Attenta Russia! Fai il gioco dei tuoi nemici

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Non è un torneo, è Canne di Virgilio Ilari Come aveva intuito Tolstoj, e dietro di lui Sciascia 1 , quel che ha salvato la Russia nel 1812 e nel 1941 è stata la sua debolezza militare, l’incapacità di attaccare per prima. La catastrofe russa del 1914 e del 1989 fu provocata dal fatto che l’impero era finalmente riuscito a dotarsi di un “rullo compressore”. «Historically – ha scritto nel 2009 George Friedman - Europeans who have invaded Russia have come to a disastrous end. If they are not beaten by the Russians, they are so exhausted from fighting them that someone else defeats them» 2 . 1 “E più volte mi è avvenuto, quando Moro era in fortuna, di paragonarlo a Kutuzov così come Tolstoj lo descrive e muove in Guerra e pace. E si pensi al capitolo XV della prima parte: al principe Andrea che rivede Kutuzov immutato nella «espressione di stanchezza della faccia e della figura»; a Kutuzov che con aria stanca e ironica ascolta quel Denisov, che ha un piano per tagliare i rifornimenti a Napoleone e salvare la patria, e poi lo interrompe chiedendogli se è parente dell'intendente generale Denisov; a Kutuzov che «conosceva qualcosa d'altro, che doveva decidere le sorti della guerra»; qualcosa d'altro che non stava nei piani più o meno intelligenti, ma nella geografia e nel modo di essere del popolo russo.” (Leonardo Sciascia, L’Affaire Moro, Sellerio, 1978). 2 G. Friedman, The Next 100 Years, A Forecast for the XXIst Century, Allison & Busby, 2010, Chapter 6: “Russia 2020: Rematch”.

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Non è un torneo, è Canne

di Virgilio Ilari

Come aveva intuito Tolstoj, e dietro di luiSciascia1, quel che ha salvato la Russia nel 1812e nel 1941 è stata la sua debolezza militare,l’incapacità di attaccare per prima. Lacatastrofe russa del 1914 e del 1989 fu provocatadal fatto che l’impero era finalmente riuscito adotarsi di un “rullo compressore”. «Historically– ha scritto nel 2009 George Friedman - Europeanswho have invaded Russia have come to a disastrousend. If they are not beaten by the Russians, theyare so exhausted from fighting them that someoneelse defeats them»2.

1 “E più volte mi è avvenuto, quando Moro era in fortuna,di paragonarlo a Kutuzov così come Tolstoj lo descrive emuove in Guerra e pace. E si pensi al capitolo XV della primaparte: al principe Andrea che rivede Kutuzov immutato nella«espressione di stanchezza della faccia e della figura»; aKutuzov che con aria stanca e ironica ascolta quel Denisov,che ha un piano per tagliare i rifornimenti a Napoleone esalvare la patria, e poi lo interrompe chiedendogli se èparente dell'intendente generale Denisov; a Kutuzov che«conosceva qualcosa d'altro, che doveva decidere le sortidella guerra»; qualcosa d'altro che non stava nei piani piùo meno intelligenti, ma nella geografia e nel modo diessere del popolo russo.” (Leonardo Sciascia, L’Affaire Moro,Sellerio, 1978).2 G. Friedman, The Next 100 Years, A Forecast for the XXIst Century, Allison & Busby, 2010, Chapter 6: “Russia 2020: Rematch”.

Il 30 marzo 1814 il maresciallo Marmont consegnòle chiavi di Parigi allo zar Alessandro I, che vifece il suo ingresso trionfale alla testa delletruppe Alleate, fra il tripudio dei realisti, deicattolici, dei liberali, dei romantici, deigattopardi e dei plutocrati creati da Napoleonema rovinati dal blocco continentale. Le trupperusse tornarono a Parigi pure dopo Waterloo, el’11 settembre 1815 le bandiere con l’icona diCristo sfilarono davanti allo zar per renderegrazie a Dio della pobieda finale sull’Anticristo.La memoria di quell’evento, rimossa dal canonestoriografico occidentale, è tuttora presente inquello russo. Il periodo 1812-1815 è infattiancor oggi ufficialmente ricordato nella storiamilitare russa come “la guerra patriottica e lecampagne per la liberazione d’Europa”. Così in Russia,diversamente che da noi, la guerra contro laFrancia napoleonica è ideologicamente collegataalla “grande guerra patriottica” del 1941-45,conclusa con la bandiera rossa issata sullerovine della cancelleria del Reich. L’entrata dello zar a Parigi fu però l’effettocasuale della defezione della Prussia dal camponapoleonico, che innescò la guerra di liberazione(Befreiungskrieg) tedesca e austriaca, e risucchiòin avanti l’esausta armata russa, la qualealtrimenti si sarebbe fermata al Niemen: il che,

