storia e teologia della devozione alle Sante Piaghe e alla Divina Misericordia

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SALUS IN PLAGIS Elementi di teologia della devozione delle Sante Piaghe Vito Sibilio “Per le Sue Piaghe siete stati guariti” (San Pietro) La salvezza sta nelle Piaghe di Cristo. Come già disse per bocca del profeta Isaia – Per le Sue Piaghe siamo stati guariti – lo Spirito Santo attesta che il Servo di Dio sofferente, il Suo Agnello – in ebraico agnello e servo si dicono con la medesima parola – ci ha redenti subendo maltrattamenti, torture e violenze nel Suo vero Corpo. Tale sofferenza subita lo rende Christus passus et patiens. Tale sofferenza si concretizza nelle Sue Piaghe. La devozione alle Piaghe è la devozione al Cristo che subisce dolore per noi sino alla morte, è la devozione alla sofferenza patita e impressa nel Suo Corpo perché Egli divenisse il principio attivo della Santificazione universale. L'oggetto formale e materiale della devozione non coincidono, sebbene le Piaghe, impresse nel Corpo Divino di Gesù, siano adorabili come tutta la Sua Umanità e predicabili, tramite la Natura Umana, di tutta la Sua Persona diofisita. Le Piaghe sono canonicamente Cinque, delle Mani e dei Piedi e del Costato, perché queste sono le più atroci; ma vi si aggiunge in primo luogo quella della Spalla Destra e in seconda istanza l'insieme di quelle impresse dalla Flagellazione e dalla Coronazione di Spine, nonché dalle Cadute sotto la Croce, sino a tutte quelle causate dai maltrattamenti dei Sinedriti, dagli Erodiani, dai Romani e da quelle causate dalla Sudorazione di Sangue. Ne tratteggeremo gli aspetti devozionali, cominciando dalla natura di questa pietà sulla scorta delle mistiche rivelazioni avute da Brigida di Svezia dallo stesso Gesù nel 1350 per poi passare alla storia e alla teologia della pratica in questione. NATURA DELLA DEVOZIONE

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SALUS IN PLAGISElementi di teologia della devozione delle Sante Piaghe

Vito Sibilio

“Per le Sue Piaghe siete stati guariti”

(San Pietro)

La salvezza sta nelle Piaghe di Cristo. Come già disse perbocca del profeta Isaia – Per le Sue Piaghe siamo statiguariti – lo Spirito Santo attesta che il Servo di Diosofferente, il Suo Agnello – in ebraico agnello e servo sidicono con la medesima parola – ci ha redenti subendomaltrattamenti, torture e violenze nel Suo vero Corpo. Talesofferenza subita lo rende Christus passus et patiens. Talesofferenza si concretizza nelle Sue Piaghe. La devozione allePiaghe è la devozione al Cristo che subisce dolore per noisino alla morte, è la devozione alla sofferenza patita eimpressa nel Suo Corpo perché Egli divenisse il principioattivo della Santificazione universale. L'oggetto formale emateriale della devozione non coincidono, sebbene le Piaghe,impresse nel Corpo Divino di Gesù, siano adorabili come tuttala Sua Umanità e predicabili, tramite la Natura Umana, ditutta la Sua Persona diofisita. Le Piaghe sono canonicamenteCinque, delle Mani e dei Piedi e del Costato, perché questesono le più atroci; ma vi si aggiunge in primo luogo quelladella Spalla Destra e in seconda istanza l'insieme di quelleimpresse dalla Flagellazione e dalla Coronazione di Spine,nonché dalle Cadute sotto la Croce, sino a tutte quellecausate dai maltrattamenti dei Sinedriti, dagli Erodiani, daiRomani e da quelle causate dalla Sudorazione di Sangue. Netratteggeremo gli aspetti devozionali, cominciando dallanatura di questa pietà sulla scorta delle misticherivelazioni avute da Brigida di Svezia dallo stesso Gesù nel1350 per poi passare alla storia e alla teologia dellapratica in questione.

NATURA DELLA DEVOZIONE

La contemplazione del mistero delle Sante Piaghe parte dallaconstatazione che ogni dolore subito da Cristo diviene causaagente della nostra santificazione e giustificazione. IlCristo, dolcezza eterna dei Suoi amanti, gioia oltre ognidire e immaginare, salvezza e amore dei pentiti, volleincarnarsi per soffrire secondo un decreto eterno, vollepatire nella Sua anima la tristezza mortale, volle saturarsidi obbrobri per essere causa di contrizione, confessione eremissione dei peccati. Letizia degli Angeli e paradiso didelizie, si fece orribilmente tormentare con parole,percosse, violenze allo scopo di liberarci dai nostri nemicispirituali, di radunarci sotto le Sue ali e di donarci lasalvezza eterna. Onnipotente Creatore, immenso eincomprensibile, si lasciò trapassare le mani e i piedi – incui agevolmente potrebbe contenere quanto esiste- si feceslogare le Sue ossa e sopportò atroci e inesplicabili doloriper produrre in noi l'amore e il timore di Lui. Medicoceleste, per curare le nostre piaghe si lasciò issare sullaCroce con le membra già lacerate, subendo strazio dalla testaai piedi, impetrando da lì misericordia su noi crocifissori,onde la memoria della Sua Passione giovasse ad una pienaremissione dei nostri peccati, conformemente alla Suasmisurata carità e misericordia. Specchio di eternachiarezza, si lasciò affliggere dalla visione di coloro chenon avrebbero tratto frutto dalle Sue sofferenze, ne subì glioltraggi e assolse il Buon Ladrone, perché tramite lui ognipentito fosse da Lui assolto nel momento della morte.Il Signore Gesù Cristo, Re amabile, volle conoscere ildisprezzo e la nudità sulla Croce da cui pendette, senzaavere nessun conforto e con la Madre sotto gli occhi; volleaffidarla al discepolo che non era fuggito e, associando aiSuoi i dolori di Lei, ci spinse alla fiducia che ci permettedi essere consolati da Lui in ogni afflizione e tribolazione.Fonte di dolcezza infinita, volle sentire la sete in Crocedella salvezza dell'umano genere, onde estinguerla nellanostra, quando fosse del desiderio di vivere santamente e nondelle concupiscenze. Dolcezza dei cuori e soavità dellospirito, provò l'amarezza dell'aceto e del fiele in punto dimorte per dare a noi la possibilità di ricevere il Suo Corpoe Sangue in punto di morte come rimedio e consolazione.

Giubilo dello spirito, conobbe angoscia e dolore perl'amarezza della morte e l'insulto dei Giudei, onde nessunodi noi fosse lasciato solo da Lui nella nostra ora dellamorte. Principio e termine del nostro amore, volle diventarlosuscitando in noi una carità perfetta in virtù del mare dipatimenti in cui si sommerse dalla testa ai piedi,conformemente alla profondità e alla larghezza delle Suestesse Piaghe, misura della perfezione dell'amore.Il Redentore, profondo abisso di pietà e misericordia, volleche in Lui si scavassero piaghe profonde, che scendesserooltre la carne, fino al midollo delle ossa e alle intimeviscere del cuore, così che tale abisso colmasse quello deinostri peccati e noi, sollevati da essi, fossimo nascostinelle Sue ferite. Specchio di verità, si fece ricoprire dipiaghe; segno di unità, si fece lacerare; legame di carità,fu insozzato dal Suo stesso Sangue; in ragione di ciò, conquel Sangue scrisse le Sue ferite nel nostro cuore, perchénella contemplazione dell'amore e nella considerazione deldolore della Passione potessimo accrescere l'uno e rinnovarel'altro, perseverando in tutta la vita nella gratitudine pertutti i beni e meriti che solo dalla Croce ci possono venire,albero di mistica vita i cui frutti gustosi sono proprio lePiaghe del Redentore. Re invincibile e immortale, soffrìperché si rese vulnerabile e mortale così da perdere ogniforza, onde noi avessimo misericordia in punto di morte perla Sua angustia e dolore. Unigenito del Padre, splendore eimmagine della Sua sostanza, dopo aver raccomandato umilmenteil Suo Spirito piegò il capo e aprì le viscere dellamisericordia per dare la Vita per noi, onde fossimofortificati nelle tentazioni, vivessimo in Lui soltanto efossimo da Lui accolti in punto di morte in Cielo. Vita verae feconda, si fece squarciare il Costato onde uscisse ognigoccia residua di Sangue mista ad Acqua, per la nostracontrizione e conversione. Egli accettò tutte le Piaghe conamore immenso e ora, tramite esse, accetta allo stesso modola nostra devozione onde condurci alla salvezza e concederciogni grazia.

