La desiderabilità sociale della Città Metropolitana di Trieste
TRIESTE MIA, 1945-1954: UN DECENNIO DI FRANCOBOLLI NARRA LA STORIA DELLA SECONDA REDENZIONE
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Trieste Mia, 1945Trieste Mia, 1945--1954: un Decennio di Francobolli 1954: un Decennio di Francobolli
narra la Storia della Seconda Redenzionenarra la Storia della Seconda Redenzione
di Giorgio Migliavacca
“Ah sì Trieste te son mia. Te vojo tanto ben!” Così finiva la popolare canzone che fece furore tra le due guerre
del secolo scorso ed esprimeva in musica e parole il sentimento della stragrande maggioranza degli italiani.
È ormai passato mezzo secolo da quando i soldati di Agamennone, questa è la descrizione che D.H.
Lawrence ci dà dei bersaglieri, tornarono a Trieste in una giornata di fine ottobre afflitta dal maltempo che
aveva finito col tarpare le ali alle grandi accoglienze previste.
Cinquant’anni orsono l’album dei francobolli di Trieste era giunto all’ultima pagina. Durante gli anni del
primo dopoguerra le emissioni di Trieste Zona A erano in auge sia in Europa che negli USA e il loro valore era
generalmente superiore a quello delle emissioni gemelle italiane dalle quali si distinguevano per la sovrastampa
A.M.G.F.T.T. (Allied Military Goverment Free Territory of Trieste ovvero Governo Militare Alleato Territorio
Libero di Trieste).
Il 26 Ottobre 2004 le Poste Italiane emisero un francobollo da 45 centesimi commemorante il cinquantesimo
anniversario della seconda redenzione di Trieste. Questo commemorativo è stato preceduto il 22 settembre da
un foglietto della Slovenia che riproduce la cartina del così detto “Territorio Libero di Trieste” Zone A e B e
ricorda il cinquantesimo anniversario del Memorandum di Londra che aveva posto fine ad uno strascico assai
pericoloso del secondo conflitto mondiale.
Buttatasi nelle braccia asburgiche fin dal quattordicesimo secolo, Trieste aveva assunto nei secoli successivi
una notevole rilevanza e
n e l l ’ O t t o cen t o e r a
descritta come l’unico
p o r t o i n d u s t r i a l e
del l ’impero austro -
ungarico. La “Guida dei
Viaggiatori in Italia”
pubblicata a Milano
dall’Artaria nel 1831 ci
dà questa descrizione:
“All’Illirico e non
all’Italia spetta, per vero
dire, questa città. Ma
italiani per la maggior
parte son gli abitanti,
italiani i costumi, italiano
il linguaggio (benché
n e l l ’ i n t e r n o d e l l a 4 Febbraio 1861: Raccomandata da Trieste a Vienna affrancata con cinque esemplari del 5kr, due
dei quali al verso della missiva come era prescritto per le raccomandate.
1
provincia si parli slavo), e sta nel fondo del golfo
Adriatico, che è mare esclusivamente italiano; dobbiamo
quindi riguardarla come parte integrante dell’Italia.”
Questo si scriveva alla luce del sole sotto il naso di un
Francesco Giuseppe appena nato, ma tra il dire e il fare...
Il nostro Risorgimento non completò la riunificazione
dello stivale e non sorprende perciò che alla fine dello
stesso secolo il movimento irredentista fosse più forte che
mai; l’Italia mostrava sintomi di un appetito coloniale ma
intanto non era riuscita a liberare Trento, Trieste e le zone
limitrofe che comprendevano l’Alto Adige a nord e l’Istria
a sud. La riunificazione fu completata soltanto alla fine
della prima guerra mondiale e nel 1919 Trieste diventò
italiana.
Purtroppo erano tempi grami per l’economia nazionale e la
riunificazione arrivò con un bagaglio non sempre
gradevole. Il colpo di grazia fu inflitto nel settembre 1943
con l’arrivo dei tedeschi che crearono l’Adriatische
Küstenland e introdussero la “Dienstpost” (posta di
26 Ottobre 2004: Cartolina Maximum con il francobollo commemorante il cinquantenario della seconda
redenzione di Trieste con annullo speciale del primo giorno di emissione usato a Trieste
Questo foglietto emesso dalla Slovenia nel 2004 per
commemorare l'accordo di Londra del 1944 riproduce la
carta geografica di Trieste A e B e dell'Istria fino alla
penisola di Fiume
2
servizio). Nel febbraio 1944 a Trieste vennero posti in uso i francobolli della Repubblica
Sociale Italiana (RSI) e a giugno apparvero i dentelli della serie “Monumenti distrutti”.
