Agriturismo in Italia

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Agriturismo in Italia Percorsi naturalistici, lunghe passeggiate nel bosco, cavalcate nelle foreste, oppure giornate passate all'aria aperta a respirare l'aria pulita e a godere del silenzio della campagna, tra le siepi curate e qualche bagno nei laghetti circostanti, e ad ammirare il procedere lento della vita operosa del contadino, sono i pregi che la vacanza in agriturismo vi offre. Il recinto delle mucche, il trattore, il carro del fieno, il profumo dell'erba tagliata sono elementi che contribuiscono a staccarvi dal tran tran della vita quotidiana. Alloggiando nelle aziende selezionate da Agriturist, potete vivere l'agriturismo nella sua forma più bella: in primo piano ci sono l'agricoltura e gli agricoltori, il verde e la natura incontaminata. Se amate conoscere il paesaggio potete alloggiare nella casa del contadino per poi andare alla scoperta delle città d'arte ubicate nei dintorni o fare puntate alle spiagge vicine. E poi la sera ritrovarvi con i padroni di casa per fare quattro chiacchiere, per scambiare le esperienze della giornata, magari dopo aver fatto un salto nella stalla per far divertire i bambini ad accarezzare gli agnellini e i vitellini o averli portati nel pollaio a osservare i pulcini. Da: Panorama, 7 luglio 2005, n. 27; versione abbreviata e riveduta Domandes: Dumandes: Respognede por ladin y cun frases intieres a chi che ves fej les domandes chilò dessot, ti don dl "os/i". Respundëde per ladin y cun frases ntieres a chëi che ve fej la dumandes tlo dessot, ti dajan dl "vo". 1. Quali pregi ci offre la vacanza in agriturismo? 2. Che cosa contribuisce a staccarci dal tran tran della vita quotidiana? 3. Come possiamo vivere nelle aziende selezionate da Agriturist? 4. Alloggiando nella casa del contadino, che cosa possiamo andare a scoprire? 5. Perché di sera ci ritroviamo con i padroni? 6. Se preferiamo, dove possiamo fare un salto? Cariera A/B1

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Agriturismo in Italia Percorsi naturalistici, lunghe passeggiate nel bosco, cavalcate nelle foreste, oppure giornate passate all'aria aperta a respirare l'aria pulita e a godere del silenzio della campagna, tra le siepi curate e qualche bagno nei laghetti circostanti, e ad ammirare il procedere lento della vita operosa del contadino, sono i pregi che la vacanza in agriturismo vi offre. Il recinto delle mucche, il trattore, il carro del fieno, il profumo dell'erba tagliata sono elementi che contribuiscono a staccarvi dal tran tran della vita quotidiana. Alloggiando nelle aziende selezionate da Agriturist, potete vivere l'agriturismo nella sua forma più bella: in primo piano ci sono l'agricoltura e gli agricoltori, il verde e la natura incontaminata. Se amate conoscere il paesaggio potete alloggiare nella casa del contadino per poi andare alla scoperta delle città d'arte ubicate nei dintorni o fare puntate alle spiagge vicine. E poi la sera ritrovarvi con i padroni di casa per fare quattro chiacchiere, per scambiare le esperienze della giornata, magari dopo aver fatto un salto nella stalla per far divertire i bambini ad accarezzare gli agnellini e i vitellini o averli portati nel pollaio a osservare i pulcini.

Da: Panorama, 7 luglio 2005, n. 27; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres a chi che ves fej les domandes chilò dessot, ti don dl "os/i".

Respundëde per ladin y cun frases ntieres a chëi che ve fej la dumandes tlo dessot, ti dajan dl "vo".

1. Quali pregi ci offre la vacanza in agriturismo? 2. Che cosa contribuisce a staccarci dal tran tran della vita quotidiana? 3. Come possiamo vivere nelle aziende selezionate da Agriturist? 4. Alloggiando nella casa del contadino, che cosa possiamo andare a scoprire? 5. Perché di sera ci ritroviamo con i padroni? 6. Se preferiamo, dove possiamo fare un salto?

Cariera A/B1

Attenzione ai funghi velenosi In seguito alle piogge copiose degli ultimi giorni i boschi si sono affollati di fungaioli, molti dei quali, infischiandosene dei divieti e dei limiti imposti dalla legge, hanno raccolto da dieci a quindici chili di porcini e finferli in una mattinata. Qualcuno, esaltato dall'idea di arrivare a casa carico di funghi, assieme alle specie commestibili ha raccolto anche quelli velenosi, per cui nell'ultima settimana in provincia si sono registrati una ventina di intossicati. Si va da un semplice mal di pancia agli attacchi di vomito, fino ai casi più gravi in cui il veleno distrugge in breve tempo fegato e reni. È molto facile scambiare una specie commestibile con una non commestibile che le somiglia molto. Purtroppo molte persone che si credono abbastanza esperte da poter distinguere gli esemplari velenosi da quelli commestibili, sono invece le prime a sbagliare. Come fare allora per essere sicuri di non avvelenarci? Dobbiamo informarci, non solo con i libri e le foto di altre persone, bensì con la propria esperienza pratica, possibilmente frequentando corsi di tipo teorico pratico che aiutano ad informarci bene sui funghi, non solo parlandone, ma proprio toccandoli, prendendoli in mano.

Da: Alto Adige, 13 settembre 2005; versione abbreviata e riveduta

Domandes: Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Chi ha affollato i boschi negli ultimi giorni? 2. Cosa è successo a qualcuno esaltato dall'idea di raccogliere tanti funghi? 3. Perché è facile scambiare le specie commestibili con quelle velenose? 4. Cosa può capitare a molte persone che credono di essere abbastanza esperte? 5. Come si manifestano le intossicazioni da funghi velenosi? 6. Che cosa bisognerebbe fare per non avvelenarsi?

Cariera A/B2

Catarina Lanz Nacqui a San Vigilio di Marebbe il 21 settembre 1771 da genitori ladini. Dopo aver frequentato la scuola, fui mandata a Spinga a lavorare presso un contadino. Spinta dalla miseria seguii la sorte di tante mie coetanee che venivano mandate a lavorare nelle valli di Pusteria e d'Isarco con il pretesto che imparassero il tedesco. Erano gli anni della guerra tra gli austriaci e i francesi. Un giorno, mentre lavoravo nei campi, vidi ad un tratto una truppa di soldati francesi avvicinarsi all'abitato e dirigersi verso la chiesa. Senza indugio mi misi a correre, presi la forca e il crocifisso e mi opposi al passaggio dei soldati all'entrata dell'alto muro di cinta che cricondava la chiesa. Al vedere questo mio gesto corraggioso i soldati, in procinto di entrare in chiesa per portar via gli arredi sacri, improvvisamente desistettero. Per questo gesto eroico godetti dell'ammirazione di molti, perfino dei nemici. Diversi scultori e pittori mi ritrassero di seguito con la forca in mano, e divenni così una figura ben nota al mondo ladino. Dopo la guerra passai al servizio di diversi sacerdoti, infine nella canonica di Pieve di Livinalongo, dove fui perpetua per diversi anni.

Da: Union Generela di Ladins dla Dlomites: Nosta Jent, 2005; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot tla pröma porsona tl singular "iö/i".

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot tla prima persona tl singuler "ie".

1. Dove e quando sei nata? 2. Finita la scuola, dove fosti mandata, come tante altre coetanee? 3. Cosa vedesti mentre lavoravi nei campi? 4. Quale fu la tua reazione all'arrivo dei soldati francesi? 5. Come ti ritrassero diversi scultori e pittori rendendovi nota al mondo ladino? 6. Come hai trascorso gli anni dopo la guerra?

Cariera A/B3

Gli ultimi giorni di New Orleans Gli abitanti di Pompei, non erano coscienti del rischio che il Vesuvio li seppellisse sotto una nube di cenere, ma in America tutti sapevano che New Orleans, in una conca sotto il livello del mare, rischiava di essere sommersa dall'acqua. Il governo sapeva e non ha mosso un dito, sordo alle invocazioni degli scienziati e delle autorità locali. Il presidente degli Stati Uniti ha negato i fondi chiesti dalla protezione civile per rafforzare le chiuse che proteggevano la città ed è partito per le vacanze. Gli abitanti di New Orleans sapevano, ma confidavano nella fortuna. La loro era una città speciale: la città del jazz, del carnevale e delle belle donne, mentre una contagiosa gioia di vivere nascondeva il fatto che su 450.000 residenti, uno su tre era in condizioni di estrema povertà. Se Harlem, il quartiere nero di New York, appariva dapprima come "un re sotto il mantello di un mendicante", New Orleans era "una mendicante sotto gli abiti sfavillanti di una regina di carnevale". New Orleans muore da mendicante tra scene di abiezione che troppe volte abbiamo visto nei Paesi del Terzo Mondo e mai avremmo creduto di vedere nell'America ricca e arrogante.

Da: Famiglia Cristiana, 11 settembre 2005, n. 37; versione abbreviata e riveduta

Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Di che cosa non erano coscienti gli abitanti di Pompei? 2. Che cosa, invece, sapevano tutti in America? 3. Perché si incolpano di inerzia i governanti e il presidente? 4. Perché New Orleans è una città speciale? 5. Come apparivano dapprima il quartiere nero di New York e la città di New Orleans? 6. Come muore la città di New Orleans?

Cariera A/B4

I ragazzi ciechi Cari ragazzi, - ci disse il maestro - capite il significato della parola "ciechi"? Ciechi! Non veder nulla, mai! Non distinguere il giorno dalla notte, non vedere né il cielo, né il sole, né i propri familiari, nulla di tutto quello che si ha intorno e che si tocca! Provate un poco a chiudere gli occhi e a pensare di dover rimanere sempre così: subito vi prende un terrore, vi pare che vi sarebbe impossibile resistere, che vi mettereste a gridare, che impazzireste o morireste. Rispose il maestro agli scolari che gli chiesero di andare con la classe all'istituto dei ciechi: Non ora, ci andrete più tardi, quando sarete in grado di capire tutta la grandezza della sventura e di sentire tutta la pietà che essa merita. Fintanto posso assicurarvi che, dopo averli incontrati, congedandovi da loro vi pare di godere di un privilegio quasi non meritato di veder la gente, le case, il cielo. Oh non c'è nessuno di voi, ne son certo, che in quel momento non sarebbe disposto a privarsi un po' della propria vista per darne un barlume almeno a quei poveri fanciulli, per i quali il sole non ha luce e la madre non ha viso.

Da: Edmondo de Amicis: Cuore, 1965; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognedi por ladin y cun frases intieres ai scolars che ves fej les domandes chilò dessot, ti don dl "os/i".

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ai sculeies che ve fej la dumandes tlo dessot, ti dajan dl "vo".

