Tuscania, in Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche,...

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SCUOLA NORMALE SUPERIORE ÉCOLE FRANÇAISE DE ROMECENTRE J. BÉRARD NAPLES

DELLA

COLONIZZAZIONE GRECA IN ITALIAE NELLE ISOLE TIRRENICHE

diretta da † G. NENCI e † G. VALLET

XXI

SITI

TORRE CASTELLUCCIA - ZAMBRONE

PISA - ROMA - NAPOLI2012

Questo volume è stato curato da

Maria Ida Gulletta (testi)e Cesare Cassanelli (tavole)

ha collaborato Gianluca Casa

La direzione della BTCGI, dopo la scomparsa di G. Nenci,è stata assunta da Ugo Fantasia (1999-2000)

e da Carmine Ampolo a partire dal 2001

ISBN 978-88-7642-406-9 (SNS) 978-2-7283-0959-7 (EFR) 978-2-918887-12-6 (CJB)

PREMESSA

Con questo volume si conclude la Bibliografia topografica della coloniz-zazione greca in Italia e nelle isole tirreniche (BTCGI), a parte naturalmen-te gli indici con le concordanze dei nomi di luoghi antichi e moderni e altri complementi, attualmente in preparazione. La grande intrapresa era stata avviata con coraggio da Giuseppe Nenci e George Vallet negli anni Settanta del secolo scorso con una accurata preparazione (in parti-colare incontri e seminari italo-francesi) per sostituire su una scala molto più ampia la preziosa, e per forza di cose datata, opera di Jean Bérard, Bibliographie topographique des principales cités grecques de l’Italie meridionale et de la Sicile dans l’antiquité (Paris 1941). Era questo un agile strumento di lavoro che accompagnava la prima edizione della fondamentale opera di J. Bérard, La colonisation grecque de l’Italie méridionale et de la Sicile dans l’antiquité: l’histoire et la légende (Paris 1941; 19572)1.

Pur avendo in apparenza una impostazione simile, con una prima di-stinzione tra gli studi a carattere generale e quelli relativi ai singoli siti, vi è una differenza notevole, non solo per le dimensioni, 116 pagine nella bi-bliografia di J. Bérard, 21 volumi nel nostro caso , di cui 5 dedicati a studi generali! Nella grande opera di G. Nenci e G. Vallet sono comprese tutte le isole del Mar Tirreno e non la sola Sicilia, ma soprattutto è stato inserito in modo amplissimo l’insieme delle località dell’Italia antica, non solo quelle che hanno un qualche contatto con il mondo ellenico (ad es. miti di fondazione, presenza di ceramica greca ecc.). Sulla validità o meno di tale estensione – non dichiarata nel titolo dell’opera – si possono avere legittimamente opinioni diverse; questo ampliamento è certo in rapporto con il grande sviluppo avuto dagli studi sulle popolazioni locali ed i loro insediamenti. Soprattutto l’estensione dal mondo delle città greche agli insediamenti locali resta un elemento dinamico, di non semplice delimi-tazione, ma è una caratteristica positiva per chiunque voglia considerare

1 Su Jean Bérard si veda ora il volume a cura di J.-P. Brun, M. Gras, Avec Jean Bérard, 1908-1957 - La colonisation grecque, l’Italie sous le fascisme, Roma, Collection EFR 440, 2010. Incredibilmente a lui dedica solo pochissime righe il recentissimo volume di G. Ceserani, Italy’s Lost Greece: Magna Graecia and the Making of Modern Archaeology, Oxford, Oxford University Press, 2012, che peraltro sembra ignorare la Bibliografia topografica della colonizza-zione greca in Italia e nelle isole tirreniche (come del resto l’opera di studiosi come G. Pugliese Carratelli, E. Lepore e lo stesso G. Nenci).

il fenomeno della colonizzazione greca in Occidente in una prospettiva ampia, anche in rapporto al popolamento locale (e ad altre componenti culturali ed etniche) e più in generale al contesto storico-geografico.

Inoltre, ogni voce contiene i riferimenti alle fonti letterarie, epigrafiche e numismatiche disponibili, oltre alla storia della ricerca archeologica; la vera e propria bibliografia (organizzata secondo l’ordine cronologico) consente di seguire lo sviluppo delle ricerche, nel caso dei centri mag-giori sin da età umanistica e rinascimentale. Quali che siano – o possa-no essere – i limiti e i pregi dell’opera o di singole voci, essa resta uno strumento prezioso e insostituibile per la ricerca e anche per la tutela del territorio. L’abbondanza dei lemmi inseriti da questo punto di vista rap-presenta certamente un elemento positivo. Quando ho assunto la direzio-ne dell’opera nel 2001, succedendo a Ugo Fantasia (2000, dopo la morte di G. Nenci nel 1999, preceduta nel 1994 dalla scomparsa di G. Vallet) ho deciso di continuare la realizzazione dell’opera e di lasciarne immutate le caratteristiche generali, anche se l’ampiezza dei criteri base rendeva più complessa e lenta la realizzazione delle parti mancanti. Ho mantenuto doverosamente i nomi dei due ideatori e direttori originari (le loro foto sono all’inizio del volume XVI, 2001) e l’École française de Rome ha conti-nuato a sostenerne generosamente la realizzazione. Solo nel caso della voce SiracuSa, per l’importanza storica, archeologica e storiografica della città, ho scelto di dare un carattere più analitico e articolato alla sezione (una edizione a sé stante è poi comparsa a cura di C. Ampolo, in forma aggiornata e con apparato fotografico, con premessa di G. Voza, Pisa, Edizioni della Normale, 2011). Ulteriori complementi, e altro, potranno essere successivamente editi in formato elettronico.

Esser riusciti a completare l’opera, in tempi forse troppo lunghi ma cer-to non facili, è comunque motivo di orgoglio per chi scrive, come anche per la Scuola Normale Superiore tutta e le Edizioni della Normale, alle quali va la mia gratitudine. A tale opera è stato sempre strettamente, e direi organicamente, collegato il Laboratorio (fondato da G. Nenci come Laboratorio di Topografia Storico-Archeologica del Mondo Antico; poi con la mia Direzione divenuto Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico, e attualmente Laboratorio di Scienze dell’Antichità, LSA). Senza la collaborazione non solo dei tanti autori delle voci, ma anche dei redattori che ne fanno parte (o almeno ne hanno fatto parte in passato) la realizzazione dell’opera non sarebbe stata possibile: a tutti un sentito ringraziamento e in particolare a chi ha redatto l’ultimo volume (la cura è indicata nel colophon di ogni singolo volume). L’amico Michel Gras, diret-tore della École française de Rome fino al 2011, ci ha sempre incoraggiato e sostenuto ed a lui, continuatore ed erede ideale di G.Vallet, va un ‘grazie’ speciale.

Pisa, 27 giugno 2012Carmine Ampolo

ABBREvIAzIONI dELLE OPEREPIù FREqUENTEMENTE CITATE

ABV J.d. Beazley, Attic Black-figure Vase-painters, Oxford 1956.

ACETI T. aceti, In Gabrielis Barrii ... De Antiquitate et situ Calabriae libros quinque ..., prolegomena, additiones et notae ..., Romae 1737.

ACT Atti del ... Convegno di Studi sulla Magna Grecia.

ALBERTI L. alBerti, Descrittione di tutta l’Italia, Bologna 1550 (venetia 1596, I-II).

AMICO v. amico, Lexicon topographicum Siculum, Panormi - Catanae 1757-1760 (trad. it., Palermo 1855-1856, I-II).

ARV1 J.d. Beazley, Attic Red-figure Vase-painters, Oxford 1942.

ARV2 J.d. Beazley, Attic Red-figure Vase-painters2, Oxford 1963.

BARRIUS G. Barrius, De antiquitate et situ Calabriae libri quinque, Romae 1571.

BERARd1 J. Bérard, La colonisation grecque de l’Italie méridionale et de la Sicile dans l’antiquité: l’histoire et la légende, Paris 1941.

BERARd2 J. Bérard, La colonisation grecque de l’Italie méridionale et de la Sicile dans l’antiquité: l’histoire et la légende2, Paris 1957.

BERARd3 J. Bérard, Bibliographie topographique des principales cités grecques de l’Italie méridionale et de la Sicile dans l’antiquité, Paris 1941.

BERARd4 J. Bérard, L’expansion et la colonisation grecque jusqu’aux guerres médiques, Paris 1960.

BTCGI G. NeNci - G. Vallet, Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche, Pisa - Roma 1977 sgg.

BYvANCK a.V. ByVaNck, De Magnae Graeciae historia antiquissima, Hagae Com. 1912.

vI

CAH The Cambridge Ancient History.CIACERI1 E. ciaceri, Culti e miti nella storia dell’antica Sicilia,

Catania 1911.CIACERI2 E. ciaceri, Storia della Magna Grecia, Milano-

Roma 1924-1932, I-III.CLUvERIUS1 P. cluVerius, Sicilia antiqua, Leidae 1619.CLUvERIUS2 P. cluVerius, Italia antiqua, Lugduni Batavorum

1624, I-II.DE Dizionario epigrafico di antichità romane, fondato

da E. de Ruggiero, Roma 1895 sgg.DictAntGrRom Dictionnaire des Antiquités Grecques et Romaines, dir.