TEOLOGIA E STORIA DELLA DEVOZIONE ALLE SANTE PIAGHE

I Quattro Vangeli attestano l'esistenza delle Piaghe sul

Corpo adorabile del Redentore, aperte dai flagelli, dallespine, dai chiodi e dalla lancia. Tra di esse Cinque sono dasempre considerate le Maggiori, quelle che trafissero lemani, i piedi e il Costato. Esse furono profetizzate (Is 53,5; Sal 21, 17) e continuarono ad esistere nel Corpo gloriosodi Cristo, dopo la Resurrezione, come prova del fatto che erarealmente accaduta (Gv 20, 25-29). Infatti in Esse Tommaso èinvitato a mettere le dita, mentre gli altri Apostoli sierano limitati a contemplarle. Da questi luoghi biblici presele mosse lo sviluppo della teologia delle Sante Piaghe.Per i Padri della Chiesa, le Piaghe erano la prova dellaResurrezione dell'autentico Corpo di Cristo, lo stesso cheera salito in Croce, contro le eresie dei Docetisti, degliGnostici, dei Monofisiti e degli Apollinaristi1. Tra di essi,Tertulliano (155 ca.-230 ca.) suggerì l'equiparazione traAdamo addormentato e Cristo morto, in quanto dal fianco dientrambi era stata tratta la rispettiva compagna, dal primoEva e dal secondo la Chiesa, scorgendo peraltro l'Africanonell'acqua e nel sangue i segni sacramentali e del martirio.Il valore intrinseco, foriero di riscatto, dell'acqua e delsangue fu poi suggerito da Origene (185-254), daSant'Ippolito di Roma (170 ca.-235), da San Pier Crisologo(380-450) e da Sant'Ambrogio (339/40-397). Venne poil'equiparazione tertullianea modificata da San GiovanniCrisostomo (344/54-407), il quale preferì vedere raffiguratinell'acqua e nel sangue il Battesimo e l'Eucarestia; dandoper tal modo anche un senso più proprio all'idea dellanascita della Chiesa - rappresentata dai due sommi sacramenti- dal Costato ferito di Cristo2. Questi evidenziò che lePiaghe di Cristo sono di per se stesse il prezzo del nostroriscatto, o almeno parte integrante di esso. Sant'Agostino(354-430) si mosse su questa stessa lunghezza d'onda conmolta intensità. Eccone una citazione vibrante: «Cristo è la nostrasalvezza. Cristo che fu trafitto per noi e confitto con i chiodi sulla Croce, quindi

1 Ireneo di Lione, Tito di Bosra, Epifanio di Salamina, Girolamo, Atanasiodi Alessandria, Teodoreto di Ciro sono tra i nomi più illustri di coloro chediedero questo insegnamento.2 L'interpretazione di Tertulliano fu accolta da s. Cipriano, s. Atanasio,s. Cirillo di Gerusalemme, s. Gerolamo, Rufino ecc., e divenne assai diffusa.Sotto la forma del Crisostomo fu invece divulgata soprattutto da s, Agostino;sotto l'influsso del grande Dottore ipponense, e poi di s. Beda Venerabile e dis. Giovanni Damasceno, divenne comune ai medievali ed ai moderni.

deposto dalla croce e seppellito. Risuscitò poi dal sepolcro risanato dalle ferite, maritenendo le cicatrici. Pensò infatti che giovasse ai Suoi discepoli ritenere le Suecicatrici per guarire nei loro cuori le ferite dell'infedeltà ». In genere,Sant'Agostino mostrò come la persistenza delle Ferite sulCorpo di Gesù attesta il compimento della Redenzione, essendostata la Sua offerta gradita al Padre e divenendo perciò Essecome dei trofei, dei segni di regalità, delle modalitàmediante cui conservare l'efficacia della Redenzione; lePiaghe di Cristo quindi sono divenute il rimedio che sanaogni piaga umana, fisica e spirituale. Perciò invalse benpresto l'idea che le Piaghe della Croce fossero le piùemblematiche di tutta la Passione3. Esse sono il rifugioaperto nel Corpo di Cristo, Mistico Sposo, perché l'animafedele vi entri e vi dimori sicura4. Con Esse ostese ilGiudice tornerà alla fine dei tempi5. Esse sono, con la Croce,il Segno del Figlio dell'Uomo, che tutti contempleranno (Mt24, 30). Per usare le parole di San Beda il Venerabile (672ca.-735): «Certamente per pura bontà dopo aver fatto il più tralasciò di fare ilmeno: ossia dopo aver distrutto il regno della morte non volle cancellare i segnidella morte. E lo fece in primo luogo per rafforzare nei Suoi discepoli la fede nellapropria Risurrezione. In secondo luogo per avvalorare la propria intercessionepresso il Padre, con il mostrare quale Morte Egli abbia sofferto per la salvezza degliuomini. In terzo luogo affinchè coloro che Egli aveva redenti con la propria Morte,vedendo i segni di quella stessa Morte comprendessero sempre meglio con quantamisericordia fossero stati salvati: e perciò non cessassero dal cantare in eterno lemisericordie del Signore. Infine Egli vuole mostrare i segni delle Sue Ferite anche aireprobi nel giudizio finale, per indicare quanto sia giusta la loro condanna ».L'importanza delle Piaghe nella teologia medievale crebbecostantemente e si chiarificò nelle questioni fondamentali,come il valore meritorio della Piaga del Costato, lapersistenza delle Piaghe nel Corpo glorioso e la sua ragione,il loro stato, la loro valenza.6 Una prima forma di devozione3 Gerolamo, Venanzio Fortunato, Leone Magno, Gregorio Magno sono i Dottori più importanti che insegnarono questa dottrina.4 Eucherio e Giusto formulano intensamente questo concetto mistico.5 Giovanni Crisostomo, Eucherio, Cesario, Eligio enunciano questa dottrina.6 Origene, Alberto Magno, Tommaso d'Aquino, Francisco Suarez, Ubertino daCasale, Bonaventura, Rodolfo l'Ardente, Antonio da Padova presero in meritosignificative posizioni. Si discusse se la Piaga del Costato, impressa dal colpodi lancia vibrato dopo la Morte del Redentore, potesse avere valore espiativo;alcuni conclusero per la mancanza di valore obiettivo in tal senso e taleopinione rimase dominante. Ma a mio avviso ciò potrebbe valere per un uomocomune, non per il Cristo. Infatti Egli nella Morte separa l'Anima dal Corpo ma

alle Sante Piaghe, strettamente legata a quella alla Passionee Morte del Signore, si ha tra il VI e il IX secolo ed èpromossa e diffusa dal Monachesimo irlandese, sia in patriasia nelle terre dove i suoi adepti intrapresero la peregrinatiopro Christo ed in genere esercitarono la loro influenzaculturale e religiosa. Non a caso il summenzionato Beda ilVenerabile fu il campione di questa protodevozione, cheassurse a gran fastigio nel corso del Rinascimentocarolingio, quando dotti e pii monaci delle Isole Britannicheoperarono sul continente alla Corte di Carlo Magno e dei suoisuccessori. San Rabano Mauro (784 ca-856), San Teodulfo diOrléans (750 ca.-821) e l'Autore della Glossa Ordinariasuffragano il culto delle Piaghe. Preghiere devozionali diorigine irlandese sono recitate e diffuse tra i secc. VIII eIX. Superata l'Età ferrea, il culto delle Piaghe rifiorisce conl'Occidente, a partire dall'XI sec. Il progresso delladevozione è attestato in e nel contempo si deve a San PierDamiani (1007-1072), Sant'Anselmo (1033-1109), Gandolfo diRochester (sec. metà dell'XI sec.) e Ruperto di Deutz (1075ca.-1130). Nel XII sec. i maggiori fautori della devozionesono legati alla Mistica Renana: Egberto di Schonau (†1184),Santa Elisabetta di Schonau (1129-1164), Santa Ildegarda diBingen (1098-1179), il Beato Ermanno Giuseppe (1150-1241), il

entrambi sono ancora uniti con la Divinità, quindi sono in un solo Soggettoagente. Tale soggetto accetta consapevolmente, anche nell'Umanità così scissanelle sue componenti ma non separate dall'unica Sussistenza Personale del Verbo,l'ennesima Piaga, per cui Essa è meritoria e anzi la più simbolicamenteimportante, perché tramite Essa si giunge al Cuore di Cristo e ne sgorganosangue e acqua, nell'ultima Santa Effusione del prezzo del nostro riscatto. Cisi interrogò sulla necessità che il Verbo aveva di mantenere le Piaghe innanzial Padre nel seno della Trinità, ponendo un quesito a cui si può agevolmenterispondere sottolineando che l'Umanità di Cristo è ormai gloriosa e pienamenteinserita nella Vita Trinitaria, proprio per l'obbedienza al Padre, che raggiunseil culmine nelle Piaghe; ragion per cui queste stesse Piaghe sono causameritoria della Gloria del Cristo Uomo e quindi sono glorificate con Lui e inLui in quanto Ipostasi della Trinità Che soffrì nella Carne. Così dunque ilVerbo Incarnato continua a mostrare al Padre Suo i segni della Sua Redenzione enello stesso tempo ne riceve la conseguente glorificazione. Ci si chiese se ladevozione alle Piaghe fosse solo per la loro forma sofferente e non anche perquella gloriosa, e se diversamente ciò avrebbe comportato una doppia forma dipietà, trascurando così la connessione che nella Redenzione hanno la sofferenzae la gloria, il ruolo doppio di passus et gloriosus dell'unico Cristo. In pocheparole si posero e in parte si risolsero le questioni dogmatiche legate alladevozione.

