storia e teologia della devozione al Santo Bambino e allo Spirito Santo

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PUER NOBIS DATUS Elementi di teologia della devozione al Santo Bambino Gesù Vito Sibilio “Un Bambino è nato per noi, ci è stato dato un Figlio” (Isaia) La devozione al Santo Bambino Gesù è l’ultima delle devozioni cristologiche di cui daremo conto. Gesù, sebbene ora sia nella Gloria adulto, non essendo più vincolato alle leggi del tempo, può ritornare ogni volta che vuole nelle altre fasi della Sua Vita terrena, che tutta è glorificata in Lui. Il Suo stato d’infanzia è dunque ancora presente in Cielo; Lui stesso si mostra come Bambino più volte alle anime privilegiate che contemplano i misteri della Santa Sua Puerizia; il Mistero della Redenzione, iniziato con l’Incarnazione e di cui l’Infanzia di Gesù è parte integrante, è continuamente ricapitolato nell’Eucarestia; in ragione di ciò, possiamo dire che Gesù Bambino è ancora presente sia in Cielo che in Terra. Del resto, Gesù, sin da Bambino, era consapevole della Sua Missione salvifica a causa della scienza che veniva infusa nella Sua Umanità dalla Sua Divinità nel vincolo ipostatico. Vediamo dunque le caratteristiche e le ricchezze di una simile devozione, peraltro assai cara a chi scrive. NATURA DELLA DEVOZIONE Nell’infanzia spiccano sempre le doti di innocenza e semplicità, umiltà e dolcezza. Tali doti brillano particolarmente in Cristo da Bambino, essendo Egli concepito nella perfetta grazia ed essendo la Sua Umanità unita alla Divinità. Tali doti non scompaiono nell’età adulta di Gesù, ma mantengono moralmente presente la Sua Infanzia in tutta la Sua Vita. In ragione di ciò, essendo l’Infanzia di Gesù sempre presente nell’Eterno Mistero del Verbo Incarnato per la nostra salvezza, la devozione ad essa appare

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PUER NOBIS DATUSElementi di teologia della devozione al Santo Bambino Gesù

Vito Sibilio

“Un Bambino è nato per noi,ci è stato dato un Figlio”

(Isaia)

La devozione al Santo Bambino Gesù è l’ultima delle devozionicristologiche di cui daremo conto. Gesù, sebbene ora sianella Gloria adulto, non essendo più vincolato alle leggi deltempo, può ritornare ogni volta che vuole nelle altre fasidella Sua Vita terrena, che tutta è glorificata in Lui. IlSuo stato d’infanzia è dunque ancora presente in Cielo; Luistesso si mostra come Bambino più volte alle animeprivilegiate che contemplano i misteri della Santa SuaPuerizia; il Mistero della Redenzione, iniziato conl’Incarnazione e di cui l’Infanzia di Gesù è parteintegrante, è continuamente ricapitolato nell’Eucarestia; inragione di ciò, possiamo dire che Gesù Bambino è ancorapresente sia in Cielo che in Terra. Del resto, Gesù, sin daBambino, era consapevole della Sua Missione salvifica a causadella scienza che veniva infusa nella Sua Umanità dalla SuaDivinità nel vincolo ipostatico. Vediamo dunque lecaratteristiche e le ricchezze di una simile devozione,peraltro assai cara a chi scrive.

NATURA DELLA DEVOZIONE

Nell’infanzia spiccano sempre le doti di innocenza esemplicità, umiltà e dolcezza. Tali doti brillanoparticolarmente in Cristo da Bambino, essendo Egli concepitonella perfetta grazia ed essendo la Sua Umanità unita allaDivinità. Tali doti non scompaiono nell’età adulta di Gesù,ma mantengono moralmente presente la Sua Infanzia in tutta laSua Vita. In ragione di ciò, essendo l’Infanzia di Gesùsempre presente nell’Eterno Mistero del Verbo Incarnato perla nostra salvezza, la devozione ad essa appare

raccomandabile e opportuna; particolarmente attraente siconfigura per il fatto che il Signore, come Bambino, apparepiù amabile di quanto Lo sia sul trono della Gloria. In tuttigli amabili misteri dell’Infanzia, Gesù è attore di salvezzae modello di virtù: lo è nell’Incarnazione, che avviene peropera dello Spirito Santo nel grembo di Maria senza concorsod’uomo, per la nostra salvezza come prodigio di carità eumiltà; lo è nella Visitazione, in cui per mezzo di Mariasantifica nello Spirito Santo il precursore Giovanni Battistanel grembo della madre, per preparare il mondo alla Suavenuta, come modello di zelo per le anime; lo è nell’Attesa,in cui stette in piena umiltà e nascondimento nel grembodella Madre; lo è nella Nascita a Betlemme, avvenuta nellapovertà e nel silenzio, adagiato in una mangiatoia, fasciatocon poveri panni, tremante di freddo tra due animali, adoratoda Pastori; lo è nella Circoncisione, in cui, ricevendo ilNome di Gesù, preluse alla nostra salvezza mediante lospargimento paziente e doloroso di Sangue; lo è nellaPresentazione al Tempio, in cui con sottomissione siassoggetta alle Leggi del Padre Suo, viene riconosciuto daSimeone e proclamato da Anna; lo è nell’Adorazione dei Magi,in cui si manifesta a tutte le Genti e riceve l’omaggio a Luidovuto con mitezza e benevolenza; lo è nella dolorosa Fuga inEgitto, per sfuggire alla persecuzione di Erode, inerme,nonché nel Soggiorno in esilio in quel Paese, esule, e nelRitorno da esso, faticosamente compiuto e terminato nelrifugio a Nazareth per sfuggire ad Archelao; lo è nella Vitanascosta di Nazareth, dove si assoggettò a tutti i doveridell’esistenza umana ordinaria, crescendo in statura, età,grazia e sapienza; lo è infine nel Ritrovamento nel Tempio,quando mostra anche ai Genitori di essere il Verbo del Padre,cercato con dolore e ritrovato con gioia. La devozione alla Santa Infanzia si configura dunque come unacontemplazione amorosa e imitativa della Sua splendida virtù,una apertura alla Sua grazia santificatrice particolarmenteefficace, fedele al motto evangelico: Se non diventerete comebambini non entrerete nel Regno dei Cieli. Le forme precipue della devozione sono la Novena di Natale,la Coroncina della Santa Infanzia di cui diremo, il pioesercizio delle Litanie di cui pure faremo menzione, il mese

di gennaio o quello di dicembre. Il cardine della devozione èla celebrazione dei misteri liturgici dell’Infanzia, ossial’Annunciazione del Signore (25 marzo), la Visitazione (2luglio), il Natale del Signore (25 dicembre), la SacraFamiglia (la domenica dopo Natale), l’Epifania (6 gennaio) ela Presentazione del Signore (2 febbraio). Va da sé che taledevozione chiama a complemento quelle per Maria SS. e SanGiuseppe.