C. daremberg - E. Saglio, Paris 1877 sgg.dUNBABIN T.J. duNBaBiN, The Western Greeks. The History of

Sicily and South Italy from the Foundation of the Greek Colonies to 480 B.C., Oxford 1948.

EAA Enciclopedia dell’Arte Antica.EC Enciclopedia Cattolica.EI Enciclopedia Italiana.EUA Enciclopedia Universale dell’Arte.FAzELLUS T. Fazellus, De rebus Siculis decades duae, Panormi

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Times to the Death of Agathokles, Oxford 1891-1894, I-Iv.

GIANNELLI1 G. GiaNNelli, Culti e miti della Magna Grecia. Contributo alla storia più antica delle colonie greche in Occidente, Firenze 1924.

GIANNELLI2 G. GiaNNelli, Culti e miti della Magna Grecia. Contributo alla storia più antica delle colonie greche in Occidente2, Firenze 1963.

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Leipzig 1870-1898, I-III.HOUEL J. Houel, Voyage pittoresque des îles de Sicile, de

Malte et Lipari, Paris 1782-1787, I-Iv.IGCH m. tHompsoN - o. mørkHolm - c.m. kraay, An

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zürich - München 1981 sgg.

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Padova 1596.MARAFIOTI2 C. maraFioti, Croniche et antichità di Calabria2,

Padova 1601.MAYER M. mayer, Apulien vor und während der

Hellenisierung mit besonderer Berücksichtigung der Keramik, Leipzig 1914.

MEE Megavlh JEllhnikh; jEgkuklopaivdeia.NISSEN H. NisseN, Italische Landeskunde, Berlin 1883-1902,

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1935-1949, I-Iv.PAIS1 E. pais, Storia della Sicilia e della Magna Grecia,

Torino 1894.PAIS2 E. pais, Italia antica. Ricerche di storia e di geografia

storica, Bologna 1922, I-II.PATERNÒ i. paterNò priNcipe di Biscari, Viaggio per tutte le

antichità della Sicilia, Napoli 1781.PECS The Princeton Encyclopedia of Classical Sites,

Princeton N.J. 1976.RE Paulys Real-Encyclopädie der classischen

Altertumswissenschaft, neue Bearb. hrsg. G. Wissowa, Stuttgart-München 1893 sgg.

RRC M.H. crawFord, Roman Republican Coinage, Cambridge 1974.

SdC Storia della Calabria, dir. G. Cingari, Roma-Reggio Calabria 1987 sgg.

SdS Storia della Sicilia, dir. R. Romeo, Napoli 1979-1980.

SNG Sylloge Nummorum Graecorum.TSA Testimonia Siciliae Antiqua, ed. E. Manni, Roma

1981 sgg.

SIGLE DELLE RIVISTE UTILIZZATE NEL VOLUME

A&A Art and Archaeology.A&R Atene e Roma: rassegna trimestrale della Associazione

Italiana di Cultura Classica.A&S Arte e Storia.AA Archäologischer Anzeiger.AAAd Antichità altoadriatiche.A Acc Bologna Atti della Accademia delle Scienze dell’Istituto di

Bologna. Rendiconti.AACol Atti e Memorie dell’Accademia Toscana di Scienze e

Lettere ‘La Colombaria’.AAL Atti della R. Accademia dei Lincei. Classe di Scienze

Fisiche, Matematiche e Naturali.AANap Atti della Reale Accademia delle Scienze Fisiche e

Matematiche di Napoli.A Ant Hung Acta Antiqua Academiae Scientiarum Hungaricae.A Antr Etn Archivio per l’Antropologia e l’Etnologia.AAP Atti della Accademia Pontaniana.AAPal Atti della Accademia di Scienze, Lettere e Arti di

Palermo.AAPat Atti e Memorie della Accademia Patavina di Scienze,

Lettere e Arti. Classe di Scienze Morali, Lettere e Arti.AAPel Atti della Accademia Peloritana dei Pericolanti. Classe

di Lettere, Filosofia e Belle Arti.AArch Acta Archaeologica.AAT Atti della Accademia delle Scienze di Torino. Classe di

Scienze Morali, Storiche e Filologiche.ABSA Annual of the British School at Athens.AC L’Antiquité Classique.ACD Acta Classica Universitatis Scientiarum Debreceniensis.ActaHyp Acta Hyperborea. Danish Studies in Classical

Archaeology.AD Antike Denkmäler des deutschen Archaeologischen

Instituts.AFaina Annali della Fondazione per il Museo ‘Claudio Faina’.AFLB Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università

di Bari.

X

AFLC Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari.

AFLL Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Lecce.

AFLN Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Napoli.

AFLPer Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia.

AFMB Annali della Facoltà di Magistero dell’Università di Bari.

AGPh Archiv für Geschichte der PhilosophieAgri Centuriati Agri Centuriati. An International Journal of Landscape

ArchaeologyAIIN Annali dell’Istituto Italiano di Numismatica.AION(archeol) Annali dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli.

Dipartimento di Studi del Mondo Classico e del Mediterraneo Antico. Sezione di archeologia e storia antica.

AION (filol) Annali dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli. Dipartimento di Studi del Mondo Classico e del Mediterraneo Antico. Sezione filologico-letteraria.

AIRF Acta Instituti Romani Finlandiae.AIRRS Acta Instituti Romani Regni Sueciae.Aitna Aitna. Quaderni di Topografia antica.AIV Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. Classe

di Scienze Morali e Lettere.AJA American Journal of Archaeology.AJN American Journal of Numismatics.AJPh American Journal of Philology.AJPhAnthr American Journal of Physical AnthropologyAK Antike Kunst, hrsg. von der Vereinigung der Freunde

antiker Kunst in Basel.Akad Berlin Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften zu

Berlin.AL Archeologia LazialeAMDSPM Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per

le Marche.AMDSPPR Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per

le Province di Romagna.AMIIN Atti e Memorie dell’Istituto Italiano di Numismatica.Anc Soc Ancient Society.Ann Citra Annali Storici di Principato Citra.Ann Acc Etrusca Cortona Annuario dell’Accademia Etrusca di Cortona.Ann Inst Annali dell’Instituto di CorrispondenzaArcheologica.Ann Num Annali di Numismatica.Ann OVes Annali del R. Osservatorio Vesuviano.

XI

AnnPI Annali del Ministero della Pubblica Istruzione.AnnSS Annali del Seminario di Studi del Mondo Classico,

Archeologia e Storia Antica.Annuaire Arch Annuaire de la Societé Française de Numismatique et

d’Archéologie.ANRW Aufstieg und Niedergang der römischen Welt.

Geschichte und Kultur Roms in Spiegel der neueren Forschung.

APAA Atti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia.AR Archaeological Reports.ARAZ Atti e Rendiconti della Accademia degli Zelanti.Arch A Archeologia Aerea. Studi di aerotopografia

archeologica.Arch Class Archeologia Classica. Rivista della Scuola nazionale

di Archeologia, pubblicata a cura degli Istituti di Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana e di Etruscologia e antichità italiche dell’Università di Roma.

Arch EmRom Archeologia dell’Emilia Romagna.Arch Mar Med Archaeologia Maritima Mediterranea: an International

Journal on Underwater Archaeology.Arch Med Archeologia Medievale.Arch Stor Ital Archivio Storico Italiano.Arch Stor Sal Archivio Storico della Provincia di Salerno.Arch Stor Sannio Archivio Storico del Sannio Alifano e Contrade

limitrofe.Archaeol Archaeologia or miscellaneous tracts relating to

antiquity.ArcheologiaWarsz Archeologia. Rocznik Instytutu archeologii i etnologii

Polskiej akademii nauk.ARG Archiv für Religionsgeschichte.ARID Analecta Romana Instituti Danici.Arte A&M Arte Antica e Moderna.AS Archeologia Subacquea. Studi Ricerche e Documenti.ASAA Annuario della Scuola Archeologica di Atene e delle

Missioni Italiane in OrienteASCL Archivio Storico per la Calabria e la Lucania.ASM Archivio Storico Messinese.ASMG Atti e Memorie della Società Magna Grecia.ASNP Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe

di Lettere e Filosofia.ASP Archivio Storico Pugliese.ASPN Archivio Storico per le Province Napoletane.ASPParmensi Archivio Storico per le Province Parmensi.ASRSP Archivio della Società Romana di Storia Patria.ASS Archivio Storico Siciliano.

XII

ASSard Archivio Storico Sardo.ASSirac Archivio Storico Siracusano.ASSO Archivio Storico per la Sicilia Orientale.Ath Athenaeum. Studi periodici di letteratura e storia

dell’antichità.ATTA Atlante Tematico di Topografia Antica.Atti Soc Tosc Sc Nat Atti della Società Toscana di Scienze Naturali.Atti Soc Vel Atti della Società Letteraria Volsca VeliternaAtti Petrarca Atti e Memorie della Accademia Petrarca di lettere, arti

e scienze.Atti S. Chiara Atti del Pontificio Istituto S. Chiara di scienze e Lettere.Au Ausonia. Rivista della Società italiana di archeologia e

storia dell’arte.AV Arheološki vestnik.AW Antike Welt. Zeitschrift für Archäologie und

Kulturgeschichte.BA Bollettino d’Arte del Ministero per i beni Culturali e

Ambientali, già Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione.

