Restauro e innovazione tecnologica. Il Museo di Casa Canova a Possagno (TV). Quadro storico

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Possagno si trova nella fascia nord-occidentale della marca trevigiana,alle pendici del massiccio del Grappa,nella zona che fino al Piave si chiamaValcavasia. La casa di Antonio Canova è posta suun crinale e si estende nella parte sud-orientale del territorio1. Vienecostruita secondo l’asse est-ovest perassicurarsi una facciata rivolta aMezzogiorno e verso il giardino, ilbrolo e i vasti campi, che oggi costi-tuiscono il parco e sono inseriti nelcomplesso più ampio del MuseoCanoviano della Gipsoteca2. Inoltre,di questo fanno parte la scuderia delXVIII secolo; l’ala ottocentesca, dettaanche Basilica o Galleria, progettatada Francesco Lazzari e realizzata tra

il 1831-1836; l’ala novecentesca, notaanche come ‘ala Scarpa’ in quantoideata da Carlo Scarpa nel 1957 e ilsuccessivo ampliamento, l’‘alaGemin’, del 1992, su progetto del-l’architetto Luciano Gemin. La presenza del cognome Canova aPossagno è piuttosto remota e la suaesistenza dovrebbe risalire a unperiodo precedente il Quattrocento.Quando nasce l’artista il nome delcasato è già molto diffuso, tanto cheun intero colmello, lo stesso dove sitrova la sua casa natale, è chiamato‘Colmello Canova’3.Per quanto i dati presenti nei docu-menti attestino già al tardo medioevoesempi di edilizia residenziale aPossagno, quelli oggettivi non con-

Restauro e innovazione tecnologica.Il Museo di Casa Canova a Possagno(TV). Quadro storicoª

Cesare Crova*

Fig. 1. Possagno (TV): particolare del colmello dove si trovala Casa Canova (Archivio Museo di Asolo (A.M.A.), b. 88,Mappe del terzo quartiere, 1716-1720).

Fig. 2. Possagno (TV): particolare del cata sto (Archivio di Stato diTreviso (A.S.Tv), Censo stabile attivato, mappe, 62/1 Possagno).

sentono l’individuazione di strutturericonducibili a questi anni; pertantoanche la Casa del Canova, a causadelle successive stratificazioni stori-che che hanno modificato in tutto oin parte gli assetti primitivi. La con-ferma per stabilire questa prima fasesarebbe possibile solo attraverso unostudio diretto e attento dei carattericostruttivi dell’edilizia storica possa-gnese. Tipologicamente l’edificiopresenta i segni tipici della costru-zione rurale veneta e trevigiana inparticolare. Costruttivamente nelcantiere della Casa si ritrovano tuttigli elementi dell’edilizia del luogo,ricorrendo all’uso della pietra locale,come il calcare di Santa Giustina o ilbiancone, raccolti nelle valli e la cuilavorazione è demandata ai tagliapie-tre e agli scalpellini e che trovaimpie go diffuso non solo nell’edilizia.L’allestimento murario avviene appa-recchiando gli elementi lapideilegandoli tra loro con malta di calce esabbia o sabbione, ricorrendo inalcuni casi anche all’impiego di ele-menti connettivi come perni e grappe

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in ferro o in legno. Generalmente siprocede alla rifinitura delle superficicon malta d’intonaco, posta in operaa due strati. Alla pietra si associa inol-tre l’uso del legno e, più tardo, quellodel cotto, già in uso nell’altomedioevo, ma che trova diffusionesolo a partire dal XVI secolo con lacostruzione delle fornaci4.Il nucleo della Casa, quasi sicura-mente, risale al Cinquecento. Succes -sivamente essa subisce profonde lace-razioni con il terremoto di SantaCostanza del 25 febbraio 1695, cosìcome tutto il tessuto urbano del pic-colo centro trevigiano e solo la peri-zia dei tagliapietre e degli scalpellini negarantiscono la sistemazione5. Il complesso edilizio non è facilmenteidentificabile nelle mappe storiche,come si osserva dal Catasto VenetoAsolano del 1774, un disegno a inchio-stro acquarellato nel quale Possagnoè rappresentata a volo d’uccello e laCasa non emerge rispetto alle altre abi-tazioni del borgo (Fig. 1)6. Diver -samente nel Catasto Napo leonico del1810 si colgono maggiori informa-zioni. Qui il complesso della casacanoviana è più delineato con il corpo

