Storia del giornalismo italiano di Paolo Murialdi parte 1 (riassunto esteso)

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L’ETA’ DELLE GAZZETTE I primi passi: le prime gazzette quindicinali o settimanali compaiono all’inizio del 600, con avvisi o fogli di notizie manoscritti. In Italia Firenze e Genova, sono le prime ad avere una gazzetta. 1639 gazzetta genovese documentata. Avvisi e fogli notizie molti, in particolare a Roma e Venezia. A Venezia nel 1563 un avviso viene messo in vendita a una “gazeta” (ovvero per una moneta d’argento da due soldi) e viene anche il titolo Gazzetta. La maggior parte delle gazzette esce senza titolo e contiene in genere alcune notizie dall’estero riguardanti le Corti e un piccolo notiziario locale. L’attività libellistica rimane in fogli volanti. Il tempo che intercorre tra un evento e la diffusione della notizia è ancora lungo,circa una ventina di giorni. Le prime gazzette hanno il formato dei libri, 15x23 cm, escono a due o quattro pagine. Otto pagine e bisettim, nella seconda metà del seicento, con i primi abbonati. Di libertà lo stampatore ne ha poca e affatto. In tutta Europa l’esercizio della stampa e l’attività giornalista sono sottoposti al regime di esclusiva, cioè il privilegio concesso dal principe,di qui la definizione di gazzetta privilegiata e la censura preventiva. Il compilatore è talvolta un funzionario o fiduciario della corte o del governo. Il sistema di privilegio comporta sovvenzioni, agevolazioni, e il monopolio dell’informazione politica. Nella Francia di Luigi XIV, il sistema dà alle gazzette una certa stabilità. Caso: la “Gazette” nasce a Parigi nel 1631 per volere Richelieu, la compila Théophraste Ranaudot, un ex medico, all’inizio esce a 4 pagine. Renaudot lo rende sempre più attraente inserendovi supplementi dedicati ad eventi particolari e soprattutto piccoli annunci commerciali, che gli consente di diminuire il prezzo di ventidita. Nel 1672 conta 12.000 abbonati. Il primo quotidiano esce a Leipzig nel 1660 = Leipziger Zeitung. In Inghilterra, guerra civile che rivendicano la libertà di espressione, celebre è l’Areopagitica di John Milton del 1664, obiettivo che poi viene raggiunto nel 1695 quando il parlamento abolisce i Licensing Act. Nel 1702 nasce a Londra il DAILY COURANT, che viene considerato il primo quotidiano moderno della storia, durò 33 anni.

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L’ETA’ DELLE GAZZETTE

I primi passi:le prime gazzette quindicinali o settimanali compaiono all’inizio del 600, con avvisi o fogli di notizie manoscritti.In Italia Firenze e Genova, sono le prime ad avere una gazzetta. 1639 gazzetta genovese documentata. Avvisi e fogli notizie molti, in particolare a Roma e Venezia. A Venezia nel 1563 un avviso viene messo in vendita a una “gazeta” (ovvero per una moneta d’argento da due soldi) e viene anche il titolo Gazzetta.La maggior parte delle gazzette esce senza titolo e contiene in genere alcune notizie dall’estero riguardanti le Corti e un piccolo notiziario locale. L’attività libellistica rimane in foglivolanti.Il tempo che intercorre tra un evento e la diffusione della notizia è ancora lungo,circa una ventina di giorni. Le prime gazzette hanno il formato dei libri, 15x23 cm, escono a due o quattro pagine. Otto pagine e bisettim, nella seconda metà del seicento, con i primi abbonati.Di libertà lo stampatore ne ha poca e affatto. In tutta Europa l’esercizio della stampa e l’attività giornalista sono sottoposti al regime di esclusiva, cioè il privilegio concesso dal principe,di qui la definizione di gazzetta privilegiata e la censura preventiva. Il compilatore è talvolta un funzionario o fiduciario della corte o del governo.Il sistema di privilegio comporta sovvenzioni, agevolazioni, e il monopolio dell’informazione politica.Nella Francia di Luigi XIV, il sistema dà alle gazzette una certa stabilità.Caso: la “Gazette” nasce a Parigi nel 1631 per volere Richelieu, la compila Théophraste Ranaudot, un ex medico, all’inizio esce a 4pagine. Renaudot lo rende sempre più attraente inserendovi supplementi dedicati ad eventi particolari e soprattutto piccoli annunci commerciali, che gli consente di diminuire il prezzo di ventidita. Nel 1672 conta 12.000 abbonati.Il primo quotidiano esce a Leipzig nel 1660 = Leipziger Zeitung.In Inghilterra, guerra civile che rivendicano la libertà di espressione, celebre è l’Areopagitica di John Milton del 1664, obiettivo che poi viene raggiunto nel 1695 quando il parlamento abolisce i Licensing Act.Nel 1702 nasce a Londra il DAILY COURANT, che viene considerato ilprimo quotidiano moderno della storia, durò 33 anni.

La stampa inglese può affrontare abbastanza liberamente temi politici in una contrapposizione già netta tra conservatori e liberali. 1787 il liberale Edmund Burke può proclamare che la stampa è il QUARTO POTERE. In Francia nel 1777 arriva il primo quotidiano il JOURNAL DE PARIS.

Alla fine del 600 si amplia al rete delle gazzette privilegiate, all’inizio sono quasi tutte sono prive di titolo e molte di numerazione.Tra le gazzette del 600:il SINCERO di Genova compilato da Luca Assarino ex mercante, la sua figura professionale è la prima che spicca nelle carte giornalistiche di quei tempi;i SUCCESSI DEL MONDO di Torino scritto dall’abate Pietro Soncini;(questi primi due durano 30 anni, divulgano notizie addomesticate)il RIMINO di Rimini, meno paludata e conformista di quelle delle capitali, inoltre Rimini fa parte dello Stato della Chiesa.Il gazzettiere può romanzare o calcare la mano purché non nuoccia al Principe. Il mestiere di giornalista però è pieno di rischi, si pensi che nello Stato della Chiesa nel 1570 PioV aveva fatto impiccare un libellista, Clemente XI manda a morte un abate ritenendosi calunniato di un suo scritto. Numerose sono le bolle papali emantecontro i gazzettieri.Alla fine del 600 si stringono i lacci della censura o si inventano altri interventi, come il diritto di bollo, che l’editore deve pagare su ogni copia stampata, per rendere difficile la vita del giornalisti o per scoraggiare i propositi difarne dei nuovi.Salgono così alla ribalta i giornali letterari.

Il primato letterario:

il primo periodico diretto al mondo dei dotti o ad un pubblico colto, nasce nella parigi di Luigi XIV, rientra nella politica culturale di Re Sole, che ha nelle accademie i punti di forza.Si intitola il JOURNAL DES SAVANTS comincia ad uscire nel 1665. E’un ragguaglio settimanale (dal 1724 mensile) basato sui libri che si pubblicano in Francia e all’estero: è un modello che attraversal’Europa.

In Italia la prima esperienza del giornalismo letterario ed erudito avviene a Roma nel 1668 con il trimestrale: GIORNALE DEI LETTERATI.Il giornalismo trova una grande fioritura a Venezia, fin dal Rinascimento con il lavoro di Aldo Manunzio. Venezia è la capitaledell’arte della stampa. Il suo mercato è florido poiché il suo mercato è rimasto aperto agli apporti stranieri. Il GIORNALE DEI LETTERARTI D’ITALIA 170 promosso da Maffei, Vallisneri e Zeno, rivista trimestrale esercita una vasta influenza nella repubblica delle lettere.A Firenze nel 1740 nasce NOVELLE LETTERARIE.Questi periodici sono frutto di un lavoro articolato tra gli esperti che segnalano i libri e li commentano e gli estensori che scrivono gli articoli, il contenuto abbraccia molti rami del sapere: storia, teologia, scienza e diritto. Il primato letterario si consolida con Goldoni, l’influenza dell’illuminismo, massoneria e la lezione del giornalismo culturale di tono morale creato a Londra da Richard Steele e Joseph Addison con il Tatler o lo Spectator, hanno un pubblico piùampio, quello della borghesia colta, e lo coinvolgono nei dibattiti culturali attraverso l’uso dei dialoghi creati dal giornalista.

Il primo a tradurre il modello dello Spectator per l’ambiente veneziano è Gaspare Gozzi:GAZZETTA VENETA 1760 due volte a settimana e dura due anni. Otto pagine con piacevoli raccontini, che prendono spunto da fatti di cronaca e con una corrispondenza con i lettori basata su lettere autentiche o inventate.LA FRUSTA LETTERARIA: quindicinale di Giuseppe Baretti dal 1763 al 1765, con il suo personaggio Aristarco Scannabue (simili a quelli di Addison) gli procurano l’ostracismo e deve emigrare ad Ancona per finire gli ultimi numeri.

Oltre allo Spectator, un altro modello di lezione illuministica dell’Encyclopèdie di Dierot e D’Alembert che trova alcuni adepti aVenezia, con figura di spicco di Elisabetta Caminer, ma soprattutto a Milano.Si traduce in giornale il CAFFè, che resterà il miglior prodotto italiano dell’illuminismo, fondato da Pietro e Alessandro Verri e Cesare Beccaria. Esce a Brescia e poi Milano dal 1764 al 1766, quando la società decide di sciogliersi..

L’ispirazione viene dallo Spectator, ma i contenuti sono un po’ diversi, problemi scientifici in particolare quelli agricoli, tecnici e scientifici hanno il sopravvento sui temi letterari.

Si spezza l’ufficialità.Nessuno esce più di 3 volte alla settimana.Incremento delle testate è dovuto alla nascita di periodici specializzati a imitazione di quanto è già avvenuto in altri paesi, per trovare nuovi mercati, gli stampatori danno vita a giornali che si occupa nodi commercio e agricoltura, medicina e altre scienze. Grazie alle gazzette si cominciò a paralare di politica e a discutere delle verità pericolose per i tiranni.NASCE IL GIORNALISMO POLITICO (e si forma l’opinione pubblica)

La rivoluzione francese e la stampa italiana:

la grande rivoluzione segna una tappa fondamentale nella storia della stampa e al giornalismo dà un impulso straordinario.L’articolo 11 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo, proclamata il 26 agosto 1789:la libera comunicazione del pensiero e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo: ogni cittadino può parlare, scrivere stampare liberamente , salvo rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge.Con questo diritto viene sancito il primo emendamento della costituzione degli stati uniti.Con la nascita del giornalismo politico si forma l’opinione pubblica.La scossa rivoluzionaria e i primi disegni di Napoleone abbiamo sconvolto l’assetto della stampa in tutta Europa occidentale.

In Italia le notizie che arrivano dalla francia provocano eccitazione e curiosità. Per effetto aumentano la diffusione del numero di lettori delle gazzette nei caffè o nei “gabinetti di lettura”.Quasi tutte le gazzette danno conto delle decisioni dell’Assembleae della Costituente e pubblicano i documenti rivoluzionari.Grande fortuna incontrano gli opuscoli che riassumo le vicende della rivoluzione, scritti pubblicisti italiani o tradotti dal francese.Su posizioni più avanzate c’è la GAZZETTA UNIVERSALE di Firenze diretta dall’abate Vicenzo Piombi.Molto aperto e accurato nelle informazioni è il periodico veneziano: NOTIZIE DEL MONDO 1789 diretto da Giuseppe Compagnoni.

Entrambi i giornali contano associati anche fuori dai confini del rispettivo Stato.Nelle principali città arrivano, in misura limitata e per abbonamento, vari periodici stranieri soprattutto francesi e svizzeri. Con l’inasprimento della rivoluzione, i governanti degliStati italiani, mettono stringono i freni e rimettono un bavaglio alle gazzette.1793 dopo l’esecuzione di luigi XVI il Regno di Sardegna e il Regno di Napoli entrano in coalizione antifrancese, unici stati che non sono coinvolti sono la Repubblica di Genova e Venezia.A Milano il consiglio di governo comincia ad applicare più rigidamente dal 1790 le norme in atto, facoltà di proibire qualsiasi libro e qualsiasi giornale e a controllare severamente la circolazione e qualsiasi giornale e a controllare i fogli stranieri.I caffè di lettura sono sorvegliati dalla polizia 1792 governi italiani settentrionali e centrali, stretta collaborazione per impedire la circolazione clandestina di libri e giornali sovversivi, il contrabbando riguardo soprattutto giornali e opuscoli di propaganda della repubblica francese.Più di 20 copie del MONITEUR UNIVERSEL entrano a Milano, mentre a Genova i francesi hanno installato una tipografia per riprodurre in italiano il materiale di propaganda.

Il giornale straniero più diffuso nell’italia del nord è la Gazzetta di Lugano, edita da Giambattista Agnelli e dall’abate Giuseppe Vanelli,è scritto in lingua italiana ed è accurato e serio nelle sue informazioni sugli avvenimenti francesi, ma questoinduce i vari stampatori milanesi a chiedere alle autorità austriache di intervenire per salvare le gazzette locali.

L’evolversi della guerra, le stregi, il ricorso al terrore, negli stati italiani provocano l’intensificarsi della propaganda controrivoluzionaria.Nello stato della chiesta: opuscoli e periodici che escono nei domani papali combattono non solo le dottrine rivoluzionarie, ma gli ideali di libertà e uguaglianza. I principi illuministici vanno sradicati.IL GIORNALE ECCLESIASTICO DI ROMA esce dal 1785-98 è diffuso in tutta italia, l’austria ne proibisce l’ingresso nei territori che controlla.Novità sono i periodici femminili. Nel 1791 esce a firenze: il GIORNALE DELLE DAME.

Altre riviste simili di chiamano:LA DONNA GALANTE ED ERUDITA DI VENEZIA;GIORNALE DELLE NUOVE MODE DI FRANCIA E INGHILTERRA (Milano)

Arriva la libertà:

Napoleone Bonaparte entra a Milano il 15 maggio 1796.Con lui esplode una grande fioritura di giornali che lui stesso vuole. Cadono le restrizioni sulla stampa, si apre un triennio rivoluzionario, che avrà un’autentica libertà di stampa, molte città che non avevano un periodico ne avranno uno.Nascono le prime forme di giornalismo politico. I nuovi fogli, dedicano maggior spazio alle notizie italiane, seguono i dibatti che si volgono nelle istituzioni create dai francesi, prendono posizione sui fatti politici di attualità con commenti e con veri propri articoli di fondo.Temi di discussione continua sono la libertà di stampa e lo sboccoda dare al movimento patriottico rivoluzionario. Nasce il tricolore su proposta del Compagnoni.Libertà però subisce variazioni a seconda del prevalere delle vedute di Napoleone o del Direttorio di Parigi.Napoleone non mantiene fede allo Statuto della Repubblica Cisalpina che egli stesso aveva dettato. Nell’articolo 354 si assicura la libertà di espressione e si esclude ogni tipo di censura preventiva, ma la riserva dei “casi previsti dalla legge” per punire i responsabili di reati consente di sopprimere i giornali più arditi.8 luglio 1797 il Difettorio Cisalpino dispone la consegna preventiva di 12 copie di ogni periodico e la tassa di bollo scoraggia l’avvio di nuove iniziate iniziative editoriali.Il primo foglio libero milanese esce il 23 maggio 1796: IL GIORNALE DEGLI AMICI DELLA LIBERTA’ E DELL’UGUAGLIANZA compilato da Rasori.Il giornale più famoso del triennio è il MONITORE ITALIANO poi MONITORE CISALPINO 1798 e apre la serie dei MONITORI che appariranno a Ve, Bo, Fi, Roma e Na.Il titolo viene da Moniteur Universel fondato a Partigi nel 1789 edestinato a diventare il preferito di Napoleone.A Milano escono 2 edizioni del Monitore, molto differenti1) collabora Foscolo è redatto da Gioia e Custodi è un foglio di battaglia

2) diretto da Compagnoni è un foglio democratico, ma con tono moderato e gode della protezione finanziaria delle autorità francesi, buona fatta e qualità degli scritti.

Il Redattore foglio ufficioso compilato da Lauberg, porta il nome con cui vengono definiti ancora oggi i giornalisti che compilano imezzi di informazione.A Bologna esce il MONITORE BOLOGNESEA Genova, fioritura giornalistica, lotta tra moderati e democratici. Foglio dei democratici è il settimanale GAZZETTA NAZIONALE GENOVESE 1797, GAZZETTA NAZIONALE DELLE LIGURIA e GAZZETTA DI GENOVA fino al 1878.Il principale avversario della Gazzetta di Genova è il settimanaleANNALI POLITICO-ECCLESIASTICI, portavoce invece dei moderati.

Scolorita è la stampa piemontese, va ricordata però la GAZZETTA PIEMONTESE, per la sua continuità attraverso i successivi regimiA Firenze, le truppe francesi durano solo 3 mesi, ma nascono 4 nuove testate, 2 quotidiane:IL MONITORE FIORENTINO è il più ben fattoA Roma il regime repubblicano si prolunga per 18 mesi, ma l’unico che ha un certo rilievo è il MONITORE DI ROMA, nato come organo ufficioso del governo repubblicano col passare dei mesi diventa unfoglio moderato.La repubblica Napoletana dal gennaio al giugno 1799. Una donna Eleonora Fonseca Pimentel e il suo giornale il MONITORE NAPOLETANO. Bisettimanale esce dal 2 febbraio all’agosto 1799, la Fonseca Pimentel ne è l’animatrice e la guida su una linea di sostegno al governo provvisorio. Negli articoli preoccupazioni dicoinvolgere nei propositi dei patrioti le classi umili di Napoli edella campagna avverse alla Repubblica, esorta a fare periodici scritti in dialetto.La Repubblica Napoletana capitola davanti al Cardinale Ruffo, Eleonora Fonseca Pimentel sale sul patibolo, come tutti gli esponenti di quel moto generoso.

Nell’agosto 179 le truppe francesi sono costrette dalle forze austro russe ad abbandonare la penisola. Le Repubbliche crollano. Tutti i giornali democratici scompaiono. Sopravvivono quelle gazzette che avevano evitato di compromettersi L’anno successivo con la vittoria di Napoleone a Marengo 14 giugnosi apre per l’Italia la seconda fase repubblicana. Il Napoleone

che ritorna a Milano non è più liberatore ma dittatore del colpo di stato del 18 brumaio.Il regime napoleonico durerà quasi quindici anni.

