inerenti

Tempo libero

Fatti personali

molto abbastanza poco niente

Tab. 8 – Argomenti “molto” oggetto di conversazione

Fatti personali

Tempo libero

Sesso e simili

Abbiglia- mento/moda

Musica/ spettacolo

Scuola/ lavoro

Problemi giovani

Paese/ quartiere

Fatti di cronaca

Probl. sociali

Probl. religiosi

maschio 35,0 53,2 52,0 18,3 23,1 18,4 11,7 10,1 9,9 7,7 3,0femmina 67,1 42,1 36,4 40,5 25,0 27,4 27,2 9,3 9,1 9,7 2,9I 47,0 42,8 43,5 38,2 25,3 16,5 21,1 9,5 7,0 8,8 2,5II 50,2 52,7 48,4 39,4 24,4 13,6 24,4 9,7 7,9 8,2 2,9III 56,6 54,0 45,7 31,8 21,9 24,2 18,5 9,3 8,6 7,9 2,3IV 56,1 44,2 38,2 25,4 26,0 26,3 22,4 7,8 11,0 7,5 3,9V 62,1 37,9 37,0 23,5 23,5 40,3 18,1 12,8 12,8 12,8 2,9liceo 54,6 40,5 37,9 29,6 27,4 25,7 20,6 7,5 11,6 11,2 4,3tecnico 54,5 51,4 46,0 29,1 22,9 24,3 20,4 11,5 7,3 6,5 1,8professionale 54,2 51,4 43,7 38,4 20,4 20,1 22,9 10,8 9,3 8,0 2,5formaz. prof. 48,7 35,9 61,5 38,5 25,6 20,5 17,9 7,7 5,1 10,3 0,0

Totale 54,3 46,5 42,6 31,6 24,2 23,8 21,0 9,6 9,4 8,9 2,9

Genere

Classe

Tipo di istituto

Prendiamo ora in considerazione solo gli argomenti che mostrano una certa articolazione delle ri-

sposte tra i diversi tipi di studente. Iniziando dalla distinzione di genere si nota (tab. 8) che i problemi dei giovani sono di maggiore interesse per le ragazze, come pure i fatti personali, parlare di abbiglia-

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mento/moda e anche di scuola e lavoro; i maschi invece si distinguono solo per una maggiore voca-zione a parlare di tempo libero e argomenti legati al sesso.

Su diversi argomenti si nota un’accentuata differenziazione secondo l’età; in particolare, diminui-sce un po’ l’interesse a parlare di abbigliamento e di moda e cresce invece l’interesse a parlare di fatti personali, di scuola e lavoro, problemi del paese/quartiere, fatti di cronaca e problemi sociali. Infine, quanto al tipo di scuola, si distinguono in particolare gli studenti della formazione professionale per l’interesse riservato al sesso e i liceali per il maggiore interesse per i fatti di cronaca, i problemi socia-li; i liceali sono anche quelli che parlano un po’ di più di problemi religiosi, per quanto l’importanza dell’argomento rimanga del tutto flebile.

Con alcune domande si intendeva approfondire il significato dell’amicizia, iniziando da una do-

manda sulla natura dei rapporti amicali (tab. 9). La maggior parte dei ragazzi risponde che gli amici capiscono quello che essi desiderano e vogliono dire (55%); un quarto circa dei ragazzi afferma però che gli amici spesso non capiscono i loro problemi e il 17% che essi addirittura non rispettano la loro personalità. Quest’ultima dichiarazione è un po’ più frequente tra i maschi e si nota una crescita di cir-ca dieci punti percentuali passando dal primo al quinto anno di corso.

Tab. 9 – Giudizio sugli amici per genere e classe frequentata

capiscono quello spesso non non sempre non che desidero capiscono i rispettano la

risposto o voglio dire miei problemi mia personalità% % % % % N

maschio 2,8 50,1 26,6 20,5 100 713femmina 1,3 58,3 26,3 14,1 100 985I 3,1 58,3 20,9 17,8 100 321II 1,5 56,6 22,6 19,3 100 332III 1,1 57,1 29,7 12,1 100 354IV 2,0 52,2 28,1 17,6 100 391V 2,0 50,0 30,7 17,3 100 300

Totale 1,9 54,8 26,4 16,8 100 1698

Genere

Classe

Che i rapporti con gli amici siano per la maggior parte degli studenti sostanzialmente positivi lo si

ricava dal fatto che per oltre il 70% dei rispondenti le decisioni del gruppo sono prese di comune ac-cordo; alcuni (17%) si ritengono un po’ primi inter pares perché ritengono di avere un peso determi-nante nelle decisioni che vengono prese; al contrario, una minoranza relativamente ristretta di stufenti (11% circa) subisce le decisioni del gruppo per evitare di essere criticati o esclusi (tab. 10). Come for-se era lecito attendersi, sono un po’ più facilmente i maschi ad affermare di avere un peso determinan-te nelle decisioni e c’è anche una debole relazione con la classe frequentata: i più grandi sono legger-mente più propensi ad affermare di essere in grado di condizionare le scelte del gruppo.

Tab. 10 – Modalità di decisione tra amici per genere e classe frequentata

devo adattarmi prendiamo sento di avere non per non essere insieme le un peso

risposto criticato o escluso decisioni determinante% % % % % N

maschio 1,3 11,8 66,3 20,6 100 713femmina 0,8 9,7 74,8 14,6 100 985I 1,9 10,6 74,1 13,4 100 321II 0,0 12,3 71,1 16,6 100 332III 0,8 9,3 70,3 19,5 100 354IV 1,3 11,5 69,8 17,4 100 391V 1,0 9,0 71,3 18,7 100 300

Totale 1,0 10,6 71,3 17,1 100 1698

Totale

Genere

Classe

Con un’altra domanda si sono poste a confronto tre affermazioni che descrivono il rapporto con gli

amici: su due di esse si sono concentrate le risposte di quasi tutti gli studenti e ha prevalso, anche se di

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poco, quella che descrive un rapporto basato sulla “fruizione” del presente, senza alcuna progettualità, scelta da poco meno della metà degli intervistati (tab. 11). Ad essa si contrappone la risposta che enfa-tizza il ruolo del gruppo come luogo nel quale si elaborano le idee per costruire il proprio futuro (44%). Infine, sono pochi (4,7%) quelli che escono dalla logica presente/futuro e scelgono la riposta (mi fanno sentire imbranato) che era stata inserita sostanzialmente per rendere meno scoperta la con-trapposizione tra le due altre alternative.

Le differenze di genere non sono molto evidenti, anche se vi sono un po’ più di femmine che af-fermano che c’è progettualità nel loro gruppo. Ci si potrebbe attendere un aumento della consapevo-lezza del futuro con il crescere dell’età, ma il trend non è molto chiaro, visto che si registra un valore più elevato in prima e in quinta, con un calo nelle classi intermedie.

Tab. 11 – Affermazioni sui rapporti con gli amici

mi aiutano mi fanno non a progettare gusto il sentire

risposto il futuro presente "imbranato"% % % % % N

maschio 2,0 41,1 51,9 5,0 100 713femmina 1,6 46,3 47,7 4,4 100 985I 2,5 50,2 43,0 4,4 100 321II 0,6 40,1 54,2 5,1 100 332III 1,4 43,2 52,0 3,4 100 354IV 2,0 39,9 50,9 7,2 100 391V 2,3 48,7 46,3 2,7 100 300

Totale 1,8 44,1 49,5 4,7 100 1698

Totale

Genere

Classe

4. L’associazionismo

Le associazioni sportive sono i gruppi organizzati più “gettonati” dagli studenti: affermano di farne parte circa i due terzi dei maschi e poco più del 40% delle femmine (fig. 13). Al secondo posto si col-locano le associazioni ricreative, cui aderiscono poco meno della metà dei maschi e delle femmine (probabilmente si tratta spesso di gruppi informali, visto che nel questionario si suggerisce la finalità del piacere di stare assieme, del giocare).

Fig. 13 – Fa parte di qualche gruppo o associazione per genere

0 10 20 30 40 50 60 70

Nessun "sì"

Altro gruppo

Politico, sindacale

Ecologico

Sfondo sociale

Volontariato

Culturale

Religioso

Teppistico

Espressivo

Formativo

Trasgressivo

Ricreativo

Sportivo

maschio

femmina

Con qualche sorpresa al terzo posto si colloca la risposta, di per sé trasgressiva, con la quale gli

studenti affermano di fare parte di gruppi trasgressivi (30% dei maschi e più del 20% delle femmine).

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Per trasgressione si possono intendere tante cose e nel questionario si indica “fare qualche cosa di di-verso” o lo “sballo”, ma è comunque strano che ci si possa riconoscere come parte di gruppi vocati al-la trasgressione. Ovviamente le risposte sono state in parte stimolate dalla stessa presenza di questa voce nel questionario, ma rimane il fatto che gli intervistati potevano rifiutare di riconoscersi in questi gruppi. Se si può rubricare tutto ciò sotto la voce “esuberanza giovanile”, un po’ più inquietante è che oltre il 10% di maschi e più del 5% delle femmine affermano di fare parte di qualche gruppo teppistico (nel questionario si allude esplicitamente a vandalismi, pestaggi, disturbi notturni). Anche per queste risposte si può pensare ad una certa dose di volontà di provocazione, ma alcuni fatti che accadono nel-la vita quotidiana possono testimoniare che almeno per alcuni si tratta di un’affermazione sincera.

Scendendo nell’ordine delle associazioni segnalate, al quarto posto si collocano le associazioni formative (scoutismo, azione cattolica, gruppi parrocchiali), con circa il 20% delle risposte, e quelle espressive (danza, recitazione, musica, teatro, pittura), con una spiccata partecipazione femminile (ol-tre il 30%). Tutte le altre associazioni contano percentuali di aderenti sotto al 20%: si tratta, nell’or-dine, di associazioni religiose (missioni, gruppi di preghiera), culturali (ricerche, informatica, dibatti-ti), di volontariato (che si occupano di handicappati, extracomunitari, tossicodipendenti), movimenti a sfondo sociale, ecologico e infine, politico o sindacale.

Le ultime due barre del grafico indicano che circa il 10% dei ragazzi e il 20% delle ragazze affer-mano di non fare parte di alcun gruppo. Visto che molti di quelli indicati e in particolare quelli più ci-tati sono gruppi informali, che non richiedono un intenso e specifico impegno culturale o sociale, c’è da chiedersi se la botte sia mezza piena o mezza vuota; se ci si debba cioè compiacere per il fatto che molti ragazzi vivono una vita associativa o del fatto che un numero non trascurabile di essi siano isola-ti o addirittura facciano parte di gruppi che sarebbe meglio evitare.

Fare amicizia, indicato come aspetto molto o abbastanza importante dal 90% degli studenti, è il

motivo principale che spinge i giovani ad associarsi (fig. 14); a seguire, quasi a pari merito con indica-zioni intorno all’80%, il fatto che il gruppo o l’associazione consentono di trascorrere bene il tempo libero, che la partecipazione è occasione di esperienze interessanti, consente la possibilità di essere se stessi, di uscire di casa, di stare uniti e solidali e, infine, di scambiare idee e opinioni. Questo sostan-ziale plebiscito sulle funzioni del gruppo è dovuto al fatto che le motivazioni indicate nel questionario sono tutte plausibili e quasi scontante, e anche al fatto che le risposte sono indipendenti: non c’è, infat-ti, un “prezzo da pagare”, come nel caso si chiedesse di indicare, da una lista, la motivazione o le due/tre motivazioni più importanti.

Fig. 14 – Motivi per appartenere a un gruppo (ordinati secondo la somma delle risposte “molto” e “abbastanza”)

8,0

16,8

19,3

23,8

28,9

31,3

35,8

38,3

32,4

38,7

48,9

8,4

32,5

37,4

33,8

45,2

45,8

42,1

39,7

46,6

45,1

41,1

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Procurare cose

Emergere e acquisire prestigio

Sicurezza e tranquillità

Scaricare rabbie e tensioni

Scambio di idee e opinioni

Stare unito e solidale

Uscire di casa

Possibilità di essere se stessi

Occasione di esperienze

Trascorrere il tempo libero

Fare più amicizia

molto abbastanza poco niente Le residue motivazioni (scaricare rabbie e tensioni, ricerca di sicurezza e tranquillità, ricerca di

emergere e di acquisire prestigio) sono meno approvate, perché considerate molto importanti da circa

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il 20% degli studenti e abbastanza da un po’ più del 30%. Infine, sono pochi gli studenti che sottoli-neano il fatto che il gruppo a loro serve per procurarsi cose che non possono altrimenti avere (nel que-stionario si allude a sigarette, spinelli, pornografia,video-clip).

Analizzando le motivazioni tenendo conto solo della riposta “molto” (tab. 12), si vede innanzitutto che le percentuali dei maschi sono quasi sempre meno elevate, a parte l’acquisizione di prestigio e procurarsi cose, motivazioni per le quali si distinguono nettamente dalle femmine che, invece, molto più dei maschi considerano importante il gruppo per fare amicizia, per essere se stesse, per stare unite e solidali, per scambiare opinioni e infine per acquisire sicurezza e tranquillità.

Con il crescere dell’età, calano fortunatamente le risposte che indicano come molto importante pro-curarsi “cose” e diventa meno cruciale l’acquisizione del prestigio. Tra le motivazioni in calo anche quelle legate genericamente all’amicizia, alla possibilità di uscire di casa, a trascorrere il tempo libero ed essere se stessi. Crescono invece motivazioni più mature, come il desiderio di fare esperienze inte-ressanti e di scambiare opinioni ma, pur potendo scorgere questi trend, le differenze percentuali non sono molto rilevanti.

Tab. 12 – Motivi “molto” importanti per appartenere a un gruppo per genere e classe frequentata

Fare più amicizia

Trascor-rere

tempo libero

Essere se

stessiUscire di casa

Espe-rienze

interes-santi

Stare unito e solidale

Scambio opi-nioni

Scari-care

tensioni

Sicu-rezza e tran-

quillità

Acqui-sire pre-stigio

Procu-rare cose

Maschio 40,7 36,7 30,4 34,1 29,0 24,3 21,5 21,2 16,3 24,5 12,8Femmina 54,3 39,7 43,2 36,6 34,3 35,9 33,3 25,4 21,2 10,7 4,3I 53,9 42,7 45,8 39,6 27,1 32,1 23,1 24,0 19,9 22,1 7,5II 50,0 40,4 37,0 37,3 29,2 28,9 23,2 21,4 15,4 20,5 9,9III 48,9 38,1 39,0 38,7 32,8 31,9 29,9 26,3 21,2 17,8 11,6IV 46,5 36,1 36,1 32,0 37,6 28,6 30,9 23,5 16,6 12,0 6,4V 43,7 35,3 31,3 30,3 32,7 34,3 34,3 22,7 23,3 10,3 3,3

Totale 48,6 38,5 37,9 35,6 32,1 31,0 28,3 23,6 19,1 16,5 7,8

Genere

Classe

5. I rapporti con i genitori

Alcune domande sono volte a comprendere quale sia l’idea di famiglia dei ragazzi e i loro rapporti con i genitori. Un rassicurante 76,5% di studenti (dunque un po’ più di uno su quattro) considera la famiglia un importante punto di riferimento (tab. 13): un’affermazione un po’ generica che comunque esprime un atteggiamento senz’altro positivo. Coloro che sono molto critici, ritenendo che la famiglia impedisca la vera crescita di un ragazzo, sono solo il 12% e quelli che danno una risposta intermedia (la famiglia a questa età conta poco) sono meno del 10% (con una piccola accentuazione tra i maschi).

Tab. 13 – Cosa pensa della famiglia per genere, classe e tipo di istituto

impedisce la a questa un punto non vera crescita età conta importante di

risposto di un ragazzo poco riferimento% % % % % N

maschio 3,4 11,1 11,8 73,8 100 713femmina 1,0 12,7 7,8 78,5 100 985I 4,0 16,2 11,8 67,9 100 321II 0,6 15,7 11,1 72,6 100 332III 2,3 14,7 10,2 72,9 100 354IV 1,8 8,7 7,9 81,6 100 391V 1,3 4,7 6,3 87,7 100 300liceo 2,3 13,1 10,3 74,2 100 687tecnico 1,0 11,2 7,8 79,9 100 587professionale 2,4 10,9 9,5 77,2 100 377formaz. prof. 6,4 14,9 17,0 61,7 100 47

Totale 2,0 12,0 9,5 76,5 100 1698

Totale

Genere

Classe

Tipo di istituto

Giovanni Delli Zotti Gli studenti delle superiori

Quad. DiSPeS 01/2010 17 www.dispes.units.it

La maggiore maturità raggiunta progredendo nella carriera scolastica evidenzia un cambiamento di atteggiamento verso la famiglia; infatti, cresce progressivamente la percentuale di studenti che vedono nella famiglia un importante punto di riferimento (da meno del 70 a quasi il 90%), mentre scende la per-centuale di chi è molto critico, o afferma che la famiglia è ininfluente.

Sono un po’ più critici nei confronti della famiglia gli studenti del corso di formazione professiona-le che evidenziano anche una più alta percentuale di mancate risposte; abbiamo già sottolineato che questo gruppo di studenti è poco numeroso, ma spesso alquanto caratterizzato.

