Connessioni urbane: percorsi pedonali meccanizzati per i centri storici, in "Parametro"
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Perugia, Italy. April 9-11, 2015
15th CIRIAF National Congress Environmental Footprint and Sustainable Development
Correlazione dell’esposizione dei pedoni all’aerosol atmosferico
in aree urbane in relazione alle pressioni antropiche mediante
Geographic Information System (GIS)
A. Massimo 1, *, V. Rizza 1, G. Buonanno1 A. Casale 1, A. Frattolillo 1, M. Scungio1
1 Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Via Di Biasio 43, 03043 Cassino (FR) –
Dipartimento di Ingegneria Civile e Meccanica (DICeM)
* Author to whom correspondence should be addressed. e-mail: [email protected]
Abstract: Gli effetti sulla salute dell’uomo e sull’ambiente causati dalle polveri
atmosferiche rappresentano una problematica al centro di numerosi dibattiti. Negli ultimi
anni la comunità scientifica sta dedicando grande attenzione all’esposizione degli individui
alle polveri aerodisperse in diversi microambienti. Le emissioni di origine antropica
rappresentano il “fattore di pressione” responsabile delle alterazioni della qualità dell’aria,
risultando, quindi, un fattore di rischio per numerose patologie. Le elevate concentrazione di
polveri aerodisperse nei nuclei urbani derivano principalmente dalle capillarità delle sorgenti
emissive (traffico veicolare, riscaldamento domestico…), dalla tipografia delle città e
dall’aspetto geometrico delle strade (effetto “canyon”). Risulta evidente che a differenza di
una superficie piana non edificata, i canyon urbani possono determinare una maggiore
esposizione alle polveri causata della scarsa diluizione, effetto combinato della geometria
urbana e della direzione del vento.
Lo scopo del presente lavoro è quello di correlare i principali fattori di influenza
dell’esposizione dei pedoni alle polveri aerodisperse (considerando diverse metriche, es.
concentrazioni in numero, massa, ed area superficiale) in diversi microambienti urbani
caratterizzati dall’elevata incidenza del traffico veicolare e dei sistemi di riscaldamento
domestico. A tal proposito è stata condotta una campagna sperimentale su differenti strade
urbane nel Comune di Sora (FR), utilizzando strumenti di misura ad elevate frequenze di
campionamento al fine di monitorare la dinamica delle particelle appena emesse (fresh
particles). I dati ottenuti dalle strumentazioni fisse e mobili, aggiornati in continuo e ad alta
risoluzione spaziale e temporale, sono stati opportunamente integrati nel Geographic
Information System (GIS) strumento utile per la pianificazione urbanistica territoriale.
Keywords: Polveri aerodisperse; sorgenti emissive; Geographic Information System;
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1. Introduzione
La comunità scientifica internazionale sta dedicando una grande attenzione all’esposizione della
popolazione al particolato atmosferico (PM) al fine di determinare correlazioni con eventuali effetti
negativi sulla salute umana. Particolare attenzione è stata rivolta al particolato fine (PM2.5) e ultrafine
(UFPs, polveri con diametro inferiore a 100 nm) in quanto rappresentano le frazioni di PM in grado di
raggiungere le regioni più profonde dell’apparato respiratorio.
Tuttavia ancora non vi è comune accordo su quale caratteristica delle polveri (composizione chimica,
taglia dimensionale, geometria, concentrazione in massa, in numero e in area superficiale) sia la causa
principale degli effetti negativi sulla salute umana, e quali siano i meccanismi biologici coinvolti. La
problematica degli effetti sulla salute ha indotto le autorità regolatrici ad aggiornare i valori limite di
qualità dell’aria ambiente (Council Directive 1999/30/EC; Council Directive 96/62/EC). I valori limite
in aria ambiente sono, ad oggi, definiti in area urbana solo in termini di massa del particolato con
diametro inferiore a 10 μm (PM10), mentre sono forniti unicamente dei valori guida per il PM2.5 (EU
Directive 2008/80/EC; EN 12341, 2001; EN 14907, 2005; EPA 40 CFR, 1997). Inoltre, tali valori limite
rappresentano una misura integrale sulle 24 h e, quindi, per definizione, non in grado di tener conto di
variazioni giornaliere delle concentrazioni di particelle dovute a parametri atmosferici o a instazionarietà
delle emissioni stesse. In particolare, la Direttiva Europea 2008/50/EC sulla qualità dell’aria ambiente
stabilisce solo un valore limite medio giornaliero per il PM10 pari a 50 μg m-3 da non superare più di 35
volte l’anno [1], trascurando la concentrazione in numero delle polveri ultrafini, che può costituire anche
l’80% delle polveri in termini di numero, in ambienti urbani [2].