Nel regime napoleonico

Il primo tempo della riorganizzazione della penisola, avviata da Napoleone, impone alla stampa severi controlli ma non ancora ferrei.Nasce la seconda Repubblica cisalpina,.A Milano, Pietro Custodi, con “L’amico della Libertà, bisettimanale che lui stesso chiude nell’agosto del 1800 dopo 25 numeri.Un altro giornalista è Giuseppe Lattanzi, nel settembre 1801 dà vita ad un quotidiano di impronta commerciale: “Colpo d’occhio giornaliero sulla città di Milano, ossia annuncio di economia, arti e commercio”, è un giornale di servizio, che ospita annunci apagamento (Les Petit Affiches), ma anche questo viene cersurato, viene soppresso per ordine del vicepresidente della Cisalpina: Francesco Melzi.Milano: Gazzetta nazionale cisalpina e il Redattore cisalpino;Genova, fogli patriottici sono soppressi;a Torino molti patrioti sostengo le autorità francesi per timore di un ritorno della monarchia sabauda, francesi tollerano il nuovoperiodico ufficiale democratico: la GAZZETTA NAZIONALE PIEMONTESE,testata con simboli massonici.

Nei territori aggregati alla Francia, le autorità impongono a variperiodici il bilinguismo e poi ne promuovono alcuni in lingua francese:Courrier de Turin e Journal de Genes.

Repubblica cisalpina, decreto gennaio 1803, regola la censura preventiva, affidata al magistrato di revisione e dà le direttive fondamentali a stampatori e giornalisti:non recare offesa alla religione e pubblica morale, non attentare all’ordine pubblico e al rispetto dovuto al governo, non provocare il turbamento dell’armonia attraverso i governi amici, non diffamare le persone.1806 Napoleone si incorona imperatore dei francesi e re d’Italia.Fa abolire la censura preventiva e cambia nome alla Magistratura di revisione, chiamandola “UFFICIO DELLA LIBERTA’ DI STAMPA”, è unmutamento di facciata, perché ogni libertà politica è scomparsa e la sorveglianza sui libri e i giornali è strettissima.

Gli unici fogli di opposizione vengono dalla Sicilia, Sardegna e Malta, perché sono sotto il controllo dell’Inghilterra. I fogli politici assomigliano tutti al “Moniteur” di Parigi il giornale prediletto dell’Imperatore, escono 2/3 volte sett, 4 paggformato meno ristretto.Rari i quotidiani.Esce a Milano il GIORNALE ITALIANO, 1805-1815, a Napoli da 1811 al 1815 “IL MONITORE DELLE DUE SICILIE”

Il GIORNALE ITALIANO, nasce da un progetto di Vincenzo Cuoco e accolto da Melzi. L’intento del giornale è di contribuire a formare lo spirito pubblico di una nazione.Altro foglio è il CORRIERE MILANESE compilato da Francesco Pezzi, è un foglio ufficioso, dà largo spazio dalla cronaca della città, teatrale, mondana (di Corte), finanziaria e nera.

Nel 1812 Napoleone procede con il riordinamento della stampa e si occupa anche di notizie politiche, Non più di un foglio per questotipo di Dipartimento, eccezione Milano che ne può avere 8. Il regime repressivo favorisce il risveglio del giornalismo letterario, che consentono evasioni dalla realtà anche culturale dalla francia.In alcuni periodici milanesi, compaiono accanto a quella di Foscolo, firme di alcuni patrioti dell’età della Restaurazione: Silvio Pellico e Pietro Borseri.In crescita anche periodici specializzati in economia, agricoltura e scienze.

CORRIERE DELLE DAME: periodico diretto al pubblico femminile, viene fondato a milano, nel 1804-1872 (vari cambi di proprietà) daCarolina e Giuseppe Lattanzi ( Colpo d’occhio) che esce a 8 pagg. Tutti i numeri contengo illustrazione di un figurino di moda e ragguaglio sintetico dei principali fatti della settimana, intitolato Termometro politico. Racconti, aneddoti, pensieri morali, cronache teatrali e alle poesie. Non mancano i consigli alle dame, comportamenti in società, allevare i figli, sciarade.

Nascono le diverse figure dei giornalisti: il direttore, i redattori, i collaboratori. A rendere più efficace il lavoro dei cronisti è servita l’applicazione della tachigrafia, o stenografia, a milano comincia nel 1797.

Formato dei giornali cresce, ottocento 26x40, la pagina viene suddivisa in tre colonne.Invenzione della macchina per la fabbricazione continua della carta e con l’applicazione del vapore al torchio (il primo lo adotta il Times di Londra nel 1814 e consente di stampare 1000 copie all’ora

IL GIORNALISMO DEL RINASCIMENTO

Nell’età della Restaurazione:alleanza fra tono e l’altare, sancita dal Congresso di Vienna 1814-15, crea un’organizzazione sovranazionale per il mantenimentodell’ordine e della pace.Tutti gli stati dell’Europa continentale sono retti da regimi assoluti, l’Inghilterra diventa patria dei liberali.Per tutto il periodo della Restaurazione, fino alla promulgazione degli editti del 1847-1848 non esiste in Italia un giornalismo politico nel senso completo del termine. Sentimenti patriottici, una vocazione nazionale, radicati in buona parte della società italiana che conta, spinte forti, come i moti del 1820-21 al 1831.Le idee nuove si scontrano con quelle classiche, dibattito tra romantici e classicisti.Due fattori specifici contribuiscono a movimentare la scena giornalistica:

1) rappresentato dall’estensione e dall’incidenza raggiunte dal giornalismo di ogni tipo, nonostante l’arretratezza politico-sociale e tecnico-impreditoriali rispetto ai paesi avanzati, i periodici specializzati, economici e tecnici, scientifici e fogli di varietà e di cognizioni utili sono veicoli efficaci di modernità.

2) Atteggiamento critico e ostile all’assolutismo, della maggioranza del mondo intellettuale. Nelle capitali e nei maggiori centri urbani di ogni Stato i sovrani e i governi restaurati fanno uscire un foglio ufficiale e privilegiato. Che quasi sempre è intitolato GAZZETTA. Pubblicano leggi e gli atti di governo e un notiziario arido, attentamente vagliato e manipolato,gli altri periodici non possono occuparsi dipolitica. Le gazzette e i fogli governativi raccolgono giornalistie scrittori che accettano di essere coriferi e servitori.Milano conferma il proprio ruolo di capitale culturale giornalistica, ma i periodici durano poco, ma ne nascono altri perl’intraprendenza di alcuni stampatori tra i quali a Milano spiccaAntonio Fortunato Stella.Meglio vanno i periodici di varietà, in tutta europa si diffonde la voga delle COGNIZIONI UTILI, che spiegano le invenzioni e le loro applicazioni pratiche o discorrono di moda, cucina, giardinaggio, mondanità. Più diffusi in Lomardia:

CORRIERE DELLE DAMEL’APE DELLE COGNIZIONI UTILI ( Canton Ticino)

Il foglio ufficiale del Lombardo-Veneto è la Gazzetta di Milano nella testata l’aquila bicipite, lo compila Francesco Pezzi, è un foglio arido ma diffuso, perché tutti i Comuni e gli uffici governativi devono abbonarsi. Novità milanese è la BIBLIOTECA ITALIANA, promossa dagli austriacinel 1816, allo scopo di conquistare le simpatie nel mondo intellettuale, diretta da Giuseppe Acerbi, più di 400 sono i letterati e gli eruditi di tutta italia invitati dall’Acerbi a collaborare ma molti non accolgono la proposta.Alla Biblioteca Italiana si contrappone il CONCILIATORE, promosso da una cerchia di giovani romantici, ammiratori di Madame de Staele seguaci di Romagnosi. (compilato anche da Pellico), garantito finanziariamente da 2 illuminati (Lambertenghi e Confalorieni), sipresenta come un periodico statistico-letterario, impronta modernamente liberale e il respiro europeo. Il foglio azzurro chiamato così dal colore della carta con cui viene stampato, suscita reazioni della Biblioteca Italiana, si susseguono interventi di censura, nell’ottobre 1819 con una intimazione rivolta a Pellico, la società del Conciliatore decide di darsi spontaneamente alla morte.Censura invece nel regno sardo, che include Genova e in quello pontificio dove domina la censura ecclesiastica.

Moti del 1820-21, cominciano ad aggirarsi sette in vari paesi d’europa, nuclei carbonari delle Romagne e del Napoletano riesconoa far circolare vari fogli clandestini. Il più notevole è l’Illuminatore che circola nelle romagne dal 1820, questi fogli proclamano guerra ai preti e al potere temporale del Papa, chiedono libertà e unità sotto una monarchia costituzionale.Un’insurrezione sollevano Napoli e Sicilia e la libertà dura 8 mesi, il giornale democratico più imp di Napoli è “Minerva napoletana”, lancia la lotta partigiana ad esempio della Spagna.A Torino c’è la “Sentinella subalpina”.

A firenze 1821 nasce L’ANTOLOGIA, GIORNALE DI SCIENZA, LETTERE ED ARTI”Per dodici anni esempio di quel lavoro culturale e politico diretto a formare un’opinione in grado di premere sui governi e spingerli alle riforme. Fondatore e animatore è Gian Pietro

Vieusseux, ricco mercante, uomo colto e conoscitore di molti paesi, due anni prima aveva aperto un gabinetti di lettura. L’intento è fare un giornale essenzialmente italiano nel quale gliargomenti economici, scientifici e storici, devono sopravanzare quelli letterari. Ricerca di Vieusseux di una fisionomia omogenea per la rivista e nei suoi sforzi per ottenere un linguaggio più semplice.Sa scegliere i collaboratori Tommaseo, Cattaneo e Mazzini.

A Milano si affianca 1824 la rivista: ANNALI UNIVERSALI DI STATISTICA, edito da Francesco Lampato che aveva capito l’importanza della pubblicistica tecnico-economica. Dal 1827 vienediretto da Romagnosi.Genova si risveglia con il commerciante Luigi Pellas che aveva fondato 1824 il “CORRIERE MERCANTILE” bisett, di notizie sui mercati e sul movimento del porto, che ora si apre ad altri argomenti.L’INDICATORE GENOVESE 1828 di Mazzini accenti contro i conservatori e reazionari, che viene interdetto dalle autorità e così mazzini va a collaborare con l’INDICATORE LIVORNESE.

Nel 1833 il Granduca di Toscana decide di sopprimere il periodico di Vieusseux. Anche nel Regno Sardo, dove nel 1831 è salito al trono Carlo Alberto, aumentano le angherie censorie e gli atti repressivi.Mazzini va in esilio a Marsiglia nel 1832 , fonda la Giovane Italia e una rivista dallo stesso titolo, escono soltanto 6 numeri, ma sua comparsa segna l’avvento nella lotta politica del giornalismo mazziniano. Mazzini fa molto affidamento sui giornali come veicoli di conoscenze, di apostolato e di mobilitazione deglianimi.

È arrivato anche per l’Italia il momento della modernizzazione consentita o determinata dalla invenzioni o dalle loro applicazioni, macchina a vapore, ferrovie, gas, corrente elettrica, per i giornali nascono le prime applicazioni del telegrafo ai progressi della fotografia. Il dibattito sulle costruzioni ferroviarie finisce per assumere nei giornali un significato politico.

A Torino nel 1834 Carlo Alberto decide di trasformare la ufficiosaGAZZETTA PIEMONTESE in quotidiano (prima trisett) direttore Felice

Romani, per la politica non cambia nulla, ma si apre alle scienze,musica e arti.La vera novità di torino è il tipografo-editore Giuseppe Pomba, nel 1829 chiede al sovrano il privilegio di esclusiva per introdurre a Torino la macchina a stampa a doppio cilindro, mossa dal vapore, che il Times di Londra aveva adottato nel 1814.Pomba aveva capito che la domanda di cultura era cresciuta, domanda articolata, proveniente da ceti differenti. A questo mercato egli dà dei libri ben stampati , tra i quali vanno ricordati quelli della Biblioteca Popolare e una serie di periodici illustrati, tipo i magazzini pittorici cui viene lanciata nel 1832 la Penny Magazine di Londra imitato poi in Francia e italia.Il primo periodico di Pomba più significato è il TEATRO UNIVERSALE. RACCOLTA ENCICLOPEDICA E SCENOGRAFICA. 1834 distribuito in mezza italia grazie ad un accordo con una decina dilibrai.Ogni fascicolo è di 16 pagine, formato tabloid, dalle 12 alle 20 incisioni direttore Davide Bertolotti, 6 franchi piemontesi.

Genova il CORRIERE MERCANTILE è un giornale completo, affronta anche temi politici 1843 diventa quotidiano.

A Napoli e in Sicilia si ha una notevole fioritura di testate nuove con l’avvento al trono di Ferdinando II. Nel 1833 i periodici che escono nel Regno delle due Sicilie sono 24, sono fogli di varietà, di evasione, e anche di pettegolezzi.Un segno del clima nuovo dei mutamenti sociali che si stanno imponendo tra la fine degli anni 30-40 è la trasformazione e lo sviluppo della pubblicista rivolta ai ceti popolari.Agli almanacchi e lunari, vengono raggiunti nozioni utili, mentre nascono i primi esemplari di stampa popolare.Il più importante tra questi periodici è considerato: LETTURE POPOLARI fondato da Lorenzo Valerio a Torino nel 1837. si trovano incitamenti al riscatto, alla lotta contro la miseria e per l’instaurazione di nuovi rapporti tra lavoratori e padroni.Nella pubblicistica popolare va aggiunta l’iniziativa del Pomba 1844 la NUOVA ENCICLOPEDIA POPOLARE.L’evoluzione verso riforme e impegno civile doc in due periodici milanesi e due torinesi:

1) è la RIVISTA EUROPEA il mensile di Carlo Tenca, infonde idealismo mazziniano contemperato dal realismo di Cattaneo

2) IL POLITECNICO fondato da Carlo Cattaneo 1839 sottotitolo: Repertorio mensile di studi applicati alla prosperità e coltura sociale, ma lo deve chiudere nel 1844 e passa a collaborare con Rivista europea.

A Torino invece periodici che simboleggiano e interpretano il nuovo clima politico sociale sono

3) ANTOLOGIA ITALIANA mensile culturale4) Il MONDO ILLUSTRATO campo giornalistico più commerciale,

settimanale molto ricco di articoli e immagini, deve chiuderedopo due anni per costi troppo alti.

nascono entrambi nel 1846 dalla mente di Pomba.

Gli editti sulla stampa:

La svolta della stampa parte con l’Editto di Pio IX 15 marzo 1847e si conclude con quello albertino il 26 marzo 1848.Le norme del Papa aprono soltanto degli spiragli, perché

- si limitano a semplificare le procedure censorie, affidandolea uomini più avveduti e tolleranti

- a prevedere l’appello contro i loro giudizi e a ridurre i poteri del Sant’Uffizio.

Assumo un significato straordinario.

Meno di due mesi dopo il 6 maggio il Granduca di Toscana promulga un analogo editto che però dà ai censori ampi margini di discrezionalità.I Circoli liberali e democratici considerano la via necessaria ein quel momento unica per intraprendere e sviluppare la lotta politica.Vengono alla luce nuovi fogli. Si delinea ancora di più la divisione tra periodici che prendono il partito e quelli che mettono il primo piano la funzione di intrattenimento culturale ofrivolo. La politica segna anche l’accentuazione di un giornalismorissoso fatto di polemiche acri e di violenti toni personalistici.

Carlo Alberto comincia ad accogliere le richieste dei riformatori e il 30 ottobre 1847 allenta le maglie della censura civile e abolisce quella ecclesiastica sulla pubblicistica che non riguardala religione.Nascono due quotidiani gennaio 1848:IL RISORGIMENTO moderato organizzato da Cavour, l’altro è il CONCORDIA democratico creato dal Valerio, entrambi propugnatori del sistema rappresentativo.

I moti e le agitazioni costringono anche re Ferdinando II a concedere al Regno delle due Sicilie la Costituzione, sostituzionedalla censura preventiva a quella repressiva.

Lo statuto albertino e il suo successivo Editto sulla stampa emanato il 26 marzo 1848 hanno un’importanza basilare nelle vicende della stampa italiana perché queste norme resteranno in vigore con poche lievi modifiche dopo l’Unità.L’art 28 dello Statuto sancisce :la stampa sarà libera , ma una legge ne reprime gli abusi. Tuttavia le bibbie, catechismi., i libri liturgici e di preghiera non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo.

Editto traduce questo principio in 91 articoli, stilati da una equipe guidata da Federico Sclopis.Nel preambolo si afferma che la libertà della stampa è necessaria guarentigia delle istituzioni di ogni ben ordinato Governo rappresentativo. L’uso della libertà cessa dell’essere propizio allorchè degenera in licenza, quando invece di servire ad un generoso svolgimento di idee assoggetta all’impero di malaugurate passione.

Disposizioni principali:1) la libertà di manifestazione del pensiero per mezzo stampa e

di qualsivoglia artificio meccanico atto a riprodurre segni figurativi.

2) Ogni cittadino maggiorenne purchè goda dei diritti civili, le società anonime e in accomandita e i corpi morali riconosciuti tali possono pubblicare un giornale o scritti periodici.

3) Il tipografo deve apporre sullo stampato i propri dati e l’anno di stampa. Per esercitare l’attività tipografica occorre un’autorizzazione. Tutti i giornali devono avere un gerente responsabile, il gerente deve firmare di suo pugno la prima copia di ciascun numero del giornale e il suo nome deve figurare su tutte le copie stampate. La prima copia va consegnata all’autorità pubblica senza che tale incombenza pregiudichi la distribuzione del foglio.

4) Il gerente è responsabile penalmente di tutte le infrazioni della legge e con lui lo sono tutti coloro che firmano gli articoli.

5) Le rettifiche o le precisazioni provenienti da persone nominate dagli articoli devono essere pubblicate subito dopoil loro arrivo e possono avere una lunghezza doppia dello scritto che le ha determinate.

Enumera i reati per mezzo della stampa, facendo riferimento al codice penale che risale al 1839. I reati principali sono

- la provocazione a commetterne - attacchi alla religione cattolica (religione di stato) e

altri culti ammessi- offese al re e alla famiglia regnante, Parlamento e ai capi

degli altri Stati- offese al buon costume e la diffamazione.

Contemplato la provocazione all’odio fra le varie condizioni sociali e contro l’ordinamento della famiglia e le azioni contro l’inviolabilità del diritto di proprietà.La legge appariva relativamente larga e liberale, ma lasciava possibilità di intervento troppo ampia al potere esecutivo.