Secondo la maggior parte degli studenti, quando non si riesce a trovare l’accordo, i genitori cercano

di capirli (42,3%); un quarto afferma che con i genitori si ragiona, ma poi essi cercano di persuaderli (tab. 14). Un altro quarto di intervistati ha una visione meno positiva e si ripartisce quasi equamente tra chi ritiene che i genitori pretendono sempre di essere capiti e chi ritiene che operino una specie di pressione morale, facendo capire delusione e disapprovazione. Solo l’1,5% dei ragazzi afferma che i genitori hanno completamente rinunciato al loro ruolo, dando sempre ragione ai figli. Infine, circa il 5% non risponde, probabilmente perché a volte i genitori si comportano in una determinata maniera e altre volte in un’altra.

Tab. 14 – Reazione dei genitori di fronte alle opinioni diverse per genere, classe, livello culturale e tipo di istituto

pretendono ragionano fanno capire mi dannonon sia sempre cercando di delusione e si sforzano sempre

risposto io a capirli persuadermi disapprovazione di capirmi ragione% % % % % % % N

maschio 8,3 11,5 29,0 10,2 39,4 1,5 100 713femmina 2,3 13,8 23,7 14,2 44,5 1,5 100 985I 1,6 16,8 26,8 10,9 40,8 3,1 100 321II 1,2 13,3 25,9 14,2 42,8 2,7 100 332III 10,2 11,9 24,6 12,7 39,5 1,1 100 354IV 8,4 12,3 22,8 14,1 42,2 0,3 100 391V 1,3 10,0 30,7 10,3 47,0 0,7 100 300basso 4,1 17,1 23,4 16,1 37,0 2,2 100 316medio-basso 5,0 13,1 23,9 14,0 42,7 1,4 100 443medio-alto 4,2 9,6 28,0 10,6 46,0 1,6 100 574alto 6,9 14,9 26,4 9,2 41,6 1,0 100 303liceo 1,5 12,8 29,8 11,1 43,5 1,3 100 687tecnico 11,4 11,8 23,2 10,1 41,9 1,7 100 587professionale 0,8 14,3 23,3 18,6 41,6 1,3 100 377

formaz. prof. 4,3 14,9 23,4 17,0 36,2 4,3 100 47

Totale 4,8 12,8 25,9 12,5 42,3 1,5 100 1698

Totale

Genere

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Non c’è una netta differenziazione a seconda del genere, comunque le femmine rispondono in

maggiore misura che i loro genitori cercano di capirle, ma affermano anche, più spesso dei maschi, che i genitori fanno pressione esprimendo delusione e disapprovazione.

Con il crescere della maturità (passando cioè dalle prime alle ultime classi), cala un po’ la quota di studenti i cui genitori pretendono di essere obbediti senza discussioni. Con l’elevarsi del livello cultu-rale della famiglia (anche in questo caso le differenze sono piccole) vi sono meno genitori che espri-mono apertamente delusione e disapprovazione. Questa differenza si riscontra anche secondo il tipo di istituto: gli iscritti ai licei e istituti tecnici riscontrano questa situazione meno frequentemente di quelli iscritti nel sistema di istituti professionali. Gli iscritti ai licei indicano maggiormente una propensione dei loro genitori a ragionare con loro, anche se l’intento è comunque quello di cercare di persuaderli.

Secondo oltre la metà degli intervistati (55,4%), quando si tratta di prendere una decisione i genito-

ri ragionano con loro per poi decidere di comune accordo; nel 30% dei casi circa domandano il parere, ma poi decidono loro (tab. 15). Perciò rimane poco spazio per le altre soluzioni; circa il 9% afferma che i genitori stabiliscono quello che si deve fare e, al lato opposto delle possibili opzioni, sono solo

Giovanni Delli Zotti Gli studenti delle superiori

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circa il 2% (fortunatamente) quelli che hanno genitori assolutamente permissivi (si potrebbero sostene-re che semplicemente abdicano al loro ruolo) i quali permettono ai figli di fare quello che vogliono.

Non si notano differenze di rilievo secondo il genere, ma le ragazze ottengono più facilmente di decidere assieme ai loro genitori. Con il crescere dell’età si riequilibra, ma solo di poco, il rapporto tra le due soluzioni fondamentali, con una leggera diminuzione delle situazioni in cui i genitori decidono da soli o co-gestiscono le decisioni.

Pur segnalando questo dato con la cautela d’obbligo (pochi studenti intervistati), tra gli iscritti al corso di formazione professionale è più che doppia la percentuale di ragazzi che affermano che i loro genitori decidono da soli e circa tripla quella degli studenti ai quali i genitori consentirebbero di fare quello che vogliono.

Tab. 15 – Come si comportano i genitori nel prendere decisioni per genere, classe e tipo di istituto

stabiliscono domandano ragionano fannonon quello che il parere, fino a decide- quello

risposto si deve fare poi decidono re assieme che chiedo% % % % % % N

maschio 7,9 8,7 28,5 52,2 2,8 100 713femmina 1,5 8,8 30,1 57,8 1,8 100 985I 0,6 10,0 30,8 55,5 3,1 100 321II 0,6 11,4 34,6 50,9 2,4 100 332III 10,2 8,5 27,1 51,4 2,8 100 354IV 7,2 6,4 29,2 55,2 2,0 100 391V 1,0 8,0 25,0 65,3 0,7 100 300liceo 1,0 8,4 31,6 57,2 1,7 100 687tecnico 10,6 8,5 27,3 51,6 2,0 100 587professionale 0,3 8,5 29,2 59,2 2,9 100 377formaz. prof. 2,1 19,1 25,5 46,8 6,4 100 47

Totale 4,2 8,8 29,4 55,4 2,2 100 1698

Tipo di istituto

Totale

Genere

Classe

Si potrebbe ritenere che i genitori siano considerati gli adulti cui è meglio rivolgersi per consiglio

(ad esempio, riguardo al lavoro, a progetti per la vita, al sesso), ma non è così; lo ritengono i due terzi degli intervistati, ma sono ancora più importanti gli amici che superano, sia pure di poco, la percentua-le dell’80% (fig. 15). La domanda non li metteva però in concorrenza; scegliere i genitori infatti non impediva di indicare anche gli amici come confidenti. Al terzo posto si collocano altri adulti di fiducia (29% di risposte affermative), ma un terzo di studenti non risponde in quanto, probabilmente, non è venuto loro in mente nessuno o non hanno “a disposizione” altri adulti con cui confidarsi. Infine, gli insegnanti sono indicati da solo il 13% degli studenti; non è necessariamente un dato negativo: se il rapporto docente-studente giunge a questo livello di intimità certamente non c’è da rammaricarsi, ma che ciò debba accadere spesso non è necessariamente appropriato al ruolo, anzi, si tratterebbe di un sovraccarico di responsabilità non del tutto auspicabile (ogni adulto al suo posto).

Fig. 15 – Persone a cui è meglio rivolgersi

13,1

29,0

67,3

80,2

81,0

37,2

29,0

16,4

5,9

33,7

0 20 40 60 80 100

Insegnanti

Adulto di

fiducia

Genitori

Amici

sì no non risposto

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Quad. DiSPeS 01/2010 19 www.dispes.units.it

Sugli amici e sugli adulti di fiducia fanno più conto le femmine che si fidano un po’ più anche dei genitori (tab. 16). In effetti, l’ultima colonna mostra che circa il 4% dei maschi non indica alcuna delle figure suggerite; le femmine sono solo il 2,2%, segno che esse, sia pure di poco, hanno un rapporto più positivo con il mondo degli adulti.

Guardando alla classe frequentata, si nota che sale piuttosto decisamente (di circa una quindicina di punti percentuali) la fiducia nella capacità dei genitori di consigliare nei momenti di difficoltà. Gli in-segnanti sono considerati utili consiglieri in particolare dagli studenti dell’ultimo anno (da poco più del 10% si passa a quasi il 20%), mentre rimangono più o meno stabili gli amici e gli adulti di fiducia.

Anche in questo caso sono un po’ devianti dal dato generale gli studenti del corso di formazione professionale i quali ritengono meno degli altri che siano utili i genitori (e anche gli amici) e invece molto più fiduciosi degli altri nelle capacità degli insegnanti di essere loro di aiuto.

Tab. 16 – Persone a cui è meglio rivolgersi per genere, classe e tipo di istituto frequentato

Amici GenitoriAdulto di fiducia Insegnanti

Nessun sì

maschio 75,3 64,4 25,4 13,9 3,8femmina 83,8 69,4 31,7 12,6 2,2I 78,2 59,2 26,5 13,1 4,4II 78,6 68,7 30,7 14,5 2,4III 81,6 63,8 27,7 10,7 2,5IV 82,6 70,8 30,4 9,7 1,8V 79,3 74,0 29,7 19,0 3,7liceo 82,2 69,4 26,6 13,1 2,9tecnico 80,7 66,1 27,9 11,8 2,7professionale 77,2 66,8 35,0 13,8 2,9formaz. prof. 68,1 55,3 29,8 25,5 4,3

Totale 80,2 67,3 29,0 13,1 2,9

Tipo di istituto

Genere

Classe

6. Il lavoro

Tra gli aspetti che gli studenti considerano più importanti rispetto al lavoro, spicca la prima posi-zione di sicurezza e retribuzione, che si possono certamente classificare come motivazioni “moderne”, in polemica con quanti ritengono che aspetti post-moderni, quali la flessibilità nelle sue varie accezio-ni, siano ormai privilegiati. La sicurezza è considerata molto importante dai due terzi dei ragazzi; sommando quanti rispondono che lo è “abbastanza”, si arriva ad oltre il 90%, quota raggiunta anche dalla retribuzione, ma con maggiore equilibrio tra chi risponde molto e abbastanza (fig. 16).

Nella disposizione delle barre, ordinate secondo la somma delle risposte molto e abbastanza, si tro-vano all’opposto proprio gli aspetti che si possono riassumere sotto la dizione “flessibilità”; infatti, so-no poco più del 20% gli studenti che considerano molto importante poter cambiare settore, alternare il lavoro con la formazione o il part-time, un aspetto connesso al tempo libero a disposizione. A tutte queste motivazioni si aggiunge un 30% che le ritiene abbastanza importanti, ma solo per la possibilità di avere del tempo libero si supera complessivamente la soglia del 50%.

La possibilità di migliorare e alcune motivazioni simili (realizzazione personale, prestigio e possi-bilità di fare carriera) sono molto importanti per poco meno della metà degli intervistati e, se si ag-giunge chi ha risposto “abbastanza”, si supera l’80% dei consensi. Un po’ più sotto è un altro aspetto legato alla realizzazione personale, l’estrinsecazione della propria creatività concessa da alcuni tipi di lavoro, considerata molto importante da circa un terzo dei ragazzi, cui si aggiunge più del 40% che la considera abbastanza importante.

In una posizione intermedia si trovano due aspetti relazionali del lavoro (rapporti con i colleghi e con i superiori) e spiace constatare che l’utilità sociale del lavoro è collocata piuttosto in basso (molto importante per poco più del 20% e abbastanza per un terzo degli studenti).

Che le femmine siano un po’ più esigenti lo si ricava dal fatto che quasi tutte le caratteristiche del lavoro considerate molto importanti da almeno il 20% degli studenti sono per loro più importanti che per i maschi (in particolare sicurezza, creatività e utilità sociale, ma anche i rapporti umani sul luogo

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di lavoro e la possibilità di migliorare). L’unico aspetto cui i maschi tengono più delle ragazze (anche se di poco) è la retribuzione (tab. 17).

Fig. 16 – Motivazioni nella scelta del lavoro (barre ordinate secondo la somma delle riposte “molto” e “abbastanza”)

9,7

10,5

14,5

18,7

22,3

31,8

32,8

42,6

40,4

48,9

44,3

45,5

63,4

30,1

37,4

37,3

42,3

39,2

41,3

43,5

36,5

42

36,5

43,8

46,8

29,2

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Lavoro parttime

Alternanza con formazione

Possibilità cambiare settore

Lascia molto tempo libero

Utilità sociale

Rapporto con i superiori

Creatività

Prestigio e carriera

Rapporti con i colleghi

Realizzazione personale

Possibilità di migliorare

Buona retribuzione

Sicurezza del posto

molto abbastanza poco niente non risp.

Tab. 17 – Motivazioni “molto” importanti nella scelta del lavoro per genere, classe frequentata e tipo di istituto

Sicu-rezza

Realiz-zazione

personaleRetri-

buzione

Possibile miglio-

rare

Presti-gio,

carriera

Rap-porti

colleghiCrea-tività

Rapporto supe-riori

Utilità sociale

Maschio 58,9 40,8 46,7 38,6 42,5 33,9 26,6 25,9 16,4

Femmina 66,6 54,7 44,7 48,4 42,6 45,1 37,3 36,0 26,6I 57,0 41,4 38,9 47,0 42,7 39,9 32,1 27,1 27,4II 65,1 48,2 51,5 44,6 48,8 43,1 28,0 33,7 19,3III 63,0 45,8 43,5 39,3 45,8 35,3 29,1 30,5 20,3IV 64,7 48,1 48,8 43,5 38,1 37,3 35,3 28,4 19,9V 67,0 62,3 44,0 48,0 37,7 48,0 40,0 40,7 25,7liceo 61,4 53,7 39,2 40,9 41,5 37,1 35,4 26,6 21,4tecnico 67,6 46,5 52,0 45,1 46,2 41,4 31,2 32,2 23,3professionale 61,0 46,4 47,5 47,7 37,7 44,0 30,8 38,5 22,5formaz. prof. 57,4 27,7 42,6 55,3 53,2 46,8 31,9 48,9 21,3

Totale 63,4 48,9 45,5 44,3 42,6 40,4 32,8 31,8 22,3

Genere

Classe

Tipo di istituto

La maturazione rende gli studenti sempre più consapevoli dell’importanza del lavoro e anche più

esigenti sulle caratteristiche che dovrebbe avere per corrispondere alle loro aspettative; di conseguen-za, rispetto agli studenti delle prime classi, per quelli della quinta diventano molto più importanti sicu-rezza, realizzazione personale, creatività e buoni rapporti con colleghi e superiori.

Infine, distinguendo secondo l’istituto frequentato, sono un po’ più esigenti gli iscritti al corso di formazione professionale che “pretendono” più degli altri la possibilità di migliorare, il presti-gio/carriera e, in particolare, buoni rapporti con i superiori. Gli studenti iscritti agli istituti tecnici sono invece particolarmente sensibili all’aspetto della buona retribuzione.

Solo circa il 20% degli studenti ha le idee chiare sulla professione che vorrà fare “da grande”, an-

che se, aggiungendo un 45% che le idee le ha chiare “abbastanza”, la maggioranza ha già sviluppato un certo orientamento (tab. 18). Scorporando questi dati si nota che sono un po’ più i maschi ad avere le idee molto chiare, ma in compenso una percentuale minore le idee le ha chiare “abbastanza”. In

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termini di risposte “molto”, c’è maggiore convinzione anche tra gli studenti ripetenti, forse perché prevedono un più precoce inserimento lavorativo, essendo più probabile che per altri studenti l’abbandono della scuola. A causa del più prossimo inserimento lavorativo (è meno probabile l’iscri-zione all’università e alcuni corsi durano meno di cinque anni), chi frequenta gli istituti tecnici e pro-fessionali appare più determinato rispetto ai liceali; ma più di tutto così è per gli studenti dei corsi di formazione professionale (in pratica, di avviamento al lavoro).

Tab. 18 – Quanto sono chiare le idee sulla futura professione per genere, ripetenza e tipo di istituto

niente poco abbastanza molto

% % % % % Nmaschio 10,4 26,1 40,4 23,1 100 663femmina 11,2 26,3 45,4 17,1 100 970sì 8,5 23,2 40,5 27,8 100 353no 11,6 27,0 44,1 17,3 100 1280liceo 12,8 28,6 42,9 15,7 100 686tecnico 10,4 25,0 43,5 21,1 100 527professionale 8,8 25,7 44,9 20,6 100 374formaz. prof. 4,3 8,7 37,0 50,0 100 46

Totale 10,9 26,2 43,4 19,5 100 1633

Genere

Ripetente

Tipo di istituto

Totale

Solo il 10% ritiene che la scuola sia capace di preparare adeguatamente per l’ingresso nel mondo del lavoro; il responso si riequilibra con il 50% ritiene che la scuola svolga questo ruolo abbastanza bene, ma rimane il fatto che il 40% si esprime in termini più o meno negativi (tab. 19).

La disaggregazione dei dati mostra un aspetto che può apparire preoccupante; l’inadeguatezza (per-cepita) della scuola cresce in misura notevole mano a mano che si avvicina il momento della verifica empirica. Infatti, coloro che ritengono la scuola completamente inadeguata passano dal 4,4 a quasi il 20% e coloro che ritengono che la scuola prepari “poco” all’ingresso nel mondo del lavoro, passano dal 13,8 a poco meno del 40%. Perciò, coloro che esprimono un giudizio negativo passano complessi-vamente da una minoranza inferiore al 20% ad una maggioranza del 57%. Considerando i tipi di istitu-to, i giudizi più positivi provengono dagli studenti del corso di formazione professionale, che però so-no assai poco numerosi e dunque incidono poco sul dato complessivo.