Diversi studi hanno rilevato che, le misure attraverso le stazioni fisse di monitoraggio danno
valutazioni inadeguate e comunque non correlate all’esposizione dell’intera popolazione. Pertanto sono
necessarie misure dirette dell’esposizione delle persone [3] che vivono/lavorano/attraversano diversi
microambienti urbani [4] e sono, pertanto, esposte ad elevate concentrazioni di polveri. Inoltre, gli
elementi che possono influenzare l’esposizione dipendono da: fattori personali, fattori connessi alla
modalità di trasporto, fattori di traffico e fattori meteorologici. Spesso, nelle aree urbane vi è un effetto
combinato di questi fattori che influisce, quindi maggiormente sull’esposizione.
Mediante piattaforme mobili è possibile acquisire dati sulla qualità dell’aria ad alta risoluzione
spaziale e temporale in un ambiente urbano complesso (Westerdahl et al., 2005), esse rappresentano una
soluzione per valutare la variazione spaziale delle sostanze inquinanti (ad esempio, le concentrazioni
delle polveri ultrafini, nei microambienti urbani, possono variare di diversi ordini di grandezza) e
permettono di acquisire un volume di dati non facilmente conseguibile attraverso misure stazionarie.
Recenti studi scientifici hanno dimostrato che il più consistente contributo alle frazioni PM2.5 e UFPs
del particolato è dovuto ad attività antropiche, quali processi di combustione industriali/residenziali ed
emissioni da traffico veicolare [2, 5] è pertanto fondamentale caratterizzare le sorgenti emissive
valutando, inoltre, l’evoluzione delle distribuzioni di polveri in prossimità di tali emissioni. In tal modo
è possibile stimare il contributo delle singole sorgenti rispetto alle concentrazioni totali di particelle in
un assegnato microambiente e condurre un’analisi di esposizione della popolazione nelle aree
caratterizzate da un’elevata pressione ambientale di natura antropica.
Lo scopo del presente lavoro è quello di correlare i principali fattori di influenza dell’esposizione dei
pedoni alle polveri aerodisperse (concentrazioni in numero, in massa, area superficiale e le relative
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distribuzioni dimensionali) in diversi microambienti urbani al traffico veicolare e ai sistemi di
riscaldamento domestico attraverso una campagna sperimentale su differenti strade urbane ricadenti nel
Comune di Sora (FR).
2. Metodologia
2.1. Esposizione ai sistemi di riscaldamento domestico
Le città rappresentano un hot-spot dal punto di vista ambientale. In particolare, l’aliquota
preponderante sulle emissioni totali all’interno di un contesto urbano è costituita dal settore dei trasporti,
industriale e domestico. Dal momento che gli apparati urbani giocano un ruolo fondamentale nella
riduzione delle emissioni inquinanti, la Comunità Europea ha adottato il Pacchetto europeo sul clima ed
energia nel 2008 [6], dando la possibilità alle città di aderire al “Patto dei Sindaci” [7]. Il Patto prevede
un impegno dei Sindaci direttamente con la Commissione europea per raggiungere almeno una riduzione
del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020 in linea con gli obiettivi previsti dal Protocollo di Kyoto
[8]. I governi locali, infatti, svolgono un ruolo decisivo nella lotta al cambiamento climatico, soprattutto
se si considera che l’80% dei consumi energetici e le relative emissioni di CO2 sono associati alle attività
urbane.