1. Quale domanda il maestro ci pose all'inizio del discorso? 2. Con quali parole il maestro ci esortò ad immaginarci la cecità? 3. Che cosa disse il maestro invitandoci a chiudere gli occhi? 4. Cosa ci rispose il maestro quando chiedemmo di andare all'istituto per ciechi? 5. Che cosa il maestro ci può assicurare fin da subito? 6. Di che cosa è certo il maestro conoscendo la nostra generosità?

Cariera A/B5

Il commiato di Giuseppe Freinademetz dalla sua terra L'11 agosto 1878 il cappellano don Giuseppe Freinademetz sale per l'ultima volta sul pulpito della chiesa di San Martino in Val Badia. Il Vangelo di quella domenica parla di Gesù che piange su Gerusalemme. Nella predica don Giuseppe illustra brevemente il dolore di Gesù, perché il mondo non è ancora cristiano. Poi cambia argomento: "Carissimi fratelli! Per la infinita misericordia di Dio che presceglie i deboli quale suo strumento, io spero di diventar partecipe di una grazia della quale non sono mai degno in eterno. Il divin Buon Pastore, nella sua bontà senza fondo, mi ha invitato ad andare con lui fuori nel deserto per aiutarlo a cercare le sue pecorelle smarrite. Cosa dovrò dunque fare se non pien di allegrezza e di gratitudine baciargli la mano e dire colla Scrittura: "Ecco io vengo!" e abbandonare come Abramo la casa paterna, la patria e voi, miei cari, e andare nel paese che il Signore mi mostrerà, essendomi nota la miseria stragrande di questi nostri fratelli al di là del mare che colle lagrime agli occhi ci stendono incontro le braccia domandando aiuto?"

Da: Fritz Bornemann: Giuseppe Freinademetz, 1980; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Cosa avvenne l'11 febbraio 1878 nella chiesa di San Martino? 2. Di cosa parla il Vangelo di quella domenica? 3. Perché don Giuseppe spera di diventare partecipe di una grande grazia? 4. Quale invito gli ha rivolto il Buon Pastore? 5. Cosa è pronto a fare don Giuseppe seguendo l'esempio di Abramo? 6. Come lo attendono i fratelli al di là del mare?

Cariera A/B6

Il letargo degli orsi spelei Quando gli orsi spelei perdettero la capacità di superare il periodo invernale privo di vegetazione nutrendosi di carne, s'impose la necessità di trascorrere l'inverno in letargo; a tal fine era indispensabile trovare un posto assolutamente sicuro. Che i luoghi più adatti per il letargo siano grandi spelonche, lo sanno anche gli attuali orsi bruni. Le caverne profonde proteggono non soltanto dalla pioggia e dalla neve, ma fanno pure risparmiare notevolmente "i costi del riscaldamento", energia, poiché all'interno la temperatura si mantiene costante e corrisponde all'incirca a quella media annuale dell'ingresso. Anche nell'inverno più crudo la temperatura non scende sotto lo zero e ciò ovviamente aiuta moltissimo a mantenere costante pure la temperatura dell'orso in letargo, che deve arrivare alla fine dell'inverno bruciando lentamente il grasso accumulato d'estate. Per risparmiare ulteriore energia, l'orso speleo cadeva in un letargo autentico; cioè il numero delle pulsazioni scendeva a metà di quello normale e la temperatura da 37 a 35 o addirittura a 32 gradi Celsius.

Da: Gernot Rabeder: Gli orsi spelei delle Conturines, 1992; versione abbreviata e riveduta Domandes: Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Quando s'impose la necessità per gli orsi spelei di trascorrere l'inverno in letargo? 2. Cosa sanno anche gli orsi bruni? 3. Quale protezione offrono le caverne? 4. Come è la temperatura all'interno delle caverne? 5. In che modo l'orso speleo arrivava alla fine dell'inverno? 6. Di quanto scendeva il numero delle pulsazioni?

Cariera A/B7

Il periodo delle Opzioni L'epoca più triste e oscura per i ladini della Val Badia e della Val Gardena è stata rappresentata dal periodo delle Opzioni. La discordia di quel tempo, che aveva opposto gli optanti per l'Italia quelli per la Germania, è riscontrabile ancora al giorno d'oggi, mentre le conseguenze della Guerra non si avvertono pressoché più. I ladini che avevano optato per la Germania e che erano espatriati, non appena avevano oltrepassato il confine del Brennero venivano collocati in tutt'altri luoghi rispetto a quelli che erano stati loro promessi. Però le conseguenze più negative dell'Opzione sono state rappresentate dal fatto che la gente non andava più d'accordo e persino al giorno d'oggi si avvertono ancora le conseguenze delle Opzioni che hanno scisso la popolazione. Coloro che avevano scelto di trasferirsi in Germania venivano accusati di abbandonare la loro casa e tutto il resto, mentre coloro che avevano optato per l'Italia venivano etichettati come "talians y lomberć". La gente voleva solamente rimanere a casa propria e tante persone disperate non sapevano più cosa fare, perché se optavano per la Germania sapevano di dover espatriare, mentre se optavano per l'Italia temevano di essere spedite in Sicilia.

Da: Cristina De Grandi: Union Generela di Ladins dles Dolomites, 2005; versione abbreviata e riveduta

Domandes: Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Quale è stata l'epoca più triste per i ladini? 2. Quale differenza c'è fra le conseguenze della Guerra e quelle delle Opzioni? 3. Dove venivano collocati i ladini che avevano optato per la Germania? 4. Quali sono le conseguenze più negative dell'Opzione che si avvertono ancora oggi? 5. Di cosa venivano accusati gli optanti per la Germania e come venivano, invece, etichettati gli optanti per l'Italia? 6. Perché la gente non sapeva più cosa fare?

Cariera A/B8

Il supermercato Il supermercato è il "grande magazzino" di generi alimentari e di drogheria, l'insieme di diversi negozi: macelleria, latteria, panetteria, salumeria, drogheria, frutta e verdura. Entrando in uno di questi grandissimi negozi, noto subito due cose: non ci sono commessi, salvo quei pochi addetti alle casse o ai banchi dove sia necessario confezionare la merce, e i clienti, girando fra i banchi, prendono i prodotti direttamente dai loro scaffali. Se vado a fare la spesa al supermercato, all'ingresso prendo un carrello munito di un paniere metallico e spesso anche di un seggiolino per sistemarvi sopra i bambini e inizio a girare fra i banchi. La merce è quasi tutta preconfezionata: carni, formaggi, salumi, pollame sono già tagliati in pezzi di vario peso e qualità e chiusi in trasparenti sacchetti di politene. Prelevo ciò che mi occorre e lo depongo nel paniere. Quando ho terminato vado alla cassa: lì la cassiera fa passare la merce attraverso un lettore elettronico e mi presenta il conto. Dopo aver pagato in contanti o con la carta di credito, spingo il carrello verso il parcheggio adiacente scaricando la merce nel baule dell'autovettura.

Da: Guido Libero: Insegno la lingua italiana, 1971; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot. Respognede tla pröma porsona tl singular "iö/i" canch'i gnëis damanà diretamënter.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot. Respundëde tla prima persona tl singuler "ie" canche unieis damandei diretamënter.

1. Cos'è il supermercato? 2. Cosa noti entrando in uno di questi grandissimi negozi? 3. Cosa prendi all'entrata di un supermercato? 4. Come si presenta la merce? 5. Cosa fa la cassiera? 6. Dove spingi il carrello dopo aver pagato e dove scarichi la merce?

Cariera A/B9

Le buone adozioni Siamo una coppia adottiva. La nostra figlia Tatiana è con noi da circa un anno e mezzo. Tatiana è simpaticissima, vivace e intelligente. Io e mio marito abbiamo vissuto questa prima esperienza adottiva in modo sereno e costruttivo, dal momento in cui abbiamo verificato che per noi non era facile avere bambini biologici. Eravamo d'accordo di non iniziare con ospedali e centri di fecondazione assistita. Siamo cioè tra quelli che hanno scelto l'adozione senza troppi drammi. A costo anche di sacrifici abbiamo affrontato tutta la procedura burocratica per essere dichiarati idonei dal Tribunale dei Minori e poi poter rivolgerci ad un' istituto per l'adozione. Abbiamo atteso due anni fino al viaggio in Ucraina e al giorno in cui abbiamo potuto abbracciare Tatiana. Abbiamo fatto l'esperienza che diventare genitori adottivi è una cosa complessa e meravigliosa, che ha portato a una profonda crescita personale. Leggiamo spesso con disagio esperienze raccontate da coppie di genitori che iniziano con dichiarazioni di affetto e poi evidenziano solo i lati negativi: lungaggini, alti costi, disagi e difficoltà di ogni tipo. Forse la loro scelta dell'adozione è partita da una situazione di sofferenza non superata di non poter avere figli propri.

Da: Espresso, 3 novembre 2005, n. 43; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot tla pröma porsona tl plural "nos/i".

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot tla prima persona tl plurel "nëus".

1. Da quanto tempo la figlia Tatiana è con voi e come la trovate? 2. Da qual momento avete vissuto la vostra prima esperienza adottiva in modo sereno? 3. Su quanto eravate d'accordo? 4. Quali eventi felici avete atteso per due anni? 5. Quale esperienza avete fatto diventando genitori adottivi? 6. Di quali esperienze vi capita spesso di leggere con disagio?

Cariera A/B10

La Cësa di Ladins L'assenza di un centro urbano nel territorio delle Dolomiti aveva ostacolato sia il sorgere di una cultura omogenea sia di una lingua unitaria comune a tutte le valli ladine. Pertanto le Unions di Ladins, in primo luogo quella di Gardena, decisero di costruire la sede comune nel cuore di Ortisei giacché tale località rappresentava il centro morale della Ladinia, ma contemporaneamente anche il centro ove l'infiltrazione contraria alla ladinità è stata più forte. L'intento di costruire la Cësa di Ladins si concretizzò nel mese di giugno del 1951 con l'acquisto del terreno e con la posa e la benedizione della prima pietra il 6 giugno 1952. Con la Cësa di Ladins l'Union Generela di Ladins dla Dolomites volle creare un punto d'incontro per la propria comunità e uno strumento idoneo a promuovere la lingua e la cultura ladina. La Cësa venne ultimata solo nel 1954, a stento e con molti sacrifici a causa dell'insufficienza di fondi elargiti dalle istituzioni pubbliche. Pur restando sede dell'Union Generela, la Cësa di Ladins ospita a partire dal 1960 un museo in cui viene esposto il patrimonio artistico-culturale e naturalistico specifico della Val Gardena.

Da: Cristina De Grandi: Union Generela di Ladins dles Dolomites, 2005; versione abbreviata e riveduta (189 parole) Domandes Dumandes Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Cosa aveva ostacolato l'assenza di un centro urbano nelle Dolomiti? 2. Perché si decise di realizzare la sede comune nel cuore di Ortisei? 3. Quando e come si concretizzò l'intento di costruire la Cësa di Ladins? 4. Cosa volle creare l'Uniun Generela di Ladins dla Dolomites nel nuovo edificio? 5. Perché la Cësa di Ladins venne ultimata solo nel 1954? 6. Cosa possiamo visitare dal 1960 nella Cësa di Ladins?