centrale ben definito, al quale siaggiungono una serie di altri annessirustici, porticati e casupole e chelascia intendere un aspetto prossimoa quello attuale. Nel periodo in cui Canova vive aPossagno, tra la fine del Settecento egli inizi dell’Ottocento, cerca di dareomogeneità alla casa dominicale conuna serie di compravendite che loportano a detenere un patrimonioimmobiliare rilevante7. Questo lo sipuò osservare nel successivo CatastoAustriaco, della metà del XIX secolo,nel quale non compaiono più duefabbricati, presenti invece nel prece-dente catasto napoleonico, i qualisorgono a sud-ovest nell’attuale giar-dino della Casa, e nella Mappa delComune censuario di Possagno, del1847 (Fig. 2)8.Tra i beni acquisiti dal Canova esisteanche un fabbricato rurale ben prestoabbattuto per fare spazio ai giardinettidella Casa, che nel 1922 vengono tra-sformati in una piazzetta abbellita dauna rotonda, oggi adibita a parcheg-gio. Uno spaccato della crescita edilizia diPossagno si coglie nell’iconografia

storica, in particolare in alcune inci-sioni realizzate in quegli anni pertestimoniare lo sviluppo del paeseintorno alla sua costruzione simbolo,il Tempio. Esso è voluto dal Canovae la sua costruzione inizia con la posadella prima pietra l’11 luglio 1819 peressere terminato, dopo la sua morte,nel 1830 e consacrato nel 18329.Una prima immagine di Possagno èrappresentata in un’acquatinta, realiz-zata da Pietro Chevalier nel 1825. Quisi raffigura un paese, forse irreale, incui è poco documentata l’edilizia delluogo, e dove risaltano, oltre la chiesa,le due costruzioni riconducili all’arti-sta veneto, il Tempio, in primo piano,e subito al disotto la Casa10 (Fig. 3).Del 1826 è, invece, un acquarellodisegnato da Pietro Nani e inciso surame dal figlio, Antonio, che raffigurala prima fedele immagine di Possagnotrasformata dalla costruzione delTempio, dove in primo piano, a destra,si osserva la Casa dell’artista11. Aqueste si aggiungono altre d ue inci-sioni, sempre del Nani, una del 1826e l’altra del 1863, nelle quali egli vuolesottolineare i cambiamenti del paesag-gio di Possagno dopo circa quaran-

Fig. 3. Possagno (TV): veduta di Pos sagno da sud. Inci sionedi Pietro Che valier (1825) dove si osserva al centro la Casadel Canova sotto il Tempio (da E. Paolin, tav. XVII).

Fig. 4. Possagno (TV): veduta di Possagno, da sud. Incisione diPietro Nani (1863) dove alla Casa del Canova si associa la Gipsoteca(da E. Paolin, tav. XXVII).

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t’anni dalla edificazione del Tempio.Nella seconda si possono notare, con-frontandole, presenze invariate oassenze all’interno del tessuto storico.Ad esempio, qui si osserva che lavecchia chiesa con il suo campanile èstata abbattuta, mentre sono figuranuovo campanile, il ‘cogolà’, ilCollegio e l’oratorio annesso, lo stra-done e il campanile di San Rocco(Fig. 4). Invece la casa di AntonioCanova, paragonando le due stampe,nella prima spicca con la torretta,mentre in quella successiva conl’imponente costruzione dellaGipsoteca12. A queste rappresenta-zioni se ne aggiungono altre, tra lequali una incisione di Borsato-Bernatidel 1833, che viene compiuta per lacopertina del volume di MelchiorreMissirini, in cui si osserva un’ediliziacompatta intorno alla costruzioneimponente del Tempio canoviano(Fig. 5), e una litografia di FioravanteVenuti del 1847. Essa riproduce unadelle poche vedute della Casa da nordverso l’ingresso, che permette diapprezzare la morfologia dell’edificiomolto simile a quella odierna13 (Fig. 6).Infine si devono allo Chevalier e alNani due raffigurazioni che pongono

in risalto la sola Casa. La prima la rap-presenta nel 1825, all’interno di unaserie di sei stampe, nella visione pro-spettica che dal portico guarda versoil giardino (Fig. 7). Sulla destra siosserva il cancello che delimita laproprietà, in seguito spostato più avalle per favorire la costruzione dellaGipsoteca con l’ampliamento del giar-dino. Questo si coglie nell’altra inci-sione risalente al 1863, dove spiccanoin particolare, oltre alla Gip soteca e alcorpo centrale della residenza, gliampliamenti della Casa nella partedestinata ai locali di servizio14 (Fig. 8).La Casa si presenta oggi con uncorpo centrale, che si sviluppa su trepiani fuori terra dove si svolgeva lavita domestica e notturna, e conalcuni annessi: il deposito dei mate-riali, la stalla per il ricovero deglianimali da traino, il serraglio per il carro, il pozzo (Figg. 9-10). Al -l’interno si osservano ancora pochimobili originali del primo Ot to -cento, quelli che anche il Canovautilizza nelle sue frequenti visite aPossagno, insieme ad alcune prege-voli collezioni: i dipinti canoviani,consistenti in quindici oli su tela etrentacinque tempere di eccezionale