quale in particolare riprende il concetto per cui l'anima sirifugia nelle Piaghe del Redentore. Questa impostazionemisticheggiante della devozione venne ampliata ed echeggiatada San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), dal BeatoGuerrico di Igny (1070/80-1157) e da Aelredo di Rievaulx(1110-1167). A San Bernardo in particolare si deve l'inizio di unadevozione complementare, quella alla Piaga della Spalladestra di Nostro Signore. A lui che in orazione chiedevaquale Piaga più Lo avesse tormentato, Gesù rispose: “Io ebbi unapiaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce:questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore di tutte le altre e dagli uomini nonè conosciuta. Ma tu rivelala ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia michiederanno in virtù di questa piaga verrà loro concessa; ed a tutti quelli che peramore di essa Mi onoreranno con tre Pater, tre Ave e tre Gloria al giorno perdoneròi peccati veniali e non ricorderò più i mortali e non moriranno di morte improvvisaed in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine e conseguiranno la graziae la misericordia”. Tale devozione è ancora oggi universalmentediffusa e ha un impressionante riscontro nella Sacra Sindone,ove è visibile la Piaga in questione7. L'apogeo medievale della devozione si dovette allapredicazione degli Ordini Mendicanti, tra il XIII e il XVsec. San Francesco d'Assisi (1182-1226) fu talmente devotodelle Sante Piaghe da avere l'onore di essere il primostigmatizzato documentato della Storia. A lui e a SantaChiara d'Assisi (1193 ca.-1253) si attribuisce un'anticaPreghiera alle Sante Piaghe, sotto forma di Ufficio. Tantadevozione, inquadrata nel contesto della pietà verso laPassione, passò ai discepoli del Poverello d'Assisi eimpregnò di sé quelle composizioni letterarie latine evolgari che si ispiravano alle sofferenze di Gesù, ossianelle Laudi della Passione, nei Pianti della Vergine e

7Non è da sottacere l'importanza, sia pure indiretta, di una simile reliquia peril culto delle Piaghe. La Chiesa non autentica quasi mai le reliquie e anche perla Sindone è così. Ma gli esami scientifici, a dispetto della datazione al C14fatta in modo scorretto, attestano la verità storica di questo lenzuolofunerario di Cristo, su cui sono visibili, impressi in modo assolutamentemiracoloso, tutti i segni della Sua Passione. Va anche ricordata la Veronica,l'Immagine del Volto Santo, scomparsa da Roma nel 1527 per il Sacco luterano eche probabilmente si deve identificare con il Volto Santo oggi venerato inManoppello, la cui effigie si contempla in modo identico da entrambi i lati deltessuto, coi segni della Passione.

simili. In quanto ai Domenicani, non solo ebbero diversi casidi stigmatizzazione tra le proprie fila, ma edificarono lapietà verso le Piaghe grazie ad alcune personalità mistichedi altissimo lignaggio. Il Beato Enrico Suso (1295-1366)compose il Libro della Divina Sapienza, in cui, dialogando col VerboEterno, enuncia il concetto che si debba arrivare alla SuaDivinità gloriosa contemplandone l'Umanità sofferente. IlBeato Giovanni Taulero (1300-1361)compose gli Esercizi sulla Vita esulla Passione di Gesù Cristo. Santa Caterina da Siena (1347-1380),stigmatizzata, non solo fu apostola della devozione al Sanguedi Cristo, ma anche, e ovviamente, di quella alle Sue SantePiaghe. In generale si diffondono molti esercizi di devozionealle Sante Piaghe nel XIV sec., dei quali alcuni risalgono acerte campionesse della pietà cristologica, come SantaMatilde di Hackeborne (1240-1298) o Santa Gertrude (1256-1302). Costoro contribuirono a irradiare nuovamente sullaGermania la luce della devozione in questione, attestatadalle numerose stigmatizzazioni femminili nella Renania edalla diffusione della Santa Messa votiva alle Sante Piaghenell'area tedesca, proprio a partire dal prima metà delTrecento. Di questa Messa si asserì l'origine celeste,composta da San Giovanni Evangelista e rivelata da SanRaffaele Arcangelo a papa Bonifacio II (530-532). Essa siestenderà poi alla Francia, all'Italia, ai Paesi Bassi e intutto il mondo. Nel 1505 la Messa votiva è attestata a Roma.Con la Messa si diffuse anche l'Ufficio votivo. Non si puòpoi passare sotto silenzio l'apporto decisivo dato a questadevozione da Santa Brigida di Svezia (1303-1373), alla qualeNostro Signore, nell'Anno Santo del 1350, insegnò QuindiciOrazioni da recitarsi ogni giorno per un anno, onde salutaretutte le Piaghe inferte al Suo Corpo Divino e da Lui stessoenumerate in cinquemila quattrocento ottanta, quanti furono icolpi ricevuti nei maltrattamenti della Passione. A talepratica, che la Santa fece per tutta la vita, il Signoreaccluse molte Promesse; essa fu universalmente diffusa,incoraggiata da papa Urbano VI (1378-1389), riscoperta nelXIX sec. e in esso approvata da molti prelati e benedetta dalbeato Pio IX (1846-1878) nel 18648. La stessa Santa Brigida8Le Promesse sono le seguenti per chiunque reciterà le Orazioni: Libererà dalPurgatorio quindici anime della sua stirpe; quindici giusti della sua stirpesaranno confermati e conservati in grazia; quindici peccatori della sua stirpe

ricevette da Gesù la pratica delle Preghiere della Passione darecitarsi per dodici anni, corredate da altrettanto generosepromesse e approvate da Clemente XII (1730-1740)9. Nell'ambito della Devotio Moderna sia le Piaghe che la Passioneebbero ampio spazio, come attesta la produzione di Tommaso daKempis (1380-1471). In parallelo a questi filoni pietistici,scorrono i fiumi devozionali delle Piaghe all'interno deiCistercensi, dei Certosini e dei Benedettini. Cito a talproposito l'opera e gli scritti di Dionigi il Certosino(1401-1471), di Santa Matilde, di Luigi di Blois (1506-1566),di Giovanni Giusto Lanspergio (1489-1539). Peraltro ladevozione alle Piaghe si lega sempre di più a quella delSacro Cuore, pur essendo più popolare di questa. Perciò nelXVI sec. essa è diffusa ovunque e molto interiorizzata. Allesoglie dell'Età Moderna la Messa delle Piaghe è considerataun suffragio valido come le Messe Gregoriane, se celebrataper cinque giorni di seguito. Uno stop alla sua diffusionevenne tuttavia da San Pio V (1565-1572) che la trasformò inMessa della Passione e mise regole più rigide per la suasi convertiranno; la persona che le dirà avrà il primo grado di perfezione;quindici giorni prima di morire riceverà il Mio prezioso Corpo, in modo che saràliberata dalla fame eterna, e berrà il Mio Prezioso Sangue, perché non abbiasete in eterno; quindici giorni prima di morire avrà una contrizione amara ditutti i suoi peccati e una loro perfetta conoscenza; metterò il segno della MiaCroce vittoriosa davanti a lei per soccorrerla e difenderla contro gli attacchidei suoi nemici; prima della sua morte Io verrò a lei con la mia amatissima edilettissima Madre; riceverò benignamente la sua anima e la condurrò alle gioieeterne; e conducendola fino là, le darò con singolare tratto da bere alla fontedella Mia Deità, ciò che non farò con quelli che non avranno recitato questeorazioni; perdonerò tutti i peccati a chiunque sia vissuto per trent'anni inpeccato mortale se avrà detto devotamente queste orazioni; lo difenderò dalletentazioni; gli conserverò i suoi cinque sensi; lo preserverò dalla morteimprovvisa; salverò la sua anima dalle pene eterne; otterrà tutto quello chedomanderà a Dio e alla Vergine Maria; se avrà vissuto sempre secondo la Suavolontà e sarebbe dovuto morire l'indomani, la sua vita si prolungherà; tutte levolte che reciterà queste orazioni lucrerà indulgenze; sarà sicura di essereaggiunta al Coro degli Angeli; chi insegnerà queste orazioni ad un altro, avràgioia e merito senza fine che saranno stabili in terra e dureranno eternamentein Cielo; dove sono e saranno dette queste orazioni, lì è presente Dio con laSua grazia. 9 Queste sono le Promesse di Gesù: L'anima che le recita non andrà inPurgatorio; l'anima che le recita sarà accettata tra i martiri come se avesseversato il suo sangue per la fede; l'anima che le recita può scegliere altre trepersone che Gesù manterrà in uno stato di grazia sufficiente per diventaresante; nessuno delle quattro generazioni successive all'anima che le recita sidannerà; l'anima che le recita sarà resa edotta della propria morte un meseprima.