Cariera A/B11

La pioggia viva La pioggia cadeva con forza crescente e assorbiva ogni altro rumore, e non si vedeva più altro. Presi una scatola di latta, la posai subito fuori, davanti alla porta di casa e, sull'istante, l'acqua mi scorreva sulle mani, sui polsi, mi colava nelle maniche; in breve tempo la scatola era piena: guardavo l'acqua cadere nell'acqua e ascoltavo e riuscivo a distinguere il rumore che faceva. Sentivo anche la pioggia crepitare sul legno e dappertutto, vedevo l'acqua corrodere il suolo, rubargli la terra, portarla via e formare ruscelli sui pendii. Guardavo l'erba abbattuta e risollevata e riabbattuta a colpi bruschi; l'acqua riempire, velare, confondere il paesaggio; accanto a me il vetro appannato e le gocce scivolando stracciare l'umido velo. Alla fine tutto il temporale se n'è andato, però la pioggia continuava senza tregua. E finalmente, altri rumori, un'automobile, una frase, si sentivano. Non avevo dubbio che continuasse a piovere così con uguale violenza né più né meno fino al pomeriggio.

Da: Guido Libero: Insegno la lingua italiana; saggio di J. Thibaudeau, 1971; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot. Respognede tla pröma porsona tl singular "iö/i" canch'i gnëis damanà diretamënter.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot. Respundëde tla prima persona tl singuler "ie" canche unieis damandei diretamënter.

1. Cosa avvenne quando posasti una scatola di latta davanti alla porta? 2. Cosa guardavi e riuscivi a distinguere? 3. Cosa vedevi mentre la pioggia crepitava sul legno e dappertutto? 4. Cosa vedevi guardando l'erba, il paesaggio e il vetro appannato? 5. Quali rumori potevi sentire alla fine del temporale? 6. Di cosa non avevi dubbi?

Cariera A/B12

La sopravvivenza dei Ladini Con il breve saggio "Inant adum" il presidente della Union Generela di Ladins dles Dolomites vuole invitarci a riflettere sulla situazione passata e quella attuale del popolo ladino. La storia ci insegna che la divisione di una popolazione nata dalle stesse radici non è soltanto un affronto alla dignità del singolo, ma lo sgretolamento della comunità in maniera tale da compromettere la sua esistenza. La tripartizione di noi Ladini in amministrazioni provinciali diverse non ci garantisce la sopravvivenza etnica e tantomeno uno sviluppo unitario. Come una fragile pianta, sbocciata sullo stesso terreno, rischiamo di perdere ogni tanto un ramo, trasformandoci in un torso destinato ad essere sradicato definitivamente. Ma che non vogliamo rassegnarci a questo destino, lo dimostra il fatto che sempre più società economiche e soprattutto associazioni culturali cercano la collaborazione fra le valli ladine. Soltanto la coscienza personale e la convinzione di ogni singolo di rappresentare una parte vitale di un popolo, ci consentirà di sopravvivere nel territorio attorno al gruppo "Sela".

Da: Uniun Generela di Ladins dla Dolomites: Ladins Dles Dolomites "Inant adum", 2005; versione abbreviata e riveduta

Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot. Respognede tla pröma porsona tl plural "nos/i" canch'i gnëis damanà diretamënter.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot. Respundëde tla prima persona tl plurel "nëus" canche unieis damandei diretamënter.

1. Su quale situazione il presidente della U.G.L.D. ci invita a riflettere? 2. Quali sono le conseguenze della divisione di una popolazione unitaria? 3. Cosa ci è reso difficile dopo la tripartizione? 4. Perdendo ogni tanto un ramo, cosa rischiamo? 5. Cosa dimostra la volontà di collaborazione fra le valli ladine? 6. Quale convinzione ci consente di sopravvivere?

Cariera A/B13

La storia dei "blue jeans" Gli americani ci hanno insegnato a indossarli, ma nel nome c'è un po' d'Italia. "Blue" è il colore blu e su questo siamo tutti d'accordo. Ma quel "jeans" è la storpiatura del nome di Genova. In fondo, "blue jeans" significa proprio "blu di Genova". Le origini dell'indumento più popolare e diffuso nel mondo vanno rintracciate nella città ligure, aperta ai traffici di stoffe, tessuti e materie coloranti. Dal 1 luglio al 30 novembre 2005 si svolge la mostra "Jeans" in un edificio storico ottocentesco a Prato. La mostra si presenta al visitatore come un viaggio nella storia dei tessuti, comprese le varie tecniche di lavorazione e il loro utilizzo. Cosa rara per un museo: qui toccare è assolutamente permesso. Davanti ai pannelli con le spiegazioni e le foto ci sono tante vaschette dove si infila la mano per sentire direttamente la consistenza dei cotoni, delle lane e delle sete, potendo imparare così un sacco di cose. I tessuti colorati di blu simili alla tela jeans li ritroviamo in molti abiti tradizionali realizzati tra l'Ottocento e il Novecento. Ma la culla dei jeans come li intendiamo oggi va trovata negli Stati Uniti.

Da: Famiglia Cristiana, 3 luglio 2005, n. 27; versione abbreviata e riveduta

Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Da che cosa deriva l’espressione "blue jeans"? 2. Dove vanno rintracciate le origini dell'indumento più popolare? 3. Come si presenta al visitatore la mostra "Jeans"? 4. Che cosa è permesso fare alla mostra? 5. Dove possiamo ritrovare i tessuti colorati di blu simili alla tela jeans? 6. Di cosa gli Stati Uniti sono la culla?

Cariera A/B14

La televisione Girate la manopola del vostro apparecchio televisivo. Il grande schermo si illumina e il mondo intero entra nella vostra stanza di soggiorno. Si tratta magari di un comico che vi fa ridere raccontando una storiella buffa, oppure di una eccitante partita di calcio trasmessa in diretta. Qualunque cosa sia, voi sapete che il programma si sta svolgendo a una distanza di chilometri, in un teatro, in un importante campo di calcio. Però, potete vedere e udire tutto quanto stando nella vostra stessa casa e come voi milioni di altre persone in qualunque paese. Nonostante la meraviglia, noi sappiamo che è facile manovrare un apparecchio televisivo. Però, il modo in cui un programma televisivo vi viene mandato a casa, attraverso lo spazio, può sembrare magico. Ed è magia, se voi non sapete come funziona la televisione; se lo sapete, è una cosa chiara. Infatti, le immagini che vedete sul vostro teleschermo sono riprese con una camera cinematografica e convertite in onde elettromagnetiche che vengono captate dalle antenne televisive. Il vostro apparecchio televisivo trasforma le onde invisibili in interessanti e affascinanti immagini variopinte.

Da: Guido Libero: Insegno la lingua italiana; saggio di J. Gould, 1971; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognedi por ladin y cun frases intieres a chi che ves fej les domandes chilò dessot, ti don dl "os/i".

Respundëde per ladin y cun frases ntieres a chëi che ve fej la dumandes tlo dessot, ti dajan dl "vo".

1. Cosa dobbiamo fare perché il mondo entri nella nostra stanza? 2. Cosa ci può far ridere o eccitare? 3. Dove si sta svolgendo il programma che noi vediamo e udiamo come milioni di altre persone? 4. Cosa ci è facile e cosa, invece, ci può sembrare magico? 5. Come sono riprese le immagini che vediamo sul teleschermo? 6. Che funzione ha il nostro apparecchio televisivo?

Cariera A/B15

La Usc di Ladins Attualmente "La Usc di Ladins" è il solo mezzo di stampa che può essere definito tipicamente ladino ed è l'unico strumento pubblicistico che rappresenta le cinque valli ladine attraverso la compresenza dei loro idiomi. "La Usc di Ladins" viene pubblicata in forma di settimanale interamente redatto in ladino ed è prodotto dagli sforzi congiunti di pochi ma destinato all'intera comunità ladina delle Dolomiti. "La Usc di Ladins" è caratterizzata dalla pubblicazione in prima pagina di articoli sulle questioni di maggiore rilievo per la popolazione ladina delle Dolomiti. Segue tutta una serie di rubriche il cui contenuto spazia dalle tematiche culturali, politiche, letterarie, linguistiche, storiche, religiose e sportive, al calendario delle manifestazioni, agli annunci pubblicitari, di congratulazioni e di condoglianze, alle pagine per i bambini e per i giovani, ecc. La parte dedicata alla cronaca è contrassegnata da una presenza più ampia delle vicende relative alla Val Badia e alla Val Gardena; ciò è dovuto alla percentuale degli abbonamenti che è superiore in dette valli. Ma al di là di tale fatto riflette anche i diversi gradi di coscienza e di identità ladina all'interno della comunità sellano-ampezzana.

Da: Cristina De Grandi: Union Generela di Ladins dles Dolomites, 2005; versione abbreviata e riveduta Domandes: Dumandes:

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1. Cos'è attualmente "La Usc di Ladins"? 2. Come è pubblicata e prodotta "La Usc di Ladins"? 3. Quali sono gli articoli di prima pagina? 4. Quale è il contenuto delle rubriche che seguono? 5. Come è contrassegnata la parte dedicata alla cronaca? 6. A quali fatti è dovuta una più ampia presenza di articoli di cronaca riferiti alla Val Badia e alla Val Gardena?

Cariera A/B16

La voce dei bambini "Prima che venisse la siccità stavamo bene: avevamo le pecore e le mucche. Ma poi i tempi sono cambiati e siamo stati costretti a vendere il bestiame. Adesso per mangiare dobbiamo chiedere aiuto agli altri e mio padre è andato a lavorare come carpentiere a giornata. Per dimenticarmi che ho fame gioco a pallone con i miei amici. Ma spesso li guardo solamente, perché mi mancano le forze. I miei genitori mi danno qualcosa da mangiare, ma a volte non c'è proprio niente e loro si sentono in colpa, impotenti." (Endrias, Etiopia) "La macchina su cui mio padre tornava a casa è saltata su una mina e egli ci ha lasciati soli: mia madre, io e altri 4 fratelli e sorelle. Io e mio fratello fummo costretti ad andare a lavorare; dapprincipio raccoglievamo pezzi di legno che poi rivendevamo, successivamente lavoravamo come aiutanti in una bottega di meccanici per biciclette. I soldi ricavati li davamo alla mamma, per evitarle di andare in giro a chiedere l'elemosina. Da qualche mese vado al centro scolastico, per mezza giornata. Imparo a leggere e a scrivere, per il mio futuro e per quello di mia madre." (Abdul, Kabul)

Da: Save the Children Italia Onlus Roma, 14/2003; versione abbreviata e riveduta

Domandes: Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot. Respognede tla pröma porsona tl singular "iö/i" o tl plural "nos/i".