Tab. 19 – Giudizio sula capacità della scuola di formare per il lavoro per classe e tipo di istituto

niente poco abbastanza moltoI 4,4 13,8 62,7 19,1 100 319II 9,1 23,0 55,6 12,4 100 331III 10,9 27,5 51,6 10,0 100 320IV 17,8 35,9 40,3 6,0 100 365V 19,0 38,0 40,3 2,7 100 300liceo 13,1 29,7 48,9 8,3 100 687tecnico 10,8 23,3 53,5 12,3 100 527professionale 14,2 32,4 46,5 7,0 100 374formaz. prof. 2,1 10,6 53,2 34,0 100 47

Totale 12,3 27,7 50,0 10,0 100 1635

Totale

Classe

Tipo di istituto

7. La scuola

Come per i genitori, si è chiesto quale fosse la reazione degli insegnanti di fronte agli studenti che hanno opinioni diverse e prevale la percezione della chiusura: il 28% afferma che gli insegnanti pre-tendono che siano gli studenti a capirli (tab. 20). Questa risposta però è largamente compensata da un quarto di studenti che riconoscono che gli insegnanti si sforzano di capirli e da una percentuale di poco inferiore che è disposta ad ammettere che essi ragionano con gli studenti, pur cercando (si potrebbe dire, del tutto legittimamente) di persuaderli. Rimane poco spazio per le altre risposte; una minoranza afferma che gli insegnanti hanno un atteggiamento di assoluta chiusura, perché non presterebbero al-

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Quad. DiSPeS 01/2010 22 www.dispes.units.it

cuna attenzione agli studenti (12% circa) e un’altra piccola minoranza (6%) afferma che essi fanno ca-pire la loro delusione e disapprovazione. Infine, un gruppo assolutamente marginale sostiene che gli insegnanti danno sempre ragione agli studenti, mentre è più corposo il 5% circa che non si sente di da-re una risposta a questa domanda.

Non si notano differenze sostanziali secondo il genere: le femmine riconoscono un po’ più dei ma-schi agli insegnanti la capacità di ascoltare le ragioni degli studenti. Quanto al tipo di istituto, hanno maggiore difficoltà a rispondere gli studenti degli istituti tecnici; quelli del liceo riconoscono agli in-segnanti un po’ più capacità di ascolto; un po’ meno frequente per gli studenti del corso di formazione professionale il riconoscimento agli insegnanti della volontà di ragionare con gli studenti (pur cercan-do di persuaderli).

Tab. 20 – Reazioni degli insegnanti alle opinioni diverse per genere e tipo di istituto

non pretendono ragionano e fanno capire si sforzano danno non prestano siano studenti cercando di delusione e di capire sempre

risposto attenzione a capirli persuadere disapprovazione gli studenti ragione% % % % % % % % N

maschio 8,8 13,6 27,3 21,7 6,6 21,0 0,8 100 713femmina 2,9 11,4 28,4 22,8 5,7 28,6 0,1 100 985liceo 1,3 12,5 27,4 23,9 6,0 29,0 0,0 100 687tecnico 12,9 10,2 28,3 22,1 4,9 21,0 0,5 100 587professionale 1,3 15,4 29,2 19,6 7,4 26,3 0,8 100 377formaz. prof. 4,3 10,6 23,4 25,5 10,6 23,4 2,1 100 47

Totale 5,4 12,3 28,0 22,4 6,1 25,4 0,4 100 1698

Totale

Genere

Tipo di istituto

Siccome la stessa domanda era stata posta anche riguardo alle reazioni dei genitori, è ora possibile

confrontare le risposte. La domanda riferita ai genitori non prevedeva la possibilità di rispondere “non prestano attenzione” e dunque, ai fini del confronto, anche dalla domanda sui genitori è stata tolta que-sta risposta, ricalcolando le percentuali che sono ora per tutte le modalità di risposta leggermente più elevate di quelle viste nella tab. 14.

Come si vede dalla fig. 17, per quanto le percentuali rimangano del tutto marginali, è più frequente che siano i genitori, piuttosto che gli insegnanti, a dare sempre ragione. Un 15% di studenti in più ri-tiene che i genitori si sforzino di capire le loro ragioni e i genitori esprimono più frequentemente degli insegnanti anche delusione e disapprovazione. Per la risposta che esprime l’apertura al ragionamento si registra un sostanziale pareggio, mentre è molto più che doppia la percentuale di studenti i quali ri-tengono che gli insegnanti pretendono di essere capiti, punto a basta.

Fig. 17 – Reazioni di genitori e insegnanti alle idee diverse

4,8

12,8

25,9

12,5

42,3

6,2

31,9

25,5

7,0

29,0

0 5 10 15 20 25 30 35 40 45

non risposto

pretendono sia io a capirli

ragionano cercando di persuadere

delusione e disapprovazione

si sforzano di capire

danno sempre ragione

Insegnanti

Genitori

Per la metà quasi esatta degli studenti, se si tratta di decidere qualcosa gli insegnanti domandano un

parere agli studenti, ma poi decidono (tab. 21). Il resto delle risposte si divide tra chi afferma che gli

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Quad. DiSPeS 01/2010 23 www.dispes.units.it

insegnanti ascoltano gli studenti e accettano di arrivare insieme alla decisione e quelli (solo un po’ meno numerosi) che affermano che gli insegnanti stabiliscono ciò che si deve fare (punto e basta). An-che in questo caso solo una sparuta minoranza di studenti afferma che gli insegnanti sono in qualche modo succubi dei ragazzi e concedono loro di fare ciò che vogliono; sono altrettanto pochi quelli che non sanno rispondere alla domanda.

Tab. 21 – Come si comportano gli insegnanti nel prendere decisioni per genere, classe frequentata, ripetenza e tipo di istituto

stabiliscono domandano ragionano fanno tutto non quello che parere poi per decide- quello che

risposto si deve fare decidono re assieme viene chiesto % % % % % % N

maschio 1,1 30,2 46,7 20,9 1,1 100 713femmina 0,7 19,4 52,3 27,2 0,4 100 985I 1,2 26,2 40,2 31,5 0,9 100 321II 1,5 25,6 47,0 25,0 0,9 100 332III 0,6 24,9 51,7 22,0 0,8 100 354IV 0,8 25,3 52,4 21,2 0,3 100 391V 0,3 16,7 58,3 24,0 0,7 100 300sì 1,1 31,8 44,1 21,6 1,4 100 365no 0,8 21,8 51,5 25,4 0,5 100 1333liceo 0,3 20,4 53,3 25,8 0,3 100 687tecnico 1,4 26,2 47,7 24,0 0,7 100 587professionale 1,3 25,5 48,5 23,1 1,6 100 377formaz prof. 0,0 34,0 40,4 25,5 0,0 100 47

Totale 0,9 23,9 49,9 24,6 0,7 100 1698

Ripetente

Tipo di istituto

Totale

Genere

Classe

I maschi sono più drastici delle femmine nell’affermare che gli insegnanti stabiliscono cosa si deve fare senza stabilire un dialogo; le femmine, al contrario, più frequentemente affermano che il parere degli studenti viene ascoltato, anche se poi sono gli insegnanti a decidere. Com’è del tutto normale, con il procedere della classe frequentata diventa meno frequente la risposta che afferma la poca volon-tà degli insegnanti di condividere con gli studenti il processo decisionale e si verifica una specie di travaso verso la risposta che riconosce agli insegnanti la volontà di dialogo, pur mantenendo il mono-polio della decisione. Che gli insegnanti stabiliscono da soli cosa si deve fare è una risposta che danno più frequentemente gli studenti ripetenti e gli iscritti al corso di formazione professionale. Questi ulti-mi meno della media affermano che gli insegnanti ascoltano ma poi decidono loro; risposta che è in-vece più frequente da parte degli studenti dei licei.

Per la stragrande maggioranza degli intervistati gli insegnanti di fronte ad uno studente in difficoltà

non s’impegnano in prima persona per risolvere il problema; un terzo circa afferma che semplicemente invitano lo studente a porre rimedio e un altro terzo che si limitino ad attribuire le difficoltà ad insuffi-ciente impegno e, dunque, non ci sarebbe nulla da fare da parte degli insegnanti stessi (tab. 22). Anche altre risposte (“fanno finta di niente” e “non fanno nulla per accorgersene”, con l’8% e il 5% rispetti-vamente) rivelano, a detta degli studenti, un sostanziale disinteresse da parte degli insegnanti e spicca come dato estremamente negativo che solo il 15% delle risposte indichino un atteggiamento di dispo-nibilità da parte degli insegnanti (intervengono per aiutare).

Le differenze di opinione a seconda del genere non sono molto rilevanti: i maschi hanno maggiore difficoltà a rispondere e un po’ più frequentemente affermano che gli insegnanti fanno finta di niente; le femmine più frequentemente affermano che gli insegnanti danno la colpa delle difficoltà al poco impegno degli studenti. Con il passaggio dalla prima classe a quelle successive, cala la percentuale di studenti che riconoscono agli insegnanti la volontà di intervenire per aiutare chi è in difficoltà.

Le differenze più notevoli si registrano disaggregando le risposte secondo l’istituto frequentato; c’è una maggiore difficoltà a rispondere da parte degli studenti del corso di formazione professionale (non risponde più del 10%; nei licei invece la percentuale è meno del 3%) i quali affermano più degli altri che gli insegnanti si prodigano per aiutare gli studenti (quasi il 30% a fronte di un 15% in generale). Si

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Quad. DiSPeS 01/2010 24 www.dispes.units.it

può anche notare che cala la percentuale di studenti i quali affermano che gli insegnanti fanno finta di niente passando dai licei, agli istituti tecnici, a quelli professionali.

Tab. 22 – Come si comportano gli insegnati con gli studenti in difficoltà per genere, classe frequentata e tipo di istituto

non fanno attribuiscono fanno invitano interven-non nulla per ren- a insufficien- finta di a porvi gono per

risposto dersene conto te impegno niente rimedio aiutare% % % % % % % N

maschio 5,6 5,2 30,9 10,2 32,4 15,7 100 713femmina 2,8 4,9 35,8 6,8 35,2 14,4 100 985I 6,5 7,8 23,7 8,4 32,1 21,5 100 321II 4,2 4,5 31,0 11,1 33,1 16,0 100 332III 3,7 5,6 37,9 6,2 34,5 12,1 100 354IV 1,8 3,1 39,1 6,9 36,6 12,5 100 391V 4,3 4,3 35,7 9,0 33,3 13,3 100 300liceo 2,9 4,8 36,2 6,3 35,2 14,6 100 687tecnico 3,9 5,5 32,2 8,5 33,4 16,5 100 587professionale 5,3 4,2 33,4 10,9 34,7 11,4 100 377formaz. prof. 10,6 8,5 19,1 12,8 19,1 29,8 100 47

Totale 4,0 5,0 33,7 8,2 34,0 15,0 100 1698

Totale

Genere

Classe

Tipo di istituto

Messi di fronte ad alcune affermazioni che riguardano la scuola, gli studenti fortunatamente collo-

cano ai primi posti quelle che le riconoscono aspetti positivi (fig. 18).

Fig. 18 – Grado di accordo su affermazioni sulla scuola (barre ordinate secondo la somma delle riposte “molto” e “abba-stanza”)

6,9

10,7

11,9

16,8

8,0

9,8

18,1

21,0

28,4

26,6

32,3

28,4

39,5

38,5

49,5

56,5

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Omologa a valori consumistici

Mancanza di professionalità

Non comprende problemi giovani

Crea ansie, conflitti e problemi

Aiuta a sviluppare personalità

Aiuta a diventare buon cittadino

Fornisce capacità e competenze

Trasmette nuove conoscenze

molto abbastanza poco niente non risp.

Le barre nel grafico sono ordinate secondo la somma delle risposte “molto” e “abbastanza” e al

primo posto gli studenti riconoscono alla scuola la capacità di trasmettere conoscenze; ne sono molto convinti oltre il 20% e comunque crede sia abbastanza vero quasi il 60%, con un totale di quasi l’80% di giudizi positivi. Al secondo posto un’affermazione simile (fornisce capacità e competenze) con per-centuali di poco inferiori. Anche le due successive affermazioni descrivono aspetti positivi (aiuta a di-ventare buoni cittadini e a sviluppare la personalità), in questi casi però molto convinto è il 10% e il 40% circa lo è abbastanza.

A seguire ci sono gli aspetti negativi, sottoscritti da percentuali per nulla trascurabili degli studenti che sono critici in particolare riguardo al fatto che la scuola creerebbe ansie, conflitti e problemi (mol-

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Quad. DiSPeS 01/2010 25 www.dispes.units.it

to vero per quasi il 17% e abbastanza per quasi il 30%). La scuola non è poi in grado di comprendere i problemi dei giovani; la percentuale di studenti critici è nel complesso quasi la stessa, ma sono meno numerosi quelli che sono molto d’accordo. Infine, su percentuali simili, ma progressivamente più bas-se, ci sono quelli che ritengono che la scuola denunci mancanza di professionalità e omologhi a valori consumistici.

La tab. 23 è ordinata da sinistra a destra secondo la percentuale delle sole risposte “molto” e in questo modo la gerarchia muta un po’: al terzo posto si collocano due aspetti negativi, mentre i ricono-scimenti che la scuola aiuta a diventare buoni cittadini e a capire se stessi e sviluppare la propria per-sonalità scivolano al sesto e settimo posto.

Le differenze secondo il genere non sono molto elevate: risulta solo che le femmine meno frequen-temente denunciano la mancanza di professionalità. Differenze più spiccate emergono passando dai primi anni delle superiori a quelli terminali; per quanto riguarda gli aspetti positivi, diventano meno numeroso, anche notevolmente, chi ritiene che la scuola trasmetta nuove conoscenze o capacità e competenze utili. Il contrario accade per gli aspetti negativi: accuse come quella di creare ansie e con-flitti e di non essere in grado di comprendere i problemi dei giovani partono da valori assai bassi (sotto il 10%) per raggiungere il 15/20% con i ragazzi delle quinte.

Anche il livello culturale dei genitori dimostra una certa capacità discriminatoria, ma solo per alcu-ni aspetti: i figli di genitori di livello culturale elevato sono più convinti degli altri che la scuola crei ansia, conflitti e problemi ai giovani e, in positivo, ritengono molto più frequentemente degli altri che la scuola aiuta gli studenti a diventare buoni cittadini.

Tab. 23 – “Molto” d’accordo su affermazioni riguardanti la scuola per genere, classe frequentata, livello culturale e tipo di istituto

Trasmette nuove

conoscenze

Fornisce capacità e

competenze

Crea ansie, conflitti e problemi

Non comprende i giovani

Manca di professio-

naltià

Aiuta a diventare

buon cittadino

Aiuta a capire se stessi e sviluppa

personalità

Omologa a valori consu-mistici

maschio 19,2 18,2 15,4 12,6 12,9 10,0 7,0 7,4femmina 22,3 18,1 17,8 11,4 9,0 9,6 8,6 6,5I 29,0 27,7 8,7 6,9 6,9 16,2 14,6 5,3II 19,3 22,0 15,7 10,2 9,6 10,5 9,0 5,1III 17,8 14,7 18,4 11,0 11,6 8,5 4,8 8,2IV 22,0 14,8 21,0 15,1 12,5 7,9 5,6 8,2V 17,0 12,0 19,3 16,0 12,3 6,0 6,3 7,3basso 21,5 22,8 16,1 12,0 10,4 6,6 6,6 7,0medio-basso 19,9 17,2 17,6 11,7 11,1 6,8 8,8 6,5medio-alto 21,3 17,8 14,8 11,0 9,8 10,8 8,2 5,7alto 22,1 17,5 19,8 13,5 12,2 15,8 8,6 7,9liceo 25,6 16,7 17,2 11,4 8,7 10,8 9,9 6,4tecnico 23,3 20,4 17,0 12,8 12,1 10,9 7,7 6,5professionale 8,8 15,6 15,9 11,1 11,4 6,1 4,0 7,2formaz. prof. 23,4 29,8 14,9 14,9 14,9 10,6 14,9 17,0

Totale 21,0 18,1 16,8 11,9 10,7 9,8 8,0 6,9

Genere

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Quanto al tipo di istituto frequentato, gli studenti delle professionali sono meno convinti degli altri

che la scuola trasmetta nuova conoscenze, che aiuti a diventare buoni cittadini e a sviluppare la perso-nalità. Quelli dei licei sono più convinti che la scuola trasmetta nuove conoscenze e accusano meno degli altri la scuola di mancanza di professionalità.

Gli studenti degli istituti tecnici sono in genere allineati sui valori medi e invece quelli del corso di formazione professionale si distinguono su diversi aspetti, positivi e negativi, ma, come abbiamo già rilevato, ciò dipende anche dalla loro poca numerosità all’interno del campione, che rende meno stabili le percentuali. In ogni caso, coerentemente con il tipo di studi che seguono, molto più degli altri rico-noscono alla scuola la capacità di fornire competenze utili. Inoltre, sono molto più convinti degli altri che la scuola aiuti a capire se stessi e a sviluppare la personalità, ma accusano anche la scuola, molto più decisamente degli altri, di omologare i ragazzi a stili di vita e valori di tipo consumistico.

