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NOTIZIE SUL L AVITA E SUGL ISCRITTI
EURIAL O MORANIDA ASCOL I
CE N N I B IO GRA FICI.
Premettoc he in non pretendodisc rivereuna completabiografia
di Eurialo d’
Ascoli. Non me lo consentono le notiziesaltuarie, e
spesso inc erte, c he sono fornite da coloro c hefinora seneoc c u
parono, nè gli ac cenni, anc he più sc arsi, c hesi possonotrovare
q ua e là in lettere o sc ritti di contemporanei. Non esiste nulla
d i lui neppure in Ascoli, suo luogo di nasc ita ; e le ricerc heda
me fatte nell'
Arc h ivioComunalepotrebberodirsi c ompletamente
negative, se non fosseper due testimonianze risguardanti l’
am
basceria di Eurialo e la sua elezione ad anziano. In ogni modo
mi sia permesso di aggiungere qualc he cosa al già detto, e di
mettere un po’
d'
ordine in q uello c he finora fu confusamente o
inesattamente affermato.
L’
anno in c ui nac que Eurialo non si sa : ma non andremo
troppo lungi dal vero, c erc ando di determinarloapprossimativa
mente. Ci servediguida il fattoc he la prima sua Opera a stampa
porta la data del 1516, e c he, in quell’epoc a, egli doveva essere
ancora molto giovine. D’
altro c anto la sua vita, nonostanteogni
Giornalestar ita, XXXIX, fasc . 1 15. l
2 E . DEBENEDETTI
contraria asserzione, si prolungò certamente oltre la metà del
secolo XVI; sic c h è par quasi certo c he dovesse nascere un po’
prima della fine del secolo XV . L a famiglia, a c ui apparteneva,se si deve c redere a Francesco Antonio Marc uc c i, autore del
Saggio delle Cose Ascolane, costituiva uno dei rami della fa
miglia Quideroc c h i o della Roc c a, suddivisa in Morani, Conti,
Jannotti e Musc iarella Del resto, la cosa c i è confermata in
direttamente dall'
Andreantonelli, là dove dice c he, a tempo suo,un libro con alc uni emblemi delineati di mano d
'
Eurialosi tro
vava appuntopenes Titum Gu idaroc c h ium patric ium asc u la
num. I Morani, c he erano il ramo a c ui il poeta apparteneva,furono nobile famiglia, illustrata in patria da importanti perso
naggi; fra i quali l'
Andreautonelli ricorda un fratellodellostesso
Eurialo, Ippolito, summae apud Asc u lanos au c toritatis vir et
princ eps in Republic a . Ma già a quel tempo le cose della fa
miglia dovevanovolgereal peggio, poic hè Eurialo lamenta spesso
le suonon floridecondizioni; e, quandol'
Andreantonelli sc riveva,
dovevano essere prec ipitato proprio in basso loco: atmmc q uae
mperest sc holar, ad ewtremam redac ta c a lamdatem iacet
Aurelio Morani fu dunqueil nomedi nasc ita del Nostro: l’altro,Eurialo d
’
Ascoli, c he in parte non è se non l’
anagramma del
primo, fu il nome sotto il quale comparve nella repubblic a let
toraria. E vi comparve assai presto. Doveva essere infatti piui
tosto giovine, quando nel 1516 usc irono in Siena i suoi duelibri
di Epigrammi latini. Ch i lo presentava e lo rac comandava al
pubblicoera Claudio Tolomei, giovine egli pure appena venti
q uattrenne (n. e lesueparole in lode di E urialosuonanoappunto quali poteva dettarle l’affetto e l
’
ammirazione per un
coetaneo. Ec co dunque Eurialo a Siena ; giac c hè la stampa del
libro in questa c ittà e una parte del suo contenuto non c iper
(1) SaggiodelleCaseAscolane, Teramo, 1766, pp. 379 - 380. Che l‘
autoredi
questo Saggio sia il Marc uc c i, abateascolano, si desumedal paragrafoIl, 33 .
(2) Snuasrram ANDRE ANTONE L L I c anonic i osc u lam'
etprotonot. apostolic i
historiae asc u lanae libri IV, Patavii, 1673 .
uor:zra E URIALO non… DA asc om 3
mettono di revoc are in dubbio c he il nostrosc rittorevisoggior
nasse piuttosto a lungo. Egli conosc e molte donne senesi, ne ce
lebra la bellezza, sc riveversiper loro: conosce, oltreal Tolomei,
il Vannozzi, il Pic colomini, il Sozino, e altri personaggi di quel
paese: c h iedeper Siena la protezione di L eone X : insomma di
mostra c h iaramente di aver preso parte per qualc hetempoalla
vita di quella c ittà, e di essere entrato, ben ac colto, nel c ircolo
dei suoi letterati. Comeeperc hè c apitasse a Siena non sappiamo;e non si sa neppure quando lasc iasse questo soggiorno. Certovi
si trovava ancora nel settembredel 151 7 , perc hè, stampandosi in
quell’epoc a il Segreto del Petrarc a tradottoda FrancescoOrlandinosenese, Eurialo sc risse per l
’
oc c asione un epigramma , c he
si trova appunto premesso a detta traduzione col suo nome,
gnome epatrìa ( 1 ) . L’epigramma è il seguente
Emma .: Mon… : Asc uumr.
Ardebam auricomi sentire orac ula Phoebi
A tquemedusei sumere fonti:: aquamVisere oliviferae et c hrystallìna sc ura Minervas,
Quae lovis a magno vertice nata dea est
Atque novem sac ras Parnasi c amere Mussa,
Quae sunt indoc tis turba relic ts viris;
A tque poli c antus ardebam audire c anoros
Quae vox auric ulis non c apienda mois.
Desino: Petrarc ae consorte volumine nam sunt
Sortes, nuda, aegis, c ulmina, musa, conus.
L’
ammirazione del secolo proc lamava il Petrarc a ingegno so
vrano, ed Eurialo, come si vede, non se ne stava. Anc he la sua
valentia di disegnatore mise a servizio del c ulto comune, e di
sua mano abbellì con alc uni emblemi un codice del c anzoniere
del Petrarc a, c he era poi quello stesso conservato comeprezio
(1) Vedi: E l Scorc io di Messer Francesco Petrarc a in prosa vu lgare,
impresso ‘
in Siena per Simeone di.Nic colò stampatore, a di 17 di Septembre 1517 .
E . DBBENEDE'
I‘TI
sità domestic a in c asa Quideroc cbi, al tempo dell'
Andreanto
nelli
A Siena dunq ue il Moreni erasi stretto in rapporto con gli
ingegni più eletti della c ittà. L a r itroviamopoia Roma, in una
compagnia più spensierataforse, ma non menoillustre. Nel 1524,
dopo la peste c he aveva mietuto tanta strage, e riempito gli
animi di desolazione, una lieta. brigata d’
artisti, sc ampati mira
colosamente al malanno, soleva riunirsi di q uandoin q uandoper
darsi bel tempo. Ne facevano parte, a tacer d’
altri il famoso
pittore GiulioRomano e BenvenutoCellini, c he ce ne di la no»
tizia . Con loro era pure il nostro ascolano, il quale metteva a
disposizione della compagnia lesuemeravigliose doti d’
improv
visatore. L a lode non è mia , ma del Cellini stesso, il quale, a
proposito di una c ena ofl’
erta dalla gioconda brigata ad alc une
donne: Appressoalla musica sc rive un certoAurelioAsco
lano, c hemaravigliosamente diceva alle improvviso, cominc ia
tosi a lodar le donne con divine ebelleparole, in mentrec he
costui c antava etc . Quello c he ac c adde mentre c hecostui
c antava possono vederlo da sé i miei lettori, sc orrendo la
festevolissima pagina del Cellini
Quantosi trattenne a Roma il Moreni? Non siamo in grado
di dirlo. Dall’avvenimentoor ora ac cennatofinoalla sua elezione
ad Anziano in patria, non c i soc corrono sul conto suo altreno
tizie; salvo quella di una c anzone da lui composta In morte
dell’
A rioslo la quale, secondo il Cantalamessa , si trove
rebbe aggiunta a una ristampa della Vita disperata , Venezia,
Bindoni, 1542 Io parlo però sulla fede di lui, perc h è finora
non ebbi oc c asione di vederla.
( 1) Cfr. anc he il già c itato Saggio delle Cose Ascolane, loc . c it.
(2) A utobiografia , I, 29 . Non c’
è dubbio c he l’
identific azione dell’
Au
relio Ascolano col nostro Eurialo, congetturata perprima dal CARPANI, Vita
e opere del Cellini, Collezione di sc rittori italiani, Milano, 1806- 1811, ri
sponda a un‘
ipotesi molto fondata . Perc iò l'
abbiamo ac cettata senz’
altro.
(3) G. Canranm nsss. Cannom, Memoria interno i letterati e gli artisti
della c ittà di Ascoli nel Piceno, Ascoli, L . Cardi, 1830.
norrz:n D: annu m nom u: DA ascom 5
Fu nel 1536 c he Ascoli, sua patria, c hiamò il Moreni alla c a
ric a di Anziano. Del resto anc he anteriormente egli doveva far
parte del Consiglio della c ittà , perc h è nell’
indice de'
libri dei
Consigli (Arc h . Munic ip . di Ascoli) si dice esplic itamente c henon
poteva esservi Anziano all’
infuori degli 800 consiglieri né al
disottodei trent’
anni. Quest‘ultimoparticolareconcorda anc h’
esso
c on la nostra ipotesi sulla nasc ita di Eurialo. Riproduc iamc q ui
nel suo originale la notizia attestante l'
elezione del Morani
Die x xj Xbris 1536. Publico et Generali conc ilio c ivitatiseiusdem etc .
in sala magna congregatis, etpraesenteDominoA lexandro Pallanterio au
ditore et loc umtenenti Domini Sfortiae Gubernatoris etc . Ad laudem dii
eiusq ue gloriòsissimaeMatris Virgi::isMariae etc . ex c assetta consueta fue
runt extrac ti magnific i domini A ntiubi et alia infl'asc ripta c a c ia.
Jac (obus) Mauli
Jac (obus) PandulfiJo: Franc (isc us) M arinibelli Magnific i Domini A ntiani mensium
Doumos Aunnmus Monmos Januar u et Februariiproximorum.
Herc ules Persanc tis
Gabriel de… Quattroc ulis
In seguito a quest’ elezione, il Moreni coi suoi collegh i'
entrò
in c aric a il 1 ° gennaio 1537
K aloudis llanuarus 1537 . Magnific i Domini Antiani, Consules et serva
t0res mensium Januarii et Februarn 1537 , servatisservandis in sala magna
iuraverunt eorum ofi c ium in forma etc .
Ma con tutta la sua qualità di magnific usdominusAntianus
E urialo non doveva trovarsi in condizioni molto prospere. Ce lo
dimostra la Vita disperata , la quale, a giudic are dalla prefa
zione, ra'
mpolla da c ircostanze reali. Usc ì in luce la prima volta
nel 153 8, efu il componimento c heproc urò all’
autore il maggior
plauso dei contemporanei, compensandolo delle asprezze della
A rc h. Munic ip. di Ascoli. L iber Reformationum Sulla co
pertina si legge: D. A w elius Moranus de Antianis a car . 62 .
6 n. DEBENEDETTI
fortuna con un pm largobattesimo di gloria.Della fama goduta
in questomomento dal Moreni, puòesseretestimoneuna lettera
del c avalier Rosso, nella quale l‘autore, sc rivendo del proprio
matrimonio al c ardinal Farnese, invitava umoristic amente tutti
i migliori poeti a celebrarne le lodi Fra questi è compreso
pure il Morani: Et il grande Aurelio Ausc ulano, in c ima della
c upola fiorentina, a boc c a aperta gridi le pompe, i fausti, la
beltà incomportabile d’
ambidue i congiunti L a lettera è da
tata da Fiorenza, a’
15 di gennaio 1539 ; e il passo c he ne ab
biamo riportato serve, se non c mganniamo, a congetturare c he
anc he Eurialo, in quel momento, si trovasse all’
ombra della c u
pola di Brunellesco. L a cosa del resto sembra confermata dallo
stessoMarc uc c i, là dove, toc c ando suc c intamente delle vicende
di Eurialo, ac cenna a una sua dimora anc he in quella c ittà
Partito da Ascoli sulla verd’
età, portassi in Roma, Napoli, Fi
renze e Siena. .
Della Vita dtsperata si fecero negli anni suc cessivi varie ri
stampe; e il poeta stesso la inc luse nuovamente fra le Stanze
di vari soggetti, c he pubblic ò a Roma sul princ ipiodel 1539 , con
dedic a al c ardinale Farnese. Poc hi mesi dapo, sempre a Roma,
pubblic ò pure leStanzec apra il L aocoonte, la Venereel’
Apollo,
le tre Splendidestatue, oggi nel Vatic ano, c h'
eran tornatein luce
ai suoi giorni.
Fu certamente in questo torno ditempoc heil Moranigodette
come poeta del maggior favore, e si ac quistò, in patria e fuori,una considerevole rinomanza. Nel 1541 Ascoligli affidò un nuovo
9 pm onorifico inc arico, mandandolo ambasc iatore al papa
(1) L etterefacetoepiacevoli, rac colte per M . Dionigi Atanagi, Vol.Vinegia, 1601 , p. 384.(2) Abbiamo desunto questa indic azione dal L ibrettome. di notiz ie sto
ric he estratte da llo A rc hivio del M unic ipioAscola noda ll’
Abbate Gaetano
c av . E asmrelli, per illustrare le memorie del la suapatria librettoesistente nella Bibliotec a Comunale di Ascoli. Dobbiamo però soggiuugere,
per amore di verità, c he almeno nei L ibri dei Consigli non c i venne fatto
di trovare la conferma di simile inc arico sfi dato a l Moreni.
NOTIZIE DI EURIALO MORAN I DA A SCOLI 7
Era allora su l soglio pontific io Paolo III ; e tanto lui quanto
L eone X , sappiamo, perc h é ce loattesta il Marc uc c i, c heebbero
in molta stima questo nostro poeta . Non molto dopo, altra um
bite distinzioneottenne il Marani da Carlo V : al quale, reduce
dalla sfortunata impresa di A lgeri, rec itò un poema da lui com
posto su taleargomento, en’
abbein premiouna collana d’
oro
Suppongo c heper questa rec itazione il Morani attendesse la ve
nuta in Italia di Carlo V ; e allora sarebbe fac ile stabilirne la
data, perc hè sebbene l'
impresa di A lgeri terminasse nel 1541 ,
l’
imperatore non venne in Italia c he nel maggio 1543 Ag
giungiamo subito c he il poema di Euria lo, il quale, secondo il
Marc uc c i, aveva per titolo: L egesta di Carta V nell’
assedio di
A lgeri, deve probabilmente identific arsi con le XXXIX stanze
« indirizzate all’
invittissimo Carlo V sempre A ugusto di c ui
parlano il c itatoCantalamessa e il Nardini Queste stanze,
insieme ad altre L XXXIII sopra la impresa dell ’A q uila furono
vedute manosc ritte in un bellissimo codice membranaceo in 8°
da Apostolo Zeno.
f
ù nzi secondo quest’ultimo, il codice da lui
visto sarebbe stato quello stesso presentato in persona dal poeta
a Carlo V, la c ui impresa col mottoplus u ltra e la c ui aquila
imperiale si'
vedevano disegnate sulla copertina , adorna di ra
besc h i d’
oro
Anteriore alla rec itazione del poema sull Impresa d'
A lgeri (se,
come c i parve di congetturare, questa rec itazione avvenne nel
(1) Fonte di questa notizia, a detta del Cresc imbeni, sarebbe il p. PaoloAntonio A ppiani della Compagnia di Gesù, autore di un A teneo Ascolano,rimasto inedito depo la sua morte. Penso sia tutt
’
una cosa con quella Storiade
'
L etterati A scolani, di c ui il Marc uc c i dice c he fu lasc iata incompiutadall
’
autore (1(2) Erra il Tassi (Note a ll
’
A utobiografia del Cel lini, Firenze, G. Piatti,1829) confondendo la vittoria di A lgeri (1541) c on l
’
impresa antec edente
di Tunisi
(3 ) E . NARDINI, De'
versi di E uria loM arani, in Progresso, gazzetta della
provinc ia di Ascoli, anno 1882, numeri 31 , 33 - 36.
(4) A . ZE NO, Memor ie mas. de’
poeti ita liani, t. 1, a c . 230. L a notizia
rimonta al Mazzuc helli, presso c ui trovavansi questeMemorie. Cfr. Gti sc rittor id
’
Ita lia , B resc ia, 1753 , vol I, P. ll, pp. 1 157 agg.
8 n. nnsnnnnnrr1
è un’
altra ambasceria del Marani, afi datagli anc h'
essa
dal Consiglio della sua c ittà. Questa volta fu mandato a Napoli
per trattarvi un afi‘
aredi restituzioneterritoriale ( la restituzione
di Colonnella) ; e pare c he anc he colà venisse singolarmente
onorato, non soloin vista dell’
altouffic ioc herimpriva,ma anc he
della fama c he lo precedeva. Ec co pertanto, nel latino buro
c ratico e alquanto grosso dei L ibri de’
Consigli l'
attestazione
della sua nomina ad ambasc iatore (orator )
Die xx Aprilia 1542 . Conc ilioCentum et Pac is etc . in sala etpraesente
Magnifico Domino A lexandro Pallanterio Gubernatore L (itte)rae A lfontii
Ciuc c ii oratoria in urbepro rebus salis, Porc ulae c ausis Nereti et Colu
mellao
Super quibus omnibus, Dominus Jo: Vincentius A lvitretus unus de numero
dixit et conanluit: super prima, quod comittantur Domino AurelioMorano
omnia negocia c ivitatisproColumella etaliisprivilegiis: q uieligatur Orator
c ivitatis, etCivitas suppleat usque in c entum scutis, m' 40 euri, vel modo
vel ad tempus, uti videbitur dominisAntinnis et c ivibusvoc andis c um omni
auc toritatepraesentis Conc ilii inveuieudi donarium ; et c um veneritefi‘
ec tus,
ofl'
eratur remuneratio: quod fuit obtentumper fabas del su settuaginta tres,
non obstantia aliq ua del non in contrarium
D0po l’
ambasc eria di Napoli, gli sc rittori ascolani c he parla
rono di Eurialo non c i sanno fornirealtrenotizie sul contosuo;
anzi ritengonoper certo c he morisse in questostessoanno 1542 ,in un viaggio da lui intrapresoper mare. Sc rive, per esempio,il Marc uc c i: Tornato dunque Eurialo dalla sua ambascerie di
Napoli, partir volle nell’
anno stesso 1542 per Ingh ilterra, da
dove era continuamente invitato da q ue’
letterati. Sdegnatosi
contro di lui il mare, lo fermò nell’
infelice viaggio, e quelle
glorie c he ac quistate si avea in terra, glie le fe’
seppellir tra
le ac que L a notizia è falsa , almeno per quello c he ['l
guarda la morte. E non mimaraviglierebbe c hefossetaleanc he
(1) Arc h. Com. d‘
Ascoli. L iber Reformationum (1540- 1543) a c . 117 - 118.
(2) Op. c it.,p. 380.
NOTIZIE DI EURIA L O MORANI DA A SCOLI 9
nella parte c he riguarda il viaggio: tantopiù c he, comeabbiamo
detto, non è fuor di luogo supporre c he Eurialo fosse in Italia,
quando vi giunse CarloV nel maggio 1543 . Ad ogni modo, in
Italia o altrove, egli era ancora ben vivo in quest'epoc a e una
dec ina d'
anni più tardi. Ne abbiamo delle prove c he non per
mettono il dubbio.
Non metterò —fra q uesto una lettera dell’
Aretino al Coriolano,
nella c h iusa della quale si legge: intanto basc iatemi Aurialo
d'
Ascoli nostrofratello,egioconda Spiritodella piacevolezza
Questa lettera è datata di Vinetia il 24 di luglio1542 enon
basterebbe di per sè stessa a esc ludere nè il supposto viaggio
nè la supposta morte dentro i limiti di quell’anno. Ma dall‘
Are
tinostesso, c he fu grande amico di Eurialo, c i viene un’
altra
incontrastabile testimonianza.
NeiTem alida lui composti in gloria della reina diFranc ia
dove esorta i pm eletti ingegni del suo tempo a celebrare in
rima le lodi di Caterina, si leggono fra gli altri questi versi, al
l'
indirizzo del Morani
Il possente tuo plettro, A urialo Orfeo,Dedic a all
’
alta donna, poic h’
aggiugni
Con esso i morti d'
ogni semideo.
In c he epoca furono sc ritti i Terna lz‘
? L o dic e questa lettera
c he li precede e li ac compagna : A lla Reina di Franc ia Nel
saper tutta quanta Italia c he in laude della Maestà Vostra ho
fatto il presente c apitolo; stassi dalle nobili genti aspettando
qual sia maggior in la liberalità, o il dono c hefa la mia virtù
a i suo’
merti, o vero il premio c he la di L ei grandezza porge
alla mia penuria. Intanto L e basc io la mano sac ra h umilissi
&mamente conl’animo. Di Novembre, in Venetia MDL Sene
deduce dunque con tutta certezza c henel 1550, quandol'
Aretino
(1) PIETRO ARETINO , L ettere, Parigi, L emaitre, 1609 , vol . II, pp. 299 - 300.
(2) Inseriti nel volume 6° delle sue L ettere, a p. 22 (edizione c itata) .
10 E . DEBENEDETTI
sc riveva i Tornati e li inv iava a Caterina di Franc ia , Eurialo
non solo non era morto, ma teneva ancora onorevolmenteil suo
posto nell’arringo poetico.
L o stesso si ric ava da un’
altra lettera dell’
Aretinoal Princ ipe
di Piemonte, sc ritta, questa q ui, c irc a due anni pm tardi: di
Marzo, in Venetia , MDL II L a riportiamo nella parte c he
c’
interessa (sebbene si tratti di un branopiuttostolungo), perc hè,nella penuria di notizie intornoa Eurialo, giova poterneritrarre
un altro datoper la sua biografia : Parrà forse alla invidia,
c h’
io babbi conc luso di donarmevi, qual mi vi dono, con ispe
ranza, c he in usarmi liberalitade habbiate a imitare non pur
il sac rosantoFerdinando etCarlo con l’
altezza di Ph ilippo et
della beata Imperatrice ancora ; ma nè più nè menoogni altro
gran maestro del mondo. Potria esser c h’
ella mi lassasse in
tai cosa per non sapere c he infiniti, et continui si veggono i
benefitn, c hedal degnoEmanuellohoric evutie ricevo, il c h e
testimonia E u r ia lo; conc iosia c he l’
h uomo, nella vita, ne
i costumi et nelle voluntadi honestissimo, mestessodi sorta ,
c he iostoc c t appresso, egtt atandoc i, e l’
A rettnocorteggtac t,
t’
Àsc ota no corteggz’
andoc z‘
; avvegnac he l’
amore, il quale
congiunto con la virtù, fa di duo corpi uno, et di uno due,
vuole c he la mia anima sua sia, et la sua mia. Per il c hein
me r idonda to ac c resc imento c he tn tut (vostra mercede)risu lta , etc . Questa lettera dunque, mentre c i conferma
l’
affetto veramente grande nutrito dall’
A retino per Euria lo, c i
permette in pm di affermare c he l’
Ascolano nel marzo 1552 si
trovava presso il princ ipe di Piemonte, e (come altri letterati
in altre corti) otteneva da lui protezione e favore. Era ormai
lontano, e forse ben diverso, il tempo in c ui il poeta , inasprito
da un periodo di avversità e di miseria, sc riveva la Wta dispe
rata , e nell’
atto di pubblicarla si mostrava quasi sdegnoso d’
in
titolarla ad altri c he a sè medesimo.
(1) L ettere, vol. edizione c it., p. 75.
NOTIZIE DI E URIALO MORANI DA ASCOLI 1 1
U n u ltimo doc umento, dove si fa menzione di Eurialo, è la
lettera di Annibal Caro a la signora Caterina Bailetta a Bru
selle in data 2 3 giugno1553 Ionon sogià sc riveva da
Roma il Caro quantovoi vi ricordiatedime; ma voglioc re
dere, c h’
essendo quella amorevole, etgenerosa donna c hesiete,non ve ne siate in tutto dimentic ata. M . A u rel io d
’
A sc ol i
m’
h a detto gl i a ffa nn i vostri, dei quali vi potete ima
ginar voi medesima quantomi sono doluto
Nell’
anno seguente usc iva in Roma, pei tipi di Antonio B lado,un altrocomponimentodi Eurialo sopra il valorosoetleggiadro
c ava lc are in c ac c ia diMadama Margherita d’
Austria E dalla
lettera di dedic a, indirizzata alla signora Ersilia Cortesi de’
Monti,
par si ric avi c he queste stanze, sebbene composte già per l’
in
nanzi, usc ivano allora in luce la prima volta , vivente ancora
l’
autore. B isogna dunque conc ludere c he la biografia del Marani
va continuata almeno fino al 1554, nonostante l’
asserzionedi co
loroc helofacevanomortodi naufragioquattordic i anni prima
Quando, come e dove morisseil Marani, potrannodirceloforse
altre ricerc he, ma per ora non lo sappiamo. Dobbiamo perc iò
contentarc i di c h iuderequesti cennibiografic i riportandoalc uni
giudizî c he furono dati di lui, ancora vivente. Questi giudizi,insieme a c iò c he già abbiamo detto, e alle altre lodi c he sul
contosuo abbiamo avutooc c asionedisentire, c idarannoun’
idea
del concetto altissimo, in c ui fu tenuto dai contemporanei.
ECCO, per esempio, due distic i in c ui le Muse stesse, pregate
da un suo ammiratore, dic h iarano c he Eurialo è il poeta più
universalmente graditoe gli concedono di vivere sino alla più
tarda vec c h iaia
(1) De le lettere familiari del Comm. A nniba l Caro, libro secondo, Ve
netia, appresso Paulo Ugolino, 1603 , p. 25 .
(2) Dessì aggiungere, in nome della verità. c hegià il Cantalamessa, a proposito della lettera del Caroora ricordata, aveva revoc ato in dubbio la no
tizia di questa morte. L o faceva per altro in forma troppo ipotetic a , quasidubitando c he fosse veridic a la data della medesima lettera, e c he l
’
Aurelio
d’
Ascoli, menzionato dal Caro, fosse proprio il nostro poeta. Ma le altre
12 a . DEBENEDE‘I’TI
Dic ite, Pegasidae, quis vates omnibus interMortalcs vivit gratior
'
i Eurialus.
lam date Nestoreos istepertingat ad annos,
Vos celebrare quest c armine saepe. Damus
Ec cone un altro di Francesco Arsilli da Sinigaglia, nell’
elegia
De Poetis Urbania ad Pautum Jovinm ttbettus dove si al’
ferma c heCalliope allattocon la destra mammella Eurialo, c on
la sinistra Orfeo
Calliope buie dextrum tribuit dea sponte papillam,
Threic io vati mamma sinistra data est.
Pm oltre ancora si Spinse il Vannozzi, c he ebbe il coraggio
di c hiamarlo in grec o la dec ima Musa
Elval (puoi u ve; bioetòetq èvvéa Moimag‘l'eùbovruv òexdrn 9éoxekog Eùpiukoq
Fermiamoc i q ui ; e afi'
rettiamoc i a soggiungere c he il tempo
ha fatto giustizia di queste lodi iperbolic he, e c he il nome di
Eurialo non può oggimai rievoc arsi c he per c uriosità letteraria .
G L I E PIG RA M M I.
I due libri degli Epigrammi latinisegnano, comegià si è detto,l mizio della c arriera poetic a del Moreni. L i ricordano, fra gli
altri, gli sc rittori ascolani già c itati : l’
Andreantonelli, il Mar
testimonianze dell’
Aretino, dellequali il Cantalamessa non seppeo non volle
va lersi, esc ludono risolvono ogni incertezz a .
(1) L’
epigramma è riportato dàil’Andreantonelli con questeparole: Adest
etiam Visiti Mauritii, a Monte Florum (oggi Montagna dei Fiori, presso4 Ascoli) Poc tao dialogue ad M ussa, in laudem Buriali respondentes(2) Riportata dal Tirabosc hi, Storia della lett. ita liana , Venezia , 1796,
t. VII, P. IV, p. 1589 .
(3) Nei distic i c he c hiudono il libro degli Epigrammi di Eurialo: Elf,
8i8o 1 00 Eùpufiou BupOokoyuioq TOO Bc vvoviou.
NOTIZIE DI E URIA L O MORANI DA ASCOLI 13
c uoc i, il Cantalamessa Carboni, il Nardini; ma nessunodi q uesti,
ec cezion fatta per l’
Andreantonelli, ebbe forsemai oc c asione di
vederli. A ma fu dato consultarne una copia alla VittorioEma
nuele di Roma (69 , 4. B . e, per la sua rarità, pensonon sia
sgradito ai lettori di averne qualc he cennobibliografico.
Sul frontespizio si legge il nomedell’
autoree l’
indic azionedel
l’
opera : E uria li M arani Ascutant Eplgrammatum libri duo.
Segue la lettera, con la qualeil Tolomei presenta erac comanda
il poeta : A . Claudine Ptolemaeus studioso tec tori sah ctem.
Quindi vengono i due libri degli Epigrammi cominc iando dai
distic i, c he servono di dedica a Franc esco Sozino; e come con
c lusione, è posto in fondo all’
Opera un epigramma in greco: al;
Blflkov 1 00 E0mdkou BnpOohnuu'
iog TOO Buw oriou ; ossia quel lo
stesso di c ui abbiamofriperiato or ora il primo distico. Segna
l’
errata corrige, efinalmente la sottosc rizione: Impressoin Siena
per Semiana :le- NicoloCar tola to annoDomt- ni HDX VI dieII de Ferato. L
’
ultima pagina porta una xilografia sormontata
da q ueste parole: Romaeorigo Senaegne insignia . E si vede
un alberocon sotto la lupa c he allatta i due gemelli.
L’
anno dunque, in c ui videro la luce gli Epigrammi, è senza
contestazione il 1516, sebbene il Saggio delle c ase ascolane li
attribuisc a erroneamente al 1518. Dalla lettera di prefazionedel
Tolomei si rileva c he il Moreni s’
indusse a pubblic arliper esor
tazione del Sozino. Merita c he si riporti qualc he passodi questa
lettera per avere un’
idea dell’
opinioneedelleSperanzealtissime
c he il Moreni aveva fatto concepire di sé come sc rittore epi
grammatico. Cum graecelatineq uedoc tissimusvaria sc riptorum
genera logerit cosisc riveva il Tolomeidi Eurialo maxime
tamen in sc ribendis epigrammatia oblec tatus, tantum tn eoge
nereflorutt u t q u a e ei ew matris praeponam (absttCleto
… Ma) non c ideam. Hic ergo, ut in ceteris rebus ita in hoc
miti ingenio, rogatuse Franc isco Sozino viroliterarumaman
tissimo, sua c armina in unum collegit. atque ita sub illinsno
mine ea invulganda c uravit. A c c ipeigitur, lec tor.studiosa, Opus
c andidum, a u rea m, absolq Ma v’
è dipm. Il Vannozzi,
14 E . DEBE NEDETTI
come abbiamo visto, c h iamava Eurialo la dec ima Musa, e in un
altro distico lo inalzava agli stessionori di Omeroedi Vergilio;
il Tolomei, non meno entusiasta, diceva c he gli epigrammi del
l’
ascolano gli sembravano addirittura piovuti dal c ielo (coelttus
demz'
ssa). A ripensare c he cosa rappresenta oggi nella patria
letteratura il nome di Aurelio Morani, vissuto in un secolo c he
vide fiorire l’
Ariosto, il Tasso, il Mac h iavellietanti altriminori
di loro, ma pur sempre infinitamente più grandi di lui, vien
fatto di sorridere sopra la c aduc ità di talunigiudizi pronunziati
dai contemporanei, esopra il dileguarsidi certientusiasmimerc è
l’
opera serena e imparziale del tempo. Con tuttoc iònon si c reda
c h’
io voglia togliere ogni valore agli epigrammi di Eurialo. Ve
n’
ha di quelli c hemostranorealmente in c h i lisc risseuna felide
disposizione a questo genere letterario. E , per dimostrarlo, ne
porrò qualc heduno sotto gli oc c h i del lettore.
Il primolibrocontiene (senon sbagliai il conto) 275 epigrammi
tutti componimenti brevi, per lopiù dai due ai diec i versi, ra
ramente oltrepassanti questa misura. Il poeta vi toc c a una quan
tita varia e disparatissima di argomenti, mostrando, senon altro,
abilità e fac ilità nell’
improvvisare su qualunque soggetto uno o
più distic i latini. Basti a persuadercene la trasc rizionedi alc uni
titoli: Quod omnia sintfrivola ewcepttsnummts Deq uodam
c ane tacente in latrina decem dles Dema re interfec toa
libroabipsocomeso Deq uadampuella c endenterosas
Deotro c adenteecc lec to De fate comedente suos testi
eu los E c hi più ne h a più ne metta , c hè c i sarebbe da
farne una rac colta c uriosissima .
Però il tema preferito, data l mdole del componimento e la
giovine età del poeta, è l’
amore. Eurialo, per esempio, è inva
gh ito di Fedra, e Fedra gli appare comeVenerein persona (43 )o come l
’
imagine stessa di Amore G li oc c h i di lei splen
dono di tali attrattive, c he se Ic aro e Fetonte avessero potuto
mirarli, l’
uno non avrebbe desiderato il c ielo, nè l’
altroi c aval li
del Sole I suoi bac i hanno tale dolcezza , c he valgono a
ricondurre la pace fra gli dei bistic c iatisi per c ausa sua
NOTIZIE DI E URIALO MORAN I DA ASCOLI 15
Vederla, è lostessoc hemangiareil lotoesuc c h iarnel’
oblio
In altri epigrammi il pensiero è più arditoopiù strano. Ven’
ha
uno in c ui Fedra è assomigliata a un polipo un altroin c ui
il poeta si confronta con un tordo un terzo dove l’
amante
invidia la pulc e, perc hè toc c a quello c he a lui non è dato toc
c are
L’
epigramma seguente è intitolatoDe Phaedra monoc uta , e
come appare ricerc ato nel concetto, così sembra in contradizione
con altri c he precedono o seguono. Venere cerc a Cupido, e lo
ritrova ascoso in un oc c h iodi Fedra ; vuoletrarlodi li, eintanto
porta via anc he il nitidooc c h io di lei
Cum Venus aligerum q uesisset diva puellum
In Phaedrae ardenti repperit hnno oc ulo.
Quem Venus extrahere ardenti c um vellet oc ello,
Cum nato nitidum tru erat buie oc uluxh.
In quest’altro il poeta spiega come mai dentro una gabbia di
Fedra si scorganorinc hiusi un pavoneeuna colomba . Essi hanno
lasc iato i loro uffic i presso Giunone eVenereper darsi a Fedra,c he è pm bella dell
’
una e dell’
altra dea
Ducebam ae'
reas Junonia pavo q uatrigasA lba Cytheriac ae plaustra columb
°
à dese.
Nunc studio Pbaedrae nos ambae linq uimus ambas,Cum sit Junone haec pulc hrior et Venere.
E così, sempre sullo stesso tema della bellezza diFedra, Eurialo
lamenta ch’
essa vada al di là di ogni desc rizione
Tela Jovi, A lc idi c lavam, orbo c armen Homem
Nemo potest toto subtrahere ingenio.
Sic est icariis volitareper aéra pennisCarminibus formam sc ribere, Phaedra, tuum.
Quattro cose gli antic h i dic h iararono insaziabili: il fuoco, il
mare, l’
infernoe la donna. Ebbene gli antic hi si sonoingannati
queste cose son c inque, e bisogna inc ludere nel loro numero
anc he il poeta, c he non può saziarsi degli oc c h i di Fedra
16 E . DEBE NEDE TTI
Igniset infernus, mulier mutabilis, aequor,Quattuor haec penitus non satiata manent.
A ntiqui c uc inare suismendac ia plec tris
Non saturor radioa, Phaedra, videro tuos.
Ma Fedra non è la sola donna , per c ui Eurialo componeepi
grammi. A c c antoa leisorge la visionedi altredonne,per esempio
di L aura. Ma L aura muore; e allora il poeta la dedic a variepi
tufi, c adendo talvolta nel solito e freddissimobistic c iodi parola
Quis iacet hoc tumulo? L aura, aurum, laurus et aura.
Quis plorati Pluto, Phoebus et Hippotades.
Ciò non ostante, E urialosi lusinga c he L aura, quantunque morta,vivrà per i suoi versi ; e in un altro epitaflo fa parlare L aura
'
stessa in questomodo
Quid desmarmoreom c irc um, pia turba, sepolc rum‘
t
Mortua non sum, istia vivida c am inibus.
Fervido invec e e sensuale suona il versoin onore di L esbia .
Il poeta vorrebbe essere zafira, rosa , o giglio per potere ine
briarsi pm dappresso del contatto della donna amata :
0 utinam levis aura foram! tu nuda per aulam
A c c iperes mummia damina lac teolis.
0 utinam rosa rubra foram! ut ma, L eahys, tollehsGestares niveis ma dea pec torihus.
L ilia et alba foram ! quae tu dum, L esbya, c arpesPasses ma membris plus saturare tuis.
In un poeta del c inquecento, e in una rac colta del genere di
questa q ui, non deve far maraviglia se il sac ro è mescolato al
profano. Ch i vorrà storcere il labbro se dopo una serie di api
grammipro imagine Amoris epro imagine Mer c urii
se ne trova un’
altra per le imagini di Cristo e di Maria ? Ec co
un disticoproimagineChristi una c um ma irescolpii loq nitur
M aria
24. Pallite J udaeos templum nunc anse patentes,Ne donent puero fonera acerba meo.
18 E . DEBENEDETTI
Obvia voc iferans, per viscere dirigit anac rn
A tque superc aesum masc ula verba tulit
Degener ah Spartes, tenebras pete, vada sub umbras,Postq uam tu generis dedec us et patriae es.
Anc heper gli epigrammi al princ ipe della Cristianità Eurialo
(nè deve far meraviglia) ricorre al mondo pagano e alle sue
imagini. In uno, Pallade stessa è introdotta a parlare in lodedi
L eone X . In un altro, il poeta si serve del bistic c ioper proc la
mare L eone X più grande di Giove
J uppiter altitonans unum sibi condidit orbem,
Hic sex : ergo Jove est grandior isteDeo.
Dalle sei palle dello stemma mediceo trae argomento anc he
q uest’
altro bistic c io, peggiore del precedente:
Sant tibi, summa L eo, orbes seni insignia. Sonia
Orbibus est igitur Sena fovenda tuis.
Nè molto migliore è il seguente, sempre in lode di L eone, seb
beneall’
Andreantonelli (beatolui piac c ia c h iamarloingeniosum
utiq ue
O genus humanum, quid mirabilius hoc est,U nus si salvum servat ovile L eo?
Mi fondo Spec ialmente su questi tre distic i, riportati dall’
An
dreantonelli, per asserire c he il Cantalamessa e il Nardini, seb
bene parlino degli Epigrammi di Eurialo, non ebbero oc c asione
di vedere questa nostra rac colta. Il Cantalamessa allude ai distic i
già c itati, ma con parole tali c he fanno c apire trattarsi di una
notizia di seconda mano: lo ho veduto alc uni versi latini di
questo nostro poeta in lodedel papa L eoneX Il Nardinipoi,
trovando siffatta notizia nel Cantalamessa , mostra di c redervi
poco: Dove li ha visti ? si domanda E manosc rittie stam
pati? E perc hè non li h a riportati nella suememoria per saggio
del verseggiare latino d’
Eurialo, epiù anc heper impedirne la
fatale dispersione? Si vede c heil Nardini, sebbenesc rivesse
NOTIZIE DI EURIALO MORANI DA A SCOLI 19
in Ascoli, non conobbe o non ebbe c ura di consultare l’
Andrean
tonelli, alla qual fonte si riferiva senza dubbio il Canta lamessa,
quando ac cennava a questi epigrammi.
Poc hi sononella presente rac colta i componimenti c he hanno
valore epigrammatic o nel sensopiù moderno della parola. Met
tiamo nel numero quello controun ghiottone (3 . in q uendam
lurconem), l’
epitafio del pedem ta (67 . epitaphium c utusdam
mediconis) , quellocontroil poeta Pic a (165. in q uondamM h m
q u i c oc abatur P ic a eteratindutusnigrisc estibus) e poc h i altri.
Ma anc he questi sono piuttosto diretti a ric hiamare il sorriso
c he pungere e ad aggredire seriamente. E c co, per”
esempio,c omeCic erone, per boc c a di Eurialo, si vendic a di un suoigno
rante lettore: In tec larem Ciceronem legentem. L oq u itur Cicero
Marc us ad umbriferum misitma A ntonius orc um
Dum legit hic ma, inferno inferiore peto.
Se lo strale è debole, esagerata suona tal volta la lode, come negli
epigrammi (e soin diversi) a Claudio Tolomei. Ma non bisogna
dimentic are c he il Tolomei aveva proc lamatoEurialoil princ ipe
degli sc rittoriepigrammatic i, ec hei letterati, quandonon sistra
z iano a vicenda, hanno un debole mal dissimulatoper il mutuo
incensamento. Qual maraviglia, se volendo lodare un libro del
l’
amico, Eurialoesalta quest’
ultimocomeun legislatorepiù gran'
de
di L ic urgoi In laudem libelli Claudii Ptolemei
Si nova terribilis vidisset iura L yc urgusL iq uissetp0pulis haec L acedaemoniis.
A ltri epigrammi si leggono in lode del Vannozzi, del Sozinoe
di altri. Col secondo spec ialmente dovette essere Eurialo in di»
ma tic hezza, e ne vediamo il ridam q ua dentro. ( 137 . Deaure
Franc is“Soz ini morbo inflata . 166 . De Franc isco Sosino
non valente arac hnem a fenestra eapellere. 218. In laudem
noc i fontisFranc isc i Soz ini. 264. Deq uodam c ubic u loFran
c isc i Soz in i non a c c ipientesalam neq ue centum Ma più
degni di trasc rizione c isembranoi distic i indirizzati al L anduc c i;
20 E . DEBEN EDETTI
nei q uali, se il pensiero non è nuovo, ed evidente è im itazione
di altri modelli, piace tuttavia di sentir vibrare, con una certa
gentilezza, la corda dell’
amic izia . Eurialo è in campagna , e si
rivolge in forma epistolare all’
amico, desc rivendogli come passa
la vita e di quali oc c upazioni allieta gliozi c ampestri. Conc lude
col dirgli c he neppure i passatempi della c ampagna possono ren
darlo pienamente contento, se non sonorallegrati dalla presenza
dell’
amico
Euria lus ruri ariston: Andreas L anduc io s. d.
Sum liber Euriali montana missus ah arc a
A ndrena ut referam parvula verba meo.
Nunc agit Eurialusper summa c ac umina c aprasSi pluit, ille suos duc it ad entra pedes.
Nunc tauros duc it stimulis ad aratra feroces
Si sol est in agris, in nemus ire parat.Nunc sua fallacea c ompesc uut raetia vulpes,Et lassus flores c arpit odoriferos.
Nunc seq uitur c anibusper saxe horrentia bervos,Nunc petit et plac idi murmura fontic uli.
Nunc ruit in saevos magnis hastilibus aproaPost petit et c aptis florida prata ferie.
Nunc videt ardentes taurorum in amore iuvenc as
Vespere sed parvas it veniente c asas.
Talia non illi sine te solatia praabent;
Nec dant Eurialogaudia summa tuo
Capra, antrum, tauri, silvae, vulpec ula, flores,Cervi, murmur, apri, prata, iuvenc a, c asas.
Meno variato e meno interessante è il librosecondo. Procede
anc he in questo la dedic a a FrancescoSozino, ma gli epigrammi
c he seguono sono tutti in lode di qualc he donna. Ricompaiono
cosi i nomi di Fedra, di L aura, di Calidonia, già incontrati nel
primo libro. Ma q ui la lista è moltopiù lunga, poic hè venti o
ventidue sono le donne c elebrate in un modo o nell’
a ltro dal
poeta . Ch iudono il libro diec i distic i, nei quali Eurialo, quasi a
mo’
di ric apitolazione, parla in generaledel potereedella bellezza
NOTIZIE DI EURIALO MORANI DA ASCOLI 2 1
dituttequestefanc iulle: q uaepotentia sitpu lehritudinisillarum
puellarum.
Non fanno parte della nostra rac colta gli epigrammi riportati
dal Nardini negli articoli pubblic atisu : Il Progresso(Gazzetta di
Ascoli, Sonootto 0 uova in tutto, desunti dal tomo I dei
Carmina illustrium poétarum ita lorum (Firenze, 17 19 ) edagli
Epigrammata etPoématia oetera etc . (L ugduni apud Jacobum
Chovet, Ma per uno di essi già il Nardini ebbe modo di
ac certarsi c he veniva falsamente attribuito al poeta ascolano.
E pure a nostra cognizionec healtriepigrammi latini di questo
autore sono inseriti a p . 159 di un’
altra Rac colta esistente alla
Casanatense (D. Pithaei, Paris, Ma per ora non sapremmo
dire se fac c iano parte oppure sieno diversi da quelligià pubbli
c ati nel 1516. Del resto c redo c he sia sufi‘
lc ienteil già dettoper
fornire un saggio del verseggiare latino di Eurialo, e per dar
modo al lettore dipronunziare da sè stesso un giudizio.
L E POESIE VOL GARI.
Volendo dare un rapido cenno delle poesievolgari di Eurialo,cominceremo dalla Vita disperata , non soloperc hè precede c ro
nologic amente le altre di c ui dovremo discorrere, ma anc he
perc h è fu la più conosc iuta ai suoi giorni, ed ebbemaggior nu
mero di ristampe.
Sulla scorta di C. L ozzi già il Nardini sc riveva c he la
Vita disperata era venuta in luce per la prima volta nel 1538,
e c he una c 0pia di quest’
edizione, rarissima, era posseduta dal
conte G . Manzoni di L ugo. L a notizia è esatta ; ed io, per conto
mio, posso aggiungere c he un altro esemplare si trova alla Vit
( 1) Veci. B iblio/ilo, an. lll p. 136.
22 E . DEBE NEDETTI
torio Emanuele di Roma. dove ebbi modo di consultarla (69 . 4,
B. L a data è tale: Roma - per ValerioDoric a etL uigi fra
telli Bresc iani MDXXX VIII. Il volumetto in 4°
contiene sol
tanto le 65 stanze della Vita disperata, eporta da princ ipiouna
Prefazione c he trasc rivo per intero, sia come saggio della
prosa di Eurialo, sia come indizio del suo stato d’
animo, al momento in c ui pubblic ò questo componimento:
Iom’
era dato a pensare (poic hè la povertà mia nata dall’
a
varitia dei ric c h i, disperatoet pezzo a un medesimotempomi
dovea fare, essendomi venuto il c apric c io di pubblic arequello
c he, forse et senza forse, m’
era moltomeglio, a miopotere, di
nascondere, et sepalliremeco istesso nel fondo della miseria)c he sarebbe minor male stato, di haver c iò fatto, sottoil nome
di q ualc he princ ipe, o Signore, al quale io havessi la predic a
dellemie angosc ia indirizzata, secondo il general costume di
tutti coloro, li quali, non volendoper aventura esser pm savi
di quel c he iomi sia, se bene eglino son però (merc è della
buona sorte loro) di gran lunga più aventurosi, ogni lor sc ioc
c hezza dandosi ad istampare, vogliono c h i a un gran Maestro,
c h i a un altro, intitolarla, perc hè da i morsi della invidia la
i: cerata non sia ; et tanto inanzi era io andato in questo mio
pensiero, senza più oltre considerare, c he di già con essodis
segnatonavava la speranza della mia disperata vita.Ma essendo
ioper dar foco alla boc c ia, et nominarla, mi corse all’
animo,
c he troppo a q uella si disdiceva un’
Opera si fatta, essendoella,etper gli agi, si per la morbidezza della Fortuna, etper altri
anc hora più degni rispetti, da cotali miei humorimelanconic i
tutta lontana, et veramente degna di pm felic i auguri. Perc h è
dopomolto haver ripensato quello, c he in c iò far potessi, non
ritrovando niuno, nè signore, nè gentil h uomo, nè plebeo(come
c hemoltiin ognistato, d’
affiittietmalc ontenti ven’
habbia) c hela
sc iaura mia si naturalmente rappresentasse c he io stesso mi
fac c ia, volli a me stesso ultimamente dedic arle. Così adunque
sotto il nome d’
Eurialo, et all’
ombra d’
Eurialo, esce— hora la
disperata Vita d’
Eurialo, sec ura di sapersi, con pm viva forza ,
NOTIZIE DI EURIALO MORAN I DA A SCOLI 28
dal la invidia et dalla malignità diffendere, c he dalla povertà
non ha saputo insino hora
Dopo questa prima edizione, le ristampa di c ui trovo notizia
sono le seguenti:
1 ) fra leStanzedi E urialod’
Ascolidi varii soggetti. Avremo
oc c asione di parlare di q uesta stanze più sotto; ma intanto no
tiamo c he sebbene il Saggio delle cose Ascolane ricordi questa
edizione, erre quando ritiene c h’
essa fac c ia corpo con leStanze
scpra le statue del Vatic ano.
2) la Vita Disperata , in Venez ia per BernardinoB indoni,
1542 , in Il Cantalamessa, ricordandola, aggiunge c he con essa
si trova pure stampata una c anzone del Moreni In morte del
l’
Ar iosto. Secondo il Nardini poi, entrerebbe pure in questa ri
stampa nu altrosc ritto di Eurialo, ossia il Dia logo di Tanta lo
e di un Poeta , menzionato (al pari della Vita Disperata) anc he
dal Doni (la Seconda L ibraria , Vinegia, MDL I, p.
3 ) nelle Stanzedi Diversi autori novamentemandatein
luce alla nobilissima signora Camilla Imperia le in Vinegia
MDL XIII. L a Vita disperata estampata nella seconda parte,
da c arta 278 a carte 296 . Il Cantalamessa ricorda un’
edizione
del 1563 come contenente alc une stanze di Eurialo, ma non so
spetta c he si tratti della Vita disperata . Il Nardini pc i nega ad
dirittura c h’
essa esista. Io ne ho vista una c apia a Roma, in Bi
bliotec a Casanatense (r.,XXIII.
4) nella Stanze di Diversi autori in Vinegia appresso
Gabriel Giolitode’
Ferrari MDL X III. Anc he q ui la Vita dispe
rata è inserita nella seconda parte, a c arte278 ; eneesisteuna
copia alla B ibliotec a Angelic a (RR. 2 .
5) nelle Stanze diDiversi autor i rac colteda A . Terminio
in Vinegiaper Gabriel G iolitode’
Ferrari MDL XX II. Insieme
alla stanza della Vita diaperata sono pure inserite quellesopra
le statue del Vatic ano.
Ricordate soltanto dal Nardini sono le edizioni di Venez ia
Giolito 1580 e 1581 . Ma si tratta probabilmente di ristampe,
condotte tutte su quella del 1563 .
Ch’io sia per povertade in odioal solo,
24 E . DEBE NEDETTI
Non è nostra intenzione di spendere troppo lunghe parolesu
questo componimento, intorno al quale già discorse il Nardini, e,prima di lui, Curzio Antonelli (Di alcunestanze d
’
E urialo, in
Fornarina , periodico letterario romano; 4 giugno Ripe
teremo soltanto c h’
esso fu giustamente riavvic inato, per il tono
eper il contenuto, alle Stanze di Messer Girolamo S copa da
Faenza , indirizzate all’
illustre signor Pasquale Carac c iolo. Anzi
quest’ultima non ne sono probabilmente c heun’
imitazione. Basta
confrontare il princ ipio delle due poesie
EURIA L O D’
A SCO L I. GIROL AMO SCOPA .
Posc ia c he cosi vuol l’
ampia fortuna Posc ia c he la fortuna iniqua e ria
Huom più miser di me non fecemai,
M irar non vogliopiù stelle nè luna Cosi vogliomenar la vita mia
Nè più giamaisentir viveparole Chenon miveggian pm del sole‘
i rai;
Ma voglioun lembodella notte bruna E vuo’
c he la mia stanza osc ura sia
Per vestir questemembra afflitte, esole,
Et voglio fabric ar solo in un bosco In mezzo d’
una selva fiera tanto
Un antroc hem’
assembri, osc uroO fosco.
Si può anc he notare c he già nelle Stanze di diversi autori
la Vita disperata seguiva immediatamente alla stanze dello
Scopa : il c he fa c redere c hefin d’
allora si fossenotata l’
analogia
e - la somiglianza fra i due lavori. Il contenuto della Vita dispe
rata non è fac ile a riassumersi. È una corsa a briglia sc iolta nel
regno della fantasia , un’
evoc azione di tutti imostri favolosidel
l’
antic h ità, c hiamati a rac colta dal poeta, perc hè fac c ianocorona
alla sua miseria. In complesso si può ac cettare il giudizio del
l’
Antonelli, sebbene espresso in forma un po’
bizzarra . Imaginied
evoc azioni arc heologic he sfilano innanzi al leggitore, fredda
mente, come tante reminiscenze di testi c lassic i. Il c he non
toglie c he a traverso i ric ami e i merletti della c amic ia ina
midata,sc attino di tratto in tratto i muscoli tesi dell’
uomo
Però vi è qualc he cosa, in questa Vita disperata ,c hefinora non
mi sembra sia stata messa giustamente in rilievo. È vero: anc he
q ui, come negli Epigrammi, comenegli altrisuoi sc ritti, Eurialo
Pm dell’
Abisso epiù d’
ogni antroassai,
Chamaid’
entrarviangel non sidia vanto.
26 E . DEBENEDETTI
mento, resu ltante dall’
ac cozzo, e talvolta dal contrasto, di dispa
rati elementi ; onde si giustific a fino a un certo punto la confi
dente sic urezza di Eurialo, quando, sul finire della Prefazione,
asseriva c he la sua Vita avrebbe saputo con più viva forza di
fendersi dai morsi dall’
invidia, c henon aveva saputodagli assalti
della povertà .
DOpO la Vita disperata , videro la luce le Stanze d’
E urialo
d’
Ascoli di var ii soggetti. È un volumetto assai raro, una c apia
del qualesipuò vederealla B iblioteca Angelic a (RR. 3 . L’
An
tonelli potè averne un esemplare da un bibliofilo romano, e ne
diequalc he cenno nell’
articolo ricordato. Ma, in vista della sua
rarità, non sarà male darne qualc he più prec iso particolare. Il
frontespizio del libro rec a un’
apc c he sugge un fiore; e ai lati
v’
è l’
isc rizione:Delpresentemigodo E tmeglioaspetto. U n’
altra
c arta rec a la seguente sc ritta : Con gratia, et proh ibitions del
SommoPontefice, et del Senato Veneto, c he nessuno possa
stampare questa Opera, sotto la pena c he in essa proh ibitione
si contiene Seguepoi una lettera : A llo illustriss. et reve
rendiss. Monsignor il signor Card. di FarneseEurialo In essa
l’
autore presenta al c ardinale le sua stanze, sc usandosi per la
tenuità del dono, e perc hè fra esse se netrovanoalc unegià co
nosc iuteper l’
innanzi: Prendale dunque gli dice V . Il
lustriss. et Reverendiss. Signoria cortesemente, et in questi
giorni festevoli, quando pare c he a'
più severi non si diadic a
d’
abbassare il c iglio, talvolta leggerle non si disdegni L’
ope
retta vedeva infatti la luc e di c arnevale, come si rileva dalla
data posta in fondo: Stampata in Roma , in Campo di Fiore,
per M . Va lerioDoric a, etL uigi fratel li B resc iani A di VI Fe
braro MDXXXIX .