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot. Respundëde tla prima persona tl singuler "ie" o tl plurel "nëus".

1. Come è cambiata la vostra vita con l'arrivo della siccità? 2. Cosa siete costretti a fare per mangiare? 3. Cosa fai per dimenticarti la fame e perché spesso puoi solo guardare gli altri bambini? 4. Che cosa foste costretti a fare dopo la morte del padre? 5. A chi davate i soldi ricavati? Perchè? 6. Dove vai per migliorare il futuro della tua famiglia?

Cariera A/B17

La vostra casa La vita scorre secondo i suoi ritmi e voi cercate di adattarvi. Essa vi sostiene e vi porta a fare solo esperienze positive. Abbiate fiducia nella vita perché è buona con voi. La casa in cui abitate può apparirvi bella o brutta, a seconda di quello che voi ne pensate. Se odiate il luogo in cui vivete, molto probabilmente, avreste difficoltà ad amare qualsiasi altra casa. Pensate alla vostra dimora come ad un rifugio sicuro che soddisfa tutte le vostre esigenze. Se state per cambiare casa, dite a voi stessi che vi apprestate ad aprire un nuovo capitolo della vostra vita e che un'altra persona verrà a prendersi cura del luogo che ora voi abbandonate. Lasciate amore nella vostra vecchia casa e troverete amore dove andrete. Prima di acquistare la casa dove vivo ora, io ho volutamente cercato un luogo che fosse abitato da persone piene di amore. Alla fine l'ho trovato e posso dire che la mia casa vibra d'amore. Davanti a me vedo la mia nuova casa: è meravigliosa e soddisfa ogni mia esigenza, ogni mio desiderio. Si trova in un luogo bellissimo ed ha un prezzo accessibile per le mie finanze.

Da: Louise L. Hay: Vivere, 1995; versione abbreviata e riveduta

Domandes:

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Respognede por ladin y cun frases intieres a chi che ves fej les prömes cater domandes chilò dessot, ti don dl "os/i", y ala cuinta y sesta domanda respognëise tla pröma porsona tl singular "iö/i".

Respundëde per ladin y cun frases ntieres a chëi che ve fej la primes cater dumandes tlo dessot, ti dajan dl "vo", y ala cuinta y sesta domanda respundëis tla prima persona tl singuler "ie".

1. Perché dobbiamo cercare di adattarci ai ritmi della vita? 2. Come ci può apparire la casa? 3. A che cosa dobbiamo pensare per riuscire ad amare qualsiasi casa? 4. Se stiamo per cambiare casa, cosa dobbiamo dire a noi stessi? 5. Cosa hai volutamente cercato prima di acquistare la tua casa attuale? 6. Come vedi la tua nuova casa?

Cariera A/B18

L'abbandono di animali I nostri teneri amici a quattro zampe, quante gioie e quanta dolcezza ci hanno regalato, ma quando iniziano le ferie, non sono più quei teneri cuccioli dei quali ci eravamo innamorati. Nel frattempo sono cresciuti e sono diventati un impedimento per andare in vacanza senza problemi. La soluzione, non di rado, la troviamo nell'abbandono del nostro animale non pensando che è un reato: infatti, la legge punisce l'abbandono di animali domestici, con la detenzione fino ad un anno o con un'ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Sono, inoltre, da considerare le conseguenze che derivano da questo gesto sia per l'animale che per la società. Molti degli animali abbandonati, ad esempio, vanno incontro a morte sicura per fame o malattia dopo aver subito grandi sofferenze, tra cui la più grave quella emotiva dovuta all'abbandono da parte dell'amico-padrone che lo ha allevato e per il quale il cane sarebbe stato disposto a sacrificare la sua vita. Chi non muore per queste cause perde la vita in incidenti stradali vagabondando sulle strade, causando gravi danni anche alle persone.

Da: Corriere dell'Alto Adige, 8 luglio 2005; versione abbreviata e riveduta Domandes:

Dumandes:

Respognede por ladin y cun frases intieres ales domandes chilò dessot. Respognede tla pröma porsona tl plural "nos/i" canch'i gnëis damanà diretamënter.

Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot. Respundëde tla prima persona tl plurel "nëus" canche unieis damandei diretamënter.

1. Come cambiano i vostri amici a quattro zampe da quando li comprate a quando arrivano le ferie? 2. Quale soluzione trovate, purtroppo non di rado? 3. Quali punizioni dovete temere nel caso di abbandono del vostro cane? 4. A cosa vanno incontro molti degli animali abbandonati? 5. Quale è la maggiore sofferenza per un cane abbandonato? 6. Perché i cani abbandonati sono pericolosi anche per l’uomo?

Cariera A/B19

L'acqua L'acqua è essenziale per la vita. Il nostro corpo è composto per il 75% da acqua. L'acqua ne è quindi il costituente principale. I nostri bisogni quotidiani di acqua sono di 6 - 8 bicchieri. Il caffè, il tè, l'alcool e le bibite industriali non sono fornitori di acqua. Anziché fornire l'acqua di cui il corpo ha bisogno, lo privano dell'acqua di riserva che serve a neutralizzare gli effetti negativi dei prodotti chimici che contengono. Tali bevande danno l'impressione di estinguere la sete, ma disgraziatamente contribuiscono al contrario a disidratare l'organismo. E’ necessario un minimo di un litro e mezzo di acqua al giorno per consentire alle proteine e agli enzimi di funzionare in una soluzione ben equilibrata. I momenti migliori per bere l'acqua pura sono al mattino appena alzati, mezz'ora prima di ogni pasto e due ore dopo i pasti. Secondo il dottor Batman, il nostro corpo ha perduto la sua capacità di accorgersi della mancanza di acqua. Quando abbiamo la bocca secca, questo rappresenta in realtà l'ultimo segno di una disidratazione estrema. A questo punto spesso è troppo tardi e i danni organici sono già avvenuti.

Da: Nicole Graton-Niiag: L'energia del riposo, 2005; versione abbreviata e riveduta

Domandes:

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1. Perché il caffè, il tè, l'alcool e le bibite industriali non sono fornitori di acqua? 2. Quale impressione danno tali bevande? 3. Perché dovete bere un litro e mezzo di acqua al giorno? 4. Quali sono i momenti migliori per bere l'acqua pura? 5. Quale capacità avete perso? 6. Cosa vi vuole dire il vostro corpo quando avete la bocca secca?

Cariera A/B20

Lo scorpione Mi ero seduto, nella veste di un monaco, a meditare sulla riva di un ruscello. Quando aprii gli occhi, vidi uno scorpione che era caduto nell'acqua e lottava disperatamente per stare a galla e sopravvivere. Pieno di compassione, immersi la mano nell'acqua, afferrai lo scorpione e lo posai in salvo sulla riva. L'insetto per ricompensa si rivoltò di scatto e mi punse provocandomi un forte dolore. Tornai a meditare, ma quando riaprii gli occhi, vidi che lo scorpione era di nuovo caduto in acqua e si dibatteva con tutte le sue forze. Per la seconda volta lo salvai e anche questa volta lo scorpione mi punse, me, il suo salvatore, fino a farmi urlare per il dolore. La stessa cosa accadde una terza volta. Avevo le lacrime agli occhi per il tormento provocato dalle crudeli punture alla mano. Un contadino che aveva assistito alla scena esclamò: "Perché ti ostini ad aiutare quella miserabile creatura che invece di ringraziarti ti fa solo male?" "Seguiamo entrambi la nostra natura," risposi, "lo scorpione è fatto per pungere e io sono fatto per essere misericordioso".

Da: Bruno Ferrero: Piccole storie per l'anima, 2004; versione abbreviata e riveduta Domandes:

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1. Dove ti eri seduto a meditare nella veste di un monaco? 2. Che cosa facesti pieno di compassione? 3. Cosa vedesti riaprendo gli occhi? 4. Che cosa facesti per la seconda volta? 5. Quali furono le parole del contadino? 6. Quale fu la tua risposta?

Cariera A/B21

Ma cosa c'importa di vivere fino a cent'anni? Secondo il professore Sherwin Nuland della Yale University, l'obiettivo di rallentare, per non dire fermare, le cause che portano a un lento deteriorarsi dell'organismo così da estendere la lunghezza della vita è un'idea orrenda. La prospettiva della nostra vita è limitata perché siamo il prodotto di un equilibrio fra le diverse componenti distruttive e costruttive della natura. Il corpo umano non è una macchina della quale si può riparare una parte guastata per poi ripartire come se niente fosse successo. In un sistema complesso come l'organismo umano correggere un difetto provoca una serie di effetti a catena che non possiamo prevedere. Inoltre la prospettiva di aumentare anche solo di 50 anni la vita di un gruppo molto limitato di persone sembra pericolosa anche dal punto di vista etico. In questo momento milioni di persone potrebbero essere salvate dalla morte per fame se solo noi occidentali decidessimo di aiutarle. In una generazione umana egoista più che mai siamo propensi a pensare che la nostra vita sia più importante di quella dei bambini di oggi e di quelli di domani.

Da: Espresso, 6 ottobre 2005, n. 39; versione abbreviata e riveduta Domandes: Dumandes:

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1. Secondo il professore, quale è un'idea orrenda? 2. Perché la prospettiva della nostra vita è limitata? 3. Che cosa non è il corpo umano? 4. Se correggiamo un difetto, che cosa non possiamo prevedere? 5. Cosa dovremmo fare per salvare milioni di persone? 6. A che cosa siamo propensi a pensare nella generazione umana attuale?

Cariera A/B22

Per soccorrere i lebbrosi Lettera aperta al Signor Presidente degli Stati Uniti d'America e al Signor Presidente del Consiglio dell'Unione Sovietica. Leggerete voi questa lettera? Se arriverà fino a voi, voi la leggerete. E anche se non mi risponderete, sarete obbligati a rispondere nel segreto del vostro cuore. Voi, Signori, siete i due uomini più potenti del mondo. Sappiate che questo non significa gran cosa: gli uomini strapotenti non sono sempre liberi di fare qualunque cosa, salvo il male. Ma quel che vi chiedo è tanto poco. Quasi niente. Datemi un aereo, uno per uno, uno dei vostri aerei da bombardamento. Perchè ho saputo che ciascuno di questi costa cinque miliardi di franchi. E ho fatto il calcolo che con il prezzo di due di questi aerei di morte, potreste far curare tutti i lebbrosi del mondo. I dieci milioni di lebbrosi che soffrono nel mondo. Non abbiate dei dubbi che un apparecchio di meno da una parte e dall'altra possa alterare la proporzione delle forze. Potrete tornare a dormire tranquilli. Io poi dormirò meglio. E anche milioni di poveri uomini potranno finalmente dormire.