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Il questionario presentava una serie di caratteristiche che possono aiutare a definire l’identikit del bravo insegnante e agli studenti era richiesto di indicarne al massimo due. Non tutti hanno risposto e alcuni ne hanno indicata una sola; perciò il primo dato che va considerato è il 10% di mancate risposte (fig. 19) con qualche punta per gli studenti delle prime classi (tab. 24) e in particolare per i ripetenti (si arriva al 15%). C’è poi una certa divaricazione tra maschi e femmine; i primi hanno le idee meno chia-re o sono meno propensi ad elencare le caratteristiche degli insegnanti che ritengono importanti.

Fig. 19 – Caratteristiche del bravo insegnante (possibili due risposte)

9,6

2,6

4,4

5,8

9,2

13,8

20,1

26,3

43,7

59,4

0 10 20 30 40 50 60

non risposto

premia i migliori

esigente

capace di tenere l'ordine

comprensivo

fa riflettere su problemi vita

aiuta chi è in difficoltà

disposto al dialogo

giusto e imparziale

preparato e competente

Tab. 24 – Caratteristiche del bravo insegnante per genere, classe, ripetenza, livello culturale e tipo di istituto (possibili due ri-sposte)

preparato e compe-

tente

giusto e impar-ziale

disposto al

dialogo

aiuta chi è in

difficoltà

fa riflettere su problemi

vitacompren-

sivo

capace di tenere

l'ordineesi-

gente

premia i

migliorinon

rispostomaschio 59,3 34,9 25,1 19,2 14,9 12,3 7,7 5,9 2,7 12,1femmina 59,5 50,1 27,2 20,7 13,1 7,0 4,4 3,4 2,5 7,8I 49,2 38,6 29,3 25,2 10,3 12,1 5,9 5,9 3,1 13,7II 54,2 46,4 26,2 20,2 10,8 10,5 10,5 3,9 2,4 10,5III 63,3 45,5 23,4 20,1 15,5 10,2 4,0 3,4 2,3 8,2IV 61,1 43,5 26,9 19,9 19,2 7,2 4,9 4,3 2,3 7,4V 69,3 44,3 26,0 14,7 12,0 6,3 3,7 4,7 3,0 8,7sì 49,3 35,9 27,1 23,6 14,8 9,6 6,6 5,5 3,6 15,9no 62,2 45,8 26,1 19,1 13,6 9,2 5,6 4,1 2,3 7,9basso 60,8 47,2 19,9 21,5 16,1 7,9 7,0 3,2 2,2 9,5medio-basso 56,7 41,3 26,4 21,7 14,2 12,4 6,5 5,2 1,8 9,0medio-alto 61,5 43,9 28,9 20,7 11,7 8,7 5,1 4,4 2,8 8,5alto 61,1 44,2 29,4 15,5 15,2 8,6 5,3 4,0 2,3 9,2liceo 63,9 46,7 25,2 20,4 15,0 7,0 5,8 3,6 1,7 6,6tecnico 61,5 40,0 26,1 19,6 10,4 10,6 5,3 5,3 2,6 12,4professionale 51,2 45,4 28,1 20,4 16,2 11,1 6,4 3,7 2,7 10,3formaz. prof. 34,0 31,9 31,9 19,1 21,3 10,6 6,4 10,6 14,9 12,8

Totale 59,4 43,7 26,3 20,1 13,8 9,2 5,8 4,4 2,6 9,6

Tipo di istituto

Genere

Classe

Ripetente

Livello culturale genitori

Agli insegnanti gli studenti chiedono più di tutto competenza, indicata da quasi due studenti su tre,

seguita dall’imparzialità, indicata da oltre il 40%. Anche la disposizione al dialogo degli insegnanti è considerata importante da una quota notevole di ragazzi (un po’ più di un quarto) e poi la loro capacità di aiutare chi è in difficoltà (20%). Di seguito si collocano alcuni altri aspetti, meno importanti ma non trascurabili, come la capacità di fare riflettere sui problemi della vita e l’essere comprensivo. Infine, ma con percentuali intorno e sotto al 5% la capacità di tenere l’ordine, di essere esigente e di premiare i migliori: dunque, che a scuola si applichino criteri meritocratici è davvero l’ultima delle esigenze sentite dagli studenti.

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La prima caratteristica (preparazione e competenza) è importante in modo crescente al progredire della carriera scolastica e (assieme all’imparzialità), è invece meno importante per gli studenti ripetenti e per quelli delle professionali, in particolare del corso di formazione professionale (tab. 24). La predi-sposizione al dialogo, l’aiuto a chi si trova in difficoltà e la comprensione sono invece particolarmente apprezzati dagli studenti dei primi anni; poi l’importanza cala un poco, specialmente per l’aiuto. Il li-vello d’istruzione dei genitori si traduce in una maggiore richiesta di dialogo ed è invece considerato meno importante l’aiuto agli studenti in difficoltà da chi ha genitori di elevato livello culturale.

Secondo poco più di un terzo degli intervistati, se gli studenti chiedono di organizzare qualcosa a

scuola, gli insegnanti oppongono un rifiuto motivato da ragioni burocratiche e, in una quota simile, danno il consenso, pur con qualche difficoltà (tab. 25). Il 13,4% ritiene che gli insegnanti abbiano un atteggiamento di chiusura, rifiutando senza spiegazioni e solo circa il 9% riconosce agli insegnanti una maggiore disponibilità, accordando il permesso senza difficoltà. Infine, secondo meno del 5% gli inse-gnanti addirittura fornirebbero appoggio e collaborazione alle iniziative proposte dagli studenti.

Le differenze secondo il genere non sono molto elevate, anche se i maschi sono più propensi ad af-fermare che gli insegnanti rifiutano di ospitare le iniziative senza fornire spiegazioni; lo stesso accade per gli studenti ripetenti e quelli che studiano negli istituti professionali. Gli studenti dei licei invece indicano più della media il rifiuto motivato da ragioni burocratiche, ma si ammette anche più frequen-temente che viene dato il consenso, sia pure con qualche difficoltà.

Tab. 25 – Quando gli studenti chiedono che loro iniziativa venga ospitata a scuola per genere, ripetenza e tipo di istituto

rifiuto rifiuto in consenso consenso appoggio non senza termini con senza grosse e collabo-

risposto spiegazioni burocratici difficoltà difficoltà r azione% % % % % % % N

maschio 3,9 15,7 34,8 32,7 9,4 3,5 100 713femmina 2,9 11,7 35,3 36,5 8,4 5,1 100 985sì 4,9 16,7 37,8 30,4 7,1 3,0 100 365no 2,9 12,5 34,4 36,2 9,3 4,8 100 1333liceo 2,5 10,3 38,9 37,0 7,6 3,8 100 687tecnico 3,4 12,9 33,2 33,2 11,6 5,6 100 587professionale 4,5 19,4 31,8 34,5 6,4 3,4 100 377formaz. prof. 6,4 14,9 29,8 29,8 12,8 6,4 100 47

Totale 3,4 13,4 35,1 34,9 8,8 4,4 100 1698

Totale

Genere

Ripetente

Tipo di istituto

Attività diverse da quelle curriculari sono organizzate anche dalla scuola; si è perciò chiesto agli

studenti se ciò accadesse nel loro caso; poco oltre il 50% risponde affermativamente, il 40% circa in senso negativo e oltre il 10% non risponde, ma non è dato sapere se non ricordano o non sanno di cosa si tratti (fig. 20). Vi è però un altro margine d’incertezza nell’interpretazione delle risposte: mentre possiamo essere certi del senso delle riposte affermative (le attività sono organizzate e gli studenti par-tecipano), per le risposte negative non siamo in grado di dire se effettivamente nella loro scuola queste attività non vengono organizzate, oppure se ci sono e gli studenti non hanno l’opportunità di partecipa-re perché, ad esempio, sono opzionali e loro non partecipano o hanno difficoltà a farlo per vari motivi.

Le mancate risposte sono più frequenti da parte dei maschi che più frequentemente affermano an-che di non avere l’opportunità di partecipare; questo potrebbe dipendere dalla loro poca volontà ma anche dal fatto che frequentano scuole nelle quali queste attività sono realizzate meno frequentemente. Per vedere più chiaramente come stanno le cose, per il grafico è stata usata una suddivisione dei tipi di istituto più analitica di quella consueta da cui si nota che nei licei vi è maggiore partecipazione ed è invece minore della media nel corso di formazione professionale, nell’istituto professionale industriale e nell’istituto artistico. Questi dati non sono però sufficienti a dirimere la questione: ad esempio, in al-cuni licei i maschi sono effettivamente meno numerosi, però sono più presenti al liceo classico.

Abbiamo perciò analizzato separatamente le risposte di maschi e femmine secondo l’istituto di ap-partenenza e i risultati sono inequivocabili (fig. 21): infatti, in tutti gli istituti, con la sola eccezione del liceo psico-pedagogico, i maschi partecipano di meno delle femmine, in alcuni casi in misura note-volmente inferiore, alle attività integrative organizzate dalle scuole.

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Fig. 20 – Hai opportunità di partecipare ad "attività integrative" per genere e tipo di istituto

42,6

38,6

50,9

48,4

48,8

37,0

50,4

58,4

54,1

56,1

42,4

50,4

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

formazione profess.

profess. industriale

profess. commerciale

tecnico industriale

tecnico commerciale

artistico

liceo pedagogico

liceo scientifico

liceo classico

femmina

maschio

IN COMPLESSO

Tip

o d

i is

titu

toG

en

ere

sì no non risp.

Fig. 21 – Partecipa ad attività integrative per tipo di istituto e genere (% risp. affermative)

48,0

46,2

55,9

62,1

55,3

48,8

50,0

60,0

60,0

36,4

34,4

30,4

41,6

33,3

0,0

52,9

55,6

51,0

0 10 20 30 40 50 60 70

formazione profess.

profess. industriale

profess. commerciale

tecnico industriale

tecnico commerciale

arte

pedagogico

scientifico

classico

maschio

femmina

L’ultima domanda sul mondo della scuola rileva la percepita situazione in classe, chiedendo agli

studenti di indicare lo stato dei rapporti con i compagni. È rassicurante constatare che per la maggior parte degli intervistati (52,5%) i rapporti sono solidali e talvolta si traducono in amicizia, mente per un altro 15% circa a scuola si sono stretti rapporti di vera amicizia (tab. 26), ma è del tutto normale, oltre che auspicabile, che sia così. Preso atto di ciò è forse il caso di considerare l’altra faccia della meda-glia: la percentuale di studenti, non trascurabilmente elevata, che definisce i rapporti in termini di “molta indifferenza” (poco meno di uno studente su cinque) e ancor più il 13% che afferma esserci in classe molta competitività o, peggio, solo rivalità e invidia.

Pur non registrando differenze molto elevate, le situazioni di disagio in classe sono segnalate più frequentemente dalle femmine; rivalità e invidia rimangono sostanzialmente stabili passando dalle prime alle classi terminali, crescono però la competitività e, più di tutto, l’indifferenza (indicata solo dal 10% degli studenti del primo anno, sale a oltre il 30% per gli studenti di quinta).

Il livello culturale dei genitori sembra incidere un po’ solo nel caso delle risposte in termini di rap-porti di vera amicizia (dal 10% per le famiglie di basso livello culturale al 20% per quelle che hanno un livello alto). Quanto al tipo di istituto, le situazioni patologiche si registrano di più nel corso di formazione professionale, ma sono superiori alla media anche negli altri istituti professionali.

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Tab. 26 – Rapporti con i compagni di classe per genere, classe frequentata, livello culturale dei genitori e tipo di istituto

solo molta molta solidarietà rapporto non rivalità competi- indiffe- e talvolta di vera

risposto e invidia tività renza amicizia amicizia% % % % % % % N

maschio 3,1 4,5 6,0 17,1 54,6 14,7 100 713femmina 1,1 5,9 8,8 19,1 51,0 14,1 100 985I 4,4 6,5 5,6 10,6 51,1 21,8 100 321II 1,5 5,4 8,1 13,9 51,8 19,3 100 332III 0,8 3,4 5,6 15,8 59,9 14,4 100 354IV 0,8 5,9 9,7 20,5 54,5 8,7 100 391V 2,7 5,3 9,0 31,3 43,3 8,3 100 300basso 1,6 6,0 8,2 22,2 51,6 10,4 100 316medio-basso 1,6 5,2 7,9 18,7 52,4 14,2 100 443medio-alto 1,4 4,4 7,0 15,9 57,1 14,3 100 574alto 1,0 6,6 6,9 17,8 47,9 19,8 100 303liceo 1,3 4,8 6,0 16,9 53,7 17,3 100 687tecnico 1,9 4,4 7,7 16,2 54,3 15,5 100 587professionale 2,9 6,6 9,3 22,5 50,1 8,5 100 377formaz. prof. 4,3 12,8 19,1 29,8 29,8 4,3 100 47

Totale 1,9 5,3 7,7 18,3 52,5 14,4 100 1698

Genere

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

8. La società

Disseminate nel questionario vi erano diverse domande che tendevano a registrare gli atteggiamenti degli studenti nei confronti della società, dei cambiamenti in atto e futuri, delle istituzioni, dei perso-naggi che vanno per la maggiore e di alcuni comportamenti.

Fig. 22 – Fiducia per i gruppi e istituzioni (barre ordinate secondo la somma delle riposte “molto” e “abbastanza”)

3,6

5,5

3,8

4,5

5,3

7,5

4,7

7,4

6,0

7,2

8,0

6,5

9,5

9,8

8,1

10,0

15,4

14,2

17,3

17,7

13,5

18,3

20,8

22,7

25,4

25,4

28,4

25,9

27,6

29,4

29,3

34,7

34,2

36,3

39,4

39,5

39,6

42,0

38,9

47,1

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Partiti e uomini politici

Governo

Funzionari dello stato

Sindacalisti

Industriali

Sacerdoti

Amministr. del comune

Televisione privata

Magistrati

Banche

Televisione pubblica

Giornali

Nato

Scuola

Insegnanti

Unione europea

Forze dell'ordine

Onu

Forze armate

Scienziati

molto abbastanza poco niente non risp.

Giovanni Delli Zotti Gli studenti delle superiori

Quad. DiSPeS 01/2010 30 www.dispes.units.it

Con una batteria di domande si chiedeva di esprimere il grado di fiducia verso gruppi e istituzioni e il grafico (con barre ordinate secondo la somma delle risposte molta o abbastanza fiducia) mostra che poche di esse ricevono un giudizio complessivamente positivo (fig. 22). Innanzitutto gli scienziati, verso i quali nutre molta fiducia meno del 20% degli studenti e abbastanza circa il 50%; con un indice di gradimento assai simile si collocano poco sotto forze armate, Nazioni Unite e forze dell’ordine. Ri-calcolando le percentuali dopo avere tolto il 5% circa di mancate risposte, rientrano nell’area in cui prevale la fiducia anche l’Unione europea e gli insegnanti e la scuola. In questo modo si sono com-mentati i dati badando alla botte mezza piena, ma non è senza significato che anche per le istituzioni che godono di maggiore fiducia vi siano quote non trascurabili (raggiungono o superano il 40%) di studenti che affermando di averne solo poca o addirittura nessuna.

Lasciando al lettore la lettura dei dati riguardanti le successive posizioni, notiamo che all’estremo opposto si collocano gruppi ed istituzioni che davvero godono di pessima stampa presso gli studenti: solo percentuali intorno al 5% provano per esse molta fiducia (un altro 20% o poco più “abbastanza”): si tratta, scendendo fino all’ultima posizione, di industriali, sindacalisti, funzionari dello stato, del go-verno e infine i più vituperati (partiti e uomini politici). Per questi ultimi, ovviamente, è abbastanza impressionante registrare quote del 70% e più di studenti che hanno poca o nulla fiducia.