I partigiani del Maresciallo Tito occuparono la Venezia Giulia (V.G.) a cominciare dal
primo maggio 1945 avanzando pretese su tutta la regione. Questo sviluppo sorprese gli
Alleati che giunsero nella zona con un giorno di ritardo. L’occupazione jugoslava durò 42
giorni e lasciò non poche ferite. Sotto il profilo postale si eliminò l’uso dei francobolli
che venne rimpiazzato dall’apposizione sulla corrispondenza del timbro ovale
“PAGATO” con manoscritto l’ammontare pagato dal mittente.
Il Maresciallo Harold Alexander, comandante supremo delle forze alleate nel
Mediterraneo, seguendo le istruzioni di Churchill e valendosi di una dote innata per la
diplomazia riuscì ad ammansire Tito con un accordo firmato il 9 giugno a Belgrado che
prevedeva il ritiro delle truppe jugoslave da Trieste. Due giorni dopo, mentre il polverone
delle truppe jugoslave che si portavano ad ovest della Linea Morgan avvolgeva la zona,
furono emessi 11 valori della serie “Monumenti
distrutti” con sovrastampe apposte alla
tipografia Renato Fortuna. Le sovrastampe con
tanto di stella socialista recavano la data dell’arrivo degli jugoslavi “1
V 1945” - e la dicitura bilingue “TRIESTE TRST” oltre ad un
tassello per obliterare il nome della Repubblica Sociale. L’effettivo
uso postale di questi valori fu minimo e generalmente d’ispirazione
filatelica come del resto l’intera emissione che non fu accreditata da
alcuni tra i maggiori cataloghi europei e d’oltremare. Questi
francobolli cessarono la loro validità il 17 luglio per fare spazio a
quelli del Regno e della Repubblica Sociale.
“Una decisione finale è stata raggiunta e solo i francobolli del
presente governo italiano saranno usati nel territorio occupato,
Venezia Giulia, dopo essere sovrastampati come stabilito.” Così
scriveva dal quartiere generale del Governo Militare Alleato il 3 settembre il Maggiore Charles Turner, capo
delle comunicazioni postali. La decisione aveva risvolti politici e diplomatici poiché l’idea di usare francobolli
italiani non sovrastampati era stata esaminata e poi cestinata in quanto poteva essere invisa a Belgrado come
indiretta conferma che gli italiani tenevano le redini negli affari della Venezia Giulia. Agli italiani d’allora
l’uso della sovrastampa A.M.G.-V.G. su francobolli italiani non dava fastidio e interpretavano la cosa come
una soluzione machiavellica che dopo tutto utilizzava i francobolli nostrani e non quelli creati dagli Alleati. Va
comunque chiarito che l’utilizzazione di francobolli con emblemi fascisti per completare le forniture di queste
sovrastampe si rese necessaria per esigenze pratiche e non per scopi reconditi. Per una pura svista si intrufolo'
un foglio del 10 lire della serie "Imperiale" con tanto di fascetti a lato del cartiglio col valore facciale. Nel 1994
mezzo foglio fu rinvenuto in un lotto acquistato da un noto commerciante milanese. Tutti gli altri pezzi da 10
lire erano quelli senza fascetti emessi durante la Luogotenenza. Ovviamente i sovrastampati con fascetti
spuntano ancora prezzi alti.