Da: Guido Libero: Insegno la lingua italiana; saggio di R. Follerau, 1971; versione abbreviata e riveduta Domandes:

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1. Che cosa faremo con questa lettera? 2. Anche se non rispondiamo, a cosa saremo obbligati? 3. Che cosa dobbiamo sapere, anche se siamo i due uomini più potenti del mondo? 4. Che cosa ci chiedi di darti? 5. Come potremmo far curare tutti i lebbrosi del mondo? 6. Di che non dobbiamo dubitare?

Cariera A/B23

Ricominciate bene Cari amici, basta poco perché il rientro dalle vacanze nella normalità vi riesca pieno di entusiasmo, di buonumore, di forza dai nervi distesi. Tornate a casa possibilmente un paio di giorni prima di riprendere la consueta attività, in modo da organizzarvi psicologicamente e non stressarvi per il passaggio repentino dalla vacanza agli impegni quotidiani. Riportate alla normalità il ritmo tra sonno e veglia. In vacanza tendete infatti a essere molto più attivi e dormire meno. Occorre che recuperiate le ore perdute di riposo, andando a letto più presto la sera. Non ricominciate a lavorare o studiare a pieno ritmo, ma procedete per gradi, concedendo alla mente concentrata piccole pause, ogni 60-90 minuti, per rifiatare. Non abbandonate le piacevoli abitudini delle ferie: leggere, ritrovarsi con amici, fare sport. Permettetevi nel corso della giornata dei momenti per continuare a coltivarle. Alla mattina o alla sera godetevi la distensione di una passeggiata, soli o in compagnia, così potete respirare per un'oretta un po' d'aria di ferie anche nei giorni lavorativi.

Da: Famiglia Cristiana, 4 settembre 2005, n. 36; versione abbreviata e riveduta Domandes:

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1. Come ci può riuscire con poco, il rientro dalle vacanze? 2. Quando conviene che torniamo a casa? 3. Perché dobbiamo riportare alla normalità il ritmo tra sonno e veglia? 4. Perché non dobbiamo ricominciare a pieno ritmo? 5. Che cosa non possiamo abbandonare? 6. Cosa dobbiamo intraprendere per poter respirare aria di ferie anche nei giorni lavorativi?

Cariera A/B24

Se tornassi a vivere Qualcuno mi ha chiesto giorni fa se, potendo rinascere, avrei vissuto la vita in maniera diversa. Lì per lì ho risposto di no, poi ci ho pensato un po' su e … Non avrei rinunciato a invitare a cena gli amici soltanto perché il mio tappeto aveva qualche macchia e la fodera del divano era sbiadita. Mi sarei messa a letto quando stavo male, invece di andare febbricitante al lavoro quasi che, mancando io dall'ufficio, il mondo si sarebbe fermato. Avrei mangiato briciolosi panini nel salotto buono e mi sarei preoccupata meno dello sporco prodotto dal caminetto acceso. Non avrei lasciato che la candela a forma di rosa si sciogliesse, dimenticata nello sgabuzzino, l'avrei consumata io, a forza di accenderla. Avrei trovato il tempo di ascoltare il nonno quando rievocava gli anni della sua giovinezza. A mio figlio che mi baciava con trasporto non avrei detto: "su, su, basta. Va' a lavarti che la cena è pronta".

Da: Erma Bombeck: Il canto del grillo, 2005; versione abbreviata e riveduta

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Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot. Respundëde tla prima persona tl singuler "ie".

1. Quale domanda ti fu rivolta qualche giorno fa? 2. Pensandoci bene, a cosa non avresti rinunciato? 3. Invece di andare febbricitante al lavoro, cosa avresti fatto? 4. Che cosa ti saresti permessa di fare nel salotto buono? 5. Che cosa avresti fatto con la candela scioltasi nello sgabuzzino? 6. Che cosa non avresti detto a tuo figlio che ti baciava?

Cariera A/B25

Velluto Il velluto (der Samt) è un tessuto morbido, brillante, con mille sfumature di luce (la sfumatura di luce: die Glanznuance). Grazie a queste eleganti caratteristiche, il velluto è stato un importante tessuto d’arredamento attraverso i secoli. Un tempo serviva come tenda alle finestre di nobili castelli o sopra il baldacchino (der Betthimmel) dei letti dei principi. Oggi viene usato per rivestire divani e poltrone, come cuscino e tappeto per le case della gente normale. Un tempo la creatività nell’uso del velluto si esprimeva con ricchi decori e ricami. Oggi il moderno design con il velluto inventa nuove forme, creando per esempio poltrone a forma di fiore.

Naturalmente il velluto trionfa anche nelle collezioni di moda per l’autunno e l’inverno. Lo si può portare non solo di sera, ma anche di giorno, indossando vestiti eleganti o sportivi. Il velluto è usato anche per l’abbigliamento maschile, sia nei giacconi e nei cappotti sia negli abiti, formali o sportivi. Anche gli accessori, le borse, le scarpe e le sciarpe, diventano più preziosi grazie al velluto.

(da: SETTE, 43/97; versione abbreviata e riveduta)

Domandes: Dumandes:

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Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Grazie a quali caratteristiche il velluto è stato sempre un importante tessuto d’arredamento? 2. A cosa serviva nelle case dei nobili? (2 informazioni) 3. Per che cosa viene usato oggi nelle case? (3 informazioni) 4. Cosa fa oggi il moderno design con il velluto? 5. In che momento della giornata si può portare il velluto? 6. Per che cosa viene usato il velluto nell’abbigliamento maschile?

Cariera A/B26

La madre della scrittrice Mia madre è sempre stata molto attenta, vicina: nessuno come lei riesce a calmarmi. Si chiama Elda ma tutti quelli che la conoscono la chiamano Titti, io compresa. È stata lei a regalarmi la prima macchina per scrivere, quando avevo nove anni. È la prima persona a cui chiedo consiglio quando scrivo qualcosa, perché in lei vedo, e anche lei si vede così, una lettrice con un gusto medio. Il fatto che io scriva libri erotici non la turba per niente, anzi la diverte. Normalmente si immedesima (sich einfühlen), si sente complice. Ovviamente non è andato sempre tutto bene: abbiamo entrambe un carattere forte, e a volte le discussioni sono state inevitabili. Per esempio riguardo a mio figlio: volevo che mia madre mi aiutasse di più. Lei invece non si è immedesimata per niente nel ruolo di nonna. Ma se si superano questi conflitti, il rapporto madre-figlia diventa una fonte (die Quelle) di grande ricchezza.

(da: Io donna, 37/97; versione abbreviata e riveduta)

Domandes: Dumandes:

Respognede cun frases intieres sciöch’I fosses la scrituria, tla pröma porsona tl singular cun "iö/i".

Respundëde cun frases ntieres sciche sce Vo fussais la scritëura, tla 1.pers.tl sg.cun"ie" .

1. Cosa riesce a fare tua madre? 2. Cosa è successo quando la figlia avevi nove anni? 3. Perché tua madre è la prima persona a cui chiedi consiglio ? 4. Come reagisce tua madre al fatto che tu scriva libri erotici? 5. Rispetto al proprio figlio, cosa avresti voluto da tua madre? 6. Come ha reagito tua madre alla tua richiesta?

Cariera A/B27

In cerca di un amante-papà Sono una ragazza di ventidue anni innamorata di un uomo di cinquant’anni. Non è la prima volta che mi succede: mi hanno sempre affascinato uomini più grandi di me. E non per denaro, o per sentirmi a mia volta più grande. In loro cerco piuttosto quella saggezza e quel senso di protezione che non trovo nei miei coetanei (der Gleichaltrige). E di cui ho bisogno, perché mi sento immatura e un po’ pazza. Questo aspetto del mio carattere mi pesa come una malattia. Fin da piccola ho sempre vissuto con i miei nonni, circondata da persone adulte. Ma non credo che questa sia la causa del mio “male“. E neppure che tutto dipenda dal fatto che ho un padre sempre lontano, soprattutto col cuore. Vorrei capire da che cosa ha origine questo mio modo di essere. È colpa mia o dipende piuttosto dalle circostanze (der Umstand) della vita che ho fin qui vissuto?

(da: Io donna, 34/97; versione abbreviata e riveduta)

Domandes: Dumandes:

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Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Di chi si è innamorata questa ragazza? 2. Perché si sente affascinata da uomini più grandi di lei? (2 informazioni) 3. Come si sente la ragazza? (2 informazioni) 4. Con chi ha vissuto da piccola? (2 informazioni) 5. Che cosa vorrebbe capire? 6. Che cosa si chiede alla fine? (2 informazioni)

Cariera A/B28

L’importanza dei soldi Eravamo minorenni, volevamo sposarci e quindi siamo stati costretti a scappare di casa. Di soldi, naturalmente, non c’era neanche l’ombra: non avevamo il conto corrente, la carta di credito, nulla di nulla. Dopo un anno ero già incinta. Ancora un anno, e aspettavo la mia seconda figlia. Con due bambine piccole non potevo lavorare e così i primi soldi entrati in casa sono stati quelli di mio marito. Secondo la mia esperienza, il denaro è la cosa che conta di più nella vita a due, perché condiziona tutte le scelte. E perché se una donna non lavora, anche il marito più generoso prima o poi glielo rimprovera. Come è successo a noi; si finisce a litigare per il denaro. Questa situazione è durata fino a quando ho incominciato a lavorare. Ora che ho un impiego e uno stipendio mio mi sento veramente indipendente.

(da: Io donna, 34/97; versione abbreviata e riveduta)

Domandes:

Dumandes:

Respognede cun frases intieres sciöch’I fosses la ëra, tla pröma porsona tl plural cun „nos/i“, o tla pröma porsona tl singular cun cun"iö/i".

Respundëde per ladin cun frases ntieres sciche Vo fussais l’ëila, tla 1. pers. tl pl.,cun „nëus“, o tla 1. pors. tl sg., cun "ie".

1. Perché siete scappati di casa? 2. Com’era la vostra situazione economica? 3. Perché non potevi lavorare anche tu? 4. Che cosa conta di più nella vita a due? Perché? 5. Che cosa può succedere a una donna che non lavora? 6. Perché ora ti senti indipendente?

Cariera A/B29

Troppi rumori in estate “Come mai d’estate i rumori aumentano? Sono al mare per rilassarmi, ma vengo disturbata da rumori di ogni genere. Impossibile pensare di essere in vacanza“, mi scrive Maria Pia Biondi da Viareggio. E perché questo eccesso di rumori? Nel nostro paese non c’è ancora quella consapevolezza, moderna e civile, del rumore come fonte di inquinamento e malattie. Sì, il rumore fa male: non solo danneggia i timpani (der Trommelfell), ma può anche causare problemi al cervello, al sistema nervoso. Forse esiste ancora l’idea stupida che il rumore significhi possesso di macchine e, dunque, ricchezza e libertà. Non c’è da stupirsi che fra i nostri giovani ci sia una tendenza a diventare precocemente sordi. Risultato: sentono poco e cercano di alzare il volume di radio e TV. Per questo ho scelto da alcuni anni di non andare più al mare, perché per i miei gusti ci sono troppi rumori.