BABesch Bulletin Antieke Beschaving.BAC Bullettino di Archeologia Cristiana.BB Bollettino della Basilicata.BCAR Bollettino della Commissione Archeologica Comunale

di Roma.BCA Sicilia Beni Culturali e Ambientali. Sicilia.BCFS Bollettino del Centro di Studi di Filologia e Linguistica

Siciliana.BCH Bulletin de Correspondance Hellénique.BCN Nap Bollettino del Circolo Numismatico Napoletano.BCSM Bollettino del Centro di Studi Medmei.BE Bulletin épigraphique.Berl Stud Berliner Studien für Classische Philologie und Archäologie.BIAA Bollettino dell’Istituto di Archeologia e Storia dell’Arte

del Lazio Meridionale.BIBR Bulletin de l’Institute Belge de Rome.BICR Bollettino dell’Istituto Centrale del Restauro.BICS Bulletin of the Institute of Classical Studies of the

University of London.BIH Bulletin de l’Institute Historique Belgique.BIN Bollettino Italiano di Numismatica.BLM Bollettino del Lazio Meridionale.BMCR Bollettino del Museo della Civiltà Romana

(Supplemento a BCAR).BMIR Bullettino del Museo dell’Impero Romano

(Supplemento a BCAR).BMMP Bollettino dei Monumenti Musei e Gallerie Pontificie.

XIII

BNum Bollettino di Numismatica.Boll Arch Bollettino di Archeologia.Boll Arch Rom Bollettino dell’Associazione Archeologica Romana.Boll Arch Vel Bollettino della Associazione Archeologica Veliterna.Boll AS Bollettino di Archeologia Subacquea.Boll Centumcellae Bollettino di Informazioni dell’Associazione Archeologica

Centumcellae.Boll Farnes Bollettino del Centro di studi e ricerche sul territorio

farnesiano.Boll Gioenia Bollettino Accademia Gioenia, Scienze Naturali.Boll Matera Bollettino della Biblioteca Provinciale di Matera e della

Deputazione di Storia Patria per la Lucania, sezione di Matera.

Boll SAV Bollettino Storico Archeologico Viterbese.Boll SSI Bollettino della Società Sismologica ItalianaBoll Stud Med Bollettino dell’Associazione Internazionale di Studi

MediterraneiBoll Verona Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale dì

Verona.BPI Bollettino di Paletnologia Italiana.BRGK Bericht der Römisch-Germanischen Kommission des

Deutschen Archäologischen Instituts.Brundisii Res Annali della Biblioteca Arcivescovile ‘A. De Leo’ di

Brindisi.BS Biblioteca Sarda. BSBasilicata Bollettino Storico della Basilicata.BSC Bollettino Storico Catanese.BSL Bollettino di Studi Latini.BSP Bollettino Storico Pisano.Bull AS Bullettino Archeologico Sardo.Bull Gaule Bullettin épigraphique de la Gaule.Bull Inst Bullettino dell’Instituto di Corrispondenza Archeologica.Bull Nap Bullettino Archeologico Napoletano.Bull TextAnc Bulletin du Centre international d’étude des textiles

anciens.BV Bollettin Volcanologique.ByzZ Byzantinische Zeitschrift.CA La Critica d’Arte.Cahiers Glotz Cahiers du centre Gustave Glotz. Revue d’histoire

ancienne.CB The Classical Bulletin.CCAB Corsi di Cultura sull’Arte Ravennate e Bizantina.CJ The Canadian Journal of Industry, Science and Art.ClJ The Classical JournalCl Mus The Classical Museum.CM Clio Medica.

XIV

CPh Classical Philology.CQ Classical Quarterly.CR Classical Review.CRAI Comptes rendus / Académie des inscriptions et belles-

lettres.Cron Arch Cronache di Archeologia e Storia dell’Arte.CS Critica storica.CSDIR Atti del Centro di Studi e Documentazione sull’Italia

Romana.Daidalos Ricerche e studi del Dipartimento di Scienze del Mondo

antico.DArch Dialoghi di Archeologia.DHA Dialogues d’Histoire Ancienne.Doc Alb Documenta Albana.Doc Ant Documenti di Antichità Italiche e Romane.DPAA Dissertazioni della Pontificia Accademia Romana di

Archeologia.Em Prerom Emilia PreromanaF&S Formazione e società.FA Fasti Archaeologici. Annual Bulletin of Classical

Archaeology.FArch Forum Archaeologiae. Zeitschrift für klassische

Archäologie.G&R Greece & Rome.GA Gazette Archéologique.GIF Giornale Italiano di Filologia.Gior Sc Lett Arti Giornale di Scienze, Lettere e Arti per la Sicilia.Giorn Arc Giornale Arcadico di Scienze, Lettere e Arti. Gl Glotta. Zeitschrift für griechische und lateinische Sprache.GMusJ The J. Paul Getty Museum Journal.Gn Gnomon. Kritische Zeitschrift für die gesamte

klassische Altertumswissenschaft.GRBS Greek, Roman and Byzantine studies.Gymn Gymnasium.HBA Hamburger Beiträge zur Archäologie.H&SR Histoire & Sociétés Rurales.Henna Henna. Bimestrale di informazione e cultura.HSCPh Harvard Studies in Classical Philology.IF Indogermanische Forschungen.IJNA International Journal of Nautical Archaeology.ILN Illustraded London News.Informatutti Informatutti. Bollettino d’Informazione del Comune di

Viggiano.JAChr Jahrbuch für Antike und Christentum.JAT Journal of Ancient Topography. Rivista di Topografia

Antica.

XV

JDAI Jahrbuch des Deutschen Archäologischen Instituts.JHS Journal of Hellenic Studies.JMedA Journal of Mediterranean Archaeology.JMedS Journal of Mediterranean Studies.JNES Journal of Near Eastern Studies.JNG Jahrbuch für Numismatik und Geldgeschichte.JŒAI Jahreshefte des Österreichischen Archäologischen

Instituts.JRA Journal of Roman Archaeology.JRGZ Jahrbuch der Römisch-Germanischen

Zentralmuseums Mainz.JRS Journal of Roman Studies.JS Journal des savants.K.A.S.A. Koine, archeologica, sapiente, antichitàLEC Les études Classiques.Lettera Lettera. Centro Studi e Documentazione Isola di Ustica.MAAR Memoirs of the American Academy in Rome.MAL Memorie della Classe di Scienze morali e storiche

dell’Accademia dei Lincei.MAN Memorie della Reale Accademia di Archeologia, Lettere

e Belle Arti (della Società Reale) di Napoli.MBAB Monats-Berichte der Akademie zu Berlin.MC Il Mondo Classico.MDAI(A) Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts

(Athen. Abt.).MDAI(M) Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts,

(Madrid. Abt.).MDAI(R) Mitteilungen des Deutschen Archäologischen Instituts

(Röm. Abt.).Med Ant Mediterraneo Antico.MedArch Mediterranean Archaeology. Australian and

New Zeland Journal for the Archaeology of the Mediterranean World.

MEFR Mélanges d’Archéologie et d’Histoire de l’école Française de Rome.

MEFR(A) Mélanges d’Archéologie et d’Histoire de l’école Française de Rome (Antiquité).

MEFR(M) Mélanges d’Archéologie et d’Histoire de l’école Française de Rome (Moyen-Age).

MEI Miscellanea Etrusco-Italica.Mem Archeologia Memorie della Regia Accademia Ercolanese di

Archeologia.Mem Enc Memorie enciclopediche sulle antichità e belle arti di

Roma per il MDCCCXVII.Mem Inst Memorie dell’Instituto di Corrispondenza

Archeologica.

XVI

Mem Verona Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona.

MEP Minima Epigraphica et Papyrologica.MGR Miscellanea Greca e Romana.MH Museum Helveticum. Revue suisse pour l’étude de

l’Antiquité classique.Mitt Heidelberg Mitteilungen der Vereinigung der Freunde der

Studentenschaft der Universität Heidelberg.MIV Memorie dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti.MNIR Mededelingen van het Nederlands Instituut te Rome.MonAcireale Monumenti e Rendiconti dell’Accademia di Scienze,

Lettere e Arti di Acireale.MonAl Monumenti Antichi pubblicati dall’Accademia

Nazionale dei Lincei.Mon Ann & Bull Inst Monumenti, Annali e Bollettino dell’Instituto di

Corrispondenza Archeologica.Mon Inst Monumenti dell’Instituto di Corrispondenza

Archeologica.MPAA Memorie della Pontificia Accademia Romana di

Archeologia.MSGI Memorie della Società Geografica Italiana.MusGallIt Musei e Gallerie d’Italia.NAC Numismatica e Antichità Classiche. Quaderni Ticinesi.NBAC Nuovo Bullettino di Archeologia Cristiana.NC Numismatic Chronicle.NCirc Numismatic Circular.New Zealand New Zealand Numismatic Journal.NJPh Neue Jahrbücher für Philologie und Pädagogik.NotAlbani Notizie da Palazzo Albani.NotMilano Notizie del Chiostro del Monastero Maggiore. Rassegna

di Studi del Civico Museo Archeologico e del Civico Gabinetto Numismatico di Milano.