STORIA DELLA DEVOZIONE

Il culto all´Infanzia di Gesù nella comunità cristiana risalea più di un millennio fa e il suo contenuto rimandaessenzialmente alla contemplazione del mistero dellaIncarnazione del nostro Dio e Signore Gesù Cristo. Ilprimissimo interesse per l´infanzia di Gesù è dimostrato giàda san Matteo e da san Luca nei vangeli dell´Infanzia,seguiti subito dopo dai vangeli apocrifi (ad es. ilProtovangelo di Giacomo [200 ca.], il Vangelo dello Pseudo-Tommaso [VI sec.], quello dello Pseudo-Matteo [VII-VIIIsecc.], quello Armeno [599 ca.], quello Arabo [VI-VII] e laStoria di Giuseppe il Falegname [600-650]). I luoghidell’Infanzia furono dal I sec. dedicati al culto (la DomusEcclesia di Betlemme incorporata nella Basilica della Natività elegata alla taumaturgica Grotta del Latte; quella di Nazarethdivenuta parte della Basilica dell’Annunciazione; quellasempre a Nazareth che è legata alla Casa di Giuseppe).Sant’Elena (†330 ca.) rinvenne la Mangiatoia che èattualmente in parte a Betlemme – dove Costantino (306-337)eresse una Basilica – e in parte a Santa Maria Maggiore. DalVI sec. a Roma sorge il santuario di Santa Maria di Aracoeli,in cui una statua del Bambinello è venerata dal XV sec.,intagliata nel legno del Gethsemani e rifatta nel 1994 dopoun sacrilego furto di cui non si è venuti mai a capo. AlcuniPadri della Chiesa adorarono Dio sotto forma di bambino erifletterono profondamente su questo mistero, come ad es.sant’Ireneo (130-202), Origene (182-254), sant’Atanasio (295-373), san Gregorio di Nazianzo (330-390), san Cirillo diAlessandria (378-444), sant’Alessandro di Alessandria (†326),san Basilio (330-379), san Gregorio di Nissa (335-394) e san

Girolamo (347-420), sant’Agostino (354-430) e san PierCrisologo (406-450), sant’Ambrogio (337-397) e san LeoneMagno (440-461), San Beda (672-735), sant’Anselmo (1033-1109)e il beato Isacco della Stella (1100-1169). Fra i grandipromotori di una teologia dell´Infanzia e dell´Incarnazionetroviamo san Bernardo di Clairvaux (1090-1153), san Francescodi Assisi (1182-1226), che istituì il Presepio, esant’Antonio da Padova (1195-1231). Molti santuari medievalisi contendevano l’onore di reliquie di incerto statutoteologico relative all’Infanzia di Gesù (il Prepuzio, ilCordone ombelicale, Denti da latte, su cui nemmeno InnocenzoIII [1198-1216] volle pronunziarsi), come Charroux (VIIsec.), Coulombs, Soissons, Anversa (XV sec.), Boulogne (XVsec.), San Giovanni in Laterano (dall’XI sec.), o altresicuramente autentiche come Santa Maria Maggiore con laMangiatoia. Il Prepuzion romano in ogni caso scomparve nelSacco di Roma del 1527. Santa Gertrude di Helfta (1256-1302)e Santa Matilde di Magdeburgo (1207-1283) ne zelarono ladevozione. Successivamente poi santa Teresa d’Avila (1515-1582), la quale aveva sempre con sè una statua del SantoBambino Gesu’ nelle sue fondazioni di nuovi monasteri dimonache carmelitane Scalze, ne diffuse la devozione. Fusupportata da San Giovanni della Croce (1542-1591). Così taledevozione divenne una caratteristica della famigliacarmelitana. La venerabile Margherita del SS. Sacramento(1628-1648) avrebbe ricevuto in visione da Gesù stesso laCoroncina della Santa Infanzia. Anche Sant’Ignazio di Loyola(1491-1556) ebbe viva devozione per il Bambino Gesù e sullasua scia la Compagnia di Gesù. Proprio nella Spagna di questoperiodo la sottolineatura della Incarnazione di Cristo e diconseguenza il culto per la sua infanzia trovò una profondarisonanza. San Luigi Maria Grignon de Montfort (1673-1716) eSant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787) furono grandidevoti del Santo Bambino. In tempi recenti San Pio daPietrelcina (1887-1968) e Santa Maria Faustina Kowalska(1905-1938) furono devotissimi della Santa Infanzia, la cuispiritualità trovò il suo Dottore in Santa Teresa di GesùBambino e del Volto Santo, detta di Lisieux (1873-1897).La devozione al Santo Bambino trova però la suamanifestazione storica più cospicua in quella verso il

Bambino di Praga. Nel 1620 l’imperatore romano-germanicoFerdinando II (1619-1637) era in lotta contro gli eretici inBoemia. Il ven. padre Domenico di Gesù e Maria (1559-1630),generale dei Carmelitani scalzi, lo esortò a combattere almotto “Santa Maria!”, portando un immagine della Vergine sulpetto, che era stata oltraggiata dai protestanti, e invitandoa combattere per riparare tale sacrilegio. La vittoria arriseai cattolici nella Battaglia della Montagna Bianca (8novembre 1620) e Ferdinando eresse in Praga un Carmeloriformato e una chiesa, che il venerabile Padre dedicò aSanta Maria della Vittoria. Ad essa, per mozione divina, laprincipessa Polissena di Lobkowitz nel 1628 donò unastatuetta di cera rappresentante il Bambino Gesù, perché vifosse venerata1. Tra i Padri Carmelitani il più devoto fu ilpadre Cirillo della Madre di Dio (1590-1675), che il Bambinoguarì dalle sue gravi malattie fisiche e liberò dalle sueprove interiori. Nel 1630 ricominciò la guerra. Praga fu1 Si tratta di una piccola statuetta di cera con tanta storia dietro cheè arrivata a Praga nel 1554, portata come regalo di nozze da MariaManrique de Lara y Mendoza a suo marito Vratislav di Pernstejn. MariaManrique era una fanciulla di 14 anni ed il matrimonio, l'hanno combinatoi suoi genitori. Non avendo mai visto il marito Maria Manrique avevatanta paura di partire per Praga e sposare Vratislav ma doveva obbedireai genitori. La sera precedente alla partenza si è recata nella cappellaprivata pregando Iddio di trovare a Praga un marito buono e durante lasua preghiera è successo il primo miracolo del Bambin Gesù: il sole chestava tramontando ha illuminato la statuetta e Maria Manrique ha sentitola voce che la raccomandava di portare la statuetta a Praga e regalarlaal futuro marito. Il giorno dopo Maria Manrique è partita per Praga moltopiù tranquilla sentendosi protetta dal Dio e dal Bambin Gesù. Ed ilmatrimonio è andato molto bene, basta pensare ai 18 figli nati dalmatrimonio fra Vratislav e Maria Manrique ... fra cui anche la famosaPolissena di Pernstejn, più molto conosciuta come Polissena diLobkowicz. Chi aveva spinto la Principessa a privarsi di quell'oggetto alei tanto caro? Fu certamente un'ispirazione del Cielo. Suppongono alcuniche ella, a conoscenza delle strettezze in cui versavano i Carmelitani,volesse venire loro incontro con quel dono che certo aveva un valore noncomune. Infatti quattro anni prima, i Padri avevano rifiutato per amoredi povertà la rendita fissa che l'Imperatore voleva assegnare alconvento. Ma ora mancava, persino il pane. La Principessa, nel regalarela cara statuina al Priore, disse queste parole che sanno di vaticinio:«Vi offro, o Padre, quanto ho di più caro al mondo. Onorate questoBambino, e state certo che fino a quando lo terrete in venerazione, nullapotrà mancarvi».