celebrazione, mancando una festa liturgica universale dellePiaghe del Redentore. La commemorazione liturgica non è tuttavia assente nellastoria della devozione, perché nasce in Portogallo sotto ilre Alfonso Henriquez (1128-1185), si salda alla storia patrialusitana, si fissa al 13 febbraio e si diffonde ovunque trail XV e il XVI sec., sia pure in date diverse – frequente ilvenerdì dopo la terza domenica di quaresima- e attende ancorauna sua data universale. Né puo' essere passata sottosilenzio la presenza delle Piaghe nell'arte sacra inricchissime e svariate forme. Nell'Età Moderna furono i Gesuiti a farsi apostoli di questadevozione, come di tante altre cristologiche. Il venerabileVincenzo Carafa (1585-1649), nel suo generalato (1646-1649),diffuse la Corona delle Sante Piaghe, assieme ad altre piepratiche in loro onore. Ricca fu in materia la trattatisticateologica del XVII sec. Tra esso e il XVIII ancheSant'Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787) diede il suoapporto generoso alla devozione alle Stimmate del Redentore,mentre i Papi concedono più facilmente il permesso per lacelebrazione della festa delle stesse Piaghe nei vari paesicristiani, in svariate date. Sorgono poi i Passionisti, cheproprio nella promozione della devozione alla Passione, equindi alle Piaghe, hanno la loro ragion d'essere. Un ruolodeterminante è svolto in tal senso da San Paolo della Croce(1694-1775). La diffusione dell'Ufficio delle Piaghe,superate le remore controriformiste, continuò così in tuttoil mondo e arrivò a Roma nel 1831. Fu solo san Pio X (1903-1914), animato da intenzioni riformatrici analoghe a quelledi Pio V, a proibirne le svariate forme nuovamente, persalvaguardare l'uniformità liturgica. Ai margini del cultoliturgico si diffuse moltissimo la Corona delle Piaghe,tramite i Passionisti, a partire dal 1821. La devozionegodette di ampio richiamo nel XIX sec. per l'alto numero distigmatizzati, tra cui annoveriamo le beate Anna Maria Taigi(1769-1837) e Catherine Emmerich (1774-1824), nonché lavenerabile Marie Marthe Chambon, conversa visitandina diChambéry (1841-1907), a cui Nostro Signore era solitoapparire anche quotidianamente e a cui rivelò una nuovaCoroncina delle Sante Piaghe, detta anche della Misericordia. A questapratica, proposta in suffragio dei Defunti e per qualsiasi

intenzione, il Signore ha allegato generose Promesse10. LaChambon è senz'altro la profetessa della nuova devozione allePiaghe, orientata nella preghiera all'offerta di sé e deiMeriti di Cristo a vantaggio della Chiesa, dei peccatori edelle Anime Purganti. L'altissima statura di stigmatizzaticome San Pio da Pietrelcina (1887-1968) – tra i pochi adavere anche la stigma sulla Spalla Destra - o di Santa MariaFaustina Kowalska (1905-1938) – ma anche le Serve di DioMarthe Robin (1902-1981), Theresa Neumann (1898-1962), RitaMontella (1920-1992)- ha ulteriormente contribuito amantenere viva la devozione, legandola ad altre forme dipietà, antiche e nuove. In effetti, la devozione alle Piagheè strettamente legata a quella del Sangue e del Cuore diCristo, e la preminenza di quest'ultima non impoveriscequella di cui parliamo; essa inoltre si è ampiamente legata aquella della Divina Misericordia. Nell'immaginario collettivole Piaghe sono sempre molto diffuse, grazie anche allacinematografia e alla televisione, nelle quali lariproduzione filmica della Passione di Gesù ha reso visibilei Suoi dolori e le Sue ferite.

10 1)Io accorderò tutto ciò che Mi si domanda per l'invocazione delle MieSante Piaghe. Bisogna spargerne la devozione. 2)Le Mie Sante Piaghe sostengonoil mondo..Chiedimi di amarle costantemente, perché Esse sono sorgenti di ognigrazia. Bisogna invocarle spesso, attirarvi il prossimo ed imprimerne ladevozione nelle anime. 3) Quando avete delle pene da soffrire, portatele nelleMie Piaghe e saranno addolcite. 4) Bisogna ripetere spesso vicino agli ammalatiquesta aspirazione: Gesù mio, perdono e misericordia per i meriti delle TueSante Piaghe. Questa preghiera solleverà l'anima e il corpo. 5) E il peccatoreche dirà: “Eterno Padre, Ti offro le Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo perguarire quelle delle anime nostre”, otterrà la conversione. 6) Le Mie Piagheripareranno le vostre. 7) Non vi sarà morte per l'anima che spirerà nelle Miepiaghe: Esse danno la vera vita. 8) Ad ogni parola che pronunziate della Coronadella Misericordia Io lascio cadere una goccia del Mio Sangue sull'anima di unpeccatore. 9) L'anima che avrà onorato le Mie Sante Piaghe e Le avrà offerteall'Eterno Padre per le Anime del Purgatorio sarà accompagnato in morte dallaSantissima Vergine e dagli Angeli, e Io risplendente di gloria la riceverò perincoronarla. 10) Le Sante Piaghe sono il tesoro dei tesori per le Anime delPurgatorio. 11) La devozione alle Mie Piaghe è il rimedio per questo tempo diiniquità. 12) Dalle Mie Piaghe escono i frutti di santità. Meditandole vitroverete sempre nuovo alimento d'amore.

MISERICORDIA DEIElementi di teologia della devozione alla Divina Misericordia

Vito Sibilio

“Se avviene che egli gridi a Me,Io l'ascolterò,

perché Io sono misericordioso”

(Il Signore Dio a Mosè)

La Misericordia di Dio, che la Bibbia indica con hesed(sostantivo maschile che indica l’amore responsabile di Dio,

che è fedele a Se stesso), con rahamīm (sostantivo femminileche indica l’amore materno), con hān (clemenza, benevolenza,grazia), con ‘emet (fedeltà), con hūs (pietà e compassione) ecoi verbi hānan e hāmal (aver compassione, risparmiare) èoggetto di culto sia perché è l'Essenza stessa di Dioconsiderata in relazione all'uomo, sia perché in Essa siconsidera l'operazione e l'azione di Dio Tripersonale versodi lui. Recente nelle sue forme popolari, tale devozione èantica quanto il Cristianesimo.

NATURA DELLA DEVOZIONE

Infatti, quando l’Apostolo ed Evangelista Giovanni, nella suaPrima Lettera, volle dare una definizione di Dio che potesseessere recepita dai fedeli cristiani, accanto a quella che ifilosofi pagani avevano già dato dell’Essere Supremo ai loroseguaci, non trovò nulla di meglio che dire che Deus Charitasest. Dio è Amore. Questo amore è l’essenza ineffabile dellaDivinità, infinitamente amabile ed amata da se stessa, cheper tale sua intima realtà si struttura al suo interno qualePadre, Figlio e Spirito, nel flusso eterno della Generazioneattiva e passiva e della Spirazione. Quando questo Dio decidetuttavia di operare fuori di sé, inevitabilmente il Suo amoresi mostra quale misericordia, ossia quale dono gratuito di sestesso ai miseri, ai bisognosi, a coloro che non possono avertitolo per avere dall’Altissimo alcunché. La MisericordiaDivina non è dunque solo una riscoperta teologica edevozionale di un aspetto della perfezione del Signore, ma ilmodo stesso con cui Egli si rapporta con la realtàcreaturale. Il concepire nel suo Verbo Eterno delle essenzecreabili, il conferire loro l’atto dell’essere portandoleall’esistenza, l’ordinarle secondo forme sempre più elevate,il donare ad alcune di esse la vita, il reggere il cosmocome Provvidenza sono tutte forme di Misericordia. Qui creandoscreas gratis, potremmo dire parafrasando la celebre frase dellateologia classica. Ma il dono più grande della Misericordiaè, naturalmente, il più immeritato di tutti: la Redenzione.Il perdono delle colpe, la remissione delle pene, il mezzoscelto per questo scopo, ossia l’Incarnazione, la Passione ela Morte del Verbo, con la sua Resurrezione, la conseguenteeconomia salvifica e sacramentale, con la reiterazione