(da: Io donna, 34/97; versione abbreviata e riveduta)

Domandes: Dumandes:

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Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Di che cosa si lamenta la signora Biondi? (2 informazioni) 2. Perché questo eccesso di rumori? 3. Perché il rumore fa male? (3 informazioni) 4. Che cosa significa ancora il rumore per tanta gente? 5. Qual è la tendenza tra i giovani? 6. Perché chi scrive non va più al mare?

Cariera A/B30

Per fare una buona mela… …ci vuole una buona terra e l’abbiamo trovata. Abbiamo cercato, trovato e selezionato una terra veramente ricca: lontana dal traffico, dalle città, dalle zone industriali, lontana da qualunque fonte di inquinamento.

…ci vuole un agronomo che sceglie i terreni e stabilisce quali sono le regole della buona gestione (der Umgang mit) degli alberi da frutta, quali strumenti o mezzi impiegare per proteggerli e se, e quando, intervenire.

…ci vuole un coltivatore (der Züchter) che rispetta la natura, i suoi tempi e le sue regole; il nostro conosce bene il suo compito e sa di lavorare per un consumatore molto particolare: il bambino. Per questo motivo non usa nessuno prodotto chimico.

…ci vuole un tecnico per il controllo della qualità, esperto come il nostro. Lui sa quando la frutta è al punto giusto di maturazione, cioè quando tutti i valori della frutta hanno raggiunto il livello ottimale.

…ci vuole un’azienda molto esperta che deve essere capace di trasformare la frutta in cibo per bambini.

(da: pubblicità della Plasmon; versione abbreviata e riveduta)

Domandes:

Dumandes:

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Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Qual è la terra veramente ricca? (almeno 3 informazioni) 2. Che cosa deve fare l’agronomo? (3 informazioni) 3. Quali devono essere le qualità del coltivatore? 4. Perché il coltivatore non usa prodotti chimici? 5. Che cosa deve sapere il tecnico? 6. Perché ci vuole un’azienda molto esperta?

Cariera A/B31

Telesoccorso Alto Adige Anziani, handicappati e persone con problemi di salute rischiano spesso di stare male o di svenire (ohnmächtig werden); si tratta di situazioni che possono diventare gravi quando sono colpite persone sole o non in grado di comunicare con qualcuno. Le persone sole rappresentano uno dei problemi più gravi del nostro tempo; anche i parenti, che spesso non possono occuparsi costantemente di loro, vivono in continua ansia e preoccupazione.

La moderna tecnologia oggi viene incontro alle migliaia di persone interessate dal problema. Un sistema collaudato ed efficace permette di chiamare i soccorsi più appropriati premendo semplicemente il bottone di un piccolo apparecchio che mette in funzione una linea telefonica. Questa linea è collegata alla centrale operativa.

È anche possibile lanciare messaggi senza dover alzare la cornetta. Il Telesoccorso (Fernrettung) della Croce Bianca è un nuovo servizio di cui tutti possono far uso. È il momento di pensare concretamente a se stessi e ai propri cari: una semplice telefonata alla Croce Bianca può bastare a salvare una vita.

(da: prospetto pubblicitario Telesoccorso Alto Adige; versione abbreviata e riveduta)

Domandes:

Dumandes:

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Respundëde per ladin y cun frases ntieres ala dumandes tlo dessot.

1. Che cosa rischiano anziani, handicappati e persone con problemi di salute? 2. Quando questo tipo di situazione può diventare particolarmente grave? 3. Come vivono i loro parenti? 4. Come si possono chiamare i soccorsi più appropriati? 5. A chi si rivolge il Telesoccorso della Croce Bianca? 6. Che cosa può fare una semplice telefonata?

Cariera A/B32

Botteghe addio! In Italia, come in tutta Europa, i piccoli negozi stanno scomparendo e al loro posto nascono supermercati e grandi centri commerciali. Anche nelle grandi città italiane oggi sopravvivono solo pochi negozietti. Chi conosce l’atmosfera, il clima familiare e la qualità dei prodotti di quei negozietti rimpiange i vecchi tempi. Infatti, entrando in una “bottega“ (è l’antico nome dei negozi piccoli e artigiani), il proprietario aiuta e dà consigli al cliente. Soprattutto la gentilezza e il servizio fanno la differenza tra un negozio piccolo e un supermercato. Ma anche la qualità dei prodotti spesso è più alta in una bottega, dove è importante l’impegno personale del venditore. Difatti, chi va a fare la spesa nelle botteghe, lo fa anche per avere quel contatto umano che nei grandi centri commerciali non c’è. La concorrenza, però, è troppo forte e le botteghe sono inevitabilmente destinate a scomparire.

(da: Adesso, aprile 1997; versione abbreviata e riveduta)

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1. Cosa succede ai piccoli negozi in Italia? 2. Chi rimpiange i vecchi tempi? 3. Cosa fa il proprietario di una “bottega“? 4. Qual è la differenza tra una bottega e un supermercato? 5. Cosa non c’è nei grandi centri commerciali? 6. Perché le botteghe sono destinate a scomparire?

Cariera A/B33

Le “mamme di giorno“ Le “mamme di giorno (Tagesmutter)“ hanno un grande ruolo sociale in Austria. Sono infatti 4.000 le donne che come professione si occupano di bambini a casa propria. Si tratta infatti di una professione vera e propria, che in Austria piace molto, e che negli ultimi anni ha cominciato a diffondersi anche in Italia, in particolare in Alto Adige.

La signora Andrea Kostner fa parte dell’organizzazione che in Austria forma la metà delle “mamme di giorno“. “I bambini“, spiega, “vivono come in famiglia, accompagnano la “mamma“ a fare la spesa e trascorrono con lei una giornata normale: si gioca, si mangia, si dorme ... I piccoli sono seguiti individualmente; inoltre formano gruppi di gioco molto piccoli, e ciò crea un’atmosfera positiva.“ Per ogni bambino si paga l’equivalente di ca. 4.000 lire all’ora. Il lavoro è ufficialmente riconosciuto dallo stato e per svolgerlo è necessario avere un’autorizzazione.

(da: Avvenire, 15.2.1998; versione abbreviata e riveduta)

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1. Quante donne in Austria si occupano come professione di bambini a casa propria? 2. Dove si è diffusa questa professione negli ultimi anni? 3. Che cosa fanno i bambini con la “mamma di giorno“? 4. Come sono i gruppi di gioco? 5. Quanto si paga per bambino all’ora? 6. Come viene considerato questo lavoro dallo stato?

Cariera A/B34

Dimagrire Chi vuole dimagrire non può più contare sull’uso dei farmaci. Dopo gli Stati Uniti e la Francia, anche in Italia non si possono più vendere i farmaci dimagranti (i farmaci dimagranti: die Appetitzügler, pl.). Infatti si sospetta che possano provocare danni al cuore e ai polmoni. Cosa si può fare allora per risolvere un problema che nel mondo industrializzato è molto grande? Una persona su tre è infatti in sovrappeso. Bisogna aspettare che arrivino i nuovi farmaci antifame (i farmaci antifame: die Appetitzügler, pl.) che vengono sperimentate attualmente in tutto il mondo. Intanto si può usare la dieta, che rimane il metodo più efficace per dimagrire. La dieta si può facilitare con una psicoterapia che aiuti a cambiare i comportamenti alimentari sbagliati. L’obesità (die Fettleibigkeit) è una malattia genetica, combinata con abitudini alimentari sbagliate. Il meccanismo che regola il senso di fame e di sazietà non funziona bene, perciò dire a una persona obesa di non mangiare è inutile. Per le persone molto grasse può essere d’aiuto anche la chirurgia.

(da: Io donna, 18.-24.10.1997; versione abbreviata e riveduta)

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1. Perché non si possono più vendere i farmaci dimagranti? 2. Quante persone sono sovrappeso nel mondo industrializzato? 3. Dove vengono sperimentati i nuovi farmaci antifame? 4. A cosa serve la psicoterapia in combinazione con una dieta? 5. Perché dire a una persona obesa di non mangiare è inutile? 6. Che cosa è l’obesità? (2 informazioni)

Cariera A/B35

È ora di rallentare Correre? Sì, ma con calma. Gli esperti di medicina sportiva ribadiscono infatti che la corsa fa bene solo se fatta con intelligenza e che bisogna assolutamente evitare di esagerare. Infatti, sono molto importanti l’età e la forma fisica: per una persona adulta in buona salute sono più che sufficienti circa 45 minuti cinque volte la settimana. Niente più ore di corsa, quindi, anche perché il jogging (das Jogging) non basta, da solo, a migliorare la forma fisica: è necessario mangiare le cose giuste, soprattutto frutta e verdura.

Bisogna sfatare anche un altro mito: “Non è vero che il jogging è uno sport per tutti“, afferma il prof. Antonio Dal Monte. “Correre tre volte alla settimana è, in generale, giusto. Però lo sport è come una medicina: come ognuno deve ricevere la medicina giusta, da usare nel modo giusto, ognuno dovrebbe scegliere lo sport giusto con l’aiuto di un medico.“

(da: Io donna, aprile 1997; versione abbreviata e riveduta)

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1. Che cosa dicono gli esperti di medicina sportiva? (2 informazioni) 2. Quali fattori bisogna considerare? (2 informazioni) 3. Quanto può correre una persona adulta in buona salute? 4. Che cosa è anche importante per migliorare la forma fisica? (3 informazioni) 5. Che cosa afferma il professor Dal Monte? 6. Perché secondo Dal Monte lo sport è come una medicina?

Cariera A/B36

I capelli I capelli mostrano il grado di salute di una persona. Da una ciocca di capelli (la ciocca di capelli: die Haarsträhne) si può dedurre un cattivo funzionamento del nostro corpo e misurare per esempio se ci mancano minerali.

Ma i capelli esprimono anche il carattere e i sentimenti. Se qualcuno si copre gli occhi coi capelli, è un timido; la cresta (der Schopf) rossa o verde di una pettinatura punk esprime senza dubbio protesta e ribellione. Una persona in collera o addolorata si arruffa i capelli (sich die Haare raufen). Se proviamo gioia, li accarezziamo con le mani.

Ma il vero problema dei capelli è quello della loro caduta (la caduta dei capelli: der Haarausfall), visto che finora non vi si è trovato alcun rimedio; si può soltanto sorridere alla battuta: “L’unica cosa che può fermare la caduta dei capelli è il pavimento“. La caduta dei capelli è un problema che interessa circa un terzo dell’umanità

(da: Specchio della Stampa, n. 52, 18.1.1997; versione abbreviata e riveduta)

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1. Cosa si può dedurre dai capelli? (2 informazioni) 2. Di che cosa sono espressione i capelli? (2 informazioni) 3. Che cosa fanno coi capelli i timidi? e le persone arrabbiate? e quelle che provano gioia? (3 informazioni) 4. Che cosa esprimono i punks con le loro pettinature colorate? 5. Quante persone hanno il problema della caduta dei capelli? 6. Qual è il vero problema dei capelli? Perché?