espugnata dai protestanti, le chiese e i conventi furonoprofanati e saccheggiati, i Carmelitani cacciati, lastatuetta mutilata della testa e delle mani, per poi esseregettata dietro l’altare. Nel 1635 i Padri rientrarono inPraga, tra le ristrettezze. Nel 1637 tornò il Padre Cirillo eritrovò la statuetta, le riappiccicò la testa e, pregandofervorosamente, ottenne la grazia di scongiurare l’ennesimosaccheggio di Praga. Un giorno il Venerabile sentìdistintamente, mentre pregava davanti alla statua, una voceche diceva: “Abbiate pietà di Me e Io avrò pietà di voi.RendeteMi le Mie mani e vi concederò la pace; più Mionorerete e più vi favorirò”. Il Venerabile allora constatòla mancanza delle mani e si attivò per restaurarle. Il Priorenon aveva denaro. Ma dopo tre giorni Cirillo fu chiamato alcapezzale di un uomo ricco che gli offrì cento fiorini per ilBambino Gesù. Ma il Priore preferì comprare una statuinanuova. Essa però, esposta sull’altare, urtando un candeliere,si frantumò, mentre il Priore morì dopo pochi giorni. Ilsuccessore avrebbe voluto dare corso al restauro, ma ancorauna volta mancavano i fondi. Per le preghiere di Cirillogiunsero le offerte di una ricca e sconosciuta dama, che peròfurono usate per pagare certi debiti, lasciando allo scopodel restauro solo mezzo fiorino. Scoraggiato, il Padre pregòinnanzi al Bambino e Questi gli disse: “Portami all’entratadella sacrestia, là qualcuno avrà pietà di Me.” Così fece ecolà la statuina fu vista da un ufficiale ingiustamentedegradato, Daniel Wolf, che decise di restaurarla a suespese, portandosela a casa. Non appena il Piccolo Re entrò inquella casa, le sorti di Wolf mutarono, il processo in corsofu annullato e lui riabilitato. La statuina, con le maninerifatte, fu restituita al convento dove i pellegrinaggiiniziarono massicci, forieri di grandi grazie. Il Bambino fudetto dei Miracoli e il Padre Cirillo spasimava per unoratorio tutto per Lui. Pregando la Vergine a tale scopo, Lavide tra gli Angeli e La udì dire: “Là sarà elevato unoratorio al Mio Figliolo”, additando un luogo vicino.Recatovisi, Cirillo vi scorse il tracciato di una cappella.Quattro anni dopo (1641) essa era ormai eretta. La crescitadell’afflusso dei fedeli tuttavia impose un ulterioretrasferimento, in una cappella alla sinistra dell’entrata

della chiesa, costruita dal barone Ernesto di Talmberg.L’ultima dimora fu trovata nel 1741, quando la statuina futrasferita nella seconda cappella laterale destra, in untabernacolo di cristallo con statuette e rilievi d’oro, suricco piedistallo, sostenuto da venti angeli d’argento e conai lati due statue dorate di Maria Vergine e San Giuseppe.Su di esso sovrasta l’emblema dello Spirito Santo in unaraggiera d’oro, con nuvole d’argento e una corona di angeli.L’altare, prima di legno, fu ricostruito di marmi finissimirossi e grigi, lavorato da Francesco Lauremann nel 1766. Inatteggiamento benedicente, la statuina ha ancora alle tempie,al collo, alle dita e alle ascelle i segni dell’odio deglieretici, oltre al segno del restauro della testa. Il Bambinoè vestito di bianco con un camice, l’incarnato è biancochiaro. E’ racchiuso in un astuccio d’argento fino aifianchi. Due corone furono donate al Bambino dal luogotenenteregio Bernardo Ignazio Martinic, nel 1651 e nel 1654; conquesta la statuina fu incoronata il 4 aprile 1655dall’arcivescovo Giuseppe de Horta. Il Bambino indossa cinquevesti: una tunica bianca, un camice bianco, una veste di setabianca a forma di dalmatica, una quarta dalmatica simile mapiù preziosa, un piviale. Nella sacrestia vi sono diciannovevesti preziose; più volte all’anno avvengono i cambi ad operadelle Vergini angeliche, le suore che hanno questoprivilegio. Nella seconda domenica dopo l’Epifania Pragacelebra il Bambino prodigioso. Pio VII (1800-1823)indulgenzio’ plenariamente la pia pratica delle Litanie delSanto Bambino che si fa nelle chiese ogni 25 del mese,conformemente alla prassi del Carmelo. Nel 1873 i Carmelitanifurono espulsi da Praga e la custodia del Santuario passòall’Ordine di Malta. Nel 1993 il cardinale Vlk richiamò iCarmelitani e affidò loro nuovamente il Santuario. Il BeatoGiovanni Paolo II (1978-2005) ha venerato il Bambino in Praganell’aprile del 1990, nel maggio 1995 e nell’aprile del 1997;il papa emerito Benedetto XVI (2005-2013) lo ha fatto il 26settembre 2009, donando al Bambino una nuova corona d’oro. Ilculto al Bambino si diffuse ovunque nel mondo. In Italia èsignificativamente rappresentato dal Santuario di Arenzano.

