Tradizione e Modernita nella Pratica Contemporanea
Transcript of Tradizione e Modernita nella Pratica Contemporanea
Tradizione & Modernità nella pratica
contemporanea
Lucien Steil
"...Che tra il tradizionale e il nuovo, o tra ordine e avventura, non esiste una reale opposizione, e
che quello che chiamiamo tradizione oggi è una tessitura di secoli di avventura."
Jorge Luis Borges
Definizioni preliminari: Tradizione, Modernità, Contemporaneo, Pratica.
("Vocabolario della lingua italiana" Zingarelli,copyright 1970 Nicola Zanichelli)
TRADIZIONE: "Il tramandare notizie, memorie, consuetudini da una generazione
all'altra attraverso l'esempio o informazioni, testimonianze e ammaestramenti orali o
scritti..."
MODERNITÀ: "Aspetto e spirito nuovo della civiltà, nuovo modo di vivere e pensare
conforme alle condizioni, agli studi, alle aspirazioni ed esigenze odierne."
CONTEMPORANEO: "Che vive o si verifica nello stesso tempo."
PRATICA: "Il complesso delle azioni che si propongono la realizzazione dell’utile e del
bene morale."
Mulhern&Steil - Quartier Muhlenbach Lussemburgo - Competition
L'architettura e l'urbanistica sono necessariamente guidati da un desiderio di costruire. I
loro progetti e visioni propongono dei cambiamenti materiali e morali nell’ambiente
costruito delle società umane. Lo scopo principale dell'architettura é di concepire in un
modo consistente dei buoni edifici e delle buone città in una prospettiva di
realizzazione!
Purtroppo la Pratica dell'architettura rimane essenzialmente un perseguimento di
ideali. Sacrificare questi ideali di adeguatezza, di bellezza, di solidità, di permanenza,
nell'atto di costruire significa abbandonare il campo dell’architettura. Sappiamo quanto
una pratica senza scrupoli durante alcune decadi ha coperto di vergogna le professioni
di architetto e di urbanista. Questo ha provocato una lunga crisi morale e culturale e ha
seriamente indebolito l'autorità e la credibilità delle nostre professioni!
Kaltreis, Prospetto 1981, Lucien Steil
Il Contemporaneo
Che vuole dire praticare l’architettura in una "situazione contemporanea?" La pratica
dell'architettura e dell'urbanistica tradizionali sarebbe antagonistica al contemporaneo?
O dovremmo forse considerare la pratica contemporanea come una conformazione
delle visioni della nuova architettura tradizionale, della sua efficacia e della sua
praticabilità?
Intanto il confronto dell’Ideale con il Reale non è unicamente un problema del mondo
contemporaneo: é stato un tormento permanente dell’umanità!
Confrontare il "mondo reale" non significa lasciare ideali di eccellenza ma permette di
consacrare la realtà come manifestazione di una creazione sacra ed eterna. La
produzione dell'architettura e dell'urbanistica deve interessarsi alla realtà della
costruzione contemporanea, della tecnologia contemporanea, dei programmi
contemporanei, delle condizioni sociali, culturali e economiche contemporanei, non
certamente con un pregiudizio di fatalità, ma come una opportunità di scelte! (cfr. Leon
Krier: "Choice or Fate")
Al-Esch Piazza – Prospettiva, 1980, Lucien Steil
Qualsiasi realizzazione e qualsiasi azione sono orientate da scelte che trascendono le
condizioni esistenti. La pratica dell'architettura e dell'urbanistica non é imprigionata
nelle contingenze del "mondo reale". I progetti architettonici e urbanistici informano la
situazione contemporanea su altri potenzialità, su delle prospettive più ampie, su delle
trasformazioni sublimi... La pratica dell'architettura e dell'urbanistica educa la realtà
con delle visioni ispirate e delle scelte colte.
In questi ultimi anni molti progetti di edifici, sviluppi urbani, nuove città e quartieri ecc.
sono stati costruiti con successo in un modo tradizionale. Sono stati costruiti proprio
nella realtà della "situazione contemporanea" contraddicendo lo scettico "cliché" a
proposito delle "assunzioni irreali" dei nuovi architetti e urbanisti tradizionali! A quelli
che continuano a pretendere: "Ma non si può oggi costruire così !" Leon Krier
risponderebbe: "Voi forse no, ma io sì!"
