Principali fonti piemontesi sugli stampatori trinesi del XV e XVI secolo

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ABBREVIAZIONI

ACVc Archivio Capitolare di VercelliAGS Archivo General de SimancasASCT Archivio Storico del Comune di TrinoASAl Archivio di Stato di AlessandriaASCVc Archivio Storico della Città di VercelliASDC Archivio Storico Diocesano di Casale MonferratoASVc Archivio di Stato di Vercelli ASTo Archivio di Stato di TorinoBRT Biblioteca Reale di TorinoEDIT16 Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo dell’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico) (edit16.iccu.sbn.it)f. fascicoloISTC Incunabola Short Title Catalogue della British Library (www.bl.uk/catalogues/istc)m. mazzoOPAC SBN Online Public Access Catalogue del Servizio Bibliotecario Nazionale (www.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/free.jsp)USTC Universal Short Title Catalogue (www.ustc.ac.uk)

REFERENZE FOTOGRAFICHEASTo, Corte, Paesi, Monferrato, Feudi per A e B, Trino, m. 66. Foto L. Castagno, Torino (1, 2, 3); (4) (5) (6) (7) (8) (9) (10) (11) (12) (13); archivio personale di M. Caldera (14); Pinacoteca Civica di Savona (15); archivio personale di G. Ferraris (16, 17, 18, 19, 21, 22); Museo Leone di Vercelli (20, 23); Biblioteca Civica Ariostea di Ferrara (24); M. OGLIARO, L’imitazione di Cristo e il suo autore nelle ricerche in Italia e in Francia di Gaspare De Gregory. Studio storico-bibliografi co, Società Storica Vercellese, Vercelli 2004 (25); P. MERLIN, C. ROS-SO, G. SYMCOX et al., Il Piemonte sabaudo. Stato e territori in età moderna, Utet, Torino 1994 (26); National Library of Medicine, Bethesda (Maryland, Usa), ihm.nlm.nih.gov (27); G. DE GREGORY, Istoria della vercellese letteratura ed arti, Chirio e Mina, Torino, vol. IV (28); A. FERRAROTTI, Altri saggi di storia trinese (con una licenza) 2006-2007, Ags, Trino 2008 (29); A. GIACHERY, Jacopo Morelli e la repubblica delle lettere attraverso la sua corrispondenza (1768-1819), Marcianum press, Venezia 2012 (30).

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TIMOTY LEONARDI

Principali fonti piemontesi sugli stampatori trinesi del XV e XVI secolo

Il contributo restituisce una panoramica sulle principali fonti edite sugli stampatori originari di Trino e attivi tra la fi ne del XV e il XVI secolo in diverse città italiane e straniere. La ricostruzione bibliografi ca non è esau-stiva, l’attenzione è stata posta principalmente sulle fonti piemontesi che hanno trattato in specifi co dei trinesi, a partire dal XVIII secolo.

L’analisi prende le mosse dai dati presenti in ISTC (Incunabola Short Title Catalogue) della British Library e EDIT16 (Censimento nazionale del-le edizioni italiane del XVI secolo) dell’ICCU (Istituto Centrale per il Ca-talogo Unico).1 Le ricerche sono state svolte, rispettivamente, utilizzando le voci «Printer» e «Editori», e l’elenco restituito non è stato analizzato nel dettaglio, ma si è deciso di riportare le notizie bibliografi che così come vengono rilasciate dai database.2

Tra parentesi sono state riportate le date di attività dei singoli stam-patori. La sigla CNCT identifi ca i singoli stampatori in EDIT16, e viene utilizzata come rimando ai principali repertori cartacei non citati.3 La sigla CNCE di EDIT16 serve per identifi care le singole edizioni.

Guglielmo di Piano Cerreto detto Animamia

Editore e tipografo attivo a Venezia (1485-1495). ISTC riporta 34 titoli at-tribuiti a lui con la dicitura «Guilelmus Anima Mia Tridinensis»; di questi i Miracoli della Vergine Maria sono stampati dai fratelli Rinaldo e Antonio da Trino con i tipi di Guglielmo, il 2 maggio 1494.4

Gian Andrea Irico e Gaspare Antonio De Gregory lo citano come «Guglielmo da Fontanetto detto pure da Trino, o da Monferrato», con il soprannome «Anima Mia», come si legge nell’edizione della Grammatica del Perotti del 1493 (i.e. 18 settembre 1494).5 Costante Sincero, avvocato trinese di professione ma grande appassionato di storia locale, si basa su notizie condivise con Giulio Cesare Faccio, prefetto della Biblioteca civica di Vercelli, che stava cominciando nello stesso periodo un «lavoro interes-sante sui tipografi vercellesi dei secoli XV e XVI». Insieme giungono alla conclusione che Guglielmo Piano Cerreto di Trino e Guglielmo Fontaneto

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sono due persone distinte, contrariamente a quanto fi no ad allora era stato scritto da diversi studiosi.6

Bernardino Giolito detto lo Stagnino

Editore e tipografo attivo a Venezia e Trino (1483-1538), appartiene alla famiglia dei Giolito de Ferrari ma molto raramente sottoscrive le sue edi-zioni con quel nome, solitamente si fi rma Stagnino. ISTC riporta 92 titoli. EDIT16 ne elenca 124, dei quali uno stampato in società con Gregorio De Gregori.7 Variante del nome su edizioni: «Bernardinus Stagninus; bi-bliotheca S. Bernardini; taberna libraria divi Bernardini; Bernardinus de Tridino; Bernardinus Iolitus alias de Ferrarijs dictus Stagninus; Bernardino Stagnino; offi cina divi Bernardini».