dell’assoluzione al peccatore pentito, fino al trionfo finaledella salvezza eterna dei singoli e della Chiesa, colcoronamento perpetuo degli eletti, sono l’apogeo e l’apoteosidella Misericordia di Dio. Nella atroce Passione del Figlio,innocente Agnello lacerato nelle Sue membra, scarnificato,torturato, confitto al legno nella carne tramite chiodi,lasciato penzolare in modo sordido e squallido nel disprezzogenerale e sulle soglie della umana disperazione, laMisericordia divina raggiunge quanto di più lontano c’è daSé: il peccato e i suoi orrori: l’odio, la violenza,l’ignoranza, la sofferenza, l’ostinazione, la morte. Tramitequesta agonia sconcertante, ricapitolata nella citazionefatta a gran voce da Gesù sul Suo patibolo dell’incipit delSalmo 22- Eloì Eloì, lamà sabactanì – Dio stesso, attraverso laNatura umana unita alla propria nell’Ipostasi del Figlio, èsceso nell’abisso della morte. Ma questo abisso non era tantoprofondo da non poter contenere quello della Misericordia.Esso lo ha metafisicamente colmato e lo ha anzi racchiuso insé, incapsulandolo, e facendone strumento di grazia per glieletti. Chi si inoltra nell’abisso della morte, aperto daAdamo, sa che ne uscirà risorto, grazie a quello dellaMisericordia, aperto da Cristo. E dove Cristo ha apertoquesto abisso? Dove lo ha scavato? Nelle Sue stesse piaghe,larghe e profonde, che scesero fin nel midollo delle ossa enelle sue viscere, squarciate dalla Lancia di Longino. InEsse Egli ha aperto una voragine in cui ha fatto sprofondareil peccato e in cui nasconde il peccatore. In questo rifugionessuno può entrare, e l’anima fedele è inscindibilmenteunita a Colui Che diede tutto se stesso per lei. Il trionfodella Misericordia è il dono libero di Cristo nell’ultimorespiro, un respiro che soltanto aprendo le viscere del suoamore Egli potè dare, perché nessuno avrebbe mai potutostrappare la vita a Colui che ne era l’autore, anche se avevaaccettato di farsi immobilizzare su due travi di legno ruvidoda un manipolo di sicari di provincia. A suggellare tale donoEgli stesso riprese la Sua vita dal sepolcro, mostrandosiRisorto e ascendendo al Cielo, perché il trionfo dellaMisericordia passasse attraverso il dolore, ma fosse quellodella gioia.Da quell’anno 30, Gesù Cristo non ha mai cessato di mostrarsiad ogni generazione cristiana, per attestare la sua vita

eterna e richiamare noi all’esigenza di corrispondere ad unamore tanto generoso. Nei tempi ultimi i suoi inviti sonodivenuti più pressanti. Maggiori le colpe, maggiore lanecessità di ricorrere alla Misericordia. Ormaiuniversalmente note sono le apparizioni a Santa MariaFaustina Kowalska (1905-1938), e ben diffuso il cultoliturgico e privato inaugurato dalle rivelazioni da leiricevute e sanzionate dal Beato Giovanni Paolo II (1978-2005), come diremo tra breve. Ma esse sono solo il punto diarrivo di un rosario di celesti richiami – fatti da Gesùstesso – a tornare alle sorgenti della vita, ossia appuntoall’Amore misericordioso, che scaturisce dal seno del Padre,per cui la devozione ad Esso è una via d'accesso al Padrestesso, un mistico ritorno all'Uno supremo. Proprio il Beato Giovanni Paolo II, nella sua stupendaenciclica su Dio Padre (1981), Lo definisce Dives in Misericordia,ricco in misericordia. La ricchezza del Padre è la Suamisericordia, per la quale Egli è ricco per tutte lecreature. Essa è in un certo modo la cifra jaspersiana cheinterpreta l’estremo orizzonte del divino. E il Padre stessooffre la chiave per decodificare il Suo mistero fontale. Eglirivela Se stesso attraverso il Figlio, Che dice: “Chi vede Me,vede il Padre” (Gv 14,9). Ma rivelando il Padre, il Figlio rivelaanche la Misericordia: essa è la causa dell’Incarnazione ed èl’essenza del messaggio messianico; l’una e l’altra sono dalPadre, Che manda il Suo Figlio nella carne, la Sua Parolavivente, per salvare il mondo. Il messaggio del Cristoinfatti non è Suo, ma del Padre che l’ha mandato. Egli portaa compimento ciò che già nell’AT i profeti avevano detto diquella speciale potenza dell’amore divino, per cui essoprevale anche sul peccato. Gesù lo mostra nella monumentaleparabola del Figliol Prodigo – ampiamente commentata dalvenerato Pontefice – tramite cui mostra come il Padre,nell’amore misericordioso, non solo dona ai miseri il cuore,ma restituisce loro la stessa dignità umana. Il trionfo dellaMisericordia, il mistero della Pasqua, attraverso la Croce ela Resurrezione, è proprio il cuore del disegno del Padre, ladimostrazione della straordinaria potenza del Suo amore chedebella morte e peccato, il compimento del processo diriabilitazione dell’uomo mediante l’associazione allaRedenzione della funzione materna di una creatura umana,

Maria, Madre della Misericordia. Da questo compimento lamisericordia si stende di generazione in generazione, propriosecondo la profezia della Beata Vergine nel Magnificat. Ed èquesta misericordia paterna che è causa di speranza perl’uomo in mezzo alle mostruose vicissitudini della vita edella storia. Essa infatti non potrebbe sussistere solo conla giustizia di Dio, ma il Padre proprio per questo haofferto al mondo un’economia salvifica basata sull’amoremisericordioso. Di tale economia è ministra la Chiesa, la cuimissione si iscrive tutta nella misericordia del Padre,professandola, predicandola e praticandola, ma soprattuttoappellandosi ad essa, per sé e per il mondo. Tutto ciò avviene nello Spirito Santo: Egli condivide con ilPadre e col Figlio la Misericordia quale qualità sostanzialee la esercita verso le creature plasmandole nella Creazione,generando di Sé il Verbo nella Carne, discendendo su di Lui,operando attraverso Lui, effondendosi su di noi dopo la Mortee Resurrezione, agendo nell'economia sacramentale e nelleanime dei giusti, da Lui santificate e inabitate. Perciò laMisericordia è attivamente esercitata da tutta la Trinitàdegli Uguali.

STORIA E FORME DELLA DEVOZIONE

La devozione alla Divina Misericordia fiorisce essenzialmentedopo il Concilio Vaticano II (1962-1963), attraverso unacostellazione di Santi assai legati a questo culto, comeSanta Teresa di Lisieux (1823-1897), la venerabile MadreSperanza di Collevalenza (1893-1983), la venerabile SuorSantina Scribano (1917-1968)11, Santa Maria Faustina Kowalska11A lei Nostro Signore si è rivelato quale Sacerdote Misericordia Infinita.Mistica e anima vittima, Santina Scribano fondò per divino impulso la cittàdella Misericordia, Bethania, presso Siracusa, come Opera Sacerdotale. Nelle sueElevazioni a Gesù Sacerdote, la Serva di Dio lo invoca come Colui per il Quale Fine percui furono fatte tutte le cose, che ha redento il mondo, che ci ha santificati, che ci ha rivelato il mistero dellaSS. Trinità, che manifesta l'Onnipotenza di Dio, che ha creato gli Spiriti celesti, che dal nulla ci ha chiamatoall'esistenza, che abbraccia tutto l'universo, che ci ha donato la vita immortale, che ci protegge dalle giustepene, che ci libera dalla miseria del peccato, che ci affidò alla SS. Vergine Madre di Misericordia, che Si èincarnato, ha patito ed è morto, che assiste sempre e dovunque gli uomini, che ci previene con le Sue grazie,che ci ha rivelato i Divini Misteri, che fondò la Santa Madre Chiesa, che ci ha donato i Sacramenti, che cisoccorre nei Sacramenti del Battesimo e della Confessione, che ci sostiene nei Sacramenti dell'Eucarestia edel Sacerdozio, che si manifesta nella conversione dei peccatori, che si palesa nell'illuminare gli infedeli, che