Cariera A/B37

Videogame: come usarli Regalare a un bambino un videogame (das Videogame - pl. die Videogames)? Sì, ma facendo attenzione ad alcune raccomandazioni. Prima tra tutte il tempo: troppe ore davanti allo schermo fanno male: i videogame stimolano la creatività e l’abilità dei ragazzi, ma è necessario dare delle regole, controllare tempi e contenuti. Non è bene mettere il computer o la tv nella loro stanza perché è importante controllare quello che fanno e che non giochino prima di andare a dormire: i videogiochi incidono sul sonno provocando uno stato di allerta. L’abuso può portare alla dipendenza: tra i sintomi il calo del rendimento scolastico. Inoltre, un eccesso di affaticamento davanti allo schermo può provocare secchezza degli occhi e mal di testa.

Il videogioco non deve essere l’unica forma di svago per i ragazzi: è bene muoversi, evitare il sovrappeso che può portare a problemi fino a poco tempo fa sconosciuti per i bambini.

Per quanto riguarda postura e articolazioni, fino a dieci anni non c’è un rischio diretto. Si deve tener conto che oggi i ragazzi sono più alti, è bene quindi scegliere tavoli e sedie adeguati alla loro corporatura.

(Carla Etzo, “Videogame, come usarli”. La Repubblica Salute. 16.XII.2004, 24)

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1. Che effetti positivi possono avere i videogames nello sviluppo dei ragazzi? 2. Perché è meglio evitare di mettere computer o tv nella stanza dei ragazzi? 3. Qual è un sintomo dell’abuso di videogiochi? 4. Quali problemi oculistici può causare l’eccessiva permanenza al computer? 5. Perché è opportuno far sì che i videogiochi non siano l’unico passatempo dei ragazzi? 6. In base a quali criteri bisogna scegliere tavoli e sedie per i ragazzi?

Cariera: A/B38

Concrete per natura Che differenza c’è fra un’ambientalista donna e un ambientalista uomo? Forse solo una camicia. “Ero a casa e stavo stirando, quando mi ha chiamata al telefono l’ex ministro dell’ambiente“, racconta Grazia Francescato, già presidente del WWF Italia e Presidente dei Verdi: “Dopo un po’ che parlavamo mi sono resa conto che avevo dimenticato il ferro sulla camicia. Momento di panico: che faccio, metto giù il telefono o sacrifico la camicia?“

Che cosa avrebbe fatto un uomo? La Francescato, con garbo, ha salvato la camicia. “Noi donne siamo più concrete di molti uomini, più agganciate alla realtà“, dice. “Abbiamo anche una lunga abitudine a prenderci cura della famiglia, della casa, del vecchio nonno, della pianta di basilico sul balcone, del gatto malato. Per noi è naturale prenderci cura anche del pianeta Terra, un pianeta malato, bisognoso di cure. Forse è per questo che ci sono sempre più donne nell’ambientalismo.“

(da: Famiglia Cristiana, 30/97; versione abbreviata e riveduta)

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1. Come inizia il racconto di Grazia Francescato? (3 informazioni) 2. Di cosa si è accorta dopo un po’ che parlava? 3. Che cosa si è chiesta nel momento di panico? 4. Come spiega Grazia Francescato il fatto di aver salvato la camicia? (2 informazioni) 5. Di che cosa si prendono cura le donne? 6. Perché ci sono sempre più donne nell’ambientalismo?

Cariera A/B39

Le megalopoli del Terzo Mondo Nel 1960, nel Terzo Mondo, meno di 300 milioni di persone vivevano nelle città. Oggi sono oltre due miliardi e si prevede che questa cifra raddoppierà entro il 2035. Città del Messico (Mexikostadt), Saõ Paulo, Shanghai, Il Cairo (Kairo) e Bombay sono i centri più popolosi del mondo. Il motivo di questa straordinaria crescita è che milioni di persone sono cacciati dalle campagne dai disastri naturali, dalle guerre e a causa della povertà. La speranza di trovare un lavoro, la possibilità di frequentare una scuola e la maggiore libertà di vita hanno attirato queste persone verso le città. Oggi lo spostamento (qui: das

Übersiedeln) verso le città è molto più facile ed economico rispetto al passato grazie alle grande vie di comunicazione. Un così rapido incremento della popolazione però crea gravissimi problemi: in primo luogo è difficilissimo trovare un lavoro, poi elettricità e acqua, ma anche ospedali, scuole e abitazioni non sono più sufficienti per il grande numero di abitanti. Le megalopoli devono così risolvere numerose difficoltà sociali e ecologiche.

(da: Il Giornalino, 17/00; versione abbreviata e riveduta)

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1. Com’è cambiata la situazione delle città nel Terzo Mondo dal 1960 ad oggi? 2. Che cosa si prevede oggi? 3. Qual è il motivo di questa straordiaria crescita? 4. Che cosa ha attirato queste persone verso le città? (3 informazioni)? 5. Quali problemi crea un così rapido aumento di popolazione? (almeno 4 informazioni) 6. Che cosa devono risolvere le megalopoli?

Cariera A/B40

Le pentite dello shopping Sembra che in America vada di moda “l’unshopping“: le signore di New York esagerano con gli acquisti nei negozi di abbigliamento e dopo pochi giorni riportano tutto ai negozianti. E la somma spesa viene loro restituita.

Poiché anche da noi ci sono tante signore di questo tipo, la possibilità di annullare il folle acquisto risulta molto interessante.

Per le generazioni precedenti il problema non si poneva. Negli anni Quaranta, l’autunno era il momento di rivoltare (rivoltare: wenden) il cappotto vecchio; negli anni Cinquanta, finita l’estate si programmavano gli acquisti in modo attento. Negli anni Sessanta, invece, si iniziarono ad acquistare gli abiti non solo per bisogno, ma anche per puro piacere.

Certo oggi, una volta a casa davanti allo specchio, il vestito tanto desiderato non ci fa più apparire così diverse e più belle. Siamo ancora noi, un po’ stanche, con i difetti di sempre. Ci accorgiamo che il colore non ci sta bene, la stoffa è di cattiva qualità. Soprattutto ci accorgiamo di aver pagato troppo il vestito acquistato.

Così la tentazione di riportare indietro il vestito è molto forte.

(da: Io donna, 33/96; versione abbreviata e riveduta)

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1. In cosa consiste la pratica dell’“unshopping“? 2. Che cosa fa il negoziante? 3. Che cosa succedeva negli anni Quaranta rispetto all’abbigliamento? 4. Come ci si comportava negli anni Cinquanta? 5. Con quale motivazione si acquistavano i vestiti negli anni Sessanta? 6. Di che cosa ci accorgiamo qualche volta dopo avere comperato un vestito nuovo? (3 informazioni)

Cariera A/B41

Il ritorno dell’uomo ragno Si chiama Alain Robert, è un francese nato nel 1962, alto un metro e cinquantacinque; ha scalato i più alti edifici del mondo: non per la gloria, ma per combattere contro le ingiustizie. Dalla gente è considerato un vero e proprio Uomo Ragno (der Spiderman). Lo scopo della sua vita è quello di girare il mondo lasciando stupefatti gli abitanti delle città con le sue passeggiate sui grattacieli e suscitando l’ira della polizia locale. È già stato arrestato in quattro continenti, perché le passeggiate sui grattacieli sono un’azione illegale. Ha cominciato a scalare all’età di otto anni, e si è poi specializzato in arrampicata (Klettern) senza corde (qui: das Seil) su percorsi molto difficili. Durante gli allenamenti non sono mancati gli incidenti, per fortuna non gravi. Ma questi comportamenti esagerati hanno procurato a Robert una notevole attenzione e una certa stima da parte del mondo dell’alpinismo. All’Uomo Ragno, però, non bastava un po’ di notorietà: voleva essere famoso a livello mondiale. Ha scelto un modo particolare per farsi conoscere e non si può certo dire che non ci sia riuscito.

(da: Il Venerdì di Repubblica, n. 480, maggio 1997; versione abbreviata e riveduta)

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1. Che cosa ha fatto Alain Robert e perché? 2. Qual è il suo scopo nella vita? 3. Perché è stato arrestato? 4. Quali sono le tappe principali della sua carriera? (almeno 2 informazioni) 5. Che cos’è successo durante gli allenamenti? 6. In che cosa è riuscito Robert?

Cariera A/B42

Troppo bravo Marco è un bambino di 10 anni. È educato, obbediente, intelligente, ha ottimi voti a scuola. Ha, però, un grosso problema: non riesce a “socializzare“ (socializzare: Kontakte knüpfen) con i compagni e durante la pausa se ne sta in disparte. “A volte la difficoltà a socializzare dipende solo dalla timidezza“, dice la professoressa Ferraris, docente di psicologia all’Università di Roma. “In qualche caso i bambini hanno bisogno di più tempo per fare amicizia, altre volte infine risentono di un’educazione rigida e controllata.“ Anche il fatto di vivere in famiglie sempre più piccole può avere un’influenza negativa. Oggi un bambino su tre è figlio unico, cresce a contatto quasi solo con adulti e non ha molte occasioni per sviluppare i rapporti con i suoi coetanei. Infine, alcuni genitori danno troppa importanza alla scuola. Anche se a un bambino può piacere la gara, in genere gli importa poco di vincere. Ogni storia è a sé, ma in generale si può dire che questi bambini hanno grossi problemi a esprimere la loro parte affettiva (la parte

affettiva – qui: das Gefühl), rifugiandosi in quella razionale: ecco perché tengono tanto a un buon voto.

(da: Donna Moderna, 25.3.1997; versione abbreviata e riveduta)

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1. Descriva Marco. (almeno 4 informazioni) 2. Qual è il grosso problema di Marco? (2 informazioni) 3. Secondo la prof. Ferraris, da quali fattori può dipendere la difficoltà a socializzare? (3 informazioni) 4. Qual è oggi la situazione di un bambino su tre? (3 informazioni) 5. A che cosa danno troppa importanza alcuni genitori? 6. Che cosa si può dire in generale di questi bambini? (3 informazioni)

Cariera A/B43

E tu, perché ridi? Tutti gli esseri umani ridono: a qualsiasi latitudine, a qualsiasi età. E quasi sempre delle stesse cose. Fin dai due mesi di vita la risata è uno dei mezzi che più usiamo per esprimere i nostri sentimenti e comunicare. Ridere è infatti soprattutto un fenomeno sociale, di gruppo, capace, a volte, di diventare più contagioso del raffreddore. Qualche anno fa un comico francese, Henry Salvador, faceva sbellicare dalle risa (far sbellicare dalle risa: zum Lachen bringen) sulle poltrone milioni di spettatori televisivi semplicemente ridendo sullo schermo per cinque minuti di fila.