Tab. 27 – Nessuna fiducia nei confronti di gruppi e istituzioni per genere, classe, ripetenza e tipo di istituto

Partiti GovernoSacer-doti

Sinda-calisti

Funziona-ri stato

Amm. comune

Magi-strati

TV privata

Indu-striali Banche

Genere maschio 44,3 39,4 34,4 34,2 32,8 25,8 28,8 24,1 20,8 22,6femmina 40,8 30,2 28,7 23,7 24,3 22,9 17,1 20,2 20,7 18,7

Classe I 38,6 30,2 25,5 26,8 27,4 24,3 20,6 15,6 24,3 18,1II 44,6 36,1 33,7 29,8 31,6 29,5 27,1 22,9 24,7 22,6III 36,4 33,3 29,4 28,8 24,3 22,0 19,8 19,8 16,1 15,0IV 45,3 35,3 30,4 24,8 26,3 21,7 21,0 22,0 15,6 21,2V 46,7 35,0 37,0 31,0 30,3 23,7 21,7 29,7 24,7 25,3

Ripetente sì 42,2 37,0 37,5 32,9 31,0 29,0 26,3 23,0 23,0 21,9no 42,3 33,2 29,3 26,8 27,0 22,8 20,8 21,5 20,1 19,9

Tipo di liceo 41,2 32,5 32,3 26,6 25,9 22,1 19,7 24,0 20,1 22,3istituto tecnico 42,4 32,2 28,1 27,9 28,1 23,0 21,3 19,1 18,6 18,1

professionale 43,2 38,7 31,6 30,5 30,0 28,6 24,9 22,8 23,9 20,2formaz. prof. 48,9 42,6 46,8 31,9 36,2 31,9 40,4 17,0 31,9 21,3

Totale 42,3 34,0 31,1 28,1 27,9 24,1 22,0 21,8 20,7 20,3

TV pubblica Scuola Nato

Inse-gnanti

Gior-nali

Forze ordine UE

Forze armate Onu

Scien-ziati

Nessun per

nienteGenere maschio 20,9 23,8 20,5 22,6 18,0 17,3 16,1 15,3 14,6 10,5 22,9

femmina 17,7 12,0 13,6 12,0 14,8 9,5 9,5 9,6 7,5 7,8 33,8Classe I 10,3 16,2 17,8 17,4 16,5 14,6 10,3 13,1 11,5 11,5 30,2

II 23,2 20,5 19,6 18,4 21,1 16,6 18,1 14,8 14,8 13,0 26,8III 17,2 15,3 14,4 16,1 12,7 13,8 11,3 8,8 8,8 6,8 33,6IV 18,2 16,4 14,3 16,1 11,8 10,2 10,0 11,8 7,9 6,1 30,2V 27,0 16,7 17,0 14,0 20,0 8,7 12,3 12,0 10,0 8,0 24,3

Ripetente sì 21,1 23,0 18,1 18,9 20,0 16,7 16,7 13,7 13,2 10,4 23,8no 18,5 15,3 16,1 15,8 15,1 11,7 11,1 11,6 9,8 8,6 30,7

Tipo di liceo 20,8 16,4 18,0 15,6 16,0 12,7 10,3 13,5 9,6 7,1 27,7istituto tecnico 18,4 14,3 14,0 14,8 15,3 12,6 11,8 10,2 10,7 7,7 31,2

professionale 17,0 21,5 16,2 19,9 17,0 12,7 14,6 11,4 9,3 11,9 29,2formaz. prof. 17,0 21,3 27,7 21,3 21,3 17,0 29,8 17,0 29,8 27,7 27,7

Totale 19,0 17,0 16,5 16,4 16,1 12,8 12,3 12,0 10,5 9,0 29,2

La tab. 27 mostra la disaggregazione delle risposte “nessuna fiducia” ed è piuttosto complessa, al punto che, lasciando al lettore l’apprezzamento dei dettagli, proporremo una lettura sintetica che pro-cede delineando il profilo delle diverse categorie di studenti. È facile innanzitutto notare che i maschi hanno in generale meno fiducia delle femmine nei confronti dei gruppi o istituzioni: meno di un quarto

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di essi non si esprime mai in termini di nessuna fiducia e ciò avviene invece per un terzo delle femmi-ne. Infatti, per moltissime istituzioni elencate la percentuale di maschi che non nutrono alcuna fiducia è superiore alla media, con una differenza rispetto alle femmine che raggiunge e a volte supera i 10 punti. Queste differenze si riscontrano grosso modo anche confrontando ripetenti e non ripetenti; non a caso, visto che i maschi incorrono in ripetenze più frequentemente delle femmine.

La relazione con la classe frequentata non è interpretabile in termini complessivi; dipende infatti dal gruppo o istituzione: per alcune la sfiducia cresce e per altre invece cala. Cresce in particolare la sfiducia nei partiti, nei sacerdoti, nelle banche e nella televisione pubblica e privata; cala invece la sfi-ducia nelle forze dell’ordine, nelle forze armate e un po’ quella negli insegnanti e negli scienziati.

Come al solito, gli studenti del corso di formazione professionale si caratterizzano e sfiduciano più degli altri un po’ tutti i gruppi e istituzioni, salvo la televisione pubblica e privata; spesso sono in perfetta sintonia con gli studenti degli istituti professionali (per questi ultimi la numerosità delle interviste è mol-to elevata e perciò statisticamente più rappresentativa). Notiamo infine che la risposta “nessuna fiducia” nella scuola e negli insegnanti è un po’ meno frequente nei licei e in particolare negli istituti tecnici.

La gerarchia della simpatia per vari tipi di personaggi che la televisione continuamente offre all’at-

tenzione e spesso all’ammirazione dei ragazzi è molto chiara (fig. 23): ai primi posti si collocano i per-sonaggi che in vario modo si possono assegnare al mondo dello spettacolo e dello sport, cui va molta simpatia da parte del 20% e più dei ragazzi (solo per gli atleti dilettanti ci si ferma intorno al 10%) e il 30/40% che assegna ad essi abbastanza simpatia.

Solo al settimo posto troviamo gli intellettuali, circa a pari merito con non meglio identificati ribelli e contestatori. Ancora più sotto, con percentuali di molta o abbastanza simpatia che complessivamente raggiungono il 20% (con la netta prevalenza delle risposte “abbastanza”) si trovano gli imprenditori e gli insegnanti; infine, ancora meno gettonati, sono i religiosi i politici e i personaggi della finanza.

Fig. 23 – Simpatia personale per i personaggi (barre ordinate secondo la somma delle riposte “molto” e “abbastanza”)

5,7

8,2

5,9

9,7

17,3

18,4

25,3

18,0

27,7

6,1

6,7

12,0

17,4

15,4

16,7

19,4

26,6

32,4

34,5

33,3

41,5

42,0

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Personaggi finanza

Politici

Religiosi

Insegnanti

Imprenditori

Ribelli/contestatori

Intellettuali

Atleti dilettanti

Artisti

Cantautori

Atleti professionisti

Attori/attrici

Cantanti

molto abbastanza poco niente non risposto

Guardando al profilo delle risposte per categoria di rispondenti (tab. 28), quanto all’appartenenza di

genere notiamo che i maschi sono più attratti da atleti (sia professionisti sia dilettanti), contestatori e politici; le femmine invece prediligono più dei maschi cantanti, cantautori e artisti.

Se si guarda all’età (cioè alla classe frequentata), cala un poco nel tempo la simpatia per i cantanti e per gli attori, cresce invece quella per gli artisti e gli intellettuali; per altre categorie la simpatia oscilla senza un trend chiaramente distinguibile e si vede anche che, in generale, con l’età cresce la percentua-le di chi manifesta “molta” simpatia per nessuno dei personaggi proposti.

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Tab. 28 – Simpatia personale per personaggi per genere, classe frequentata e tipo di istituto

Can-tanti

Atleti profes-sionisti

Can-tau-tori

Attori/ attrici

Ar-tisti

Atleti dilet-tanti

Con-testa-tori

Intel-let-

tuali

Im-pren-ditori

Poli-tici

Inse-gnanti

Reli-giosi

Perso-naggi

finanzaNessun molta

maschio 21,2 32,8 15,4 17,3 12,6 11,9 10,5 6,6 6,5 4,3 2,8 2,7 2,2 36,0femmina 32,4 19,9 20,6 18,5 20,6 8,1 6,5 5,5 5,2 2,0 2,7 2,4 0,9 41,1I 37,1 26,5 20,9 25,9 13,7 11,2 8,1 4,0 5,6 2,5 2,2 2,5 0,9 34,0II 29,5 29,5 16,0 20,2 15,4 9,9 9,9 6,3 4,8 3,9 3,0 3,3 2,1 36,7III 25,1 24,3 15,8 15,5 14,7 7,6 7,9 4,5 7,6 2,3 2,3 2,0 0,8 39,8IV 25,3 24,8 21,5 15,3 22,3 10,2 6,6 6,9 5,4 4,1 3,3 2,6 2,6 38,4V 21,7 21,3 17,7 13,3 19,7 9,7 8,7 8,0 5,0 2,0 3,0 2,3 0,7 46,7basso 23,1 17,7 18,4 15,8 12,0 9,8 7,6 5,1 6,0 3,5 3,2 3,23,5 47,2medio-basso 30,2 27,3 18,7 17,2 17,4 11,1 7,9 5,0 4,3 2,0 2,9 1,8 0,5 38,8medio-alto 29,3 27,7 17,6 19,2 18,3 8,7 7,7 5,4 5,9 2,3 1,6 2,3 0,5 36,9alto 24,4 26,7 18,8 19,1 19,8 9,9 10,2 9,6 6,6 5,0 3,6 3,3 2,6 32,3liceo 29,7 25,2 19,4 17,9 19,9 9,2 7,1 8,4 5,4 3,8 2,6 2,3 1,3 37,6tecnico 26,6 28,8 19,6 19,6 16,2 10,9 8,2 5,37,5 3,4 2,7 2,6 2,0 37,8professionale 25,5 22,3 15,6 16,4 14,1 9,5 9,5 2,7 3,7 1,3 2,9 2,4 1,1 43,0formaz. prof. 29,8 8,5 12,8 10,6 17,0 4,3 12,8 4,3 4,3 0,0 4,3 6,4 0,0 42,6

Totale 27,7 25,3 18,4 18,0 17,3 9,7 8,2 5,9 5,7 3,0 2,8 2,5 1,5 39,0

Tipo di istituto

Genere

Classe

Livello culturale genitori

Il livello di cultura dei genitori non mostra grande capacità discriminatoria per questo tipo di atteg-giamento ma sale un po’, all’aumento del livello culturale, la percentuale di chi manifesta simpatia per artisti, contestatori, intellettuali e, sia pure di poco, per i politici. Gli studenti dei licei manifestano maggiore simpatia per gli intellettuali e quelli degli istituti tecnici per gli imprenditori; infine, i pochi studenti del corso di formazione professionale sono più degli altri attratti dai contestatori, dai religiosi e anche dalla classe insegnante, molto meno degli altri dagli atleti professionisti e dilettanti.

Le domande sono state poste anche chiedendo agli studenti di dire quale sia, secondo loro, la sim-patia di cui godono gli stessi personaggi nella società attuale (fig. 24); l’ordinamento produce risultati assai simili anche se le posizioni ai primi posti si invertono con gli attori al primo posto e i cantanti al secondo. Scendono di qualche posizione gli atleti dilettanti e salgono invece un poco i politici.

Fig. 24 – Simpatia nella società attuale per personaggi (barre ordinate secondo la somma delle riposte “molto” e “abba-stanza”)

3,5

3,6

6,2

8,4

8,7

4,9

16,4

11,4

20,6

30,0

40,8

49,1

52,8

16,5

17,0

20,4

21,1

22,0

26,3

25,0

30,3

34,0

35,3

30,2

31,2

28,5

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Personaggi finanza

Insegnanti

Religiosi

Politici

Atleti dilettanti

Intellettuali

Ribelli/contestatori

Imprenditori

Artisti

Cantautori

Atleti professionisti

Cantanti

Attori/attrici

molto abbastanza poco niente non riposto

Giovanni Delli Zotti Gli studenti delle superiori

Quad. DiSPeS 01/2010 33 www.dispes.units.it

Il confronto è agevolato se si affianca la somma delle percentuali di risposta “molto” e “abbastan-za”, come nel grafico della fig. 25 dal quale si nota innanzitutto che in generale i giovani sono convinti che un po’ tutti i personaggi godano nella società di più di simpatia di quella che loro sono inclini ad accordare; l’unica eccezione è costituita dagli atleti dilettanti e per gli insegnanti si può parlare di pari merito. Per gli altri personaggi invece si notano differenze anche di notevole ampiezza, come per i contestatori e gli imprenditori; ma, se ragioniamo in termini relativi, le differenze sono ancora più am-pie per gli ultimi personaggi della graduatoria in quanto la percentuale è da doppia a quasi tripla per imprenditori, religiosi e in particolare per politici e personaggi della finanza.

Fig. 25 – Simpatia personale e nella società per personaggi (barre ordinate secondo la somma delle risposte “molto” e “abbastanza” dell’intervistato)

20,0

29,5

26,6

20,6

41,7

41,4

31,2

30,7

54,6

65,3

71,0

81,3

80,3

7,6

9,7

14,5

20,2

21,1

24,9

25,3

36,3

49,7

52,9

58,6

59,5

69,7

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Personaggi finanza

Politici

Religiosi

Insegnanti

Imprenditori

Ribelli/contestatori

Intellettuali

Atleti dilettanti

Artisti

Cantautori

Atleti professionisti

Attori/attrici

Cantanti

Intervistato

Società

Tab. 29 – Simpatia nella società attuale per personaggi per genere, classe frequentata e tipo di istituto

At-tori/

attriciCan-tanti

Atleti profes-sionisti

Can-tau-tori

Ar-tisti

Con-testa-tori

Im-pren-ditori

Atleti dilet-tanti

Po-litici

Reli-giosi

Intel-let-tuali

Inse-gnan-

ti

Perso-naggi

finanzaNessun molta

maschio 51,1 45,9 50,5 26,4 17,5 14,2 12,2 8,8 10,08,7 4,3 3,8 3,9 23,3femmina 54,0 51,5 33,8 32,722,8 18,1 10,8 8,6 7,2 4,4 5,4 3,5 3,1 27,1I 45,5 41,1 33,0 25,5 15,3 16,8 10,6 7,510,6 5,9 5,9 5,3 3,7 29,9II 48,8 44,9 38,6 28,9 22,3 16,0 6,6 7,5 8,1 6,3 4,2 3,9 3,0 25,0III 54,0 50,6 44,6 28,8 21,2 15,0 11,910,5 10,5 7,9 6,5 4,0 4,0 26,6IV 59,6 55,2 46,3 32,0 21,7 16,6 12,8 7,9 7,2 5,6 3,8 3,1 3,1 19,2V 54,7 52,7 40,0 35,0 22,3 18,0 15,0 10,3 5,3 5,0 4,3 1,7 3,7 28,3basso 51,3 45,9 35,8 29,7 20,3 15,5 11,4 8,5 7,0 4,7 5,1 3,5 3,5 30,1medio-basso 49,2 49,2 40,6 29,3 19,917,6 8,8 10,2 8,6 7,4 4,7 4,3 3,6 26,6medio-alto 53,8 48,1 42,5 33,4 20,9 16,4 11,8 8,5 7,8 6,8 4,7 4,2 2,4 24,2alto 59,7 57,1 45,5 25,7 20,8 16,2 14,2 7,3 11,2 5,3 5,9 1,7 5,0 19,8liceo 59,0 54,7 44,5 30,9 21,4 16,9 11,6 6,4 7,7 4,9 5,4 3,5 3,1 21,0tecnico 53,0 48,4 42,9 32,2 19,9 16,0 11,211,6 10,9 7,3 4,9 3,2 5,1 23,9professionale 44,3 42,4 33,2 26,8 21,0 16,2 11,4 9,3 5,8 5,8 4,2 3,7 1,634,7formaz. prof. 27,7 29,8 21,3 17,0 14,9 17,0 8,5 2,1 6,412,8 4,3 8,5 4,3 38,3

Totale 52,8 49,1 40,8 30,0 20,6 16,4 11,4 8,7 8,4 6,2 4,9 3,6 3,5 25,5

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Genere

Classe

Giovanni Delli Zotti Gli studenti delle superiori

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Tornando alla simpatia attribuita nella società ai vari personaggi, sono più i maschi che le femmine a ritenere che ne vada molta agli atleti professionisti e ciò accade (anche se su livelli molto più bassi), anche per i religiosi) (tab. 29). Altre differenze tra i due gruppi sono di più lieve entità. Con l’età cre-sce il numero di studenti convinti che nella società vada molta simpatia ad attori, cantanti e cantautori, ma le differenze non sono molto rilevanti e a volte oscillano un po’ non evidenziando un chiaro trend.

Il livello culturale dei genitori ha poca capacità di discriminazione anche per questa versione “proiettiva” della batteria, ma si nota che la percentuale di chi non risponde mai “molto” cala da 30 a meno del 20%. Si nota comunque che i figli di genitori più istruiti ritengono che la società riservi maggiore simpatia per cantanti, politici e personaggi della finanza.

Maggiore capacità di discriminazione è rivelata dal tipo di istituto e in alcuni casi la differenza è molto elevata. Ad esempio, gli studenti dei licei che ritengono che nella società siano molto simpatici attori e attrici sono quasi il 60%, invece negli istituti professionali un po’ più del 40% e nei corsi di formazione meno del 30%; le differenze sono simili anche per gli altri personaggi che si collocano ai primi posti, come cantanti e atleti professionisti. Le differenze si attenuano un poco, ma vanno nella stessa direzione, per i cantautori e gli artisti. Invece, tra i soli studenti del corso di formazione profes-sionale sono molto più numerosi quelli che sono convinti che la società apprezzi molto gli insegnanti e i religiosi.

Un’altra batteria di domande riguarda i cambiamenti che si possono verificare nella società nel

prossimo futuro: la prospettiva che si possa verificare un miglioramento nella qualità e maturazione delle persone è la più apprezzata, essendo sono convinti che si tratti di un cambiamento “buono” oltre il 70% degli studenti (fig. 26). Con percentuali quasi uguali si collocano comunque anche la possibilità che si riesca a vivere in modo più semplice e naturale e che famiglia e vita familiare diventino sempre più importanti. Un po’ meno apprezzata è la maggiore importanza del progresso e della tecnica: anche se cresce la quota di coloro che ritengono di essere “indifferenti” a questi cambiamenti, le risposte che considerano buono questo cambiamento sopravanzano di molto quelle di chi li considera cattivi. Più controverso è l’atteggiamento verso i due cambiamenti successivi: diventa infatti minoritaria la quota di studenti che ritengono positivo che il denaro e le cose acquisiscano minore importanza e il maggiore rispetto per l’autorità, anche se la maggior parte degli altri ritengono che il cambiamento sarà indiffe-rente e non proprio cattivo. Invece, il fatto che in futuro potrà essere meno importante il lavoro non ri-scuote molti consensi: le percentuali si invertono, essendo molto più numerosi coloro che lo ritengono un cambiamento negativo e molto pochi coloro che invece lo considerano positivo.