Tra le città che hanno aderito alla suddetta iniziativa vi è anche il Comune di Sora (FR), oggetto di
studio del presente lavoro, il quale in data 01/10/2011, attraverso la sottoscrizione del “Patto dei
Sindaci”, si è impegnato a raggiungere una riduzione del 22% delle emissioni di CO2 entro il 2020 nel
proprio territorio mediante l’attuazione del “Piano di Azione per l’Energia Sostenibile (PAES)” [9]. Al
fine di rispettare gli obiettivi previsti nel Piano, il Comune di Sora ha avuto la necessità di “fotografare”
il territorio dal punto di vista energetico ottenendo informazioni quantitative in relazione ai consumi ed
alle relative emissioni inquinanti in atmosfera. A tal fine il Comune di Sora, supportato dagli autori del
presente lavoro, ha redatto l’Inventario di Base delle Emissioni (IBE), ossia una raccolta di informazioni
e dati tecnologici, economici, territoriali, volta ad individuare le fonti di inquinamento, la loro
localizzazione con disaggregazione sul territorio, la quantità e la tipologia di inquinanti emessi. Più
precisamente l’Inventario di Base delle Emissioni (IBE) rappresenta lo strumento attraverso il quale è
possibile quantificare, riferendosi a un anno rappresentativo (anno di baseline), le emissioni di gas
climalteranti a seguito del consumo di energia in un dato contesto territoriale.
Al fine di correlare l’esposizione della popolazione nei microambienti urbani alle emissioni da
riscaldamento domestico non ci si può limitare al dato totale (medio spaziale) ottenuto dalla procedura
PAES. Occorre, infatti, localizzare tali le sorgenti emissive nel contesto urbano. A tal fine, nel presente
lavoro, è stata proposta ed applicata una metodologia ad-hoc dedicando particolare attenzione ai sistemi
di riscaldamento tradizionali. I dati di emissione così ottenuti sono stati validati con i risultati riportati
nel PAES.
Sulla base dell’IBE della città di Sora, è stato stimato il consumo finale di energia (elettrica e termica),
relativo al 2010, imputabile agli edifici, industrie e trasporti: esso è risultato pari a 356578 MWh
corrispondente ad un’emissione di CO2 pari a 99866 t. I consumi energetici legati al settore dei trasporti
sono tra i più rilevanti all’interno del bilancio energetico-ambientale comunale, coprendo da soli il 57%
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del totale; il 29% dei consumi è attribuibile al settore residenziale, mentre il 10% è imputabile agli edifici
e attrezzature di impianti terziari non comunali (Figura 1).
Figura 1. Consumo energetico finale dei diversi settori del Comune di Sora.
Poiché lo scopo del presente lavoro è quello di correlare l’esposizione dei pedoni agli inquinanti
emessi dalla combustione di impianti termici (caldaie da riscaldamento), dall’IBE sono stati analizzati
solo i consumi di gas naturale e le relative emissioni di CO2, imputabili agli edifici residenziali (Tabella
1).
Tabella 1. Consumi di gas naturale del patrimonio edilizio residenziale del Comune di Sora.
Anno
Consumi
riscaldamento,
cottura e ACS
[Sm3/a]
Consumi
ACS
[Sm3/a]
Consumi
uso cottura
[Sm3/a]
Ep.risc
[MWh/a]
Ep.ACS
[MWh/a]
Ep.cucina
[MWh/a]
2007 6.156.164 565.316 321.358 61.356 5.634 3.203
2008 6.236.929 587.484 341.758 62.161 5.855 3.406
2009 6.669.263 626.073 363.107 66.470 6.240 3.619
2010 6.756.841 629.854 363.003 67.343 6.278 3.618
2011 6.548.834 623.924 366.594 65.270 6.218 3.654
Dai valori di gas naturale è stato possibile valutare le emissioni equivalenti di CO2 che si attestano
intorno a 15602 t per l’anno 2010.
Partendo dalla suddetta situazione, si è passati ad analizzare un campione di immobili residenziali,
attraverso la compilazione di un questionario, al fine di reperire informazioni relative alle abitazioni, ai
consumi, alla tipologia di combustibile utilizzato nell’impianto di riscaldamento (Figura 2).
10%
1%
57%
29%1%
2%
Edifici, attrezzature/impiantiterziari (non comunali)
Edifici, attrezzature/impianticomunali
Trasporti privati e commerciali
Edifici residenziali
Illuminazione pubblica comunale
Industrie (escluse ETS)
Parco auto comunale
Trasporti pubblici
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Figura 2. Tipologia di questionario
Per poter determinare il numero di edifici dotati di un impianto di riscaldamento, nel Comune di Sora,
sono stati esaminati i dati del 13° e 14° censimento Istat, rispettivamente relativi agli anni 2001 e 2011.