IL MISTERO DELLA SANTA INFANZIA NELLE LITANIE AD ESSA DEDICATE

Contemplando Gesù Bambino attraverso questi misteri, vengonosuggerite al cuore dallo Spirito quelle disposizione di fedee imitazione che le invocazioni litaniche a Lui dedicateesprimono in modo mirabile. Egli è adorabilissimo, sia inquanto Vero Figlio del Dio Vivente sia in quanto Vero Figlio di Maria,perché l’una e l’altra figliolanza sono unite nel vincoloipostatico del Verbo fatto Carne. Appare mirabile che nelletenere membra del Bambino si riconosca la fragile onnipotenzadi Dio Figlio, che nella Umanità delicata del Bambino sicontempli quanto lo Spirito Santo intessé nel grembo diMaria, che attraverso la Sua sembianza si contempli Colui Chesi è fatto Uomo per la nostra salvezza. La Sua Nascita ha ilsigillo dello Spirito, perché è Figlio di Maria Vergine. Egli,proprio in quanto Verbo, si mostra a noi come Sapienza del PadreCeleste, venuta a comunicarci la Vita stessa di Dio, il Suointimo pensiero, la Sua volontà salvifica, il Suo progetto diredenzione. Si rivela, nella Sua candida fragilità, comeSplendore del Padre, irradiazione della Sua Luce. Ci ammaestra inquanto Sapienza Eterna, con le Sue stesse opere. Si dona a noicome Bontà Infinita, capace di assumere nella grandezza lapiccola condizione umana, che assurge così a vetteinimmaginabili. Ci dona la riconciliazione quale Dio di Pace,sulle Cui spalle sarà il segno della sovranità. QuestoBambino è oggetto di eterne compiacenze, avendo il Padre deciso diricapitolare in Lui tutte le cose e di riappacificare nel SuoSangue cielo e terra, e quindi diviene oggetto dellacompiacenza devota dei fedeli. Egli, atteso dai giustidall’annunzio ai Progenitori caduti, è l’amato bene deidevoti. Desiderato dalle nazioni che aspettano la salvezza, è ilSalvatore di chi in Lui entra nel Nuovo Israele. Salutato daiProfeti con tremore, ha inaugurato i tempi in cui abbiamo lagrazia di vivere. Introdotto nel mondo dal Padre, è Re degliAngeli, che lo adorano quando entra in esso e ora che è incielo, permettendoci di aggregarci al loro eterno omaggio.Gaudio massimo, è gioia degli Angeli e degli uomini in cielo e terra.Sospiro dei Patriarchi e dei Profeti, è l’appagamento delle nostrefervide aspirazioni. Maestro dei Dottori, è il Precettore delleanime umili che imparano da Lui. Delizia di tutti i Santi, è la metadel nostro peregrinare, la ricompensa promessaci. E’ per noi

modello di innocenza e purezza inarrivabile ma sempre movente versodi Lui. Ci appare amabile, ammirabile, desiderabile. Il Bambino èrealmente il nostro Salvatore e il nostro fratello in umanità: conquanta gratitudine e umiltà dobbiamo contemplarlo! Nellameditazione sulla Sua Infanzia, ci colpiscono ed edificanoqueste cose: che abbia scelto per dimora una stalla, una mangiatoia per culla,alcuni pastori per adoratori, che i Magi lo abbiano riconosciuto per la luce e lasalvezza dei popoli. Nulla nella Sua Infanzia è soverchio,casuale, inutile: la Sua debolezza è la Sua forza, la Suapiccolezza è la Sua grandezza, la Sua povertà è la Suaricchezza; perciò, nel nascondimento e nell’abbassamento,avviene la glorificazione. Il Bambino ci appare il tesoro digrazia dal Quale tutti riceviamo, il tesoro di puro amore dal Qualetutti attingiamo con gioia e fiducia. A questo Bambinochiediamo di essere indulgente e di esserci propizio, perdonandoci,ascoltandoci e liberandoci, dalla concupiscenza della carne, dall’orgoglio della vita,dalla concupiscenza degli occhi, da ogni peccato, da ogni male, che sonolontanissimi da Lui. Lo possiamo scongiurare per la santa Incarnazione,per la dolorosa Circoncisione, per la nobilissima Nascita, per la gloriosa Epifania,per la Sua Infanzia, per la Presentazione al Tempio, per l’amore di Maria eGiuseppe, per l’amore che ha per noi, per la gloria del Suo Santo Nome, nonchéper le Sue splendide virtù: l’innocenza, la semplicità, l’obbedienza, ladolcezza, l’umiltà, l’amore.

CONCLUSIONE: DEVOZIONE AL VERBO INCARNATO

Nelle forme verso il Sacro Cuore o il Preziosissimo Sangue,verso il Santissimo Nome o verso Cristo Re, verso le SantePiaghe o la Santa Infanzia o la Divina Misericordia o laPassione, la devozione al Verbo Incarnato è indispensabilealla vita spirituale, in un’unione intima, affettuosa,abituale. Per Lui riceviamo i beni spirituali, siamosantificati, vivificati, benedetti. Con Lui e in Lui dobbiamoogni onore al Padre nello Spirito. Cristo è il Capo di unCorpo che solo in Lui può degnamente omaggiare il Padre. ConLui e per Lui possiamo chiedere sempre nuove grazie, con lamassima efficacia, perché Egli sempre intercede per noi.Infine bisogna sempre compiere le nostre azioni in unione conLui, avendoLo davanti agli occhi, nel cuore e nelle mani,ossia come modello, avendone le disposizioni, eseguendone con

energia le disposizioni. Così la nostra vita saràtrasformata: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo Che vivein Me”.

OPTIMUS CONSOLATORElementi di teologia pneumatologica devozionale

Vito Sibilio

“Non sapete che siete tempio

dello Spirito Santo che abita in voi?”

(San Paolo)

Lo Spirito Santo è il Consolatore Perfetto, il Paraclito,promesso da Gesù ai Suoi discepoli. Dio come il Padre e comeil Figlio, da Cui procede per doppia spirazione, lo SpiritoSanto svolge una funzione importantissima nella nostrasantificazione, effuso continuamente su di noi per il tramitedell’Umanità gloriosa del Verbo Incarnato, mediante iSacramenti. In quanto segue parleremo degli aspettidevozionali della pneumatologia, ossia della teologia dellaTerza Persona della Trinità.