Nella citazione di De Gregory è interessante notare che oltre a Bernar-dino riporta insieme «Filippo alias De Ferraris da Trino»; quest’ultimo, contrariamente a quanto afferma l’autore, non compare nel colophon della Lectura super Clementinis di Pietro di Ancarano del 1483 (i.e. 1493 per ISTC). L’unico Filippo noto è un nipote di Bernardino, che stampa a Vene-zia all’insegna di San Bernardino dal 1539-1548 con Giuseppe e lo stesso zio.8

Sincero ricorda la lastra marmorea che De Gregory ritiene sia stata fat-ta apporre nel 1518 dalla moglie Elisabetta nel chiostro di San Francesco della Vigna a Venezia, recante la seguente scritta «Bernardinus de Ferraris de Tridino Montisferrati stagninus. Libror. Mercator. Helisabeth. Consort sibique et suis MDXVIII».9

Curioso è il ritorno di Bernardino Stagnino a Trino tra il 1521 e il 1522, dove stampa un Calepino (EDIT16 CNCE 8421) e un Petrarca (EDIT16 CNCE 33353). Nel 1521 Bernardino acquista 30 balle di carta marcate «cum signo piloni» da un cartaio di Caselle Torinese,10 utilizzandola per la stampa di Calepino ma non per quella di Petrarca, che è marchiato con fi ligrana del volto umano di profi lo con bandana o croce di S. Andrea, ti-picamente piemontesi.11 Quest’ultima edizione crea problemi sul vero luo-go di stampa, Venezia o Trino. Pratica abbastanza comune nella tipografi a quattro-cinquecentesca è quella di indicare un falso luogo di stampa o mo-difi care semplicemente il colophon a seconda del mercato librario al quale è destinata l’opera, ritenuto tale espressamente per l’edizione in questione da Dondi, il quale afferma che sono «in molti a sospettare che l’edizione tri-nese del Petrarca sia stata eseguita in Venezia, perché gli esemplari dell’una e dell’altra ristampa sono tra loro identici sia per la composizione che per i caratteri e persino per la fi ligrana della carta».12 I due esemplari della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino differiscono solamente nei co-lophon, imposti in maniera identica ma con luoghi di stampa differenti.13

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Rimane da chiarire perché Stagnino non usi la stessa carta acquistata l’anno precedente e utilizzata per Calepino, rimasta a Trino ad usum di Giovanni Giolito.

Giovanni Tacuino di Cerreto

Tipografo attivo a Venezia (1492-1541/2), ISTC riporta 95 titoli attribuiti a lui con la dicitura «Johannes Tacuinus de Tridino»; tra questi vi sono 4 titoli dubbi, assegnati uno a Guglielmo Le Signerre, due al conterraneo Manfredo Bonelli e uno senza dati editoriali.14 EDIT16 elenca 239 titoli, di cui 2 stampati in società con Bernardino Benali.15 Variante del nome su edizioni: «Ioannes de Cereto alias Tacuinus; Ioannes Tacuinus de Tridino; Zoanne de Cereto da Trino alias Tacuino; Ioanni Tacuino da Trino; Zuane Tacuino de Cereto da Trin; Ioan. de Tridino alias Tacuinus».

De Gregory lo cita come «Cerreto (de) Giovanni detto Tacuino, da Tri-no, stampatore in Venezia dal 1492 al 1536».16 Lo stesso autore si sofferma sul soprannome ipotizzando, rifl essione condivisa con Cesare Balbo, che il termine taccuino stia ad indicare l’almanacco e che questo nome possa derivare appunto da questo stampatore. In realtà il termine taccuino deriva dall’arabo taquim con il signifi cato di disposizione ordinata. De Gregory continua la sua analisi citando il famoso catalogo manoscritto di Irico in cui erano riportate diverse edizioni di Tacuino. Al riguardo va ricordato che non si hanno notizie della famosa Historia typographica-literaria Tri-dinensis, più volte menzionata dallo stesso Irico ma, probabilmente, mai licenziata dai torchi. Al contrario, il manoscritto spesso visto e citato da De Gregory, opera di Irico, Sylva, et excerpta ex variis auctoribus ad typogra-phiam historicam Tridinensem, dato per disperso, pare sia stato rinvenuto, almeno il secondo volume, sul mercato antiquario qualche anno fa.17

Bernardino e Michele Garaldi

Tipografi attivi a Pavia (1493-1528), in un documento del 1529 la famiglia viene defi nita originaria di Trino.18 ISTC riporta 35 titoli, alcuni stampati in società tra Michele e Andrea Bosco. EDIT16 riporta 93 titoli.19 Variante del nome su edizioni: «Bernardinus de Garaldis; Bernardinus Garaldus; Michael et Bernardinus fratres de Garaldis».

I rapporti tra la famiglia Garaldi e Giovanni Giolito sono ben noti attra-verso le edizioni stampate a Pavia per Giovanni, con la sua marca tipografi -ca del guerriero con mantello che impugna con la mano sinistra una spada e poggia la destra su uno scudo contenente le lettere IGS.20

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Giovanni Giolito de Ferrari

Editore, tipografo e libraio attivo a Pavia, Venezia, Trino e Torino (1503-1539). EDIT16 riporta 123 titoli da solo e 67 con Gherardo Zeglio.21 Va-riante del nome su edizioni: «Giovanni Giolitto; Ioannes de Ferrariis alias de Iolitis; Ioannes Iolitus; Ioannes Giolitus alias Ferrarius; Ioannes de Tri-dino; Ioannes de Ferrarijs alias de Iolitis ac Gerardus de Zeijs; Alessandro Vellutello, e Giovanni Giolitto da Trino».

La poliedrica fi gura di Giovanni Giolito, editore/stampatore/mercante, è oggi ben nota grazie ad una serie di studi che ne hanno chiarito la po-sizione all’interno del mondo della stampa europea nella prima metà del Cinquecento.22 L’immagine che ne scaturisce è quella di un imprendito-re ben radicato sul territorio trinese, proprietario terriero ma nello stesso tempo mercante che detiene rapporti commerciali con molte città italiane e straniere; in campo tipografi co egli si comporta come editore, ovvero fi nanziatore dell’opera, che stampa o fa stampare da altri tipografi i titoli che il mercato richiede.

La sua carriera da editore inizia nella città di Pavia, dove nel 1503 pub-blica un volume di Baldo degli Ubaldi con i tipi di Giovanni Andrea Bosco (EDIT16 CNCE 60284). Il volume presenta la marca tipografi ca di Giovanni Giolito: guerriero armato di spada, con la mano appoggiata su uno scudo con all’interno le iniziali IGS e doppia croce, sopra lo scudo una sorta di caduceo.23 Si tratta di un vero e proprio segno mercantile che Giovanni col-locava sulla sua mercanzia, come è chiarito nell’inventario dei suoi beni sti-lato dai fi gli nel 1550, dove si trova disegnata la marca stessa, a precisarne la proprietà.24 Non è un caso se Giovanni si rivolge a Pavia, dove fi n dal secolo precedente è molto sviluppata un’editoria giuridica che si appoggia all’Uni-versità, rendendo agevole lo smercio di libri accademici di grande formato. In questo ambiente la presenza di due grandi tipografi e specializzate facilita-no a Giovanni lo sviluppo di un canale preferenziale di commercio librario tra Trino e Pavia.25 Gli stampatori pavesi che producono libri per Giovanni sono Jacopo Pocatela da Borgofranco26 e Bernardino Garaldi.27

La presenza a Venezia di Giovanni è messa in dubbio da Nuovo, sulla base della ricca documentazione d’archivio che testimonia la sua costante presenza a Trino, da dove si allontana, forse, per brevissimo tempo, nel 1534, affi dando quasi tutto «al primogenito [Gabriele], l’unico nella fami-glia a dimostrare anche in seguito un vero talento imprenditoriale».28

Accanto alla produzione di opere giuridiche a Pavia, Giovanni apre una stamperia a Trino, in associazione con Gherardo Zeglio, stampando circa ottanta titoli tra il 1508 e il 1523, sempre di argomento legale. Gran par-te della documentazione archivistica riguardante la fi gura multiforme di Giovanni è conservata presso l’Archivio di Stato di Alessandria e in parte pubblicata da Giuseppe Dondi e Angela Nuovo.