Not Sopr Toscana Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.

Not Stor Augusta Notiziario Storico di Augusta.Not Velletri Notizie di Archeologia, Storia ed Arte pubblicate dalla

Sezione di Velletri della R. Deputazione Romana di Storia Patria.

Noticias EEHAR Noticias Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma.

NROp Nuova raccolta di opuscoli di autori siciliani.NSA Notizie degli Scavi di Antichità.OpArch Opuscula Archaeologica.Op Sic Opuscoli di Autori Siciliani.Origini Origini: preistoria e protostoria delle civiltà anticheORom Opuscula Romana. Acta Inst. Rom. Regni Sueciae.

XVII

P&R Proposte e Ricerche.PACT Revue du Groupe européen d’études pour les

techniques physiques, chimiques et mathématiques appliquées à l’archéologie.

PBF Prähistorische Bronzefunde.PBSR Papers of the British School at Rome.Palaeohistoria Palaeohistoria. Acta et communicationes Instituti

archaeologici universitatis Groninganae.Period Num Periodico di Numismatica e di Sfragistica per la Storia

d’Italia.Ph Philologus. Zeitschrift für klassische Philologie.Polis Polis. Studi Interdisciplinari sul Mondo Antico.PP La Parola del Passato.Prähist Z Prähistorische Zeitschrift.Puteoli Puteoli. Studi di Storia Antica.QAEI Quaderni di Archeologia Etrusco Italica.QC Quaderni Catanesi di studi antichi e medievali.Quad Cagliari Quaderni della Soprintendenza Archeologica per le

province di Cagliari e Oristano.Quad Chieti Quaderni dell’Istituto di Storia e Archeologia

dell’Università di Chieti.Quad Messina Quaderni dell’Istituto di Archeologia della Facoltà di

Lettere e Filosofia dell’Università di Messina.QuadMus FrOcc Quaderni del Museo Archeologico del Friuli

Occidentale.QuadMus Messina Quaderni dell’attività didattica del Museo Regionale di

Messina.QuadMus Salinas Quaderni del Museo Archeologico Regionale ‘A. Salinas’. Quad Perugia Nuovi quaderni dell’Istituto di Archeologia

dell’Università di Perugia in onore di F. Magi.Quad Roma Quaderni di ricerca urbanologica e tecnica della pianificazione,

Facoltà di Architettura dell’Università di Roma.Quad SBN Quaderni di Studi Bizantini e Neoellenici.Quad Top Ant Quaderni dell’Istituto di Topografia Antica

dell’Università di Roma.Quad Velletri Quaderni della Biblioteca Comunale di Velletri.Quad Villa Giulia Quaderni di Villa GiuliaQuad Veneto Quaderni di Archeologia del Veneto.Quad Volt Quaderno del Laboratorio Universitario Volterrano.QUCC Quaderni Urbinati di Cultura Classica.RA Revue Archéologique.RAAN Rendiconti dell’Accademia di Archeologia, lettere e

belle arti di Napoli. RAC Rivista di Archeologia Cristiana.RAL Rendiconti della Classe di Scienze morali, storiche e

filologiche dell’Accademia dei Lincei.

XVIII

RAN Revue archéologique de la Narbonnaise.Rass A&M Rassegna di Arte Antica e Moderna.Rass Arch Rassegna di archeologia. Associazione archeologica

piombinese.Rass Pugl Rassegna Pugliese.RBPh Revue Belge de Philologie et d’Histoire. RBN Revue belge de numismatique et de sigillographie.RCCC Rivista Critica di Cultura Calabrese.RCRF Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta.RCCM Rivista di cultura classica e medievale.REA Revue des Etudes Anciennes.REE Rivista di Epigrafia Etrusca.REL Revue des Etudes Latines.REG Revue des Etudes Grecques.Rend Nap Rendiconti dell’Accademia di Scienze Fisiche e

Matematiche. Società Reale di Napoli.RFIC Rivista di Filologia e Istruzione Classica.RGI Rivista Geografica Italiana.RhM Rheinische Museum für Philologie.RHR Revue de l’Histoire des Religions.RIA Rivista dell’istituto Nazionale di Archeologia e Storia

dell’Arte.Ricerche e Studi Ricerche e Studi. Quaderni del Museo Archeologico

Provinciale «F. Ribezzo» di Brindisi.RIGI Rivista Indo-Greco-Italica di Filologia.RIL Rendiconti dell’Istituto Lombardo. Classe di Lettere,

Scienze Morali e Storiche.RIN Rivista Italiana di Numismatica e scienze affini.Rinasc Salen Rinascenza Salentina.Riv Antr Rivista di Antropologia.Riv Arch Rivista di Archeologia.Riv Sc Preist Rivista di Scienze Preistoriche.Riv Stor Salent Rivista Storica Salentina.Riv Volt Rivista Volterrana.RM Rassegna Monetaria.RN Revue Numismatique.Röm Jahr Hertz Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana.RPAA Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di

Archeologia.RPh Revue de philologie, de littérature et d’histoire

anciennes.RSA Rivista di Storia Antica e Scienze Affini.RSAntichità Rivista Storica dell’Antichità.RSBN Rivista di Studi bizantini e neollenici.RSCalabrese Rivista Storica Calabrese.RSCS Rassegna Siciliana di Cultura e Storia.

XIX

RSF Rivista di Studi Fenici.RSI Rivista Storica Italiana.RSL Rivista di Studi Liguri.RSS Rassegna Storica Salernitana.RSSiciliana Rivista Storica Siciliana.SAI Studi Archeologici Iconografici.SAL Studi di Antichità dl Dipartimento di Scienze

dell’Università di Lecce.Salternum Salternum: Semestrale di informazione storica, culturale e

archeologica.S&C Scrittura e Civiltà.SAI Studi Archeologici Iconografici.SBAW Sitzungsberichte der Bayerischen Akademie der

Wissenschaft, München. Philos.-Hist. Klasse.SCO Studi Classici e Orientali.SDA Studi e Documenti di Archeologia.SE Studi Etruschi.SEIA SEIA. Quaderni dell’Istituto di Storia Antica

dell’Università degli Studi di Palermo.SicA Sicilia Archeologica.SicGymn Siculorum Gymnasium. Rassegna semestrale della

facoltà di Lettere dell’Università di Catania.SIFC Studi Italiani di Filologia Classica.SLS Studi Linguistici Salentini.SMAN Studi e Materiali di Archeologia e Numismatica.SMEA Studi Micenei ed Egeo-Anatolici.SMGS Calabria Studi e Materiali di Geografia Storica della Calabria.SMSA Toscana Studi e Materiali. Scienza dell’Antichità in Toscana.SNR Schweizerische Numismatische Rundschau.SS Studi Sardi.Stud Merid Studi Meridionali.Stud Montef Studi Montefeltrani.Stud Num Studi di Numismatica.Stud Oliveriana Studia Oliveriana.Stud Pic Studia Picena.Stud Rom Studi Romani.Stud Romagn Studi Romagnoli.Stud Sal Studi Salentini.Stud Sard Studi Sardi. Stud Stor Studi Storici. Rivista trimestrale dell’Istituto Gramsci.Stud Tard Studi Tardoantichi.Stud Urb (B) Studi Urbinati di Storia, Filosofia e Letteratura. Serie B.TAPhA Transactions and Proceedings of the American

Philological Association.Trapani Trapani. Rassegna della Provincia.Univ L’Universo.

XX

Valisu Valisu. Rivista di Cultura Nostrana.VDI Vestnik Drevnej Istorii (Revue d’Histoire Ancienne).Verbum Verbum. Revue de linguistique.Vet Chr Vetera Christianorum.XAnt Xenia Antiqua.WorldA World Archaeology.WS Wiener Studien.WZ Rostock Wissenschaftliche Zeitschrift der Universität Rostock.ZfA Zeitschrift für Ägyptische Sprache.ZfE Zeitschrift für allgemeine Erdkunde.ZfN Zeitschrift für Numismatik.ZfV Zeitschrift für VulkanologieZON Zeitschrift für Ortsnamenforschung.ZPE Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik.

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TUScania

Tuscana (etnico: Tuscanensis), comune di Tuscania, provincia di Viterbo, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, Roma. IGM 1:25000, F 136 II NE.

A. Fonti letterArie, epigrAFiche e numismAtiche

Fonti letterarie

Plin., n.h., 3, 52 (annovera i Tuscanenses fra gli abitanti dei centri etruschi della VII Regio); an. raV., 4, 36; Tab. Peut., V, 5 (con localizzazione di Tuscana sul tracciato della via Clodia).

Fonti ePigraFiChe

CIE ii, i, 4, 5683-5806; CIE iii, 1, 10397-10416; CIL XI, I, 2951-2995; Sordi C 1962 (si tratta per lo più di epigrafi funerarie in lingua etrusca e latina con le quali si ricorda un’importante iscrizione di Diocleziano riferibile alla costruzione o al rifacimento di un edificio pubblico).