In particolare, dai dati del 13° censimento si evince che su un totale di 10.115 abitazioni solo l’86% è
servito da un impianto di riscaldamento e che la dimensione media per abitazione risulta essere pari a
106 m2. I dati del 14° censimento, invece, attestano che al 2011, il patrimonio edilizio di Sora è costituito
da 11.387 abitazioni. Per poter stimare il numero di edifici riscaldati si è supposto che tutti i nuovi edifici
costruiti tra il 2001 e il 2011, pari a 1.272 unità, siano dotati di un sistema di riscaldamento. Per quelli
di precedente realizzazione, che invece ne erano sprovvisti, si è supposto che la situazione sia rimasta
immutata dal 2001 al 2011, ovvero che siano rimasti sforniti di un impianti di riscaldamento. Basandosi
su tali ipotesi, è possibile affermare che il numero di edifici riscaldati del Comune di Sora si attesta
intorno alle 9.971 unità. Inoltre, supponendo invariata tale quantità per l’anno 2013 e assumendo un
livello di confidenza del 95% ed un margine di errore del 10%, la numerosità del campione analizzato è
risultata essere pari a 95. Nella scelta degli elementi costituenti il campione, al fine di evitare un
discostamento dalle condizioni reali, si è tenuto conto di alcuni parametri quali: i) la classe sociale di
appartenenza in base al reddito; ii) la classe energetica degli edifici (in funzione dell’anno di
costruzione); iii) la superficie delle abitazioni; iv) la posizione delle abitazioni (centro città o periferia);
v) il tipo di impianto (autonomo o centralizzato).
Gli autori precisano che, pur essendo previsto dalla metodologia proposta, per il presente studio
preliminare, non è stato possibile associare il questionario alla reale localizzazione dell’immobile.
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2.1.1. Mappatura impianti di riscaldamento
La mappatura degli impianti di riscaldamento del Comune di Sora è stata effettuata analizzando,
attraverso un questionario, un numero complessivo di 95 abitazioni classificate in base alla tipologia di
combustibile utilizzato nell’impianto di riscaldamento. In particolare, come si evince dalla Figura 3, su
un totale di 95 immobili il 64% generalmente utilizzano caldaie a gas naturale, il 24% caldaie a biomassa
mentre una piccola parte beneficia di caldaie alimentate a GPL o a gasolio o, in alternativa, utilizza un
camino tradizionale come fonte di calore.
Figura 3. Mappatura di un campione di edifici riscaldati del Comune di Sora.
Inoltre, analizzando i fabbricati che usufruiscono del gas naturale, come combustibile per il
riscaldamento domestico, si è proceduto ad una ulteriore suddivisione degli stessi in funzione della
tipologia di integrazione ottenendo le rispettive percentuali di influenza. Seccessivamente, estendendo i
dati relativi al campione di edifici analizzati è stato possibile determinare la distribuzione dei sistemi di
riscaldamento degli edifici appartenenti al patrimonio edilizio sorano.
2.2.2. Analisi delle emissioni
Per quanto riguarda la valutazione delle emissioni climaltreranti derivanti da impianti termici di
riscaldamento, si è fatto riferimento al campione di edifici esaminati, per poi estendere i risultati ottenuti
a tutti gli edifici appartenenti al comune di Sora. Analizzando il campione di edifici è emerso che, la
superficie media degli immobili si attesta intorno ai 106 m2, in accordo con il valore desunto dal 13°
censimento Istat (Tabella 2).
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Tabella 2. Superficie media abitazione per tipologia di riscaldamento
Superficie media abitazione per tipologia riscaldamento
Abitazioni con riscaldamento a biomassa [m2] 111
Abitazioni con riscaldamento a gasolio [m2] 94
Abitazioni con riscaldamento a gas naturale [m2] 110
Abitazioni con riscaldamento a GPL [m2] 107
Abitazioni con riscaldamento a stufa [m2] 113
Abitazioni con riscaldamento a stufa a pellet [m2] 103
Abitazioni con riscaldamento a camino tradizionale [m2] 106
Inoltre, sul campione di edifici presi in esame, oltre a informazioni di carettere generale relative alla
dimensione dei fabbricati ed alla tipologia di impianto termico, è possibile determinare il consumo medio
annuo di energia per tipologia di riscaldamento (Tabella 3).