secondo l’analisi retrospettiva di Clausewitz3,avrebbe consentito a Napoleone di stabilizzare ilfronte e ottenere quella pace senza vinti névincitori che aveva invano chiesto tre mesi primaquando si trovava a Mosca. In effetti ilmaresciallo Kutuzov si era oppostoall’inseguimento di Napoleone oltre la frontierarussa, in parte per la debolezza dell’armata (cheaveva perduto quattrocentomila uomini, poco menodella Grande Armée), ma soprattutto perchétemeva, distruggendo l’impero francese, ditogliere il contrappeso geopolitico all’imperobritannico.Kutuzov non aveva torto. Nella guerra dei setteanni l’Inghilterra aveva appoggiato la Prussia.Durante la guerra d’indipendenza americana,sostenuta dalle flotte francese e spagnola, laRussia promosse la lega di neutralità armataimpedendo i rifornimenti strategici della RoyalNavy. Nel 1799 il contrasto con l’Inghilterra peril possesso di Malta indusse lo zar Paolo I auscire dalla coalizione antifrancese e adaccettare di cooperare con l’Armata francesed’Egitto per attaccare congiuntamente l’India.Nel marzo 1801, quando Paolo fu assassinato dalpartito “europeista”, una squadra inglesecomandata da Nelson bloccava il Baltico. Nel1807, a seguito della pace franco-russa di Tilsite dell’adesione di Alessandro al blocco

3 Clausewitz, Der Feldzug von 1812 in Russland (Hinterlassene Werke, Band 7, ed. 1862, pp. 204 ss).

continentale napoleonico, l’Inghilterra reagìalla chiusura dei porti russi inviando ogniestate nel Baltico una piccola forza navale. Lastessa invasione napoleonica del 1812 aveva comescopo di imporre alla Russia il rispettointegrale del bocco, e la forza navale inglesegiocò un ruolo indiretto ma determinantenell’indurre Napoleone a rinunciare al pianooriginario che era di impadronirsi di Riga, e afarsi fatalmente risucchiare verso Mosca al folleinseguimento dell’acefala armata russa. Furonopoi gli inglesi, pur perdurando lo stato diguerra con la Russia, a finanziare la legionerusso-tedesca che fece le campagne del 1813 e1814.Nel Vom Kriege Clausewitz elogia il nobiledisinteresse dello zar Alessandro, il quale, purvantando il contingente più numeroso e il maggiormerito nell’aver determinato la situazionepropizia alla definitiva sconfitta di Napoleone,accettò di passare le proprie truppe al comandodi generali austriaci e prussiani, “rinunziandoall’ambizione di entrare in guerra con un’Armatarussa autonoma”. In realtà il coro di elogieuropei ad Alessandro suonava derisorio,considerato il pugno di mosche raccolto dallaRussia al congresso di Vienna, capolavoro diMetternich e Talleyrand. Il progetto della SantaAlleanza tra Russia, Austria e Prussia, lemaggiori potenze ortodossa, cattolica e luterana,firmato a Parigi il 26 settembre e divulgato