L e prime dodic i stanze, senza titolo, sonoindirizzateai Venti,
edebbonoevidentemente identific arsi con quel Carmen ad. Ventos,
di c ui fa menzione l’
Andreantonelli. Il poeta, innamorato, parla
con essi della sua donna, e li esorta a portarsi con loro il suo
duolo.
Pure senza titolo sono le stanzein c ui Eurialolamenta la c ru
NOTIZIE DI E URIALO MORANI DA A SCOLI 27
deltà dell’
amante, e quelle in c ui ne loda la c h ioma. Vengono
poi le stanze
D’
un c avalliere, c heportava il fiore di bia c intoper im
presa : sedic i ottave in c ui il poeta dice di avere scelto questa
impresa, come la pm adatta al duolo c he lo ingombra.
Della Vita Disperata . A q uesta allude l’
autorenella lettera
di Prefazione, quando si sc usa col cardinale di Farnese c hetra
le stanze offertagli cenesianoalc unegià noteantec edentemente.
Sopra q uelledueparole di Virgilio ridotte in proverbio
Fu imus Troes. Il poeta lamenta in ventidue stanze la sua for
tuna passata e le sue tristi condizioni presenti.
In laude del silentio d’
una donna : quattordic i ottave, di
c ui il titolospiega sufi‘
lc ientemente il contenuto.
Sopra una gratia , c he l’
autor domandò, et non a ltropiù
mai, ad una gentildonna della q ua le era stato innamorato
anni. L a grazia c h iesta è quella di poter sospirare
Donna, non c hieggio c he mi mostri i lumi
Ch’
assai men c hiari gli vorrebbe il soleNè sentir mormorare i dolc i fiumi
Del tuobel dir, tra rose e tra viole
Nè c hemostri i santi e be’
costumi,
Nè’
l petto, c h ’
avanzar l’
avorio suole;
Ma questo c hieggio, pien d’
aspromartiro
Non vi dispiac c ia seper voi sospiro.
Sopra il dolor de l’
amanteet la bellezza della Il
poeta c anta in venti stanza il duolo c he lo consuma, insistendo
sopra il concetto c he Venere ha due figliuoli, uno dei quali si
diletta di perseguitare sempre lui, mentre l’
altro adorna c onti
nuamente la sua donna di ogni grazia e di ogni felic ità .
In laude del c antoet del suonod’
una donna ventitrè ot
tave, delle quali mi piace riportare la seguente, non indegna
forse di miglior penna, e ispirata a una leggiadra sentimentalità
E . DEB ENEDETTIO c anto dolce sopra gli altri eletto,Calmo di pianto, e il pianto di dolcezza !O c antar dolce, al mondo il più perfetto,Tanto c he l
’
alma ogni altro c anto sprezza !O c anto, c h
'
esc i da si pic c iol petto,Et doni gioia di cotanta altezza,
Ch’al tuobel suono io dico di lontanoM ioben non c apo in intelletto umano!
In laude di G iu lia . Il poeta è in dubbio se sia il c ielo c h e
produsse Giulia, 0 Giu lia c he produsse il c ielo. Senza di lei il
mondo sarebbe sepolto in notte eterna, perc hè è lei c he lo av
v iva coi suoi raggi
Sparge le gratis di sua boc c a a sc hieraQuesta Giulia leggiadra e pellegrina :Et ogni gratia sparge un
'
ampia speraDi c hiari raggi e d’
armonia divina .
A questa donna, e ai versi ispirati da lei, alludeva l’
Arsilli in
q uell’
elegia DePoetis Urbania, dove Eurialo, se ben si ricorda,
è esaltato come alunno prediletto di Calliope
Candide lec tor
Da moestis aurea voc ibus E uryali
Dum q ueritur fastus iratae Iuliae, et artes,
Illec ebras, fraudes, iurgia, furta, dolos.
Ch iudono il volumetto le stanze In laude del par lare ct della
ingegnod’
una donna , e finalmentequelleD’
un huomoper gran
dolor divenutoselvaggio: diec istanzec he,per la lorointonazione,
mi sembra si possano in parte riavvic inare alla Vita disperata .
L eggasi, per esempio, la seguente
D’
erba mi paseo in q uest’arido bosco,Tinta d
’
amare fele et immatura
Bevo di serpi il pm malvagio toscoCol tesc hio orribil della morte osc uraSeggio sopra un dragon (c h’
io non conosco
Appoggiopm conforme a mia figura)
NOTIZIE DI E URIALO M ORANI DA A SCOLI 29
Et stemmi si, fra qualc he sasso e sterpe,Che, qual per tronco, in me l’edera serpe.
Anc he in questa rac colta, come del restoin tuttolealtre cose
di Eurialo, non manc ano toc c h i franc h i e felic i. Ma , tacendo
della Vita disperata , sulla quale abbiamo già espresso il nostro
pensiero, l’
origina lità non è molta. Per questa parte la figura
del Moreni rientra esi confondenella sc h iera numerosa, ma non
sempre gloriosa, dei liric i minori del’
500.
Del le stanze di E urialo sopra le tre statue del Vatic ano, la
Venere, l’
Apollo e il L aocoonte, trovo ricordatedueedizioni: laprima a Roma in Campo di Fiore per M . Valerio Doric a et
L u igi fratelli B resc iani, adi X X di G iugnoMDXXX IX , la se
conda nella Stanze di Diversi autori ra c colte da A . Term inio,
Venez ia per Gabriel G iolitode’
Ferrari MDL XX II (insiemealla
Vita Disperata). Sono evidentemente le stesse a c ui ac cenna
l’
Andreantonelli col titolopm c hedimezzatodiMorsL aocoontis;
ma noi finora non avemmooc c asione di vederlo. Ci limitiamo
perc iò a trasc rivere le parole di Curz io Antonelli, il quale lo
giudic a in questomodo: abbastanza artefatto, contorteeriboc
c anti di smancerio c lassic he, sebbenenon manc hinodi qualc he
tratto sentito di buona lega, come la prima parte dellestanze
intorno a Venere
Col titolodi E q u ita lia M argaritaeabA ustria l’
Andreantonelli
indic ava un altro sc ritto d’
Eurialo, c he nel Saggio delle cose
A scolane è ricordato invece così : Il viaggio di M argherita
d’
A ustria . Il Nardini, ignorando la fonte a c ui attinge il Mar
c uc c i, si domanda donde sia tratta questa notizia , e si mostra
dubbioso della sua attendibilità. Ma il libroesiste, sebbenefin q ui
nessuno ne abbia dato l’
esatta indic azione: Stanze d’
E uria lo
d’
A scoli del valoroso et leggiadro c ava lc are in c ac c ia di M a
dama M argher ita d’
A ustria . Si c apisce del resto comesia nato
l’
equivoco. Il valoroso et leggiadro c avalc are in cac c ia tra
vestito incompiutamente in latino con la parola eq uitatio di
ventòpoinel Marc uc c i,per un’
erronea interpretazione Il viaggio
di Margherita d’
A ustria
30 E . DEB ENEDETTI
Di questosc ritto, moltoraroessopure, esisteun esemplarealla
B ibi. Angelic a (SS . 1 1 . ed è precedutoda una lettera dedic a
toria, nella quale Eurialo dà brevemente ragionedell’
Opera sua .
Non sitratta infatti, comesipotrebbe c redere, di un poemettoodi
un qua l si voglia altro sc rittocontinuatoad organico. Ma è una
serie di stanze, c he, sebbene si riferiscanotutteallostessoargo
mento, pure non sono unite fra loro da un intimoeininterrotto
legame. Ec co, per maggior c h iarezza, alc uni brani della lettera
dedic atoria : A lla l llustr iss. et E c cell . S ignora , la S . Hersitia
Cortesi de Monti afi‘
ettionatissimoservidore E urialo d’
A scoli
ho pensato, per non essere ingrato all‘
atto di tanti doni
et cortesia, per le quali mi vi sento et confesso essere obbli
gatissimo, d’
intitolarvi gli honoridi quella valorosissima, etalta
donna Madama Margherita d’
Austria, Duc hessa di Parma, da
4 ma in c ento stanze altre volte c antati: li q ua liperò nonper
w nlinovatofilo d’
ordinata materia presi a desc rivere, ma si
bene un medesimosoggetto con varietà d i parole al di sen
( lenzeq uasi in tantiepigrammimi sforzaidi rappresentare
Da c iò consegue necessariamente (enon spenderemoaltreparole
a dimostrarlo) c he la lettura continuata di q uesta stanza non
può fare a menodi riusc irepocointeressante; sic c hè, nonostante
la varietà di parole et di sentenze cerc ata da Eurialo, non
samnre il lettore sa guardarsi da un senso inevitabile di stan
c hezza. In fondo al volumetto si legge: In Roma - per Antonio
A ltri sc ritti a stampa di Eurialo non si ricordano, sepur non
si voglia faremenzionedi quella sua lettera al cardinaleSant’
An
gelo, inc lusa dal Turc h i nel la sua Rac colta di L ettere fac c ie
(Venezia , 1601, vol. 2°a c arte Ma sebbene al Carpani sia
parsa lettera veramente da poeta dimestiere iostopiuttosto
col Nardini, c he, per gli spropositi e l’
osc urità in c ui appare
stampata, la giudic ò a ragione un animam… Contiene tra distic i
(1) Op. c it., vol. I, p. 96.
NOTIZIE DI EURIALO MORANI DA ASCOLI 3 1
latini sopra il giardino di Monsignore, in uno dei q ualisonoin
trodotto a parlare le stesse Muse ad Apollo.
U n manosc ritto contenente non poc h i elegantissimi madrigali
e strambotti dell’
Ascolano, non riportati altrove, sarebbe stato
posseduto dal Tassi, l’
annotatoredell’
Autobiografia colliniana. Ma
dove sia andato a finire non si sa. Fu fatta l’
ipotesi (in Gaz
zetta di Ascoli Piceno, 1882, n° 28) c he dagli eredi del Tassi
fosse stato c eduto a qualc una dellebibliotec he fiorentine; ma le
ricerc he fatte in questo senso dal Nardini non hannocondottoa
nessun resultato. Forse qualc he indagine più fruttuosa intorno
ad Eurialo potrà lentarsi ancora in Vatic ana . Ma intanto c redo
c he ai lettori non sarà disc aro rinvenir q ui ampliateed esposte
con ordineec h iarezza maggiori le notizie incompleteoinesatte,c hesi avevano di questo c inq uecentista negli sc rittori ascolani.
EMILIO DEB ENEDETTI.
UNA MISCEL L ANEA IGNOTA
RIME VOLGARIDEISECOLIXIVE XV
Ricerc andoper i miei studi i codic i in dialetto, c he si con
servano nella Bibliotec a A postolic a Vatic ana, m’
imbattei in una
pic c ola silloge di rimatori dei sec . XIV e XV , la quale merita
di essere fatta conoscere agli studiosi di letteratura neolatina .
Si tratta del codicetto Vatic ano 5166, altomm. 2 10 e largo
mm. 67 , di 70 fogli c artacei originariamentenumerati, dei quali
andarono perduti il 42 e il 43 evenneomessonella numerazione
il 61 . Nella sc rittura si distinguono assai fac ilmente due mani
diverse, la prima delle quali, anteriore al 1467 , sc risse gran
parte del codice; e la seconda v’
aggiunse le poesie, c he nella
tavola nostra portano i n! 34- 37 . 43 - 55 . 62 . Spetta ancora a l
secondo amanuense la compilazione dellmdice del contenuto,
c he si legge al verso della c arta 2 , prec eduto dalle parole
JemusMCCCCL X II jn le quali c i attestano c he il mo
nante, almenonell’
annosuddetto, trovavasi in A lessandria . Man
c ano noll’
indice, per distrazione del compilatore, alc une poesie
di mano del primo c cpista (sono i n‘25 - 33 della nostra tavola),
e trovasi per contro il c apoversod’
un’
altra poesia (0 signormio
per c hortesiu), la quale non solo non ricorre al foglio indic ato,
ma non si trova neanc he nel codice stesso. L epoesie, c he nella
tavola hanno i ni 34- 37 . 42 . 43 , furono sc rittoo ne1 1467 o poco
34 M . VATTA SSO
Dei due c 0pisti, ai qualisi devela nostra silloge, non sappiamo
se non questo, c he il secondo nel 1467 trovavasi in A lessandria,
e c he tutti e due appartengono indubbiamente alla regione ve
nota, non soloper la sc elta degli autori in parte veneti, ma spe
c ialmentoper la patina dialettalec hesi riscontra così nella poesia
di origine veneta, come in quelledisc rittori tosc ani. Abbastanza
ac c urato è il primo amanuense, poco, per non dire affatto, è
invece il secondo.
A lla regione veneta come ebbigià oc c asionedi avvertire
appartengono alc uni rimatori del nostro florilegio, eSopra tutti
è a buon dirittoprediletto il Giustinian, le c ui alato c anzonettee
graziosoballatorallegranti i convitie lenozzeavevanoac q uistato
subitogrande popolarità ediffusione E noto peraltroc henon
tutte le poesie, c he vannosottoil suonome, gli appartengonove
ramente; poic hè nel suoc anzoniere, comegià nel laudariodi Jaco
pone,s’
infiltraronoetrovaronoluogoalc uneproduzionipm 0meno
felic i degli imitatori. Non io però intendo entrare nella difi c ile
questionedella vera paternità dellec anzonettegiustinianee; osser
varò soltanto c he nel nostro codice, il qualedal restosipuò rile
nere abbastanza esattonella attribuzioni, la maggior parte delle
poesia del Giustinian sonoadespota ; ec h’
ioasc rivendoleal grande
patrizio veneziano non intendo affermare c he a lui realmente
appartengono, ma soltantoc he nelle edizioni, e spec ialmente in
quella del Wiese esse sono a lui attribuite. E poic hè siamo
su questo argomento, noterà ancora comenel nostromanosc ritto
vi si trovino non poc he ebuonovarianti della c anzonetteedelle
ballate attribuito ai Giustinian, le qualipotranno servireper la
futura edizione c ritic a delle rime di questo poeta ; c hevi è tra
sc ritta adespota una ballata di fresc hezza e sapore giustinianei,
(1 ) Cfr. V . ROSSI, Il Quattrocento [in Storia lett. d’
Ita lia], M ilano, 1899 ,p. 144 agg. Rispetto alla vita ed a lla bibliografia del Giustinian vodansi i
due Opuscoli di T . ORTOL A N I, Appunti su L . G . con l’
appendice di 24 stram
botti, Feltre, 1896 ; e Studio r iassuntivo su l lo strambotto, Feltre, 1898.
(2) L epoesie di L iona rdo Giustiniani in Scelta di c uriosità letterarie,
dispensa CXClII.
MISCELLANEA DI RIME VOLGARIDEI SEC. X IV E x v 35
c h’
io non trovai pubblic ata, epperc iò riproduco in Appendice;e c he adespoti pure oc corrono ventisei bellissimi strambotti,
non indegni certo del grande veneziano, dei quali tra soli sono
a stampa, uno attribuito al Giustinian nell’
edizione del D’
An
c ona e gli altri due senza nome d’
autore nell’
edizione del
Morpurgo Questi strambotti, c h IO pubblico con vivo piacere
in Appendice, come i ventisette dell’
edizione del B’
Ancona, for
mano, per cosi dire, un grazioso poemetto lirico, in c ui i santi
menti d’
un’
anima grandemente innamorata diffic ilmente potreb
beroessere meglioespressi.
Tra i rimatori veneti rappresentati nel nostromanosc rittov ’
è
puro, ove non si tratti d’
un omonimo, il padovano Bartolomeo
Zabarella, nipotedel celebre c ard. Francesco dottogiurecon
suito o valente professore nella patria U niversità, arc ivescovodi
Spalato nel 1428, poi di Firenze nel 1488 in premio deiservigi
resi alla S. Sede ai conc ilii di Basilea e di Firenze, al quale la
morte, c helocolpì l’
agostodel 1445 mentre ritornava da un’
im
portante legazioneai rediFranc ia edi Spagna, tolse l’
onoredella
porpora, c ui lovoleva innalzareEugenioIV Di lui,per quanto
io sappia, non si conosceva finora alc una poesia volgare; ed è
al nostro codice c he si deve la conoscenza di un suo serven
tese, c he è un lamentoappassionatod’
un’
amante trasc urata, nel
quale se manc ano pregi letterari, piace una certa originalità
di concetto (cosa assai rara nei poeti di quel tempo) , e di due
( 1) Strambotti del Giustiniani in Giorna ledifilologia romanza,II, p . 193 .
(2) Canzonette e strambotti in un codice venetodel secoloX V in B iblio
tec a di letteratura popolare ita liana pubblic ata per c ura di S. Ferrari, Il,
p. 1 10, n° 55.
(3) Intorno a F. Zabarella vedasi G. VEDOVA , Memorie intorno a l la v ita
ed a l le opere del c ard. F. Z .padovano, Padova, 1829 ; A . K NEE R , K ardina l
Z abarella , ein Beitrag z ur Gesc h . des. gross. abendla'
nd. Sc hismas, M iinster,
189 1 . Cfr. inoltre F. NOV A TI, Epistola rio di Colu c c io Sa lutati, II], pp. 408409 , nota.
(4) Per le notizie intorno a B . Zabarella vedasi, tra gli altri, TIRABOSCIII,
Storia della letter. ita l ., ediz . di Milano, p . 80, eG . VEDOVA , B io
grafia degli sc rittori padovani, Il, Padova, 1836, pp. 424- 427 .
M . VATTASSO
non medioc ri sonetti, c h 10 do in Appendice come saggio della
sua maniera di versificare. A llo Zabarella è indirizzato un so
netto d’
un BortolamioHermano, dove si loda grandemente un
opuscolo del padovanosopra la fine di Polidoro. Di quest’opera
non mi fu dato rintrac c iare notizie pm particolareggiate; non
COSI invec e dell’
autore del sonetto, il quale pare sia da identifi
c arsi con quel Bartolomeo Horcolani ( 1 ) c he nel 1442 si laureò
in diritto alla Università di Bologna, e nell’
anno seguente vi fu
eletto professore; sia perc hè paleografic amente misembra assai
fac ile la corruzione di Hercolani in Hermano, e sia perc h è
l’
Hercolani, professore della celebre U niversità bolognese, potè
assai fac ilmente avere relazione con lo Zabarella, c he era con
siderato come valente giurista dai suoi contemporanei.
A Padova ancora c i ric hiamanoinomi diDomizioBroc c ardoedi Jacopoe Franc escoSanguinac c i. Intornoai primi due, ai quali
il nostroms. attribuisce un sonetto, non è q ui il c asodi ripetere
cose note; ma non saranno inutili alc une indaginisu Franc esc o
Sanguinac c i, il c ui nome ricorre in fronte ad un brevissimo
frammento d’
una frottola interessante, c he senza nome d’
au
tore Venne pubblic ata per intiero di su un codiceMarc iano da
G . Mazzoni
Due Francesco Sanguinac c iesistetteronel sec . X V ; unofu fra
tello di Giovanni detto Zanin e zio di Jacopo il noto poeta , e
l’
altro fu fratello del poeta stesso. L a genealogia del ramo, c ui
tutti questi appartennero, sipuò vedere in un opuscolodiAntonio
Belloni Però il prospetto, riguardoal Francescodi c ui c ioc
(1) V . C. FANTUZZI, Notiz ie degli sc rittori bolognesi, III, Bologna, 1783,pp. 27 1- 273 ; TIRABOSCHI, Storia c it., l ll , p. 73 , e S . MA ZZETTI, Repertorio
di tu tti i di Bologna , Bologna, 1847 , pp. 172 - 173 .
(2) Sotto il titolo Un libellopadovano in rima del sec . X V in A tti e
Memorie della R. A c c ademia di Padova , N . S ., VII, pp . 191 - 205.
(3) DiDueSc ipioni Sangu ina c c i rimator ipadovani dei secoli X VeX VI,Padova , Gallina, 189 1 (Estr. dalla R assegna padovana di storia , lettereed
arti, I,
MISCELLANEA DI RIME VOLGARIDE I SEC. X IV E XV 37
c upiamo, deve venire, disugli alberi conservati nel Museoc ivico
di Padova (sez . B ibliotec a) e c itati dal Belloni, integrato cosi
Jacobinus c um L eonora Badoara
Joannes Novellus FRANCISCVS 1)aq uae
Quale però dei due Francesco sia l’
autore della trottola non è
possibileper ora ac certare, manc andoqualunque notizia, diretta
o indiretta, cosi dell’
uno come dell’
altro.
Vero è c he negli E stimi conservati pure nel Museo c ivicodi
Padova (sez . A rc h ivi, Estimo del 1418, t. 220, poi. 46) si trova
una denunzia di beni fatta da un Franc isc us de sangonatiisil
giorno 8 maggio 1444, e nel cod. 7 , 2 , 46 della B ibliotec a dell’
A c
eudemia deiConcordidi Rovigo(2) si leggea c arta 38 una Canzon
fac toper il marc heseN ic olò deFerard elegantissima per man
demaser Francesco Sangu ineoda Padoa , ma neppur di questo,
come di quello, si può dire se sia lo zio o il fratello del poeta .
Ad un’
altra c ittà del Veneto e prec isamente a Verona appar
tiene un ignobile versific atore, ma medico valente del sec . XV,
voglio dire A leardo Pindemonte il c ui nomericorre in fronte
a c inque medioc ri sonetti, lo sc arso pregio dei quali sta unic a
mente nelle reminiscenza petrarc hesc he, onde sono pieni, come
(1) Debbo le princ ipali notizie su Francesco Sanguinac c i alla squisita cortesia del Direttore del Museo c ivico di Padova, l
’
egregio dott. Mosc hetti, alq uale m
’
è grato rendere q ui i miei più sentiti ringraziamenti.
(2) Cfr. MAZZATINTI, Inventari deimas. delleB ibliotec hed’
Ita lia,111, p. 13 .
Il cod. venne ultimato da Antonio de Gainis Ch rpis in domo domini
Ta liani de Pns . anno M CCCCL X IX de mense Zennari. L a c anzone
c om.
‘
Non par c he sia bastante a dic hiarar lo.
(3) Nel ms. è detto A leardo da Pedemonteveronese. L epoc henotiziesuquesto autore sono tratte dalle sc heda della B ibliografia Veronese inedita
di Mons. G . B . Carlo Giuliari, la c ui copia io debbo alla gentilezza dal .
c av. Pietro Sgulmero, al quale presento q ui i miei cordiali ringraziamenti.
M . VA'
1‘TASSO
si può anc he vedere nei due pubblic ati in Appendice. Il Pinde
monte aspetta ancora il suo biografo; ma nel frattempogioverà
espero c h’
egli sc risse prima del Panteo( 1) un’
Opera dal titolo
De balneis Caldera, in c uisembra c hesi trattinon soltantol’
ar
gomentomedico, ma eziandio delle antic h ità di quel luogo Il
libro, c heebbela fortuna di usc ir almenotrevoltealla stampa
è preceduto da una breve dedic a Rev.… in Christo Patri et
D. D. Hermolao B arbaro Dei et Apost. sedis gratia digniss.
°
It‘
pisc .
° Veron , con la data E a: Venetiisdie 3 Novemb. 1459 .
Col Pindemonte si c h iude la breve serie dei rimatori veneti
ricordati nel nostroma ma non termina la rac colta di poesie
dovute alla penna di alc uni altri verseggiatori di quella regione,
poic hè, oltre ad un sonettoadespotoc heva attribuitoad Antonio
Bec c ari, veneto sono senza dubbio alc uno frottole senza nome
d’
autore, un contrasto assai grazioso tra la figlia desiderosa di
marito e la madre c he cerc a di temperarnoi bollori un tm
portante ballata, in c ui la madre dà consigli alla figlia, sposa
novella, eforse anc he due serventesi d’
argomento amoroso.
Della pic cola sc h iera di rimatori, appartenenti ad altre regioni
d’
Italia, primo si presenta il Sordini detto Saviozzo con c inque
serventesi, di c ui uno adespoto; vien secondo Bartolomeo Her
colani con un sonetto; seguono quindi Fazio degli Uberti coi
sette sonetti sui vizi c apitali, tutti adespoti, il Petrarc a con due
(1) Cfr. MAFFE I, Verona illustrata, in fai., parte Il , col. 109 .
(2) Cfr. TOMASINI, De donariis a c tabellis votivis, Padova, 1654, p. 89 .
(3) L’
Opera infatti si trova pubblic ata a e. 141- 189 della Rac colta de B a l
neis omnia q uae ew iant, Venetiis, 1553, apud Junc tum in f° ; a e. 104- 124
dell’
altra ediz . pure di Venezia del 157 1 e finalmente a‘e. 145 - 184 dell
’
operetta dal P. Ventura Minardi, DeB a lneisCa lda -ii etc ., VenetiisatVeron a,
1689 , ex typ. Rubeana, in
(4) Cfr. su questo argomentoRE NIIR, Appunti su l contrastotra la madre
e la figliuola bramosa di ma rito in M iscella nea N u zia le Rossi- Teùs,
pp. 11 - 28. Vedasi ancora la XX IV delleCanzoni E ballo: M adremia ddmmi
marito e la c anzonetta : M adre, c hepensi tu flzre | Chemaritonon meddi
in CARDUCCI, Cantilene e ba l late, strambotti emadriga li nei secoli X III
e X IV, Pisa, Nistri, 187 1 , p. 336.
M ISCELLANEA DI ams. vox.a.u unm sec . X IV E xv 39
sonetti, uno dei quali adespoto, e finalmente il Burc h iello con
parec c hisonettitutti adespoti, precedutieframmezzati da c inque
altri sonetti alla burobie senza nome d’
autore.
Questa è la fisionomia del nostro codice, in c ui a differenza
di altri mss., come p. es. il Castiglionescocosibene illustratodal
Cian un cert’
ordine vien serbato, se non nella disposizione
delle poesie d’
ogni singolo autore com’
è ad es. il celebre cod.
Vatic ano3 793 (2) almeno nel raggruppamentodei vari generi
di poesie. Infatti esso consta di un primo gruppo di serventesi
tetrastic i (noi diremmo meglio c apitoli quaternari), in c ui son
frammisc h iate alc une c anzonette e ballate, d’
un secondogruppo
di sonettied’
un terzo gruppetto compostodi una c anzonetta edi
due ballate, c ui tien dietro una rac colta di strambotti ed una
pic cola serie di c anzonette e ballate, tra c ui un serventese te
trastico.
D0po il secondo gruppo e la prima ballata del quinto segui
vano alc uni fogli bianc h i, nei quali il secondoamanuensesc risse
(1) Un codice ignoto di rime volgari appartenuto a B . Castiglione in
questo Giorn ., 34, 2 98- 3 53 ; 35, 53 - 9 3 .
(2) Colgo la prima oc c asione c hemi si presenta per correggeredueerrori,i quali, rispetto alle c 0pie di q uest
’
insigne c anzoniere, s’
incontrano nel
Truc c hi e nel Grion, e, sulla fede di questi, anc he in altri autori, comead
es. nel Cu n, Un decennio della vita di M . Pietro Bembo, Torino, 1885,p. 84. Il Truc c hi a p. 15 del vol . Il delle Poesie ita liane inedite di dugen lo
autori (Prato, 1846 nel pubblic are una frottola d’
incerto autore tre
c entista afferma d’
averla tratta dal cod. Vet. 4620, c h‘eglidiceinoltre copiadel libro reale del Bembo Ma il vero si è c he il cod. suc c itatocontiene
soltanto sermoni latini sulle epistole della Quaresima : altrovequindi, e.
c ioè
nel cod. Vat. 4823 , bisogna cerc are la c 0pia del L ibro rea le c he contiene
pure a c arta 19 r - 20r la frottola edita dal Truc c hi. In un simileerrore c ade
anc he il Grion là dove asserisc e c he il cod. Vet. 4640è essopure una c 0piadel cod. Vet. 37 93 , copia c h'egli c rede fatta per ordine del Bembo stesso
( c fr. Il serventese di Gia llo d’
A lc am0, Sc herzo comico del 1247 in Pro
pugnatore, vol. lV , parte I, 187 1 , p. 105 e imperoc c hè il cod. Vst. 4640
non solo non è c opia del L ibro rea le, ma non contiene affatto rime volgari.
Forse, e senza forse, il Grion voleva ac cennare al cod. Vet. 4823 , il q uale
peraltro secondo le giuste osservazioni del Monac i anzic hè al Bembova attribuito al Coloc c i. Cfr. l
’
introduzione a L e antic he rime volgari se
condo la lezione del codice Vatic ano 3 7 93 , vol. I,p. xxm.
40 M . var rssso
alc une trottola, tutte adespota, tranneuna attribuita a Francesco
Sanguinac c i, eparec c hi sonetti c he, sebbenesenza nomed’
autore,
riusc ii in gran parte ad identific areper quelli del Burc hiello.
Ec co intantoper maggior c hiarezza il prospettotopograficodei
vari rimatorie componimenti adespoti, c hericorrononella nostra
misc ellanea poetic a :
Ade8p. (Serdinii)
Berdini d.
° Saviozzo
Berdini
Adesp. ma del Giustinian
Berdini
Giustinià.n
Adesp. ma del Giuatinian
Adesp. (Berdini
Bartolomeo Zabarella
BartolomeoHercoleni
Jacopo Sanguinac c i
Petrarc a
A leardo Pindemonto
Domizio Broc c ardo
Bartolomeo Zabarella
42 M . vu n sso
tavola non soltanto lmdic azione del foglio ed il princ ipio dei
singoli componimenti, ma ancora il titolo, ledidasc alieeil nome
dell’
autore, aggiungendo in nota la bibliografia il piu possibil
mente completa deimedesimi. A questometodom'
attenni iopure
in tutto, tranne in questo c he delle rime inedite e da me non
pubblic ate diedi ancora l’
ultimo verso, affinedievitare la confu
sione di poesie c he, pur avendoallevolteidenticoprinc ipio, sono
affatto diverse tra loro. I titoli ed i nomi degli autori, c he non
si trovano nel ms., c hiusi in parentesi quadre. Rispetto all
’
adi
zione dei testi da me c reduti inediti, debbo avvertire c heman
tenni la grafia del codice, dal quale mi discostai nella inter
punzione, nei segni diac ritic i, nel riordinamentodei nessi, nello
sc ioglimento delle abbreviature, nella sostituzione della v alla u
consonante e della i alla voc ale e nella eliminazionedeisegni
ortografic i senza valore di pronunzia . Poc he volte, peraltro, mi
convenne di correggere alc unierrori evidenti del copista,ma in
questo c aso ne diedi avvertenza in nota, ove riprodussi sempre
la lezione del manosc ritto. A ltre pic cole correzioni dovetti fare
nel testo,ma, per non venir menoalla fedeltà della trasc rizione,
stampai in corsivo le voc i, le sillabe o le lettere, c he vanno
espunte, e rac c h iusi in parentesi quadra quellealtre c hevanno
aggiunte. Ma di questa libertà usai raramente per non svisare
la fisionomia del codice, pieno di dialettismi pr0pru di quella
regione, a c ui esso appartiene.
Termino queste righe mandando un vivo ringraziamento al
c h iar.
mo prof. Cian , il qualegentilmentemi porseaiutonell’
iden
tific are alc uni componimenti.
Manco VATTASSO.
M ISCE L LANEA Dl RIME VOLGARI DEI SEC. X IV E x v 43
TAVOL A DE L CODICE
1 (i'
. [Serventese tetrastico ac ef., adesp., anep.J. Il fram
mento
Com. M a se’
l sapesti c redo c um furore.
Fin. Fede e speranza da la mia salute.
2 (ibid [Serventese di] Simone da Siena.
Com. Nove[l]la monarc hia, iusto signore.
3 (i. [Contrasto tra la figlia c he vuol maritoe la madre
c he ne la dissuade].
Com. Madremia, non tepar ora.
(f. Serventese di] Simone da Siena.
Com. 0 spe[c ] c hio di Narc iso, o Ganimede.
5 (f. [Serventese di] Simone da Siena .
Com. O magnanimo don[n]e, in c ui beltade.
1 . Non ostante le pm diligenti ricerc he. non son riusc ito ad identific are
il frammento surriferito, Il q uale, del resto, è si poc a cosa, c he non
merita davvero vi si spende Intorno altro tempo.
2. È la nota poesia indirizzata al conte di Virtù, G . Galeazzo Visconti.
Per la sua bibliografia vedasi l’
Indice del le c arte di P . B ilanc ioni,ed. Frati, in Propugna tore, N . S., vol. IV, P. I, pp. 183 — 184, la tavola
del VOL PI, L a vita e le rime di Simone Serdini, in questo Giorna le,15, 6 1 , e il FL AMIN I, L a liric a tosc ana del Rinasc imentoanteriore ai
tempi di L orenzo il M agnifico, Pisa, 189 1, 63 ; c fr. inoltre GIA N ,
Un codice ignoto di rime volgari, in questo iorn ., 34 , 3 47 , n° 143 .
8. Inedito. L o pubblico in A PPE NDICE , n° 1.4. E il n° 44 del VO L PI Op. c it., p. il quale lo ri ubblic ò in lezionepiù corretta a
}pp. 67 - 73 . Per la sua bibliografia ve asi anc he l’Indice
delle c artedi B ilan c ioni (Propugn., N . S., vol . IV , P. I, pp. 185il FL A MINI, L iric a ,
p. 742 , n° 24 e il MAZZON I, L e rimeprofane d’
un
manosc ritto del secoloX V, in A tti e memorie del la R. A c c ademia disc ienze, lettere ed ar ti in Padova , N . S., VII p. 93 ; c fr. inoltreGIA N , loc . c it., p. 33 1, n° 40.
5. È il n° 43 del VO L PI ( Og
. c it., p . Per la bibliografia vedasi ancoraPropugn ., N . S., vol. IV, I, p. 185 e il FL AMINI, L iric a , p . 742
, n° 33 .
44 M . VATTA SSO
6 (t’
. [Canzonetta di L ionardo Giustinian] .
Com. Parla mia c ara e dolze amor.
7 (t’
. [Serventeseacei’. di] Simoneda Siena. Il frammento
Com. Io non penso c he’
l so spirito ironia.
Fin. E fue da questa vita al lume spenc to.
8 [Serventese adesp.,
Com. Possa Pesc ia) c h’
i c ielie. tantomal consente.
9 (t’
. 15 [Serventese di] L ionardo Giustinian.
Com. lo vedoben c h’
amor m’
è traditore.
10 (f. |Canzonetta di L ionardo G iustinian].
Com. Tropo amor si me desfac ie.
11 (t’
. [Serventese di Simone da Siena
Com. [L ]’
alta virtù da quel co[l] legio sanc te.
o. E il n° CX 1V della tavola del Su m : ( Un codice del Collegio di
3 . Car loe le rac colte a penna di rimeadespote, in Propugnatore, N . S.,
vol . V , P. I, p. il n° XV del MORPU RCO Canzonetteestrambatù'
in un codice veneto del secolo X V, in B ibliotec a di L etteratura 0
polare ita liana pubblic ata per c ura di S. Ferrari, vol. II, pp. 61 ) eIl X IV del WIE SE (L epoesie di L ionardo Giustiniani, in Scelta di
c uriosità letterarie, disp. CXCIII, pp. 79 Per la bibliografia vedasi
ancora S. FE RRARI, B ibliotec a di lett. c it., vol . II, p. 11 - 15, a c ui si
può aggiungere pure il codice Parigino 1069 , c he a registra adesp. a
c art. 39 (c f. MA ZZATINTI, M anosc ritti ita liani delle bibliot. di Franc ia,Il, Nedo levarianti in APPE NDICE , n° 11, prendendo a base l’edizione del Wiese.
7 . Trattandosi d’
un breve frammento, e non avendo a mano le varie
edizioni della rime del Sardini, ne lasc io a c hi ne ha voglia l’
identi
fic azione. Dopo,l’
ultimo verso si legge: Finisper Simonetum deSenisnel Pisis.
8. Nuova, inedita. L a pubblico in A PPE NDICE , n° III.9 . E il n° L VIII del Wiese, ed il n° l l l del Mor
gurgo. Per le indic azioni
bibliografic he vedasi GIA N , Op. c it., in uesto iorn ., 34, 3 3 1- 3 3 2 , n
° 44
e 35, 89 . Ne do in APPE NDICE , n° IV, e varianti.
10. È il n° 65 del cod. Palatino 2 13 (GE NTIL E , I codic i Pa latini, p. 270)e il n° L XIV del WIE SE (Op. c it., pp . 339 Ne do in APPE NDICE ,n° V , le varianti.
11 . Questo serventese, oltre c he nel nostro, è adespoto ne’
codic i seguenti
B ibliot. c ivic a di Genova . fil. 1 , 3 , 15 ; Ma liabec hiano VII. 25, 1008 e109 1, Il , II. 40 e Ric c ardiano XX I. 155. A Serdini l
’
attribuisce il co
MISCE LLANE A DI RIME VOLGARIDE I SEC. X IV E xv 45
12 (f. [Serventese di] Bartolomeo Zabarella.
Com. Qual dio, q ual forte o natural iudic io.
18 (f. [Serventese adesp.,
Com. Poic hè ’
l corso del c ielo e la fortuna.
14 (f. Sonato de Bortolamio Hermano al Bazabela .
Com. Discorrendo, poeta, gli alti versi.
15 Sonato da masiar Jacomo Sangonazo.
Com. lo sum disposto al tutomutar pani.
18 [Sonetto adesp.,
Com. lo sum da l’
aspec tar omai si vinto.
17 Sonato del Petrarc a .
Com. Se traviato el follee mio desio.
18 (f. Sonato del Petrarc a.
Com. Quando fra l’altre [donne] ad ora ad ora.
dic a L aurenz . Plut. XGI int'
. 47 , a Messer Nello di San Geminiano ilcod. L aurenz. Plut. X L , n° 43 , ed al Puc c i il Bilanc ioni (Prep t.,
V, P. II, p. Per la bibliografia vedasi VOL PI, Op. c it., pp.m7 .
Nuovo, inedito. L o pubblico in A PPE NDICE , n° VI. In fine si legge
Finisper B artolum Z abarc la .
Nuovo, inedito. L o pubblico in APPE NDICE , n° VII.Nuovo, inedito ed interessante per un ac cenno ad un lavoro poeticodel destinatario. L o pubblico in A PPENDICE , n
° VIII. Il destinatario, c henel codic e è detto Bazabela, non sarà probabilmente altri c he lo Za
b
prella ;
3fle l
’
autore è forse da identific arsi c on Bartolomeo Horcolani ;c r. p.Non è registrato nella poesia del Sanguinac c i e neppure nell
’
Indicedelle c arte di P . B ilanc ioni. L o pubblico in A PPENDICE , n
° IX .
Dev’
esserea stam ma non so dove rintrac c iarlo. Fin. L’
anima c h’
è
poco sola una v c ta .
È Idprima volta, c h IO sappia, c he è attribuito al Petrarc a, del qualenon è certamente. L o pubblico in A PPE NDICE , n
° X .
E il sonetto c he nell’
edizione del Mestic a porta il n° X ii.
M . VAT'
I‘ASBO
i
19 Sonato de A leardo da Pedemonte veronese.
Com. Quand' ioben penso al miomisero stato.
20 Soneto de A learda (corr . A leardo) da Pedemonte
veronese.
Com. Venuto è ’
l dolc ie tempo del disio.
2 1 (t'
. Sonato del medemo.
Com. Credo semai natura ebbelo ’
nzegno.
22 Sonato dell] medemo.
Com. amor, quant’ è bella costei.
28 Sonato dei medemo.
Com. Benedico al bel viso e c hiaro zorno.
24 [Sonetto] Ad illustrem comitem U rbini.
Com. Quando al princ ipio non risponde al mezo.
2 5 (t’
. 26 [Sonetto adesp.,
Com. Ancor vive, madona, al bel sperare.
2 6 [Sonetto adesp.,
Com. Constrec to e mal miograto a lac rimando.
27 Inc ipitsone. dom. Domtc j B ro[c c ardi].
Com. Ben possati c alarma al c hiaro viso.
Non per pregi letterari, ma come saggio della maniera di questoverseggiat0refin q ui sconosc iuto, pubblicoquestosonettoin A PPE ND., n
° XI.
Fin. A me la dona c he’
l tempo è venuto.
Fin. Che l’
ci c l mio cor già de stupor conq uiso.
Fin. Po’
rimareve in la vita serena .
Nuovo, inedito. L O pubblico in APPE NDICE , n° XII.Nuovo, inedito. Fin. Tu mi ha
’
compunc to de amorose inc . Dopo ii due terzetti rim
'
ati A BC, A BCseguono c inque endec asi labi con losc hema DE EDD.
Nuovo, inedito. L o pubblico in APPE NDICE , n° XIII.Nuovo, inedito. L O pubblico in APPE NDICE , n
° XIV .
È adeep . nel cod. Parmense 1081, onde fu tratto da E . Costa e pub
MISCELLANE A DI RIME VOLGARIDE I SEC. XIV E xv 47
2 8 (f. [Sonetto di] Bartolomeo Zab[arella].
Com. Vidi nuova helec ia e un nuovo amore.
2 9 [Sonetto di] Bartolomeo Zab[arella].
Com. Da un continente velo avia coperto.
[Settesonettidi Faziodegli Uberti sui vizi c apitali].
Cominc iano
I E sum q uella mala pianta da soporbia.
2 E sum la mac ra lupa da avaric ia.
8 (f. 27 E sum la scel[l]erata de luxuria.
4 Ira mi sum senza rason e regala .
5 E sum la gola c he consumo tut[t]o.
6 (t'
. E io invidia quando altrui resguardo.
7 Io ac c idia sum tanto da nulla.
3 1 [Sonetto adeSp.
Com. Superbia, madre e dona d’
ogni vic io.
82 [Sonetto di Antonio da Ferrara].
Com. Cesaro, poi c he recevè al presente.
blic ato in questo Giorn ., 13 , 86 , n° 26 . L e poesie famigliari di D. Broc
c ardo furono edita da G . S . Sc ipioni nel Preludio di A ncona, V (1881)n . 1 1 ; e A . Saviotti pubblic ò Ie B a lla te inedite di Domiz ioB roc c ardoda Padova , Fano, 1892 , per nozze Autaldi
- Proc ac c i; c fr. Flamini inPropugnatore, ,N . S .
, V, P. I p . 301, nota. Per le notizie bio
grafic he c fr. Giorna le, 13, 44 1 ag. ; 14, 3 10.
28. Nuovo, inedito. L O pubblico in A PPE NDICE , n° XV . Dopo l ’ultimoversodi questo e del seguente sonetto sta sc ritto: Finis per d. B arto. Z ab.
Nuovo, inedito. L o pubblico in A PPE NDICE , n° X VI.
Vedi R. REN IER, L iric he edite ed inedite di Faz io degli Uberti, Firenze, 1883 , pp. 139 - 155 ; c fr. F. PE L L E GRINI, Sette sonetti mora li diF. d. una reda z ione sconosc iuta , Verona, 1900, per nozzeBolognini
- Sormani.
N° 5. Manc ano i vv. 3 - 4 della prima quartina .
Nuove, inedito. Fin. Perc hè i c apoversi ad arden sc hiopano.
A lle indic azioni bibliografic he rac colta dal Bilanc ioni, Indicenel Propugnatore, N . S Il, P. I,pp
. 7 1 - 72 , a giungasi quella della Rac coltadi rime tosc ane, Palermo, 1 7 , IV , p. 5, n° V e I
'
adiz . del ME STICA ,L e. rime di Francesco Petrar c a , Firenze, 1896, p. 146 in nota .
48 M . VAT'I‘ASSO
88 (t’
. 28 [Sonetto del Petrarc a] .
Com. Cesaro, poi c he’
l traditor d’
Egipto.
34 [Sonetto
Com. Prima resurgerà dove si m ondo.
85 [Serventese tristico adesp.,
Com. Femena c h’
eman a sec he fera.
86 (f. [Sonetto c audato
Com. Misiere, e’
vegno a dio a vu ela raxon.
87 [Sonetto c audato
Com. NO, no fistola, min iere, mo no c agou
88 (t’
. [Ballata di L ionardo Giustinian].
Com. 0 dona del cor mio.
89 (f. 37 [Ballata adeep.,
Com. Poi zonta sei al partito.
33 . Nell’
Indice del le c arte di P . B ilanc ioni, loc . c it., p. 7 1 , è attribuitoad Antonio da Ferrara, ma il sonetto è del Petrarc a . Nell
’
edizionedelMestic a esso porta il n° L XXXI. Questo sonetto trovasi ura nel codice 5676 della Bibl . Guarnac c i di Volterra (G. Mazzatinti, I, p.
34. Nuovo, inedito. L o pubblico in APPENDICE , n° XVII. Quantoal concetto
c fr. i c anti di varie rac colte, ricordati dal D’
A NCONA , L a poesia opolare ita liana , L ivorno, 1878, p . 278, n . 1 ; e lo strambotto c he ne l
’
edi
zione del MORPURGO, Canzonette e strambotti c it., porta il n° 53 .
35. L o sc hema di q uesto serventese inc atenato è ABA , CBC, DED, PEF,
GG. È un’
invettiva contro le donne. L opubblico in APPEND., n° X VIII.
36. Nel ms. S mtitola Frotola eac c anto a questo titolo un’
altra manoag
giunse da vila. L o pubblico in A PPE NDICE , n° XIX .
È la risposta al sonettoprecedente. L o pubblicoin APPE NDICE , n° XX .
E alla stessa c he il Wiese diede mutila in princ ipio sotto il
n° X IX , pp. 149 — 152, e c he il Mazzoni integrò disul codiceMarc iano( L e rime oana d
’
un ms. del secoloX V, in A tti ememorie dell’
A c
c ademia Jir
adova , vol . VII, 189 1, n° 11, p. Ne do le varianti in
APPE NDICE , n° X X I.
È in dialetto veneto. L o pubblico in APPE NDICE , n° XX II.
M . V ATTA SSO
Che t’
azo fac to, c he salvaza sei.
Perla mia c ara, aspec to de anzoleta.
O graziosa, [o] fior d’
ogu'
altro fiore.
(t'
. 41 Aimé mosc hin, dove reduc tom’
hi.
Fara’
tu mai contento al mio desio.
[Ballata
Com. Virtù c hi siegola segnala) perir non
48 [Frottola
Com. Al mal ofi c io e’
fu ac iuso per fruto.
44 [Frammento d’
una trottola] da Francesco Sangui
nago.
Gom. Tacete, male lengue.
Fin. Meteretili una briglia .
45 (f [Sonetto c audato acef., adesp., Il frammento
Com. E fec e una patela e mezo un testo.
Fin. Tu non sa’
ancor quel c he ’
l formento vaia.
46 [Sonetto c audato adesp.,
Com. Rec ipe un gran c arniaro di balestre.
47 [Sonetto c audato adesp.,
Com. Cicerbitac c ia verde e paonazza .
N° 24. A nc heil c apoversodellostrambotton° 5 del Morpurgo (Op. c it.,p. 96) è identico al surriferito, ma lo strambotto è tuttaltraFin. Per zasc um po come vic io c assa .
È in dialetto veneto. Fin. I dirnepisso ch iaro in c aga a l miogo.
Sono i primi quattroversi del componimento pubblic ato da G. M azzoniin A tti emembrio del la R. A c c ad . di Padova , N . S., VII, pp. 191 - 205.
Nel cod. Marc iano la poesia è adespota ; eperc iò riesce preziosa l’attribuzione del nostroms.
Mancano i primi diec i versi.È una ricetta burlesc a controla febbre. Fin. A q uestomodo c amperaidi febre.
Con q uestoverso, c henel nostroma. suona Sicerbita verdeepaonaea ,
cominc ia pure un sonetto del B urc hiello, c he è però tutt’altra cosa del
nostro. Fin . Che tu vera’
c um le a ltre in sinagoga .
M ISCEL L ANE A DI RIM E VOLGARIDE I SEC. X IV xv 51
48 (f. 44 [Sonetto c audato del Burc h iello].
Com. Prestate nobis de oleo vestrosso.
49 [Sonetto c audato adesp.,
Com. Io c repo veramente a i non nar[r]o.
50 [Sonetto c audato del Burc h iello].
Com. lo ho si fortte al mio c ridurato.
5 1 (f. [Sonetto c audato adesp.,
Com.—
.Son però rugina diventato.
52 [Sonetto c audato adesp.,
Com. De! fic ati o’u c asina menc hia taro.
58 [Sonetto c audato del Burc h iello].
Com. L a don[n]a mia comenza a retrosire.
Questo sonetto, c he è adespoto nel nostro codice e cominc ia Datenobis de ak a vestro, è pure adespoto nel c od. Fiorentino 11, IV, 250
(M azzatinti, X , efu pubblic atopiù volte con le rime del poetabarbiere. Qui otre alle due edizioni c itato dal Bilanc ioni (in Propu
gnatore, N . S ., Il, P. II, p. ricorderò l’edizione di Venezia del 1512Sonetti del B urc hiello novamente stampatietdiligentemente correc ti,V), l
’
ediz . di Firenze del 1552 (I sonetti del B ur c hiello etdimesserA ntonio A lamanni a lla B urc hiellesc a , c art. l
’
ediz . di Venezia del1553 (Rime del B ur c hiello comentate da l Doni, p . 19 1) e finalmentel’
adiz . di Firenze del 1568 (I sonetti del B urc hiello, di M . AntonioA lamanni et del B isotu to ec c ., c art. Rispetto alle rime del Burc hiello non c ito le edizioni più antic he, perc hemi furonoinac cessibili.Questo sonetto anc he adespoto si legge nel codice 42 della Bibliotec acomunale di Udine (Mazzatinti, III, In esso è ricordata una
c anzone c he cominc ia O zovanela da c astel dil mare. Fin. Seionon
piglio ti nasc a il vermoc ane.
50. A lle indic azioni date dal Bilanc ioni (Indiceec c loc . c it.,p. 328) s
’
e
giungano le ediz . di Venezia del 1512, H, 7 , del 1553, p . 3 e quel ai Firenzedel 1568, c . 75. Nell
’
edizioni il sonetto com. Io ho il mioc .
si forte riturato.
Fin. Dico l’a ltrieri q uando ancora non gioc ava .
Fin. Vino di paso re d’
ogni anima le.
Oltre c henelleedizioni indic ate dall’
IndiceB ilanc ioni8Propugnatore,
N . S., Il, II, uesto sonetto è pubblic ato nella ue edizioni di
Firenze del 1 e de 1558, a c . 57 .
52 M . VAETASSO
54 (f. 45 [Sonetto c audatodei Burc hiello}.
Com Temendo chelo imperionon pa… .
55 [Sonetto c andelo del Burc hiello].
Com. L a. gloriosa fama da Davit[ti] .
56 (f. Canzonotta adeep.,
57 (f. 49 [Canzonetta di L ionardoGiustinian].
Com. 0 dona d’
alto alare.
58 (f. [Ballata di L ionardo Giustinian].
Com., 0 tu. c hesei, c umpagna.
59 (f. [Ballata di L ionardo Giustinian].
Com.,Dio te dia la bona sera.
60 (f. 52) [Serventese di] masiar Jacomo Sangonatio.
Com. De! muta stileormai, giovenil core.
54… Ih i pubblic ato1più volte. Qui io_
miac contento di ricordare l’edizionediVenezia, ,del 15 , F. IV v - V, quella di Firenzedel 1552, c , 14, l
’
edizionedi Venezia del 1553,p. 139 equella di Firenzedel 1558, c . 14.Cfr. inoltrel’
Indicedelle c arte,
di P. B ila nc ioni, loc . c it., p. 3 16.
55, E stampato. nell’
ediz . c it. del 1512 , C, Vill a .- E , l r ., dal 1552, c . 1 1 ,
del 1553 ; 17,e in quella del 1558, c . 11 . Cfr. inoltre I
’
lndioe del lec arte di Bilanc ioni, loc . c it., p. 331 .
561 Nuova, inedita. Assai probabilmente…òdello stamo Gimtim'
an. L a pubblico in APPENDICE , n° XXV .
Eu pubblicata dal WIESE di sul codice Palatino213 (c f. GE N’
I;IL E , Op.
Cit… I, 269, n . 38) sotto il n° XXXVII, 9 pp, 189 9 197 . Nedo. levariantiin A PPENDICE . n° XXVI.
se. E il o 37 del cod. Palatino Gi anna, Op. c it., I, il V del Mu ,
zoN i c it,, p. 59) e il XX ,IV del WIE SE , pp. 177 - 180. Ne do le
varianti, in A PPENDICE , n° XXVII.
59 . È il n° 36 del cod. Palatino(GE NTIL E , loc . il XXXV del WIE SE ,
pp. 181 - 184 ed il n° VIdel MA ZZONI (loc . c it., p . Nel nostro codice
essa non è distinta dalla precedente. Ne do le varianti inA PPE NDICE ,n° XX VIII.
60. E il n° 8 nella tavola del Biadene ( Giorna le, 9 , 2 14) e il 47 del C:…( Un cod. ignoto di rime volgari, in questoGiorn ., 34, Cfr. inoltreI'lnigi
ic
)e del le c arte di P ‘
. B ilanc ioni (in Propugnaùtre, N . S., VI, 1 ,p.
M ISCELLANEA DI RIME VOLGARI DE I SEC. X IV E x v 53
6 1 53 [Ballata di L ionardo Giustinian].
Com. O done inamorate.
62 (f. [Sonetto c audato del Burc h iello].
Com. Vien q ui, Zorzou (corr. da Zon ino) ,ec [c ]otiungros[s]o.
68 (t’
. [Canzonetta di L ionardoG iustinian] .
Com. Guerrera mia, consentirne.
64 (f. [Canzonetta di L ionardo Giustinian].
Com. Crudel dona '
d‘
espiatata .
6 1 . E il n° 1 del cod. Palatino 2 13 (GE NTIL E , Op. c it., p . il n° 5del cod. Ric c ardiano 109 1
{FE RRARI, B ibliotec a della k tter. p ala re
ita liana , Il, il n° XV del MORPURGO[Canzonetta ec c ., pp.
il n° 1 (
5
1
3;IE SE ( Op. c it., pp. 5 - 16) ed i n° VII del MAZZONI (Op.
c it., p.
62 . Trovesi anc he nel cod. 42 della Bibliotec a ComunalediUdine, ove èattribuito al Burc hiello Inventari, Ill , p. 186 e nel c
'
odice Fiorentino il, IV , 260, ove è adespota (MAZZAl H , p.
M anc anonel nostro cod. 4 versi : esso inoltre è moltodiversoda quellodelle stampe, in c ui Com. Va in merc ato, Giorgin, tie
‘
n
gl i un
vgivsito.
Fu pubblic atopiù volte, come, er es., nell’
ediz. del 1512 , c . v ., del1552 , c . 41 , del 1553, p. 189 in quella del 1558, c . 41 . Vedabi ancoral’
India delle c arte di P . B ilanc ioni (in Propugnatore, N . Su, V, P. II,p. 300, ove è attribuito ad A . Puc c i) .
63. È il n° 16 del cod. Palatino213 , ove è mutila del princ ipio(GE NTIL E ,
Op. c it., p. 269 ) e il n° 1 del Ric c ardiano 109 1 (FERRA M , loc . c it
Fu pubblic ata più volte, a cominc iare dalle varie edizioni deliore delle Canzonette (c fr. FERRARI, loc . cit., pp. 13 - 15 ) a Veni
‘
r'
e‘
al
MORPURGO (Canzonette e strambotti ec c ., ove,
ha il n° IV, pg. 31 - 33)
ed al WIE SE , c he la ripubblic ò sotto il n° XV, pp. 87 e do le
varianti in A PPENDICE, n° XXIX .