e il Beato Giovanni Paolo II. Soprattutto a Santa MariaFaustina Kowalska è stata la profetessa di questa devozione,in forme inedite. Ma la devozione in quanto tale non èinedita. La Misericordia – l'abbiamo detto - è l'attributopiù specifico della Divinità in relazione all'uomo, quelloche in modo più eloquente esprime la Sua Essenza così come ciè stata rivelata. Infatti, approfondendo quanto sopra espostoper l'economia trinitaria - se Dio è Amore considerato nelleRelazioni tra le Ipostasi, in relazione al mondo creato eredento, oggetto di un amore non solo gratuito ma che implicaun abbassamento e un perdono da parte di Dio, èessenzialmente Misericordia. La carità, che etimologicamenteindica l'amore gratuito e disinteressato, lega le Personedivine perché il Padre, spontaneamente, genera il Suo Figlio;il Padre e il Figlio spontaneamente si amano perfettamente eda Essi procede lo Spirito Santo. Queste Relazioniperfettissime e adorabili, se da un lato sono proprie dellaDivinità, per cui appaiono necessarie perché Dio sia comeEgli è, considerate sub specie aeternitatis sono libere, perché leTre Persone non sono necessitate da nulla se non dal propriovolere. Per cui i Divini Tre sono legati si da un amoresostanziale, ma anche gratuito, in quanto nella Divinitànecessità e libertà coincidono. Essi sono legaticonsostanzialmente dalla kharis. In relazione al mondo, invece,questo amore traboccante non è solo gratuito, ma anche didegnazione, di compiacenza, di abbassamento. Ossia dimisericordia, di donazione del cuore ai miseri, di miseris cor dare.Nell'atto del creare Dio dona alle creature la graziadell'esistere; nella Provvidenza le mantiene nell'essere; inentrambi gli atti le tiene al di qua del baratro del nulla,scegliendo tra le infinite essenze che può esemplificaresulle Sue idee quelle a cui conferire l'atto dell'essere;nella Redenzione addirittura lava le colpe che Lo offendonoattraverso il Sacrificio del Verbo che assume – inaudito ! -la natura umana, ossia una natura creata; nellasantificazione rimette il Peccato d'origine e, ogni volta cheè necessario, quelli attuali mediante l'effusione delloSpirito, Che si compiace di abitare nelle creature. Questa è

riversa la Sua pace nella santificazione dei giusti, Sollievo degli ammalati e dei sofferenti, Speranza delleanime, Rifugio dei moribondi, Refrigerio delle Anime del Purgatorio, Corona di tutti i Santi, Gaudio dei Beati,Fonte inesausta di miracoli. Temi e titoli coincidenti con quelli di cui parleremo.

la manifestazione tangibile della misericordia come amore chesi dona a chi non merita, anzi a chi demerita e viene messoin condizione di meritare proprio in ragione di taledonazione. Questo concetto è presente nella tradizionebiblica (Es 22, 26; 2 Mac 2, 7; Sal 86, 15; 103, 8.13; Lc 1,72; Gal 6, 10; Rm 11, 31; Ebr 2, 17). Nel Vangelo di Luca leParabole del Figliol Prodigo, della Dramma smarrita, dellaPecorella smarrita mostrano la tenerezza di Dio verso ipeccatori. Continuamente i Vangeli attestano la pietà diCristo per i bisognosi e la Sua misericordia per i peccatori,attraverso guarigioni, miracoli, prodigi, segni, parole diconforto e di insegnamento, sino alla Sua stessa Morte e alnobile perdono, concesso ai Suoi Crocifissori, attraversofrasi di intercessione presso il Padre Suo. Non vi è dunquemiseria che possa esaurire la Misericordia di Dio: essa cresce ogni volta che sidona.La misericordia di Dio è unanimemente attestata e celebratanella Tradizione, patristica e dottorale, liturgica edevozionale, attraverso la vita e gli scritti dei Servi diDio, i cui insegnamenti sono stati suggellati dal Magistero12.Ai tempi nostri volle il Signore degnarsi di mostrare leviscere della Sua Misericordia a Santa Maria FaustinaKowalska, suora della Congregazione della Beata Vergine Mariadella Misericordia. Il Diario che la Santa, adornata dellegrazie mistiche più belle, sino alla stimmatizzazioneinvisibile, ma provata anche nei modi più duri e spesso informe inedite, contiene la summa della dottrina che Cristostesso volle insegnarci sulla Sua Misericordia, che apparealla veggente quale il massimo attributo della Divinità, cosìcom'era parsa a Tommaso d'Aquino. La Santa fu assistita dalBeato Michele Sopoćko (1888-1975) come confessore principale,e dal p. Jozef Andrasz (1891-1963); le forme del culto da leiproposte furono approvate in buona parte dall'arcivescovometropolita di Cracovia Adam Stephan Sapieha (1912-1951).Nostro Signore Gesù Cristo volle instaurare un culto12Inseriti in quel flusso spirituale che sfocia nell'oceano della devozione allaDivina Misericordia sono nomi come quello di San Martino di Tours (316-397), SanBernardo di Chiaravalle (1090-1153), Santa Brigida di Svezia (1303-1373), SantaMargherita Maria Alacoque (1647-1690), il venerabile Pio Bruno Lanteri (1759-1830), San Giovanni Maria Vianney (1786-1859), Santa Caterina Zoe Labouré (1806-1876), la venerabile Marie Marthe Chambon (1841-1907), San Leopoldo Mandič(1866-1942).

specifico per Essa, così che gli uomini non solo si fidasserodi Lui in ogni circostanza, ma non avessero remorenell'avvicinarsi a Lui nonostante le loro colpe. Egli promisepace a condizione che ci si stringesse al Suo Cuore Misericordioso. Garantìaltresì che la Santa anche dal Cielo avrebbe continuato lasua missione di apostolato tramite la preghiera e altreazioni spirituali. Predisse che il culto, nelle formerichieste, sarebbe stato osteggiato e quasi completamenteestirpato, cosa che accadde il 28 ottobre 1958, quando laSacra Congregazione del Santo Uffizio, regnando il BeatoGiovanni XXIII (1958-1963), emise un decreto di condanna, cheperò fu subito ritirato e rimpiazzato con una notificazionedel 6 marzo 1959, di carattere disciplinare, in cui sivietava la diffusione della devozione alla Misericordia nelleforme proposte da Santa Faustina. Diverse prove furonoriservate anche al Beato Michele Sopoćko. La notificazionelasciò ai Vescovi una certa discrezionalità in merito, cosache permise all'arcivescovo metropolita di Cracovia EugeniuszBaziak (1951-1962) di permettere alle consorelle di SantaFaustina di mantenere le devozioni insegnate loro dallaconsorella. Nostro Signore aveva però altresì predetto che la devozionesarebbe tornata in auge. In effetti l'arcivescovo metropolitadi Cracovia Karol jr. Jozef Wojtyła, nel 1967 concluse ilprocesso diocesano di beatificazione di Maria FaustinaKowalska e, in virtù della sua dignità cardinalizia, potèadoperarsi perché la Congregazione della Dottrina della Fede– subentrata al Sant'Uffizio- mitigasse i divieti dellanotificazione del 1959, il 15 aprile 1978, sulla base di unesame più rigoroso e completo del Diario, sotto il venerabilePaolo VI (1963-1978). Nell'ottobre dello stesso anno, ilgiorno 16, egli divenne Papa col nome di Giovanni Paolo II.Asceso al Sacro Soglio, compì in terra la volontà di Cristoabrogando definitivamente ogni restrizione sopravvissuta il12 luglio 1979. Poi promulgò l'enciclica Dives in misericordia(1980) che gettò le basi dottrinali e liturgico-pastoraliperché il culto della Divina Misericordia fosseuniversalmente diffuso. Sarebbe stato sempre lui abeatificare (1993) e canonizzare (2000) Maria Faustina, arivolgere molte esortazioni ai fedeli sul culto allaMisericordia, a visitare il Santuario ad Essa dedicato in

Polonia e ad agire in tutto il mondo come profeta dimisericordia, sino ad avere la grazia di spirare, il 2 aprile2005, dopo i Primi Vespri della Domenica della Misericordia,da lui istituita (1 gennaio 1994) secondo le richiesteformulate dallo stesso Gesù alla veggente.Sempre il misericordiosissimo Gesù, pieno di zelo per leanime, comunicò alla Sua Serva fedele quelle forme essenzialidella devozione che poi la Sua Chiesa ratificò in terra.Anzitutto ordinò (22 febbraio 1931) che fosse dipinta unaImmagine sacra che Lo raffigurasse benedicente e con la vesteleggermente scostata dal Suo Cuore, da Cui promanano dueraggi, uno rosso e uno bianco, simboli dell'Acqua e delSangue, l'una che lava e l'altro che giustifica le anime.Prescrivendo che l'Immagine fosse venerata in tutto il mondo,Gesù amabilissimo promise che chi avrebbe venerato tale immagine avrebbeconseguito la salvezza eterna e avrebbe trionfato sui suoi nemici in terra esoprattutto in punto di morte, quando Egli stesso l'avrebbe difeso. Sottol'Immagine il Signore volle fosse scritto: Gesù confido in Te.Egli proclamò beati coloro che vivono sotto i raggi dellaMisericordia, riparandosi con essi, perché sono difesi dairigori della Giustizia divina. Precisò altresì che il Suosguardo nell'Immagine era come quello sulla Croce, per cuitramite essa avrebbe concesso molte grazie alle anime eavrebbe rammentato loro le esigenze della Misericordia, ossiale opere, perché la Fede, senza di esse, anche se forte, nonsalva. Inoltre nella stessa data il Signore Gesù chiese un cultopubblico per la Sua Misericordia: la Solennità ad Essa intitolata nellaII Domenica di Pasqua, all'epoca detta In Albis, quando la pienezzagiustificatrice della Misericordia stessa era ormai paleseattraverso il trionfo della Resurrezione e quando liturgianarra di come a Tommaso sia stato concesso di mettere il suodito incredulo nelle Piaghe sacratissime del Redentore. Inquesto giorno il Signore prescrisse che i Sacerdotiparlassero ai fedeli della Misericordia di Dio; promiseinoltre testualmente: l'anima che si sarà accostata al Sacramento dellaRiconciliazione e alla Santa Comunione riceverà la totale remissione delle colpe edelle pene. Il testo polacco del Diario suggerisce unarestaurazione dell'innocenza battesimale, tanto è radicale ilsignificato delle parole adoperato da Cristo in quellalingua. La Solennità fu istituita, come abbiamo detto, dal