La figura del gerente responsabile, ricavata dalla legislazione francese del 1830, diretta a coprire quei direttori che non vogliono esporsi, suscita perplessità perché si presta a degenerazioni, che si verificherà attraverso poveri diavoli chiamati “teste di legno”

Dal Quarantotto all’Unità

L’ondata insurrezionale partita con le rivolte di venezia e di milano, alimentata dalla guerra dichiarata da Carlo Alberto all’Austria nel marzo 1848 si propaga lungo la penisola. Un quasi tutti gli stati si instaurano regimi di libertà che avranno duratadiversa.Ogni gruppo, ogni corrente vuole avere un giornale che è sempre più un arma da combattimento, in questo clima cresce anche un giornalismo demagogico o libellistico e mette radici quello satirico.

Nel clima della guerra di indipendenza compare il 16 giugno 1848 atorino un quotidiano che rappresenta un’autentica novità editoriale e giornalistica: è la GAZZETTA DEL POPOLO creata da Giovan Battista Bottero, questo quotidiano con le principali notizie del mattino è impostato in modo tale da attirare un pubblico popolare: basso prezzo di vendita 5 cent, piccolo

formato, molte notizie tempestive, linguaggio semplice, intonazione politica liberale avanzata e molto anticlericale.L’operazione parte dai quotidiani a basso prezzo lanciati qualche anno prima in Inghilterra, usa e francia.Luglio 1848 “L’armonia della religione con la civiltà” trisett chediventa quotidiano nel 1856 portavoce dei cattolici conservatori.A Genova, aumento dei giornali, a vantaggio delle file democratiche, testate:il BALILLA plurisett e DIARIO DEL POPOLO di Goffredo Mameli.Fra i fogli repubblicani il più importante è L’ITALIA DEL POPOLO, diretto da Mazzini, incisivi articoli di fondo e fattura tecnica.

A Torino nel 1854 escono ben 13 quotidiani, il più diffuso è la Gazzetta del Popolo e l’Opinione, entrambi sostengono la politica di Cavour e hanno una accentuazione anticlericale, si accomuna in disegno giornalistico-editoriale: dare molte notizie, anche pettegole, svolgere campagne popolari.Nella Gazzetta del Popolo di questi anni si può vedere il germe del quotidiano d’informazione e di opinione a larga diffusione.La novità torinese è la fondazione di una agenzia di notizie, somigliante alla famose HAVAS di Parigi 1835, alla WOLFF di Berlino e REUTERS a Londra. Alla fine del 1852 viene attivato il collegamento fra Torino e Parigi con il telegrafo elettrico, consente di ricevere rapidamente le informazioni parigine e quelle delle capitali collegate con quella francese.L’idea di dotare Torino di un’agenzia moderna è di Cavour, come direttore viene scelto il giornalista GUGLIELMO STEFANI, che dirige il quotidiano ufficioso Gazzetta Piemontese. L’impresa è a carattere familiare, per cui prender il nome di AGENZIA STEFANI TELEGRAFIA PRIVATA, il 25 gennaio 1853.(Il Diritto critica Caovur, sinistra parlamentare, li tiene d’occhio anche attraverso sovvenzioni riservate e con interventi non sempre legali dell’Esecutivo)

Stampa di orientamento democratico mazziniano ha fortuna a Genova,i giornale di Mazzini:L’Italia del Popolo nato il 1851 chiude il 1857.Successo lo ha Il San Giorgio, poi La Nazione, fondato dal gruppo Nino Bixio e vicino a Garibaldi, critico verso Mazzini.La politica repressiva dell’Austria nel Lombardo-Veneto diventa particolarmente severa con le disposizioni emanate tra il 1849-1852:

- richiesta di cauzione

- aggravamento pene- facoltà data alla polizia di sospendere e sopprimere giornali

e di revocare l’autorizzazione a farliEsce regolarmente la GAZZETTA DI MILANO, compilata da G.B. Manini,quotidiano ufficiale del governo.Su un piano qualitativo elevato, da Il CREPUSCOLO settimanale letterario di Carlo Tenca, ispirato alla rivendicazione di una letteratura nazionale aperta sul mondo contemporaneo, Il Crepuscolo dura 10 anni.La prima uscita della seria dell’OSSERVATORE ROMANO, quello che esce tutt’ora comincerà nel 1860.

L’evoluzione editoriale e giornalistica:in questa fase la libertà di stampa esiste soltanto negli Stati diVittorio Emanuele II, divario economico,sociale, tecnico che c’è nella penisola e quelle dei paesi avanzati.Italia, analfabeti superano il 75%.Si costruiscono le prime rotative, 1848 ne impiega una veloce il Times di Londra, dal 1851 un cavo sottomarino collega telegraficamente la Francia e l’Inghilterra.Il mercato editoriale italiano resta piuttosto debole, i giornali si vendono al botteghino, stamperie o in qualche libreria, hanno cmq un prezzo elevato. Nelle maggiori città avviene tramite torchio a vapore, Torino 46, a Milano 6, determinato anche dalle resistenze degli stampatori, ad introdurre macchine più moderne.Alcuni hanno adottato il formato grande e suddivisa la pagina in 4colonne. La pubblicità è ancora molto scarsa e i giornali sono spesso in deficit per cui ricorrono a sovvenzioni dei governi e dei gruppi politici che li sostengono.In italia è mancata la spinta imprenditoriale, tranne quella del Pomba e di quello della Gazzetta del Popolo.Il giornalismo italiano del periodo risorgimentale si è sviluppatocon una forte connotazione politica, ed è praticato soprattutto come connotazione politica.La figura del giornalista ha cominciato ad assumere lineamenti peculiari, ma sono rari i casi nei quali l’impiego politico non abbia il sopravvento su quello professionale. I giornali sono strumenti di lotta politica e di aggregazione del consenso. Ai migliori periodici viene data un’impronta formativa. Sulla funzione educativa del giornalismo di formazione delle opinioni oltre che delle conoscenze sono d’accordo in molti, da Mazzini ai democratici e ai liberali moderati, ma non la Chiesa, naturalmente, che viene visto come una piaga.

A tutti i limiti generali e particolari e a tutte le differenze spinte politiche che caratterizzano la stampa risorgimentale si unisce quindi la tenace ostilità della chiesa verso la libertà di stampa.

DALL’UNITA’ ALLA SVOLTA DI FINE SECOLO

Giornali e lotta politica:Unificazione nazionale. 1859-1870, l’Italia è un paese essenzialmente agricolo, con una forte disparità fra l’agricolturadella Padania e quella delle altre regioni.L’industria è circoscritta alla Lombardia e al Piemonte, differenze sociali enormi, malcontento.L’estensione a tutta la penisola dei principi liberali sanciti dallo statuto albertino e dell’editto sulla stampa alimenta la lotta politica e produce nuove fioriture di giornali.Si un allargamento del suffragio solo dopo il 1876 quando la sinistra va la potere. La lotta politica si sviluppa su due piani, quello nazionale e quello municipale, attraverso i giornali si delineano tendenze e correnti, dei due maggiori schieramenti, Destra (storica) e Sinistra.

A milano 4 quotidiani dominano la scena:1) GAZZETTA DI MILANO, toglie l’aquila bicipite, cambia direttore,“Cento anni” di Rovani, a puntate dura 7 anni, la continuità di stampa, porta la fortuna, della casa editrice SONZOGNO fondata nel1818, grande protagonista nel periodo post unitario.2) LA LOMBARDIA scelta dal governo come foglio ufficiale3) IL PUNGOLO, fondato la Leone Fortis, politico-letterario4) LA PERSEVERANZA (1859) fondato dal gruppo di notabili della destra liberale e diretto da Pacifico Valussi e poi da Ruggero Bonghi, tiratura modesta, ma acquista un peso politico che gli assicurerà una lunga vita.

Maggior successo lo ha IL PUNGOLO per una iniziativa di Fortis, ovvero la pubblicazione della prima competizione elettorale, dell’elenco delle persone che nel 1853 avevano firmato un messaggio di felicitazioni all’imperatore Francesco Giuseppe scampato ad un attentato. La risonanza è enorme perché figurano lepiù importanti famiglie milanesi. La sua popolarità è tale che per

un decennio a Milano il venditore di giornali viene chiamato il pungolista.

1864 a Milano la GAZZETTA DI MILANO diretta da Raffaele Sonzogno con una memorabile campagna urbanistica, riesce a documentare alcuni gravi intrallazzi nelle vicende legate alla costruzione di Piazza Duomo e della Galleria destinata a tanta celebrità e provoca la caduta del sindaco della Giunta municipale.A milano esce IL SOLE (1865): primo quotidiano economico, commerciale e finanziario, lo fonda un gruppo di aderenti al neonato partito d’azione.

Nel 1864 la capitale da Torino si trasferisce a Firenze, comincia la difesa al Piemontismo, che dà ai giornali torinesi un carattere provinciale e li condanna per un po’ di tempo un certoisolamento. Torino perde anche l’agenzia stefani, che segue il governo a firenze.Firenze sede del governo e parlamento favorisce l’ascesa del gruppo liberalconservatore toscano rappresentato dalla LA NAZIONE quot. Di Bettino Ricasoli, luglio 1859.Rifiorisce la pubblicistica di argomento culturale: frutto migliore è la NUOVA ANTOLOGIA che nel 1866 riprende la tradizione di Vieusseux.

A Genova: GAZZETTA DI GENOVA e il CORRIERE MERCATILE, che rafforzai propri legami con i gruppi finanziari e con l’armatore Rubattino.Venezia abbiamo la GAZZETTAA Napoli e Palermo la spinta unitaria di ispirazione garibaldina si fa sentire con 2 testate:- ROMA comparso a Napoli nel 1862, diretto da Pietro Sterbini, cronaca minuta e fatterelli della città con romanzi napoletani.- GIORNALE DI SICILIA Palermo 1860 dopo l’arrivo delle camice rosse, nato come espressione del gruppo democratico crispino, divenuto filoministeriale, segna l’inizio dell’attività editorialedella famiglia ARDIZZONE (ancora oggi proprietaria)Roma 1861 l’avvio della serie dell’OSSERVATORE ROMANO, tutt’ora è la voce ufficiale della santa sede.1876 cade la Destra, sono pochi i giornali di opposizione di sinistra che riescono a sopravvivere.IL GAZZETTINO ROSA fondato a milano nel 1867 Bizzoni e Cavallotti , piccolo quotidiano politico-letterario dai toni violenti che si propone di moralizzare la vita pubblica

nazionale, fatto di indiscrezioni, allusioni, polemiche che sfociano in duelli.Allusioni sull’amante del principe Umberto e le celebre denuncia che fa scoppiare lo scandalo della Regia dei Tabacchi.I fogli d’opposizione di sinistra sono i più bersagliati dai prefetti e magistratura, impossibile contare i sequestri del Gazzettino rosa e le autorità finanziano pure il Gazzettino Rosso per contrastarlo. Bersagliati sono pure i primi fogli destinati alle classi popolari, imp il bisett. LA PLEBE. 1868 a Lodi.Il numero dei fogli cattolici cresce notevolmente.

1) Ai giornali amici o disposti a diventarlo il governo e i prefetti possono dare vari tipi di sostegno, pubblicazioni a pagamento degli atti ufficiali del parlamento, governo, pubbliche amministrazioni. Privilegio che assicura un certo numero di abbonamenti.

2) Sovvenzioni e altri emolumenti erogati dal ministero dell’interno.

3) Fornitura gratuita di corrispondenze e notizie politiche della capitale, la cui stesura provvedono compensi extra funzionari statali dell’opposizione “giornalisti anfibi”

Le imprese editrici che stampano fogli politici hanno ancora una struttura artigianale, meglio quelle che producono periodici di varietà e collane popolari. I fogli politici sono in deficit. Giornalisti hanno compensi modesti e pochi possono vivere solamente dei proventi del mestiere.Rare sono le tipografie italiane con macchine moderne per la stampa, in altri paesi ci sono le prime rotative Walter e Hoe.

Le prime edicole compaiono a Milano nel 1861. Le notizie fresche sono scarse perché l’Agenzia Stefani è ancora un’impresa modesta mentre l’Havas, Reuter e Wolff hanno già stabilito collegamenti con il telegrafo per scambiarsi notizie.Le corrispondenze in italia escono 5-6 giorno dopo l’accaduto, e raccontano con titoli generici, in prima pagina in basso c’è la puntata del romanzo d’appendice che attira di più.Per le file del giornalismo annoverano avvocati e altri professionisti che fanno politica e scrivono con il linguaggio deicomizi e intellettuali e letterati di modesta levatura che spesso scrivono in modo aulico e fiorito.

Verso il quotidiano moderno:

la scena del giornalismo muta a Milano nella seconda metà degli anni Sessanta con gli impulsi imprenditoriali sorti con il ritornodella libertà, soprattutto per l’evoluzione generale della societàcivile.Nella cerchia degli stampatori-editori-librai hanno un ruolo di spicco i SONZOGNO ed EMILIO TREVES (che lancia alcuni periodici illustrati ). Entrambi pensano alla stampa quotidiana, ma Treves deve vendere il CORRIERE di MILANO e dopo anni passerà alla storiadell’editoria giornalistica con il settimanale L’ILLUSTRAZIONE ITALIANA che fonda nel 1875 riprendendo la testata che un altro editore aveva lanciato.

Edoardo Sonzogno invece, vara nel 1866 IL SECOLO che apre la strada che porta alla creazione del quotidiano moderno all’italiana.IL SECOLO esce il mattino del 5 maggio, ha 4 pagine suddivise per 5 colonne, promette di essere più ricco e tempestivo degli altri nell’informazione.Durante la TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA, IL SECOLO segue gli avvenimenti della guerra con una cura e una precisione maggiori diquella usata dagli altri quotidiani nei quali sovente i resoconti sono raffazzonati con dispacci di agenzia e notizie riprese da altri giornali.Sonzogno ha la stoffa dell’editore, ciò che a lui preme è che il suo giornale combini con lo spirito del pubblico, lui intesa come media e piccola borghesia, allo stuolo degli artigiani e operai evoluti che popolano Milano.L’intento si realizzo nel giro di pochi anni attraverso 3 scelte:

1) linea politica democratica, senza diventare un organo di partito, garantita dalla lunga direzione di Moneta

2) potenziamento della cronaca cittadina, la compila l’avvocato Romussi, il quale dà voce ai protagonisti e alla povera gente.

3) Notevole spazio dato agli articoli e alle rubriche di varietàe al romanzo a puntate, 2 al giorno (copiando i quotidiani parigini)

L’invenzione della cronaca cittadina funziona, andare tutti i giorni di persona o mandare dei collaboratori in municipio, negliuffici della polizia, in tribunale, all’ospedale e frequentare attentamente teatri e luoghi pubblici.Sonzogno invece del contabile nomina un amministratore capo EnricoREGGIANI, che si rileva un abile organizzatore e anche un oculato amministratore. Sa investire i soldi nel telegrafo,nelle spese

promozionali, spese per rinnovare gli impianti tipografici, sa inoltre organizzare bene il lavoro di produzione e distribuzione del giornale, nasce con lui la figura del DIRETTORE AMMINISTRATIVO.

Il telegrafo è diventato il mezzo e il simbolo che distingue i giornali forti da quelli deboli, le agenzie internazionali da quelle nazionali.Dal 1866 l’americana ASSOCIATED PRES e l’inglese REUTERS possono comunicare con il primo cavo sottomarino che collega Terranova e l’Irlanda.Per colpire i milanesi Sonzogno fa mettere in vetrina i primi telegrammi diretti dal Secolo, con il Secolo si arriva ad una impostazione editoriale pre-industriale.

A far tornare i conti dei giornali e a incrementare i guadagni contribuisce la pubblicità, gli avvisi commerciali che i quotidiani pubblicano in quarta pagina crescono e gli inserzionisti scelgono i giornale più diffuso e popolare, maggioranza degli avvisi riguarda le specialità farmaceutiche. 1870 pioniere della pubblicità, ATTILIO MANZONI. L’idea è quella di creare un tramite fra i giornali e gli inserzionisti. Nasce la prima concessionaria di pubblicità di nome Manzoni, ancora oggi sul mercato. Il vero colpo di intraprendenza è l’invenzione delle NECROLOGIE.

Raffaele Sonzogno, fratello di Edoardo, comproprietario della GAZZETTA di MILANO, va al seguito delle truppe di Cadorna, portando con sé uno dei più bravi tipografi della casa, ed entranoa Roma subito dopo i bersaglieri e il 21 settembre 1870 il giorno successivo alla breccia, fanno uscire il primo numero de LA CAPITALE.È così il primo foglio della sinistra costituzionale che esce a Roma, ed è il più solido dei nuovi giornali, perché Raffaele Sonzogno è un abile uomo d’affari, il quotidiano sopravvivrà anchedopo la sua morte, dovuta ad un omicidio passionale.

La diffusione dei giornali è ancora limitata e presenta una forte disparità fra il Nord e il resto della penisola.A muovere le acque, intensificarsi della lotta politica nazionale,sfocia:

nell’avvento della SINISTRA AL POTERE 1876, diventerà più agitata con l’allargamento del corpo elettorale, l’urbanizzazione, sviluppo industriale, miglioramento comunicazioni1875 la PLEBE è il primo foglio della sinistra radicale guidato daCavallotti, il giornale viene trasferito a Milano, da Lodi, dove era stato fondato, per impedirne la comparsa, il prefetto e il questore lo tartassano con frequenti sequestri e denunce. Continuaad uscire fino al 1882, sedici anni, 20 sequestri e 86 processi.

Novità di Milano, colore moderato e intenti editoriale è IL CORRIERE DELLA SERA compare il 5 marzo 1876 quotidiano del pomeriggio (di qui la scelta della testata).Lo dirige un giornalista napoletano EUGENIO TORELLI VIOLLIER, 34enne, ha fatto gavetta in vari giornali e ora vuole sfidare il Secolo, è convinto che sia venuto il momento di dare alla borghesia milanese, un foglio che fosse la versione di destra del Secolo.L’avvio è stentato, i primi finanziatori si separano, Torelli ne trova altri, nei primi 5 anni rischia più volte di chiudere

IL SECOLO è ben saldo, nel 1875 ha assorbito la vecchia GAZZETTA DI MILANO, e promuove un sacco di iniziative.Il venditore di giornali non si chiama più pungolista ma “el secolista”Nel 1882 il giornale di Sonzogno dà prova della sua influenza. Nelle elezioni politiche a suffragio allargato sostiene la candidatura dell’operario Antonio Maffi, che viene eletto.

Sempre nel 1882 il CORRIERE DELLA SERA comincia ad uscire dalla sua precarietà, pubblica di numeri a 6 pagine a cominciare dal 19 gennaio 1882.Politicamente si apre un periodo di manovre per il controllo dei giornali per spostarli da una posizione all’altra e per crearne dinuovi. Salvo rare eccezioni, tutti i giornali fondati dopo il 18 marzo 1876 comparvero con programmi di sinistra. I fondi provenivano da gruppi bancari e immobiliari.