Francobolli definitivi (noti come ordinari) vennero sovrastampati A.M.G.-V.G. alla Tipografia Fortuna ed
entrarono in uso il 22 settembre portando così a quattro i tipi di francobolli usati a Trieste nel ‘45: Occupazione
I francobolli della
serie Monumenti
Distrutti emessi dalla
Repubblica Sociale
Italiana furono
sovrastampati per uso
durante l'occupazione
jugoslava ma ebbero
uso limitato poiche'
emessi alla vigilia
della partenza delle
truppe di Tito
Nel 1997 furono necessarie grandi proteste per
convincere il governo italiano ad emettere un
francobollo per ricordare le drammatiche
circostanze dell'esodo degli istriani, fiumani e
dalmati. Il francobollo ha come elemento
centrale una fotografia del pirascafo
"Toscana" usato per l'evacuazioni degli esuli
3
Jugoslava, Regno, Repubblica Sociale Italiana e A.M.G.-V.G. La validità postale delle sovrastampe
settembrine cessò il 30 settembre 1947. Nel frattempo nel giugno 1946 l’Italia aveva votato per la repubblica
rendendo così obsoleti tutti i dentelli dei precedenti regimi — un processo semplice a dirsi ma non a mettersi in
pratica. Durante l’estate del ‘46 diversi valori della nuova ordinaria — nota a tutti come “Democratica” —
vennero sovrastampati per soddisfare la domanda e per sopperire all’andamento ineluttabilmente
inflazionistico delle tariffe postali.
Nelle Marzo del ‘46 Winston Churchill aveva descritto la situazione internazionale che aveva generato la
Guerra Fredda dicendo: “Da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso
il continente.” La citazione la dice lunga sull’importanza politica e strategica
della pedina triestina nella partita a scacchi tra il blocco occidentale e quello
socialista, e non a caso la proverbiale frase fu proferita negli USA.
Il 10 febbraio 1947 a Parigi l’Italia firmava un Trattato di Pace con gli Alleati
che comportò, tra l’altro, la creazione del Territorio Libero di Trieste (F.T.T.)
diviso nella Zona A (Trieste e il suo hinterland a nord) sotto
l’amministrazione anglo-americana, e la Zona B che comprendeva la parte
nord-occidentale dell’Istria sotto amministrazione jugoslava. A metà
settembre Gorizia e altre parti della Venezia Giulia occidentale furono
restituite all’Italia mentre Fiume, Pola e parte dell’Istria vennero assegnate
alla Jugoslavia.
Francobollo commemorante l'esodo dall'Istria, Fiume e Dalmazia emesso il 10 Febbraio 2005.
Nel 1947 francobolli jugoslavi furono
sovrastampati per uso nella Zona B
che era sotto l'amministrazione
jugoslava
4
20 Dicembre 1946 : Espresso diretto a Cleveland, Ohio, USA, affrancato per 77 lire con francobolli italiani sovrastampati
AMG VG. Si noti il bollo triangolare ROUTED VIA ACCO (Allied Censor Control Officer) col numero dell'addetto alla
nel triangolo interno. Dal 1945 al 1947 questo bollo era apposto a Trieste per indicare che la missiva era stata inoltrata
agli uffici censura degli alleati a Udine o Venezia poiche' non si poteva effettuare censura alcuna a Trieste in osservanza
ad accordi presi con la Jugoslavia
6 Gennaio 1946:
lettera diretta al
Kent affrancata
con francobolli
emessi dall'India
annullati col
doppio cerchio
della posta da
campo inglese a
Trieste numero
17 — FIELD
POST OFFICE
17
5
La diaspora degli
istriani, fiumani, e
d a l m a t i e r a
cominciata nel ‘43
e raggiunse i
massimi livelli nel
‘ 4 7 q u a n d o
l’ottanta per cento
degli italiani che
vivevano in quelle
regioni decisero di
abbandonare tutto
quello che avevano
per motivi socio-
e c o n o m i c i e
politici e anche per
sottrarsi dalla
discriminazione
razzista e dalle
p e r s e c u z i o n i .
Questo esodo in un mare di lacrime è stato ricordato da un dentello commemorativo emesso dall’Italia nel
dicembre 1997. Per nulla previsto dal programma filatelico questo francobollo fu approvato, stampato ed
emesso in meno di tre mesi: un miracolo se si tiene conto dell’iter burocratico e dei tempi di produzione. Ma
volere è potere, e fu infatti per quest’ultimo fattore che il miracolo si avverò quando, a metà settembre, il
Ministro delle Poste fu fischiato a Trieste dai profughi ed esiliati istriani e dalmati.
Il francobollo raffigura il piroscafo “Toscana” che fu inviato a Pola dal governo italiano per trasportare gli
esuli a Venezia. Questa emissione imprevista pone in un certo risalto la mancanza di un francobollo per
ricordare il cinquantesimo del Trattato di Pace di Parigi. Quindi non si può fare a meno di concludere che
anziché un ennesimo anniversario che lascia tutti indifferenti, eccetto coloro che devono giocoforza scrivere
discorsi, le beneamate poste hanno fatto loro malgrado giustizia emettendo un commemorativo che getta luce
su un dramma umano per tanti versi ormai dimenticato.