NATURA DELLA DEVOZIONE E SUOI EFFETTI NELL’ANIMA

Il principio primo della vita soprannaturale è la SantissimaTrinità, causa efficiente principale ed esemplare di talevita. Tuttavia per appropriazione si dice che è lo SpiritoSanto a svolgere tale funzione, in quanto sebbene la vita digrazia è opera ad extra di tutta la Trinità, è tuttavia operache specialmente spetta a Lui in quanto opera d’amore. Lo Spirito Santo ci santifica venendo in noi ad abitare eproducendo nell’anima un organismo soprannaturale che laabilita a compiere atti deiformi. L’abitazione dello Spirito ci permette di ossequiarLo in noi,di godere della Sua presenza, di farci guidare da Lui perpraticare le disposizioni e le virtù di Gesù. Questa presenzadel Paraclito è la Grazia Increata. Lo Spirito abita in noi,in quanto Dio, con la potenza a cui tutti siamo assoggettati,con la presenza che tutto vede, con l’essenza che è ovunque.Ma con la Grazia è presente tale e quale come è procedentedal Padre e dal Figlio, coi Quali viene in noi. Con questapresenza lo Spirito – e tutta la Trinità – si dà a noi, comeamico, collaboratore, santificatore: in una espressione comecausa efficiente ed esemplare della vita interiore. Adottatidal Padre come figli nel Figlio mediante l’unione al SuoCorpo Mistico, diventiamo tali per opera della Terza PersonaDivina, Che scorre in esso come il sangue. Questa vita divina

ci rende partecipi, simili alla Natura di Dio, e nelloSpirito non siamo ovviamente dei, ma deiformi. Una vitadunque reale e nuova, che suppone una rigenerazionedall’acqua e dallo Spirito Santo. Perciò siamo coeredi delCristo e Suoi fratelli. Il Padre, come ha dato a noi ilFiglio, così ci regala il Suo Spirito, il Suo Soffio vitale,il Suo amore sussistente che deriva da Lui e dal Figliostesso. Questo Spirito è in noi come un amico. La nostrarelazione con Lui è intima e affettuosa, familiare; loSpirito prega in noi, ci insegna e ricorda cio’ che harivelato, visita la nostra anima con consolazioni, carezze epace. Mirabile testimonianza di ciò viene dalla vita di SantaTeresa di Lisieux, della Beata Elisabetta della Trinità, diSanta Gemma Galgani. Stando in noi, lo Spirito agisceattivamente: è luce che illumina per la comprensione dellaverità, è forza che orienta al bene e combatte il male, èenergia che pone la Grazia santificante, quella sufficiente,quella sacramentale, quella di stato, quella attuale, quellapreveniente, quella concomitante e quella susseguente. LoSpirito è il santificatore dell’anima nostra, Colui Che citrasforma in Tempio santo di Dio, in cui abita con tutta laTrinità. Possiamo dunque adorare Dio e lo Spirito in noi.Nei confronti dello Spirito Santo – e di tutta la Trinità Cheabita in noi – abbiamo dunque il dovere di camminare alla Suapresenza, attraverso sentimenti di adorazione, amore eimitazione. Adorando ci offriremo come ostie vive di lode,segneremo le nostre azioni con il Segno della Croce e leconcluderemo con la dossologia del Gloria, reciteremo lepreghiere in Suo onore mattina e sera e ogniqualvolta sianecessario o previsto dalla pietà (come la Novena diPentecoste o il Rosario dello Spirito Santo con le Litanie aLui dedicate in particolare in quella solennità),riconosceremo la nostra radicale indegnità e la nostradipendenza completa da Lui. Amando in conseguenza di ciò,saremo pieni di confidenza filiale e incondizionata, saremopenitenti per i nostri peccati e le nostre infedeltàreiterate, saremo riconoscenti per tanto bene, saremo animatida dolce amicizia che caldeggia gli interessi dell’Amico e nezela la gloria, saremo spinti al generoso sacrificio perseguirne le ispirazioni e i comandi. Amando, imiteremo la

santità del Dio tre volte santo e del Suo Spirito Santoanch’Egli: il timore filiale di Colui Che abita in noi eprega in noi con gemiti inesprimibili ci farà fuggire lacolpa, ci farà essere santi come è santo il Padre nostro, cifarà amare i fratelli in quell’unico Spirito Che ci uniscetutti. Da questo adorabile Spirito noi riceviamo, attraverso laGrazia santificante, le virtù infuse (principi di azione cheinserisce in noi perché servano all’anima da facoltàsovrannaturali e ci rendano capaci di fare atti meritori, esono le Teologali, ossia Fede Speranza e Carità, e le morali,ossia soprattutto le Cardinali, prudenza giustizia fortezzatemperanza, con quelle connesse principalmente a loro,religione obbedienza castità umiltà dolcezza magnanimitàmagnificenza pazienza), nonchè gli ancor più perfetti Doni(ossia abiti soprannaturali che danno alle facoltà taledocilità da obbedire subito alle ispirazioni della Grazia, esono Sapienza, Intelletto, Consiglio, Scienza, Pietà,Fortezza, Timor di Dio), le une e gli altri sono operantitramite le grazie attuali. Dalle virtù e dai Doni discendonorispettivamente i Frutti dello Spirito (ossia atti virtuosiche sono giunti a una certa perfezione e riempiono l’anima digaudio santo, e sono carità gaudio pace pazienza mansuetudinebontà fedeltà dolcezza temperanza) e le Beatitudini (che sonoancora più perfette e fanno pregustare in terra laBeatitudine celeste, e sono la povertà di spirito,l’afflizione, la mitezza, l’operazione di pace, lamisericordia, la purezza di cuore, la fame e la sete digiustizia, la persecuzione per la giustizia). Grazie ai Donil’anima, che nella loro pienezza è già nella viailluminativa, giunge a quella unitiva praticando tutte levirtù in alto grado e aprendosi docilmente all’azione delParaclito. Questa vita della Grazia compenetra tutta lanatura umana, la dirige verso il sovrannaturale, la rendecapace di dominare e influenzare gli atti dell’intelligenza edella volontà e del sentimento. In una parola, creal’organismo mistico dell’anima cristiana.