Fonti numismatiChe

Mancano fonti numismatiche riferibili al sito.

B. STORIA DELLA RICERCA ARCHEOLOGICA

Prescindendo da ritrovamenti di epigrafi latine verificatisi in epoca imprecisata, un tempo conservate presso la Chiesa di San Pietro (CIL XI, 2951, 2956, 2959, 2961, 2969, 2976, 2980, 2989, 2990, 2994, 2994a, 2995), gli inizi delle ricerche archeologiche nel territorio di T. possono esser fatte risalire alla fine del XV secolo allorché alla Cipollara, ai margini del territorio di Viterbo, ritornarono in luce alcuni sarcofagi oggi dispersi (Emiliozzi C 1986). Nella stessa località nel 1694 furono scoperti altri simili monumenti che confluirono successivamente nelle Civiche Raccolte di Viterbo. Ritrovamenti di epoca remota sono localizzati ancora a San Savino ove Giannotti fa menzione di un «bagno sotterra» (Campanari C 1856).

Con il XVIII e soprattutto con il XIX secolo a T., come del resto in altri centri dell’Etruria meridionale, si sviluppa un crescente interesse per le testimonianze storiche del territorio. Del 1778 è infatti l’opera del Turriozzi (C 1778) che dà documentazione dell’imponente colombario ancor oggi in parte conservato, con resti di almeno altri due, sul costone che, sovrastando la strada provinciale per Viterbo, delimita a N il pianoro della Piantata, colombario successivamente ricordato per monumentalità e

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complessità della pianta anche da altri studiosi (Campanari C 1837; Dennis C 1883; Ashby C 1929; Quilici Gigli C 1981).

Nel corso dell’Ottocento l’attività di ricerca s’intensifica con risultati talvolta straordinari. Nel 1813 ritorna in luce presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore un impianto termale (Campanari C 1856); del 1825 sono le notizie relative alla scoperta a San Giusto di un’urna di marmo (CIL XI, 3385) mentre sul Colle San Pietro sono ricordati resti di un «vasto portico o antitempio» (Campanari C 1825).

Dopo il primo trentennio del XIX secolo s’inaugura un’intensa stagione di scavi. Nel 1830 vengono condotte ricerche a Carcarello e a Rosavecchia, ricerche che in quest’ultima località, posta lungo la strada per Tarquinia (v. tarquinia) a poca distanza da T., proseguono anche nel 1831, anno in cui si ha anche notizia di una richiesta di scavo nella necropoli della Peschiera. Nel 1832 hanno inizio, su impulso della contessa M. Laurenti Turriozzi, le prime indagini nella necropoli di Valvidone che forse proseguono sino al 1839 e nel corso delle quali furono individuati numerosi sarcofagi ed urne fra cui il noto monumento di Adone morente acceduto ai Musei Vaticani nel 1835 (Gentili C 1994; Sannibale C 1994; C 2008), mentre già nel 1834, promotori i Campanari, i fratelli Sormani conducono esplorazioni a Carcarello rinvenendo dieci sarcofagi in nenfro con coperchi scolpiti (Quilici Gigli C 1970) forse identificabili con quelli attualmente visibili sul muro dell’Ospedale, presso il municipio di T. (Colonna C 1978). Si susseguono quindi altri interventi. Nel 1836, forse in località Fontanile delle Donne, i Campanari scavano 2 ipogei (Lepsius C 1836; Pryce C 1931) recuperando alcuni sarcofagi che con altri importanti materiali nel 1837 figureranno all’esposizione etrusca realizzata dagli stessi scopritori a Londra, a Pall Mall (Colonna C 1978; Colonna in AA.VV. C 1986). In tale occasione alla prima delle due tombe fu riservata la prima sala della mostra ove fra l’altro vennero realisticamente riproposte un’iscrizione funeraria e 2 figure di Caronte dipinte nello spessore della porta del sepolcro. Maggiori i dati relativi al secondo monumento: fedelmente ricostruito nell’esposizione londinese, come documenta un progetto noto da un disegno dell’epoca (Pryce C 1931), e corredato da eterogenee suppellettili (Colonna C 1978), esso presentava sui lati brevi della camera due finte porte scolpite e restituì quattro sarcofagi. Sempre nel 1836 S. Carletti conduce indagini a Rosavecchia riportando in luce bronzi e vetri (Quilici Gigli C 1970), mentre si hanno le prime notizie e viene documentata (Micali C 1832) la Grotta della Regina, grandioso ipogeo gentilizio di età tardoclassica-ellenistica ubicato nella necropoli di Madonna dell’Olivo. Ricordata da viaggiatori e archeologi dell’Ottocento (Campanari C 1837; C 1856; Hamilton Gray C 1841; Canina C 1846) e così denominata dai resti di una decorazione pittorica perduta sin dal XIX secolo (Dennis C 1883), la tomba restituì numerosi sarcofagi oggi dispersi (Sgubini Moretti C 19912).

Tra il 1838 e il 1839 nuove scoperte si registrano a Sasso Pizzuto, nell’area sottostante il Colle San Pietro ove presso la riva del Marta vengono segnalati resti di una struttura in opera quadrata di tufo (Hamilton Gray C

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1841; Dennis C 1883) forse nuovamente intercettata nel 1995 in occasione di circoscritti scavi di tutela condotti dalla Soprintendenza, e, ancora, a Carcarello. In quest’ultimo sepolcreto ove «avevano cemeterio i più nobili e potenti cittadini» (Campanari C 1856), viene individuata nel gennaio 1839 (Jahn C 1839) una tomba a dado costruita, decorata all’esterno con sculture in nenfro, fra cui la nota statua di Lasa conservata al Museo di Firenze (Milani C 1912; Riis C 1941; Hus C 1956; Colonna C 1978). Appartenuta alla gens Vipinana (CIE II, 5694-5704) che vantò fra i suoi membri anche un Velthur per undici volte zilath di T., e in uso dalla fine del IV alla prima metà del II sec. a.C., dunque nell’arco di cinque generazioni, il sepolcro restituì numerosissimi sarcofagi e importanti suppellettili. Giustamente celebre esso divenne soprattutto grazie alla musealizzazione ottocentesca di cui fu fatto oggetto dai Campanari nell’ottica di un’attenta promozione e valorizzazione delle antichità etrusche e di T. in particolare (Colonna C 1978; Colonna in AA.VV. C 1986). Ancora Jahn (C 1839) riferisce il rinvenimento nello stesso anno di 12 sarcofagi in terracotta, oggi per lo più dispersi, uno dei quali, ora a Firenze, con cassa configurata a kline (Gentili C 1994). L’attività di scavo a Carcarello proseguì anche fra il 1842 e il 1843 con esiti che confermano il carattere relativamente recente del sepolcreto (Quilici Gigli C 1970; Gentili C 1994).

Nel 1841 nuove indagini si svolgono nella necropoli di Valvidone ove S. Carletti riporta in luce una tomba con 2 sarcofagi e materiali ellenistici; altri scavi, non documentati, vi conduce nel 1847 C. Lucchetti e, fra il 1858 e il 1860, F. Vittoriangeli. Questi, fra altre, individua la tomba di Arnth Nevznas (CIE II, 5718), monumento del tipo a podio scorniciato peculiare di T., cui era pertinente la nota statua in nenfro di leone ruggente databile nella prima metà del IV sec. a.C. che nel 1897 fu donata dal municipio di T. al Museo di Firenze (Milani C 1912; Riis C 1941; Brown C 1960; Cristofani c 19681; Colonna C 1978).

Si venivano nel frattempo acquisendo altri dati relativi all’area urbana e suburbana, cui sono riferibili le notizie di resti di un tracciato stradale basolato presso le Sette Cannelle, di un ponte sul Marta e di un ‘vallo’ ai piedi di Colle San Pietro (Campanari C 1856; Scardozzi C 2003). Nel 1867 indagini condotte da C. Campanari a Pantalla portano al rinvenimento di povere sepolture e di tombe già saccheggiate; successivi ritrovamenti poi si registrano a Sasso Pizzuto ove, con altre, torna in luce una tomba con sarcofagi di età ellenistica (Rosa - Brizio C 1873; Pellegrini C 1896; Quilici Gigli C 1970), e a Madonna dell’Olivo, ove nel 1877 vengono scoperti insieme a cinque cippi (CIE ii, 5689-5693; CIL XI, 2987), anche cinque sarcofagi della gens Rufre (Gentili C 1994). Tra il 1878 e il 1879 L. Maldura conduce esplorazioni in località San Savino (Fiorelli C 1878) con esiti modesti, seppure utili per la conoscenza del popolamento di questa porzione del territorio in età tardorepubblicana e imperiale (Quilici Gigli C 1970).