leggerezza e soavità; le incisioni,commissionate dal Canova ad alcuniartisti bassanesi e romani per costi-tuire il catalogo delle opere inmarmo e diffonderlo ai maggioricommittenti di statue; i disegni;alcuni marmi; gli strumenti da lavoroe alcuni vestiti dell’artista. Dal punto di vista della distribuzionedegli ambienti, il primo livello a pianoterra è caratterizzato dalla Sala degliSpecchi15 (Fig. 11), voluta dal Canovaagli inizi dell’Ottocento per riceveregli ospiti e i cittadini di Possagno chelo vengono a trovare e fargli onoreogni volta che egli lascia Roma etorna nel suo paese natale. L’ambienteè definito da un doppio ordine di fine-stre, che lascia ipotizzare che qui ci fos-sero, in una prima fase edilizia, dellestanze più piccole, forse quattro,disposte su due piani con soffitti eporte più basse, come si osserva nellealtre stanze. Da qui si passa in succes-sione a due stanze, chiamate Saledelle Tempere16; a un ambiented’ingresso dal giardino con la scala diaccesso ai piani superiori e bagnorealizzato nel sottoscala; a due disim-pegni, dai quali è possibile accedereall’ex tinello, adibito ad altra sala

Fig. 6. Possagno (TV): veduta del lato nord di Casa Canova, inuna delle poche rappresentazioni dalla piazza (litografia diFioravante Venuti, 1847).

Fig. 5. Possagno (TV): incisione di Borsato-Bernati che comparesul frontespizio del volume di Melchiorre Missirini (1833).

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espositiva, e, infine, per mezzo diuna breve rampa di scale, al seminter-rato della Casa. In questo piano si tro-vano due cantine, lo ‘sbrattacucina’, lazona pranzo, la cucina, e i locali didisbrigo, in cui oggi si conservanoalcuni oggetti della vita quotidiana,dove sono allestiti i laboratori didat-tici.Salendo la scala si arriva al primopiano. Questo è distinto, da un lato,dalla Stanza del Vicerè e dallo Studiodel Vicerè, mentre dal lato opposto daun disimpegno che porta a un localedi servizio, alla Sala dei Ritratti17

(Fig. 12), dove si trova l’Autoritratto,il Ritratto realizzato da ThomasLawrence18, e dalla Camera natale diAntonio Canova o Sala delle Incisioni(Fig. 13), che offre uno spaccato divita quotidiana e dove sono espostealcune decine d’incisioni originali rea-lizzate dai maestri del bulino diBassano e di Roma. Infine, conti-nuando a salire, si giunge al secondopiano dove si trovano da un latol’Archivio Storico e dall’altro undisimpegno che conduce alla secondaSala dei Disegni19 (Fig. 14), con duelocali di sevizio e tramite una piccolascala alla Torretta, ossia allo Studio di

Pittura (Fig. 15), la zona più interes-sante della Casa. In molti ambienti siconservano dell’artista oggetti dellavita quotidiana, strumenti di lavoro,medaglie e onorificenze. A corredodella Casa troviamo il giardino con ilbrolo, il porticato e la scuderia.La Torretta fa parte dei numerosilavori, che interessano l’edificio dopola morte dei nonni dell’artista, che, difatto, curano la proprietà nei periodidi sua assenza da Possagno (Fig. 16).La progettazione e la successiva rea-lizzazione di questa nuova zona sonofortemente volute dal Canova, cheviene allarmato dalle notizie pocotranquillizzanti sui numerosi tumultiin atto a Roma, che lo inducono a cre-arsi qui un luogo dedicato alla sola pit-tura. La Torretta viene costruita nel1799 e dotata di quattro ampie finestre,che garantiscono una straordinariailluminazione all’ambiente. Dei lavoricondotti nella Casa si hanno riferi-menti nella corrispondenza che ilCanova intrattiene con GiacomoBottamella, segretario comunale diPossagno, il quale lo aggiorna costan-temente sul loro procedere20. A que-sti interventi ne seguirono altri, neglianni successivi, in vista del trasferi-

Fig. 8. Possagno (TV): veduta della Casa Canova. Incisione diPietro Nani (1863) del giardino con la Gipsoteca (da E. Paolin,tav. XXVII).