Retour de Potsdam, 1996, Lucien Steil
Ora lo scopo essenziale di tutte queste opere non é stato di riflettere sulla
contemporaneità.
Non é neanche di capire come una dichiarazione polemica contro la modernità o anche
contro il modernismo!...Queste realizzazioni si preoccupano semplicemente della
costruzione di strutture e di posti belli, confortevoli e duraturi per essere abitati con
dignità, piacere e amore!
Io non credo che la bruttezza, il nonsenso e l'inadeguatezza siano delle questioni di
opinione personale solo, ma delle caratteristiche identificabili che possono essere sentite
e condivise da un maggioranza di persone. Il buon gusto e le buone maniere si possono
insegnare, ma l'intuizione della bellezza é una proprietà inerente dell'uomo come
microcosmo della natura, nella sua unione indissolubile di corpo, anima e spirito!
Stageset – Lussemburgo, 1983, Lucien Steil
La contemporaneità non può essere ridotta a una permanente umiliazione del nostro
giudizio morale e del nostro buonsenso estetico!
La contemporaneità non é una qualità, non é uno stile, non é una religione, non é una
saggezza, non é un'abilità, non é una estetica, non é una promessa, non é un ideale e
neanche una delusione!
Quello che é semplicemente la contemporaneità, é il fatto di essere qui, adesso!
La contemporaneità qualifica soltanto il momento nel quale viviamo...Ne possiamo
essere entusiastici o no, e purtroppo rimaniamo tutti contemporanei!
Piazza – schizzo 1978, Lucien Steil
Sfidare delle situazioni contemporanee attraverso la nostalgia e delle proiezioni
"Revivalismo" é sempre stato una pratica abbastanza salutare per ricentrare la dinamica
culturale...Guardare il futuro non come una ipotesi di salvazione, ma come una parte
immanente della nostra memoria, si é dimostrato essere una ricompensa e
un’ispirazione più di qualsiasi teoria di rivoluzione futuristica.
"L'atto del Revivalismo implica simultaneamente una reazione e una riaffermazione; é un gesto
di rivalutazione, ma anche di rigenerazione, sottolineando quanto nella creazione umana é
finalmente un atto di ri-creazione."
Jorge Rigau
Counter Project for a new quarter in Kaltreis, Lucien Steil
Il Futuro purtroppo non é mai stato questa anticipata esperienza esaltante...lo "shock of
the future"!
Quando ci arriva il Futuro, é già diventato Presente e poi torna rapidamente al
Passato....!
Le utopie romantiche che considerano il contemporaneo come il portale di una nuova
dimensione storica: "Il Futuro" è forse nostalgie meravigliose e attrattive....Sono
probabilmente umane e naturali quanto quelle nostalgie retrospettive di un "età aurea"
mitica...
Contribuiscono a una rivalutazione della nostra eredità culturale, alla ridefinizione del
nostro mondo e di nostri valori attuali. Se le nostalgie sono spesso una reazione a una
mancanza di pienitudine e di opportunità, stimolano anche la ragione e
l'immaginazione in delle proiezioni liberate della pesantezza del Reale.
Purtroppo l'ossessione paranoica delle utopie futuristiche esprime un conflitto serio con
la contemporaneità. Svela probabilmente un'impotenza a trascendere la realtà in una
prospettiva di un mondo migliore.
Personalmente preferisco guardare il futuro come una parte di una visione olistica che
guida le nostre azioni e proiezioni in un senso di continuità, saggezza e emulazione.
Sfidato nella sua apparente mancanza di entusiastica contemporaneità, l'architetto
egiziano Hassan Fathy scriveva:
"Ora se dobbiamo riconciliare il tempo con la definizione di contemporaneità dell'architetto,
dobbiamo dire che per essere "rilevante nel suo tempo", per essere "contemporaneo", un'opera
d'architettura deve riempire queste condizioni: deve essere una parte dell'agitazione e dello
scompiglio, della marea bassa e della marea alta della vita quotidiana; deve essere collegata
armoniosamente al ritmo dell'universo, e deve essere consonante con il livello corrente della
conoscenza umana sul cambiamento."