Tabella 3. Consumi medi per tipologia di riscaldamento
Consumi medi per tipologia riscaldamento Caldaia a biomasse [t] 5,7
Caldaia a gasolio [L] 793,4
Caldaia a gas naturale [m3] 832,3
Caldaia a GPL [L] 1548,1
Stufa tradizionale [t] 2,5
Stufa a pellet [t] 0,7
Camino tradizionale [t] 5,0
Successivamente, determinati i consumi medi di energia termica, è stato possibile valutare la potenza
prodotta (kWh, noto il potere calorifico di ciascuna tipologia di combustibile) ed, infine, estendere i dati
a tutti gli immobili appartenenti al patrimonio edilizio della città di Sora (Tabella 4).
Tabella 4. Consumi totali per tipologia di riscaldamento del patrimonio edilizio di Sora.
Consumi totali [kWh]
Consumi totali biomasse 1,10E+08
Consumi totali gasolio 4,00E+06
Consumi totali gas naturale 5,76E+07
Consumi totali GPL 3,20E+06
Consumi tot stufa semplice 2,99E+06
Consumi tot stufa pellet 7,01E+05
Consumi tot camino 2,17E+07
Al fine di valutare le distribuzioni di agenti inquinanti in atmosfera, ed in particolare NOx, SO2, CO,
CO2 e PM10, dovute alla combustione in caldaia, si è fatto riferimento ai fattori emissivi disponibili in
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letteratura [10], in modo da ottenere una modellazione delle pressioni emissive causate dalle sorgenti
antropiche.
2.2. Esposizione alle polveri da traffico veicolare
Nella campagna sperimentale, condotta per valutare l’esposizione dei pedoni al traffico veicolare,
sono state considerate sette strade, situate nel centro storico di Sora, diverse per geometria, densità e
velocità del traffico, al fine di mettere in luce come l’effetto canyon, l’effetto vento e l’effetto traffico
possano influenzare i livelli di esposizione. In particolare sono state considerate le seguenti tipologie di
strade (Figura 4):
Strada A (Via Aldo Moro): strada ad unico senso di marcia che costeggia il fiume Liri sul lato nord
ed edifici non uniformemente distribuiti sul lato sud;
Strada B (Viale Simoncelli): strada a doppio senso di marcia che costeggia il fiume Liri sul lato nord
ed edifici distribuiti uniformemente sul lato sud (altezza degli edifici, H, confrontabile con la
larghezza del piano stradale, W);
Strada C (Via Mazzini): strada ad unico senso di marcia che costeggia il fiume Liri sul lato sud ed
edifici uniformemente distribuiti sul lato nord (altezza degli edifici, H, confrontabile con la larghezza
del piano stradale, W);
Strada D (Via Matteucci): strada ad unico senso di marcia che costeggia il fiume Liri sul lato sud ed
edifici non uniformemente distribuiti sul lato nord;
Strada E (Via Zincone): strada a doppio senso di marcia classificabile come “urban street canyon”
con rapporto di forma H/W=1, ossia fiancheggiata su ambo i lati da edifici di altezza pari alla
larghezza del piano stradale;
Strada F (Via Corridoni): strada a doppio senso di marcia classificabile come “wide canyon” con
rapporto di forma H/W<0.5;
Strada G (Corso Volsci): strada a senso unico di marcia, “urban street canyon” con H/W=1.
Figura 4. Mappa della città di Sora con caratterizzazione delle strade esaminate.
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Inoltre, i livelli di concentrazione di fondo urbano (“background”) delle particelle sono stati misurati
in un sito distante dalle strade trafficate. Gli strumenti utilizzati per caratterizzare le distribuzioni e le
concentrazioni totali delle particelle in termini di numero, area superficiale e massa sono:
- un miniclassificatore “Discmini” (Matter Aerosol AG, Svizzera) con risoluzione temporale di 1
secondo in grado di misurare la concentrazione in numero, area superficiale e il diametro medio
delle particelle;
- un DustTrak ™ DRX Aerosol Monitor Modello 8534 (TSI Incorporated, St. Paul, MN, USA),
che misura le diverse frazioni in massa di particolato (PM2.5, PM10) con risoluzione temporale di
30 secondi. Questo strumento opera in base alla tecnica di diffusione della luce, in cui la quantità
di luce diffusa è proporzionale alla concentrazione dell’aerosol. I valori ottenuti, cioè i PM
misurati, sono stati corretti rispetto ai valori gravimetrici. Lo strumento è stato calibrato per
l’aerosol specifico studiato all'inizio della campagna sperimentale;
- un sistema di localizzazione satellitare GPS (Global Positioning System) con il quale è stato
possibile ricostruire il percorso stradale effettuato.