Lo scandalo Oblieght e quello della Banca Romana:

il 14 gennaio 1882 dai due giornali di Sonzogno IL SECOLO e LA CAPITALE un dispiaccio telegrafico, fa scoppiare lo scandalo delle

PROPRIETA’ OCCULTE, che stanno dietro alla prima concentrazione di testate della storia della stampa italiana.Lo scandalo assume in rilievo enorme perché coinvolge esponenti del governo e della maggioranza parlamentare e investe delicate questioni di polita estera. Inoltre la società finanziaria francese che opera in Italia attraverso la Banca franco-romana è strettamente legata al Vaticano.EUGENIO OBLIEGHT affarista di origine ungherese in pochi anni entra nella proprietà dell’AGENZIA STEFANI e di 6 testate

- il Fanfulla- il Diritto- la Libertà- il Bersagliere- l’Italia- Il Pungolo

Il fatto che questi fogli siano legati ad esponenti politici di gruppi diversi consente ad Oblieght di servirsene nelle più disparate attività affaristiche che intraprende in varie regioni della penisola.Lo spericolato finanziere avvia rettifiche ai giornali, ma l’affare non va in porto. Un giurì d’onore parlamentare indaga sull’imbroglio, i direttori e molti redattori dei sei giornali si dimettono. Oblieght decide di vendere in Italia le sei testate, alcune vengono riscattate dai rispettive direttori.

I finanziamenti occulti continuano per corrompere giornali e giornalisti. L’inchiesta sullo scandalo della Barca Romana, scoppiato nel 1893 accerta che dal 1887 le tre banche più forti:BANCA ROMANA – BANCA NAZIONALE – BANCO DI NAPOLI hanno cominciato a elargire sovvenzioni permanenti e sussidi sotto le varie forme ad una decina di giornali e a non pochi giornalisti.Una parte non piccola della stampa viene coinvolta nell’intreccio tra affarismo grandi interessi e malcostume politico.

Giornali per il pubblico

I modelli a cui si guarda sono quelli della stampa francese, ama si avvertono influenze che vengono dal giornalismo inglese e persino da quello nordamericano.

A Londra il TIMES ha stabilito la proprio egemonia dopo il conflitto di Crimea per il successo ottenuto dai servizi di W.H.

RUSSELA il primo corrispondente di guerra della storia del giornalismo. Nella capitale inglese si affermano i quotidiani a unpenny e quelli della sera a mezzo penny.GORDON BENNET con il NEW YORK HERALD, impone un giornalismo fatto di reportage di fatti diversi, di echi di cronaca e di curiosità, che Pulitzer e Hearst sviluppano accentuandone gli aspetti sensazionali e raccapriccianti.Stampa di qualità: NEW YORK TIMES lanciato nel 1851.Negli anni 80 in Italia si delinea una editoria giornalistica che resterà pressoché invariata per svariati decenni:il CORRIERE DELLA SERA ha una svolta nel 1885 quando il cotoniere Benigno Crespi , entra in società con TORELLI VIOLLIER.100.000 LIRE date da Crespi, serviranno a costruire la nuova sede dotata di 2 rotative e far uscire il giornale in 3 edizioni, servirsi di più del telegrafo e ad aumentare il numero dei redattori.

A Torino la GAZZETTA DEL POPOLO è incalzata dalla GAZZETTA PIEMONTESE che nel1895 si trasforma ne LA STAMPA.

A Roma sta salendo IL MESSAGGERO lanciato da LUIGI CESANA dicembre1878.Si punta sulla cronaca cittadina, sui resoconti dei processi che emozionano e sui romandi d’appendice.I racconti dei processi di Arnaldo Vassallo hanno un successo strepitoso per il concorso del pubblico femminile, trapianta da Milano due giornalisti Romussi e Giarelli.LA TRIBUNA è un giornale prettamente politico, novembre 1883. lo lanciano 120 deputati dell’opposizione liberale, assumerà una struttura imprenditoriale a sostegno del suo ruolo politico.

Origini diverse altri 3 quotidiani che escono tra il 1885 e il 1887

IL RESTO DEL CARLINO piccolo formato, come foglio locale di tendenza democratica

IL SECOLO XIX che compare a GENOVA nel 1886 nasce per iniziativa dell’industriale Ferdinando Maria PERRONE, esponente del gruppo cantieristico e siderurgico Ansaldo, sostenitore degli interessi protezionistici, il foglio è caratterizzato da forze dell’economiae politica, con nuovi gruppi della borghesia industriale agraria.

IL GAZZETTINO di Venezia fondato nel 1887 da Giampietro TALAMI NI,si distingue perché vuole essere un giornale popolare, con molte notizie sui fatti di ogni giorno, attraverso un’organizzazione capillare di informatori dalle province venete.Ha un linea politica liberale riformista, coloriture popolustiche

(il Piccolo di Trieste fondato nel 1881, da Mayer)

Fallisce l’esperimento di Papa, nel 1885 viene chiamato per la direzione de L’ITALIA e attua una rivoluzione tecnica prendendo come modello il NEW YORK HERALD, titoli su 2-3 colonne, anche su tutte le colonne della prima pagina nella quale colloca tutte le notizie, queste novità rendono il quotidiano scattante, immediato,ma sorprendendo e sconcertando un pubblico abituato ad altri modelli. Nel 1890 Papa lascia l’Italia.

Il mal d’Africa e l moschettiere di Scarfoglio

Le avventure coloniali portano alla ribalta della scena giornalistica una nuova figura: quella del redattore viaggiante. Le corrispondenze di alcuni inviati speciali hanno un grande successo.Nel dibattito sul colonialismo, ci sono atteggiamenti contrapposti:

- il Secolo- Corriere della Sera considerano l’espansione

una scelta economicamente errata.- La Stampa

Mentre:- La Tribuna- Il Mattino sono corifei del mito

coloniale, con campagne di sollecitazione.

IL MATTINO è un quotidiano fondato a Napoli nel gennaio 1892 da Edoardo Scarfoglio.Alla TRIBUNA i successi coloniali portano il reclutamento di nuovi collaboratori (es D’Annunzio). Con l’avvio nel 1889 del supplemento la TRIBUNA ILLUSTRATA .

Scarfoglio è una figura di giornalista che resterà costante nel giornalismo italiano. Ha una spiccata individualità, talento e forza polemica notevole, spirito imprenditoriale, spregiudicatezza.

Scarfoglio approda a Napoli nel 1888 con la moglie Matilde Serao, dopo aver fondato a Roma un quotidiano senza fortuna, nel 1892 lancia il MATTINO.Il quotidiano vince, si aggancia il giornale alla lotta tra i gruppi di potere meridionali e lo spinge su esasperate posizioni conservatrici, con spregiudicati accenti antinordisti.La Serao ha fortuna con la rubrica dei Mosconi che opera nella società borghese napoletana procacciando consensi.Scarfoglio da inoltre al Mattino servizi e firme di successo.

Nascita dell’Avanti! E sviluppo della stampa cattolica

Ai quotidiani d’informazione, tendenze liberal-conservatore, corrisponde una stampa di opposizione ai governi che si succedono allo stesso sistema politico:

- fogli socialisti da una parte- fogli cattolici dall’altra.

Sono le lotte sociali nelle campagne e le prime organizzazioni operarie nelle città, i dibattiti ideologici e politici, ala anarchica e i gruppi repubblicani che fanno crescere la stampa socialista e internazionalista. Si moltiplicano i periodici:es CRITICA SOCIALE 1891 da Turati e Anna Kuliscioff.1989 il partito socialista conta 25 periodici, nel congresso del 1896 matura l’esigenza di dotare il partito di un organo quotidiano che serva da raccordo con le organizzazioni di base e da strumento di battaglia politica e di educazione culturale e ideologica.Sottoscrizione di 3000 abbonamenti nascita dell’AVANTI! compare a Roma il 25 dicembre 1896.Riprende il nome dell’organo della socialdemocrazia tedesca, suscita interessa e diventa un forte emblema politico.

La Battaglia per la libertà di stampa:

il nuovo codice penale Zanardelli, pur accogliendo i nuovi principi liberali dell’Editto albertino, non evita l’inasprirsi degli interventi di polizia, compresi i sequestri illegali per sovversivismo e dalle schedature del servizio stampa del ministerodell’interno, istituito da Crispi.La caduta di Crispi, travolto dal disastro di Adua, ma l’incarico a Rudini che intensifica gli interventi sulla stampa nel 1898.Marzo 1898 Cavallotti viene ucciso.

Il 7 maggio tumulti per il rialzo del prezzo del pane.Generale Bava Beccaris chiede lo stato d’assedio e chiude una decina di giornali e manda al tribunale militare un gruppi di uomini politici e di giornalisti, tra i giornali colpiti Il SECOLOe L’OSSERVATORE CATTOLICO, condanni Turati e la Kuliscioff.I fatti di Milano sono contro 688 persone x aver favorito o attuato la sedizione, i giornali danno ampi resoconti del dibattimento, i giornali danno ampi resoconti, periodici mandano in aula i proprio disegnatori a ritrarre imputati noti.Prolungata chiusura del secolo.

La STAMPA di cui il diretto è adesso ALFREDO FRASSATI auspica la ripresa di una politica liberale, mentre il CORRIERE DELLA SERA sinotano richiami alla politica repressiva attraverso il varo di leggi che regolino l’attività delle associazioni e della stampa, questo è dovuto all’ingresso nella società di due nuovi soci, gli industriali 1895:

- Ernesto De Angeli e - G.B Pirelli

Torelli è in minoranza e non ha più voce in capitolo, conta de Angeli che conservatore e protezionista.1 giugno 1898 Torelli Viollier passa la mano a Domenico Oliva, ma gli fu imposto.Il 1 settembre 1898 ricompaiono i giornali interdetti: “Il Secolo”.Il nuovo presidente del consiglio il generale LUIGI PELLOUX, predispone un disegno di legge che restringe le pubbliche libertà,è una minaccia per la stampa.È previsto un aggravamento delle pene per i reati a mezzo stampaEstensione della responsabilità penale dell’autore dello scritto equella civile dello stampatoreFacoltà giudiziaria di sospendere qualsiasi periodico per 3 mesi con il reato di turbamento dell’ordine pubblico.La sinistra si oppone alle leggi eccezionali con l’arma dell’ostruzionismo, Pelloux tenta la strada del decreto legge ma gli fa perdere l’appoggio di molti liberali.Il mutamento di situazione viene avvertita da un giovane giornalista, svolge al Corriere della Sera l’incarico di segretario.LUIGI ALBERTINI, dal 27 aprile dopo la morte di Torelli Viollier èil gerente del giornale. Il 17 maggio, arriva la notizia che il reha sciolto la Camera, Oliva prima di partire ha lasciato un

articolo nel quale continua a sostenere Pelloux. Albertini al suo posto scrive un articolo intitolato:UNO SGUARDO AL PASSATO una dura requisitoria su Pelloux.Oliva si dimette e Luigi Albertini diventa il nuovo direttore.Il 13 giugno 1900 la società diventa SOCIETA’ L. ALBERTINI E C.

DALL’ETA’ GIOLITTIANA ALLA FINE DELLA LIBERTA’

Giornali e giornalisti agli inizi del 900

Progresso civile, sociale ed economico, nella fase dell’età di Giolitti.Nelle zone più sviluppate è visibile l’elevazione del tenore di vita. La rete ferroviaria si amplia e migliora il servizio postale. I giornali più intraprendenti possono allargare il mercato.Il telegrafo ha reso più veloce la circolazione dell’informazione.1902-1903 in funzione le linee telefoniche a lunga distanza Milano-Roma e Milano-Parigi.1901 48 % popolazione analfabeta, aumento divario tra Nord e SudSotto la guida di Giolitti in paese entra in una condizione di libertà più ampia.Bisogna attendere il 1913 per il suffragio di voto a tutta la popolazione maschile.Si hanno ritardi sui vari di legge per la stampa e all’inizio del 900 diversi editori affrontano la nuova fase del processo di industrializzazione della stampa,avviata con notevole ritardo.È una esigenza condivisa, il rinnovamento editoriale e giornalistico contribuisce a portare l’italia ad un livello europeo.Inizio 900 3 quotidiani tirano 100.000 copie(altri quotidiani chiudono in deficit)Corriere della seraIl SecoloLa Tribuna.La pubblicità è sui settimanali più diffusi. I costi di produzione alti si devono aggiungere investimenti per dotare le tipografie dei nuovi macchinari inventati negli ultimi decenni dell’Ottocento.Più lenta è l’installazione della compositrice meccanica, la LINOTYPE messa a punto da Baltimora nel 1884, 1914 solo 90. Ancora

più lento il clichè a retino che ha una buona riproduzione delle fotografie sulla carta dei quotidiani.

Cambia la fisionomia e la struttura del quotidiano cambiano all’inizio del secolo. La tendenza è il formato grande pagine suddivise in 5 colonne, 1904 foliazione 6 pagg ma anche a 8 pagg.Il romanzo d’appendice rimane, ma non più in prima pagina, occasionali e succinte le notizie sportive. I quotidiani del mattino non escono il lunedì.I modelli restano il Times, Le Matin e il Temps.In prima pagina soltanto le informazioni e gli orientamenti politici, per lo spunto culturale una corrispondenza di un inviato.I primi titoli di taglio a due colonne compaiono verso la fine deldecennio, quando le pagg vengono spartite in 6 colonne.Giornali del pomeriggio LA SERA 1892.Nelle redazioni dei maggiori quotidiani inizia la razionalizzazione del lavoro, con suddivisione di orari e compiti,solo nei giornali piccoli abbiamo i redattori tuttofare.È nato il GIORNALE COLLETTIVO, giornali con una nutrita redazione,l’organizzazione del lavoro è accentrata e la struttura è gerarchica.Rilievo professionale va agli inviati speciali, spicca il critico teatrale e di quello letterario.Maggior numero di giornalisti nella cronaca cittadina, ci sono i cronisti di bianca e di nera, battono tutti i giorni il municipio e la questura, gli ospedali e il palazzo di giustizia, i teatri i caffè e curano i propri informatori.Si ha ancora un certa arretratezza tecnica, l’unica agenzia nazionale di notizie la STEFANI. Per la maggior parte dei quotidiani abbonati, rappresenta il principale mezzo di rifornimento delle informazioni.Durante il primo ministero Crispi la Stefani si impegna in cambio di agevolazioni e di abbonamenti in tutte le prefetture, a non diramare notizie lesive degli interessi italiani. Questo rapporto di dipendenza dal potere esecutivo non si interrompe in età giolittiana. Il ministero degli Esteri comincia a prendere in considerazione la Stefani come un utile veicolo di informazione dipropaganda all’estero attraverso i giornali delle comunità italiane.Rispetto alle altre agenzie la STEFANI ha una struttura artigianale.

Ha circa 14 succursali nel 190 e corrispondenza con non professionalizzati, per le info dall’estero ha un accordo con l’agenzia germanica WOLFF.Ma la Stefani a volte si blocca, es l’assassinio di Umberto I a Monza, la STAMPA ha avuto la notizia da un corrispondente da Milano, esce il 30 luglio con un titolo in tutta pagina sovrastatoda un rigone nero di lutto.Questo episodio dimostra la concorrenza tra i quotidiani si svolgasul terreno delle informazioni.

In Italia i quotidiani scelgono la forma OMNIBUS cioè per tutti dominata però da un’impostazione elitaria e da una partecipazione politica che spesso è dipendenza.L’illustrazione italiana settimanale della buona borghesia, ricetta dell’editore Treves:disegni e note dedicati a eventi regali, esposizioni universali, progressi delle comunicazioni, funerali persone celebri, catastrofi ecc.

Avvento fotografia e dei mezzi per riprodurla, le immagini si alternano con quelle disegnate (Ximenes e Beltrame).Alle fasce della piccola borghesia e lettori di cultura medio-inferiore, si rivolgono supplementi illustrati : TRIBUNA ILLUSTRATA Roma 1890 e DOMENICA DEL CORRIERE 1899 e il MATTINO ILLUSTRATO nel 1903.Tavole a colori della copertina e controcopertina, fotograzie, esaltazione fatti quotidiani, commozione, stupore ecc.

Cresce la diffusione della stampa femminili e di quella dei bambini e razzi. La stampa sportiva è agli albori, i primi settimanali sono dedicati al ciclismo, nel 1896 nasce a milano LA GAZZETTA DELLO SPORT. 2 volte sett, ma poi dopo il successo del Giro d’Italia per3 volte e adottando la carta di colore rosa. La casa editrice Sonzogno la renderà quotidiano solo nel 1919.Il reclutamento giornalistico avviene prevalentemente in capo politico-letterario.I guadagni dei giornalisti variano molto, stanno bene i direttori,inviati speciali e collaboratori più noti. Il primo riconoscimento ottenuto è il diritto del giornalista di dimettersi e di ottenere una congrua indennità in seguito al mutamento portato, senza suo consenso alle politiche direttive delgiornale.

Nel 1908 si arriva a riunire tutte le associazioni giornalistiche nella:FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA ITALIANA (FSNI)I direttori dei giornali e i vari esponenti politici ne sono statii maggiori fautori.

I trionfi di ALBERTINI, FRASSATI E BERGAMINI:

LUIGI ALBERTINI al CORRIERE DELLA SERAALFRESO FRASSATI alla STAMPA (Torino)ALBERTO BERGAMINI al GIORNALE D’ITALIA (Roma) 1900-1901

I giornali sviluppano la funzione di organi primari dell’informazione estendendola in tutti i campi, quella culturale,accentuano il ruolo di strumenti di opinione, lotte ideali, politiche, sociali ed economiche.Di questa stagione ALBERTINI A è il dominatore incontrastato lungo il primo 15ennio del 900.Ha delle idealità etico-politiche e intellettuali della DESTRA STORICA. Il suo modello è quello del Times, investe risorse in uomini e macchine, nel 1909 completata la nuova sede in via Solferino (simil Times) si compongono e si stampano con linotype erotative modernissime:IL CORRIERE DELLA SERA, la DOMENICA DEL CORRIERE, e i nuovi supplementi:la LETTURA mensile diretto da Giuseppe GiacosaROMANZO MENSILE 1903 Al Corriere vanno le cure maggiori, i collaboratori vengono pagatibene, ma vengono seguiti anche nella loro vita privata, la disciplina deve riguardare anche gli inviati speciali e i corrispondenti dall’estero. In pochi anni il Corriere ha una fittarete di corrispondenze dalle capitali europee, nel 1904 non lesinano nelle spese telegrafiche, spende 100.000 lire l’anno per i diritti.Albertini si assicura di riprodurre le corrispondenze dei dispacci di quotidiani importanti.