64. È nel cod. Palatino 2 13, al n° 40 della tavola GE NTI E , a l n° X L IXnell
’
ediz . del Wiese, a l n° X nell’
ediz . del Morpmgjo, a n° CVIII della
tavola FL AMINI, Un codiceec c . p. 303 ed a l n° 1’
del la tavola GIAN,Op. c it., p . 342. Ne do le varianti in A PPE NDICE , n° XXX .
Seguirà l’
Appendice) .
L ETTRES INÈDITES
UGO FOSCOL O A HUDSON GURNEY
L es lettres publiées c i—dessous ont été données a mon père,M . Adolf Tobler, par M . Georg von Bunsen, q ui de son c 6té les
avaitreouesde la main da M . John Henry Gurney, arrière- neveu
du généreux protec teur de Foscolo. Hudson Gurney . D’
autres
lettres provenant de la mème source ont déjà été mises en ln
miere par mon père sous le titre Ungedruc hte B riefe von
Freunden UgoFoscolos(voir Festsc hriftdesfiinfl‘
en aligemeinen
deutsc hen Neuphtlologentages zu Ber lin , 1892 , pp. 121 L a
texte de ces lettres adressées a Foscolo par différents amis
est préc édé d’
une liste alphabétique donnant des details sur un
grand nombre de personnages q ui ont eu des relations avec le
malheureux poète dans lesdernières années de sa vie. On com
prend q ue, les lettres de Foscolo lui- mème public as ic i étant
de la mème époque, c ette liste est extrèmement utile il leur
interpretation. Nous donnons le texte tel q u il se trouve dans
lesmanusc rits. Quelques fois una faute d’
orthographe ou de
grammaire q ui rendaitmoins c lair le sens. de la phrase a été
corrigée mais seulement dans una nota en bas,de la page.
L es lettres 1 , 2 , 4, 8, 10 seu les portent sur le cdté eXtérieurl’
adresse da Mr. Hudson Gurney Esq . M . P., 9 St.Jimes’sSquare,
ce sont aussi les seules q ui aic nt été c ac hetées. L e c ac het des
LETTRE S INÉDI'I‘E S DE u. FOSCOLO A HUDSON GURNEY 55
n°° 1 , 2, 4, 8 est en noir et représente un aigle regardantder
rière lui, la devise en est migro et respic io Celui du n° 10
est en rouge, mais trop mal conservò pour pouvoir ètre
terprété.
RUDOLF TOBLER
Monday morningMarc h 29ih
Dear Sir,
The strange forgeries published by theDublin Star of the13th havebeencontradic ted the very next day in theDublin Morning Post by poor L andotti with a letter whic h you will read in the newspaper I send you, andw hic h I beg you to return by the bearer, ifpossible, as I havepromisedit to its owner. Should you not be at home, be so good to send it under
an envelop toW. S. Rose Esq . 181 RegentsStreet, tw oor threedoors fromthe corner of Burlington Street. I send you also the copy of a letter whic hafter a conversation with sir Save Onseley and Gol. L enka Ithoughtpropertowrite for the information of a llpersons concerned. Iam, dear Sir,
Your grateful and faithful servant
U GO FOSCOL O.
(I) Voir Dptstolarjo rac colte da F. I. Orlandini e da E . Mayer, fi renze, 1854, n° 625. Malgré
le N.B . en bas da la paga le revers est vide.
56 a . TOE L E E
1 . Wells Street.
Friday (9 Avril 1824) Jermyn Street.
My Dear Sir,
I will have the pleasure to dine with you on Sunday next,
and Ihope
SO find you better ; I have been myself afi ic ted, and still I am , with the
plague of the L ondon EastWind; and you do righttokeep your room. By
tomorrow I will send you the printed proofof theprospec tusfor theItalianpoets, in order to hear your opinion on it, and makethealterations whic hmay be thought nec essary. Astothesad concern in thehandsofMr. RennyI made him ac quainted with the Builder by whom the original lease isto
be made over as soon as a purc haser may be found. But to relievemyselffrom a part of my anxieties, I sanrad M r. Rossi
‘
that in c ase no remedyshould be found before the 20th day of thismonth, Ishall beatfull libertytoput to sale suc h part of my furniture as may be sufiic ient to cover the
amount of his sec urity ; and I furnished him with the power req uired in
suc h c ase by the law . I have been compelled to take this step withoutpreviously consulting with you, partly in order not to trouble you at
every moment and partly, bec ause Mr. Rossi began to press upon measif ha doubted of my honesty, and moreover he has been direc ted by hisIawyer to be furnished with the legal power of putting my goods to sale
and pay himself last he should be prevented by someother c reditor ; and
I did it the less unw illingly as Mr. Rossi in c aseof an exec ution, wouldbethe greater looser, and now by the Step Ihavetaken hisinterestat leastis protec ted, and he will recover hismoney withoutdelay ; and theotherswill be paid after the definitive disposal of the leases. Forgive my long
letter and believeme your grateful and faithful
U GO FOSCO L O .
(1) L esmots 1 Wells Street Jermyn Street’sont d
’un?» autre main. Hudson Gurney a éc rit
sur le c0té extérieur da la lettre Foscolo 4110 1824 Or le 10 avril 1824 était un samedi, par
conséquent cettedateest cella dela réception et la lettrefutéc rite le 9 . Pour lesdifi c ultésfinanc iòm da l 'omolovoir DE Winon a , Vita di U . Foscolo, Verona, 1885—98, vol. III, cap. XXXVI.M r. Benny pourraitetre identiqueavec la personne q l i dansla &l èn elettreest appel“Hr. Rainy.
58 R . TOBLER
Monday evening ( 11 avril
My Dear Sir,
I saw Mr. Taylor on ac countof theleases, and Iamtoc all°
upon him withthe
" builder. Mr. Taylor recomendad me tomeet you there; and now a note
Of his reac hesme appointing one o’
c loc k tomorrow. This I c annot do
without previously knowing whether you approve my being present.Moreover they show ma your letter whic h would add tomy gratitude, werenot that your benevolence surpasses whatever gratitude a man
’
s soul c an
feel ; yet I apprehend that they applied to your letter a construc tion whic hpossibly may not agree either with your intentions, or with my views ofthematter in its present stage. I am very anxious therefore to seeyou before the conference with Mess" Taylor and Roscoe. I will c all tomorrowa little after eleven whic h I suppose is your breakfast time. I could not
earlier,as I must bewith several persons on ac count of the new lec tures;
the list inc reases daily, and may fetc h a large supply, but I am not as
yet certain whether thejob will takeplace. I must, first of all, attend to
the instant necessity ; and be as itmay, it shall be settled in the course
of the week, M r. Rossi’
s lawyers havealready a c laim upon meof L . 30!
SO they said toM r. Taylor.
Your faithfullyU GO FOSCOL O .
Saturday (17 avril
My dear Sir,
I ought to thank you themore readily for your kind invitation as to
morrow is the giorno della santa Pasq ua , and for us, c hatholic people, to
(1) Sans data. L a lettreparalt autérieure 5 celle q ue nous publions comme n° 5 q ui est du
17 avril . L e landi q ui préc ède le 17 , était le onze avril .
(2) Sans date, mais lec0té axtérieur porta da lemain da H. Gurney Hr. Foscolo 1824
L e 18 avril , le dimanc he da Peques, est le jour da la réception. L a lettre fut éc rite le 1 7.Mr. Rainy (voir le n
° 2) parait etre le repréaantant des c réanc iers.
LETTRE S INÉDITE S DE U . FOSCOLO A HUDSON GURNEY 59
dine alone is an ill omen. Iinc loseyou theprospec tuswhic h I have altered,
and I h0pe for the better, and I intend to send it to my friends sinc e
my'hOpes hang wholly upon [Dante, and M r. Nic hols my printer assures
me that as soon as a suffic ient number of subsc ribers may be found, any
bookseller will be glad to advance the money at the usual discount of 125
per 100, even without the insuranc e of my L ife. Be so good astogivethe
other cepies of the prospec tus to any person you think proper. Y ou willfind also inc losed the c irc ular whic h I send for my several c reditore to be
delivered Mr. Rainy next Monday, and if any expression istobe altered
you will have the goodness to suggest it tome tomorrow. My L awyertold me that an Agent House is more L ikely to satisfy tradesmen , whilstthe interferenceof an attorney will probably give them the alarm. Shouldhowever, Mr. Rainy fail in hisendeavors, and Mr. Rossi ha prevailed upon toput 06 the sale
‘
of the furniture,some L awyer L awyer may be then em
ployed to settle matters some w ay or other on my behalf with thesevera lL awyers employed by the c reditore. Mr. Rossi in themeanwhile, as youwill see from his letter, has taken possessmn of the housetoac tac cordingto the L aw ; a thing of whic h I w as absolutely ignorant. Be it so; and
should even all matters be settled for the present, and nothingor L ittletobe expec ted from the edition and illustration ofDante, I havealready madeupmy mind to sale both L easehold and furniture by Auc tion for whateverthey may fetc h before the end of the present year, sinc ethey will produceenough for the payment of my debts, and thepeaceofmy mind. Pardon
my english, my sc rapes, and the trouble w hic h I giveyou, butnotwithoutfeeling a keen remorse and a warm gratitude
Yours faithfullyU G O FOSCO L O.
Monday morning (19 ou 26 avril
My Dear Sir,
The inc losed copy of a letter of mine toMr. Taylor w ill ac quaint youwith my interview with Rossi, and Davis, but I saw also at Digamma
( I) Sans date. L a lettre du ClubdasVoyageurs, envoyéeen meme temps, est datée du 18 avril ,la lettre offic ielle du Club est du 2 mai ; entro le 18 avril et le 2 mai 1824 il y '
a deux lundis,
60 n. TOBLER
tw oother c reditorew hom I requested to cal l, and w ho informed me thatpoor Mr. Rosai through real friendsh ip for me, and a fear equally real lesi.he should bethe loOser in the transac tion has nearly brought about mytotal ruin.
Rossi in what he said ac ted by the impulsion of hisfeeling hea'
rt, and
in what he has done he followed the direc tionsof his lawyer.As to w hat he said, he dec lared tosomec reditorsthatthey have c heated
me; that he w ill take c are to deliver my property from their grasp ; thatasthey c annot touc h the leasea of whic h a foreigner c annotbetheapparentholder, the hill of sale
'in his hands w ill protec t the furniture that bewil l adviseme to take all benefitof theinsolvent ac t; astogoabro'
ad until
matter be settled, and so forth ; and to sum all, he dec lared that were the
mostpart of my c reditorstobedisappointed of the w holeamount of theirpresent c laims they shou ld remain still the gainers considering the moneythey have already received from me. You will seein my letter toM r. Taylorthat ROSSI yesterday ac tually proposed tome theexpedientof theM olvent
ac t but I w ill add for your information that Rossisaid tomethatsuc han expedient has been recomended by Mr.ChamberstheBanker astheonlyw ay both to relievemyself and to c hastise these rasc als.
Whether Mr. Chambers gave suc h an advise, I havenot yetascertainedif he did I wonder at it; for not only hoknows me, but I rec eived last
saturday an invitation to his house; men of business, I must ow n , are
unac countablemen to me!
Be as it may the folliesuttered by ROSSi incenecd and alarmed some of
the c reditore. They went about inq uiring astomy goodor bad q ualific ation
either to hold or grant any dead as tomy ac tual possession of any leaseand whether I have paid the ground- rent ant taxes, and w hether I
am not a rogue, and some of them think that I am already run away,whileothersare afraid that I am in theeve of c laimn the benefitasaninsolvent. HSIIIES the obstinacy of some of them in their pursuit, — and last
night I w as hunted and followed from Digamma to Totthenam court
road, wheremy long tours, and the providential rain with the darkness
helped me to shelter myself among some hac kney coac hes, Ientered one
of them, and went to the house of Mr. Sc alvini, quite safe.
le 19 et le 26 avril. Si notre lettre était du 19 , Foscolo aurait regie toutes les affaires dont il
y parla, la dimanc he de Paques, ce q ui n’
est pas vralsemblable. Pour Sc alvini cfr. Epic i. 623 ,
peut la lettre Taylor et Roscoe, ibid. pour celledu Club, ibid. 626.
( 1) A lite Tottenham
L ETT S E S INÉDITE S DE U . FOSCOLO A HUDSON GURNEY 61
New , asto what Rossi hasdone by the direc tion of his lawyers first
hogot the hill of sale next bis lawyersput there a man atmy expea
of courseof six shellings a day thea they send twoupholsters teesti.
mate the whole furniture en mass and lastly a,
regu lar appriser appearedand remained there for the,
whole.of a day toevaluateevery thing in detail,But the heavy u pnees towhic h they putme era q uiteprematuro, for
no. exec ution w as to be approhed ed unless sn, am et and a subseq uent
judgemesl; takes plac e, and the instrument in the handsofRossi protec ted
his interest at all events; the exec ution his lawyers haveputmighthavebeen delayed for some weeks, and.
only resorted to a few daysbefore any
judgement: while now they added tomy pec uniary dish -esses, and to the
auspic ions of the other c reditore. Davis however, and tw oor threeothersasserted my honour asmuc h asthey could, and Iow eitthetheir exertion
if I am not pursued by the whole best of the L ondon Sha ifi"sofi cers.Whether theplan proposed to meby Rossi totransport the furniture to
GDO Of his ow n houses, is a suggestion Of his law yers, I c annotsay ; Y ou
will seemy answer to it in the Copy of the letter to Mr. Taylor, and
upon thatanswer Mr. Rossidec lared that his lawyersw ill givemenoticeofthe day in whic h the furniture shall beput tosale.Now adieu for I have only paper to add that on my return hereIfound
a large list of subsc riberstothe lec tures atMrs. L ittleton, ma è un c alice
am ro! still. Imust drink it. — I send you confidentia lly the confidential
letter of the sec retary of the Travellers. Yours
U GO FOSCO L O.
6‘
0 . Copy
To Mess" Taylor and Roscoe.
My Dear Sir,
I saw last night M r. Hudson Gurney M . P. and he kindly ofiered to c allupon you and confer with you about my sad and foolish affairs.
I saw likewise M r. Rossi the holder of the hill of sale. He thinks thatou ac count of the proceedings for my ac c eptances in favourof Stahbac k no
general agreement c an be brought to pass with the body of the c reditore;
(1) A lire upholsterers
62 a . TOBLE R
and be added that as they c annot be benefited by leases of whic h I am
not the apparent holder, my best plan would be to allow my furniture to
be placed in some of Mr. Rossi‘
s empty houses as a pledge until the time
I could redeem it from him ; and in the meanwhile I must take the
benefit of the insolvent ac t. I madeanswer thatI had rather takethebenefitof death ; and that a public sale would provemore satisfac tory to the c re
ditors should they even lose by itthewholeamountof their c laims. There»
fore he left me with telling that he will furnish me w ith a speedy notice
of the day in whic h he shall put to sale as muc h of the furniture and
books as may cover his ow n c laim for L . 250. l wrote at the same time
to M r. Gregson to send you the hill of the sum I ow e to Mese B lake
White Ainge for what they have done for me.
L antly I saw M r. Davis the builder ; he is NOT a Sherifi"
s officer ; far
from it, he behaved with me in a manner as to leave me satisfied, that ifhe overc harged his hills as a tradesman, he has not been unworthy of thec onfidenc e I placed upon him as a man. He w assoearnesttoac commodate
me that on being applied by Mr. Rossi to attend the meeting of the c re
ditorebe made answer that, togive me time upon unreasonab£e terms
w as NOT his intention and as he perceived that they intended to pressand hurry the sale, he dec lined to appear at the meeting, lost heshould bebeset with questionstowhic h hemightnot havethoughtprudentto answer.
He assured me that as tomy q ualific ati0ns either to hold or grant a title
of leasehold property, hewill take c are that I should not run any danger,
at least on his ac count; that be will grant himself the most satisfac toryleases free from any sort of diffic ulties, and should I be not abletosatisfyhis c laims ere the sale takes plac e, he will be contented towaituntil thattime. I feel grateful to him for thisoffer themoreas I know heisdistressedfor ready money. I will send this letter through him as hemay give you
some information about the matter, and in c ase he does not find you
at home be will leave his address and wait upon you atyour convenience.
A s to what may bemore advisable to do, allow me to refer to our con
versation of last Friday, and my lastletter But I oughttohaveaddedthat in c ase the purc haser'smoney is not ready, I w ill besatisfiedwith thesum necessary topay my c reditore, and as to the remaining portion I
will wait for twelve months, and even leave it in the purc haser's handsupon mortage of the same leasehold. Mr. Gregson with the c harges
l ) Jnsq u'i0i la copie a été faite par un copista, le resteest de la propremain de Foscolo.
(2 ) A lire mortgage
L n'r'ransminirrssun o. FOSCOLO À HUDSON GURNEY 63
of my debt to Mess” Blac k, White and Ainge will send you also a paperwith the partic ulars about the disposal of the houses, and thenamesofmyc reditore with their respec tive c laims.
Believeme yo
Confidential.
My dear Sir,
In consequence of the Easter Holydays, ourCommitteehereisnotsitting,but take the liberty of informing you that your admission as a visitor,
will certainly be renewed, and that in the meanwhile, I do hepe you willnot fail to attend whatever you may think proper.Y ou will quite understand thisprivate communic ation, and
will I am
My dear Sir
Your very sincereand faithful
CHARL E S Bnr.on.
The Travellers.
Thursday morning (6 mai
My Dear Sir,
Mr. Taylor ac q uainted me with your kind intentions; but I entreatyou
not to c arry any of them intoexec ution beforeI may havewith you another
l ) l llisible.
(2) Sans date,maislecateextérieur porteda la m ln da E . Gurney Foscolo tadop)510 1824 L e 6 mai était un jeudi. Pour le nouvel e:p6dieM q ueFoscoloavait troq cfr. ci
dessous n° 8, len° 2 da l
'appendice, le n° 680 da Epic i. et le commencsmsnt du c hap. XXXVII
deDI q un u .
64 n . rosu n
conversation and the last one on the subjec t; as I have in contemplationsome other w ay w hic h possibly may ostric a» ma from present and futuredifi c ulties.
Your faithful and gratefulU GO FOSCOL O.
Saturday evening (8 mai
My Dear Sir,
I will have the honour of dining with you tomorrow. Y ou will find hereinc losed an ofic ia l letter from the. Travellers. Yesterday ! havebroughtto a conc lusion with Mr. Pic kering Publisher in Chancery lane an agree
ment for a small edition of Italian c lassics, whic h will produca tomefromsixty to eighty pounds q uarterly during four years, in.m emy publisher
does not become a bankmpt
Your very grateful friendU GO FOSCO L O .
I am direc ted by theCommittee toac knowledgethereceiptofyour letterof Marc h 29 . 1824 It has been the Rule of thisClub nottoinvitesuc hForeigners as attac h themselves to a profession in this country . It h as
been considered that in suc h c ases they bec ome in somedegreedomic iledhere, that they must c asse to. consider themselves as Strangers and are
entitled tobeplaced on the list of Candidates, and tobecomeregular Mcm
bers of theClub.
(I) Sans date. L a lettre da Club, suvoyts su meme temps, est dstéo du 2 mai, le samedi
suivant serait le 8.
(2) c a . Epic i. ses.
66 R. TOBLER
feel deeply sorry ; still I c annot think that you would dislikethefirstproofit w as in my power to give you
l
of my gratitude. w as in h0pe to send
you the volume towards the end of oc tober, but besides someother trifiingc auses of delay, the book although quite ready for public ation since the
middle ofDecember, bec ame a matter of contest between M r Pic kering and
me; bec ause although tw o or three difierent agreements were written for
signature, I never could bring the Publisher toput hisnametoany settledagreement, and w e went on until he dec lared that hemust have this vo
lume ac tua lly for nothing. However thevolumein itself, and thedoc umentsin my hands, together with the evidenc e of w itneseea placethereason and
law on my side; and knowing that he applied to M r. Taylor and Roscoe
to become his lawyers, I brought the papers toMr. Brougham, whoseopinion is to refer the w hole matter toarbitration. Now Pic kering repeatedlyproposed, that M r . Hudson Gurney shou ld be the arbitrator ; and to thisI always said NO , and will ever say NO for reasonswhic h every onemust,or at least, ought to feel without being toldof them. Mr. B rougham, how
ever, could not conceive why l had so strong an objec tion to refer the
matter to you ; and it w as only after a long struggle, that I convinc ed him,
but notpersuaded, I am afraid, his mind that your interference could not
be requested without a breac h of delic acy. The arbitrator, or arbitratorsought to be lawyers
,and skilled in suc h questions; impartial men, and
moreover somewhat conversant with the feuds between booksellers and
authors. Of this therefore take the liberty to warn you not to counts
nanc e suc h a request in c ase it w as made to you ; 1 entreat you todec line
it; l dare to entreat vou in the name of your ow n kindness, and the
friendship with whic h you always assisted me. Possibly without the unex
pec ted aid of L . 50whic h you sent me towards the beginningof last yearI could have not performedmy heavy task. Butnow I havedonethegreaterportion of it; I may truly say with the apostle, (i do not know whether Iquote right) but may say without exageration that I persevered in the
work for Pic kering, and c ertainly tooout of l ove of the work itself as it
concerned Dante, certainly persevered in w eariness, andpainfu lness; in
w atc hing often ; in hunger and thirst; in fasting often ; in cold and na
hedness. Within this year Pic kering printed no less than sia: hundred
pages, the whole written by me; and more than one hundred of them,
namely theDISCORSO STORICO on theDec amerone, were given to him as a
present. wrote also a vindic atory work of my life, partly concerning the
sec ret history of the kingdom of Italy, and partly my conduc t in theaffairs
of Greec e, and Pic kering having printed the half of suc h work , and de
LETTRE S INÉDITE S DE U . FOSCOLO À HUDSON GURNEY 67
taining the mes. copy of the remaining, l c annotmake any use of it. The
whole of that man's conduc t is unac countable tome; for he pretented to
have also this vindic atory volumemaking 250 pages upon the whole, fornothing ; and depriveme even of any future advantage of the copyright.The affair being so complexed, it c an only besettorightby
'
keen and stern
lawyers, and although Mr. Brougham after you, advised me to refer to
M r. Hallam author of the History of middle ages I deprec ated even
Mr. Hallam bec ause he w as my friend; and very likely all these matterswill be refered toMr. VWshaw w ho is an Auditor, and as I c all h im a real
M uphty, stern, and unlike to be influenced by any motivo not connec wd
with ac counts and the prosaic question of Meum et tuum. l c annot tell
whether Pickering will agree to have him ; as I think it a matter of delic ac y never to go near Mr. Taylor, or to enquireabout it.What Pic keringmay have told to Mr. Taylor, it is impossible for metoguess. Butdependupon it that both in law and equity, l am perfec tly right, that Pic kering isac tually liable for a breac h of contrhc t, and that were Itobring un ac tion
against him he would be ruined not only on ac countof money, but alsoofc harac ter, the transac tion on his part being themost shameful that everoc c urred between a bookseller systematic al ly preying upon the earningsof
a poor author, as c rows do on the wounds of a generous horse. Anotherman named Wa lker owed ma somuc h money as would have supportedme for more than six months; heboldly denied hisdebt; hewrotein answerthe most insulting letters; but when Mr. Hoggins a L awyer of theTemple,from whose c hambers l write you, took the matter in his hands, Wa lkersubmitted; but then he c heated even thegentlemanlikelawyer; for hegavehills in my favour ac cepted by Dolby a bookseller, on theeve ofthe hankrupt of the ac ceptor ; he gave also a warrant of Attorney against himselfwhic h soon after turned out good for nothing, and I am the loser of the
law expences; and yet this very Walker did agreein letters under hisow nsignature topay tome between 25 and 30 L . monthly during two years,and receive somany papers. The papers he received, several of them he
ac tually printed, and some others he had ready in hands, but hepaid no
thing, not even my expences for books, translator, and copyists. will notsay that Pic kering might ac t in the same manner; but it is a very hardthing that he never could bring himself to write down and sign any agree
ment. His whole strenght consists in c avils, and pretensions complainingofthemagnitudoof the undertaking, whic h however he req uested tounder
take. Now , c ut of the eleven hundred guineas agreed upon for the wholeSeries of theposts, i have received only L . 84 ; and I paid nearly L . 100
R . TOB L ER
to a copyist, toMr. P.
’
sow n knowledge; and am in debtfor thebookswhic hhe furnished me with, and c hargedma very anmerc ifully for thisvery work.
The real fac t is, that theDante of Rossetti, published by the allpow erful
John Murray, and subsc ribed by my very friendsbegan toupsetthetimid
mind of poor Pic kering ; every spark of spirit left him at once; he does
not know how to retrac t, nor how togoon ; his unavailing repentan0es
distrac t his soul with suc h a perplexity, that he c annot judge rightly of
any thing. I have not seen Rossetti‘
sEdition ; butofthis 1 am certain, thatnoman living would havemadethew ork Ihaveac complishedon thepoem,
the life, and the age ofDante; and that whilst other Editors will be for
gotten, my ow n dissertation and historic a l illustrations and new readings
will remain, if not as the best that c an be made, certainly as the most
original and bold attempt in c ritic ism. Themiddle age will receive more
light from the anec dotes I brought to light, and the c harac ters of individuals l observed, than from any thing that has been told on the subjec t,and I have established the truth on the ruina of sac red traditions amongst
c ritic a during five centuries. Do not believeme madned with vanity ; onthe contrary ; it is too true, that the allurements of literary reputation do
not afi‘
ord any consolation tomy life: I endure life for a reason unknow nto every one, and even to you , and whic h will be known only after my
death ; but as thework on Dante is already made, and the main partof itprinted, I may be allowed tojudge of it; and I believe thattheEssaysonPetrar c h whic h have deserved your approbation are a c hildish attemptcompared with the performance on thegreatpoet. M r. Pickering w asawareand often told by me, that the work being in Italian, he c annot expecttohave many pumhasere in England; but that as there is no c hance that inany part of Europe (with the single exception of this country) the bookcould ever he sufi’ered tobe reprinted, he w as to depend for the sale on
exportation ; and renew theEditions of the poetsillustrated by me, sethoseof the c lassic s are usually reprinted, getting the most certain returns and
gains year by year in the Old manner ofbookselleiy . And in fac t Mr. Pi
c kering assured me that he w as brought uptothetradein thevery sc hoolpainted out by me, and that hemainly rec koned on suc h a system. But
now he says that he c annot find the w ay for esporta tion of books, and
that he c a lc u lated c hiefly on subsc ribers; and tha t POOR ROSSETTI, and
MR . MURRAY ruined his ow n undertaking w ith me. This is theresi stateof the affair. I am told that he has sold some copies; and ifyou havenotreceived the first copy before public ation, let not the blame fall upon me.
Mr. Baggins i . K ings Benc h Walk Temple,in c ase you see him, will
LETTRES INÉDITE S DE U . FOSCOLO À HUDSON G URNEY 69
inform you that se far as it w as in my power, I behaved honourably and
feeline toevery body ; and thedoc uments conc erning this new misfortuneof quarrelling with this publisher arein Mr. Hoggins
‘
s hands, andwill showthat I have
,been cmelly ill used by the very msn w ho w as the only one
towhom l tmsted myself. i w as satisfied to rec eive from him the sum of
L . 300yearly until theeleven hundred guineaswerepaid, and ofl‘
c red, under
any penalty, on my part, todeliver in his hands the whole of the set of
all poets in the course of tw o years. But then l w ould remain creditor forthe sum of L . 500
,and upwards, and for this balance the bookseller w ill
not give any sec urity, and yet will have theposts in his hands. He has
lately set upanother unheardof c avil, namely, thatIshouldbethe correc tor
of his printer, nay the surveyor of the printer to avoid delays; and yetheadmits that usually the drugery ofmec hanical correc tionof proofsdoes notbelong to the Editor, and that I am boundonly torovinein a literary pointof view one single proof; but, says be, I c annotfind any c hilled cori
-ac tor
of suc h a work , and M r . Foscolomustundertakeitw ithoutany additional
Marge; and I w il l notpay M r . F. the half of thesum at thedelivery 0fthemas. volume, buton ly w hen suc h a volumeisreadyprinted . Broughamsays that these are the pmtensions of a madman ; but madman as thepoor
fellow is, he has brought ma nearly out of my ow n senses. I hoped to
appear again beforeyou worthy ofyou, and novi: pulc her m viis, honoumd
and honourahle in the real meaning of the words, after I had lived for four
or five years in absolute retirement and constant labour. But now I am
dmgged in tow n again ; yet I shall not, neither I c an see you, nor any of
my former friends. i am not in situation to appear before them, and am
ash amed of myself. But yet undaunted, and ready tosufi‘
er and feel as long
as I can. Forgive me this long letter and believe ma, your very gra
teful and respec tful friend
Uso FOSCOL O .
Jan! 27“ 1826.
My Dear Sir,
The best apology I c an make for my long letter istowriteyou a shorter,and more satisfac tory one, and the last; until other times allow me tosee
you again.
70 P.. TOBLER
I am now confident that you do not risk to be troubled with theanpleasant request of becoming an arbitrator. The publisher at last havingmadeuphismind, in earnest as it would mem, to sign a written agreement, and
pay a portion of the price at the delivery of the mas. of eac h followingvolume, I do submit to give for nothing the first volume ofDante, tohear
the whole of the expences for suc h first volume, and be satisfied, even in
c ase he does not after Dante perform the agreement as to theother poets.
Thus instead of eleven hundred guineas ] havetoreceivefour hundredonly .
But thus also there is an end of the question.
Mr. Taylor with his wonted kindnessjoined M r. B aggins to settle the
matter ;l
and as I referred you to the latter, SO I am glad in being able torefer you also to the former as tomy conduc t and forbearance in thisaffair, since, I do not know how , but certainly from the very admission of
Mr. Pic kering it appears, that thereisa c urrentand c redited story amongstbooksellers that I ac tually received the stipulated 1100guineasand left thePublisher without any mes. A lthough am ac c ustomed to suc h things, Iw as afraid lost any suc h rumour should reac h your ear, and feel happy thatin c ase you see Mr. Taylor he may put you at ease on the subjec t.But as I have reason to apprehend thatboth Mr. Bagginsand Mr. Taylor
mean to apply to you on my behalf, allow metorefer you tomy professionof faith concerning pec uniary relief as expressed in my letter of last yearwherein I stated thatmy debt to you amounted tomy c ertain knowledgeto L . 300, and to L . 130 or therabouts for the hill of Stubba ck endorsed
by me as a sec urity and paid with money furnished toMr. Taylor by you .
Thus dec lared by guessmy debtamounting L . 430,or therabouts. L ately
I wrote toMr. Taylor to know whether the hill of Stubback originally forL . 130, amounted tomore than L . 130 with the costs whic h havebeen all
borne by me,since the original debtor disappeared. Assoon as Mr. Taylor
answers me, I will deliver to him a prec ise ac count and ac knowledgementof my debt in a proper form. But the debt ought not, toinc rease and shallnot any further. Possibly you may consider itasa matter of a righton yourpart tobemy benefac tor for ever: but I have confessed to you why feel
it tobe a duty on me to dec line any new ac t of your benevolence. The
reasonswhic h were powerful last year, bec ame still more SO now ,since by
a constant applic ation to work, and fourteen months labour, suffering and
expences, I got nothing but troubles. I c annot therefore get my bread not
even in spite of labour ; and I am not a fit individual to be supported bymy friends.
As to the probable means of reimbuming you, andothersw hohavebeen
LETTRES mienrrssns: U . FOSCOLO À HUDSON G URNEY 7 1
kind tome, amounting to nearly L . 700 upon the whole, my c reditswillmore than balanc e my debts, and my testamentand exec utors, in c asa l die
before that time, will at least show to whom and for how muc h I am in
debted. In preparing some volume on aiy ow n life (a c urious and eventful
one indeed) I may provide at the same time for my c reditors. But to talknow about it it would look like an idle boast; and a very few years willc lear all these matters.
I see that I went farther than I intended with my letter ; and in a.very
bad English too; but during all this time I always wrote in Italian. Now ,
my dear Sir, Adieu. I do not expressmy gratitude as I feel it, prec iselybec ause I feel it. I rec eived from you morethan 1 ever expec ted or deservedfrom you ; and if in spite of my explic it dec laration any of the three or
four individua ls w ho had lately oc c asion to seeme and bec ameac quaintedwith my affairs, should apply to you ; letme add this dec laration to you,
that I received a lready toomu c h from you , and that I sha l l receive no
thing any longer from any man living I would apply toyou rather thanto any body else; but I am determined never to do SO . DO not take the
trouble to answer this letter. Perc hance itmay not find me, since withinthese last fourteen months 1 c hanged six or seven timesmy abode. And as
soon as the agreement is signed with the Publisher, I shall retire again
where noone will seeme. If I am happy you will hear from me; and
whenever I may be in the situation to come to theWestEnd ofthetown,and with some prospec t of seeing you alone, certainly will endeavur to
get a sight of you, and hear your voiceonceagain. In themeanwhileAdieu .
And say not to any one that I have been in town.
Yours very gratefulU GO FOSCO L O .
Wednesday Evening Feb! i l“/26.
My dear Sir,
The Publisher after having applied of his ow n ac cord toMr. Taylor, andpledged his word to Mr. Hoggins, and thus having broughtthetransac tionalmost to h is ow n terms, does not seem disposed to sign any agreement.
The deed w as tobe drawn by M r. Taylor, but the publisher unexpec tedly
7 2 a . TOBLER
sent an Attorney, with whom Mr. Taylor very properly will have nothing
to do, and now …is convinced that he applied to him and Mr. Hogginsw iththeonly purpose of gathering whatever information he could and avail
himself of it in c ase of an ac tion. Thus the q uestion whic h appeared to
have been set at rest, is more embroiled than ever. Mr. Baggins believes
that thepublisher will even evade his ow n proposal torefer toarbitration ,
and that no remedy c an be hoped unless through an ac tion atL aw . l ought
to wieh it for themerit of my case, but Idread suc h sortof public ity. Stillmy interest and life not only, but alsomy name is atstakeand ifdragged
to the extremity I must resort to a courtof law .
From thepubhsher'
s c rooked polic y with lawyers w ho dec linereceiving
fees from any of the parties, and promised to act asfriends and gentleman
on behalf of both, you may easily imagine theac tsofa c ruel c unning withw hic h hemost have used during so long a time a helpless man w ho
trusted himself to him alone., and to hisow n exertions to provide for hislivelihood and his c harac ter. Had he kept his promise and paid to me
between 250 and 300 every year, and ac complished the Edition withintwo or even three years ac cording to the understanding, that yearly sum
would have been suflic ient for me, and thecopyistw ho(9 ) by the agreementmade with the Publisher I regularly paid L . every week ; and after
the Edition I should have had a ballance of nearly the halfof the L . 1100.
But I have rec eived only L . 84 in the courseoffourteen months, andspent
for copyist, paper, postage and books L . 120 as it appear (3) by the veryhills of thepublisher, w ho suc h is the trade! c harged me 641 eac h
this very paper on which I write to you, and of whic h I used a
large stoc k for him, and now I purc hase in Fleet street at 18 9 11 at a timewhen paper is risen in price. Thus the publisher even in the paper gained9 1 for eac h Dirty things to be related, but they have broughtmeto this situation and destroyed my hopes, my labours, and even the merit
of my fortitude.
The titty pounds you have been SO kind as to send tome in themonthof last January, and one hundred and twenty more for a bill of exc hangewhic h negoc iated in July and w an sent to the Ionian Islands supportedme; but since the middle of November when thePublisher stopped atonce
( 1) A lire mast
(2) A lirs‘to whom .
(8) A lire appears .
(G) A llrs‘ quire’
, main depaptert
7 4 R . TOBLER
former bill, and w ho in November dec lared tome that having heard suc ha report, and not seen it contradic ted, he could not think himself justifiedto negotiate the new bill I offered to him for the Islands. The report w asalsotraced at the Publisher’
s shop, to their ow n admission ; as a thingwhic h they heard, but they could not say from whom; and the Publisherin the presence of a witnessmade the same admission, and offered tocon
tradic t it in the newspapers. But I answered that suc h a remedy wouldhave been more dishonourable than the c a lumny.
Suc h is the state of things. What I ought, or rather what c an I do, it isimpossible for me to devise. I received both with eagernessand relac tsncethe c heck of L . 50 on your Bankers; I expec ted the publisher would havekept hisword at least w ith M r. Hoggins and Mr. Taylor, and in thisc aseI might have brought to pass thenegotiation of thehill on Zanteby givingas an additional sec urity the ballance of L . 110 whic h thepublisher ac cording to the last understanding w as topay after three months, and in the
meanwhile he w as to deliver the additional sum of L . 26. into the
hands of Mr. Hoggins at the beginning of every month . Thus l might haveprovided some w ay or other for half a year , and filled up the dreadful
c hasm left from themiddle of November to this day . My copyist w as not
paid since then, and threatened to leave me, and if he goes Iam at a loss
how towork for Pic kering sinc e he plac ed as a c lasse sine q ua non thatthe copy of my MSS . for his printers should be in a fa ir hand, and my
penmanship is rec koned by them amongs the Egyptian hieroglipbics toberead only by Dr Young. B utmy greatest anxiety arise from theMSS .
of a vindic ation of my conduc t as to the aflairs both of Italy and Greec e;
and thisM SS . also half printed is in the handsOfthePublisher w horefusesto deliver it. Of the first volume ofDante, namely the Historic a l illustration Of them iddle ages, he refuses to deliver any copy ; and this toocontrary to his former agreement. What be intenda to do, it is impossibleforme to guess. Polly, perhaps, and distress and fear of an impending bankruptc y, made a knave of him. But he distressesme to death ; and whilsthe pretends the advancesmade tome asmoney owed to him, he knowsmy abode, and in fac t he alone with his shopmen knows it, and he c an
disturba meeven there if he pleases. SO I must shiftmy tabernac lesagain.
B ut Imust beg your pardon again for the lenghtofmy letter.Y our very grateful UGO FOSCOL O .
(I) A lire ‘arises
'
.
LETTRE S INÉDITE S DE U . FOSCOLO À H UDSON GURNEY
11 a
My Dear Sir,
Pray read only the enc losed when you c an, and if you have a few mi
untes to spare. I intended towrite only half a page, and thank you frommy very soul for the new kindness from you. But my mind, I am afraid
is distrac ted, and I c annot write as I ought and wish . I repeat the same
things again and again, although the real fac t c an be told in a few words.The Publisher continues topromise to sign an agreement, but hehas
made up h is mind never to sign any . My parc els and letter whic h byyour letter it appears never reac hed you w ere sent last year. The formercontaining note sent towards the middle of January to thank you for theL . 50, on your Bankers, and a few additiona l sheets and doc uments printedto beput together as a continuation of the mangled copy you have on theaffair of Parga . The other contained a copy of theWoburn marbles, andw as the one given tomeby theDuke of Bedford, nay he had the goodnessto bring it himself with theDuc hess at digamma . The former parc el w astrusted to a copyist, a Spaniard, and a faithful individual, as it appeared,w ho left me bec ause he could not hear the air of the place; he w as vi
sited by the agua as I resided then near Hampstead on the border of apond of stagnant water. The Spaniard assured me that the parcel shouldbe brought to your door ; I never saw him sinc e then, but I understoodthat hew as to remain here and resort to the weekly c harity of theCom
mit tee, and I will find him out. The other parcel w as packed upby thecopyist w ho suc c eeded him, and delivered to the errand boy of Pic keringto be left at S‘ James's Square; and I will send him to enquire about it,as this second copyist is still with me. From Hampstead, I went to
Hendon wheremy ill fate brought my tabernac les c lose to the house of amadman, a parson and a magistrato and a collector of books, making thepolice of the village, and thusaw ay Iwent, not tobe known, as the manis connec ted with every bookseller in the three kingdorhs. A t last moving
and removing from place toplace, I suc ceeded to get a cottage for L . 45
a year at Totteridge in Herefordeshire, a c ounty in whic h I longed to
(1 ) Sans date. Je suppose q ue the enc losed est la lettre da février 1826 et q ue notre
lettre dateh peu prèsdumeme temps, parce q ue lesraisonsq ueFoscoloavait pour evitar I’édlteurPickering et q ui are told tow ards the end of the enc losed sont données vers la fin da n
° 1 1 .
Pour l’afairs deParga voir Da Wu sn ns, Ill , pp. 99 ss.
76 a . TOBLER
find an asylum bec ause I might in c ase of necessity apply to L ord Deore
and W. L amb, to protec t myself from the avanies of themagistrates w ho
are around L ondon either pì rsons, or retired tradesmen , and both proudof their power more than the Devil, and more inq uieti than him. My
retirement, and situation of a foreigner, and above all my posting tw o
and three big parcels (containing mes. and proofs sheets) every day, exc itetheir suspic ions. But in L ondon I c annot work, bec ause I could never ac
c ustom myself to lodgings; and an independentabode is not tobe got at a
c heap rate; besides as I seldom w alk, I want a keen air , whic h tome isas good as a regular exerc ise. There I go by the name of M r. Merryatt,
and in c ase you wish to writetome, the letters with that usino addressed
Totteridge Hertz , will reac h me. Here I go by the same name, but as I
live in a garret found out by my copyist, and in the Temple and the ShOp
of the Publisher the same postman probably c arry the letters, and I
am afraid last Pic kering should know where I live. The reasons are told
towards the end of the inc losed. rented the cottage for thirty months,being the time agreed upon for my attendanc e to the Edition : but as I
have reason to think no agreement is tobe got properly signed, I must
again shift my abode. I must remain here until this point is c leared, and
until then any letters to M r . Berry, in the c are of Mr. Hoggins 1 . K ings
Walk Temple Temple, or M r. Taylor, 9 K ingsWalk Temple will reac hme, Berry being thename of my copyist, and be will not open the letters
thus adressed.
Your'
s very grateful anddevoted friend
U GO FOSCO L O .
Saturday Faby 11th1826.
My Dear Sir,
Your advic e to use the publisher with consideration had been ac ted
upon since the firstmoment of themisundemtanding; but after your letter
(I) A lire‘carries
(2) A lire letters, I am
LETTRES INÉDITE S Ds U . FOSCOLO À HUDSON GURNEY 7 7
it has been enforced still moro. Mr. Pic kering w ithdrew his engagement
entered upon on the very previousmorning of paying L . 26 . 5, monthlyand the overplus of the ballance after the whole ofDante w as dono; but
on the next day ho dec lared that he would not pay but the half of thatmonthly insta lment, whic h however inadeq uato to my subsistonc e I con
sented to ac cept. Y et after tw omare weeks of delays and tergiversations,
a kind of an attorney wrote an impertinent letter to Mr. B aggins contra
dic ting all the former promessesmade by Pickering both toMr. Baggins
and Mr. Taylor ; and therefore these two gentleman are c learly of thesame Opinion, namely That Pickering had mado up his mind never to
sign any agreement, and never to give the slightest security for the
payment of my labours, and that there is no remedy, butthat of anac tion ; whic h will turn suc cessful for me, the mare as both Mr. B .
4 and Mr. T. will be themost competent witnesses of my conduc t in the
transac tion from beginning toend Pic kering in fac t applied tothem,
entreated them to settlematters as friendly mediatore; promised them the
terms proposed by himself, and then deceived and insulted them both.The predic ament of an attorney and witness at the same time beingrather dim nant with my views, and moreover the loss of time towhic hMr. Taylor submitted sooften onmy behalfwithoutexpec ting remuneration,
madoinc umbent upon me to request him not to set as my attorney ; andI have in view another professional gentleman of a literary c ast of mind,
w howill undertake willingly my affair. I deeply regret the necessity ofresorting to law ; but there is noother remedy, whilst the delay afi’ords
courage and weapons toMr. Pickering. My c haracter and life areatstake,
and whatever may be the event before a jury, I feel confident that thepublic ity of the c irc umstances of the last seventeen months of my lifewill proveat least that I sufi‘
ered and ac ted with fortitudoand forbearance,and that my days and nights were those of an indusìriousman. Beddes
this afi‘
air with Pickering I“
w as c heated of one hundred guineas and
upwards by a M r. Walker the Editor of the European Review, and bynearly as muc h by a bookseller named Dolby whose ac ceptancos I received
asmoney on the evoof his bankruptcy. It will at least hoof some c an
solation tome and tomy friends that theworld should know why I havebeen reduced to this situation, and that, although my imprudence is tobeblamed, I started for it with constant labour and c heerful privations, andw as deceived by those w ho availed themselves of my industry.
The ac tion will be soto
an foot to- day against the publisher ; and I
thought it my duty to aq uaint you with this c irc umstance the more
78 n. TOBLERas I have no hopeof forwarding to you or to any body a copy of thevolume.
Believeme, Dear Sir,
Your most grateful friendU GO FOSCOL O .
L ondon, 12 August 1826.
My Dear Sir,
In ofi'
oring to you my warmest ac know ledgoments for the new token of
your kindness, let'
me entreat you to c anc el from your rec alloc tion my
letter written in January, when the sudden disappoia ents of all my
prospec ts and lossof work for Pic kering plung‘
d,my mind into an unmanly
despair, far whic h soon after I felt the more wretc hed as it must havecontributed to distress your generous heart.Now , my Dear Sir, not only out of gratitude but also as a sort of repa
ration for that letter, I am bound to ac quaint you that without your un
exported providential of L . 50, I might have been burried by this time,or SO advanced in my illness as to find myself without the reac h of anyhuman remedy . I am now recovering, and think it my duty , or at least
I feel somepleasurein doing it, toinform you of my situation, and prospec ts,and above all of my resolutions.
NO agreement could be entered with Pic kering, unless I had ac c eptedamongst other mad conditions the term of rec eiving for payment his ac
ceptances at eighteen months date, not to be paid, but renw od byhim for eighteen months longer at the expiration of their date. Others
( 1) L es lettres 18 st 14 sont publiées d’
après la copia da c hanolne Blogo (voir Da Wu on ns,
III, 151 ; Epist., 664 et674, et Festsc hriftda V. aligem. deu . Neuphilologsntages, 1892 , p .
En compat le n° 18 avec le n° 650 da Epistolarto le lecteur trouvera q ue les contenu dee
deux nediflòrent guère. Nul dante q uelen° 650 ne soit une ébauc he denotre lettre, q ui d'après
le propres mots de Foscolo fut commenode plusieurs reprises. Pour la traduction de I'l liads
voir DI Wunm ns, III, 108 et Epist. 656. L e passage sur Payne Knight se trouve pp. 184 et185 da val . III desProse letterarie di Ugo Foscolo (ed. L e Monnier, Je n
’ai pas réussi
trouver la moindre tracedes trois nouvelles (au romana q ue Foscolo avait sous la main dans
Isa derniers mois de sa vie. 11 en parle ancora le 10juin 1827 ; voir c i- dessous n° 14.
(2) A lire renew ed
LETTRES lNÈDITES DF. U . FOSCOLO À HUDSON GURNEY 7 9
and more suspic ious expedientsw ereresorted by Pickering togetmy workfor nothing, until my lawyers found it absolutely necessary tobring against
him an ac tion at L aw , far breac h of contrac t and damages. A c cordinethey commenc ed proc eedings, and issued a writ.But after all, nomoney, no justice. My Attorney, as he conceived it,
w as quite c ertain to gather the funds necessary not only for the ac tion,
but also for my immediatew rite, by euforc ing the payment of L . 112 ow ed
me byWalker theEditor of theEuropean Review,moreover someshillings
in the pound for a Bill of nearly the same sum given tome in paymentand ac c epted by Dolby, afterwards a Bankrupt. But nothing w as paid outof the state of the Bankrupt; and Walker, although my Attorney got
from h im all sorta of sec urities, still ho contrived never topay, and dupedthe Attorney, a M r. Garrard of Pall- Mall, w ho nevertheloss has the reputatian of being the sharpest young L awyer in existence.
Thefunds for theA c tion having thusfailed, I perc eived thatmy L awyersnaturally enough felt distressed with my distress and misfortunes, whic hthey could not relieve, and I conceived that like the Advisor of Job theymight and by feeling an involuntary but inevitable abomination for theirw retc hed c lient; and ac cordine I withdrew from them at the end of
lastMarc h.My resort to a public trial of my c laim w as c hiefiy intended to c lear
my conduc t in the transac tion, with little or no hape of getting in realitythe damageswhic h a Iury might haveawarded tome; but thisvery reasongrounded on the suspec ted pec uniary c irc umstanc es of Pickering, made the
L awyers more c autious, since the publisher might become an insolvent
meanwhile, and Iwould have lost my expenses intothebargain. lt remains
only for me to publish a statement of fac ts with doc uments and sett the
matter at rest as far as it concernsmy conduc t; and it w as for this objec tthat after a very lang absence from theTemple I paid a visit in themiddle
of July to our friend Mr. Taylor to ask his leave that I might mentionhis name and the c irc umstances in whic h ho interfered in the transac tion ;
I then little thought that he would afterwards entertain you again withmy situation of whic h I said little to him ; but I thank him now , since
his subsequent conversation with you, and your new liberality,resc uedmo
from death, or at least from a long and melanc holy complaint.By my statement and doc uments, it will appear that (independently of
the Publisher’
s c unning and treac herous trickS ) reduc ing the whole of theaffair to reasoning of arithmetic , I furnished him for his ow n use and at
his ow n request with nearly eight hundred pages already printed by him
R . TOB LER
in the course of fourteen months, and I received the sum of L . 260 from
whic h I expended nearly L . 100 for books necessary to the works of thePoets and bought by h im
,but c harged to me in a bill very heavy and
unreasonable, and I moreover expended the sum of L . 120 for Capists
and reviser of proofs in complianc e with agreementsmade by Pic keringwith these Gentlemen, but sending them to be paid weekly by me. Thusout of L . 260 I expended to his ow n knowledge, and as vouc hers in my
hands, the sum of L . 220; and the greater part of the remaining L . 40
has been also expanded in portagefor proofswhic h were sent tome regu
la rly six and sometimeseight times every week. Suc h has been theresult
of an almost inc redible tail for more than one year, and often during
fourteen hours every day for Pic kering. Still sa‘
great w asmy love for
my new work, slthoug a heavy and pedantic al one, so eager I w as to
stone with a c onstant industry for my past imprudeh0e, so c lear I w as
my c alc ulation that after tw o years labour and frugal ity, I w as to receive
the whole of the eleven hundred guineas agreed upon, and thus honourthe c laims remaining upon me, that I prepared the continuation ofDante
from Oc tober to January w ritting without even the comfort of havinglighted the fire in my L ibrary.
Y et Pickering spread about that I received the whole of the eleven
hundred guineas, and left him without any manusc ript. I w as told thathis situation might have obliged him to resort to suc h a false statement
as a palliative with hisCreditors. What ho goes on telling now , I c annot
guess; neither I c ould ascertain whether hopublished the first Volum; I
still see it advertised as ready to be shortly published : but certainly itreac hed Italy, since I received L etters concerning it from several friends.
I have not even a copy of it; fortunately I kept the proofs- sheets; I w as
also told by one of my professional advisers that he goes on promisingthe continuation to his Subsc ribers whilst ho perfec tly knows um he
deceives them. The fac t is, that at first ho yielded tomy advice, namelyto c alc ulate for any considerable sa le or return not in England, but in
Ita ly ; w here slthoug prohibited by Governments, books of all desc riptionsare imported by those w homake a profitablo trade by smugling them ;and that there homight c alc ulatetosell almost at any price onethousandcopies, to say the least, of eac h Poet. Ney , I proposed him that if heal low ed ma five hundred copies, I would renaunc oevery farthing of remu
(1 ) A lire‘so c lear I w as in my a l c . ou ‘
so hlear w as my cale
R . TOBLER
My statement isprepared, and I obtained leavefrom eac h of the L awyerstomention their names as well as their opinions and their respec tive ia
terferenco in the transac tion : still I am kept in a sad perplexity, beingfearful last my silenc e should be construed into a c onsc iousness of bad
conduc t; whilst in the other hand my public ation of the fac ts and doc u
ments could not fail but ex c ite a w ar of pen and news- paper gossip ; and
I always felt a natural and almost unconq uerabla repugnance to entertainthe public about pounds shillingsand pencosand private bic kerings; whileat the same time on this oc c asion I must bring to light not only the
wrongs I sufi'
ored, but also expose individual villany, and a systematic alinc q uiry, whic h could not but make sick at heart every reader ; and, for
what I know, might possibly boconstrued intoa L ibel andmake me liableto an indic tmant into the bargain. Suc h are the consequences of Justicethat c annot be obtained by the poor ; and it w asmy situation that emboldenod Pic kering to pursue a course of premeditated fraud, robing, andc alumniating me at the same time.
This idee upsets, I ow n it, my philamphy and L onganimity ; still I w illbepatientuntil IseeMr.Danman towhom I intenti tosubmitmy statement,and not, as to the public ation of it, awarding to his advice.
In mean time I have been c ruelly defrauded by others. From Januarywhen I left interrupted thework for Pic kering, to theend of Marc h , w hen
I ceased troubling my L awyers, I wrote four artic les for Periodic al public ations at the req uest of a Mr. SOUTHERN the Editor of the L ondon M a
gazineand theRetrospec tiveReview , and e partner also in theWestminsterReview . l submitted to give my papers almost for nothing, provided theyshould be paid on delivery . The first paper w as paid ac cording to the
agreement; but the other three amounting to L . 30 or thereabout, havenever been paid, althoug published. The lastof them,
'
concorning the Ita lian
A ntiq uarians, is to be read in the late number of the Retrospec tive. I
wrote for my due, and prec isely on the very moment your L etter and
assistance reac hed me, . I rec eived from the Agent of the Great Editor an
answer purporting that more artic les wou ld be a c ceptable, bu t that until
money bec ame k ss sc arse I cou ld not reasonably expec t any remunera
tion. However I havewritten evidence of their undertaking topay mymanusc ripts in ready money ; but w ere I to resort toprocedings for my
wretc hed L . 50, I would set at defiance half the sc riblers of periodic a lworks against me, and stire upthe public ity I dread.
(I) A lire ac cording
LETTRE S —1NÈDITE S DE U . FOSCOLO À HUDSON GURNEY 83
lndeed, sinc e I resorted to the disgraceful trade of selling that whic hc annot be bought, I deservemy fate. When I w as sent at Pavia, my first
serman to the U niversity warned my young Countrymen of the infamyand public as well asdomestic c alamities inevitably arising from barteringgeniusand literaturefor money. Necessity having compelled ma hereto eatagainst my ow n princ iples I w as punished even w hen I gathered the
earnings of my w rittings; bec ause I could never help feeling an inwardhumiliation, and I compared myself to a woman selling her ow n c harm to
a brutal purc haser. Genius and L iterature are human things indeed, andpossibly too they are paltry and vain endow ements; still they are not
destined to be sold ; and any thing whic h is deviated from the use and
tendency for whic h it w as intended by nature herself seldom produces theintended fruit, and alwaysbringsshameandmiserieson thepossesor or itL et thereforemy poor L . 30 ho lost for ever with many others; but it
shall be the last loss. Since the and of Marc h after having written the
four papers, and took my leave from the L awyers, I c heerfully submittedto w ork for myself a lone and my Genius. With the exception of theEditions of Hornet and Dante, I subsisted by going about selling ono byonemy remaining books; and twice I have been taken far a thief, bec auseI refused to disc lose my name and the place of my abode. A t last I w as
prevented from subsisting on this expedient since in offering for sale a
Greek bible and prova (3) that I w as the owner of it, I proposed to write
some greek words to satisfy the bookseller that they were in the same
h andw ritting with somemarginal various readings I had wrote on thatEdition. The Bookseller with an admirable sang
- froid and in a scotc ha c cent made answer ; You may be a forger as w ell as a th ief for
ought I know . I laughed at it, and remembering poor Belisariusw ho w as
blind, to the boot, I submitted to the moods of fortune; but as the good
Bookseller wanted to take me with h im before a Magistrato, I contrived
to get rid of him and returned home with my bible. DO not take at heartthis anecdote, butrather be in better hopes for my welfare, sinc e I ac quiredmore prac tic al philosophy then I expec ted from my natural powers. Y ouhave dona for me even more than it w as necessary to prevent my fallingin sa low c irc umstances. But often things are SO blended that no human
(I) A lire ‘ possessor of it’.