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Dopo la chiusura della tipografi a di Trino, Giovanni si occupa solamen-te della vendita di libri di sua produzione o di terzi, fi no all’ottobre del 1534, quando fonda un’azienda tipografi co-commerciale a Torino con Eu-stache Hébert, Francesco Robi e Martino Cravotto, tutti stampatori attivi a Torino che in questa occasione stipulano un contratto di collaborazione con lui, per produrre libri di carattere umanistico all’interno dell’ambiente universitario torinese.29

Dal 1538 smette di essere editore e tipografo e si occupa solamente delle botteghe librarie di Pavia e Torino, fi no alla sua morte avvenuta l’anno se-guente.

Vincenzo Portonari

Editore e tipografo attivo a Lione (1506-1547), originario di Trino, membro di una delle famiglie che nel XVI secolo si distinsero maggiormente nell’am-bito del commercio e della produzione libraria in Italia, ma soprattutto in Francia e Spagna.30 In stretti rapporti commerciali con Giovanni Giolito, nel 1520 entra a far parte della Grande Compagnie des Libraires di Lione.

Gherardo Zeglio

Editore e tipografo attivo a Pavia e Trino (1508-1522), originario di Trino o, secondo Vernazza, di Vigevano.31 EDIT16 cita 70 titoli fatti stampare o stampati in società con Bartolomeo Morandi a Pavia (2), mentre a Tri-no con Giovanni Giolito (67) e uno con Giacomo Portonari. Variante del nome su edizioni: «Girardus de Zeis et Bartholomeus de Morandis; Ioan-nes Bapt. de Zeiis Papiensis; Ioannes de Ferrarijs alias de Iolitis ac Gerar-dus de Zeijs».

Guglielmo da Fontaneto

Editore e tipografo attivo a Venezia (1514-1550), probabilmente originario di Fontanetto Po. EDIT16 cita 110 titoli, stampati da solo o in società con Pietro Facolo, Girolamo Giberti, Melchiorre Sessa il vecchio, gli eredi di Pietro Ravani e Giovanni Padovano.32 Variante del nome su edizioni: «Gu-lielmo da Fontaneto; Gulielmus de Fontaneto; Gulielmus de Monteferrato; Guilielmo de Monferrato; Gulielmo Fontaneto; Guilielmus Fontanetensis; Gulielmo de Monferra, & Pietro di Facolo, & Nicolao Tartalea; Guilielmus de Fontaneto Montisferrati & Hieronymus Gilbertus; Gulielmo da Fonta-neto de Monferra & Marchio Sessa e li eredi del q. Piero Ravani».

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Jacob Avigdor e Paride Alpha

Il primo, tipografo attivo a Roma e Trino (1518-1526), è originario di Pa-dova e fi glio del macellaio Levi Avigdor. Nel 1518 si trova a Roma, dove assiste Giovanni Giacomo Facciotto da Montecchio nella stampa dell’ope-ra Sefer ha-Bahur di Elia Levita (1469-1549), mentre successivamente lo si trova nel colophon del Tefi llòth, stampato a Trino nel novembre 1525 e sottoscritto in ebraico, tradotto e trascritto da Dondi «Io Giacobbe fi glio del signor Avigdor Levi macellaio da Padova ho stampato questo libro di preghiere a nome di Nethanel Halphan e nella sua casa».33

Irico e De Gregory riportano la notizia di Paride Alpha, fi glio di Nate-naleo, stampatore a Trino ai tempi di Giovanni Giolito de Ferrari, ma non si soffermano sulla fi gura di Jacob. Al contrario Vernazza cita entrambi, così come Sincero, che li cita separatamente.34 Solamente un approfondi-mento archivistico potrà chiarire la questione; è evidente, tuttavia, che si tratta di due persone diverse che hanno collaborato a Trino per la stampa di almeno un’edizione, stampata da Jacob e fi nanziata da Paride e dal pa-dre Natenaleo.

Ariotto da Trino

Tipografo attivo a Roma (1521-1522), ha lavorato nella stamperia del ber-gamasco Giacomo Mazzocchi e successivamente stampa per Giovanni Mazzocchi, parente di Giacomo.35 EDIT16 riporta 3 titoli tutti recanti la sottoscrizione «impensis Ioannis Mazochi Bergomatis». Variante del nome su edizioni: «Ariotus de Trino».

Interessante notare che l’edizione romana dello Xenofonte36 è stampata su carta fi ligranata con la mano a cinque dita sormontata da asta terminante in fi ore a cinque petali, simile a quella che si ritrova spesso nella produzio-ne vercellese durante il XVI secolo.37 Si tratta di una fi ligrana molto diffusa nel nord Italia, utilizzata per marchiare la carta di diverse cartiere sia nel Piemonte (Biella, Cuneo, Mondovì) che successivamente in Liguria, e verrà esportata in gran parte d’Europa.38

Domenico Vernetti

Tipografo attivo a Trino (1521-1528), di famiglia trinese, Dondi riporta due sue pubblicazioni, una del 1521 e l’altra del 1528, ignote a EDIT16.39 Probabilmente ha avuto rapporti con i Giolito: infatti un Giorgio Vernetto è citato da Angela Nuovo per una spedizione di libri da Venezia a Trino fatta da Gabriele Giolito per il fratello Giovanni Francesco nel 1565.40

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Martino Cravotto

Tipografo attivo a Torino (1535-1575), originario di Trino.41 EDIT16 cita 70 titoli. Stampa da solo e con i soci Giacomino Dolce, Francesco Robi e Francesco Dolce, con cui ha lavorato, come già affermato, per Giovan-ni Giolito.42 Variante del nome su edizioni: «Martinus Cravotus; Martino Cravoto; Martino Cravotto; Martinus Cravotus & socii; Martinus Cravotus & soi consocii; Martin Cravoto & sui compagni; Martino Cravoto & Fran-cescho Robi de Savillano compagni; Martinus Cravotus, & Franciscus Robi de Savilliano consocii; Martinus Cravotus et Franceixius [!] Robi de Savil-liano consocii; Franciscus Dulcis & Martinus Cravottus; Francesco Dolce e Martino Cravotto».