Fig. 9. Possagno (TV): Casa Canova vista dal giardino (fotodell’A. 2005).

mento definitivo dell’artista da Roma,avvenuto nel settembre del 1822,pochi giorni prima della sua morte,verificatasi il 13 ottobre a Venezia. Agli inizi del XIX secolo risalgonoanche alcuni investimenti immo -biliari che Canova fa a Roma, cittàche egli elegge patria artistica per la sua intensa attività lavorativa. Quiacquista, tra il 1803 e il 1806, due caselungo le attuali via Canova e via delleColonnette, che poi trasforma nelsuo Studio di Scultura, dove progettae realizza le sue opere più insigni(Figg. 17-18)21.Confrontando i due studi dell’artista,quello a Possagno e quello a Roma, sipossono osservare profonde diffe-renze, ma anche alcuni interessantipunti di contatto. Alla tranquillitàdel paese natale, si contrappone lamaestosa realtà edilizia del CampoMarzio, così esteso e monumentale perla presenza di chiese, di edifici pubblicie di palazzi nobiliari e cardinalizi.All’interno di questo contesto urbanosi inserisce organicamente il sempliceimpianto delle case che il Canovaacquista. La loro disposizione internain più unità comporta necessaria-mente una rilettura distributiva degli

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ambienti e delle altezze per un adegua-mento funzionale dello studio, pensatoe compiuto come una grande offi-cina22. Viceversa si possono notareanche alcuni interessanti punti di con-tatto tra i due studi. Un elementocomune a questi ambienti è che sonoinondati da una luce straordinaria, inquanto per l’artista l’illuminazionenaturale risulta l’esigenza primaria.Questa componente viene ottenutaattraverso la realizzazione di grandiaperture, come si osserva sia nello stu-dio veneto, dove l’ampio spazio adoppia altezza della Torretta è avvoltodalla luce naturale proveniente dalle trefinestre poste a est, nord e sud, sia inquello romano, molto luminoso gra-zie alle bucature a est23. In anni recentilo studio di Roma è stato interessatoda un attento progetto di restauro deiprospetti dell’edificio, fondato sullalettura e l’interpretazione critica com-plessiva della forma e della materia del-l’architettura, fortemente caratterizzatadalla qualità figurativa dei frammenti

di arte antica qui presenti24.Con la morte del Canova tutti i suoibeni passano al fratellastro GiovanniBattista Sartori-Canova, vescovo diMindo e suo erede universale, il qualechiude lo studio di Roma dove l’artistaaveva compiuto tanti capolavori25. APossagno, ritenendolo luogo ideale perraccogliere tutte le sue opere, trasfe-risce i modelli in gesso, i marmi inven-duti, i dipinti, i bozzetti e quant’altrotrova nei magazzini. La notevolequantità di materiale proveniente dallostudio romano induce MonsignorSartori, negli anni successivi, a farcostruire la Gipsoteca. Fin dal 1832 egliincarica l’architetto venezianoFrancesco Lazzari affinché progetti unluogo per esporre tutte le opere. Inquesti stessi anni viene chiuso il pode-roso cantiere del Tempio, viene abbat-tuta la vecchia chiesa e trasformatol’assetto viario e urbanistico del pic-colo paese, a cui si aggiunge il cantieredella Gipsoteca, che viene completatonel 183626. Poiché il Sartori solo sal-

tuariamente vive a Possagno, le stanzedella Casa vengono in gran parte adi-bite a conservare quanto non trovaposto nella nuova ala, come alcunimarmi e gessi, i dipinti a tempera e aolio, che il Canova compie nei primidecenni della sua attività27.Nel 1853 monsignor Sartori-Canovadona al Comune di Possagno la Casacanoviana e la Gipsoteca, lasciandoanche una rendita adatta a mantenereil patrimonio culturale ivi raccolto,mediante l’opera di un Conservatore28.Nel corso della prima guerra mondialeesse subiscono danni ingenti, in par-ticolare la seconda, i quali vengonorisarciti dal Commissariato per i dannidi guerra, oltre la perdita di alcune suetele, disegni e oggetti29. Fin dall’apriledel 1939, nel clima di generale allarmeche precede lo scoppio del secondoconflitto mondiale, la Casa e laGipsoteca vengono scelte come rifu-gio antiaereo dove ricoverare le opered’arte più importanti della provinciadi Treviso, in quanto si ritiene che la

Fig. 7. Possagno (TV): veduta della Casa Canova. Incisione di PietroChevalier (1825) del portico verso il giardino (da E. Paolin, tav. XVII).

Fig. 10. Possagno (TV): Casa Canova vista del giar-dino dall’ingresso a sud. A destra si osserva la torretta(foto dell’A. 2005).