(2 ) A lire taken(3 ) A lire and to prove(4) A lire w ritten
’.
84 R . TOBLER
power or foresight c an extric ate them from danger of becoming worse.
Wen you sent me with so muc h generosity L . 50 in January, Pic keringhad suspended his payments tome for the Copyists sinc e the middle of
the proc eedn November ; and bosidesthose payements I made, out of theL . 50 to those poor follows, I owed tw o quarters rent et Totteridge whereI then lived; and to c ancel the agreement with the L andlord I paid onequarter more. Moreover to satisfy the c laims of tradesmen about me sinc eNovember, I c aused my remaining little furniture tobe sold at Totteridge,
with the only exception of my c hair and w ritting tablewith whic h I hapeI w ill be burried some day ; and thus by your assistance and that forniture I left honourably, in peace and amity with al l my neighbourgha at
Totteridge, a plac e dear to me bec ause the air w as congenial both to myhealth and mind, and I could work for many hours eac h day withoutfeeling the bad consequence whic h I afterwards experienced in L ondon,where bread itself proves to ho a poison to my stomac h.
Still I kepton working, and for thefirst timesince I left Italy, I workedsatisfyedwith my labour, and consoling myself with it, and feeding almost
upon il. I traced to myself e plan whic h shall navor'
ha interrupted butby unconq uerabla illness or death . First, I sat again over the illustra
tions Of Dante, whic h will be published not ac cording to the views and
spec ulations of a Publisher ; but as they ought to be done by an Italian
and a Sc holar, and intended c hiofiy tospread a new L ight on the interestingdarkness of themiddle ages. Nex t, whenever I am vived of researc hand prossing I translate the Iliad, of whic h nine books are ready forpublic ation ; yet I will never publisc h again, se far as it is in my power,any book by parts and bits; but the whole of it, as soon as the whole isready and fit for the public . The translation of the Iliad, I trust, w ill
refresh the Italian L iterature, and c reate, I dare say, a sterling and yet
now Italian L anguage. But my great aim in this work is to illustrate as
far as possible the age of Homer, and of the Iliad. The study of the darkage of Dente w ill provo of service to lead ma from the known to the
unknown into the still derker age of the primitivo Greek c ivilisation.
Payne K night’s princ iples era admirable tomy purpose; he w as certainlyw rong in the applic ation of them ; still he w as a nablo powerful mind.
Had ha belonged to some University, with one half of his merita, w e
(I) A lire ‘tired
(2) A lire professing
LE TTRE S INÉDITE S DE U . FOSCOLO HUDSON GURNEY 85
would hear his name praised to the skies. In thefirst volum on Dante I
complained that he remains still unrewarded by his countrymon ; and in
the illustration of the Iliad ho w ill be certainly rew arded by thepoorforeigner.
Dante will haveprefixed a L etter to the Italians, about my public lifeamongst them, and their politic al situation ; and to Homor l will prefixe simile; L etter addressed to the young men of the Ionian Islands aboutthe situation of Greece, and my reason for not having gone there. ThusI shall perform my duty both towards the Italians and the Greeks w ho
both c laim ma setheir countryman, both c alumniate ma se a laokw arm
in their politics,and both, in exagerating my Genius my famo and my
industry abandon m'
a ac tually to starvation.
FromDante and Homer I donot expec t a great deal of pec uniary remu
noration, but enough topay for the printing and the expenc osof Copyistsand Corrac tors; sinc e unfortunately I c an never da without suc h assistente,
and almost always the money necessary to my very subsistence w as
expanded for them. I do not look for purc hasers of my Italian works butin Italy.
But I have nearly ,ready and in the hands of a translator one of three
Novels c alled M y second Voyage in Engla nd My first voyage in
England and My third voyage in England. They desc ribe themiddle,
the high , and the law ranks. I must begin with the public ation of the
second not only bec ause it is written, but also for other ronson arising
out of the—
plan of the three. Not a page is, as yet, composed of the othertw o; but I have the outline, the scene, the ac tion, and c harac ters of themboth in my mind, and my general view in all of them is not only to
desc ribe England and English individuals, but the individual feelings, andmaaber of thinking and modific ation of virtues, vicos, follies, L itteraturo,
religion, politic s and passions as brought by our ow n eventful epoc h ; sothat themethod and and ofWalter- Scott, with a less genius of course,
but with a q uite different art, w ill be applied to the desc ription of ourcontemporaries and living men. Should these Novels of mine ho w ell
treated by the Translator since style in suc h works, goes a great w ay
towards their suc c as I probably may realise a small fund to purc hasean anuity, and then work on higher subjec ts; or what perhaps will be a
more pleasant task, talk with my ow n recollec tions and write at my
( I) A lire‘ lukew arm
86 n. TOBLER
pleasure and leisure a conple of pages of myself biography every daybetween the hours of Breakfast and Dinner.
I know very well the Quid brevi fortesja c u lamur aevo
M u lta ?
since I am bound to make some seriousmeditations on it more perhapsthan any individual entertaining the same projec ts of literary oc cupations,as I have not only to fear illness and death, but the need of the verymeans nec essary tomy dai subsistonce. Y et nature madeof me a verysaber animal and misfortune w ith age, and necessity above all, a veryeconomic al old man. I had always a K ind of instinc t for constant oc c u
pation, and within these late years I acq uired also a systematic regularityin my Iuaubrations. L astly, I resigned at first to an absolutely sec ludedlife, and now really I like it; it saves time and expenses. I would dw ellwith you, and a very few like you within the walls of a prison to partakeof the blessing of a free, onlightaned, and friendly intercourse of ideas,afi
‘
ec tiona, and even gossip, and nonsense, as this last is mon fort. But Icould not live not even with my friends in the midstof soc iety : I likeeven to live under another name, and to go about in the streets, in the
garb of a poor genteel gentleman unknown to every man. The onlydanger arising from suc h e L ife of solitude is the want of exc itement ofanimal spirits, and the constant feeding on my feelings and memory ; andthis has already proved injurious tomy health . Still un immenso space oftime is gained by solitude, and my work goes on, less c heerfully now and
then, but always regularly ; and what I formerly expanded on gloves and
silk - stoc kings for the sake of soc iety in a week is now quite sufiic ient
toprovidemy w ritting desk with ink, pens, and paper for the wholeof amonth. Toprovidefor what I may want, and depend nolonger on publishersand periodic al works, I resorted tomy intended tradeof a pedantof ItalianL anguage; and lately I found at last a few pupils, w ho (wonderful to re
lata) are all quakers; they do not give muc h , but I hope they will payregularly at the end of eac h quarter ; and although I do not receive more
than half c rown from eac h of them, for one lesson ; and being eight innumber
,Imust devote nearly the whole of a day still it so happens
that they live in the same village, and tomake it more convenient tome
they consented to take their lessons on the same day . It is c ertainly a
heavy task, and a very long one going alwaysover the same paltry things,and unfortunately some of my pupils era nativo dunces; yet by devotingone day of the w eek, I ensure ono pound; and could I find oc c asions to
LETTRES INÉDITE S DE U . FOSCOLO À HU DSON GURNEY 87
employ in thismanner tw oother days, I should notfear for my subsistenc e.However, happen what may, death will find ma on my work ; and w iththis determination I take the greatest c are to make use of the running
hours w ithout concerning myself about the tomorrow.
Death indeed w ason my bedsideon that Sunday morning July whenyour L etter reac hed my hands. I had contrac ted a strong hilious fever byinhabiting a very small house in the c heapest but filthiest part of thetown ; and the windows, looking towards south without openings for the
air in any other side and I had little hapes of recovery. Of suc h a
plac eyou c annot haveany idea, nor of the nation by whic h it is inhabited,but you will see an ac count of them in M y third voyage in England ;
and it w asamong those people that I conceived the idea of a third novel.
Whilst you go and send to A fric a in quest of novel human animals, you
do not, I am afraid, look at home: far there c annot live on any spot ofthe Earth suc h a c urious spec ies of man as that I have oc c asion to
observe during several months.
The first use I made of your assistanc e w as to c hange my home; andnow I got a airy second floor near B runsw ic k Sq uare namely 19 B en
rietta Street. I prefered this part of the town c hiofiy an ac c ount of the
vic inity of the British M useum where I may find books to consult. The
c hange of plac e and air greatly contributed to my recovery from thatextremity ; still the disease w as so far advanced as tobafle every remedyc alc ulated to restore me to health. Rhubarb, blac k pills, and other suc hstufi
‘ have exhausted my stomac h soastomake it liable to relapsethroughdebility in the same feverish stage of bile. Tinc ture of Gentiana provesto be the only harmless, if not efi
'
ec tual remedy ; so I go on taking itexpec ting more health from time and the c old season. My illness now
bec ame bearable,and I should not ho SO anxious about it were it not that
it c arries with itself a lethargic melanc holy, and a perpetual wish for sleepwhic h is far from being c alc ulated to forward my work . I now goon veryslowly, and only through the help of a Copist.This drowsiness prevented ma from w ritting to you, indeed I com
manc ad a L etter tw o w eeks ago, but I could hardly read itmyself;then I endeavoured to copy and copy it again, but to no purpose; alwayswanting tomake it shorter, and still making it longer than before, andconsc ious that I w as not awaken.
( 1) A lire‘ I had oc casion
88 H . TOBLER
This is a strange rapace tobe asleepWith eyes w ideopen ; standing, speaking, moving;And yet so fast asleep
said Shakespearesomewhere; and suc h I am, with the only difierenc ethatmy very heavy eyes are often [half c lose, and I sc arce speak to any
body. Y et I write as you see, and the L etter going on slowly from the
12th of A ugust, to this day must have communic atad to you a portionof my drowsiness. I beg your pardon for it and I c annot delay any
longer ofiering you my thanks, and ac q uainting you with my c irc umstanc es
and plan of L ife. Y ou w ill road, I hope, this tiritera at your leisure,and
exc usemy bad grammar and orthography in English since I have almost
lost the use of it: By being persuaded that I gathered within myselfand on my w ritting table themeans of fortitudo and oc c upation in spite
of fortune, you will, I trust feel less anxiety and enjoy at the same time
the satisfac tion of having SO powerfully contributed to my preservation.
A c c ept again my warmest thanks, and believe ma
Your faithful gracefulU GO FOSCO L O .
L itteraly and c arefuly copied from the original addressed to Hudson
Gurney Esq .t° by Canon Riego 3 1th July 1834.
Notes de Riego
And ho could add, being their residenc e at the distance of fivemiles (near Holloway),toWhic h plac e ha used towalk upfrom his Iodgingsof Henrietta Street, Brunswic k S nare, and returning bac k ride in a stagecoac h se far down as toA ngel
‘
s un, w here to I w ant tomeet him severaltimes, that nec essary all the da w as employed in this of his ow n pedantic al espec ulation, coming hac k omevery lato in the Evening and almostexhausted C. Riego.
Th 18 house is a small cottage built upbetween Chatton Street andtheChurc h—Way Sommerstow n, in that spac e formed by them ; but sull'oouted with the adjoining higher buildings on all sides, spec ialy by theRow of Houses on theNew Road tothe south ; notfar all' from my resent
dwelling, but I never saw Foscolo myself when residing there, evingbegan my ac quaintance with him, after he had already c han ed hanc eHenrietta St., about the end of the following Sept.or next to t e dateofthis L etter. Tha C. Riego.
90 R . TOBLER
and I have undoubted proofs by me that they donot always resort to fair
play. A rtic les printed in journals hired in Ita ly by the Austrians are now
reprinted here, and c alumnies are c irc ulated this amongst others thatL ord Holland through my Essay on Petrarc h published as the genuine
«'authographs of that Poet certain L etter whic h had been forged either byme or some other person His L ordship wrote a full answer in my as
w ell his ow n justific ation to the author of thepamplet, w ho had not
the c andour to publish it; and as I never, exc ept in c ase of urgent neces
sity, take any notice of what is printed againstme, the c alumny it wouldseem bec ame fit for the views of sonic Candidate. have likewise come
reason to believe thatthereportspread through thatCa to in delirio c alled
Joseph Hume M . P. rum I AM a Rossum A GE NT IN ENG L AND, still retains
some portion at leastof the impression whic h, I know, it formerly madeon the mind of certain Gentlemen of theCommittee of the U niversity.L astly, my disapperanc e from soc iety, and the surmise that I ran awayfrom c reditoremay be in all probability, brought into play. In this imputation, however, there is less truth than my friends themselves believe.Every pound produced from the sale w as devoted to satisfy as many c re
ditore as I could; and although left my home with no other prospec tthan thedistant, and now abortiveone of thework for Pic kering, M r. Hog
gins of the Temple will bear witness that I sc arcely retained for my
support the sum absolutely necessary for a few weeks.Suc h being the reports whic h were and still are very likely to defeat
my applic ation for the professorship, l frec untly intended to write to youon the subjec t, and i w as as frec uently prevented by the feeling thatmy L etter would inevitably bring to you a keen recollec tion of my c ir
c umstances. But I could not avoid (without becoming guilty of savage rus
tic ity and ingratitude) sending you a few c 0pies of the first volume on
Dante, and thus perform a costumery duty owed to any individual towhosename a work is insc ribed, and w ho ought to be enabled by the author tomake a present Of it to a few friends. I sent at the same time a copy ofit to several persons, without ac quainting them with the place where Ilive, nor indeed with any of my c irc umstanc es. l direc ted that a copyshould be forwarded to L ord L andsdown, L ord Dudley and Ward, L ord
Aneland and some othersw ho honoured me with their friendship, and w ho,as far as I am told, belong to the Committee for the U niversity . I could
( 1 ) A lire as w ell as hisow n
—:rrassINÉDITE S DE U . FOSCOLO i HUDSON GURNEY 9 1
not bring myself to c anvass them, neither my health, whic h since last
year grew morodistressing and now is in a deplorable statowould allowme towritemany L etters. I wrote however toM J“ Brougham and to L ord
Deore, with whom in c aso you happen tomeet trust you will mentiontothem that I feel confident of their support; .that, of course, I shouldnot find fault with the amount of the salary, however small it may be;
nor utter any complaint in c ase they doom it advisable to give their votesto some other individuals.A ll thingsmay be, my Dear Sir ; and fortune has already toughtme to
spend the remaining of my L ife as a patient pupil of Adversity. I reliedon the Novels provided a competent translator w as found; and at last ho
Was found at L iverpool, but no sooner l dispatc hed my Manusc ript, thepoor young man w as deprived by illness of all his fac ulties and lastly hodied. l relied likewiseon the Edition of the Italian Poets, little forec astingthat it would provea sourc e of unremitted labour, of disappointements and
distress. M .? Taylor‘
s superhuman forbearanc e and kindness, after manyuseless attemptssuc c eeded at lasttobring the Publisher tosomeagreement.I w as bound todeliver thewholeof the Mas. of theremaining four volumes
ofDante within theshort period of ton weeks. 1 worked, therefore, almost
night and day giving constant employment to three copyists, and by suc hmeana the wholew asdelivered on the day appointed. The remaining Poets
that comparatively require little if any labour have been given up; and
my long studies and toilsonDanta, after detrac ting theexpences, producedtome littlemore than tw o hundred pounds, that is 1 worked at the rate
of less than tw o pounds a week Still I must be satisfied, and satisfied
likewisewith thetotal lossof my L uc ubrationsand Mes., sinc ethePublishernot finding his spec ulation very likely to produce speedy return, has
given up, it appears, the intention of printing the four volumes, and asto
the first the small size towhic h ho resorted prevented me for printingas I had promised in my ow n prospec tus a History of the Age, the L ife
and thePoems ofDante, plac ing at the and, in the w ay of a doc umentaryappendix all the c ritic al disquisition of whic h I w as obliged to form the
main and unfortunately too themost irksome part of the work, and. thus
making it of some value to those few persons only conversant with suc hcontrovorsies, and patient enough to follow my stops through many thomyand hitherto unexplored paths of the history of the middle ages, and the
(1 ) A lire h om '.
92 a . TOBLER
first boema of the European c iviliSation in themidst of darkness. It w asthis view alsowhic h conquered my natural repugnance of offering myselfto the world in the shape of a Comentator. My expec tation however hasbeen utterly defeated, and I have only the consolation of bearing patientlya disappointomont whic h .would have embittered the whole L ife of manyauthors.I have done several other things sinc e I wrote you last. M .
? Jeffrey willpublish, l trust, in the Edimbourgh Review a paper wrotewith some c areon the History of theDemoc ratic a ! Constitu tion whic h more or lesspro
vailed at Venice during thefirst thousand years after the establishment OfthatCommonwealth . L et me beg Of you to c ast your eyes on that paperwhen published. l wrote likewise another on Mr. Wifi‘
on'
s translation of
the Jerusalem Of Tasso; it is printed in theWestminster Review ; but itis not worth your while to peruse it. I had, indeed, absolutely determinedto have nothing to do with periodic al public ations, and although I havesome new reasons to repent of having swerved from it, still I shall nolonger contend, that that allpow erful adversity, my constant tutor, w ill not
induce mo again to ac t in spite of my will. In the mean while thespringof ac tion is, if notaltogether broken, considerably enfeebled through illness.
The timely and unexpec ted relief whic h c ame from you on the last daysof July last year found mo labouring under a bilious complaint whic h bymy removing from that place subsided for a while, still lurking withinmy frameand depriving me of thepower of digestion. In Oc tober an unac
countable fit of periodic al torture in my sidoover the spleen overpoweredboth my body and mind by sudden starts and gave me many Sleeplessnights, until by growing worst it dec lared itself a rooted L iver complaintattended by infiamatory fever whic h gives w ay only to frequent bleeding,bathing, and e spero vegetable diet. I removed my Tabernac los from townin the hapo that the country and mild air near theThames might Operatoas thebestmedec ino in my situation. I found here themost c heerful rooms,a garden to take a walk, and above all a peaceful stillness, since thisdesc ription of doseasos requires silence, delights in despondenc y, and feelsno confort but in drowsiness and inac tion. Y et it is inac tion that distrossme, and my long but interrupted sleep reduces me to almost an absolutenon - existenc e. Thus I c an sc arcely write, and my eyes hate the very
presence of books. However I feel somewhat better, and as timo broughtslowly the infirmity, the same slow progress of time will deliver me fromit. Now , my Dear Sir, my loquac ious L etter has ac quainted you withwhatever conc erns my present life. L et me only add that among SO many
LETTRES l NÈDITE S DE U . FOSCOLO À HUDSON GURNEY 93
exiles Diversa emilia desertas q uaerere sedes, to whic h have beendoomed since the fall of Venice, thebitterest exiloisthis by whic h I havebeen deprived of your soc iety. Be happy, My dear Sir.
Your most grateful friendHUGO FOSCO L O.
P.S.
Be so good as to frank the enc losed,
boing of some importance tome that itmight speedi reac h its destination.
This letter addressed to Hudson Gurney Esq t° by Foscolo prec isely3 monthsbefore ho died, has been litteraly and most c arefuly copied bytheCanon Riego 30th of July of 1834.
A PP E NDICE
Ces neuf lettresont été données à la Bibliothèq ue Nationale
de Florence comme lettres do Ugo Foscolo a M . Taylor. L os
lettres1 et 6 portent l’adresse de ce dernier. Quantaux lettres
2 , 3 , 4, 5, 7 et 8, co qu’
elles contiennont no permet °
guèro do
doutor qu’
elles no soient adressées a lui.
Monday morning.
(May 3rd
Dear Sir,
In my letter whic h last night I sent to M .? Davis the builder that he
may deliver it to you forgot to tell you that should a purc haser ho
( 1 ) L‘extérieur de cette lettre porte l
‘adresse: ‘Hess.u Taylor and Roscoe 9 . Kings Benc h
Walk- Temple en «lessons, gauc he: Monday morning before 10o’c loc k letimbro de la
94 R . TOBLER
found for the houses, and the money not to ho paid down immediately Iwill be contended with the purc haser‘
s undertaking to settle with myc reditore, and as to the sum remaining after my debts are balanced, itw ill be let it in the hands of the purc haser on the mortage of the
[esses at the legal interest. In the sc hedule whic h M .? Gregson will
send you with the list of my c reditore and the amount of the sum owedyou will find also some other partic ulars as the terms, price, and so forthfor the disposal of the houses. However l apprehend that there mustbe in that paper some mistake of the copyist as to the amount of the
ground rent, whic h may be easily verified Adieu in hasta Yoursfaithfully U GO FOSCO L O .
Friday Morning, May 14 /24
1 - Wolls Street, Jermyn Street.
My Dear Sir,
It is absolutely impossible for me to remain a single day longer in thissituation. I must either prepare and deliver the L ec tures
,or resign to
ac tual starvation. am also already atwork for Pic kering, and his printerwaits only for my revisal Of the proof sheets; but there are various
readings to be selec ted, and references tobe ascortained, whic h c annot be
done without books, and I must go on with the w ork in my house, whereall my books are; neither I could have them transportod here on ac count
of the hill of sale in whic h the books also have been registered. Thereforeto gain six weeks of liberty, theonly remedy is togive bail for Stuhbacks
hills. As to the expedient of having recourse to my friends have givenit upaltogether sinc e the last time I saw you. lndeed they have alreadydone for memore than enough, and it is high time that I should coeso
boing troublesome to them. My ow n means and time will be m@c iont to
posta porta la data 3 M 1824 les dernières lettres du nom du mois ne sont plus lisibles,maisen 1824 le 8 mai était un landi, et c
‘est h cette époque q ue F. s
'oc c upait da la vente de
sa maison. Voir Epistolario, n° 629 .
( 1) A lire it w ill be let in the h .
(2) A lire mortgage’.
(8) Voir la lettre ù Hudson Gurney q ue nous avons donnée c i- dessas comme n° VII.
LETTRES INÉDITE S DE U . FOSCOLO À HUDSON GURNEY 95
extric ate me from my difi c ulties. lf Time c annot be obtained, I must ofcourse submit submit to my fate, and the sooner the better. But as long
as the proc eedings for the hills of Stubbsc k keepma, as it w are, with footand hands in c hains, every day thatpasses inc rease my difl c ulties for
I loose both money and oc c asions to exart myself; moreover the otherc reditore are daily in expec tation to be c alled upon, and as they hearnothing they are likely to resort to procedings, and then I will be abso
lutely undone. I return therefore to my former plan '
to give hail to
M .? L intest and thus obtain some peace of mind, and liberty of exertionand bring the other c reditore to composition. M .
? Rossi wants beforethe end of themonth of May L . 100, and Imight raise this sum throughthe lec tures. Be so good as to give the bearer some answer ; I c annot
c all upon you on ac count Of a diarrhoa w hic h obliges me to keep the
room. B ut if you c an seeme tomorrow (Saturday) will c all upon youas early as you like.
Adieu .
Yours faithfullyUGO FOSCO L O .
Jan.! 1826.
My Dear Sir,
Mr. Hoggins a warmhearted highminded man like yourself, will blamemy conduc t in this c aso; and your joint Opinion would certainly justifyany step, however apparently mean, on my part. But, w hen I received
unexpec tedly a c hec k for the sum of L . 50 from Mr. Gurney last yearin the month of January, 1 explained the reasons whic h compelled me todec line, and never to sollic it again any ac t of kindness. Were 1 to ac ceptrelief from any person, I should still prefer M r. Gurney as a benefac tor.But as happiness and misery c hiefly depends on our ow n feelings, the
distress Of my present situation, however great, would be lightly felt byme, ware it not that it is embittered by the rocollec tion that I have for
( 1 ) Voir la lettre du 27 janv . 1826 donnéa ci- deu us comme n° X .
96 H . TOBLER
merly ac ted as a beggar. L et the present and futuro fortitudo atone for
my past unmanly conduc t. A c cordingly, to apply to Mr. Gurney on mybeha lf is and must be, and shall ever be an expedit out of thequestion.
But I should feel warmly grateful to you, in c aso, atany time you meet
Mr. Gurney, you Iyou explain to him,that I ac tually worked for Pic kering
constantly for the courseof fourteen months, that I furnished at his
req uest to be proved by his signature, no less than seven hundred pageswhic h have been printed by hisow n order that for the agreementmade
by him with the copyist on my behalf I have paid to the copyist the
sum of little less than L . 100 in the course of these fourteen months,That for the sake of the work, and out of dread to ac t the part of a
literary quac k, I submitted to the drudgery of e prese correc tor, besidesmy revisal as an Editor, and that they promised for suc h drudgery a smallallowance whic h at this very moment has never been paid Thatlikewise I paid nearly three Shillings a week during the whole of thattime for postage Of »proofs That from the very billa and c harges itappears that I am his debtor for books and stationery furnished by him,
and used by me in working for him, and that thus besides my longwork, have out of poc ket L . 130 or so; and got nothing by it, whilstl pay interestand must rec kon with the publisher for the money advanced
by him, as you are aware from the heads of the agreement tobe writtenby you.
Whatever might be the quibbles, c avils, and spec ial pleadings of Pic kerings, the pages printed by his order, and requested by him will provow ith his ow n letters the fac ts and c omputation I hinted at in this note,
and that, with the exc eption of L . 30, for the collation, not theprofaco,
of Boc c ac c io, I must refund every farthing, recover nothingof my exponces,and by virtue of a lato afterthought of Mr. Pic kering I c annot even do
any thing with the 100 c 0pios of the first volume. i c an alsoprove thatMr. Pic kering having stopped the payment of L . 4 weekly since the beginning, l subsisted by selling my books, and that ho bought them telling
that he gave L . 10. 10. 0. for some of them, whilst rec eived from h im
nomore than L . 6 and of this also i have his ow n handw ritting for my
evidence.
Mr. Gurney therefore from the sheer fa c ts, of my loss of w ork and
money during fourteen months months, and my previous losses of L . 54,
and L . 68 more with Walker of the European Review, and my lossos on
ac count of Parga and other Mes. made to order for Murray, and returned,
the whole of whic h amounts with Murray alone tomore than L . 500,
98 H . TOBLER
TO thisyou madeansw er (Decemb. 27th ). As to the third point relatingto the exec ution of the w ork , he says he CONFIDB S IN Y OU , relying that
for your sake, you w il l do ran BEST you c an . He w ou ld notw ish eac h
volume ro E XCE ED 430or 435 pages, if it c an FAIRL Y be avoided
A c cordine did my best. I planned and exec uted the work as the
limits and the size allow ed it. I c onstrued the word FAIR L Y into themee
ning that c ir c irc umstances allow ed, and applied it to the exec ution of
the work to the best of my power and judgement. TO talk about thepreliminary discorsesunited isidle if not q uibbliiig. Had I joined thediscorsos,
the volumes w ou ld have been too bu lky ! had I sent the discorsos
without the various readings not c ritic a l ly considered ho would haveObjec ted that the volumes did not answ er theprospec tus before the first
volume. Had I sent the historic al and poetic a] observations, then the
volume w ou ld ha ve been objec ted to, as ew ceeding sia: or perhaps seven
hundred pages. QU IDDE M ? QU ID NON DEM ? I made the best of the worst,and explained it in my prefaco to the reader But now (as it wouldhave been the c ase, had 1 pursued any other Course) there are objec tions!I know my man.
TO talk about the prospec tus before the first volume is still more idle;
I never had a copy of suc h first volume; wrote indeed that prospec tusat the printers office, but on terms whic h far from being performed havebeen but never mind! Time comes TimeCame to punish or forgive;and will come still more Ithreatening. Never mind.
Your letter, and the words on delivery in the agreement settle the
matter at rest.
Discourses, observations, various readings will be given to the publisheror altered to ac comodate him, provided hopays, not for my labour whic hin suc h a work c annot be paid but for my inavoidable expenc es for suc h
additionsor alterations. This concession however will bemadeonly throughyour favour and interc ession, on his behalf: and if I give my word to
you, it will be faithfully fulfillod. But the Publisher must undertake to
print them whether making an additional volume, or adding to the others.
A ll his arrangements however about the volumes do not concern me. It
is his business. I sent him MSS. enough for four volumes to fill more than1740 pages upon the whole. The second volume and the last are c ertainlythe largest. But then I understood from you that P. intended, in c ase of
nec essity, to use a smaller tipe, and print the last in tw o columns. L et
than the smaller tipobe used also in the second for the various readings
and place them likew ise in tw o columns; an expedient w hic h whic h I
LETTRE S [NÉDITE S DE U . FOSCOLO À HUDSON GURNEY 99
suggested to him the time I lived at digamma . But I am neither a
bookseller nor a printer. I c annot guess how many pages will fetc h suc ha manusc ript, or suc h another. Had I seen printed ono sheet with the
various readings, perhaps I might have ventured some opinion. But I am
a fool toanswer suc h stupid things. L at him take his measures, distributethe matter so as to fit the volume, asmuc h as possible, and make themnearly in equal size. L et him print one or twosheets for experiment, andlet him above all have recourse to your kindness or to any gentleman to
interfere and obtain my assistance and further conc essione. But as now I
have performed my agreement ac cording to his words and explanatione,
Now , homust either koop hi'
s written agreement and fulfill it in all its
boarn ON DE L IVERY , or submit tobe sued. This is my absolute determination. My friends, my c harac ter, and even my soul
’
a sufferings for
these long tw o years, under toi], expences, troubles, c alumnies, and all
sort of anguish for that man a lone, require that he should coesoonce for
ever tomake a fool of me Pardon me, and believeme
Yours very sincerely and gratefu l
U GO FOSCOL O .
Monday morning July 31sì (1826)9 o
’
c loc k.
My Dear Sir,
Mr. Gurney's letter and the enc losed c hec k reac hes ma in this very
moment, and I will answer and akriow ledge thisnew kindness at his handsin the course of this day . In themeanw hile rec eivemy thanks yourself.Mr. Hoggins informa me that he is going out of town for a month or so;
and on this oc c asion allow me to send you my address of the lodgings
where, to disc harge myself from the kind of dirty prison l now live, 1
intend to remove. I will be somewhere near the New Road as I badlywant fresh air, and the liberality of M r. Gurney w ill enable me to study
(1 ) L e 3 1 juillet était un landi en 1826. Biantòtaprès cette date F. a déménagé pour s‘établ ir
Henrietta Str. Voir ci- dessus le n° XIII.
100 H . TOBLER
w ith a littlemore comfort and better health . As soon as I find a good
second floor with one large room'
in some airy situation, I w ill send you
the address. In themoanw ile God bless you .
Yours grateful lyUGO FOSCO L O .
My Dear Sir,
Septemb. 8. 1826.
The enc losed ma} ho handed over to Mr. Pic kering, in c ase you think,as I do, that there is nothing of whic h ho c an take advantage.
I am sincem sorry to trouble you with long papers, but genera l
expressions undefined reasons un liq uida tori money ac counts and
above all undetaikd terms, although they allow to be compressed in a
single sheet, they seldom fail c ausing an endless litigation themore as
the polic y of the other party is HOL L OW and it w as by avoiding explic itwords, detailed c lauses, and prec ise expressions that he contrived to an
tangle the transac tion.
This however I will promise to you ; never again you shall be troubledby me with my sc ribbling on this unpleasant subjec t.I am almost in perfec t health ; and in a few weeks, I h0po, thata certainpublic ation may assure you that I am also in in high spirits; let me
again professmy obligation to M r. Gurney and yourself for my health, myspirits,
.
and whatever merit you may find in my forthcoming pamphlet. ltrelatos to Greece, and at last I depart from my systematic silence on
the Crooks, bec ause I am irresistin compelled by them, their follies, and
the infamous mercenary assistance of some amongst of their patrona. HailCant, a ll - daring, a ll
- doing, a ll pow erfu l Ca nt! L oan jobbers, anci, tsvernoosm0polists, and perorating patriots helped their ow n passioneandpurposesin this affair es in many other ; Sed tu vic tria: Graec ia ploras.
Now with this halfmurder,ed halfline of Juvenal
,l bid you Adieu with
all my heart.Yours gratefullyU GO FOSCO L O .
(1 ) L’extérlenr porte lesmots This to you alone et l
‘adresse Edgar Taylor Esq . 9 Kings
Benc h Walk Temple Pour le pamphlet voir Epist., no 658.
102 H . TOBLER
Saturday A prilMy Door Sir,
I have been dreadfully and unac countably ill ; devoured by a ravenous
hunger, and yet hating every sort of food, and vomiting whatever I w as
compelled to take to avoid starvation, at the same time that the slightest
quantity of water sw elled my ventricolo to suc h a degree as to preventthe power of respiration. Suc h has been my life since I last saw you,
lingering in a complete inac tivity both of body and mind so that theverysight of ink paper and books w as enough tomakeme giddy .
I am now recovering, and since eight or ten days I rambled around
L ondon to find a dwelling less pernic ious less pernic ious to my healthsince it is now beyond doubt that themephitic air and themiasma arising
from the drainsof this Old tattored househasbeen the princ ipal if not theonly origin and perpetual c auseofmy long and miserableinfirmity . I have
been so luc ky as to find a very convenient cottage with almost an ac re of
w alled garden in Turnham Green, sothaton themorningof thefirstof M ay
my tabernac leswill be removed there; and if Idonotrecover Ishal l atleast,bo buried under a tree in the Open and fresh c hurc hyard near the Thames.
From Pic kering l heard nothing. I am afraid my predic tion will befulfilled, andDante will never be published by h im or printed in suc ha manner as to shame the bookseller, the Editor, and the shadow of the
Great Poet himself. A bout this subjec t however I will talk to you thisevening when I purpose to c all upon you without fail, and pay my respec tto your sister whom l c herish
Cosi comeper ihma uom s'innamora.
This is oneof the lines of our Petrarc h .
In the meanwhile I send you part of thefirst volume of the Anthologythatyou may, if youhave leisure, perusea portion at leastof theprefatoryEssay ; and Iwill c arry alsowith me thisevening the remainder of thevo
lumehlong alongwith some poetry for your sister. In themeanw ile Adieu.
Your very afi'
ec tionate and grateful
U GO FOSCOL O .
(I) L e 28 avril était un samedi en 1827 . C‘est dans cette année q ue F. s
’
6tablit h Turnham
Green (voir ci- dessus les nonXIII etXIV) . Nous nesavona rien da la smur de l i . Taylor, tandisqu‘il est étonnant q ue F., en annoncent sa visite, neparlopas de l ine Taylor (Voir Episio
lario, n°
V A R I E TÀ
EGOBARL ACHIARECENSUI
Nella Rac colta di studitc ritic i dedic ata ad A lessandroD’
A n
cona , festeggiandosi il X L annodel suoinsegnamento(Firenze,B arbera, 1901 ) il prof. A . Solerti ha ac conc iamente illustrato,
colla scorta di un raro libretto del tempo, L a rappresentaz ione
della Calandria a L ione nel 1 548 (pp . 693 e perc h è inquella rec itazione ebbe parte, secondo resulta ora con c ertezza,
l’
arguto araldo fiorentinoDomenico Barlac c h i, ne ha tratto occ asione per rinfresc are un
'
a ltra memoria di lui, sfuggita al più
recente e diligente illustratore dei suoi c asi edeisuoimotti
c iò è quella c uriosa sosc rizione EgoBarlac h ia recensui c he
il Mac h iavelli appose in finealla nota Commedia in versi da lui
stessotrasc ritta nel pur noto codic eStrozziano n. 366 degli in
ora Mg] .VIII, Quella spec ied’
autontic azione fatta dal Mac h .
in nome ed in persona d’
un terzo, sia pur suo amico, hadatodapensare, soprattuttoperc h è è sembratoc he la spiegazionepotesseesser connessa alla quistionedella paternità della commedia. Cosi
il Polidori (2 ) sospettò c he il Mac h . si fosse appropriatoil nomedel banditore, quasi a diredisè stessoc henella commedia egliera un banditore dei vizii dei conc ittadini Invece l
’
Hille
(1) A . SA L ZA , Dom. B ar lac c hi, ara ldo, attoreesc apigliatofiorentina delsec . X VI, in Rass. bibliogr . d. letter . ita l ., IX p. 27 .
(2) Opere minori di N . Ma c hiavelli, Firenze, L e Monnier, 1852, pref.,p. xm.
104 F. PINTOR
brand attribuendo al ‘rec ensui il signific ato di
‘rividi e
pensando c he il Mac h . avesse assunto il nomedi Barlac c h i, c he
equivarrebbe a‘ imbec ille
’
, per semplice c apric c io, negò c hedaquella firma si potesse trarre alc una prova. Il Villari, c he rife
risce entrambe leopinioni non esprime il suoparere c erto
non favorevole su quella dell’
Hillebrand, e giudic a, a ragione,
poco probabile la Spiegazione, un po‘
stirac c h iata veramente, del
Polidori. Col quale e con molti a ltri il Solerti s’
ac corda ora nel
c redere c he quella dic h iarazione possa aggiungere un nuovo
elementoper risolvere la questionedell’
autoredella Commediain versi Barabba luogo infatti, secondoil suogiudizio, a due
ipotesi: O il Mac h iavelli ricopio in quel codice una propriacommedia in versi, ma quale l’aveva ridotta per la sc ena, se
condo c ioè la recensione del Barlac c h i, il quale dalle notizie
ora rac colta dal Salza parefosseabbastanza coltoper faretaleadattamento oppure copiò cosa 0 composta O rimaneggiata
4: dal Barlac c hi, c he gli piac que E certoentrambequestespie
gazioni si potrebbero conc iliare con unodeisignific ati proprii al‘rec ensui con quello c ioè di ‘
rivedere correggere Ma se
resultasse da prove non dubbio c he, per virtù d’
un’
antic a er
ronea tradizione, il recensui’ proprio nell
’
usoteatrale, per così
dire, ebbe durante il Medioevoe il Rinasc imento signific azione
ben prec isa e discorde da quella ? È noto anc he a c h i sia, come
noi, profano agli studii di filologia c lassic a, c he il testoterenziano
c i è giunto in due differenti redazioni, dellequali una è rappresentata dal famoso Bambinoe l
’
altra dalla numerosa famiglia dei
mss. della rec ensione di Calli0pio Or il nomedi questogrammatico, vissuto probabilmente nel III secolo, appare in fine di
molti codic i ed anc he delle singole loro commedie, nella forma
Calliopius recensui O in altra simile. Chi dubiterà c heil Ma
c h iavelli con quel suoewplic it intendesse travestire sc herzosa
mente proprio la sosc rizione c alliopiana ? Ma si può, forse, fare
un pic colo passopiù in là. Quella firma di c he sono contrasse
(i) Études historiq ues et littéraires: études ita liennes, Paris, L ibrairieA . Franc k, 1868, p. 352 , n. 1 .
(2) VIL L ARI, N . M a c hiavel li“, III, 170.
(3 ) Per risparmio di troppocomoda erudizionerimandiamo soltantoall'
In
troduziona dell’
ediz . degli Adelphoe, c urata da E . Sramrxm, nella Collezione
di c lassic i grec i e la tini del L oesc her, p . xm, n. 1 , e egg.
106 F. PINTOR
modosemplic e e tale, insieme, da non lasc iar luogo a dubbi ;
con riferire c ioè la postilla autografa dello Strozzi, c he aecom
pagna la commedia nel cod. Ashburnh . 579 [a c . la primacomedia c h
’
io facesi mai rec itata in c asa eMedic i E cosi
in ogni ric erc a di paternità soc corresse una dic h iarazioneespli
c ita al pari di questa, sulla c ui autografia possiamo offrire con
sic ura persuasione, per quel poc h issimoc hepuò valere, la nostratestimonianza ! Autografi sono pure in quel codice, insieme c on
le correzionimarginali, qualc hescena intermedia e il prologoil quale manc a nella OOpia del Mac hiavelli e nella non poc hestampe di ,
c he la commedia va debitrice soltanto al sospetto disi nobile paternità ; e segue, perc iò , in appendice a questa co
munic azione. Nè altro s'
aggiunge q ui alle molte e buone cose
dette dal_Ferrieri, anc he perc hè c h i sc rive non ha perdutoan
c ora la speranza di poter esaminare l’
opera drammatic a dello
Strozzi in relazionea lle condizioni della vita c ittadina ed ai c a
ratteri del teatro comico contemporaneo. Basti, per ora, c hesia
tolta per sempre al Mac hiavelli, come già la farsa Il frate del
L asc a, cosi l’
onore O l’
onta ? di quell infelice commedia , e
c he soprattutto, seguendo l’
esempio del Rossi, sia rivendic atoal
Ferrieri, c he la morte strappò alc uni anni addietro alla sc uola
e agli studii, il merito di tale scoperta , su lla quale pare abbia
gravato finora lostessodestino c uiegli cerc ò di sottrarreil nomedel commediografo c inquecentista .
FORTU NATO PINTOR .
(1) Pag. 304. Quantoall’eEgoBarlac hia recensui il Ferrieri pensa c he
codesto fosso un pseudonimo assunto sc herzosamente dal Mac hiavelli conallusione al Barlac c hi persona storic a c he ben potè il Mac h. motteg
giatoredi prim’
ordine, firmarsi sc herzosamentea quel modo (vedi la nora
a p. Nappur quest’ interpretazione c i per buona , per q uel c he si e
discorso. In compenso il Ferrieri in quella stessa nota dà informazione di
quattro sonetti c audati, tra il serio e il faceto, di L orenzo Strozzi al Bar
lac c hi, i quali potevan offrire alc un altro lineamento alla figura c he del
banditore ha tratteggiato il Salza .
(2) È invece una semplice c 0pia il c od. 578, della stessa collezione; e
manc a di tutto il primo attoodipartedel secondo. Contrariamente a quantoaffermò, c ertoper disavvartenza , il Ferrieri (p. 224, n. 3) non contienequestacommedia il cod. Ashburnh . 606 ,
del quale egli si valse per rivendic are
pur a L orenzo Strozzi non è inutile al nostro scopo il notarlo la nota
Desc rizione della peste del’
27 , c he, come si sa, fu trasc ritta dal Mac hiavelli, nel cod. M ag] . già indic ato, insieme colla commedia, e c he del resto
VARIETÀ 107
P R0 L 0G 0
[dal cod. Ashburnh . c c . 52 b- 54 a
c . 52 b Questa comodia ascoso è stata un tempoperc hè temeva assai, uscendo foro,
non esser sol qual merita ripresa,ma lac erata qual forse non merita,
ot vilipasa più c he non convienai
ripresa, dico, dagli intelligentiet degli invidi morsa ot lacerata ;
vilipasa da’
troppo transsc uratio da
’
troppo ac c urati della lingua,
c he voglion mac tar leggio a quel c he leggiogià mai non fu, con dir c he non si può
nè debbo usar se non quel c he usato è
da’
nostri antiqui, c h ’
e poemi sc ripsaro.
Et questo fan perc hè non sanno un passomuover senza l
‘
axemplo, ot come un ceco
rovinerebbon, senza scortta O guida.
Ma vegiendo c he in una O forse in tutta
questa apatia degl'
huomini incontrare
dovea, non so se già prudentementec . 53 a oleggio, poic h”
è suta partorita,più presto di morir c hemai non vivere;
perc hè, se a luce non venissi mai,
dir non potriesi c he vissuta fossi.
Et benc hè alla non sia ai di se stessa
c iec a c h’el la non vaghe c h’
altro stile,
altrobabito, altro vesta ot altro ornato
si converria venendo in tal conspecto,
già altri (c fr. VIL L ARI, N . M ac hiavelli Il , 193 , n. 1) inc linavano ad asse
gnare, per altri indizii, a L orenzo (piima in una pubblic azionenuzialeRimeinedite d
’
un c inq uecendsta, par le nozze Vigo- Magenta, Pavia, Fusi, 1895,
p. xvn, opoi nello studiopiù volte c itato, p .
108 F. PINTOR
pur si confida di piacer, qual suolatelhor vil c ibo e gusto fastidito.
Onde vi pragha fac c iata silentio
non però vi permette c he nel somno
oc c upiate li spirti. Et se dal risocommossi siate, non vi contenete,
perc hè l 'aplauso degli spoctatorispesso dà vita a q uesto nostro fabula
et porgoordire a'
timidi bistrioni,
dando animo al poeta di comporrequalc he altra cosa nuova ; et se a q ualc h
’
uno
non piacessi il subiec to o la matera ,partesi, poi c he l ’argumento ha inteso,
a. 53 b et ceda luogho a quei c he volentieri
odon q uesta comedia, 0 cose nuove;
perc he io soh h’
afirmar per certo possoc h'un tal poeta è nuovo, ot I
’
inventione
al tutto è nuova ; ond’
egli spera moltotrovar venia da voi, c hè venia marta
via più q uel c he c ammina per se stesso,
benchè inc iampi telhor, c he q uei c he sempreseguon gli altrui vestigu , e quali son dec tipoeti imitatori, et se minano,compassion non meritan nè sc usa,
et son c itati il giornnomille volte
da questo et quel pa’
lor furti in iudic io;
da’ quali è poi l ’ax c usation comune
il doc to c h’
usato ha il nostro comico
cosa alc huna non è, c he dec ta in priastata non sia Questa sentontia ha fac to
c he nessun di forare ha pill vergognal'
altrui fatic he. Her quanto alla comedie,
c .
'
54 a non so se e riso vi commoverà,
perc hè non sol per dilec to fu fac ts,
ma per giovare a nostra menti anc hora ;
(i) A c corrna alla sentenza Nullum est iam dic tum,quod non dic tum sit
prius c he Terenzioenunc ia nel prologo dell’Eunu c hus (v . proprioper difendersi dall
’
ac c usa di essersi appropriato le commedie dei Grec i.
RASSEGNA BIBL IOGRAFICA
L U IGI DE ROSA. Shakespeare, Voltaire e A lfier i, e la tra
gedia di Cesare. Saggio di c ritic a psicologic a. Parteprima.
Camerino, tip. Savini, 1900 pp. X IV
MANFREDI PORBNA . L’
unità estetic a della tragedia alfie
riana . Betr. degliA ttidell’
A c c ademia di A r c heologia , L ettere
e Belle arti di Napoli. Napoli, Stab. tip. della R. U niver
sità, 1901 pp.
Duenuovierilevanti saggi di c ritica alfieriane, ma di diversoc arattere, di
diversa estensione, di materia in gran parte diverse, e, soprattutto, di diversaintonazione. Che dell
’
A lfieri e della sua arteil DeRosa e il Poranosentanodiversamente, poco‘ importa ; a non farà meraviglie, quando si pensi c he l ’analisi letteraria non è in fondo nè analisi matematic a, nè analisi c himic a, ec heigiudizi estetic i, nonostante le teorieegl
'
ingegnosi ragionamenti di c ui
li c ircondiamoorinc alziamo, sorgonoin noi colla spontaneità con c ui sogliono
di lor natura manifestarsi tutte le impressioni. Il DeRosa tende in sostanzaa ribadire sentenze antic he, non moltofavorevoli, sul meritotragicodall
‘
A l
fieri ; il Porano, a reagire contro i dispetti e i dispregi di c ui l’
A lfieri fu
fatto sogno dopo la rivoluzione romantic a, c hemise sugli altari lo Shakespeare o gettò a terra gli altri idoli c he non somigliassero a quel lo.
Noi q ui non c i pmponiamo di dec idere qual dei due abbia ragione; se il
DeRosa, a c ui manifestamente l’
arte dall’
A lfieri non piace, O il Porena c h'
è
manifestamente disposto a difenderla o ad ammirarla ; vogliamo solo dar
breve notizia di due lavori c he, comunque si giudic hino la opposte conc lu
sioni a c ui giungono, sono degni di nota.
L’
esame comparativo della tragedia di Cesare c ioè il confronto del
Giu lio Cesare inglese, della Mortedi Cesare francese edal B rutosecondo
italiano, sarà fatto del De Rosa in un altro volume, a c ui cotesto intanto
vuol Servired’
introduzione. Molti giudic herannosbagliatoO almenoesageratole proporzioni del lavoro; o c
’
è pericoloinfatti c heall’ampiezza del vestibologià eretto non corrisponde la mola e l
’
importanza dall’
edific io da erigere
c omunque, se il De Rosa ha c reduto c he la comparazionedelletretragedie
RA SSEGNA BIBLIOGRAFICA 1 1 1
ric hiedesse il lungo preambolo di c irc a quattrocento pagine c h'egli vi ha
promesso, o ha c reduto piuttosto c he quella comparazione parziale potessefornirgli oc c asionead una comparazionepiù generale, in c ui fosse lumeggiate
non la fisonomia di quello tra singole Opere, ma la fisonomia dei tre poeti,si potrà dire c he il disegno e l
’
economia del libro potevan essere migliori,
ma non si potrà negare c he il libro, spec ialmente in cotesta parteprima ,
tratti materia alta e importante.
Dei molti c apitoli e paragrafi riguardanti lo Shakespeare e il Voltaire,
non possiamo oc c uparc i, o toc c heremo soltanto di q uelli in c ui più prOpria
mente e direttamente si tratta dell’
A lfieri. Dopo aver stabilito c he l’
A lfieri
è, come il Voltaire, un poeta di tendenz a , e aver disc orso (senza maggior
giustezza c he non altri) dell’
idealepolitico alfieriano (pp. 8 il D. R. con
sidera l’
A lfieri in relazione colloShakespeare. Il nostro dice il D. R. si
trovò anc hemenodel Voltairedispostoad intenderee ad ac c ettare l'artedelloShakespeare (p. quantunque le sua naturali attitudini e lesua qualità4 di mente e di c uore facessero di lui un romantico in potenza (p.
Intorno a cotestopagina o all’
altro in c ui l‘
A . studia ipoc h i residui del ro
mantic ismo d‘
A l/ieri, le osservazionie le disc ussioni si potrebbero moltiplic are. L a sensibilità, l’effettività, la irrequietez za, la malinc onia , gli ondeggiamenti dello spirito e altri fattiestati interiori, di c ui nella Vita dell
’
A lfieri
si trovano sintomi e testimonianze, s‘hanno veramente da interpretare come
spontaneo tendenze o predisposizioni a una forma drammatic a sc iolta degli
impac c i delle regole di quella poetic a c he gli storpiol‘ingegno (p.Che Opposizione evidente esiste tra queglistati efatti psicologic ie la poetic apseudo- c lassic a ? lrrequieto, malinconico, sensibile, fantastico, dic iamo anzi
malato, ben più dell’
A lfieri, fu il Tasso (il Tasso col quale l ’Alfieri c redevad'
averequalc hestretta aflinità spirituale oppureil cosidettoromantic ismo
dell‘
autore della Gerusa lemme (poic hè anc he di un romantic ismo tassesco
si è spesso parlato) s’
adagiò nel la osservanza dei c anoni aristotelic i: e certo,
se anc he allora lo Shakespeare fosse stato adulto e noto in Italia, il Tar
r ismondo non avrebbe presomai la struttura del dramma shakespeariano.
Il D. R . ritiene c he riconoscendo tu tti i difetti dello Shakespeare, c hepure gli era anda to a sangue, l
’
A lfieri intendesse di fareuna prudente conc essione al giudizio allor comune dei letterati ortodossi, e non esprimesseproprio l 'intima sua mente; per lo Shakespeare egli avrebbe confessatopiùaperta e più c alda ammirazione, se ne avesse parlatoprima di convertirsialle regole (p. Or q ui forse soltanto la parola è inesatta ; ma in
ogni modo importa avvertire c he una conversione dall’
A lfieri a lle regole
(c he da . lui poteronoessere ignorate e non furono corto impugnate mai) èun fatto insussistento.
Molto cosa dice il D. R. c he anc he a noi sembrano vere, intorno al
(1 ) ven, Epoc a 11,c ap.
(2) Pag. 229 n . 2 e261 egg. Crede, non a torto, il D. B . c he sia e ormai tempodi rinunziardefinitivamente al mito dell
’
uomo di ferro, del c arattere inflessibile e della indomita volonta
1 12 RA SSEGNA mau oenamc a
l rntima natura dall’
A lfiori o alla sua tempera morale, c he non fu così salda
e robusta com’
egli volle c redere e far c redere; ma tutto c iò ha ben pococ he vedere con le teoric he letterarie dall’A lfiari abbrac c iateO respinta : esenon c
’
inganniamo, il pensiero del c ritico non proceda nellostudiodi cotestorelazioni tra le cosidette tendenze romantic he dell ’uomo e i procedimentic lassic i dell
’
artista , con tutta la sic urezza ela c hiarezza desiderabili. il D. R.
ammette infine c he l’
A lfieri non avrebbe ac colta emesse in pratic a q uellopoetic a dominante, se in sè stesso non avesse trovato dei motivi per
a farlo o c he a questi motivi, oltre c heall’
azionedell’
ambiente letterario,sia da attribuire il c arattere c lassico della sua tragedie (pp. 266 sic c hèse veramente, come risulta c hiaro a c hi ban guarda , I
’
A lfieri era portatoanc he da natura a q uella poetic a c he abbrac c iò, si stenta maggiormente a
c apire come della sua natura avrebbe potuto essere predisposto e seguirne
un’
altra. Comunque, poic hè l’A lfieri fu un poeta tragico c lassicoe non ro
mantico, gioverà sempre di più c arcere la ragione corte di c iò c he fu,c he
non le incerte ragioni per c ui avrebbe potuto riusc ire diverso.
Più sic uro procede il c ritico nello studio delle relazioni tra l’
A lfiori e il
Voltaire, seguendomolto spesso e svolgendo leragionevoli considerazioni del
Dejob su q uell’
argomento. Cho l’
A lfiori derivi dei Francesi, fu detto già
tante volte, c he il merito ormai può consister solo nell’
aggiungere qualc heosservazione nuova c he convalidi l
’
asserio O c hiarisc a i limiti e imodiole
regioni di cotesta nota affinità e dipendenza. l l D. R. non considera c he i
rapporti dell’A lfieri col Voltaire, ma li considera assai attentamente, pocodimentic ando di c iò c hepotevasi rilevare confrontandoleteoric hea i teatridei due poeti, e qualc he cosa aggiungendo alla già detto da altri. In teoria
ripete giustamente il D. R. il tipo della tragedia alfieriana è già da
lineato dal Voltaire nelle varie suo prose c ritic he riguardanti la tragedia ;
sennonc hè mentre il Voltaire vagheggia quel tipo e lo disegna, è ben lontano dal colorirlo a dall
’
efi‘
ettuerlo. L’
A lfiori invece è più coerente; tratta
l’
arte conforme all’
ideale di perfezione c he se n’
è formato; trovata la sua
maniera, la segue senza esitanze e inc ertezze, laddoveil Voltaire, manifesta
bensi concetti e tendenze c he si potrebber dire prevalenti se non costanti,
nella sua lunga c arriera di c ritico e di poeta , ma ac c enna anc he e teoriee
a maniera diverse, con una volubilità digiudizioedigustoignota al l’
A lfieri.
Questi esagera fino alle estreme con’
seguonza i princ ipi enunc iati e non ri
gorossmenta applic ati dall’altro ; e in cotesta esagerazione e rigorosa applic azione di princ ipi non da lui per primo enunc iati, c
’
è più il riflesso d’
un
temperamento sui generis, c he di una poetic a indipendente. Il D. R. peròac cenna (p. 304) a maniere diverse c he si possonosc orgerenel teatroa lfierione, il qualepur non essendo così vario e multiforme come quello delVoltaire, palesareb tuttavia pentimenti e mutamenti d
’
indirizzo artistic o.