Gabriele Giolito de Ferrari

Editore, tipografo e libraio attivo a Venezia (1539-1578), fi glio di Giovan-ni.43 EDIT16 cita 1023 titoli per la singola voce Gabriele Giolito.44 Va-riante del nome su edizioni: «Gabriel Iolito de Ferrarii; Gabriel Iolitus de Ferrariis; Gabriel Giolito de Ferrari; Gabriel Giolito di Ferrarii; Gabriel Iolitus et fratres de Ferraris».

Dal 1550 al 1556 Gabriele fi rma la produzione della Fenice «Gabriel Gio-lito de Ferrari et fratelli», indicando la “fraterna” o società nata con Giovanni Francesco, Facino (Giovanni Bonifacio) e Giovanni Cristoforo, suoi fratelli.45

De Gregory afferma che «le sue edizioni sono stimate per l’eleganza de’ caratteri e per la bontà della carta, ma non sempre per la migliore correzione, alla quale per molti anni sopraintese il Dolce, e prima di lui si valse di Brucioli, Sansovino, Doni, Betussi e di altri dotti, che sovente leggevano bene, mentre sta male stampato, lo che accade agli autori, che sono sempre cattivi correttori di stampe». Sincero, invece, nell’introduzione al capitolo sui tipografi scrive che «chi fra tutti maggiormente si distinse ed illustrò la patria fu la famiglia no-bile trinese Giolito Ferrari»; in nota cita Emanuele Antonio Cicogna, che nelle sue Iscrizioni Veneziane del 1842 «dice che questa famiglia trae la sua origine dall’antica e nobil casa de’ Ferrari di Piacenza, soggiunge che siccome uno di essi, vissuto in Francia parecchi anni, fu soprannominato joli, forse per essere di umore allegro e di aspetto leggiadro, così, tornato in Italia usò il sopranno-me jolito o giolito, e la sua famiglia chiamossi Giolito de’ Ferrari».

Clerico, al contrario, sostiene che i De Jolitis e De Ferrariis fossero due famiglie torinesi distinte le quali, per eredità materna o per altre cause, si con-giunsero in una sola.46 Sempre Sincero scrive, direi con amarezza e rassegna-zione: «Il Senato veneto gli conferì la cittadinanza. Non credo di esagerare col dire che nessuno come lui e più di lui ha avuto il vanto di far conoscere il nome di Trino, oltreché in tutta Italia, anche all’estero. Eppure la sua patria, la quale

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fu larga di ammirazione per chi le è estraneo (e qui cita in nota i nomi delle vie dedicate a Ceccolo Broglia, Gioberti, Giovanni Lanza e di altri, valentuomini tutti, ma che certamente con Trino non hanno mai avuto nulla a che fare. E qui continua con Ceccolo Broglia che Irico pensava di Trino ma che in realtà, se-condo lui, è Francesco Broglia di Chieri), pare – ci dispiace il dirlo – non si sia ancora accorta del suo più illustre cittadino, di colui che formerebbe l’orgoglio di qualsiasi città. Confi diamo che a tanta sconvenienza vorrà porre riparo colui che così nobilmente rappresenta e presiede alla pubblica amministrazione del-la sua patria». Oggi a Trino fortunatamente esiste una via Giolito Ferrari.

Comin da Trino

Tipografo attivo a Venezia (1539-1574), originario di Trino, si suppone sia parente dei Giolito. EDIT16 cita 452 titoli.47 Variante del nome su edizio-ni: «Cominus de Tridino; Comin de Trino; Comin da Trino».

Egli è stato uno degli stampatori veneziani più attivi dalla metà del XVI secolo ed ha stampato per molti editori, le cui marche gli sono state spesso attribuite. Su di lui Sincero scrive che «Comino era a quei tempi un nome di battesimo, forse abbreviativo di Cosimino, che più tardi si convertì per qualcuno in un cognome di famiglia. Certo sarebbe curioso sapere perché Comino, portando già un nome famoso nell’arte, abbia preferito chiamarsi modestamente col patronimico di Comin da Trino; se pure, anziché mode-stia, non debba attribuirsi ad ambizione onde rendersi noto per se stesso senza circonfondersi della gloria che sfolgorava attorno al nome del cugino Gabriele, di cui era coetaneo, e con l’opera del quale la sua poteva gareg-giare, ed in parte essere posta alla pari».

Giovanni Filippo Stagnino o Poesi

Editore attivo a Venezia (1539-1565), con Giuseppe e Bernardino, nipoti di Bernardino Stagnino, come editori e librai.48 EDIT16 cita 16 titoli. Va-riante del titolo su edizioni: «Bernardino & Filippo Stagnini fratelli; Sub signo sancti Bernardini; offi cina d. Bernardini; al segno di san Bernardino; all’insegna di s. Bernardino». Si servirono delle tipografi e di Comin da Tri-no, Farri, Gabriele Giolito e Domenico Nicolini da Sabbio.

Giovanni Battista Zeglio

Editore e tipografo attivo a Trino (1540), probabilmente fi glio di Gherardo Zeglio. Libraio a Pavia, stampa una sola edizione con Giacomo Portona-

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ri.49 EDIT16 cita una sola edizione. Variante del nome su edizioni: «Ioan-nes Bapt. de Zeiis Papiensis». Giovanni Battista era un libraio pavese.

Giacomo Portonari

Tipografo attivo a Trino (1540-1548). EDIT16 riporta 7 titoli. Variante del nome su edizioni: «Iacobus de Portonariis; Iacobum de Portonarijs & so-cios. Expensis domini Ioannis Bap. de Zeijs Papiensis; Iacobus de Portona-rijs et socii».50 Lavora da solo e in società con personaggi di cui non è mai stata resa esplicita l’identità.

Giovanni Pullone

Editore e tipografo attivo a Lione (1543-1561). EDIT16 riporta solamente 2 titoli.51 Variante del nome su edizioni: «Gioanni Pullone di Trino; Gio-vanni Pullon; Jean Pullon; Jean Pullon, alias de Trin; Joannes Pullonus alias de Trin».