E più avanti aggiunge:
"Intanto tutta la grande architettura é contemporanea al suo tempo, rilevante alla sua situazione
nello spazio, nel tempo, nella società umana, - ma anche eterna. Senza quest’essere eterna,-
quest'essere in armonia con il cosmos e l'evoluzione della vita, nessun'architettura può essere
chiamata contemporanea."
Hassan Fathy
Marsham Street Competition – London, 1993, Mulhern & Steil
La Modernità
Anche se i "moderni" non posseggono esclusivamente questo secolo come sembrano
pretendere, mi sembra che nessun altro periodo nella storia umana sia mai stato tanto
preso della sua modernità!
Tanti individui, istituzioni, scuole, e particolarmente gli istituzioni d'arte e di
architettura sembrano tanto ansiosi di esprimere questa immagine di una modernità
ostentata. Molto spesso dimenticano i principi fondamentali della loro "ragione
d'essere".
"Modernità" é diventato un qualificativo autogiustificante senza nessuna connotazione
di qualità e di conforto intrinseca. La riduzione settaria della modernità é in fin dei
conto una nostalgia delle avanguardie, queste avanguardie dell'inizio del XX che sono
diventate dei fossili storici per alcuni, delle reliquie per altri e purtroppo dei paradigmi
eroici per certi "revivalisti"...C'è anche l'appropriazione abusiva della modernità dai
modernisti chi si sono canonizzati loro stesso tra un sistema dogmatico di convenzioni
estetici e di direttive formali. La richiesta suprema ne stabilisce la rottura, la confusione,
la collisione e la disarmonia come delle categorie ontologiche! Questa somma
modernista é completata e rinforzata dal relativismo assurdo della filosofia
decostruttivista recente. La sintesi ne risulta essere una dottrina rivoltante di nichilismo
culturale e nei casi migliori un "laisser-faire" per qualsiasi sperimentazione liberata del
senso comune!
Questa "modernità modernista" diventata ortodossia, mantiene e diverte una piccola ma
potente elìte la cui carica principale consiste a giustificare la sua preziosa inutilità. La
maggior parte delle scuole d'architettura e di arte e delle istituzioni culturali si ritrovano
adesso come degli "imperatori senza vestiti".
Au Bon Marchè, Mulhern & Steil
Accecati della vanità non si rendono più conto della loro nudità! Abusando dell'autorità
istituzionale non offrono altro che confusione accademica. Celebrano la loro vacuità
metafisica e le loro miserie artistiche coltivando fieramente dei vasti depositi di
ignoranza e di bruttezza.
Dovremmo noi allora preoccuparci della modernità?
Quelli che danno tanta importanza alla questione della modernità, non é che si
impegnano in un mondo artificiale di valori relativi e di frivolità, in un mondo dove il
senso comune non fa più senso, e dove la ragione ha perso il lume della ragione?
Ora posso anche capire il fascino della modernità come una materia intellettuale e
culturale che merita delle investigazioni più profonde....Sinceramente mi va benissimo
la situazione contemporanea.
Non sono neanche terrorizzato da una autentica modernità anche se mi sembra
eccessiva l'attenzione dispotica che ci chiede questa originalità della nostra epoca.
Ammetto di guardare indietro abbastanza spesso: È la vista più bella! E poi sono anch'io
nostalgico, non tanto di un periodo storico particolare, ma della somma accumulata di
cultura storica come potenzialità del nostro tempo!
Mi piace essere un nostalgico militante nel senso definito dal scrittore J.W.von Goethe
nell’800:
"Non c’è niente del passato per il quale si può languire, c’è soltanto un eterno nuovo che è
formato dagli elementi estesi del passato e la vera nostalgia é sempre stato produttiva a creare
una nuova eccellenza."
Ora la vera modernità è a mio senso un’affermazione positiva dell'epoca nella quale si
vive. Questo non significa un entusiasmo cieco e un sostegno muto. Sarà piuttosto
un'attenzione critica alle differenze di quest'epoca con quelle precedenti senza indurre
che quelle ultime dovrebbero essere rigettate.
Al-Esch Public Housing, 1986, Lucien Steil
È la coscienza di una sensibilità diversa e di una percezione fresca del tempo e dello
spazio.
Intanto questa modernità non si propone di opporsi a dei valori e dei paradigmi
continui di bellezza, di conforto e di permanenza.