dallo zar il 25 dicembre 1815, era in realtà unamera dichiarazione di principio priva di ognieffettività politica, che le altre due potenzefirmarono per mera condiscendenza e che in quelfrangente ridicolizzò lo zar, anche se in seguitola Santa Alleanza, ignorata dal papa e boicottatadalla Gran Bretagna, fu strumentale allarepressione dei moti liberali e nazionali inSpagna, Italia, Polonia e Ungheria. Il rapporto geostrategico di duecento anni fa tragli imperi russo e francese e la Gran Bretagnaoffre infatti uno schema per interpretare lavalenza geostrategica delle successive guerremondiali del 1854, 1914, 1945 e 1990 (in atto).Si tratta sempre, in definitiva, dei due impericontinentali europei (il promontorio occidentalecontro la massa orientale) che cozzano per ilcontrollo della regione centrale dal Baltico alCaspio (priva di stabili demarcazioni culturali egeografiche) a beneficio della potenza marittimaglobale (Gran Bretagna, poi Stati Uniti) chedomina Atlantico e Pacifico e può dunqueintervenire da 360°. Tutti questi conflitti particolari hanno una lorocoerenza e una continuità con quelli successivi.Dopo il 1812 il contrasto anglo-russo proseguìinfatti a proposito della Persia, del Trans-Caucaso, dell’Afghanistan, della disgregazionedell’Impero Ottomano. La guerra d’Oriente,scongiurata nel 1839, scoppiò nel 1854, mentre il“grande gioco” (che i russi chiamano Turniry Tenej,

“torneo delle ombre”) in Asia Centrale siprotrasse per un intero secolo sino al 1907. E’ da sottolineare che la guerra di Crimea4

rappresenta non solo l’“anello mancante” tra laguerra “mondiale” del 1792-1815 e la “grandeguerra” del 1911-1921, ma anche un punto disvolta decisivo per la storia contemporanea,perché segna la nascita del moderno Occidentecome somma dei due imperi antagonisti, britannicoe francese, coalizzati contro l’impero d’Oriente(e al tempo stesso determina la tendenzialesubalternità francese, acuita dall’unitàitaliana, funzionale al dominio britannico delMediterraneo). Nel 1863, l’anno dell’insurrezione polacca, HenriDron pubblicò una carta dell’Europe au 20ème siècle,che prevedeva un “Empire Polonais” di 50 milionidi anime esteso dal Baltico al Mar Nero e concapitale presso Minsk, più a Nord un “EmpireCircassien” di 60 milioni tra Volga e Don e dalCaucaso agli Urali, ancora più a Nord la Russia,con 30 milioni e capitale Novgorod, ristretta tragli Urali e la Finlandia (più la Siberia con 10milioni di abitanti).

4 In realtà estesa anche ad altre aree strategiche,Caucaso, Balcani, Mar Baltico, Mar Bianco, Estremo Oriente,grazie alle forze turche e alle operazioni navali“periferiche” compiute dalla Royal Navy.

Nel 1900, mentre l’ammiraglio Mahan studiava lafutura guerra mondiale tra Russia e Inghilterra5,la Russia fornì metà del contingente di 147.000uomini che il “G8” dell’epoca mise in campocontro gli “xenofobi” cinesi6. Ma nel 1904 “quel”G8 era già spaccato, con l’entente cordialeantitedesca, l’appoggio tedesco alla Russia equello inglese al Giappone, che a sua volta fornìarmi e denaro ai terroristi di Piłsudski cheassassinarono oltre trecento funzionari russi ecollaborazionisti polacchi. E sir HalfordMackinder allertava l’Inghilterra sul rischiomortale di una saldatura geopolitica tra ilcapitale tedesco e le risorse russe. In realtà,disgregato dal socialismo, dal panslavismo e dalnazionalismo, il vecchio impero russo rivisse tresecoli dopo la smutnoe vremja (il periodo deitorbidi) del 1605-1613. Per soprammercato nel1913-17 la Russia toccò con mano che la base diSebastopoli e la flotta del Mar Nero, creata nel5 Nel suo saggio del 1900 The Problem of Asia and Its Effect uponinternational policies che si apre con un0analisi geo-strategicadella Russia in rapporto all’Inghilterra, considerate comeesempi tipici di potenza continentale e potenza marittimo.L’opera più famosa di Mahan, The influence of Seapower Upon Historyq1660-1783 (1890) fu tradotta in giapponese nel 1899 e inrusso nel 1906. 6 Erano infatti le stesse potenze dell’attuale G8, conl’unica differenza dell’Austria-Ungheria al posto delCanada. I contingenti erano 73.000 russi, 21.000giapponesi, 20.000 inglesi, 12.000 tedeschi, 10.000francesi, 5.700 americani, 2.000 austriaci e 2.000italiani.