Il primo ottobre 1947 ben 37 valori con sovrastampa A.M.G.-F.T.T., comprendenti 14 francobolli della serie
ordinaria nota come “Democratica”, sei posta aerea e due espressi, e un “corredo” di segnatasse, pacchi e
recapito autorizzato venivano emessi a Trieste. La Zona B non fece cambiamenti immediati e continuò ad
usare i valori emessi a febbraio con la sovrastampa VOJNA UPRAVA JUGOSLAVENSKE ARMIJE
(Amministrazione Militare Jugoslava, abbreviata poi come VUJA). Le emissioni ad hoc per il Territorio Libero
di Trieste (S.T.T.) Zona B presero il via il primo maggio 1948 con un trittico che dava il benvenuto alla
giornata dei lavoratori. In seguito, emissioni specifiche per la Zona B furono alternate ad emissioni di
francobolli jugoslavi con sovrastampa VUJA-S.T.T. Tra le prime si deve ricordare l’emissione del 1951 di tre
valori dedicati al Festival della cultura italiana tenutosi a Pirano a cui fece seguito un valore per la Giornata
della cultura croata. Anche Belgrado era alla ricerca di un equilibrio.
11 Dicembre 1947: lettera diretta in Inghilterra affrancata con francobolli degli Stati Uniti annullati con
timbro delle poste dell'Esercito USA servite dall'ufficio di posta militare 209 stazionata nella zona di
Trieste — U.S. ARMY POSTAL SERVICE / A.P.O. 209 [A.P.O. sta per Army Post Office—Ufficio
Postale dell'Esercito]
6
Le sovrastampe della Zona A motivarono qualche critica, specialmente quelle
apposte sui commemorativi che non erano sempre discernibili ad un primo colpo
d’occhio. Con poche eccezioni si emisero a piè pari i commemorativi italiani con
l’orpello della sovrastampa, ma la Proclamazione della Costituzione e i valori per
Santa Caterina non apparvero a Trieste perché la loro inequivocabile “italianità”
avrebbe irritato Belgrado. Ci furono anche emissioni specifiche e tra queste i
sovrastampati per il Convegno Filatelico di Trieste del 1948 e le sovrastampe per
le varie Fiere di Trieste.
Nel 1949 fu emesso un francobollo per le elezioni amministrative a Trieste che
ebbe la sua controparte nell’emissione sovrastampata triestina. Questo dentello
sottolinea l’interesse con cui l’Italia seguiva gli sviluppi a Trieste, ma se proprio si
vuole un francobollo che rappresenti lo stato d’animo dell’intera popolazione si
deve girare pagina e guardare il dentello per la Fiera di Trieste del ‘52. Nella
primavera dello stesso ‘52 vi furono scontri, manifestazioni di protesta e scioperi
ai quali fece seguito un accordo firmato a Londra che diede al governo italiano il
diritto di partecipare alle decisioni ed all’amministrazione della Zona A.
D’altronde il messaggio del francobollo fieristico era inequivocabile e diciamo
pure provocatorio: il bandierone tricolore sovrasta San Giusto e tutto il golfo
triestino — Trieste è italiana!.
La tensione tra Roma e Belgrado raggiunse livelli talora preoccupanti, ma il 5 ottobre 1954 un nuovo e più
definitivo Memorandum venne firmato a Londra. La zona A veniva data all’Italia e la Zona B alla Jugoslavia
(divisa tra le repubbliche di Slovenia e Croazia). Il Trattato di Osimo (1975)
spianò anche i pochi punti di attrito rimasti e venne ratificato nel 1977.
Il 26 ottobre 1954 i primi soldati italiani e quattro navi da guerra entrarono nel
porto di Trieste tra il tripudio dei triestini ma una pioggia battente accorciò i
festeggiamenti. Il 4 novembre una folla immensa accoglieva il Presidente della
Repubblica Einaudi e il Presidente del Consiglio Scelba. Il 16 novembre 1954 le
poste triestine cominciarono ad usare i francobolli italiani senza alcuna
sovrastampa.