Fig. 26 – Valutazione sui possibili cambiamenti societari (barre ordinate secondo la percentuale di risposte “buono”)

14,3

40,0

48,2

51,1

71,3

71,8

73,9

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Meno importanza lavoro

Maggior rispetto per autorità

Meno importanza denaro e cose

Più importanza progresso e tecnica

Più importanza vita familiare

Vivere più semplice e naturale

Miglioramento e maturazione persone

buono indifferente cattivo non risp. Per questa batteria di domande le differenze sono piuttosto accentuate, in particolare se si guarda al

genere (fig. 27): le femmine sono particolarmente convinte che sarà un buon cambiamento una società nella quale sarà annessa meno importanza al denaro e al possesso di “cose”, il miglioramento e la ma-

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turazione delle persone, più importanza per la vita familiare e per il vivere semplice e naturale. I ma-schi invece più frequentemente considerano positivo il progresso e lo sviluppo tecnologico e sono più scettici rispetto alla complessiva valenza positiva di questi cambiamenti: il 7% non considera buono alcun cambiamento, mentre le femmine che così si esprimono sono solo il 2,6%.

Fig. 27 – Cambiamenti positivi per genere

2,6

14,8

39,3

43,6

52,4

77,0

79,5

80,0

7,0

13,6

41,0

61,6

42,5

63,4

61,3

65,4

0 10 20 30 40 50 60 70 80

Nessun buono

Meno importanza lavoro

Più rispetto per autorità

Più progresso e tecnica

Meno importanza denaro e cose

Più importanza vita familiare

Vivere semplice e naturale

Miglioramento e maturazione persone

maschio

femmina

Pur con qualche minima oscillazione il trend delle risposte in relazione alla classe frequentata è

molto evidente; infatti, in generale tutti i cambiamenti sono sempre più accettati con il crescere della maturità anagrafica e sociale degli intervistati, anche se i cambiamenti percentuali non sono molto ele-vati (tab. 30). Va sottolineato che tutti i cambiamenti vengono sempre più accettati, anche quello al quale probabilmente il pubblico adulto annetterebbe una connotazione almeno parzialmente negativa: l’eventuale diminuzione dell’importanza del lavoro.

Tab. 30 – Cambiamento "buono" del prossimo futuro per genere, classe, livello culturale e tipo di istituto

Più migliora-mento e matu-razione persone

Vivere semplice e naturale

Più importanza

vita familiare

Più progresso e tecnica

Meno importanza

denaro e cosePiù rispetto per autorità

Meno importanza

lavoroNessun buono

I 65,7 67,6 70,7 41,4 47,0 36,1 13,4 5,9II 70,2 66,6 66,6 47,9 39,2 38,6 10,8 6,6III 74,0 71,5 70,1 57,6 45,5 44,6 10,7 2,8IV 77,7 77,2 72,9 53,7 54,2 37,6 18,7 3,3V 81,3 75,7 76,3 54,0 55,0 43,3 17,7 4,0basso 72,5 73,4 76,6 48,7 47,2 43,7 14,6 3,8medio-basso 74,9 73,4 69,5 47,6 47,6 36,8 13,5 4,5medio-alto 74,2 72,1 75,1 52,3 49,7 41,6 12,2 3,8alto 74,9 68,3 62,4 60,1 48,5 38,6 19,1 4,3liceo 77,1 72,8 68,9 56,0 52,7 41,0 12,8 2,3tecnico 71,2 68,8 72,7 54,7 46,8 40,0 15,2 5,3professionale 71,9 76,1 73,7 39,8 43,8 39,5 15,1 6,6formaz. prof. 74,5 61,7 68,1 25,5 36,2 27,7 19,1 8,5

Totale 73,9 71,8 71,3 51,1 48,2 40,0 14,3 4,5

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Le differenze secondo il livello culturale dei genitori sono flebili ma significative per alcuni cam-biamenti; si nota un certo snobismo nei confronti della crescita di importanza della vita familiare e del lavoro da parte degli studenti di classe socio-culturale elevata, che in misura maggiore degli altri riten-gono positivo il progresso tecnico. Anche molti più liceali e iscritti agli istituti tecnici sono convinti

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della bontà del progresso tecnico e al liceo si trovano più studenti convinti anche che sia positiva l’attenuazione dell’importanza degli aspetti consumistici della società.

Non è molto diverso il senso della batteria seguente che chiede di esprimersi sull’importanza di una

serie di “cose”; la gerarchia che ne esce riflette le priorità valoriali degli studenti intervistati. Gli item sono molto numerosi e l’ordinamento delle barre nella fig. 25 ci aiuta a decodificare il senso dei risul-tati ottenuti mediante la rilevazione. Poiché la percentuale di studenti che risponde “molto” è media-mente piuttosto elevata, abbiamo usato solo tale risposta per l’ordinamento.

Fig. 25 – “Cose” importanti per l’intervistato (barre ordinate secondo la percentuale di riposta “molto”)

3,9

6,4

14,4

19,8

22,0

23,3

29,3

29,9

30,2

30,4

30,7

32,2

34,6

36,4

36,5

39,2

40,2

41,7

43,8

44,8

52,1

52,8

54,3

55,0

55,4

61,5

62,9

65,2

69,7

71,1

73,0

82,4

20,7

18,4

44,3

49,3

36,3

43,5

41,3

36,5

43,1

47,1

50,1

47,6

46,9

44,6

50,8

48,8

36,9

43,9

39,0

40,0

39,8

34,8

38,5

37,4

34,3

30,8

26,8

27,6

23,5

23,1

20,4

13,7

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Impegno religioso

Impegno politico

Impegno sociale

Considerazione sociale

Patria

Ricchezza

Successo

Sport

Vita eccitante

Ambizione

Tolleranza

Solidarietà

Cultura/conoscenza

Vita confortevole e agiata

Collaborazione

Coraggio

Eguaglianza sociale

Gruppo

Libertà e democrazia

Autorealizzazione

Intelligenza

Armonia interiore

Divertimento

Responsabilità

Partner

Dignità della persona

Famiglia

Lealtà

Onestà

Amici

Amore

Salute

molto abbastanza poco niente non risposto

Al primo posto si colloca la salute, ritenuta molto importante da oltre l’80% degli studenti e abba-

stanza importante da quasi tutti gli altri. A seguire, una serie di valori morali, caratteristiche personali e referenti sociali forse un po’ scontati ma, anche se sono tutti aspetti ragionevolmente importanti, l’ordinamento comunque mostra le priorità: amore, amici, onestà, lealtà, famiglia e dignità della per-sona sono ritenuti da almeno il 60% molto importanti e, se si aggiunge la risposta “abbastanza”, la quota di intervistati che ritiene rilevanti questi aspetti della vita raggiunge almeno il 90%.

Si deve tenere conto che la forma in cui è stata posta la domanda, come per altre batterie già esami-nate, consentiva di affermare che tutto è molto importante; proprio per questo è forse più interessante esaminare il fondo della classifica, cioè gli aspetti della vita che solo pochi studenti ritengono molto importanti. Salendo dal fondo, sorprende forse che i vari tipi di impegno, comunque qualificato (reli-

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gioso, politico e sociale), sono ritenuti i meno importanti: un risultato davvero scoraggiante perché l’impegno religioso e politico sono del tutto trascurati (complessivamente solo circa un quarto degli studenti li considera molto o abbastanza importanti); solo per l’impegno sociale si riesce a superare la quota di 10% di studenti che lo considera molto importante, cui si aggiunge quasi il 50% che lo consi-dera abbastanza importante.

Lasciando al lettore il piacere di analizzare dettagliatamente il resto delle informazioni presentate nel grafico, possiamo riprendere l’analisi concentrandoci sulle risposte “molto”, disaggregate per ma-schi e femmine (fig. 26), osservando innanzitutto che le barre relative alle femmine sono in genere più lunghe; ciò significa, specialmente per gli aspetti più apprezzati, che le femmine sono più inclini a considerare importati i vari aspetti, quasi a prescindere dall’oggetto della valutazione.

Fig. 26 – Aspetti “molto” importanti per l’intervistato per genere

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Impegno religioso

Impegno politico

Patria

Impegno sociale

Ricchezza

Considerazione sociale

Sport

Successo

Vita eccitante

Ambizione

Tolleranza

Vita agiata

Solidarietà

Cultura/conoscenza

Coraggio

Collaborazione

Gruppo

Eguaglianza sociale

Libertà e democrazia

Autorealizzazione

Intelligenza

Divertimento

Partner

Armonia interiore

Responsabilità

Dignità persona

Famiglia

Lealtà

Amici

Onestà

Amore

Salute

maschio

femmina

Guardando alle differenze tra le barre per le “cose” collocate ai primi posti, si vede che in particola-

re onestà, lealtà, responsabilità e armonia interiore sono aspetti della vita molto meno considerato dai maschi (almeno il 20% in meno rispetto alle femmine) e va ribadito che non si tratta di un gioco “a somma zero”; non si tratta cioè dell’effetto di diversa priorità tra maschi e femmine in quanto nulla impediva allo stesso numero di maschi di considerare queste caratteristiche valoriali molto importanti. Tra le caratteristiche collocate a metà classifica, differenze che in proporzione sono simili si riscontra-no per autorealizzazione, solidarietà e anche per cultura e tolleranza.

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Ci sono anche alcuni aspetti nei quali i maschi sopravanzano le femmine e sono tutti collocati in fondo alla gerarchia (molto importanti per un numero molto minore di studenti): le differenze più ele-vate si riscontrano per sport, ricchezza e patria, poi anche la vita agiata ed eccitante, il successo e, sia pure a livelli bassissimi, l’impegno politico e quello religioso.

Anche se si perde la possibilità di apprezzare la percentuale assoluta di risposte “molto”, nel grafi-co successivo le differenze sono più evidenti (fig. 27). Le barre visualizzano l’entità della differenza e, essendo ordinate secondo questi saldi, non è più necessario scorrere su e giù il grafico per riuscire a trovare gli aspetti sui quali le opinioni di maschi e femmine divergono in modo più rilevante.

Fig. 27 – Differenza percentuale tra le risposte “molto” di femmine e maschi

-15 -10 -5 0 5 10 15 20 25

Sport

Ricchezza

Patria

Successo

Vita eccitante

Impegno politico

Vita agiata

Impegno religioso

Considerazione sociale

Ambizione

Coraggio

Gruppo

Impegno sociale

Libertà e democrazia

Divertimento

Eguaglianza sociale

Collaborazione

Tolleranza

Intelligenza

Partner

Salute

Cultura/conoscenza

Amici

Autorealizzazione

Famiglia

Solidarietà

Amore

Dignità persona

Lealtà

Armonia interiore

Responsabilità

Onestà

La lunghezza delle barre mostra la differenza complessiva ma, avendo costatato che si riscontra un 6,7% di femmine in più che rispondono “molto” a prescindere dall’aspetto considerato, abbiamo pro-vato a visualizzare questa parte della barra con un colore più chiaro. I dati si possono ora commentare in questo modo: le femmine che considerano molto importante l’onestà sono circa il 23% in più rispet-to ai maschi però, detratto il 6,7% di femmine in più che in media danno la risposta molto, la differen-za “deflazionata” tra maschi e femmine si riduce a circa 17 punti percentuali (la parte più scura della prima barra). Al contrario, per quanto riguarda lo sport si riscontra una differenza di circa 14 punti, ma, se si aggiunge il 6,7% di maschi in meno che in generale rispondono “molto”, la differenza totale tra maschi e femmine arriva a oltre 20 punti percentuali.

Nelle cinque barre centrali (da impegno a considerazione sociale) l’intervallo di 6,7 punti è suddi-viso; qui si vede chiaramente che, spostando l’origine, le differenze possono addirittura cambiare di segno. Ad esempio, per coraggio e ambizione si riscontra un 2% in più per le femmine, ma sono cin-que punti sotto la percentuale media di risposta “molto” fornita dalla loro categoria. Tra l’altro, questo risultato è più congruo rispetto allo stereotipo del maschio coraggioso e ambizioso.

In pratica, se si vogliono confrontare le differenze sui dati originali, basta confrontare la lunghezza delle barre compresa la parte più chiara a destra per quelle poste più in basso; se invece si considera il valore 6,7 l’origine delle differenze, va tolta alla barre in alto la parte più chiara posta a sinistra.

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Riguardo alle altre variabili interpretative, passare dalle prime classi a quelle terminali porta ad un aumento quasi generalizzato della percentuale di studenti che considera importanti gli aspetti proposti nel questionario (tab. 26). In particolare, gli aumenti più rilevanti si registrano per lealtà, dignità della persona, partner, responsabilità, armonia interiore, intelligenza, autorealizzazione, cultura, tolleranza e ambizione. Cala invece l’enfasi su divertimento, gruppo, vita eccitante e sport.

Tab. 26 – Cose “molto” importanti per l’intervistato per genere, classe, ripetenza, livello culturale e tipo di istituto

Salute Amore Amici Onestà Lealtà FamigliaDignità persona Partner

Respon-sabilità

Diver-timento

Armonia interiore

I 77,6 72,3 77,6 70,1 60,1 65,4 46,7 50,5 53,3 57,6 40,5II 78,6 72,0 70,8 66,0 58,4 54,8 55,4 55,7 53,0 58,1 45,8III 84,2 68,6 72,6 67,8 64,1 63,3 62,4 54,8 51,7 54,5 54,8IV 85,2 74,7 63,7 70,1 69,6 62,1 69,8 55,5 55,5 51,9 57,8V 86,0 78,0 72,7 75,3 73,7 69,7 72,3 61,0 62,3 49,3 65,0basso 82,3 72,2 66,1 72,8 64,6 63,0 62,0 58,2 57,0 54,7 54,1medio-basso 85,3 74,5 72,2 70,4 64,1 64,8 59,8 56,4 52,6 55,5 51,7medio-alto 83,4 73,5 73,0 70,4 66,9 66,6 64,1 53,5 58,5 56,3 49,8alto 77,2 71,6 72,6 64,7 63,0 53,5 59,4 54,8 47,2 47,9 56,4liceo 82,4 71,2 72,9 70,6 69,6 59,4 64,9 53,9 51,1 52,5 54,9tecnico 82,6 74,1 70,4 67,5 63,5 63,9 60,0 55,5 56,2 54,0 52,3professionale 85,4 76,1 70,0 72,1 61,3 67,9 59,4 58,4 59,4 58,9 51,7formaz. prof. 55,3 61,7 63,8 66,0 53,2 61,7 48,9 53,2 61,7 46,8 38,3

Totale 82,4 73,0 71,1 69,7 65,2 62,9 61,5 55,4 55,0 54,3 52,8

Classe

Tipo di istituto

Livello culturale genitori

Intel-

ligenzaAutorea-lizzazione

Libertà e democrazia Gruppo

Eguaglian-za sociale

Corag-gio

Collabo-razione

Vita agiata

Cultura/co-noscenza

Soli-darietà

I 43,0 34,6 40,2 47,7 38,0 43,3 38,0 33,0 25,9 34,0II 49,7 40,4 37,7 44,0 37,3 41,9 36,4 37,3 30,1 28,3III 55,1 46,3 42,1 43,8 39,0 37,6 33,6 35,3 33,3 26,0IV 57,3 49,9 49,1 36,8 43,0 36,1 35,5 38,4 40,9 34,8V 54,3 52,3 49,3 36,7 43,3 38,0 39,3 37,7 42,0 38,3basso 49,4 44,3 39,2 40,8 37,0 37,7 38,6 38,6 32,0 32,0medio-basso 52,8 47,9 41,8 41,5 38,8 39,3 35,0 35,7 31,2 30,7medio-alto 53,5 43,9 45,3 43,7 42,5 39,4 36,6 36,4 35,2 31,9alto 52,5 43,9 50,5 36,6 41,9 40,9 35,3 36,0 41,6 35,0liceo 54,0 44,5 48,6 40,0 41,2 38,3 37,1 36,8 39,3 33,0tecnico 54,0 45,1 42,6 44,1 42,2 38,5 37,8 38,2 34,8 32,9professionale 47,7 45,9 39,5 39,8 37,4 42,7 35,0 34,2 28,1 31,0formaz. prof. 36,2 36,2 21,3 51,1 21,3 34,0 21,3 25,5 14,9 19,1

Totale 52,1 44,8 43,8 41,7 40,2 39,2 36,5 36,4 34,6 32,2

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Tolle-ranza

Ambi-zione

Vita ec-citante Sport

Suc-cesso

Ric-chezza Patria

Conside-raz. sociale

Impegno sociale

Impegno politico

Impegno religioso

I 25,5 24,0 33,0 36,1 29,3 24,9 23,4 17,8 18,4 6,2 5,6

II 23,5 29,8 33,1 36,4 34,6 29,5 22,6 21,1 11,4 6,0 4,5III 29,1 32,8 31,9 28,0 33,1 22,6 21,8 20,1 11,9 6,2 3,1IV 35,3 31,2 28,9 25,3 24,3 19,7 18,2 18,4 13,3 6,6 2,6V 40,3 34,3 23,7 24,3 25,7 20,3 25,3 22,3 18,0 6,7 4,3

basso 24,7 27,8 25,9 23,1 28,2 22,2 20,6 22,5 13,3 5,7 4,4

medio-basso 32,5 28,4 32,5 30,7 33,0 24,4 21,0 20,3 12,2 4,5 3,2

medio-alto 31,0 31,5 29,1 32,2 28,9 22,1 23,0 17,2 15,2 5,7 3,8alto 33,7 33,7 34,7 30,7 27,7 26,1 21,8 19,8 16,8 9,9 4,6liceo 32,8 31,0 29,0 30,6 26,2 21,5 18,6 18,9 13,5 8,0 4,4tecnico 29,0 33,2 31,0 32,4 33,0 25,6 23,3 21,1 15,3 5,8 4,1

professionale 31,0 25,2 30,2 26,0 28,1 23,1 26,5 19,4 15,1 4,5 2,1

formaz. prof. 21,3 29,8 38,3 21,3 38,3 23,4 19,1 21,3 10,6 4,3 10,6

Totale 30,7 30,4 30,2 29,9 29,3 23,3 22,0 19,8 14,4 6,4 3,9

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Anche il livello culturale dei genitori discrimina un po’ le risposte: ai livelli culturali più elevati

corrisponde in particolare una maggiore importanza attribuita ad autorealizzazione, libertà e democra-

Giovanni Delli Zotti Gli studenti delle superiori

Quad. DiSPeS 01/2010 40 www.dispes.units.it

zia, cultura, vita eccitante. Le classi sociali più elevate si caratterizzano anche per una maggiore atten-zione verso l’impegno sociale e politico (la differenza è meno elevata, in assoluto, ma sono aspetti considerati molto importanti da pochi studenti). Salendo di livello culturale cala invece la percentuale di studenti che considerano molto importante onestà, famiglia e responsabilità.