1696, non erano in grado di assicurarle l’accessoal Mediterraneo, neppure grazie agli Slavi delSud e al rovesciamento delle alleanze (la Turchiacon la Germania e la Russia con Francia eInghilterra). Il tributo più pesante alla vittoria alleatanella grande guerra fu quello della Russia: finoal 1917 mobilitò 12 milioni di uomini su untotale di 38 ed ebbe 1,7 milioni di caduti su 5milioni. Ma dopo la rivoluzione d’ottobre e lapace separata con la Germania, gli alleatioccidentali appoggiarono l’indipendenza dellaFinlandia, delle Province Baltiche, dellaPolonia, dell’Ucraina e del Trans-Caucaso eintervennero direttamente nel Baltico, in Crimeae in Siberia a sostegno dei Bianchi7. Tra le due guerre, più o meno sulla falsarigadell’”Empire polonais” di Dron, Piłsudskiprogettò una grande alleanza antirussa che dovevariunire tutti gli Stati nati dalla disgregazionedell’impero zarista e asburgico, più gli statibalcanici, l’Italia e la Turchia: una barrieraestesa dal Baltico al Caspio (e perciò dettaIntermarum), che doveva sostenere l’indipendenzadell’Ucraina e della Georgia e provocare la

7 Con 245.000 uomini, di cui 143.000 del “G6” (70.000giapponesi, 40.000 britannici, 5.500 canadesi, 13.000americani, 12.000 francesi e 2.500 italiani) e 102.000ausiliari (60.000 cecoslovacchi, 23.000 greci, 11.500estoni, 4.000 serbi e 4.000 romeni).

disgregazione della Russia8. Il progetto abortìperché la Germania, penalizzata dalla “pacecartaginese”9 del 1919, fu spinta dagli alleati acooperare con l’URSS, l’altro “paria” d’Europa(nel 1922 col trattato di Rapallo e nel 1939 colpatto Ribbentrop-Molotov).Le prime due guerre mondiali del secolo scorsofurono in realtà provocate da quello che laGermania percepì come un “blocco” occidentale chestrangolava il suo futuro. La reazione al blocco,reale o anche solo percepito, provoca fatalmentel’autarchia, il nazionalismo, il militarismo, larepressione, lo stato d’assedio, l’isteriaparossistica e infine la “sortita” armata,approfittando di una momentanea e spessoillusoria superiorità militare relativa pertentare il tutto per tutto prima che sia troppotardi. Nel 1945 la Russia estese la sua fascia disicurezza sino all’Elba, ma si trovò prestoanch’essa in una situazione di blocco socio-economico, in parte voluto dall’URSS perdifendere il sistema comunista, ma in partecostruito dagli Stati Uniti secondo la strategiadel “containment”.

8 V. Ilari, “Codice Prometeo”, in Risk, N. S. N. 5 (Liberal, IX, N. 49, novembre-dicembre 2008).9 La definizione del trattato di Versailles come“Carthaginian peace” è notoriamente di John Maynard Keynes,The Economic Consequences of the Peace. New York, Harcourt, Braceand Howe, 1920.

Stavolta però il blocco occidentale fu rinforzatodalla dissuasione nucleare. L’URSS si dotò diforze militari offensive, ma a parte una brevefinestra di opportunità nel 1950-53, l’idea diripetere su scala globale le sortite tedesche del1914 e 1939 rimase pura astrazione. L’equilibriofu paradossalmente mantenuto anche grazie allapresa del comunismo su larghi settori del mondoOccidentale, che cullò i sovietici nellarassicurante autoillusione di poter contare suun’armata di soccorso operante alle spalle delnemico. Ancora nel 1984 (il futuro di GeorgeOrwell!), Edward Luttwack prevedeva l’imminentevittoria finale dell’Unione Sovietica10. Una delle caratteristiche dei russi è di nonammettere mai le sconfitte. Borodino (la grandebattaglia alle porte di Mosca che noi chiamiamodella Moscova) è per loro una vittoria11. E lastessa fine dell’Unione Sovietica è vista come