Or q ui le testimonianze d’
alc uni c ritic i c itate in nota, non potevanobastarea rinc alzod
’
una pmposizione tanto disc utibile, della qualeoc correva c hiarirecon prec isione il senso, a spec ific are i fatti (nè sarebberomolti) c he possondarle spec ie, se non sostanze, di verità. Comunque, il teatro alfieriano ebbe
un’
unità di struttura, di colorito, d’
intonazione c he sarebbe vano discono
scere: se il Sau l fa sotto certi rispetti ec cezione, è una felice ec cezionec he
1 14 RA SSEGNA B IBLIOGRAFICA
continuo a questo ondeggiamentodi afi’etti suscettibile veramentedi azion
teatra le (p. Ivi, in nota, dà qualc he esempio di ta li contrasti e
sowonsioni d’
animo dell’
A lfieri c erc ati a considerati come elementi dram
matic i essenziali; ma come conc iliare cotesta proposizione con la prima ?Come ammettere contompnraneamonte c he l
’
A lfieri conc episce e scolpiscesoltanto le anime intere, dominato da un
’
unic a passione, a poi conc ludere
c h’egli va in c erc a d’
pnime combattute da passioni Opposta c he le fa volare
e disvolere alternativamente la stessa cosa ? Entrambe cotesto proposizioni,cosi come sono enunc iate, hanno signific ato assoluto; e tutto quel sottilelavoro c he sarebbe stato nec essarioper mostrare c iò c he c iasc una d
’
esseha
in sè di vero oper trarre delle due conc lusioni contraddittorie una bonc lu
sione unic a, logic a e c hiara, non fu fatto dall’A . e non c i metteremoe tentarlo q ui noi per nostro conto.
Conc ludendo, diremo c he il saggiodel D. R. ha parti innegabilmentebuonee importanti; e tra q uesto porremo i giudizi q ua e là sparsi sulla vera na
tura psic hic a dell’A lfiari, in realtà diversa da quella c he più c omunemente
si riconosce per genuina ; ma quei giudizi molte volte sono dati sulla fede
disemplic i giudizialtrui,enon confermatida dimostrazionealc una , a qualc hevolta esagerati, come là dove, iepirand0si al noto studio del Dejob, De latendresse dans le theatre d
’
A lfieri, il D. R. non si perita d‘
afiermare c he
I’
A1fieri ebbe un c uore addirittura femmineo (p. In ogni modo la
c ritic a psicologic a del D. R. c i pare meglio fondata e meglio diretta della
sua c ritic a estetic a, la qua le (non gli dispiac c ia sentirselodire) è una c ritic aa -prioristi0a assai pericolosa . A c hi vorrebbe in mente oggi di negare c he
lo Shakespeare sia l’altissimo poeta c he tutti sanno? Ma per questo sarà
lec ito non ammettere a ltre spec ie d’
arte c he la sua , non riconosc ere altri
poeti c he coloro i qualida lui abbianopresol’ispirazionea la norma ?
Contro tale tendenza, c he anc he il D. R. segue benc hè i giorni inc ui a l pregiudizio c lassico era sottentrato il pregiudizio romantico siano
lontani reagisce vigorosamente il Porous nella sua bella memoria, c he
piacere anc he a c hi non possa ac coglierne tutte lepmposìzioni e tutte le
conc lusioni.
Riassunta per sommi c api la materia della precedente sua memoria sullaPoetic a a lfieriana della tragedia eric hiamati q ue’ princ ipiequelleregolad
’
arte c he l’
A lfiori adottò, il P. vuol dimostrare c he tra l’
A lfieri e i Fran
c asi è assaimenostrettodi quantocomunementes’afiermi il vincolod’
afi nità
artistic a tante volte ammesso (p. Certomoltedelleforme c h ’
egli [l’
A l
fieri] adottò per il suo teatro eranoprOpriO del sistema fran cese. Ma… .
ac c antoa q uelle forme ve n’
erano altro c he l’
A lfieri, com’ è noto, non ac
cettomenomamente: l’
amore come molla delle tragedia, .c on tutto il suo
corteggio di svenevolezze e leziosaggini; gli episodi, i confidenti, certodalicetezzoe convenienza scenic he Inoltre, prosegue il P. , diversamente
dei Francesi il nostro tratta la storia ; c hè dove quelli franc esizzan0 e
modernizzano tutto questi idea liz za l ’antic hità, avvic inandola ad una
certa astrazione non alla realtà presente; sic c hè, preso nel suo com
( 1 ) Cfr. Giornale, XXXVI, 438.
RA SSEGNA B IBLIOGRAFICA 1 15
plesso, e considerato qual esso di fatto oggettivamente è, a presc inderedegli ec c itamenti teoric i c he da q uesto O da quello l ’A lfieri può avere
ric evuti e c reare la sua forma tragic a, il teatro alfierieno è una cosa tut
t’
altro c he identic a al teatro francese
Identic a , no certo; ma , secondonoi, per ragioni alquantodiversoda quelleq ui addotte dal P. Finc hè si parla di Franc esi in genere, l ’autonomia arti
stic a dell’
A lfieri appare maggiore; ma se si parla del Corneille, o del Vol
taire in ispec ie, o non si vuol presc indere degli ec c itamenti teoric i c he
del Voltaire il nostro può avere ric evuti l’
autonomia, o l’
originalità di
c oncezione,c he si voglia dire, delle forme tragic a a lfieriana sc ema d’
essai.
Nè , per c iò c he riguarda gli amori teneri, convien dimentic are. c he, a ripudierliea c ritic arli, gl
’
ltaliani non si trovarono soli contro i Francesi uniti e
concordi, c hè fin dal seicento, opoi giù giù per oltre un secolo, suonarono
ripetutamente contr’
assi, su labbra francesi, parole di condanna .
E per c iò c he riguarda il modo di trattare la storia, la differenza c e, ma
non così grande come il P. la rappresenta . I Grec i e i Romani dell’
A lfieri
non isfoggiano in politesse, non si dhn titoli di cerimonia, nè sc iorinanofor
mole di complimento; ma c hi potrebbe dire c henon tradisc anospesso l ’animadi gente educ ate se non al signoril costume, almeno a lla filosofia del se
colo XV l l l ? E dove si levano verso quell’ astrazione digrandezza ideale
e di virtù eroic a, a c ui tendono sempre,c hi non raw iea in essi c erti tratti
di famiglia d’
alc uni personaggi del Corneille, grande idealizzatore? Il fattoè c he sarebbe diffic ile additare un procedimento seguitodall’A lfieri c henontrovi corrispondenza in procedimenti seguiti, sia pure per ec cezione, o va
gheggiati in Franc ia, poic hè la tec nic a teatrale dell’A lfieri è svolgimento O
derivazione d’
un sistema c he s’
era ormai imposto a tutta Eur0pa . Per con
c apire una forma tragic a del tutto insoliteeintrinsec amentenuova, l’
A lfieri
non ebbe genio e audac ia c he bastassero. Del resto il P. è troppogiudiziosoper negare rec isamente ogni dipendenza del teatro alfieriano dal francese;
agli s’
ac contenta d’
afi‘
armere c he l’
uno non è perfettamente modellatosu ltipo dell
’
altro(p. cosa c he si può concedere, anc heperc hè il tipodella tragedia franc ese da poeta e poeta, da età ed età , sa lve alc une leggi
fondamentali prOpriO della poetic a c lassic a, prendeatteggiamenti diversima non si tratta veramente di confrontare la tragedia a lfieriana con un tipounicoe costante di tragedie francese, si bene con alc uni tipispec iali, e cona lc une spec iali teoric he
,c h
’
abheromaggior presa sull’
animodel nostro. Qui
le somiglianze sa ltano a ll'
oc c hioovidentissimo, malgrado la spic c ata origi
nalità di certi toni, di certe tinte e di c erti spiriti c he appartengono solo
a‘
ll’
A lfiari; e l’
argomento di c ui il P. si serve per dare una riprova della
dissimiglianza formale tra la tragedia alfieriana e la francese, non risolve
la questione. Egli ricorda le tempesta c he susc itò tra i letterati e i pub
(I) Ila stessa oerervazione è pur fatta più oltre dal P. ( p,26) dove dice c he 4: c hi parlasse
d’
un teatro francese in generale c adrebbe certo in una ingenuità E pocopiù su , nella
stessa pagina, considerando la membrature della tragedia alfioriana, pare c he si rac costi ad
un’
opinione c he prima, almeno in parte, aveva volutocombattere; perc hè definiscela tragedia delnostro esagerazione di una forma c he nella. tragedia francese, se non tanto come pratic a arti
stic a, certospic c atamente come aspirazione c ritic a, già si ac cennava e intravvedeva
1 16 RA SSEGNA BIBLIOGRAFICA
blic i d’
italia l’
apparizione della tragedia del nostro tempesta c henon si
sarebbero sc atenate se l’
A lfiari avesseseguitoil gustofrancesepredominantein Italia (pp. 9 Molte cose si potrebbero osservare e q uesto pmposito;ma basti questa : c he allora dei più non si rimproverò all’A lfiari di essersiribellatoagli esempi, ai precetti più autorevoli da
’
maestri francesi pigliandonuova materia tragic a edrammatizzandole con procedimenti inconsuoti, bensid
’
avereviolata lingua, grammatic a, prosodie, d’
avere sc ritto dei versi duri,
osc u ri, disac centati.
Procediamo. Il P. si propose di ricerc are l’unità estetic a del la tragedia
a lfia iana , a gli parve di ravvisarla nell’
idea della volontà sovraneeinc rollabile c he il poeta volle rappresentare, subordinando alla efi c ac ia di ta le
rappresentazione, le forma, le regola, i metodi, i c aratteri della sua arte
(pp. 12 E q ui le questioni potrebberomoltiplic arsi. A ltri potrebbe direc he l
’
unità estetic a O meglio, come qualc he volta il P. le c hiama, l’< unità
ideale della tragedia alfieriana è la libertà ; ma resterebbesempreda dec idare il punto se l’unità estetic a sia da cerc arsi in un determinatocontenuto
c he si suppone comune a più opere d’
arte.
Pel P. dunq ue l’
A lfieri è , come già più volta fu c hiamato, il posta dellavolontà per ec cellenza ; l
’
artista c he si compiac q ue di ritrarre c reature c he
vogliono, sempre vogliono, fortissimamente vogliono, fatta c ioè un poco a
sua imagine e somiglianza ; perc hè la ferrea volontà dell’A lfieri è cosa
evidentea (p. Non è q ui luogo di disc utere cotestodogma della volontà
elfiariana, c he se non fu finora con solide ragioni impugnato, non è perquesto inoppugnabilo, o restringiam c i ad una sola considerazione. Sol
’
unità
estetic a c i è data dalla volontà c henon conosc edubbie incertezze, c heprocede dritta allo sc opo, bisognerebbe c he noi la ritrovassimo così tempratoe risaltante in ogni tragedia dell
’
A lfieri. Eppure,oltreall’ec cezionedal Sau lc he il P. ammetta (p. se ne potrebbero trovare altro nella M irra (c he
c i rappresenta non il trionfoma la fatale disfatta d’
una volontà ), nell’
Aga
mennone, nell’
Oreste, nella Sofonisba e altrove; come non sarebbe difi c iledimostrare; a poi resterebbe anc he da vedere se la fermezza , l
’
ostinazione
più passiva c he attiva di alc uni personaggi alfierieni (si pensi ad Agide)possa esser c hiamata volontà.
Chec c hè sia di c iò, è però innegabile c he molti (non tutti) dei personaggialfieriani hanno aspetto d’
ossari eminentemente volitivi, e c he la rappresentazione della volontà indomabile o autonoma seduc e la fantasia del poeta .
Ora il P. con ac uti ragionamenti volle provare c he a quel contenutoumano
e a quell ideale etico di necessità dovevano adattarsi le forme c lassic he as.
sunto dell’
A lfieri (p. 16 e veramentepuò direi c he data la povertàanalitic a della psicologia alfieriana, dato il conc ettometafisico della volontà
c he l’
A lfiari segue, considerandola come forza determinantee non determi
nate, data l’
estrema semplic ità dei suoi piani drammatic i, l 'azione della suatragedie poteva procedere anc he entro i limiti delle unità , e senza il soc
corso d’
apparati e di scene c he servissero a desc rivere e a c aratterizzare
l’
ambiente esterno e storico, perc hè la volontà è concepita da lui comequalc he cosa di assolutamente indipendente da ogni c ircostanza esterna , e
l’
uomo dell’
A lfieri vive, per cosi dire, ad Opera fuori dellospazioedal tempo.
1 18 RA SSE GNA BIBLIOGRAFICA
pentimene tosto, come la Clitannestra dell’
Agamennone. Si potrà dire c he
nella rappresentazione di cotesti contrasti e nell’
analisi psicologico, c he no
è il mazzo nec essario o il risultato, I’
A lfieri non si sia spinto tanto in là
quanto i Francesi; e c iò ac c adde per più ragioni, delle quali forse la princ ipalissima fu la poc a attitudine di lui ad un
- tale lavoro; ma non si dic a
c h’
egli abbia di proposito trasc uratiodisprezzati i partiti c he senepotevantrarre, enon abbia considerato quanto i Francesi erano stati industriosi nel
volersene. Egli negava volentieri ai Francesi il c a ldo continuato d'
azione
(c ioè la rapidità inc alzante, c h’
egli sipmposedi raggiungere) ma riconoscevain essi, e nominatamente nel Rac ine gran maestro d
’
analisi un —ma
naggio grande d’
afi‘
etti o cotesto maneggio d’
afi‘
etti, in c ui il Rac ine
ec c elleva, non era altro c he quell’ analisi psicologico, c he in minor grado
si ritrova anc he nell’
A lfieri.
Il P. insiste a lungo sul concetto, c he c apitale differenza tra il dramma
franc ese e l’
alfioriano è la diversa natura del,contenuto, in quello tutto
analitico, cosi c he la tragedia francesedovrebbedirsi tragedia romantic a
costretta entro una veste c lassic a, c he la deforma e snatura ; mentre in
questo invoc a la qualità del contenuto è tale, c he la veste datai dal poetagli si attaglia perfettamente (pp. 27 Sull intima essenza romantic a della
tragedia franc ese asserito sanza restrizione alc una dal P. c i sarebbe moltoda dire; ma non si potrebbe discorrerne tenendosi sulla generali, senza ve
nire agli esempi e alle minute disamina. E non para el P. c he c i sia un
c ontenutopoten zia lmente romanticoallora anc hein qualc hetragedia dell’A lfieri, comenella Rosmw zda , c he pure non differisc eper forma delle altro?
E verissimo però, c hemalgrado le molte afi nità di materia e di tec nic a,
il teatro alfieriano, rimaneben distinto dal francese in genere, ed anc hedalvolteriano, c he purenefu il prec edentepiù immediato; è tutt’altra l
’
impres
sione eb'
osso produce, è tutt’altra la visione eb’
osso sc hiude; ed ha ragione
il P. di affermare risolutamente cotesto intima differenza, c he la somiglianza
delleforme non impedisc e il sentirea c iasc uno; ma c i pare c he nellospiegarle col cerc are l
’
unità estetic a della tragedia alfieriana nella volontà egliabbia seguito un procedimento c he per una parte è troppo semplic e eperl’
altra treppo complic ato, enon sia riusc itosempree c ogliere lepiù diretta
e c hiare ragioni d’
un fatto c heper sè stesso è innegabile.
N ella terza parte della sua memoria il‘
P. volle provare c he la tragedia
alfieriana, com’è nell’essenza del suocontenuto cosa diversa della tragedia
franc ese, cosi non fa imitazione, continuazione, resurrezione dello spiritointimo c he aveva animato la tragedia grec a (p. 36) e c he per la sua
intima unità estetico è lontana dal teatro greco non meno c he dal fran
c asa Perc hè il contenuto del teatro alfioriano è sempre un contenuto
profondamente umano, tutto psicologico. Psicologia semplic e,è vero, in
quanto è limitata al prepotente dominio di una forza di volontà c he tra
sc ina o fa ammutolire ogni altra sfumatura , variazione, alternativa di
(I) L ettera a M . Bianc hi, 25 febbraio 1785, in Maz zarin i , L ettereed. ad mod. di V. A ., p. 76.
RA SSE GNA B IBLIOGRAFICA 1 19
sentimento; ma quella semplic ità non è , in gran parte, una limitazione
nella facoltà osservetric idell’autore, nè fruttod’
un suopreconcettoestraneoall
’
arte. Essa è inerente al c ontenuto di quest’arte, è una forma organic a,ritrae una verità psicologic a oggettiva (ivi) . Secondo il P., il teatrogreco
non ebbe un vero o proprio contenuto psicologico oggettivo, perc hè essoera concepito, rispetto alla psicologia umane, manc hevolmente, imperfettamente (p. sic c hè il teatro alfieriano fu fra i teatri c lassic i l
’
n
nico c he nella sua linee generali presentasse anc he oggettivamente, presc indendoda concezioni liric he soggettive, un completoorganismoestetico,composto di un’
anima o di forme edessa corrispondenti. Nel teatrogrecol’
anima era fuori di q uelle forma ; nel franc eseera discordante da esse» ;0 in Italia la forma c lassic a fu rac colta da una mano c he aveva prontoun contenuto nuovo da gittervi: la tragedia profondamente umana dallaforte volontà (p.A disc utere punto per punto il ragionamento c he abbiamo riassunto con
le parole dell’A . oc correrebbe lo spazio d’
un libro, poic hè bisognerebbenonsolo vedere se proprio in fondo il c apital difetto dal teatro francese fu,come il P. pensa
,qual d’
avere un contenuto romantico costretto in forma
c lassic a, e se da tale spr0porziono tra contenuto e forma, dipendesse la suaorganic a debolezza ; ma bisognerebbe anc he rigiudic aro, e non sommaria
mente, il teatro greco.
A noi basti d’
aver riferito il giudizio del P., del quale forse alc uni si
sc andalizzaranno, perc hè in sostanza da quel giudizio I’
A lfieri vien messo
un gradopiù su non soltanto dei Franc esi, ma anc he dei Grec i; ma altri
enoi siamo tra questi pur non consentendo col P., ammiriamo l’
indi
pendenza coraggiosa della sua c ritic a ol’
ingegno c he la sorregge Puòdarsi
c he il P. s’
inganni in più luoghi; nondimeno i suoi errori non sarannomaigli errori di uno c he non se e non pensa.
E quantunque c e ne appaianogravi i pericoli, tuttavia c i piac e quel suomodo di trattar la c ritic a , levandosi dalla via trito e guardando le cose
d’
in alto.
E c i piace anc he quel colore di convinzione c he traspiro da tuttocotesto
suo studio, largo e geniale, se non, a parer nostro, persuasivo. Ma, com’
bo
detto, la tendenza del P. è tendenza di reazione contro la c ritic a c hepiù o
menoobbedendo al preconc etto romantico fu coll’
A lfiori treppo severa ed
ingiusto.
’
E già al P. pare c he il furore d’
analisi da c ui la poesia fu
invasa dopo l ’irruzione del romantic ismo ac cenni a c almarsi; pero c he un
desiderio di formepiù semplic i ed intere fac c ia di tanto in tanto la sua
punto, come un’
aspirazione a qualcosa di nuovo,c he talora se di ramma
ricoper c iò c he di bello e di vero si è disprezzato dall ’antico E c hi
sa c he un giorno, stanc hi e disgustati, non torneremo a bearc i della tregedia alfieriana c hedi q uesta tendenza idealistic heè la più energicoespressione, ponendola al di sepra di tuttelealtre produzioni tragic he (p.
il teatro shakespeariano non ec cettuato!
Tutto è possibile; ma se c iò ac c adesse, non ce ne rallegreremmo. Se ao
c adesse invece c he l’
A lfieri, come poeta drammatico, fosse meglio studiato
e più equamente giudic ato c he non per l’
addiotro, e con più libera mente
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA
o con pm larghe vedute, sarebbesenza dubbio cosa buona e giusta ; e il P.
potrebbe rallegrarsi d’
avervi co’
suoi studi importanti o cosc ienziosi potentemente contribuito.
Emrmo BEHTANA .
Nel primo centenario della morte di L esbia Cidonia ( contessa
Paolina Grismondi Sec co Sua rdo 1801 —1901 2 7 marzo.
Bergamo, Istituto ita l. d’
arti grafic he, 1901 pp.
L ORENZO MASCHERONI. L a Geometr ia dal Compasso. Nuova
edizione [c urata dal prof. GA ETANO FAZZAHI] . Palermo,Casa editrice Era nova 1901 pp . xsn
EMIL IA RANZA. Notiz ie su lla vita e le opere di L orenzo
M asc heroni. Piacenza, Fratelli Rosi, 1901 pp . 111
Una rifioritura di studi masc heroniani, c ome si vede, 0 di pubblic azionic he al matematico epoeta bergamasco si riferiscono: né poteva essere di
versamente, seil centesimo anniversariodella morte del M . (avvenuta, com’è
ormai ac certato, il 14 luglio 1800) precedeva di soli otto mesi il primocentenario
.di q uella (27 marzo 1801) di L esbia Cidonia e non bisogna
dimentic are le altre due rec enti pubblic azioni di c ui diede notizia questoGiorna le, 37 , 1 70 egg. e 444 — 445.
Noblesse oblige! Il comitato di signore bergamasc he, costituitosi l’
anno
passato(1900)per leonoranze a L esbia , faceapporreil 27 marzodi quest’announa lapide con busto ed epigrafe sulla c asa dove nac que in Bergamo la
contessa Paolina ; a c ura del Circolo artistico bergamasco, fu pubblic ato,per l
’
oc c asione, un elogio, lettonella solodalla soc ietà stessa il 4 marzo1900della prof. signora L uc ia Brasi nell
’
aprire il periodo delle onoranze Il
fasc icolo rec a helle illustrazioni artistic he,di parec c hie delle quali non
si comprende però l’opportunità : ac c anto al ritratto di L esbia , per es in
luogo di quello del Masc heroni, dimentic ato, vediamo un Gioac hinoPizzil ll c ustode dell
’
A rc adia E di q uest’
ac c ademia c i parla il c ustodeattuale c hetraedegli atti della stessa, fra altro, la formola del diploma invisto alla contessa Paolina annoverata , nel 1773 , fra la pastorelleper aversi conc iliata non solo la stima della nostra inc lita nazione, ma
q uella dei più rinomati Cigni di Franc ia Seguono gli atti di nasc ita
( 1 1 marzo di matrimonio (2 ottobre 1764) e di morte annorum
q uinq uaginta q u inq ue, M atrona insignisstudio literarum etpoeseos, q uae
c ura ex colendi spiritusgratia A lpes superavit, Pa riù'
isq ue degens sa
pientissimos q uosq ue Ga l liae doc tos visit, c onsu luit, et admirata est
L a signora Brasi non si propone se non di rac c ogliere, in forma popoloro, un breve cenno biografico della illustre conc ittadino, ac corapagnato
122 RA SSEGNA B IB LIOGRAFICA
notevole in argomentodisgraziato comefinora fu questo, in c uimanc ò sempre,per lomeno, il senso della misura ; quindi, O variazioni fuor del seminato,se non anc he di pura fantasia , O Sfoggio intempestivo di poco genia le aru
dizione. Così si spiega la genesi di c erti spec ia listi c he parvero ac ri per
sola inurbanità : speriamo di non sembrar tali esaminando il saggio della
signorina Emilia Ranzo.
Il volume c h’
essa pubblic a contiene un’
< introduzione (pp. 1 - m) dov’
è
dettoc he lostudioriguarda princ ipalmente l’uffic io del M . a Pavia, l’
attivitànel Consiglio L egislativoenella Commissioneper la riforma dei teatri; se
guono due parti (pp. 3 l’
una, c he tratta della vita , divisa in tre c apitoli; l
’
altro, delle Opere, in c inque; compiono il saggio (pp . 11 1 - 1 18) due
elenc hi, l’uno di autografi del M . e c 0pia dei piu importanti a, tratti dall’
A rc hivio di Stato in M ilano ma degli otto pubblic ati, c inque soli ven
gono da quella fonte, tra (non q u attro, p. 1 18) dalla Bibliotec a di Bergamoed uno dalla Braidense; un sec ondo elenco (pp. 121 - 125) indic a i doc u
menti e libri consultati Princ ipiamo da questi doc umenti, poic hé l’A .
poté attingere alla dovizioso miniera dell'
ac cennato arc hivio milanese,benc hé, dobbiam dirlo subito, poco profittoabbia saputotrarne. Tra la primafonti è quivi indic ata la Rac colta Ravelli nella B ibliotec a di Bergamo,dondeviene la lettera del M . a lla Grismondi (p . 117 ) già apparsa altrove (Nelluglio 1900 ec c ., p . il doc umentoq ui riappare con dueerrori di lezione,
stannoa partire o certoha molta perizia invec edi stannoper p. e
cortomostra m. p. Tostoappresso è c itata la B ibliotec a del SeminariodiBergamo; ma quivi si ac cenna a un solo doc umento, di disc utibile valoreper
noi (c fr. p. 46 mentresi dimentic a il ms. importanteper leottavedel M .,
allora di sedic i anni ac c lamatoprinc ipedegli ac c ademic idi Ema p.in lodedi S . Tommaso; vorrebbedire c he l ’A . non vide il doc umento? Dallanota a lla p. 62 pare l ’abbia veduto; ma perc hé, in tal c aso, non riferirc i
pure c he nel manosc ritto si leggono altri due componimenti del giovinetto,e c he questi sono autografi, mentre le ottave non hanno c he qualc he cor
rezione di mano dell’
autore? A ndiamo innanzi. Subito dopo, semprenella prima pagina della bibliografia, si ricordanoi libri della terminazioni(non della termina z ione) del Collegio Mariano, ma quelli soltantodal 1767al 1781 ; il c he meno si spiega quando vediamopoi l
’
A . sospettare c he nei
libri seguenti si ac cennarà probabilmenteaidissidi avvenuti tra il M . e gli
altri professori verso il 1786 (p. 14 Perc hé non ricerc arli ed esami
narli adunque? Seguono i registri della parroc c hia diCastagneto, dei
quali però non è tolto c he l’
atto di nasc ita del M ., riferito alla p . 4, ma
con quattro errori, diremo, di stampa, oltre l’aggiunta di un nome (quellodel parroc o) o l’omissione di una parola legitimis iuga libus Or c he
vale, se manc a l'
esattezza sc rupoloso della riproduzione, un doc umentosia pur ac compagnato sempre da esuberanza di dati d’
ubic azione?
L a ric c a, se non sempre esatta bibliografia, in ogni modo, parrebbemostrare c he l
’
A . non omise cosc ienziose ed ampia ric erc he; ma ricerc ò essatutto da sé ? Ci duole c he il dubbio trovi conferma nello svarione (< i piùbei sc iolti del secolo attribuitogià a l Parini da un diligentebiografo
( p. 16) del Masc heroni o riferito q ui (p. 82) con la stessa incertezza ed ine
RA SSEG NA R| B l .1OGRA FICA 123
sattezza dell 1ndic azione bibliografic a , banc he, per converso,nell
’
elenco dei
libri consu ltati l’
opera da c ui sarebbetratto l’aneddoto, nell ’una almenodelle
dueedizioni c hese n’hanno, sia esattamente annoverata (in finedella p.
Né ha per l’
A . va lore, se ne ebbe mai,l’
osservazione c he i fonti c ui do
vette ricorrere a llo stato degli studi masc heroniani q uand’
essa compilavail suo lavoro, erano i migliori a ; essa mostra infatti di c onoscere q uant
’
usc i
anc he nel dicembre del 1900 (vedi NB. a p. 96) mostra però di non co
nosc ere q uant’
usc i nel luglioprec edente, con la data appunto del centenario,benc hé certo lac une di spazio (p. 13) e correzioni di frasi (p. 39 : Si dice
c h’
egli morisse proprio nel momento in c ui stava firmando la lettera di
siano abbastanza signific ativo. Pec c ato c he l’
autrice
abbia si spesso volutogiuraresulla dubbia fede altrui; non moltodimeglio,
però, le avvenne quando volle proc ader'
da sé : come, per es., a tac er tutto
il resto, in quant’ essa afferma e nella prima enelle ultime righe della biografia . Nella prima : Castagnata è unodei più ridentipaesi del bergamasco,fra gli amenipaeselli di Sorisole, di A zzonic a e di Valtesse a questa
stregua, Bergamo domani può diventare una fra z ione di Castagneto tra i
villaggi di M ilano, Piac enza ePavia . U ltime righe: Chi, passeggiandoperBergamo bassa, giunge al Sentierone, non potrà fare a menod
’
osservaro,
quasi nascosto fra alberi, un bustoin gesso: esso rappresenta la simpatic afigura di L orenzoMasc heroni (pp. 40 Un bustoin gesso! e Bergamo
non ha indettoun comizio per protestare contro le c a lunnia ! Se ne potrebbetoner ofi
’eea anc he la Fabbric a del Duomo di M ilano promietaria della
c ava di Candoglia (sul lago di Como) dond’
usc i il bel marmo cornic ino
zonato, ora sc ambiatoper gesso!Inoltre, esenza lasc iare lepoc he righe del la prima pagina, perc hé si dicequivi c he il M . mori quasi dimentic atoeParigi se poi si dovrà narrarec he mori contento perc hé il Bonaparte si era ricordato di lui nominan
dolomembro della Consu lta di M ilanoo rielaggendolo professore all’
Uni
versità di Pavia Tostoappresso, anzi, si tradurrà quel c heallora osservòil L alande: M asc herom esenti, en mourant, le plaisir d'
ètre honoré porle plus grand homme da l’U niversTrasc uriamo tutt
’
il resto, c he giustific herebbe anc he meglio quest’ altramaseheronologia , lo spirito della quale non è ignoto però nemmeno alla
sig.‘l R c he s
’
indugia via via con c arta compiacenza a rilevareesmentire
le innocenti novelle altrui sul M ., come dell’
Ugoni (p. del L alandeedel
Cantù (p. dal Boc c ardo (pp. 18 - 19) e d’
altri, perfino anzi del suo dili
gente biografo (pp. 1 1 e benc hé di novelle no ripeta (pp. 15 e 17 )anc he lei, come quella sull
’
eSperienze per la c aduta dei gravi fatte del M .
in Bologna e sulla preoc c upazioni di lui nel 1786 per il fratello Paoloil quale, a rovesc io di quanto si narrò fin oggi, fu tolto dal manicomio,
a llora , non rec atovi, quando prima il professore andò all’Università ! Senonc he, l
’
infelicepiù preso q ui di mira è il compianto vic ebibliotec ariodi Bar
gamo, G . Ravelli, c he avrà avutoisuoi torti anc he lui, ma ebbe merito
princ ipaljssimo un c ulto quasi religioso per il Tasso eper il Masc heroni,delle c ui opera c i diede vent
’
anni sono un c atalogo ben fatto e senz'
altro
pretesa c he di invogliare qualc he giovane bergamasco a sc rivere una
1 24 RA SSEGNA B 1B L 1OGHAF1CA
c ompleta storia della vita del nostro Euc lide (p. Orbene: fin dalla
introduzione la sign. R. avverte c he mostrerà q uantosia difettoso questoc atalogo; ma, a talescopo, dovepoi necessariamente giovarsi del moltoc he,negli ultimi suoi anni, il Ravelli venne amorosamente aggiungendo alla
ric c a e pregevolerac colta (Doc umenti, p. 122) ore posseduto dalla Bibliotec adi Bergamo. Vediamo, p . es., il modo di formulare cotesto c ensure: A ltri
bustiealtri ritratti [del M .] sonostati registrati dal Ravelli a p. 79 del la
sua B ibliografia M asc heroniana [usc ita nel sebbene ta le elencosia '
incompiuto, giac c hé in esso non è fatto parola di q uei monumenti c he
furono inalzati al poeta in questi ultimi venti anni a esegue la scopertadel busto in gesso. Insomma al povero bibliofilo si fa c olpa , non solodi nonaver pubblic ato quant’ altro egli rac colse dopo il 1881, ma anc he di non
essersi più fatto vivo dopomorto!Un
’
ultima osservazione. Non si c apisce perc hé, riferita , come abbiam ve
duto, la fede di nasc ita del M ., si passi a ricerc ar ne’
doc umenti antic hiqualc he trac c ia della famiglia se poi si deve conc ludere c he dopo il secolo X IV [i doc umenti c itati sonodi tra il 1 189 o il abbiamobuiopesto, onde non sipuò saperese a questo troncorisalga il ramodel nostroL orenzoa . 0 allora ? altri c hiederà. E c co: c hi avessesaputo ricerc are,
quel buiopesto sarebbedivenutoviva luce, poic hé, pubblic ato nel sec . XIX ,
esiste un ric c hissimo albero genealogico, corredato da’
doc umenti relativi,
in c ui, de q ue’
remoti tempi, è delineata la disc endenza dei M asc heroni dall'
olmo fino agli ultimi anni del settec ento; sarebbe pura apparso, cosi, c heil padre di L orenzo non nac que a Castagnata, né a Bergamo, né a ltrove
in L ombardia, ma ebbe invece comune la c ittà natale col padredi TorquatoTasso. Cfr. questo Giorna le, 27 , 3 9 7
A NTONIO FIAMMA ZZO .
(I) Semplicementeper la storia del la questione a Bernardo T . relativa, io avverto c he il Ba
velli mi si mostrò poi assai meravigliato dell ’affermazione c he altri vedesse q ue’
tali documenti,
da lui sempre gelosamente c ustoditi e con lui, pare, sepolti sepur edetotteromai! Il veroèc he nella rac colta del Ravelli la soluzione del logogrifonon si trovò, sic c hè bisogna conc ludere
come io già conc lusi nella Bass. bibi. della letterat. italiana , III, 257—58.
126 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
si potrebbero alterare, per esprimere tutti gli uomini e tutte le cose c he
egli ovoc ò; il pittore rinvenne la linea essenziale, q uella c he solo è veroe c he per semprepuò signific are i moti dello Spirito. Il colorirodi Giotto
può esserepocoarmonioso, i tipi sarannonon belli, l ’anatomia pocosc ientific a, ma l
’
espressione delle passionietale c he uomini agitati nella stessa
maniera dovranno sempremostrarle Cosi l’
A . ; c he a prepositodiDantenon si dimentic a dei bassorilievi del Purgatorio (e. X), c ui trova i riscontrinaturali nella sc ulture di Nic colò o di Giovanni Pisano.
L’
arte dei q uettrocentiati ha la sua c orrispondenza nella sc uola letteraria,
c he dal Boc c ac c io si stende fino a lla fioritura umanistic a spec ialmente fio
rentina dei tempi del Magnifico; onde l’
A . viene commentandogli affresc hidel Camposanto di Pisa (spec ialmente quello detto il Trionfodella Morta), isereniesimmetric i paesaggi dipinti comesfondodegli artisti dell’ultimoTrec ento, per mezzo delle desc rizioni, o enumerazioni, dal Dec ameron ; indagalo svilupparsi dell’amor dell’antico, del c lassico, nella persona del Gozzoli anel Poli/ilo del Colonna ; studia l
’
eleganza della forma umana nella Stanze
dal Polizianoonei disegni del Botticelli. Note, in pienoumanesimo, lo smar
rirei dell’
unità della concezione per tener dietro alla bellezza delle parti;c riterio d
’
arte c he forse noc que mano a lle opere della pitture, c he o quelledella poesia .
Con L eonardo e’
intrattiene l’
A . in indagini e riflessioni, c he non riguar
dano quasi adatto la letteratura propriamente detto, come collo letteratura
non hanno a c he fare parec c hie altre parti dal suo lavoro: le quali tutte,essenziali in sè stesso, noi lasc iamo di preposito fuori dal nostrobrevissimoc enno. B . S.
MICHEL E ROMANO. I Tumu lorum libri di G . Pontano
e la poesia sepolc ra le. Estratto della Rivista abruz zese,
an. XVI. Teramo, 1901 pp .
Se lo studio del Tallarigo, per c iò c he riguarda le poesia del Pontano, si
può dir sufi c ianta, non può esser detto però esauriente; onda con piaceresi saluta ogni nuovo lavoro, c he c i prometto di approfondire l
’
attraente ar
gomento. Cosi con viva c uriosità ho esaminato a suotempo le osservazionidel Fofi
'
ano sulla Nonio del Monnier, il felice traduttor franc ese del
Quinq uennio, singolarmente sulla L apidina del M uscogiuri (3) sulla
prima poesie riferentisi a l periodo umbrodella vita del princ ipe della rin
nOvatopoesia latina edora son lietodidar notizia ai lettori d’
un articolo
( 1 ) Cfr. questo Giornale, XXXIV, 269 .
(2) L e Quattrocento, Paris, 1901 , I, p . 3 13 egg.
(3 ) I primi anni e i primi studi di 6 . P. , in Nuova Antal 1° aprile 1900.
BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO 127
c ritico intorno ai Tumu k‘
, ai quali troppo poco spazio aveva concesso il
biografo testè ricordato ( i) .In tutto il lavoretto del Romano domina una tesi, secondo la quale gli
epigrammi funerari del Pontano si dovrebbero ritenere il primotentativo
cosc iente di un’
arte c he, ispirandosi alle tombe, doveva col tempo esserefeconda di tanti effetti egregi Tesi fallac e, a c ui risa le la colpa, se il
lettoresi sente poc hissimo soddisfattoquandoraggiunge il termine del ragionamento; e per amor della quale l’A . ha sac rific ato in gran parte l ’ordinee la c hiarezza della sua esposizioneanc he nei luoghi, dove essa non signo
reggia . Infatti, a render vano il suo asserto, l’
A . stesso non si nascondefin
dal princ ipioil c arattere ottimistic a dell’età del Pontano, essenzialmente contrario allo sviluppod’
una poesia, c he, solo in tempi men lontani da noi di
venuta cosc iente, produsseefi’
ettz'
egreg‘
i in grazie del pessimismo. Il Rinasc i
mento, fatte a lc une ec cezioni per c ui sarebbe erroneo il dirlo irreligioso, fuintimamente pagano nel sentimento della vita edella morte; ed il Pontano
uomo del Rinasc imentoper ec c ellenza, togliendo a modello ne’
noi Tumu lz
M arziale, si c hiuse la via alla poesia veramente e modernamente sepolc rale come, c on lodevole sincerità c ritic a,ma contro le promesseinizia li,
c oncbiude lo stessoR.
Sc emata in questomodo di solidità la tesi princ ipale, non c ade tuttavia a
terra l’
intero lavoro; giac c hè altri quesiti di minor pretesa , ma di più saldovalore, si intrec c iano, a dir vero non senza c onfusione, a quel primo. Quesitoimportante è, per esempio, quelloc he riguarda l
’
intensità ed il c aratteredelsentimento religiosodel Pontano; quesito non nuovo alla c ritic a, c he a più
riprese lo indagò nelle prose filosofic he, nel libro delle L andi divineenel lememorie della vita ; quesito c heil B . si ac contenta di risolvere con elementi
di giudizio desunti dai soli Tumu lz'
, mal sic uri elementi, 0 per lo meno
troppo ristretti. A c c anto a questo, e in dipendenza diretta da esso, un se
c ondo indaga c iò c he dovrebb’
essere la rappresentazione pontaniana del l’altretomba , la c ui quasi totale manc anza viene giustamente enunc iata in
q uesti termini : Il paradiso, l’
inferno, il purgatorio non vi entrano per
nulla ; paradiso od inferno per quei poveri morti in la terra, secondo
c he per essa passarono dolorando o godendo Quesito a c ui fan seguito
delle ac ute osservazioni a proposito di molti esempi rac colti e sottoposti adanalisi minuta ; osservazioni buone veramente sopra l ’ispirazione famigliare(perc hè , a questo punto, non parlare della costruzione del noto tempio
presso la c asa del Pontano, c on le sepolture domestic he? ) e la rappresentazione dell
’
anima infantile; forse un po’
esagerate quando si parla di desc rizioni della vita del popolo, c he il R. attribuisce ad una singolare libertàdi giudizio del poeta, e c he a me sembrano nella maggior parte dei c asioc c asioni a sc herzi epigrammatic i di gustomoltodisc utibile. A l qual gusto,c he arieggia perfettamente al famoso concettiamo del Seic ento, e c he tanti
raffronti può trovare nella.stessa sua età, avrebbe fatto bene di badare l’Aesaminandone le fonti, ch
’
io ritengo fac ilmente riconosc ibili nel modello
( 1) C. M . Tanzanrao, 6 . P. e i suoi tempi, Napoli, 1874, II, pp . 657 —663 .
128 BOLLETTINO nmmoenu xc o
(additato già dal Summonte), c ioè in Marziale. Come pure io c redo c he
[’
A . avrebbe giovatoalla compiutezza del proprio lavoro non dimenticandosi
interamente d’
uno dei prec ipui elementi poetic i pontaniani, dico dell’elemento fantasticoemitologico, di c ui riboc c ano i Tumu li elemento c he nel
morto viene a sostituire quella rappresentazione c ristiana dell’
oltretombs,di c ui notammo la c aratteristic a assenza .
Ma non c hiediamo al R. c iò c he non volle dare, e, riferendodi c iò c he
c i diede, veniamo all’
ultimo punto da lui trattato, vale a dire alla c lassifi
c azione, c h’egli premette, degli epigrammi funebri, in quattro grandi.c lassi
1° tumuli dei parenti del poeta, 2° di personaggi storic i, 3° di gente diignoti natali, 4
° di esseri immaginari e di bestiolinedomestic he. Opportunac lassific azione, c he giova assai a riordinare le impressioni ; senon c i si tro
vassero parec c hierrori, alc unidei quali non leggeri. Chi infatti ritienecomepersona ignota frà Marianoda Gennazzano, il celebre predic atore? Chi, c ultore di studi pontaniani, può dar per certa la parentela di Gioviano con
Stella, 0 non sa riconoscere in Venerilla la ben nota Fannia degli Amores,ed in Gisella la moglie di L orenzoBonincontri da S. Miniato? Chi tac c ia di
finzionemitologic a la Voce innamorata del Cariteo piangente la partenzadi L una Chi infine, a meno c he non legga soltanto il titolo in una edi
zione scorretta, può trasformare la gentile poesia , c herappresenta l’uc cellinoL iguri (avic u la L iguris) imbalsamato nella gabbietta di vetro, nell ’epitafiod
’
una ligure vec c hierella (anicu la ligu ris) ? B . S.
BICI: AGNOL BT‘
I‘
I. A lessandro B rac cesi. Contributo alla
storia dell’
umanesimo e della poesia volgare. Firenze,
Seeber, (8°
gr.,pp .
Nel 1895 Giovanni Zannoni, dopodi aver parlato, più omenoestesamente,di A lessandro Brac c esi in vari articoli suoi, comunic ava nel Bollettino«flic ia le del ministero del l
’
istru z ione pubblica la tavola di un ric co codice,
posseduto dalla bibliotec a del seminario di A lbano L aziale, c heoltre lerimeamorose contiene del Brac c esi un dugento sonetti burlesc hi eburc biellesc hisconosc iuti Prometteva lo Zannoni di oc c uparsi in seguito di quella interessante rac colta , ed infatti egli ha preso di sè ancora in prestito il ms.
e la sig.» Agnoletti manifesta in più luoghi del suo libro il propriomalu
moreper non averlopotuto consultare (pp . 50, eper esser stata costretta
a tenersi paga al codice Ric c ardiano 2725 , c he riproduce adespota solo una
parte di quelle poesie fac eto. Ora, se si riflette c he sono appunto quellepoesie le produzioni letterariepiù c aratteristic he e ghiotte del Brac c esi, acc ade di c hiedersi se la Agnoletti abbia fattobene a trattare un tema
(I) E . Phnooro, L e rimedel C'hariteo, I, p . òc vm .
(2) Vedi questo Giorna le, XXV, 468.
130 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
libro (c he s intrec c ia con la trattazion delle opere), in c ui la sig.ne A .
discorre della biografia del suo autore. Qui dic e cose quasi tutte nuovee le
dic eassai bene,attingendo a l materiale copiosissimo dell
’
A rc hiviomaggiore
di Firenze. Sinora gli studiosi ric amaronoq uasi unic amente sulle sc arseno
tizie c he, proemiando all’
Asino d’
oro, aveva dato del Brac c esi il nipote di
lui Agnolo Firenzuola notizie c he il Sansovini riferì nell’
ediz . 1543 del
l’
Appiano tradotto dal nostroA lessandro. Nel libro della A . invec esi ricorre
alle fonti, e la figura del personaggio, anc he politic amente ragguardevole,
ne esc e intera e netta .
Nac que A lessandro di Rinaldo Brac c esi in Firenze nel 1445 di famiglia
poco agiata . Gli studi, a c uidiede Opera, dovettero subito e anzituttoservire
a proc ac c iargli da vivere: nel 1466 lo troviamogià notaio. Sebbene il tabellionato sempre più gli rendesse, sino a proc urargli una disc reta agiatezza,
tale da sostentare i numerosi figliuoli e allogarli convenientemente, non
disertò gli studi dilettiene’ primi 45 anni della vita sua, ponendoa profitto
ogni ritaglio di tempo, sc risse le non poc he Opere c he vedemmo. Sebbenealla filosofia non fosse inc linato, lo troviamo sin da l 1472 membro doll’A cc ademia Platonic a . Nel 1474 è per la prima volta iniziato nei pubblic i uf
fic i e nel 1475 è notaio dei priori. M a la sua partec ipazione diretta alle
cose pubblic he princ ipia veramente nel 1484 , allorc hè fu eletto cancelliere
dei Diec i di Giustizia . Cresc iutosempre più in reputazione e stimatoper la
sua ac cortezza ed integrità, fa dal 149 1 in poi ambasc iatore a Siena , a
Perugia, a Roma. In tempi diffic ili, egliseppe contenersi con prudenza pressoil pontefic e. Sonopiù di 600 le lettere sue alla Signoria, c he si conservano
nell’
A rc hivio fiorentino, e la sig.» Agnoletti ha saputo ben profittarneper
tratteggiare con effic ace brevità la sua attività diplomatic a . Mori, si può
dire, sulla brec c ia, lungi dalla famiglia e dalla patria adorata, a Roma il
7 luglio 1503 .
Si licet par va c odesto B rac cesi c i sembra un po’ paragonabile al
Castiglione. A nc h’
egli uomo di penna e di negozi, anc h’
egli sc rittore latino
e volgare, anc h’
egli ac c orto e stimato diplomatico. È una di quelle belle,aperte, versatili figure del rinasc imento ita liano, c he tanto piace veder rivi
vere. L a Agnoletti s’
è davvero proc ac c iato bella benemerenza con
questo suo ac c urato, sensato e disinvolto lavoro. R.
EL VIRA GU ARNERA. Bernardo A c colti. Saggio biografico
c ritico. Palermo, tip. Giannitrapani, 1901 (8°
gr.,pp. XV I
154)
Terna non agevole è davvero questo c he sc else la Guarnera, spec ie
per c hi lo tratti in Sic ilia . In vista di c iò e della molta c ura e fatic a c he
(I) Il 23 aprile 1493 L uc rezia, una del le figlinols di Alessandro Brac cesi, andò sposa ser
Bastiano ds Firenzuola, e da. quel maritaggio provenne Agnolo (p.
BOLLETTINO srnu oeasrxc o 13 1
l’
A . speseper render profic uo il suo lavoro, è debito di giustizia edi cortesiausare indulgenze nel giudic arlo.
E c he di non sc arsa indulgenza la monografia presente abbia mestieri,tutti vedranno. A vendo fra mano un soggetto di pura ed arida erudizione,
la sig.» G . volle dargli attrattiva con molte considerazioni d
’
ordinepsicolo
gic o e filosofico, c he non sono q ui a posto. Il suo linguaggio, c he ma] si
attaglia all’
argomento, c ademolto spesso nel gonfio, più spesso ancora nel
l’
osc uro( i) ; e se a questo si aggiungano certo non sc usabili scorrezioni diforma s
’
intenderà di leggieri c he il libro non è di fac ilenè di piac evolelettura . Se, come è sperabile, la sig.
” G. vorrà proseguire lesue indaginidi storia letteraria, veda anzitutto di studiare con spec iale amore l
’
artedel
l’
esporre, giac c hè nelle Opere di c ritic a l’
esposizione raggiunge la sua vera
eleganza con la perspic uità, con la sobrietà, con l’ordine, con la inappuntabile correttezza.
Premesse queste osservazioni, è degna di lode la sig.na G . per aver tolto
a studiare un personaggio tipico, c he ebbe ai tempi suoi fama tanto larga,q uanto oggi è dimentic ato. Gran pec c ato c he
, pur consac randogli un intero
volume, essa non abbia c reduto di studiarne adeguatamente le opere. In
trec c ia bensì la considerazione delle sue liric he nella narrazione dei fatti
della vita, edimostra non male come egli sia passatodal petrarc hismo puroallo stile artific ioso e prezioso, c he ebbe voga per Opera spec ialmente di
Serafino Aquilano. Ma quando vienea discorrere dello sc rittopiù rilevante
dell’
A c colti, la Virginia , si perde in generalità poco utili e pur mostrando
di sapere come quel dramma vorrebbe essere studiato (p. rimanda tale
studio ad altro tempo (p . A ltri aveva già avvertito, e l’
A . q ui ripete(p . c he il Melzi, seguendo l
’
ipotesi dell’abate P. Mazzuc helli, assegna
a ll’
U nico due poemetti anonimi esistenti nella Trivulziana ; ma la G.
non c i sa dir nulla di più in proposito, mentre lo studio di quei poemettisarebbe stato gradito e vantaggioso. Di sc ritti inediti del c elebrato improvvisatore essa esamina unic amente il c arme latino in distic i, diretto al duc a
di Calabria (poi A lfonso II), c he dall’antic a libreria aragonese migronella
(1 ) Gli esempi oc corronoquasi ad ogni pagina. L'
abuso di certe imagini di. nel baroc co. Per
es., l'
A . ha una singolare simpatia per le correnti ed usa q uest’
espressione senza rendersi conto
del suo valore. Cos: a p . 24 sc rive: tutte le correnti letterario, in mezzo al le q uali egli visse,
si sentonomale inteso, in rozze espressioni, si intravedono in embrioni amorfi nei suoi versi
L e correnti c he e’
intravedono in embrioni ! A p. 86 0 egli si volgeva al mondo nuovo, c he
c rearonoDante, il Petrarc a, il Boc c ac c io, in c ui la corrente del la nuova religione c he aveva
esplic atouna manifestazionediversa dalla cosc ienza psicologic a, c reava un profondoesq uilibriotra il contenutoe la forma., e nella parola non era l
'
idea, ma l'
anima e il palpito dell 'ideaA c hi c i c apisce qualcosa un premio! A p . 88 v
’è c hi e
'
ispira ad una corrente; a p . 89 si trova
intessuta una ann oia di gloria , e cosi via .
(2 ) L’A . sm particolarmentenella conseq uentia temporum. Esempi : Dal passodi PaoloCor
tese si rileva meglio c he l'Unicoabbia dovu to improvvisare (p . quale la vita turpe c he
w annsee in Roma c i è notoe (p . < il doc umentoec c . c i mostra c he il poeta eia c apitato( p. Molte altreespressioni poco correttoed improprietamanifesto di lingua esitanoaglioc c hidi c hiunque legga queste pagine.
132 BOLLETTINO nmmoeasrxc o
bibliotec a di Valenza, ove oggi si trova (i). D’
aver fatto conosc ere per laprima volta questocomponimento(pp. 144- 146) dobbiamo. saper gradoal l’A .,
tantopiù c he il codice ov’
è serbato non è certo a portata di mano. L a G.
profitta pure del ms. Marc iano it. c i. IX . 135, e dà la tavola delle rimedell
’
A c colti c h’
esso contiene (pp. 136 pubblic andone alc une nell’
appen
dice (pp. 149 E questa pureè buona cosa ; ma non possiamoapprovareil modo c he l
’
A . tienenel produrre i testi. Il fetic ismoper le rozze trasc ri
zioni dei menanti, fetic ismoper c uisi rispettano le ipermetriee lestranezzegrafic hemeno sensate, rendesenza ragionemostruosi alc uni di questi componimenti. Non è forseinopportuno c he q ui si riproduc a, debitamente ridotto
alla sua vera lezione, il caratteristico sonetto c he Bernardo lanc iò contro…
Firenzequandonefu sbandito. Il sonettosi legge. nel ms. 288 della Palatina .
di Firenze e figura a p . 149 del volume della G.
Pronta , Fiorenza. a punir chi non erroe’tuo
'
confini lu me han pocoefi'eti0.perc h '
io non sono a te servoe soggetto,
e pocostimoogni tua pac e 0 guerra.
l a se shandir mi vuoi d'
ogni tua terra
e liberarti da tantosospetto,dà bando a J ulia, che dentro al suo pettolo spirtomio inc atenatoserra.
L’antic a usanza tua , p0puloerrante,
di religara ogni sublime ingegno
mia gloria (2) esalta fra le luc i santo;e questotuooon6n pien d
'
ira e sdegno
terzomi fa al tuo Petrarc a eDante,de
' quai, come di me, non eri degno.
Massima parte oc c upa nel volume la trattazione della biografia dell’
A c
c oltie la storia, dei suoi rapporti con personaggi c elebri nella storia dell’etàsua. Tuttoc iò è fatto con molta minuzia e con una lodevolissima, sc rupolosainformazione di quanto si è recentemente pubblic ato su quel periodo. Se,
malgrado le pazienti ricerc he, la G. non è riusc ita a veder c hiaro in tutte
le fasi della vita dell’
Unico, non si può fargliene colpa , perc hè allo stato
presente degli studi più di cosi non sembra si possa dirne. Qualc hepo’
di
sfoggio di erudizione e qualc he digressione inutile (3) l’
A . poteval
rispar
miarseli; ma sono difetti di esuberanza giovanile a c ui poc hi sfuggono del
( L ) A pp. 28, agg. la signorina G. studia quel come enou .si dissipmla ,
la difficoltà deii‘a
buzione di esso,all
'
A ceolti. per. esserem osto nel ma. ad un Bernardo Ilaria Aretino. L e
buoneosservazioni c he l’A . q ui fa,
rendono, a parer nostro, molto probabile che losi debba ve
ramente all‘
Unico.
(2 ) Erra la G. lega ndoMi è gloria . Il codice avrà mio, comenel »terso versodal ternariec he
è q ui a p . 150miemorte. L a confusione nell’uscita dei possessivi è comunissima nell ’uso
anche odiamo. Il sonettostesso c he riproduciamo ha nel cod. tuopare, twoterra.
(8) Ad esempio, quella sulla rac colta giolitina di Rime di diversi autori, stampata dal 15t5in poi (pp. Che
,ragione v
'
era di venir oggi a confutare il Quadrio. mentre la storia di
quella sillogefu fetta cosi bene, in breve, da 8 . Boxe:, ne'suoi Am iidi Gabr . Giolito, 1, 88 - 89 ,
1 18- 19 , 142 - 43 ec c . ?
134 BOL L ETT 1NO B IBLIOGRAFICO
dubbio; ma non bisognava ridurlo a una non completa e non perspic uaesposizione delle idee del Trissinoedel Giraldi; ed anc he prendendoa considerare le idee di q ue
’
due solamente, si poteva trarne maggior costrutto
e profittoper lo studio del teatro del Giraldi.
In c he la teoria e la pratic a del tragico ferrarese concordinoodiscordino,in c he l
’
azione della teoria si manifesti più forte nell’
arte di lui, il M . s’
è
quasi scordato di c erc arlo e di dirlo.