Nella guerra russo giapponese del 1904-1905 si mette in luce LUIGIBARZINI, che Albertini ha assunto nel 1900.Il Corriere diventa in breve tempo il giornale più ricco e accurato d’Italia. Pagina divisa in 6 colonne, titoli di taglio, veste austera.

Quando gli altri giornali cominciano a pubblicare fotografie, il CORRIERE non ne stampa più di una o due per numero, ma si apre invece ad argomenti nuovi come l’aviazione e lo sport.Prestigio porta al successo di vendita. Comincia ad essere richiesto anche nelle città dell’Italia meridionale, dove viene distribuito in tarda serata o il mattino successivo, crescono anche gli introiti pubblicitari.Albertini 1904 supera il SECOLO di Romussi.

IL SECOLO attribuisce lo smacco al ministro delle Finanze che abolendo le lotterie, comprese quelle in uso da tempo in molti giornali per gli abbonati, ha favorito il Corriere.Da un decennio che il giornale mostra segni di crisi, progressivo ritiro di Edoardo Sonzogno dalle cure del quotidiano, avvertito fin dal 1895, inoltre vi erano state diverse interferenze nel giornale da parte degli esponenti della democrazia lombarda.Decadenza del Secolo, incomprensione dei mutamenti intervenuti nella società lombarda e nella mentalità dei ceti borghesi di Milano e l’incapacità di cogliere i nuovi termini della lotta politica ed economica.La crisi del Secolo è il segnale di una crisi più generale che nelgiro di pochi anni colpisce progressivamente la stampa di ispirazione democratico-radicale.

ALFREDO FRASSATI è il creatore delle fortune della STAMPA, i suoi modelli sono alcuni giornali tedeschi come il FRANKFURTER ZEITUNG.FRASSATI era entrato in società con Luigi Roux per risollevare lesorti della GAZZETTA PIEMONTESE (Pomba):riorganizzazione tecnica, superamento materiale dei confini, il biellese impone e Roux che la nuova testata LA STAMPA, sia priva di significati localistici.1900 il giornale è interamente nelle mani di Frassati, comincia a gareggiare con la GAZZETTA DEL POPOLO (Bottero) combattendola su 3terreni:cronaca locale e giudiziariaservizi dall’esterolinea politica: infatti la Stampa si ispira ai principi del riformismo liberale e sostenitrice della democrazia industriale appare più in sintonia con le idee nuove che maturano nel nord e con le novità imprenditoriali che avanzano a torino.Frassati si circonda di giovani redattori e collaboratori attenti ai problemi sociali e economici. Fra gli accordi con i quotidiani esteri molto fruttuoso si rivela quello con il New York Herald, +

celebre quotidiano del mondo per la tempestività e per la spericolatezza dei suoi inviati speciali.

La parte culturale in particolare letteraria sta acquistando maggior peso e maggiori quotidiani stanno dando un maggior spazio.Questa accentuazione letteraria si istituzionalizza nella terza pagina, la cui creazione risale al terzo grande del giornalismo italiano dell’età giolittiana:ALBERTO BERGAMINI:egli ha una gavetta in provincia., 19 anni pratica nel corriere del Polesine, piccolo foglio quotidiano dei moderati cattolici, interra socialista.Il GIORNALE D’ITALIA inizia le pubblicazioni nel giugno 1901, troviamo alcuni propositi americanizzanti, di Dario Papa:le notizie e gli articoli più interessanti in prima pagina, servizi dall’estero, ricca cronaca cittadina, interviste e referendum tra i lettori.Bergamini ha l’intuizione di riunire nella stessa pagina gli articoli di argomento culturale.Primo esemplare di terza pagina è uscito il 10 dicembre 1901 nel quale ha riunito 4 articoli di critica e cronaca dedicati alla prima rappresentazione della FRANCESA DA RIMINI di D’Annunzio, pagina grigia e pesante, ma piace. Arruola studiosi e letterati diprestigio.Più lenta è l’adozione della terza pagina nei quotidiani del Nord,i primi embrioni compaiono sul Corriere della Sera, sulla Stampa esul Secolo.

Albertini la rende in breve tempo la sua terza pagina la più famosa e ambita, impone ai collaboratori, l’esclusiva della firma.(Ettore Janni, Ugo Ojetti)

Questa cospicua dose giornaliera di divagazioni letterarie è una peculiarità dei quotidiani italiani.Nel giro di pochi anni la terza pagina diventa un punto di forza eun terreno di concorrenza dei quotidiani più ricchi e viene imitata dai fogli locali, essa risolve il problema della scarsa diffusione dei libri e delle riviste culturali anche tra il pubblico colto.Primi 900 dall’avvio e dal successo delle edizioni locali, prodotte da alcuni quotidiani regionali. Articolazione regionale introdotta dal Gazzettino, Resto del Carlino, Secolo XIX, Messaggero.

Giolitti e lo schieramento dei giornali

Giolitti ricorre a manovre elettorali e alle pressione per fa riuscire i candidati disposti ad assicurare la maggioranza ai suoi ministeri.Avversione di Albertini e Bergamini. Interventi di Giolitti sulla stampa sono limitati.Il Secolo e la Tribuna sono i giornali più forti di Milano e Roma,mentre La Stampa sta contrastando la Gazzetta del Popolo. Riprendono le sovvenzioni ai giornali attraverso fondi segreti delministero dell’Interno, il cui Ufficio stampa viene riorganizzato.Il compito principale di questo ufficio è di tenere i rapporti con i giornalisti e parlamentari. Nel 1906 viene interdetta ogni possibilità di sequestro preventivo, ai magistrati viene chiesta vigilanza sui reati commessi a mezzo della stampa.Giolitti manovra per ottenere contributi da gruppi finanziari e industriali in una misura più ampia che nel passato, ma si muovono contro di lui i gruppi i cui interessi sono minacciati e colpiti dalle sue scelte.Caso di intreccio tra potentati industriali e finanziari, tra politica e giornali è quello della Tribuna, il più diffuso quotidiano della Capitale, crescente deficit è stato salvato per gli aiuti procurati alla Banca Commerciale, dalla Banca d’Italia e da alcuni industriali siderurgici e zuccherieri.1909 Tribuna passa all’opposizione.Un altro intervento di gruppi economici avviene a Bologna nel 1909col passaggio del pacchetto di maggioranza del Resto del Carlino nelle mani di esponenti dell’Associazione agraria e dell’industriazuccheriera padana.Al Carlino scompare Zamorani (1907) e il giornale entra in duplicecrisi finanziaria e politica, i nuovi padroni mandano a dirigire il giornale un giornalistica clerico-moderato Salvagni, affiancato da Sturani, quasi tutti i redattori vengono licenziati,i dirigenti dell’associazione stampa emiliana rivolgono appello all’FNSI, l’unica salvaguardia che i giornalisti otterranno nel 1912 dalla Federazione nazionale amministratori di giornali per i mutamenti di linea politica è il riconoscimento dei casi di coscienza che prevede un’indennità speciale

Mutamento proprietà del Secolo nel 1909 che non ha un cambiamento sostanziale di un indirizzo politico. Il quotidiano viene

sopraffatto dal Corriere, e quindi Sonzogno vende la testata e stabilimento tipografico a condizione che gli acquirenti restino fedeli agli ideali politici del Secolo.Giuseppe Pontremoli e Luigi Della Torre, uomo d’affari il primo e uomo di finanza il secondo, entrambi condividono l’indirizzo liberal-radicale.La direzione politica viene affidata a Edoardo Pantano e la fattura del giornale a Mario Borsa, per risollevare la sorte Borsaritiene necessario un minor coinvolgimento politico e un ritorno alle origini.La terza pagina del Secolo vara alla fine del 1909 risulta modesta e poco incisiva, aumenta il divario nei servizi all’estero, quelli organizzati dal Albertini non temono la concorrenza degli altri quotidiani.La redazione del Secolo è molto eterogenea mentre quella del Corriere appare compatta come un reparto militare. Un respiro finanziario il Secolo lo trova quando i suoi proprietari comprano nel 1911 il Messaggero si Roma e fondono le due gestioni.Luigi Cesana aveva fondato il Messaggero nel 1878, ma lo aveva amministrato con insufficiente oculatezza e per questo aveva dovuto disfarsene.

La stampa socialista, cattolica e nazionalista

La stampa socialista, L’AVANTI!, l’organo ha un’esistenza vivace e travagliata sotto il profilo editoriale, passa più volte di mano.Il deficit annuale viene ripianato con campagne per le sottoscrizioni e gli abbonamenti che però hanno esiti alterni.Serio tentativo di rilancio matura nei primi mesi del 1911 con Claudio Treves, trasferisce il giornale da Roma a Milano, per esigenze editoriale e costituisce una società anonima per la gestione.La stampa a milano comincia 9 ottobre 1911, 10 gg dopo la guerra in Libia. (pag 110)

Più intensa è l’azione della stampa cattolica:il MOMENTO Roma 1903 e il CORRIERE D’ITALIA Roma 1906 due nuovi quotidiani che interpretano la scelta del mondo cattolico di superare gradualmente la formula del non expedit e di un maggior impegno nella lotta sociale.

Rinnovamento più importante nel 1908 con la costituzione (Conte Grosoli) della Società editrice romana che mira a organizzare un vero e proprio trust della stampa cattolica.La novità più significativa del giornalismo politico è la comparsadella stampa nazionalistica, propagatrice di un’ideologia che negala democrazia e propugna una politica di potenza. Espressione di una corrente che è riuscita a coagulare i fermenti di quel nazionalismo letterario che aveva improntato alcune riviste all’inizio del secolo.Fra il 1908 e 19011 escono vari periodici di impronta nazionalistache combattono il movimento socialista e osteggiano nettamente Giolitti e il suo tentativo di allargare le basi dello Stato.1910 viene fondata l’Associazione nazionalista italiana alla qualeaderisce anche D’Annunzio.Nel marzo del 1911 esce a Roma il più importante settimanale di questo movimento:L’IDEA NAZIONALE.Vigilia della guerra il Libia.

La guerra in Libia: una svolta

A spingere Giolitti a intraprendere la conquista militare della quarta sponda, convergono calcoli politici, interessi economici, aspirazioni antiche e nuove al riscatto e alla grandezza della nazione.Molti giornali influenti concorrono a creare il mito della terra promessa:il GIORNALE D’ITALIAil MATTINOil SECOLO XIXla STAMPAla TRIBUNA.Si uniscono al coro di incitamento:il MESSAGGEROil GIORNALE DI SICILIAil RESTO DEL CARLINOla GAZZETTA DI VENEZIALa Libia viene vista come terra di straordinarie risorse economiche diffondo la convinzione che l’impresa militare sarà facile e rapida.

Gaetano Salvemini avversario di Giolitti dà vita al settimanale L’UNITA’ nel 1911.

I giornali ricavano dalla campagna bellicista sostanziosi risultati diffusionali, Albertini entra nel coro e ne diventa subito capofila.Durante le operazioni militari il Corriere della Sera ha una decina di inviati. Il numero uno è Barzini, lui è l’uomo reportage, che conserva una impronta letteraria.Nel complesso la propaganda sovrasta e spesso inquina l’informazione. Il distintivo del Corriere è in terza pagina ed è Gabriele D’Annunzio.

Altro dispensatore di mal d’Africa è Edoardo Scarfoglio, manda unadozzina di inviati e tra i quali i due fratelli di Edoardo, seguono per il Mattino le armi italiane in Libia. Gli articoli sono chiassosi e furenti, pieni di accenti imperialistici e di retorica della romanità

L’inviato dell’organo socialista in Libia Eugenio Guarino, è l’unico a segnalare le deficienze della condotta della guerra ed èper questo che le autorità lo rimpatriano.L’AVANTI! acquista vivacità politica e culturale e la sua tiraturaaumenta. Il primo dicembre 1912 assume la direzione dell’AVANTI, BENITO MUSSOLINI.

Il forte coinvolgimento politico e ideologico dei giornali, la guerra in Libia vi ha impresso segni indelebili. Il nazionalismo ha fatto breccia in molti quotidiani di impronta liberale, a cominciare dal Corriere della Sera.

Il giornalismo nella Grande Guerra Triplice Alleanza con Austria-Ungheria e Germania18821914 estate lo scontro fa interventisti e neutralisti (liberali tra cui Giolitti) si svolge infatti prima sulla stampa e poi sullepiazze.Per gli interventisti contribuisce notevolmente Mussolini con il suo voltafaccia al giornale che si era dichiarato neutralista, manifestato sulle colonne dell’AVANTI, finisce per essere spinto adare le dimissioni dal suo incarico di direttore, ad essere espulso dal PSI e va a fondare un giornale nuovo:IL POPOLO D’ITALIA il 15 novembre 1914.

A sovvenzionare il giornale è il direttore del Resto del Carlino, Filippo Nardi, raccogliendoli dagli industriali più interessati all’intervento.Mussolini radicalizza la lotta contro i neutralisti definiti disfattisti e contro gli incerti. Accentua lo spirito di scopi dell’interventismo più acceso che sono l’impronta espansionistica e autoritaria e la definitiva sconfitta sia del giolittismo, sia del movimento socialista. ( primavera 1915, in trattativa segreta, il patto di Londra, il 3maggio il governo notifica all’austria la disdetta della triplice alleanza e il 23 maggio la dichiarazione di guerra, il comando è affidato al generale Cadorna, Salandra e Sonnino)

Giornali dell’interventismo:CORRIERE DELLA SERAGAZZETTA DEL POPOLORESTO DEL CARLINOGIORNALE D’ITALIAMESSAGGEROROMA

SECOLOGAZZETTINO sono per il riscatto delle terre irredente.

Neutrali:STAMPATRIBUNANAZIONEMATTINO

In primo tempo i fogli cattolici sono neutrali, ma poi finisco perunirsi ai giornali dell’interventismo nazionale.Nella primavera del 1915 l’offensiva degli interventisti si intensifica e si collega con le manifestazioni di piazza.CORRIERE DELLA SERA la cui influenza sui medi e piccoli giornali èforte, diventa più duro e deciso, il giornale accompagna un serrato oratorio che Gabriele D’Annunzio comincia il 5 maggio a Quarto dei Mille, per forzare la mano la riluttante Parlamento. L’entrate in guerra è stata ormai decisa.

Dal marzo il governo appronta misure per il controllo della stampa. Un decreto reale del 23, autorizza a vietare tutte le volte che fosse stato necessario, la pubblicazione di notizie e

articoli di argomento militare. Il Black Out su queste informazioni viene imposto a partire dal 31 marzo.

Il 23 maggio un nuovo decreto vieta di dare notizie all’infuori di quelle dei comunicati ufficiali, sul numero di feriti, morti, prigionieri, nomine, mutamenti di alti comandi, nonché di fare previsioni sulle operazioni militari.Con lo stesso decreto viene data ai prefetti la facoltà di procedere ai sequestri. Per evitare questo i direttori avrebbero potuto sottoporrei i propri giornali ad una sorta di CENSURA PREVENTIVA.

Il 24 maggio entra in funzione la censura militare coordinata dall’Ufficio stampa del Comando, supremo ma decentrata in tutte lecittà in cui escono quotidiani.Il comandante Luigi Cadorna non ha nessuna simpatia per la stampa eccetto quelli che ha accolto nell’Ufficio stampa o nel servizio P (propaganda fra le truppe). Le disposizioni di Cadorna sono drastiche, gli inviati speciali non possono entrare nella zona delle operazioni pena l’espulsione.L’AVANTI! e altri giornali socialisti sono messi al bando in tuttele province dichiarate territorio militare.A combattere i socialisti provvedono anche i “fasci interventisti”che si sono formati nelle varie città. Anche il governo intervienecon L’AVANTI! Cadorna vuole soltanto la parafrasi dei bollettini di guerra e nonconcede neppure ai quotidiani di dare ai lettori cronaca, impressioni generiche e la descrizione dell’ambiente.Agosto/settembre 1915 36 inviati sono autorizzati a compiere una breve visita al fronte e anche presso il Comando a Udine, ma concede una limitatissima libertà di cronaca.Solo quando la guerra si rivela più lunga i Comandi capisco l’importanza della stampa nel fronte interno e nelle trincee.Si accompagna al rigore iniziale, una grande cautela informativa, permanente ottimismo.1917 senatore Johnson, quando scoppia una guerra la prima vittima è la verità.I giornalisti italiani manterremo fino all’ultimo alla guerra italiana, che era terribilmente seria, un aspetto di rappresentazione e di fantasmagoria.Gli avvenimenti del 1917, quelli cruciali come la caduta dello Zar, poi la rivoluzione bolscevica, come il disastro di Caporetto

e altri fatti di rilievo costituirono altrettanto momenti gravemente negativi per la stampa.Si minimizzano o si nascondono del tutti i moti torinesi per la mancanza del pane che si trasformano in una violenta dimostrazionecontro la guerra e la sanguinosa repressione che ne segue. Il 23 agosto in’intera pagina dell’AVANTI! dedicata ai quei tragici fatti è imbiancata dalla censura.Notizie dell’attacco austriaco tedesco, a Caporetto, 24 ottobre, giornali tranquillizzare l’opinione pubblica.Arriva Armando Diaz a posto di Cadorna, e le cose cambiano anche in campo dell’informazione e propaganda. Diaz: novembre max 500 parole la lunghezza dei dispacci, che i corrispondenti di guerra possono inviare ai loro giornalisti e invita a abbandonare i torniretorici e solenni.Maggio 1915 in quasi tutta Italia, nascono giornaletti per i soldati, linguaggio semplice e un po’ goliardico, la loro diffusione si limita alle caserme più che alle trincee.La vera stagione dei giornali di trincea comincia con Caporetto, fornita dalla nova impostazione di massa del Servizio Propaganda.I più diffusi e ricchi giornali di trincea:LA TRADOTA della III Armata continuano ad uscire dopo al fine della guerra per gli ufficiali e i soldati in attesa di smobilitazione.

Il ruolo dei giornali nella crisi del primo dopoguerra

La grande Guerra e le sue implicazioni politiche, economiche e spirituali incidono nella stampa:assetti, controllo di questi, condizionati dalla censura (1919), influenzati dall’onda del patriottismo e poi dalla grande crisi politica e dal mito della forza.