10 Edward N. Luttwack, The Grand Strategy of the Soviet Union, St. Martin’s Press, 1984. 11 In un gustoso intervento ad un convegno italo-russo sul1812, Alexej Bukalov, direttore dell'Agenzia ITAR-TASS, haraccontato che nel 1958 un professore dell’IstitutoRelazioni Estere di Mosca, di nome Grunt (!), mise unvotaccio ad uno studente tedesco-orientale che, interrogatosu chi fosse il vincitore di Borodino, aveva rispostocandidamente “Napoleone” (Tatiana Polomochnykh (cur.), 1812Italianzi v russkoj kampanii. Gli Italiani nella campagna di Russia. Atti delconvegno Cassino Roma. Materiali konferenzii Kassino-Rymoktobr 2012, Roma, AC Villa Paolozzi –Società Italiana diStoria Militare, p. 113).

l’auto-liberazione da un regime oppressivo. Ma laconseguenza non è stata solo la restaurazionedell’aquila bicipite sul Cremlino, bensì purel’avanzata dell’aquila di mare sulla lineadell’Intermarum. All’epoca di Piłsudski mancavanoUcraina e Georgia, ma all’epoca di Brzezinski cisono tutte e in più la Nuova Russia (Odessa,Kharkov, Donetzk e la Crimea). E, cosa ancor piùimportante, la Germania stavolta gioca conl’Occidente.Inoltre dopo il 1989 la strategia dell’Occidenteè cambiata. Ha trasformato l’Alleanza atlanticada un patto difensivo regionale tra stati sovraniin uno strumento offensivo globale composto distati-zombie. Ha riconvertito le sue forze da unruolo dissuasivo a un ruolo offensivo e le hausate per destabilizzare e moltiplicare gli statifalliti. Non so se questa sia la percezione deirussi, ma a me sembra che nel corso dell’ultimodecennio, a partire dalle rivoluzioni arancionedel 2004 finanziate da Soros, la situazione dellaRussia sia passata dal blocco all’assedio, e chedalla crisi georgiana del 200812 almeno alcunecomponenti dell’amministrazione americana stianosolo cercando il pretesto per l’assalto finale.

12 Dario Fabbri, “In Georgia si è rischiata la terza guerramondiale”, Limes N. 2, febbraio 2014, pp. 183 -189.

Le teorie al riguardo non mancano. Gli scenari13

non prevedono il futuro, ma cercano dideterminarlo. Leggiamo allora il capitolo 6,dedicato alla Russia, di The Next 100 Years, scrittoda George Friedman subito dopo la cileccageorgiana14; nel 2015, predice il saggio,l’effimero conato neo-imperiale russo porterà aduna “little Cold War”, che si concluderà nel 2020con la definitiva disintegrazione della nuovaSparta, o della nuova Cartagine. La guerramondiale (World War) ci sarà, ma con la Cina nel2050, seguita da “A Golden Decade”. Quantoall’Europa, il tacitiano giudizio di Friedman(“Europe is in benign chaos”) ingentilisce illiberatorio vaffanculo (“Fuck The EU”) diVictoria Nuland a proposito della crisi ucraina15.Nel 1916, in una nota a margine di un passo delVom Kriege (II, 23), Lenin aveva scritto che laguerra circoscritta del diritto internazionaleeuropeo classico era ancora un “torneo

13 Charles Roxburgh, “The Use and abuse of scenarios”, McKinsey Quarterly, November 2009. 14 G. Friedman, The Next 100 Years. A Forecast for the XXIst Century,Allison & Busby, 2010, Chapter 6: “Russia 2020: Rematch”.15 Il sintetico punto di vista dell’assistant secretary ofstate Nuland è stato espresso il 6 febbraio 2014 duranteuna conversazione con l’ambasciatore americano a Kiev Pyattcirca i ministri che avrebbero dovuto formare il futurogoverno dell’Ucraina libera e sovrana. La Nuland aveva giàricevuto critiche per un memo rilasciato subito dopol’attentato del settembre 2012 all’ambasciata americana aBengasi.