Nei due c apitoliseguenti il M . ana lizza le novetragediegiraldiano, distin
guendo quelle di fonte c lassic a da quelle tratte degli E c atommiti
Veramente, e rigore, tra le prime, in compagnia della Didone (c he ha perfonte c lassic a Virgilio) e della Cleopatra ( c he ha per fonte Plutarco) non
sembrerebbe c he potesse stare l’
0rbec c he: ma il M . osserva c he non tanto
alla novella Il della Il dec a degli E c atommiti l’
0rbec c he c i ric hiama, quantoal Tieste di Senec a, di c ui l
'
0rbec c he sarebbe un ric alco. L’
imitazione di
Senec a è manifesta nella prima tragedia del Giraldi; ma non per q uestosi
può dire c h’
ella segue la tragedia latina attoper atto, sc ena per sc ena
(p . c hè almenoin un particolareimportante, avvertitoanc hedel M . (p.senescosta ; equel particolaretoc c a il vitaleorganismodel dramma . Meglio
era avvertire oltre lespic c iolosomiglianze tra l’
0rbec c he e il Tieste c he
non sonopoi moltissime, anzi quelle rilevate del M . (pp. 35 - 37 ) sonopiut
tosto sc arse e non tutte certe le più generali relazioni tra il teatro di
Senec a o quel del Giraldi, avvertendo come la grande ammirazione del
Giraldi per Senec a non s’
ac cordi in tutto e spec ia lmente in c iò c he ri
guarda lo stile coi c anoni d’
arte da lui seguiti. Il foggevol c ennoc he di
c iò si fa più oltre (p. non basta.
L’
ana lisi della Didone e della Cleopatra è volta del M . princ ipalmentea c erc are le reminiscenze virgiliano nella prima, e leplutarc hiane nella
seconda ; e cotesto lavoro di raffronto è condotto con molta diligenza ; ma
è c aso tutt’ altro c he singolare quel d’
un poeta tragico c he attinge larga
mente a fonti epic he o storic he; più interessante a vedersi sarebbe stato
come la materia epic a estoric a fossetrasformata in drammatic a da l Giraldi,e non solo c iò c h
’
ei prendesse, ma anc he c iò c he lasc iasse, secondo il con
siglio del suo gusto e le convenienze e le convenzioni della scena del suo
tempo. Abbiamo qualc he altra Didone, per es.,in c ui Virgilio si sentee si
riconosc e .più presto c he in quella del Giraldi; ebbene qualc una di cotesto
a ltre Didont avrebbe potuto servire d’
appartuno termine di confrontoperindividuare con più sic urezza la maniera del Giraldiequella del suotempo.
Nelle tre tragedie considerato in ordine di suc cessione c ronologic a di
fonte c lassic a il M . ravvisa un progresso artistico: l’
orribilità dell’
Or
bec c he non si ripete nella Didone, c he è tragedia meglio resa più ani
mata quantunque men piena di sentimenti e di pensieri e d’
invenzioni
originali; la Cleopatra poi più vuota e più languida ha il pregio d’
es
sorsi (sic ) allontanata quasi completamente da Senec a (p.Non seguiremo il M . nell
’
analisi dell’
altrosei tragedie giraldiano, in c ui
egli ravvisa il primo informe tentativo di quel dramma romantico c he,
a c ausa princ ipalmentedell’imitazione c lassic a, non attec c hi mai in Italia(p. 7 1 ; c fr. pp. 1 19 e nè staremo a dire perc hè cotestomodo di con
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO 135
siderare letragedie del Giraldi trattedegli E cotommiti c i sembriarbitrario.
Per giustific arlo, il M . avrebbe dovuto dimostrare c hepoi soggetti, la con
dotta, lo sviluppo, lo spirito ec c ., cotestosei tragedie si scostano talmente
dal resto della produzione tragic a del c inquec ento da non trovare in esso
risc ontro; ma tale dimostrazionemanc a . E nemmeno l’
argomento di c uiegli
si serveper provare la spontaneità popolare (p. 106) del teatrogiraldiano,è conveniente. L a tendenza all
’
orrido non prova punto c he esso teatro
attingesse la sua ragion d’
essere della cosc ienza popolare del tempo; tantoè vero c he la tendenza all
’
orrido nel Giraldi fu tutt’
altro c he costante,
e c he a giudic arlo dall’
0rbc c c he soltanto lo si giudic herebhe assai male,
comeben avverte lo stesso M . (p.Con tutto c iò le buone osservazioni particolari e generali sul teatro del
Giraldi non manc ano, 0 fra lepiù notevoli vogliamoper brevità segnalarequelle sull
’
Epitia , l’
ultima tragedia del Giraldi, c hecondusse il M . a toc c are,
sulla scorta del Dunlop, della importanza degli E c atommiti come fonti disoggetti drammatic i, e a rafi
‘
rontare la novella da c ui il Giraldi trasse l’
E
pitia, la commedia shakespeariana Measure for measure (pp. 101Pec c ato c he varie cose Opportunamente ricordate o felic emente pensate
sieno quasi sempre infelic iseimamente dette; e c he uno studio di c ritic a
letteraria, il quale ha del buono, appaia sconc iato da grossolani errori di
lingua e di grammatic a, c he sono imperdonabili negligenze. Negletta è pureassai la correzione delle stampe e la prec isione dei rinvii bibliografic i ;tanto c he se il M . pubblic herà prossimamente» l’altro suo lavoroannun
z iato in c 0pertina : Il Gira ldi e la doppia corrente d’
imita z ione del suo
teatro, saggio c ritico e ricerc he su la drammatic a dei sec . X VI e X VII,
di c ui ha antic ipato qualc he cenno in cotesto lavoro, farà bene a ripubbli
c are in forma più corretta, col nuovo, anc he il vec c hio, c he andrebbe dac apo a fondo rifuso. EM . B .
CL EMENTE VA L ACCA . Una commedia inedita di Sc ipione
Ammirato: I Trasformati Trani, V. Vec c h i, 1900,
pp. X III
Tra le rec enti esumazioni, questa fatta dal Valsec a non dev’
essere ac colta
con disdegno, perc hè per mezzo di essa si viene ad allargareil c ampodellaattività di quell’uomoper ogni rispetto meritevole di considerazione e di
studio, c he fu Sc ipione Ammirato. E poi, il Valac c a ha dato già dei saggide
’
suoi studi sullo storico lec cese, ed è da perdonargli, anc he da c hi pro
coda con c riteri più rigidi per q uesto pubblic azioni postume, se se lasc iatotrasportare da q uell’intima soddisfazione c he in ogni studiosogenera la soc
perta di qualc he opere inedite dell’
autore sul quale si son rivolte lesuoin
dagini Soltantomi preme subitomuovere al V . l’
unico appunto, c he a
(I Mi si permetta di ricordare che un mio compagnod'Unlveraità , il prof. UmbertoCongedo,
186 BOLL ETTINO B IB L IOGB AEICO
questa sua edizionepuò edoveforseesser fattoda tutti: noi c i aspetteremmoun esamecritico, da lui c heha cognizionispec ialisull’autore, intornoa questacommedia, e un giudizio confortatodi raffrontiedi tuttoq uell
’
apparatocom
parativo c heormai nello studio della produzion comic a si‘
.ric hiede; ma
invec e la pic coletta prefazione nulla di tuttoq uesto c i offre. È vero c he
l’
editore in fine ad essa si giustific a, dicendo c he, per non aver, per gli ob
blighi d’
uffic io, opportunità di studio esauriente, e d’
altra partenon volendo
far Opera affrettata, egli rimanda ad altrotempol’
esame c riticodei Trasfor
ma“; ma allora perc hè non differireanc hela pubblic azionedella c ommediaNessun danno, io c redo, sarebbe avvenutoper c iò, e il volumetto del Va
lac c a, profittevolmento ingrossato dallo studio c ritico, avrebbe avutopiù dipregio c he, cosi come egli ce l
’
ha oggi dato, non abbia.
A partequesto, c heè un appuntoc henulla detrae al lavoro odierno, l’
edi
zioneè condotta beneelodevolmente, e appena qualc he correzione, a una let
tura,mièoc corsodifarenel testo, pubblic atocon ac corgimentoeprec isione
L a prefazioneeun po’ arida , epostoper certo, c ome vuoleil V . (p. x c he
la commedia dell'
Ammiratosia stata c omposta per l’
A c c ademia dei Trasformati
,di c hel
’
Ammirato fu uno dei fondatori in L ec cenel 1559 , esia stata
fatta e rec itata in q uell’
annoo nel suc cessivo qualc he maggior particolare al riguardo non sarebbe stato superfluo, e qualc he nota, per alc une
informazionistoric he e di costume, c he spuntanoq ue e là per lescenedellacommedia sarebbeanc hedesiderabile: ma il V. anc he a questodesideriointendeforsedi aver rispostoper ora con la dic hiarazionegià da noi rilevata .
c he sull‘Ammirato avea fatto la sua tesi di laurea, e pubblicò anc he un buon saggio da
’suoi
studi, aveva conosciuto la commedia pubblic ata ora dal Valsec a : e vi h a attorno, c he losappiauno studio compiuto. Pure, le oc c upazioni della sc uola, nella sua Puglia . a lui, come a molti
altri giovani di buona preparazione, hanno finora impeditodi mettere alla stampa lostudiomsdec imo.
(1 ) Ec co, riguardo al testo, al c une variantiocorrezioni, c he c i sembranoben plausibili (I. Il ).< iO sto nei u n a onoi u n (sic ) oda correggere, poic hè Federico vec c hio di sessant
’anni,
sene vuol togliere alcuni, nei xavm o nei m x (11, sbalzato fattoti insuperblre
andrà : < sbalzatoofattoti 111, non enecessario correggere il c hevam ente ionon ho
< il maggior desiderio al mondo in ne ho il maggior e ; (III, c he noti dirò do
< matina (i) non dà senso, e sarà da leggere: u n ti dirò (riferendosi al versi) (III,le padrone, le madonne et le messerese (7) di c asa togli l
‘
interrogativo perc h è meeeereeee
nel testomeeeereeeper scorrezions) eun femminileburlescodi massari (IV, pellaoca
(poilsstrs? ) sta bene l‘interpretu ions, ma invece di pollac c a » non era forse da leggere
pollanc a (p . Fa(britio) , è da leggere Fe(derico).
(2) Certo è c he il titolodella commedia, se può ac cennare all'ac cademia lec cese, può anc he
riferirsi agli scambi e travestimenti della commedia stessa ; epoi la dedica a Ferrante Mousoflo
rece la data 1561 ; e non mi pare c he il V. adduce forti ragioni per riportsrs la composizioneun anno almeno prima del 1561 .(3 ) Così nella se. Il , sito1 , doveFedericoparla di certesueavventuregiovanili. a Roma per una
cortigiana traditora chiamata la monac hina (p. 15) a Siena, e a Napoli dove, dice, nella
ruga Catalana et nella piaz zetta e' si ricorda oggidi ancora più il nomemio c he quel del Sanazara (p. Nella se. 21 , sito I, si parla delle fnutesc hsdi varienazioni (pp. 20 e
nella scena 4a degli inchini di moda (p . Nell’
atto 111, se. 48 , sarà da spiegare il riferimentodi certestampe popolari (p. L
'
attoV (se. presenta un matrimoniosul la scena.
E cosi via.
138 BOLLETTINO smu oc narxco
della Turc hetta e anc h’egli pensa di introdurre losbarbatelloPierinoin c asa
di Giuliano, perc hé possa intendersi con Ifigenia, fac endolotravestir da sc hiavetta L a cosa va bene e L ivia e Pierino sono dove l
’
uno e l’
altra desi
derano, e toc c a a Pierinodi trovar le ridic olegiustific azioni,poi c heGiuliano
si vede in c asa due Turc hette, invece di q uell’
una promessagli da Federico.
Ed ec co la giarda al vec c hioCapo di Vac c a : Sc alza lo convince a tra
vestirsi da spazzac amino, ed andar da Violante e trovandosi con leipersua
derla al voler suo. Dopo poc he obbiezioni, Federico se neva trasformatoin
spazzac amino. Ma in c asa di Giuliano vengono ora ad ac c adereipiù comic i
e c uriosi tafferugli, uno dopo l’altro: Federico, lo spazzac amino amoroso di
bianco pelo, riconosce in una Turc hetta la sua L ivia, ed allora esce in
grandi esc andescenze, insultando la giovinetta, finc hè vienesc ac c iatoda Giuliano; poco dopo, Vinc enzo sorprende la sorella Ifigenia in colloquio (non disole parole) con l’altra supposta Turc hetta , Pierino, e vuol vendic ar l
’
onore
della famiglia uc c idendo i due innamorati. L a commedia a questo punto, sitrasc ina lenta più del solito, finc hè con una agnizione, per la qualeGiulianoriac quista i figli supposti perduti, essa ha fine c on quattromatrimoni e
questi i legali, perc hè i due servi Sc alza e Stramba restano a disputarsi lamatura Giacomina e la giovinetta, Turc a davvero.
Dal riassunto, da c ui abbiamo stralc iato alc uni particolari di secondariaimportanza, risulta già evidente c henella c ommedia dell
’
Ammiratov’
è assai
poc a originalità . Quel Giuliano con le sue avventure, c he costituiscono l’
an
tefatto della commedia, ha mille altri compagni nella nostra drammatic acomic a ; e quel babuasso di Federico, sc i c he si volgesse dietro di sè, ve
drebbe una lunga sc hiera di vec c hi sc emi e pieni di fregola, c he mettonc apo al divizianoCalandro, per fermarc i q ui. Figliuoli smarriti, giovinette
innamorate e poco gelose della loro reputazione, serve e servitori bric coni,travestimenti e sc ambi: tutto il materiale e l’apparato della commedia c in
q uecentesc a è q ui messofuori daiguardaroba del nostroteatro c lassico, da llostorico pugliese divenuto c ommediografo per rimaner lontano lemillemiglia
dal M ac hiavelli. Ma a parte questi motivi c he darebbero luogo a fac ili
raffronti generic i, mi pare c he sia anc he non troppodiffic ile, tra imolti raffronti possibili, trovar quelli c he possono farc i scoprire le probabili fonti eimitazioni di questi Trasformati
'
. E in primo luogo giova c itaredalla com
media stessa . Nella sc ena 6° dell’
atto III, il servo Sc alza, avendo sorpresol’
inganno di Giacomina , c he introduc e in c asa di Giuliano L ivia travestita
da Turc hetta, esce in queste parole: Canc aro s’
ella sa ! seppene tanto la
( 1 ) Questomez zo piac quemoltoal Graz zini c he l’
usò in parec c h ie sue commedie: nella Sibilla
(Gunn ar , Delle comm. di A . F. Graz zini, Pisa , Nistri, 1896, p . nella Pinaoc lu ra (Gaern e,
p . e nei Parenta li (Gamma, pp. 1 14 dove c’è suppergiù lo stesso intrigo, sc i c he
Corneliopassa per una Cornelia , in c asa di Gianmatteo, amoreggiandocon L isabetta : nei Parantadr'
il parassitoFrosino vuol vendic arsi di Giammatteo c he non e’sgiovato di lui, come Sc alza nei
Tra:formati, e favorisce anc he degli innamorati. Che anche ai Parenta li l’
Ammimto debba
qualcosa ?(2) Di Federicocon Violante, Giuliano con L ivia . Pierinocon Ifigenia eVincenzocon L audomia .
BOLLETT INO B IB L IOGRAFICO
Pippa e l’
A utonia ? CheClementia ! Che Pasq uella ! CheNicoletta ia . Ora
in queste espressioni son da vedere dei ric hiami di Sc a lza a c elebri serveebalia di commedia, mezzane per compiacenza, e anc he a celebri rufiiane: laPippa e l
’
A ntonia son due nomi c he noi conosc iamo dei famigerati Ragio
namenti di Pietro A retino (e l’
A ntonia di c ui parla Sc alza sarà ben questa,anzic hè quella serva frammettente c he è nella Pinzoc hera del Grazzini) ;Clemenzia è la balia c he si trova negl
’
lnganna ti. Pasq uella c i ric hiamaancora alla commedia degl
’
Intronati di Siena (M . A . Pic colomini) ; e Nico
letta sarà benequella corruttric e Nicoletta c he è nell’
A lessandro del Pic co
lomini, la disc epola di monna Raffaella, la sozza rumana dell’altra operettadi A lessandroPic colomini, L a bella c reanza del ledonne, la quale fa degnoriscontro ai Ragionamenti dell
’
A retino. Questa Nicoletta , di c ui i c onsigli
pestiferi non vannoper fortuna agli orec c hi di una fanc iulla , poic h è la supposta L ampridia, c ui essa si rivolge, è invece un masc hio travestito serve
anc he, a mio avviso, a metterc i sulla trac c ia della fonte o del modello princ ipaledell
’
Ammirato, e questo è l ’A lessandro (1554) dei Pic colomini.Nell
’
A lessandr0 abbiamo, come nei Trasforma ti, tre azioni c he smtrc c
c iano: gli amori di Cornelio per L uc illa figlia di CostanzoNaspi, gli amoridi L uc rezia (sotto nome di Fortunio) per A loisio (sotto
'
nomedi L ampridia),e quelli del vec c hioCostanzo per l ’appetitosa donna Brigida, mogliedel c apitano Malagigi. U n servo, Querc iuola, per far si c he il suo padrone Cornelio si trovi c on L uc illa, dà ad intendere a Costanzo, c he potrà trovarsi a
c asa di donna B rigida, mentrepoi vi vien sorpreso da Malagigi e malme
nato; e per colmo di sventura , tornato a c asa , trova la figlia L uc illa in
c olloquio con Cornelio. Va per le guardie, ma poi a Cornelio si sostituisce
c on abiti masc hili donna Brigida, c on espediente c he il Pic colomini ebbeda lla Ca landria . Corneliopoi, tornato a c asa sua , sorprende a sua volta
un’
altra c oppia, i supposti L ampridia eFortunio. L a commedia termina con
un interrogatorio di questi ultimi due colpevoli dinanzi a vari personaggi,fra c ui trovano il padre loro, e con delle nozze. Chi ben consideri, q ui
son gli stessi c asi, c he nei Trasformati. Questi Cl presentano gli amori di
L ivia per il disamorato Giuliano, di Pierino per Ifigenia, e del vec c hioFeedericoper m. Violante. li servo Sc alza induc e Federico alla sua spedizione
in c asa della vedova Violante: e quivi gli c apita di scoprir la sfrontatezza
di sua figlia L ivia, e vien maltrattato da Giuliano; mentre poi lo stesso
Sc alza fa entrar nella stessa c asa Pierino, c he vien sorpreso con l’
amata
Ifigenia dal fratello di quest’ultima, Vincenzo. A lla fine un interrogatorio,
a lla presenza di tutti i personaggi, conducealleagnizionieallosc ioglimento.
N è q ui è tutto. Il vec c hioCostanzo, nell 'A lessandro, si travesteda magnatloe va gridando per le strade una frase equivoc a , e cosi si introduc e in c asa
di donna Brigida . Il c he trova perfetto riscontro nei Trasformati , con la
sola differenza c he Federico vi si travesteda spazzac amino. Del resto questotravestimento era nei usi c arnasc ialesc hi del tempo; Tommaso Garzoni (i)dic e: Di c arnevale si vestono alle volte i giovani da spazzac aniino gri
( 1 ) Piaz za universale ec c ., disc . L XXV.
140 BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO
dando: Bellemadonne, c hi vuol spazzar c amino? Vittorio Imbriani (1 )pose q uesto passo a riscontro con una scena del Candela io, e avrebbe potuto ric hiamar l’ìik ssandm. Inoltre, l
’
Imbriani riportò un c anto c smasc ia
lec co, forse d’
origine veneta e rac colto in Tosc ana, d’
un giovane vestito da
spazzac amino c he va in c asa di una donna e ne è c ac c iato a bastonateda lmarito. Ma ec co a questo proposito il princ ipiodi un c anto c arnasc ialesiw
tosc ano (Ra c colta del Sonzogno, c urata da O. Guerrini, p. 72
Visin , visin, visia ,
Chi vuol spaz zer c amin ?
A lli c amini, signora,
Or su c hi vuole spaz zare ?Fa spazz ar dentroe di fuera
Se li vuoi far ben nettare, ec c .
Son quasi lestesseparolec heabbiamonella commedia dell’Ammirato(attoIII,sc . Motivopopolare adunque, ma non per questo, mi sembra, ne vien
indebolita l’ipotesi nostra c he l’
Ammirato ne avesse l’
idea dal Pic colomini.E in alc un luogo l
’
imitazione dell’
Ammirato dell’
A lessandro si rivela
anc he nelle parole. E c co il raffronto due usc ite dei vec c hi Costanzo e Federico
Au ssannao. Tassrosuarr.
(I, 2) Costanzo: Eli’ha un mustac c iuoio
così dolc ino, cosi traforello, cosi forac uori,certioc chi lampadescbi, certespa lle cosi strut
a tino a
(II, 2) Costanzo: 0 B rigida mia galante,
ti suc c hierò pure un tratto quel boc c hino disapa a modomio! Ah , ah Dio, c he io non c i
sono adesso. uh , uh , uh v .
Di Giuliano c he ha preso di sè la fanc iu lla c he ama e c he se la vede
tolta, nè gliene duole, dal figlio Pierino c reduto smarrito, sarebbe fac ile ri
salire, per altri esempi c inquec entistic i, fino alla Casina plautina ; e così
pure lostratagemma di L ivia eben conosc iutonelle commediedel 500. Cer
tamentepoi, tanto L ivia quanto Pierino, nel loro inganno, metton c aposil’
E unu c hm di Terenzio c he di tale inganno è il c apostipite. Tuttavia nel
c aso di Pierino c’
è da osservare c he già un simileingannoè nella Fabriz ia
di L odovico Dolce il giovane Fabrizio, ivi, per aver una sc hiavatenuta da un rufi ano, ac cetta il consiglio del suoservoil Moro, c hesifinge
( 1 ) Nel Propugnators, su . VIII, dispp. 2a e pp . 207 sg.
(il , 5) Federico: Hora dimmi di grazia ,
come si fara questa cosa, c he iogoda, c h’
io
bac c i, c h'
iostringa, c h'io morda, c h
’io mi
prenda in collo la mia falcona, la mia pa
drena, la mia colonna, la mia madonna ?
0 Dio, a santa Maria , mi c i par esser
adesso, et mi sento per la persona non su
e c ho cosa. c he tutto mi fa gir in ponte di
piedi. A li ! madonna Violantemia , bea mio,
anima mia , c uor del corpomio; ovesei adesso,c h
‘
io ti m rde un labro, ti bea un oc c hio, ti
mangi un orec chio, et ti distac c hi quel nasinda l volto cosi dolc ino, (merino, saporisino
per l’
amor c h’ioti porto? a .
142 BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO
metodo, l’
altro la forma. Quantoa l metodo, mi pare c he, poic hè vollefarerafefronti con posti anteriori e contemporanei al Marino
,l’
A . avrebbe dovutoallargareun po
’
più il c ampodellesueosservazioni, mostrando conmaggior
larghezza come lostiledel Marino abbia stretta amoita con quellodei poetidel c inquec ento. E le molte rac colte di rime di quel secolo gli avrebberoofferto larga materia ad utili raffronti. Quantopoi alla forma , essa, in una
rifusione del lavoro, avrebbe bisogno di essere meglio c urata , cosi da ren
dere meno faticosa la lettura ; come ric hiederebbero maggiori c ure la ese
c uzione e la correzione tipografic a .
M a la parte sostanziale del lavoroè buona, come quella c he c i offre dati
sic uri intorno ai c aratteri princ ipa li dello stilemariniano, e quindi un prezioso materialeper lo studio della natura e delle c ause d
'
un fenomeno let
terario, la c ui origine non è già dovuta al Marino. Cosi, dopo un rapidosguardo alla vita del poeta, ai suoi c oncetti artistic i, alla genesi e composizione dell
’
Adone, troviamo nel c ap. I enumerate ed esaminate con molta
c ura le imitazioni dei poeti grec ie latini dell’età c lassic a e da quelli delladec adenza , da Danteedal Petrarc a, dal Sannazaro, dal Tansillo, da G . A . del
l’
A nguillara, da Clemente M arot, da Girolamo Vida , da Flamiano Strada,da A ngelo Poliziano dall
’
A riosto e del Tasso; nel c ap. Il vediamo studiati
gli artific i fonetic i, CIOè l’
alliterazionee le suevarie spec ie, ed altri bistic c i;dal c ap. l ll apprendiamo quali siano gli elementi prec ipui delle desc rizionimariniane, c ioè lo sfa rzo (c on la qual parola l’A . designa il fatto c he il
M arino ritrae la natura non immediatamente, ma mediante altri oggetti
sfarzosi a), l’
iperbole, la personific az ione, il para llelismo. Il c ap. IV èdedic ato ai vari generi di desc riz ione, c ioè c ronografic topografia, desc rizioni di persone; il c ap. V c onsidera il modo tenuto dal M arino nell
’
uso
della metafora,della similitudine, dell
’
antitesi, della perifrasi, della metonimia ; il c ap. VI esamina l
'
eloc uzione, gli epitheta ornantia , i costrutti ;l’
ultimo c apitolo, infine, è consac rato al verso e all’
ottava .
Questo lavoronon dovrà enon potrà essere trasc urato da c hiunquevogliastudiare sul serio il seicento: fossero a ltrettanto c osc ienziosi e assennati i
molti opusc olieOpuscoletti c he. da qualc he tempo, c i vengono, con frequenzainquietante, a dimostrare, come a troppi paia lec ito, nel trattar di quelsecolo, farsi belli delle penne altrui, dimentic andoogni regola più elemen
tare di onestà letteraria e di convenienza . AN . B .
GUSTAVO CAPONI. Vincenzo da Filic az'
a e lesue Opere.
Prato, tip. G iac hetti, 1901 pp .
Nessuno avrà coraggio d'
essere severo col dr. Caponi, c he pel primo (epare sinc eramente) si mostra convinto di non aver evitato in cotesto suo
studiomolti degli scogli a c ui usa rompere l ’ inesperienza dei princ ipianti.A nc h ’
egli, e q uest’
è il princ ipa l difetto del suo lavoro, ha c eduto a lla ten
tazione di c avare il molto dal poco, e di sc rivere un grosso volume sopra
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO 143
un soggetto da opuscolo; ma almenoegli c andidamente confessa c heavrebbepotuto, anzi dovuto, rifondere tutto il materiale e ridurlo, come alc uno
espertissimogli consigliò, a proporzioni più misurate e adatte al tema
(p . e pec c ato confessatoè mezzo perdonato. Ci dispiace però c h’
egli non
abbia seguitoquel consiglio, perc hè non vorremmo c he le lungaggini tediose
di c ui il volume è pieno, impedissero a’ poco pazienti lettori di c erc arvi le
notizie e le osservazioni importanti c he pur non vi manc ano, di c erc arvi il
buono, c he pur c’ è.
A lla biografia del Filic aia poco il C. ha aggiunto; ma anc hedi quel pocoè da tener conto; le condizioni domestic he ed economic hedel poeta, le suerelazioni con Cristina di Svezia , la sua condotta comeCommissario a Pisa
ricevono qualc he maggior lume da c iò c he il C. ne dic e; però la parteprinc ipale dello studio è l ’esame dell ’opera poetic a del F. e il giudizio c he
su di essa il C. pronunc ia .
Nell’
esame, c he si stende in quattro lunghissimi c apitoli (300 pagine al
l mc irc a), le giuste considerazioni non manc ano, ma quelle interminabilirassegne di componimenti medioc ri, c he han press’ a poc o tutti gli stessi
pregi e gli stessi gravi difetti; quelle disc ussioni eterne di questioncelle dilana c aprina (basti dire c he c irc a 15 pagine bastano a pena a contenere la
c onfutazione tutt’
altro c he nec essaria di una c arta infelic issima trovata del
Guardione, il quale c redette una volta d'
aver dimostrato c he la c anzonedel
F. Per l’
assedio di Vienna è un plagio di c erta alc aic a latina di Nic colòD’
A rco, sc ritta per l’
assedio del 15'
29) ; quelle digressioni frequenti di varianatura ; quelle dec lamazioni d
’
una c ritica estetic a un po’
ingenua e pococ onc ludente; quel procedere ondeggiante e lentissimo, guastano tutto.
C’
è però il V c apitolo molto solidamente piantato e sic uramente con
dotto, c he ha notevolissima importanza . Qui non si tratta dei singoli com
ponimenti del F. presi ad uno ad uno in esame e lodati o biasimati comese fossero usc iti ieri, col c riterio del mi pare e del non mi pare, del mi
pia ceedel non mipiace; si tratta invec edi una diligentissima ricerc a atta
a determinare il c arattere de L’
arte del la poesia filic a iana , bella 0 bruttac he sia, ne
’
suoi elementi costitutivi.
L Influenza di Pindaro è dal C. messa in dubbio; pm manifesta egli vi
scorge l’
influenza delleSac reSc ritture (quantunque, a dir vero, i riscontri da
lui notati non mi sembrino nè molti, nè tutti molto persuasivi) ; manifestiasima poi (e q ui ha mille ragioni e c cpia ric c hissima di prove) l’influenzadi più antic hi poeti italiani.Dante non somministroal Filic aia , quantunque ei gli si professasse de
voto,,
uno straordinario numero di conc etti e di loc uzioni ; ma una trentina
di riscontri fa testimonian za c heDante contribuì anc h’
esso a fornir la mente
del Fih c aia di quella spec ie di suppellettile poetic a c he vi si venne ac c a
tastando, come in ogni cervello di sc rittore c he abbia ric ettività molte e
originalità punta .
Il Petrarc a gli diede a prestito assai pm roba ; e quantunque le remi
niscenze petrarc hesc he fossero già state avvertite nell’
opera del Filic aia,
giova senza dubbio c he il C. abbia con una larghissima esemplific azioneprovato quanto sieno frequenti. Egualmente egli prova c he non meno il F.
144 BOLL ETTINO BIBLIOGRAFICO
deveal Tasso,.eed'
altri poeti nostri; e in seguitoprova c heal B'. nonmanc ùvsoltanto la personalità dell
’
espressione, ma anc he la varietà ; poic hè dovenon ripetè gli altri, ripetè sè stesso, e non seppe esprimersi c he per mezzodi
'
un formulario molto povero e monotono.
S’
era pur detto c he nel F. rimanevano trac c e manifesto di sec entismo
ma lo si. considerava però come uno degli sc rittori nostri c he più valida
mente reagironocontro il gustodel sec . XVII. Il invec enon dicesoltanto,
ma anc he c erc a di dimostrare con buoni argomenti, c he se vi è sc uola a
c ui il F. restassepiù strettamente legato essa è quella del più puromaceriniamo Si lasc i il più puro e. il men puromarinismo; il fatto è c heil. Marinonell
’
opera poetic a del Filic aia sisente, ec i si sente il Preti. Moltidei soggetti da lui trattati trovano riscontroin soggetti trattati da : q ue
’
due,
molti parziali riscontri di pensieri e di loc uzioni tra q ue’ due e il F. sono
messi in evidenza dal C. ; il qualenon per questofa del F. un veroepropriomarinista,ma talelogiudic a specialmente per la tendenza costante all
’
abusosazievole del parlar figurato, a c ui ricorse senza disc rezione alc una ; sic c hègli pare di poter conc ludere c he se il F. c ronologic amente, con la sua at
tività poetic a sta negli ultimi anni del Secentoene’ primi del Settec entopel suomodo di concepire e d’
esprimere torna invece indietro ai primitrent
’
anni opocopiù del secoloXVII E nel negare al F.il meritopiù‘
volte conc essoi d’
aver contribuitoassai a risanare la poesia italiana, il C.,
se pure avesse esagerato un poco, non andò lontano dal vero. Del resto
tutto cotesto ultimo c apitolo del libro, anc he a c hi non ne rimanesse con
vinto, parrà un saggio promettente, e dal C., ac quistato c h
’
egli abbia ilsenso del la misura per c iò c he riguarda la economia d
’
un lavoro, eil'
senso
della preprietà per c iò c he riguarda la forma è lec ito attendersi qualc heegregio saggio di c ritic a . EM . B .
ENRICO: BROL L . Studi su GirolamoTartarottl . Rovereto,
Tomasi, 1901 pp.
Agli studiea lle ric erc he c hesi vannocompiendosul Settecento letterario.
per conoscerepiù intimamentei personaggi c heprepararonocon i lorosc rittiil grande movimento politico- soc iale e letterario c he c aratterizzò l’ultimaventennio di quel secolo, porta un notevole contributo la presente pubblic azione.
Il Tartarotti fu per il Trentino personaggio di non lieve importanza ; ela sua attività, il suo metodo c ritico, la . sua . arditez za nel combattere.
—il
vec c hio, aiutaron la musa generale del progresso c ivile. Mensa poi in rela
zione con gli altri sc rittori del Settec ento, la figura dell’
abate. Boveratano
esc e, dal confronto, rafforzata ed ac quista maggior valore: c iò cerc ò di mettere ia evidenza il Broll, ed in gran parte vi. riusc i.
Il libro è diviso in tre parti, alle quali va innanzi. una prefazione in c ui
l’
A . passa in rassegna tutto c iò c he sul Tartarotti fu sc rittofino ad ora,
rettific andoerrorie colmando lac une, non senza aggiungerenuovomateriale, .
146 BOL LETTINO BIBLIOGRAFICO
GIL BERTO BORASCHI. Indiceana liticomelodicodellecorre.
z ioni fatte a l Promessi Sposiper l’
ediz . del 1 840. Mi
lano, Briola, 1901 (8°
gr., pp.
Pazientissimo è utilissimo lavoro, c he riempie davvero, secondo la vieta e
abusata frase, una lac una finora deplorata negli studi manzoniani. Duesoliappunti di importanza troviamo di dover muovere all
’
A ., e riguardano un
pec c ato, per dir cosi, d’
origine c he deturpa il suo lavoro, e alc une gravi
omissioni da quel pec c ato rese nec essaria.
Il pec c ato d’
origine è c he l ’Indice fu compilato sopra q uella edizione di
R. Folli, in c ui gli errori di stampa sono cosi numerosi. Derrate- corrige
c he l’
A . mise in fondo all’
Indice non rimedia c he in parte al grave incon
veniente.
Il secondo appunto si riferisce ad alc une forme c he egli non registrò, o
registrò soloper via d’
ec c ezione, perc hè (come avvisa il lettore), apparten
gonoa llecorrezioni genera li e costanti introdotte dal Manzoni. Ora, non
poc he di ta li forme figurano invece ancora nell’
edizione riveduta, nè il M .
mai le rettificò in nessuna errata - corrige. Non è vero, ad esempio, c h’
egli
abbia < costsntemeiite sostituitogiovinea giovane, la c rima a lagrima, vo
a vado, dunq uea adunq ue, spessoa sovente, là o li a q u ivi, subito'
a tosto.
Egli ha lasc iato, almenouna volta, lagrima, tosto, sovente ( c ito il c ap. e le
pag. rispettive dall'edizione del Cerq uetti, c he è di gran lunga la più cor
retta : IV, 55 ; I, 5: III, due volte almeno q uivi (V, 65 ; VIII, 1 19 ) epiùvolte giovane (Il , 24; V, 63 ; X III, vado (VII, 9 1 ; XXII, 3 14, 3 16 ;XXIV, 348 ; X XXVII, 551) e adunq ue (XV,
23 1 ; XXX , 444 ; XXXI, 449
XXXVII, Similmente sottoq uarantena l’
A . registra la correzioneq ua
rantina in questomodo: 668, 696, ec c . c iò c he lasc ia c redere c he il M .
abbia del tutto ripudiata la prima forma, mentre pure la ritenne una volta
al plurale (X XXI,Si può ora c hiedere la ragione di questo sistema, non assoluto e non
costante, adottatoda l Manzoni nella sua revisione (nè in questi c asi solamente, ma in altri parec c hi, per es., a pmposito di q uesti e q uestoperson.,
di lu i, lei e egli, essa soggett., Quanti si oc c uparono delle correzioni
manzoniane, non esc lusi il D’
Ovidio e il Morandi, attribuirono la cosa a di
mentic anza da parte del M . Noi vorremmo asserire c he la ragione fu ben
altra eben più onorevole per il grande sc rittore; ma asserire senza provaresarebbe vano
,e d
’
altra parte, la prova riusc irebbe lunga. Essa potrà solo
esser fornita quando sia resodi pubblic a ragione un lavoro a c ui sappiamoc he da molto tempo si sta attendendo, e c he è ora pressoc hè terminato:vogliam dire un dizionario di tutte le voc i , forme e loc uzioni manzoniane,
lavoro c he formerà come un complemento di quello c he abbiamo ora eu
nunc iato. P. B .
BOLLETTINO B IB L IOGRAFICO 147
A L ESSANDRO L UZIO. A ntonioSalvottieiprocessi del vene
tuna. Roma, Soc ietà editrice Dante A ligh ieri, 1901pp. 1V
Sulle vicende dei proc essi del ’
21 , c he sinora presentavano non poc heOsc urità, questo libro getta moltissima luc e. Introdotto in c asa Salvotti, il L .
potè esaminar le c arte dell’
inq uirente A ntonio, e controllò gli abbozzi dell’
autodifesa, c heil celebre giudiceveniva sc rivendo negli ultimi giorni suoi,coi costituti degli imputati e con le c arte processua li c he si serbano nel
R. A rc hivio di Stato in M ilano, non c he col ric co c arteggio tenuto dal
vec c hio Salvotti da llo Zaiotti e da altri con l’
ex - presidente Mazzetti, c atteggio oggi serbato in Trento. Per mezzo di questo ric c hissimo materia lenuovo, del quale il L . ha ancora intenzione di trasc egliere la parte piùimportante, fornendo ampia doc umentazione del suo assorto in un paio di
nutriti volumi guadagna immensamente la nostra cognizionedegli uominie delle cose di quel periodo storico; ec hi sappia (nè certomolti l ’ignorano)q ua le c riterio c ritico e q uanta abilità usi il L . nel giovarsi della materia
doc umentale e come egli riesc a espositore arguto, inc isivo e convincente,
intenderà di leggieri c he questo volume è d’
interesse c apitale e di letturaattraentiseima.
Non è di q uesto luogoil daredell’operetta spec ific ata notizia, nè l’
apprez
zarla e il disc uterla in tutte le sue parti, perc hè con c iò s’
invaderebbe il
c ampo della storia politic a . Ci basti l’osservare c he il Confalonieri appareda queste pagine a lquanto diversoda quello c he volle farnequalc herecenteapologiats epiù similealla severa rafigurazione c he ne fu trac c iata in ad
dietro da c hi ebbesentore de’
suoi portamenti durante il proc esso. L a rela
z ione del princ ipe di Metternic h all’
imperatore intorno al suo colloquio colConfalonieri, pubblic ata q ui per la prima volta nella sua assoluta integrità(pp. rivela confi sc endenze pericolosissima a c ui il conte si sarebbeindotto. In quella spec ie di duello c heprima s
’
era impegnato tra il Confalonieri, troppo fidente in sè stesso, ed il Salvotti inquisitore astutissimo,vinse il Sa lvotti perc hè il Confalonieri parefacesse di tutto per sc avarsi la
fossa . Ma del resto era già notoper una sgangherata pubblic azionedi Ugo
( 1 ) In unodi quei volumi il L . si propone d Inserire la prima parte dell ’estesa e laboriosissimarelazione del Sa lvotti sul processo del Confalonieri. Quella relazione, mancandood essendo solo
noti in pic coli frammenti (v . 6 »orn XXXII, 288) i costituti, è per era l’
unic a base per noi di
giudizio. Ai studiosi riuscirà. inoltre grato il sapere c he l’
attuale barone Antonio Salvotti. pro
nipote dell ’inq uirsnte, ha rega lato all’
Arc hivio di Statomilanese tutti i doc umenti della sua fa
miglia c he servirono al lavoro del L . E se è vero, come si voc ifera, c he qualc he potentissimouomodigoverno abbia fatto nascondere i costituti del Confa lonieri e alc uni altri, prima esistentinell
’
Arc hivio di Milano, un sarebbe venuto il momentodi restituirli al luogo c ui spettano. perc hèpotesseroessere confrontati con la relazione del Salvotti. Sottrarre alla legittima indagine degli
studiosi documenti di tanta importanza è cosa sommamente biasimevole emostra una paura del laverità., c he non siamodisposti a menar buona per nessun motivoed a nessuna pem na . Ciò è dettosempre nella supposizione c he possa esser fondata la notiz ia c he si è sparsa, ed alla quale il L .
non ac cenna punto.
148 BOLLE TTINO B IBLIOGRAFICO
Salvotti (c fr. Giom a le, 35, ed il L . lo conferma con dati sic urissimi,
c he il processoConfalonieri non fu iniziatodal Salvotti, ma dal consigliereMenghia , fosc a figura c he nelle pagine del L . appare la più involuta esubdola in quella eletta ac colta di funzionari fedelissimi dell
’
1. R. Governo
(c fr. pp. 169I processi del Pellico e del Maroncelli pm direttamente c i riguardano. I
doc umenti esplorati dal L . servono pure a risc hiararli; ma ne resta solo
ribadita la convinzione c heomai tutti c i eravamo formati. Quelle duedeho«lissimefibre cedetterosubitoal martellaredelledomande, e indotteal rimorsodagli sc rupoli religiosi, si misero molto presto sulla via pericolosa delle
confessioni, rovinando sè ed altri. Da due importantissime lettere del Pellico al Salvotti, già editenell
’
A rmonia del 1863 ,ma sinora sfuggitea tutti,
appare c he il Pellico era già pienamente convertito nel 1822 (pp . 39 - 43 e
p . 45 n .) e c he in questa conversione il Salvottiebbe la massima parte In
buona od in mala fede? Con l ’ intendimento di giovare a ll’
anima dell Impatatoocon la sc altrissima mira d
’
insinuarglimassime c he lo spingesseroalle
rivelazioni? Non oserei certodec idere. Fatto sta c he allora tanto il Pellico
quanto il Maronc elli erano innamorati (è la parola) del Salvotti, il quale liconfortava con le sue visite, con la sua illuminata conversazione, col liberalissimoprestitodi libri d’
ogni genere, con benefic imolteplic i. Spec ialmenteil M aroncelli ebbe a profittarne, come risulta da una serie di lettere sue
molto signific anti, ond’
è costituita l’
append. II di questovolume. Il Salvotti
lodefinì giovane vanoe leggiero (p. 32 n .) ealtroveaggiunse disprege
vole c arattere (p . Il L . ha su di lui paginebelleegiuste(pp . 46
dalle quali si ric ava il suo ritratto morale con una nettezza non perancoraggiunta da altri. Egli era una c attiva testa e un c uor d
’
oro sensitivo,
impulsivo, grafomane, squilibrato. Per buona ventura i doc umenti q ui prodotti dissipano compiutamente i sospetti di delazione c he di rec ente furono
da varieparti insinuati contro il poveromaestrodimusic a forlivese… L a sua
fama ne esce illibata, enoi abbiamo la compiac enza di aver intuito il verocontro i suoi ac c usatori in questo Giorna le, 34, 247 - 48.
Deboli, ingenui, inesperti fino all’
inverosimiglianza c i appaiono semprepiù quei nostri poveri compromessi politic i del ’
2 1 ; ma quasi tutti buoni,generosi, pieni di idealità e (anc he trappo!) di sincerità . Questa pubblicazionedel L . non detrae nulla ai loromeriti reali, mentre tendea sc agionare
colui c he fu sinora considerato come il loro c arnefice, l’
inq uirente Antonio
Salvotti.
Ha ragione il L . nel farnequasi una riabilitazione, nel presentarc elocomegiudice convinto, intelligente sc rutatore, suddito devoto, uomo integro?
Qui ioc redosi dovrebbero faremoltesottili distinzioni, di c ui son costretto
ad ac cennare per sommi c api le princ ipali.
1 ) Per quanto il volpone, negli abboz zi del le suememorie. manifesti pel Pel licomolta stima ,
si vede c he le M ieprigioni gli andavano poco a sangue. Sfido io! Egli sc rive: Pel lico era una
nobile e c andida anima . A llorc h é egli sc risse le .ilieprigioni non era però anc ora divenutoquelvero c redente quale fa verso il fine della sua vita , imperoc c hè in quell
’
opera spira un risenti
mento controil Governo austriaco, c he il vero c ristiano avrebbe potuto domare (p . Tipico!
150 sonnsr rmo srau oeasrxc o
nitta a quei disgraziati. Diamine! Ma non erano c hiari neppure per lui gliarticoli del c odice? E non conosc eva egli abbastanza l
'
imperatore, per sa
pere c henella c lemenza sua poco v”
era a sperare? Quei rimpiantimi hannoproprio l
'
aria delle famose lac rimedel coc codrillo. Chepoi il Salvetti, d'
ar
bitrio suo, abbia dimezzato la pena dei condannati alloSpielberg, forzandola mano all
'
imperatore, come il L uzio,moltoabilmente, fa supporre nell’
ar
ticolo del Fanfu lla della domenic a (6 ott. non mi sembra in modoalc uno verisimile. Nell
‘
A ustria del 1822 questa sarebbe stata colpa tale dafar assaggiare lo Spielberg allo stesso inquirente, nell'ottima compagnia deisuoi inquisiti. Si tratterebbe di sostituirsi nel diritto di far grazia ad un
monarc a assoluto, nientemenol l
4° In più luoghi il L . esa lta il valore intellettuale e giuridico del
Sa lvotti nel condurre quei processi. Ma non è questa una patente c ontrad
dizione,quando si consideri la poc a destrezza degli imputati? L '
unico, più
compromesso e apparentemente più destro, era il Confa lonieri; ma anc helui, Diomio!, quanto poco atto a battagliare di logic a . In verità ad aver
in mano le fila di quella trama non c i voleva poi tanta bravura ; ed è de.plorevole c he un ingegno tanto perspic ac e ed elevato siasi perduto in un
lavoro così mesc hino.
E q ui c ade in ac conc io il domandare: non s'
ac corgeva il Salvotti mede
simo c he quella sua Opera investigatrice, condotta innanzi c on zelo ac c a
nito, con laboriosità instanc abile, con sprec o di forze intellettuali e fisic he,era cosa pic cola, miserabile, inadeguata del tuttoalle pene c he costava ? lo
non posso c redere c he non se ne sia avvedutopiù d'
una volta ; ma lo sor
reggeva l'
unico sentimento davvero poderoso dell'
animo suo, l’
enorme, la
sconfinata ambizione Di questa furonotestimoni quanti lo conobbero, c ioèquanti non sono costretti, come il L ., a giovarsi solamente di c arte, e fra
le c arte in ispec ie degli abbozzi d'
una apologia , nella quale è troppo natu
rale, è umanooh'
egli cerc asse di presentarsi nel modo migliore possibile,senza tuttavia derogare ai suoi princ ipi inc rollabili. Sic come la storia c he
si sc riverà deve essere imparziale, si spogli pureAntonioSalvotti di quellamasc hera leggendaria per c uiegli fu il c apro espiatoriodi un sistema bestialedi procedimento giudiziario e di teorie di governoper buona ventura ora
tramontate nella partepiù c ivile d'
E ur0pa , gli si levi la tac c ia immeritata
di aguzzino, si riconosc ano i suoi meriti eminenti di giurista , le suequalitànon comuni d
'
uomo colto, ma, per c arità !,non lo si idealizzi al punto da
( 1 ) Che il L . non lo Veda e prenda per buona moneta tutte le prete-istoni di nonc uranza deglionori c heil Salw tti vien facendo. deriva forsedal fattoc he q uell
'
ambiti0ne ha c aratteri alquantodiversi da quelli con c uisi suol presentareoggigiorno. U n sudditofedelissimodi Franc escod
‘
Austria
c i teneva a cose a c ui noi diamoimportanza relativa ,e non c i teneva ad altre c he noi gustiamo
assai. Del resto. in una lettera al figlio Sc ipione, c he il I.. produce, Antonio confu seil desiderio
vivissime c h‘
egliebbedi nobilitare la sua famiglia , facendola usc iredel cetoborghese. A questoscopo. dice egli, furono indiriz zati co.t«mti sforz i della mia vita (p. Quel tiglio Sc i
pione. liberaie e c arcerato dall‘
Austria, testa balzana ma c uore ec cellente. sarebbe statoil prima
certamente a prendere le difese del padre c alunniato,se avesse c reduto di poterlo fare.
BOLLETTINO ‘
sxsu oeaarrc o 151
farne quasi un eroicoaustriac ante. Oltre la e colpa fondamentale di esserea stato un servo fedele dell
‘
A ustria egli ne ebbe ben altre, ben a ltre,
non lievi. R .
ANNU NZI ANA L ÌTICI.
I fioretti di San c toFranc iesc ho, editi secondo la lezione del cod. Manelli
da L uigi Manzoni. Roma, L oesc her, 1900 [Da molti anni gli studiosi
sono informati c he il conte M anzoni sioc c upa dei Fioretti, anzi sin dal 1884lo Zambrini (A ppendic e alla 4'l ediz . delle Op. valy . a stampa , col . 56 - 57 )annunc iava imminente la sua edizione c ritic a , corredata da uno studio dili
gente e da un’
ampia bibliografia . L'
edizione c ritic a sinora non venne: ma
vennero studi spec iali di non esigua importanza (vedili enumerati in Volpi,Il Trecen to, p . 273) ed ora è usc ita, in edizione veramente signorile in
c arta a mano, la riproduzione diplomatic a del ma. c he al M . parve il migliore tra i 42 c h’egli esaminò in Italia, quello della Palatina di Firenze
copiatonel 1396 dal medesimoAmarettoManelli c hetrasc risseilDec ameron .
Delle tre parti in c ui il libro si divide e c he oc corrono tutte tre nella pm
divulgata e molte volte riprodotta edizione, quella veronese di Crusc a data
da l Cesari nel 1822 , il M . nel presentevolumestampa ledueprime, c iòsonoi Fioretti propriamentedetti (53 c apitoli) e le c onsiderazionisullestimate. ln
altro volume riprodurrà il rimanente, valea dire la vita di frateGinepro, difrateEgidioeidettimemorabili di quest‘
ultimo, con una sc elta di altrisc ritti
volgari franc esc ani. Sebbene il M . non voglia, nella suc c inta prefazione,addentrarsi nelle molte ed ardue questioni storic he c hevisono intorno alla
c ronologia ed alla composizione dei Fioretti, pur gli ac c ade di trar van
taggioper l'
età di alc uni di essi dai fresc hi di Giotto c he sono in Assisi e
c he sembrano direttamente inspirati da quelleingenueepoetic henarrazioni.Stimando il M . quei fresc hi celebratissimi non posteriori al 1304, i Fioretti,conc lude l
‘
A ., debbono essere anteriori a quell’anno (pp. v e Su di c he
c ertamente vi sarà ancor molto a disc utere, perc hè anc he ammettendo c he
ai Fioretti attingessero e Giotto e i suoi disc epoli per alc une storie della
c hiesa superiore d'
Assisi e per la famosa c roc iera della c hiesa di mezzo
(mentre è pur da riconosc ere c hedi quei miracoli la tradizionefranc esc ana
poteva loro ofi'
rire vivac issimi rac conti, c he posc ia i Fioretti registrarono).resterà pur sempre a stabilire se la fonte sia stata il testo volgare c heab
biamo, ovvero il Floretum di frate Ugolino, d'
onde ne derivò tanta parte,ovvero quel libro latino forse perduto c he nei Fioretti attuali fu reso vol
M a su q uesti ed altri particolari attendiamo luce in seguito dal
( I) A p . 278 il M . aggiunge c ho, stabilita la data 1304 per gli affresc hi di Giotto. si viene
anc he a fissare in quale anno l‘
Alighieri poté essere in Assisi, giac c hé la tradizione c he esso
inspirasse le pitture della c roc iera sopra l 'altare di mez zo della c hiesa di S . Francesco confer
mata dal Vasari, il ritrattodel divino poeta in una di dette pitture (nel con ’
oblto trionfodella
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
Manzoni medesimo. Il quale frattanto ha fatto bene a pubblic are questotesto, adornandolo con 19 tavole, le più tra le quali sono nitidissimeripro
duzioni fototipic hedei miracoliedelle allegorie della c hiesa maggiored'Assisi, c he hanno riscontroneiFioretti, altre rec ano i ritratti sinc ronio quasisinc roni (c inque di numero) c he si conoscono del santo, e due di santa
Chiara . Tutto è condotto con c ura . Solonon intendiamo troppo, c i consental’
egr. studioso di dirlo, quel glossario c he è in fine e c he si limita a regi
strare quasi esc lusivamente leanomalie grafic he del codic e, mentre vimanc ano tante parole e tanti modi peregrini, come dormivano in c hapoletti
(p. isc andak zzò per si c ruc c io (p . istorpia re (pp. 13 - 15) perdisturbare c ancella re le bra c c ia (pp . 2 1, 63) per «inc roc iare trebbio
(p. 33) per trivio il bel latinismo c olite (p. il bel fretmentativofabbric are (p. 88) ec c . ec c . Ma forse nel redigere il glossario come l
’
ha
redatto,il M . avrà avuto le sue ec c ellenti ragioni] .
UGO L E VI. I monumenti più antic hi del dia letto di Chioggia .
Venezia, Visentini, 1901 [Riproduc e ed illustra glottologic amente la M arie
gola dei Ga lafadi e stampa per la prima volta la Ma r iegola di Santa
Croce e la M ariegola dei Ca legheri. L a prima è la più antic a e sarebbedavvero preziosissima se, c ome il L . è inc linato a supporre (p. al la
prima parte di essa potesse assegnarsi la data 12 1 1 rec ata dal prologo la
tino. Non possiamo dissimulare c he la c osa c i sembra a lquanto inverisimile,se poniamo mente allo sviluppo pieno c he vi hanno le forme dialettali.
L e altre due mariegole appartengono rispettivamente ai sec oli X IV - XV e
XV - XVI e sono estratte da arc hivi di Chioggia . Interesse letterario questidoc umenti non hanno; ma per quanto il veneto sia fra i dialetti nostri an
tic hi uno dei più seriamente studiati, hanno disc reto valore linguistico. E
merita lode il proposito del L . di venire studiando i vernac oli dell’
estuario
veneto: Chioggia, Sottomarina, Palestrina, L ido, Burano. L e difi‘
erenze dal
veneziano appariranno spec ialmente nella fase moderna di quelle parlate}GIOVA NNI a nazom. L a poesia degli oc c h i da Gu ido Gu inizelli a
Dante A ligh ieri. Bologna, Zanic helli, 1901 [E c c o un nuovo ed elegante
studietto dantesco del F., a l quale l’essere stato dettato per una conferenz a
non toglie il meritodidir c ose non c omuni. Movendodall’
importanza grande
c he sogliono avere pei poeti del dolce stil nuovo gli sguardi fasc inatori
delle loro donne, presenta l ‘A . in poc he pagine assestateed argute la teoric a
dell'
essenza d'
amorepresso quei poeti, quale è codific ata da l Guinizelli nellac anz . A l c or gentil r ipara sempre amore. Sec ondo quella dottrina, gli
uomini gentili d’
animo hannoper natura una spec iale disposizione al l'
amore.
Quel l'
amore, c he è in essi in potenz a, passa in attoper virtù dello sguardoinfiammatoredi bella donna . In quei c uori, peraltro, l 'amore non si disgiungemai da gentilezza : è nobile, ealto, eprinc ipio di ogni virtù, è avviamento
ad amar Dio, c he nella c reatura bella muliebre da ll’
oc c hio vivido e puro,
« c astità) , danno ragione a c redere per vera tal tradizione Ci è grato riferire q ueste paroled
‘
un egregio c ultore di storia dell'
arte, ma la c ritic a deve ac coglierle con la massima c autela.
Cfr. Knaus, Dante, p . 645.