Nell’ultimo decennio del XX secolo nuove scoperte si verificano a Sasso Pizzuto, a Pian di Mola e a Rosavecchia-Sterpaglio (Ricciardi C 2006), sepolcreto quest’ultimo nel quale il 31 marzo 1889 venivano individuati

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due importanti ipogei adiacenti: appartenuti alla gens Statlane (CIE ii, 5719-5734), questi restituirono, malgrado la manomissione subita, 31 sarcofagi in nenfro e 10 in terracotta che ne documentano un’utilizzazione dalla prima metà del III sec. a.C. alla piena età romana (Herbig C 1952; Bruni C 1985; Gentili C 1994). Presso la Biblioteca Comunale di T. si conserva un resoconto della scoperta, purtroppo incompleto, ma corredato da una schematica planimetria delle 2 tombe con relativo posizionamento dei sarcofagi. Nel dromos del primo sepolcro, forse il più recente, vennero recuperati 8 cippi – 4 dei quali con iscrizione latina (CIL XI, 7399, 7402-7404 = CIE II, 5735-5738) – e resti di 2 statue di leoni funerari (Milani C 1912), mentre la camera, a pianta all’incirca rettangolare con volta sostenuta da 2 pilastri, restituì 24 sarcofagi. Più precisamente si rinvennero in parte addossati alle pareti laterale destra e di fondo, in parte raggruppati negli spazi centrali, 15 sarcofagi in nenfro (fra cui sicuramente i tre iscritti CIE II, 5728, 5731, 5732), 5 dei quali con coperchi e casse decorati, e 9 in terracotta (Tuerr C 1963; Gentili C 1994). Solo sarcofagi in nenfro, alcuni dei quali figurati, conteneva la seconda tomba, di dimensioni minori e a pianta molto irregolare. La maggior parte dei materiali fu successivamente acquistata dal Museo di Firenze (Milani C 1912) ove è conservata dal 1908.

Altre scoperte si verificano negli anni successivi: in località Cavallaccia-Guatte Pagnotte viene individuata nel 1890 la tomba cd. «dei Velini» (Borsari C 1891; Gentili C 1994), nel 1891 F. Mancinelli scava quattro tombe ellenistiche (Gatti C 1891) a Rosavecchia, pochi anni più tardi, nel 1897, è la volta di un altro ipogeo fra i cui ricchi materiali figura un noto sarcofago in terracotta con cassa decorata con motivi dionisiaci, ora a Firenze (Colonna C 1991; Gentili C 1994).

Fra il 1915 e il 1920, in occasione dell’ampliamento dell’asse viario che uscendo dalla porta meridionale delle mura cittadine, si ricollega a monte di Santa Maria Maggiore alla strada provinciale, nella sella tra il Colle San Pietro e il Rivellino furono intercettati e parzialmente distrutti resti di strutture pertinenti l’abitato. Ritornarono allora in luce ambienti di un impianto termale di età romana, forse lo stesso già visto nel 1813 (Campanari C 1856), alcuni pozzi e parte di un monumentale basamento in opera quadrata di tufo con modanature di nenfro (Bendinelli C 1920).

Nel 1935 altri rinvenimenti di età ellenistica si registrano a Sasso Pizzuto-San Lazzaro e a Rosavecchia. In quest’ultima necropoli venne scoperta una tomba a camera con banchine divise in loculi (Vighi C 1936) che restituì numerosi resti del corredo quali ceramiche a vernice nera, acrome di uso comune, vasellame in bronzo, statuine e maschere teatrali di terracotta (Stefani C 1979; AA.VV. C 1983; Ricciardi C 2006). Cinque anni più tardi in località Pantalla, sulla strada per Marta, veniva infine recuperata una statuetta bronzea frammentaria di Minerva databile nel III sec. a.C., che ripropone tipi statuari diffusi nel primo ellenismo (Santangelo C 1942).

A partire dagli inizi degli anni Sessanta del Novecento s’intensifica l’attività posta in essere dalla Soprintendenza su tutto il territorio, attività frequentemente collegata ad interventi di tutela (Sommella Mura C 1969).

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Nel 1960 vengono condotti da L. Marchese scavi ad Ara del Tufo (Marchese C 1964; Sgubini Moretti C 1982; C 19862), necropoli in cui, come reso noto da studi specifici (Gaultier C 1993), furono rinvenute nell’Ottocento le terrecotte architettoniche di età arcaica conservate a Monaco e al Louvre (Andren C 1942). L’intervento del 1960 portò all’individuazione di tombe a fenditura superiore, diffuse soprattutto nell’Orientalizzante medio, e a camera di età arcaica in un caso con decorazione monocroma dipinta (Sgubini Moretti - Ricciardi C 1993). Dell’anno successivo è un’altra importante scoperta: in terreno Stendardi, all’estremità meridionale della vasta necropoli di Pian di Mola, vennero con altre esplorate due ricche tombe gentilizie di età ellenistica appartenute ai Treptie (CIE ii, 5707-5709) che restituirono numerosissimi sarcofagi in terracotta oltre a 2 esemplari in nenfro con coperchio figurato, uno dei quali iscritto (Torelli C 1965; Colonna C 19671; c 1989; Gentili C 1994). I sepolcri, originariamente distinti e in un secondo momento per esigenze di spazio resi comunicanti, sembrano in uso dalla fine del III alla fine del II sec. a.C., con un riutilizzo nel I sec. d.C.; dei due quello più ampio e forse più antico presenta un pilastro centrale risparmiato e all’esterno esibisce un solenne prospetto con cortina isodoma di tufo (Sgubini Moretti C 19912).

Del 1962 sono altri ritrovamenti: a Pantalla viene individuata, con altre, una tomba a camera con resti di decorazione architettonica dipinta; a Sasso Pizzuto viene esplorato da Marchese un gruppo di tombe a camera di età arcaica e recuperato anche un frammento di lastra architettonica (Moretti Sgubini - Ricciardi C 2004). Dello stesso anno è la notizia della scoperta nella basilica di San Pietro di un’iscrizione frammentaria: dedicata tra il 305 e il 306 d.C. a Diocleziano dagli imperatori Costanzo, Massimiano, Severo, Massimino e dal senior Augustus Massimiano, questa si riferisce probabilmente alla costruzione o al rifacimento di un pubblico edificio. Viene così documentato un interessamento del vecchio imperatore per T., analogamente a quanto noto in quest’epoca anche in altri vetusti centri dell’Etruria meridionale (Sordi C 1962).

Nel 1963 tornano in luce a Pian di Mola, in proprietà Sereni e Veruschi, due tombe a camera che seppure ampiamente saccheggiate, restituirono insieme a resti di sarcofagi in terracotta, materiali del corredo che ne documentano un uso nel II sec. a.C. (Gentili C 1994). Nel 1964 vengono esplorate alle Solfarate/Solfatare 3 tombe di età medioellenistica, la prima delle quali appartenuta alla gens Puplina (CIE II, 5705-5706): i 2 maggiori di tali ipogei, ad unica camera e in origine non comunicanti, risultarono colmi di sarcofagi di nenfro, 4 dei quali con coperchi scolpiti (Colonna C 19673).

Fondamentali per una più approfondita conoscenza dell’orizzonte culturale di T. sono le scoperte effettuate fra il 1967 e il 1970. Nell’inverno del 1967 nella necropoli tardoorientalizzante e arcaica della Peschiera ritornava in luce una tomba rupestre del tipo a casa con tetto displuviato (Colonna c 19674; C 1968; Quilici Gigli C 1970; Di Paolo Colonna C 1978; Romanelli C 1986; Sgubini Moretti C 19861): espressione di un filone architettonico che, peculiare dell’Etruria interna, trova a T. le sue più antiche e complesse

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manifestazioni (Sgubini Moretti 19862; c 19911; Moretti Sgubini C 2005), il monumento si data, grazie ai materiali del corredo, intorno alla metà del VI sec. a. C. (Colonna C 19674; C 1968; Sgubini Moretti C 19862).