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guerra avrebbe colpito in particolarele città30.Nel 1957 il complesso architettonicoè ampliato dalla Soprintendenza allabelle arti di Venezia, con l’appendiceprogettata da Carlo Scarpa per laGipsoteca, che da lui prese il nome di“Ala Scarpa”. Le esigenze di amplia-mento e sistemazione della Gipsotecaprecedono di quasi un decenniol’intervento scarpiano, e mirano avalorizzare tutto il patrimonio cano-viano non esposto, giacente nel depo-sito, e, soprattutto, predisporreun’opportuna esposizione per i boz-zetti in gesso e in terracotta31.Nel 1992 un intervento di restauro hariguardato la Torretta, che fa parte diun piano più articolato che preve-deva l’adeguamento strutturaleefunzionale della Casa e della Gipso -teca, il restauro delle sale espositive ela sistemazione della piazza e del-l’area verde antistante in modo daripristinare l’asse prospettico verso ilTem pio32.Nel 2005 il complesso di Casa Canovaè stato interessato da un importantelavoro di rinnovo dell’impianto di

riscaldamento, per adeguarlo agli stan-dard che garantiscano le migliori con-dizioni di comfort ambientale per ivisitatori e di condizioni microclima-tiche per la conservazione delle opered’arte conservate all’interno deglispazi.

NoteSi ringraziano, per la cortesia, la disponibi-lità e le preziose indicazioni fornite nelcorso della ricerca archivistica, il dott.Raffaele Santoro, Direttore dell’Archiviodi Stato di Venezia, la dott.ssa Maria PiaBarzan, funzionario dell’Archivio di Statodi Treviso e la sig.ra Orietta Dissegna,dell’Ufficio Cultura e Archivio storico delComune di Asolo.

1. Per un repertorio biografico sulla vita diAntonio Canova (Possagno, 1° novembre1757-Venezia, 13 ottobre 1822) si rimanda, tragli altri, a: E. BASSI, a cura di, La Gipsotecadi Possagno. Sculture e dipinti di AntonioCanova, Venezia 1957, pp. 35-43; M.F.APOLLONI, Canova, inserto redazionaleallegato ad «Art e Dossier», n. 68, (1992), pp.48-49; G. PAVANELLO, G. ROMANELLI, a curadi, Antonio Canova, catalogo della mostra(Museo Correr, Venezia - Gipsoteca,Possagno, 22 marzo-30 settembre 1992),Venezia 1992, pp. 389-390. Per una consul-

tazione delle opere conservate nel Museo sirimanda a E. BASSI, Antonio Canova aPossagno, Treviso 1981 e G. CUNIAL, LaGipsoteca Canoviana di Possagno, Asolo2003.2.Una breve descrizione di Possagno si ha inM. MISSIRINI, Del tempio eretto in Possagnoda Antonio Canova. Esposizione di MelchiorMissirini, Venezia 1833, p. 47: “Appiè delmonte è posto Possagno deliziosamente in unavalletta tra il Brenta e il Piave: i monti lo chiu-dono a Settentrione e dalla parte di mezzogiorno lo circonda un terreno ferace in ognimaniera di biade con pascoli bellissimi. La val-lata dapprincipio è irregolare e angolare, maposcia discende dolcemente, e termina inuna pianura che col monte confina”. Lastessa descrizione è a p. 21 della versione pre-giata, con le tavole a corredo.3. Cfr. IDEM, Della vita di Antonio Cano va,Prato 1824, pp. 15-17. Il colmello è un terminedel linguaggio giuridico e amministrativoveneziano con il quale si indica una “frazionedi Villa”, cioè una borgata o una piccolacomunità, cfr. G. CUNIAL, La casa e lo stu-dio di Antonio Canova a Possagno, in Le offi-cine dell’arte canoviana. La “Torretta” aPossagno e lo studio Romano, a cura dellaFondazione Canova, Asolo 1996, p. 15 e note1 e 2 per gli approfondimenti bibliografici;IDEM, “Vi prego di scrivermi spesso le nuovedi Casa nostra, che le avrò per gran favore”,in Antonio Canova, arte e memoria a

Fig. 11. Possagno (TV), Museo di Casa Canova: sala deglispecchi (foto dell’A. 2005).

Fig. 12. Possagno (TV), Museo di Casa Canova: sala dei ritratti(foto dell’A. 2005).

essersi preso cura della sua casa verso la qualeora si sente in obbligo di mantenerla e gover-narla al meglio, dopo la scomparsa dei nonniPasino e Caterina. I lavori di maggioreimportanza vengono condotti nel corso del1799 e si protraggono almeno fino al 1802, cfr.Ibidem, pp. 33-39.8. ARCHIVIO di Stato di Treviso (A.S.Tv),Censo stabile attivato, mappe, 62/1 Possagno.Sul quadro di unione si legge: Mappa delComune Censuario di Possagno, distretto IX.di Asolo. Provincia di Treviso, rettificata nel1842. Foglio 15, Possagno, Treviso 2 dicem-bre 1847. 9. Cfr. M. MISSIRINI, Del tempio eretto inPossagno da Antonio Canova, cit. alla nota2, pp. 13 e 77-79. Si veda anche la versionemeno pregiata, priva delle illustrazioni fuoritesto e del frontespizio raffigurante l’incisionedel Bernati, IBIDEM, pp. 32 e 167-172. L’abateMissirini rappresenta una persona importantenella vita di Antonio Canova, ricoprendoprima il ruolo di segretario e poi di biografo.Sulla sua figura e sui rapporti con l’artistaveneto si rimanda ad A. Cipriani, Mel chiorreMissirini, il segretario di Canova, in Studicanoviani, 1. Le fonti, Roma 1973, pp. 109-118 e al più recente F. LEONE, MelchiorMissirini, segretario e biografo di Canova, inCanova, l’ideale classico tra scultura e pittura,catalogo della mostra (Forlì, Musei San