Non è stato possibile verifi care la notizia riportata da Sincero dell’esi-stenza di un’edizione di Antonio Musa Brasavola conservata presso la Bi-blioteca civica di Trino e datata 1621.

Giacomino Candiotto

Editore attivo a Venezia (1547), originario di Trino. EDIT16 cita un’edi-zione stampata da Alvise de Torti «Ad instantia de Iacomino Candiotto, de Trino».52 Variante del nome su edizioni: «Iacomino Candiotto».

Domenico, Andrea e Gaspare Portonari

Editori e tipografi attivi a Lione e Salamanca (1541-1584).53

Francesco Portonari

Editore e tipografo attivo a Venezia (1552-1578). EDIT16 cita 48 titoli, dei quali 3 stampati in società con Francesco Ziletti.54 Variante del nome su edizioni: «Francesco Portonaris; Francesco Portinari; Francesco da Tri-no; Franciscus de Portonariis; Franciscus Portinariu; Franciscus Zilettus & Franciscus Portonarius». Figlio di Giacomo, come editore si serve delle

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tipografi e di Girolamo Polo, Altobello Salicato, Giorgio Cavalli e lavora anche in società con Francesco Ziletti.

Camillo e Rutilio Borgominieri

Editori, tipografi e librai attivi a Venezia (1559-1593). Figli di Velmo, pa-renti della prima moglie di Giovanni Giolito, Guglielmina. EDIT16 cita 42 titoli stampati dai fratelli insieme o singolarmente.55 Variante del nome su edizioni: «Camillo Borgominiero; Camillo Borgominerio; Camillo Borgo-mineri; Camillus Borgominerius; Camillus & Ruttilius fratres Borgominie-rii; Rutilius Borgominerius; Rutilio Borgominerio».

Giovanni Alberto Borgominieri

Editore e tipografo attivo a Napoli (1561-1564). EDIT16 cita 5 titoli.56 Va-riante del nome su edizioni: «Gio. Alberto Borgominerio da Trino». Editore che si è sempre servito della tipografi a di Giovanni Maria Scoto, forse svolge-va il ruolo di agente commerciale per il parente (?) Gabriele Giolito.

Bernardino e Francesco Fasani

Editori e tipografi attivi a Venezia e Lucca (1559-1569), originari di Trino e probabilmente tra loro parenti. EDIT16 riporta 11 titoli stampati da en-trambi i Fasani.57 Variante del nome su edizioni: «Bernardinus Phasianus; Bernardino Fasani; Bernardin Fagiani; Bernardinus Fasianus; Francesco Fagiani; Franciscus Phasianus; Franciscus Fasianus; Francesco Fasani». Entrambi si sono serviti, a Lucca, della tipografi a di Vincenzo Busdraghi.

Giovanni Francesco e Facino (Giovanni Bonifacio) Giolito de Ferrari

Editori, tipografi e librai attivi a Venezia e Trino (1560-1579), sono fi gli di Giovanni e fratelli di Gabriele. EDIT16 cita una sola edizione insieme, mentre 31 di Giovanni Francesco.58 Variante del nome su edizioni: «Gio-van Francesco Giolito de Ferrari; Ioannes Franciscus Iolitus de Ferrarijs; Ioannes Franciscus, et Facinus fratres de Iolitis alias de Ferrariis». Stam-pano dal 1550 al 1556 con Gabriele nella “fraterna”; insieme nel 1561 a Trino, mentre in seguito Giovanni Francesco continua a stampare e Facino si prende cura solamente della libreria.

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Giovanni Matteo Portonari

Editore e tipografo attivo a Trino (1565) dove stampa una sola edizione; probabilmente è parente di Giacomo.59 Variante del nome su edizioni: «Gio. Matteo Portonaro».

Simone Portonari

Editore, tipografo e libraio attivo a Salamanca, Medina del Campo e Sara-gozza (1569-1587). EDIT16 cita una sola edizione stampata a Saragozza.60 Variante del nome su edizioni: «Simone Portinari; Simon Portonariis; Si-mon a Portonariis; Simon de Portonariis».

Figlio di Pietro e nipote di Andrea, è il fondatore della fi liale spagnola dei Portonari. A Salamanca esercita l’attività di editore e libraio. Nel 1584 è a Saragozza, socio del cugino Domenico fi no alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1585; prosegue poi l’attività da solo, attribuendosi il titolo di stampatore del regno d’Aragona.

Giovanni e Giovanni Paolo Giolito de Ferrari

Editori e tipografi attivi a Venezia (1578-1600), fi gli di Gabriele Giolito. EDIT16 cita 239 titoli insieme e 27 titoli di Giovanni Paolo e nipoti.61 Variante del nome su edizioni: «I Gioliti; Giovanni & Gio. Paolo Gioliti de Ferrari; Ioli-ti». Dopo la morte del padre Gabriele portarono avanti l’azienda di famiglia.

Domenico e/o Giovanni Domenico Tarino

Editore, libraio attivo a Torino, Asti e Venezia (1579-1606), membro di famiglia originaria della Valsassina trasferitasi poi a Trino. EDIT16 riporta 6 titoli sottoscritti Domenico Tarino e 53 Giovanni Domenico Tarino;62 ri-mane il dubbio se si tratti della stessa persona o, come sostiene Bersano Be-gey, di padre e fi glio. Variante del nome su edizioni: «Dominicus Tarinus; Gio. Dominico Tarinuo; Io. Dominicus Tarinus & Baretius de Baretiis».

A Torino si serve delle tipografi e degli eredi di Niccolò Bevilacqua, An-tonio Bianchi, Pantaleone Goffi e Lorenzo Vallino; ad Asti di quella di Virgilio Giangrandi; a Venezia stampa in società con Barezzo Barezzi nel 1592. Nel 1596 entra a far parte della Compagnia della Stampa e nel 1598 acquista da Giovanni Battista Bevilacqua, ritiratosi dall’attività tipografi ca, parte dei suoi caratteri. La sua fi gura è di fondamentale importanza anche per la raccolta, produzione e smercio della carta in Piemonte.63

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Clara Giolito de Ferrari

Tipografa attiva a Trino (1585-1596), moglie o fi glia di Giovanni France-sco. EDIT16 cita 10 titoli.64 Variante del nome su edizioni: «Clara Iolita de Ferrariis; Clara Giolita de’ Ferrari; Chiara Giolito».

Bernardo Grasso

Tipografo attivo a Trino e Casale Monferrato (1589-1606). EDIT16 cita 41 titoli di cui uno stampato in società con Guglielmo Barbieri a Trino nel 1592.65 Variante del nome su edizioni: «Bernardus Grassus; Bernardo Grasso; Bernardus Crassus; Bernardus Grassus et Gulielmus de Barberi-is». Probabilmente aveva imparato l’arte tipografi ca nella stamperia dei Giolito a Trino.