LA MISSIONE DELLO SPIRITO SANTO VERSO LA CHIESA

Nel momento in cui è pienamente rivelato, lo Spirito Santo simostra quale Rivelatore per eccellenza. Egli, che non parladi Sé se non indirettamente, è Colui che parla del Padre edel Figlio, perché solo Lui conosce i segreti dell’Uno edell’Altro. Nel Suo Silenzio divino fa risuonare la Paroladel Padre, Gesù Cristo. In ragione di ciò, il Padre parla anoi tramite il Figlio, ma questi ammaestra nella potenzadello Spirito: ogni mente umana che ha ricevuto unaRivelazione- compresa quella di Gesù – l’ha avuta nella TerzaPersona Divina. Perciò tutta la Sacra Scrittura è ispirata da Lui, comeanche tutta la Tradizione. Dalle fonti della Rivelazione zampillasempre Lui, il Paraclito.Nel Cristo Totale, la Chiesa, il Suo Corpo Mistico, risiedelo Spirito, come l’anima nel corpo; se il Cristo è il Capodel Suo Corpo, lo Spirito Santo, per contatto, scorre potentein esso: Egli continuamente vi immette, come il sanguenell’organismo materiale, la Grazia. Tutte le azioni della Grazia sonocompiute da Cristo tramite lo Spirito. Egli, Grazia increata, muovealla fede tramite la grazia preveniente; dona per la fede lagrazia santificante; suscita, sostiene e porta a compimentoil bene tramite la grazia sufficiente ed efficace. In pocheparole, Cristo opera attraverso lo Spirito tutte le azionisalvifiche. Tra di esse, fondamentali sono le azioniliturgiche e sacramentali, che producono realmente la Grazia.In ognuno dei Sacramenti lo Spirito opera efficacemente, siaproducendo l’effetto, sia venendo comunicato dal sacramentostesso. In particolare nel Battesimo prende possessodell’anima; nella Confessione rimette le colpe per il Sanguedi Cristo; nell’Eucarestia opera la trasformazione del pane edel vino nel Corpo e Sangue di Cristo e da Essi, contenutinel fedele, si effonde nella sua anima; nell’Unzione degliInfermi rimette le colpe dando una forza particolare in vistadella malattia se non della morte; nel Matrimonio legamisticamente in un solo organismo uomo e donna; nell’Ordineriempie in modo particolare la persona del sacerdote,rendendolo sacro a Dio. Ma è soprattutto nella Confermazioneche Egli compie la Sua missione specifica. In questo nobileSacramento la Terza Ipostasi Divina trionfa nell’anima, comeil Padre nel Battesimo e il Figlio nella Eucarestia. LaConfermazione è la Pentecoste di ogni anima. Per essa, lo

Spirito del Padre prende pieno possesso dell’anima umana,imprimendole un carattere indelebile, come quello delBattesimo e dell’Ordine, una sorta di mutazione ontologicasul piano metafisico, per cui il fedele non è più solo figliodi Dio, ma addirittura soldato di Cristo, pienamenteconformato alla potenza salvifica del Suo Redentore. Siadempie perciò la profezia : In quei giorni effonderò il Mio Spirito suogni persona (Gl 3,1). Tale effusione si compie anche attraversogli atti liturgici non sacramentali, anche se in misuraminore e in funzione della fede di chi li riceve. Lo Spirito compie così la Sua funzione nel piano salvifico:il Padre invia il Figlio, il Figlio redime, lo Spiritosantifica. Ognuna delle azioni è contenuta nella precedente ele esplica. Così, i Divini Tre compiono, ciascuno secondo ilproprio ruolo liberamente scelto, il progetto della Salvezzanel quale ci hanno amato, un progetto incentrato sul Cristo,sofferente, morto e risorto, e veicolato dallo Spirito, cheabita nella Chiesa e in ognuno come in un tempio, vivo esanto. In ragione di ciò, lo Spirito Santo edifica la Chiesa. La tiene unita,come Amore sussistente Che opera in modo attivo, saldando lemembra tra loro e al proprio Capo. E’ nella Sua unione cheanche gli scismatici, gli eretici, gli Ebrei, i monoteisti, icredenti di ogni fede e gli uomini di buona volontà sonouniti, ciascuno per quanto sta in loro, al Cristo Totale. LoSpirito Santo mantiene questa unione viva ed efficace ancheoltre la morte: la Comunione dei Santi, che unisce i terrestri, ipurganti e i celesti in un solo organismo spirituale, è operaSua. In ognuna delle Tre Chiese Egli opera efficacemente:nella Militante accende la preghiera, suscita i carismi, chiama ai ministeri,costituisce la vita consacrata, compie l’opera dell’evangelizzazione, santifica glieletti, illumina, con una efficacia proporzionale alla natura degli insegnamenti, ilMagistero del Papa e dei Vescovi e li assiste nel governo della Chiesa; nellaEspiante – in Purgatorio – accende il fuoco d’amore che purifica leAnime; nella Trionfante splende nel Lume della Gloria che apre aiSalvati lo squarcio numinoso dal quale esse contemplanol’Essenza beatificante della Trinità Divina e, in Lei, diogni bene: è la Visione Beatifica. Alla Fine dei Tempi, saràlo Spirito – come profetizzato da Ezechiele – a ridare lamateria, la forma e la vita ai corpi nella Resurrezione della

Carne. Allora la Chiesa, Nuova Gerusalemme, sarà il veroTempio di Dio, inabitato pienamente dallo Spirito stesso,costruito per l’Agnello e il Padre Suo. Allora la presenzadello Spirito, che già riempie l’Universo, sarà assoluta evisibile.In ognuno di noi, lo Spirito è sempre presente, quale Spiritodi adozione a figli, a meno che non sia scacciato dal peccatomortale. A Lui dobbiamo riverenza e amore, assecondandone leispirazioni, volgendo a Lui la nostra preghiera e il nostropensiero, compiacendoLo nella pratica della virtù e noncontristandoLo col peccato, specie con quelli che piùdetesta, ossia tutti quelli mortali e naturalmente i seicontro la Sua Adorabile Persona: l’impugnare la verità conosciuta, ladisperazione della salvezza, la presunzione di salvarsi senza merito, l’invidia dellaGrazia altrui, l’ostinazione nei peccati e l’impenitenza finale. Sono i modi concui si declina la bestemmia contro lo Spirito, l’unico peccato cheGesù definisce imperdonabile, perché consiste nel rifiutodella verità, falsificandola, considerandola inefficace osuperflua per la propria salvezza, valutandola meno delfrutto delle cattive azioni, rifiutandola definitivamente oaddirittura detestandone l’efficacia in altri.

STORIA DELLA DEVOZIONE

Lo Spirito Santo è stato ovviamente sempre adorato, comeattestano il culto, la teologia, il magistero, la devozione.Quella di cui parliamo qui è la storia della devozionecontemporanea. Essa nasce con la Divinum Illud Munus di LeoneXIII (1878-1903) del 1897, con cui il Papa voleva sovvenirealla scarsa conoscenza e allo scarso zelo verso la TerzaPersona della Santissima Trinità, del Cui culto era statagrande apostola la Beata Elena Guerra (1835-1914). Il semegettato da Papa Pecci germogliò più tardi: il venerabile PioXII (1939-1958), il Beato Giovanni XXIII (1958-1963), ilConcilio Vaticano II (1962-1965), il venerabile Paolo VI(1963-1978) e il Beato Giovanni Paolo II (1978-2005), autoredell’enciclica pneumatologica Dominum et Vivificantem (1986),promossero ed inculcarono nel popolo di Dio una devozionesoda, pratica e vissuta al Paraclito. Il Rinnovamento Carismaticone è la manifestazione più compiuta e diffusa. Nacque nella