La modernità é dunque un senso acuto di originalità di una cultura particolare in un
momento particolare dello spazio e del tempo. Questa originalità contemporanea é
soltanto significativa nel suo rapporto con l'originalità delle culture del passato. La
modernità in questo contesto deve essere contraria all'amnesia, perché qualcosa non
può essere misurato come diverso, originale, innovativo, nuovo a quello che non è
riconosciuto o deliberatamente dimenticato e ignorato!
Così essendo l'esperienza vibrante di unicità di qualsiasi periodo nella storia, la
modernità é simultaneamente l'esperienza intimamente legata a un presente
contemporaneo con la sua memoria storica. Conseguentemente non può essere in
contraddizione con la pratica contemporanea dell'architettura e dell'urbanistica
tradizionali.
Questo é ora una polemica artificiale e inutile nel confronto obsoleto tra modernità e
tradizione!
Insomma la qualità e il valore della pratica architettonica possono essere giudicati
soltanto della sua efficacia a creare nel disegno e nella realizzazione dei buoni
edifici, delle buone città, dei buoni giardini e paesaggi in una prospettiva di un
mondo migliore.
Se ci sono altre ragioni per dare attenzione alla modernità, una potrebbe essere la
seguente: sfidare la "routine", l'autocontemplazione e l'autocompiacimento che minaccia
qualsiasi impegno umano.
Dépot Buchholtz, 1996, Mulhern & Steil
Quest'entropia é un fenomeno naturale, una tendenza alla stagnazione, l'unico stato
della vita organica e intellettuale dove non succede più nessun cambiamento! Infatti la
modernità si é sempre presentata come un campanello d'allarme per delle culture
stagnanti...
Però, quello che é più importante é l'opportunità costante di interrogare profondamente
la situazione contemporanea e il suo potenziale e di ricuperare, nella prospettiva di un
mondo migliore, il suo sapere operativo, la sua strumentazione altamente sofisticata di
informazione e di comunicazione e la sua logistica perfezionata....
Oltre i numerosi problemi del mondo contemporaneo e della sua globalizzazione, ci
sono evidentemente delle nuove opportunità positive, un programma umanistico, un
progresso reale della tolleranza e della giustizia sociale, una popolarità della solidarietà
internazionale, una volontà di coesistenza pacifica, uno sviluppo delle politiche
umanitarie, una nuova attitudine verso l'ambiente e il riconoscimento della ricchezza
della diversità umana ,ecc.
Ci sono tante altre sfide non da essere considerate perché evocano i fallimenti e i
disavanzi contemporanei, ma perché sono delle reali opportunità di investire la "Real
World"...Sono i veri territori della creatività e dell'invenzione....Sono le autentiche
frontiere dell'immaginazione e della poesia!
La preservazione dell'ambiente naturale e l'economia delle risorse naturali.
Il miglioramento del lavoro, dell'artigianato, del saper fare in un contesto di educazione
e di formazione come alternativa alla disoccupazione strutturale.
La promozione di una politica edilizia dignitosa, di quartieri sostenibili, di centri urbani
vitali.
L'elaborazione di procedure più democratiche e partecipative nei processi di creazione,
di scelta e di decisione della politica edilizia.
La riorganizzazione dello sviluppo immobiliare e dell'industria edilizia in un senso di
economia territoriale e rispetto dell'ambiente, di equilibrio armonioso tra città e
campagna, di emulazione regionale e di identità locale.
La promozione e il rafforzamento di identità regionali e locali e il sostegno di una
convivialità multiculturale.
La ricostruzione di una cultura popolare dell'arte e dell'architettura come alternativa
a una pratica elitaria che considera l'architettura e l'urbanistica come privilegi sociali!
L'architettura e l'urbanistica devono reintegrare la Civitas e lo spazio della vita
pubblica e preoccuparsi di nuovo della realtà complessa delle comunità umane!
La Pratica dell'Architettura Tradizionale
La pratica dell'architettura tradizionale richiede un sincero impegno etico per la gente,
per i loro paesi, per le loro culture e per le loro tradizioni particolari...Questo impegno
non é sottomissione né opportunismo servile! Le attitudini etiche non sono da ridurre
all'accettazione passiva di sistemi dominanti di valori e di convenzioni morali...L'etica
come filosofia dell'azione giusta domanda da una parte la distinzione tra virtù civica e
privata (La virtù é "l'amore attivo del bene" ), e dall'altra, tra costumi arbitrari e pratiche
obsolete e corrotte di falsa moralità.