Guardando al profilo per tipo di istituto, i liceali si caratterizzano solo per la maggiore attenzione verso lealtà e impegno politico. Gli studenti degli istituti tecnici sono collocati grosso modo sulle per-centuali medie e così pure gli studenti degli istituti professionali, che mostrano appena un po’ più di interesse per la patria. Come al solito, sono caratterizzati in modo più spiccato gli studenti del corso di formazione professionale, i quali sono convinti più degli altri che sono molto importanti responsabili-tà, gruppo, vita eccitante, successo e impegno religioso; sono invece meno interessati ad altri aspetti tra i quali segnaliamo quelli con le percentuali più devianti: salute, amore, lealtà, dignità della persona, armonia interiore, intelligenza, libertà e democrazia, eguaglianza, collaborazione, vita agiata e cultura.

Fig. 28 – “Cose” importanti per il mondo degli adulti (barre ordinate secondo la percentuale di riposta “molto”)

8,8

13,8

16,3

18,6

18,9

20,5

21,2

21,4

21,7

23,3

24,3

24,4

25,0

25,1

26,0

26,1

26,1

28,1

34,6

35,1

37,6

38,0

40,9

44,5

46,1

49,6

49,8

50,1

51,8

56,8

60,3

67,2

23,4

27,7

35,5

44,2

42,6

37,5

44,7

48,6

37,0

42,9

37,2

43,6

35,2

31,3

34,3

41,9

40,8

35,9

44,7

43,5

38,5

37,1

41,9

39,1

36,6

33,3

32,7

36,0

30,8

30,3

28,6

24,0

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Impegno religioso

Sport

Gruppo

Solidarietà

Coraggio

Impegno politico

Tolleranza

Amici

Patria

Collaborazione

Impegno sociale

Cultura/conoscenza

Divertimento

Vita eccitante

Lealtà

Armonia interiore

Eguaglianza sociale

Onestà

Intelligenza

Libertà e democrazia

Dignità della persona

Considerazione sociale

Partner

Autorealizzazione

Amore

Responsabilità

Famiglia

Ambizione

Successo

Vita confortevole e agiata

Ricchezza

Salute

molto abbastanza poco niente non risposto

Chiedendo agli studenti di indicare quanto, a loro avviso, siano importanti gli stessi aspetti per il

mondo degli adulti, è possibile comprendere come i figli ci vedono o, meglio, che stereotipo hanno del mondo dei grandi (fig. 28): la salute occupa comunque il primo posto, ma per gli altri aspetti la gerar-chia cambia notevolmente. Lasciamo al lettore il piacere di osservare le differenze confrontando i gra-fici delle figure 27 e 28, segnalando che, in generale, aumentano un po’ la mancate risposte, segno che gli studenti si sono trovati in maggiore difficoltà nel cercare di interpretare il mondo degli adulti.

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Quad. DiSPeS 01/2010 41 www.dispes.units.it

Nel grafico a dispersione di fig. 29 si vede sinteticamente che i diversi aspetti formano una “nuvo-la di punti”, il che significa che la relazione tra le due serie di opinioni è assai poco stretta. Infatti, so-no pochi i casi collocati sulla bisettrice (linea continua) o in una ristretta fascia nelle vicinanze; tale posizione indicherebbe che si è registrata la stessa percentuale (o una percentuale simile) quando gli studenti si riferiscono a se stessi e al mondo degli adulti (è il caso, ad esempio, di patria e autorealiz-zazione). Abbiamo però appena notato gli studenti sono mediamente più “parsimoniosi” nel definire importanti le “cose” con riferimento al mondo degli adulti; la seconda retta (tratteggiata) sconta questo arretramento percentuale se si parla dei “grandi”: si vede così che gli aspetti per i quali la valutazione è grosso modo la stessa (collocati sulla retta o nelle vicinanze) sono molto più numerosi.

Ancor più interessante è notare quali siano gli aspetti della vita che si collocano nei quadranti del grafico in alto a sinistra e in basso a destra: nel primo caso l’aspetto sarebbe più importante per gli studenti di quanto lo sia per gli adulti (amici, onestà, lealtà); nel secondo caso si tratterebbe di aspetti molto importanti per gli adulti e meno per i ragazzi (ricchezza, successo e ambizione).

Fig. 29 – “Cose” importanti per l’intervistato e per il mondo degli adulti: grafico a dispersione con bisettrici

Anche in questo caso è però più facile apprezzare l’entità delle differenze evidenziando in un grafi-

co a barre la parte attribuibile alla sistematica propensione dei ragazzi a ritenere che un po’ tutti gli aspetti della vita siano più importanti per loro che per gli adulti (la differenza media di 9,2% è più am-pia di quella riscontrata tra maschi e femmine quando si chiedeva di indicare l’importanza degli aspetti per loro stessi). Ad esempio, gli amici sono molto importanti per oltre il 70% degli studenti, ma solo per il 20% circa gli amici sarebbero importanti anche per gli adulti; la differenza è del 50%, ma si ri-duce a circa il 40% (parte scura della barra) se si esclude la parte di questa differenza attribuibile al fatto che i ragazzi mediamente sottostimano l’importanza che i diversi aspetti rivestono per gli adulti.

Una differenza simile, o di poco più ridotta, si trova anche per onestà, lealtà, divertimento, amore, armonia interiore, gruppo, dignità della persona, tutte cose che molti studenti ritengono siano impor-

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tanti per loro e molti meno ritengono siano altrettanto importanti per gli adulti. Al lato opposto del gra-fico, ricchezza e poi successo, vita confortevole ed agiata, ambizione e considerazione sociale sarebbe-ro aspetti che molti studenti ritengono siano più importanti per gli adulti che per loro. In questo caso, alla differenza rappresentata dalla parte più scura della barra che si estende a sinistra del valore zero, bisogna aggiungere il 9,2% di studenti in meno che mediamente indicano gli stessi aspetti come molto importanti per gli adulti.

Fig. 30 – “Cose” importanti per l’intervistato e per il mondo degli adulti: differenza della percentuale di risposta “molto”

-40 -30 -20 -10 0 10 20 30 40 50

Ricchezza

Successo

Vita confortevole e agiata

Ambizione

Considerazione sociale

Impegno politico

Impegno sociale

Impegno religioso

Autorealizzazione

Patria

Vita eccitante

Responsabilità

Libertà e democrazia

Tolleranza

Cultura/conoscenza

Famiglia

Collaborazione

Solidarietà

Eguaglianza sociale

Partner

Salute

Sport

Intelligenza

Coraggio

Dignità della persona

Gruppo

Armonia interiore

Amore

Divertimento

Lealtà

Onestà

Amici

Questi giovani che apprezzano molto amicizia, onestà, lealtà e vivono tra adulti che ricercano ric-

chezza, successo, vita agiata e ambizione più o meno sfrenata sono una descrizione un po’ parodistica, giustificabile solo dal fatto che è normale idealizzare se stessi, anche se non si poteva pensare che la sproporzione tra sopravvalutazione delle proprie “idealità” e sottovalutazione di quelle degli adulti raggiungesse questo livello.

Le differenze significative secondo il tipo di studente non sono molto ampie e non tragga in ingan-no il fatto che nella tab. 27 molte celle sono contrassegnate: anche se il campo di variazione è assai li-mitato ci sono per definizione valori che si collocano agli estremi della distribuzione. Ad esempio, per le risposte sulla patria i valori contrassegnati sono distanti solo tre punti percentuali dal valore medio, per un complessivo campo di variazione di soli sei punti.

Questo relativo appiattimento delle differenze dipende probabilmente dal fatto che gli studenti non rivelano, interrogano se stessi, aspetti delle loro differenti personalità; riferiscono invece l’idea che si sono fatti degli adulti essendo grosso modo esposti agli stessi stimoli esterni: si fanno un’idea del mondo degli adulti tramite la televisione e la conoscenza, spesso superficiale e stereotipata, di adulti che hanno l’occasione di conoscere, come gli insegnanti.

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Quad. DiSPeS 01/2010 43 www.dispes.units.it

Qualche differenza significativa è comunque visibile: ad esempio, ci sono più maschi che femmine convinti che per gli adulti sia importante lo sport e più femmine convinte che per gli adulti siano molto importanti salute, famiglia, responsabilità, dignità, libertà e armonia interiore.

Con il passaggio dalle prime alle classi successive, aumenta il numero di studenti che considerano molto importanti per gli adulti un po’ tutti gli aspetti della vita che si collocano ai primi posti (salute, ricchezza, vita agiata, successo e ambizione) e anche alcuni di quelli che si collocano un po’ più in basso (autorealizzazione e considerazione sociale). Tralasciando altri aspetti per i quali le differenze, pur discernibili, sono di lieve entità, segnaliamo solo che, al crescere della progressione scolastica, so-no considerati meno rilevanti per gli adulti in particolare famiglia e impegno sociale.

Tab. 27 – Cose “molto” importanti per il mondo degli adulti per genere, classe, livello culturale e tipo di istituto

SaluteRic-

chezzaVita

agiataSuc-cesso

Ambi-zione

Fami-glia

Respon-sabilità Amore

Autorea-lizzazione Partner

Consid. sociale

maschio 60,9 59,6 52,6 50,5 47,0 42,4 41,7 45,0 37,6 40,3 37,7femmina 71,8 60,8 59,9 52,8 52,3 55,2 55,4 46,8 49,4 41,4 38,2I 62,0 52,3 47,7 44,9 41,1 56,4 54,8 49,8 37,1 42,1 30,5II 65,4 56,9 50,0 46,7 45,5 48,2 51,5 43,1 37,7 42,5 37,7III 68,9 60,7 54,8 51,4 50,6 48,0 48,9 47,2 41,5 42,4 37,6IV 68,8 62,9 63,2 57,0 54,5 49,9 46,5 45,5 52,7 39,9 39,1V 70,7 68,7 68,3 58,7 58,3 46,7 47,0 44,7 52,7 37,7 45,3

Totale 67,2 60,3 56,8 51,8 50,1 49,8 49,6 46,1 44,5 40,9 38,0

Genere

Classe

Dignità persona

Libertà e democr.

Intelli-genza Onestà

Armonia interiore

Egua-glianza Lealtà

Vita eccitante

Diverti-mento

Cultura/ conosc.

maschio 30,7 30,0 30,0 24,7 20,6 22,3 23,0 26,4 25,9 22,7femmina 42,6 38,8 38,0 30,6 30,1 28,9 28,2 24,3 24,3 25,7I 33,6 33,3 36,1 32,1 21,8 22,7 27,7 23,1 26,2 25,9II 39,2 37,3 35,8 31,0 25,6 31,6 27,1 23,2 19,6 24,1III 39,3 35,0 39,5 28,2 28,0 25,7 27,1 26,0 23,4 27,4IV 36,8 34,3 27,6 23,8 26,9 24,0 22,0 25,1 25,6 20,7V 39,3 35,7 35,0 26,0 28,0 27,0 27,0 28,7 30,7 24,7

Totale 37,6 35,1 34,6 28,1 26,1 26,1 26,0 25,1 25,0 24,4

Classe

Genere

Impegno sociale

Collabo-razione Patria Amici

Tolle-ranza

Impegno politico

Corag-gio

Solida-rietà Gruppo Sport

Impegno religioso

maschio 21,7 20,3 22,2 20,9 19,9 22,4 16,4 16,4 17,418,2 9,4femmina 26,1 25,4 21,3 21,7 22,1 19,1 20,7 20,1 15,4 10,7 8,3I 29,3 25,5 24,9 18,1 19,9 24,6 18,4 20,6 17,4 15,6 8,1II 29,2 26,8 22,3 23,2 25,3 21,7 21,4 19,9 17,2 14,5 13,3III 21,2 23,2 21,5 22,9 20,3 18,4 18,6 18,6 16,1 12,4 8,8IV 22,0 19,9 18,9 21,5 18,9 18,2 15,9 16,1 13,0 13,3 5,9V 20,0 21,3 21,3 21,0 22,0 20,3 21,0 18,0 18,3 13,7 8,3

Totale 24,3 23,3 21,7 21,4 21,2 20,5 18,9 18,6 16,3 13,8 8,8

Genere

Classe

Prima di affrontare l’ultimo tema, il giudizio morale sull’accettabilità di comportamenti più o meno

devianti, commentiamo una domanda prospettica: la valutazione sulle possibilità di decidere della propria vita (fig. 31). Alla domanda si rispondeva indicando la propria posizione su una scala auto-ancorante a nove livelli: il primo contrassegnato come “nessuna possibilità” e l’ultimo come “molte”. Auto-ancorante significa che solo gli estremi della scala sono ancorati semanticamente, cioè solo ad essi è attribuito un significato. Ciò consente di considerare uguali gli intervalli (distanze tra i livelli); non si può invece presumere che gli intervalli siano uguali se i livelli sono definiti semanticamente: se le risposte previste sono “molto/abbastanza/poco/nulla”, non è detto che la distanza percepita tra “mol-to” e “abbastanza” sia la stessa che tra “abbastanza” e “poco”, o tra “poco” e “nulla”.

Si può innanzitutto notare che nel complesso prevalgono gli studenti fiduciosi (risposte da 7 a 9) che superano il 60%; nelle categorie di risposta centrali (da 4 a 6) si identificano meno del 40%; il 5% è invece pessimista (risposte da 1 a 3) sulla possibilità di riuscire a incidere sul proprio futuro. Le dif-

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ferenze tra tipi di studenti sono davvero limitate e si può solo segnalare che sono un po’ più incerte le femmine, un po’ di più quelli delle prime classi e, ovviamente, gli studenti non ripetenti (la differenza è minima). Sono un po’ meno fiduciosi gli studenti con genitori di basso livello culturale ma, dopo un sensibile incremento per il livello medio-basso, la crescita di fiducia arretra leggermente. Gli studenti del corso di formazione professionale sono i più fiduciosi, forse nella consapevolezza di avere scelto un percorso più facilmente prevedibile nei suoi esiti; è curioso però che non siano altrettanto sicuri di poter incidere sul proprio futuro gli studenti degli istituti professionali.

Fig. 31 – Possibilità di decidere come dovrà essere la tua vita in futuro per genere, classe, ripetenza, livello culturale dei genitori e tipo di istituto

0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0

formaz. prof.

professionale

tecnico

liceo

alto

medio-alto

medio-basso

basso

no

V

IV

III

II

I

femmina

maschio

IN COMPLESSO

Tip

o d

i is

titu

toL

ive

llo

cu

ltu

rale

Rip

ete

nte

Cla

sse

Ge

ne

re

nessuna 2 3 4 5 6 7 8 molte L’ultima batteria di domande che qui commentiamo riguarda il giudizio sulla liceità di una serie di

comportamenti; anche in questo caso si poteva scegliere la risposta su una scala auto ancorante (le ca-tegorie estreme erano definite come 1=accettabile e 9=inaccettabile). Ordinando i comportamenti se-condo le percentuali cumulate delle risposte da 1 a 3, si collocano ai primi posti i comportamenti che la maggioranza degli studenti (anche se non tutti) considera sostanzialmente accettabili; in fondo al grafico invece si collocano i comportamenti che la maggioranza considera inaccettabile (fig. 32).

I dubbi sulla liceità di rapporti prematrimoniali, convivenza e trapianti riguardano una piccola quo-ta di studenti (pari a meno del 10%), cui si aggiunge poco più del 10% che assume un atteggiamento prudenziale (fascia intermedia della scala); comunque, è certamente significativo che percentuali in-torno al 60% indichino senza esitazioni il primo livello della scala (accettabile tout court).