154 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
cosi adombrato sestesso: c he infine nel veltro si debba vedere rafiigurato
Uguc c ione della Faggiola ed in Matelda la monna Vanna proasimana di
Beatrice, c he fu c ara a l Cavalc anti, sono Opinioni certamente sostenibili(c he c osa non esostenibile a questo ma c he avremmo voluto ve
dere esposte con le dovute c autele, in ispec ie quando non si c itano nè si
ribattono gli argomenti contrari. Per spiegare la presenza nell’
inferno di
B runetto L atini, tanto venerato da Dante, non tutti saranno disposti ad ammettere coll
'
illustre professore c he Dante nello sc rivere la sua prima c an
«tic a aveva forse fretta di dare postoa tutte lepersone c he, già morte, gli
erano rimaste nella memoria a (p. Bruttoservizio avrebbefattoDanteagli amic i per la fretta di immorta larli nel poema ! Però a Casella, a Forese,al Giudic e Ninoben convenne aspettare d'essere commemorati nella secondac antic a ! Con miglior frutto il D. G . nelle ultime tre lezioni ricerc a i rapporti tra Dante e l 'oriente, e q ui i numerosi rafironti c he rec a in mezzo
possono avere sul serio qualc he va lore, se anc heDante di quelle tradizioniorienta li non ebbemai nozione a lc una diretta, come noi reputiamo: Rispettoa l far sorgere il monte dell
'
espiazi0ne nell'
isola di Ceylan, valgonopursempre in contrario le ragionevoli obiezioni del Graf, M iti e leggende,130, n .
GIOACCHINO MARUFFI. Una q uestione abbandona ta ; considera zioni c ui
versi 97 - 98 del C. X l del Purgatorio. Benevento, tip. M artini, 1901
[QuandoD. parla dell'uno e dell’a ltro Guido intende egli veramente, come
quasi tutti c redono, di contrapporre Guido Cava lc anti a Guido Guinizelli ?
Con felic e ragionamento il M . espone le difficoltà non liev i c he si oppongono a questa, in apparenza cosi ovvia , interpretazione. Egli ric hiama ilC. XXVI del Purgatorio, oveil poeta dic e cosi esplic itamente al GuinizelliL i dolc i detti vostri, Che
, guanto du rerà l’
usomoderna, Faranno c ari
ancora i loro inc hiostri d‘
ondedavvero appare c he a D. non sembravain modo a lc uno c he la fama del Guinizelli fosse tramontata . Giustamente
c onsidera pure c he la fama del Cavalc anti era spec ialmente, tra i contemporanei di lui, fama di pensiero profondo, non di forma eletta e nuova ( la
gloria della lingua ). Per q uestoe per altre ragioni a l M . sembra evidentec he l
'
A lighieri, ac cennando ai dueGuidi, intendesse parlare d’
altri, contrapo
ponesse il Guinizelli a Guittone d'
A rezzo. È questa l‘opinione già sostenutada re Giovanni di Sassonia, ed il M . la correda di cosi buoni argomenti,c he dal c anto nostro c i dic hiariamo disposti ad ac coglierla . Nello stesso
C. XXVI v’
ba una terzine c heserve di commento a siffatta interpretazione,quella c he dic e: Cosi fer molti antic hi di Guittone Di grido in grido,pur lui dando pregio, Fin c he l
’
ha vinto il ver con più persone a . Chi
conosc a bene le condizioni poetic he del tempo e il giudiz io c heD. e’
era
formato dei rimatori a lui coevi, intenderà agevolmente c he questo nuovo
modo d’
intendere meglio corrisponde alla c ondizione reale delle cose. Il bo
lognese psicologo era veramente un novatore rispettoalla vec c hia sc uola di
Guittone, novatore nella finezza del psicologismo, novatore ancor più nel la
franc hezza del dettato volgare. Tra il Cava lc anti, invec e, ed il Guinizelli,entrambi assai stimati da D., non interc edeva nessuna di quelle diversitàcosì notevoli da giustific are l’asserto c he l
'
uno c ac c iasse l‘altro di nido] .
BOL L ETTINO BIBLIOGRAFICO 155
COL BE RT SEARL E S . B ojardo'
s Or lando Innamorato und seine Bez ie
hungenz ur a ltfranzosisc hen erzà'
h lenden Dic htung. L uc ka S. A ., Berger,
1901 [Sebbene il lavoro c he oggi massimamente si desidera intorno al Bo
iardo sia l’
edizione definitiva del poema, non tornano certamente sgradite
neppur le ricerc he dei probabili fonti di esso, perc hè questa è materianon ancora ben definita. L
’
americ ano Searles volle abilitarsi dottore nell’
u
niversità di L ipsia con una tesi su questo soggetto, e forse non fu buonc onsiglio, giac c hè la preparazione a lavori sifi
‘
atti, delic atissimi e difiic ili,
pare gli manc hi. Divide egli la sua dissertazione in tre parti: nella primac onsidera i rapporti dell’Innamorato coi poemi del c ic lo c arolingio, nella
seconda indaga l’
influsso c he su di esso potè eserc itare la poesia narrativa
dei fableaux e dei romanzi d’
A lessandro, nella terza , la più estesa, pone inc hiaro le sue afi nità coi rac conti del c ic lo brettone. E questo sta bene. M a
se un poc o si esamini il modo come egli ha condotto c odesto suo studio,
l'
inesperienza sua appar manifesta ad ogni piè sospinto. Basti il dire c he
non gli venne neppure la c uriosità di ric erc arequali libri francesipotevanoesser più fac ilmente in mano del suo poeta e, per es., nei riscontri c ol c ic lo
c arolingio tenne d'
oc c hio in particolar guisa il Roland, c he. si può esser
quasi c erti, rimase a l poeta del tutto sc onosc iuto. Così anc he per rispettoai romanzi brettoni c i sembra arrisc hiatissima la congettura c hiaramenteespressa p. 80 c he il c onte di Sc andiano sia ricorso alla Ta vola rotonda
italiana ed a lla Historia di L anc ilotto del lago. Per arrivare giustific ata
mente a siffatta affermazione bisognerebbe trovare rapporti ben a ltrimenti
signific anti con quelli antic hi testi. l quali testi sono notoriamente, composizioni a
'
mosaico condottesu romanzi prosaic i franc esi, sic c hè resta semprela legittima presunzione c he il Boiardoattingesse invec edirettamentea queiromanzi francesi appunto. di c ui era cosi ric c a la libreria degli Estensi. Fameraviglia c he il S ., preceduto da tanti altri egregi lavori di questomedesimo genere, fra c ui c apitali quelli del Rajna, non abbia saputo o voluto
far suopro’
dell'
esempio altrui. L amentiamo inoltre la sc orrettezza con c he
in questa dissertazione sono stampati i testi ita liani. Non poniamo dubbioc hesia da ac c agionarne il tipografo: ma non pertanto anc he a ll
‘
A . ne resta
una parte di colpa. Tanto più c h’
egli esc e in asserzioni c he non danno il
miglioreconcettodella sua famigliarità colla lingua nostra . Agramonte(sic ),sc rive egli, ist nur eine andere Form fiir Aspramonte, oder Grimmig
(p . Data e non concessa la identità dei due nomi, c hi gli ha mai detto
c he in italiano aspramente valga grimmig ( rabbioso) ? Gradasso und RO
demonte ( i) bedeuten Prahler Non sarà invece il c ontrario: i millan
tatori si c hiamarono gradassi e rodomontate le loro gesta per influsso appunto di quei tipic i guerrieri spamamontagne
Giac omo U L RICH. Opera nuova eda ridereo Grillomedico. Ristampa
d'
un poemetto popolared'
autore ignoto. L ivorno, Giusti, 1901 [È la quintadispensa della Ra c colta di rarità storic hee letterarie diretta da G. L . Pas
( 1 ) Qui sc rive rettamente la forma voluta dal Boiardo; ma altrove ha Rodo»:w nte e persia
(p. 68) Rada … onte. Son pic colez ze.ma nei lavori d'
erudizione convien abituarsi a l essereesatti.
1 56 BO L L ETTINO B IB L IOGR AFICO
serini: sulle quattroantecedenti c fr. questo Giorn ., 3 1, 447 ; 36. 2 10; 37, 405
Il poemetto popolareggiante riprodotto dall'U lric h appartiene a quel generetradizionale, c he mette c apo a lla leggenda salomonic a di M arc olfo, in c u i
q uasi sembra c he il villano pigli allegra vendetta dei tanti c ittadini c he lo
dileggiarono e gliene dissero di tutti i colori. Grillo contadino, fintosi me
dico, guarisce con l’
astuzia la figliuola del suo re e fa diventar sani d’
un
colpo tutti gli infermi d'
un ospedale; posc ia tre volte indovina cosediflic ili
a sapersi, sic c hé il re lo rimunera largamente ed egli può condurre lieta
vita in c asa propria . Nelle prime imprese lo sorregge la finezza del suo
ingegno, nelle u ltime la fortuna, sic c hé il poemetto con saggia morale fi
nisce: in sta c arc ere osc ura Non va l ingegnoaver senza ventura Nella
breve introduzione l'
U . indic a a lc uni riscontri al le varie parti di questo rac
c onto, e fa notare c head essoal lusero il L ippi nel c anto X del M a lmantileed il Corsini nel c anto XV del Tor ra c c hione Nel riprodurre quelle 147ottave, egli posea fondamento la rara edizionez0ppiniana del 1537 , tenendoa risc ontro l
’
altra veneta del 1549 . Gran motivo di serbare cosi diplomatic a
la trasc rizione forse non v”
era : si potevano sostituire i o agli u ove è ri
c hiesto dalla moderna grafia, e potevansi porre al lor luogo gli ac c enti.
A nc he le parole noi le avremmo sempre divise a dovere, e non avremmo
sc ritto lubedi (at. ma l'
ubedì , nè tama (st. nè lha , lhauerei nella
medesima st. 1 15 in c ui si leggedue volte l‘
ha uesse. Molto meno c isarebbeac c aduto di sc rivere la c ata (st. 70) per l
'
a c uta . Sono fetic ismi c he hannoragion d
‘
essere quando si tratti di testi molto più antic hi. Qualc he sobrianota illustrativa forse non avrebbe noc iuto q ua e là, per es., al ric hiamod
‘
una leggenda a st. 12 : Non fu si lieto il famoso Giani Quando c he'
l
gran tesor trovò in A ltino, Che dopo duc a fu de’
Veneti3 ni, Per aver
seco il toso pic colino ec c ln un pic colo glossario finale potevano ac
conc iamente trovar posto voc i comeponso tre volte perpolso (st. 132
c ortina (non forse cortina, come vorrebbe la rima ? ) per cortile, la c c he
(st. 138) brena (st. sma lzo (st. 68 e Codesto sma lzo, c he è
c erto un unguento, e c he non trovo nei lessic i c he ho sottomano, sarebbeper c aso lo sc hma ls tedesco, burro strutto? Grillo si fa rec are un pan di
sma lzo e lo sc ioglie a l fuoc o: poi se ne unge le mani] .
(1 ) Rispetto al la fortuna del rac conto, non era forsemale c he l’U . avvertissecome da essesiano
derivati i modi di dire indovina la grilloe trovale grillo, cosa gia notata nel la nuova Crusc a ,
a. v. grillo, 14. Questa dipendenza , se hoben veduto. non fu registrata da L unovrooPaesan a :
(Pico L eri di Vassano) nè nel suo volume di Modi di direproverbia li, Roma , 1875, nà nelleag
giunte a quell 'opera da lui inserite nel Propugnatore, voll . XII—XVIII della prima serie. Il
Faar aax dic e nel suo Voc abola rioc he Indovina la grilloetitolo di un libric c inolo c he indovina
«altrui c iò c he gli dee avvenire, per mezzo di combinazioni numeric he usatoper ispaa dai
c ontadini e dal popolo. Il Peraoc c ur, Novo diz ionario, conosce l’
espressione Tu sei comemedic o
Grillo, alla quale alc uni aggiungono c he teneva in tasc a tante ricette, ne dava il c aso una al
malato, e diceva : Dio te la mandi bona
(2) Andò correndo con le lac c he alzate dice il testo, e l'
U . osserva c he lac c a esiste nei
dialetti col sensodinatic a , ma a lzatosembra domandare brac he lo interpretarsi invece luc c a
per cosc ia , gamba (su c ui vedi Cara , Studi di etimologia , Firenze, 1873 , n° quindi a
gambe levate.
158 BOL L ETTINO BIB L IOGRAFICO
questa edizione v’
ha un esemplare in c arta distinta nella Nazionaledi Pa
rigi, di c ui l'
A . ora riproduc e il testo. Questo continua ad essere, più c he
altro, una c uriosità bibliografic a , poic hè è difi c ile immaginarsi una serie
più mesc hina di versi osc uri e sgangherati. Un apologo ed un aneddoto
scandaloso, malamente esposti, q ui sd‘
ogano in un mare di c hiac c hiere in
sulse, nè v’ è alc uno dei pregi c hepur sembrò ad altri di poter riconoscere
nei Proverbi noti del Fabrizi (c fr. Giorn ., 18, 7 6 Nel ternarioe nei
sonetti scorgesi solo un intento apertamente antic leric a le, omeglio antimo
nastico. A lc une forme del la lingua vorrebbero dic hiarazione; altre potrebbero essere senza esitanza corrette, non essendo c erto l
'
edizione francese un
prodigio di esattezza. L'
A . presenta il suo testo con alc uni c hiarimenti, debitamente notando c he l
‘
aneddoto narrato nel ternario del Fabrizi è svoltoin una novella del Serc ambi, la 3 ° del cod. Trivulziano, c he figura 5
‘ tra
le novelle edite nella disp. 12 della collèzionc ina dovuta alla L ibreria Dante.
L’
A . ac c resce di poco, nelle note, i raffronti avvertiti dal B'
Ancona (omeglio
dal Koehler) a proposito della ,novella sarc ambiana] .
A nmnno BACCE L L I. Il Candela io di Giordano B runo. Roma , 80
c ietà editr. Dante A lighieri, 1901 [E un lavoro, da c ui non bisogna preteno
dere più di quel c he l‘
A . ha voluto porvi: è una disc ussionec he raramente
porta un c ontributo di novità alla c ritic a della commedia bruniana. L‘
opu
scolo presente poi, contiene solo la prima parte di uno studiopiù ampio, e
tratta del (‘
andela io rapporto all'
autore mentre la parte a venire lo
c onsidererà rapportoalla commedia del Cinquec ento Non neghiamo c hedi maggior interesse di questo, c heoggi il B . c i ha voluto dare, riusc iràsenza dubbio lo studio c he seguirà . Ciò di c he si discorre nei primi trec apitoli, c arattere del B runo, suo giudizio sui tempi, indole e preparazione letteraria di lui è ben noto, nè forse il B . ha messo in rilievotutto
q uel c he avrebbemeglio c alzato allo scopo. Il c ap. IV sulla soc ietà ritrattanel Candelaio dubitiamo, c he ad altri riesc a a dare
‘
un conc etto di quelmondo corrotto, per entro il quale Giordano scelse le person’
e della sua
commedia . Nemmeno siam disposti ad approvare la riproduzione c he nel
c apitolo suc cessivo si fa dell‘
argomento del Ca ndelaio, per quanto sia tra
sc ritto integralmente dalla edizione del 1582 : q uell’
argomento, benc hè dell'
autore, non è quel c he dia l‘idea più c hiara e ordinata dello svolgimento
dell'
azione. Qualc hebuona considerazione il B . fa seguireall'
argomento: perdirneuna, siamocon lui nel non riconoscerequella perfezionedel M amphurio,c he molti proc lamarono. Tuttavia , appunto queste considerazioni mancano
di quel raffronto con la produzione drammatic a de1 500 c he le avrebbe reso
più evidenti : l’
autore lo farà nella seconda partedel suo lavoro, ma sarebbestato meglio aver tutte e due le cose in una volta. Il rap. Vl tratta le
vessate questioni del signific ato del titolo, della dedica e del luogoetempodi composizione, e, spec ie per le prime due, mi pare c he l 'A . lasc i il tempo
c he trova . L'
ultimo c apitol9 è un’
infilzata di giudizi altrui sul Candelaio.
Qua e là per il lavoro si hanno affermaz ioni e notizie erronee o disc u
tibilissime. A p. 46, Giu lia Farnese è messa con l'
Imperia e la Tullia . Onon è essa la druda di A lessandro Vi? E allora, se non moralmente, di
nome appartiene ad un‘
altra c ategoria. A pp. 49 ag. : le no
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO 159
valle e le commedie del sec . X VI trovano riscontroperfetto negli episto
lari, nei rac conti, in tutti idoc umenti contemporanei,eforza conc luderne4 c he le moi di quei tempi (sebbene q uasi sempre per c olpa del marito)erano generalmente adultere Ec co q uipiu d
'
una affermazione e conc lu
sione avventata, omegliofalsa : e con questonon vogliamo attenuar le colpedel 500. A pp. 84- 85, il B ., a torto per noi, non ammette col Graf c he
la più cozza scena della commedia del 500 sia la famosa attoIII, della
Ca landria ; si convinc a c he è proprio cosi : nel Ca ndela io, il linguaggio,
generic amente parlando, sarà più Osceno, evi saranno sc ene da fare il paioc on quella del Card. Bibbiena
,ma è un fatto c he nella Ca landria c
'
è non
solo c iò c he la femmina fa col masc hio » (per dirla col ma vi si de
sc rive anc he come fa . E il B . non afiermi un‘
altra volta c he ormai la
commedia del Cinquec ento s'
è ridotta pei c ritic i a quattro O c inque pro< duzioni, punti fissi, dai quali non si partono; il vero teatro nostro del
sec . XVI è pei più la sfinge di Edipo o la sc ritta della parete di Baldanserre (p. 0 c he non ha notizia di tutti gli studi moderni (eson nu
merosi!) su quel genere della nostra drammatic a del CinquecentoA NTONIO M A IiE NDU ZZO . Veglie e tra ttenimenti amori nella seconda
metà del secoloX VI. Trani, Vec c hi, 1901 [I tre c apitoli in c he si divide
q uest'
elegante Opuscolo (A c c ademieeconvegni senesi; Motti egiuoc h i piac evoli ; Giuoc hi di spirito e d
'
ingegno) formano una spec ie di commento
erudito a due note Opere dei fratelli Bargagli, Sc ipione e Girolamo, sulprimo dei quali il M . ha già inserito un
'
ac c urata monografia storic a nel
V II vol. del B u l lett. senese di storia patria . Il fondo, infatti, delle notizie
c he q ui sono rac colte e disposte rimonta ai Bargagli; ma il M . le illustra
con Opportuni c onfronti e ric hiami, c he attinge ad altre sc ritture senesi
anc he mss. ed a lle più rec enti indagini italiane intorno a quel territorio,ormai così ben dissodato, della storia del c ostume. Nel c inquec entofu Sienaunodei c entri più giocondi della vita di conversazione, ovefiorivanoigiuoc hie sc Oppiettavano i motti vivac i ed arguti. Regine dello spirito e del mottoerano le donne, c he susc itavano intorno a sè gaia emulazione di allegre
trovate, fino a rivaleggiare con l’
antic a Provenza nella artific iosa costu
manza dei giuoc hi partiti. Di tutto questo il M . dà larga espec ific ata informazione, con buonissimo corredodi fatti. Interessa massimamente aglistudi
nostri c iò c h'
egli rac coglie intorno a lle ac c ademie o congreghe, non c he
q uello c he dice dell’
uso degli indovinellie dei cosidetti giuoc hi di ventura .
Termina col considerare il valor morale di quei trattenimenti e col porrein c hiaro l 'uso c he nefec e la soc ietà preziosa francese del secolosuc c essivo,la quale fa dei giuoc hi senesi fervida imitatrice] .VITTORIO Coasuc c r. Una poetessa umbra . Francesc a Ta rina B ufa lini.Città di Castello, L api, 1901 [Spogliato il presente discorso del tono al
q uanto enfatico, c he è inerente alla sua primitiva originedi conferenza, essoha il merito reale di trattare d
'
una vemeggiatric e di c ui appena sipispigliada qualc he storico loc ale, mentre gli storic i generali delle letterenostrenetac c iono. Che essa fosse una poetessa di grande valore non apparedavverodai saggi c he il C. ne offre, nè forse è del tutto meritata la lode c he il C.
medesimoledà di una tal densità di pensiero, c he preludeva dimolti anni.…
160 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
l'
affranc amento della poesia italiana dalla servitù petrarc hesc a Ma, co
munque sia, codesta contessa Turina Bufalini, c he condusse vita lunga ed
intemerata dalla metà c irc a del sec . XVI alla metà c irc a del sec . XVII
( 1544 e fu veracemente colta, ediedeallestampedue rac colte di versi,
meritava d'
essere presa in qualc he considerazione. L a sua vita trascorsenel
l’
Umbria (a Borgo S. Sepolc ro,ove nac que, ed a Città di Castello) e nel
Montefeltro: ma stette parec c hi anni anc he presso la famiglia dei Colonna,quale institutric e delle giovani figlie di q uella c asa princ ipesc a . Ad una di
quelle fanc iulle per l'
appunto, donna Anna Colonna , ededic ata una rac colta
di rime della Turina , edita nel 1628, ed è da q uel volumetto.divenutooggi
rarissimo, c he il C. ha saputo trarre non poc hi dati di fatto illustranti labiografia della sua poetessa . Meno rara eun
'
altra silloge poetic a della Turina, quella delle sue Rime spiritua li, edita in Roma nel 1595 c on dedica
a papa Clemente VIII. Intenso spirito religioso emana cla quei versi, ed al
C. sembra pure c he vi si vagheggi il ritorno al c ristianesimo pu rific ato e
c he vi si noti una dic hiarata avversione alla cosidetta riforma c attolic a ed
in ispec ie ai gesuiti. In quel tempo ed in una donna sarebbe q uesta davveroun c arattere assai rilevante, e c i sarebbe piac iuto c he l
'
ac c urato biografone avesse offerto leprove. Per lunghi annis'adoperò anc he la Turina attorno
ad un poema intitolato Il Floria, c he al C. non venne fattodi rintrac c iare
Da un sonetto birbone c he su quel poema sc risse l'
autric e, e c he è q uieditoper la prima volta a p. 53, appare c h'essa vi lavorava di lena, spec ialmentenelle ore notturne! L eggasi infatti questa c uriosa quartina : Non hannoaltro refuggio i miei martiri Che di Florio c antar, partodiletto; Per lui
brama la notte e brama il letto Chenuovi c armi a la mia mente inspirim
Il C. potè anc he disporre d’
un ms. autografo di rimedella Turina, del qualeproduce l’indic e dei c apoversi e da c ui estrae alc une poesie prima inedite.
Da quel ms. potevasi forse trarre miglior partitoper far conoscere le rela
zioni letterarie della poetessa umbra].VINCE NZO CARPINO . I Capilupi poeti mantovani del sec olo X VI.
Catania , tip. Galati, 1901 [E noto c he i Capilupi furono nel c inquecentouna vera famiglia di letterati, e c he alc uni diessi ebbero fama non c omune
(e meritocorrispondentealla fama) nella poesia latina . Ottimoil divisamento
di consac rare ad essi una monografia . lICa rpinovi simise di buona voglia,
eper q uantd egli sc riva maluc c io non si può dire c he siano c attivi i
c apitoli del suo libro c he riguardano i c antoni virgiliani di L elio Capilupi
e le poesie latine del maggior poeta della nobile famiglia mantovana, lppolito. Queste sono, anzi, le parti migliori del lavoro, sebbene vi si fac c ia
sentire c erta defic ien za nella preparazione storic a là dove è discorso deic armi d
’
lppolito c he a personaggi e ad avvenimenti storic i si riferiscono.
(1 ) Non dubitiamo c he, continuandoa studiare, egli medesimosi ac corgerà del le grandi imperfezioni della sua maniera di sc rivere. Il pensiero non trova q ui la forma c alzante, e la cogniziou
della lingua non sempreeprec isa. Modi di dire comequesti : epiteti forniti d'
una certe
osc urità (p . non si vorrebbero incontrare. E moltomeno insulti al la grammatic a come i
seguenti: presentandone Il suo (p. me neha formato un'idea (p . 18 n.) parec he
viveva (p. 12 la supposizione c heessa non ea (p.
162 BOLLETTINO B IBLIOGRA FICO
venuti in Firenze ed a Ferrara . Con la scorta di doc umenti florbntini il V .
ricostruisc e l’
a lberetto del ramo dei Benuc c i detti del Bue, al quale A lessandra appartenne, eofireparec c hi ragguagli intorno alla vita, tutt
‘
altro c he
molto nota,del primomarito di lei, Tito di L eonardo Strozzi. Importante è
spec ialmente il fatto assodato dal V . c he Tito passò di vita solo nel 1515 :
quindi nel giugno del 1513, allorc hè l'A riosto s‘
invaghi di A lessandra in
Firenze, come dice nelly c anz . Non so s’
iopotrò ben c hiudere in rima ,
essa non era peranco vedova . L a dimostrazione del V . è inappugnabile,sic c hè andrà rettific ate un
'
assen ione c he tutti i biografi del poeta ripetono.
Se questo di buon gradosiam disposti a conc edere, c i pare c he troppograv iillazioni rispetto alla coltura di A lessandra tragga il c ritico (pp. 10- 12) da
una lettera,c he q ui pubblic a, fatta indirizzare dalla Benuc c i a Giov . Fran
c esco Strozzi il 3 ottobre 153 1 . L a frase mi perdonerà se non li sc h rivo
di propria manoper essere tropoda poc ho (p . 19) non è di quelle c he
un conosc itoredelleabitudini epistolarie c erimoniose del tempodebba prendere troppo alla lettera] .PIE TRO VE B B U A . Studiosu l poema L a innamoramentodi L anc ilatto
e di Ginevra di N icolò degli Agostini. Firenze,Duc c i, 1901. IDEM .
Per la biografia di N icolò degli Agostini. Firenze, Duc c i, 1901 [Arisc hio di addolorare sempre più q uel debbon cooperatore del M a rzoc co
(an. VI, n° 34) c he si dispera per le continue minute indagini erudite, giu
dic ando c he di questo passo riusc irà un giorno impossibile sc rivere la
storia letteraria noi siamo ognor più disposti a lodareead incoraggiare
le ric erc he ingrate sui nostri sc rittori minori e minimi, perc hè reputiamonon solo c he la verità storic a guadagni dall
'
essere interamente sc rutata e
c he per lo storico delle lettere non vi siano fatti trasc urabili, come non vi
sono insetti trasc urabili per l’entomologo, nè musc hi o lic heni trasc urabilipel botanic o, ma anc he perc hè la esatta cognizion dei medioc ri è il verostrumentoper apprezzare in modoadeguato i maggiori ed i massimi, e colloc arli nella prospettiva storic a c he loro spetta. L odevole quindi il proposito del V . di studiare anc he quel poveropoeta epico c he fu Nic colò degliAgostini. Nè certo dovette costargli poc a fatic a l
’
esame c h’
egli fec e dei
motivi, degli episodi e dei personaggi ondeva ric co quel suo ingarbugliatoe pedestre Innamoramento; anzi codesta fatic a per l’appunto c h
'
egli duròc i trattiene dal muovergli l
’
ac c usa d'
aver pocoapprofondita l'indagine comparativa diretta, in quel pelago dei romanzi prosaic i francesi del c ic lobrettone
,e d
'
esser c aduto talora in qualc he fallo d'
inesperienza, come la dove
ac c osta ai couplets simila ires le oasi dette otta vea c orona (pp. 23 c he
hanno tutt'a ltra indole, importanza ed origine. Dall'analisi del V . il poemadell
‘
Agostini esc e assai malconc io: si vede c he in esso manc a l'
originalitàe difetta pure l 'aItedell Imita is. L Agostini non assimila i materia liesterni
rielaborandoh nella propria fantasia, c ome fa l’
A riosto; egli prende queimateriali di pesoe li inc astona nel suo componimento senza fonderli. E spec ialmente nell
‘
uso delle fonti c he si distinguono i poeti veri e grandi dalgregge dei medioc ri. Non contentodi aver fatto questo, il V . volleanc heindagare qualc he puntomal c hiaritodella biografia dell‘Agostini, e nell
'
apu .
sc aletta c he dedic ò a siffatta indagine modesta , riusc i a toglier di mezzo
BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO 163
parec c hi errori divenuti tradizionali. Così gli avvenne di mostrare c he I'
A
gostini fu veramente veneziano, e non romagnolo nè ferrarese,e c he il
Francesco a c ui egli dedic ò nel 1506 il primo libro della sua continuazione
del Boiardo non è punto Franc esco II Sforza, ma Francesco Gonzaga. Solo
badi c he Francesco Gonzaga non fu mai duc a , come egli ripetutamente lodesigna] .JOSEPH VIANE Y . L es sourcesita liennesde L
'
alivs Macon, Protat,
1901 [Nella particolare attenzionec hein questi ultimi anni fu consac rata in
Franc ia ai poeti della pleiade, semprepiù e sempre meglio apparvequantoessi sieno tributari alle lettere italiane del rinasc imento. Abbiamo veduto
nel nostro spoglio dei periodic i (Giorn ., 37 , 468) c heben duevolteil Visneyebbe a trattenersi sul Du Bellay per mostrarne la dipendenza
'
dai italiani.
Sdllo stesso autore si aggira anc he la nuova memoria del V ., c he ha ap
punto lo sc apo di studiareu na delle rac colte liric he del Du Bellay, I°Olive.
Questo nuovo contributo alla storia dell’
influsso italiano sulla pleiadeè davv eropregevolissimo. Il Du Bellay,proemiandoalla prima ediz . della sua Olive,
disse di aver imitato, non solo il Petrarc a, ma anc he I°A riosto ed altri ita
liani. Nella 2 *l ediz . quella confessione sparisc ajma dal proemio sostituito
appare c he il Du B . era statoac c usatodi plagioe c hesi difendeva, cerc andodi mostrarsi originale il più possibile. E l
’
audac ia stavolta gli valse, perc hègli storic i franc esi delle lettere gli ac cordarono il vantod
‘
esserestatoorigi
nale in un secolo d’
imitazione. In realtà, peraltro, non è vero c he il Du B .
non imiti; solo si attiene a modelli italianimenonoti. Al Petrarc a, sac c heg
giato dal Ronsard e da altri, attinse relativamente poco, molto invece s‘
in
spirò all'
A riosto e molto dedusse da petrarc histi del c inquecento. Il V . ha
il merito di dimostrare c he per la composizione dell’Olive il Du B . si valse
d’
una silloge dei nostri liric i stampata dal Giolito tra il 1546 ed il ’
48. Con
finezza di gusto e di disc ernimento fa vedereil V . comesi comporti ilDu B .
.di fronte a’
suoi modelli. Raro è il c aso c h'egli addirittura traduc a ; il piùdelle volte imita il motivo, compone, rimarieggia, sviluppa ; e nel far questodà saggio d
’
innegabile abilità. I poeti maggiori imitati dal Du B . sono
(oltre l’
A riosto) il Bembo, il Molza, il Castiglione, Giov. Muzzarelli, L elio
Capilupi, BernardinoDaniella, Bernardino Tomitano, GiulioCamillo, il Guidic c ioni,Claudio Tolomei, il Della Casa ; iminari sonoTommasoCastellani,V incenzoQuirini, Fortunio Spira, Carlo Zanc aruolo, Bartolomeo Gottifredi,
O ttaviano Salvi, Pietro Barignano, Girolamo Volpe, Antonio Mezzabarbs,
B attista Della Torreequalc he altro. In una postilla, pubblic ata nella Revue
d'
h ist. litt. de la France, VIII, 323 , il V . medesimo nota c he il son. 84
dell'
Olive imita il Sannazaro].A NTONIO OECCON . Di N ic colo VillaniedellesueOpere. Cesena, tip. V i
gnuzzi, 1900 [L a princ ipale benemerenza del sec entista pistoiese N . Villani
sta indubbiamente nel fervore con c ui egli coltivò la c ritic a , ed in mezzo
ad una erudizionefin troppo estesa e farraginosamenteac c atastato, inmezzo.a bizzarrie ed a stranezzed
'
ogni genere, seppedarc igiudizi letterari assestatied ac uti. Cosi il suo Ragionamento sopra la poesia giocosa (c h
'
è il più me
ritemente noto fra i suoi sc ritti c ritic i) , come l’
U c cellatu ra e leConsidera
z ioni, c hes’
addentranonella polemic a fra il Marinoe loStigliani, enelle fre
164 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
q uentidigressioni trattanod’
altri parec c hi autori, spec ialmente diDante, delPetrarc a edel Tasso, sonoopere c he, malgrado i loro grandi difetti di c om
posizione, meritanoun postosegnalatonella produzione c ritic a del sec .XVII.
lgnote esse non erano davvero, in questo gran desiderio di esumazioni letterarie c he onora i tempi nostri; ma il vederle novamente considerate da
uno studiosooc c upato a porre in c hiaro l‘intera attività letteraria del Vil
lani, sembrerà a tutti cosa Opportuna e ta le da far piacere. Solo il Cec con
ha, anc he in questa parte del suo diligente studio, un difetto, c hesalta agl i
oc c hi pur nelle altre: quello di considerare il suo autore troppo isolato, edi non illuminarlo, quindi, con la comparazione. Se si fosse servito ac con
c iamente di q uest’
ottimo strumento, non gli sarebbe riusc ito diffic ile il lu
meggiare in ispec ie le non poc he novità ragguardevoli chealla storia lette
reria rec a il Ragionamento, al qualeglistudiosi della poesia fac eta ricorrono
anc he oggi non senza profitto. Nel rimanente del volumemerita encomioin
ispec ie il c ap. IV, c he tratta del le due satire latine del Villani, dirette, con
la violenza c he il secolo prediligeva, contro la c orruzione dei costumi, se
gnatamente degli uomini di c hiesa . Quelle satire sono assai rare, ed il C.
ne ha dato suffic iente notizia, giovandosi anc he di testi a penna . Di queltentativo di poema epico c he è la Fiorenza difesa altri aveva già discorso
con c ritic a illuminata ; tra le Rimepiacevoli il C. dà la preferenza al Dilirambo, c he fa del V . un prec ursore del Redi. L ealtrerimemeritavanod'esserestudiateun po
'
meglio. Intornoalla biografia del V il C. sa dirc iben pocodi nuovo, essendoriusc ite infruttuose quasi tutte le sue ricerc he. GuidoZac
c agnini, c he avea lavorato sul medesimo tema , completò spec ialmente in
questa parte il libro del C., in una estesa ed utile rec ensione, c h'egli ne
inserì nella Russ. erit. della lett. ita liana, VI, 55 egg. Il C., c heè personamodesta e fors
'
anc he timida, procede fin con troppa c autela nellesueasser
zioni, e mette dei forse e deipare, ed usa la forma condizionale nei verbi,anc he la dove potrebbe c amminarepiù sic uro e spedito. Ma di c iò non vo.
gliamo davvero rimproverarlo troppo, oggi c he i giovani sogliono pec c aretanto spesso di soverc hia baldanza e di presunzione. Nè gli faremocolpa dic erte ingenuità c he oc corrono q ua e la nel libro e c he provengono da '
una
q ualità invidiabile, la gioventù. Piuttosto lodiamo la bontà dell'
intento di
questo lavoro, la cosc ienziosità con c ui è condotto, la forma semplice maquasi sempre garbata . Buonesperanzeper l'avvenire dà, nella sua modestia,
questo primo saggio] .PACIFICO PROVASL G iovan L eoneSempronj e il Secentismoad Urbino.
Fano, tip. Montanari 1901 [In sei c api è diviso il lavoro del P., il quale
volle studiare princ ipalmente la vita e l’
opere del S. Della c orta vita (1603
1646) e non singolareper c asi straordinari di cotesto secentista urbinate,il
P. non potè rac cogliere molte notizie; e quelle rac colte da luisi riferiscono
quasi esc lusivamenteall’attività ac c ademic a del S., c hefu deipiù zelantisoc i
della patria ac c ademia degli Assorditi, e agli uffic i munic ipali, c h’egli sostenne. Poc oo nulla d
’
interessante hanno le sue opere, in c ui il P. si pro
pose di studiare il secentismo, quale si loc alizzoin una pic cola c ittà giù
insigne dando di sè più intense e gravi manifestazioni » (pp. 12
Nella liric a il S. non fu c he un marinista dei tanti,c h
'
ebbero tutti i difetti
166 BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO
imagini; talaltra, per voler esser troppo concettoso, c adenell’osc uro. L a lingua
ha lic enzenon permesse: a c cdttito(p. 46) è terminedistamponuovo; dispiac iuto (p. 7 ) per disgustato è meridionalismo da evitare].EDGARDO MADDA L ENA . Intorno a lla Famiglia dell
’
antiq uar io di
Car lo Goldoni. Napoli, tip. Melfi e Joc le, 1901 ; estr. dalla Rivista teac
tra le ita liana . ROSARIO BONFANTI. Uno scenario di B asilioL oc atelli.
Noto, tip. Zammit, 1901 [Il M ., c he è divenuto oggi uno dei più dotti e
benemeriti illustratori del Goldoni, studia col solito suo garboanc heL a famiglia dell
'
antiq uario. Nella prima parte della breve monografia egli esa
mina la commedia in sè , indic andone i pregi e i difetti, rappresentando leragioni per c ui il sec . XVIIIera tratto fac ilmente a c anzonaregli antiquari,fac endo spic c are il signific ato politico di quell‘azione, in c ui i patrizi appaiono cosi risibili e sfatti. Prova nella seconda parte c heil Goldoni conobbecon ogni probabilità le commedie di Jacopo Angelo Nelli, quantunque non
le menzioni, e c he da una di esse appunto, come già il L andau avverti, L a
suocera e la nuora , è inspirata L a famiglia dell’antiq uario.Di questononè persuaso A . Valeri, c he sotto il suo solitopseudonimodiCarlotta sostienein contradditorio nel Fanfu lla della domenic a (an. XXIII, n° 22 ; 2 giugno
1901) c he il Goldoni, nel tratteggiare la mania dell'
antiq uario, dipinse dalvero e c he il modello
.da lui c opiato fu quel fanatico rac coglitore Antonio
deCapitani di Mantova, di c ui parla nelle Memorie il Casanova c he lo
gabbo. Malgrado la sic urezza con c ui afferma il Valeri, è più probabilec heabbia ragione il Maddalena A ogni modo questi ha ben dimostrato le
somiglianze innegabili c he interc edono tra la commedia goldoniana equelladel Nelli, ed anzi di quest'ultima ha indagato pure le probabili fonti, feremendosi in ispec ie su di uno sc enario di GirolamoBartolomei. U n altrosce
nario, Il vec c h io avaro,c he è nella rac colta di Basilio L oc atelli, ora con
servata nella Casanatense (vedi Giorn ., 29 , pubblic a il Bonfanti, per
mostrare la parentela c he c'
è tra quello scenario e due commedie celebrate.L ema lade imaginaire del Molière e L a serva amorosa del Goldoni. Non
pretende già il B . c he proprio a quello sc enario attingessero i due grandi
c ommediografi, ma sic come si trattava di materia comune alle compagniec omic he, ammette c he quel soggetto possa essersi trasfuso, in tutto 0 in
parte, in altre composizioni, note al Molière e al Goldoni. E anc he questopuò darsi; ma è una di quelle congetture c heresterannosempreun po
'
c am
pate in aria . Per tornare al M ., egli nell
'
ultima parte dell 'elaborato suo
sc ritto rintrac c ia la fortuna c he ebbe L a famiglia dell'
antiq uario segnata
mente in Italia e in Germania . In Germania quella commedia non fu sola
mente tradotta, ma anc he imitata] .In memoria di A nniba le M ariotti, studi storic i e letterari deiprofessori
(1 ) Possono anc he averla entrembi. Altro fattopiù sic uro risulta dell‘
articolo di Carletto. c ioè
c he L a famiglia dell‘
antiéuario, c hec chè ne dicesse nelle Memorie il Goldoni, non appartennemai al la famose sedic i commedie sc ritte in un anno. L e quali per tal modo restano veramente
sedic i, nè più né meno, contro alle difl coltà. messe innanzi dal Maddalena in altrosc ritto. Cfr.
Giorna le, XXXVI, 271 .
BOL L ETTÀNO BIBLIOGRAFICO
edegli studenti del L iceo-
ginnasioA . M ar iotti di Perugia . Perugia , tipo.
grafia G. Guerra, 1901 [L a rac colta è dedic ata a l patrio M unic ipio, ma dai
due professori c he la idearono e la diressero Fr. GuardabassieO. Ferrini
è offerta in omaggio al loro venerato maestro, il D'
Ancona ; il quale sisarà c erto compiac iuto del memore affetto di q ue
'
due suoi antic hi disc a4 poli e altrettanto, c rediamo, del vedere c om
’
essi cerc hino di pr0pagaretra i giovani del loro lic eo l
'
amore delle ric erc he e il c ulto delle memoriepatrie. Non diremoc he i vari studi di c ui c onsta la rac colta sienodigrande
importanza O di rara perfezione; ma poic hé s’
aggirano tutti intorno ad uno
stesso periodo storic o e a vic enda s’
integrnn0, formano un complesso note
vole, eraggiungono il fine d Illustrare largamente la vita letteraria peruginanel sec . X VIII. L a qual vita non fu singolarissima nè per intensità nè per
origina lità ; fu vita esc lusivamente ac c ademic a come la maggior parte dell'
a ltra ita liane, dove gli ozi letterari furono tenuti in onore; ma vita, per
c iò c he il tempo poteva dare, non ingloriosa . Tre degli studi della rac
c olta ( Il passaggiodiDon Ca r lodi Borboneper Perugia , del sig. Visc ardo
Cittadini; la Instau ra z ione del governo repubblic ano in Perugia , del
signor Mario Fornaini; e L e truppe austro- aretine a Perugia , del signor
Domenic oBartoluc i) non toc c anodi fatti letterari enon c i riguardano. Deglia ltri, più notevole per estensione eper c opia di notizie è il primo, dovutoa l prof. Oreste Ferrini, ,
c he trattò di A nniba le M ariotti nell’
apem sua , di
q uell'
Annibale Mariotti di c ui ha discorso anc he nella Ra c colta di studi
c ritic i dedic ata ad A . D‘
A n cona ec c . (Firenze, 1901, p . 261 egg.) in un ar
ticolo intitolato Storia , politic a e ga lanteria in A r c adia . A c hi non sia
perugino, parrà forse c he il F. abbia esagerato alquanto l‘ importanza delsuo A . e c he spec ia lmente abbia esagerato il valoredella produzionepoetic adi lui, c he gli sarebbe sembrata c erto moltomeno signific ativa e originale
c onsiderandola in relazione con l'
Opera d’
altri infiniti verseggiatori del
tempo: ma in ogni modoegli ha ben fatto ad illustrare con tanta hmpiezza
( 1 18 pagine) la svariata attività poetic a, sc ientific a e storic a del M ariotti,
perc hè effettivamente essofu forse il maggiore ingegno c he Perugia proda.
c esse nel settec ento e lunga fu la sua c arriera letteraria . Nelle appendic i aggiuntea llostudio 11 F. dà anc he notizia d
'
altri sc rittori umbri del tempo(lamarc h . Anna Raffaelli—A ntinori, il co. ReginaldoA nsidei, il dr. GiambattistaA gretti) e notizie doc umentate. Promessa di uno studio sull
’
erudito Gia
c into V inc ioli è l’articolo del prof. Fr. Guardabassi su Un c apitolo inedito
del Vinc ioli stesso; c apitolo c he, tutt'
al pm. può aver qualc he importanzac ome doc umento biografico. U tile invece è il c atalogo completo delle Operedel Vinc ioli c he il G. ric ava
'
da un ms. dell’
A . Il signor Giuseppe L olmidà qualc hebuona notizia di Vincenzo Cavalluc c i, oggi noto princ ipalmenteper le sue osservazioni c ritic he in difesa della Merope del Maffei. Il L . pro
duc eun frammentod’
autobiografia del C., parted'
una sua lettera riguardante
la Merope, e una bibliografia del C. c he sarebbe tornata più gradita se le
indic azioni bibliografic he fosserostatedate in forma c ompleta, distinguendosempre le cose stampate da lle inedite. D'
A lessandro Pascoli , medico e
filosofo fiorito nella prima metà del ”
700discorre il signor F. Matteuc c i; di
B a ldassa re Orsini, poligrafo della seconda metà di quel secolo, il sig. Um
168 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
bertoCalzoni; de L e A c c ademie in Perugia (materia, per c iò c he toc c ava
il sec . XV… già trattata dal prof. qualc he cosa aggiungendo alle no
tizie sparse in altre parti del volume, e stendendosi anc he Oltre i confini
del“700, tessè suc c intamente la storia il sig. Pelli, c he si giovoanc he di
qualc he doc umento inedito. Più c uriosi i due ultimi sc ritti c he c Intratten
gono pure di memorie ac c ademic he perugino e narrano due partic olari episodi c hec aratterizzano le costumanze letterarie del buon tempoantico: l
’
uno,
del sig. G . Cianelli su l'
A c c ademia dei Forti e la solenne adunanza per
le noz ze del co. Giu lio Cesarei edella co.a M aria di M arsc iano, e l
’
altro
di una signorina , Anna Santi su L'
in corona z i0ne della poetessa Teresa
Bandettini in Perugia il 6 dic embre 17 95 , gustoso ed utile contributo alla
biografia della ancor c elebre Amarilli Etrusc a . Servono di complementoalla biografia del Mariotti il c enno del signor VincenzoDe L orenzis su Un
disc orso di A . M . e i Cenn i autobiografic i di A . M . pubblic ati dal dr. Giu
stiniano degli A zzi] .
GIOVAN NI NASCIMBENI. Un poeta in col legio. Modena, tip. Soliani,1901 [Estratto dalla Provinc ia di Modena . Interessante davvero questoopuscoletto. Il poeta veramente non è uno solo; son due poeti, i fratelli Pindemonte, dei qua li si segue la vita negli anni (dal 1765 in poi) c h
’
essi dimo
rarononel col legiodei Nobili in Modena . Nell’
arc hiviodel c ollegiodi S.Carlo
si trovano i Fasti di quel reputato istituto, ed il N . ne ha trattopartitoperrec ar luc e sulla educ azione c he v
'
ehbero Ippolito e Giovanni Pindemonte.
Egli enumera i loro maestri, tra i qua li ec cellonoil poeta GiulianoCassianie L azzaro Spallanzani ; tien conto dei più ragguardevoli fre i loro condisce
poli; si oc c upa con spec ialepredilezionedei trattenimenti ac c ademic ie dellerappresentazioni sc enic he a c ui presero parte. Merita nota il fatto c he sin
d'
allora si manifestarono le particolari tendenze dei due fratelli veronesi
Giovanni componeva sc herzi cornic i e anc he drammi ; Ippolito si segnalava
nella poesia liric a. ll N . anzi pubblic a q ui dalle c artedell‘arc hivio collegialeuna sua ode sul tema : Ninna cosa è più atta a inspirare coraggio nelle
battaglie quanto la poesia c heè tutta piena di q uell'
entusiasmoper Ossian,onde s
’
ebhero a ' risentire altre posteriori composizioni di lui. Anc hepresc indendo dalla nostra c uriosità pei fratelli Pindemonte, sonoistruttivolemoltenotizie c he il N . q ui ac coglie sulle produzioni drammatic he c he nel collegiodi preferenza si rappresentavano. Degli autori italiani il preferitoera il Goldoni
, e questo non deve far meraviglia ; ma è c urioso c he frammezzo alla
molta roba franc ese c he si rappresentava ritorni con certa frequenza il nomedel Voltaire. E si c he si trattava d
’
un istituto diretto da ec c lesiastic i ! Ciò
prova una volta di più l'
ascendente veramente straordinario c he il Voltaire
eserc itava su tutti nel sec . X V… . Conosce anc he il N . parec c hie lettere
ancora inedite di Ippolito Pindemonte,c hesi conservanoa Modena . L a men
zione c h’
egli fa di esse c i ha rinfresc ato il desideriodi veder finalmente ini
ziata la pubblic azionedi q uell'epistolariodell 'illustre veronese, alla quale contanta diligenza attende da molti anni Pietro Sgulmero] .RAFFAE L L O BAB BIE B A . Immorta li e dimentic ati. M ilano, Cogliati,
1901 [Viene ad essere una nuova serie di figu re efigurine, c he il B . q u i
c i sc hiera d‘
innanzi ; ma a differenza dal volume c he porta quel titolo
170 BOLLETT INO B IB L IOGRAFIOO
c iasc uno di essi vengono per tal modo a completarsi a vicenda e costitui
scono un - davvero notevole contributo alla conosc enza del pensiero manzoniano. L
'
autore, c he ebbe veramente consuetudine famigliare col Manzoni
negli ultimi anni di questo. ne riferisc e molte Opinioni e sentenze in fatto
di letteratura, di storia, di filosofia edi politic a c h ’
egli rac colsedalle labbradi lui e c he possono perc iò ritenersi come autentic he e sic ure. In un solo
c aso troviamo contraddizione: ed è fra i giudizi registrati a pp. 32 e 88 a
proposito del Parini. Che poi il M . parlasse sovente del Foscolo (p. 53 )potrà sembrar dubbio a c hi ricorda come il Bonghi abbia attestato di non
averlo sentito mai parlare di quel poeta (N . A ntol ., 1885, II, p.Preziosi sono pure alc uni nuovi particolari biografic i, c he si trovanome
scolati a troppi a ltri già riferiti dallo Stampa e dal Cantù. Essi riguardanoc erte abitudini famigliari del M ., i suoi rapporti c on uomini famosi dell
'
e
poc a e le persone c he gli suggerirono l'
idea di questo o quel personaggiodel romanzo] .GIOVA NNI ME STICA . Studi leopardian i. Firenze, Suc c essori L eMon
nier, 1901 [A i c ultori tutti di c ose le0pardiane riusc irà, non v'
h a dubbio,ac cettissimo il presente volume. G . Mestic a marc higiano è altamente benemerito della ric erc a storic a intorno al suo grande corregionale, e le sue
benemerenzesono tanto note, c he non è neppure il c asodi rammentarle q ui.Possedere rac colti in volume ed opportunamente ritoc c ati gli sc ritti storic i
e letterari del Mestic a c he a l L eopardisi riferisc onoe c he sinora si avevanosolo in riviste, in giornali, in Opusc oli non sempre agevoli, è c osa c hepiace.
Segnalabile è particolarmente il gruppo di discorsi ed articoli c he trasse
oc c asione da l c entenario del 1898, vale a dire: Il L eopardi da vanti a lla
c ritic a , buona c ontribuzione a quel lavoro sulla fortuna del Rec anatese, c he
ancor si desidera, L o svolgimento del genio leopa rdiano e Gia como L eo
pa rdi e i conti B roglio d'
Ajano. Di q uesti ultimi lavori diede conto il L O
sac co nel nostro Giorna le, 3 1, 1 54 . e 1 5 9 , come pure nel Giorna le, 34, 47 6,
si toc c a dell'
articoletto sull’
antic o error , edito nel numero unico c he nel
1 399 dedic arono al L eopardi gli studenti romani. Gli altri sc ritti c ritic idelvolume rimontano pressoc hè tutti ad una ventina d
'
anni fa, sic c hè l‘A ., ri
stampandoli, si trovò costretto ad aggiungere parec c hie note, rese indispen
sabili dagli avanzamenti delle indagini sul poeta e pensatore pessimista.
L a prosa riassuntiva su Gia como L eopa rdi è dedotta dal M anua le della
letteratura ita liana ; quelle intitolate Il verismo nel la poesia di G . L eo
pardi‘e L a conversione lettera ria e la c antic a giovanile sono notissimi
articoli della N . A ntologia ; il brevissimo sc ritto sulla Corrisponden za ine
dita del L eopardi con G . Montani giaceva in un numero dimentic ato del
Fanfu lla della domenic a . Il più importantetra quei vec c hi lavori è peraltroquello su G li amori di G. L eopardi. L etto nel Circolofilologico di Ancona
il 22 febbraio 1880, esso non era mai stato pubblic ato integralmente; mane erano stati dati estratti e riassunti, fondamento e punto di partenza(come giustamente avverte il sebbene il pm delle volte dissimulato,
agli ulteriori studi leopardiani su tale soggetto Questa memoria è straordinariamente ric c a di notizie peregrine, c he il M . con amorosa c ura attinse
a fonti svariate, ed in particolar guisa ai riferimenti di persone c heconob
BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO 17 1
bero Giacomo e del suo stesso fratelloCarlo. L a preziosità di siffatta testimonianze è oggi aumentata perc hè purtroppo ormai quelle fonti orali sonoper sempre inaridite] .L AUDOIIIA CECCHINI. L a ba l la ta romantic a in Ita lia . Firenze, Pa
ravia, 1901 [Sobrio, luc ido, giudizioso e garbato studio cotesto, c he non si
direbbe quasi fattura d'
una signorina ; perc hè se non è diffic ile trovare tra
le signorine c hestudiano l'
ingegno,.è raro incontrarvi ingegno c hesi pieghia diligenza di lunga e larga ricerc a ea rigore di metodo. A ll
’
altresuedoti,
oggi davvero non comuni anc he tra i giovani studiosi del miglior sesso,
la C. unisc e una grandemodestia . Dopo aver fatto c 0piosa rac colta di ma
teriali, spigolando da molti libri, da giornali e anc he da manosc ritti, non
ebbe l ’ ambiz ione di c avarne un volume; non pretese di «stabilire quelloc hefu esignific ò la ba llata romantic a nella vita italiana del secoloscorso
dubitando c he a c iò le facessero difetto ed esperienza di studi ematuritàdi giudizio bensi volle del la ballata trac c iare semplic emente lo svol
gimento storico dal Berc het al Prati (p. e fec e opera utilissima
perc hè c i diede non delle c hiac c hiere più O meno ingegnose, ma dei fatti
ben doc umentati ed importanti a sapersi. Dei minori c he coltivaronotra noi
quella spec ie di poesia essa conobbebuona parte; ma diessi (tranneil B iava,il Dall
'
0ngaro, il Capparozzo (1) eil Gazzoletti non volle discorrere, per
restringersi invecea considerarepiù attentamente l'
opera poetic a del Berc het,del Carrer e del Prati, in tre distinti c apitoli, c he aggiungono c iasc uno
qualc he cosa di notevole, non soloalla storia della ballata romantic a in Italia ,ma alla storia di quei tre segnalati ingegni poetic i del secolo X IX . L a C.
non intese solo di stabilire con sic urezza la c ronologia delle ba llate di cotesti autori, di c lassific arle, d
’
indic arne lefonti, di rilevarvi levarie influenzebiirgheriane O hughiane (visibili queste talora nel Carrer e più spesso nel
Prati) o byroniene O d’
a ltra sc aturigine ( cose nelle quali c i pare c he sia
riusc ita egregiamente) ; volle inoltre rilevarne anc he i pregi e i difetti, disegnarne la fisonomia estetic a, esenza perdersi in lunghidisc orsi, giudic andocon disc ernimento ed ac ume, vi riusc i del pari. A i tre c apitoli di c ui s’
è
fatto c enno segue un Epilogo, nel qualedopo aver discorso alquantodi queiminori più sapra ricordati
,la C. espone le conc lusioni del suo studio, con
c lusioni positive e ac cettabilissime. Ci piace riferirne le princ ipali, e c ioèc he la ballata italiana nel suo svolgimento storico segue le vicende del
romantic ismo c h‘
essa più spec ialmente fiori nel L ombardo- Veneto il
paese dove nac que ed ebbe pieno svolgimento il romantic ismo italianoe c h 'essa c alda di passione, ma non interamente c omposta a bellezza ar
tistic a, col Berc het bella qualc he volta , e qualc he volta anc he miserae pedestre, col Carrer impetuose e larga, ma scomposta, col Prati fu
grandemente ac cetta e ma l c oltivata in Italia (pp. 69 Con qualc hesuc cosa considerazione sul merito comparativo della nostra bal lata colla te
( 1 ) L a C. c he di solito ha tenuto conto di quanto s’
è sc ritto intorno agli autori di c ui parla ,poteva pel Capparoz zo ric hiamare l
‘
opuscolo del prof. Augusto Serena ; c fr. Giorno XXXIV, 267 .