Tirature giornali, aumentati gli investimenti pubblicitari, diffusione salita nella prima fase della guerra, l’aumento dei costi di produzione, specialmente la carta, bloccano l’allargamento del mercato editoriale.Questa crisi favoriscono un mutamento più marcato, quello della proprietà e del controllo dei giornali, che inizia nel pieno della guerra e continua negli anni successivi.L’industria, quella siderurgica interessata alla produzione bellica, a svolgere primario con l’appoggio di varie banche.Nel 1917 PONTREMOLI e DELLA TORRE cedono il MESSAGGERO ai fratelliPERRONE, proprietari dell’Ansaldo e che possiedono già il SECOLO

XIX e controllano il CORRIERE MERCANTILE di Genova, sono i principali finanziatori dell’IDEA NAZIONALE. (1920 controllo totale)1917 la TRIBUNA per non soccombere accetta aiuti dalla Terni e di gruppi minori. L’ILVA arriva a controllare il MATTINO dopo la morte di Scarfolio e la NAZIONE.

Dopo la fine del conflitto i siderurgici controllano o in parte 14quotidiani e questi gruppi entrano in una agenzia di notizie e pubblicitarie, come A VOLTA 1912.La vasta operazione dei siderurgici serve ad orientare sulle questioni che interessano i finanziatori o ad annullarne l’eventuale ostilità.Il POPOLO D’ITALIA rientra nella concentrazione dell’industria pesante, ma Mussolini si trova in difficoltà già nel 1916, lo soccorre Filippo Naldi, direttore del RESTO DEL CARLINO e fondare del IL TEMPO, ma i soldi non bastano, così si fanno avanti alcuni gruppi industriali:la Breda, l’Ilva, l’Eridania e alcune banche.Ma definitiva per la sopravvivenza del giornale è l’accordo intervenuto a metà del 1918 tra MUSSOLINI e i PERRONE, i quali gliassicurano un finanziamento periodico cospicuo.Dal 1 agosto 1918 cambia il sottotitolo e diventa “il quotidiano dei combattenti e dei produttori”.

Gli agrari mantengono invece il controllo del RESTO DEL CARLINO e della PERSEVERANZA, che ormai vende poche copie.Mutamenti azionaria avvengono anche nel CORRIERE DELLA SERA e nella STAMPA.Le quote del corriere vengono ripartite tra i Crespi, soci di maggioranza e Albertini, mentre per la Stampa 1 dicembre 1920 Frassati cede un terzo della società a Gualino e ad Agnelli, i duenuovi soci si assicurano il diritto di prelazione sulla quota di maggioranza in caso di vendita.

Nel corso della guerra si consolida la presenza di stampa cattolica, nel 1916 il conte Grosoli raggruppa le testate cattoliche in una nuova società l’UNIONE EDITORIALE ITALIANA:l’ITALIA;IL CORRIERE D’ITALIAIL MOMENTOL’AVVENIRE D’ITALIA

La stampa socialista, L’AVANTI ha una tiratura rispettabile, la ripresa e le esigenze di equilibrio, spingono il partito socialista ad avviare nel 1917 un’edizione a Roma, e l’anno successivo un’edizione a Torino, le due edizioni incontrano un modesto successo.1 gennaio 1921 il nasce l’ORDINE NUOVO, un foglio che si distinguerà per il merito di Gramsci.Le difficoltà che il partito socialista incontra per diffondere i proprio giornali e le gravi preoccupazioni che destano le scalate del grande capitale, spingono il gruppo parlamentare a prendere nell’aprile 1918 una rilevante iniziativa politica: la presentazione di un progetto di legge per rendere pubblici i finanziamenti alla stampa, è opera del riformista Emanuele Modigliani, però il progetto viene insabbiato, quando il nazionalista Bevione propone che la pubblicità sia estesa alla sovvenzioni governative ai giornali.Bevione coalizza tutti i gruppi di origine liberale che da tempo assicurano le maggioranze parlamentari ai diversi governi, nessunodi tali gruppi intende rinunciare all’ormai antica prassi di sovvenzionare con i fondi segreti del Ministero degli Interni, giornali medi e piccoli influenti nelle province nelle quali la diffusione dei grandi quotidiani è circoscritta ai ceti colti e ainotabili.(stampa industrializzata)

Nel 1920 comincia la svolta del FNSI, alla guida della federazioneva un gruppo dirigente formato in prevalenza da giornalisti di tendenza liberalcostituzionale e progressista che cominciano a mettere sul tappeto i problemi della libertà di stampa.Quotidiani costretti ad uscire a 4 pagg per mancanza di carta, sono più vivaci di un tempo, hanno un interesse politico e culturale per quello che accade nel mondo.Nella cronaca cittadina danno un risalto alla politica locale, la famosa terza pagina assume una dimensione culturale, ma resta sempre una lettura d’élite.

Il giornalismo italiano dal 1919 è coinvolto, dagli eventi, politici, degli interessi contrapposti dalle passioni, dalle violenze e dagli altri fattori della crisi che sfocia nel crollo dello Stato liberale e nell’avvento di Mussolini al potere.Fin dal primo anno della crisi postbellica i quotidiani che si richiamano alle diverse componenti dello schieramento liberale, o

ne sono portavoce, riflettono la lacerazioni, le incertezze e gli ondeggiamenti della classe dirigente di fronte ai problemi dominanti:problema della pace, sociali, economici.Nel campo socialista si accentuano le antiche divisioni tra riformisti e massimalisti e si arriva alla scissione di Livorno e alla nascita del partito comunista. Gennaio 1921.I quotidiani sostenuti da banche e da gruppi industriali sono obbligati a seguire interessi dei rispettivi finanziatori ma sonoanche esposti ai contraccolpi della situazione economica.A partire dal 1921 il crac della banca italiana di sconto, il dissesto dell’ansaldo, il ripiegamento dell’Ilva determinano un vero e proprio balletto di pacchetti azionari che riguardano gioranli come:LA TRIBUNA, il MATTINO e il TEMPO.

2 PROBLEMI DOMINANO IL BIENNIO 1921-22La crisi economicaIl ruolo del movimento fascista con la lotta feroce che scatena contro le organizzazioni politiche e sindacali dei lavoratori.

Ritorno di Giolitti nel 1920 visto con grande ostilità dai giornali, che gli sono sempre stati contrari.Atti di violenza contro i socialisti 1919.Il 15 aprile a Milano un gruppo di arditi e fascisti, aveva incendiato la sede dell’AVANTI! soltanto la sottoscrizione di solidarietà lanciata dopo questo attacco aveva consentito la ripresa delle pubblicazioni dell’organo socialista.La vera azione di violenza inizia nel 1920 al momento della occupazione delle fabbriche..A Livorno abbiamo la scissione e la nascita del PARITO COMUNISTA gennaio 1912.Nel corso del 1921, 29 le sedi dei giornali che subiscono assalti e devastazioni delle squadre fasciste senza che l’autorità pubblica intervenga con la necessaria e dovuta risolutezza. Azioni, assalti, intimidazioni e boicottaggio.Nelle città del nord e del centro Italia i ras fascisti spadroneggiano.Il fascismo trae vantaggio dal fatto che buona parte dei gestori della stampa liberale vede nel movimento reazionario lo strumento per restaurare l’ordine e per difendere il capitalismo esaltato daMussolini sul POPOLO D’ITALIA il 21 gennaio 1921.

Atteggiamento filofascista del CORRIERE accentuato settembre 1921 e marzo 1922. quando il giornale è diretto da Alberto Albertini (fratello Luigi è a Washington).Giornale d’Italia e il Secolo di Missiroli atteggiamenti fascisti.Appoggio Mussolini lo riceve da alcuni giornali cattolici e altri giornali importati invece si auto fascistizzano come il RESTO DEL CARLINO, il nuovo diretto è Nello Quilici, amico di Italo Balbo, il capo del squadrismo ferrarese.Significati allineamenti sono quelli della GAZZETTA DEL POPOLO e del MESSAGGERO.

La stampa di diretta espressione del movimento fascista prima della conquista del potere comprende oltre al POPOLO D’ITALA foglio personale di Mussolini, numerosi settimanali che appartengono ai ras locali.1922 Cremona nuova( e dal 1925 Regime fascista) destinato a contare nelle vicende del fascismo perché appartiene a Farinacci. Capofila del fascismo.

A sinistra il più diffuso resta l’AVANTI! 1922 escono 3 quotidiani:- ORDINE NUOVO- IL LAVORATORE- IL COMUNISTATutti e tre vengono più volte devastati dalle squadre fasciste e dopo la marcia su Roma devono venir stampati e diffusi clandestinamente.Nell’estate del 1922 i grandi quotidiani, capiscono che il gioco ènelle mani di Mussolini, e non nei gruppi di potere liberalconservatori, e alzano i primi gruppi di allarme.La sera del 28 ottobtre, i fascisti intimano ai giornali di opposizione e a quelli tentennanti di NON USCIRE. I fogli che respingono l’intimazione sono assaliti dalle squadre, il CORRIERE il 19 ottobre non esce.BENITO MUSSOLINI ha raggiunto Roma in vagone e il re gli affida l’incarico di formare il governo.

Dall’avvento di Mussolini alla soppressione della libertà

Nelle prime settimane del governo Mussolini le prime pagine d’informazione appaiono politicamente spente oppure danno la sensazione di ufficiosità o della soddisfazione. Soltanto gli

organi socialisti, comunisti e repubblicani e i fogli di battagliaantifascisti reagiscono al fatto compiuto dopo l’incredulità mostrata alla vigilia della marcia su Roma.I giornali liberali non fascistizzati continuano a sperare nella normalizzazione, nel rientro nella legalità del movimento delle camice nere attraverso il potere governativo e di una resipiscenzadel re.L’intenzione di Mussolini è di arrivare ad una concreta limitazione della libertà di stampa e diventa chiara da tre articoli che il POPOLO D’ITALIA diretto dal fratello Arnaldo pubblica nel 1922 affronta la gerenza, sequestro e censura.Nel 1923 la ripresa delle violenze da parte delle squadre colpiscono tutti i giornali di opposizione.Segnale molto grave per la libertà di stampa è il REGIO DECRETO annunciato dal governo il 12 luglio (controfirmato da Vittorio Emanuele III) di cui Mussolini sospende l’entrata in vigore per usarlo come una minaccia incombente.Art 1 del R.D prescrive che il gerente debba essere il direttore ouno dei principali redattori del giornale Art 2 dà ai prefetti la facoltà di diffidare il gerente e dopo aver ascoltato il parere di un magistrato e di un giornalista di dichiararlo decaduto.L’art 2 contempla la possibilità dell’intervento prefettizio:

a) se il giornale o la pubblicazione periodica, con notizie false o tendenziose, rechi intralcio all’azione diplomatica del governo nei rapporti con l’estero o danneggi il credito nazionale all’interno o all’estero o desti ingiustificato allarme nella popolazione ovvero in qualsiasi modo turbi l’ordine pubblico:

b) se il giornale o la pubblicazione periodica con articoli commenti note illustrazioni vignette ecciti a commettere atti o all’odio di classe o alla disobbedienza delle leggi e agli ordini delle autorità o turbi la disciplina degli addetti alla a un pubblico servizio o favorisca gli interessi di Stati enti privati stranieri a danno degli interessi italiani ovvero vilipenda la Patria il refamiglia pontefice la religione dello stato istituzioni e i poteri e o le potenze amiche.

Il corriere della sera e la stampa prendono una netta posizione contro il RD, altri fogli dello schieramento liberale e di quello cattolico danno scarso rilievo al colpo di mano.Reagisce decisamente la FEDERAZIONE DELLA STAMPA guidata da Meoni,votando un documento di rigetto del regio decreto. L’azione di Mussolini per asservire la stampa:sequestri, boicottaggi, assalti, aggressioni, intimidazioni controgiornalisti.

Interventi nelle aziende giornalistiche in crisi, con conseguenti mutamenti di direzione il potenziamento della stampa fascista e infine la costituzione di un Sindacato fascista dei giornalisti da contrapporre alla Federazione della Stampa.1923 il vecchio SECOLO passa di mano grazie ad una operazione architettata da Arnaldo Mussolini e il nuovo direttore è BEVIONE.Bergamini e Melagodi si ritirano dalla direzione del GIORNALE D’ITALIA E TRIBUNA, al loro posto: Vittorio Vettori e Tullio Giordana.Aiuti forniti dalla Fiat e altri gruppi consentano di risollevare le sorti finanziarie del Carlino al quale Mussolini tiene moltissimo. Dei nuovi quotidiani fascisti di provincia, il più importante è ilCORRIERE PADANO di Italo Balbo 1924 Ferrara.Nuovo SINDACATO FASCISTA DEI GIORNALISTI che Mussolini tiene a battesimo nel gennaio 1924.

Nello schieramento di sinistra la novità maggiore di questo periodo è la nascita dell’organo del partito comunista L’UNITA’ che esce a Milano il 12 febbraio 1924 Ottavio Pastore.Esplode il caso Matteotti:i fogli di sinistra e i fogli del partito popolare e di quello repubblicano si battono per le dimissioni di Mussolini e del governo. Il POPOLO d’Italia lo addebita a nemici del fascismo.I giornali liberali che nel corso del 1923 hanno cominciato a criticare vari atti del presidente del Consiglio, cercano di far leva sulla monarchia come garante dello Statuto denunciando con forza le contraddizioni interne del fascismo diviso tra moderati e oltranzisti.I giornali di matrice liberale già fascistizzati innestano un’esortazione all’epurazione del movimento fascista e alla normalizzazione.L’opinione pubblica partecipa intensamente alla battaglia intrapresa dalla stampa contro Mussolini e il fascismo. Voto di fiducia ricevuto in giugno dal Senato, Mussolini reagisce al rinvigorirsi del quarto potere, dando corso al RD tenuto in sospeso, aggravandone le modalità di esecuzione.Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 luglio:è contemplata per i prefetti la facoltà di sequestrare i giornali senza far precedere la diffida: basta che ci siano i presupposti della diffida stessa.

Il 23 luglio a Roma 11 quotidiani costituiscono un Comitato per ladifesa della libertà di stampa, che unisce giornali di tipo e di orientamento molto diverso: es Corriere, Stampa e Avanti!Al Congresso nazionale della Federazione della stampa si riunisce a Palermo dal 25 al 28 settembre l’ordine del giorno che chiede larevoca del regio decreto viene approvato, ma niente di questo smuove il re, la classe dirigente liberale appare impotente.

Mussolini sceglie la soluzione di forza e nel discorso del 3 gennaio 1925 annuncia l’instaurazione della dittatura.Per Mussolini e i suoi luogotenenti devono mettere a tacere il Corriere e la Stampa, che hanno largo seguito nella borghesia e diconquistare la FEDERAZIONE della STAMPA.Minacce e sequestri colpiscono frequentemente il Corriere giugno 1924, si intensificano dopo il discorso del 3 gennaio 1925.I fratelli Crespi sfruttando un cavillo legale sciolgono il contratto che li lega agli Albertini.Mussolini riesce a piegare la Stampa, il 9 novembre Frassati abbandona la direzione.I fascisti estromettono dalla Federazione della stampa Meoni e glialtri dirigenti antifascisti.Restano a battersi contro il fascismo gli organi di partito e il Mondo, in una condizione sempre più precaria, perché la nuova legge sulla stampa, varata il 31 dicembre 1925.

I cardini della legge sono art 1 e art 7:- art 1 figura del direttore responsabile- istituzione dell’ORDINE DEI GIORNALISTI (poi ci limiterà all’Albo gestito dal sindacato fascista) al quale bisogna essere iscritti per esercitare la professione.

Le norme lasciano spiragli molto esigui perché per essere iscrittiall’ALBO si dovrà ottenere dal prefetto un certificato di buona condotta politica, il direttore generale deve avere anche il riconoscimento del procuratore generale presso le Corti d’Appello.Ai giornalisti viene data una cospicua contropartita, la costituzione di un istituto previdenziale, l’INPGI eretto in ente morale e presieduto dal Arnaldo Mussolini.1926 i fogli di opposizione sn sottoposti sistematicamente a intimidazioni e sequestri. Ad ogni attentato a Mussolini, vengono assalite le loro sedi.

La sera dell’attentato al ministro dell’Interno, è ordinato ai prefetti di sospendere per misura di ordine pubblico e a nuova disposizione, tutti i giornali di opposizione.Gli squadristi si scatenano in diverse città. Vengono sospese le pubblicazioni della STAMPA, GAZZETTINO, GIORNALE DI SICILIA e di alcuni fogli cattolici.Il 5 novembre il governo decreta lo scioglimento dei partiti di opposizione e la soppressione di tutti i giornali avversi al fascismo.Il 21 novembre viene approvata la legge per la difesa dello Stato che introduce la pena di morte.Comincia così il regime mussoliniano, con al fascistizzazione integrale della stampa e l’irregimentazione dei giornalisti.

LA STAMPA E LA RADIO FASCISTA

La fascistizzazione integrale

A Mussolini importano più le direzioni dei quotidiani che le proprietà sono già allineate per convinzione o per convenienza. Icambi di proprietà avvengono quando la situazione editoriale di ungiornale o le lette delle fazioni fasciste li rendono necessari.I veri fiduciari di Mussolini e del regime diventano i DIRETTORI RESPONSABILI.Il capo del fascismo non vuole disperdere sfruttare il prestigio ela diffusione che le testate più importanti hanno accumulato in Italia e all’estero.Alla direzione del CORRIERE DELLA SERA nel giro di 3 anni si susseguono 3 giornalisti ognuno dei quali porta il giornale ad un ulteriore passo nella fascistizzazione.

1) PIETRO CROCI lo aveva indicato ai Crespi lo stesso Albertini,ma è un uomo incolore e per questo dura pochi mesi

2) UGO OJETTI designato dallo stesso Mussolini perché ha dato prova di lealtà al fascismo e nello stesso tempo può garantire una continuità delle tradizioni del corriere, ma non imprime quel calore che il duce vuole.

3) MAFFIO MAFFII il quale aveva lavorato nell’ufficio stampa delDuce e dirige la Gazzetta del Popolo.

Si chiude il declino del SECOLO la vecchia testata di Sonzogno viene accumunata a quella della SERA in una nuova azienda

editoriale la SAME, che comprende anche il quotidiano L’AMBROSIANO.

Più complicato il problema della STAMPA perché l’azionista di maggioranza è ancora FRASSATI, dopo la sospensione delle pubblicazioni, il 30 novembre 1926 la STAMPA torna in edicola edita da una nuova società controllata dalla FIAT diretta da Andrea Torre.

GAZZETTA DEL POPOLO di proprietà della SOCIETA’ IDROELETTRICA PIEMONTESE Mussolini manda Ermanno Amicucci.