Guglielmo Barbieri

Tipografo attivo a Trino (1592-1593). EDIT16 riporta 3 titoli, uno stampa-to in società con Bernardo Grasso.66 Variante del nome su edizioni: «Gu-glielmo Barberii; Bernardus Grassus et Gulielmu de Barberiis».

1 ISTC (www.bl.uk/catalogues/istc) e EDIT16 (edit16.iccu.sbn.it): ultima visita 28 feb-braio 2014; da ora saranno citati con la rispettiva sigla. La trattazione, inoltre, ha preso in con-siderazione F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500 in Italia, Olschki, Firenze 1989.

2 EDIT16: livello massimo, medio e minimo.3 M. MENATO, E. SANDAL, G. ZAPPELLA, Dizionario dei tipografi e degli editori italiani.

Il Cinquecento, Bibliografi ca, Milano 1997; G. BORSA, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1465-1600, Koerner, Baden-Baden 1980; Index Aureliensis. Catalogus librorum sedeci-mo saeculo impressorum, Tertia pars. Tomus III. Clavis typographorum librariorumque saeculi sedecimi, Koerner, Baden-Baden 1992; H.M. ADAMS, Catalogue of books printed on the conti-nent of Europe, 1501-1600, in Cambridge Libraries, University Press, Cambridge 1967.

4 ISTC im00619200. Probabilmente Guglielmo era legato a loro da vincoli di parentela.5 G. DE GREGORY, Istoria della vercellese letteratura ed arti, Chirio e Mina, Torino 1819-24,

vol. I, p. 510; La maggior parte delle notazioni del De Gregory sono riprese dall’Irico (G.A. IRI-CO, Rerum patriae libri III, Typis Palatinis, Milano 1745). Per un approfondimento sui suoi studi riguardanti la tipografi a trinese si veda il saggio di Gianpaolo Fassino nel presente volume.

6 G.C. FACCIO, I tipografi vercellesi e trinesi dei secoli XV e XVI. Notizie ed elenchi, tipo-lit. Gallardi e Ugo, Vercelli 1910, pp. 53-55; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi e l’abazia di Lucedio, Bocca, Torino 1897, pp. 191-193; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II (1820), p. 257. Si veda, inoltre, E. MASSA, I trinesi nella storia dell’arte editoriale, in V cente-nario della introduzione della stampa in Italia. Celebrazioni in onore degli antichi stampatori trinesi, a cura di E.G. Ferrarotti, Marietti, Torino 1965.

7 EDIT16 CNCT 489. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 337; Le cin-quecentine piemontesi, III. Nizza Monferrato, Novara, Novi ligure, Saluzzo, Savigliano, Tortona,

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Trino, Varallo, Vercelli, a cura di M. Bersano Begey e G. Dondi, Tip. Torinese, Torino 1966, p. 164; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, pp. 76-84; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi e dei principali correttori e intagliatori che operarono negli stati sardi di terraferma e più specialmente in Piemonte sino all’anno 1821, Stamperia Reale, Torino 1859(rist. anastatica a cura di V. Arman-do, Bottega d’Erasmo, Torino 1964), pp. 169-170. Su Bernardino Stagnino vedi S. PILLININI, Bernardino Stagnino. Un editore a Venezia tra Quattro e Cinquecento, Jouvence, Roma 1989.

8 G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. I, p. 512.9 C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, pp. 176-178.10 T. LEONARDI, Giovanni Giolito de Ferrari: fi ligrane in edizioni di Pavia, Torino e Trino,

in “Bibliofi lia Subalpina”, Quaderno 2006, pp. 101-102.11 C.M. BRIQUET, Les Filigranes. Dictionnaire historique des Marques du papier dès leur ap-

parition vers 1282 jusqu’en 1600, a Facsimile of the 1907 Edition with Supplementary Material Contributed by a Number of Scholars, a cura di A. Stevenson, Hildesheim, Zurigo-New York 1991, vol. IV, p. 780 (tipi 15672-15699) e pp. 792-793 (tipi 15685-15695).

12 G. DONDI, L’editoria in Piemonte nel secolo XVI, in La stampa in Italia nel Cinquecento, atti del convegno (Roma 17-21 ottobre 1989), a cura di M. Santoro, Bulzoni, Roma 1992, p. 181n.

13 Cartiere e fi ligrane piemontesi: prospettive di ricerca, a cura di T. Leonardi, catalogo on-line della mostra all’interno del Bernstein Project della Biblioteca Nazionale di Torino (2009), p. 17 (www.bernstein.oeaw.ac.at/twiki/pub/Main/ProjectExhibitions/bibnattorino_2009_exhibition_catalog_it.pdf).

14 Rispettivamente la Dialectica di Lorenzo Valla (ISTC iv00049000); Divisiones decem na-tionum totius Christianitatis e l’Opera di Antonio Tibaldeo (ISTC id00298010 e it00363400); De arte grammatica di Giovanni Sulpizio da Veroli (ISTC is00843000).

15 EDIT16 CNCT 206. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 335-336; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, pp. 55-57; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, pp. 193-194.

16 G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. I, pp. 507-508.17 A. DE PASQUALE, Irico e i libri, in M. NAVONI, A. DE PASQUALE, G.P. CASAGRANDE et al.,

Gian Andrea Irico. Un erudito nell’Europa dei Lumi, Tridinum, Trino 2000, pp. 63-82. Da questo manoscritto veniamo a conoscenza dei tipografi trinesi che l’Irico aveva omesso nel Rerum patriae: Guglielmo da Fontaneto, Ariotto da Trino e Paride Alpha.

18 A.G. CAVAGNA, Libri e tipografi a Pavia nel Cinquecento. Note per la storia dell’Universi-tà e della cultura, Cisalpino-La goliardica, Milano 1981.

19 EDIT16 CNCT 275, 2236, 6078. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 187-188.

20 A. NUOVO, Giovanni Giolito publisher of law books in Pavia (1503-1520), in “Guten-berg-Jahrbuch”, 79 (2004), pp. 153-182.

21 EDIT16 CNCT 472 e 85. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 242-243; Le cinquecentine piemontesi, III. Nizza…, pp. 162-163; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, pp. 76-84; S. BONGI, Annali di Gabriel Giolito de’ Ferrari da Trino di Monferrato stampatore in Venezia, s.e., Roma (ma Giusti, Lucca) 1890-1895, vol. I, pp. XI-XXII; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, pp. 179-182; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi …, pp. 165-169; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, pp. 251-252.