Chiesa Cattolica a Pittsburgh (Usa) nel 1967 e da lì sidiffuse nel mondo. In un ritiro presso l’Università diDuquesne, dopo aver pregato a lungo, gli studenti e idocenti dissero di aver ricevuto da Dio una trasformazioneprofonda che definirono «battesimo nello Spirito Santo». Siformarono poi organizzazioni per collaborare alla diffusionedi questa dottrina, e già negli anni settanta una Conferenzapresso l’Università di Notre Dame a South Bend (Indiana),attirò oltre 30.000 persone. Il Rinnovamento CarismaticoCattolico non è un movimento mondiale unico, unificato. Adifferenza degli altri movimenti, non ha un fondatore o ungruppo di fondatori. Vi aderiscono le persone più diverse persvolgere numerosi tipi di attività: gruppi di preghiera,corsi, ritiri, conferenze, seminari, servizi assistenziali,evangelizzazione, ecc. Il Rinnovamento parte dall'esperienzadi una nuova effusione dello Spirito Santo (chiamatacomunemente "battesimo nello Spirito Santo"). Dall'esperienzacarismatica del Rinnovamento Carismatico Cattolico si sviluppa -insieme ad altre esperienze carismatiche - il Rinnovamento nelloSpirito propriamente detto. Dal 1980 il Beato Giovanni Paolo IIricevette in udienza i membri del Rinnovamento nello Spiritoe i suoi responsabili nazionali diverse volte ed inviònumerosi messaggi in occasione delle sue convocazioninazionali. Il nome “Rinnovamento nello Spirito” è ripreso daun passo della lettera di San Paolo a Tito. La spiritualitàdel movimento attinge i suoi contenuti dalla teologiapneumatica, che descrive lo Spirito Santo e la sua azionenella storia proponendo un rinnovamento -fare tornare comenuova, originaria- la vita cristiana, partendo dall'episodiodella Pentecoste quando lo Spirito Santo discese suidiscepoli e sui seguaci di Gesù, conferendo loro particolaricarismi che li avrebbero resi capaci di compiere azionistraordinarie, in virtù della loro funzionalità allaevangelizzazione. Molto della dimensione ecclesiale e laicaledel movimento ha origine dal documento conciliare della LumenGentium, e dalla sua descrizione dell'azione dello SpiritoSanto nella Chiesa e nei fedeli. Comprende laici, membriconsacrati, religiosi e sacerdoti; è formato da gruppi dipersone, coordinati a livello locale, diocesano, regionale enazionale; svolge le sue attività in comunione con l'ICCRS

(International Catholic Charismatic Renewal Services), l'organizzazione didiritto pontificio a servizio del Rinnovamento CarismaticoCattolico in tutto il mondo.E’ degna di menzione anche l’Opera dello Spirito Santo, fondatanegli anni ’60 da Padre David De Angelis (1912-1996), OFMCappuccino, in riferimento alla spiritualità di MadreCarolina Venturella (1901-1984), Suora Canossiana, perdiffondere maggiormente la conoscenza e la devozione alloSpirito Santo. Per raggiungere tale finalità, l’AssociazioneLaicale “Potenza Divina d’Amore” e le due Famiglie Religiose“Discepoli e Apostoli dello Spirito Santo”, maschile efemminile, si impegnano particolarmente nell’apostolato amezzo stampa e attraverso esercizi spirituali, formazione di“cenacoli di preghiera”, ecc. L’Opera si propone anche lacostruzione di un Tempio dedicato allo Spirito Santo, i cuilavori sono in corso.

LO SPIRITO NELLA PREGHIERA DELLA CHIESA

Il mistero dello Spirito è un mistero di trionfo, che lapietà orante considera nelle verità di fede in cui Egli haoperato e opera in modo particolare o esclusivo: laConcezione verginale del Cristo nell’Immacolata; il Battesimodel Signore; la Sua Morte, per cui è effuso il Paraclito; laPentecoste, in cui tale effusione si compie in pienezza,prima sugli Apostoli e poi sui discepoli, anche pagani;l’azione mediante cui Egli guida la Chiesa stessa. Alla lucedi ciò, lo Spirito è chiamato ed è la Promessa per eccellenza di DioPadre2, il Raggio di luce del Cielo3, l’Autore di ogni bene4, la Sorgente di acqua viva5,

2 Perché dono più importante. Gesù stesso lo chiama così.3 Egli è l’unico raggio della Luce sostanziale che arriva a noidirettamente: lo stesso Cristo è giunto rivestito di Umanità.4 Perché artefice della Grazia e tramite essa di ogni cosa buona.5 L’acqua viva è sempre la Grazia, la vita divina in noi sotto forma dicarità trasformante. Essa zampilla dall’Umanità di Cristo, ma perché essaè ripiena dello Spirito Santo, la grazia increata, la Carità trinitariaipostatizzata.

il Fuoco consumatore6, l’Unzione spirituale7, il Dono stabile di Dio Altissimo8. ALui sono ricondotti non solo i Sette Doni, ma anche la fede, lasperanza, l’amore e la verità9, la grazia e la preghiera10, la pace e la mitezza11, lamodestia e l’innocenza, il conforto12 e la santità, la misericordia13, la forza e lasobrietà14, l’umiltà e la castità15, la bontà e la dolcezza, la pazienza16, lacompunzione e l’adorazione17, nonché tutti quei doni particolari cheognuno ha, naturali e sovrannaturali. A Lui si chiede che c’ispiril’orrore dei peccati, che venga e rinnovi la faccia della terra18, che irradi con la Sualuce le nostre anime19, che imprima la Sua Legge nei nostri cuori20, che c’infiammicol fuoco del Suo amore, che riversi in noi il tesoro delle Sue grazie, che c’insegni apregare bene, che ci illumini con le Sue ispirazioni divine, che ci conduca nella viadella Salvezza, che ci faccia conoscere l’unica cosa necessaria, che ispiri in noi lapratica del bene, che ci conceda il merito di tutte le virtù, che ci faccia perseveranti

6 La carità brucia e trasforma. E lo Spirito è carità, quindi è Fuoco,come è simboleggiato nell’AT. Egli consuma ma non distrugge, perché ilroveto sul Sinai nel quale Dio scese per rivelarsi a Mosè bruciava, manon consumava, perché era acceso dall’amore celeste per l’uomo.7 In quanto pervade come e più di ogni olio le anime, così come fece colCristo.8 Egli infatti ci è dato perennemente, e va via solo se lo cacciamo noicol peccato.9 Secondo la missione di guidare alla verità tutta intera conferitagli daGesù.10 Egli infatti prega in noi con gemiti inesprimibili. Egli ispira ogniprece.11 Conformemente alla pace che regna nella Trinità mediante la sua unitànello Spirito, nonché al modo mite con cui Egli, senza violenza,trasforma le anime e in genere opera.12 Egli che è vicino e intimo ad ognuno.13 Egli che col Verbo è la misericordia donata al mondo.14 Egli che esercita un completo controllo su tutte le cose,calibrandole.15 Lo Spirito opera nel silenzio del Padre e del Figlio, pur essendo loroconsostanziale. E’ dunque umilissimo nel suo annichilimento divino. Egliinoltre dà la castità, che solo Lui rende possibile conferendo il dominiosul corpo.16 Egli infatti è buono e dolce con ognuno, oltre che paziente tra inostri difetti.17 Che si ricollegano al dono della preghiera. 18 Così come creò il mondo, alla stessa maniera deve rinnovarlo.19 Perché nella nuova alleanza tutti sono ammaestrati direttamente daDio, proprio tramite lo Spirito.20 Conformemente al detto biblico per cui, nell’era messianica, la Leggesarà scritta da Dio in ogni cuore.