GIORNALE D’ITALIA la cui società è controllata dagli eredi di Sonnino, viene designato Virginio Gayda direttore del Messaggero, sotto di lui il Giornale d’Italia torna a riscoprire il ruolo di portavoce ufficioso del ministero degli Esteri.

I PERRONE affidano il MESSAGGERO a un loro uomo di fiducia PIER GIULIANO BRESCHI.LA TRIBUNA: Roberto Forges DavanzatiIl GAZZETTINO ottiene a riprendere le pubblicazioni ,Talamini;

Resto del Carlino e Mattino:RESTO DEL CARLINO, viene donato da Agnelli a Leandro Arpinati, il suo pretesto principale è di affidare il giornale a Missiroli, al quale però si oppone Mussolini, come direttore impone Giorgio Pini;IL MATTINO: per il suo controllo sono in lotta, fazioni del fascismo napoletano, segreteria nazionale del PNF e gli eredi di Scarfoglio. Mussolini vuole eliminare gli Scarfoglio e i ras locali, ci riesce solo nel 1930 accollando al banco di Napoli la proprietà del Mattino e del Roma, è il primo caso di proprietà ufficiale di due quotidiani da parte di un ente pubblico.

Verso la stampa cattolica il regime addotta particolare tatto, i fogli cattolici assecondano in diversa misura le propensioni dellachiesa a favore di Mussolini, col cambiamento di direttori e con un atteggiamento molto prudente.Nel 1929 avviene la conciliazione tra lo STATO E CHIESA tutti i restanti fogli cattolici esultano e si allineano: PATTI LATERANENSI.

Roma, il Tevere e Impero, (fascisti), foglio dei sindacati fascisti IL LAVORO D’ITALIA NEL 1927 Mussolini interviene decretando il blocco del numero dei quotidiani, max 70, limita a 6 pagg, per favorire altre testate deboli e il proprio giornale, gli altri quotidiani si rifaranno passando da 6 a 7 colonne.Il divario editoriale e tecnico fra la stampa italiana e quella dei paesi più industrializzati aumenta, c’è una modernizzazione degli impianti viene dalla diffusione della radio che da noi farà sentire la propria influenza soltanto all’inizio degli anni 30.

Lo strumento principale di sorveglianza e di direzione è l’UFFICIOSTAMPA che MUSSOLINI aveva potenziato fin dal 1925, lo dirige GIOVANNI CAPASSO TORRE, da questo ufficio partano i dispacci telegrafici ai prefetti con le direttive per intervenire presso i direttori dei quotidiani. Le richieste e i richiami prima sono in un linguaggio burocatrico-cortese poi diventano ordini.Esempio è il TELEGRAMMA CIRCOLARE che Mussolini invia ai prefetti la sera del 21 dicembre 1927, in occasione del decreto sulla cessazione del corso forzoso della lira che fissa il cambio con lasterlina a quota 90.Dal 1926 le disposizioni dell’Ufficio stampa diventano più frequenti e aumentano i fondi segreti destinati a sovvenzionare i giornali e giornalisti. L’obiettivo degli ordini e degli interventi censori è duplice: da un lato cancellare o minimizzare tutto ciò che è nocivo al Regime, dall’altro esaltare o edulcorare.Disposizioni : costruzioni del mito del Duce, questioni politiche,dalla cronaca nera a cose marginali.La cronaca nera è un chiodo fisso per Mussolini. 9 gennaio 1926 smobilitare la cronaca nera e ridurre fino a farla scomparire, la rubrica dei stanchi della vita, ma troverà cmq delle resistenze, per la descrizione dei processi, fatti di sangue, rapine e notiziedi suicidi e duelli.

Agenzia Stefani 1924 sotto la guida di Manlio Morgagni, è uno strumenti per rendere omogenea la parte politica dei quotidiani, igiornali non hanno corrispondenze particolari dall’estero e hannopochi corrispondenze in Italia devono ricorrere per forza ai dispacci di questa agenzia, e anche perché l’UFFICIO STAMPA, ordina con sempre maggior frequenza di servirsi della Stefani per le notizie che riguardano Mussolini, le decisioni del governo e i fatti politici delicati.

La STEFANI da ufficiosa diventa UFFICIALE.

L’irreggimentazione legale, dei giornalisti avviene tra il 1927-28con il via ufficiale al Sindacato fascista, e con l’istituzione all’albo, l’iscrizione è aperta ai giornalisti aderenti al PNF e acolore che abbiano dato prova di fedeltà al Regime.L’Albo viene istituito col regio decreto 26 febbraio 1928 n 384, si decreta l’abolizione dei collegi probiviri. Per esercitare la professione occorre essere iscritti in uno dei tre elenchi dell’Albo: professionisti, praticanti e pubblicisti. E l’iscrizione si ottiene se si ha un regolare contratto quotidiano.L’albo non prevede l’iscrizione al PNF però è tassativamente esclusa a coloro che abbiano svolto una pubblica attività in contraddizione con gli interessi della nazione, accertamenti sono in mano ai prefetti. (Annuario della Stampa 1927-28)

16 novembre 1927 il Gran Consiglio del Fascimo.Il documento approvato dal nuovo organo dello stato riafferma la funzione educativa della stampa e la necessità che essa sia permeata e modellata dallo spirito fascista, i posti di direzione e comando devono essere affidati a Camice nere fedelissime.Il DUCE è l’unico direttore di tutti i giornali italiani, Mussolini convoca i direttori dei quotidiani, sotto la guida di Amicucci, 60 direttori partecipano all’adunata del 10 ottobre 1928: sono tutti intellettuali militari o intellettuali funzionari.In concreto la funzione dei giornali in un regime totalitario è uguale per tutti servire questo regime evitando ciò che è nocivo efacendo ciò che è utile.

Un giornalismo più moderno nella fabbrica del consenso:

nel 1930 al giornalismo della carta stampata si affianca quello radiofonico. I notiziari dell’EIAR (ENTE ITALIANO AUDIZIONI RADIOFONICHE) assumono la veste del Giornale radio diventano appuntamenti regolari.Il giornalismo radiofonico resta in secondo piano rispetto ai giornali, Mussolini è un patito della carta stampata e percepisce in ritardo la possibilità insite nella radio ma anche perché il nuovo strumento di comunicazione di massa è sostanzialmente un monopolio statale, sorvegliato fin dall’inizio da una Commissione di vigilanza nominata dal governo.

il giornale radio dei primi anni deve essere compilato con le notizie diramate dalla Stefani, e con quelle riprese dai quotidiani.Il primato giornalistico resta ai quotidiani, ma non conquistano effettivamente i lettori, le tirature ristagnano un po’CORRIERE DELLA SERA Aldo BorelliLA STAMPA Alfredo Signoretti

Mentre viene avviato il potenziamento della stampa quotidiani, il Guardasigilli ROCCO prepara il Codice che porta il suo nome, le nuove norme penali, e di procedura penale, varate nell’ottobre 1930 integrano i punti lasciati in sospeso dalla legge del 31dicembre 1925. Per i reati commessi mezzo stampa viene accentuata la responsabilità del direttore, per questo vede aumentare il proprio potere all’interno del giornale, e sono largamente estesi rispetto al codice Zanardelli del 1890 i casi divilipendio. Il sequestro preventivo in via amministrativa ovvero per decisione dei prefetti, viene dato col Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza in vigore dal 1931.

Il processo di modernizzazione della stampa, che coinvolge anche isettimanali, prende avvio alla fine degli anni venti, per i quotidiani, parte da Torino, iniziativa presa dalla GAZZETTA DEL POPOLO, appartenente alla SIP gruppo elettrico semi pubblico che ha forti interessi nella telefonia e nella radiofonia, è collegatoai centri decisionali del governo.La modernizzazione si sviluppa su 3 piani:

1) TECNICO: costruzione di nuovi stabilimenti e ammodernamento degli impianti di produzione (rotative più veloci, stampa a colori, strumenti di riproduzioni fotografiche)

2) EDITORIALE aumento delle pagine 12, rilancio giornali della sera, creazione del numero del lunedì con molto sport, infittirsi delle edizioni straordinarie, distribuzione rapida(sviluppo motorizzazione)

3) GIONALISTICO maggiore diversificazione dei contenuti, impiegoesteso alle fotografie 1934 ci sno le prime telefoto, impaginazione orizzontale, titoli che tagliano le colonne delle pagine, ampliamento dello sport, ricerca di prestigio nelle grandi firme.

Il modello più seguito è quello dei più diffusi quotidiani parigini del mattino e sera, con eccezione della terza pagina

tutta italiana, che nel regime conosce una stagione trionfale, cinghia di trasmissione tra il potere e il mondo intellettuale. L’innovazione più risonante del quotidiano fascistissimo è l’introduzione di numerose rubriche a periodicità settimanale che occupano una pagina:La cucina e il focolare, Diorama letterario, Fuorisacco, Moda Italiana, sezione per i piccoli, una illustrata e una dedicata alla vita all’aria aperta. Compaiono settimanalmente rubriche dedicate al cinema, al teatro alla radio e alle informazioni tecniche scientifiche.Si tratta di un tentativo di settimanalizzare il quotidiano facendo un giornale per tutta la famiglia ricco e festoso, che risponde alla propaganda sociale del regime ma coglie o favorisce mutamenti di gusto o di abitudini della gente.

Tra il 1929 e la metà del 1932, il giornale di Agnelli cambia direttore 3 volte.

1) Curzio Malaparte2) Augusto Turati3) Alfredo Signoretti a lui e al nuovo amministratore Cesare

Fanti sono legate le trasformazioni giornalistiche ed editoriali e i successi della STAMPA e di STAMPA SERA, graziealla costruzione di una nuova sede e al potenziamento di tutti i servizi.

Nessun inserto, niente colore, nessuna edizione provinciale, ma una impaginazione più moderna, uno stile chiaro nei contenuti, intraprendenza giornalistica e molte fotografie, soprattutto in STAMPA SERA. La STAMPA vuole essere un giornale nazionale e autorevole come il Corriere, capace di fare, con la qualità del prodotto e un maggior dinamismo, concorrenza al quotidiano milanese che Aldo Borelli sta portando a nuovi successi.CORRIERE DELLA SERA:A Borelli viene affidato il compito nel 29 di fascistizzare più profondamente il Corriere e di velocizzarlo tecnicamente, lo assolve in modo mitigato da tratti di tolleranza e di umanità nella guida dei redattori e dei collaboratori.Il Corriere deve trasmettere un senso di autorevolezza, poche fotografie e in terza pagina ancora per alcuni anni, un disegno. Le cure maggiori sono per la ricchezza e la qualità delle corrispondenze dall’estero, dei servizi degli inviati speciali e delle collaborazioni per la terza pagina, per la scrittura e la precisione del notiziario.Compare anche la critica cinematografica, fatta da un giornalista che non ha aderito al fascismo, Filippo Scacchi, può scrivere, ma non firmare. Cinema, moda, altri argomenti di varietà viene dato

spazio nell’edizione del pomeriggio. Lo sport viene ampliato anchenell’edizione del mattino.Borelli diventa il padrone del giornale.

Il POPOLO D’ITALIA attraversa una fase di immobilismo, dopo la morte di Arnaldo Mussolini nel 1931, il giornale lo firma il figlio Vito, ma lo fa in pratica il capo redattore SANDRO GIULIANI.

IL MESSAGGERO: nel 1932 i Perrone, ne affidano la direzione a Francesco Malgeri, supera a Roma il Giornale d’Italia e aumenta con le edizioni provinciali, la penetrazione nelle regioni del Centro.

Il potenziamento dei quotidiani maggiori si traduce in una formulaibrida tra il foglio del partito unico e il foglio d’informazione e di intrattenimento.1932 capo Ufficio stampa, circolare: improntare il giornale a ottimismo, fiducia e sicurezza nell’avvenire.I giornali minori, si modernizzano con un’impaginazione più mossa e con l’impiego delle fotografie.L’aumento della foliazione, crea, problemi seri per l’elevato costo della carta che il regime affronterà nel 1935 con una discutibile soluzione, corporativa, l’Ente nazionale cellulosa carta.Maggiori costi dovuti all’aumento degli investimenti pubblicitari.Il regime ha potenziato la Stefani, nei primi anni 30 conta quasi 300 corrispondenti in Italia e una quarantina all’estero. La trasmissione del suo notiziario, ufficioso e poverissimo di cronaca nera è lenta, arriva per il telegrafo alle principali sedipostali dove i giornali debbono andare a ritirarlo.

Grossa novità è la macchina per la stampa in ROTOCALCO 1930, consente di riprodurre con grande efficacia le fotografie anche sucarta non patinata, nascono così nuovi settimanali:femminili, sportivi, di cinema o per i ragazzi, di impronta commerciale.Con ANGELO RIZZOLI e ARNOLDO MONDADORI i grandi reami del rotocalco e di dispensatori di intrattenimenti vari.In ripresa anche i periodici umoristici che erano stati messi a terra dall’instaurazione della dittatura,Nel 1931 a Roma nasce il MARC’AURELIO e il BERTOLDO.

Comincia la diffusione dei CINEGIORNALI dell’Istituto Luce e dei film, aumento straordinario dell’ascolto della RADIO, segnano l’avvento anche in Italia ci un moderno sistema delle comunicazioni di massa.Matura nei partiti reazionari, una concezione di guida e di sfruttamento globale e coordinato di questi mezzi di propaganda.Il 1 agosto 1933 Mussolini nomina capo dell’Ufficio stampa GALEAZZO CIANO, suo genero, si fa notare per la cura delle direttive e dei controlli sui giornali, l’attenzione rivolta al cinema e alla radio. Prende a modello il ministero dell’educazionedi GOEBBLES per il terzo Reich.In vista della istituzionalizzazione del Sottosegretario per la stampa e la propaganda, che avviene nel settembre 1934, Ciano ottiene più fondi e un maggior numero di funzionari.Per controllare più direttamente i giornali costituisce uffici distaccati presso le prefetture dei più importanti capoluoghi di regione e intensifica la diramazione di direttive e i rapporti ai direttori dei quotidiani che contano.Con l’avvento di Ciano si intensificano le Veline:sono gli ordini alla stampa battuti a macchina su carta da copia edistribuiti ai quotidiani e alla Stefani, a questa Agenzia vengono inoltre inviati comunicati, note ufficiose e disposizioni particolari.

Mobilitazione per l’Impero:

14 ottobre 1933, discorso di Mussolini ai dirigenti del Sindacato dei giornalisti, i passi principali vengono diffusi sulla prima pagina del POPOLO D’ITALIA.Il linguaggio è militare.Mussolini ha insoddisfazione per la gestione del Sindacato dei giornalisti, fallimento per la scuola di giornalismo.Con la costituzione del sottosegretario per la stampa e la propaganda elevato al giugno 1935 al ruolo di MINISTERO, Ciano riesce a estendere il suo controllo sulla radio.Risalgono a lui due iniziative importanti del giornalismo radiofonico:

1) mandare in onda dopo il Giornale delle 20, un commento ai fatto del giorno: CRONACHE DEL REGIME.

2) Estendere ad avvertimenti politici l’uso delle radiocronache in diretta.

Gli avvenimenti politici sono generalmente delle cerimonie, illustrate con molta enfasi e tanta retorica.

Preparazione e la condotta della guerra in Etiopia, sono il primo banco di prova della complessa macchina costruita per mobilitare gli italiani e propagandare il consenso!Il fasciamo riuscì a mobilitare e a utilizzare a fondo le possibilità offertegli dal monopolio dell’informazione e dalle moderne tecniche della propaganda di massa. Tutti gli strumenti furono utilizzati al massimo: stampa, radio, cinema, organizzazioni di massa, scuola ecc. tutte le categorie di cittadini furono investite.I giornali e la radio contribuiscono a far risorgere il mal d’Africa e a montare le principali motivazioni della guerra (il posto al sole, civilizzare genti abissine, vocazione imperiale).La partecipazione dei giornalisti alla conquista dell’Etiopia è notevole. Inviati speciali sono 36 (8 stampa, 6 Corriere, 6 Gazzetta del Popolo), molti dei centoventi giornalisti che chiedono l’arruolamento nei reparti dell’Esercito o nei battaglioni di camicie nere mandano corrispondenze ai rispettivi giornali. La censura militare e la sorveglianza del ministero della stampa epropaganda nascondono le incertezze e i contrattempi che si registrano nella prima fase del conflitto.Nascondono l’impiego dei gas, richiesto da Badoglio e autorizzato da Mussolini. Le cronache della guerra sia quelle dei quotidiani, che quelle delle radio, sono dominate dalla retorica e dal trionfalismo.Il 5 maggio 1936 il duce occupa un titolone in prima pagina, con l’annuncio dell’adunata oceanica, il 6 con l’annuncio che Badoglioè entrato a Addis Abeba e il 10 con la proclamazione dell’Impero.

Il MINCULPOP dappertutto

Mussolini affida a Ciano il ministero degli Esteri. Il sottosegretario Alfieri, diventa ministro per la Stampa e la Propaganda.Il sovrintendente della stampa, in particolare della fabbrica delle veline, resta Mussolini. È lui che detta quasi tutti gli ordini per i giornali e per l’agenzia Stefani. Ordini che vengono dati nel pomeriggio e nella sera.

Dal 1 giugno 1937 il ministero cambia insegna, diventa IL MINISTERO DELLA CULTURA POPOLARE, denominato MINCULPOP nel giro politico-giornalistico.Nell’anno XV dell’era fascista, si vuole affermare che il fascismoha una propria cultura che si indirizza al popolo e ne è ispirata.Mussolini impersona la campagna per l’abolizione del Lei e di sostituirlo con il Voi, definito virile.Mussolini ha dei giornalisti fascisti la concezione di educatori del popolo.

Le pagine dei quotidiani sono più vistose per la presenza delle fotografie e per i titoli più alti e più neri che lo stesso Mussolini richiede.La penuria della carta, riduce la potenzialità dei grandi quotidiani del regime costretti a uscire a otto pagine soltanto 2 volte alla sett.Nel 1939 c’è sempre il primato del Corriere.Il Gazzettino, quotidiano veneziano, è oggetto di un’aspra disputatra il conte Volpi, ex ministro e presidente di CONFINDUSTRIA e gli eredi del fondatore Talamini. Volpi e i suoi soci di minoranza, imprenditore veneziano Cini e Agnelli, la spuntano nel 39, nel passaggio di proprietà c’è lo zampino di Ciano, Volpi assicura i fondi necessari per mandare avanti il Popolo d’Italia.Le testate quotidiane più importanti e diffuse appartengono ormai a rappresentanti della grande industria e della finanza., in deficit i quotidiani che dipendono dal partito fascista.