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Possagno, Treviso 2010, pp. 22-45; LaGipsoteca canoviana di Possagno, Asolo1992, p. 164; E. PAOLIN, Canova e Possagno,Bassano del Grappa 1987, p. 17. 4. Per un discorso sulle tecniche costruttivevenete e per l’approfondimento bibliografico,cfr. Atlante delle tecniche costruttive tradizio-nali. Lo stato dell’arte, i protocolli dellaricerca, l’indagine documentaria, Atti del I eII Seminario Nazionale, a cura di G. FIENGOe L. GUERRIERO, Napoli 2003, in particolarei saggi: E. VASSALLO, Lo stato dell’arte inVeneto, pp. 49-50, e E. AZ ZO LIN, C. DEPIERO, a cura di, Nota bibliografica regionale:Veneto, pp. 51-53; D. FIORANI, Muraturemedievali in Italia, spunti di riflessione per unaricerca, in D. FIORANI, D. ESPOSITO, a curadi, Tecniche costruttive dell’edilizia storica.Conoscere per conservare, Roma 2005, pp. 31-45, in particolare p. 44. Sull’uso dei materialinell’edilizia storica possagnese, cfr. E. PAOLIN,Canova e Possagno, cit. alla nota 3, ad indi-cem, e in G. BINDONI, Memorie Cano viane,Treviso 1904, pp. 5-6. 5. Le fonti indicano che l’evento produce unaprofonda ferita al territorio asolano; nella solaPossagno centosessanta delle circa trecentocase sono distrutte, mentre le rimanentisubiscono danni molto gravi. Sull’evento sivedano: S. REATO, Terremoto di santaCostanza: 25 febbraio 1695, Caerano di San

Marco (TV) 2005; L. BOSCARINI, Il terremotodel 1695 nell’Asolano, Cornuda 2003. Èprobabile, poi, che la casa del Canova abbiasubito danni anche in due successivi eventisismici, il 12 giugno e il 16 settembre 1836,a seguito dei quali viene rinforzataconferendole l’aspetto che l’ar tista conoscenella sua infanzia; ha subito altri danniancora nel corso del terremoto del Friuli del1976, cfr. G. CUNIAL, La casa e lo studio diAntonio Canova a Possagno, cit. alla nota 3,p. 17 e nota 11.6. La data iniziale del rilevamento di tutta laPodesteria asolana è per alcune zone il 1712.Le mappe del terzo quartiere di cui facevaparte Possagno sono state eseguite tra il1716 e il 1720. Possagno, il cui autore è ilperito Paolo Rossi, è stata eseguita nel 1716.L’estimo (o stime ossia il “sommarione”, ladescrizione di tutte le proprietà) è invecedatato 1719-1720, cfr. ARCHIVIO Museo diAsolo (A.M.A.), b. 88, Mappe del terzoquartiere, 1716-1720. Non trova inveceriscontri la data del 1774, indicata in G.CUNIAL, La casa e lo studio di AntonioCanova a Possagno, cit. alla nota 3, p. 18 enota 12. 7. In una missiva che Canova scrive l’11 giu-gno 1798 al suo procuratore legale e ammi-nistratore in terra Pedemontana del Grappa,il conte Tiberio Roberti, egli afferma di

Fig. 13. Possagno (TV), Museo di Casa Canova: sala delle inci-sioni (foto dell’A. 2005).

Fig. 14. Possagno (TV), Museo di Casa Canova: sala dei disegni(foto dell’A. 2005).