Le misure di distribuzioni in numero, area superficiale e massa e le relative concentrazioni totali sono
state eseguite, lungo le strade selezionate, ponendo la strumentazione su un mezzo mobile e
campionando il flusso di aerosol ad un’altezza di 1.0 m. I campionamenti sono stati condotti trasportando
la strumentazione lungo le strade d’interesse, simulando i percorsi dei pedoni nel microambiente urbano.
É stato individuato un unico percorso ripetuto per 4 volte al fine di includere differenti condizioni meteo-
climatiche e di traffico incidenti.
I dati, raccolti, sono stati analizzati effettuando, innanzitutto, il test sulla verifica della distribuzione
normale degli stessi (Test Shapiro-Wilk). Poiché i dati ottenuti non rispettano l’ipotesi di gaussianità, si
è proceduti con un test non parametrico e il relativo post-hoc test (Test Kruskal-Wallis).
Durante il campionamento, sono stati conteggiati, attraverso una telecamera, i veicoli in transito lungo
le strade (purtroppo sono disponibili solo i dati di traffico del primo giro), mentre i parametri meteo-
climatici, riportati in Tabella 5, sono stati monitorati attraverso una stazione microclimatica posizionata
in prossimità del sito di background. Attraverso il suddetto campionamento è stato possibile confrontare,
per le differenti tipologie di strade, le concentrazioni in termini di numero, area superficiale e PM10.
Tabella 5. Parametri meteo – climatici
Giro Direzione del
vento
Velocità del
vento (m s-1) T[°C]
1 N 2,1 3,3
2 NNE 1,6 5,8
3 NNO 1,2 6,9
4 NNE 1,5 7
2.3. Geographic Information System (GIS)
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Al fine di facilitare la lettura e l’interpretazione dei dati, i risultati ottenuti dalle strumentazioni fisse
e mobili, aggiornati in continuo e ad alta risoluzione spaziale e temporale, sono stati opportunamente
integrati nel Geographic Information System (GIS), strumento informatico indispensabile per il
trattamento del dato territoriale e localizzato.
L’utilizzo di tale tecnologia, non è solamente rappresentato dalla acquisizione e gestione dei dati, ma
attraverso questi è possibile creare nuove informazioni tramite relazioni tra i dati disponibili nel
database. Infatti, essendo il GIS uno strumento dinamico, sarà possibile generare, in futuro, carte
tematiche non limitate soltanto ad un certo momento temporale, ma estese a più momenti man mano che
le informazioni aggiornate confluiscono nel GIS.
3. Risultati e Discussioni
3.1 Emissioni da riscaldamento
Le emissioni inquinanti derivanti dagli impianti di riscaldamento domestico di immobili appartenenti
al comune di Sora, per ciascun sistema di riscaldamento, sono riportati in Tabella 6 in funzione del tipo
di combustibile utilizzato.