Dopo questo gruppetto di tre comportamenti sostanzialmente assolti, si scende piuttosto drastica-mente; una quota di studenti da poco più del 50 al 40%, indicando i primi tre livelli della scala, accetta fumo, eutanasia, inseminazione artificiale, divorzio, relazioni sessuali tra minori, uccidere per difen-dersi, chirurgia plastica, omosessualità, tenere denaro trovato e aborto. Già con l’aborto si entra nell’area di comportamenti per i quali prevale la condanna sull’assoluzione, perché l’area dell’inac-cettabilità comincia a prevalere sull’accettabilità.

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Fig. 32 – Inaccettabilità dei comportamenti: ripartizione percentuale su barre suddivise

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

Doping per vincere

Rubare in un negozio

Uccidere per motivi politici

Ecstasy in discoteca

Droghe pesanti

Botte fra tifosi

Minacciare chi non sciopera

Prendere auto di altri

Guidare ubriachi

Gettare rifiuti

Prostituzione

Scontro con polizia

Dire il falso per interesse

Non pagare le tasse

Non segnalare danno a veicolo

Relazioni con sposati

Assentarsi dal lavoro

Suicidio

Fumare marijuana

Benefici senza diritto

Accettare bustarella

Non pagare il biglietto

Aborto

Tenere denaro trovato

Omosessualità

Chirurgia plastica

Uccidere per difendersi

Divorzio

Sesso fra minori

Divorziare

Inseminazione artificiale

Eutanasia

Fumare tabacco

Autorizzare trapianto

Convivere

Rapporti prematrimoniali

accettabile 2 3 4 5 6 7 8 inaccett.

Sul fondo del grafico si trovano i comportamenti per i quali prevale decisamente la condanna; mol-to più numerosi di quelli che risultano assolti guardando alla parte superiore del grafico. Ovviamente ciò non ha grande significato perché dipende dalla lista di comportamenti che il ricercatore propone agli intervistati: si sarebbero potute facilmente aggiungere alla lista piccole trasgressioni, cioè “pecca-ti” veniali che avrebbero affollato senza problemi la categoria dei comportamenti sostanzialmente ac-cettabili. In ogni caso, partendo dal basso, cioè dal comportamento che riceve più condanne dagli stu-denti, i più sanzionati sono l’uso del doping per vincere, rubare in un negozio, usare ecstasy, le droghe pesanti, le botte tra tifosi, minacciare chi non sciopera, prendere l’auto di altri, guidare ubriachi e get-tare i rifiuti in luogo pubblico. Sopra questo livello la condanna si attenua un poco, anche se rimane pur sempre prevalente sugli atteggiamenti assolutori.

Per apprezzare con maggiore precisione i risultati si dovrebbe controllare come si ripartisce il resto delle risposte tra posizioni intermedie e condanna più o meno decisa. Infatti, fin qui abbiamo operato una semplificazione: ad esempio, omosessualità e tenere denaro rubato sono comportamenti sostan-zialmente accettati da circa il 40% degli studenti, ma quelli che condannano decisamente l’omoses-sualità sono molto più numerosi di quelli che non accettano che si possa tenere del denaro trovato.

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Si può ovviamente tener conto di tutte le risposte calcolando il punteggio medio (fig. 35), ma può essere altrettanto efficace contrapporre le condanne alle assoluzioni per vedere quale atteggiamento prevale: in questo modo, tra l’altro, si neutralizza la fascia intermedia, che può avere una consistenza diversa da caso a caso. Con il grafico della fig. 33, che rappresenta il saldo tra le due parti esterne della distribuzione, si perde questa informazione, che può invece essere apprezzata nel grafico precedente.

Fig. 33 – Inaccettabilità dei comportamenti: saldo tra accettabile (codici da 1 a 3) e inaccettabile (codici da 7 a 9)

-80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 30 40 50 60 70

Doping per vincere

Ecstasy in discoteca

Botte fra tifosi

Rubare in un negozio

Uccidere per motivi politici

Droghe pesanti

Prendere auto di altri

Guidare ubriachi

Minacciare chi non sciopera

Prostituzione

Gettare rifiuti

Non pagare le tasse

Scontro con polizia

Dire il falso per interesse

Relazioni con sposati

Suicidio

Fumare marijuana

Non segnalare danno a veicolo

Benefici senza diritto

Assentarsi dal lavoro

Accettare bustarella

Non pagare il biglietto

Aborto

Omosessualità

Tenere denaro trovato

Uccidere per difendersi

Divorzio

Chirurgia plastica

Sesso fra minori

Divorziare

Inseminazione artificiale

Eutanasia

Fumare tabacco

Autorizzare trapianto

Rapporti prematrimoniali

Convivere

È piuttosto evidente quali siano i comportamenti per i quali prevale l’accettazione: convivenza, rapporti prematrimoniali e trapianto, con oltre il 60%. All’estremo opposto, i comportamenti per i qua-li prevale la condanna sono molto più numerosi: per ben 9 di essi la differenza supera i 60 punti.

Apparentemente i comportamenti meno interessanti sembrerebbero essere quelli con le barre del grafico assai corte; in realtà, se ci si pensa un attimo, sono forse meno interessanti i comportamenti collocati agli estremi superiore e inferiore del grafico, in quanto il rifiuto e l’accettazione possono es-sere sostanzialmente scontati, anche se non necessariamente nella misura che si è registrata.

Una barra corta indica che gli studenti che giudicano accettabile oppure inaccettabile il comporta-mento sono altrettanto numerosi; si tratta di comportamenti altamente controversi sui quali le valuta-zioni prevalentemente divergono, come nel caso dell’omosessualità e dell’aborto. Abbiamo perciò prodotto un terzo tipo di grafico (fig. 34) che evidenzia queste situazioni mediante alcuni accorgimenti che dovrebbero consentire di cogliere ancora meglio l’aspetto della polarizzazione delle valutazioni.

La posizione centrale (codice 5) è stata suddivisa in due parti uguali e a questa prima categoria si sono accorpate le categorie contigue sui due versanti (codici 4 e 6) in modo da creare la fascia inter-media che rappresenta chi non prende posizioni decise di approvazione o condanna. Questa fascia è in

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genere alquanto ristretta: solo in due casi (chirurgia plastica e non pagare il biglietto) raggiunge o su-pera di poco il 33% che le competerebbe se gli studenti si ripartissero equamente tra questa e le altre due fasce del rifiuto e dell’accettazione (in ognuna sono raggruppate tre modalità della scala origina-le). Tutto ciò significa innanzitutto che gli studenti intervistati hanno in generale preso posizione, sce-gliendo decisamente un versante o ripartendosi più equamente tra i due partiti opposti, trascurando le posizioni intermedie. In questo modo è facile identificare i comportamenti sui quali anche nell’opinio-ne pubblica è attivo un dibattito, a volte assai aspro, perché sottostanti alle valutazioni sulla liceità dei comportamenti ci sono radicate convinzioni etico-morali, socio-politiche o religiose.

Fig. 34 – Inaccettabilità dei comportamenti: ripartizione percentuale su barre suddivise e contrapposte

-90 -80 -70 -60 -50 -40 -30 -20 -10 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

Doping per vincere

Ecstasy in discoteca

Botte fra tifosi

Rubare in un negozio

Droghe pesanti

Uccidere per motivi politici

Prendere auto di altri

Guidare ubriachi

Minacciare chi non sciopera

Prostituzione

Gettare rifiuti

Non pagare le tasse

Scontro con polizia

Fumare marijuana

Suicidio

Dire il falso per interesse

Relazioni con sposati

Benefici senza diritto

Non segnalare danno a veicolo

Accettare bustarella

Assentarsi dal lavoro

Non pagare il biglietto

Aborto

Omosessualità

Uccidere per difendersi

Tenere denaro trovato

Divorzio

Chirurgia plastica

Sesso fra minori

Divorziare

Inseminazione artificiale

Eutanasia

Fumare tabacco

Autorizzare trapianto

Convivere

Rapporti prematrimoniali

Come sopra ricordato, si può sintetizzare la distribuzione delle risposte calcolando la media, finora

non utilizzata perché mortifica le posizioni estreme, che sono spesso le più rivelatrici. È comodo usar-la però se si vuol rappresentare in un unico grafico la posizione (media) di maschi e femmine sulla scala da 1 a 9 usata per la rilevazione (fig. 35). Si nota con tutta evidenza che convivere, rapporti pre-matrimoniali e trapianti, comportamenti ampiamente accettati (punteggio medio tra 2 e 3), sono ancor più accettabili per le femmine. Lo stesso può dirsi per alcuni altri comportamenti, in particolare l’omosessualità, riguardo alla quale il distacco tra i due generi si fa alquanto rilevante (quasi due pun-ti). Altri comportamenti verso i quali l’atteggiamento delle femmine è più tollerante sono, nell’ordine, fumare, inseminazione e divorzio.

Anche segnalando solo i comportamenti per i quali la distanza è più ampia, sono molto più nume-rosi quelli più tollerati dai maschi: tenere denaro trovato, uccidere per difendersi, fumare marijuana, avere relazioni con persone sposate, prostituzione, guidare ubriachi, minacciare lavoratori che non scioperano, fare a botte tra tifosi. La maggiore tolleranza dei maschi è testimoniata anche dal fatto che il loro punteggio medio generale è più basso di quello delle femmine.

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Fig. 35 – Inaccettabilità dei comportamenti: punteggio medio per genere (scala da 1=accettabile a 9=inaccettabile)

Per quanto concerne le altre variabili indipendenti, le differenze non sono in genere molto elevate e

ciò è testimoniato anche dal punteggio medio generale che mostra al massimo differenze di pochi de-cimali tra i diversi tipi di studenti. Il punteggio scende leggermente, ma gradualmente, partendo dalla classe prima (5,8), fino alla quinta (5,5) e, similmente, scende il punteggio con l’elevarsi del livello di cultura dei genitori (sono perciò un po’ più permissivi gli studenti più maturi e quelli con i genitori di più elevato livello culturale). Per quanto concerne i tipi di istituto, la differenza nelle medie generali si limita a un paio di decimali.

Entrando nel merito dei singoli comportamenti, quelli su cui gli studenti più maturi sono più per-messivi sono, tra quelli che mostrano le differenze più rilevanti (più di un punto), fumare, eutanasia, inseminazione, divorzio, omosessualità, aborto e suicidio. Sono pochi i comportamenti che vanno in senso inverso e solo per ottenere benefici senza averne diritto la differenza è piuttosto ampia.

Quanto al livello culturale dei genitori, la differenza più ampia si registra per l’uso della marijuana, più stigmatizzato da chi proviene da famiglie di basso livello culturale (6,6) che da quello alto (5,3); per il resto le differenze sono limitate, anche se vanno in modo abbastanza coerente nella direzione di una maggiore permissività da parte dei figli della classe “alta”.

Infine, eutanasia, inseminazione, omosessualità e aborto sono più accettati dai liceali; al contrario, ottenere benefici senza averne diritto, non pagare le tasse e uccidere per motivi politici sono meno ac-cettati dai liceali e un po’ più dagli studenti delle professionali.

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Tab. 28 – Accettabilità dei comportamenti: punteggio medio per classe, livello culturale e tipo di istituto (scala da 1=accettabile a 9=inaccettabile)

Rapporti prematri-moniali

Con-vivere

Trapi-anto

Fu-mare

Euta-nasia

Insemi-nazione

Divor-ziare

Relazio-ni fra minori

Chirur-gia

plasticaDivor-

zioTenere denaro

Uccidere difen-dersi

I 2,8 2,6 3,1 4,3 5,1 4,9 4,7 4,5 4,7 5,0 4,8 4,7II 2,6 2,6 3,1 4,0 4,4 4,7 4,5 4,1 4,5 4,7 4,4 4,5III 2,2 2,2 2,2 3,7 3,9 4,0 4,1 4,2 4,3 4,4 4,3 4,3IV 2,1 2,2 2,4 3,6 3,4 3,8 3,9 4,0 4,2 4,0 4,6 4,4V 1,9 2,0 2,1 3,1 3,5 3,3 3,7 4,5 4,1 3,8 4,5 4,7basso 2,5 2,5 2,5 4,0 4,2 4,4 4,3 4,5 4,8 4,5 4,7 4,7medio-basso 2,1 2,2 2,6 3,7 3,8 3,9 4,2 4,0 4,4 4,3 4,4 4,4medio-alto 2,2 2,3 2,5 3,4 4,1 4,1 4,1 4,3 4,1 4,4 4,5 4,7alto 2,4 2,3 2,4 3,9 3,9 4,1 4,0 4,1 4,1 4,0 4,6 4,4liceo 2,0 2,1 2,2 3,4 3,7 3,8 3,8 4,1 4,0 4,0 4,6 4,5tecnico 2,5 2,5 2,8 4,1 4,1 4,1 4,3 4,1 4,5 4,5 4,5 4,4professionale 2,6 2,3 2,7 3,8 4,4 4,5 4,6 4,5 4,7 4,8 4,5 5,0formaz. prof. 3,3 3,0 2,6 3,8 5,1 5,3 4,5 4,8 4,8 4,7 4,1 3,9

Totale 2,3 2,3 2,6 3,7 4,0 4,1 4,2 4,2 4,3 4,4 4,5 4,5

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Classe

Omoses-sualità Aborto

Non pagare

bigliettoAccettare bustarella

Assen-tarsi

lavoroOttenere benefici

Danno veicolo

Fumare mari-juana

Relazio-ni con sposati

Dire il

falsoSuici- dio

Scontro polizia

I 5,6 6,0 5,4 5,4 5,4 5,2 6,0 6,6 6,4 6,2 6,9 6,0II 5,6 5,5 5,4 5,2 5,7 5,5 5,7 6,3 6,0 6,1 6,3 6,4III 5,0 4,8 5,3 5,6 5,4 5,9 5,5 6,0 6,0 6,0 6,1 6,3IV 4,2 4,7 5,2 5,6 5,6 5,9 5,8 5,7 6,0 6,1 5,6 6,2V 4,2 4,5 5,2 5,8 5,5 6,2 5,9 5,8 6,0 6,2 5,6 6,1basso 5,0 5,4 5,7 5,6 5,8 5,6 6,2 6,6 6,3 6,3 6,4 6,4medio-basso 5,1 5,2 5,4 5,2 5,3 5,6 5,8 6,0 6,1 6,0 6,1 6,2medio-alto 4,9 5,1 5,3 5,5 5,5 6,0 5,7 6,2 6,0 6,1 6,2 6,2alto 4,6 4,5 4,7 5,8 5,5 5,9 5,4 5,3 5,9 5,9 5,7 6,0liceo 4,3 4,8 5,3 5,8 5,4 6,1 5,9 5,7 6,2 6,1 5,8 6,2tecnico 5,1 5,0 5,3 5,4 5,6 5,9 5,6 6,4 5,9 5,8 6,2 6,2professionale 5,5 5,8 5,3 5,1 5,6 5,0 5,9 6,2 6,1 6,5 6,5 6,2formaz. prof. 5,7 6,0 4,5 5,6 5,3 5,1 5,9 5,8 6,0 6,5 6,6 5,7

Totale 4,9 5,1 5,3 5,5 5,5 5,7 5,8 6,1 6,1 6,1 6,1 6,2

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto

Non

pagare le tasse

Gettare rifiuti

Prosti-tuzione

Minac-ciare

lavoratoriGuidare ubriachi

Prende-re auto

Rubare negozio

Droghe pesanti

Botte fra

tifosi

Uccidere motivi politici Ecstasy Doping

MEDIA GENE-RALE

I 6,1 6,6 7,1 7,0 7,1 7,0 7,5 7,6 7,5 7,6 7,7 7,8 5,8II 6,4 6,6 7,0 7,2 7,2 7,3 7,5 7,6 7,6 7,6 7,7 7,7 5,7III 6,7 6,9 7,0 7,2 7,3 7,4 7,7 7,8 7,7 7,9 8,0 8,1 5,6IV 6,6 6,8 6,7 7,4 7,4 7,4 7,5 7,6 7,8 7,9 7,8 8,1 5,5V 6,5 6,7 6,8 7,6 7,6 7,6 7,9 7,7 8,0 7,9 8,1 8,1 5,5basso 6,5 6,9 7,2 7,2 7,5 7,6 7,8 7,9 7,8 7,8 8,0 8,2 5,8medio-basso 6,4 6,8 7,0 7,2 7,3 7,5 7,7 7,7 7,8 7,6 8,0 8,0 5,6medio-alto 6,5 6,7 6,9 7,4 7,3 7,2 7,6 7,6 7,7 7,9 7,9 7,9 5,6alto 6,4 6,5 6,9 7,2 7,1 7,1 7,4 7,4 7,6 7,7 7,6 7,7 5,4liceo 6,9 6,7 7,1 7,5 7,4 7,4 7,8 7,6 8,0 8,0 7,9 8,0 5,6tecnico 6,5 6,7 6,7 7,1 7,1 7,2 7,5 7,7 7,6 7,6 7,8 7,8 5,6professionale 5,8 6,9 7,1 7,2 7,5 7,3 7,6 7,9 7,7 7,8 7,9 8,0 5,7formaz. prof. 5,0 6,5 6,7 7,2 6,8 7,0 7,2 7,1 6,5 6,7 7,1 7,5 5,5

Totale 6,5 6,7 7,0 7,3 7,3 7,3 7,6 7,7 7,7 7,8 7,9 7,9 5,6

Classe

Livello culturale genitori

Tipo di istituto