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Restauro eConservazione

Domenico, 25 gennaio-21 giugno 2009), acura di S. ANDROSOV, F. MAZZOCCA, A.PAOLUCCI, Cinisello Balsamo 2009, pp. 119-133. 10. Cfr. Catalogo delle tavole fuori testo, acura di M. CAVARZAN e S. MANERA, in E.PAOLIN, Canova e Possagno, cit. alla nota 3,p. 293 e tav. XVII.11. Cfr. IBIDEM, p. 291 e tav. X; l’originale,mm. 292x340, si trova presso il CollegioCanova a Possagno.12. Sono incisioni su rame, la prima hadimensioni di mm. 224x165, la seconda dimm. 222x165, cfr. A. NANI, Il tempio cano-viano illustrato da A. Nani, Treviso 1863, tavv.IV e V. Le stesse sono pubblicate, tra gli altri,anche in Catalogo delle tavole fuori testo, cit.alla nota 10, pp. 291 e 296 e tavv. XI e XXVIIe in G. MAZZOTTI, Nel 150° anniversario dellaposa della prima pietra del Tempio di AntonioCanova in Possagno, in «Pal ladio», n.s., a.XIX, fasc. I-IV, (1969), pp. 165-176, in par-ticolare p. 173 figg. 9-10.13. Cfr. IBIDEM, pp. 171 fig. 6, e 175 fig. 11.Per l’incisione Borsato-Bernati cfr. M.MISSIRINI, Del Tempio eretto in Possagno daAntonio Canova, cit. alla nota 2.14. Cfr. A. NANI, Il tempio canoviano illu-strato da A. Nani, cit. alla nota 12, tav.XLVI. Le incisioni dello Chevalier e del Nanisono anche in: Catalogo delle tavole fuori

testo, cit. alla nota 10, pp. 301-302 e tavv. XLVe XLVI e in G. MAZZOTTI, Nel 150° anniver-sario della posa della prima pie tra del Tempiodi Antonio Canova in Possagno, cit. alla nota12, p. 171, figg. 7 e 8.15. Qui sono in mostra sedici oli su tela.16. In totale trentaquattro tempere.17. Prevalentemente oli su tela, ma sono pre-senti anche delle incisioni originali.18. Il ritratto viene eseguito durante un sog-giorno romano del Lawrence quando egli,dopo aver studiato i personaggi più impor-tanti del Congresso di Aquisgrana (1818), faun viaggio in Italia. Il dipinto conservato aPossagno viene più volte replicato dalLawrence, con qualche variante di taglio, percommittenti inglesi e italiani, cfr. E. BASSI, acura di, La Gipsoteca di Possagno, cit. alla nota1, p. 267. Si veda anche R. BERNINI, I ritrat ti di Canova incisi, in G. DELFINIFILIPPI, a cura di, Antonio Canova e l’Ac -cademia, Treviso 2002, pp. 59-67, in partico-lare p. 66; il saggio è stato recentemente ripub-blicato, con aggiornamenti, in La mano e ilvolto di Antonio Canova. Nobile semplicitàSerena grandezza, a cura della Fondazione Canova, Possagno 2008, pp. 45-49.19. Qui sono esposte le riproduzioni anasta-tiche del Taccuino dei Disegni di Possagno.20. Nel merito della Sala degli Specchi il

Bottamella scrive al Canova che “li pittoristanno lavorando il soffitto della stanzagranda a piano terreno, ed ora non resta cheponervi il pavimento.”, cfr. E. PAOLIN,Canova e Possagno, cit. alla nota 3, pp. 29 e34. Il testo integrale della lettera è a p. 181.21. Cfr. A. IPPOLITI, Il sito e le vicende edi-lizie dello studio di Antonio Canova, in L.DONADONO, a cura di, Lo studio di AntonioCanova. Storia e restauro, Roma 2007, pp.19-34, in particolare pp. 24-25. 22. Lo studio romano, dopo la morte dell’ar-tista, viene venduto per volere del fratellastroGiovan Battista Sartori-Canova, e fino a oggi,nei diversi passaggi di proprietà succedutisi,è stato interessato da diversi lavori, in parti-colare ai prospetti, negli anni 1836-1860 e1860-1871, cfr. IBIDEM, pp. 24 e 27; ma èsoprattutto nel 1912 che si svolgono i lavoripiù importanti, che modificano l’impiantoplanimetrico. In quest’anno, a seguito dell’ac-quisto da parte del pittore Aristide Tranzi, lostudio è sopraelevato e mutata la funzione, cheda ‘studio di artista’ diviene ‘casa di artista’.Egli conserva in facciata i frammenti decora-tivi esistenti, ma modificandone i loro valori,da manifesto ideologico di adesione all’arteclassica, a raffinato decoro, cfr. L.DONADONO, I criteri storico-critici e dimetodo per il restauro dello studio di AntonioCanova, in IDEM, a cura di, Lo studio di

Fig. 15. Possagno (TV), Museo di Casa Canova: sala della pit-tura nella Torretta (da Le officine dell’arte canoviana, p. 14).

Fig. 16. Possagno (TV), Museo di Casa Canova: vista del com-plesso dalla piazza (foto dell’A. 2007).