Tabella 6. Stima emissioni del Comune di Sora per tipologia di impianto di riscaldamento
Emissioni [t/anno] SO2 CO2 CO NOx PM10
Caldaie a biomassa 5,12 0 433,70 39,42 27,59
Caldaie a gas naturale 0,10 11402,43 5,18 7,89 0,04
Caldaie a gasolio 1,44 1064,78 0,28 0,86 0,071
Caldaie a GPL 0,00 737,88 0,12 0,69 0,002
Stufa tradizionale 0,14 0,00 60,25 1,07 2,68
Stufa tradizionale a pellet 0,03 0,00 1,56 0,15 0,07
Camino tradizionale a pellet 1,01 0,00 436,72 7,79 38,99
Come si evince dalla tabella, il valore di emissione più elevato, per quanto riguarda la CO2, è ralativo
alle caldaie alimentate a gas naturale. Ciò rispecchia quanto riporatto nella Tabella 5, ralativa alla stima
dei consumi di energia termica, stante che i consumi di gas naturale sono risultati tra i più rilevanti
all’interno territorio comunale analizzato. Per quanto riguarda le emissioni di PM10 il valore più elevato
è relativo alle caldaie alimentate a biomassa. Ciò è probabilmente dovuto alle condizioni non ottimali di
combustione tipiche di un combustibile solido (biomassa) comportando maggiori emissioni di particelle
più grossolane rispetto alla combustione del GPL per il quale risulta il valore più basso di emissioni in
termini di PM10. Stesso comportamento si evince analizzando le emissioni di CO della biomassa. Nel
caso della biomassa, la differente tipologia di combustione (controllata per la stufa e non controllata per
il camino) determina le notevoli differeze di emissioni desumibili in tabella.
Inoltre, confrontando i dati ottenuti per le emissioni di CO2, relativi al gas naturale per il 2013, con
gli equivalenti valori riportati nell’Inventario delle Emissioni del comune di Sora, si osserva uno
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scostamento non particolarmente significativo (11.402 t/anno contro 15.602 t/anno). Tale variazione può
essere giustificata dal fatto che: i) nella scelta del campione, si è assunto un margine di errore del 10%;
ii) i dati rilevati dall’IBE sono riferiti al 2010, a valle della crisi economica mondiale comportando una
progressiva riduzione dei consumi di energia nel settore residenziale; iii) nel 2010 si sono verificate
temperature medie dell’aria superiori rispetto al 2013 influendo negativamente i consumi energetici e,
di conseguenza, le emissioni di gas climalteranti in atmosfera.
La valutazione delle emissioni inquinanti da riscaldamento domestico all’interno di un territorio
comunale rappresenta un dato fondamentale per la pianificazione urbanistica–territoriale. Sotto questo
aspetto, il sito in esame rappresenta, ad oggi, ancora un’eccezione nel panorama italiano dal momento
che, i dati riguardanti i consumi energetici e le relative emissioni in atmosfera, non sono disponibili per
gran parte del territorio nazionale. Ciononostante, anche realtà comunali “all’avanguardia” ovvero che
hanno precedentemente redatto il PAES, non sono in grado di correlare l’emissione di inquinanti dovuti
al riscaldamento domestico alla reale esposizione della popolazione. Infatti, poiché nel PAES, vengono
riportati in maniera integrale, i consumi energetici imputabili a ciascun settore e/o distretto, risulta
difficile effettuare strategie di intervento, in quanto, le informazioni non sono in grado di quantificare
l’esposizione locale dei pedoni all’interno di microambienti urbani. Un maggior dettaglio sulla
localizzazione delle emissioni potrebbe essere ottenuto applicando pedissequamente la metodologia
proposta nel presente articolo che, sulla base di questionari, potrebbe meglio localizzare le emissioni.
3.2 Misura dell’esposizione in area urbana
Per quanto riguarda le emissioni da traffico veicolare, si può notare (Tabella 7) una variazione delle
concentrazioni per le diverse strade e per i diversi giri. Con riferimento al primo giro, per i quali sono
disponibili i dati del traffico, sono state misurate concentrazioni maggiori nella strada B. Ciò può essere
imputabile sia all’elevata frequenza del traffico (percentuale di 2.7% di veicoli pesanti), sia alla
particolare configurazione geometrica della strada. Infatti, a causa della direzione del vento (proveniente
da Nord), le polveri tendono ad “accumularsi” nella strada B per effetto dell’ostacolo costituito dagli alti
(e regolarmente disposti) edifici presenti a sud della stessa. Un elevato traffico è stato misurato anche
sulla strada D, in tal caso le concentrazioni sono inferiori probabilmente a causa della maggiore
diluizione per effetto vento tipica di una strada aperta. Lo street canyon G pur presentando un traffico
sensibilmente inferiore a quello misurato su B e D, mostra concentrazioni elevate per effetto della ridotta
ventilazione tipica degli street canyon.