Più vivace e ricco di novità il settore dei periodici, l’estensione del sistema di stampa a rotocalco, la diffusione della fotografia e del cinema, i gusti e la mentalità delle generazioni più giovani sono fattori principali dello sviluppo a base commerciale e persino industriale di questa attività.Il BERTOLDO editore Rizzoli, lanciato nel luglio 1936 spopola tra gli studenti delle scuole medie e delle università.Nel campo dei settimanali di attualità tra il 1937 e il 1939 compaiono due novità

1) OMNIBUS creato e diretto da LEO LONGANESI edito RIZZOLI esce il 3 aprile 1937, 16 pagg di formato grande, sfrutta la possibilità di grafiche del rotocalco, pubblica grandi fotografie spesso ammiccanti, articoli e racconti banali e vivaci note critiche sulle arti e sul costume. È un impasto di modernità e nostalgie ottocentesche. È un prodotto di èlite, purtroppo è costretto a chiudere 1939 viene soppresso.

Rizzoli ottiene di pubblicare un altro rotocalco di attualitàOGGI (Longanesi riaffiorerà con l’EUROPEO e il MONDO nel dopoguerra)

2) TEMPO esce nel 1939 a Milano edito da ARNOLDO MONDADORI e diretto dal figlio ALBERTO. E’ l’altro archetipo del settimanale d’attualità, sul modello dell’americano LIFE, assegna alle immagini una funzione informativa diretta. Nascono così anche in Italia, il fototesto e la figura del fotoreporter.

Nucleo di periodici che fanno storia a sé perché la loro diffusione è circoscritta: sono i fogli dei GUF (GRUPPI UNIVERSITARI FASCISTI) nei quali crescono fermenti polemici, che portano molti goliardi a mettere in discussione il regime e in nonpochi casi a distaccarsene.

Nelle radio sale il numero degli abbonati alla radio, va anche considerato l’ascolto collettivo, organizzato dai DOPOLAVORO e da altri apparati del regime.Il GIORNALE RADIO la cui direzione e redazione, sono concentrate aRoma dagli inizi del 1936 conta 6 edizioni quotidiane trasmesse a reti unificate: rappresenta il mezzo di informazione più seguito etempestivo.I notiziari dell’EIAR restano condizionati da quelle ufficiosità eda quei toni solenni ed enfatici che il regime vi aveva impresso all’inizio.Miglioramenti tecnico-professionali si registrano nel settore delle radiocronache, con la formazione di un piccolo gruppo di specialisti, ma quelle su eventi politici sono quasi tutte riservate a Mussolini e alle ricorrenze storiche del regime.

Trasmissioni EIAR superano il 20% della programmazione giornalierae hanno indici di ascolto molto alti.Il susseguirsi dei drammatici avvenimenti che stano portando l’Europa e il mondo verso la guarra a spingere milioni di italianiad ascoltare assiduamente i giornali radio e a leggere avidamente i quotidiani. Pur manipolate come sono, né la radio, né la stampapossono cmq nascondere del tutto i fatti.Le fasi più importanti che il giornalismo del regime deve affrontare tra il 1937 e l’ingresso dell’Italia in guerra sono:

- conflitto spagnolo- alleanza con Hitler- aberrante adesione alla politica antisemita

- vigilia della guerra- periodo della non belligeranza.

La vera novità rappresentata dall’impiego della radio nel conflitto ideologico e propagandistico. Con l’attivazione di alcune emittenti antifasciste, che si contrappongono all’EIAR, comincia infatti quella GUERRA DELLE ONDE che si svilupperà notevolemente nel corso del secondo conflitto mondiale.La stampa è chiamata a svolgere un ruolo peculiare e gravissimo nella campagna antisemita che sfocia nella persecuzione degli ebrei decisa dal GRAN CONSIGLIO 6 ottobre 1938.I giornali vengono mobilitati per creare un problema che è estraneo alle concezioni e ai sentimenti della stragrande maggioranza degli italiani e poi per diffondere il razzismo.Il CORRIERE PADANO, di Ferrara, IL PICCOLO di Trieste, città con forte insediamento di ebrei, per lo più integrati e IL LAVORO di Genova cercano di contenere la scelta di Mussolini e le loro obiezioni travolte.Non partecipano alla campagna razziale i fogli cattolici. Il MINCULPOP assume la regia campagna creando un ufficio speciale e promuovendo la pubblicazione di un quindicinale dotato di cospicui mezzi, La Difesa della Razza.Alle veline si ordina ai quotidiani di abbandonare ogni pietismo di imprimere alla propaganda razziale un tono più sostenuto. E mettere al bando scrittori ebrei, e cmq di tendenze decadenti.1938 Mussolini incalza gli ordini che sono talvolta contradditori,Mussolini impartisce ai giornali con intensità mai vista.Ridda di veline, conferma la velleità di Mussolini imbarazzo che gli procura la palese dipendenza da HitlerAttacco sovietico alla Finlandia, in Italia suscita ammirazione e entusiasmi per la tenace resistenza dei finnici, porta anche un notevole aumento dei giornali.Successo lo riscontra un giovane inviato INDRO MONTANELLI diventa un inviato di spicco del CORRIERE DELLA SERA.Sul fronte interno preoccupa l’OSSERVATORE ROMANO. L’organo del vaticano riporta notizie e opinioni del campo occidentale che i giornali del regime non pubblicano o distorcono. Molto seguita è la DIURNA compilata dall’antifascista GONNELLA.

Il Minculpop è stato assegnato ad Alessandro Pavolini.Nella primavera del 1940 segnale della mobilitazione arriva il 10 aprile attraverso un discorso rivolto ai direttori dei quotidiani

dell’Ente Stampa che non viene rese noto se non attraverso indiscrezioni polotate.

La guerra e il crollo del Regime:

la sera del 10 giugno 1940 due dopo l’annuncio dell’entrata in guerra, Pavolini tiene rapporto ai direttori e ai corrispondenti romani dei principali quotidiani, esordisce una bugia, dice che lesorti della battaglia erano ancora incerte, la Francia in realtà è in ginocchio e Parigi sta per cadere.Pavolini: intensificare la campagna sulle ragioni dell’intervento.

L’accentuazione dei motivi politici della guerra diventa una costante nelle direttive del MINCULPOP, astuzia nell’individuare tutto ciò che in apparenza giova al regime.

Scarse sono le veline sull’andamento dei combattimenti, perché sulle notizie militari e sulle corrispondenze di guerra esistono un doppio vaglio censorio,(militare e minculpop) e l’obbligo di corredare il quotidiano Bollettino del Quartier generale, diramatodalla radio alle 13 soltanto con le note ufficiose dell’Agenzia Stefani.

I corrispondenti di guerra devono descrivere più le impressioni esaltanti o comunque positive che i fatti.I quotidiani devono uscire a 4 pagine, ma la gente non si accontenta più dei bollettini e dei comunicati.Pavolini ricorre ai ripari condendo 2 numeri a sei pagine alla settimana e poi 4 ed esortando i direttori a ridare alla terza pagina il suo tradizionale carattere.Da metà del 42 giornali a 4 pagg, mentre dal 43 a 2 pagg.

La GUERRA DELLE ONDE:

iniziata con il conflitto spagnolo e si sviluppa enormemente. Gli strumenti più efficaci di informazione e propaganda quotidiana delregime sono i due radio più seguiti:13 bollettino e alle 20 il commento serale.Dal giugno 1940 all’aprile 1941 commento a Aldo Valori.Di fronte all’aumentato ascolto di RADIO LONDRA, il MINCULPOP forma una strada di commentatori Appelius, Alessi e Ansaldo.

Ma contro radio Londra non c’è nulla da fare, gli speakers e i commentatori (inglesi e antifascisti) che si alternano al microfono della BBC sono abili e spigliati. Appelius viene messo in particolare difficoltà da Radio Mosca, che riesce più volte a interferire nella sua trasmissione.

Con il rimaneggiamento del governo deciso il 6 febbraio 1943, che colpisce Ciano, Grandi e Bottai, ormai ostili verso la Germania, con il nuovo segretario del PNF Carlo Scorza e il nuovo ministro della Cultura popolare, Polverelli, cercano di galvanizzare gli italiani in maggioranza rassegnati, smarriti o avversi al regime.Sul Popolo d’Italia, Mussolini scrivi una rubrica quotidiana chiamata STUPIDIARIO NEMICO.Si intensificano richiami sequestri, mentre le veline e i rapportiassumono frenetici e toni guerreschi.Richiamo alla disciplina è l’obbligo per i direttori di firmare con nome e cognome gli articoli politici e le note.Dopo lo sbarco degli angloamericani in Sicilia, Polverelli chiede un titolo sobrio, e consiglia di non ispirarsi alle vicende passate. Il bombardamento di roma incita a odiare il nemico, il 23luglio il giornali devono orientare sul piano politico e non su quello militare.Il 24 velina dirama quando sta per iniziare la seduta del Gran Consiglio che porta la destituzione di Mussolini.L’annuncio delle dimissioni di Mussolini e dell’incarico dato dal re a Badoglio di formare un nuovo governo viene diramato dalla radio poco dopo le 22 e del 25 luglio. In tutti i giornali comincia una notte frenetica, tra i giornalisti più devoti a Mussolini, c’è ansia, Morgagni, presidente dell’agenzia Stefani sitoglie la vita.Il Popolo d’Italia inducono il prefetto di Milano a vietare la distribuzione del giornale.I giornali commentano in modo breve, poiché per 20 anni si sono visti dettare tutto da un mistero.Al Messaggero, prende direzione Pio Perrone, uno dei proprietari.

Ambiguo interludio

Le prime misure per la stampa e la radio sono estremamente severe.Sono improntate da un lato ad una rigida politica dell’ordine pubblico e dall’altro lato, dal disegno di impedire che i giornalisi facciano paladini delle richieste di pace strumenti di promozione e di coagulo di forze antifasciste.

MINCULPOP a Guido Rocco al quale subentra il 14 agosto Carlo GalliAlcuni quotidiani vengono colpiti da sequestro e per la penuria dicarta, i quotidiani sono autorizzati ad uscire a 4 pagg 2 volte sett.Il 28 luglio il governo istituisce la censura preventiva estesa anche ai periodici politici e culturali. Riprende l’impiego delle veline ministeriali.Il governo è preoccupato per i vari tentativi di far uscire giornali nuovi e di far ricomparire testate soppresse dal fascismocome il Mondo, ma Badoglio non vuole fogli di chiaro orientamento antifascista, non conduce alcuna libertà ai gruppi politici che cominciano a ricostruirsi. Badoglio blocca pure la richiesta di Frassati di essere reintegrato nella proprietà della STAMPA.I fogli cattolici invece, si allineano alle scelte del governo.Due testate sono soppresse:il Popolo d’Italia e il Regime Fascista.A parte i direttori, sono molto pochi i giornalisti fascisti che vengono rimossi dai loro incarichi.La volontà del Re e di Badoglio, di non recriminare il passato, diattuare un trapasso meno traumatico possibile si traduce nell’obbligo del silenzio sul regime fascista e sulle evidenti e diffusissime aspirazioni degli italiani a uscire dalla guerra disastrosa.

8 agosto ministro Rocco ribadisce una attenta sorveglianza sugli organi di stampa. Con Galli è data ai giornali qualche possibilitàdi parlare del fascismo, suoi maggiori quotidiani compaiono le prime rivelazioni su CLARETTA PETACCI, l’amante del Duce, su i suoi famigliari,sugli arricchimenti e soprusi dei gerarchi. Calcolo di coinvolgere l’opinione pubblica in questo tipo di sdegni e recriminazioni e di contenere e pilotare la spinta antifascista.

Fra la fine di luglio e i primi di settembre, vengono ricostruite la Federazione della stampa, e alcune associazioni regionali che il fascismo aveva sciolto.Armistizio dell’8 settembre e delle sue conseguenze, travolgono tutto.Vicende del giornalismo si divaricano in 2 campi contrapposti:

- occupazione nazista e dell’ultimo fascismo- italia del sud e del centro dove ritorna la libertà

La stampa e la radio di Salò IMP

Dopo la fuga del re e di Badoglio da Roma anche i giornali e la radio sono allo sbando. Per qualche giorno alcuni quotidiani non escono e il Giornale radio tace.Il segno più evidente dell’incertezza è che la notizia della liberazione di Mussolini viene pubblicata da molti giornali.I primi ordini tedeschi obbligano i giornali romani a pubblicare il 14 settembre il testo integrale del discorso di Hitler sul tradimento dell’Italia.Il primo atto di Mussolini per cercare di riprendere in mano la situazione è la riunione del Consiglio dei ministri del 27 settembre 1943. Ministro della cultura popolare è direttore generale della stampa italiana Fernando Mezzasoma, che fa parte di un gruppo fascista capeggiato da Alessandro Pavolini, al quale è stata affidata la costituzione del Partito fascista.La sede del MINCULPOP è a Salò dove vengono trasferiti anche l’Ispettorato della radio e l’Agenzia Stefani. La riorganizzazionedel ministero, rete radiofonica e le Stefani incontrano molti ostacoli di ordine materiale e politico.Le difficoltà politiche provengono dai tedeschi che procedono per conto loro al controllo stretto della radio e dei giornali attraverso l’ufficio di Propaganda STAFFEL istituito a Milano, sforna notizie e commenti che i giornali sono obbligati a riprodurre.Difficoltà tra coloro che hanno colto l’appello di Mussolini e di Hitler, sfociano in vere e proprie lotte di fazioni.Salò mantiene in vita i giornali tradizionali, non ostacola i fogli cattolici, ossessionati dal comunismo e spesso favorevoli alregime.Ai fogli tradizionali si aggiungono molti altri soprattutto periodici di intonazione battagliera o d’assalto, nei 600 giorni di Salò il fascismo di riflette sulla stampa.Il reclutamento dei giornalisti è difficile: molti si sonoeclissati o cercano di non esporsi. La più significativa èl’assuzione di Amicucci al Corriere, mentre Spampanato va alMessaggero: della vecchia guardia dei direttori fascisti è rimastosolo il presidente della Stefani Luigi Barzini. Mezzasomaattribuisce ai direttori poteri più ampi persino che agli editori,contando anche sugli addetti stampa provinciali.

La pratica delle veline è già ripresa in ottobre, gli ordini delministro sono tutti improntati alla linea intransigente delfascismo repubblicano: fedeltà assoluta alla Germania, punizioneper i traditori del regime, guerra implacabile ai partitiantifascisti e ai partigiani.Il 22 dicembre 1943 Mussolini abolisce la censura preventiva,instaurata da Badoglio, ma la rissosità resta così forte daindurlo a ripristinarla il 31 maggio 1944.Alcuni giornali accendono una polemica revisionista, pur nellafedeltà al Fascismo (la Stampa\il Secolo XIX\la Nazione\laGazzetta del popolo).Condivide il revisionismo il nuovo quotidiano milanese di PavoliniREPUBBLICA FASCISTA, diretto da Carlo Borsari, 23 gennaio 1944. Episodio, la polemica contro le istituzioni e i metodi dellaRepubblica sociale è l’articolo di Pettinato, “Se ci sei batti uncolpo” pubblicato sulla STAMPA il 21 giugno 1944.Il governo reagisce con la repressione e vengono rimossi idirettori revisionisti, eccetto Pini. Viene così alla ribalta larealtà del regime partigiano.A contrastare queste tendenze conciliative c’erano i giornali dibattaglia del Regime, fra cui la “Crociata italica” creato daFarinacci, e diretto da don Calcagno (un prete sospeso a divinis).Il maggior successo editoriale del tempo di Salò spetta aMussolini (24/18 luglio 1944), quando sul Corriere pubblica unaserie di articoli dove ripercorre le vicende dall’ottobre ’42 aldicembre ‘43, difendendo naturalmente il suo operato: le tirature,quando i 19 articoli sono pubblicati (numero del 12\agosto) nellaraccolta “il tempo del bastone e della carota- le vicende di unanno” toccano le 800.000 copie.

Il giornalismo radiofonico di Salò non presenta particolari motividi interesse perché notiziari e radiocronache sono dominati dallapropaganda diretta alla mobilitazione e a contrastare contrasmissioni speciali per gli italiani delle terre invase.Le trasmissioni più vivaci nella guerra delle onde sono quelle diRADIO TEVERE impiantata a Milano con notevoli mezzi a metà del1944.Periodico Orizzonti, il principe Valerio Borghese cerca ditessere un complotto per destituire Mussolini. Mussolini, Cione e il suo collaboratore Carlo Silvestri compionoun tentativo di conciliazione con alcune correnti antifasciste, ma

il tentativo è maldestro e Roberto Farinacci lo stronca sulnascere.Nei giorni dell’insurrezione otto giornalisti fascisti, tra iquali Borsari vengono giustiziati.

La stampa della Resistenza

Difficoltà di stampare e diffondere clandestinamente i giornali sotto l’occupazione nazista, la stampa di liberazione un fenomeno di proporzioni considerevoli oltre che di gran valore politico.

2 filoni:

- STAMPA CLANDESTINA: prodotta dai partiti e dal altri gruppi antifascisti da Roma a Nord, tra il settembre 1943 e la finedella guerra.

- FOGLI DI INFORMAZIONI PARTIGIANE compilate senza i rischi della clandestinità ma con altre difficoltà

Attività editoriale dei partiti è la presenza dei rispettivi organi ufficiali a Roma e Milano e altre città, distribuiti ogni 15 gg.Comune ai partiti più organizzati e attivi è inoltre lo sforzo di far uscire foglio diretti ai settori sociali particolari e a specifiche categorie: operai, lavoratori terra, donne, artigiani insegnanti.Fogli hanno in comune il formato, è piccolo, insieme a quello delle antiche gazzette, 2-3 pagg.

La stampa comunista è la più numerosa e la più diversificata:organo PCI, UNITA’ esce a Roma, Milano, Torino e Genova.L’AVANTI a Milano;Democrazia Cristiana con IL POPOLO, 23 ottobre 1943 a Roma e poi dal 1944 a Milano.

I fogli delle formazioni partigiane vedono la luce a partire dallaprimavera-estate del 1944.La loro esistenza è precaria, la periodicità irregolare, si trattaa volte di numeri unici o volantini riprodotti con il ciclostile.In questa pubblicistica c’è la voglia di raccontare le proprie esperienze in questa guerra, in particolare aspra e esaltante condotta soprattutto da giovani usciti dal fascismo. Ma le funzioni principali sono la diffusione delle motivazioni morali e

politiche della lotta e il rapporto tra i partigiani e l’ambiente sociale in cui operano.