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RicorrentiRicorrenti

Antonio Canova, cit. alla nota 21, pp. 35-52.Sullo studio romano si vedano inoltre: L.CÀLLARI, Lo studio e la casa del Canova, inIDEM, I palazzi di Roma, Roma 1944, pp. 511-513; Le officine dell’arte canoviana, cit. allanota 3, in particolare i contributi: G. DELFINIFILIPPI, Antonio Canova e lo studio romanonei documenti d’archivio a Possagno, pp. 63-65 e C. BENOCCI, Lo studio di AntonioCanova a Roma, pp. 67-77, ai quali sirimanda per l’ap pro fondimento bibliografico.Sullo studio di Antonio Canova, si veda inol-tre: M. GUDERZO, Antonio Canova “ebbe lasua officina”, in Gli ateliers degli scultori, Attidel secondo convegno internazionale sullegipsoteche, (Possagno, 24-25 ottobre 2008),a cura di Mario Guderzo, Crocetta delMontello 2010, pp. 13-32.23. Si vedano a riguardo le numerose imma-gini e iconografie storiche che raffiguranol’edifico di via delle Colonnette, cfr. A.IPPOLITI, Il sito e le vicende edilizie dello stu-dio di Antonio Canova, cit. alla nota 21, pp.26-27 e le ricostruzioni delle fasi storiche trattedai documenti d’archivio, pp. 31-34. 24. L. DONADONO, I criteri storico-critici edi metodo per il restauro dello studio diAntonio Canova, cit. alla nota 22, p. 3525. Giovan Battista Sartori-Canova era figliodi secondo letto della mamma di Antonio,Anzoleta, la quale si era risposata nel 1862 conFrancesco Sartori, dopo la morte del padre del

Canova, Pietro, avvenuta nel 1861, cfr. M.ROSSI, a cura di, Catalogo illustrato delle operedi Antonio Canova, con cenni sulla vitadello scultore, sulla Gipsoteca e sul tempio diPossagno, Treviso MCML, p. 12, in A.S.Tv.,Fondo E.P.T., b. 316, fasc. Catalogo dellaGipsoteca di Possagno, al quale si rimandaanche per una breve descrizione della casapossagnese dell’artista (pp. 87-89).26. La Casa e la Gipsoteca non potevano peròcontenere tutto quanto era stato a Roma; fucosì che molti disegni, manoscritti e alcunimodelli in gesso andarono al Museo diBassano, a quello di Asolo e a Venezia(all’Accademia e al Museo Correr), cfr. G.CUNIAL, La casa e lo studio di AntonioCanova a Possagno, cit. alla nota 3, p. 59.27. Cfr. E. BASSI, a cura di, La Gipsoteca diPossagno, cit. alla nota 1, p. 24. 28. IBIDEM. Per una cronologia comparatadella vita dell’artista, con i fatti storici e cul-turali più importanti, si rimanda a: AA.VV.,La Gipsoteca canoviana di Possagno, Asolo1992, pp. 135-145.29. Cfr. M. ROSSI, a cura di, Catalogo illustratodelle opere di Antonio Canova, cit. alla nota25, p. 89.30. Cfr. E. NOÈ, I gessi delle galleriedell’Accademia di Venezia in deposito allaGipsoteca di Possagno, in Antonio Canova el’Accademia, cit. alla nota 18, pp. 39-40. Perun approfondimento su questi aspetti, si veda:

ARCHIVIO della Soprintendenza per i beni sto-rici, artistici e demoetnoantropologici delleprovince orientali del Veneto (SBSAE), b. 107,Oggetti d’arte, protezione antiaerea, e Dannidi guerra, 1940-45, fascicolo “Treviso”.31. Ampia è la bibliografia sugli interventi diCarlo Scarpa nella Gipsoteca di Pos sagno. Tragli altri si rimanda a: L. MIOTTO, CarloScarpa. I musei, Venezia 2006, pp. 46-53; F.FIORINO, M. MAZZA, La progettazione delrestauro della Gipsoteca canoviana diPossagno, in K.W. FORSTER, P. MARINI, a curadi, Studi su Carlo Scarpa 2000-2002, Venezia2004, pp. 301-315, con una sintesi bibliogra-fica; G. GHIZZONI, Carlo Scarpa e Possagno.Disegni per l’am pliamento della Gipsotecacanoviana (1957), Possagno s.d. (ma 2001);C. SCARPA, Ampliamento della Gip sotecaCanoviana a Possagno (1956-57), in«Casabella», n. 222, (1958), pp. 8-14.32. Per il processo metodologico e le scelteadottate in sede di progetto di restauro sirimanda a L. GEMIN, Casa-studio di A.Canova in Possagno, in Le officine dell’artecanoviana, cit. alla nota 3, pp. 7-14.

*Biografia

Fig. 17. Roma: studio di Antonio Canova in un’incisione del XVIIIsecolo.

Fig. 18. Roma: complesso di via delle Colonnette, già stu-dio di Antonio Canova, stato attuale (foto dell’A. 2010).