Gli architetti tradizionali contemporanei sono dedicati ad una modernità che
contribuisce a discernere il più appropriato e il più efficiente, il più umano e il più
ecologico nel potenziale del nostro tempo.
L'architettura e l'urbanistica tradizionali sono basati su una filosofia positiva della vita,
sulla fede nell'umanità, sul rispetto dell'ambiente e delle culture storiche come
un'eredità comune dell'umanità e sul patrimonio inviolabile del genio e del saper fare
delle generazioni precedenti di artigiani, artisti e cittadini impegnati. L'architettura e
l'urbanistica tradizionali richiedono un senso di modestia e di umiltà del creatore
individuale verso la creazione sacra dell'universo, così come una solida intuizione della
permanenza e dell'universalità dei concetti di bellezza, di armonia, di giustizia, di verità
e di bontà.
La tradizione tramanda un sapere selezionato, un’esperienza testata storicamente, così
come un’eredità di modelli, di tipi, di tecniche, di vocabolari formali ecc. È davvero un
processo dinamico, un impegno continuo e un sviluppo vivo, piuttosto che un’eredità
statica di dogmi e di ricette immutabili. La tradizione é responsabile di portare avanti
una cultura ereditata oltre le contingenze e improvvisazioni del momento. Per rimanere
vitale, viva e rilevante deve essere guadagnata, consolidata e arricchita da ogni singola
generazione nella prospettiva di ideali universali di civiltà! Ci vuole dunque un
constante sforzo di appropriazione di sapere, di esperienza e di tecniche; ci vuole
l'impegno paziente e assiduo per una ricostruzione intellettuale, artistica e materiale ...
"Quello che hai ereditato dai tuoi antenati, meritalo per poterlo possedere!" J.W. von Goethe
Nella sua introduzione a "La Crisi della Cultura" di Hannah Arendt, lo scrittore francese
René Char scrive:
"La nostra eredità ci é stata tramandata senza testamento"
Questo commento suggerisce lo sforzo creativo e inventivo necessario per operare nella
tradizione...Evidentemente non ha niente a che fare con "copiare solamente delle
formule del passato.." come i critici instancabili dell'architettura e dell'urbanistica
tradizionali continuano a pretendere sarcasticamente!
Architetti e Urbanisti Tradizionali
Non aspirano alla realizzazione di edifici firmati e di fama ufficiale. Non possono
contare sul sostegno prestigioso delle università e delle istituzioni. Sono esclusi dalla
maggior parte delle riviste d'arte e d'architettura contemporanei che sono riservati alla
propaganda del modernismo (e che pubblicano probabilmente meno del 5% della
produzione architettonica del mondo firmata da pochi nomi di una lista ristretta di "Star
Architects").
Rimangono artigiani, apprendisti della loro arte, maestri però di una cultura storica
popolare.
Dividono consapevolmente i loro meriti con delle intere generazioni precedenti di
architetti e artigiani. Se la maggior parte di loro rimane anonimo come il "Baumeister"
medievale, il loro anonimato é glorioso...
Gli architetti e gli urbanisti tradizionali trovano le ricompense eccezionali della loro
professione nei piaceri del loro lavoro, nelle delizie dei loro disegni, nel prestigio
dell'accettazione popolare, nell'eccellenza degli loro edifici e sviluppi urbani.
Il loro lavoro è consacrato dall'evidenza pubblica e dall'approvazione popolare per
causa della sua bellezza, del suo conforto e della sua efficienza e non da onori
professionali, premi accademici o certificati di garanzia per qualsiasi versione
autorizzata di modernità!
http://www.amazon.com/Traditional-Architecture-Timeless-Building-Twenty-
First/dp/0847840808
“A comprehensive overview of current trends in classicist and vernacular
architecture. This book presents 130 projects that reconsider what it means to
practice as a traditional architect in the twenty-first century, including a
substantial body of work from non-Western countries as well as work by
contemporary masters of classical design such as Robert A. M. Stern, Allan
Greenberg, Andrés Duany and Elizabeth Plater-Zyberk, and Quinlan and Francis
Terry. The projects assembled here highlight the awareness of a sustainable
localism and the continuity of traditional building crafts on a global scale and
reveal the resilience and originality of traditional building cultures….”.