nella Giustizia, che sia la nostra eterna ricompensa. Da Lui si implora laliberazione da ogni male e peccato, dalla presunzione e dalladisperazione, dalle tenebre della tentazione, dallaresistenza alla verità, dall’egoismo e dalla durezza di cuoree da ogni cattivo spirito. Una summa della fede nello Spirito Santo sono il grande emeraviglioso inno Veni Creator Spiritus e la Sequentia Aurea. Il primocosì scandisce: Veni Creator Spiritus/ Mentes Tuorum visita/ Imple supernagratia/ Quae Tu creasti pectora.// Qui diceris Paraclitus/ Altissimi Donum Dei/ Fonsvivus, Ignis, Caritas/ et Spiritalis Unctio,// Tu Septiformis munere/ Digitus PaternaeDexterae/ Tu rite Promissum Patris/ Sermone ditans guttura.// Accende lumensensibus/ Infunde amorem cordibus/ Infirma nostri corporis/ Virtute firmansperpeti.// Hostem repellas longius/ Pacemque dones protinus/ Ductore sic Tepraevio/ vitemus omne noxium.// Per Te sciamus da Patrem/ Noscamus atqueFilium/ Teque Utriusque Spiritum/ Credamus omni tempore.// Deo Patri sit gloria/Et Filio, Qui a mortuis/ Surrexit, ac Paraclito/ In saeculorum saecula. Amen.21 La seconda declama: Veni Sancte Spiritus/ Et emitte caelitus/ Lucis TuaeRadium.// Veni Dator munerum/ Veni Pater pauperum/ Veni Lumen Cordium.//Consolator optime/ Dulcis Hospes animae/ Dulce refrigerium// In labore requies/ Inaestu temperies/ In fletu solacium.// O Lux beatissima/ Reple cordis intima/ Tuorumfidelium.// Sine tuo numine/ Nihil est in homine/ Nihil est innoxium.// Lava quod estsordidum/ Riga quod est aridum/ Sana quod est saucium.// Flecte quod estrigidum/ Fove quod est frigidum/ Rege quod est devium.// Da tuis fidelibus/ In Teconfidentibus/ Sacrum Septenarium.// Da virtutis exitum/ Da salutis exitum/ Daperenne gaudium. Amen.22

CONCLUSIONE: DEVOZIONE ALLA SANTISSIMA TRINITA’.21 Vieni Spirito Creatore, visita le menti dei Tuoi; riempi della Tua Grazia i petti che hai creato.Tu, che sei detto Paraclito, dono del Dio Altissimo, fonte viva, fuoco, carità e unzione spirituale, seinel dono settiforme, il dito della mano destra del Padre; Tu, che arricchisci le gole con la Parola,sei a buon fine promesso dal Padre. Accendi la luce ai sensi, infondi l’amore nei cuori, rafforzandocon la virtù costante l’infermità del nostro corpo. Ricaccia lungi il nemico e dona dappresso lapace; così che, con Te che ci conduci, evitiamo ogni pericolo. Concedi che tramite Te conosciamo ilPadre e apprendiamo il Figlio e che in Te, Spirito dell’Uno e dell’Altro, crediamo in ogni tempo. Siagloria al Padre e al Figlio, Che risorse dai morti, e al Paraclito, nei secoli dei secoli. Amen.22 Vieni Santo Spirito, ed emetti dal cielo un raggio della Tua luce. Vieni Padre dei Poveri, vienidatore dei doni, vieni luce dei cuori; consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolce refrigerio.Riposo nella fatica, temperie nel calore, consolazione nel pianto. O Luce beatissima, riempi i luoghiintimi del cuore dei Tuoi fedeli. Senza la Tua forza nulla è nell’uomo, nulla innocente. Lava ciò cheè sordido, irriga ciò che è arido, sana ciò che è malato; fletti ciò che è rigido, riscalda ciò che èfreddo, drizza ciò che è sviato. Da’ ai Tuoi fedeli che confidano in Te, il sacro settenario; da’ ilmerito alla virtù, da’il compimento alla salvezza, da’ il gaudio perenne. Amen.

Dunque, alle Persone Divine, Che abitano in noi, dobbiamoamore, riverenza, rispetto. Ciò si enuclea da quanto abbiamodetto sulle devozioni patrologica, cristologiche epneumatologica. Ripetendoci su quanto dicemmo poc’anzi, inrelazione a tutta la Trinità, diremo che del Padre siamo ifigli adottivi, del Figlio siamo i fratelli, anzi le membrainnestate nel Suo Corpo Mistico, dello Spirito siamo iltempio. Le Tre Divine Persone abitano in noi tramite laGrazia. Sono il principio primo della vita soprannaturale,la causa efficiente principale ed esemplare di tale vita. Cisantificano producendo nell’anima l’organismo soprannaturaleche la abilita a compiere gli atti deiformi di cui dicemmo. Con questa presenza tutta la Trinità si dà a noi, come DioPadre, fratello, Creatore, Salvatore, amico, collaboratore,Santificatore. La nostra relazione con Lui è intima eaffettuosa, familiare. Nei confronti di tutta la Trinità Cheabita in noi abbiamo dunque il dovere di camminare alla Suapresenza, attraverso sentimenti di adorazione, amore eimitazione. Adorando ci offriremo come ostie vive di lode,segneremo le nostre azioni con il Segno della Croce e leconcluderemo con la dossologia del Gloria, reciteremo lepreghiere in Suo onore mattina e sera e ogniqualvolta sianecessario o previsto dalla pietà, riconosceremo la nostraradicale indegnità e la nostra dipendenza completa da Lui.Amando in conseguenza di ciò, saremo pieni di confidenzafiliale e incondizionata, saremo penitenti per i nostripeccati e le nostre infedeltà reiterate, saremo riconoscentiper tanto bene, saremo animati da dolce amicizia checaldeggia gli interessi dell’Amico e ne zela la gloria,saremo spinti al generoso sacrificio per seguirne leispirazioni e i comandi. Amando, imiteremo la santità del Diotre volte santo.