(2) Pel Gaz zoletti poten ti ric hiamare lo sc ritto recente di M . ) lsinoni ; c fr. Giorn . , XXV , 437 .
BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO
desc a e colla francese, e con altre considerazioni sulla debolezza stilistic a
della ballata nostra, la quale 4 nella rilassatezza della sua forma … . portòin gran parte la sua condanna si c hiude lo studio; a c ui tien dietro
una breve appendice di notiziemetric he, c he se non c 0piose, sono esattoeservono a ric hiamarealc uni dei princ ipali sc hemi tra quella grandevarietàdi combinazioni metric he diverse c he furonotentate dai ballatisti nostri] .ARCANGE L O BE L L INO . Il Canzoniere naziona le di G. B . N ic colini.
Studio c ritico. Girgenti, U ffic io tipografico, 1901 [Ci spiace di doverc i
mostrar severi all’
autore di c otesto cosidetto Studio c ritico, c h’ è tutto un
lungo pistolotto; nè si può dire neppure c he la povertà della sostanza sia
masc herata in essodalla bontà della forma, oc he sia almeno un tessutodi
c hiac c hiere ragionevoli. L e lodi del patriottismo del Nic colini, uno degli
Operatori del Risorgimento dei quali «i maggiori superarono sè stessi,
4 e poteronoquindi avverare nel la sua pienon e la legge fondamentaledellaunific azione italiana (p. formano la miglior sostanza del discorso.
Ma per lodare il patriottismo del Nic coliniera necessario proprio d’
atfastel
lare tante stramberie? Diamone un soloesempio: 4 Il Nic c olini nohilmentedifi
'
idava dell‘
avviamento c he vedeva prendere alle (sic ) cose nostre; efra
lo sperare e il disperare c he in lui pugnavanoper l‘erudita esperienza dei
tempi trascorsi eper quella viva de'
suoi propri, non intendeva , comefec ero e appresero (sic ) altri illustri, a investigare in modo assolutamente
«teorico e pratico le c agioni delle sventure italiane e i rimedi di (sic ) ap«prestarsi ad esse; ma la sua fantasia , cosi ampiamente soc corsa dalla
erudizione e dal razioc inio, era in guisa nobilissima e nuova, teoric a e
pratic a e per fermo ne apparisce, secondo i princ ipi di una c ritic a
savioe sc rutatrice, qua le una forza predestinata c he dovea con mirabilespontaneità e con più mirabile continuità portare i suoi frutti, quale, aparlar breve, un
’
altissima personalità italiana (p. Meravigliose cose
poi sa dire il B . anc he del Nic colini poeta. Pec c ato c he cotesto poeta persemplic ità di conc etto, sc hiettezza di dettato, gagliardìe e sinc erità disentire. davvero insuperabile (p . 14) c non possa dirsi poeta lirico nel senso
reale della parola (p. Pec c ato c h'
egli si sia servito raramente di
quella forma abbondanteegloriosa dell’ innoedell ‘ode ed abbia eletto
a genere di poesia il sonetto» (p. ma se i sonetti suoi riescono
freddi e monotoni considerandoli dal latodella forma, non si può toglieread essi l
’
impronta di una ispirazione profetic a e c he potrebbe bastare a
«sè stessa . Più di un punto infatti rivela quanto egli avrebbe potuto in
questo genere imperoc c hela riflessione faticosa e l 'istinto sublimenonsi ac c 0ppiaronomai in nessun poeta nazionale O c ivile meglio c he nel
Nic colini » (p. Questi saggetti persuaderanno i disc reti c he lo sten
dersi a notare nello Studio c ritico del B . pic cole sviste e lac une d’
informa
z ione bibliografic a od altro, sarebbe tempo perso, come sarebbetempopersoil leggerlo, per c hiunquenon avesse voglia di esilararsi, o di meditaresulle
nefaste c agioni c herendono ogni di più copiosa la produzione di ta listudi ;i quali. non servendo ad altro, servono talvolta (e di rec ente s
'
è veduto,
purtroppo!) a trionfare nei concorsi per le sc uole secondarie].V ITTORIO OSIMO . G li sc ritti lettera ri diCar loCattaneo. M ilano—Pn
1 7 4 BOLLETTINO B IBLIOGRAFIC'
O
nell'
esservi rac colto un copiosissimomateriale con c ui un giorno si potrà '
ritessere la storia letteraria di Garibaldi. È spec ialmente nella liric a c he
l'
eroe ebbe fortuna, e se ne intende agevolmente il perc hè ; ma a quel la figura non è estranea l‘epic a (almeno nelle proporzioni c he l
'
età modernacomporta) ed essa ha il suo posto, sia pur mesc hino, nel romanzo e nel
teatro. U n c apitolo consac ra IO St. a Garibaldi nella letteratura popolare ;ma egli medesimo lo ric onosce defic iente, ed a noi pare non vi sia fatta ab
bastanza la distinzione tra c iò c he è veramente leggenda e produzion poe.
tic a popolare e quello c he deriva da poetimpolareggianti, di c ui il popoloentusiasta ac c olse i prodotti. A ltro c apitolo considera Garibaldi sc rittore, e
ne dà equo giudizio. Nel complesso, il libro, sebbene farraginoso e disordinato, potrà esseredi qualc hegiovamentoa c hi consideri in seguito il mede
simo soggetto c on c riterio c riticoveroe con metodo. Quantopiù proc ediamonel nuovo secolo, tantopiù gli uomini e gli avvenimenti dell
’
intera epopeagaribaldina e i poeti di Garibaldi si studiano e si studieranno con vera se
renità di giudizio].IGNA ZIO CivE L L O . Studi c r itic i. Palermo, Reber, 1900 [Considerando
i saggi c he in questo volume possono importare agli studi nostri, non c i
tratterremo sul primo, diviso in c inque c apidistinti, oveè discorsoben pococ hiaramente di q uello c he l
'
A . c hiama mondodellospirito In c ui ravvma
una grande malattia morale A codesto mondomalato appartengono, sec ondo lui, Amleto, Faust, M anfredo e Consalvo, sui quali tutti più omenosi ferma, terminando appunto con Consalvo, perc hè con lui il mondodello
spirito si c hiude e diviene puro fatto E cosi sia ! Staremopaghi a menz ionare l
’
articolo su S.Franc esco, c he è solo una spec ie di riassunto rapidissimo del noto libro del Sabatier ; nè c i indugeremosu quelli c he trattanodi Don Giovanni e della leggenda di Fausto, sc ritti entrambi, segnatamenteil primo, senza verona cognizione della letteratura di quei temi. L egga il
C. la memoria del Farinelli su Don Giovanni,e vedrà quante cose ha igno
rate e quante erroneamente interpretate. Due studi parrebbero, per esseril tema loro assai c irc osc ritto, più promettenti, quello su L a donna delle
c anzoni pietrose e l‘
altro su Il Peregrino di Ja c opo Ca viceo. Ma ahimè !essi pure sonoben povera cosa . Pur respingendo leipotesi dell 'AmAdi edell’
Imbriani, ritiene l’
A . c he la donna della pietra si c hiamasse veramente
Piera e c heDante se neinvaghissenell'
esilio. Egli pr0pendead identific arla
con la donna del Casentino, omeglio del Casentino, come egli sc rive con
sintomatic a conseguenza (pp. 85- 86) E detto questo, soggiunge c on invidiabile ingenuità : è in quei monti (del Casentino negli arc hivi polverosidi quelle c ittà e nellememoriedelloesilio c hedeve cerc arsi la nuova
donna c antata da Dante Mentre attende (e avrà da attendere un pezzo),sarebbe bene c h 'egli
‘
s'
impratic hisse un po'
meglio della letteratura c ritic a
dantesc a e c he imparasse a non confondere con un affettuososonettoconso
( 1) Nel la trasc rizione dei nomi propri questo sc rittore commette talora sviste c uriose. Anc he
Gentm c a diventi} per lui Gentuc c ia (p. Nè solo i nomi propri conc ia a quel modo. L e ali»
n°
oni suonano q ui lenbni (p. ed una narrazionespigliata è c apace di tramutarsi in sbrigliah
(p . Adagio a' ma ’ passi !
BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO 175
latorio il celebre rabbufl'
o di Guido a Dante: lo vengo il giorno a te infi
nite volte (p . 81 ) Sul Peregrino, anc he dopo quello c he nesc ris
sero di rec ente I'
A lbertazzi e V . Rossi, non sarebbe davvero inutile una
ricerc a spec iale, c he meglio ne mettesse in c hiaro le dipendenze e c he ne
commentasse la. strana forma latineggiante. Ma il C. non c i ripete se non
cose note. Riassumele vic ende del Cavic eo, toc c a in a lc une lac rimevolipa
gine dei primi romanzi italiani, analizza lungamente il Peregrinoe terminac on alc une considerazioni su di esso c he non hanno nè sale nè pepe. Tutto
sommato,c hi dicesse al sig. C. non aver egli ancora veruna preparazione a
sc rivere di c ritic a letteraria, non gli direbbe certo una bugia] .L UIGI FI
'
IRNARI. L a q uestione del la lingua da Dante a l M an zoni.
Saggio storico c ritico. ReggioCalabria, presso l Autore, 1901 [E nn li
bric c ino, c he non arriva alle c ento pagine, in c ui IA . si propose princ ipalmente Il esporreil suomododi considerare l’antic a e tantodibattuta questionedella lingua, per conc ludere c h’essa, se ebbe buon gioco a sostenersi nel
«passato, a‘
tempi nostri non ha pm ragione d'
esistere (p. Data la
esigua mole del libro, e dato lo spec iale intento dell’A ., ognuno s’
aspette
rebbe c he alla storia della questione fossero q ui datesoltanto poc he pagine,e l
‘
altre fossero riserbate a lla dimostrazione della tesi (p. 13 ) c he l’
A .
fin dal princ ipio enunc ia . Invece la parte storic a piglia oltre i dus terz i dellibretto; e si c apisce c he in 70 paginette brevi brevi, il lungo c amminoda
Dante a l M an zoni non può essere c heappena trac c iato, con notiziedi fatto
tutt‘
altro c he recondite. I particolari sc arseggiano, cosenuovenon appaionoassolutamente; e le opportunità di ripetere (non sempre esattissimamente)c iò c he tutti sanno
,non la sappiamo vedere. A cotesta prima parte storic a
segue (pp. 7 1 - 96) un po’
di c ritic a c ritic a della teoria manzoniane, di
c ui l'
A . annunc ia il tramonto. Verissimo: le condizioni nuovedell'
Italia depoil
‘
70, O fecero o faranno, prestootardi, sentire la loroinfluenza sulla nostralingua ; ma dire c he il tempo, ed un tempomolto breve ha distruttotuttol'
edific io innalzato dal M anzoni (p . è dir troppo; e non vedere c iò
c he di q uel l'
edific io ha basi inc rollabili. è veder poco. Ma anc he in cotesto
po’
di c ritic a a c ui s'
aggiunge qualc he po‘
di profezia la lingua degli
Italiani sarà quella divinata dal gran padre A lighieri » , p. non troviamo
c ose notevoli per novità e profondità di vedute. S'
incontrano invec e (e non
staremo a rec arne esempi) parec c hie negligenze d'
eloc uzione c he forsesono
saggi anticipati della profetata lingua italiana dell’avvenire, equalc heingeunità, come il pensiero c he forse se il Manzoni, predominato com
’
era da
quella sua idea dell’
unità dal la lingua, avesse proposta e trattata (sic ) la
trasformazione dell’
A c c ademia della Crusc a in ac c ademia promotrice di
lingua viva , piuttosto c he tutric e di lingua monumentale (sic ) , ose avesse
( 1 ) Neppure di quel poco c he fu sc ritto sul tema spec iale del la donna della pietra l ‘A . ha no
tizia piena e sic ura . L o studio del DI: CB IAB A , L a Pietra di Dante e la Donna gentile, c he ha
due redazioni. l‘
una del 1888, l‘
altra del 1893 , gli sfuggì interamente. Nè si c urò di risponderealle obiez ioni non indfi erenti c he all
'
identific azione con la Casentineae già mosse il Cannoc c 1.
Optra, VIII, 90- 9 1 .
BO L LETTINO B IBLIOGRAFICO
c aldeggiato la istituzione di un’
ac c ademia Fiorentina, c he posta di controa quella della Crusc a avesse (sic ) il compito di dare una pratic a diflu
sione alla lingua viva di Firenze, qualc he utilità si sarebbe ric avata, se
non altro dal fatto, c he si sarebbe costituito un tribuna le di lingua vi
vente (p. Pec c ato c he il Manzoni non c i pensasseCARL SOMBORN . Das venez ianisc he Volkslied : Die Villotta . Hei
dolberg,Winter, 1901 [Ben poco pratico negli studi eruditi deve essere l’
A .
di questo Opuscolo. Nell ' indagare la natura dei c anti popolari veneziani enel trattenersi sulle villotte, in c ui ravvisa il genere più genuino di essi,egli proc ede con una saltuaria superfic ialità da giornalista , intramezzandoconsiderazioni estranee al soggetto. Si vede c h 'egli ha, ed è buona cosa, la
preoc c upazione continua di distinguere i c anti veramente popolari da quellisc ritti da poeti d’
arte in maniera popolareggiante; ma in questa difi c ilemateria non porta nessuno dei c riteri comunementeadottati. Gli difetta piùspec ialmenteuna solida cognizione delle rac coltepiù antic he di c anti veneziani, valea dire di quei rari libretti music ali del c inquec ento, c he serbanotanta parte di patrimoniopOpolare mescolata ai madrigali aulic i. Ben altro
potrebbe riusc ire uno studiosulle villotte, quando fosse condotto con vera
serietà di c ritic a . Sarebbe, peraltro, ingiusto il non riconoscere c he il 8.
ha tratto sufi c iente partito dal materiale moderno a stampa e c he h a esa
minato con qualc he c ura le c anzonette da battel lo c he si leggono in una
c elebre rac colta del MuseoCorrer. A nc he i copiosi saggi di traduzione dalui offerti al pubblico tedesco sono riusc iti abbastanza bene e fatti con ladebita diligenza . L
'
intentodel divulgatore, senon quellodello sc ienziato,puòdirsi in qualc he parte raggiunto. Ed è enc omiabile anc he l ’entusiastic a ammirazionee la vivissima simpatia verso il popolo veneziano c h 'egli dimostrae c he è degna dei Tedesc hi d’
altri tempi, quando ancora la megalomania
nazionale non aveva intorbidato i c ervelli a molti fra quei bravi signori, edessendopmmodesti, erano nell
’
indagine filologic a estoric a tantopiù grandi
di quanto oggi non siano. Ma, in complesso, si desidererebbe dal lettore
meno empirismo in questa trattazione. V'
ha un c apitolo, il secondo desti
nato a tratteggiare il vernacolo veneziano, c he fa davveromeraviglia sia
stato sc ritto nella patria degli studi linguistic i, tanta v’
è l iguoranza d’
ogni
più elementare regola di q uesta indagini severe. E si c hepei dialetti veneti
in ispec ie abbiamoormai una copiosa ebellissima preparazione di studi] .EMMA BOGHE N CONIG L IAN L L
'
umorismoin Ita lia . Roc c a S. Casc iano,Cappelli, 1902 [Rivestendo d’
una forma c hiara ed elegante il pensier suo,la sig.
. B . C. tratteggia in questa lettura 1’ umorismo, con l’ intento di fermarsi particolarmentesugli umoristi italiani. Rappresenta con vivac ità econ
garbo la figura e l‘
arte di Cec coAngiolieri; di Dante c onsidera come umo
ristic igliepisodi di maestroAdamoedi Belac q ua ; a buon drittosi trattienesull
’
A riosto, sc endendoquindi al Parini, al Goldoni, a GaspareGozzi. Discorrepiù a lungodel Manzoni ; toc c a del L eopardi umorista qualc he rara volta
e soloper c aso ac c enna ad altri moderni e c hiude coi contemporanei.Non manc a c erto buon fondamento di meditate letture, ac compagnate dasenso fino d
'
arte, a queste pagine, c he nelle osservazioni particolari rec anoqualcosa di nuovoin un soggetto anc he di recente trattatoda vari (c fr. Gion
178 BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO
(1830 perc hè le intitolazioni dei paragrafi in c ui esso si suddivide
non rispondono c he assai male ai diversi aggrappamenti di fatti e di per
sone ia essi tentati. Convenivoinfatti la denominazionediprimimanzonian i
nell’
a lta Ita lia al Pellico, al Berc het, al Diavo, al Brofl'
erio, al Giannone,
al Grossi, al Torti, al Tedaldi-Foros e a l Carrer promisc uamente'
l 0 conve
niva intitolare Il romantic ismo in Tosc ana quel paragrafo in c ui sono in
gabbiati fere selvagge e mansueto gregge G . Capponi, il Rosini, ilCentofanti
,il Tommaseo, il Nic colini, il Mazzini, il D
'
A zeglio, il Guerrazzi,
il Bresc iani, il Guadagnoli e il Giusti ? O, peggio, era lec ito, distinti i tre
momenti del la liric a romantic a , momentodella liric a entusiastica , momento
del romantic ismo dec adente e momento della boheme ita liana , ac codare
Giacomo Zanella l‘
ultimo dei seguac i dell'
A leardi edel Prati » (p . a l
Rovani, al Praga e al Turc hetti? Certo il F. non confonderoloZanella con
quegli strani compagni, nè confonderà tuttigli altri c hesi trovanoa disagio
insieme in cotesti paragrafi mol disegnati; ma noi non siamo sic uri c he
qualc he deplorevole confusione da tali partizioni e assoc iazioni non possonascerenelleteste dei lettori dimanuali; sulla c ui perSpic ac ia e coltura non
c'
è da contare con soverc hia fiduc ia].
PU BB L ICAZIONI NU ZIAL I.
EMIL E CEATE L AIN . Unemesse en notes tironiennes. Paris, 1901 ; per
nozzeCitoloux - Dejoh [In un ma. del monastero benedettino di Saint- Rémydi Reims, c he oggi costituisc e il lat. 19 1 del fondo Regina nella Vatic ana,
trovasi indic ata in note tac higrafic heuna messa dei tempi c arolingi. Dandoil fac simile di quella pagina, il Ch . lo trasc rive. È questo un singolare
esempio di quella spec ie di stenografia, c he iniziata da Tirone, liberto diCicerone, fu anc he usato nell
'
età media, ma di c ui si hanno poc hissimi doc umenti] .
MARCO VATTA SSO . Sei poesie ineditedella seconda metà del sec . X IV.
Fossano, tip. Rossetti, 1901 ; per nozze Valente- Contessa [Sei poesied
’
amore, c he si leggono in un sermonario latino della Vatic ano. Risentono
spec ialmente d’
imitazionedel Petrarc a, ma non h anno particolarità notevoli.L
'
ultima è una ba llata, c he si dice intonata da ser Giovanni da Gualdo].
MARIO MA NDA L ARI. Da un c anzoniere anonimo della bibliotec a A les
sandr ina di Roma . Caserta, tip. Marino, 1901 ; per nozze Gallo- Parro
vano [Sono quattro sonetti estratti da quel ms.
"
n° 174 dell'
A lessandrina ,
contenente il c anzoniere d’
anonimo petrarc hista meridionale, di c ui il M .
offerse già la tavola e qualc he a ltro saggio in una pubblic azionesegnalatonel nostro Giorna le, 21,
A L FREDO CRITI. Enrico B indi e il suo epistolario. Pistoia, tip. Nic
colai, 1901 ; per nozzeNannuc c i- Moltagliati [L'
epistolariodel Bindi c i svelauna fac c ia ignota del c arattere di lui : lo troviamo in cordiale corrispondenza con gli amic i suoi. Di quelle lettere inedite tutte affettuose 6 sim
BOLLETTINO B IBLIOGRAFICO 17 9
patic heper notevole festività ed eleganza il Ch. q ui dà conto, illustren
done le allusioni letterarie e storic he. Pubblic a di esse vori brani saporitie tre ne stampa integralmente. Tra queste è importante per noi la primadiretta nel 1838 a GiuseppeA rc angeli e riguardante il sensoreconditodella
Gerusa lemme liberata . I tassisti non dovranno trasc urarla] .
CA R L O CIPO L L A . Sc ipione Mofei e il suo soggiornoa Roma nel 17 3 9 .
Verona , tip. Franc hini, 1901 ; per nozzeValente-Contessa [L e lettere c he
q ui si pubblic ano, dirette a mons. Giovanni Bottari ed al c ard. DomanicoRiviera, si trovano nella Corsiniana e riguardano la c essione c he il Maffei
fec e a lla bibliotec a Vatic ano di alc uni papiri e d’
un esemplare dell’ atto diunione fra la Chiesa latina e la grac o stipu lato nel conc ilio di Firenze] .
CAR L O CONTESSA . Noteerela zioni del marc hesedi Pau l/my da l l'
Ita lia
(17 45 Torino, tip. Civelli, 1901 ; per nozze Valente- Contessa [Diquesta relazioned
’
un viaggioin Italia compiutoverso la metà del sec . XVIII
v‘
ha il ms. nella bibliotec a dell'
A rsenale di Parigi, e il C. da quel cbdice
appuntoneriproduc e i branipiù importanti per la storia politic a del tempo,commentandoli con molta c ura e dottrina . In questa pubblic azione l ’ interesse storico è ragguardevole, ma non per la storia del costume, nè per
quella delle lettere. Tuttavia coloroc hes interessano ai viaggi fatti in Ita lia
da stranieri non manc heranno di tenerne il debito conto. In una nota di
p . 15 il C. indic a un altro viaggio in Italia d un francese (Charles deNeufvilledeVilleroy, marquis d'
A lincourt) fatto nel 1583; la c ui relazione si
trova inedita in un codice della Nazionale di Parigi. Nè quest‘ ultimo rife
rimento, nè quello del Paulmy sono registrati nella bibliografia dei v iaggi
in Italia fatti da stranieri redatto dal D’
Ancona in appendic e al suo
Montaigne] .
COMUNICAZIONI EDAPPUNTI
CAL EGA PA NZANO TROVATa GENOVESE . A p. 23 del suo sc ritto Studi
e ricerc he sui trovatori minori di Genova (in questo Giorna le, 36, I agg.)il mio amicodr. Giulio Bertoni notava come, tra i molti e ragguardevoli
testi inediti del c anzoniere prov . Campori (da lui scopertoe segnalato agli
studiosi, in questo Giorn ., 34, n a agg., ed‘
ora pubblic ato in parte diplomatic amente in Studi di filol . rom ., fasc . XXIII, p. 1 flgurasse un
componimento di quel Ca liga Panza il c ui nome compare nell'
indic e
del frammentoric cordianopubblic ato dal Bartsc h (2 ) edesponeva, non senza
una certa peritoneo, alc une ragioni c he lo induc evano a considerare q uesto
trovatore c ome genovese.
Ammettendo come verisimile cotesto congettura, rimaneva da stabilire a
quale tra le famiglie genovesi potesseappartenere il nostro trovatore; ed ilBertoni stesso, dopo aver ac c ennato all
’
esistenza in Genova di una famiglia
Panc ia soggiungeva : Mo s'
io dovessi esprimere tutto intero il mio
pensiero, direi c he in Panza = Panzd(n) si debba riconosc ere il nome
della nobilissima famiglia genovese Panzano Comunquesia , il componimento c he il cod. Campori c i ha tramandato
,fu certo composto verso
la'
fine dell‘
anno 1267 e conc hiudeva : L e induzioni troppo vaghe,c h' io son venuto facendo, mi impedisconoin ogni modo di pubblic are con
sic urezza, c he sarebbe ordire, questo componimento tra le cosa dei poetigenovesi. A ltri studi e altre ric erc he oc corronoper giudic are della patriadel nostro trovatore (p. 23 , n .
Nessuno, c h‘
io sappia, ritornò fino ad oggi sulla questione, se si tolga
una notic ina comparsa nel Giorna le star . e letter . del la L iguria , I, p. 399 ,
ove è detto non aversi alc una notizia di Caliga Panza e si domanda senon
si tratti di un Caliga Palin del c asato di Bonvassallo, notaro- sc riba del
Comune genovese negli anni 1225 agg.
A'
me il c òmpito graditodidimostrare coi doc umenti alla mano come l'
a
mico Bertoni non avrebbe potuto esserepiù felic e nelle sue induzioni. Ed
ec cone le prove.
( l ) Il componimento Or es sam c’om si deu a legrar si legge era per intero a pp . 48 - 50del
fasc . 23° degli Studi difilol. roman a .
(2) BAB’I‘BCB , J ahrbuc h f. Rom. und Engl. L it., Xl , 13
—1 7 . Cfr. PAU L Marsa , L es derniers
troubadours de la Prov., p . 205.
182 COM UNICAZIONI ED APPUNTI
In nomine domini . amen. Ego Tholomeusmanens de sono da soc ietate
rolandi boni segnoria nomine meo et boni segnoria rainerii et fec,
ii junc tes0c iorum meorum et aliorum s0c iorummeorum confiteor tibi CA L ECRE PA NzANO c ivi ianuensi
‘me a te habuisse et rec episse tot denarios ienue renun
c ianoec ceptioni non numerate et habita pec unia predic ts et omni iuri. proquibus nomine c ambii tibi convenio et promitto vel tuo certo nunc io dare
et solvereper nosvel oli uom ex soc iismeie in proximis nundinis venturis
pruini da sanc te oulfo e rec tem soluc ionem libros q uadringentas provenorum forc ium companie vel eo tempore et ec c . ec c . [comesoprasino a l la fine] .In nominedomini amen. EgoCA L EGA PA NZANU S ianuensis c ivis constituo
fac io et ordino Antonium de Paisio et Guillielminum bocouc ium absentesipsos et q uemlibet,
ipsorum in solidum ite quod oc c upontis melior condic io
non sit certos nunc ios etproc uratoresmeos loco et vice mei ad petendumex igendum et ec c ipiendum e tholomeomanente de sena et a soc iis suis
debitum librerum q uadringenterum provenorum forc ium c ompanie quesdic tus tholomeus mihi dare tenetur In proximis venturis nundinis pruinida sonetooulfo iuxta tenorem c uiusdem instrumenti inde hodie compositiper manum conradi c apriate noterii ( 1) et a rainaldo c c ngiato da sena et
nicolaoorlandi de sene soc iis eta quolibet s0c iorum snorum debitum librerum trecentarum provenorum forc ium
"
companie quaspredic ti rainaldus et
nicolausmihi dare tenentur in dic tis nundinis iuxte tenorem instrumentiinde hodie compositi manu conradi ce riato notarii, ec c . ac tnm ienue in
banco nod tenore consuevit guillielmus ec cecorvusquondammalocellorum.
anno omini notivitatis M CC L VIIII. in ditione prima die XII. sept.post nonam. textes ido lercorius et guillielmus ferrarina exec utor.Come si ric ava deidoc umenti c itati, non può rimaner dubbio c irc a le esi
stenza di un Ga lega Panzano genovese all’
epoc a in c ui, come ben vide il
Bertoni, c ade il componimento di Ga lega Panza . E cosi resta, parmi, defi
nitivamente assodato non solo c he Ga lega Panza fu trovatore genovese,
ma ancora c h'egli apparteneva alla nobilissima famiglie Panzano, come ilmio amico Bertoni aveva segacemente intuito.
GIU SEPPE FL ECB IA .
(I) Come si vede. l’atto, sebbene si trovi nei … ti del not. Giberto «h Nervi, fu stipulato
dal notareCorradoCapriata .
C R O N A C A
P E R I O DICI.
A tti del R. Istitu to veneto ( L X , N . Temassia, Ancora su l la defensa ;G . B iadego, Intorno a l Soana di Poli/ilo dà notizia di q uel L eonardoCrasso veronese, c he nel 1499 fec e lespese della splendida edIzione del Polifilo; pone in dubbio c he Francesco Colonne sia veramente l
’
autore delbiz zarro libro; rapone il nome di Benedetto Bordone, come autore dei di
segnimirabili cheornano l'ediz . aldina ; V . Cresc ini, Ramba ldodi Vagueirasa B a ldovino imperatore, roduc e c ritic amente il
'
serventese Conseil dona l
’
emperador c he il aq ueiros diresse all’
imperatore di CostantinopoliB aldovino di Fiandre, per conforterlo a libera lità ed e prodezze. Questoc omponimento, prima ignoto, si trova nel c anzoniereCam ri e fu editoperla prima volte In edizione diplomatic a da G. Bertoni. I Cr. fa seguire il
testo da una sua traduzione e dà un minuto e dotto commentario storicoai
fatti c he il serventese rammenta.
Rivista d’
! ta lia (IV , B . L obanco,Il giubileoe la Divina Commedia ;
G . Zippel, L emona c he d’
A nna lena e il Savonarola , rilevante; F. Wulfl,
L’
< amorosa reggia del Petrarc a , ricerc he topografic he intorno ai postiove nac q ue emese L aura ; (IV, P. Petroc c hi, Del numero nel poemadantesco, continuazione e fine.
N uova Antologia (II1 7 17 C. Segrè , Due petrarc h isti inglesi del
sec . X VI, sono sir ThomasWyatt e il conte Enrico di Surrey ; (n°A . B
'
Anc ona, Federico il grande e gli Ita liani, in continuazione.
Annuar io degli studenti trentini (en. VII, A . Pranzelòres, N ic
c olò d’
Ar co, memoria di c ui si parla nei nostri annunzi analitic i del presente fasc ic olo, p . 157 ; F. Pasini L a B radamante di Roberto Garnier ela sua fonte ar iostesc a , mostro che la tragedia francese è intimamente le
gate al suo originale italiano.
L a rassegna na ziona le (vol . M . Padoa, L u igi Carrer nel primocentenario del la sua nasc ita ; G . Francesc hini, Il teatro dei PromessiSposi sotto questo titolo infeliceefatta una spec ie di rec ensione assai
benevolo al noto librodel Bindoni sulla tOpogrefie del romanzomanzoniano.
Rivista storic a c a labrese (IX , 8 A . Andric h, L a leggenda longobardadi A uta ri a Reggio, in continuazione.
Rassegna(pugliese (XVIII, F. Vismara, Il M a lebolge e la graec a
fides stu ioin continuazione sul valore moraledella frode nell‘
antic hitàe pressoDente; (XVIII, U . Congedo, L a vita e le opere di S c ipioneAmmirato, cominc ia la pubblic azionedi questo rilevante monografia storic a,c he c ontinuerà c ertoper molti numeri e c he c i auguriamo di poter vedere
184 CRONACA
rac colta tutte in un estratto. Già dalla pic colissimo rte finora pubblic atoè fac ile intendere c h 'essa è condotta su largomotori e edito ed inedito, con
somma diligenza.
"
L a lettura (I, C. Ric c i, Sifa ce e la sua tragic a fine, con doc umentinarra le avventure di Giov . Francesco Grossi, c he sotto il nome di Sifoc aebbe fama del migliore c antante del sec . X VII; I. Gelli, Un trattato di
sc herma con postille autografe di Torq uato Tasso, rende conto ac c urato
d'
un suo fortunato ac quisto, del Trattato di sc ientia d’
arme di CamilloAgrippa, Roma, Blado, 1553 , con 66 postilla autografedel Tasso, moltedellequali c ontraddicono le teorie espostonel libro. Questa è c ertamentesc 0pertopreziosa per c hi voglia ristudiare la valentia di Torquato nellosc hermo, suc ui ha uno spec iale lavoro A . Cougnet. Cfr. Giorn .,
27 , 4 1 9
Giorna leDantesc a (IX , A . Butti, Gradi dell’
opposiz ione dei dem0ni
Rassegna bibliografic a della letteratura ita liana (IX , I. Sanesi, Appunti su l la c antilena giu l laresc a Sa lva lo vescovo le presenti indaginidel S. sono indipendenti da quelle del Cesareo nel fase. 24 degli Studi di
filologia romanza .
Rivista abru zzese VI, M . Ortiz , Ancora su don A bbondio, nuove
considerazioni su q ue tipo, c he alle signorina O . sembra diverso da quelloc he cerc ò di ricostruire Il Graf.
L’
A teneo veneto (XXIV , Il, A . Bòhm, Notizie su l le rappresenta zionidrammatic he a Padova da l 1787 a l 17 9 7 , molti aneddoti storic i gustosi,in continuazione; C. Cessi, Ricordi polesani nel le opere di L udovico Carbone, in continuazione, con notizie laterali sugli umanisti vissuti alla corte
Estense; R. Gavagnin, Venez ia nei versi di Gasparo Goz zi.
Rassegna d’
arte (I, L . Beltrami, Per il monumento na ziona le a
&irgilio, ricorda le antic he onoranze tributato e Virgilio segnatamente inantovo.
E rudiz ioneebel learti (VI, E . Spadolini, Ciria co Piz zecol li eCosimode
'
Medic i; G. Volpi, Qua lc he osserva zione su lla parola lanzo la c ui
ori ine ritiene sia più antico c he q uella delle parole, pure tedesc a, lanz io necec (landsknec ht) ; C. A rlia,Dun bibliofiloedel le sue stampe, utileindic azione delle ristampe di alc une operette rare in verso ed in prosa , c heil bibliofiloPrimo Redini fecedi sua manoin numeroristrettissimo di esame
pluri non vanoli.
L e M arc he (1, G Vanzolini, Di Pompeo Pacepesarese, con la scortadi doc umenti rinvenuti nell
’
Oliveriena, illustra il rimatore c inquecentistaP. Pac e, amico di B . Tasso, c he lo ricordò ad onore nell
‘
Amadigi; E . Spadolini, Il romanzo d
'
A rguto, c avalleresco, del luc c hese Jacopo degli A lh1zi,c he dice di averlo tratto da un librodiCiriaco d
’
Ancona : (I, A . Castelli,Un sartopoeta , Raffaele L eusdei di Treja , del sec . XIX , improvvisatoredi versi gioc osi.
Emporium X IV, P. Bettòli, I Gelosi e la commedia dell’
a rte;
(X IV, P. olmentr, San Fran cesco d‘
Assisi nel l’
arte e nel la stor ia
lu c c hese.
N uovo ar c hivio veneto (n° D. R. Brutti, M iniatori veneziani, moltenotizie sull
‘
arte del minio in Venezia : G. Marangoni, L a z zaro Bonamicoelo Studiopadovano, la fine di uest
’
erudito monografia , a c ui seguono doc umenti riguardanti il Masum, erino Bec ic hemo e P. Bembo.
186 CRONACA
A rc hivioper lo studio del le tradiz ioni popolari (XX , G. L a Corte,B ur lo del sec . X VII agli sc hia vi in Messina , più c heper l
‘
aneddotoriferito
q ui, l‘
articolo merita note perc hè fa conosc ere un‘
apere ma. in quattrogrossivolumi esistente nel M useo c ivico di Messina, ove sono rac colti numerosifotterelli della vita messinesenel seicento; Jetta - Giannini, L
‘
u ltimogiornodi c arneva le a B ibbiena , sia osservato l
‘
uso di c antare le vec c hia c anzone
della brunettina di Baldassarre O limpo da Sassoferrato.
B u llettino storico istoiese (III, G . Benni, Di Giuntino Giuntini ediun ms. inedito c he a per titolo Degestis Ga llorum in Ita lia A . Za
nelli, L e donnecortesi a Pistoia , nuovi doc umenti bonoillustrati riguardenti le storie del meretric io.
Studi di filologia romanza (fase. L . B iadene, Ca rmina de men< sibus di Bonvesin de la Riva . Di Bonvesin è conosc iuto il Trattatodeimesi in volgare, il iù lungo da
‘
suoi contrasti,editodel L idiorsa nel 1872 .
Nel ma. Vatic ano3 1I)
3 il B . ha[sc 0pertoun testo latino, c heBonvesin sc risse,
di quel medesimo contrasto. E in esametri, moltopiù breve del poemettoitaliano, ma identico q uanto a lle sostanze. Il B . ubblic a il testo con buoncorredo di illustrazioni metric he, linguistic he e ettorarie, ed in una dotte
appendice rac coglie un gran numero di notizie su le rap resentozioni e i
contrasti dellestagioni edeimesi nella letteratura europee. ell'
introduzione
ac c enna pure alla fortuna di quei motivi nelle arti grafic he e plastic hedelmedioevo. Cfr. la rec ensione di G . Paris nella Roman ia , XXX , 59 1 .
G. A . Cesareo, L a sirventesc a d‘
u n giu l la re tosc ano, nuove industrie di
c ritic a e di esegete intorno a lle note c antilena del sec . X II pervenutac i incosì c attivo stato nel ma. L aurenziana S . Croc eXV , 6, per c ui vedi Torrac a
in Riv ista d‘
Ita lia , 1901 , I, 229 e I. Senesi in Ross. bibi. letterat. ita liana ,
IX , 268 ; C. De L ollis, Proposte di correz ion i ed osserva z ioni ai testiprovenza li del ms. Campori, quello sc aperto, illustrato e in parte pubblic atodal dr. Bertoni.
Romania (XXX , H . Suc hier,L a fille sans mains, di q uesta leg
genda papolare noto assai anc he in Italia l‘A . dà q ui un testomedita co
taleno. e si propone di render ac c essibili in a ltri articoli i materiali da luirac c olti, dei quali ho già parlato altrove.
Zeitsc hrift fdr romanisc he Ph ilologie(XXV , G . C. K aidol, Noteson
E sopic fable literature in Spain and Portuga l during theM idd leAges(i) .
The A thenaeum (n° Way , B yron and Petrarc h .
The modern language q uarter ly (III, H . J. Chaytor, On the disposition of the r imes in the sestina .
A nna les internationa les d‘
h istoire (en G. L ànc zy, Note sur le
grand refus et la c anonisation de Cé lestzn V.
Revue historiq ue vaudoise (en . E . Murat, Dante à L ausanne si
( 1 ) È il medesimo studioso c he pubblic ò nel 1896 a Baltimora un Manua l of E sopic fable
literatu re, c he già fa da noi annunc iato. In quella bibliografia sono indic ati i princ ipali sussidibibliografic i per c hi studia la storia della favola e sono registrate le rac colte di favola c he si
hannoa stampa sino al 1500. Per informaz ione privata sappiamo c heora il prof. Keidel , con parec c hi discepoli del suo seminario romanzo della Hopkins U niversity di Baltimora, attende a
studiare la letteratura dellefavoleenopiane in Italia durante l'etb di mezzo.
CRONACA 187
diverte a sfondareun usc ic aperto confutendo la c ervellotic a congettura delp . Berthier c heDante sia andato a L osanna per incontrarvi A rrigoVII.
Zeitsc hr ift fdr w issensc haftlic he Theol0gie (en. E . K noth, Ubertino von Casa le, sein L eben und seineSc hriften . L a prima partedi q uestamoaog;g
fla costituì una tesidi laurea, c hefa già annunc iato in questo Giorna 47 8.
Rheinisc hesMuseum filr Philologie ( L VI, H. E . Ziebarth, Cyriac i A nconitani epistu le inedita .
B u l letin ita lien (I, J . Vieney, L‘
A r iostoet la P léiade. con le consuete
diligenza e col suo bell‘
ec ume d analisi mostro q uanto dall‘
A riostomutuarono i poeti della Pleiade, cosi nella poesia amoroso come nell
‘
epic a, cosinella tragedia comenella satiro; da lui deriva ce qu ’
il y eda plus vivant,de plus moderne, demeilleur nell
'
apore di quei rimatori; A . Oriol, L eo
p)ardi et la langue francaise, spigolature condotte sui volumi dei nuovi
ens:en .
Revue d‘
h istoire litte'
raire de la France (VIII, F. Ba ldensperger, L arésista nce Werther dans la litte
'
rature francaise; R. Petru cm, Sur u n
passage obsc u r de la Divine Comédie, favorisce l‘
opinione c he ravvisa nel
veltro il poeta stesso.
The americ an h istoric a l review (VII, Ch . W. Colby, Thejesu it re:lutions, riguardo le missioni gesuitic ho ed i loro riferimenti, tra i qualialc uni entrano nella storia letteraria anc he nostre.
The north americ an rev iew (CL XXIII, W. D. Howells, A n ita lian
view of humor , l‘
articolo, c he è in continuazione, prende le mosse del volun
àe del Bellezzesu c ui questoGiorna le, 38, 2 3 4 ric hiamò l‘attenzionedegli
stu ic si.
S tudien zu r vergleic henden L itteratu rgesohic hte (I, A . Dessofi'
, Ueber
englisc he, ita lienisc he und spanisc he Dramen in den Spielverzeic hnissendeutsc her Wandertruppen , c urioso anc heper le fortuna delle nostre novel ledremmatizzete.
Neues A r c hiv der Gesel lsc ha t filr a'
ltere deu tsc he Gesc hic htsh unde
(X XVII, L . Traube, Das ma neser L ied 0 tu q u i servus armisista
moenia nuovo nato oc c asionata della pubblic azione di A . Rastari sul
l‘
antic a c anto dei soldati di Modena, per c ui vedi Giorna le, 35, 1 7 8.
Beilage z ur A l lgemeinen Zeitung ( 1901 , n° P. Kehr, Das A r c h iv
w esen in Ita lien ; (n° F. X . K raus, Rosminianisc he Bew egung in
Ita lien ; (n° J. v .Werther,Das humour in RaffaelloSanziosWer /ren .
L a tradition (sett. St. Preto, Cent trente nouvellesine'
ditesde L u
dovico Carbone, inedite, veramente, nella novelluzze non sono più, evendone data un
'
edizione il Salza (c fr. Giorna le, 37 , ma la pubblic azionedel Prato, rimasta interrotta per anni, riusc irà utile se egli vorrà far seguireillustrazioni comparative e quei testi, c he hanno beso tradizionale.
Céntra lbla tt fiìr B ibliothehsw esen (VIII, L . G. Pélissier, Ca ta loguedes doc uments de la col lec tion Podoc a laro la bibl . M a rc iana Venise,rac colta di atti, spec ialmente importanteper la storia del rinasc imento.
Neue Jahrbiìc her fdr das k lassisc he A ltertum ( 1901 , n° O . Waser,Pasq u ino, S c hic ksa le einer antiken Marmorgruppe, con buon riassunto
della recente letteratura pasq uiniana .
188 CRONACA
A rc hiv fdr slavisc hePhilologie(XXIII, A .Wesselofaky, Z ur Fragefiber die Heimath der L egende vom heiligen Gral , con nuove ragionisostiene in questa dottememoria l‘origine c ristiana orientale della leggendadel Gral, la quale passando in oc c idente e looalizzandosi nella Brettegnoinglese si sarebbe arric c hita di molti nuovi elementi. Si noti c he r inc idenza il W. q ui dà parec c hi risc ontri alla tradizione della lanc ia Polso,a c ui ac c ennanoDante (Inferno, XXXI, 1 - 6) e parec c hi antic hi rimatori.Cfr. Toynbee, Dante- dic tionary, pp. 42 1 - 22 .
Nel Giorna le, 34, 47 4 — 7 5 annunc iammo con le debito lode il compendiodella storia letteraria spagnuole di James Fitzmauric e- Kelly e facemmonotare come q uest
‘
0pora egregia, condotta in massima”
parte direttamentesulle fonti, ha anc he il pregio di considerare i rapporti della letteraturaspagnuole con altre d
‘
Europa, non esc lusa le italiane. Siamo lieti di con
statare c he il volume inglese è generalmente ac colto con grande favore, e
mentre se ne vien preparando una versione franc ese ed una ita liana, ne è
già comparsa una spagnuole (Historia de la literatu ra espar‘
iola desdelos
origenes hasta el afio 1900, Madrid, Su q uesta traduzione spagnuole
ric hiamiamo in particolar guisa l‘attenzione degli studiosi, perc hè presento,rispetto all
'
originale inglese, notevolissimi miglioramenti. Ritoc c hi d'
ogni
genereenote vi aggiunse l’
autore; altrenote vi oppose da parte sua il traduttore Adolfo Bonillo y San Martin ; precede un proemio esteso e dotta
d‘
uno dei più illustri conosc itori dellestorie letteraria di Spagna, Marcolino
Menéndez y Pelayo. Questo proemio è una spec ie di antic ipato recensione,
nella quale il Menéndez, con particolar sensatozzo e con pieno possessodelmetodo analitico e storico, di c ui è ora in Ispagno il più insignemaestro,tratteggia gli studi c he si sono fatti sinora sulla storia letteraria del suo
paese e disc ute alc uni particolari del libro del F. X., per c ui ho parole di
giusto encomio. Non esitiamo e dire c hequesto trattato compendiosoeper
fattamente informato ai progressi della c ritic a è oggi il miglior libro dicomplesso c he si abbia sulla gloriose storia delle lettere in Spagna
Come già il terzo volume (v . Giorn ., 36, così anc he il prima dellapregiate e fortunato Gesc h ic hte der Pdpste di L udovico Pastor vede ora
una nuova edizione (h eiburg i. B ., Questo vol . I, c he tratta dei pon
tific ati di M artino V , Eugenio IV, Nicolò V , Callisto III, vide la luce nel
1885 ed ebbe la seconda edizione nel 189 1 . Nell‘
ultimo decennio trascorso,
il diligentissima autore non manc ò di prodigargli le sue c ure, sic c hè l‘edizione attualerec a gran numerodi ritoc c hi ed ha tante aggiunto da aumen
tare d‘
un centinaio di fac c iate il volume. In seguito c i proponiamo di farvedere in c he cosa la nuova edizione s
‘
evvantaggi sull‘
antecedente e q uali
punti in c asa più tornino utili alle storia delle lettere.
Alle investigazioni di storia della geografia il nostro Giorna le presesempre l‘interesse c he è dovuto e studi afi ni, giac c hè quellericerc hehanno
( 1) Come è noto, nella medesima collezione inglese c he diede il librodel F. I usc i anche la
new , of ruta. literaturedi n. Garnett, defic iente ed erroriea in molti particolari, ma nel
compiono abbastanza pregevole (cfr. 6iorn XXXV, 94 e XXXVI, 430 Anc he del libro del
Gamett si ha ora una tra luzione spagnuole dovuta ad Enrico Sams y Castella .
190 CRONACA
di autografi, Milano, Hoepli, 1901 ) adorno di fac - simili e di ritratti, c he
può rendere qualc he servigio non solo ai col lez ionisti ma anc he agli stu
diosi, mettendoli sulla trahc ia di qualc he doc umento c he giac c ia inedito in
privati e poco noti depositi di manosc ritti. Più utile sarebbe però riusc ito
il manuale del V ., s’
egli, trasc urando gli autografi esistenti nelle grandi bi
bliotec he e nei pubblic i arc hivi, ac cessibili a tutti,si fosse esteso a desc ri
vere più diffusamente gli autografi posseduti dai collezionisti, dando non
solamente i nomi degli autori a c ui appartengono, ma qualc he notizia del
loro contenuto, e distinguendo, per quanto era possibile, le cose edite, da lle
inedite. Comunque, il manua le del V . non è privo d'
importanza e di c uriosità anc he per gli studiosi, i quali potranno trarne qualc he non spregevoleaiuto nelle loro ric erc he.
Del poeta Angelo Maria Ric c i,abruzzese di nasc ita , ma reatinodi ado
zione, rappresentò in breve il valore un amico nostro in questo Giorna le,35, 14 1 . L
’
anno decorso, eprec isamente il 29 settembre, si c elebrò in Rietiil 50° anniversariodel la sua morte. U n c omitato appositamente costituitogli
tributoonoranze, fra le quali un numero unico con poesie e prose in suo
onore, ornato di ritratti del poeta e di vedute diverse. L a Deputazione distoria patria per Umbria , in un fasc icolo del suo B u l lettino tutto consa
c retoa Rieti (c fr. Giorn ., 38, gli dedic ò spec ialeattenzione. Si annunc ia
c he tra breve sarà pubblic ata una sc elta delle sue poesie.
Orazio Bac c i e G. L . Passerini hanno iniziato la pubblic azione, col presente anno 1902, d
’
una Strenna dantesc a . c he ha l'
intento di rec are un
«n uovo e modesto concorso al c ulto di Dante ed il fine di giovarea lla
divulgazione delle industri fatic hee c uredei dentisti e dantofili Prec ede
un c a lendario da ntesco, c he potrà ggevolmente essere fattopiù ric co negli
anni avvenire: seguono annunzi bibliografic i, poesie, articoletti c ritic i, riproduzioni grafic he diverse ec c .
, tutte cose aventi relazione diretta con Dante0 con la fortuna di lui. In questo prezioso libretto potrà riusc ire non
indifferente agli studiosi l mdic azions c heda Guido Biagi d'
un ac cennoam
mirativoa Dante dell’orafoquattroc entista fiorentino MarcoK ustic hi in c erto
suo inedito Viaggio a l santo Sepolc ro. Più ancora piac eranno un’
arguta
nota dic hiarativa del c elebre verso Galeotto fu il libro e c hi lo.sc risse
dovuta a F. D'
Ovidio, ed un articoletto del Rajna Per le divisioni della
4 Vita nuova ove rifac endosi all'
antic a sua idea della connessione fra lo
sc hema della V. N . e le rasos provenza li (c fr. Giorn., 16, 47 4 e 32,
mostra c he, d’
altra parte, l'usodelle divisioni nel libretto giovanile venne a
Dante dalla c onsuetudine degli spositori dell’
età di mezzo confermata da
S. Tommaso.
L ode alla Casa editric e Zanic helli per l‘edizione compiuta delle Poesie
di Giosu è Cardu c c i da essa proc urata . Possedere insieme riunita tutta la
produzione artistic a del poeta maggiore c he vanti la seconda metà del se
colo XIX in Ita lia è cosa comoda e piac evole ad ogni c ultore di studi let
terari. Il volumedi 1060pagine, rilegatoall‘inglese, riesc emaneggevolissimo,perc hè stampato su c arta quasi velina . Naturalmente, l
’
uso di questa c arta
ha pure i suoi svantaggi. Ci rallegriamo poi osservando c he il volume
si—ehiude con quel frammento stupendo della Canzone di L egnano, c he ti
CRONACA 19 1
nora non si poteva leggere se non in uno dei volumi della Rassegna setti
muna le.
Il valente dem0psicologoGiovanniGiannini ebbe la felice idea di regaloro al pubblico colto un florilegio di Cantipopolari tosc ani, Firenze, Barbè ra, 1902 , ediz . diamante. L
‘
elegantevolumettosi rac comanda assai per la
bontà della scelta e per l’
ac c uratezza dell’
il lustrazione. Non rivolgendosi
agli studiosi, ma ad un pubblico più largo, s'intende bene c he il c riterio
estetico vi deve predominare; ma non si peraltro c he questa silloge non
riesc a a dareun’
idea compiuta dell’indole, delle movenze,dei sentimenti c heprevalsero pressoi volghi della Tosc ana . Nelle importanti notecomparativeil G . è usc itodi rado dal territorio tosc ano, ma non ha mai manc atodi tener
conto della poesia popolare antic a di q uella regione, quando l’oc c asioneglisi porgeva . L a sezione più ric c a è quella dei rispetti e degli stornelli, indigeni questi ultimi, d
‘
origine probabilmente sic ula i primi; ma gli unieglia ltri c arissimi al contado tosc ano. Delle altre sezioni vogliamo q ui particolarmentenotarequella dei c anti narrativi, c he il G. ritienevenuti in Tosc ana
dall‘
Italia settentrionale ( c fr. pp. xxx e Tra quei c anti v”
ha pure lac elebre donna lombarda , in c ui parec c hi c redetterodi ravvisare un riflessodella leggenda langobarde di Rosmunda. L a diffusionenell
’
Italia peninsularedi quei c anti epico- liric i, sul la quale si fermò solo di recente l
'
attenzione
degli studiosi (vedi Giorn ., 26, offrirà ancora materia a molteed utili
indagini e considerazioni.
Pubblic azioni rec enti
H. WICK S'
I‘
E ED and E . G. GARDNER . Dante and Giovanni del Vir
gilio. Inc luding a c ritic al edition of thetext of Dante's E c logae latinae
and of the poetic remains of Giovanni del Virgilio. Westminster, Constable, 1902 .
GINO Asu s. L e istitu z ioni giu ridic hemedieva li nella Divina Commedia . Firenze, L umac hi, 1901 .NICO L A MATTIO L I. Fra Giovanni da Sa lerno e le sue opere inedite,
con uno studio comparativo di a ltre attribu ite a l p. Ca va lc a . Roma,tip. Salesiana, 1901 [Cfr. la recensione di F. Toc co nell
’
A rc hivio star . ita
liano, XXVIII,
Vmc nnzo VIVA L DI. L a Gerusa lemme liberata studiata nellesue fonti.
Trani, Vec c hi, 1901 .
J EAN GIRAUD. L’Église et les origines de la Renaissance. Paris,
libr. L ecofl‘
re, 1902 .
L . A . Munu om. Epistolario edito da Matteo Campori. VOI. Il .Modena, Soc . tip. modenese, 1901 .
Cen a Hmunsa . Boc c a c c io- Funds. Stiì c ke ausder bislang versc hollenenBibliothek desDic hters, damnter von seiner Hand gesc hribenes Fremdes
und Eigenes. B raunsc hweig, Westermann, 1902 [Molto importante. Se
ne parlerà] .
19 2 CRONACAGrumoCoec xou r Su ll
'
anno della morte di mons. Del la Casa .
Pistoia, tip. Flori, 1901 [In q uest'
0puscolo tirato a soli 50esemplari numerati, l
'
A . rimuove gli ostacoli c he sembravano Opporsi alla data ammessada l Casotti per la morte del Casa, 14 novembre 1556. A lla dimostrazione
concorronospec ialmente prove doc umentali] .A L FREDO GA L L ETTL L e teorie drammatic he e la tragedia in Italia
nel sec . X VIII. Parte I: 1700- 1750. Cremona, tip. Fezzi,1901.
Grusnrrs Psrnsx. L o spirito delle masc here. Storia e aneddoti.
Torino- Roma, Ron: e Viarengo, 1901 .
Joannis Joviani Pantani c armina . Testo fondato sulla stampe originalie riveduto sugli autografi da Benedetto Soldati. Voll. due. Firenze, Bar
hère, 1902 .
ENR1CO CARRARA . Studio su l teatro ispano- veneto di Ca r lo Gozzi.
Cagliari, tip. Valdés, 1901 [Confronta le sei tragicommedia del Gozzi, c he
si leggono nell'
ediz . 17 72 delle Opere di lui, con glioriginali spagnuoli ene pronunc ia severogiudizio] .
L . Manent. L o Z eno e la c ritic a letteraria . Monografia . Camerino,tip. Savini, 1901 .
Gxusnprn Cuamm. A l la r icerc a di Giacomo L eopardi. Roma,Ofi c . poligrafic a, 1901 [Sempresui Pensieri della Vatic ana, c he susc itarono
cosi aspre polemic he].H. L vonnnr. Pu lc inella et le Theatre napolitain . Paris, Ollen
duri!, 1901 .
Fa ncesco L oPARCO . Duefi ati ne'
Promessi Sposi. A riano, tipografia A ppulo Irpina, 1901 [Parla di frà Galdino e di padreCristoforo] .NATA L E Dn SANCTIS. Un emu la di Vittorio A lfieri. Catania, tipo
grafia Galatola, 1901 [Tratta di A lessandro Pepoli] .I fioretti di S. Francesco con prefazione di Paolo Sabatier. Assisi,
tip. Metastasio, 1901.
J ACQUE S DE VORA6 1NE . L a légende dorée nouvellement traduite en
francais par l'
abbeJ. B . M . Roze. Volumi tre. Paris, Rouveyre, 1902[Procede una breve introduzione bibliografic a estoric a, ove sommariamentesi parla anc he delle fonti della L egenda aurea . L
’
opera ha, più c he altro,
c arattere divulgativo] .
L UIGI MOW NGO , Gerenteresponsabile.
Torino T ip. e csxsoBon .