La nostra storia termina con una di quelle sorprese che fanno impallidire i
macchinosi intrecci di Agatha Christie. Il 26 ottobre l’Italia emetteva un
francobollo in onore di Carlo Lorenzini, il celebre autore di “Pinocchio”.
Secondo quanto ci viene detto dalle cronache contemporanee ben 220.000
francobolli con l'immagine di Pinocchio furono sovrastampati AMG-FTT e
quindi spediti a Trieste, dove però gli sviluppi sopraccennati rendevano
l’emissione obsoleta. A seguito di istruzioni ricevute da Roma, i nostri
pinocchietti triestini venivano rispediti al mittente con i sigilli dei pacchi ancora
intatti. Chissa'! Condannati alla fornace, probabilmente di essi avremmo avuto
solo un ricordo fotografico, ma il diavolo come di consueto ci mise la coda e
gradualmente 22 esemplari raggiunsero il mercato filatelico. Si disse che questi
“evasi” erano tra i pochi esemplari presentati ai VIP prima della revoca
1952: francobollo emesso
dall'Italia per la Fiera di
Trieste con sovrastampa AMG/
FTT per uso a Trieste. Con la
bandiera tricolore sventolante,
la raffigurazione era assai
provocante per la Jugoslavia.
Rimane tuttora il mistero della
mancanza del nome dell'artista
che aveva creato il bozzetto
(Corrado Mezzana) sul
margine inferiore del
francobollo
1951: francobollo della serie
ordinaria italiana "Italia al
lavoro" con sovrastampa AMG/
FTT con seconda sovrastampa
pubblicizzante la Fiera di
Trieste e raffigurante lo
stemma della citta' - l'alabarda
di San Sergio
7
dell’emissione, ma quando negli anni ’70 sul mercato apparve un multiplo le perplessità
non furono poche. E poi —recentemente — i blogger filatelici annunciarono la comparsa
di un altro foglio. Resta il fatto che nel 2002 fa un Pinocchio triestino spuntò 15.600 euro
ad un asta Bolaffi, un prezzo da favola anche per Lorenzini. Ora con la crisi dilagante i
prezzi saranno piu' ragionevoli. Il naso di qualche bugiardo si sarà pure allungato ma il
conto in banca può finanziare la chirurgia plastica. A noi mortali non resta che consolarsi
con la vista, e appunto per questo se volete vedere non uno o due Pinocchio triestini ma
bensì un foglio intero potete visitare il Museo Postale Italiano a Roma. Per il
collezionista filatelico e storico postale, Trieste, la Venezia Giulia, l’Istria, il litorale
sloveno e Fiume offrono un campo di ricerca che ha un potenziale enorme sia sotto il
profilo collezionistico che quello puramente di ricerca e specializzazione. I prezzi sono
nella maggioranza dei casi accessibili e il rapporto rarità-prezzo per i pezzi importanti è
ancora largamente a favore del collezionista medio. La letteratura specializzata non manca e per chi vuole
cominciare bene suggerisco il volume edito dalle Poste Italiane “Trieste fra Alleati e Pretendenti” di Franco
Filanci..
Il raro Pinocchio non-
emesso di Trieste A
Dimenticato da tutti, questo bozzetto per un francobollo progettato per il 1955 per celebrare la Seconda Redenzione di
Trieste si trova ora al Museo Postale a Roma. Non sono noti i motivi per la mancata realizzazione. Basta comunque
osservare questa bella composizione di Giovanni Savini—con tanto di arcobaleno tricolore che si estende a est verso la costa
opposta - per capire che avrebbe provocato l'indignazione di Belgrado. Nel 2004 il bozzetto fu utilizzato per la quarta di
copertina del libretto filatelico contenente un foglietto di quattro francobolli per le celebrazioni del cinquantenario triestino.
8
1954: ritaglio di una rivista inglese che riassume la situazione: "Addio Trieste!", e sottotitolo "I piumetti dei Bersagliari
rimpiazzano i pennacchi dei Fucilieri inglesi nel raffreddato punto caldo dell'Adriatico. " La foto grande mostra la folla esultante
che da un benvenuto caloroso al primo contingente di truppe italiane. Le due foto in basso, con data, mostrano l'arrivo della
fanteria leggera [1947] al confine jugoslavo fonte di ripetuti incidenti. A destra [1954] un maggiore inglese ispeziona il confine
con un colonnello jugoslavo. [copyright]
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