Non meno rilevante è la scoperta della Tomba I Curunas (CIE ii, 5687-5688; CIE III, 10400-10408; AA.VV. C 1983) rinvenuta nel novembre dello stesso anno nel gradone inferiore della necropoli di Madonna dell’Olivo: in uso tra il 340/330 e il 240/230 a. C., dunque nell’arco di quattro generazioni, l’ipogeo costituito da un’unica vasta camera con soffitto decorato da partizioni architettoniche e dotato in origine di una facciata adorna di sculture, risultò accogliere 10 deposizioni, 8 delle quali in sarcofagi di nenfro, di cui 7 riccamente scolpiti. Malgrado il saccheggio subito in epoca imprecisata, più che rilevanti per numero e qualità risultarono i materiali del corredo. Fra i bronzi un cenno particolare richiedono i vasi che compongono un sontuoso servizio da mensa nel cui ambito spiccano un monumentale cratere e una coppia di situle dalle raffinate decorazioni; da segnalare anche la presenza, non comune in Etruria, di 3 ciste prenestine finemente incise, almeno una delle quali eseguita su commissione (Bordenache Battaglia - Emiliozzi C 1990). Ragguardevoli le ceramiche che annoverano vasi a figure rosse di produzione falisca, etrusco-meridionale e chiusina, sovradipinti, a vernice nera e acromi di uso comune, importati da centri etruschi e di produzione locale (Moretti C 1970; AA.VV. C 1983; Sgubini Moretti C 19862; c 19912). Ancora nel 1967 nella stessa necropoli veniva individuato e liberato dalla terra di riempimento il dromos della Grotta della Regina, restituendo leggibilità al celebre monumento in precedenza accessibile attraverso un cunicolo scavato in epoca imprecisata. Tre anni più tardi la ripresa delle indagini portava al rinvenimento di altri due ipogei della gens Curunas ubicati a pochi metri dal primo e dunque ricadenti in un settore della necropoli che nell’ambito di un più vasto piano di sviluppo del sepolcreto sembrerebbe essere stato riservato a distinti rami di uno stesso ceppo gentilizio (AA.VV. C 1983; Sgubini Moretti C 19912). Dei due soprattutto la tomba II, con facciata costruita, risultò particolarmente ricca di materiali. In uso dal 320/310 a tutto il II sec. a.C., il monumento, saccheggiato in epoca imprecisata, si qualifica come un vero e proprio deposito: esso accoglieva infatti 27 deposizioni, 22 delle quali in sarcofagi e urne di nenfro, che si distribuiscono nell’arco di almeno 7 generazioni. Fra i materiali dei corredi figurano bronzi, ceramiche a figure rosse di produzione falisca ed etrusco-meridionale, vasi sovradipinti di fabbrica magnogreca ed etrusca, a vernice nera, di uso comune, oltre ad un gruppo di terrecotte figurate fra cui si segnalano maschere teatrali e statuine di attore che documentano la diffusione del culto dionisiaco nell’ambito di questo nucleo familiare aristocratico, analogamente a quanto attestato in altri contesti gentilizi di T. e dell’Etruria (Stefani C 1979). Analoghe connessioni con la sfera dionisiaca sembra suggerire il soggetto decorativo – un cerbiatto azzannato da una pantera e incalzato da un leone – presente su uno dei lati lunghi del sarcofago delle Amazzoni: datato fra il 330 e il 320 a.C. e attribuito a maestranze tarquiniesi, questo pregevole monumento,

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rinvenuto purtroppo privo del coperchio, proviene dall’omonimo ipogeo a due camere ritornato in luce, completamente sconvolto, nel 1970 presso le tombe Curunas, ma ad una quota a quelle di poco superiore (Sgubini Moretti C 19862; c 19912; Catalli C 1987).

Nel 1972 si registra il rinvenimento in località Solfarate/Solfatare di due tombe ellenistiche che restituiscono, fra l’altro, ceramiche figurate degli ultimi decenni del IV sec. a.C. (Ricciardi C 2006) e a San Lazzaro di un vasto ipogeo che accoglieva almeno 33 deposizioni, delle quali 3 in sarcofagi fittili e 3 ad incinerazione e che restituì numerosissimi materiali del corredo che ne documentano un uso dalla seconda metà del III sec. a.C. all’età romana (Gentili C 1994). Nell’anno successivo testimonianze fondamentali per la più antica storia di T. tornano invece in luce a Pian di Mola. Si tratta di tombe a fossa che accolgono fra i materiali del corredo alcuni vasi italo-geometrici che, con poche altre analoghe testimonianze conservate nella cd. «Raccolta Comunale», documentano l’inserimento del nostro centro in un circuito commerciale che tra la fine dell’VIII e gli inizi del VII sec. a.C. vede un ruolo preminente di centri quali Vulci (v. VulCi) e Tarquinia (v. tarquinia; Sgubini Moretti C 19862; Moretti Sgubini c 2005).

Gli anni tra il 1974 e il 1975 vedono l’avvio di sistematiche ricerche nell’area dell’antico insediamento urbano: a seguito degli intensi lavori di restauro e recupero conseguenti il sisma del 1971, vengono intraprese indagini sul Colle San Pietro, sede dell’acropoli della città etrusca (Cristofani C 1972; Moretti Sgubini C 2005). Sostanzialmente inediti sono purtroppo i risultati di tali scavi che, protrattisi per circa un triennio, interessarono distinti settori dell’abitato. Ai materiali, frutto di raccolte di superficie o di scoperta casuale, che attestano una frequentazione dell’area già nel Bronzo medio III e nel Bronzo finale, si vengono ora ad aggiungere dati relativi alla prima Età del Ferro documentati da tracce di capanne individuate nel settore NO del colle cui si aggiungono pochi altri frammenti vascolari sporadici coevi di successivo ritrovamento (Petitti C 2007). Più consistenti i resti dell’abitato etrusco che, occupando una superficie valutata intorno a 8 ettari (Judson - Hemphill C 1981), mostra al momento due principali fasi edilizie sostanzialmente coincidenti con l’età arcaica e con quella ellenistica (Gianfrotta - Potter C 1980). Maggiore monumentalità caratterizza le testimonianze d’età romana costituite dai poderosi terrazzamenti visibili sul versante meridionale del colle, come pure da tratti di strade basolate, da impianti a carattere residenziale e produttivo sui quali più tardi s’impostarono, senza soluzione di continuità, le imponenti fabbriche di epoca medievale (Giontella C 1980; Sgubini Moretti C 19912).

Nel 1979 a seguito di un intervento di tutela veniva riportata in luce una tomba a camera nella necropoli della Peschiera in proprietà Dore (Gentili C 1994). Sebbene sconvolto da crolli e manomissioni, il monumento, che manifesta modifiche e ampliamenti, appare in uso, come indicano i materiali del corredo, dalla fine III alla prima metà del I sec. a.C. La tomba accoglieva 5 generazioni probabilmente di una stessa famiglia: furono infatti rinvenuti 6 sarcofagi, dei quali 4 in nenfro a cassa

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liscia e coperchio a tetto displuviato, 2 in terracotta con figure maschili recumbenti, riferibili alle deposizioni più antiche, mentre alle più recenti sembrerebbero rapportabili le 4 modeste fosse ricavate nel banco e coperte con tegole. Pregevoli materiali in bronzo e vetro insieme a resti di una lucerna a volute testimoniano una riutilizzazione della tomba nella prima metà del I sec. d.C.

La valenza e il ruolo assunto da T. nell’ambito dell’Etruria interna sin dall’età orientalizzante si sono ulteriormente precisati grazie alle scoperte frutto di indagini di scavo sistematiche effettuate nel corso degli ultimi decenni, scoperte che hanno definitivamente riscattato il nostro centro da quel ruolo di insediamento fiorente in età ellenistica e gravitante nell’orbita di Tarquinia (v. tarquinia), precedentemente accreditato.

Ad Ara del Tufo, a seguito del rinvenimento nel 1979 di frammenti di terrecotte architettoniche affioranti in superficie (Sgubini Moretti C 1980), si sono svolte, fra il 1980 e il 1983, tre campagne di scavo che hanno interessato distinti settori del sepolcreto. Si sono così individuate, come già nel 1960, tombe del tipo a fenditura superiore, in uso sin dal secondo venticinquennio del VII sec. a. C., e a camera di età arcaica, che in due casi conservano decorazioni architettoniche dipinte con tecnica monocroma (Sgubini Moretti - Ricciardi C 1993); è stato inoltre riportato in luce un gruppo di 3 tombe a tumulo che, databili tra la fine del VII e la prima metà VI sec. a.C., ripropongono modelli architettonici ceretani realizzati peraltro secondo tecniche in uso ad esempio a Vulci (v. VulCi). Non meno significativi i materiali dei corredi funerari che mostrano come T. risulti ormai inserita in una fitta trama di rapporti economici e culturali che coinvolgono i grandi centri dell’Etruria meridionale costiera come pure quelli del distretto falisco-capenate, volsiniese e chiusino (Sgubini Moretti C 1982; Moretti Sgubini C 2005; Costantini - Ricciardi C 2005). Coerentemente si collocano in tale contesto i dati acquisiti relativamente alle terrecotte architettoniche che, rinvenute nel settore monumentale della necropoli e per lo più concentrate nell’area circostante le tombe a tumulo (Ricciardi C 1982; Winter C 2009), sono state poste in rapporto con un sacello funerario forse per il culto gentilizio (Sgubini Moretti - Ricciardi C 1993). Da sottolineare la grande varietà dei soggetti utilizzati per la decorazione delle sime e delle lastre di rivestimento che ripropongono tipi in parte identici a quelli presenti sulle terrecotte di Monaco e del Louvre, in parte analoghi a quelli delle terrecotte del gruppo Acquarossa, documentando pertanto l’attività di botteghe di cloroplasti attivamente impegnati a T. poco dopo la metà del VI sec. a.C.

Di grande importanza anche i dati acquisiti nella necropoli di Pian di Mola ove tra il 1984 e il 1985 è stata individuata e riportata in luce un’eccezionale tomba rupestre del tipo a casa con tetto displuviato e portico tetrastilo inquadrato da ante, sfarzosamente decorata sull’attico con sculture animalistiche e acroteri a disco in nenfro ed esibente sulla fronte 3 porte – delle quali solo la centrale reale – inquadrate da ricche cornici (Sgubini Moretti C 19861; c 19891; c 19911; Moretti Sgubini C 2005).