Un’interessante discussione può essere condotta anche sui dati del terzo giro per il quale sono
disponibili i valori del sito di background. Le concentrazioni medie di polveri risultano inferiori a quelli
del primo giro con valori ancora una volta maggiori per la strada B. Nello specifico le concentrazioni in
numero risultano statisticamente differenti dai valori di background, mentre il PM10 è spazialmente più
uniformemente distribuito.
Tabella 7. Concentrazione medie numero (N), area superficiale depositata alveolare (Sal) e PM10.
GIRO 1 GIRO 2 GIRO 3 GIRO 4
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)
Sal
(μm
2 c
m-3
)
PM
10
(μg
m-3
)
Tra
ffic
o
vei
cola
re
(vei
coli
/min
)
N
(p
art
. cm
-3)
Sal
(μm
2 c
m-3
)
PM
10
(μg
m-3
)
N
(p
art
. cm
-3)
Sal
(μm
2 c
m-3
)
PM
10
(μg
m-3
)
N
(pa
rt.
cm-3
)
Sal
(μm
2 c
m-3
)
PM
10
(μg
m-3
)
A 5,82E+04 1,98E+02 23 3 6,74E+04 1,79E+02 N.D 2,72E+04 6,90E+01 7,9 1,33E+04 4,02E+01 7,1
B 2,09E+05 4,20E+02 33 18 3,95E+04 1,26E+02 26,2 3,22E+04 7,67E+01 8,0 2,76E+04 8,21E+01 7,9
C 7,29E+04 2,20E+02 27 9 1,72E+04 5,83E+01 13,9 1,36E+04 3,41E+01 5,8 1,41E+04 4,33E+01 7,9
D 4,19E+04 1,61E+02 22 12 1,51E+05 4,78E+02 13,4 2,01E+04 6,75E+01 6,7 1,85E+04 5,03E+01 25,5
E 4,30E+04 1,93E+02 31,2 2 4,54E+04 1,65E+02 18,9 2,26E+04 7,02E+01 9,05 1,04E+04 3,40E+01 7,6
F 5,10E+04 2,00E+02 28 5 2,37E+04 7,45E+01 19,0 2,77E+04 6,51E+01 7,07 1,24E+04 4,07E+01 8,2
G 6,32E+04 1,84E+02 26,7 6 4,02E+04 1,15E+02 14,3 2,25E+04 6,76E+01 15,6 1,24E+04 4,57E+01 9,4
Background 1,08E+04 6,8
In merito alle variazioni delle concentrazioni nel tempo (intra-giro), concentrazioni medie più elevate
sono state misurate durante il primo e secondo giro, per poi diminuire (Tabella 8). Questo potrebbe
essere in parte imputabile ad una probabile minore frequenza del traffico rispetto al rush hour della
prima mattinata, ma anche alle differenti condizioni micro-climatiche del sito tali da indurre una
maggiore stabilità atmosferica proprio nelle prime ore della mattinata (vedi Tabella 5) che comporta una
ridotta diluizione degli inquinanti.
Tabella 8. Concentrazione medie di medie numero (N), area superficiale depositata alveolare (Sal) e
PM10 per i diversi giri.
Al fine di facilitare la lettura e l’interpretazione dei dati, e a conferma di quanto suddetto, i risultati
ottenuti in termini di concentrazione in numero, massa e area superficiale sono stati opportunamente
integrati nel Geographic Information System (GIS). Tali mappe di concentrazione rendono
immediatamente visibili i gradienti di esposizione alle polveri nelle diverse strade in particolare in
termini di concentrazione in numero di particelle.
Riassumendo, lo studio mostra una nuova metodologia per la valutazione dell’esposizione alle diverse
metriche delle polveri nelle aree urbane. Nello specifico sono mostrati risultati preliminari relativi al sito
di Sora (FR). Futuri sviluppi saranno incentrati su una raccolta dati più puntuale delle emissioni da
riscaldamento in modo da poter condurre un source apportionment dell’esposizione dei pedoni
distinguendo il contributo del traffico da quello del residenziale.
Numero
giri
Numero particelle
(pt/cm-3) S (μm2 cm-3) PM10 (μg m-3)
1 7,71E+04 225 27
2 5,49E+04 171 18
3 2,37E+04 64 9
4 1,55E+04 48 11
Perugia, Italy. April 9-11, 2015
13
Figura 5. Confronto tra il primo e il terzo giro in termini di concentrazione in numero e massa.
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