22 A. NUOVO, C. COPPENS, I Giolito e la stampa nell’Italia del XVI secolo, Droz, Ginevra 2005, pp. 19-66; A. NUOVO, The Book Trade in the Italian Renaissance, Brill, Leiden-Boston 2013; F. MALAGUZZI, Parole fi gurate, Centro Studi Piemontesi, Torino 2004, pp. 83-84; A. DE PASQUALE, Una sconosciuta edizione trinese di Giovanni Giolito, in “Bollettino Storico Ver-cellese”, 2 (1998), pp. 133-137; G. DONDI, L’editoria in Piemonte…, pp. 179-210; ID., Libri di Turino et Trino, in Studi politici in onore di Luigi Firpo, a cura di S. Rota Ghibaudi e F. Barcia, FrancoAngeli, Milano 1990, vol. I, pp. 849- 872; ID., La casa dei Giolito in Trino, in “Bollet-tino Storico-Bibliografi co Subalpino”, LXVIII (1970), 1, pp. 255-273; ID., Una famiglia di editori a mezzo il secolo XVI: i Giolito, in “Atti della Accademia delle Scienze di Torino. II. Classe di Scienze morali, storiche e fi lologiche”, 102 (1967-1968), pp. 583-709; ID., Giovanni Giolito editore e mercante, in “La Bibliofi lia”, 69 (1967), pp. 147-189.

23 Angela Nuovo ha recentemente chiarito la confusione riguardante tale marchio, che presenta tre varianti tutte con iniziali IGS; la studiosa, oltre ad accantonare l’ipotesi che le lettere sciolte signifi cassero «Iohannes Gherardus Socii», in riferimento alla loro presenza in

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edizioni stampate a Trino dal Giolito e dal socio Gherardo Zeglio, convalida la paternità al solo Giovanni Giolito proprio sulla base della sua presenza in edizioni pavesi, dove quest’ul-timo compare sempre come fi nanziatore del progetto editoriale.

24 ASAl, Notai del Monferrato, notaio Francesco Rolla, m. 3340, doc. del 25 aprile 1550, c. 25r. Pubblicato in G. DONDI, Una famiglia di editori...

25 Pavia è raggiungibile da Trino attraverso il fi ume Po, risalendo per un breve tratto il fi ume Ticino. Da Trino, poi, è facilmente raggiungibile Torino, sempre attraverso la naviga-zione sul Po.

26 Jacopo Pocatela era bidello dell’Università di Pavia con il fratello Giovanni Domenico; tra le loro funzioni istituzionali vi era quella di fungere da bibliotecario, in questo modo essi erano a conoscenza del materiale che gli studenti utilizzavano per lo studio. Grazie all’intra-prendenza di Jacopo, i due fratelli acquistano nel 1494 una casa con apotheca, sita nel centro di Pavia. Il negozio diventerà ben presto la libreria e tipografi a del Pocatela, dove stamperà molti testi di diritto e di medicina per lo studium, fi nanziato da diversi mercanti-editori fore-stieri, tra i quali, compare dal 1507 il Giolito (A.G. CAVAGNA, Libri e tipografi a Pavia…, pp. 174-187; F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 187-188).

27 Bernardino Garaldi è attivo a Pavia dalla fi ne del XV secolo fi no al 1503 con il fratello Michele, successivamente, dal 1506 stampa da solo fi no al 1528. La sua produzione è in pre-valenza di opere legali e mediche (A.G. CAVAGNA, Libri e tipografi a Pavia…, pp. 169-174; F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 187).

28 A. NUOVO, C. COPPENS, I Giolito e la stampa…, p. 40.29 La trascrizione completa della convenzione: ibi, pp. 377-381.30 Ibi, pp. 40-45; N. ZEMON DAVIS, Le monde de l’imprimerie humaniste: Lyon, in Histoire

de l’édition française, I. Le livre conquérant: du Moyen Age au milieu du 17ème siècle, a cura di R. Chartier e H.J. Martin, Fayard, Parigi 1989; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, pp. 57-60; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 195; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, pp. 259-260. Per una trattazione completa sulla famiglia Portonari si veda H. BAUDRIER, Bi-bliographie lyonnaise: recherches sur les imprimeurs, libraires, relieurs et fondeurs de lettres de Lyon au 16ème siècle, A. Brun, Ginevra 1999. Rimando al saggio di Angela Nuovo all’interno del presente volume.

31 F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 243-244; Le cinquecentine pie-montesi, III. Nizza…, pp. 162-163; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, pp. 194-195; G. VER-NAZZA, Dizionario dei tipografi …, pp. 165-169, pp. 169-170; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. I, p. 513.

32 EDIT16 CNCT 318. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 356; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, p. 69-71.

33 F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 103 e 244; Le cinquecentine pie-montesi, III. Nizza…, p. 165; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 196; G. VERNAZZA, Dizio-nario dei tipografi …, pp. 121-122 (Chelpàn Natanaele), p. 209 (Giacobbe); G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 248.

34 Si veda anche D. COLOMBO, Trino Vercellese e le sue tipografi e ebraiche, in “La Rassegna mensile di Israel”, 11 (1971), pp. 723-724.

35 EDIT16 CNCT 1349. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 105; F. BAR-BERI, Tipografi romani del Cinquecento. Guillery, Ginnasio Mediceo, Calvo, Dorico, Cartolari, Olschki, Firenze 1983; A rare printer at Rome: Ariottus de Trino, in D.E. RHODES, Studies in early Italian printing, The Pindar press, Londra 1982, pp. 89-93 (nella stessa pubblicazione Rhodes defi nisce la cittadina di Trino come una «small and insignifi cant agricultural town»); G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, p. 61; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 198; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 249.

36 XENOPHON, Xenophontis De factis & dictis Socratis memoratu dignis Bessarione cardinale Niceno interprete. Libri quatuor, Roma 1521. 4°. EDIT16 CNCE 48350.

37 T. LEONARDI, Carte fi ligranate in edizioni vercellesi del XVI secolo, in “Bibliofi lia Subal-pina”, Quaderno 2005, pp. 73-77.