cavalleresco” (igra) a paragone di una guerra(vojna) in cui “l’inimicizia è totale”16. Leninpensava che la guerra tra stati avrebbe innescatola rivoluzione e la guerra civile, e che quellosarebbe stato il salto da igra a vojna. In realtàil vero salto qualitativo da igra a vojna è statopiuttosto realizzato dall’Occidente, introducendoil concetto discriminatorio di guerra17 persostituire l’ordinamento internazionale con unordinamento sovranazionale, nel quale tutti ipaesi sono legalmente soggetti ai poteri diguerra del Presidente degli Stati Uniti. Gliinterventi americani si basano sulla defensiosociorum e la liberazione dei popoli, tipicastrategia di espansione (arcana imperii) checonsentiva all’impero romano di avanzare dialleato in alleato sino a strangolare chiresisteva. Questi, poi, sono addirittura casi didefensio honesta. Ma lecita è pure la defensio utilis,cioè la guerra preventiva: e non solo per iltimore di poter essere in seguito attaccati, mapure per il timore di poter essere superati inpotenza (timor potentiae). Puro elementopsicologico, l'invidia imperii (che del resto traRoma e Cartagine era reciproca) esula dallavalutazione giuridica. La Cina è vicina! Lo sa

16 Cit. in Carl Schmitt, Teoria del partigiano, 1963. 17 C. Schmitt, Die Wendung zum diskriminierenden Kriegsbegriff,Duncker & Humblot, Berlin 1938, trad. it. Il concettodiscriminatorio di guerra, Laterza, 2008.

bene la generazione del Sessantotto, quella cheora i cattivi li bombarda dallo Studio Ovale. Jack Matlock jr., l’ultimo ambasciatore americanoin Unione Sovietica (1987-1991), ha affermatocoraggiosamente che «Obama’s “warning” to Putinwas ill-advised. Whatever slim hope that Moscowmight avoid overt military intervention inUkraine disappeared when Obama in effect threwdown a gauntlet and challenged him. This was notjust a mistake of political judgment—it was afailure to understand human psychology—unless, ofcourse, he actually wanted a Russianintervention, which is hard for me to believe»18.Ma è saggio da parte russa raccogliere il guantodi sfida? Assecondare il calcolo del proprionemico mortale? Se la Russia è convinta (comemolti in Europa pensano e non osano dire) che inUcraina sia avvenuto un cinico colpo di statoorchestrato dagli Stati Uniti col deliberatoscopo di provocare la guerra, allora dovrebbecomprendere che non è nel suo interesse caderenella trappola. Tanto più se ha di fronteBrzezinski, l’uomo che nella famosa intervistadel 1998b al Nouvel Observateur ha rivendicato lapaternità della “Trappola Afghana”. Anche ammesso che l’annessione della Crimea possadavvero realizzarsi, quale vantaggio sarebbeaggiungere un altro bastione indifendibile a

18 Ukraine: The Price of Internal Division, posted March 1, 2014 at JackMatlock.com.

quelli di Kaliningrad, della Transnistria,dell’Abkhazia e dell’Ossezia? E di più: a cheserve mantenere una base navale solo per tenerciimmobilizzata la maggior parte della flotta? Clausewitz insegna che la difesa èintrinsecamente più forte dell’attacco. E lalogica della difesa è di cedere spazio perguadagnare tempo e sfruttare l’attritodell’aggressione e le contraddizioni del nemico.La Russia ha esaurito il suo spazio? L’Occidenteha risolto le sue contraddizioni? La forzadell’Occidente erano la libertà, la democrazia,la speranza. Ma ora abusa della forza. Hatrasformato i suoi cittadini in sudditi. Ne haspento il sorriso. Li ha privati del futuro. InEuropa ha seminato il deserto e lo ha chiamatopace. Ovunque livella i popoli e lo chiamademocrazia. Perché non lasciarlo avanzare, questonuovo Napoleone con le sue marionette europee?Perché non ascoltare Kutuzov? Povera Russia, non hai scampo. Putin, comeAlessandro III, ci ha facilitato il lavoro,convincendoti che hai due soli alleati, il tuoesercito e la tua marina. Ma qualunque cosa tufaccia, siamo noi a costruirne la narrazione.Diremo comunque che sei venuta all’appuntamentoche ti abbiamo dato. Ma non è un torneo, è Canne.Verrai punita per esserti difesa e derisa per nonesserci riuscita. Cadrai senza pietà né rispetto.Non abbiamo Scipioni, noi, da piangere sulle tuerovine.

19 (30) marzo 1814: il maresciallo Marmont consegna lechiavi di Parigi allo zar Alessandro I

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