Ma nonostante la sua diffusione e importanza, sui meccanismi del ridere la scienza conosceva fino a pochi anni fa ancora molto poco. Se quello che avviene nel corpo mentre si ride è ormai abbastanza chiaro, più difficile è stato definire quali sono le cause esterne che possono provocare il riso.

(da: FOCUS, novembre 1996; versione abbreviata e riveduta)

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1. Di che cosa ridono gli esseri umani generalmente? 2. Quando iniziamo a ridere? 3. Per che cosa usiamo la risata? (2 informazioni) 4. Quali sono le caratteristiche del riso? (2 informazioni) 5. In che modo Henry Salvador faceva ridere gli spettatori nel suo programma televisivo? 6. Che cosa è già abbastanza chiaro, e che cosa invece è più difficile da definire riguardo al riso?

Cariera A/B44

I segreti del bucato Quando in futuro si riscriverà la storia della donna, certamente il detersivo sarà ricordato come un’invenzione che ha cambiato la sua vita. Prima dell’avvento del detersivo, infatti, lavare i panni era un procedimento lungo e laborioso che durava addirittura alcuni giorni. Il primo detersivo della storia nacque solo all’inizio del ventesimo secolo, e fu subito una rivoluzione nel modo di fare il bucato, proprio perché usandolo si riducevano i tempi da dedicare a questa operazione. In realtà, più che di un detersivo si trattava di uno sbiancante (das Bleichmittel), che però aveva un inconveniente, quello di danneggiare col tempo i tessuti. Si dovettero attendere gli anni ‘50 perché i detersivi fossero via via perfezionati. Il lato negativo di questo perfezionamento era che i detersivi erano diventati altamente dannosi per la natura. Per opporsi al danno ecologico, si cerca di ridurre sensibilmente la quantità di fosfati (das Phosphat), fino a eliminarli quasi completamente.

(da: Direct Club Magazine Speciale NEWS, 3/97; versione abbreviata e riveduta)

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1. Perché sarà ricordato il detersivo? 2. Com’era lavare i panni prima dell’avvento del detersivo? 3. Quando fu inventato il primo detersivo e perché si può considerare come la prima rivoluzione nel fare il bucato? (2 informazioni) 4. Qual era l’inconveniente del primo detersivo? 5. Qual era il lato negativo dei detersivi degli anni ‘50? 6. Che cosa si fa oggi per evitare il danno ecologico?

Cariera A/B45

Caccia al marito Negli USA ne sono state vendute un milione di copie pur non essendo un romanzo di avventura né la biografia di un famoso attore né un manuale di erotismo o di cucina: è un libro che insegna a trovare marito. Considerati i grandi numeri dell’America, le copie vendute in fondo non stupiscono più di tanto: colpisce invece che sui giornali, nei dibattiti pubblici, in circoli e club si discuta di questo libro, trasformatosi in quello che si definisce un fenomeno di costume (Kulturphänomen). Tutto in nome di un marito che, alle soglie del Duemila, rimane o è ridiventato il sogno della donna americana, forse resa insicura dalle difficoltà economiche, sociali e sentimentali, forse dalla solitudine, condizione che ormai governa le metropoli come le province. Da poco il piccolo libro, scritto da due giovani donne, felicemente sposate, come ci tengono a sottolineare, Ellen Fein e Sherrie Schneider, una psicologa e l’altra giornalista, è uscito anche in Italia con il titolo “Regole“. E si scopre che effettivamente di regole si tratta, regole niente affatto complicate e neanche innovative.

(da: Direct Club Magazine Speciale NEWS, 3/97; versione abbreviata e riveduta)

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1. Di cosa tratta il libro di cui negli USA sono state vendute un milione di copie? 2. Cosa colpisce di questo fenomeno? 3. Qual è il sogno della donna americana? 4. Che cosa rende insicura la donna americana? (4 informazioni) 5. Chi sono Ellen Fein e Sherrie Schneider? 6. Perché il titolo italiano è adatto?

Cariera A/B46

Mal di schiena Moltissimi dolori alla schiena non dipendono solo dall’età. Spesso si tratta di problemi legati ai muscoli, infatti il dolore può segnalare problemi di tipo muscolare. Perciò il miglior sistema per prevenire e curare i disturbi alla schiena è mantenere la colonna vertebrale (la colonna vertebrale: die Wirbelsäule) allenata. Naturalmente bisogna prima escludere che dietro ai dolori non si nascondano problemi più seri, come per esempio l’ernia del disco (l’ernia del disco: der Bandscheibenschaden). Perciò prima di prendere delle iniziative, bisogna sottoporsi a un controllo da uno specialista. Per aumentare la flessibilità della schiena, i medici suggeriscono di fare una qualsiasi attività fisica. Va bene anche il tennis, purché fatto regolarmente. Il tennis va però integrato con due o tre sedute settimanali di esercizi specifici a corpo libero che devono impegnare tutta la colonna vertebrale. Un’attività fisica ideale è il nuoto, che rinforza tutti i muscoli della schiena ed evita movimenti rischiosi.

Molti disturbi alla schiena dipendono anche dalle posizioni errate durante il relax. Bisogna perciò fare attenzione al materasso: deve essere rigido, ma nello stesso tempo sapersi adattare alle forme del corpo e sostenere il peso del corpo in modo equilibrato.

(da: D, supplemento di Repubblica, 47/97; versione abbreviata e riveduta)

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1. Da che cosa dipende spesso il mal di schiena? 2. Qual è il sistema migliore per prevenire il mal di schiena? 3. Che cosa bisogna escludere prima? 4. Che cosa è bene fare per aumentare la flessibilità della schiena? 5. Perché il nuoto è una attività fisica ideale? (2 informazioni) 6. Come deve essere un buon materasso? (3 informazioni)

Cariera A/B47

Tanti oggetti colorati Colore, colore, ancora colore. Non è una nuova moda, ma una scelta decorativa sempre attuale che permette di arredare in modo molto vario le case.

Ogni epoca ha amato alcune tonalità di colore, ne ha rifiutate altre e ha introdotto nuove sfumature (die Nuance) di colore. Per usare il colore nelle case è necessario avere insieme coraggio e molta attenzione.

Si può partire dal colore preferito e di lì introdurre gli accostamenti di colore più adatti.

Ogni colore ha un effetto diverso su di noi: il blu è riposante, ci fa sentire bene, ci rilassa.

Il verde rappresenta l’equilibrio e ci fa pensare alla natura. Il giallo è molto stimolante e favorisce l’energia. Con il colore rosso associamo emozioni forti, come la passione e l’ira. Ma il rosso fa venire anche in mente il pericolo e la forza.

I colori non solo richiamano in noi sensazioni emotive, ma hanno anche il potere di trasformare la casa e le sue stanze: possono infatti renderle più grandi o più piccole ai nostri occhi.

(da: D, supplemento di Repubblica, 7/96; versione abbreviata e riveduta)

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1. Che cosa ci permette l’uso del colore nelle case? 2. Come si differenzia un’epoca dall’altra rispetto all’uso dei colori? (almeno 2 informazioni) 3. Che cosa ci vuole per usare il colore nelle case? (2 informazioni) 4. Quale effetto hanno su di noi il blu e il giallo? 5. Che cosa associamo al colore rosso e cosa ci fa venire in mente? 6. In che modo i colori possono trasformare le stanze?

Cariera A/B48

Addio Gli addii sono in aumento. Sempre più uomini, ma soprattutto donne, decidono di lasciare il o la partner. Così dice l’ultimo rapporto Istat sulla fine dei matrimoni. La causa principale è l’incapacità di convivere: il 75 per cento dei matrimoni si scioglie per questo motivo. Ci si fa vedere sereni, ma sotto sotto le cose non funzionano: le piccole frustrazioni si accumulano, i chiarimenti si rimandano. Poi improvvisamente si litiga, per un motivo stupido. E uno dei due se ne va. L’incapacità di comunicare i propri problemi produce l’esplosione finale.

Racconta Raul Montanari, scrittore: “Faccio una vita molto appartata. Leggo e scrivo. Quando esco lo faccio per andare a pescare o a qualche conferenza. La mia fidanzata ogni tanto si lamenta: vorrebbe che la portassi al cinema o a teatro. Per lei sta diventando una vita soffocante. Una sera ho accettato un invito a teatro, io da solo, con un mio amico e due attrici. Quando la mia fidanzata ha scoperto che stavo uscendo, stavo andando a teatro in compagnia, è scoppiata una lite violenta. Quella volta si era davvero stufata di me.“

(da: Io donna, 6.12.1997; versione abbreviata e riveduta)

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1. Che cosa dice l’ultimo rapporto Istat sulla fine dei matrimoni? 2. Per quale motivo si scioglie il 75% dei matrimoni? 3. In che senso le cose non “funzionano“? (2 informazioni) 4. Che cosa produce l’esplosione finale? 5. Che vita conduce lo scrittore Raul Montanari? (3 informazioni) 6. Perché la sua fidanzata si lamenta?

Cariera A/B49

Cariera A/B50

Un asilo in casa 10.000 bambini in Austria vengono seguiti (qui: betreuen) dalle “mamme di giorno” (la “mamma di giorno”: die

Tagesmutter), donne che raccolgono piccoli gruppi di bambini a casa propria. Molti asili austriaci le vedono come delle concorrenti vere e proprie, e le accusano di non essere sufficientemente preparate. Per diventare “mamma di giorno“ è però necessario all’inizio frequentare dei corsi speciali di circa 80 ore; in seguito si devono seguire ogni mese altri corsi. Inoltre, nei primi mesi di attività una persona esperta accompagna le nuove “mamme“ e le consiglia.

La “mamma di giorno“ è generalmente una donna con figli piccoli, che vuole restare a casa ma desidera anche guadagnare qualcosa. Normalmente il suo rapporto con i bambini di cui deve occuparsi è molto stretto e forse questo può essere l’unico problema. Infatti a volte un bambino passa più ore con la “mamma di giorno“ che con la propria madre e il suo rapporto con lei può diventare anche troppo stretto. Ma le “mamme di giorno“ sanno che non devono sostituire i genitori: devono solo aiutarli.

(da: Avvenire, 15.2.1998; versione abbreviata e riveduta)

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1. Che cosa fanno le “mamme di giorno”? 2. Che cosa è necessario all’inizio per diventare “mamma di giorno”? 3. Che cosa avviene nei primi mesi di attività? 4. Che tipo è generalmente la “mamma di giorno”? (almeno 2 informazioni) 5. Quale può essere il problema del rapporto tra la “mamma di giorno” e i bambini che segue? Perché? 6. Di che cosa sono consapevoli le “mamme di giorno”?