Beato Giovanni Paolo II che sanzionò anche l'Indulgenzagenerosamente concessa dal Signore (29 giugno 2002) e checonsacrò l'umanità alla Misericordia Divina (17 agosto 2002).A tale solennità l'amatissimo Gesù volle che ci si preparassemediante una Novena di Preghiere. Tali preghiere furono dettate daLui stesso. Esse devono iniziare il Venerdì Santo e sonorivolte a Dio per i bisogni di tutti, secondo il seguenteordine, giorno per giorno, accompagnando altrettante schieredi anime alle fonti della Misericordia, schiuse nel Cuore delRedentore, onde possano tramite Esso giungere al Padre:l'umanità intera e i peccatori in particolare; i Sacerdoti ei Religiosi; le anime devote e fedeli; colori che nonconoscono ancora Gesù; gli eretici e gli scismatici; le animemiti e umili, specie quelle dei bambini; quelle che dannoculto e gloria alla Misericordia; le anime purganti; le animetiepide.Il Santissimo Redentore chiese (3 febbraio 1938) inoltre unricordo speciale e quotidiano della Sua Morte nell'Ora in cuiavvenne, ossia le Tre Pomeridiane. A Santa Faustina chiese diimplorare la misericordia per tutti a quell'ora, specie percoloro che vivono in peccato; chiese che meditasse almeno unattimo sulla Sua Passione in quell'ora, specie sull'abbandonoin cui il Signore si trovò nel Suo Trapasso; la esortò a farela Via Crucis in quell'ora o almeno ad adorare il SantissimoSacramento se non a raccogliersi ovunque si trovasse,adorando, glorificando e implorando l'onnipotenza dellaMisericordia; promise che in quell'ora non avrebbe negato nulla all'anima chelo avrebbe pregato per la Sua Passione. Alla Santa assicurò cheavrebbe ottenuto in essa qualunque cosa per sé e per ilmondo. In quell'ora può recitarsi la giaculatoria insegnata ae da Santa Faustina: O Sangue e Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesùcome sorgente di Misericordia per noi, confido in Te. Questa preghierarecitata con fede e con contrizione otterrà, per divinadisposizione, la salvezza di ogni peccatore per cui saràrecitata.Il dolcissimo Gesù ancora diede al mondo un grande tesoro,insegnando la recita della Coroncina della DivinaMisericordia. Ciò avvenne il 13 settembre 1935, quando laSanta la ricevette per scongiurare l'ira di Dio sul mondo,mostratasi a lei in una terrificante visione. Altre locuzioniinteriori precisarono il modo di recitarla. Essa si compone

di un Pater, Ave, Credo; di una offerta ripetuta cinque volte(Eterno Padre Ti offro il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimoFiglio e Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli ditutto il mondo) e seguita da altrettante decine di questagiaculatoria: Per la Sua dolorosa Passione abbi misericordia di noi e delmondo intero. Al termine si recita per tre volte un Trisagio:Santo Dio Santo Forte Santo Immortale abbi misericordia di noi e del mondo intero.A questa Coroncina il Signore annesse delle Promesse,conformemente alla Sua liberalità divina: le anime che Lopregheranno con essa saranno avvolte dalla Sua misericordia in vita e in morte;otterranno quel che chiedono; se peccatori riceveranno la pace del perdono e unasanta morte; sarà tavola di salvezza per chi vive nel peccato; anche il peccatore piùindurito che la reciti una volta sola riceverà qualche grazia; recitata accanto aimorenti chiamerà il Cristo a collocarsi presso di essa come Salvatore e la Suamisericordia l'abbraccerà in ragione dei meriti della Sua Passione; alle animepeccatrici che si affidano alla Misericordia non spetterà delusione; recitata insiemealla Novena otterrà ogni sorta di grazie. Il Signore esortò altresì afare novene con la Coroncina in ogni circostanza. L'essenza della devozione come traspare dalle Rivelazioni ècostituita dalla fiducia. Nostro Signore, echeggiando in questeSue rivelazioni private le cose insegnate in quella pubblica,afferma esplicitamente che nessuno sarà giustificato se nonsi rivolgerà con fiducia alla Sua Misericordia. I giustiverranno confermati in grazia e i peccatori si convertirannose avranno fiducia nella Misericordia. I più grandi peccatorihanno pieno diritto, per primi, di confidare in Essa. Vi siattinge solo col recipiente della fiducia. Più l'anima sifida, più avrà grazie. Mentre i peccati diffidenza sono causadi grande dolore per Gesù, il Quale ha fatto tanto per leanime. Egli esorta all'adorazione della Misericordia tutticoloro che aspirano alla perfezione. Allo stesso modo esortaa praticare la misericordia, sempre e dovunque. Se non si praticheràla misericordia, non la si otterrà nell'Ultimo Giorno. IlSignore indica tre modi per praticarla: l'azione, la parola e lapreghiera13. Addita nel Sacramento della Penitenza il luogo ovela Misericordia trionfa, ove si compiono le più spettacolari13E' bene rammentare le Opere di Misericordia Corporale: Dar da mangiare agliaffamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, visitare gli infermi,alloggiare i pellegrini, visitare i carcerati, seppellire i morti; e quelle diMisericordia Spirituale: Insegnare agli ignoranti, ammonire i peccatori,consolare gli afflitti, consigliare i dubbiosi, perdonare le offese, sopportarepazientemente le persone moleste, pregare Dio per i vivi e i morti.

resurrezioni e i più grandi prodigi, ove Egli operaattraverso il Sacerdote effondendo a fiumi le Sue graziesulle anime umili, non potendo i superbi riceverle erimanendo così miserabili. Perciò insegna che per trarreprofitto dalla Penitenza bisogna accostarvisi con sincerità,umiltà e ubbidienza, per ascoltare con frutto il confessore. Gesù dolcissimo invita a diffondere il culto alla Misericordia. PerrallegrarLo chiede che si parli della Misericordia alleanime; che i Sacerdoti siano formati nella conoscenza di Essae la predichino; che i peccatori non abbiano paura di Lui eche le anime esaltino la Sua pura bontà, cosa che terrorizzail demonio e lo ricaccia all'inferno. Alle anime che adoreranno laMisericordia e ne diffonderanno il culto Gesù benedetto promette che non avrannopaura nell'ora della morte e che la stessa Misericordia li proteggerà. Promette aiSacerdoti che parleranno alle anime più indurite della infinita Misericordia di Dio lagrazia di spezzare i cuori induriti con la contrizione, la forza meravigliosa dicommuovere i cuori quando la predicheranno e la celebreranno. Il Signore vuole che le anime siano formate nellaMisericordia. Un movimento d'anime è sorto per questo. SantaMaria Faustina fu esortata dal Signore a fondare una nuovaCongregazione, anche se materialmente non potè mai lasciarela propria, per una singolare prova a cui fu sottoposta.L'idea si evolse: da un Ordine contemplativo divenne unmovimento con una Congregazioni di vita attiva e con laici,Sacerdoti e Religiosi, ossia un movimento ecclesiale. Ingenere i devoti compiono appunto gli atti indicati: lavenerazione dell'Immagine, il compimento di un'operamisericordiosa al giorno, la recita della Coroncinaquotidiana per tutte le necessità e specialmente per ottenerefiducia per i disperati e il soccorso ai moribondi, oltrealle intenzioni della Novena alla Misericordia; lavorano conparole, azioni, preghiere e desideri per la diffusione delculto; vivranno nel proprio ambiente l'amore per il prossimo;leggeranno la Prima Lettera di San Giovanni, il suo Vangelo el'Apocalisse; leggeranno la Dives in Misericordia di Giovanni PaoloII e le altre sue encicliche trinitarie, la Redemptor Hominis ela Dominum et Vivificantem. Le basi del culto sono sistematicamenteapprofondite dai Convegni sulla Divina Misericordia.