38 M.D. DIAZ DE MIRANDA Y MACÍAS, Análisis y desarrollo de una base de datos para el estu-dio del pael y de las fi ligranas: fuente para la elaboración, tesi di dottorato presso l’Università di Barcellona, 2012; Marcas de agua en documentos de los archivos de Galicia hasta 1600, a cura

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di J.L. Basanta Campos, Fundación Pedro Barrié de la Maza, Conde de Fenosa, La Coruña 1996; G. COMINO, Produzione e diffusione della carta nel Monregalese del Quattrocento: le cartiere di Margarita e di Mondovì e relative fi ligrane, in Dal manoscritto al libro a stampa nel Piemonte sud-occidentale (secoli XIII-XVII), a cura di R. Comba e G. Comino, in “Bollettino della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo”, 127 (2002), pp. 63-75; M. CALEGARI, La manifattura genovese della carta (sec. XVI-XVIII), ECIG, Genova 1986.

39 F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 244; Le cinquecentine piemontesi, III. Nizza…, p. 164.

40 A. NUOVO, C. COPPENS, I Giolito e la stampa…, p. 314.41 F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 217; Le cinquecentine piemontesi,

I. Torino, a cura di M. Bersano Begey, Tip. Torinese, Torino 1961, pp. 477-480; II. Alessan-dria, Asti, Biella, Borgolavezzaro, Carmagnola, Casale, Chivasso, Cuneo, Ivrea, Mondovì; con il supplemento di Torino, a cura di M. Bersano Begey e G. Dondi, ivi 1966, pp. 150-151; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi …, pp. 139-141.

42 A. NUOVO, C. COPPENS, I Giolito e la stampa…, pp. 45-50.43 Esiste una bibliogrfi a sconfi nata su Gabriele, basti qui ricordare A. NUOVO, C. COPPENS,

I Giolito e la stampa…; A. QUONDAM, «Mercanzia d’onore» «Mercanzia d’utile». Produzione libraria e lavoro intellettuale a Venezia nel Cinquecento, in Libri, editori e pubblico nell’Europa moderna, a cura di A. Petrucci, Laterza, Roma-Bari 1989; S. BONGI, Annali di Gabriel Giolito de’ Ferrari…, vol. I.

44 F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 373-374; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, pp. 81-84; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, pp. 182-187; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, pp. 252-254.

45 A. NUOVO, C. COPPENS, I Giolito e la stampa…, pp. 81-85.46 G. CLERICO, Catalogo delle edizioni dei tipografi di Trino nei secoli XV e XVI, Vecco,

Torino 1870, p. 45.47 EDIT16 CNCT 112. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 377-378;

G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, pp. 79-80; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, pp. 190-191; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, pp. 255-256. Si veda P. VENEZIANI, La marca tipografi ca di Comin da Trino, in “Gutenberg-Jahrbuch”, 76 (2001), pp. 162-173.

48 EDIT16 CNCT 827 e 2704. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 337.49 C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 197; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…,

vol. II, p. 262.50 EDIT16 CNCT 1097 e 4059. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 245;

Le cinquecentine piemontesi, III. Nizza…, pp. 165-166; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 197; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi …, p. 294; G. DE GREGORY, Istoria della vercel-lese…, vol. II, p. 260.

51 EDIT16 CNCT 3809. G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, p. 75; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 198 (Giovanni Pullono); J. MULLER, Dictionnaire abrégé des imprimeurs éditeurs français du seizième siècle, Heitz, Baden-Baden 1970. Si veda U. ROZZO, I Paradossi di Orten-sio Lando tra Lione e Venezia e il loro contenuto teologico, in “La Bibliofi lia”, 2 (2011), pp. 175-209. Rimando al saggio di Giovanni Ferraris nel presente volume.

52 EDIT16 CNCE 14864 e CNCT 1652.53 L. RUIZ FIDALGO, La imprenta en Salamanca (1501-1600), 3 voll., Arco libros, Madrid

1994; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, pp. 72-73; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 198; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 260.

54 F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 393; G. FACCIO, I tipografi vercel-lesi…, pp. 73-74; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 198; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 260.

55 EDIT16 CNCT 482, 897 e 707. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 403-404; G. FACCIO, I tipografi vercellesi…, p. 61; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 198; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 250.

56 EDIT16 CNCT1838. F. QUARTO, Uno sconosciuto editore del XVI secolo a Napoli: Gio-vanni Alberto Borgominerio da Trino, in “La Bibliofi lia”, 2 (2000), pp. 177-205; ripreso poi da A. NUOVO, C. COPPENS, I Giolito e la stampa…, pp. 166-167.

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57 Ringrazio Lorenzo Parodi per la segnalazione. EDIT16 CNCT 303 e 830; F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 293 e 404-405.

58 EDIT16 CNCT 2434 e 25. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 245; Le cinquecentine piemontesi, III. Nizza…, p. 163; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi …, pp. 170-171; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, pp. 188-189; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 255.

59 EDIT16 CNCT 1556. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 245; Le cinquecentine piemontesi, I. Torino, pp. 505-508; II. Alessandria…, p. 155; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 198; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi …, pp. 366-375; G. DE GREGO-RY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 261.

60 EDIT16 CNCT 1678. Inserendo nel Cátalogo Colectivo del Patrimonio Bibliográfi co Español, nel campo impressore, «Portonariis, Simón de» si rilevano 42 titoli stampate da o per Simone. L. RUIZ FIDALGO, La imprenta…; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 196. G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, p. 261.

61 EDIT16 CNCT 2436; F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 374; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 188; G. DE GREGORY, Istoria della vercellese…, vol. II, pp. 254-255.

62 EDIT16 CNCT 629, 675 e 1586. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 223-224; Le cinquecentine piemontesi, I. Torino, pp. 505-508; II. Alessandria…, p. 155; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi …, pp. 366-375.

63 A. MERLOTTI, Librai e stampatori a Torino alla metà del Seicento e W. CANAVESIO, Nascita della seicentina e il caso Tarino, in Seicentina. Tipografi e libri nel Piemonte del ’600, a cura di W. Canavesio, Provincia di Torino, Torino 1999, pp. 69-70, 221-244.

64 EDIT16 CNCT 2347 (Chiara). F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 246; Le cinquecentine piemontesi, III. Nizza…, p. 164; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipogra-fi …, p. 171; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 189; G. DE GREGORY, Istoria della vercel-lese…, vol. II, p. 255.

65 EDIT16 CNCT 945 e 5946. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, pp. 228 e 246; Le cinquecentine piemontesi, III. Nizza…, p. 166; C. SINCERO, Trino i suoi tipografi …, p. 197; G. VERNAZZA, Dizionario dei tipografi …, pp. 218-219;

66 EDIT16 CNCT 5944. F. ASCARELLI, M. MENATO, La tipografi a del ’500…, p. 246; Le cinquecentine piemontesi, III. Nizza…, p. 166.

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