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Realizzato in posizione di studiato risalto e quasi speculare rispetto alla tomba a casa della necropoli della Peschiera, il monumento, in parte scavato, in parte costruito, si qualifica ancor oggi come un vero e proprio unicum nell’ambito dell’architettura funeraria dell’Etruria. La tomba, datata in una fase avanzata del secondo venticinquennio del VI sec. a.C., non rappresenta un episodio isolato risultando inserita in una scenografica quinta di sepolcri rupestri di analoga tipologia, ma di più semplice assetto planimetrico e di modesto impegno decorativo. Del 1987 è la scoperta di un monumentale cippo in nenfro a forma di casa. Ubicato in una ‘piazzetta’ ricavata fra le più imponenti tombe rupestri, questo giaceva rovesciato sulla base, a podio modanato, posta a chiusura di una tomba a incinerazione entro pozzetto di blocchi di tufo. Databile nei decenni centrali della prima metà del V sec. a.C., il cippo di Pian di Mola chiarisce la collocazione e la funzione assolta da tale classe di segnacoli (Colonna C 19674; Colonna Di Paolo - Colonna C 1970; Nespica C 1985; Sgubini Moretti C 19861) riferiti a produzione tuscanese (Sgubini Moretti C 19911). Da T. il tipo, rielaborato da modelli etrusco-meridionali e arricchito da dettagli decorativi mutuati da impegnative esperienze dell’architettura reale, si diffonde poi in aree contermini (Moretti Sgubini C 2005).

Ulteriori dati si sono acquisiti nel 1989 grazie allo scavo di una tomba a camera, del tipo a fenditura superiore iscritta in un tumulo esplorata nel settore NE della necropoli delle Scalette (Quilici Gigli C 1970; Naso C 1996), in vocabolo Pali di Ferro (Moretti Sgubini C 2000). I materiali del ricco corredo, che databile nel secondo venticinquennio del VII sec. a.C. annovera anche resti di un carro – elemento indicatore dell’alto rango dell’inumato –, concorrono, con quelli di altri contesti rinvenuti tra il 1992 e il 1994 nella stessa necropoli grazie alla collaborazione dei GAI, a puntualizzare l’orizzonte culturale della più antica T., integrando già note testimonianze che, provenienti da Ara del Tufo e da Sasso Pizzuto, si scaglionano, come quelle delle Scalette, in un arco temporale compreso fra l’Orientalizzante medio e gli inizi di quello recente. Ne emerge il quadro di un insediamento che, compiutamente strutturato da un punto di vista economico e sociale, risulta caratterizzato da una cultura composita e aperta agli apporti esterni e precocemente assume, grazie alla sua ubicazione, un ruolo attivo negli scambi che intercorrono fra i grandi centri costieri, l’Etruria interna e il comparto falisco-tiberino (Moretti Sgubini C 2005). Va ancora rilevato come gli interventi condotti nel 1994 dai volontari dei GAI hanno posto in evidenza la presenza nel sepolcreto delle Scalette di tombe a cremazione del tipo a pozzetto e a buca che come analoghe attestazioni precedentemente individuate a Pian di Mola (Sgubini Moretti C 19911), documentano la diffusione a T. di un rituale funerario attestato in età arcaica anche a Tarquinia e a Vulci (Ricciardi C 2006; v. tarquinia, VulCi). Dello stesso anno è un altro intervento nella necropoli di Sasso Pizzuto-Casale Galeotti, che ha interessato un tumulo di considerevoli dimensioni già noto da tempo. Improntato a modelli ceretani come stanno ad indicare l’articolazione planimetrica e la decorazione delle tre camere funerarie

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aperte su un ampio atrio, il monumento ha restituito resti del corredo – fra i quali spicca un gruppo di pregevoli vasi etrusco-corinzi –, che avvalorano, al pari del complesso architettonico, il ruolo eminente degli antichi titolari del sepolcro (Moretti Sgubini C 2005). Presso il tumulo, oltre ad una piccola tomba a fossa databile nel primo quarto del VI sec. a. C., sono state recuperate parti di terrecotte architettoniche ‘di prima fase’ di tipo analogo al frammento già rinvenuto nel 1962 (Moretti Sgubini - Ricciardi 2004), elementi questi che confermano la presenza anche presso il grande tumulo di Sasso Pizzuto di un sacello forse per il culto funerario, secondo un uso che già rilevato ad Ara del Tufo trova attestazione in età arcaica anche in località Bassetta-Polledrara e, forse, a Pian di Mola (Rendeli 1993) e in età ellenistica ancora ad Ara del Tufo e a Campo di Marte-Piastrella (Sgubini Moretti - Ricciardi C 1993; Scardozzi 2003; Moretti Sgubini - Ricciardi C 2004; Moretti Sgubini C 2005).

Nel 2000, a seguito di lavori che hanno interessato la strada provinciale T.-Tarquinia, è stata esplorata nella necropoli di Rosavecchia-Sterpaglio una tomba a 2 camere con ricco corredo che appare in uso dalla fine del III al II sec. a.C. Nello stesso anno in località Bassetta-Pietrella un altro intervento di tutela ha consentito di riportare in luce un impianto idrico monumentale che destinato ad uso pubblico forse non scevro da una connotazione sacrale, si colloca in un’area frequentata fra la fine del III-inizi II sec. a.C. e il II sec. d.C. (Ricciardi C 2006).

Nel 2002 e nel 2003, grazie ancora una volta alla collaborazione con i GAI, si è potuto operare nel versante orientale della necropoli di Pian di Mola. Sebbene notevolmente compromesse da un prolungato uso improprio sono state qui recuperate tombe a camera che replicano modelli dell’architettura ceretana del VI sec. a.C., mentre maggiori dati conoscitivi si sono potuti acquisire per una delle due monumentali tombe rupestri a dado da tempo segnalate sul costone orientale del pianoro (Sgubini Moretti C 19911).

Tra il 2005 e il 2007 una serie di campi-scuola realizzati in collaborazione con il Comune di T., l’Istituto ‘Lorenzo de’ Medici’ e l’Università degli Studi di Firenze, operanti in convenzione con la Soprintendenza per la valorizzazione della necropoli di Pian delle Rusciare, ha consentito di riportare in luce una serie di strutture funerarie di età ellenistica che hanno restituito, in alcuni casi, anche elementi del corredo sfuggiti ai saccheggi clandestini.

Ben più eclatanti i risultati delle ricerche condotte dalla Soprintendenza tra il 2005 e il 2006 in località Guadocinto ove, su una balza di terreno che ubicata poco più a S di Madonna dell’Olivo sovrasta il corso del fiume Marta, è stato riportato in luce un settore di una necropoli in precedenza non conosciuta e in uso almeno dalla metà del VI a tutto il V sec. a.C. (Moretti Sgubini - Ricciardi - Costantini C 2010). Sono stati al momento indagati 3 grandi tumuli – uno dei quali con crepidine in nenfro decorata da sontuose cornici – che, seppure sconvolti da scavi clandestini e da lavori agricoli, hanno restituito cospicui resti di ricchi corredi funerari fra i quali spiccano, con altri pregevoli materiali, numerose ceramiche attiche a figure nere e,

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soprattutto, a figure rosse attribuibili anche a grandi maestri come il Pittore di Berlino, Brygos, Douris, il Curtius Painter, etc. Lo scavo ha inoltre posto in evidenza resti delle fondazioni di una struttura a pianta quadrangolare, più che un sacello forse una tomba, alla quale potrebbero essere riferiti insieme a resti architettonici in nenfro quali parti di 3 colonne, di tegole di gronda e un bel capitello dorico etrusco, una raffinata testa maschile e 3 gruppi statuari sempre in nenfro, parzialmente conservati e raffiguranti giovani su ippocampi. Probabilmente impiegati con funzioni di acroteri tali sculture, di grande qualità e di netta impronta vulcente, sembrano databili intorno al 550-540 a.C. Si delinea dunque il quadro di una necropoli monumentale nell’ambito della quale si colgono soluzioni architettoniche di grandi complessità, alla cui realizzazione dovettero concorrere, come già a Pian di Mola, scultori di formazione vulcente, titolari di una produzione che alla luce dei dati oggi noti, possiamo ritenere stabilmente organizzata in loco. Ancora si sono rinvenute numerose terrecotte architettoniche arcaiche pertinenti parti di acroteri, tegole, coppi, antefisse del tipo Ara del Tufo, sime, lastre di rivestimento decorate a stampo con fregi figurati di tipi già attestati a T. (Moretti Sgubini - Ricciardi C 2011), materiali che documentano la presenza anche presso i tumuli di questo sepolcreto di due distinti sacelli forse destinati al culto funerario. In conclusione, gli importanti ritrovamenti di Guadocinto non solo offrono nuova conferma del ruolo di primo piano assunto dal nostro centro nell’ambito dell’Etruria interna (Moretti Sgubini C 2005), ma documentano anche come l’elevato grado di benessere di cui gode T. nel corso dell’età arcaica permanga sostanzialmente inalterato nel corso V sec. a.C.: ne sono, fra altre, concreta testimonianza le copiose importazioni di ceramica attica che in quest’epoca continuano ad affluire sul mercato tuscanese, forse grazie alla mediazione delle città etrusche centro-settentrionali e, segnatamente, di Orvieto (v. orVieto).

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[anna maria moretti sguBini]

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Tuscania (136 ii nE) - a

Tuscania (136 ii nE) - b