IL MISTERO DELLA DIVINA MISERICORDIA NELLE LITANIE AD ESSA DEDICATE

Nelle Litanie della Divina Misericordia la preghiera fioriscecon suppliche di alto spessore teologico. Innanzitutto sidice che Essa è scaturita dal seno del Padre. Il senso di questainvocazione lo abbiamo già enunciato. Il grande disegno dellaMisericordia è quello del Padre attestato dalla Bibbia: Fare diCristo il cuore del mondo. Questo disegno, iniziato quando il Padredisse ai Due Uguali: Facciamo l'uomo a Nostra immagine e somiglianza,restaurato quando annunziò: Porrò inimicizia tra te e la Donna, tra la tuastirpe e la Sua stirpe; tu le insidierai il calcagno ma Ella ti schiaccerà il capo, sicompì quando Egli accolse il Figlio in Cielo: Siedi alla Miadestra. Il circuito salvifico, concretizzazione piena dellaMisericordia, inizia nel Padre e a Lui ritorna. Le Litanieproseguono appellando la Misericordia quale massimo attributo dellaDivinità, perché piena manifestazione della Carità di Dio versodi noi. La definiscono mistero incomprensibile, perché nessuno puòcapire, in terra e in cielo, perché Dio ci ha creati e ci haredenti, ci ha giustificati e ci santifica, con tantainesauribile generosità, e tale mistero senz'altro ci allietanella sua inesplicabilità. Sentenziano che è una sorgente cheemana dal mistero della Trinità, perché la Misericordia è l'amoretrinitario visto dalle creature, ad esse rivelato, nel qualeOgnuno dei Divini Tre compie atti d'amore consoni allapropria Sussistenza; in altre parole le Persone Divineliberamente concertano di fare esondare il proprio amoresulle creature, in una mirabile sinfonia d'intenti, perchéuna è la Loro Natura. Insegnano che nessuna mente né angelica néumana può scrutare la Misericordia, perché Essa esplica edesterna i disegni più intimi e le attitudini più interne delDio Altissimo, per cui anche ai Serafini e ai Cherubini,nonché ai Santi più elevati in gloria, è impossibilepenetrarne le profondità e le viscere. Ammettono che dallaMisericordia proviene ogni vita e felicità, perché la vita è il donopiù gratuito e generoso di Dio, sia nell'ordine naturale chein quello soprannaturale, e perché la felicità, che Dioannesse ad ogni esistenza consapevole, è da Luiabbondantemente concessa anche a costo di restaurare quellevite, come le umane, deturpate dal Peccato; nessuno dunque èvivo o è felice, anche solo per un attimo, in nessun luogo ein nessun tempo, se non per decreto benignissimo del SignoreDio nostro. La appellano sublime più dei Cieli, perché più vasta,

più bella, più alta e profonda non solo dei cieli cosmicicreati, ma anche del Cielo intellettuale, ossia della Gloriaceleste, che si sostanzia proprio della contemplazione dellaMisericordia e per la Misericordia, che appunto permette allecreature di vedere, tramite essa, l'Essenza trinitaria diDio. La acclamano sorgente di stupende meraviglie, perché ogni cosapositiva che avviene è un dono della Misericordia, perchétramite le negative sempre avviene il trionfo del bene,perché inesauribile è l'inventiva divina per beneficare lecreature e realizzare il Piano di Dio. La riconoscono come ciòche abbraccia tutto l'universo, perché è Provvidenza. La glorificanoperché scende al mondo nella Persona del Verbo Incarnato, in quantol'Incarnazione è la degnazione più grande, l'azione piùgenerosa che Dio abbia progettato per noi: il Padre manda ilFiglio, il Figlio dice: Manda Me; lo Spirito concepiscel'Umanità di Cristo nel grembo di Maria; da ciò inizia lagrande economia della Redenzione, nella quale sempre è e saràcentrale l'Unico Mediatore, il Figlio fatto Uomo, mediantecui siamo figli del Padre, in cui siamo membra del CorpoMistico, per cui riceviamo lo Spirito. La magnificano dicendoche scorse dalla Ferita aperta del Cuore di Gesù, in quanto nell'estremooltraggio al Corpo amatissimo e amabilissimo del Redentore simostra la Sua estrema mitezza e la Sua inesauribile volontàsalvifica; aperte le viscere del Corpo di Cristo, dal SuoCuore escono il Battesimo e l'Eucarestia, la purificazione ela salvezza; la Ferita è dunque la porta che introduce nelTempio della Misericordia, quel Cuore amabilissimo in CuiUmanità e Divinità sono unite nell'Ipostasi, in Cui il Verboci ama con un amore umano e divino insieme, in una mirabileconvergenza delle Sue due volontà e operazioni. La descrivonoracchiusa nel Cuore di Gesù per noi e soprattutto per i peccatori, perché ènell'Amore personale di Gesù che si manifesta a noi e allepecore smarrite, con gli atti dolcissimi e le paroletenerissime fatti e dette per la nostra salvezza. Lasentenziano imperscrutabile nell'istituzione dell'Eucarestia, perchérealmente la mente è impossibilitata a capire come e perchéil Verbo di Dio, come tale e come Uomo, si è sostanzialmentereso presente in ogni Ostia e in ogni Calice consacrato nelmondo in ogni Messa, rimanendo con noi nel Tabernacolo eunendosi a noi in ogni Comunione. La magnificano affermandoche fondò la Santa Chiesa, la quale, Corpo Mistico di Cristo, è una

degnazione immensa di Colui Che ci unisce a Se', rendendocifigli del Padre e facendo scorrere in noi lo Spirito Santo.La glorificano dicendo che istituì il Sacramento del Battesimo, perchénell'Acqua noi siamo morti in Cristo al peccato e sepolti conLui, per risorgere alla Vita nuova, ossia tramite essa siamocreature nuove, pur non meritandolo in nessun modo, népotendolo fare. La esaltano sussumendo che Essa ci giustifica tramiteGesù Cristo, in quanto è per Misericordia che Dio ha mandato ilServo e l'Agnello che ci redimesse nel Suo Sangue. Laringraziano perché per tutta la vita ci accompagna, non esistendonulla che non ci sia dato per misericordia né alcunacircostanza in cui non possiamo confidare in essa. La lodanodicendo che ci abbraccia specialmente nell'ora della morte, in quanto lagrazia della perseveranza finale è la maggiore e la piùgenerosa, quindi la più matura espressione della Bontàdivina. La benedicono affermando che ci dona la vita immortale,perché l'immortalità dell'anima è dono generosissimo e lasalvezza, intesa come vita eterna beata, lo èincomparabilmente di più, realizzazione soprannaturale ditutte le aspirazioni umane, naturali, preternaturali esoprannaturali propriamente dette. Affermano che ci segue in ogniistante della nostra esistenza, attribuendo ad ognuno di essi lapresenza trasformante e mai anonima della Misericordia. Lalodano dicendo che converte i peccatori, perché è per misericordiache si fa loro grazia. La magnificano affermando che Essa èmeraviglia per gli Angeli e incomprensibile ai Santi, perché gli uni nonsmettono di stupire per la munificenza della degnazionedivina e gli altri non ne scorgono i disegni né comprendonola sua abissale grandezza. La contemplano presente in tutti i misteridivini, perché per Essa è rivelata la Trinità e per Essa glialtri misteri sono operati e rivelati. La ringraziano perchéci solleva da ogni miseria, in quanto solo per Misericordia noi nesiamo liberati sia nell'ordine naturale che soprannaturale.La benedicono quale sorgente di ogni nostra gioia, perché ogni gioiaviene da Essa e si ricapitola nella Gioia messianica che Essaci ha elargito con la Redenzione, dando senso a tutte lealtre gioie provvisorie. Le rendono grazie dicendo che dal nullaci chiamò all'esistenza, in quanto comunicare l'essere al non –essere è piena gratuità di degnazione, essendo anche oltre lalogica umana e proprio della Onnipotenza divina. Confessanoinoltre che abbraccia tutte le opere nelle Sue mani, perché ogni azione

di Dio fuori di Se' inizia, continua e si compie perMisericordia, per cui è anche doveroso dire che corona tutto ciòche esiste ed esisterà, in quanto per Essa già Dio contempla, nelSuo eterno presente, quanto ancora compirà nel tempo.Confessano altresì che in Essa tutti siamo immersi, perché è più diun abisso e di un oceano, da cui in cui e per cui siamo cintidal fondo del nostro nulla, sin all'affiorare del nostroessere essenziale ed esistente, sino a impregnarci di sénella vita soprannaturale. La ringraziamo quale amabile confortodei cuori esarcebati, perché solo per Essa possiamo trovare pacenelle vicissitudini della vita; quale speranza unica dei disperati,perché sola dà motivo di confidenza nella rovina materiale espirituale; perché ispira speranza contro ogni speranza in quantoinvincibile capovolgitrice di ogni male e negatività,operatrice di cose stupende a dispetto dei nostri demeriti.